Il Giornale del tuo Quartiere
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Periodico d’informazione locale. Anno VI n.18 del 1 marzo 2012. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
rePortage
MARZO 2012
Divorziare in un click Andrea Muzzi*
V
LA NUOVA NOVOLI Palagiustizia, cantieri del tram e stadio all’orizzonte: il rione tra problemi e novità PAGG.8-9
UN QUARTIERE SICURO? Dopo la sconcertante rapina alle poste avvenuta a gennaio, i cittadini dicono la loro PAGG.4-5
sPort
“Lupi di Toscana”, il futuro è fermo PAG.2
Come stanno gli ospedali
cinema
di Giulia Righi
S TUTTI SU JOVETIC La Fiorentina vuol tenerselo stretto, ma molti top club gli hanno ormai messo gli occhi addosso PAG.29
UNA NOTTE SUL RING Applausi e un pubblico numeroso per la “Boxing night” organizzata dalla Pugilistica Isolotto PAG.31
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ono tornati, come periodicamente accade, al centro delle cronache nazionali. E – come quasi sempre in questi casi – a causa di episodi di malasanità. Parliamo degli ospedali, strutture di fondamentale importanza per la società. Ma qual è lo stato di salute di quelli di casa nostra? Per fare un po’ di luce siamo andati a caccia di numeri, che spesso riescono – più delle parole – a fotografare con esattezza la situazione. Ebbene,
i numeri degli ospedali dell’area fiorentina “allargata” dicono che qui da noi le cose non vanno male. D’altronde, si sa, il sistema sanitario toscano è – per molti versi – tra quelli che funzionano meglio in Italia. Anche se alcuni nei non mancano. Nei che spesso assumono il volto dei lunghi tempi di attesa al pronto soccorso o per fare qualche esame. Non sempre, ovviamente, ma succede anPAGG.10-11 che questo.
Piccoli vs grandi, “battaglia” in sala PAGG.24-25
olete lasciarvi velocemente? In Inghilterra esiste il divorzio fai da te. Basta inserire i dati personali su un sito e sei di nuovo libero. Oggi molti amori nascono su internet ed è giusto che finiscano allo stesso modo. Oggi ci sono siti specializzati per trovare l’anima gemella: clicchi e trovi la donna dei tuoi sogni. L’unico problema è che non sai mai chi c’è dall’altra parte. Mio fratello ha chattato in uno di questi siti, ma qualunque cosa scrivesse quella gli rispondeva sempre alla solita maniera: “Sono escort, 80 euro l’ora. Telefonami”. Mio fratello un po’ c’è stato, poi ha risposto: “Sono precario, 30 centesimi al minuto. Telefona tu che è meglio!”. In Florida ci si può anche sposare via internet. Da noi se la sposa cambia idea abbandona l’altare, in Florida fa partire direttamente l’antivirus! Da noi un matrimonio può essere ostacolato dalle famiglie o dai problemi economici. In Florida il matrimonio può saltare solo per un motivo: se salta la connessione! Basta con questi matrimoni dove ci si svena per invitare duemila persone. Per sposarsi su internet bastano lui e lei. Gli invitati? Prendi la foto di una folla e la scannerizzi. I sentimenti dell’uomo sono fugaci, per questo serve il computer, una macchina che li catturi velocemente: in Italia ci vogliono anni per divorziare, in Inghilterra basta un click con il mouse. E se invece di un click ne fai due, mandi a quel paese anche la suocera. Amici, connettiamoci! *Comico
in auto
Sosta selvaggia, multe “al volo” PAG.18
Edizione del Quartiere 4 • 27.403 copie distribuite da
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Marzo 2012
Isolotto • Legnaia • Soffiano
IL LUOGO. L’ex casa del 78esimo reggimento “Lupi di Toscana” ancora in attesa di un futuro
Caserma Gonzaga, “altolà” alla rinascita Dismessa da quattro anni, al momento resta uno scatolone vuoto. Il progetto è trasformarla in un quartiere residenziale, ma il cambio di governo ha rallentato tutto Gianni Carpini
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l cartello è ancora lì, minaccioso. “Zona militare, divieto di accesso. Sorveglianza armata”, avverte. Ma di soldati e ufficiali non c’è più nessuna traccia. Da quattro anni, per l’esattezza. Era il 31 marzo 2008 quando la caserma Gonzaga, casa del 78esimo reggimento “Lupi di Toscana”, chiudeva i battenti. Con la fine della leva obbligatoria e i cambiamenti nell’Esercito, questo presidio non ha trovato spazio nella nuova organizzazione delle forze armate. Da allora l’area, un rettangolo di centomila metri quadrati che si estende tra viale Nenni e via di Scandicci, a poca distanza dal confine comunale, è rimasta sprangata. Il progetto per il recupero del maxi-complesso, che dipende ancora dal Ministero della Difesa, è fermo al palo. Palazzo Vecchio ha più volte rimarcato i suoi piani: utilizzare questa fetta di territorio come cassa di espansione della città, trasformandola da luogo d’armi a quartiere residenziale. Roma, però, non ha ancora deciso sul futuro degli immobili, questione complicata dal cambio di governo. Il federalismo demaniale, appendice di quello fiscale, si è arenato, in attesa delle decisioni del team guidato da Mario Monti. Il precedente governo aveva escluso dalla lista dei beni che sarebbero passati dallo Stato ai Comuni proprio le caserme, con il rischio che l’ex sede dei “Lupi di Toscana” finisse all’asta, mandando a monte i piani dell’amministrazione Renzi. Adesso i giochi sono riaperti e il sindaco sta cercando di riallacciare i contatti per dare finalmente un futuro (anche) a questa grande area. Nel frattempo, il fabbricato resta uno scatolone vuoto: gli spazi esterni sono invasi dalle erbacce, molti locali sono fatiscenti, altri da recuperare. La scorsa primavera, con l’emergenza profughi legata alle rivolte in Nord Africa, circolò l’ipotesi che gli edifici potessero ospitare le tante persone in fuga verso il nostro Paese. Il progetto si bloccò: era necessaria una risistemazione, prima di allestire un centro di accoglienza. L’ex zona militare è comunque uno dei luoghi strategici per lo sviluppo futuro di Firenze. Il piano strutturale, quello che il primo cittadi-
la caserma
Gonzaga
no ricorda instancabilmente essere a volumi zero (nessuna nuova edificazione, solo recuperi di costruzioni dismesse), prevede che, nel quartiere 4, proprio tra viale Nenni e viale Etruria, andranno ad abitare ben 3.700 nuovi residenti. “L’ex caserma Gonzaga è uno dei contenitori in trasformazione della nostra città – spiega l’assessore comunale alle politiche del territorio, Elisabetta Meucci - l’idea dell’amministrazione è sempre quella del recupero, con la realizzazione di una nuova
struttura, destinata anche all’housing sociale. Bisognerà vedere come si evolveranno le cose con il nuovo governo”. Gli edifici attualmente occupano 33mila metri quadrati su 100mila. Nel caso arrivasse l’ok del passaggio dal Demanio al Comune, il 70 per cento degli immobili sarebbe destinato ad appartamenti. All’interno di questa percentuale, una parte verrebbe riservata all’edilizia sociale: alloggi dati in locazione a cifre più basse, in favore di chi non può permettersi il “lusso” di
un affitto a prezzo di mercato. Il restante 30 per cento andrebbe invece a negozi, uffici e pubblici esercizi. Intanto, i “vicini di casa” si interessano alle sorti della caserma. Scandicci ha lanciato, insieme a Firenze, un coordinamento permanente per confrontarsi sugli spazi a cavallo dei due territori. Una squadra di cui faranno parte gli assessori all’Urbanistica e alla Mobilità, tecnici comunali, i presidenti delle commissioni Urbanistica e il presidente del Quartiere 4.
L’INIZIATIVA Incontri a Villa Vogel: al centro dell’attenzione l’esperienza e i dubbi delle persone comuni
La crisi vista dal “basso”, le risposte le danno i cittadini
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und, spread, default. Termini, oscuri ai più, con cui ci troviamo a fare i conti ormai tutti i giorni. E poi ci sono i riflessi “reali” della crisi economica: minori occasioni di lavoro, l’incertezza per il futuro, maggior difficoltà a ottenere credito. Per aiutare a interpretare tutte le sfumature di questo momento difficile e trovare una strada per uscirne, a Villa Vogel ha preso il via un programma di incontri che mettono al centro l’esperienza quotidiana degli stessi partecipanti. L’iniziativa, intitolata “Leggere la crisi” e organizzata da Sinistra Ecologia e Libertà di Firenze, è partita proprio dalle richieste e dai dubbi del-
Il Reporter di Isolotto, Legnaia, Soffiano raggiunge 27403 famiglie nel Quartiere 4 di Firenze. Copia in abbonamento postale
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il reporter è un periodico di 10 edizioni che mensilmente viene distribuito da in 216.486 copie
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Direzione ed amministrazione: via Kassel 17- 50126 Firenze tel. 848.80.88.68
le persone comuni, raccolti durante il primo appuntamento, avvenuto lo scorso 7 febbraio. Un laboratorio in cui è stata tracciata una mappa concettuale della crisi. Dalla perdita delle speranze alla questione del lavoro: in base alle riflessioni emerse nel corso della serata, sono stati decisi gli argomenti dei meeting successivi. La formula è semplice. Non ci sono né relatori né pubblico, ma tutti i partecipanti sono considerati sullo stesso livello. Il dibattito è aiutato dalla presenza di un sociologo, che funge da “facilitatore”. L’obiettivo è quello di progettare una risposta alla crisi di idee e di strumenti politici che venga dal bas-
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno VI n.18 del 1 marzo 2012 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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so. I risultati del percorso andranno a creare un contributo collettivo, che prenderà forma con video e documenti cartacei da proporre a gruppi di lavoro. L’iniziativa si svolge ogni 15 giorni: dopo i due appuntamenti di febbraio e dopo quello del 6 marzo, si prosegue martedì 20 marzo. “Leggere la crisi” è ospitata nella sala consiliare di Villa Vogel, sede del Quartiere 4, in via delle Torri 23. L’ingresso è gratuito. È possibile seguire gli sviluppi anche su Facebook, richiedendo l’iscrizione al gruppo “Leggere la crisi”. Per informazioni: www. selfirenze.org, mail selfirenze.quartiere4@ /G.C. gmail.com.
Dati non raccolti presso l’interessato Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fine dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”. Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l. Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in contemporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.
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il giornale del tuo quartiere
FOCUS. La zona avrà un nuovo assetto viario. Tra gli obiettivi anche l’aumento della sicurezza
Mantignano-Ugnano, cambia la viabilità
Da tempo si parlava della realizzazione di un bypass per allontanare la pressione del traffico dai borghi storici. Il tracciato che è stato individuato nel progetto definitivo è stato modificato rispetto al piano precedente. Due le richieste dei residenti
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Il rione aspetta un’altra farmacia N
Barbara Rossi inalmente la zona di Mantignano-Ugnano avrà un nuovo assetto viario. Da tempo, nel quartiere, si parlava della realizzazione di un bypass che migliorasse la viabilità della zona, con una particolare attenzione all’inserimento della nuova strada nel delicato sistema viario e ambientale dell’area stessa. Ma quali saranno i vantaggi e i benefici che si potranno ottenere grazie a questo bypass? “La nuova viabilità di Mantignano–Ugnano è sicuramente un’opera importante - spiega Renzo Pampaloni, presidente della commissione assetto del territorio del Q4 perché permette di allontanare la pressione del traffico veicolare dai borghi storici di Mantignano e di Ugnano, caratterizzati da strade strette e tortuose e marciapiedi altrettanto stretti, consentendo quindi un incremento significativo della sicurezza all’interno dei due borghi”. Il tracciato che è stato individuato nel progetto definitivo, oggetto della delibera, è stato leggermente modificato rispetto al piano precedente, risalente al 2003. “Analizzando la cartografia e la distribuzione dell’edificato, appare oggi più critico il passaggio nel borgo di Mantignano, per la presenza di case e servizi pubblici molto frequentati come chiesa, scuola e parcheggio”, prosegue Pampaloni. Questo implica che se, per motivi economici o vincolistici di carattere idraulico, vista la presenza della confluenza della Greve con l’Arno, non ci fosse la possibilità di provvedere a delle modifiche sostanziali dell’attuale percorso, sarà necessario pensare a soluzioni alternative “per mettere in sicurezza gli incroci con le viabilità locali e misure di moderazione del traffico - sottolinea Pampaloni - per far percepire all’utente della nuova strada il passaggio da un’arteria di scorrimento, anche se limitata a 50 chilometri orari, a una strada tipicamente urbana”, con la presenza, insomma, di persone. Considerando invece la funzione della strada, nella delibera presentata al consiglio di Quartiere 4 si sottolinea il fatto che questa dovrà man-
LIBERALIZZAZIONI. Depositata una mozione
tenere un uso prettamente locale. Non si tratta, infatti, di un vero e proprio bypass, concepito per favorire una strada a scorrimento in corrispondenza dell’attraversamento di un centro abitato, ma di una nuova strada di uso, appunto, locale. Per questi motivi, sia economici che funzionali, sono state avanzate principalmente due richieste. Per prima cosa è stato chiesto di inserire, in corrispondenza dell’intersezione della nuova viabilità con via di Mantignano, una rotatoria che faccia sì che i veicoli diminuiscano la velocità in corrispondenza con l’innesto nel centro abitato, e che faciliti così la distribuzione del traffico in tutte le direzioni. Inoltre è stato richiesto di “verificare la possibilità di inserire delle soluzioni tecniche relative alla pavimentazione e alla conformazione geometriche della strada nel tratto di viabilità coincidente con un attuale tratto di via di Mantignano - sostiene ancora il presidente della com-
La strada dovrà mantenere un uso prettamente locale missione assetto del territorio - che permettano l’attraversamento in sicurezza dei pedoni, vista la presenza di molti luoghi importanti come la chiesa e i giardini”. Ma cosa ne pensano di questo nuovo “bypass” i residenti? Nell’ultimo periodo ci sono stati confronti e incontri con i cittadini della zona, che hanno portato principalmente a due richieste: valutare l’impatto acustico della nuova opera con l’installazione, laddove necessario, di finestre isolanti, e risolvere - in fase di progettazione esecutiva - le interferenze con gli accessi carrabili presenti, garantendo l’accesso a tutti i fondi agricoli presenti.
uove farmacie in arrivo (anche) a Firenze, dopo le liberalizzazioni contenute nel recente decreto “Salva Italia”. E nel quartiere 4 le cose si stanno già muovendo: è stata infatti depositata la mozione “Richiesta di localizzazione di una nuova sede farmaceutica nella zona compresa nel quadrante ricompreso tra Via Palazzo dei Diavoli – Via del Sansovino – Via del Pignoncino – Via Pisana e di rivisitazione generale della pianta organica delle farmacie”. Parte attiva della mozione i consiglieri Renzo Pampaloni e Corinna Pugi, anche se, come sottolinea lo stesso Pampaloni, un forte aiuto è stato dato da Nadia Bruno, segretaria del circolo Pd del 25 Aprile, con cui è stata organizzata una raccolta di firme organica a supporto della mozione. Ma perché una nuova farmacia in questa zona? “Io e la consigliera Pugi abbiamo intercettato in questi mesi numerose situazioni di disagio da parte dei cittadini del quartiere legate alla distribuzione delle farmacie sul territorio - spiega Pampaloni - che in alcune aree del Q4 determina molte difficoltà per l’accesso al servizio”. Proprio il “quadrante” compreso tra via Palazzo dei Diavoli, via del Sansovino, via del Pignoncino e via Pisana risulta privo di un’attività di questo genere. Ma allargando lo sguardo, come è messo il quartiere in quanto a numero di farmacie? “Il rapporto farmacia/popolazione prevede una farmacia ogni quattromila abitanti nei comuni con popolazione superiore a 12.500 abitanti: il quar-
tiere 4, con i suoi 66mila abitanti, ha solo dieci farmacie – fa il conto Pampaloni - la sottodotazione numerica è poi aggravata dalla distribuzione delle farmacie, che non è omogenea su tutto il territorio”. La richiesta al Comune è di farsi promotore di un gruppo di lavoro per effettuare una revisione della “zonizzazione”, che porti “all’incremento degli standard numerici e di servizio previsti nella legge regionale” e, chiaramente, per localizzare una nuova farmacia nella zona compresa nel quadrante individuato. “I consiglieri Pampaloni e Pugi hanno fatto propria una legittima esigenza dei cittadini della zona - commenta Nadia Bruno - come Circolo del Pd abbiamo prodotto un documento di sostegno alla mozione
Nell’area tra via Palazzo dei Diavoli, via del Sansovino e via Pisana e raccolto le firme dei cittadini, siamo a oltre 250, che abitano nella zona. Siamo convinti che sia nostro dovere ascoltare i bisogni delle persone, soprattutto quelli delle fasce più deboli della popolazione, che spesso si trovano a dover affrontare disagi anche nelle più piccole questioni della vita quotidiana, come – conclude – appunto quello di raggiungere facilmen/B.R. te una farmacia”.
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Marzo 2012
Isolotto • Legnaia • Soffiano
L’INCHIESTA. Come ha reagito il quartiere allo sconcertante colpo di gennaio in via Canova
Dopo la rapina all’ufficio postale torna lo “spettro” dell’insicurezza Francesca Casagni
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ono passati circa due mesi dalla scioccante rapina a mano armata avvenuta in un ufficio postale del quartiere, ma molti abitanti della zona ne parlano ancora. Era un tranquillo venerdì mattina, quando un disoccupato quarantenne, Marcello Ventrella, è entrato alle Poste di via Canova e ha ferito due impiegati che si rifiutavano di aprirgli la cassaforte non avendo le chiavi. L’uomo è stato poi arrestato dai carabinieri e i due dipendenti se la sono cavati con una prognosi non grave. Così, in città è tornata a girare la voce secondo cui la zona dell’Isolotto non sarebbe delle più sicure, tanto più che - a pochi giorni dall’irruzione alle Poste di via Canova, che grande eco ha avuto sui giornali e in televisione - è stato sventato un furto in un appartamento in via Nomellini: questi due ravvicinati fatti di cronaca hanno fatto interrogare molti abitanti sulla questione sicurezza nel quartiere 4. I dati che la Questura raccoglie annualmente parlano, per il 2011, di un calo dei reati: il bilancio vede la diminuzione dei delitti di otto punti percentuali in tutta la provincia, e dell’11,3 per cento nella città di Firenze. Diverso andamento, invece, per altre tipologie di reato: le rapine in strada e in abitazione sono aumentate del quattordici per cento, le rapine in banca sono raddoppiate. I dati, prima raccolti e poi diffusi dalle forze dell’ordine, hanno come zona di riferimento l’intero comune di Firenze: per quanto riguarda nello specifico la situazione di Isolotto e Legnaia, sono gli stessi residenti a
l’ufficio postale dove è avvenuto il colpo
Clelia Mangani Pensionata, 63 anni
Pietro Widen Operaio, 51 anni
Cristina Cava Laureanda, 24 anni
“Più sicura coi poliziotti di quartiere”
“Difficile debellare lo spaccio”
“Qui non ho mai avuto problemi”
“In viale dei Pini, da quando hanno acceso più lampioni, certa cattiva frequentazione è andata via. Certo, si è spostata nella zona di via del Cavallaccio, ma si sa come vanno queste cose: è difficile debellare del tutto un problema come quello dello spaccio, ma se penso agli anni Novanta non posso che essere soddisfatto”
“Non sono della zona, ma ci vengo spesso per vari motivi e non ho mai avuto problemi. Ho letto della rapina all’ufficio postale, ma penso che sia un caso isolato che non deve essere usato come esempio per descrivere il quartiere. Posso dire, dal mio punto di vista di ragazza, che mi sento sicura a girare anche da sola”
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“Ho sempre vissuto in questa zona e devo dire che non mi sono mai sentita sicura come adesso. Abbiamo passato periodi nei quali ci ritenevamo fortunate a tornare dal mercato con il portafoglio ancora in borsa, ora tutto è più tranquillo anche grazie ai poliziotti di quartiere: non saranno molti, ma mi sento più sicura quando li vedo passeggiare qua intorno”
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il giornale del tuo quartiere dire la loro su quale sia la situazione in tema di sicurezza. Il mercato mattutino di viale delle Magnolie è il luogo giusto da cui cominciare a raccogliere qualche parere. Clelia non si fa problemi a parlare: “Ho sempre vissuto in questa zona – racconta - e devo dire che non mi sono mai sentita sicura come adesso. Abbiamo passato periodi nei quali ci ritenevamo fortunate a tornare dal mercato con il portafoglio ancora in borsa, ora tutto è più tranquillo, anche grazie ai poliziotti di quartiere: non saranno molti, ma mi sento più sicura quando li vedo passeggiare qua intorno”. Altri anziani sostengono però che le cose potrebbero andare ancora meglio con una migliore illuminazione notturna: “In viale dei Pini, da quando hanno acceso più lampioni, certa cattiva frequentazione è andata via - dice Pietro, cinquantenne residente in via Signorini – certo, si è spostata nella zona di via del Cavallaccio, ma si sa come vanno queste cose... è difficile debellare del tutto un problema come quello dello spaccio, ma se penso agli anni Novanta non posso che essere soddisfatto”. Insomma, il “verdet-
commenta su
to” dei frequentatori del mercato mattutino sembra essere unanime: prima si stava peggio, ma le cose possono (e devono) migliorare ancora. Lasciamo la parte vecchia del quartiere e ci spostiamo verso la nuova biblioteca. Qua incontriamo Cristina, ventiquattrenne laureanda in Farmacia che, libri sottomano, si appresta a entrare alla CaNova: “Non sono della zona, ma vengo spesso per vari motivi e non ho mai avuto problemi. Ho letto della rapina all’ufficio postale – spiega - ma penso che sia un caso isolato che non deve essere usato come esempio per descrivere la zona. Posso dire, dal mio punto di vista di ragazza, che mi sento sicura a girare anche da sola”. Amedeo è intento a riempire bottiglie d’acqua al fontanello: “Abito vicino a via Nomellini, di ragazzi come quelli che hanno tentato di entrare in casa ce ne sono molti in giro. Nel mio palazzo – racconta - quasi tutti abbiamo installato l’antifurto, così stiamo più sicuri, sia quando siamo in casa che quando andiamo fuori... non possiamo stare sempre con l’ansia di trovare la porta dell’abitazione aperta al nostro rientro”. Al gruppetto di persone accalcate intorno al fontanello chiediamo se ci sia una zona del quartiere nella quale non andrebbero da soli: nessuno risponde.
l’area verde accanto a
Villa Vogel
L’episodio ha fatto riprendere a girare la voce secondo cui l’Isolotto non sarebbe una delle zone più tranquille della città. Il Reporter ha chiesto agli abitanti il loro parere: la situazione è migliorata, ma non tutti i problemi sono stati risolti
SCENARI. Il “masterplan” per il nuovo parco presentato dal sindaco Renzi interesserà anche la circoscrizione
“Rivoluzione” delle Cascine, l’altra parte dell’Arno si prepara
“U
n grande parco urbano dal sapore newyorkese nel centro di Firenze”: questa l’idea che Matteo Renzi ha nella testa da sempre. Un pensiero ricorrente quello del sindaco “rottamatore”: trasformare le Cascine nel Central Park di Firenze. E con la presentazione del masterplan al consiglio comunale è stato fatto un ulteriore passo in avanti verso il restauro del parco. L’impresa non è di poco conto, perché si tratta di trasformare un’area verde in un vero parco pubblico di stampo internazionale a servizio della città: per realizzarlo,
C’è anche il progetto di una passerella per collegare l’area verde all’Argingrosso
dovrà innanzitutto essere ripensato un piano delle funzioni, che dovranno essere sostenibili e compatibili con l’idea di “parco”. Il confronto, comunque, ora non è più sulle proposte e sulle idee, ma sul masterplan: un piano di interventi da venti milioni di euro (più il contributo dei privati) che Renzi vuol vedere almeno avviato nei restanti giorni del suo mandato. Le idee del primo cittadino sono molte e varie: un centro servizi, porte telematiche a difesa della Ztl, nuovi parcheggi (tra cui la realizzazione di quello sotterrano in piazzale Vittorio Veneto), nuove funzioni per le discoteche Meccanò e Central Park, un campo da golf a 18 buche, più investimenti sul verde pubblico, un bussino elettrico che viaggi all’interno dell’area e uno spazio giochi per bambini da zero a sei anni alle Pavoniere. Sulla carta un progetto che a molti è piaciuto. E anche il quartiere 4, “dirimpettaio” del parco delle Cascine - a cui è collegato grazie alla famosa passerella, oggetto anche re-
centemente di tante battaglie e discussioni per il passaggio dei motorini – sarà coinvolto nelle novità. Proprio il progetto di una nuova passerella sull’Arno tra l’Indiano e l’Isolotto, per collegare le Cascine all’Argingrosso, è presente nel masterplan presentato dal sindaco. Costerà un milione e mezzo di euro e il prospetto definitivo sarà pronto solo in estate. In via dell’Isolotto, se tutto andrà bene, nascerà un nuovo parcheggio in prossimità del campo da golf. Non mancano però nemmeno le critiche al progetto: i consiglieri Grassi, De Zordo e Spini si sono scagliati contro l’installazione degli impianti pubblicitari, ritenuti “profondamente incompatibili con la funzione di parco cittadino pubblico aperto alla totale fruibilità collettiva”. I cittadini dell’Isolotto, a loro volta, si dicono aperti verso la possibile nuova passerella che darebbe collegamenti più veloci e diretti verso le arterie viarie più im/F.C. portanti della città.
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Marzo 2012
Isolotto • Legnaia • Soffiano
IL CASO. Troppi incidenti tra auto e tram nel tratto vicino alla fermata Federiga
Il “super incrocio” che fa discutere Alcuni conducenti tentano l’inversione a U, invadendo i binari: una manovra vietata che, in passato, ha provocato scontri. E ora c’è chi chiede che, nella zona, la viabilità venga rivista Gianni Carpini
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l “super incrocio” è a rischio. Lì dove confluiscono sei strade (via Foggini, viale Nenni, via Baccio da Montelupo, via Lunga, via del Pollaiolo e via Pisana), lì dove l’asfalto incontra i binari della tramvia, in due anni sono avvenuti quattro incidenti. Tre hanno coinvolto la
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una moto e una macchina sono finite sulle rotaie senza urtare i convogli, la causa è sempre stata la stessa: i veicoli provenienti da via Foggini e diretti verso Scandicci tentano l’inversione a U, invadendo i binari lungo i quali il tram ha semaforo verde. Una manovra vietata e pericolosa. Nonostante questo, invece di arrivare alla rotonda successiva, alcuni conducenti azzardano la svolta secca. Ma non sempre va bene. Così è successo lo scorso 12 novembre, quando Sirio ha colpito in pieno una Renault Kangoo che non ha rispettato il divieto di svolta, all’altezza di via Pisana. Stesso punto in cui 72 ore dopo l’inaugurazione, il 16 febbraio 2010, una Saab provò a fare inversione, scontrandosi con il convoglio che stava sopraggiungendo. Altro episodio il 30 dicembre 2011, con un’auto finita contro la tramvia in corrispondenza di via Baccio da Montelupo. Ma, oltre a questi incidenti, quelli scampati per miracolo sono tanti, raccontano i residenti. Nei mesi scorsi, sul lato della Federiga, è spuntata una telecamera che monitora la zona, mentre in consiglio comunale c’è chi chiede di
viale
Nenni
e l’incrocio con via
Pisana
rivedere la viabilità. “La tramvia sarebbe dovuta essere interrata in quel tratto, come previsto inizialmente – denuncia Antonio Giambanco, consigliere della lista Galli – ormai che la linea uno è fatta, l’assetto viario va rivisto per la sicurezza di tutti”. E propone: “Bisognerebbe permettere ai veicoli che sbagliano strada, imboccando via Foggini in direzione di Scandicci, di tornare verso Firenze senza fare un lungo tragitto e incontrare una serie infinita di semafori”. Il tratto incriminato è un punto nevralgico: la direttrice Firenze–Scandicci incrocia l’asse che porta al Viadotto dell’Indiano. La linea uno complica
la situazione. Il percorso ferrato è sorvegliato da una selva di semafori che scattano al passaggio dei convogli: in poco più di cento metri tra via Foggini e viale Nenni se ne trovano tre in direzione di Scandicci e altrettanti verso Firenze. Uno è su via Baccio da Montelupo, un altro in via del Pallaiolo, l’ultimo in via Pisana. Totale: nove semafori, alcuni con tempi “secolari”. In via Baccio da Montelupo le macchine che vogliono proseguire dritto possono attendere fino a due minuti e mezzo, mentre il verde dura 30 secondi. Tempi analoghi in via Pisana, dove durante le ore di punta si formano lunghe code.
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il semaforo di via del
linea uno. Il tratto vicino alla fermata Federiga si aggiudica la maglia nera come punto più pericoloso dell’intero tracciato: in un centinaio di metri si è verificato il numero maggiore di sinistri, con tre auto scontratesi con Sirio. Ad eccezione dell’ultimo caso, lo scorso 17 dicembre, quando
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VEICOLI
RELAZIONI
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LAVORO
8
reportage
Marzo 2012
COME CAMBIA NOVOLI/1. Con il Palazzo di Giustizia il puzzle è (quasi) completato
Spauracchio traffico sul nuovo “centro” Il rione sempre più protagonista della vita cittadina.
Valentina Buti
Ma dalla sosta selvaggia al rebus trasporti, fino al rischio ingorghi
“L’
in viale Guidoni e viale Redi, sono molte le perplessità di chi lavora in zona. E c’è chi sogna una navetta per soli avvocati
auto? Piuttosto la lascio sulle strisce. Al parcheggio di San Donato no, troppo lontano, e poi è a pagamento”. Un avvocato arriva trafelato e parcheggia dove il parcheggio non c’è, lungo il marciapiede. I posti auto nell’area di sosta del nuovo Palazzo di giustizia alle 9 del mattino sono
TRAMVIA Esercenti preoccupati
Verso i cantieri nella strettoia
I
il nuovo
palazzo
di
Giustizia
SMAGLIATURE ED ALTRE IMPERFEZIONI CUTANEE: LA SOLUZIONE CON IL LASER CO2 FRAZIONATO Col termine “striae distensae” ci riferiamo alle comuni smagliature che sono dipendenti dalla rottura delle fibre elastiche cutanee che crea una vera e propria lacerazione superficiale del derma. Le fasi evolutive delle smagliature comprendono una fase iniziale infiammatoria che si manifesta con strie di colore rosso violaceo denominate “striae rubrae”, una fase finale che si manifesta con strie biancoñperlacee comunemente denominate “striae albae”. Le cause di questo inestetismo possono essere riconducibili a diverse condizioni patologiche e fisiologiche tra cui: l’obesità, la crescita corporea repentina durante la pubertà, la gravidanza. Con l’applicazione del Laser CO2 questi inestetismi migliorano fino a scomparire. La tecnica da noi già precedentemente descritta riferendoci alle rughe ed alle cicatrici, applicata con parametri differenti, permette con poche sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, senza necessità di anestesia, di distendere e levigare la superficie della pelle e di farla rigenerare in profondità grazie alla stimolazione dei fibroblasti. Il tessuto cutaneo ne risulta migliorato in tono e spessore con effetto di riempimento sia a breve che a distanza di mesi. L’effetto finale comprende la possibilità di abbronzarsi nuovamente anche dove erano le striae albae (smagliature di più vecchia data di colore biancastro) mentre le striae rubre (smagliature in fase iniziale) si risolvono gradualmente fino a confondersi con il tessuto circostante.
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l conto alla rovescia è partito: il 28 giugno i cantieri della linea due del tram faranno il loro esordio nella strettoia di via di Novoli. Per 731 giorni, il termine fissato dal cronoprogramma di Palazzo Vecchio, sarà chiuso il passo ad auto e pedoni per posare i due binari del Sirio che collegherà Peretola alla stazione di Santa Maria Novella. La tensione in via di Novoli si taglia già col coltello, specie tra i commercianti. Che aspettano ruspe e transenne col fiato sospeso, ma senza stare con le mani in mano. Hanno assoldato commercialisti e periti per stendere una stima preventiva dei danni: la chiusura della strettoia, calcolano, gli costerà un calo di fatturato del 30-40%. Ventisette le attività che temono di chiudere il bandone, per un totale di 75 addetti. Qualcuno sta già correndo ai ripari pensando di traslocare. Come il titolare della concessionaria, Giuseppe Greco, che è anche il portavoce dei negozianti della strettoia. “Non facciamo le barricate contro la tramvia, a cui in linea di massima siamo favorevoli – spiega - il problema è che non ci sentiamo tutelati”. Il Comune rassicura sui tempi e garantisce “la massima attenzione ai problemi dei negozianti”. “Realizzare la tramvia facendo chiudere le attività sarebbe una sconfitta per tutti”, dice l’assessore alla mobilità Massimo Mattei. L’Osservatorio economico tramvia coordinato da Palazzo Vecchio promette risarcimenti e agevolazioni sulle tariffe. Con l’aiuto di Fidi Toscana saranno garantiti gli ammortizzatori sociali. Inoltre, il Comune sta pensando di creare un corridoio per le auto in via Valdinievole, per raggiungere i commercianti della strettoia. Ma a loro non basta per dormire sonni tranquilli. L’incubo diventa sogno a qualche decina di metri di distanza. Nella parte più alta di via di Novoli la tramvia è attesa come una “manna” dai commercianti. I cantieri? “Pazienza – dice una barista – il tram ci porterà più clienti. I lavori sono un disagio sopportabile /V.B. in prospettiva”.
già finiti. Dentro il gigante di vetro regna la giustizia, fuori la sosta selvaggia. In compenso, il sotterraneo di San Donato, a poche decine di metri, rimane desolatamente vuoto. È una delle contraddizioni di Novoli, il vecchio quartiere dormitorio che oggi un risiko di progetti sta trasformando nel nuovo quartier generale della città. Dal Polo delle Scienze sociali, aperto nel 2001, al multiplex e alla cittadella commerciale, dalla sede madre della Cassa di risparmio e quella della Regione, al complesso residenziale disegnato da Léon Krier: nati dal recupero della vecchia area Fiat, con loro Novoli sta diventando la vera porta d’ingresso, il biglietto da visita della città. Tra poco arriveranno anche la tramvia e il nuovo stadio alla Mercafir (vedi articoli accanto, ndr), oltre al Palagiustizia fresco di inaugurazione. Ma, per il momento, non tutti i tasselli sembrano incastrarsi alla perfezione. A partire proprio dalla mobilità. Problema particolarmente sentito dai togati che hanno traslocato uffici e faldoni dal centro. Per molti di loro il Palagiustizia di Novoli è “funzionale ma scomodo”. Per i posti auto innanzitutto, considerati “insufficienti”. “Dobbiamo litigare ora per il posto, figuriamoci quando si sarà trasferito tutto il penale”, spiega un’avvocatessa. Da un lato, come dimostra il parcheggio di San Donato deserto, i giuristi fanno un po’ di resistenza a sposare le nuove abitudini. Dall’altro hanno un timore oggettivo: quello del cortocircuito del traffico su viale Guidoni e viale Redi quando la sede giudiziaria, in autunno, sarà a pieno regime. “Già oggi – racconta un avvocato – per uscire con l’auto dalla rotatoria di viale Forlanini è un’impresa”. La dottoressa B., giudice di pace, la macchina non ce l’ha, ma anche per lei arrivare al nuovo ufficio è una piccola odissea quotidiana: da via Masaccio, dove vive, va in bus fino a Campo di Marte, da lì in treno fino a Rifredi e poi ancora in bus. “Un’ora ad andare e una a tornare”, spiega. E sogna una “navetta dal centro per soli avvocati”. Un giudice confida: “Al nuovo Palazzo ci verrò solo per le udienze”. Poco importa se è a due passi da aeroporto e autostrada, quel che conta è che “è troppo lontano da centro e stazioni”, spiega. “Nessuna pista ciclabile e pochi bus”, gli fa eco un avvocato. Anche se in realtà le fermate del 5 e del 22 che servono il Palazzo sui due lati del viale sono praticamente deserte: scende solo una ragazza venuta per testimoniare. Gli avvocati, del resto, non si fidano. “Se il bus ritarda, non posso dire al giudice di prendersela con l’Ataf”, spiega uno di loro. Un suo collega spera nella tramvia che collegherà Peretola con Santa Maria Novella. Anche se, altro neo del puzzle, il Sirio si fermerà a qualche centinaio di metri dal palazzone, prima di immettersi su via di Novoli. “Un po’ lunga da fare a piedi”, commenta.
reportage
9
COME CAMBIA NOVOLI/2. Carte già pronte per stadio e cittadella commerciale alla Mercafir
I viola in rete tra i banchi della frutta Quarantamila posti a sedere a due passi dal mercato,
IL NUOVO STADIO
contornati da negozi e strutture turistiche. E ancora, percorsi pedonali e per bici, oltre a una maxi area verde Valentina Buti
I
mmaginate la Curva Fiesole che si affaccia sulla pista di Peretola, o un nuovo “Bar Marisa” che fa capolino da viale Guidoni. Immaginate 40mila posti a sedere, non più incastonati tra le case di Campo di Marte ma a due passi dai banconi del mercato ortofrutticolo. Per il nuovo stadio della Fiorentina e la cittadella commerciale a Novoli le carte (e il plastico) ci sono già. Il Comune ha messo in moto la macchina amministrativa per realizzare entrambi alla Mercafir di viale Guidoni con una procedura di evidenza pubblica (molto probabilmente un project). Ma, per passare dal sogno a occhi aperti alla realtà, manca la cosa più importante: qualcuno disposto a investire. Oppure, detto in altri termini, il sì dei Della Valle. Per il momento il presidente onorario Andrea si è detto “cautamente ottimista”. Palazzo Vecchio intanto gioca le sue carte. Le prime che ha calato sono tecnicissime: la valutazione ambientale strategica (Vas) e la valutazione integrata (Vi). Avviate dalla giunta nelle scorse settimane, aprono la strada alla variante sull’area Mercafir, che dovrebbe essere approvata in via definitiva prima
dell’estate insieme al bilancio. Nei piani del Comune la nuova cittadella viola sarà assai più piccola rispetto a quella prevista inizialmente a Castello: da 90 ettari si passerà a 36. In “formato Juve” (i tifosi viola perdoneranno l’esempio), come più volte ribadito dal sindaco Renzi. Si affaccerà su viale Guidoni e dovrà farsi spazio tra i banconi del mercato, da cui sarà divisa con un viale alberato che collegherà piazza Artom a viale XI Agosto. All’ortofrutta rimarranno 26 ettari di spazio vitale e 60mila metri quadri di strutture. Un ridimensionamento che preoccupa non poco gli addetti della Mercafir. Accanto allo stadio, che avrà 40mila posti a sedere, nasceranno invece negozi e attività commerciali per 21mila metri quadri. Altri 3.500 saranno destinati a strutture turistiche e ricettive, cinquemila al direzionale. “Il tutto a ‘volumi zero’ come prevede il Piano strutturale – spiega l’assessore comunale all’urbanistica Elisabetta Meucci – perché si recuperano superfici già esistenti”. Nella cittadella saranno ricavati cinquemila posti auto da integrare con i mille già esistenti a Novoli tra San Donato, Cassa di risparmio e multiplex, in grado
di ospitare in tutto 21mila passeggeri. Altri cinquemila posti saranno riservati ai motorini. Si aspettano anche i nuovi parcheggi scambiatori che nasceranno alle fermate della linea due del tram. E, per cucirla addosso al tessuto circostante, la cittadella sarà attraversata da una pista ciclabile e percorsi pedonali. Inoltre, è l’idea, ospiterà un’area verde che inglobi anche il complesso sportivo Paganelli e Villa Pozzolini. Il progetto, insomma, c’è, anche se preliminare. Ora la palla passa ai patron della Fiorentina. E intanto si pensa al futuro dell’Artemio Franchi. Nel caso in cui lo stadio traslocasse a Novoli, tenerlo fermo non converrebbe a nessuno. Né ai Della Valle, che lo hanno in concessione per 12 anni, né al Comune, che ogni biennio spende per la sua manutenzione straordinaria 400mila euro. Il Franchi potrebbe diventare il punto di riferimento del rugby. Oppure dell’atletica, se la pista sarà ripristinata. Ma non mancheranno nemmeno concerti e grandi eventi.
più notizie su
40MILA
POSTI SUGLI SPALTI
36 ETTARI DI CITTADELLA VIOLA
21MILA
METRI QUADRATI PER NEGOZI E ATTIVITÀ COMMERCIALI
10MILA
POSTI TRA AUTO E MOTORINI
26 ETTARI LASCIATI AL MERCATO
Informazione a cura della Società della Salute
Perché l’Attività FisicA AdAttAtA (A.F.A.) FA bene L’AFA è un’attività costituita da semplici esercizi fisici alla portata di tutti, che permette al proprio corpo di rimanere in movimento stando in compagnia. Se effettuata in modo regolare, aiuta chi soffre di “dolori” dovuti ad artrosi, osteoporosi, sedentarietà, e chi è affetto da limitazioni funzionali croniche. E’ un valido supporto anche in caso di ipertensione, diabete e obesità. Si svolge sotto forma di attività di gruppo in piscine, palestre e luoghi di socializzazione i cui gestori abbiano stabilito specifico accordo la Società della Salute di Firenze. I corsi AFA sono presenti in tutti i Quartieri. Gli esercizi sono sicuri perché i programmi sono stati messi a punto dai Fisioterapisti dell’Azienda Sanitaria di Firenze, per persone in condizione di salute fragile che presentano: 1. AFA “A”: basso livello di disabilità (sindrome algica da ipomobilità o da osteoporosi, rachialgia cronicizzante) 2. AFA “B”: alto livello di disabilità (specifici per Parkinson, esiti di Ictus, Artrite Reumatoide). Per lo svolgimento dell’AFA non è richiesta alcuna certificazione medica: il cittadino può accedere ai corsi su consiglio del proprio
Medico di Medicina Generale, di Medici specialisti, o dei Fisioterapisti della ASL alla fine dei programmi di Riabilitazione. E’ sufficiente telefonare al numero verde gratuito
e lasciare i dati richiesti. Entro breve verrà contattato da un Fisioterapista della Asl che effettuerà una semplice valutazione funzionale necessaria sia per escludere eventuali controindicazioni sia per essere inseriti nel programma AFA più adeguato, identificando la sede di attività più comoda tra quelle disponibili. La quota di partecipazione ai corsi AFA, stabilita dalla Regione Toscana, è di 2 euro (2,5 euro per i programmi svolti in piscina) ad accesso ed è valida per tutte le sedi di erogazione; non è comprensiva degli oneri assicurativi che sono a carico del cittadino. Oltre i corsi di AFA “A” già attivi da tempo, è iniziato il primo corso di AFA “B”-Parkinson grazie alla collaborazione di UISP e Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP).
Tra breve partiranno anche i corsi di AFA “B” per persone affette da esiti di Ictus e Artrite Reumatoide in collaborazione con l’Associazione Lotta Ictus Cerebrale (ALICE) e l’Associazione Malattie Reumatiche (A.T.Ma.R) alle quali è possibile rivolgersi per ulteriori informazioni. Per ulteriori notizie sull’AFA è possibile consultare il sito della Società della Salute di Firenze www.sds.firenze.it Direttore U.O. Riabilitazione Funzionale Zona Firenze Dott.ssa Simonetta Tamburini
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l’inchiesta
Marzo 2012
SALUTE. Fotografia (per numeri) della situazione a Firenze e dintorni: cosa va e cosa no
Viaggio negli ospedali di casa nostra Il sistema sanitario toscano è, senza dubbio, tra i più funzionanti d’Italia: nel capoluogo solo il 4,61 per cento dei pazienti sceglie “l’emigrazione” per curarsi, contro una media nazionale del 9,19 per cento. Ma non sempre tutto fila liscio, a partire dai tempi di attesa, al pronto soccorso come per un esame Giulia Righi
S
e ne è fatto un gran parlare, ultimamente. Gli ospedali sono finiti sotto la lente dopo alcuni episodi di malasanità. Ma la situazione toscana com’è? Lo sappiamo: il nostro sistema sanitario regionale è tra i più funzionanti d’Italia. Eppure diventa difficile ripeterselo quando si passano otto ore al pronto soccorso, o quando ci si sente dire che per fare un esame specifico ci vorranno dei mesi. Non è lo standard, ma può succedere anche questo. È vero: la Toscana ha adottato da tempo alcune iniziative per ridurre i tempi di attesa e dal 2006 le Asl devono garantire al cittadino, entro 15 giorni, la prima visita specialistica (cardiologica, ginecologica, oculistica, neurologica, dermatologica, ortopedica e otorinolaringoiatrica). Se non ci riescono, lo risarciscono con 25 euro. Succede però che magari ci si senta proporre, dal Cup, una visita sì rapida, ma in un luogo distante e quindi difficilmente raggiungibile,
specie per le persone anziane e sole. E così le due settimane massime di attesa si allungano. Ma la sanità fiorentina, a conti fatti, non sembra deludere i suoi pazienti. Dati alla mano, solo il 4,61% dei fiorentini sceglie “l’emigrazione ospedaliera”, ovvero si sposta in una Asl diversa. La media nazionale è del 9,19%. In Toscana il dato migliore se lo aggiudica Pisa, con il 3,88% di pazienti “in fuga”. Le strutture ospedaliere di Firenze e dintorni, ogni giorno, muovono un volume di prestazioni colossale. Santa Maria Nuova, Torregalli, Ponte a Niccheri, il Serristori di Figline, l’ospedale di Borgo, Careggi e il pediatrico Meyer (che ha da poco spento la 121esima candelina): in queste pagine abbiamo scattato una foto per numeri delle strutture del nostro territorio. Anche dei pronto soccorso: sui siti di Asf e Careggi è infatti possibile consultare, in tempo reale, gli accessi, per verificarne il livello di “saturazione” minuto dopo minuto.
L’AZIENDA ASL 10 IN CIFRE
LA GIORNATA TIPO DELLA ASL 10
818.882 ASSISTITI
1.769 PERSONE CHE FANNO RIABILITAZIONE E ATTIVITÀ PRODUTTIVE
(ANNO 2010)
PIÙ 19.464 ASSISTITI CON DOMICILIO SANITARIO E STRANIERI NON RESIDENTI
6.556 DIPENDENTI 767 MEDICI E PEDIATRI DI FAMIGLIA
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l’inchiesta
11 careGGi in cifre
il meyer in cifre
(anno 2010)
(triennio 2008-2011)*
5.900 dipendenti circa 1.597 posti letto 57.185 ricoveri in deGenza
pazienti da fuori reGione + 60% interventi chirurGici + 24% dimessi da ricovero ordinario + 42% *i dati relativi al 2011 sono di previsione
ordinaria
74.816 accessi in day hospital- day surGery 138.073 accessi al pronto
quanto si nasce nella asl 10 (anno 2010)
4.580 BamBini nati 2.145 al san Giovanni di dio 1.790 a santa maria annunziata 645 all’ospedale del muGello
soccorso
10.830.563 prestazioni amBulatoriali
(pazienti interni ed esterni)
PRESENZE AL PRONTO SOCCORSO ASL 10
PRESENZE AL PRONTO SOCCORSO DI CAREGGI
SAN GIOVANNI DI DIO PRESENZE 44 IN ATTESA 9
PRONTO SOCCORSO GENERALE PRESENZE 54 IN ATTESA 13
SANTA MARIA ANNUNZIATA PRESENZE 30 IN ATTESA 0
PRONTO SOCCORSO ORTOPEDICO PRESENZE 17 IN ATTESA 8
SANTA MARIA NUOVA PRESENZE 31 IN ATTESA 6
PRONTO SOCCORSO OTORINOLARINGOIATRICO PRESENZE 0 IN ATTESA 0
OSPEDALE DEL MUGELLO PRESENZE 13 IN ATTESA 2 OSPEDALE SERRISTORI PRESENZE 7 IN ATTESA 0
PRONTO SOCCORSO OCULISTICO PRESENZE 2 IN ATTESA 1
LA SITUAZIONE ALLE ORE 16:34 DEL 23/02/12 DATI SU ASF.TOSCANA.IT
LA SITUAZIONE ALLE ORE 16:30 DEL 23/02/12 DATI SU AOU-CAREGGI.TOSCANA.IT
nella foto in alto a sinistra uno spazio interno dell’ospedale
san Giovanni
di
dio. qua
nella fotoGrafia in alto l’esterno dell’ospedale pediatrico
meyer. in
una panoramica dell’ospedale del
sopra,
Basso
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Marzo 2012
UGNANO. Viaggio nel Parco degli Animali, dove vivono cinquanta “ospiti” in cerca di casa
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no un po’ di tempo con i cani, li fanno passeggiare e prendere aria. Nei primi otto mesi di apertura sono già 50 i cagnolini dati in adozione, compreso un gruppetto di cuccioli nati sul posto. Manco a dirlo, ci sono un ambulatorio, una mensa dove si prepara loro da mangiare e uno spazio dove far stare al caldo gli animali più anziani o che tollerano peggio gli sbalzi di temperatura. Meglio di così, nemmeno in un albergo a cinque stelle.
da professionisti. Nei primi otto mesi di apertura sono state già tante le adozioni. E, nel frattempo, si lavora per trasformare la struttura in un luogo aperto alla città Ludovica V. Zarrilli
C
hiamarlo canile è riduttivo. Anche perché la prima immagine che verrebbe in mente è quella di un luogo triste e un po’ malconcio, nel quale gli amici a quattro zampe aspettano dietro le grate di venire adottati da qualche famiglia di passaggio. Il Parco degli animali, inaugurato il 16 giugno scorso a Ugnano, è invece tutta un’altra cosa. A cominciare dal nome: “Preferiamo chiamarlo Parco degli animali e non canile - spiega Arnaldo Melloni, responsabile della struttura - perché qui si può venire per adottare un animale ma anche per visitare la struttura”. “Stiamo inoltre sviluppando attività collaterali - continua Melloni -, come un’area coltivata a orto con finalità didattiche dove organizzare lezioni ad hoc per bambini e ragazzi”. Ma non è tutto qua. A breve verranno realizzate alcune vasche in cui allevare gambusie, dei pesciolini molto piccoli, che hanno la fama di grandi divoratori di larve di zanzara. “All’inizio le alleveremo qui - dice Melloni - perché le zanzare possono portare malattie agli animali ed è bene proteggerli in tutti i modi. Dopodiché porteremo i pesciolini anche nelle varie vasche comunali, in giardini, parchi e fontane, per aiutare a sconfiggere il fastidioso insetto”. Una sorta di disinfestante naturale che andrà a fare squadra con le piante di catambra, un albero frondoso ma non molto alto, anche questo utile alleato nella lotta alle zanzare. “Gli alberi faranno anche ombra, indispensabile per gli animali nella stagione calda”. Sono cinquanta i cani attualmente ospiti del parco, ognuno con un suo spazio interno per la notte ed esterno per il giorno o per quando sente il bisogno di stare un po’ all’aria, per un totale di 16 metri quadrati. Curati, coccolati ma soprattutto educati, i cuccioloni (quasi tutti in età abbastanza avanzata) arrivano a Ugnano perché i loro padroni non possono più occuparsi di loro. “Il fenomeno dell’abbandono è praticamente inesistente sul territorio fiorentino: queste bestiole vivevano quasi tutte con persone troppo anziane per prendersene ancora cura, oppure con malati, o con gente che ha avuto guai con la giustizia”. All’interno della struttura lavorano, per il benessere degli amici a quattro zampe, sei dipendenti comunali, oltre a una trentina di volontari che, grazie a una convenzione stipulata con l’Enpa, a turno passa-
In arrivo un orto didattico e un allevamento di pesci anti-zanzare
SOSTEGNO W&P e Amici della Terra
Un sodalizio a quattro zampe
paola Bellucci e patrizio donnini l’istruttore
andrea BiaGi
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con uno deGli ospiti della struttura
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n cane adottato è un cane salvato. Sembra questo il motto degli “Amici della Terra” che da tempo, tra le altre cose, si adoperano per trovare casa ai quadrupedi accolti nei canili della cintura fiorentina. “Soprattutto quelli più anziani hanno difficoltà a trovare casa spiega Paola Bellucci, portavoce dell’associazione - i cuccioli sono facili da dare in adozione, ma i cani che hanno dai quattro anni in su, anche se ben educati, hanno più problemi”. Per questo hanno dato vita al progetto “Prendimi con te, ti amerò per sempre”, stipulato con i Comuni dell’hinterland fiorentino, che - grazie a un sistema di comunicazione diffusa e curata nei minimi dettagli - ha permesso, dal 2004 ad oggi, di trovare casa a 186 bestiole. Molto importante, in questo contesto, la collaborazione tra l’associazione e la “Web&Press edizioni”: grazie a questo sodalizio “sono stati adottati moltissimi cani spiega Paola Bellucci - che altrimenti forse oggi si troverebbe ancora in canile”. “Il metodo dell’associazione - continua Bellucci - è quello di conoscere il futuro adottante, consigliarlo e seguirlo amichevolmente anche dopo l’adozione. Per far conoscere il più possibile la nostra attività abbiamo partecipato a manifestazioni e fiere”. E la tenacia ha dato i suoi frutti.
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AMBIENTE/1. Una tecnica costruttiva sempre più in voga anche in Italia. E la casa diventa bio
Io investo sul mattone, di paglia FOCUS
Ecocompatibile, isolante, a prova
Liste d’attesa ai corsi ad hoc
Edifici fai-da-te: tutti in fila per imparare
di fuoco e rumore: ecco l’abitazione
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del futuro. I primi esempi ci sono già tra Fiesole e Prato, mentre è boom di richieste Gianni Carpini
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tre porcellini potrebbero prendersela a male, ma la loro storia è destinata a essere ribaltata. Niente grigio cemento per tirare su una resistente casetta. La paglia batte tutti: è un materiale ecologico, un ottimo isolante e, a differenza di quanto si crede comunemente, non va giù con un soffio. Tutt’altro. Con le balle pressate si possono creare strutture solide: abitazioni, condomini e addirittura scuole, come succede da decenni in altri paesi europei, Francia in primis. Questa tecnica costruttiva è stata rivalutata da un paio d’anni anche in Italia. I pionieri si trovano in Toscana, una delle regioni più attive sul fronte della bioedilizia. Sulle colline di Fiesole è nato un edificio-laboratorio in paglia, mentre a Vaiano, in provincia di Prato, il Comune ha fatto realizzare uno stabile da duecento metri quadrati. In cantiere ci sono adesso sei case in provincia di Firenze, tutte commissionate da privati cittadini. La paglia viene pressata in balle, che diventano dei maxi-mattoni. Anche l’intonaco è bio: terra cruda e argilla. In Italia è possibile impiegare i resti dei cereali per le murature, le coperture e la coibentazione, mentre lo scheletro portante – a differenza di altri paesi - deve essere realizzato in legno, acciaio o cemento. “Ogni volta che dico di progettare edifici in balle di paglia vengo accolta da qualche sorrisetto – confida Maria Angela Pucci, ingegnere alla guida di Edilpaglia, associazione nazionale con sede a Montecatini – ma dopo lo scetticismo iniziale le persone cambiano idea conoscendo i vantag-
al lavoro per realizzare una casa di paGlia
gi di queste tecniche”. Attenzione, però, non si tratta di fieno. A finire nei muri sono gli steli compressi delle piante di cereali, come grano, orzo e segale, ricchi di legnina. Nessuna data di scadenza: il materiale e le tecniche di isolamento garantiscono una lunga vita. La casa di paglia più vecchia d’Europa è nata nel 1921 vicino Parigi, a Montargis, è tutt’oggi abitata e i suoi inquilini godono ancora del suo comfort. “Questa tipologia di muratura garantisce un ottimo isolamento termico – spiega ancora Pucci – quasi tre volte superiore rispetto alle case convenzionali, ha un alto potere fonoassorbente e permette di vivere in un ambiente salubre. È altamente traspirante ed evita così
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la formazione di muffe”. L’associazione stima un risparmio sui materiali impiegati del 50 per cento rispetto a quelli tradizionali, a cui si aggiungono le minori spese per la bolletta energetica. E in caso di incendio? Gli steli sono precompressi per cui, in assenza di ossigeno, hanno un eccellente resistenza al fuoco: è stato certificato che un eco-muro intonacato resiste al fuoco dai 45 ai 90 minuti, contro i 30 del calcestruzzo. Ma qual è il tipo migliore di paglia per costruire? “Quella del contadino più vicino a casa – risponde Maria Angela Pucci – così da poter vivere in un’abitazione a chilometri zero”. Il porcellino della casa di pietra potrebbe organizzare presto un trasloco.
ono le zone rurali a investire di più sul “mattone di paglia”, ma negli ultimi mesi c’è stato un boom di richieste, anche da parte di enti pubblici. Tra qualche anno la novità potrebbe arrivare nel campo dell’housing sociale. Intanto si allunga la lista di chi vuole toccare con mano le tecniche naturali direttamente all’interno di eco-cantieri: gli ultimi corsi organizzati da varie associazioni tra Firenze e Prato (Terrasemplice ed Edilpaglia, ad esempio) hanno registrato il tutto esaurito, con un numero sempre maggiore di persone in lista di attesa. Durante le lezioni viene insegnato come innalzare muri con balle di paglia e come intonacarli con terra cruda e calce, grazie alla procedura del “Greb”, un metodo nato in Canada, perfezionato in Francia e adattato per l’Italia. Le case che nascono dagli scarti agricoli sono strettamente legate all’autocostruzione. In tempi di crisi si guarda con maggiore interesse alla possibilità di tirare su un’abitazione da soli, coalizzandosi in gruppi, di amici o familiari, e abbattendo così i costi della manodopera. Nel nostro paese esistono però delle limitazioni normative per costruire case fai-da-te. In compenso, le organizzazioni che si muovono nel campo degli edifici di paglia hanno messo a punto un progetto per permettere una “autocostruzione all’italiana”, una novità che sarà presentata il prossimo maggio all’interno di un convegno a Vaiano. Proprio nella cittadina in provincia di Prato alla fine dell’anno scorso è stato inaugurato uno stabile di duecento metri quadrati all’interno di un eco-parco dedicato a bimbi e famiglie. Un piccolo edificio sperimentale è invece nato a Fiesole: nell’estate scorsa una casetta di sei metri per quattro, in località Ontignano, è diventata un laboratorio dove imparare le tecniche di costruzione. In Italia sono una trentina i fabbricati in paglia conosciuti fino a questo momento, mentre è stato lanciato /G.C. un censimento nazionale.
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AMBIENTE/2. Le possibilità per attutire l’impatto sulla natura con un occhio al portafoglio
Risparmio energetico in salsa toscana Incentivi per chi aumenta le prestazioni della propria dimora, convenzioni per gli impianti fotovoltaici e sconti sulla Tia per chi utilizza la compostiera Caterina Gentileschi
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cosostenibilità, risparmio energetico, impianti fotovoltaici e green economy. Da qualche anno a questa parte il vocabolario ecologico si è arricchito a dismisura, offrendo una miriade di nuove possibilità per chi vuol stare attento a non trascurare l’ambiente che lo circonda. Ma il portafoglio? Quello dove lo mettiamo? “Gli impianti di nuova generazione sono costosi e difficili da installare”, si sente spesso ripetere a destra e a manca, soprattutto se se si considerano tutti i vincoli che una città come Firenze (così come i suoi “vicini di casa”) impongono a chiunque voglia spostare un mattone un po’ più in là. Ma queste considerazioni non sono (sempre) del tutto vere. Nel senso che è vero che bisogna prestare molta attenzione a quello che si fa e a dove lo si fa, ma è anche vero che frugando a fondo si scoprono una serie di possibilità che possono essere prese in considerazione per fare bene all’ambiente senza dilapidare un patrimonio. Prendiamo, ad esempio, le agevolazioni fiscali del 55% sulla riqualificazione degli edifici. Si tratta di detrazioni di imposta sulle spese sostenute (da ripartire in dieci rate annuali) di cui possono
usufruire tutti i contribuenti che in un momento dato decidono di aumentare il livello di efficienza energetica di un edificio. Come? Ad esempio coibentando degli ambienti, magari sostituendo finestre, infissi o pavimenti. Oppure installando pannelli solari, o anche sostituendo gli impianti di climatizzazione invernale. Un discorso a parte lo merita poi l’introduzione di un impianto solare fotovoltaico (i classici pannelli), che può essere preso in considerazione sfruttando il cosiddetto “Conto Energia”, ovvero quel decreto che fissa un incentivo - della durata di venti anni - proporzionale all’energia elettrica prodotta dal proprietario dell’impianto. Funziona così: l’utente diventa un vero e proprio produttore di corrente, che viene immessa nei circuiti tradizionali e alla fine dell’anno si fa un bilancio tra l’energia prodotta e quella consumata. Magari non sarà sempre fattibile, magari non si avrà lo spazio sufficiente per farlo, ma informarsi non guasta, soprattutto se si hanno in programma dei lavoretti in casa. Un altro modo per farsi ben volere dall’ambiente che ci circonda è l’utilizzo delle compostiere, né più né meno che dei recipienti speciali dove produrre
il proprio concime naturale, utilizzando i rifiuti dell’orto, del giardino e della cucina. La compostiera viene data da Quadrifoglio (pagando un piccolo contributo) a chiunque abbia una piccola area verde da cui ricavare (e dove riutilizzare) il
compost. Basta consultare il sito del gestore dei rifiuti. Sarà contenta la natura e anche il portafoglio, visto che chi la utilizza può avere delle riduzioni sulla tassa sui rifiuti. Info: www.quadrifoglio.org o www.agenziacasa.comune.fi.it.
SUI BANCHI La Regione e Giunti Progetti educativi hanno lanciato un’iniziativa dedicata agli alunni delle scuole medie
Un concorso e visite guidate per capire come riciclare. Fin da ragazzi
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n concorso per insegnare ai ragazzi perché è bene (e come è meglio) riciclare. Si chiama “Transformer 2012. L’energia che viene dai rifiuti” il progetto della direzione politiche territoriali, ambientali e per la mobilità della Regione Toscana, organizzato in collaborazione con Giunti Progetti educativi. Arrivato alla seconda edizione e reduce dal successo dello scorso anno, il progetto coinvolge tutti i ragazzi delle scuole medie inferiori e punta a diffondere la consapevolezza che ogni cittadino, con i propri comportamenti, svolge un ruolo fondamentale nella tutela dell’am-
biente. Una parte didattica, un concorso e delle visite guidate: questo offre Transformer 2012, per acuire l’affezione dei ragazzi nei riguardi dell’ambiente nel quale vivono. Il primo step è teorico/didattico dalla a alla z, e prevede la distribuzione di quattrocento kit, ciascuno contenente 25 libri per gli alunni e una locandina informativa da appendere in classe. Il secondo step, che è anche il più divertente, riguarda il concorso a premi “Transformer 2012-Il film” per la realizzazione di originali cortometraggi, girati e montati dagli studenti e ovviamente incentrati sul tema dei rifiuti e sulle
innumerevoli modalità di riutilizzo. I filmati più interessanti verranno premiati nel corso del festival Terra Futura, che si terrà a Firenze dal 25 al 27 maggio. Il terzo step, infine, riguarda la possibilità di effettuare visite guidate gratuite (incluso trasporto) per le classi che aderiscono al progetto all’impianto di incenerimento con recupero di energia di Foci/Sienambiente, alla Revet di Pontedera o alla Pont-Tech di Pontedera. Le visite prevedono anche il coinvolgimento delle classi in attività ludico-didattiche a cura di esperti. /C.G. Info: 055/5062383.
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politica
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IL CASO. Non ci sarà nessuna strada, nel capoluogo toscano, intitolata all’ex segretario del Psi
Firenze non avrà una “via Craxi” Il consiglio comunale ha bocciato
del governo Berlusconi – e figlia di Bettino – Stefania Craxi è arrivata a stretto giro di posta: “Le dichiarazioni del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, mi hanno offeso profondamente, anche perché seguo con simpatia la sua battaglia per il rinnovamento del suo partito. Renzi non si è limitato ad esprimere un ‘no’ secco alla proposta di intitolare una via di Firenze al nome di mio padre ma ha tirato fuori la pedagogia che dovrebbe orientare la toponomastica della città. Accade spesso che gli ‘enfant prodige’ scivolino su una buccia di banana”. Secondo la presidente del movimento Riformisti Italiani, Craxi “avrebbe dunque le carte in regola per avere intitolata una via di Firenze. Suvvia Renzi, si ricreda. La Sua dichiarazione è un errore che nega un merito e premia i non anonimi assassini di mio padre. E non deluda i molti socialisti che seguono con interesse e simpatia la sua coraggiosa battaglia per ridare agli ex comunisti una storia ed una cultura”. Il consiglio comunale fiorentino ha deciso di dedicare alcune vie cittadine a Oriana Fallaci, scrittrice e giornalista del Corriere della Sera, Bobby Sands, attivista nordirlandese e deputato del parlamento britannico morto in carcere a seguito di uno sciopero della fame, e all’indimenticato regista Mario Monicelli.
una proposta che già il sindaco Renzi aveva scartato. In futuro ci si imbatterà invece in via Oriana Fallaci, via Mario Monicelli e via Peppino Impastato Antonio Passanese
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ualunque sia l’opinione dei consiglieri comunali, a Firenze non ci sarà una via intitolata a Bettino Craxi, almeno fino a quando sarò io sindaco”, aveva tuonato Matteo Renzi prima che da Palazzo Vecchio bocciassero (con 26 voti contrari e 10 favorevoli) la proposta di intitolare una strada della città all’ex segretario del Psi, fuggito ad Hammamet negli anni di “Mani Pulite”. La controversa votazione ha fatto emergere posizioni molto differenti all’interno dei gruppi di Pd, Pdl e Fli. I dieci voti a favore sono stati espressi da quattro consiglieri dei democratici (Angelo Bassi, Andrea Borselli, Eugenio Giani, Enrico Bertini), da tre consiglieri del Pdl (Marco Stella, Emanuele Roselli, Mario Tenerani) e dal vicecapogruppo di Fli Bianca Maria Giogoli. Gli altri consiglieri dei tre partiti presenti in aula hanno invece espresso un voto contrario, insieme a Idv, Perunaltracittà e Sel. Gli ultimi due voti favorevoli, invece, sono arrivati da due consiglieri della Lista Galli (Massimo Sabatini e Antonio Giambanco). “Il compito di intitolare le strade – ha voluto sottolineare il primo cittadino – non spetta al consiglio comunale, che può dare degli indirizzi, sono sindaco e giunta che valutano se è opportuno o meno”. “Non è questione di fare polemica o non avere rispetto per una persona che non c’è più, ma Craxi non è un esempio per le giovani generazioni – ha sostenuto il sindaco - entro maggio sarà presentato un pacchetto complessivo delle vie ancora da intitolare. Noi dedicheremo strade di Firenze a don Puglisi o a Peppino Impastato, nei prossimi anni”. La replica da parte dell’ex ministro
Bettino craXi,
per lui nessuna strada in città
LE REAZIONI Stella: “La storia non è un tribunale”. Bieber: “Non si può non considerare la sua latitanza alle indagini”
Nei bar, in giro e “a Palazzo”: Bettino fa ancora discutere
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non ama Craxi usi la strada che lo ricorda per spolverare il rancore. Gli altri rimpiangeranno le idee perdute. È la nostra storia, rinnegarla significa perdere noi stessi”. “Craxi è stato uno degli uomini politici più rilevanti della prima Repubblica – ha detto il presidente della commissione cultura del Comune Leonardo Bieber – ma anche uno dei più controversi. Non si può non considerare nel giudizio complessivo la sua latitanza alle indagini di Mani Pulite”. Anche Mario Razzanelli, capogruppo della Lega Nord, ha trovato inopportuna la scelta
di dedicare una strada al leader socialista: “Al revisionismo storico ci deve essere un limite, a maggior ragione in questo momento. Abbiamo problemi più urgenti da risolvere”. Altro “niet” a via Craxi è arrivato da Stefano Bertini di Fli: “Sono contrario a intitolare un luogo della città a Craxi perché, se è vero che la memoria storica va salvaguardata, questa non può, nel suo caso, prescindere da quanto avvenuto alla fine della sua carriera politica, quando si sottrasse ripetutamente /A.P. al giudizio della Legge”.
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a suscitato un vespaio di polemiche, come ci si poteva immaginare, la proposta del consigliere comunale pidiellino Marco Stella di intitolare una strada a Bettino Craxi. Per giorni, nei bar e in strada, se ne è discusso. E qualcuno si è anche infiammato. Ma la vera battaglia politica si è disputata nel “palazzo”. Stella ha giustificato la sua richiesta affermando che “sulle nostre strade debba esserci la nostra storia, senza dare nessun tipo di giudizio, sia esso morale o politico. La storia non è un tribunale né deve diventarlo. Chi
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politica
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RELIGIONI. La consultazione sul tema è arrivata all’ultima fase IL CORSO. Settima edizione di Eunomia Master
La città “getta le basi” per Tanti big per formare la costruzione della moschea la classe dirigente C
Antonio Passanese
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a moschea che sarà costruita a Firenze dovrà essere aperta alla città e in dialogo con essa, sicura per i fedeli, progettata in modo da arricchire la bellezza del capoluogo toscano e da non causare eccessivo impatto dal punto di vista sociale. Sono queste alcune delle indicazioni sulla realizzazione del luogo di culto islamico emerse nel corso della consultazione chiesta e ottenuta dalla Regione da parte della comunità araba locale. L’iter partecipativo, seguito da Sociolab, è arrivato all’ultima delle tre fasi che lo compongono: a febbraio, sul tema della realizzazione della moschea, si sono pronunciati – durante tre diverse assemblee – 120 fiorentini, scelti a campione insieme a trenta appartenenti alla comunità islamica. Quindi, nella successiva
La struttura dovrà essere aperta e in dialogo con il territorio. Ora si dovrà individuare il luogo assemblea di marzo, che chiuderà il percorso partecipativo, sarà espresso un parere definitivo. Lo scorso febbraio, grazie a una collaborazione con la facoltà fiorentina di Architettura, sono state selezionate e indicate cinque potenziali aree per la realizzazione della moschea, una per ogni quartiere di Firenze. Nelle prime due fasi della consultazione sul tema “Una moschea a Firenze” sono state effettuate interviste a opinion leader cittadini e si sono svolti incontri aperti al pubblico in ogni circoscrizione. ‘’Incontri che hanno dato un esito molto positivo e unitario attraverso una discussione che ha coinvol-
to le varie anime della comunità islamica’’, ha commentato l’imam di Firenze Izzedin Elzir. Per definire l’estetica con cui dovrà essere realizzata la moschea “è già al lavoro un pool di architetti con il compito di elaborare lo stile architettonico misto ‘italiano-islamico’ – ha rivelato Elzir – che vorremmo caratterizzasse la struttura’’. Il presidente toscano dell’Ucoii ha ricordato che ‘’entro pochi mesi’’, a consultazione terminata, inizierà il ‘’dialogo con il Comune per arrivare alla realizzazione della struttura’’: ‘’operativamente, non stiamo pensando di presentare un progetto come comunità islamica locale, ma di bandire un concorso di idee nazionale - ha spiegato l’imam - per una moschea che possa ospitare circa mille fedeli, capienza giusta per la nostra comunità, e che sia, oltre che uno spazio di preghiera, anche un centro culturale aperto alla città”. L’idea è quella di ‘’non dismettere, una volta costruito il luogo di culto, i tre punti di preghiera presenti già adesso in città”, uno in centro (Borgo Allegri) e due in periferia (al Poderaccio e a Sorgane). A Firenze e provincia ci sono circa 30mila fedeli praticanti islamici. Il massimo livello di partecipazione a un rito musulmano sul territorio avviene durante la preghiera per la fine del Ramadan quando, a Firenze, alla Fortezza da Basso, si ritrovano circa seimila persone. Quanto alla localizzazione della moschea, Izzedin ha escluso che sarà presa in considerazione una location in centro (‘’non c’è posto, siamo i primi a esserne consapevoli’’) ma, allo stesso tempo, ha spiegato di non ‘’volere un luogo di culto ai margini estremi della città: altrimenti - ha ironizzato - saremmo andati a chiedere la moschea ai Comuni di Sesto o Scandicci e non a quello di Firenze’’. L’imam ha anche voluto tranquillizzare i residenti dell’area dove in futuro sorgerà la struttura sulla possibilità di “problemi sonori” legati all’esercizio del culto. ‘’I nostri vicini potranno stare tranquilli - ha sorriso - non ci saranno le preghiere dei muezzin a svegliarli durante le prime ore del mattino’’.
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amusso, Moretti, Chiti, Quagliariello, Treu. Parata di big a Eunomia Master 2012, il corso di alta formazione politico istituzionale rivolto a cinquanta giovani amministratori under 40, in corso a Villa Morghen a Settignano con la VII edizione. Il ciclo di lezioni, organizzate dall’associazione no profit Eunomia, si è aperto il 2 marzo alla presenza del cardinale Giuseppe Betori, e proseguirà fino a venerdì 13 aprile con una due giorni di chiusura in trasferta a Roma, dove è stata stretta una collaborazione con la Luiss. Quest’anno i temi affrontati saranno “Società, istituzioni, territorio”: uno sguardo a tutto tondo all’Italia di oggi, da governo tecnico e crisi economica alla riforma elettorale e agli strumenti di welfare, per capire in che direzione si stia muovendo il Paese. In cattedra, prof per un giorno, si alterneranno numero uno di imprese, sinda-
In cattedra i numeri uno di imprese e istituzioni cati, istituzioni e università: “Presenze bipartisan – spiega il direttore di Eunomia, il vicesindaco di Firenze Dario Nardella – per rispondere all’urgenza di una classe dirigente unita nell’Italia della crisi”. Tra gli appuntamenti chiave, il confronto sulle politiche del lavoro tra il segretario della Cgil Susanna Camusso e l’ex ministro del lavoro Tiziano Treu, in programma il 16 marzo (alle 15): tema più caldo che mai, con il tavolo aperto tra i sindacati e il nuovo esecutivo tecnico. Atteso anche l’incontro con l’ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, che insieme al presidente di Renault Italia, Jacques Bousquet, il 30 marzo parlerà di trasporti e mobilità (alle 17.30). Tutta concentrata sulla finanza e sul
dario nardella
mondo delle banche sarà la lezione del 17 marzo: i docenti saranno Giorgio Gobbi della Banca d’Italia, il presidente dell’Ente Cassa Jacopo Mazzei e il vicedirettore ad personam del Corriere della Sera Massimo Mucchetti (ore17.30). Il 12 e 13 aprile Eunomia Master chiuderà i battenti facendo tappa a Roma. A Palazzo San Mancuto, sede del Refettorio della Camera dei Deputati, i senatori Andrea Pastore (Pdl) e Maria Fortuna Incostante (Pd) si confronteranno sul tema del federalismo. Gran finale alla Luiss, con una lezione sulla riforma elettorale: in cattedra il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, il senatore Pdl Gaetano Quagliarello, per la regia dei politologi Roberto D’Alimonte e Leonardo Morlino. Faccia a faccia con questi professori d’eccezione ci saranno 50 professionisti under 40 provenienti dal mondo dell’impresa e delle istituzioni in arrivo da tutta Italia. Tra gli altri relatori di Eunomia Master 2012 anche l’ad di Quadrifoglio Livio Giannotti, il presidente della Fondazione Eni Giuseppe Sammarco, il sottosegretario ai Beni Culturali Roberto Cecchi, il presidente nazionale di Cna Ivan Malavasi, l’ex sottosegretario al Tesoro Laura Pennacchi e il senatore Pd Massimo Livi Bacci. Info e programma su eu/N.B. nomiaonline.it.
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on the road
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LA NOVITÀ. Arriva anche a Firenze l’occhio elettronico che multa “al volo” i mezzi in sosta vietata
Tempi duri per i furbetti della seconda fila Valentina Buti
Una telecamera “viaggerà” sul tetto delle auto della municipale. Raffica di sanzioni
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a Milano, Torino e Bologna, dove è già in vigore. Ma pure qualche problemino
hi lo chiama Scout, chi Auto Detector e chi Street Control. Il succo non cambia: è l’occhio elettronico che dall’auto dei vigili riprende le targhe delle vetture in doppia fila, facendo scattare multe a strascico. Il “robocop” della Municipale debutta anche a Firenze. E vista la raffica di sanzioni che ha messo a verbale nelle città in cui è vigore da tempo, come Milano, Torino e Bologna, i furbetti della sosta selvaggia stiano in guardia. Per ora i vigili fiorentini avranno in dotazione una sola macchinetta. Costata sui 20mila euro, la telecamera sarà montata sul tetto di un’auto della Municipale, collegata a un pc di bordo. L’occhio a infrarossi funzionerà anche di notte e in caso di condizioni climatiche avverse, su mezzi che potranno viaggiare fino a 50 km orari. Al vigile non rimarrà che accertare l’infrazione e trasmetterla alla centrale operativa che, a sua volta, stenderà il verbale, inviandolo a casa del multato. In questo modo, i vigili eviteranno di fermare l’auto in strade dove la circolazione è già ingolfata dalla doppia fila. Addio al fuggi fuggi generale al suono del fischietto, addio alle scuse accampate per giustificare la doppia fila, addio alle contestazioni. Ma, soprattutto, sperano i vigili, addio alle infrazioni che spesso sono causa di incidenti e ingorghi nelle vie della città. I risultati ottenuti nelle altre città italiane fanno ben sperare: qualche problema c’è, legato alla visuale nelle vie più strette, ma sia a Milano che a Torino e Bologna il vigile “volante”, da quando è in servizio, ha fatto strage di furbetti. Nel capoluogo lombardo, ad esempio, lo Street Control ha accertato 22.500 infrazioni nel 2011, con picchi record nel periodo invernale (oltre 3.600 a novembre e 4.300 a dicembre). Tuttavia, spiegano gli addetti ai lavori, nelle strade meno
larghe la telecamera ha qualche difficoltà a fotografare le targhe delle auto. Inoltre, a Milano, la multa viene verbalizzata sul posto e non dalla centrale operativa. La macchina dei vigili, dunque, è costretta a fermarsi in strada, a differenza di quanto accadrà a Firenze e di quanto avviene già a Bologna, dove il sistema di rilevazione automatico – qui si chiama Scout - è in funzione dal 2008. La telecamera dei vigili emiliani viene manovrata dagli agenti a bordo. La sanzione viene formalizzata in un secondo momento in ufficio, e anche in questo caso i numeri sono record: da 5.100 multe nel 2009 si è passati a 16.600 nel 2011, tra soste in seconda fila, sul marciapiede, accanto ai cassonetti o sulle corsie dei bus. Un aumento esponenziale che dimostra l’efficacia della macchinetta, ma anche che i cittadini non hanno ancora imparato la lezione. Torino, invece, ha l’Auto Detector, sulle strade da settembre 2010. In grado di individuare anche le auto rubate (due quelle rintracciate finora), l’occhio digitale non fa mai imboscate: prima di entrare in azione dà notizia del suo tracciato via web o tramite Isoradio. Da quando è in funzione, ha controllato 443mila veicoli, per un totale di 8.115 sanzioni per divieto di sosta.
L’INIZIATIVA. L’associazione Lorenzo Guarnieri impegnata in una nuova “missione”
Via alla battaglia contro i pirati della strada
N
on si fermano le battaglie dell’associazione “Lorenzo Guarnieri”, che Il Reporter affianca da tempo. L’ultima è quella contro la pirateria stradale, con il recente lancio di una campagna di comunicazione. L’iniziativa prevede la distribuzione di materiale informativo, l’istituzione di un punto di contatto e-mail (pirateriastradale@asaps. it) e quella di due numeri telefonici (0543.704015 – 346.7553350) per raccogliere indicazioni dai testimoni e fornire consigli ai cittadini coinvolti in un episodio di pirateria. Oltre a ciò la campagna pre-
vede l’assistenza alle vittime da parte delle associazioni dei familiari (info su www.vittimestrada.org) e un riconoscimento pubblico per chi contribuisce a identificare i pirati della strada. La Toscana è attualmente quinta in Italia per numero di episodi di pirateria stradale. Spesso a farne le spese sono minori. I pirati, oggi, sono identificati in due casi su tre: 73 per cento nel caso di episodi mortali. “È un buon risultato ma non ancora ottimo – sottolinea Stefano Guarnieri – per questo, l’obiettivo del progetto è duplice: ridurre il numero di episodi facendo leva
sul senso civico dei cittadini e sulla convenienza a fermarsi e portare al 100% la percentuale dei pirati della strada identificati, facilitando le segnalazioni tempestive.”. Il progetto è promosso dall’Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) e sostenuto da Aifvs (Associazione italiana familiari vittime della strada), Alg (Associazione Lorenzo Guarnieri), Agb (Associazione Gabriele Borgogni) e FoxPol (Associazione formazione e sicurezza stradale polizia locale Lombardia), con il /G.R. patrocinio del Comune di Firenze.
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in città
Marzo 2012
LE PIAZZE DEL centro/1. Lo spazio potrebbe presto ospitare un’attrazione per bambini
Salvemini, via a un nuovo giro di giostra?
piazza
Salvemini
piazza
Brunelleschi
piazza
Ss. Annunziata
piazza di
San Pier Maggiore
Gaia Grassi
“I
o nacqui nel loco/ dove si truova pria l’ultimo sesto/ da quel che corre il vostro annual gioco”, diceva Cacciaguida, trisavolo di Dante, in un passo della Divina Commedia. Con questo verso il poeta si riferiva alla corsa dei cavalli, detta “giostra”, ovvero una manifestazione che, a partire dal 405, si teneva ogni 8 ottobre per celebrare Santa Reparata, la sconfitta di Radagasio e dei barbari avvenuta alle porte di Firenze. La giostra partiva dall’odierna via Ponte alle Mosse (la “mossa” è il via), passava per via del Corso - non a caso il nome - e terminava all’arco di San Pier Maggiore. Con questo breve cenno storico si può spiegare in parte il progetto dedicato a piazza Salvemini che, a partire da questa primavera, potrebbe ospitare una giostra per bambini, simile a quella già installata in piazza della Repubblica ma in scala ridotta e di soli cavalli. L’idea è partita dall’amministrazione comunale, incontrando il favore del consiglio del Quartiere 1, in occasione della riapertura di via dell’Agnolo dopo i lavori di recupero del manto stradale. L’iniziativa ha innanzitutto lo scopo di sopperire al vuoto lasciato dal baracchino di fiori che, da poco, si è trasferito in una bottega all’inizio di via dell’Oriuolo, mettendo ancor più in luce le frequentazioni, poco gradite dai residenti, di tossicodipendenti e “punkabbestia”. “Piazza Salvemini si trova sull’asse di un centro commerciale naturale che, da piazza Alberti, arriva fino a Porta al Prato, e lungo questa direttrice - spiega Oberdan Armanni, presidente
commenta su
della commissione urbanistica del Q1 - gli interventi di riqualificazione hanno portato grandi vantaggi al commercio e alla qualità della vita”. La giostra, quindi, farebbe parte di un progetto di recupero del centro storico che comprende la pedonalizzazione di alcune aree, l’attenzione per l’arredo urbano e non ultimo la lotta al degrado. I commercianti attorno a piazza Salvemini sembrano soddisfatti da questo progetto, come testimonia Massimo Lastrucci, gestore di un bar affacciato sulla piazza: “Spero – dice che la giostra possa attrarre più famiglie e creare una clientela alternativa a quei ragazzi che si fermano qui davanti tutto il giorno: non hanno
mai fatto niente di male, ma lasciare la zona in mano loro è un peccato”. Una speranza più che condivisa non solo da gestori e proprietari delle attività, ma anche dai residenti, che vedono in questi gruppi di “habitué” un elemento di degrado quanto meno da tenere sotto controllo. Il punto di ritrovo, però non è casuale: a pochi passi dall’arco di San Pier Maggiore c’è una sede del Sert in cui si somministra metadone che, giocoforza, richiama questo tipo di “avventori”. “La giostra, se fine a se stessa, potrebbe essere solo un palliativo” - avverte Eby, proprietario del bar situato tra l’arco e via dell’Oriuolo - questa piazza ha bisogno di essere vissuta dai
cittadini, deve poter dare un senso di appartenenza al territorio per far sì che ognuno si senta partecipe e responsabile di ciò che avviene nella zona. Un’attrazione ludica – continua - potrebbe rappresentare un’interruzione al solo commercio e divenire un punto di informazione per i turisti e di scambio per i fiorentini, entro cui pubblicizzare eventi culturali e momenti di confronto”. Insomma, secondo molti commercianti della zona ben venga la giostra, con la consapevolezza che, da sola, potrebbe però non bastare a cambiare il volto di una zona alle prese con diversi problemi che – nonostante tutto – attende soltanto di essere valorizzata e vissuta.
A CONFRONTO A “caccia” dei luoghi meno valorizzati, tra molti problemi e qualche spiraglio
Le aree dal glorioso passato che vogliono tornare a vivere
N
el centro storico di Firenze si incontrano piazze che, per diversi motivi, non sono sempre adeguatamente valorizzate, come denunciato da residenti e commercianti. Tra queste c’è piazza Santissima Annunziata, di cui Elisa Poletti, residente della zona, dice: “È un peccato che questa splendida piazza sia meta esclusiva di vagabondi che vengono a lavare i loro panni nella fontana. Per non parlare – continua - degli spacciatori o degli ubriaconi che smaltiscono le sbornie sulle scalinate del Brunelleschi”. In effetti la piazza sembra vivacchiare di un’antica gloria artistico/culturale testimoniata dalle architetture dei porticati e
dalla basilica barocca che le dà il nome, ma la sua posizione di “confine” tra l’area pedonalizzata del centro e i viali non sembra lasciare aperte molte soluzioni per poter sfruttare il suo potenziale. Anche piazza Brunelleschi non se la passa troppo bene: nonostante negli ultimi anni sia stato installato un cancello per impedire l’accesso ai senzatetto nell’edificio universitario, la piazza – si lamentano in molti - continua a essere mal frequentata. Mario Ridolfi, abitante della zona, dice: “Questo angolo è completamente abbandonato, come dimostra la pavimentazione dissestata e i bidoni della spazzatura che in centro sono quasi
completamente spariti, tranne che qui”. Oberdan Armanni, presidente della commissione urbanistica del Quartiere 1, annuncia che, per questo angolo così centrale, ci sono in serbo alcune idee per la riqualificazione: in futuro il parcheggio potrebbe trovare collocazione nel sottosuolo, cambiando notevolmente l’assetto dell’area. Le cose sono, invece, notevolmente migliorate in piazza di San Pier Maggiore dopo i lavori di restyling che le hanno conferito una nuova vitalità. L’illuminazione, la pavimentazione e l’attenzione ai particolari ne hanno fatto – a detta di molti - un angolo di /G.G. città tutto da vivere.
in città
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LE PIAZZE DEL centro/2. Il progetto c’è, ma serve il nulla osta della Soprintendenza
D’Azeglio, attesa per la riqualificazione LA CLASSIFICA PIAZZA DI SAN PIER MAGGIORE Illuminazione
ma non solo: dopo il restyling è
tornata alla città.
Che
ringrazia.
PIAZZA SALVEMINI
Una giostra come soluzione dei problemi? Perché no. Per ripartire da bambini e famiglie.
PIAZZA D’AZEGLIO Giochi
ko per i vandali. Il progetto per
darle un nuovo volto c’è, ma i tempi sono un’incognita.
PIAZZA BRUNELLESCHI
Il tallone d’Achille è la sua frequentazione. Ma ci sono novità in vista da cui ripartire.
PIAZZA SANTISSIMA ANNUNZIATA L’antica
gloria ha lasciato il passo a un
presente difficile. lo stato in cui si trovava piazza
D’Azeglio
recuperare con urgenza.
a metà febbraio
Negli ultimi mesi i frequentatori sono calati: colpa delle basse temperature, ma anche delle condizioni in cui versa. Così in molti aspettano il restyling, che cambierà il volto di questo angolo di città. Difficile dire quando potranno partire i lavori
otranno tirare un sospiro di sollievo, ma non si sa bene quando. Stiamo parlando di tutti coloro che, per le ragioni più svariate, frequentano piazza D’Azeglio. Chi passa di qui per portare fuori il cane, chi per far scorrazzare liberamente il proprio pargolo assieme ad altri bambini, chi per giocare a pallone o chi semplicemente per trovare un po’ di tranquillità in mezzo agli alberi, sono in tanti a recarsi regolarmente in questo angolo di verde nel cuore della città. Di sicuro i frequentatori sono calati negli ultimi mesi, complici in larga parte le basse temperature ma, probabilmente, anche le condizioni non ottimali in cui versa l’area. A farla da padrona, infatti, per il momento sembrano essere troppo spesso sporcizia e trasandatezza: in molti lamentano la scarsa pulizia delle aree verdi, la presenza di lamiere rotte o escrementi di animali nei pressi dei giochi per i bambini, che spesso – viene denunciato – non sono tenuti troppo bene né riparati con puntualità. A metà febbraio, tra l’altro, i giochi erano ancora transennati perché distrutti e praticamente inutilizzabili. “Un regalo di Capodanno, qualcuno ha avuto la bella idea di spaccarli – si giustifica il presidente del Quartiere 1 Stefano Marmugi - chiedo scusa personalmente per il contrattempo ma il Quartiere sollecita ogni settimana i tecnici della Direzione Ambiente, che hanno assicurato di risolvere il problema non appena ci saranno i soldi”. Un progetto di riqualificazione complessiva della piazza in ogni caso esiste, ma è in attesa del nulla osta definitivo da parte della Soprintendenza, trattandosi di una piazza storica. Progetto che, innanzitutto, prevede un miglioramento a tutto tondo della piazza, a prescindere da quella che è l’emergenza attuale, ovvero le condizioni disastrate dell’area giochi. “Non ci siamo dimenticati di piazza D’Azeglio, al contrario abbiamo elaborato un progetto di recupero complessivo per il quale sono stati stanziati 300mila euro. E in attesa di partire con i lavori sono stati effettuati alcuni interventi importanti soprattutto
IL BUON ESEMPIO. Il giardino di Borgo Allegri
Quel rifugio verde “adottato” dai nonni U
Sara Camaiora
P
Da
sotto l’aspetto del decoro”, ha fatto presente l’assessore comunale alla mobilità e al decoro urbano Massimo Mattei. Tra queste piccole migliorie è da ricordare la demolizione di un muretto in calcestruzzo, un tempo usato per lo stoccaggio di materiali legati al giardinaggio e diventato successivamente un rifugio di fortuna per alcuni senza fissa dimora. Il progetto previsto dal pacchetto dei “100 luoghi” implica però grosse modifiche strutturali, ovvero il restauro delle aree verdi e della fontana della piazza, lo spostamento dell’area cani, interventi di miglioramento dell’area ludica, la ridefinizione del campo di calcetto, la collocazione di nuovi arredi come panchine e rastrelliere per biciclette. Quando il tutto possa partire è difficile dirlo. “Il progetto è pronto e nel giugno scorso è stato inviato alla Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici per il nulla osta, necessario visto che si tratta di una piazza storica. In quella sede sono
Più imminente il rifacimento della pavimentazione “a buchi” della vicina via della Colonna state chieste alcune modifiche minimali per quanto riguarda la pavimentazione del campo di calcetto e la risagomatura delle aiuole scalzate dagli alberi. Siamo quindi in attesa di completare questo passaggio, poi potremo dare il via ai lavori sulla piazza”, sostiene ancora Mattei. Pare però più imminente, o comunque in programmazione per quest’anno, il rifacimento della pavimentazione stradale di via della Colonna, una strada letteralmente “a buchi”. Basta percorrerla con un qualsiasi mezzo per rendersi conto, sulla propria pelle, del suo stato attuale: dire che si balla pare infatti un eufemismo. Ma, si spera, ancora per poco.
n rifugio verde, per mamme e bambini, a due passi da Santa Croce. I nonni di Borgo Allegri hanno adottato il giardino del rione, ormai da decenni: puliscono le aiuole, aprono e chiudono la struttura, gestiscono i due bagni pubblici (gratuiti) a disposizione di chi frequenta l’area, organizzano festicciole più volte durante l’anno, come a Carnevale o per la festa della donna, o ancora per celebrare l’arrivo della bella stagione, il prossimo 24 maggio, quando ogni piccolo dovrà portare una piantina da interrare. Uno spazio autogestito che, nelle belle giornate, è sempre affollato. È dal 1988 che l’associazione rionale, oggi chiamata “Centro intergenerazionale”, si occupa del piccolo appezzamento di terreno. Prima di allora, in questo punto esisteva solo un grigio parcheggio. Dietro al cancello posizionato al civico 18 si trovano alcuni giochi per bambini, uno scivolo, oltre a una casetta di legno dove il centro ha il suo quartier generale. Sono cinque i volontari “al lavoro”, anche se una mano in più – affermano – non guasterebbe. “Sono ‘in servizio’ sei giorni su sette – dice con orgoglio Lorenzo, 76 anni, ex muratore – qua sono cresciuti i miei due nipoti e ormai da una ventina d’anni mi prendo cura del giardino, un punto di ritrovo per tutto il rione”. A disposizione dei più piccoli ci sono tricicli, biciclette, giochi da tavolo e libri, donati dalle varie mamme. Tante di loro hanno deciso di dare un contributo: il centro
conta circa duecento soci (la tessera annuale costa dieci euro) e tra i sostenitori non figurano solo fiorentini. Alcuni provengono addirittura da fuori Toscana, come ad esempio da Milano e Napoli. Si tratta di viaggiatori rimasti piacevolmente colpiti da questo angolo di città. “Spesso capitano dei turisti stranieri – racconta nonno Lorenzo – ‘Beautiful. Beautiful’, ci dicono. Molti restano meravigliati di come viene tenuta l’area verde”. Il piccolo parco ospita spesso mostre d’arte e party di compleanno: l’associazione mette a disposizione tavoli e frigorifero ai soci che vogliono organizzare festicciole nel verde, rispettando qualche regola. Tutti i bambini presenti nel giardino sono invitati a partecipare, mentre i ge-
I volontari si occupano di tutto: dalla pulizia a organizzare feste nitori si impegnano a ripulire l’area dai resti dei festeggiamenti. Da anni i volontari chiedono una nuova sede, per ampliare le attività. L’area verde di Borgo Allegri è un luogo di incontro anche per chi ha qualche anno in più: in passato, proprio tra queste panchine, è nata una compagnia teatrale, mentre oggi i volontari si ritrovano per giocare a carte o fare due /G.C. chiacchiere.
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mobilità
Marzo 2012
DUE RUOTE. Spostarsi sui pedali a Firenze diventa più facile. Anche per chi non ha un mezzo
“Mille e una bici” da noleggiare Ivo Gagliardi
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uove bici, nuovo sito internet, nuove postazioni. Da qualche settimana a questa parte spostarsi sui pedali a Firenze è diventato più facile, anche per chi non possiede una bicicletta. Come? Con il “bike sharing alla fiorentina”: si chiama “Mille e una bici” ed è il servizio di noleggio biciclette gestito dalla cooperativa sociale Ulisse, in collaborazione con Comune e Sas spa. Tante le novità introdotte recentemente che - insieme all’arrivo della bella stagione – non lasceranno più scuse per non muoversi sulle due ruote. Sono 225 le biciclette che la cooperativa Ulisse mette a disposizione dei fiorentini: tutte “patriotticamente” viola e – cosa forse ancor più gradita - particolarmente adatte alle insidiose strade (fatte in gran parte di pavé e sanpietrini) del centro cittadino. Le city bike che si trovano a noleggio, infatti, sono a prova di buca, con cerchi e gomme rinforzati. Sei le postazioni dove i mezzi possono essere ritirati: alle tre “originali” (piazza Santa Croce, via Ghiberti e stazione di Santa Maria Novella) se ne sono aggiunge altrettante alle stazioni di Rifredi, Campo di Marte ed ex Leopolda. Queste ultime tre sono riservate ai soli abbonati, mentre le prime sono a disposizione anche di chi abbonato non è ma vuol godersi un’ora – o un’intera giornata – sulle due ruote. Finite qua le novità? Nossignori. È stato aperto anche un sito internet (www.bicifirenze.it) dove i cittadini possono trovare tutte le informazioni sul servizio in presa diretta, a cominciare da quante bici siano ancora disponibili per il noleggio. Ma non solo: presto sarà possibile anche prenotare i mezzi e acquistare abbonamenti direttamente
on line. Il sito è infatti collegato a un nuovo sistema di gestione elettronica delle operazioni di noleggio: gli operatori del servizio, presenti alle postazioni di “Mille e una bici”, sono stati muniti di tablet per aggiornare in tempo reale tutti i dati. “Le novità che abbiamo introdotto – spiega Giovanni Autorino, presidente della
cooperativa Ulisse – hanno due obiettivi: migliorare il servizio e monitorarlo meglio, non solo per poterlo perfezionare ancora, ma anche per avere un quadro più preciso sulla ciclabilità a Firenze. Siamo l’unico soggetto in città che organizza e gestisce un sistema di mobilità sostenibile, quindi credo che possiamo rappre-
sentare un ‘osservatorio’ credibile”. E anche i numeri confermano che, nonostante tutto, a Firenze c’è “voglia di bici”. L’anno scorso il servizio ha registrato 15.143 noleggi e 503 abbonamenti, pur essendo stato sospeso per qualche settimana: numeri destinati dunque a crescere nel 2012, grazie anche alle novità introdotte. “Abbiamo voluto rilanciare insieme alla cooperativa Ulisse il servizio di noleggio – dice il consigliere speciale per la ciclabilità di Palazzo Vecchio Giampiero M. Gallo – assicurando un orario consono alle esigenze dell’utenza. Trovo l’estensione del servizio alle tre postazioni delle stazioni Leopolda, Rifredi e Campo di Marte un importante elemento di novità, perché ci permette di essere presenti nel suggerire ai lavoratori l’utilizzo di multimodalità di trasporto, utilizzando per andare a lavoro bici che troveranno sempre disponibili e in buono stato di manutenzione”. Sono infatti (forse a sorpresa) i fiorentini – e non i turisti – i principali fruitori del servizio: l’anno scorso a noleggiare i mezzi sono stati 9.142 residenti in provincia e 8.498 non residenti. Quanto ai prezzi, l’abbonamento mensile costa 22 euro, i biglietti per i residenti in provincia di Firenze (e per gli abbonati di Trenitalia e Ataf) un euro per un’ora, tre euro il giornaliero. Per i non residenti il costo è di due euro per un’ora, cinque euro per cinque ore e dieci euro il giornaliero.
Tante novità per il servizio di “prestito” gestito dalla cooperativa sociale Ulisse: nuovi velocipedi, nuovo sito internet e nuove postazioni dove salire in sella. A quelle di piazza Santa Croce, via Ghiberti e Santa Maria Novella si sono aggiunte le stazioni di Rifredi, Campo di Marte ed ex Leopolda
LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA
I problemi uro-ginecologici e urologici sono, ad oggi, una delle problematiche che maggiormente condizionano la qualità della vita sia da un punto di vista sociale che relazionale, sopratutto nel sesso femminile. Nonostante il crescente interesse da parte del settore sanitario, risulta difficile quantificare la reale diffusione di tali problematiche. Gli studi epidemielogici, sicuramente, presentano una sottostima di tali valori per due motivi: l’imbarazzo del paziente ad esporre il problema e la convinzione che, dopo una certa età e dopo una gravidanza, siano condizioni normali. La riabilitazione si pone l’obiettivo, attraverso la prevenzione e la tempestività di intervento, di stabilizzare e migliorare il quadro clinico del soggetto diminuendo la necessità di ricorrere a interventi chirurgici e a terapie farmacologiche. La rieducazione del pavimento pelvico è complessa e, spesso, composta da più di una modalità terapeutica: un corretto colloquio e una visita specialistica permettono di inquadrare il problema e agire con un approccio terapeutico mirato e personalizzato.
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IN QUALI CASI SERVE LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA? Rilassamento della muscolatura pelvica (es. post-gravidanza, invecchiamento...) Incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza e mista Dissinergie muscolari Prolasso (fuoriuscita) di 1° degli organi pelvici Incontinenza fecale e ipotonia dello sfintere anale Dispareunia causata da ipertono muscolare Ipertonia dei muscoli pelvici Dolore pelvico cronico Problematiche post-chirurgiche DI COSA SI AVVALE LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA? terapia comportamentale kinesiterapia Presa di coscienza del pavimento pelvico Eliminazione delle eventuali sinergie Rinforzo muscolare attivo Stretching Automatizzazione dell’attività muscolare in relazione ai gesti quotidiani Elettrostimolazione Biofeedback
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ALLERGIE/1. Come combattere questo male di stagione. Prima e durante
È primavera, tempo di starnuti
ALLERGIE/2. Dal glutine al lattosio
Intolleranze alimentari, quello che c’è da sapere
E
Giulia Righi
C
hi ne soffre lo sa bene, e all’appuntamento si era preparato da tempo. Con l’arrivo della primavera per gli allergici comincia la stagione dei tormenti. Pollini, graminacee, cipressi e olivi nel periodo della fioritura diventano “nemici”, e si vanno ad aggiungere alla parietaria, che invece sa essere offensiva persino d’inverno. Il corollario di sintomi che colpiscono gli allergici è fastidiosamente noto: starnuti, congiuntiviti, lacrimazione infinita. Naso e occhi sono i bersagli di questo male di stagione che però, fortunatamente, oggi è (almeno in parte) prevenibile e curabile: “La Toscana è una delle poche regioni d’Italia – spiega il dottor Oliviero Rossi del dipartimento di Immunoallergologia di Careggi – che offre gratis il vaccino per le graminacee ai pazienti che si presentano con una richiesta del medico specialista”. Per non pagare il vaccino non basta dunque la prescrizione del medico di famiglia, ma occorre la visi-
ta preventiva di uno specialista, che attesti l’effettiva presenza di un’allergia. Questo vaccino, che oggi è somministrato soprattutto attraverso gocce o pasticche sublinguali, ha dei tempi di somministrazione ben precisi: “Si tratta di uno schema pre e co-stagionale – chiarisce il dottor Rossi – occorre iniziare a prenderlo da 3/4 mesi prima della fioritura e continuare durante la fioritura stessa e quindi ad aprile, maggio e giugno”. Allo stesso modo (ma in questo caso non sono dispensati dal sistema sanitario regionale) esistono i vaccini per prevenire le allergie all’olivo, al cipresso e alla parietaria. Accanto alla prevenzione c’è poi la terapia vera e propria. Tra i farmaci cosiddetti “sintomatici” (utili cioè per alleviare i sintomi, ma non risolutivi) ci sono gli antistaminici: “Quelli di nuova generazione hanno effetti collaterali molto ridotti – spiega il dottore – sono ben tollerati e non causano sonnolenza”. Già, perché proprio quel senso di “intorpidimento mentale” che
gli allergici conoscono bene è da sempre uno dei fastidi associati a starnuti & Co. Ma a questo tipo di farmaci occorre associarne anche di “curativi” veri e propri: “Gli spray nasali, a base derivati cortisonici, rappresentano un ottimo sistema antinfiammatorio. La Toscana è tra l’altro l’unica regione in Italia a dispensarli gratuitamente”. Anche in questo caso la terapia deve essere anche preventiva: per il cipresso va iniziata già dai primi di gennaio, per le graminacee si va da metà marzo a metà a giugno. Con una raccomandazione: “Le allergie possono comparire all’improvviso e tendono a peggiorare, ragion per cui occorre non sottovalutarle e, se si manifestano sintomi specifici, fare i test allergologici, facilmente accessibili”. Altra cosa da tener presente: essere allergici a certi pollini non significa (salvo casi specifici) esserlo anche agli alimenti corrispondenti. E sbaglia, ad esempio, chi pensa di non poter consumare olio solo perché è allergico ai fiori dell’olivo.
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poi ci sono le allergie e le intolleranze alimentari. Per prima cosa una precisazione basilare, che mette a posto un errore del parlar comune: “Alla base delle allergie c’è un meccanismo immunologicamente mediato – spiega il dottor Massimo Gola, responsabile della Dermatologia allergologica dell’azienda sanitaria fiorentina, convenzionata con l’Università di Firenze – altra cosa sono le intolleranze, problema di natura sostanzialmente non immunitaria”. Tra le più famose intolleranze dei tempi nostri ci sono quella al glutine (la celiachia, che merita un discorso a sé) e il malassorbimento del lattosio. Quest’ultimo appare un disturbo in crescita negli ultimi anni, e di identificazione relativamente facile: “Per diagnosticare il malassorbimento del lattosio si utilizza il ‘breath test’, che verifica la presenza di anidride carbonica nel respiro dopo la somministrazione di latte”. Ma è l’unico caso, insieme alla celiachia, in cui un’intolleranza è identificabile univocamente. Altro discorso sono i test per rilevare la presenza di allergie vere e proprie: “In questi casi si utilizza il ‘prick test’ – spiega il dottor Gola – che consiste nel mettere delle gocce dell’estratto allergenico a contatto con la cute del paziente. Esiste poi anche il ‘prick by prick’: in questo caso si mettono a contatto con la cute
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del paziente direttamente alcuni alimenti freschi. Ma è bene utilizzare i test cutanei solo dopo aver fatto gli esami del sangue, che possono da soli essere dirimenti”. Per il malassorbimento del lattosio non esistono vaccini veri e propri, ma è possibile che il medico consigli una cura “iposensibilizzante” per stimolare, progressivamente, la tolleranza immunologica somministrando il latte a piccole dosi. Tra i “fastidi” legati agli alimenti c’è anche un altro tipo di reazioni: quelle che possono avvenire, ad esempio, dopo l’ingestione di alimenti allergizzanti come fragole, gamberi, tonno, funghi o vino bianco, che causa una massiccia liberazione di istamina con conseguente prurito, etc. Ma questo non vuol dire necessariamente essere allergici: “Circa un quarto della popolazione mondiale riferisce disturbi collegati alle allergie – spiega ancora il dottor Gola – in realtà si stima che, tra gli adulti, non si superi il 4% di allergici”. Cosa fare nel caso si abbia il sospetto di avere intolleranze o allergie? “È bene parlarne col medico, per scoprire quale sia il problema ed evitare reazioni più gravi come shock anafilattici e angioedemi – conclude il dottor Gola - viceversa, le autodiagnosi sono pericolose, e privandosi di cibi a cui magari non si è affatto allergici, si rischia un’evitabile /G.R. malnutrizione”.
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GRANDE SCHERMO/1. L’iniziativa lanciata dalle sale di quartiere ha avuto (fin troppo) successo
Assalto alle tessere sconto Il dietrofront dei “piccoli” Paola Ferri
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a rivincita di Davide contro Golia? A quanto pare dovrà attendere. Perché anche i piccoli (cinema) devono rispondere alla stessa legge dei grandi: quella dei numeri. E così, dopo qualche giorno sulla cresta dell’onda con le sale di quartiere galvanizzate dalle supervendite delle tessere-sconto, l’iniziativa è stata stoppata. Era partita a metà gennaio la “Firenze al cinema” card, un lasciapassare che avrebbe permesso di accedere a nove schermi cittadini a prezzo ridotto tutti i giorni della settimana, compresi i festivi. Prezzo di lancio: cinque euro. Così poco da generare un vero e proprio assalto. Un migliaio le tessere rilasciate nel primo weekend di promozione, tremila quelle prenotate nei giorni successivi via internet. Un successo inaspettato che ha costretto i cinema aderenti all’iniziativa (Marconi, Adriano, Colonna, Fiamma,
Fulgor, Portico, Principe, Cabiria a Scandicci e Grotta a Sesto Fiorentino) a fare un passo indietro e interrompere la distribuzione. “In pochi giorni avevamo già superato abbondantemente l’obiettivo che ci eravamo dati”, spiega Maurizio Paoli, presidente Anec nonché esercente dell’Adriano. Ma qualcuno ha parlato di “pressioni dall’alto”, ovvero dai distributori dei film, che guadagnano in percentuale sull’incasso. Detto in parole povere: se vendete biglietti a meno, vi chiederemo una percentuale maggiore. Tanto è bastato a congelare gli sconti: niente più card, neanche a prezzo maggiorato, come promesso all’inizio. In compenso, coloro che ce l’hanno fatta potranno godere delle riduzioni fino alla fine dell’anno, nonché del “film della settimana” (una pellicola diversa in ogni cinema del circuito a soli tre euro) e di anteprime gratuite e incontri con registi e attori. Ma come interpretare tanto successo? Che il pubblico sia in aumento? “Da anni – spiega Paoli – i biglietti staccati a Firenze sono circa cento milioni l’anno,
un’inezia in confronto agli 855 milioni degli anni ’50. Ma non si intravedono segnali che facciano pensare a un incremento. Anzi, è dimostrato che se aumenti l’offerta il pubblico si ridistribuisce, ma rimane sempre lo stesso”. Il che fa pensare a un presente vagamente più roseo per i sopravvissuti alle chiusure degli ultimi anni, ma a – per i cinema di quartiere - a un futuro grigio scuro tendente al nero, considerata l’avanzata delle multisala. Eppure il vicesindaco Dario Nardella ha recentemente affermato che “non c’è più bisogno di un Piano cinema”, come annunciato alla vigilia della serrata del Variety, ormai più di un anno fa. “È evidente che l’amministrazione comunale presta un’attenzione del tutto episodica al settore”, accusa la consigliera Ornella De Zordo (Perunaltracittà). Nel frattempo, però, il Comune ha dato il via libera al drenaggio di altri 385mila euro verso il cinema Alfieri: arriva così a quota un milione il costo della riapertura. Anche se la data di inaugurazione resta ignota ai più.
La card che permetteva di accedere a nove cinema cittadini a prezzi ridotti tutti i giorni della settimana, festivi compresi, è andata letteralmente a ruba: interrotta la sua distribuzione. Ma il futuro continua a preoccupare alFieri Via dell’Ulivo
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Colonna Lungarno Ferrucci
Via l’amianto, una gara per la gestione
Cinemino, pizzino & birrino
Pacchetto “aperitivo e spettacolo”
Chiusa dal 2006, la storica sala di Santa Croce ha “rischiato” di riaprire diverse volte negli ultimi anni, grazie al finanziamento di 600mila euro prima e di altri 400mila poi da parte del Comune di Firenze. La ristrutturazione è avvenuta, l’amianto è stato eliminato: adesso manca tutto il resto. Per la gestione della struttura sarà bandita una gara pubblica.
Da qualche anno a questa parte il cinema del circolo dell’Antella (Bagno a Ripoli) ha lanciato l’idea scacciacrisi: si chiama “Cinemino, pizzino&birrino” e va in scena ogni venerdì sera. Con dieci euro si porta a casa la cena e lo spettacolo a ruota. Un’offerta che coinvolge ogni settimana anche molti fiorentini in trasferta.
Molti l’avevano dato per spacciato l’anno scorso, quando chiuse i battenti. E invece da pochi mesi la sala ha riaperto, con tanto di ristrutturazione generale dei locali e nuove promozioni nel carnet. Come l’apericinema: aperitivo e spettacolo in un unico pacchetto da pochi euro. Dopo, volendo, si va a cena in uno dei ristoranti della zona.
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GRANDE SCHERMO/2. Atteso, contestato, discusso: il multisala alla “prova” del pubblico
Multiplex di Novoli, la partenza è sprint Francesca Puliti
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ltre quarantamila biglietti staccati nel giro dei primi due mesi dell’anno, di cui venticinquemila solo a gennaio. Novoli c’è e non c’è solo Novoli dentro il tanto atteso, contestato, acclamato e discusso Multiplex di San Donato. In meno di sessanta giorni “The Space” è diventato il quarto cinema della provincia di Firenze, accodandosi a ben più radicate multisala del territorio. “La sensazione è che mancassero strutture del genere in questa parte di città – commenta il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi – ma dal mio punto di vista siamo solo all’inizio”. Già, perché se i residenti hanno gradito l’apertura, dopo anni di diatribe e cantieri, i primi nodi sono già venuti al pettine. Primo tra tutti quello dei posti auto. Il multisala è dotato di parcheggio autonomo, ma la mega-struttura, all’interno della quale hanno aperto diverse altre attività, è diventata un polo attrattivo di non poco conto in quest’area della città, peraltro già gravata dal peso di università, tribunale, Regione e via dicendo. Una soluzione, però, è già in cantiere. “Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di mobilitarsi affinché si possa attivare una convenzione per il parcheggio sotterraneo del parco di San Donato – spiega Gianassi – in modo che i residenti possano lasciare l’auto per lunghi periodi a prezzo ridotto”. Il secondo passo, nella tabella
di marcia del Q5, sarebbe quello di far posto all’interno del cosiddetto Multiplex a funzioni pubbliche. Lo spazio c’è, ma trattandosi di una struttura privata ci saranno da rivedere gli accordi con la proprietà. Immobiliare Novoli, da parte sua, ha già annunciato la propria disponibilità, nell’ambito della discussione di un nuovo piano di recupero dell’area (quello vecchio è già scaduto da un bel po’). Il primo servizio comunale a varcare la soglia del neo-centro commerciale dovrebbe essere una ludoteca, a grande richiesta da parte delle numerose giovani coppie che hanno preso casa in zona. A questa si potrebbero affiancare altre funzioni pubbliche/culturali. Quel che è certo, almeno per ora, è che il cinema non lieviterà: se in un primo momento si era parlato di “liberalizzazione delle poltroncine” nel pacchetto del governo Monti, il consiglio dei ministri ha fatto rapidamente marcia indietro, anche a causa delle pressioni ricevute dalla Regione Toscana. Restano nove le sale, mentre crescono le promozioni. Attiva su tutto il circuito “The Space” la tessera dedicata agli under 25: spettacoli a prezzo ridotto dal lunedì al venerdì (5 euro quelli normali, 9 euro i film in 3D). La card annuale costa cinque euro e può essere rinnovata a due euro fino al ventiseiesimo compleanno. E per chi ha già superato questa soglia sono previsti sconti di ogni genere e tipo: dall’abbonamento che evita anche le code alla cassa alla promozione per chi presenta tessera del supermercato, della libreria, dell’Ikea e via frugando tra le card accumulate nel portafogli.
PrinCiPe Viale Matteotti
astra 2 Piazza Beccaria
Fiorella Via D’Annunzio
Abbonamenti annuali per i fedelissimi
Pronto per il restyling totale
Il ristorante “attende” dopo il film
I tempi duri non hanno risparmiato neanche il Principe. Che però ha reagito e si è dotato di schermi e poltroncine nuove, pronti ad accogliere di nuovo il pubblico dopo poche settimane di chiusura. Promozioni attive anche qui, come gli abbonamenti annuali per i clienti più fedeli: poche decine di euro per qualche decina di film.
È rimasto uno dei pochi schermi singoli in città. Ma per l’Astra 2 è già pronto un progetto di restyling totale. Poltroncine a scomparsa per lasciare spazio a eventi particolari, schermo retrattile per usare il palco anche in versione teatro e bar “pensile” in galleria (che ora non c’è). Il tutto per un investimento milionario.
DEPRESSIONE, ESAURIMENTO DA STRESS, ANORESSIA, ATTACCHI DI PANICO.
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Sono problemi che oggi possono essere GESTITI E RISOLTI NUOVI AMBULATORI DI PSICHIATRIA E PSICOLOGIA COGNITIVA
Firenze, via del Sansovino, 176 - Tel. 848 81.22.21 Un servizio di A. M. G. Della Misericordia di Firenze Impresa Sociale I disturbi psichici come depressione, attacchi di panico, fobie, ansia generalizzata, esaurimento da stress, manie, disturbo bipolare, anoressia, bulimia o psicosi sono oggi fra i problemi medici più frequenti. Determinano marcato disagio sia nelle relazioni con gli altri, sia nello studio, sia nel lavoro che nelle attività di tutti i giorni. Questi disturbi sono spesso associati a problemi cognitivi nell’attenzione, concentrazione e memoria che possono insorgere anche precocemente. Esistono oggi nuovi interventi efficaci e sicuri non solo farmaceutici, per gestire e risolvere questi problemi. La scelta degli interventi e l’inquadramento diagnostico richiedono competenze specialistiche.
Da quest’anno il PIANO TERZO del PRESIDIO AMBULATORIALE della misericordia di Firenze di VIA DEL SANSOVINO 176 è interamente dedicato agli ambulatori di psichiatria e psicologia cognitiva. Per INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI SI PUO’ CONTATTARE IL NUMERO 848 81 22 21 o visitare il sito WWW.AMBULATORI.FIRENZE.IT
La crisi, qui, non si è fermata. Sarà perché le due sale di Coverciano offrono film altamente selezionati (e hanno una clientela affezionata). Ma sarà anche perché si tratta di uno dei pochi esercizi direttamente collegati a un ristorante con orario prolungato, ottimo sia per il pre che per il postcinema.
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IL CASO. Parla la scrittrice misteriosa che tappezza le pensiline Ataf con la sua opera “a puntate”
Ti racconto una storia, alla fermata del bus Gianni Carpini
I PRECEDENTI Mani invisibili in azione
Quei “misteri” lungo le vie
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er le vie di Firenze accadono fatti singolari. Cartelli stradali trasformati in opere d’arte, strane facce gialle posizionate agli angoli dei vicoli, mostre “abusive” disposte lungo i muri della città. Per le vie di Firenze agiscono mani invisibili. Nella maggior parte dei casi entrano in azione nottetempo, per evitare i controlli. In gergo viene definita “guerilla art”, termine che indica performance artistiche estemporanee e non autorizzate. Incursioni che possono essere punite anche con multe, se gli autori vengono colti in fallo. Celebre in città è il caso di Clet, artista bretone salito alla ribalta delle cronache prima per aver ritoccato i cartelli stradali tramite alcune applicazione adesive (la strada senza sfondo diventa un Gesù Cristo in croce, il divieto di accesso un uomo che sostiene una striscia bianca), poi per aver installato su ponte alle Grazie una scultura in vetroresina a forma di “omino della bic” e infine per aver “disegnato” sui ponteggi di Torre San Niccolò un enorme uomo stilizzato. Qualcuno si sarà invece accorto dell’inquietante presenza delle “yellow faces”, piccole facce gialle, agli angoli delle strade del centro, ad esempio vicino alla loggia del Porcellino o addirittura sugli speroni di Ponte alle Grazie. Si tratta dell’opera di un giovane artista chiamato Bue2530, che documenta le installazioni con una serie di scatti pubblicati su Facebook. Niente più tavolozza e pennello, oggi gli arnesi del mestiere sono secchio, scopa e colla. Spam, così si fa chiamare un collettivo di artisti, attacca sui muri fiorentini manifesti e disegni spesso critici verso la società contemporanea. Un esempio? I cartelli “saldi di fine Repubblica” comparsi il 2 giugno scorso (festa della Repubblica, appunto) vicino a vari monumenti del centro cittadino. Delle regole però ci sono: non danneggiare i beni artistici e usare colla facilmente rimovibile, per non rovinare i muri.
della città. Al loro interno una pagina stampata, una poesia, un racconto. Da piazza Dalmazia a viale Michelangelo, passando per piazza Puccini e viale dei Mille, un biglietto invitava a ingannare l’attesa con una lettura. Poi, nelle settimane successive, sono comparsi altri stampati, sempre negli stessi punti, sempre con lo stesso stratagemma. Un fenomeno finito sin dal primo capitolo tra le notizie più cliccate del nostro sito (www.ilreporter.it). E così, la vicenda di una donna “nata per far battere il cuore delle donne”, come recita l’incipit di questo romanzo di strada, è iniziata a dipanarsi: su ogni foglio la trama si sviluppa, mentre i componimenti poetici con il passare del tempo (e delle pagine) si completano di nuovi versi. Dietro tutto questo c’è una penna anonima, che agisce di notte, lasciando alla fermata un dono per i passanti di domani. In alcuni casi i fascicoli vengono rimossi, in altri restano per più giorni sotto gli occhi degli avventori. Il Reporter ha rintracciato l’autrice, che preferisce non rivelare la sua identità. Si definisce una “persona semplice”, è laureata in Scienze poli-
“SONO NATA PER FAR BATTERE IL CUORE DELLE DONNE. NON SO ANCORA COSA LE SPINGE A ME. SARÀ LA MIA SIMPATIA, LA MIA VOGLIA DI VIVERE, IL MIO SENSO DI PROTEZIONE O FORSE I MIEI CAPELLI. SONO ENTRATA COSÌ NELLA LORO VITA. ABBATTENDO LE INNUMEREVOLI BARRICATE DI PREGIUDIZI, TRADIZIONI CHE SONO BAGAGLIO DI VISSUTO DI OGNI ESSERE UMANO. CHI MI HA AMATO, SA SICURAMENTE DI COSA STO PARLANDO. SA COSA HA DOVUTO AFFRONTARE. E SA ALTRETTANTO QUANTO SIA EMOZIONANTE VIVERE UN AMORE SEGRETO, NASCOSTO DAGLI ALTRI, CHIUSO IN UNA CAMPANA DI VETRO…” CONTINUA ALLA FERMATA O SU WWW.ILREPORTER.IT
Da piazza Dalmazia a viale Michelangelo e piazza Edison: il romanzo di strada di una donna “nata per far battere il cuore delle donne”, come recita l’incipit, intriga sempre più i passeggeri in attesa. Tutti i capitoli sono pubblicati su www.ilreporter.it
LA RUBRICA DELL'AVVOCATO A CURA DI GUGLIELMO MOSSUTO Avvocato in Firenze
L’ex torna a casa dai genitori? Ha comunque diritto al mantenimento. La decisione n. 19579 del 2011, di recente emanata dalla Corte di Cassazione, si pone in netta controtendenza con i precedenti orientamenti giurisprudenziali, e di certo scontenterà i più. Con la sentenza in esame la Suprema Corte ha difatti stabilito la permanenza del versamento dell’assegno familiare anche quando la ex moglie torna a vivere a casa dei genitori. Non solo. In tal caso il mantenimento dovrà essere ugualmente corrisposto anche se la ex beneficia di una pensione di invalidità (seppur di poco conto). Appare, dunque, di chiara evidenza la particolarità della decisione che ha radicalmente sovvertito la sentenza di merito della Corte d’Appello di Bologna, che precedentemente si era pronunciata sulla questione. In secondo grado, la Corte territoriale, aveva ritenuto che la residenza presso i genitori e la percezione di un assegno di invalidità, esonerassero il marito dal pagamento dell’assegno in quanto sarebbe venuto meno lo stato di bisogno. La Suprema Corte di contro, accogliendo il quinto motivo sulla base della illogicità della decisione presa in appello, ha ritenuto che la gravità della situazione economica non può ritenersi superata né in base al percepimento di una pensione di invalidità palesemente insufficiente a far fronte ai bisogni primari di una persona, né dalla convivenza con i genitori. Questa, continua la Cassazione, potrebbe essere una condizione passeggera non potendosi considerare, la donna, costretta a vivere in famiglia. Ebbene, se da una parte tale decisione potrebbe apparire legittima e logica per le considerazioni svolte dalla Suprema Corte, dall’altra costituisce un precedente da non sottovalutare ed avrà con ogni probabilità risvolti non tanto positivi.
I molti danni collaterali di tale considerazioni giuridiche riguardano senza dubbio colui il quale, tra i coniugi separati, è gravato dall’assegno di mantenimento. Quest’ultimo infatti potrebbe non dover mai smettere di corrispondere l’assegno. La modifica delle condizioni di separazione o di divorzio, alla luce di una mutata condizione economica in positivo del coniuge che se ne avvantaggia, potrebbe portare ad un provvedimento del giudice che elimini la corresponsione dell’assegno. Tuttavia con la sentenza in esame ed il nuovo indirizzo giurisprudenziale c’è il rischio che il coniuge gravato dell’assegno sia costretto a sopportare vita naturaldurante, anche a mutate condizioni economiche in melius della ex, questa immancabile “tassa”. In poche parole si giungerebbe alla situazione paradossale in cui il marito si trovi costretto a versare alla ex un assegno a vita, e la stessa a non essere in alcun modo stimolata a modificare la situazione di fatto, ad esempio cercandosi un lavoro. Alla luce di queste considerazioni, e da ciò che potrebbe derivare da decisioni di questo genere, sarebbe forse più indicato modernizzare l’istituto del divorzio e sradicarlo dai soli elementi economici che ormai canalizzano l’intero procedimento. Più utile e costruttivo sarebbe concentrarsi sulle reali potenzialità dei due ex coniugi di ricostruirsi una vita, piuttosto che adagiarsi sui cocci di quella precedente.
COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA
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na scrittrice misteriosa, una manciata di fermate dell’autobus e una storia “a puntate”, che va avanti di pagina in pagina, di settimana in settimana, grazie ai fogli lasciati a disposizione dei passeggeri. Tutto è iniziato lo scorso dicembre, quando alcune cartelline plastificate sono comparse alle pensiline Ataf di varie parti
Firenze, Viale dei Mille n. 82 avvocatomossuto@tin.it
avvocatomossuto@tin.it
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tiche, ha un master alla spalle e studi tra Stati Uniti e Europa. “Osservo le persone, la natura, la realtà, tutto – rivela - il mio è uno sguardo attento. Ho pensato: ‘ma guarda ‘sta gente alla fermata che si annoia’. Ho riflettuto e ho deciso. Avrei tappezzato tutte le pensiline dell’Ataf con parte della mia storia”. Così ha fatto la sua comparsa il racconto di una donna e dei suoi amori per altre donne. Un argomento tabù, che ha spinto l’autrice a farne un romanzo di strada, con il desiderio di attirare l’attenzione e di provocare. Poi c’è la passione per la scrittura, che arriva da lontano. “Tutto è iniziato quando ero adolescente – racconta - mi piaceva scrivere, in particolare poesie. Era il mio modo di sfogarmi, di sfuggire a realtà per me scomode: la prima erano i problemi di casa, la seconda me stessa. Dovevo fare i conti con le emozioni, i sentimenti che provavo per il mio stesso sesso. Decisi allora che i fogli di carta sui quali scrivevo diventassero i miei confidenti”. A distanza di qualche mese dalla loro prima comparsa, le pagine affisse alle pensiline continuano a catturare l’attenzione di molti passeggeri in attesa. Tutte sono pubblicate online anche sul sito IlReporter.it. “Essere autentici è dura. È una battaglia – conclude la “scrittrice della fermata” - mi sono liberata delle paure perché le persone, alla fine, vanno oltre e ti rispettano anche se diversa da loro. Spero che questo mio racconto sensibilizzi l’opinione pubblica e dia la forza a molti ragazzi di vivere il mondo e non di abitarlo soltanto”.
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IL PERSONAGGIO. Sulla Rai andrà in onda un documentario sulla vita di don Giulio Facibeni
Il sacerdote-padre sbarca in televisione Nel 1924 fondò l’Opera della Madonnina del Grappa, che in breve tempo diventò la “famiglia dei senza famiglia” e un punto di riferimento per Rifredi. Con La Pira una profonda amicizia Nicoletta Consumi
H
a salvato novemila bambini orfani e aiutato gli ebrei perseguitati dalle leggi razziali. Il suo nome è riportato nel libro dei Giusti nel museo dell’Olocausto di Gerusalemme. È don Giulio Facibeni, la cui storia sarà raccontata al grande
pubblico grazie a un documentario che vedremo il prossimo autunno sulle reti Rai. A Firenze tutti conoscono il fondatore dell’Opera della Madonnina del Grappa, inaugurata nel 1924. La struttura divenne in breve tempo “la famiglia dei senza famiglia” e rappresentò un punto
la targa commemorativa dell’aiuto del religioso ai bambini ebrei
di riferimento nel quartiere operaio di Rifredi. Il documentario, diretto dalla regista Francesca Elia, permetterà di far conoscere l’esperienza di grande umanità di don Facibeni fuori dai confini della Toscana. Tutto è pronto per le riprese, che saranno effettuate questo mese grazie al racconto di Mario Graev, 86 anni, uno dei “figli” di Don Facibeni. Graev, già professore universitario, è oggi il presidente dell’unione figli della Madonnina del Grappa. “Don Giulio seppe sostituire i miei genitori con un amore delicato – dice – non è stato solo un sacerdote, ma un padre. Ai ragazzi grandi che frequentavano l’università don Facibeni aveva assegnato l’incarico dell’insegnamento nelle scuole interne all’Opera. Ci ha educati ricorda – al senso di responsabilità verso gli altri”. “Ero un adolescente ebreo – spiega Louis Goldman, fotografo cinematografico - e sono scampato alla deportazione grazie a don Giulio. Guardò me e mio fratello e, incuriosito e gentile, ci disse ‘venite qui’: nei giorni seguenti scoprimmo che non eravamo i soli...”.
la statua di don
Facibeni
davanti alla
Era il 1912 quando don Facibeni arrivò come vicario nella Pieve di Santo Stefano in Pane, a Rifredi. La parrocchia era una vera terra di missione. Un quartiere nuovo, teatro di continue contrapposizioni politiche e divisioni sociali. Fu immediato il suo impegno nell’organizzazione di doposcuola e scuole serali per gli operai. In seguito fondò il nido per i figli dei richiamati in guerra. Nel 1916 fu inviato al fronte come cappellano militare, e là si distinse per azioni coraggiose e di misericordia anche nei confronti di austriaci feriti in prossimità delle trincee italiane. Nel 1924 fondò l’Opera della Ma-
Pieve
di
Santo Stefano
in
Pane
donnina del Grappa a Rifredi, per assistere i piccoli orfani dei soldati che, in punto di morte, lo avevano implorato: “Padre, non abbandoni i miei figli”. La Pira, appena nominato sindaco di Firenze nel 1951, gli conferì il titolo di cittadino benemerito di Firenze: i due erano legati da una profonda amicizia, tanto che l’ultimo desiderio di La Pira fu quello di essere sepolto nel cimitero di Rifredi accanto al sacerdote. Don Giulio morì il 2 giugno 1958: al suo funerale, in Duomo, parteciparono 150mila persone, provenienti da Firenze e provincia, dalla Toscana e dalla Romagna.
PROGETTO ADOZIONE CANI dei canili municipali e rifugio
ANDREA (31br) femmina adulta,taglia media contenuta
NACCHERO (54br) maschio adulto, taglia media
OMAR (58br) maschio adulto, taglia mediogrande
PENELOPE (30br) femmina adulta, taglia medioacontenuta
GIUSEPPE GARIBALDI (57sc) - maschio adulto, taglia medi0-grande
CHARLIE maschio,cucciol one, taglia media
WILLY maschio adulto, taglia piccola
PEPE maschio adulto, taglia medio grande
HACI maschio, cucciolone, taglia mediopiccola
Prendimi con te TI AMERO’ PER SEMPRE Sono tutti cani che vivono in canile ma hanno bisogno di trovare una famiglia seria ed affettuosa che voglia adottarli!
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IL PUNTO. Dopo un brutto inverno, quella alle porte sarà una stagione decisiva sotto molti aspetti
Firenze attende una primavera viola Dal mercato allo stadio, dal futuro della dirigenza (a partire dal direttore sportivo) a quello dei gioielli – uno su tutti – che si sono messi in luce quest’anno: per l’universo gigliato è il momento delle scelte chiave
andrea della valle
Tommaso Loreto
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l bello del calcio è anche la sua diversa cadenza del tempo. Perché nel mondo del pallone si possono cambiare le scenografie come sul palco di un teatro, e da un momento all’altro stravolgere l’ambientazione di un’intera scena, o di tutto un atto. Bellezze, e stranezze, della Dea Eupalla (protettrice dei pestipedatori), che tutto osserva sui rettangoli verdi. Anche quando una domenica sei contorniato di fischi e, due settimane più tardi, in striscia positiva. È di certo anche questo il bello del calcio. E le due vittorie consecutive con Siena e Udinese di Jovetic e compagni, a cavallo tra gennaio e febbraio, lo testimoniano. A suo modo, a Firenze, un pizzico d’aria fresca in più si è sentita, e non solo per le gelide folate di vento degli ultimi tempi. Già, proprio Jovetic. Uno del quale si diceva che avrebbe avuto bisogno di un po’ di tempo in più per recuperare
(del tutto) dall’infortunio terribile al ginocchio. E che, invece, a suon di gol fa già parlare mezza Europa di sé. Piaccia o meno, di fatto, nascondere il luccichio di questo gioiello diventa, gara dopo gara, più complicato. Ed è il dibattito che subito si è aperto intorno a JoJo a rimandare, ancora una volta, il pallone sulla sponda dei Della Valle. Così come del resto capitato in occasione delle risposte piccate di Corvino sul suo futuro (leggere alla voce “pausa di riflessione”), o poco dopo, quando c’è stato da fare riferimento allo stadio mentre Fiorentina e Comune presentavano una lodevole iniziativa insieme, ancor prima che lo stesso sindaco Renzi preannunciasse l’arrivo di un reale progetto di riqualificazione dell’area Mercafir. Da qualsiasi parte si osservi il momento in casa viola, in altri termini, è di quelli decisivi. Pensare che, si diceva, sarebbe stato gennaio il mese decisivo della Fiorentina, e già la primavera all’orizzonte diventa di quelle campali. Dopo l’ultima finestra invernale di mercato, la Fiorentina ha ora l’opportunità di lasciarsi alle spalle il cambio
di tecnico, prima, e una sessione di mercato non indimenticabile, poi. Sempre che, in primis la proprietà, ancor prima della dirigenza, faccia immediata chiarezza. Sul futuro, su quello della squadra e del suo simbolo, Jovetic. E ancora sulle prospettive di un impianto nella zona proposta dal Comune o sul direttore sportivo che, da giugno, dovrà continuare a ricostruire questa squadra. Nel calcio, del resto, il futuro è sempre dietro l’angolo. E il domani diventa prestissimo l’oggi. Poi, ovviamente, toccherà alla squadra. E alla capacità del suo allenatore Delio Rossi di proseguire sulla strada della continuità nei risultati e nel gioco. E dopo il tour de force che ha chiamato i viola sul campo a scadenze regolari e ravvicinate tra loro, dettato anche dai rinvii delle partite di Bologna e Parma per il maltempo, il domani sarà davvero dietro l’angolo, perché il futuro della stagione (e non solo) viola dipenderà molto da come la Fiorentina riuscirà a uscire da questo periodo. Insomma, dopo un brutto inverno i viola aspettano la primavera. In tutti i sensi.
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IL PERSONAGGIO. Sarà il talento montenegrino uno dei protagonisti delle trattative estive
Gli occhi del calcio su Stevan Jovetic I top club, soprattutto inglesi, hanno già spedito i loro osservatori, e le offerte a suon di euro (e sterline) sono dietro l’angolo. Storia di un “giovane veterano” Lorenzo Mossani ne, accompagnato dal padre, pone la firma sul suo primo contratto da professionista. Non ancora diciottenne diventa capitano della rappresentativa Under 21 del Montenegro ed esordisce con la Nazionale maggiore del suo paese. Il passo verso la notorietà è breve: in una sessantina di presenze con la maglia del Partizan segna 25 reti, sei delle quali firmate nelle prime otto giornate del campionato 2007-2008, e sfoggia prestazioni tali da essere inserito dal Sun nella lista dei migliori venti talenti al mondo. Da lì è storia viola. Una “never ending story”, sperano i tifosi.
Jo-Jo
in azione
AMARCORD. Nuova puntata di una sfida che non potrà mai essere “normale”
Arriva la Juventus, è tempo di vendette Q
uesto mese, al Franchi, arriva la Juventus: c’è da vendicare il 2-1 dell’andata. E molte altre vicende successe in passato. Se per molti italiani la squadra bianconera è la Signora più amata, diverse – molto diverse – sono le cosa in riva all’Arno. Dallo scudetto cucito sul petto della Juventus, ma nel cuore dei fiorentini, del 1981/82, i bianconeri sono riconosciuti come il “nemico” numero uno. Una stagione difficile si può trasformare in un buon campionato vincendo contro la Juventus. Uno dei successi più belli rimane quello firmato dalla “B2” Baggio-Borgonovo. I due giocatori realizzano 29 dei 44 gol totali messi a segno in campionato dalla Fiorentina: 14 Stefano Borgonovo, uno in più Roberto Baggio. Il più bello quello realizzato proprio contro la Juventus, quando il punteggio era ancorato sull’1-1. Era la stagione dell’esplosione di Borgo-gol, preso in prestito dal Milan all’inizio del campionato del 1988. Anche grazie a quel gol, Borgonovo viene chiamato in Nazionale. Capitolo a parte spetta alla vittoria più amara, quella dopo la cessione
di Roberto Baggio. Il Divin Codino rimane a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando viene acquistato dai torinesi per la cifra record, a quei tempi, di 25 miliardi di lire. L’allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un episodio singolare al riguardo: “Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti, gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un gesto imbarazzante. Io dissi che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un figlio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch’io”. Ma la lontananza non spegne i grandi amori, e così fu. Baggio, infatti, restò per sempre legato a Firenze e ai colori viola, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Poi, negli anni ‘90, come non ricordarsi di Fiorentina-Juventus 3-0. Nei viola giocava un certo Re Leone, e il terzo gol fu uno splendido tiro di Anselmo Robbiati al 34’ del secondo tempo, con un colpo da biliar/Lor.Mos. do di sinistro.
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tevan Jovetic sempre più al centro del mercato. Sarà lui, sembra, l’obiettivo estivo della Juventus, che si prepara a una lunga trattativa. E anche dal Montenegro arrivano voci che vorrebbero il gioiellino viola, nella stagione 2012/2013, lontano da Firenze, dopo il suo prolungamento di contratto. Le offerte ci sarebbero già, e superiori ai trenta milioni di euro. Sterline, soprattutto, visto che offerte vicine ai quaranta milioni sembrano pronte dalle due squadre di Manchester e dal Chelsea. I top club hanno spedito i loro osservatori alle partite interne della Fiorentina solo per lui, Stevan Jovetic, che intanto continua a far innamorare la città a suon di gol. Un giocatore, anzi un campione, che si fa apprezzare non solo per le sue reti, non solo per il suo talento, ma anche per l’empatia con i ragazzi di Firenze. “L’ho incontrato, avevo la sua maglia, l’ho rincorso ma lui è salito in casa sua - racconta un giovane calciatore di una società di Campo di Marte - poi lo abbiamo visto e lo abbiamo salutato. Questo è il risultato – sorride – ecco la maglia autografata”. Un campione di cui Firenze non si vuol privare. In poco tempo, Jovetic sta diventando una bandiera della Fiorentina. E per Firenze avere una bandiere è (quasi) come vincere uno scudetto. La maglia è la maglia. Al momento la società ha risposto “no” alle offerte arrivate per il montenegrino, e la città spera che continui a farlo. Ma dove è sbocciato il talento di questo giovane veterano? Jovetic inizia la carriera a Podgorica, nel 2000, con la maglia del Mladost, dove mette in mostra le sue qualità tecniche, tanto da venir presto considerato uno dei maggiori talenti del calcio montenegrino. Nel 2003 passa al Partizan Belgrado, dove fa una brevissima esperienza nelle selezioni giovanili prima di arrivare in prima squadra. Nell’aprile 2006 diventa il sesto giocatore più giovane in assoluto a esordire nella massima divisione del campionato di calcio serbo contro il Voždovac, a 16 anni. Nell’agosto del 2007, ancora minoren-
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sport
Marzo 2012
BASKET. Intanto si gettano le basi per il futuro. A tu per tu con il ds Jacopo Del Lungo
Obiettivo salvezza per la Brandini-Claag Simone Spadaro
potrebbero vestire la maglia biancorossa nel futuro prossimo. Molti sono sul taccuino di Del Lungo che, però, mantiene il riserbo, altri nomi vengono fuori da voci sottocanestro. Si parla di Mario Gigena, esperta ala del 1977, ora a Fabriano; Andrea Colli, ala di due metri del 1988, oggi a Verona; Daniele Demartini, play di ventiquattro anni in forza alla Virtus Bologna. E ancora di Francesco Quaglia, ventiquattrenne, anche lui con i felsinei; Jakub Wojciechovski, ventitré anni, ala centro della Benetton Treviso, e German Scarone, 37 anni, play italo-argentino con un curriculum di tutto rispetto, avendo già vestito le maglie di Mens Sana Siena, Virtus Bologna e Scavolini Pesaro. Oggi Scarone è a Piacenza, ma gradirebbe molto dare una mano alla Brandini-Claag. Sarebbe il giocatore esperto che serve ai gigliati per poter fare il salto di qualità. Su di lui pesano solo le condizioni fisicoatletiche. Comunque, il lotto dei giocatori è ricco e la piazza fiorentina è molto gradita. “Chiediamo poi maggiore tranquillità – conclude Jacopo Del Lungo – anche per quel che ruota attorno alla società. Vogliamo alcune certezze per poter avere la possibilità di realizzare il nostro progetto”. Che, senza alcun dubbio, è molto ambizioso.
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arà difficile evitare i play out per la Brandini-Claag Firenze Basket ma, mentre si farà di tutto per scongiurare la retrocessione, si pensa già al futuro. Sono già in corso contatti con giocatori che potrebbero essere utili per la prossima stagione. Sia giovani che possano sposare il progetto in tempi più lunghi che giocatori più esperti in grado di dare una sterzata alla squadra. “Quest’anno abbiamo già fatto un gran lavoro dal punto di vista societario – spiega il direttore sportivo dei biancorossi, Jacopo Del Lungo – e l’obiettivo rimane quello di salvarsi. Siamo rammaricati del fatto che almeno cinque partite le abbiamo perse per poco. Avremmo potuto avere una classifica migliore. L’infortunio a Rabaglietti, inoltre, ha complicato ulteriormente la situazione. Ci manca l’esperienza. L’obiettivo, per quest’anno, è far crescere questo gruppo in tranquillità”. Ma, intanto, si stanno già buttando le basi per il futuro. “Il presidente Luca Borsetti sta lavorando per quanto riguarda le sponsorizzazioni e il rafforzamento della società sotto tutti i punti di vista, da parte mia ho iniziato a prendere contatti con i vari procuratori e ci stiamo attrezzando. Vogliamo allestire una squadra che possa ben figurare nella Divisione Nazionale A – prosegue Del Lungo – anche il prossimo anno. Il nostro piano era triennale. Un campionato dove l’obiettivo era la salvezza, quello attuale, un campionato tranquillo dove poter crescere, il prossimo, e uno per tentare la promozione, fra due anni”. E proprio per centrare questo obiettivo si stanno rincorrendo tanti nomi. Almeno sette sono coloro che
PALLA OVALE. Un inizio difficile, poi uno sponsor importante e alcuni rinforzi
Riprende la “marcia” del rugby fiorentino
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opo un inizio travagliato per la mancanza di sponsor e la non permanenza in squadra di Dean Cummins, tornato in Nuova Zelanda dopo un infortunio alla caviglia che lo ha fatto dannare (sembrava quasi guarito per i medici), è tornata la luce sull’ovale fiorentino. Prima è arrivato uno sponsor importante, l’Aeroporto di Firenze, poi l’acquisto del giovane pilone laziale Mirko Rapone e il rientro in squadra dell’argentino Marcelo Segundo. Mirko, classe ‘91, è un nazionale Under 20 da 121 kg per 188 cm. Nato a Colleferro e cresciuto nelle giovanili del Segni, Mirko proviene da L’Aquila Rugby dopo aver militato nel Parma e nei Crociati, ed
è considerato un talento dal futuro assicurato. “Dopo tante vicissitudini ce l’abbiamo fatta, sono contentissimo. Non vedo l’ora di cominciare a giocare e poter dimostrare sul campo quello che valgo. Riguardo la società devo dire che a livello rugbistico non mi aspettavo una squadra così motivata. Conoscevo poco il Firenze e sono rimasto veramente esterrefatto dal cuore che hanno i ragazzi e dell’organizzazione che c’è in questa società. A livello di città, Firenze è bellissima, si sta molto bene”, aveva detto al suo arrivo. E ora Firenze, sistemate le problematiche, sta tornando a marciare a un rit/L.M. mo da prima della classe.
PALLANUOTO. Lapi protagonista agli Europei
L’Allegra d’oro. In azzurro
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a pallanuotista d’oro. Allegra Lapi da Bagno a Ripoli, attaccante della Menarini Fiorentina Waterpolo, è stata protagonista, col Setterosa, dell’oro europeo di pallanuoto. Vincere un europeo con la nazionale azzurra non è da tutti e la soddisfazione per questo trionfo scorre ancora nelle vene. “Ero assente dal giro azzurro dal 2006, l’anno in cui vincemmo l’argento agli Europei di Belgrado – racconta Allegra Lapi – e adesso tornare in azzurro e vincere è stato il massimo. Ci siamo preparate per due settimane e abbiamo dato il massimo dalla prima all’ultima gara. Eravamo tutte consapevoli di poter centrare l’obiettivo. Posso dirlo? È stata una vera vittoria del gruppo. Eravamo 13 tigri con una gran voglia di portarci l’oro a casa. Nella finale – continua - sono stata in panchina ma ho vissuto, lo stesso, tremila sensazioni in un istante. Questo mio primo oro europeo è stato un vero e proprio crescendo di sensazioni indescrivibili, con il vibrante successo contro la Russia che ci ha aperto la strada per la finalissima”. Un gol contro la Spagna, una doppietta alla Germania, poi Allegra è stata la protagonista assoluta del match contro l’Olanda,
alleGra lapi
quando ha segnato quattro reti che hanno proiettato le azzurre in semifinale. Paradosso incredibile, il titolo europeo non le qualifica a Londra 2012: il pass per le Olimpiadi andrà conquistato nel torneo preolimpico di Trieste, dal 15 al 22 aprile. “Sono laureanda in Farmacia – dice di sé Allegra – e mi mancano solo due esami e la tesi. Sono due gli obiettivi che mi sono posta nel prossimo futuro: le Olimpiadi e la laurea. Spero di poter realizzare entrambi questi desideri velocemente. Abbiamo capito di essere forti. A Trieste ripartiremo da zero ma abbiamo tutta la consapevolezza di poterci /Sim.Spa. qualificare”.
sport nel quartiere
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L’EVENTO. Tanto pubblico ed entusiasmo per la manifestazione organizzata dalla Pugilistica Isolotto
La notte a tutta boxe di via Assisi Carlo Marrone
Otto combattimenti in totale, di cui sette dilettantistici e uno professionistico:
“L
si trattava della prima edizione della “Boxing Night”, che la gente ha mostrato
a boxe è un po’ come il jazz. Meglio è, meno gente l’apprezza”, ama ripetere George Foreman, vincitore di una medaglia d’oro olimpica e due volte campione del mondo dei pesi massimi. E sembra essere stato profeta: in tv la boxe non passa spesso, e i più continuano a ritenerla uno sport violento, forse per colpa di quel famoso orecchio strappato con i denti da Mike Tyson. Ma c’è chi nella boxe ci crede eccome: un bell’esempio si trova in via Assisi 20 dove, dallo scorso maggio, si allenano gli atleti della Pugilistica Isolotto. L’associazione non può che ritenersi soddisfatta dal primo evento che ha organizzato con il nome “Boxing Night: 7 Matches”. La manifestazione ha richiamato un numeroso e caloroso pubblico, fra cui spiccava la presenza del giornalista sportivo Franco Ligas, notoriamente appassionato della “noble art”, che ha seguito con entusiasmo tutti gli incontri che si sono succeduti sul ring. In totale sono stati otto i combattimenti, di cui sette dilettantistici e uno professionistico (categoria Superpiuma), che vedeva di fronte il fiorentino Angelo Ardito e l’ungherese Tibor Meszaros. La vittoria è andata all’atleta locale per K.O. tecnico al termine della quarta ripresa, sancendo una superiorità che si è manifestata gradualmente con il passare dei minuti. Successo che ha “aggiornato” il tabellino personale di Ardito a cinque vittorie (di cui due prima del limite), un pareggio e tre sconfitte. Al termine della serata, il presidente della Pugilistica Isolotto, Mas-
di apprezzare. Soddisfatto il presidente Massimo Arcidiacono simo Arcidiacono, era visibilmente stanco, ma altrettanto soddisfatto: “È stata una bellissima serata di sport – ha commentato con una grande affluenza di pubblico e tutto è andato secondo le previsioni. Non nascondo un certo timore iniziale, visto che era il primo evento organizzato dalla nostra società, ma adesso posso godermi il risultato con tutti i miei collaboratori. Sono contento – ha aggiunto - per quanto messo in mostra dai nostri ragazzi e per la vittoria di Angelo”. Ecco anche tutti gli altri risultati della serata. Categoria 64 Kg: Tulli Riccardo (Pugilistica Livornese) batte ai punti Lepei Adrian (Sempre Avanti Firenze); categoria 69 Kg: Pianese Emanuele (Boxing Fusco) batte ai punti Marri Lorenzo (Pugilistica Isolotto); categoria 57 Kg: Nappa Nicola (Pugilistica Isolotto) match pari con Landi Fernando (Boxing Club Firenze); categoria 75 Kg: Casamassima Marco (Pugilistica Isolotto) batte per lancio della spugna al termine della prima ripresa Signorini Andrea (Boxing Fusco); categoria 60 Kg: Fantappiè Lorenzo (Pugilistica Isolotto) batte ai punti En-Aila Omar (Sempre Avanti Firenze); categoria 75 Kg: Lepei Dragan (Sempre Avanti Firenze) batte per ferita alla terza ripresa Rocchi Samuele (Boxing Fusco); categoria 75 Kg: Pagano Angelo (Pugilistica Isolotto) match pari con Sheshi Raffaello (Boxing Fusco).
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L’INTERVISTA. Il 28 marzo, all’Obihall, Alessandro Mannarino presenterà il suo ultimo album
Il romano amico dei minatori grossetani Giovane ma già apprezzato in tutta la penisola, il cantautore sta facendo
THE SARTORIA
parlare di sé ben oltre i confini della capitale. Ora torna in Toscana per
Dal cibo alla moda in un unico spazio
la seconda volta, dopo il concerto estivo a Fiesole. Prima, però, si racconta a Il Reporter: dall’amore per i teatri a quello che spera di fare da “grande” Ludovica V. Zarrilli
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n enfant prodige del pentagramma, così l’hanno definito in molti. Una di quelle voci, con quelle storie da raccontare e quello charme un po’ bohemien, che forse mancavano dai tempi del primo Vinicio Capossela. Alessandro Mannarino, classe 1979, sta mietendo vittime tra gli appassionati di musica d’autore, convincendo con i suoi brani un po’ scanzonati ma sempre accorti e profondi anche i critici più scettici. A Firenze arriva il 28 marzo, all’Obihall, dove presenterà le canzoni del suo secondo disco, Supersantos, che già avevano riscosso un gran successo la scorsa estate al Teatro Romano di Fiesole. Da romano doc, com’è il suo rapporto con Firenze e la Toscana? Sempre molto molto buono, il concerto a Fiesole dell’estate passata lo ricordo come uno dei più belli in assoluto. In più ho vari amici in Toscana, c’è una locanda speciale a Montemerano in provincia di Grosseto a cui sono molto legato, ho una bella amicizia col coro dei minatori di Santa Fiora che ho conosciuto grazie a Simone Cristicchi. Devo dire che professionalmente parlando gli organizzatori dei miei concerti in Toscana sono veramente in gamba. Ma, soprattutto, sono cresciuto ascoltando i Litfiba. Ieri al Teatro Romano, oggi all’Obihall: quali sono i luoghi dove un giovane cantautore ama esibirsi? I teatri sono bellissimi, amplificano i sentimenti e le emozioni. Poi ci sono i grandi spazi, dove l’atmosfera è completamente diversa. Comunque credo di preferire situazioni non dispersive. Poi però penso che il ristorante dove vai a cenare sia importante, ma prima ancora servono appetito, ingredienti buoni e una bella compagnia. È stato etichettato come una sorta di Trilussa della musica. Canta in romano senza dimenticare di dare quel guizzo sagace e allo stesso tempo profondo ai pezzi. Da cosa prende ispirazione?
Dal mondo che vivo, dalle esperienze che faccio, dai libri che leggo. Quando ha deciso che la musica sarebbe diventata la sua strada? A sedici anni, quando ho cominciato a suonare e a scrivere canzoni, ci ho fatto un pensiero. Dopo quattro anni ero completamente rapito dalla faccenda, quattro anni più tardi suonavo sempre, in giro, ovunque capitasse. Non sono andato a ritirare il diploma di laurea. Cinque
anni dopo ho registrato il mio primo disco. Ad oggi non ho ancora ritirato la laurea. Come si immagina tra dieci anni? E quali sono i progetti musicali per il prossimo futuro? Mi immagino di essere cresciuto, di essere più responsabile e meno incasinato di oggi, di avere dei figli e di avere capito alcune delle cose che oggi non capisco. I progetti musicali sono una colonna sonora e il prossimo disco.
LA KERMESSE. Riecco “Taste”, con suggerimenti, strumenti e incontri ad hoc
La Leopolda apre le porte ai gourmet G
ourmet di tutto il mondo, unitevi! Alla Stazione Leopolda torna, per il settimo anno consecutivo, “Taste”, la kermesse che mette il gusto al centro dell’attenzione. Eventi, novità, presentazioni, racconti e tutto quello che ruota attorno al mondo della buona cucina per tre giorni, dal 10 al 12 marzo, avrà come casa la stazione nei pressi di Porta al Prato, che per l’occasione si vestirà di tutto punto, per trasformarsi in un salotto per gourmand. Un evento imperdibile per gli appassionati di mangiare e star bene, dove si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato pubblico dei foodies. Cinque le sezioni in cui la kermesse è suddivisa, per meglio individuare le aree di interesse. Tour è il percorso alla scoperta e all’assaggio dei prodotti di 250 aziende, selezionate tra le produzioni di nicchia e d’eccellenza provienienti da tutta Italia. Tools accompagna i visitatori tra gli strumenti dello chef, ma anche quelli di chi ama stare tra i fornelli, tra oggetti di food & kitchen design, capi di abbigliamento, attrezzature e proposte innovative per la cucina. Non può
mancare all’appello uno Shop, vero e proprio department store di cibi esclusivi, dove sarà possibile acquistare tutto ciò che viene assaggiato durante il tour, ma anche ciò che ancora manca all’appello in una cucina degna di essere chiamata tale: oltre 1.500 prodotti in catalogo per più di 21mila pezzi venduti la scorsa edizione. Ma, se è vero che cucinare non significa solo fare esperimenti tra un fornello e l’altro, non può non esserci un Ring dedicato agli incontri, un’arena cultural-gastronomica orchestrata da Davide Paolini, il “Gastronauta”. Qui i protagonisti del mondo del cibo si sfideranno sui temi più caldi legati alla tavola contemporanea. In più, un ricco programma di eventi - mostre fotografiche, presentazioni di libri, gare di cucina - organizzati da Pitti Immagine e dagli espositori, accenderà i riflettori sui protagonisti del mondo del gusto. Dulcis in fundo c’è Fuori di Taste, il programma off del salone che accende la città e i suoi luoghi d’eccezione con cene e degustazini a tema, spettacoli e performance creative, eventi e modi nuovi di presentare il /C.G. cibo di qualità. Insomma, non resta che dire... buon appetito.
C’
è chi l’ha definito concept space, e chi multi-tasking. Secondo Paolo Manciocchi, art director di ThesARToria, è più “una succursale della discarica di Case Passerini, data la quantità di roba diversa che si trova accatastata dentro. E’ pur vero che può essere utilizzata per tutto, dalla cena con amici che sembra fatta a casa ma non lo è alla presentazione di un libro, dalla mostra al set fotografico fino a una sfilata”. Fughiamo ogni dubbio intanto; ThesARToria non è mai stata una vera e propria sartoria. Sì, il nome richiama tutto quello che è costume e cucito, ma il discorso in realtà è molto più ampio. Lo spazio nasce come un omaggio a tutto ciò che è fatto con le mani, artigianale. Ma come si è evoluto questo spazio creativo in una piccola stradina del centro com’è via San Zanobi? “E’ nato tutto per gioco, – continua Paolo – anticamente qui si trovava uno studio di grafica, prima ancora una piccola fabbrica, poi un laboratorio orafo e scuola di danza. La Fake Factory, attiva nel settore di video design e arte contemporanea rilevò lo spazio e a luglio del 2011 ci chiamò per sentire se avevamo idee su come sfruttare questo posto, troppo grande per adibirlo solamente a studio”. ThesARToria fondamentalmente è un parco giochi; il set fotografico viene usato regolarmente per i fini più disparati. “E’ uno spazio di formazione dove vogliamo attivare a breve una serie di corsi e workshop (trucco, acconciatura, modisteria, sartoria), è uno spazio di incontro dove ogni 15 giorni mi diverto a cucinare per chiunque voglia venire a passare del tempo insieme e magari partorire progetti culturali”. “Quando l’ho creata, insieme a Diana Ferri, che si occupa più della parte moda, fashion, costume l’ho pensata come un porto di mare, uno spazio più aperto possibile, dove poter coinvolgere con facilità fotografi, designer, architetti, costumisti o semplici curiosi. Anche sul fronte web vorrei fosse recepito così. Adesso abbiamo sì un sito, ma è statico, e il pubblico può solo ricevere informazioni, non parteciparvi; è per questo che stiamo mettendo su un sito internet gestito come un blog per avvicinare la gente e fare in modo che siano loro a intervenire sulle nostre attività”. “Non ci fermiamo solo a via San Zanobi; ultimamente abbiamo creato degli abiti per una ditta tedesca che produce tessuti che sono stati poi esposti in occasione di Pitti Uomo in uno spazio in via dei Fossi, il “10 Rosso”. E visto che non sappiamo stare con le mani in mano, collaboriamo anche con la scuola di danza jazz contemporanea capitanata da Maria Bazzani per alcuni eventi”. ThesARToria collaborerà anche al progetto “non sono clandestino” di Mark Abouzeid, /G.S. che diventerà una mostra fotografica.
cultura
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TRADIZIONE. Fino al 1750, a Firenze, il primo giorno dell’anno corrispondeva con l’Annunciazione
Capodanno? Si festeggia il 25 marzo Caterina Gentileschi
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on tutti lo ricordano, qualcuno cerca di andare indietro con la memoria e qualcun altro, a vedere gli sbandieratori in piazza della Signoria e il mercato in piazza Santissima Annunziata, si trova catapultato nel bel mezzo di una festa che non sa di preciso quali radici abbia. Per fugare ogni dubbio e raccontare una volta per tutte la genesi di una ricorrenza made in Florence, spieghiamo qual è la genesi del Capodanno fiorentino, che da secoli si festeggia il 25 marzo. La nascita di questa festa - che ha continuato a essere celebrata ufficialmente come il primo giorno dell’anno fino a tempi relativamente recenti e anche a dispetto dell’entrata in vigore del calendario gregoriano nel 1582, che fissava l’inizio dell’anno al primo di gennaio - affonda le radici nella tradizione cattolica della città di Florentia e al suo legame con la vergine Maria, strettissimo fin dall’antichità. Il 25 marzo, infatti, corrisponde alla data della visita dell’arcangelo Gabriele a Maria, che le diede l’annuncio della nascita di Cristo e che quindi corrisponde, in un certo senso, al “concepimento” di Gesù, esattamente nove mesi prima del parto. Ecco svelato l’arcano del Capodanno fiorentino, in occasione del quale, secondo la tradizione, arrivavano in città migliaia di persone dal contado, che si riversavano in piazza Santissima Annun-
ziata, dove si venerava (e i credenti la venerano tutt’oggi) l’immagine dell’Annunciazione nella quale il volto della vergine è stato, secondo la leggenda, dipinto dagli angeli. Probabilmente è questo il motivo per cui, anche a distanza di così tanti anni, si continua ad allestire un mercato nella piazza del centro. La stessa fiera doveva essere approntata già intorno al Trecento con la frutta e la verdura che servivano al sostentamento dei pellegrini, insieme ai fiori, alle candele e agli ex voto che venivano portati all’interno della basilica per celebrare l’occasione speciale. La tradizione dettata dal caparbio governo fiorentino andò avanti a lungo, anche a dispetto dell’editto che invitava a seguire l’anno gregoriano, e solo 168 anni più tardi, nel 1750, il granduca Francesco II di Lorena impose ai fiorentini di tarare le proprie abitudini su quelle del resto del mondo, riconoscendo nel primo giorno di gennaio il capodanno ufficiale. La notizia sconvolse la cittadinanza a tal punto che ancora oggi, sotto la Loggia dei Lanzi, è ben visibile una lapide che ricorda il momento del cambiamento. Nonostante ciò, ancora oggi a Firenze il capodanno della città continua a essere celebrato. Magari non tutti lo ricordano, magari non tutti capiscono il perché di trombe, cori e sbandieratori in piazza. Ma Firenze, lei sì che se lo ricorda. Non c’è dubbio.
In barba all’editto del 1582, che sanciva l’entrata in vigore del calendario gregoriano, la città del giglio ha continuato a celebrare una ricorrenza tutta sua, con una fiera e un fiume di pellegrini
PALAZZO STROZZI. In mostra le opere dei maestri che soggiornarono nel Belpaese
I pittori americani che amarono l’Italia I
forti legami fra vecchio e nuovo continente, nell’anno in cui si celebra il quinto centenario dalla morte di Amerigo Vespucci, sono alla base della mostra ospitata al piano nobile di Palazzo Strozzi fino al 15 luglio, curata da Carlo Sisi e Francesca Bardazzi. La mostra vuol studiare il rapporto dei pittori impressionisti americani con l’Italia e in particolare con Firenze a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo sino ai primi del XX. Il flusso di artisti americani verso l’Europa ebbe un notevole incremento dopo la fine della guerra di Secessione nel 1865, e fu costante fino all’inizio del Novecento. Centinaia di pittori approdarono a
Parigi e in Francia, altri studiavano in Germania. Anche l’Inghilterra, l’Olanda e la Spagna erano mete ambite. L’Italia rappresentava un polo di attrazione irrinunciabile per la gran parte di essi. Firenze, Venezia e Roma, per tradizione secolare, erano al centro del Grand tour ed erano luoghi mitizzati da coloro che volevano conoscere e studiare l’arte del passato, oltre a esercitare un forte fascino per il clima, il paesaggio, l’atmosfera, la gente. Per la prima volta, dopo le recenti mostre tenute in Francia e Inghilterra, in cui si è esplorato il rapporto degli artisti americani con quei paesi, saranno esposte le opere dei pittori americani
che accolsero il linguaggio impressionista e che soggiornarono in Italia. Nella mostra saranno rappresentati pittori che, pur non aderendo in maniera esplicita al nuovo linguaggio, furono maestri fondamentali per le generazioni più giovani: Winslow Homer, William Morris Hunt, John La Farge, $omas Eakins. Seguiranno i grandi precursori come John Singer Sargent, Mary Cassatt e James Abbott McNeill Whistler, che vantavano una forte componente cosmopolita. Il centro dell’esposizione sarà costituito dalle opere di artisti qualitativamente notevoli, e degni di essere conosciuti, che /B.B. soggiornarono a Firenze.
STROZZINA. Fino al 15 luglio nell’area dedicata al contemporaneo arriva l’esposizione che guarda al futuro
Sogni e aspirazioni dei nuovi artisti “made in Usa” E
siste ancora oggi il sogno americano? A svelarlo, a suo modo, è “American Dreamers. Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana”, mostra in programma alla Strozzina fino al 15 luglio. Un viaggio negli Stati Uniti, lo stesso paese che dall’11 settembre 2001 ad oggi ha visto cadere le proprie certezze di invulnerabilità e sicurezza. Allo stesso tempo, tuttavia, uno spirito di ottimismo, una capacità di immaginazione, una volontà di credere sempre in un futuro a lieto fine attraverso il lavoro e nell’esaltazione dei valori di libertà e uguaglianza di opportunità sono rimasti centrali nell’idea stessa di essere americani e di un sogno americano: una promessa di successo e felicità continuamente alimentata dall’immaginario hollywoodiano e dall’estetica delle campagne pubblicitarie delle grandi multinazionali. Fuggire dalla realtà diviene un modo per combattere la difficoltà del presente: una rottura psicologica con la realtà o la creazione di un’alternativa mi-
gliore diventano strategie per fuggire da minacce concrete come gli alti tassi di disoccupazione, la situazione finanziaria internazionale, le previsioni apocalittiche sull’ambiente. Gli undici artisti americani coinvolti nella mostra (Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp) ricorrono alla fantasia e all’immaginazione per attuare una rilettura personale della realtà o addirittura una fuga da essa, tramite la costruzione di mondi paralleli alternativi che esplicitamente rifuggono la “vera” realtà. Alcune opere condensano l’essenza del reale in sistemi miniaturizzati, altre si espandono nello spazio creando mondi in cui lo spettatore si potrà immergere, altre ancora si nutrono di immagini oniriche e fantastiche o riflettono su temi simbolici come la casa o la famiglia, ancora oggi centrali nella costruzione del /B.B. mito dell’American way of life.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
IRLANDA IN FESTA. In uscita il disco della band che diffonde la musica celtica in Italia
Un compleanno a suon di ninne nanne Ludovica V. Zarrilli
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inna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do... Come si addormentano i bambini del terzo millennio se le mamme non ricordano più i vecchi stornelli, da bisbigliare cuore a cuore vicino alle culle dei piccini? Da qui sono partiti i Whisky Trail, celebre band fiorentina che da trentasette anni a questa parte fa della musica irlandese una vocazione, per dare vita al loro nuovo disco. Un disco che non è propriamente un album dei loro, ma un tributo al cuore e all’anima del gruppo, Giulia Lorimer, che quest’anno spegne 80 candeline e continua - con una grinta e una passione invidiabili - a dare voce ai Wisky Trail, a suonare il violino e a ballare tra palcoscenico e pubblico al suono di flauti e arpe celtiche. Nana’s Lullabies - questo il titolo del cd che uscirà in occasione dell’edizione annuale di Irlanda in Festa, dal 13 al 17 marzo all’Obihall - è una raccolta di nenie provenienti dai vari Paesi del globo, dagli Stati Uniti alla Scozia, dall’Irlanda alla Norvegia fino alla nostra Italia, da cui provengono le balie che hanno accudito i bambini
la formazione dei
Whisky trail
al completo
In occasione del festival i Whisky Trail presenteranno la raccolta “Nana’s Lullabies”, per celebrare gli ottant’anni di Giulia Lorimer, voce e anima del gruppo fiorentino
della famiglia Lorimer. “Un giorno mia nipote mi scrisse - spiega Giulia Lorimer, che ha cinque tra fratelli e sorelle, undici figli e ben 22 nipoti chiedendomi quale ninna nanna potesse cantare alla sua bambina”. E da lì è nata l’idea di creare una raccolta che desse spazio alle canzoncine di tutti i Paesi in qualche modo vissuti dalla cosmopolita famiglia Lorimer, che nel Novecento ha attraversato gran parte del globo. “Mi ha aiutato tutta la famiglia, mi hanno mandato filastrocche e ninna nanne”. Il risultato sono canzoni che rubano l’anima e riportano in auge tempi andati, “il tutto reinterpretato in chiave Whysky Trail”, racconta Stefano Corsi, altra colonna portante del gruppo. “Una delle canzoni - continua Giulia - è stata rimasterizzata mettendo insieme le voci di mia madre, oggi scomparsa, la mia e quelle di una delle mie figlie e di una nipote, in una sorta di canto transgenerazionale”. In occasione di Irlanda in festa la band presenterà anche la ristampa di uno dei suoi dischi più famosi, “The great Raid”, e si esibirà sul palco insieme a due amici di vecchia data, Vincenzo Zitello, il più importante suonatore di arpa celtica in Italia, e Andy Irvine, fondatore del gruppo musicale Planxty.
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agenda
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L’INIZIATIVA A teatro Kore. La ragazza indicibile Dal 20 al 25 marzo
Teatro della Pergola
La Fondazione Teatro della Pergola affianca la produzione del nuovo spettacolo di Virgilio Sieni, al prossimo debutto in prima nazionale proprio a Firenze il 20 marzo, per valorizzare una delle realtà produttive più consolidate del territorio e per rinnovare la tradizione di un dialogo trasversale tra le arti. Kore si ispira al testo del filosofo Giorgio Agamben La ragazza indicibile dedicato al mito di Persefone. Un manifesto sulla femminilità, ma anche l’impulso a superare tutto ciò che è umano lasciando intravedere il viaggio ininterrotto dell’uomo. Madoff 30 e 31 marzo
Teatro Everest In questo monologo scritto a quattro mani, il Bernard Madoff immaginato da Patrick Duquesne e Dimitri Frosali si confessa. Solo e abbandonato nella sua cella, vorrebbe sapere cosa non ha funzionato: eppure il gioco che aveva messo a punto era infallibile. Ma mentre parla, ci fa scoprire le vere intenzioni del suo gesto… La sua vita è cambiata in un attimo, proprio quando era all’apice della ricchezza e della gloria. Un bug nel suo codice genetico? Una depressione borsistica inattesa? Non si sa, ma comunque, ad un tratto, l’universo di questo principe della finanza si rivelò fittizio e sopravvalutato.
temporanea con le sue passioni e le sue contraddizioni. In un viaggio a ritroso, dalla silenziosa e dolente solitudine al fragore e al clamore delle pagine composte e percorse in tutta una vita.
(tastiere), Diana Winter e Chiara Vergati (vocalist).
In consolle
Dopo due anni di assenza dalle scene Laura Pausini ritorna con un nuovo disco dal titolo ‘Inedito’ uscito l’11.11.2011. L’album è stato anticipato dal singolo “Benvenuto” subito seguito dal secondo singolo “Non ho mai smesso”. Il tour partito da Milano lo scorso 22 dicembre sta riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo. Laura sarà impegnata per tutto 2012 che la vedrà protagonista assoluta dei più importanti palchi italiani e internazionali: tra le date in programma infatti sono previsti concerti a San Paolo in Brasile, Panama, Buenos Aires, e poi Vienna, Berlino, Parigi, Amsterdam… Un tour molto ricco e molto impegnato che giustificherà sicuramente questi due anni di assenza dalle scene musicali. Laura sarà in tour con la sua storica band capitanata da Paolo Carta alle chitarre e direzione musicale, i fratelli Emiliano e Matteo Bassi rispettivamente alla batteria e al basso, Bruno Zucchetti al piano e Roberta Granà con Gianluigi Fazio ai cori. Due le nuove figure che entrano a far parte della squadra di Laura: Monica Hill ai cori e Nicola Oliva alle chitarre.
Local heroes 15, 22, 29 marzo
Logic
Per il 15 marzo in programma due nomi particolarmente “freschi”. I fiorentini Esercito Ribelle, che presenteranno in anteprima il loro rabbioso esordio “Street Album” ed i capitolini Roma Underground, già capofila di una nuova generazione di mc della capitale. Il pretesto dei compleanni di Davide ed Andrea Mi, instancabili maneggioni di tutto quanto è “altra” musica nel territorio toscano, è invece una splendida scusa per ascoltarsi, nella serata di giovedì 22 marzo, l’ottimo funk proposto da Fonx e Pzzo. Scusa peraltro non necessaria data la riconosciuta esperienza della coppia, autori di una celebre one night pisana, “Black Friday” e dj per lo show radiofonico “Ritmo”. L’ultimo appuntamento del mese (giovedì 29) è dedicato all’etichetta Fresh Pump che questo mese presenterà due nuovi nomi: Dolo e Big Nooze. A fare gli onori di casa spetterà come al solito a Pumpy Flex.
Spettacoli Giorgia 13 marzo
Nelson Mandela Forum
Torta al cioccolato 21 e 22 marzo
Teatro Puccini Un’attrice e un pianista si confrontano, si misurano, si accordano come due strumenti. Sulla scena vuota solo qualche leggìo. Fra un valzer di Schubert e un preludio di Chopin emergono, come brani di un concerto, memorabili personaggi femminili, intensi, commoventi e nello stesso tempo esilaranti. Non si fa in tempo ad affezionarsi alle sorti di Betta, alla ricerca di un gesto d’attenzione che la faccia sentire amata, uscita dalla penna di Linda Brunetta, che si trasforma in zia Ermelinda, in nonna Alfonsa, nella maestra d’asilo di “Casalinghitudine” dal libro di Clara Sereni. Tante figure di donne, eroine del quotidiano in cui ogni donna trova un pezzetto di sé. Mi chiedete di parlare 27 marzo/1 aprile
Teatro della Pergola
Monica Guerritore è Oriana Fallaci nell’omaggio ad una donna che ha scritto la cronaca della storia con-
Giorgia ha ideato lo show del nuovo tour partendo dalla musica, con un’attenzione particolare verso i suoni del nuovo disco. Per il pubblico quasi due ore di concerto con una scaletta che non mancherà di sorprendere: le nuove canzoni dell’album ‘Dietro le apparenze’ eseguite per la prima volta dal vivo e sicuramente ‘classici’ come Di sole e d’azzurro, Gocce di memoria, Come saprei. Un concerto pop con una base funkyblack sostenuta da una band con un’energia pazzesca capeggiata dall’insostituibile Sonny Thompson (basso, voce e direzione musicale), Mike Scott (chitarre), Mylious Johnson (batteria), Claudio Storniolo (piano e tastiere), Gianluca Ballarin
Laura Pausini 18 e 19 marzo
Nelson Mandela Forum
(tastiere) e ancora alla chitarra Simon Townshend, fratello del leggendario chitarrista di The Who, Pete Townshend.
Note e parole per il Risorgimento
Cesare Picco 27 marzo
Teatro Puccini Blind Date, un inaspettato appuntamento al buio con la musica. Un concerto unico nel suo genere, dove il pubblico potrà ascoltare la musica creata durante il concerto, da Cesare Picco, nell’oscurità più totale. Ascoltare in questo modo la musica di Cesare Picco porta a stravolgere l’uso comune dei sensi; perdendo gli abituali punti di riferimento ci si scopre inaspettatamente più pronti a recepire altre sensazioni, a scoprire nuove condizioni di ascolto personale. Blind Date, oltre a essere un concerto in cui la musica nasce nel buio, totalmente improvvisata dall’artista, unico nel suo genere, è un’esperienza che porta l’ascoltatore dritto al centro della musica e di se stesso. E’ un’occasione per emozionarsi, abbandonare i propri timori ed entrare in una nuova dimensione: il buio. Fiorella Mannoia 28 marzo
Nelson Mandela Forum
Roger Daltrey 20 marzo
I
l Conservatorio “Luigi Cherubini” ha organizzato anche quest’anno “Vetrina di libri”. Un rilievo speciale sarà riservato alla presentazione di due pubblicazioni: “La musica nel Risorgimento” di Raffaello Monterosso, ristampa in occasione del 150° anniversario dell’Unità nazionale, edizioni Logisma, e “Addio mia bella, addio… la storia del Risorgimento tra parole, immagini e musica”, di Anna Lanzetta. Relatori, per il libro di Monterosso, Maria Adelaide Bartoli Bacherini, già responsabile della Sala Musica della Biblioteca Nazionale, e Marcello de Angelis, docente di Storia della Musica all’Università di Firenze e presidente della commissione scientifica “Accademia Florentia Mater”, cui si deve la riedizione e la cura del testo. Per l’opera di Anna Lanzetta, il direttore dell’Ansas Francesco Verzillo. Non a caso è stata scelta per questi due libri la data del 17 marzo (alle 17 a Villa Favard). Parteciperà la Filarmonica “V. Bellini” di Scandicci. L’incontro /B.B. sarà introdotto da Eugenio Giani.
IL FESTIVAL
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Roger Daltrey, voce e icona di The Who, annuncia un tour europeo nel quale eseguirà dal vivo dall’inizio alla fine la leggendaria opera rock della band, “Tommy”, un’impresa mai portata in scena nemmeno dagli Who medesimi. Oltre alla musica maestosa di Tommy, i fan ogni sera ascolteranno anche una selezione degli storici brani degli Who e altra musica composta da Roger Daltrey nel corso della sua straordinaria carriera. Contenuti video di grande impatto accompagnano la musica in quello che promette di diventare un’esperienza indimenticabile sia per i fan di vecchia data sia per i nuovi adepti, che hanno scoperto solo in anni più recenti THE WHO e Tommy, opera fra le più acclamate e simboliche del rock mondiale, un album letteralmente transgenerazionale che da decenni continua ad esercitare sul pubblico la medesima fascinazione. L’esperienza live di “Tommy” prenderà vita ogni sera sul palco nella vibrante complessità sonora creata da Roger Daltrey, accompagnato in questo progetto da una band composta da musicisti di assoluto rilievo: Frank Simes (chitarra), Scott Deavours (batteria), Jon Button (basso), Loren Gold
Conservatorio Cherubini
“O flos colende”
Santa Maria del Fiore e la musica sacra
Dopo il successo dell’album “Ho imparato a sognare”, del cd dvd live “Il tempo e l’armonia” e del tour acustico che l’ha vista protagonista per tutto il 2010, é uscito il 24 gennaio 2012 “Sud”, il nuovo disco di inediti di Fiorella Mannoia (pubblicato da Sony Music). Il lavoro vede collaboratori nuovi (Frankie Hi NRG, che firma “Non è un film”, cui la Mannoia accenna un rap) e storici come Ivano Fossati, autore delle musiche di “Se solo mi guardassi”. Luca Barbarossa firma invece “Luce”, mentre l’album si chiude con una rilettura del brano classico del repertorio di Astor Piazzolla “Vuelvo al sur”, riadattata come “Torno al sud”. “Quando l’angelo vola” e tutto l’album sono dedicati a Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso assassinato nel 1987 dopo avere tentato di modernizzare il suo paese, rifiutandosi di pagare il debito con l’occidente.
B
en sette appuntamenti, sei concerti e una santa messa celebrata dal Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori contrappuntata da musiche di Mozart, scandiscono il calendario 2012 di “O flos colende” (21 marzo - 17 settembre). L’appuntamento per il mese di marzo è fissato per il 21 (alle 21,15 nella basilica di Santa Maria del Fiore) con la proposta della grandiosa e stereofonica Messa sopra l’Aria di Fiorenza di Girolamo Frescobaldi, pagina legata a Firenze e sorta di emblema della famiglia de’ Medici: il motivo musicale che la percorre è infatti l’Aria di Fiorenza (detta anche Ballo del Granduca), brano celeberrimo che Emilio de’ Cavalieri aveva utilizzato nell’ultimo degli intermedi de La Pellegrina, durante i fastosi festeggiamenti per le nozze del Granduca Ferdinando I e /B.B. Cristina di Lorena, nel 1589.
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inChiesta sulle “auto bianChe” e Costo delle Corse, la Parola a un tassista Gentilissima redazione de “il Reporter”, vi contatto per aiutarvi a fare buona informazione riguardo al servizio taxi di Firenze. L’occasione mi si è presentata dopo aver letto l’ultima edizione con l’intervista, al riguardo, del vicesindaco Dario Nardella e con “l’inchiesta” “Ma quanto costa viaggiare in taxi”. Forse la miglior cosa dopo aver sentito i clienti è interpellare un tassista. Eccomi qua a vostra disposizione. Mi presento. Mi chiamo Santi Francesco, tassista dal Gennaio del 1995, la mia sigla Radio Taxi è MILANO 12 e sono socio dal ‘95 della cooperativa SO.CO.TA., Licenza Taxi del Comune di Firenze n°493. Non voglio entrare in merito all’intervista al vicesindaco con il quale mi confronterò nelle dovute stanze di Palazzo Vecchio, come ha sempre fatto la categoria dei tassisti. Ma voglio entrare nel merito dell’inchiesta “Ma quanto costa viaggiare in taxi”. Il primo esempio che riportate è: “il taxi che li ha accompagnati da Soffiano alla stazione di Santa Maria Novella gli ha scucito 26.8 euro”. Non è che il taxi (tassista) gli ha scucito ma gli è costato 26.8 euro. Perché come si può ben capire qualche fattore ha influito sul costo. Come? Faccio delle supposizioni. Visto che i clienti partono per una vacanza, magari hanno dei bagagli (costo 1 euro a bagaglio), magari hanno chiamato il taxi tramite Radiotaxi (diritto di chiamata 1.96 euro). Forse la chiamata è stata prima delle 6 del mattino (supplemento notturno automatico sul tassametro dalle 22 alle 6), forse è dopo le 6 ma in giorno festivo (supplemento automatico sul tassametro). Forse hanno fatto attendere il taxi per qualche minuto (il tassametro viene attivato dal tassista all’arrivo della destinazione di prelievo del cliente). Forse l’orario in cui hanno preso il taxi è in concomitanza con l’ingresso delle scuole, quindi traffico davanti alle stesse e venendo da Soffiano visto che non esi-
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Marzo 2012
stono corsie preferenziali il taxi è nel normale traffico, e sia Via di Soffiano che Via Pisana non sono certo autostrade dove di norma si scorre che è una meraviglia. Poi c’è da attraversare l’Arno, dove sul Ponte alla Vittoria spesso c’è traffico che si immette sui Viali di Circonvallazione. O forse il tassista, vista la conoscenza della mobilità, decide di attraversare il Ponte Vespucci per poi arrivare al semaforo tra Orti Oricellari e Via della Scala, dove spesso non basta un turno di ROSSO ma si deve aspettare il secondo VERDE. O forse il tassista decide di attraversare il Ponte alla Carraia per poi fare Via del Moro dove basta il minimo intoppo per rimanere bloccati. Tutto questo lo dico perché come tassisti saremmo degli stupidi ad aver accettato la corsa a prezzo fisso per l’Ospedale di Torregalli a 15 euro, dalla stazione Santa Maria Novella, che è oltre Soffiano. Un altro esempio che riportate: “un’altra coppia in arrivo da Coverciano ha sborsato 16.7 euro”. Non ha sborsato ma ha speso. Se si entra nel merito forse Coverciano è più distante di Soffiano dalla Stazione di Santa Maria Novella, ma con una sostanziale differenza. Fatte tutte le supposizioni come prima c’è da ricordare che da Coverciano alla stazione SMN ci sono corsie preferenziali dove il taxi è agevolato nella percorrenza sia che si passi dal Viale dei Mille sia passando dal cavalcavia di Piazza Alberti. Conclusione? Il fattore più inquinante dei costi sul taxi è il TRAFFICO. Con riferimento agli altri esempi di servizi in cui le corse sono svolte all’interno del centro storico (area UNESCO) c’è da dire che con le pedonalizzazioni, che a noi tassisti piacciono, aumentano i tempi di percorrenza e le distanze, e siccome la spesa è direttamente proporzionale alla percorrenza e al tempo, più si deve percorrere, maggiore è la spesa. Come il costo della vita è direttamente proporzionale ai costi di dove si vive. Non per niente un appartamento a Firenze costa tot. a metro quadro mentre a Sesto Fiorentino (senza niente togliere al Comune di Sesto) costa tot. a metro quadro. Detto tutto ciò gradirei un incontro con la vostra giornalista Natalia Binagli per una intervista o magari per un invito a passare qualche ora sul taxi MILANO 12 per simulare alcuni servizi in modo da vedere insieme quali sono i problemi che influiscono in modo negativo sul costo dei taxi a Firenze. In attesa di una vostra cortese risposta vi auguro buon lavoro. Francesco Santi Taxi “Milano 12” Gentile signor Santi, prendiamo atto delle sue “supposizioni” sui fattori che hanno determinato i prezzi delle corse in taxi rilevati nel corso della nostra inchiesta. Lasciando da parte la questione dei termini utilizzati nell’articolo pubblicato su Il Reporter (“sborsare” o “spendere” che dir si voglia, quello che ai cittadini interessa – e quello che abbiamo cercato di rimarcare nel nostro servizio - è l’ammontare del costo della
corsa), accettiamo il suo invito. Saliremo volentieri sul suo taxi, per capire “dal dentro” quali sono i problemi del vostro lavoro e per continuare a far luce su cause e concause che determinano i prezzi delle corse in città. I nostri lettori potranno vedere il servizio che realizzeremo sul nostro sito, www.ilreporter.it. MF Cani e sPorCo lungo le strade, “i Problemi di noi Padroni” Buongiorno. È da molto tempo che anche io leggo il vostro giornale, e mi pare che sia uno dei pochi che fa informazione senza vincolo di nessun tipo. Ho letto ed apprezzato la lettera del Sig. Fantozzi in merito alla sporcizia di alcuni proprietari di cani, e mi trovo in toto favorevole alla denuncia fatta dal lettore. Vorrei però portare a conoscenza della redazione un altro problema secondo me conseguenza del primo (tralasciando l’ignoranza radicata nell’animo di alcuni padroni), ovvero: la mancanza assoluta di aree attrezzate per lo svago dei nostri beneamati, e non seconda la mancanza di distributori di sacchetti di plastica atti proprio alla raccolta degli escrementi. Questo è ovvio non deve far passare inosservata la “mancanza di alcuni padroni” nel non raccogliere il dovuto, ma mi pare che sia ingiusto anche generalizzare il problema e rendere tutti dei colpevoli. Dovete sapere che io abito a Ponte a Greve, e dietro casa mia vi è un giardino dove ovviamente “i cani non sono ammessi” e purtroppo mi sono dovuto confrontare anche con molti abitanti del quartiere sul fatto di non poterceli portare, le accusa svariavano da: MALEDUCATO, INCIVILE, CI SONO I BAMBINI, SI SPORCANO, E IL CONTO DELLA LAVANDERIA? e quant’altro, ma riflettendo per tutta risposta ho sostenuto il fatto che preferisco che un bambino si sporchi con un po’ di cacca di cane, piuttosto che si tagli con pezzi di vetro di bottiglie spaccate solo per il gusto di farlo, o peggio ancora che il bimbo si buchi con qualche siringa lasciata a giro. Comunque da adesso in poi dovrò portare il mio cane sull’argine della Greve, dove qualcuno lascia polpette avvelenate lungo tutto il corso della stessa! Sì è vero, noi proprietari dei cani siamo degli incivili.... Gli altri no eh? Grazie del tempo che avete dedicato alla lettura delle mie quattro righe, Lorenzo Dragoni tavarnuzze e gli orari delle farmaCie A Tavarnuzze ci sono due farmacie, bellissime, attrezzatissime, molto funzionali con Dottori gentili e preparati ma... ahimè è assolutamente problematico aver bisogno di medicinali da banco il sabato pomeriggio! Purtroppo per star male non c’è la regola del “fino a sabato mattina” e allora che dobbiamo fare? Se hai la possibilità di prendere la vettura vai a Impruneta o al Galluzzo oppure a.... altrimenti aspetti il lunedì!! Da profana mi viene spontanea una domanda: ma per-
ché le due farmacie non fanno un turno di apertura a rotazione per il sabato pomeriggio e la domenica? Ringrazio per l’attenzione e per l’eventuale risposta. Daniela “le mie (dis)avventure da Possessore di uno sCooter elettriCo” Sono un possessore di veicolo elettrico, nella fattispecie uno scooter che da più di 5 anni mi ha portato a spasso per Firenze ma non troppo oltre, a causa della limitata autonomia. Venuto a sapere dell’installazione di nuove colonnine di ricarica nel comune di Sesto Fiorentino nonché presso il centro commerciale I Gigli, ho sentito espanso il mio raggio di azione. Vero che per raggiungere quelle località devo usufruire di buona parte dell’autonomia del mio mezzo, la presenza di una colonnina che lo ricarichi mentre vi “soggiorno”, le rende particolarmente appetibili. Trovatomi al centro commerciale mi sono informato sulle modalità di usufrutto di questo servizio. Davvero semplice. Ci si reca al punto assistenza e si compila un modulo per farsi “prestare” un adattatore che serve a prelevare l’energia dalle colonnine provviste di una presa di sicurezza chiamata SCAME, uno standard creato apposta per i veicoli elettrici. Questo perché la maggior parte dei caricabatterie sono provviste della classica spina da elettrodomestico. Un addetto alla sicurezza ci apre la colonnina e con questo adattatore si collega la spina del proprio caricabatteria all’adattatore per poi inserire il tutto in una delle due prese nella colonnina. Dato che in Firenze ci sono già colonnine con presa SCAME, so di avere già quel cavo quindi una bega in meno. Un bel giorno mi reco al centro commerciale con l’intenzione di mettere in carica lo scooter durante lo shopping. Mi reco presso il banco di accoglienza per farmi dare l’adattatore. La ragazza dietro il bancone si trova a mal partito perché alle 19:00 il banco di accoglienza clienti chiude e gli adattatori devono essere restituiti entro quell’orario. Si marca male se arrivo alle 18:30. Mi torna però in mente di avere anche il cavo per la presa SCAME di cui sono dotate le colonnine perciò decido di provare. Parcheggio nei pressi della colonnina che trovo aperta e collego il cavo dello scooter alla presa..... Nulla, la presa non eroga corrente. Guardo il pannello dietro la colonnina e vedo che è regolarmente alimentata. Questo significa che il cavo non funziona. Lo stesso cavo regolarmente utilizzato su colonnine analoghe in Firenze e Scandicci e tutt’ora funzionante. Constatata l’incompatibilità della mia spina risalgo sul mio scooter e a filo di gas raggiungo l’Ipercop di Sesto Fiorentino ove dalla sua apertura sono presenti diverse colonnine perfettamente funzionanti ma sopratutto compatibili con la mia spina SCAME. Mentre lo scooter è in carica faccio la mia spesa e vi resto fino all’orario di chiusura. Riassumendo, la colonni-
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it l’arno e l’abbandono delle sPonde Spettabile Redazione, ho molto apprezzato l’articolo della giornalista Carolina Natoli su “Reporter” del Febbraio 2012, pagina 22 e condivido pienamente quanto da lei scritto circa l’abbandono della sponda d’Arno accessibile dal Lungarno Soderini sotto il ponte Vespucci. Non si potrebbe aggiungere - a quanto già provvede l’Amministrazione Provinciale all’Ambiente - ad effettuare una pulizia periodica come avviene per le strade cittadine? Inoltre non si potrebbe dragare quel tratto d’Arno sotto il ponte Vespucci in particolare intorno ad uno dei piloni del ponte e togliere tutta quella sporcizia che tanto deturpa la vista a chiunque si affaccia sull’Arno? Grazie e cordiali saluti. F.P.S.
Caro lettore, l’Arno, si sa, è da sempre croce e delizia dei fiorentini. Non importa stare qui a ripetere come proprio dall’Arno sia scaturita, il 4 novembre 1966, una delle più gravi tragedie della storia recente della città, e non importa nemmeno ripetere come – a maggior ragione da quella data, che resterà scolpita per sempre nella memoria di tutti – la sicurezza del fiume sia il primo pensiero che viene in mente quando si parla di Arno. Non si può prescindere da questo: la sicurezza del corso d’acqua è e deve restare la priorità, perché i drammi del passato – che capita purtroppo di vedere accadere sempre più spesso in altre città d’Italia e non solo – non si ripetano mai più. Detto questo, c’è però da considerare anche l’altra “faccia” dell’Arno, quella del valore e dell’opportunità che il fiume rappresenta per Firenze. Una delle più belle “cartoline” della città è senz’altro quella che vede il “serpentone” d’acqua tagliare in due il centro, attraversato di tanto in tanto da uno dei suoi ponti, tra cui una delle opere che tutto il mondo (giustamente) ci invidia, Ponte Vecchio. Ma l’Arno, per i fiorentini, non è e non dovrebbe essere solo “orgoglio”, bensì anche un’ulteriore opportunità per vivere sempre più la città. A giro per il mondo non mancano esempi di spazi “regalati” alle varie città ricavati proprio lungo le sponde dei fiumi di turno, spazi dove fare sport, ritrovarsi e trascorrere qualche ora a contatto con la natura. Spazi – chi ha avuto modo di vederli lo sa – apprezzatissimi dagli abitanti. E anche per Firenze – tenendo ovviamente conto delle peculiarità del luogo e senza dimenticare l’aspetto della sicurezza – la strada deve essere questa. Non sono mancati, in passato, i progetti per recuperare le sponde, né mancano idee per il futuro. Idee e progetti da studiare e portare avanti, per fare sempre più dell’Arno un protagonista (positivo) della vita della città. Nel frattempo non deve però essere dimenticato un altro aspetto fondamentale: quello della pulizia. Che, come il nostro servizio ha mostrato, in più punti lascia davvero a desiderare. Il fatto che alcune sponde non possano essere (al momento) vissute non giustifica ovviamente il loro abbandono, e non è soltanto una questione estetica. L’Arno merita più di questo. E i fiorentini meritano più dal loro fiume. Ben vengano, in conclusione, novità: noi, nel frattempo, continueremo a monitorare la situazione. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it na sita nel centro commerciale “I Gigli” funziona solamente negli orari di apertura del banco di accoglienza clienti. È ragionevole ipotizzare che le colonnine recentemente installate a Sesto Fiorentino abbiano la stessa limitazione. Chi viene da Firenze deve essere registrato e deve collegarsi alle suddette mediante un adattatore con i conseguenti rischi di sicurezza elettrica. Per usufruire delle diverse tipologie in Firenze ho tre tipi di cavi a bordo del mezzo: uno con la spina Schuko (quella tonda da casa detta “tedesca”), uno con la spina blu (quella industriale da cantieri) e l’ultimo con la
spina SCAME, presente nelle colonnine di ultima generazione come quelle recentemente installate a Sesto Fiorentino in Centro e alla Stazione FFSS, spina che dovrebbe soppiantare tutte le altre in quanto più sicura. In quest’ultimo caso, per ottenere l’erogazione di energia, all’interno di questa spina sono applicati due semplici componenti reperibili in qualunque negozio di elettronica e non hanno niente a che vedere col fantomatico “chip” pubblicizzato sui siti dei comuni di Campi Bisenzio e Sesto e che consente solo alle persone registrate di accedere alla corrente. Il mio primo pen-
siero è che mi ritroverò con un cavo in più sotto la sella. Ripeto, non faccio uso di adattatori per motivi di sicurezza elettrica e per limitare il rischio di furto dei medesimi. Un tipo di presa, un cavo. Le varie iniziative create per incentivare l’adozione di questi mezzi falliscono per vari motivi che si possono riassumere in due cause principali: troppi paletti e poca tutela. Nella prima rientra l’evento di cui sono stato protagonista o vittima se vogliamo. Ci voleva tanto per rendere le colonnine compatibili con quelle già regolarmente installate a Firenze? In merito alla poca tutela non posso accusarvi di nulla salvo prevedere quanto già visto a Firenze e/o Scandicci: spazi di sosta e ricarica, se ci sono, nascosti o ricavati in zone che non servono a nessuno. Tanto per non rubare il posto ai mezzi tradizionali. Ho una lista con gli indirizzi delle colonnine ma quando mi reco in una località che non ho mai visitato, magari lontana da casa e con le batterie agli sgoccioli, a volte ho molta difficoltà a trovarla perché ricavata in un buco che neanche un GPS la trova. L’esempio che mi viene più in mente al momento è Via Torta a Firenze, una viuzza semisconosciuta e quasi invisibile che sbocca nella più famosa Piazza S.Croce, davanti alla quale c’è un parcheggio per Taxi ma non un altrettanto visibile colonnina di ricarica. Sarebbe logico invece destinare posti privilegiati e in vista a veicoli che almeno a parole si intende incentivare. A parte la presenza dell’armadietto con le prese queste aree sembrano piccoli parcheggi per mezzi a due ruote. Non mi stupisce il fatto che recandomi a ricaricare il mio scooter elettrico non trovo posto perché occupato da mezzi non elettrici in barba al divieto di sosta. Più volte ho telefonato alla Polizia Municipale per segnalare il fatto e altrettante volte ho scritto al Comune di Firenze per suggerire di destinare due agenti (solo due) che si facciano il giro delle colonnine un paio di volte al giorno. I loro stipendi si ripagherebbero con le multe e le rimozioni e ne avanzerebbe. Per citare un esempio, l’impianto fotovoltaico di ricarica veicoli elettrici in Piazza Ghiberti inaugurato in Pompa Magna nel 2009. Basta andarci a qualunque ora per vedere in sosta solo veicoli non elettrici. Se un conducente di un veicolo tradizionale in assenza di un posto può parcheggiare impunemente dove è riservato ai veicoli elettrici, chi glielo fa fare di comprare uno scooter “a pile”? A Scandicci dove ho passato l’infanzia, ricordo quando andavo con mia madre al mercato in Piazza Togliatti, notavo con quanta solerzia la Polizia Municipale (allora si chiamavano Vigili Urbani) multava e faceva rimuovere i veicoli che sostavano nei posti riservati, ai disabili per esempio. Tornato allo stesso mercato da adulto non noto più la stessa solerzia, figurarsi per quattro motorini su dei posti che non occuperebbe nessuno. Più volte ho sostenuto che per incentivare l’uso dei veicoli elettrici bisogna privilegiarli e tanto. Bisogna capire che
pur essendo puliti, sono lenti e hanno una autonomia molto inferiore a quelli tradizionali. Cosa si può pensare di fare per incentivare l’acquisto di veicoli così limitanti se non offrendo privilegi quasi al pari delle biciclette? Allora diamogli accesso alle corsie preferenziali, alle piazze del centro e se necessario concediamo l’accesso alle piste ciclabili se la strada principale è intasata. Bisogna fare in modo che chi potrebbe fare il passo ma non lo vuole, si trovi a pensare: “È mezz’ora che giro a caccia di un parcheggio e c’è solo il posto riservato ai ‘frullatori’. E se lo comprassi anch’io?” oppure “Azz. Non posso entrare da quella parte. Perché lui sì e io no? Ah è elettrico”. Invece se per esempio si parcheggia nelle aree di ricarica durante la pulizia strade (non è uno sfizio ma una necessità) si viene multati. Un tempo avevamo accesso quasi totale alle zone pedonali, bastava tenere una condotta corretta nei confronti dei pedoni cui si girava intorno. Oggi di quell’ordinanza non c’è traccia. Sto seriamente pensando di tornare a inquinare. Almeno non mi sentirei preso per il..... Cordiali Saluti Maurizio Baccetti traffiCo e Caos in via faentina, “una Possibile soluzione” Finalmente qualcuno si accorge del budello che è la Faentina specie nel tratto indicato nell’articolo di Barbara Fanini, ma non si ha mai il coraggio di parlare dei rimedi, basterebbe fare un ponticello sul Mugnone a monte verso lo slargo dove c’è il capolinea dell’Ataf, raccordarsi con via Boccaccio e da via Boccaccio si risalirebbe verso il Mugello e dalla Faentina si andrebbe a senso unico verso Firenze. Il problema sarebbe sistemato sempre che si riesca a superare le obbiezioni di tanti presunti ambientalisti sempre pronti per il non fare, mai costruire ecc... e mantenere magari quei bei pini marittimi, alberi pericolosissimi in città per la caduta di rami con neve o gelo fregandosene se ci sono problemi per la strada stretta. Cordialmente, G. Periz i semafori di viale etruria Proposta a costo zero che fa risparmiare i fiorentini e riduce l’inquinamento: su viale Etruria ci sono ben 3 semafori pedonali nell’arco di pochi metri, accesi sempre! Questo comporta che tutti quelli che ci passano devono consumare prima freni, poi più benzina per ripartire (oltre a quella dell’attesa). Un semaforo è per la scuola, serve poco, all’apertura e alla chiusura (praticamente 23h inutilmente), gli altri 2 sono per le aziende (almeno 12h sprecate). Sui semafori sono già installati i pulsanti della richiesta pedonale. Attivarli comporterebbe oltre ai vantaggi di cui sopra anche un risparmio di corrente al Comune. Qualcuno sa il motivo di questi costi? È possibile migliorare? Giovanni Buzzarello
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TERRATETTI FIRENZE BAGNO A RIPOLI , Osteria Nuova, appartamento in delizioso terratetto con ingresso indipendente e giardino.ottime condizioni composto da cucina abitabile, sala doppia, 3 matrimoniali, 2 bagni, meravigliosa taverna di 90 mq ,cantina.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 560.000,00 trattabili ☎335 7678437 - 331 8532086 BAGNO A RIPOLI terratetto composto da cucina abitabile con balcone, sala con camino, 3 camere, bagno, soffitta, garage.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 390.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 BOLOGNESE delizioso terratetto completamente ristrutturato, composto da salotto, zona pranzo e cucinotto al piano terra, oltre due camere e doppi servizi al primo piano. Finiture di ottimo livello. Balcone e corte condominiale.. Rif. v020 € 415000.00 trattabili ☎055 6530323 GALLUZZO zona baruffi completamente nel verde vendesi terratetto al piano terra giardino e sala si accede al piano rialzato con una elegante scala in legno, salone doppio ampio cucinotto 3 camere 2 bagni e splendida terrazza di mq 35 ottimo stato termo.sing garage di proprieta’ rif to 114 ☎055 414545 - 055 419096 GIOBERTI Delizioso villino a terratetto, con doppio ingresso, 160 mq oltre spazio sottotetto.ideale per abitazione, uffici o bed & breakfast. Classe enterica g in attesa di certificazione € 780.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 PIAZZA PUCCINI vendesi piccolo terratetto nuova costruzione indipendente su 2 livelli ’ tipologia bilocale mq 48 tutto ristrutturato con terrazza abitabile accorgimenti energetici strutturali di ultima generazione termo.sing richiesta € 165.000,00 ☎055 414545 - 055 419096 SESTO zona neto vendesi terratetto in ottimo stato su 3 livelli mq 120 ingresso soggiorno tinello con angolo cottura 3 camere 2 bagni ripostiglio lavanderia 2 terrazze giardino di 30 mq 2 posti auto termo.sing rif to 116 ☎055 414545 - 055 419096
VALDISIEVE SIECI in strada silenziosa, ottimo terratetto in perfette condizioni libero su 3 lati, composto da sala con camino, sala pranzo, cucina, 3 camere, 2 bagni, garage, cantina. Meraviglioso giardino di 800 mq. Classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 598.000,00 trattabili ☎335 7678437 - 331 8532086
VILLE
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VILLETTE FIRENZE 1214489
ORCAGNA in villino anni trenta tripli ingressi divisibile appartamento 145mq ingresso ampio salone tre camere cucina doppi servizi balconi e terrazze ulteriori locali 90mq adatti a varie destinazioni di uso giardino di 150mq carrabile oltre garage cl:g rif757/m € 720.000,00 trattabili ☎340 9454673 - 335 5914373 OSTERIA NUOVA Nel verde, vista Firenze, villa dal taglio moderno, libera su 4 lati e facilmente divisibile in due o pià unitÃœ. Giardino circostanzte di circa 2000 mq e uno spicchio di terreno ad oliveta. Garage doppio. Ottime potenzialitÃœ, possibilitÃœ di ampliamento. Nostra esclusiva, gradita collaborazione.. Rif. v012trattativa in agenzia ☎055 6530323
CALENZANO CENTRO villino in buon contesto vendesi mq 330 oltre a giardino di mq 450 l’immobile è libero su 4 lari articolato su 3 livelli vani totali 10 posti auto 3 loggia privata classe energetica g piano terra tavernetta con loggia camera bagno cucina soggiorno piano primo ingresso studio soggiorno doppio cucina abitabile bagno 2 camere matrimoniali ripostiglio pino 2° studio palestra studiolo RIF VO 114
BRUNI - IGO Immobiliare
☎ 055 419096 - 335 7363640 ANTELLA collinare nel verde, ma vicina ad ogni servizio, villetta a schiera di nuova costruzione (classe energetica b),grande cucina con dispensa , sala con camino, 4 camere, 5 bagni, garage doppio, taverna, lavanderia giardino.vista panoramica su firenze, finiture di pregio personalizzabili.classe energetica b € 800.000,00 ☎335 7678437 BAGNO A RIPOLI, collinare, splendida villa su due livelli ottima esposizione circondata da parco; composta da grande salone con camino, sala pranzo, cucina abitabile, 3 camere, 2 bagni. Grande taverna con cucina, sala camino, 4a camera e 3ºbagno.classe energetica g ☎335 7678437 - 331 8532086 BAGNO A RIPOLI/VILLAMAGNA in villetta a schiera bifamiliare appartamento di 170 mq disposto su 2 livelli con 2 ingressi volendo divisibile per 2 nuclei familiari oltre giardino e terreno con ulivi e piante da frutto per 1.330 mq.posizione panoramica nel verde, vera occasione.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 360.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 BOLOGNESE in complesso residenziale immersa tra il verde panoramica villa libera su tre lati ca 300mq divisa in due appartamenti 9 vani oltre loggia portico terrazza cantina lavanderia vari locali 1800mq splendido giardino e oliveta cl:g ipe176 trattativa riservata ☎340 9454673 - 335 5914373 CALENZANO CENTRO Villino in buon contesto vendesi mq 330 oltre a giardino di mq 450 l’immobile e’ libero su 4 lari articolato su 3 livelli vani totali 10 posti auto 3 loggia privata classe energetica g piano terra tavernetta con loggia camera bagno cucina soggiorno piano primo ingresso studio soggiorno doppio cucina abitabile bagno 2 camere matrimoniali ripostiglio pino 2º studio palestra studiolo rif vo 114 ☎055 414545 - 055 419096 COMPIOB BI/SIECI meravigliose porzione di villa storica del 1400, di 200 mq con ingresso indipendente e giardino privato .salone con camino originale e soffitti a cassettone ( altezze 5mt), cucina abitabile con altro camino, sala pranzo, 3 camere, e 2 bagni.classe energetica g ☎335 7678437 - 331 8532086 CURE ALTE spettacolare villino finemente ristrutturato in stile anni ’30. Circa 300 mq disposti su 3 livelli oltre depandance e giardino. N.2 ingressi separati. Ottimo per abitazione e studio. Trattativa riservata.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione ☎335 7678437 - 331 8532086 FAENTINA INTERNO In villetta bifamiliare, appartamento al primo ed ultimo piano con spazi ampi e luminosi. Superficie di 150 mq circa, composta di ingresso, soggiorno doppio con zona pranzo, cucina abitabile, 3 camere e doppi servizi finestrati. Due terrazze, ampia cantina, garage oltre taverna e vano lavanderia condominiali. Da rimodernare, ottime potenzialitÃœ.. Rif. a607 € 750000.00 ☎055 6530323 FIESOLE-OLMO Panoramico fienile in pietra con giardino pianeggiante di circa 4.000 mq. L’immobile, della superficie di 200 mq circa, à m ¨ osso e composto da ampio ingresso, studio, soggiorno, pranzo e salotto con camino, cucina abitabile, servizio e guardaroba. Camera padronale con guardaroba e stanza da bagno, oltre bilocale con ingresso indipendente.. Rif. C004 € 920000.00 ☎055 6530323 FIRENZE SUD 10 MINUTI Sieci,,nel verde, stupenda villetta terratetto libera su 3 lati con bel giardino di 800 mq; composta da cucina, sala pranzo sala con camino, 3 camere, 2 bagni, cantina, lavanderia e garage. Perfetta e super accessoriata.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato certificazione ☎335 7678437 - 331 8532086 GIRONE Meravigliosa villa di 600 mq libera su 4 lati con parco. Attualmente divisa in un appartamento di alta rappresentanza, un altro appartamento in stile moderno ed uno studio. Ideale per più nuclei familiari o studio-ufficio oltre abitazione.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione ☎335 7678437 - 331 8532086 GREVE villetta a schiera di 115 mq circa, composta da un ampio e luminoso soggiorno con camino, cucina abitabile, doppi servizi finestrati, due matrimoniali con terrazza, studio e ripostigli. Soffitta di circa 20 mq con terrazza a tasca abitabile, piacevole giardino, garage di 25 mq e lavanderia. Nostra esclusiva, gradita collaborazione.. Rif. v018 € 420000.00 trattabili ☎055 6530323
S.DONATO immersa nel verde, bellissima posizione (no autostrada), splendida villa di circa 400 mq circondata da 3000 mq di parco e 150 mq di balconi e logge. Possibilità di frazionamento.classe energetica g € 980.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 UGOLINO in villetta bifamiliare appartamento al piano terra, recentemente ristrutturato, composto da ingresso, soggiorno con camino, cucina abitabile, due camere matrimoniali, tre bagni, ripostiglio, taverna, vano guardaroba, cantina, giardino esclusivo mq.250 e posto auto. Ottimo. Classe energetica g - epi >175 kwh/m2 anno € 550.000,00 Ag. Imm. Bianchi e Grappolini ☎055 630656 - 055 631781 VILLAMAGNA Affascinante porzione di villa libera su tre lati, con dettagli del 1700 perfettamente conservatisi. Superficie di 250 mq circa suddivisa su tre piani, con in totale quattro camere, tre servizi igienici, una bella cucina abitabile oltre a salotti e studi di varie dimensioni. Splendido giardino all’italiana, piscina privatae posti auto.. Rif. c022 € 750000.00 trattabili ☎055 6530323
PISTOIA MARLIANA GORAIOLO (pistoia) presentiamo porzione di villa indipendente di mq 120 in strada privata due ingressi giardino di mq 300 carrabile recintato terrazza abitabile mq 35 panoramica soggiorno cucina abitabile in muratura camino 2 camere matrimoniali ampio bagno finestrato camerina sottotetto ripostiglio cantina termosingolo legnaia stato ottimo prezzo interessante rif gor. ☎055 414545 - 055 419096
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BAGNO A RIPOLI/ANTELLA Casa colonica in pietra libera su 3 lati di 180 mq con giardino. Composta da: salone, cucina abitabile, 2 bagni, 3 camere, grande taverna, lavanderia. Finemente ristrutturata, possibilità di terreno ad ulivi. Classe energetica g € 700.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 BAGNO A RIPOLI , porzione di colonica con giardino e terreno disposta su due livelli, con ingresso indipendente. Composta da cucina, sala pranzo, salone con camino, 4 camere. Ristrutturata con rifiniture di pregio. ☎335 7678437 - 331 8532086 BAGNO A RIPOLI nelle vicinanze, zona collinare nel verde, caratteristica porzione di colonica in pietra, tutta ristrutturata composta da cucina, sala/soggiorno, camera matrimoniale, 1 singola, stanza guardaroba, lavanderia, bagno, giardino di 600 mq con ulivi.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 345.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086
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PIAZZA LIBERTÀ pressi - V.le Don Minzoni appartamento ad uso ufficio di 180mq situato al secondo piano con ascensore di palazzo moderno e di rappresentanza con tetto e facciate ristrutturate recentemente. molto luminoso, dotato di doppi ingressi e composto da 7 locali di cui un salone doppio di 36mq oltre bagni, ripostiglio e terrazzino. (Categoria energetica g) richiesta € 570.000 (aba/469) ☎055 4684635 - 347 6590279
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FIRENZE NORD viale xi agosto vicinanza autostrada affittasi capannoni artigianali di varie metrature da 250 a 1000 mq nuova costruzione impianti a norma altezze metri 6 più soppalco per uffici bagno piazzale esclusivo buona viabilita’ e manovre mezzi richiesta € 10,00 al m.q. Rif n04 ☎055 414545 - 055 419096
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VALDARNO RIGNANO SULL’ARNO porzione di colonica, attualmente B&B, con 5000 mq di giardino con alberi da frutto, oliveta e possibilitÃœ piscina. L’immobile, catastalmente diviso in due unitÃœ abitative, à d¨isposto su due livelli e composto da 6 camere da letto,2 cucine,2 soggiorni,4 bagni.. Rif. c011 € 695000.00 ☎055 6530323
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FIRENZE NOVA affittasi anche singolarmente, nº 2 vani uso ufficio di cui uno con balcone e archivio personale, oltre vano a comune per riunioni, aria condizionata, ascensore piano 2º posto auto rif 100 ☎055 414545 - 055 419096
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