Il Giornale della tua zona
Q2 e Fiesole
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PRIMO PIANO
L’inCHieSta itinerari
APRILE 2012
Gli stagisti negli alveari Andrea Muzzi*
D BICICLETTE, La Fiesole “segreta” VITA DURA Con la primavera Viaggio sui pedalitornano a Firenze, puntuali fra appuntamenti gli ostacoli e pistecon chelenon passeggiate ci sono. Incidenti nei luoghiinmeno aumento conosciuti PAGG.10-11 PAG.5
VITE DA “ULTIMI” Tra senzatetto e “nuovi poveri” del quartiere 2: ecco chi sono e chi prova ad aiutarli PAG.3
SPOrt
Commercio, le novità tirano su il bandone PAGG.4-5
In città, a caccia di verde
reportage
di Carpini - Squarcialupi
P SETTE ANNI IN VIOLA Si dividono le strade di Corvino e della Fiorentina. Storia di un amore finito (male) PAG.28
SPETTACOLO A ROTELLE Grande successo per il Grand Prix di pattinaggio artistico al Mandela. E ora si guarda avanti PAG.31
rimavera fa rima con natura, le belle giornate invitano a uscire all’aperto. Ma Firenze è pronta ad accogliere i cittadini in cerca di verde? La risposta è: dipende. Dipende dal quartiere in cui si vive. Perché, in quanto a natura, non tutte le zone della città sono uguali. E allora Il Reporter ha fatto due conti. Per scoprire che la “maglia verde” spetta (a sorpresa?) all’Isolotto, mentre le cose vanno decisamente peggio a Campo di Marte. Anche in centro i giardini sono
quasi un miraggio, ma la presenza delle Cascine fa fare al quartiere un bel balzo in classifica. Già, le Cascine. Come ogni anno, con la bella stagione il polmone verde viene scelto come luogo prediletto per i ritrovi di alcune comunità straniere, a partire da quella peruviana. Con la scia di sporcizia, rumore e polemiche che questi festini si portano dietro di loro. Quest’anno, però, è annunciata una novità: i volontari antiPAGG.24-25 degrado. Basterà?
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Tra gli “schiavi” del gioco d’azzardo
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uro braccio di ferro fra sindacati e governo per la riforma del lavoro. Il governo vorrebbe che nel lavoro ci fosse ancor più flessibilità! Secondo me noi precari ci siamo già flessi abbastanza: più di così si rischia il colpo della strega. A forza di fletterci siamo diventati elastici, infatti il circo Orfei i precari li cerca in continuazione: li usa come contorsionisti! “Gentile pubblico, osservate come questo ricercatore universitario entri dentro un pacchetto di sigarette!”. Oggi siamo tutti precari. L’unico in Italia che ha il posto fisso è il Papa! Sembra però che anche in Vaticano abbiano deciso di adeguarsi ai tempi: il prossimo Papa sarà assunto a tempo determinato! Il precariato oramai s’è diffuso ovunque, anche tra gli animali. Una volta negli alveari c’era l’ape operaia. Adesso è stata sostituita da un tipo di ape più conveniente: l’ape stagista. Impollina i fiori gratis per due mesi e poi la licenziano! Il precario è diventata la figura più popolare d’Italia. Tant’è vero che quest’anno anche il carnevale di Viareggio gli ha dedicato un carro. Per renderlo più veritiero ogni cinque minuti il carro si fermava, smontavano il precario di cartapesta e ne rimontavano un altro! Monti ha detto che il posto fisso è monotono. Ha ragione. Io ho un amico precario che lavora al call center e ride dalla mattina alla sera. Ma quello non è divertimento: è esaurimento nervoso! Perché del precariato ne parlano solo quelli che hanno il posto fisso? Sarebbe come se si chiedesse a Giuliano Ferrara di consigliarci una dieta. Cosa ne sa? Qualunque cosa dica è solo frutto della fantasia! *Comico
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La Firenze rimasta solo sulla carta PAG.26
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Aprile 2012
Campo di Marte • Coverciano • Cure • Fiesole
verso il 25 APRILE. Targhe e strade ricordano le lotte di quegli anni e la Liberazione
Resistenza, la “mappa della memoria” Campo di Marte, San Gervasio e le Cure furono tra le zone più colpite: qui non sono mancati episodi tragici. Il racconto di Liliana Benvenuti, nome di battaglia “Angela” Barbara Fanini
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iero Calamandrei, Luigi Morandi, Bruno Fanciullacci. Di coloro che furono protagonisti di uno dei capitoli più drammatici della storia del nostro Paese spesso resta poco più che questo: il nome di una via o di una piazza. Eppure basta guardarsi un po’ attorno per accorgersi di come molti angoli delle nostre strade, ancora oggi, riescano a tenere viva la testimonianza della Resistenza, magari attraverso una piccola targa o una lapide. A guidarci attraverso questa “mappa della memoria” è Giuliana Occupati, studiosa di storia del quartiere nonché testimone delle vicende di quegli anni. “Le mie ricerche sono nate da un fatto personale: la notte del 2 agosto del ’44 via Michele Amari, la via in cui sono cresciuta, venne completamente distrutta dalle bombe tedesche. Furono rase al suolo 18 case, compresa la nostra: in un attimo avevamo perso tutto. Ma almeno eravamo ancora vivi”. In generale, spiega Giuliana, le zone di Campo di Marte, San Gervasio e delle Cure, direttrici fondamentali per il nord, furono quelle occupate più a lungo e, quindi, quelle più colpite. Il 25 settembre del ’43 piovvero bombe su tutta l’area intorno alla stazione, importante obiettivo militare: in quell’occasione persero la vita 215 persone, tutti civili. A ricordarli la targa in via Mannelli, “monito alle future generazioni dell’orrore della guerra, vera nemica dell’umanità”. Poco lontano, in viale Maratona (sotto lo stadio), un sacrario commemora i cinque giovani fucilati a Campo di Marte perché renitenti alla leva. “Fu un episodio straziante – continua Giuliana – che ancora oggi suscita molta commozione: quei ragazzi, appena ventenni, figli di contadini, non ebbero alcuna colpa se non quella di non voler combattere la guerra nazifascista”. Un’altra zona particolarmente calda, poi, fu quella di San Gervasio: “Lì la Resistenza fu durissima, grazie soprattutto alla figura di monsignor Pio Carlo Poggi. La sua parrocchia era un vero ‘vivaio’ di partigiani. Accoglieva i feriti, seppelliva i morti, portava viveri e sostegno a noi civili”. Per lui una lapide in piazza SS. Gervasio e Protasio. Ma a raccontarci le paure, il coraggio e gli ideali che guidarono la Resistenza non sono
il sacrario allo stadio
solo le targhe appese ai muri: è anche la voce di chi, quelle emozioni, le ha vissute sulla propria pelle combattendo attivamente. Liliana Benvenuti, nome di battaglia “Angela”, vent’anni all’epoca dei fatti, è stata una delle protagoniste femminili della Resistenza fiorentina ed è, ancora oggi, un esempio vitale di coraggio e coerenza. “Facevo parte del Comando di Divisione ‘Arno’ delle Brigate Garibaldine, eravamo proprio come un esercito. Come me, c’erano molte altre donne”. Tra tanti episodi drammatici, Li-
liana sceglie di raccontarcene uno a lieto fine: “Uno dei miei compiti era quello di rifornire di armi i compagni. Le trasportavo all’interno di un carretto simile a quello dei gelati: sotto, strati di fucili Thompson e bombe molotov; sopra, pane. Un giorno, percorrendo viale Mazzini, il carretto mi si bloccò proprio davanti a una base delle SS. Avevo un fiore rosso tra i capelli – dice Liliana sorridendo – fui immediatamente circondata e interrogata per almeno mezz’ora. Mi giustificai dicendo che portavo il pane agli
anziani, cercando di mostrarmi sicura, ma dentro tremavo. Riuscivo solo a pensare ‘è finita’, e già immaginavo le terribili torture cui sarei stata sottoposta. Invece fu un miracolo: durante tutto l’interrogatorio, nessun tedesco alzò un solo pezzo di pane, e mi lasciarono andare. Non solo, mi diedero persino una mano a far ripartire il carretto”. E oggi? Dov’è la Resistenza oggi? “È qui, nella nostra Costituzione – risponde decisa – nei diritti dell’individuo contenuti nella prima parte. Per quelli abbiamo lottato”.
POPOLAZIONE Nel rione si trova il maggior numero di ultracentenari di Firenze
Il segreto della giovinezza? Abita qua
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he i toscani siano un popolo longevo, ormai, è noto a tutti. Ma che il quartiere 2 sia quello con il maggior numero di ultracentenari a Firenze, forse, può sorprendere. Eppure i numeri dell’ufficio statistica del Comune parlano chiaro: il rione vanta ben 69 centenari (56 donne e 13 uomini), contro i 40 del quartiere 1, i 22 del 3, i 23 del 4 e i 45 del 5. Un dato che acquista ancor più interesse se rapportato alla popolazione residente: su un totale di poco più di 89.300 abitanti, i nati nel (o prima del) 1912 nel nostro quartiere rappresentano quasi lo 0,1%. Una percentuale considerevole, e sicuramente destinata a crescere
Il Reporter di Campo di Marte, Coverciano, Cure, Fiesole raggiunge 49697 famiglie nel Q2 e Fiesole. Copia in abbonamento postale
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negli anni, dato l’altrettanto elevato numero di ultranovantenni (più di 1.650) che, carichi di grinta e salute, si apprestano a tagliare il bel traguardo. Il primato della longevità spetta, non sorprende, a una donna: una “super nonna” di 106 anni. Saranno gli impianti sportivi, l’elevato numero di aree verdi o la relativa tranquillità della zona, fatto è che qui i “fili grigi” vivono bene, e a lungo. A confermarlo è proprio una centenaria di Campo di Marte, Giuseppina Palombella, cento candeline spente il 14 marzo scorso: “Questa è una bella zona, ben servita e c’è poco traffico. Quando mi trasferii qui, negli anni ’60, via Fogazza-
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN) Periodico d’informazione locale Anno VI n.24 del 1 aprile 2012 N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10€
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ro era estrema periferia: pochi palazzi e tanta campagna. Si vedeva persino Monte Morello. Poi tutta la strada era come un piccolo borgo, ci conoscevamo tutti”. E se le chiediamo il segreto per vivere bene così a lungo, risponde: “La famiglia. La molla per andare avanti sono mia figlia Lucia e le mie nipoti: non c’è medicina migliore. Noi anziani abbiamo bisogno continuamente di parlare, di essere ascoltati, di non sentirci soli, e la famiglia in questo è fondamentale”. Mentre ai giovani, cui il tempo sembra sempre sfuggire tra le mani, raccomanda: “Guadagnatevi la stima degli altri, /B.F. tutto il resto non conta”.
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il giornale della tua zona
L’EMERGENZA. Tante, anche nella circoscrizione, le storie di persone e famiglie in difficoltà
Le vite degli “ultimi” nel quartiere
un senza fissa dimora
(foto
di
Giuseppe Della Maria)
Ad aiutare coloro che hanno perso affetti, casa e lavoro ci pensano parrocchie, associazioni e volontari: c’è chi porta loro da mangiare e chi prova a trovargli un impiego. Tra i “nuovi poveri” aumentano padri divorziati e ragazze madri
L’
Mercati, tra i banchi è sempre più crisi Q
Costanza Marrapese inverno è ormai alle spalle, si respira aria di primavera e il sole scalda le giornate. Finisce (in parte) l’emergenza per i tanti senza fissa dimora di Firenze: sono oltre seicento quelli registrati alle strutture assistenziali della città. Vite che hanno incontrato una rottura, con la famiglia o con la società. C’è chi ha perso il lavoro e la casa, ci sono gli immigrati in cerca di un futuro. Anche nel quartiere 2 sono tante le storie di famiglie o individui in difficoltà. Solitamente affidato alle parrocchie è il compito di aiutarli. La parrocchia di San Salvi può contare su un gruppo di giovani che consegnano una volta a settimana la spesa a circa 40 famiglie del quartiere in difficoltà: la maggioranza di queste è composta da immigrati e anziani con pensioni minime. È attivo anche un servizio per cercare lavoro, coordinato da una volontaria che, tramite passaparola, offre alle persone la possibilità di lavorare principalmente come badanti o colf. Alla parrocchia di San Gervasio è invece attivo un centro di ascolto per le persone in difficoltà. Ma, oltre alle parrocchie, c’è un mondo fatto di associazioni e volontari che ogni giorno aiutano i senza fissa dimora e le famiglie in difficoltà. La Onlus “Gli angeli della città” opera dal 1999 a Firenze e si occupa dei senza fissa dimora e delle persone non abbienti. Da circa due anni oltre 30 volontari aiutano i cosiddetti nuovi poveri, famiglie e single, segnalati dai servizi sociali con problemi finanziari dovuti alla perdita del lavoro o alla separazione. A loro viene fatta la spesa degli alimenti “freschi” nei supermercati una volta a settimana. “Qualche anno fa - sottolinea la presidente Carla Arrighetti - erano sopratutto stranieri, oggi si assistono anche molti italiani, padri di famiglia separati o che hanno perso il lavoro, donne sole con bambini”. Due volte la settimana, martedì e giovedì, viene svolta la distribuzione di generi alimentari secchi (pasta, scatolette, conserve) ai senza fissa dimora e alle famiglie che si recano in sede. La terza domenica del mese viene organizzato un mercatino vintage a offerta libera per aiu-
IL PUNTO. Poca gente e vendite diminuite
tare l’associazione. La Fondazione comitato per le case ad uso degli indigenti mette a disposizione appartamenti anche nel quartiere 2: via Mannelli, via Campo D’Arrigo, via Toti, via Botticelli, solo per citarne alcuni. È possibile accedere al servizio se italiani e residenti nel Comune di Firenze entrando in graduatoria. “La maggioranza degli alloggi - spiega il presidente della Fondazione – vengono assegnati alla categoria dei nuovi poveri, padri divorziati e ragazze madri”. Pasti caldi e completi vengono offerti dalla Caritas nelle due mense cittadine di via Baracca e SS. Annunziata: solo la prima serve di media 400 pasti giornalieri ai senza fissa dimora che si recano per il pranzo. Nel sottopassaggio delle Cure capita spesso di incontrare Salvatore, 60 anni, senza fissa dimora. Da oltre 16 anni si occupa della manutenzione del sottopasso, pulendo gli scarichi e lavando per terra. È ormai diventato un simbolo della zona: aiuta gli anziani che ogni giorno
L’esempio di Salvatore, senza fissa dimora chiamato “l’angelo del sottopasso” attraversano piazza delle Cure e incita i ciclisti ad andare piano rispettando le regole. Lo chiamano “l’angelo del sottopasso”, nome a lui poco congeniale. Recentemente insignito anche dal sindaco Renzi della tessera di “Angelo del bello”, ci informa orgoglioso che anche la notte vigila il sottopasso allontanando i malintenzionati. Suona per hobby l’armonica racimolando qualche spicciolo per acquistarsi, fra le altre cose, anche il sapone e i prodotti per le pulizie. Salito pochi anni fa agli onori del piccolo schermo con la trasmissione di Marco Berrì dedicata ai senza fissa dimora, lui alla celebrità – precisa - preferisce la dignità, chiedendo aiuti concreti.
ual è lo stato di salute dei mercati del quartiere 2? Girovagando il sabato mattina siamo andati sul campo a chiedere agli stessi ambulanti come vanno le cose. L’atmosfera generale che si respira all’ora di punta non è delle migliori. Poca la gente in giro a far spese, poche buste fra le mani, meno persone - insomma rispetto soltanto a qualche anno fa, come ci racconta Lorenzo, storico ambulante da quarant’anni al mercato delle Cure, di Campo di Marte e non solo. Ci dice che ormai è cambiata la clientela, un tempo composta per la maggioranza da pensionati e casalinghe: “Oggi i pensionati sappiamo come stanno, con pensioni ai minimi e il costo della vita che aumenta. Le casalinghe, poi, sono diminuite, perché è meglio portare due stipendi in famiglia. Quindi oggi la nostra clientela è composta soprattutto da badanti ed extracomunitari”. Recentemente ci sono stati controlli serrati da parte della Guardia di Finanza nei mercati, per controllare la presenza di abusivi e la mancata emissione di scontrini. Sulla vicenda sono molti gli ambulanti che, pur dichiarando che è un loro dovere quello di essere in regola, puntano il dito contro gli abusivi che vendono borse, accendini e fazzoletti senza emettere ricevute, e contro coloro che improvvisano banchi senza avere la licenza. Al mercato delle Cure la vendita di verdura frutta è notevolmente diminuita: lo spiega uno storico ambulante, presente allo stesso posto da ben sessant’anni: “Le persone oggi
hanno fretta, preferiscono i supermercati dove sanno di poter avere una vasta scelta. Chissà se riuscirò mai a vedere la realizzazione tanto discussa della sistemazione interna del mercato, è oltre cinquant’anni che ne discutono, ma al momento nessuna novità”. “Ogni anno si aggira intorno ai seimila euro la tassa di suolo pubblico in base alla grandezza dello spazio occupato dal banco. Quelle cifre dovrebbero essere destinate dal Comune per riqualificare le strade, tappare le buche, pulire ogni giorno. Dove vanno a finire quei soldi ce lo devono spiegare...”, continua Lorenzo. Una storia piena di ottimismo è invece quella di un piccolo allevatore presente da pochi mesi al mercato delle Cure. Sistemati con cura su piccolo tavolino for-
La clientela è composta soprattutto da badanti maggi e salumi che fa assaggiare con gentilezza, spiega: “Sono prodotti che vengono da Firenzuola, io sono qui da pochi mesi ma non posso lamentarmi, punto sulla qualità e sulla genuinità dei prodotti sempre freschi e chi viene da me ricerca proprio questo”. La situazione del mercato sotto il cavalcavia Alberti, invece, non sembra ancora aver trovato una soluzione per la sua /C.M. riqualificazione.
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Campo di Marte • Coverciano • Cure • Fiesole
COME CAMBIA IL COMMERCIO/1. Nel pudico quartiere 2 un nuovo (e inaspettato) arrivo
“Luci rosse” su Campo di Marte Da un mese è nato un sexy shop completamente automatizzato, aperto 24h, il primo del genere in città. E la curiosità non manca
FOCUS. Dopo un anno è tornato il “Rugby Pub”
E lo sport si (ri)siede a tavola
Francesca Puliti
A
E
chi se lo aspettava un sexy shop proprio nel cuore del “pudico” Campo di Marte? Per di più aperto 24 ore su 24. Eppure qui è nato, in via Cairoli, il primo negozio del genere della città. Completamente automatizzato, altro non è che un piccolo rientro dove trovano spazio tre distributori, in funzione a tutte le ore del giorno e della notte. La merce, però, è occultata da apposite tendine che non lasciano intravedere niente fino al momento in cui non si inserisce la tessera sanitaria o un’altra carta in grado di testimoniare la maggiore età del cliente. Aperto da circa un mese, il negozio ha già suscitato la curiosità di mezzo quartiere. In quanti si siano avventurati a controllare con i propri occhi, magari nottetempo, non è dato sapere. Il negozio, infatti, è munito di telecamere di sicurezza, ma l’anonimato è garantito al 100% e nessuna informazione viene memorizzata dal momento in cui si inserisce la tessera magnetica. Per curiosare, in ogni caso, ci sono pochi minuti di tempo: allineati nei distributori gadget erotici, dvd e altri beni di prima necessità per serate a luci rosse o scherzi da addio al celibato/nubilato. Sistemata in un angolo anche una cassetta delle lettere per eventuali richieste o suggerimenti. L’allestimento è fornito da Remida, azienda di San Marino specializzata in distributori automatici. Solo che in questo caso non si tratta di caffè o snack. L’attività, invece, è gestita in franchising. Frugando sul sito web di Remida si scopre anche che mettersi in proprio con un “Sexy Point” non è nemmeno così difficile: non è richiesta esperienza particolare, mentre per quanto riguarda i permes-
l’ingresso del negozio
espliciti. Il regolamento di polizia municipale in vigore, però, non impone particolari limiti se non quello della distanza (almeno 200 metri) da scuole, giardini, chiese e cimiteri. Eppure il negozio di via Cairoli si trova precisamente lungo il percorso che congiunge la scuola elementare di via Marconi e la chiesa di San Gervasio, che distano tra loro meno di 300 metri. Cambia qualcosa il fatto che si tratti di un negozio automatizzato? Forse sì, forse no. Fatto sta che, con le liberalizzazioni messe in atto dal governo Monti, il Comune non può certo far leva sulle limitazioni d’orario. E così l’ingresso è libero a tutte le ore, seppur con le tendine abbassate.
La merce è occultata da apposite tendine si l’iter burocratico è lo stesso che si intraprendere per aprire una qualsiasi attività. Stando alle informazioni che si trovano sul web, poi, questo particolare tipo di attività è piuttosto redditizio: da qualche anno a questa parte il mercato di sex toys e simili è in costante crescita. Ma il Comune che dice? Sono passati quasi quattro anni dalle ire dello sceriffo Cioni, che ordinò a Coin di far sparire dagli scaffali le paperelle sexy. In epoca più recente il sindaco Renzi ha messo al bando i cartelloni pubblicitari troppo
commenta su
volte ritornano: a un anno esatto dalla sua serrata, lo storico Rugby Pub di viale Paoli rinasce. Ha infatti riaperto i battenti lo scorso febbraio il ristorante-pizzeria dei rugbisti, da decenni punto di riferimento per tutti gli sportivi del quartiere. Il locale aveva tirato giù il bandone all’inizio dell’anno scorso e in molti l’avevano dato per spacciato, come spesso succede in questi casi. Invece, dopo aver assistito a morte e resurrezione della Pantera Viola (rinata pochi mesi fa in via Pacinotti, sotto il nome di Papero Viola), torna a nuova vita anche un altro luogo di ritrovo del quartiere. Un luogo legato a doppio filo al mondo dello sport. E, per di più, alla parte “più buona” dello sport, quella degli allenamenti duri e puri del rugby. “Vogliamo diventare un punto di riferimento per tutti i giovani che frequentano la zona – fanno sapere i nuovi gestori della struttura – che sono molti, tra la piscina, lo stadio di atletica, i campi di calcio, il baseball e, appunto, il rugby”. La proprietà ha già fatto un lungo “allenamento sul campo”: si tratta infatti della stessa società che gestisce il ristorante Terzotempo a Tavarnuzze, altro tempio del rugby e della buona tavola. A Campo di Marte la “ditta” offre menu pensati per gli sportivi, sia a livello di apporto calorico bilanciato, sia pescando dalle “tradizioni rugbiste”. Un esempio? Stinco di maiale con patate oppure salsiccia e fagioli, il tutto innaffiato da una buona dose di birra. Anche su questo fronte, dopo il primo periodo di rodaggio, sono in arrivo novità,
sotto forma di tipi particolari di birra. Le attenzioni verso gli atleti, però, non si fermano soltanto al menu. “Ci stiamo muovendo per attivare convenzioni con negozi e altre strutture della zona”, dichiarano i gestori del locale. Il punto di forza resta la cena, anche se il locale funziona anche come pub la sera (per gustarsi una delle famose birre) e come bar nel pomeriggio. Durante le prime settimane di apertura il “popolo” di Campo di Marte ha già mostrato molto apprezzamento. “Le riaperture non sono mai
Un punto di riferimento per i giovani della zona facili – concludono i proprietari dell’attività – ma ci stiamo dando da fare e crediamo che i sacrifici iniziali saranno ripagati”. Come nel rugby, avanti a testa bassa /L.L. nella mischia.
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come cambia il commercio/2. A Fiesole vita dura per i negozi. Pochi turisti all’orizzonte
Nel valzer della crisi spunta il minimarket Bandoni che si abbassano, bandoni che si rialzano: nel capoluogo e nelle frazioni le attività soffrono e non poco. Diversi i fattori che complicano le cose Barbara Biondi
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commercianti di tutto il territorio storcono il naso. “Cosa ce lo chiede a fare? Non glielo avevo già detto qualche mese fa? La risposta è sì, la crisi c’è, si fa sentire e i turisti scarseggiano. Da un anno a questa parte più che mai”. Sono demoralizzati e stanchi, questa è l’impressione. E passeggiando per il capoluogo non si ha certo l’idea di attraversare un luogo dove gli affari sono floridi e in crescita, cosa che sarebbe naturale, visto l’arrivo della bella stagione. Il mese scorso eravamo stati a Caldine, dove il metro di paragone è un tantino diverso perché il luogo non attrae grandi flussi turistici, ma anche lì, eccezion fatta per il nuovo centro commerciale naturale sorto intorno a piazza dei Mezzadri, la sensazione era che la parte della frazione che si sviluppa sulla vecchia Faentina faticasse a campare. “Non è un problema solo di crisi - spiega Ioana Panescu, titolare della cartolibreria Magie in piazza Mino - c’è anche il problema delle
iniziative inadeguate, della promozione insufficiente e del trasporto pubblico, quel famoso 7 che non parte più da Santa Maria Novella ci ha danneggiati molto”. “In questo negozio - continua Ioana - lavorano tre donne e abbiamo un totale di sette figli, dobbiamo dedicarci anche a loro, non possiamo pensare sempre e solo all’attività”. “Poi - chiosa - mi piacerebbe che il Comune organizzasse degli eventi più qualificanti dei soliti”. Di bandoni abbassati se ne vedono, soprattutto in piazza Garibaldi, proprio di fronte al cantiere dell’area Menarini, che oggi va vanti a tambur battente. Un cartello affittasi occhieggia dalla vetrina spenta di un negozio e un altro cartello, su uno sporto ben nascosto dalle paratie dell’area di cantiere, fa sapere che l’attività si è spostata e i vicini dicono che abbia dovuto chiudere proprio perché tutti quei pannelli facevano passare la bottega praticamente inosservata. “Un tempo questa era una piazza, adesso è solo una strada provin-
ciale - dice Letizia Zannini, titolare della boutique Via Portigiani con lo sporto vista ruspe - è ovviamente un posto meno allettante, invita meno la gente a passeggiare e a soffermarsi”. E se qualche vecchio negozio resiste ancora, altri sono scomparsi, lasciando spazio a nuove
attività, come il minimarket (simile a quelli che si vedono in centro a Firenze) che da un po’ di tempo ha fatto il suo ingresso, proprio di fronte al Teatro Romano. Tra i prodotti offerti bibite, souvenir a poco prezzo e qualche snack mordi e fuggi. Un po’ come il turismo, del resto.
l’iniziativa. Una serie di percorsi tematici che, una volta a settimana, invitano a viaggi nei luoghi meno conosciuti
A piedi, alla scoperta del colle che non t’aspetti T
ornano le belle giornate, e con loro anche la voglia di passare più tempo all’aria aperta, magari scoprendo posti insoliti o mai visitati prima. È questo lo spirito che anima le iniziative di “Fiesole: escursioni tra cultura e natura”, una serie di percorsi, diversi per tipologia e difficoltà, che offrono la possibilità, ai più curiosi, di scoprire un volto inedito del colle etrusco. Si parte all’inizio del mese con “Sulle tracce degli etruschi”, un viaggio tra i reperti archeologici sparsi sul territorio che, dal centro del capoluogo, si sposta verso le vecchie mura, le tombe e i segni sparsi che riportano alla gloria della civiltà etrusca. Occasione numero due quella offerta da “Fiesole che guarda l’Arno” (dal 15 aprile e fino al 23 settembre), una passeggiata lungo la riva fiesolana dell’Arno che costeggia la vecchia zona dei renaioli, passa dalle Gualchiere del Girone (famose per la “follatura” dei panni di lana) e sale verso
il borgo di Settignano, dove si potrà ammirare Villa Gamberaia e l’antico borgo degli Scalpellini. A partire dal 22 aprile (fino al 30 settembre) aperti al pubblico anche Villa Peyron e il bosco di Fontelucente, per una full immersion nella fantasia visionaria di Paolo Peyron che, nel corso nel Novecento, ha restaurato la bellissima struttura e il suo giardino secondo l’eclettismo tipico del secolo scorso. Gli amanti della natura saranno felici di sapere che dal 29 aprile al 7 ottobre si potrà scoprire anche “Il fascino antico dei sentieri di campagna”, percorso che attraverserà un tratto della campagna finora integro nella sua sistemazione agraria come al tempo della mezzadria, la particolare forma di contratto che così tanto ha contribuito a comporre e modellare il paesaggio toscano. Imperdibile anche l’appuntamento con “L’esotico mondo delle orchidee”, una passeggiata nella zona verde che si trova proprio so-
pra l’abitato di Caldine, dove il terreno è più ricco di calcare e dove crescono moltissime, inattese, varietà del fiore, bellissima sorpresa per chi credeva che le orchidee spontanee si potessero trovare solo nelle foreste pluviali. La new entry è poi la visita al Convento della Maddalena (dal 13 maggio al 21 ottobre), che dopo un lungo restauro torna a mostrarsi ai visitatori in tutto il suo splendore. Immancabile l’appuntamento con gli scalpellini e la loro tradizione secolare, con l’itinerario “Il parco di Montececeri e le sue cave” (dal 27 maggio al 14 ottobre). Dulcis in fundo, arriva la passeggiata nella via vecchia Fiesolana (dal 9 settembre al 28 ottobre), che richiama suggestioni a metà tra la storia dell’arte e i viaggiatori di metà Ottocento. Da ricordare che le passeggiate si svolgono la domenica, sono tutte gratis ma è indispensabile la prenotazione il /C.G. venerdì precedente. Info: 055.5961311.
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web. Sui due strumenti on line, sempre più utilizzati, aperte le pagine istituzionali
Fb e Twitter, Fiesole è sui social media Sono già molti i “mi piace” e i “followers” sui profili virtuali voluti dall’amministrazione. E a breve il colle etrusco farà la sua comparsa anche sul più nuovo “Foursquare” Caterina Gentileschi
I
l nuovo avanza, la tecnologia si fa sempre più indispensabile e le pubbliche amministrazioni si affrettano a prendere provvedimenti in materia di social media. Concetto non afferrato? Allora vuol dire che siete (ancora) poco pratici di social network, ov-
...e
zio e non solo. È con questi propositi che il Comune di Fiesole è recentemente sbarcato on line, sui due social network più frequentati in assoluto: Facebook e Twitter. E se nel primo caso la pagina raccoglie già molti “mi piace” da parte della moltitudine di frequentatori del web che d’ora in avanti si terranno aggiornati su tutte le novità riguardanti il comune (con tanto di foto degli eventi, rassegna stampa on line e curiosità riguardanti quel che succede sul territorio), nel caso di Twitter, strumento famoso per i suoi cinguettii (stringhe di testo lunghe al massimo 140 caratteri attraverso le quali esprimere pensieri o trasmettere informazioni), lo staff dell’amministrazione diffonde pillole utili ai cittadini guadagnando “followers” - così si chiamano le persone che chiedono di essere tenute aggiornate su un argomento - di giorno in giorno. Sembrano concetti un po’ astratti, ma in realtà forniscono informazioni utili e in tempo reale a chiunque ne abbia bisogno, il tutto solo ed esclusivamente con un click. “Sono degli
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la pagina
del
Comune...
strumenti importanti - spiega il sindaco di Fiesole Fabio Incatasciato - che permettono di interagire con più persone allo stesso momento, consentendo all’amministrazione di aprire un dialogo con i cittadini ma non solo, anche con i turisti che visitano il comune”. Utili non solo per raccontare giorno per giorno quello che accade, ma anche per promuovere iniziative che ancora devono nascere. “Lo useremo anche per comunicare con i fiesolani - continua Incatasciato - per far conoscere tutte le attività a cui intendiamo dar vita, a partire dalla scuola e dall’educazione”. Un
dialogo totalizzante, che sfrutta le nuove tecnologie per far conoscere sempre più il territorio e far nascere sinergie. Festival, rassegne, spettacoli, mercatini e tante fotografie arrivano direttamente nelle case di chi vive attaccato alla rete. E a sorpresa, dopo il primo periodo di prova, Fiesole arriverà anche su “Foursquare”, il sito di geolocalizzazione e condivisione. E per chi invece il computer non lo usa? Nessun problema. Per chi la tecnologia proprio non riesce a digerirla, esistono sempre i vecchi metodi: giornali, affissioni pubbliche e il vecchio, imprescindibile passaparola.
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vero di tutti quei siti che oggi più che mai spopolano su internet, e mettono in comunicazione persone, istituzioni, esercizi commerciali e chi più ne ha più ne metta, creando una vera e propria rete di contatti virtuale grazie alla quale scambiarsi informazioni di servi-
primavera
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ostre, visite guidate, musica e aperture straordinarie di luoghi di grande suggestione. Fiesole aderisce alla Settimana della Cultura, in programma dal 14 al 22 aprile, proponendo una serie di iniziative. Con “Musei gioiosi, musei per tutti”, per l’intera durata dell’iniziativa l’accesso all’Area Archeologica sarà gratuito, mentre il biglietto d’ingresso al Museo Bandini e al Museo Civico Archeologico sarà ridotto per tutti. Inoltre, il 15 e il 22 aprile (a partire dalle 15.30) i Musei di Fiesole offriranno ai visitatori la scelta di varie attività per bambini (cinque sensi al Museo, scavo archeologico, giallo al Museo) e per adulti (itinerario sulle tracce degli Etruschi e dei romani e percorso bandiniano, c’era una volta un longobardo). Altro appuntamento è quello con “Il Tesoro della Cattedrale” nei giorni 14-15 e 21-22 aprile, durante i quali si potrà visitare, in via del tutto straordinaria, la Cappella di San Iacopo, antico oratorio del Palazzo Vescovile di Fiesole, dentro a cui fanno bella mostra di sé il grande affresco di Bicci di Lorenzo e la preziosa collezione di oreficerie liturgiche, con visite guidate organizzate con la collabo-
razione degli Amici dei Musei di Fiesole. Visite guidate anche alla mostra “Venturino Venturi – Il dono dell’Assoluto”, in programma per i giorni 15, 21 e 22 aprile (i visitatori saranno accompagnati lungo il percorso espositivo che raccoglie opere e documenti relativi alla vicenda artistica di Venturino Venturi dalla curatrice Lucia Fiaschi), mentre dal 17 al 22, a casa Marchini Carrozza, potrà essere visitata “Fiesole, la politica, i partiti”, esposizione che raccoglie il materiale (bandiere, foto, documenti e pubblicazioni) degli archivi delle sezioni locali dei partiti politici, già da tempo depositati /B.B. nell’archivio comunale.
professioni
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OCCUPAZIONE. La crisi ha colpito per prime, e in modo più duro, le donne
Il lavoro in rosa? Breve e precario Luca Squarcialupi
È
un momento grigio per l’occupazione in rosa. Gli avviamenti femminili al lavoro registrati dai centri per l’impiego durante tutto il 2011 hanno fatto segnare un aumento del 2,9 per cento in provincia di Firenze, arrivando a quota 98.178, 3.800 in più rispetto ai colleghi uomini. Nonostante questo, però, gli impieghi del gentil sesso sono sempre più precari, con una maggiore incidenza dei cosiddetti contratti atipici e sempre più di breve durata. Se da una parte l’anno scorso le assunzioni delle donne a tempo indeterminato sono aumentate di 1.400 unità, dall’altra sono ancora numerosi i rapporti intermittenti a tempo determinato (4.966 nel 2011 contro i 3.252 del 2010), interinali a tempo determinato (10.992) e a progetto (9.116). E non basta. I contratti a termine si confermano “corti”: oltre 38mila, durante il 2011, hanno avuto una durata inferiore a un mese, 17.197 tra uno e quattro mesi. “Le donne sono state le prime a uscire dal mercato del lavoro quando la crisi è iniziata, le prime e le più colpite. La crisi le rende più ricattabili – spiega Elisa Simoni, assessore al lavoro e alla formazione della Provincia di Firenze - i numeri, a livello locale e globale, sono impressionanti: si parla di 800mila lavoratrici che in Italia perdono il posto per la maternità. Ecco
che il lavoro delle donne diventa sempre più precario, sempre peggio pagato e poco professionalizzato”. Cameriere e commesse: sono queste le due qualifiche che nel 2011 hanno fatto registrare il numero maggiore di avviamenti al lavoro, rispettivamente 12.485 e 4.606. Seguono le addette all’assistenza personale a domicilio e quelle ai servizi di igiene e pulizia. Ma a incidere nei prossimi mesi ci saranno anche le aperture nostop di negozi e supermercati, decise dal governo Monti. “Le recenti liberalizzazioni del commercio, settore che impiega tante donne, penso che non aiutino la componente femminile – attacca Simoni - questo Paese non può permettersi né di perdere il valore delle donne (le laureate sono spesso più meritevoli dei maschi) né di continuare a non fare figli, perché tra qualche anno il nostro rapporto tra anziani e bambini non ci permetterà la sostenibilità del welfare così come lo conosciamo”. Servono quindi politiche mirate. “Le donne si caricano e sono caricate di compiti multipli per la comunità: fare figli, allevarli, occuparsi degli anziani e della cura della famiglia – prosegue l’assessore - devono essere messe in condizione di non sacrificare la loro vita lavorativa per queste pur nobilissime azioni. Come Provincia di Firenze forniamo servizi di orientamento, formazione gratuita e sostegno alla ricerca di occupazione attraverso i centri per l’impiego e i corsi di formazione”.
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l’assessore provinciale
Elisa Simoni
IL PUNTO
I servizi al femminile per trovare un posto
U
no sportello dedicato, corsi di orientamento e una lista per trovare lavoro come assistenti, badanti e colf. Sono alcuni dei servizi “a misura di donna” offerti dai centri per l’impegno della Provincia di Firenze. Il primo passo per cercare un’occupazione è la stesura di un curriculum, unito a una buona preparazione nel caso di colloqui o selezioni. Da qui nascono tutta una serie di iniziative, molto richieste dalle candidate e offerte dai centri, come i corsi sulle trasformazioni del mercato del lavoro al femminile, le tecniche di ricerca di un’occupazione e l’analisi delle competenze, che vengono organizzati a cadenza mensile. Un altro servizio per chi va a caccia di un impiego in ambito domestico è “ABC per la famiglia”, dove ABC sta per assistenti, badanti o colf. Domanda e offerta vengono incrociate: le donne interessate a lavorare in questo settore si possono iscrivere in un’apposita lista, mentre le famiglie alla ricerca di una figura di questo tipo si rivolgono direttamente ai centri per l’impiego. Negli ultimi anni, le iscritte sono aumentate progressivamente, attestandosi sul migliaio di unità nel 2011. Su un altro fronte, quello imprenditoriale, lo sportello “Creaimprese”, avviato la scorsa estate, piace soprattutto alla componente femminile, il 75 per cento dell’utenza che finora ha avuto accesso ai suoi servizi, tutti gratuiti: si va dai percorsi di orientamento alla formazione individuale, fino ai gruppi di accompagnamento alla creazione di un’impresa. Per quanto riguarda la formazione, l’anno scorso 266 donne del territorio provinciale hanno usufruito della “Carta Ila”, una sorta di carta di credito per sostenere spese legate alla formazione, ciascuna di circa duemila euro, assegnata a disoccupati iscritti al centro per l’impiego. Informazioni dettagliate sui vari servizi mirati si possono trovare all’indirizzo www.provincia.fi.it/lavoro.
A cura del Consiglio di Quartiere 2
Sede del Quartiere 2 Villa Arrivabene, piazza Alberti 1/a Tel: 055-2767831 | Fax: 055-2767838 E-mail: q2@comune.fi.it
CAMPO DI MARTE
FOCUS INTITOLATA A CUBATTOLI L’AREA PETTINI BURRESI A 5 anni dalla scomparsa il partigiano Giordano Cubattoli è stato ricordato lo scorso 17 marzo presso l’area Pettini Burresi, dove si è svolta una cerimonia per l’intitolazione a suo nome di questo importante polmone verde del nord est fiorentino. Nell’occasione Mauro Ottanelli ha presentato un volume dedicato alla figura di Cubattoli, per raccontare, come recita il sottotitolo del libro, “una vita all’insegna della coerenza, dalla lotta partigiana all’impegno civile”. Profondamente convinto della necessità della partecipazione diffusa alle scelte che riguardavano il quartiere e la città, Cubattoli fu uno dei più convinti sostenitori del decentramento fiorentino, tanto è vero che nel 1980 fu eletto Presidente del Quartiere 11, carica che tenne fino al 1985. Tra le tante iniziative in cui si impegnò con passione va ricordato che fu proprio grazie alla sua tenacia che si rese possibile l’apertura al pubblico dell’area Pettini Burresi. Partecipò inoltre alla fondazione di Confesercenti dove ricoprì le cariche di consigliere, vice presidente e poi presidente onorario fino all’epilogo della sua attività e della sua vita (2006). “Ci è sembrata naturale - ha detto il presidente del Quartiere 2 Gian Luca Paolucci - la scelta di intitolare a suo nome un’area verde della quale avviò la trasformazione da terreno incolto all’attuale spazio aggregativo e ricreativo. Una scelta che il Quartiere 2 ha fatto propria accogliendo anche la richiesta in tal senso sottoscritta da diverse centinaia di cittadini delle Cure”.
DAL TERRITORIO CAMPO DI MARTE: NUOVO LOOK PER IL VERDE Partiti i lavori al Campo di Marte, per una riqualificazione complessiva dell’area che, oltre a giochi nuovi e ad un ampliamento degli spazi verdi, prevede la realizzazione, grazie alla sponsorizzazione di Toyota, di una nuova area fitness. In bilancio per ulteriori realizzazioni sono stanziati ben 800.000 euro che serviranno, nel corso dei prossimi mesi, per importanti interventi che riguarderanno molte aree verdi del Q.2. Per il giardino Caponnetto nel lungarno del Tempio sono in programma nuovi giochi, un’area sportiva polivalente e l’eliminazione del ristagno d’acqua nei vialetti. In viale Malta si lavorerà al campino sportivo polivalente mentre altre opere di riqualificazione del verde pubblico sono previste ai giardini di Coverciano, in via Novelli-via Martini e in via Rocca Tedalda. Lavori in vista anche in molti giardini scolastici (Nuccio, Giotto, La Pira, Pilati, Pascoli, Collodi).
IL CARTELLONE DEGLI EVENTI
“COSA C’E’ DIETRO LA CRISI?” Villa Arrivabene, Piazza Alberti 1/A. Ingresso libero Il Consiglio di Quartiere 2, in collaborazione con l’Associazione Trasfom!Italia, organizza un interessante ciclo di incontri dedicato ad un argomento quanto mai attuale: la crisi economica e le sue cause. 14 aprile, ore 17, Luci ed ombre dell’euro, con Pierfrancesco Asso, Università di Palermo 21 aprile, ore 17, Le strategie possibili. I beni comuni: bersaglio e strumento per uscire dalla crisi , con Tommaso Fattori, European Commons research project 28 aprile, ore 17, Tavola rotonda: Come uscire dalla crisi?, con Alfonso Gianni (ex-sottosegretario allo Sviluppo Economico), Mario Pianta (Associazione Sbilanciamoci), Nicolò Bellanca (Università di Firenze) STORIA DELLA MUSICA Incontri a cura di Mattia Rigacci, Villa Arrivabene, Piazza Alberti 1/A. Ingresso libero 5 aprile, ore 17, Dopo Beethoven, le due strade della musica: Brahms e Wagner 12 aprile, ore 17, Dall’impressionismo musicale alle avanguardie del ‘900 ASTRONOMIA Villa Arrivabene, Piazza Alberti 1/A. Ingresso libero 10 aprile, ore 17, Andromeda: c’incontreremo….non presto! MOSTRA DI BONSAI Parterre, piazza della Libertà, 28 e 29 aprile, Mercatino di artigianato giapponese a favore delle vittime del terremoto dello scorso anno
RASSEGNA FIRENZE & DANZA 12, 13, 14 15 aprile, Teatro Obihall Un grande festival con la partecipazione delle maggiori scuole di danza VILLA FAVARD IN FESTA 27 maggio. Una domenica in uno splendido parco tra giocolieri, acrobati e musica. INVITO AL TREKKING 1 aprile, Greve- Montefioralle-Badia a Passignano; 15 aprile, Castelnuovo Berardenga-Asciano; 29 aprile, Poggibonsi-San Gimignano; 20 maggio, Anello delle burraie, da Santa Brigida a Monte Rotondo; 3 giugno, Tra Val di Cecina e Valdera; 17 giugno, Brisighella e il parco Carné Info 055.2341040 CORSO DI ESCURSIONISMO Ciclo di incontri teorici e di uscite propedeutiche alla conoscenza del trekking, rivolto a tutti coloro che intendono iniziare a frequentare la montagna. 4 maggio, Cartografia a topografia; 6 maggio, Escursione monte Falterona 11 maggio, Sentieri e orientamento; 13 maggio, Escursione foresta del Teso 18 maggio, Organizzazione di una escursione; 20 maggio, Escursione in Chianti; 25 maggio, Preparazione fisica ed alimentazione; 26 e 27 maggio, Escursione sulle Alpi Apuane 30 maggio, La paura in montagna Info 055.2767836-7834
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dipendenze
Aprile 2012
REPORTAgE. Storie, testimonianze e rituali di una riunione dei “giocatori anonimi” di Firenze
Una serata fra gli “schiavi” delle slot Matteo Francini
V
incenzo ha vinto la fortuna di due milioni e 800mila dollari giocando on line, salvo poi riperdere tutto e molto di più. Maurizio si è giocato (dilapidandoli) trentamila euro in due mesi. Non ricorda nemmeno come o dove, sa solo che a un certo punto si è ritrovato senza più quei soldi. Ivano ha cominciato a giocare che aveva appena 14 anni: adesso ha smesso da sei e ha ancora un mutuo da 35mila euro da pagare per ripianare i debiti. Della sua gioventù, degli anni dai venti a trenta, non ricorda niente, se non che ha giocato tanto, tantissimo. A tutto. E probabilmente non ha fatto altro, in quegli anni, perché tutti i soldi che aveva (e anche quelli che non aveva) gli servivano per giocare. I nomi sono di fantasia, le storie tragicamente vere. Storie che si possono ascoltare tutte in una sera, tutte d’un fiato, a una delle riunioni dei giocatori anonimi. Proprio come quelle dei più “famosi” alcolisti, solo che qui la bottiglia è una slot machine o un gratta e vinci. Ma con la stessa, distruttiva attrazione. Anche a Firenze esiste un gruppo (www.giocatorianonimifirenze.it) che si riunisce periodicamente. L’incontro è fissato per le nove di sera, ma ben prima molti sono già fuori che aspettano. Si salutano, si abbracciano, sorridono. Tanti si conoscono già, alcune
sono facce nuove. Sembra un ritrovo tra vecchi amici, ma non lo è. Poi tutti dentro, nelle “stanze”, come le chiamano loro. L’accensione di una candela significa che la serata ha inizio, i presenti (anche i familiari, quando le riunioni sono aperte) si siedono l’uno accanto all’altro, viene recitato un breve rituale introduttivo (come in una sorta di messa laica), viene chiesto ai presenti da quanti giorni, settimane o mesi non giochino (ognuno ricorda perfettamente quando è stata la sua ultima volta) e per ogni giorno, settimana o mese in cui si è riusciti a restare “puliti” scatta un applauso. Viene dato il benvenuto ai nuovi, se ci sono. Perché Giocatori anonimi è aperta a tutti, sempre, “l’unico requisito per divenirne membri è il desiderio di smettere di giocare”. Poi vengono recitati i “12 passi”, il cuore del programma di recupero, comandamenti da seguire per liberarsi dall’ossessione del gioco. E infine ci sono le testimonianze. “Mi chiamo Roberto e sono un giocatore compulsivo”. “Ciao Roberto”, rispondono gli altri. Si inizia proprio così, come vuole l’immaginario collettivo. E il Roberto di turno inizia a parlare. A ricordare. A sfogarsi. Storie diverse, ma che alla fine si somigliano tutte. Famiglie distrutte, patrimoni sperperati, debiti, usurai, bugie, sotterfugi, liti con mogli e mariti, solitudine,
furti in casa (nella propria), anelli, collanine e qualsiasi altro oggetto capitasse per le mani svenduti per far cassa. E poi ancora più giù, sempre più giù, fino in fondo, fino
alla strada, a dormire sotto i ponti, agli stipendi giocati e finiti già il secondo giorno del mese. Separazioni, divorzi, pasti elemosinati alla Caritas, il pensiero di farla finita. “Praticamente non ho visto crescere i miei figli, a casa non c’ero mai”, racconta Antonio. Figli che ora, alle riunioni aperte, ascoltano con orgoglio il proprio padre parlare, ricordare, reagire. Così come le mogli, quando ancora ci sono, quando il gioco non è riuscito ad allontanarle. Ma come si arriva fin qui? È la sete di soldi a spingere a tanto? All’inizio, forse. Dopo no. Dopo è peggio, molto peggio. Dopo si gioca per giocare. E basta. “Giocavo per finire i soldi, non vedevo l’ora che finissero, così l’incubo terminava. Fino al giorno dopo, quando tutto ricominciava”, racconta Ivano. “Quando vincevo ero triste, perché avevo raggiunto l’obiettivo e non avevo più motivo per giocare”, ricorda Vincenzo. Che poi ci tornava ugualmente, a giocare, sempre. “Ormai non dormivo nemmeno più la notte, uscivo alle cinque e aspettavo che aprisse il primo bar per sedermi davanti a una macchinetta”, spiega Maurizio. Per tutti la stessa domanda, “ma se non era nemmeno per soldi, allora perché giocavate?”, da tutti la stessa risposta, “solo giocando ci sentivamo bene, isolati dal mondo, i problemi sparivano”. Salvo poi ripresentarsi tutti insieme non appena finita la “trance”. Un racconto dopo l’altro, testimonianze a cascata. Chi è qui vuole uscirne, restare sobrio più a lungo possibile, dimenticare il passato. Per tutti, da tutti, un grazie e un applauso. Poi una “preghiera” finale recitata abbracciati, una torta da dividere, la candela che viene spenta. Ci si saluta, si torna a casa, ci si rivedrà alla prossima riunione. Un altro dei fatidici, faticosissimi dodici passi è stato fatto.
Una candela accesa segna l’inizio dell’incontro, poi via a racconti e confessioni. Frammenti di vite segnate da debiti, usurai e solitudine che ora cercano di ripartire da zero. “Non vedevo l’ora di finire tutti i soldi, così l’incubo terminava” 1183536
I gRUPPI. Qui si parla, si ascolta e non si giudica
L’esercito dei tremila che si “aiutano da soli” P
iù di 3.200 in Italia, trecento nella sola Toscana, una crescita continua che li ha portati a raddoppiare in pochi anni (nel 1999 erano 1.600): è la fotografia (non proprio recentissima, aggiornata al 2006) dei gruppi di auto-aiuto nel nostro paese. Ma di cosa si tratta? Di piccoli gruppi costituiti da “individui alla pari” che si incontrano per condividere un problema e per realizzare obiettivi specifici, dove “ci si confronta con altre persone che ci capiscono perché sanno in prima persona di cosa si sta parlando e ci si rende conto che non si è soli”, spiega la dottoressa Francesca Gori del coordinamento regionale toscano dei gruppi di auto-aiuto (www.autoaiutotoscana.org). Spesso questi gruppi nascono spontaneamente, dal basso, e non sono quindi facili da “censire”: in media a ogni gruppo partecipano dalle cinque alle quindici persone, e per questo in Toscana sono stimati in circa tremila i soggetti interessati. Che si trovano alle prese con i problemi più disparati: si va dagli “storici” gruppi per dipen-
denza da alcol e disagio mentale (attualmente i più numerosi nella nostra regione) ad altri nati di recente sulla scia dei cambiamenti della società. Così, ad esempio, ci sono i gruppi di badanti, disabili o balbuzienti, o gruppi per persone afflitte da ansia e depressione, solitudine, shopping compulsivo o dipendenza da internet. E molti, molti altri ancora. Ci sono delle regole, però, che li accomunano tutti: sono gratuiti e caratterizzati dal principio della riservatezza. Quello che viene detto all’interno del gruppo resta all’interno del gruppo. Si parla uno alla volta, in prima persona, non si giudica e si cerca di far intervenire tutti, rispettando però i “tempi personali”: ci sono persone che non parlano per un anno intero e poi si sfogano di colpo. “Ma spesso, ancora oggi, da parte dei professionisti c’è paura dell’auto-aiuto – conclude Gori - forse perché c’è poca conoscenza. In realtà il lavoro del gruppo è diverso dalla terapia che fa il professionista: sono due momenti complementari del percor/M.F. so di cura”.
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UN ANNO DOPO. Da aprile 2011 a oggi: come vanno le cose in Toscana sul fronte dell’allarme alcol
Sempre più anziani a “rischio sbronza” Aumentano i giovani, anche minorenni, che si rivolgono ai centri specializzati per curarsi. Ma il “binge drinking”, ovvero la pratica di bere tantissimo in poco tempo, non riguarda più soltanto loro Ivo Gagliardi
S
u Il Reporter di aprile 2011 avevamo fotografato l’allarme alcol in Toscana. Una fotografia non certo rassicurante, con un nutrito esercito di “schiavi” della bottiglia sparsi un po’ ovunque nella nostra regione: undicimila nella sola provincia di Firenze, quasi cinquemila in quella di Livorno e via a ruota in tutte le altre. Un problema, avevamo visto, che riguardava anche – e sempre più – giovani e giovanissimi. Ma come vanno le cose oggi, un anno dopo? Non troppo meglio, purtroppo. Anzi. Aumenta il numero dei giovani che si rivolgono al “Car”, il centro alcologico regionale di Careggi, spesso accompagnati da famiglie disperate: under 20, ma anche under 18, per cui la bottiglia rappresenta già una dipendenza. A confermarlo è il dottor Valentino Patussi, responsabile del centro. Il “nemico” più pericoloso da combattere, da qualche anno a questa parte, è sempre lo stesso: l’ormai famigerato “binge drinking”, ovvero la pratica di consumare bevande alcoliche diverse e in grande quantità in un breve arco di tempo. Un fenomeno nord-europeo che ha ormai preso piede anche in Italia, come dimostra la relazione annuale al parlamento presentata a fine febbraio dal Ministero della Salute: nel 2010 ha interessato il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne. Nella fascia tra i 18 e i 24 anni, però, la percentuale di donne – in questo caso ragazze - sale preoccupantemente fino al 9,7%. Ma un fenomeno che – ed è una tendenza preoccupante – non riguarda più soltanto i giovani: è sempre Patussi a spiegare che, anche da noi, sono sempre di più gli anziani “a rischio binge”. Spesso – spiega – si tratta di persone sole, ma capita che anche durante le gite per “over” venga alzato il go-
mito (molto) più del dovuto. “La società è ormai invasa dal binge – conferma il dottore – e per gli anziani è ancora più pericoloso, perché spesso prendono farmaci per cui l’alcol fa male”. Ma come si può combattere questa tendenza? “È importante informare la gente sui rischi che si corrono bevendo, bisogna bloccare la comunicazione non corretta, come per esempio certe pubblicità”, risponde Patussi, che sul consumo di alcol da parte dei minori sostiene che “finché alla prevenzione non saranno unite sanzioni anche per gli esercenti, questi continueranno a vendergli alcolici e i giovani a trovare escamotage per comprarli. Servono regole chiare – propone - che rendano possibile, ad esempio, dopo un certo numero di ‘sgarri’, riconoscere che un certo commerciante non è etico e togliergli la licenza”. Regole,
LE DIPENDENZE IN TOSCANA (2010)
23.999
PERSONE IN CARICO AI SERVIZI PUBBLICI (SERT O ÉQUIPE ALCOLOGICHE):
13.990
TOSSICODIPENDENTI
4.822 ALCOLISTI
È importante informare sui pericoli che si corrono. Stop a certe pubblicità
4.800 TABAGISTI
insomma, che possano contribuire a fare in modo che i numeri delle dipendenze in Toscana – già preoccupanti – non continuino a crescere. Secondo i dati Istat 2009 in Toscana sono ben 392mila i bevitori a rischio. Nel 2010 gli alcolisti in carico ai servizi pubblici (Sert o équipe alcologiche) erano poco meno di cinquemila. Cui si devono aggiungere 14mila tossicodipendenti, 4.800 tabagisti e circa 400 giocatori d’azzardo patologici.
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GIOCATORI D’AZZARDO PATOLOGICI
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l’inchiesta
Aprile 2012
REPORTAgE. Da nord a sud di Firenze, per scoprire che le difficoltà sono un po’ ovunque
Una corsa (a ostacoli) sui pedali in città Motorini che sfrecciano lungo le piste, biker costretti a slalom tra le buche e intralci di ogni tipo. E ancora, percorsi che finiscono nel nulla e attraversamenti che non ci sono. Spostarsi sulle due ruote, così, diventa spesso un’impresa Valentina Buti
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ungarno della Zecca Vecchia, un motorino sfreccia a tutta birra. Niente di nuovo, se non fosse che il centauro sta correndo sulla pista riservata alle bici, in una “zona 30” a velocità limitata. Percorso ciclabile di viale Gramsci, stessa scena: un pony express in scooter fa lo slalom tra i ciclisti prima di accostare per la sua consegna. Pista di lungarno Pecori Giraldi: qui la gimkana devono farla le bici, tra le buche e la discarica a cielo aperto che ne copre il tracciato. Poche e trasandate: i 60 chilometri di piste ciclabili di Firenze non sono un’isola felice per i biker. Il Reporter ne ha testata una fetta da nord a sud della città. Il risultato? Deludente. I percorsi a singhiozzo sembrano non avere una logica di collegamento precisa. I tronconi si interrompono senza preavviso e segnaletica: di botto il ciclista si trova in mezzo agli incroci alla mercé del traffico. In viale Redi la summa della pista spezzatino: il percorso ciclabile muore al ponte sul Mugnone e, prima di ricollegarsi a quello in via di Novoli, chi è in bici deve riuscire a sopravvivere alla rotatoria con via Forlanini, priva di attraversamenti adeguati. Da lì, nessun prolungamento per raggiungere il
polo universitario. Per il nuovo palazzo di giustizia c’è un moncone isolato in viale Guidoni. La situazione più critica è proprio nel versante nord della città: le piste sono quasi una chimera. La stazione di Rifredi e l’ospedale di Careggi, servito solo da un breve tracciato su viale Morgagni, sono off limits per chi viaggia sui pedali. Goccia in mezzo al mare, la nuova pista di via Panciatichi. Lungo la tramvia sono spuntate una pista in via del Sansovino e una in viale Talenti: ma la felicità per i ciclisti dura poche decine di metri. Mozzate all’improvviso anche le piste di via Tornabuoni e via Cavour, in centro. Qui, altra difficoltà sono le zone pedonali a senso unico. In Borgo la Croce, lungarno Corsini, ponte Santa Trinita e ponte alla Carraia le bici in contromano rischiano la multa. Idem in via de’ Cerretani, che costringe a un giro pesca i ciclisti diretti al Duomo. Noi passiamo e “tagliamo” lo stesso. Ci sono i vigili, ma chiudono un occhio e l’altro pure. Gli attraversamenti sono un rebus. Dovrebbero essere colorati di rosso come le piste e distinti dai passaggi pedonali. Invece, spesso l’attraversamento c’è ma non si vede: sbiadito dal tempo, come in Borgo Pinti o in
piazzale Donatello, o eliminato per lavori in corso e mai ripristinato, come in via dell’Agnolo e in viale Lavagnini alla Fortezza. Per attraversare in bici “sgomitiamo” tra i pedoni. Un labirinto l’attraversamento di lungarno Ferrucci: si dovrebbe fare il giro della piazza, passando quattro semafori e un’isola col ghiaino. Alla fine tutti tagliano la semicurva sul ponte per ricongiungersi alla pista di lungarno Cellini. Solitario, su viale Michelangelo, l’unico semaforo a chiamata per bici della città. Sempre a sud, binario morto è la pista di via Erbosa, che finisce nel nulla con uno scalino transennato. Quella di piazza Alberti svanisce nel sottopasso di Campo di Marte, trasformata in un cordolo di gomma ripido, stretto e scivoloso. “Indecente”, commenta un anziano che ha faticato a tenere in equilibrio la sua bici. Su via Lungo l’Affrico la pista è “da cross”. Per le radici degli alberi e per le lingue di ferro alte qualche centimetro che sbucano da terra, vecchi residuati delle transenne delle corsie. Come se non bastasse, ecco i nuovi barbari: gli scooter invasori, che nelle piste ciclabili trovano scorciatoie al traffico. Chi controlla? I vigili in bici a Firenze sono solo otto.
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In attesa delle bici sul tram
Quei rottami abbandonati
Gli intoppi in sessanta chilometri
In viale Redi il tracciato si interrompe a ridosso della rotatoria senza attraversamenti protetti. Il progetto del Comune è quello di rendere ciclabile il ponte sul Mugnone quando arriveranno i binari del tram. I vagoni del Sirio per ora sono vietati alle bici: per vederle salire a bordo si dovrà aspettare l’entrata in circolazione degli ultimi due convogli che Ansaldo Breda deve ancora realizzare.
La signora Maria abita in via dei Saponai, vicino piazza Signoria. Le hanno già rubato tre bici. Mille ogni anno i furti di bici in città. Maria lega la sua alla catena lungo la strada. Le rastrelliere vicine sono piene, occupate dai rottami. In città ci sono 13mila posti in rastrelliera: 2.600 sono occupati da scheletri abbandonati. Il Comune vuole portarli a 16mila entro fine mandato.
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Buche, radici sporgenti o sacchi dell’immondizia: sulla strada dei ciclisti fiorentini qualche ostacolo c’è sempre. Le piste ciclabili della città sono in totale 60 chilometri (ma sono compresi anche i percorsi dei parchi come le Cascine e l’Albereta). Molti meno, per fare qualche esempio, rispetto ai 200 chilometri di Reggio Emilia, ai 175 di Torino, ai 140 di Siviglia e ai 160 di Strasburgo.
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l’inchiesta
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INVESTIMENTI. Sei milioni per la competizione internazionale, uno per il restyling dei tracciati
E i ciclisti-pendolari “invidiano” i Mondiali Tra gli interventi in programma il collegamento viadotto di varlungo-via di villamagna e nuovo asfalto in viale dei Mille e via Lungo l’Affrico. Ma per le associazioni i conti non tornano Natalia Binagli
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ei a uno: i Mondiali di ciclismo battono i pendolari della bici. Sono sei i milioni che Palazzo Vecchio spenderà per sistemare le strade in vista della competizione internazionale del prossimo anno. Uno solo, invece, il milione che destinerà al restyling delle piste ciclabili. Numeri che fanno diventare verdi di invidia i trentamila ciclisti “fai da te” di Firenze. Il tesoretto messo a disposizione dal Comune per i Mondiali (quattro milioni messi a bilancio nel 2012 e due nel 2013) servirà infatti a ricoprire d’asfalto solo le vie della città che diventeranno terreno di gara. Gli ostacoli, i cordoli e le buche scompariranno così da piazza Puccini, Cascine, piazza della Libertà, viale dei Mille e viale Paoli, per fare spazio ad ammiraglie e professionisti delle due ruote. Ma le piste ciclabili non saranno nemmeno sfiorate dagli interventi del Mondiale. Firenze, per loro, sempre nel contesto del Mondiale, ha chiesto al governo un contributo extra di un milione e mezzo. Ma non è detto che arriverà. La priorità spetta al denaro per gli interventi di messa in sicurezza delle strade da gara. E anche su questo non c’è un punto fermo. Per portare il Mondiale di ciclismo in Toscana servono infatti 50 milioni (20 dei quali trasferiti dalla Regione) di cui 16-18 solo a Firenze, ma il governo non ha ancora dato l’ok definitivo ai finanziamenti. Nell’attesa, alle piste ciclabili di Firenze tocca accontentarsi di quel milione che quest’anno andrà a mettere qualche toppa nei tracciati a “spiz-
zichi e bocconi”. Innanzitutto la pista del viadotto di Varlungo sarà cucita a quella di via di Villamagna (250mila euro), sarà data una mano di rosso agli attraversamenti e in alcuni tratti sarà messa una nuova segnaletica. Saranno inoltre collegati gli spezzoni della pista di piazza Batoni e riasfaltate quelle di viale Don Minzoni, viale dei Mille e via Lungo l’Affrico. “Un passo in avanti importante”, secondo il consigliere speciale alla bicicletta Giampiero Gallo, che rivela anche che il Comune sta studiando la possibilità di rendere ciclabile il parco di San Donato, pur ammettendo le difficoltà di far tornare i conti in tempi di tagli. Poco soddisfatte, tuttavia, le associazioni dei ciclisti. Valerio Parigi e Massimo Boscherini di “Firenze in bici”, carte alla mano, ricordano le promesse di Renzi in campagna elettorale: 10 km di nuove piste ogni anno e un investimento annuo di 5 euro ad abitante per la bici. “A due anni e mezzo di distanza – tirano le somme - sono solo 7 i km di piste ciclabili realizzati e i 4,6 milioni annunciati sono rimasti lettera morta”. Più che il denaro, secondo “Firenze in bici”, quello che manca “è la volontà politica di riconoscere l’importanza delle bici nella mobilità cittadina, di cui oggi pure rappresentano il 10%”. Sulla stessa linea l’associazione “Città ciclabile”. “Prima di pensare ai Mondiali, sarebbe meglio si pensasse ai ciclisti che sulle strade di Firenze viaggiano tutto l’anno”, è il commento della portavoce Carla Lucatti.
L’ALLArME In un anno i sinistri sono cresciuti del cinquanta per cento. Le auto restano il “nemico pubblico numero uno”
Tutti in sella contro il caro-benzina. E gli incidenti lievitano
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irenze città sicura per i ciclisti? In un anno gli incidenti che hanno coinvolto le biciclette sono cresciuti del 50%. Dai 260 del 2010 ai 384 del 2011: oltre uno al giorno di media. I ciclisti che hanno perso la vita sono passati da uno a tre. E il 2012, almeno per il momento, non ha segnato la svolta, anzi: nei primi tre mesi si sono già contati cinquanta incidenti in bici, uno dei quali mortale. È un bilancio non rassicurante quello che traspare dai dati dell’Ufficio sinistri della Polizia Municipale di Firenze. L’aumento esponenziale degli infortuni, spiegano gli addetti ai lavori, è in parte frutto del boom di utilizzo della bici, sempre più
gettonata in tempi di crisi come risposta al caro-benzina. Nel giro di un paio d’anni, si stima che sia salito in sella il 30% in più dei fiorentini. Questo ha fatto sì che nel 2011 siano raddoppiati gli infortuni provocati da cadute dalla bici, per frenate improvvise e sbandamenti (da 54 a 112). Ma le auto, i numeri parlano chiaro, restano il nemico pubblico numero uno dei mezzi a pedali. Lo scorso anno sono stati 272 gli incidenti dei ciclisti provocati da scontri con altri veicoli o tamponamenti, oltre che con i pedoni, cresciuti del 32% rispetto al 2010. I feriti in totale sono stati 349 (l’anno prima furono 231). Quanto al rischio di mortalità, rivela
un’indagine di Aci e Istat, Firenze - con un tasso pari a 3,52 - è molto più sicura di città come Potenza (16,83) o Torino (4,24), ma supera la media nazionale, pari a 1,92. Per i bici-amatori è la prova che il Comune dovrebbe investire di più per la sicurezza dei ciclisti. “Il Comune – spiega Carla Lucatti dell’associazione Città ciclabile – ha aderito alla campagna ‘Salviamo i ciclisti’. Se li vuole salvare davvero potenzi le ciclabili, crei ‘zone 30’ per rallentare il traffico automobilistico, con dossi e dissuasori. Allora sì, potremo avvicinare i nostri bambini a uno sport che fa /V.B. bene al fisico e all’ambiente”.
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gIOVANI. Due conti in tasca a chi decide di salutare mamma e papà e andare a vivere da solo
Bamboccioni, il prezzo (salato) della libertà Non c’è scampo, i costi sono sempre più di quelli previsti. Cambiare casa comporta una serie di spese “occulte” impensabili alla vigilia: dalle caparre all’agenzia fino a volture, corrispondenza e presine, le occasioni per mettere mano al portafogli non mancano mai Francesca Puliti
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amboccioni in procinto di lasciare il focolare domestico, non fatelo. O almeno pensateci bene e fatevi due conti in tasca, perché il prezzo della libertà è alto, ben più alto di quel che immaginate. Se pensavate di cavarvela con affitto e cibo dovrete ricredervi in fretta. Metter su casa da soli, infatti, comporta una serie di spese “occulte” capaci di far tornare indietro anche il più cocciuto figlio ribelle. Tanto per cominciare non basta il canone mensile (o la prima rata del mutuo) per assicurarsi un tetto sulla testa: bisogna mettere in conto la caparra (un paio di mesi di affitto se va bene, fino a quattro per i meno fortunati) e, se ve ne siete serviti, le spese di agenzia (un altro mese di affitto). Anche il bonifico in automatico da parte della banca si paga a caro prezzo. Ma il problema si può risolvere attivando il cosiddetto “home banking” e sbrigandosi da soli sul web le proprie operazioni. Sempre che vi appuntiate sul calendario le scadenze da rispettare e non vi scordiate immediatamente il codice di accesso. A proposito di internet, ci sono da calcolare anche le spese telefoniche: fate bene i vostri conti, perché il panorama delle offerte è tanto vasto da perdercisi dentro. Altra manovra da fare subito: intestarsi le bollette. Tra gas, luce e acqua la missione “volture” vi porterà via quasi 300 euro (senza contare i consumi). E ricordatevi di controllare spesso la cassetta delle lettere, perché i primi bollettini non tarderanno tre mesi, ma solo venti giorni. Raccomandazione per tutti i novizi: prendere la residenza fa risparmiare qualcosa sulle bollette e non costa niente, basta fare un viaggetto all’anagrafe. Altro discorso per la posta: esiste un sistema semplice e indolore per far arrivare le lettere al nuovo indirizzo senza mettersi a comunicarlo a tutti. Il servizio è offerto dalle Poste, ma ovviamente si paga. Meglio, forse, fare un salto alla vecchia casa di famiglia di tanto in tanto e prendersi la corrispondenza di persona: sia il portafogli che i genitori se ne rallegreranno. Immancabilmente arriverà anche il canone Rai, e l’esanime conto corrente si alleggerirà di un altro centinaio di euro. Da mettere in conto la spesa di un paio di stipendi in arredamento, ringraziando i grandi magazzini del mobile (sempre che decidiate che il divano può attendere). Se poi avete la fortuna di portarvi dietro qualcosa dalla vecchia cameretta, calcolate comunque un altro bigliettone verde per il trasloco, a meno che non possiate contare su amici dotati di braccia forti, furgone e buona volontà. Impensabile, poi, di ritrovarsi in un colpo solo fuori portata mamma e la-
IL COSTO DELL’INDIPENDENZA CAPARRA: DA 2 A 4 MESI DI AFFITTO SPESE AGENZIA: 1 MESE DI AFFITTO SPESE DI CONDOMINIO: DA 30 A 200 EURO AL MESE, A SECONDA DEL TIPO DI RISCALDAMENTO, DELLA PRESENZA DI ASCENSORI, GIARDINI COMUNI, ECC. CANONE RAI: 129 EURO TRASLOCO: DA 100 A 200 EURO ARREDAMENTO: DA 1.000 EURO ALL’INFINITO PICCOLI LAVORETTI DI CASA (INSTALLAZIONE LAMPADARI, MENSOLE, MOBILETTI): QUALCHE CENTINAIO DI EURO ELETTRODOMESTICI: DA 300 A 500 EURO L’UNO UTENSILI DA CUCINA INDISPENSABILI: DA 50 EURO IN SU A SECONDA DELLE NECESSITÀ FARE UN ALTRO MAZZO DI CHIAVI: POCHI EURO TARGHETTE PER CAMPANELLO/POSTA: 10 EURO L’UNA SE IN METALLO, QUASI NIENTE SE SI ADOTTA LA SOLUZIONE CARTA, PENNA E CALAMAIO
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vatrice: bisognerà mettersi una mano sul cuore e portare l’altra alla carta di credito per l’ennesima volta. E visto che siamo nel reparto casalinghi andrà a finire che si riempirà un altro carrello con presine da cucina, scolapaste, pentole e piatti. Ma su questo fronte sentitevi liberi di investire: sono cose destinate a seguirvi di casa in casa. A meno che, a questo punto, non abbiate deciso di ripiegare le ali e restare nel nido paterno.
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focus
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LA NOMINA/1. Chi è Giuseppe Betori, sbarcato nel capoluogo toscano quattro anni e mezzo fa
Una storia di fede partita da lontano LA rEALTÀ/1
Ordinato sacerdote nel 1970, da allora
Prevenzione e non solo
La lotta alle droghe di Villa Lorenzi
il suo curriculum si è riempito
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di incarichi importanti. È considerato uno dei maggiori biblisti italiani Benedetta Strappi
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ella città del giglio ci è arrivato quattro anni e mezzo fa. Era l’8 settembre 2008 e monsignor Giuseppe Betori, oggi cardinale, veniva nominato arcivescovo di Firenze. Pochi giorni dopo, il 26 ottobre, faceva il suo ingresso nell’arcidiocesi fiorentina, ricevendo il pastorale del cardinal Ennio Antonelli e scegliendo di dedicare la prima uscita pubblica ai piccoli pazienti ricoverati al pediatrico Meyer. Ma la storia ecclesiastica del neocardinale comincia da lontano. Dal settembre del 1970, per l’esattezza, quando Betori, nato a Foligno, viene ordinato sacerdote nella stessa città. Durante il mandato sacerdotale nella città natia, Betori ha prestato opera come assistente all’Istituto San Carlo, occupandosi della formazione dei giovani diocesani. Ma nel curriculum dell’oggi cardinale gli incarichi importanti si sono susseguiti e riempiono pagine e pagine: come quello di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mandato che ha concluso il 25 settembre 2008. L’anno successivo invece – per la precisione il 10 febbraio 2009 – è stato eletto dai vescovi toscani presidente della Conferenza Episcopale Toscana. Ma Betori ha anche una carriera saggistica degna di nota, frutto dei suoi studi, ed è considerato uno dei maggiori biblisti italiani. Si è formato alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico, dove ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura con una tesi poi pubblicata con il titolo “Perseguitati a causa del Nome”. Autore di numerosi saggi sull’opera lucana e su temi
il neocardinale
Giuseppe betori
di ermeneutica biblica e di catechetica, è stato docente di introduzione alla Sacra Scrittura e di esegesi del Nuovo Testamento presso l’Istituto Teologico di Assisi. Già direttore dell’Ufficio catechistico nazionale - altro incarico di peso nel suo curriculm – il cardinale ha curato la pubblicazione di vari volumi del catechismo della Cei, l’organizzazione del Convegno ecclesiale di Palermo (1995) e di quello di Verona (2006), l’avvio e lo sviluppo del “progetto culturale” e la preparazione della XV Giornata mondiale della gioventù (2000) in occasione del Giubileo. Tre anni fa, invece, il 29 giugno 2009, papa Benedetto XVI gli ha concesso il pallio, segno distintivo degli arcivescovi metropoliti, che sono poi
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quelli che presiedono le province ecclesiastiche. Il pallio è una stola, bianca, che richiama la pecora che il pastore prende sulle spalle e simboleggia, appunto, il compito pastorale di chi lo indossa. Il resto è storia recente, recentissima. Un capitolo buio della biografia di Betori è quello che ha riempito le cronache il 4 novembre scorso, quando il segretario del neocardinale, don Paolo Brogi, è rimasto ferito all’addome durante un agguato avvenuto all’ingresso della Curia. A sparare fu un uomo, un pluripregiudicato di 73 anni, arrestato tempo dopo. Chiusa la vicenda, la biografia di monsignor Betori porta dritto al 18 febbraio scorso, con la nomina a cardinale da parte di Benedetto XVI.
na delle realtà legate alla diocesi fiorentina è Villa Lorenzi. Qui le attività legate alle tossicodipendenze vanno avanti dal 1988, quando la chiesa fiorentina decise di affidare a Zaira Conti, anima del progetto, la struttura vicino a Careggi. L’idea era quella di mettere a punto un programma di prevenzione dal rischio tossicodipendenza, ed è in questa direzione che si è cominciato a lavorare fin da subito. L’associazione che sta dietro a Villa Lorenzi, infatti, era attiva in quest’ambito già alla fine degli anni ‘70, quando si occupava essenzialmente di programmi di recupero. Oggi ha allargato il suo raggio d’azione, e il piano d’intervento è triplice: prevenzione, riabilitazione e formazione per adolescenti e giovani. Tante le attività portate avanti ogni giorno, come il centro diurno dedicato ai minori a rischio, frequentato da ragazzi divisi in fasce d’età (11-14 e 14-18), al quale si affiancano i gruppi di sostegno ai genitori e vari progetti con scuole, parrocchie e associazioni. Ci sono poi il “Programma giovani per il futuro”, che si rivolge ai consumatori di nuove droghe e ai giovani con disturbi alimentari, e un gruppo dedicato ad amici e parenti di persone che vivono situazioni di disagio. Sul fronte della riabilitazione, invece, ci sono un programma serale riservato ai giovani tossicodipendenti che sono riusciti a mantenere i loro impegni di studio o lavoro, un gruppo per i “poliassuntori” e per chi è caduto nel tunnel della cocaina, uno per i genitori e persino uno sportivo, per cominciare a riprendersi la quotidianità fin dai campetti di calcio. Chiudono il cerchio le attività formative: a Villa Lorenzi si tengono anche un laboratorio di falegnameria e restauro e uno di legatoria e cartotecnica, entrambi pensati perché i ragazzi possano “imparare un mestiere” e sviluppare capacità creative. Per informazioni: www. /B.S. villalorenzi.it.
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LA NOMINA/2. Quel giorno in San Pietro la proclamazione da parte di papa Benedetto XVI
18 febbraio, un “fiorentino” cardinale A supportare il “loro” vescovo un migliaio di fedeli, arrivati per l’occasione dalla città del giglio. Poi il lungo applauso in Santa Maria del Fiore Benedetta Strappi
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l 18 febbraio scorso, nel calendario diocesano fiorentino, è stato un giorno di quelli con la “G” maiuscola. È in questa data, infatti, che l’arcivescovo Betori è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI, con la consegna della berretta e dell’anello cardinalizio nella basilica vaticana durante il concistoro. Insieme a lui, altri 21 nuovi cardinali: a ognuno è stato assegnato un titolo o una diaconia della chiesa romana. A Betori è toccata la chiesa di San Marcello dei Serviti in via del Corso, a Roma. E non è stato casuale, perché questa chiesa è stata retta per anni dai Servi di Maria, ordine religioso nato proprio nella diocesi di Firenze, nel convento di Monte Senario. A Roma, quel giorno, c’erano anche un migliaio di fedeli fiorentini, arrivati a supporto del “loro” vescovo, mentre tra i volti noti in San Pietro c’era anche quello del premier Monti, accompagnato dalla consorte. E monsignor Betori, con l’occasione, ha scelto di “sgarrare” rispetto al protocollo e a conclusione del concistoro ha portato di persona i suoi saluti al presidente del Consiglio: “Ho voluto anche
esprimere la vicinanza della Chiesa all’Italia in questo momento difficile per il paese”, ha poi spiegato il neocardinale. Il giorno dopo, tornato nella sua Firenze, monsignor Betori è stato accolto da un lunghissimo applauso che gli ha dato il benvenuto all’inizio della messa celebrata in Santa Maria del Fiore, alla presenza di quasi tutti i vescovi della Toscana, del cardinale Silvano Piovanelli e dell’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti . La sua omelia, la prima da cardinale, è stata tutta incentrata sul significato della parola “porpora”, e alla folla di fedeli che lo ascoltavano ha detto: “Il mio servizio si estende oltre i confini della comunità dei credenti in Cristo e si fa responsabilità per tutta la città degli uomini, a cominciare da questa amata città di Firenze”. Tanto amata, Firenze, che Betori per la prima volta ci venne nel 1966, a 19 anni, come angelo del fango, arrivato come centinaia di altri ragazzi da tutta Italia per aiutare nella ricostruzione dopo l’alluvione. Fu lui stesso, appena insediatosi, nella lettera di saluto alla chiesa e alla città di Firenze, a confidare: “Quando mi è stata co-
la prima
messa
a
firenze
del cardinale
(foto
di
municata la decisione del Santo Padre di inviarmi a Firenze come Arcivescovo, mi è sembrato per un attimo di risentire il frastuono e la convulsione di quei giorni”. Tra le iniziative nate in seno proprio alla “sua” Firenze, Betori nel 2009 ha avviato di un sistema di microcredito che l’arcidiocesi fiorentina garantisce a chi avvia nuove imprese. E proprio con la città monsignor Betori, sin dalla notizia della
anna zucconi)
futura nomina a cardinale, ha voluto spartire i meriti di questa nomina, come ha detto durante durante l’Angelus dell’Epifania: “Esprimo profonda gratitudine al Santo Padre per questo gesto di benevolenza, che sento rivolto non solo alla mia persona, ma anzitutto alla Chiesa fiorentina e alla città di Firenze, come riconoscimento della loro gloriosa tradizione di fede e di cultura”.
LA rEALTÀ/2 Alla scoperta dei due centri gestiti dalla Fondazione Opera Diocesana di Assistenza
Là dove i disabili coltivano l’orto e dipingono quadri
L’
arcidiocesi fiorentina ha davvero tanti “rami”. Tanti settori d’attività, e uno di questi è la riabilitazione delle persone disabili. La Fondazione Opera Diocesana di Assistenza di Firenze se ne occupa dagli anni ‘70 e oggi gestisce due centri, uno a Castello (Villa San Luigi) e uno a Diacceto (Pelago). Nelle due strutture sono seguite, complessivamente, 140 persone: alcune ci vivono, altre frequentano i centri solo di giorno. La riabilitazione, da queste parti, è intesa come una missione e ogni giorno si lavora per restituire agli ospiti la massima autonomia possibile, con una grande attenzione alle attività socio-educative. E allora non c’è da stupirsi nello scoprire che questi
disabili vadano a cavallo (tecnicamente si tratta di ippoterapia, naturalmente), facciano teatro, coltivino orti biologici, fabbrichino bomboniere, partecipino alle olimpiadi di Special Olympics e giochino a calcetto. E questo giusto per citare alcune delle attività portate avanti nei due centri. Nei mesi scorsi, ad esempio, alcuni disabili ospiti di Diacceto sono stati i pittori protagonisti di una mostra dedicata al tricolore che, dopo un grande successo registrato a Firenze, è stata portata in trasferta a Monsummano. E a Villa San Luigi, il giorno di Natale, medici e operatori sono riusciti a chiudere l’istituto e a trovare, per ognuno degli ospiti, una famiglia che li accogliesse per il
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pranzo natalizio. Proprio in quel centro, in questi giorni, sta tra l’altro per arrivare un ospite molto speciale: si chiama Fly, è un cucciolo di golden retriever, e da ora in avanti sarà il fido “operatore” di pet therapy per i disabili ospiti dell’istituto. A Diacceto, invece, si è al lavoro per realizzare un villaggio “bio” in cui andranno a vivere i disabili che hanno completato il loro percorso riabilitativo e sono pronti per una vita indipendente, per quanto assistita. Per info: www.odafirenze. it. Si può anche scegliere di donare il 5 per mille alla Fondazione specificando il codice fiscale 00705550481 nella casella dedicata al so/B.S. stegno del volontariato nella dichiarazione dei redditi.
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politica
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IL DOCUMENTO/1. Approvato da Palazzo Vecchio il bilancio di previsione 2012
Irpef, Imu e le altre: ecco cosa cambia La prima passa dallo 0,3 allo 0,2, la seconda sarà del quattro per mille, meno dell’ultima Ici, quella del 2007. Nel mirino i “furbetti della dichiarazione fiscale”: controlli incrociati anti-evasori Antonio Passanese
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er Palazzo Vecchio è tempo di bilancio. E chi si aspettava un aumento dei balzelli dovrà ricredersi: per la prima volta è stato deciso di abbassare l’addizionale Irpef, che passa dallo 0,3 allo 0,2. Anche sull’Imu per la prima casa i fiorentini pagheranno meno rispetto all’ultima Ici, quella del 2007. Allora corrispondeva al 6 per mille, adesso l’Imu sarà al 4 per mille, una percentuale comprensiva dell’adeguamento catastale che consentirà di andare a pagare un po’ meno di prima. Diverso il discorso per le seconde case e terze case affittate e i negozi, con l’Imu al 9,99 per mille, e per le seconde e terze case sfitte, per le quali l’Imu sarà al massimo, 10,6 per mille, più del doppio di prima. È stata inserita anche una speciale Imu pari al 7,6 per mille con rimborso del 50% per chi affitta le case a canone concordato. Si tratta, come ha spiegato il sindaco Matteo Renzi insieme all’assessore al bilancio Claudio Fantoni, di una sorta di “minipatrimoniale” che va a colpire la rendita. Ma questi sono solo alcuni dei “principi cardine” che compongono il bilancio di previsione 2012 approvato da Palazzo Vecchio agli inizi di marzo. Nel documento economico la giunta comunale ha voluto prevedere anche punti di “gentilezza urbana”: chi ha i bambini in affido non pagherà le rette o le mense scolastiche, mentre gli studenti e i parenti dei ricoverati (al massimo due) non dovranno più versare la famigerata tassa di soggiorno. Musei civici gratis per i minori di 18 anni e gli accompagnatori dei disabili. Nonostante
i minori trasferimenti (vengono a mancare 55 milioni di euro, compensati da 43 milioni di maggiori introiti Imu e 12 dal contributo di soggiorno) il Comune ha comunque deciso di investire di più in alcuni settori, destinando due milioni di euro in più per la cultura e 5,7 milioni in più per casa, sociale, istruzione e sport. Vita dura, infine, per i furbetti della dichiarazione fiscale. Matteo Renzi e Claudio Fantoni hanno voluto inserire nel bilancio 500mila euro di recupero dall’evasione. Gli evasori saranno scovati grazie a un nuovo software che consente di avere i dati incrociati dei fiorentini, dal reddito ai beni immobili fino ai consumi. Insieme al bilancio, inoltre, sono state approvate tredici varianti urbanistiche (secondo una procedura prevista nel decreto Salva Italia): una dà il via alla riqualificazione dell’area della Mercafir. Le altre varianti riguardano l’ex ristorante Le Rampe, la colonica di piazza Artom, l’ex deposito tram, il teatro comunale, l’ex scuola di via di Villamagna, il nuovo Conventino, l’attrezzatura sportiva di San Bartolo a Cintoia, l’ex Meccanotessile, l’edificio del Parione, il Possesso di Rusciano, l’Istituto Demidoff e l’Istituto Sant’Agnese.
IL DOCUMENTO/2 Galli: “Tutto e il contrario di tutto, con fughe in avanti e dietrofront”. Cellai e Roselli: “Niente di nuovo sotto il sole”
Dalle multe alle alienazioni, le “preoccupazioni” dell’opposizione
L’
approvazione del bilancio di previsione 2012 ha alimentato una ridda di polemiche dall’opposizione. L’ex pidiellino Giovanni Galli, senza tanti complimenti, ha definito Matteo Renzi “il rappresentante di una politica vecchio stampo, capace solo di spettacolarizzare ogni cosa o evento senza accompagnarvi sostanza”. Secondo il capogruppo dell’omonima lista, il primo cittadino “ha sparato cifre a non finire dicendo tutto e il contrario di tutto con fughe in avanti e rapidi dietrofront: sull’Imu, ad esempio, ha scelto di stangare
i negozi ma poi ha annunciato di essere aperto al dialogo”. Per la maggioranza è Francesco Bonifazi, capogruppo Pd, a difendere l’operato della giunta: “È nota la smania di Galli di apparire sui giornali. Ma forse prima di criticare il bilancio potrebbe leggerlo. Anche stavolta Galli poteva risparmiarsi il suo comunicato di chiacchiere”. Il Popolo della libertà definisce il bilancio 2012 un atto “di poca fantasia”. “Multe, alienazioni e poco più – dicono i consiglieri Jacopo Cellai ed Emanuele Roselli – tutto già visto, in perfetta continui-
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tà con Domenici. Anche quest’anno infatti ritroviamo nel bilancio una voce consistente riguardante le alienazioni. E questo non può che destare preoccupazione visto i continui fallimenti che questa amministrazione ha registrato fino ad oggi: immobili come il teatro comunale che non si riescono a vendere – con il rischio di svendere prima o poi – hanno portato solo a nuovi mutui a carico di Comune e quindi dei cittadini. Insomma - concludono Cellai e Roselli - niente di /A.P. nuovo sotto il sole”.
politica
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INTERVENTI. Sul piatto opere per 312 milioni per i prossimi tre anni PDL. Questione morale e primarie i temi più caldi
Strade, scuole e infrastrutture Plebiscito e polemiche nel piano degli investimenti al congresso azzurro S
Antonio Passanese
i è chiuso il mese scorso il congresso del Pdl fiorentino, il primo dell’era “post-Berlusconi”. La due giorni di conta, avvenuta sabato 3 e domenica 4 marzo a Firenze e Scandicci, riconferma Nicola Nascosti e Alberto Tirelli alla guida della direzione metropolitana, Gabriele Toccafondi e Achille Totaro a quella del partito cittadino. Si è trattato di un vero e proprio plebiscito per le candidature vicine al coordinatore nazionale Denis Verdini. Accompagnato da un grande successo di partecipazione: alle urne si sono presentate oltre 1.600 persone, quasi il 70% dei tesserati. Un dato storico per il Pdl gigliato. Se il congresso è stato unitario, i malumori e le schermaglie in verità non sono mancati, specie sulla “questione morale” e sulle primarie. Protagonista principale della polemica uno
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irenze? Una città in continua evoluzione, che cresce e che continuamente deve adattarsi alle esigenze di chi la abita, rispettando però allo stesso tempo la sua vocazione storica. Sono queste le diverse anime della città che il piano triennale degli investimenti - approvato dalla giunta comunale, che ha messo sul piatto opere per 312 milioni di euro – prova a conciliare. Si tratta di risorse sia pubbliche che private (project financing o sponsorizzazioni) e derivano da stanziamenti di bilancio, alienazioni, mutui, trasferimenti da Stato o Regioni. Gli investimenti sono finalizzati a interventi in settori cruciali come viabilità e infrastrutture, beni culturali e scuole. Per il 2012 saranno disponibili oltre 156 milioni, per il 2013 oltre 113 e oltre 42 nel 2014, per un totale di 312.943.676 euro. Molto consistente il piano della viabilità (oltre 50 milioni solo per il 2012), che comprende rifacimento di strade e nuove infrastrutture. Per quanto riguarda i rifacimenti, dopo i lavori effettuati in precedenza in zone non centrali, nei prossimi mesi partiranno numerosi cantieri nel centro storico, per esempio in via Por Santa Maria (un milione di euro), in piazza de’ Nerli (1,7 milioni) e in via della Colonna (oltre un milione). E ancora in via Panzani (oltre un milione), via Cerretani (oltre un milione) e via Tornabuoni (850mila euro). Tra gli investimenti previsti ci sono poi il completamento del collegamento viario Nenni-Torregalli (800mila
Molto consistenti i capitoli che riguardano viabilità, mobilità e sicurezza euro), i nuovi parcheggi a Serpiolle (un milione), Sorgane (un milione) e Settignano (un milione). Un milione e 200mila euro sono stati messi a disposizione degli interventi della mobilità nel Parco delle Cascine (ztl e parcheggi), mentre un milione e mezzo serviranno per la realizzazione della passerella ciclo-pedonale Argingrosso-Cascine. Inserite nel Piano anche opere fondamentali per la mobilità cittadina come il bypass delle Cascine del Riccio e quello di Ugnano e Manti-
gnano, e l’ampliamento della rete di busvie. Numerosi infine gli interventi di infomobilità e di aumento della sicurezza stradale nell’ambito del progetto David. Una buona fetta delle risorse (45 milioni di euro) è stata destinata anche all’edilizia scolastica per manutenzione, miglioramento acustico, adeguamento energetico e lavori strutturali. Il piano degli investimenti triennali, oltre alla consueta manutenzione di edifici, monumenti e chiese, concentra l’attenzione su Palazzo Vecchio, di cui è già partito il progetto di raddoppio degli spazi museali (oltre due milioni di euro totali), sulla biblioteca delle Oblate e sul teatro dell’Oriuolo, compresa la bonifica dall’amianto (oltre due milioni di euro). Più di quattro milioni sono previsti per la ristrutturazione del teatro della Pergola, oltre un milione è destinato allo Stibbert. Infine, la giunta Renzi non dimentica nei suoi progetti nemmeno lo sport: l’avvicinarsi dei Mondiali di ciclismo mette in moto numerosi investimenti, con alcuni milioni di euro solo per interventi di messa in sicurezza della viabilità dei percorsi di gara. Per quanto riguarda il verde pubblico, infine, da segnalare la realizzazione del giardino nell’area dell’ex Meccanotessile, per un costo pari a un milione e 600mila euro.
Riconfermati Nascosti, Tirelli, Toccafondi e Totaro dei big della vecchia guardia del partito, il senatore Paolo Amato. Il cui richiamo “al partito degli onesti” auspicato dal segretario Angelino Alfano è stato interpretato come un j’accuse nei confronti del coordinatore nazionale Verdini in merito alle vicende giudiziarie che lo hanno chiamato in causa: la “cricca”, la P3, le opere del G8 e, da ultimo, l’inchiesta sul senatore Pdl Riccardo Conti. La risposta di Verdini non si è fatta attendere. Dal palco del congresso il coordinatore nazionale si è scagliato contro Amato, e i due si sono lanciati in un acceso battibecco davanti agli iscritti allibiti. Una tenzone finita con il commento secco di Amato: “Nelle tue condi-
Gabriele toccafondi
zioni – si è rivolto a Verdini – dovevi dimetterti”. Solo un atto del dibattito interno che da mesi ormai sta scuotendo il Pdl. Innanzitutto gli addii. L’ultimo ad andarsene sbattendo la porta è stato Samuele Baldini, consigliere provinciale recentemente passato al gruppo misto e ora tentato dall’Udc, come già prima lui il parlamentare Alessio Bonciani, passato al partito di Casini in aperta rottura con Berlusconi e Verdini. C’è poi la rivolta degli “ottanta” capeggiata dall’eurodeputato Paolo Bartolozzi, primo firmatario di un documento presentato al congresso, critico per la scarsa dialettica interna al partito e sottoscritto da un’ottantina di eletti tra comuni e circoscrizioni. Capitolo primarie: richieste da molti esponenti del partito, alla fine sono state bocciate dai vertici. Il consigliere comunale Francesco Torselli e quello regionale Paolo Marcheschi tra i più attratti dall’idea della consultazione tra gli iscritti per la scelta dei candidati. “Basta ai candidati ‘last minute’”, è stato l’invito di Marcheschi al congresso. Ma lo ha gelato il coordinatore fiorentino. “Le primarie? Nel nostro partito non c’è la cultura adatta”, le ha rispedite al mittente /N.B. Toccafondi.
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al volante
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SICUREZZA. Ormai da mesi si parla dell’introduzione di questo reato: l’iter va avanti
Il (lungo) cammino verso “l’omicidio stradale” Giulia Righi
Sull’argomento è intervenuto anche il ministro Corrado Passera: “L’impunità
S
non può essere tollerata”. Le pene saranno più severe, ma ci vorrà del tempo
ono passati ormai tanti mesi da quando si è cominciato a parlare del reato di “omicidio stradale”. È partito tutto da Firenze, e poche settimane fa l’eco dell’iniziativa si è sentita nei palazzi romani, con il ministro dei trasporti, Corrado Passera, che in commissione trasporti ha sottolineato come ci si trovi di fronte a un “problema da approfondire”. E che si tratti di un “problema da approfondire” da tempo lo sostengono oltre 58mila persone, le stesse che hanno firmato la proposta di legge per introdurre questo tipo di reato.”Quello che è importante – ha spiegato il ministro – è che l’impunità non può essere tollerata. È socialmente inaccettabile che chi uccide qualcuno guidando sotto lo stato di ebbrezza o di sostanze stupefacenti ritorni casa. Credo che sia obiettivo comune eliminare qualcosa che offende il comune sentire”. Il ministro ha comunque puntualizzato che, nell’istituzione di questa nuova fattispecie penale, occorrerà tener conto del quadro normativo vigente a livello europeo. Ma cosa dovrebbe cambiare, effettivamente, a livello legale una volta che questa battaglia avrà compiuto il suo iter? La proposta mira a inasprire le pene per chi uccide guidando sotto l’effetto di alcol e droghe. In Italia, infatti, gli omicidi come quello di Lorenzo Guarnieri, investito mentre si trovava alla guida del suo scooter da una persona risultata positiva all’alcol-test, sono giudicati e puniti come “colposi”, diversamente da quanto avviene in altri paesi, dove questo tipo di omicidio viene considerato “volontario” e punito come tale. Con l’introduzione del reato, le pene attualmente previste
passerebbero da 3-10 anni a un minimo di 8 e a un massimo di 18 anni. La proposta di legge prevede inoltre l’arresto in flagranza di reato e il cosiddetto “ergastolo della patente”: a chi guida sotto l’effetto dell’alcol e della droga sarà tolta definitivamente la patente dopo il primo omicidio. Ad ora, invece, è prevista solo la revoca temporanea del permesso di guida e nessuna misura cautelare. Certo, ci vorrà ancora del tempo. Perché - come racconta nelle righe qua sotto Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo - l’iter è impegnativo ed è ambizioso pensare che si arrivi al dunque entro la fine dell’anno in corso. Ci sono prima le discussioni nelle commissioni, poi il passaggio alla Camera per il voto, poi la discussione in Senato. A quel punto, se la proposta verrà approvata, il governo sarà tenuto a legiferare sulle modifiche richieste. Ma le battaglie dell’associazione non finiscono qua: l’omicidio stradale è uno dei 35 punti del progetto David sulla sicurezza stradale, che si propone di salvare 58 vite umane e ridurre di 1.000 i feriti gravi a Firenze sino al 2020, attraverso una serie di interventi e campagne di comunicazione.
LA REAZIONE. Il commento di Stefano Guarnieri: “Grazie a tutti i firmatari”
“Bene, ma c’è ancora tanto da lavorare”
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ull’apertura all’introduzione del reato di omicidio stradale arrivata dal ministro Passera ha detto la sua a Il Reporter Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo e presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri. Come associazione che da tempo porta avanti questa campagna e che ne è stata la promotrice, cosa vi aspettate adesso? Siamo felici delle dichiarazioni del ministro anche se siamo prudenti sugli sviluppi, quindi restiamo con i piedi per terra. Di strada da fare ce n’è ancora
tanta. Certo che senza le oltre 58mila firme la proposta di legge non sarebbe andata in discussione in commissione trasporti. Grazie a tutti i firmatari. Quale sarà l’iter della legge? L’iter è ancora lungo. Dopo le discussioni nelle commissioni (trasporti e giustizia) dovrà andare in assemblea alla Camera per il voto. Dopodiché sarà discussa in Senato e, se approvata, obbligherà il governo a legiferare sulle modifiche richieste. Noi continueremo a fare pressione insieme ad altre associazioni per far sì che questa sia una priorità di
ZOOM. I futuri architetti parteciperanno a un workshop
LA RUBRICA DELL'AVVOCATO
Le opere degli studenti contro gli incidenti L’
A CURA DI GUGLIELMO MOSSUTO Avvocato in Firenze
La nozione di famiglia di fatto, significativa a questo proposito, richiede che i conviventi elaborino un progetto e un modello di vita in comune analogo a quello che, di regola, caratterizza la famiglia fondata sul matrimonio, con un arricchimento e un potenziamento reciproco della personalità dei conviventi, la trasmissione di valori educativi ai figli e cose simili. Nel caso di specie era stata troppo frettolosa la valutazione dei giudici di merito che, nell’escludere l’obbligo del mantenimento, non avevano vagliato la ricorrenza di tutti questi altri presupposti. Orbene, alla luce di ciò e di questo orientamento oramai consolidato della Suprema Corte, appare forse necessario svolgere alcune considerazioni. Con il numero di separazioni, e di divorzi che costellano il panorama giudiziario italiano, da ormai troppo tempo assistiamo a sperequazioni economiche perpetrate dai coniugi separandi volte solo ed esclusivamente ad un arricchimento economico senza freno alcuno e volta ad impoverire l’obbligato più del necessario. Su questo punto, con le recenti pronunce, di certo il percorso intrapreso dalla Cassazione non è condivisibile, tutt’altro. Servirebbe, a mio parere, un disincentivo a questa “corsa al mantenimento”, che con ogni probabilità potrebbe avere come primo e fondamentale passo l’individuazione di criteri assai più restrittivi per l’erogazione dell’assegno di mantenimento, che dovrebbe partire in primo luogo dai giudici. In tal modo (forse) si finirebbe di contrarre matrimoni che poi puntualmente finiscono in separazioni scontate e caratterizzate dal solo e unico obbiettivo di lasciare “in mutande” l’obbligato, per buona pace degli avvocati. In tal modo infatti si finisce per distruggere non solo economicamente un famiglia, ma si mettono sotto le scarpe anche tutti in principi etici e morali che dovrebbero caratterizzare il vincolo matrimoniale.
avvocatomossuto@tin.it
COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA
Nuova convivenza per l’ex moglie? Resta l’obbligo del mantenimento. Sul sempre attuale e spinosissimo fronte dell’obbligo al mantenimento del coniuge in sede di separazione, di certo non arrivano buone notizie per gli obbligati al versamento di quest’assegno per i quali i problemi sembrano non avere mai fine. Ancora un duro colpo, è stato sferrato dai Giudici della Suprema Corte con la recentissima sentenza n. 3923 dello scorso 12 marzo 2012. L’interpretazione nomofilattica degli Ermellini è stata senza dubbio sfavorevole per coloro che speravano di liberarsi di questa “tassa” una volta che la ex fosse andata a convivere con un’altra persona. Ebbene così non è stato. La legge prevede che il coniuge più abbiente debba versare il mantenimento, garantendo lo stesso tenore di vita che c’era in costanza di matrimonio, nei confronti dell’ex marito/moglie, finché il beneficiario non passi a nuove nozze o finché non conviva con altra persona more uxorio. Nel caso di specie, tuttavia, i Giudici di legittimità invece di favorire l’obbligato, restringendo i principi di derogabilità dell’assegno, li hanno ampliati. La persona avente diritto al mantenimento, casalinga, era andata a convivere con altra persona. Il giudice di merito aveva ritenuto questo sufficiente a far cessare l’obbligo dell’ex marito nei suoi confronti. La Cassazione è stata però di diverso avviso, capovolgendo la decisione di merito. A detta della Corte, per escludere il trattamento economico, è necessario che il nuovo mènage abbia le caratteristiche di un modello di vita caratterizzato dalla continuità e dalla consistenza degli apporti economici da parte del nuovo convivente del richiedente il trattamento economico. Infatti, osservano gli ermellini, uniformandosi a propri precedenti, “la convivenza del coniuge con altre persone avente carattere occasionale o temporaneo, non incide di per sé direttamente ed in astratto sull’assegno di mantenimento”. In tal caso la corresponsione dell’assegno sarebbe dunque giustificata solo laddove il primo instauri una convivenza con altra persona che assuma i caratteri di stabilità e continuità, trasformandosi in una vera e propria famiglia di fatto.
governo e che quindi i tempi vengano accelerati da un eventuale decreto legge. L’obiettivo molto ambizioso rimane quello di trasformare la proposta in legge nel 2012. E le prossime battaglie dell’associazione? Sono quelle che portiamo avanti tutti i giorni, andando nelle scuole e spingendo il Comune nella realizzazione del progetto David. Le strade delle grandi città italiane sono pericolose, soprattutto per gli utenti deboli: pedoni, ciclisti e motociclisti. /G.R. C’è ancora tanto da lavorare.
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ingegno dei futuri architetti per la causa della sicurezza stradale. Nei prossimi mesi gli studenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze parteciperanno a un workshop progettuale nell’ambito della campagna “Occhioallastrada”, attivata all’interno del progetto “David”, per mettere la loro “creatività a disposizione di una causa importante che riguarda tutti, ovvero la lotta agli incidenti stradali”, come spiegato dall’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio Massimo Mattei. Ma in che modo saranno coinvolti gli architetti di domani? Gli studenti del corso di sociologia urbana, coordinato dal professor Leonardo Chiesi, saranno chiamati a progettare una serie di installazioni sulla sicurezza della guida in città. Un contributo che dovrà “invitare” i cittadini a pensare in modo nuovo alla sicurezza sulla strada e sensibilizzarli sul tema in una maniera insolita e originale. Un tema, quello della sicurezza al volante, che riguarda drammaticamente proprio il mondo dei
giovani: come ricordato dall’assessore Mattei agli stessi studenti, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte dei ragazzi tra i 15 e 25 anni. “Come Comune, negli ultimi anni – ha spiegato - anche grazie allo stimolo e al supporto di associazioni come quelle intitolate a Lorenzo Guarnieri e a Gabriele Borgogni abbiamo fatto importanti passi avanti, ma siamo ancora lontani dal centrare l’obiettivo della riduzione degli incidenti del 50% fissato dall’Unione Europea. Un risultato che potremo raggiungere soltanto con la collaborazione dei cittadini e soprattutto dei giovani”. Alla presentazione del workshop erano presenti anche Stefania Guarnieri, presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri, e i tecnici dell’ufficio comunicazione del Comune e dell’Agenzia Catoni. Ora la palla passa in mano agli studenti, che dovranno trovare il modo di ricordare ai loro coetanei (e non solo) – attraverso installazioni e fantasia – quanto sia importante la sicurezza sulla strada. /E.M.
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REPORTAGE. Da tempo l’area attende una nuova vita. E intanto i problemi non mancano
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Siringhe abbandonate nello spazio verde e pochi controlli. Mentre in Palazzo Vecchio si disegna il futuro dell’ex struttura industriale del Pignone, i residenti denunciano: “La situazione è diventata insostenibile. Di notte i giardini sono terra di nessuno” Gianni Carpini
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problemi rimangono quelli di sempre. È mal frequentato. Di notte i cancelli vengono chiusi ma qualcuno – denunciano i residenti – riesce comunque a scavalcare e il giardino diventa terra di nessuno. Poi ci sono le spiacevoli sorprese che le mamme, con figli al seguito, trovano davanti a sé ogni giorno: siringhe lasciate vicino ai giochi per i più piccoli. Da tempo l’area dell’ex gasometro del Pignone attende una nuova vita. L’impianto industriale, costruito a metà dell’Ottocento, rimane uno scheletro vuoto, aspettando i progetti del Comune. Dietro l’angolo l’ex Mamma - il locale finito ai suoi tempi sulla “lista nera” dei residenti per la chiassosa movida che aveva scatenato - pezzo dopo pezzo è stato ricostruito e messo a norma, in vista della riapertura prevista entro primavera. Niente night life, stavolta si punterà sulla vita diurna, dal mattino a mezzanotte, con iniziative, internet wifi free e laboratori per grandi e piccini. La zona compresa tra via dell’Anconella, le mura e lungarno Santa Rosa rappresenta un punto di ritrovo: qui si affacciano un centro anziani e una ludoteca. Nel giardino passeggiano mamme, nonni e nipotini. Ma non solo, anche presenze più “particolari”: a pochi metri si trova il servizio per le tossicodipendenze della Asl, mentre le panchine diventano meta di persone in difficoltà, come senza dimora e soggetti ai margini della società. Le uniche cure per riqualificare lo spazio sembrano essere i progetti futuri. Quello più a lunga scadenza riguarda l’ex gasometro, la struttura circolare dove - nel diciannovesimo secolo - era immagazzinato il gas prodotto dalla combustione del carbone. Era il cuore da cui arrivava il “carburante” per i riscaldamenti, per le cucine e per l’illuminazione pubblica della città. Oggi è una carcassa d’acciaio. Palazzo Vecchio
vuole riempire questo pezzo di archeologia industriale con un centro wellness dedicato alle famiglie, tirando su un silos da tre o quattro piani. Il recupero passerà attraverso un project financing: i privati si faranno carico della ristrutturazione milionaria. In cambio, la società che si aggiudicherà il bando pubblico potrà gestire il complesso in concessione. “Ben vengano le novità, basta che tolgano tutta questa sporcizia – dice Stefania, che abita nella zona - la situazione è insostenibile: ci sono senzatetto che dormono sulle panchine, chi si buca vicino allo scivolo per i bambini e poi abbandona le siringhe”. Stefania è una delle dieci mamme che, dopo numerose telefonate, riunioni e richieste, hanno fatto tirare a lucido il poco distante giardino di Santa Rosa: giochi nuovi, una recinzione che corre tutto intorno, più lampioni. Ma dall’altra parte della strada, in via dell’Anconella, la battaglia è ancora tutta da combattere. “È da una vita che sento parlare del recupero dell’ex gasometro – spiega Claudio, 56 anni, nato e vissuto nel rione – speriamo che si arrivi finalmente a un risultato. Sono favorevole – precisa – purché l’impianto non ne esca snaturato: fa parte della storia del quartiere”. Intanto, con la bella stagione è prevista la riapertura dell’ex Mamma: i circa 90 metri quadrati vicini al palazzo della Asl sono stati affidati a una società privata, la Firenze Ricevimenti, che ha rimesso a nuovo il fabbricato. Il locale versava in pessime condizioni. Era tutto da rifare: cucina, impianto elettrico, bagni pubblici. Gli interventi sono stati rallentati dal grande freddo di febbraio, ma i gestori puntano ad aprire nel giro di poche settimane. L’idea è quella di creare un luogo di incontro per bambini, giovani e anziani: colazioni, pranzi, laboratori pomeridiani e ginnastica nei giardini.
L’INIZIATIVA. Alla BiblioteCanova, per i bambini
Tutto esaurito per i corsi di arabo L
a stragrande maggioranza di loro già parla in lingua, ma non sa né leggere né scrivere in arabo. Alcuni lo imparano per motivi religiosi, altri per riscoprire le loro radici. Sono una trentina, tra i 6 e i 15 anni, gli “alunni speciali” della BiblioteCanova dell’Isolotto, che per il secondo anno consecutivo ha organizzato un corso di arabo, gratuito. Sono state così tante le richieste da parte dei genitori che è stato necessario raddoppiare l’offerta: due diversi livelli, uno base per i nuovi arrivati, il secondo per chi è più avanti nello studio e per chi ha già frequentato durante il 2011. Nonostante questo, qualche bambino è rimasto fuori, mentre sono tanti gli adulti, soprattutto italiani, che si sono rivolti alla biblioteca per lezioni di arabo in versione senior. Al momento, però, l’unico corso attivato riguarda bambini e ragazzi. Tutti arrivano da famiglie in cui uno o entrambi i genitori sono originari di paesi arabofoni. Si va dal Marocco all’Egitto, dalla Tunisia all’Algeria, fino al Kosovo. Dietro la cattedra Sanaa Ahmed, originaria dell’Egitto, laureata in lingue, oltre che in chimica e fisica. “I bambini spesso parlano già la lingua, anche se in diversi dialetti – spiega – io propongo l’arabo classico: insegno la pronuncia, a leggere e a scrivere”. Le lezioni sono partite lo scor-
so gennaio e proseguiranno, ogni sabato pomeriggio, fino a giugno. Per il futuro rimane però qualche incertezza: l’iniziativa è finanziata con risorse della stessa biblioteca, ma dal salvadanaio stanno progressivamente scomparendo i denari, a causa degli inevitabili tagli. Si naviga quindi a vista e, per quanto riguarda il prossimo “anno scolastico”, si deciderà in base ai soldi messi a disposizione dalla direzione cultura. Contemporaneamente, cresce la domanda per questo genere di corsi: molti adulti, soprattutto italiani, si sono rivolti alla struttura per tornare sui banchi e studiare idiomi esteri. Una necessità fatta presente dai cittadini anche durante le assemblee dei 100 luoghi. “Le richieste riguardano principalmente le lingue emergenti – dice la direttrice Sandra Tramonti – per esempio l’arabo o il cinese: aumenta l’interesse verso culture sempre più presenti sul nostro territorio”. Al momento non sono state attivate iniziative di questo genere. Si lavora invece sull’integrazione e l’alfabetizzazione delle persone di origine straniera che vivono e lavorano nel nostro paese, che sono seguite da una decina di volontari che aiutano i nuovi cittadini a districarsi con le regole della lingua italiana e a utilizzare le nuove tecnologie, come computer /G.C. e internet.
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zoom
Aprile 2012
L’EVENTO. Curato da Manu Lalli e Riccardo Ventrella, coinvolgerà tutto il centro
La notte si tinge (davvero) di bianco Ludovica V. Zarrilli
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e notti bianche al plurale immaginate da Dostoevskij erano molto diverse da quella, singolare, che invece va in scena oggi, a distanza di oltre un secolo e mezzo dalle atmosfere raccontate nel romanzo del grande scrittore russo. Sono diverse per due motivi: innanzitutto perché la notte bianca fiorentina è un melting pot di eventi che per dodici ore, dal tramonto all’alba, porterà nelle strade e nelle piazze di Firenze una lista lunghissima di eventi, e poi perché quest’anno l’appuntamento, in programma come di consueto il 30 aprile e curato da Manu Lalli insieme a Riccardo Ventrella (che tornerà a occuparsi anche dell’Estate Fiorentina), sarà bianco per davvero. Nel senso letterale del termine. “La nostra intenzione è colorarla per farla essere il più bianca possibile”, spiega Manu Lalli. “Io sono un po’ ossessionata dalla bellezza – continua la curatrice – perché penso che la bellezza educhi alla bontà. E sono in un certo senso ossessionata anche dal bianco, colore che ho sempre usato molto nelle mie esperienze artistiche, perché trovo che, se una cosa è bianca, venga meno voglia di sporcarla”. Il segnale è chiaro: tingere la città assume un valore importante per recuperare l’idea di bellezza, “per far capire soprattutto a chi viene da fuori, l’importanza del luogo e il rispetto che gli si deve”. Ma come si concilia tutto
questo con un maxi evento cittadino che spesso e volentieri si è trasformato in una serata all night long a uso e consumo dei giovani? “Si concilia dando spazio a eventi nuovi e coinvolgendo tutta la città – spiega ancora Lalli – e coinvolgere tutta la città significa anche i bambini e gli anziani, non solo chi è già solito vivere Firenze quando il sole non c’è più”. Mentre Il Reporter va in stampa il calendario ufficiale è ancora in costruzione, ma è già sicuro che si tratterà di una kermesse diffusa, spalmata su tutto il centro della città. Farà vivere strade, piazze e angoli inattesi, le logge saranno illuminate e vedranno session di musica dal vivo di tutti i generi, dalla classica al jazz, dal funk al rock, dalle bande di città ai grandi complessi di fiati e percussioni, fino al tango suonato e danzato. Si ballerà anche in Palazzo Vecchio, da sempre fulcro della Notte Bianca. Saranno aperti i musei e, a sorpresa, sarà invaso anche il tribunale in piazza San Firenze, luogo recentemente riconsegnato alla città. Inoltre saranno popolati di luce i ponti, dalle Grazie fino al Ponte alla Carraia e le rive dell’Arno. Quest’ultimo progetto, insieme ad altri, proseguirà poi per tutta l’estate: quest’anno, infatti, per la prima volta, grazie alla comunanza delle direzioni artistiche, Notte Bianca ed Estate Fiorentina vanteranno importanti sinergie e proporranno progetti a lunga scadenza.
Il 30 aprile torna l’appuntamento con la kermesse che fa vivere la città dal tramonto all’alba. Tra le novità l’apertura al pubblico del tribunale di piazza San Firenze e una serie di iniziative a misura di bambini e anziani
speciale salute
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SESSUALITÀ/1. Accanto all’Hiv ce ne sono di nuove e di “riemergenti”
Quelle malattie trasmesse in intimità Giulia Righi
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ue, massimo tre su dieci: è il numero dei pazienti del Centro malattie trasmesse sessualmente della Asl 10 di Firenze che dichiara di utilizzare il preservativo. Il restante 70 per cento non lo utilizza o lo fa soltanto occasionalmente. A rivelarlo è un test proposto a settecento utenti della struttura, che ogni anno registra un flusso di 12-13mila pazienti, dei quali – fortunatamente - solo circa il 10 per cento è effettivamente affetto da patologie sessualmente trasmesse. A rivolgersi al centro sono soprattutto giovani dai 17 ai 30 anni: “Capita spesso che si tratti di ragazzi che hanno avuto un rapporto a rischio – spiega il reponsabile del centro, il professor Giuliano Zuccati – e arrivano da noi spaventati”. E il problema, si sa, è proprio questo: quando si parla di malattie legate alla sfera sessuale può più la paura a cose fatte che la prevenzione. Perché se negli anni ‘90 le campagne di comunicazione erano molte (e molto forti), come quelle sull’Aids, negli ultimi anni la percezione diffusa è che si sia abbassata un po’ la guardia. “Da quando, all’inizio del ventunesimo secolo, si è trovata la terapia per l’Hiv, si è cominiciato a intenderla come malattia cronica curabile ed è cambiata la percezione del rischio Q2 che se ne ha”. E invece si tratta di
una malattia serissima per la quale ancora non esiste un vaccino, e dunque solo una saggia accortezza può servire a evitarla. Ma, accanto a questa, che resta lo spettro più temuto, ci sono altre malattie cosiddette “riemergenti”: “Aumentano i casi di sifilide, gonorrea e infezioni da Chlamydia thrachomatis, un batterio che si comporta come un virus”. Altre malattie sessualmente trasmesse in aumento sono l’herpes genitale e l’hpv, il papilloma virus. Ma ci sono anche malattie “nuove” legate alla sfera sessuale: “Una variante nuova di una patologia esistente è il linfogranuloma venereo – spiega ancora il professor Zuccati
- nella particolare forma clinica che si presenta negli omosessuali, identificata dal 2006 in poi”. Insomma, le malattie legate alle abitudini intime sono molte, e quanto sia importante la prevenzione andrebbe ripetuto come un mantra: “La raccomandazione è quella, scontata, di cercare di avere sempre con sé dei preservativi. E di usarli – conclude il professore –. Tutte le volte che si hanno rapporti a rischio è bene poi rivolgersi a centri come il nostro, e occorre fare lo stesso se si rompe il preservativo”. Il centro si trova in piazza Indipendenza 11, al terzo piano, ed è contattabile telefonicamente all numero 055.6939654.
SESSUALITÀ/2. Vaccino ma non solo
Il papilloma virus, cosa è e come si cura T
ra le malattie legate alla sfera sessuale di cui si parla un po’ di più (e comunque ancora troppo poco, lamentano gli esperti) ci sono quelle legate ai papilloma virus (Hpv). Già, ma di cosa si tratta esattamente? I papilloma virus umani sono virus che si trasmettono per via sessuale e si replicano nelle cellule dell’epidermide. In natura ne esistono di oltre 120 tipi, e di questi oltre quaranta interessano l’epitelio anogenitale. È tra questi che si trovano gli Hpv definiti “ad alto rischio oncogeno”, che cioè sono collegati all’insorgenza di tumori, come il tipo 16 e 18. “In questo caso il virus penetra nel Dna della cellula e può causare il carcinoma della cervice uterina: ogni anno nel mondo si registrano 500mila nuovi casi ed è il secondo tumore delle donne, dopo quello della mammella”, spiega ancora il professor Zuccati dal Centro malattie sessualmente trasmesse. In Toscana, da anni, è stata avviata una campagna vaccinale gratuita per le ragazzine, per proteggerle da questi due tipi di Hpv. “Ma questo tipo di vaccino non copre contro gli Hpv 6 e 11, che sono invece responsabili dei condilomi più diffusi al mondo”, aggiunge Zuccati. E ancora: “Si stima che circa l’80-90 per cento delle persone incontri un Hpv nella sua vita, ma che solo il dieci per cento di questa popolazione sviluppi poi una malattia, mentre il restante 90 per cento elimina il virus dall’organismo nel giro di due anni”. La vaccinazione, che prevede tre iniezioni intramuscolari sul braccio nell’arco di sei mesi, è completamente gratuita per tutte le ragazzine residenti in Toscana, in età compresa fra gli undici e i sedici anni compiuti. Ci si può vaccinare gratuitamente nei Centri vaccinali delle Asl dopo aver ricevuto per posta la relativa convocazione. La Toscana, quest’anno, sarà tra l’altro la prima regione italiana ad adottare, progressivamente nelle varie Asl, il test Hpv in sostituzione dell’attuale pap test, per le donne over 35. Il nuovo test avrà validità quinquennale anziché /G.R. triennale.
LA FOTOgRAFIA. Dasalute. un recente convegno non vengono fuori dati particolarmente rassicuranti Professionisti della Firenze 2012
I toscani, un popolo di sedentari 1194648
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Nella nostra regione un bambino su tre è sovrappeso o addirittura obeso, mentre l’attività fisica è limitata a tutte le età, con un aumento marcato degli “amanti della poltrona” negli ultimi anni. Anche sul fronte del fumo le cose non vanno bene
si osserva proprio nel 2010: dal 25 al 28 per cento in un solo anno. Solo un intervistato su tre riferisce di aver ricevuto da medici o operatori sanitari il consiglio di praticare attività fisica regolarmente. E metà delle persone parzialmente attive e un quinto dei sedentari percepiscono il proprio livello di attività fisica come “sufficiente”. La sedentarietà aumenta con l’aumentare dell’età ed è più frequente nelle donne, nelle persone con un grado di istruzione minore e con molte difficoltà economiche. Anche sul fronte fumo non emergono dati positivi, per quanto invariati: dallo studio Edit 2011 presentato in Regione nel dicembre scorso emerge che tra i ragazzi il fumo è un’abitudine ancora in crescita. La proporzione di studenti che ha provato a fumare resta invariata (65 per cento) rispetto alla prima rilevazione del 2005, mentre aumenta la percentuale di coloro Omeopatia chePsicoterapia sviluppano una -vera e propria abitudine (19,2% nel 2005, 24,1% nel 2011). Anche Laboratori di creatività in questae terza edizione dello studio si conconsapevolezza ferma che le femmine superano i coetanei Gruppi di parola per genitori maschi: il 25,7% delle studentesse fuma regolarmente e il 15,3% lo fa occasionalmente, contro, rispettivamente, il 22,6% e il 12,7% degli studenti maschi. Senza distinzione di genere, 15 anni è l’età in cui i ragazzi inizia/B.S. no a fumare con regolarità.
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ella nostra regione un bambino su tre, fra gli 8 e gli 11 anni di età, è sovrappeso o addirittura obeso e fa poca attività fisica. È questa la (preoccupante) fotografia emersa da un recente convegno che si è tenuto a Firenze, dal titolo “Guadagnare salute in Toscana”. E se le cose non vanno bene sul fronte “bilancia”, il panorama non è particolarmente roseo nemmeno per quanto riguarda l’attività fisica. Nella nostra regione un intervistato su tre nell’ambito del rapporto nazionale “Passi 2010” (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) può essere definito fisicamente attivo, il 39% parzialmente attivo, mentre quasi un terzo risulta completamente sedentario (28%). I dati toscani sono praticamente sovrapponibili alla media nazionale (33% attivi, 37% parzialmente attivi, 31% sedentari). Hanno però avuto un picco notevole: dal 2007 al 2010 la percentuale di sedentari è aumentata passando, in Toscana, dal 24 al 28 per cento. E nella nostra regione l’aumento più marcato
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LA CITTÀ VERDE/1. Pochi spazi a Campo di Marte, l’oscar va all’Isolotto: il punto della situazione
Il giro di Firenze in trecento giardini: promossi e bocciati Gianni Carpini
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a maglia verde spetta al quartiere 4, quella nera se l’aggiudica Campo di Marte, dove ogni residente può contare solo su 8 metri quadrati di giardino pubblico. Va invece molto meglio diladdarno, tra l’Isolotto e Legnaia. Qui, facendo due calcoli, il rapporto persone/prati è il migliore: per ciascun cittadino ci sono 23 metri quadrati di erba e alberi. Sul secondo gradino della “top-green”, prendendo in considerazione le aree gestite dal Comune, si trova il quartiere 3 (Galluzzo-Gavinana) con 21 metri quadri pro-capite. Medaglia di bronzo per il centro storico, che però è favorito dall’esistenza dentro i suoi confini del parco più esteso, le Cascine. Una presenza “ingombrante” che fa salire il verde disponibile per ogni residente quasi a quota 20 mq. La zona maggiormente popolata, quella di Novoli e Rifredi, è in quarta posizione (13 mq), ma guardando il rapporto tra giar-
dini ed estensione totale il quartiere 5 è promosso nelle prime tre posizioni. In tutto il territorio comunale lo spazio per passeggiate, jogging e giochi si estende per quasi sei chilometri quadrati, il 6 per cento della superficie complessiva. “Firenze è in una situazione intermedia – spiega il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza - non va male come al Sud, ma non siamo ai livelli altoatesini. È una condizione di limbo: per usare un termine calcistico, siamo a metà classifica. Ci salvano i grandi contenitori come Cascine e Albereta”. Sono oltre 310 i parchi e i giardinetti distribuiti nell’intera città. Ottantamila gli alberi curati dai tecnici del Comune, 1.500 i giochi per bambini. Il più ricco, rispetto alla sua grandezza, è il quartiere 1, ma il primato lo deve in gran parte ai 160 ettari che vanno da piazza Vittorio Veneto a ponte all’Indiano. Palazzo Vecchio mira a unire, grazie a una nuova passerella pedonale, il polmone cittadino e il parco dell’Argingrosso, sull’altra sponda dell’Arno. Per Legambiente non basta. “Firenze non deve respira-
re corto, ma guardare a tutto l’hinterland – dice ancora il presidente dell’associazione – prevedere nel piano strutturale aree verdi a dieci minuti da casa è un aspetto assolutamente condivisibile”. L’operato della giunta Renzi è promosso però con riserva. “Ciò che manca nel regolamento urbanistico – prosegue Ferruzza - è la realizzazione di corridoi ecologici tra le zone naturalistiche della piana e le grandi Cascine. Stiamo pensando a una lunga striscia di verde che connetta il parco fluviale al centro urbano, dall’Albereta giù fino a Signa, grazie a una rete di percorsi ciclopedonali, le cosiddette greenway”. Strade verdi anche per la fauna urbana: gli ambientalisti segnalano ad esempio la presenza di aironi e germani reali ai piedi di ponte all’Indiano. “È un progetto ambizioso – risponde Caterina Biti, assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio, ultima arrivata in giunta – un aspetto su cui sarà necessario lavorare, ma è una proposta che va nella direzione già intrapresa dall’amministrazione per quanto riguarda vivibilità urbana e mobilità dolce”.
Alberi, giochi e prati: Il Reporter fa due conti. Nel quartiere dello stadio ci sono solo otto metri quadrati di natura per ogni abitante, mentre va meglio dall’altra parte dell’Arno. E Legambiente propone corridoi ecologici lungo gli argini del fiume Q1 GiarDinO DeLLe rOSe
Q2 GiarDinO DeL MeZZetta
Q3 aLBereta e anCOneLLa
Sculture con vista sul cupolone
Il verde si rifà il look
Due in uno: doppia “A” lungo l’Arno
Apertura tutto l’anno, non solo nel periodo di fioritura. Il giardino delle rose, sotto il piazzale Michelangelo, ospita dodici opere dello scultore Jean Michel Folon ed è visitabile da gennaio a dicembre. Anche il vicino giardino dell’Iris potrebbe presto ospitare mostre d’arte. Sempre nel Q1 sbloccato il restyling di piazza d’Azeglio, da concludere entro la primavera 2013.
L’area, quasi 26mila metri quadrati, è stata al centro di problemi e varie segnalazioni da parte dei residenti. In cantiere c’è la sua risistemazione: nuovo assetto per il verde, aree giochi per bambini e uno spazio per il fitness. Attrezzature dedicate agli sportivi anche ai giardini di Campo di Marte, grazie al contributo di uno sponsor.
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Tredici ettari che corrono sulla riva sinistra dell’Arno, stretti tra due ponti (Verrazzano e Varlungo) e dove sono presenti molte realtà sportive. Con la bella stagione tornano gli eventi all’Anconella, grazie al cartellone di iniziative curate dall’associazione Cambiamusica. Sempre all’Anconella è stato costruito il nuovo deposito barche dei canottieri.
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LA CITTÀ VERDE/2. Il polmone “green” e i festini senza regole: arrivano i volontari anti-degrado
Un patto per salvare le Cascine. Funzionerà? Luca Squarcialupi
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omo avvisato, parco salvato. In soldoni è questa la strategia di Palazzo Vecchio per liberare le Cascine da sporcizia, rumore ed eccessi alcolici, alla base anche di qualche rissa: o i gruppi di persone che utilizzano gli spazi verdi si autoregolamentano oppure scatteranno i controlli serrati della polizia municipale. Questo l’aut aut di Palazzo Vecchio in vista di una stagione che si preannuncia, come da qualche anno a questa parte, rovente. A finire nell’occhio del ciclone è soprattutto la comunità peruviana, 5.600 anime a Firenze, diecimila in tutta la Toscana, che ha eletto a proprio punto di ritrovo il prato davanti all’ippodromo del Visarno. Qui ogni fine settimana, bella stagione permettendo, si danno appuntamento centinaia di persone, che banchettano, bevono alcolici e ascoltano musica, sparata a tutto volume. La novità di quest’anno sono i volontari anti-degrado: un gruppetto di cittadini di origine sudamericana, una decina in tutto, si è impegnato a far rispettare le regole agli altri connazionali durante i mega-ritrovi all’aria aperta. Al compromesso si è arrivati dopo mesi di incontri, ma il successo del patto salva-parco potrà essere valutato solo di settimana in settimana. La squadra capitanata dall’assessore al decoro Massimo Mattei ha scelto la via della diplomazia, coinvolgendo il consolato, prima di ricorrere al pugno duro. “Abbiamo raggiunto un accordo e ne siamo contenti, ma se le regole non
verranno rispettate – avverte – entrerà in azione la polizia municipale”. Chi vive nella zona, però, rimane scettico. In particolare gli abitanti di lungarno dei Pioppi, in linea d’aria proprio di fronte al prato incriminato. La questione dei festini alle Cascine si trascina da tempo, ma finora non è stata trovata una soluzione. Il 2011 è stato un anno da scordare per il “city park” fiorentino, alle prese con una situazione fuori controllo, grigliate non autorizzare, siepi trasformate in latrine, risse e residenti sul piede di guerra per gli schiamazzi, diurni e notturni. “Il Comune è stato fermo nelle sue richieste – spiega Manuel Veramendi, console generale del Perù a Firenze – in più occasioni, durante l’inverno, abbiamo informato tutti i rappresentanti della comunità che questa situazione non può andare avanti, altrimenti saranno prese misure drastiche. Ci sono delle norme da osservare e un comportamento decoroso da tenere. Ovviamente starà al singolo attenersi a un buona condotta. Da parte nostra – auspica – c’è la speranza che tutto vada per il meglio”. Gli happening delle Cascine non sono legati a particolari avvenimenti, si spiega dal consolato, ma sono un’occasione di ritrovo per gran parte della comunità peruviana. Durante gli incontri degli scorsi mesi era stata paventata l’ipotesi di un cambio di location, eventualità poi accantonata. “Non vogliono lasciare le Cascine, è un luogo pubblico e hanno diritto a starci, come ogni cittadino - precisa l’assessore Mattei – abbiamo raggiunto un’intesa: la comunità si è impegnata a rispettare le regole, quelle stesse regole che valgono per tutti i fiorentini, come il decoro e la pulizia”.
Q4 ParCO Di ViLLa StrOZZi
Q5 eX MeCCanOteSSiLe
FUOri POrta ParCO Di PratOLinO
Un bosco in mezzo alla città
Erba nella vecchia area industriale
La casa del gigante dell’Appennino
Dagli “autoctoni” è chiamato semplicemente “il boschetto”: otto ettari e mezzo di verde sulla collina compresa tra Bellosguardo, via di Soffiano e via Pisana. Al suo interno anche una villa: dopo il trasloco del Polimoda, qui potrebbero prendere posto uffici del Comune. Sempre nel Q4 risistemazione in vista per viale dei Bambini.
Mentre continua la discussione, va avanti il progetto per aprire il giardino ai cittadini. In cantiere c’è la creazione di un’area verde, con attrezzature e giochi per bambini. Altro luogo, altro progetto: entro ottobre dovrebbero essere conclusi i lavori all’ex scuola Caterina de’ Medici, con la creazione di un giardino da 350mila euro.
Celebre è la scultura del Giambologna (il colosso dell’Appennino) che domina un laghetto artificiale. Nacque alla metà del ‘500 per volere di Francesco I dei Medici, nell’800 passò ai Demidoff, dal 1981 è in mani pubbliche. Ogni anno, nel parco, si svolgono iniziative e visite guidate, oltre a osservazioni astronomiche.
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scenari
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LA CITTÀ IMMAgINATA. Viaggio tra idee e proposte che non hanno mai visto la luce
Ecco la Firenze dei progetti irrealizzati Ludovica V. Zarrilli
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arebbe senza dubbio una Firenze diversa. Più contemporanea? Forse. Quel che è certo è che se schioccando le dita ci ritrovassimo per magia nella città in cui tutti i progetti proposti negli anni fossero stati trasformati in realtà, avremmo sicuramente davanti agli occhi una Firenze inedita. Più bella o più brutta è difficile stabilirlo, ma sicuramente
FOCUS Facoltà di Architettura
Il prof e i sogni degli studenti
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ascate tra Ponte alle Grazie e Ponte Vecchio, il Campanile di Giotto nel bel mezzo di Manhattan e poi una maxi piscina in mezzo al colonnato degli Uffizi e un campo di grano in piazza della Signoria. Sono solo alcuni degli sguardi visionari che gli studenti del corso di grafica della Facoltà di Architettura hanno realizzato negli ultimi anni sotto la guida del loro professore e mentore, Marcello Scalzo. È stato lui a dar vita a quello che col tempo è diventato un tormentone, quella “Firenze Immaginaria” – oggi diventato anche un bel volume illustrato (Edizioni Edk, 127 pagg., 35 euro) – che proietta sulla città le fantasie degli studenti. “Con questo e altri progetti, come Tram vai a Firenze – spiega Scalzo – tento di accendere una lampadina nella creatività dei ragazzi, il primo passo per sviluppare poi progetti più complessi”. Il volume è dedicato ai ragazzi che hanno frequentato il corso e a Giuseppe Poggi. “L’anno scorso ricorreva il secondo centenario dalla nascita dell’architetto – continua il professore – e nessuno si è preso la briga di ricordarlo. E invece il Poggi è stato un progettista visionario e lungimirante. È stato lui a dare alla città un sistema efficace di viabilità quando di auto non ce n’era nemmeno l’ombra”. Un “gioco”, quello di immaginare una Firenze diversa, che tira fuori idee nuove e buoni propositi. “L’obiettivo è anche quello – chiosa Scalzo - di provocare una scintilla, di accendere un dibattito ogni giorno nuovo”.
stenteremmo a riconoscerla. Proviamo a immaginarla iniziando dalle proposte più recenti, come il ritorno alla pavimentazione in cotto per piazza della Signoria. Il fulcro della città sarebbe tinto di rosso, tornando al look delle origini, del periodo in cui – eravamo nel Quattrocento - Savonarola fu bruciato sul rogo. Ma la proposta, fatta da Renzi lo scorso febbraio, sembra non aver riscosso grandissimi consensi. Sorte un po’ incerta anche per la loggia progettata dal giapponese Arata Isozaki per l’uscita degli Uffizi in piazza del Grano, che ha visto schierarsi squadre di esperti pro e contro. Oggi è tutto fermo al palo, tra chi spera che si farà e chi giura che rimarrà un altro progetto irrealizzato. Spostandosi verso piazza San Lorenzo e guardando una delle chiese più belle della città torna in mente il desiderio espresso dall’attuale presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, insieme ai rappresentanti degli albergatori, di completare la facciata della basilica a distanza di quasi cinquecento anni da quando Michelangelo Buonarroti l’aveva pensata e poi lasciata incompiuta. Anche que-
la piattaforma di lunGarno
piazza della
siGnoria
colombo
la loGGia di isozaki
ripavimentata in cotto
san lorenzo
micHelanGelo
Dalla discussa loggia di Isozaki agli Uffizi alla piattaforma galleggiante sull’Arno, fino alle scale mobili per il Piazzale e all’ufficio per il turismo simil Apple store in piazza della repubblica: breviario delle opere rimaste sulla carta o ancora in cantiere. Forse
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sta proposta (per fortuna?) sembra non aver trovato sostenitori. Stessa mente ma location diversa per il progetto di collegare il rione di San Niccolò con il piazzale Michelangelo, oggi “allacciate” sì ma con le ripide rampe progettate da Giuseppe Poggi e con i viali in salita. Anche qui Giani aveva detto la sua: “Perché non collegare la parte più bassa con quella più alta tramite un sistema di scale mobili?”. L’idea venne avvalorata (per poi essere dimenticata) da vari sopralluoghi sul posto e fu fatta una bozza di preventivo di spesa. Ma non è finita qui: per dare il benvenuto ai turisti in visita nella città del giglio, al principio della sua carriera da sindaco, Matteo Renzi aveva abbozzato l’ipotesi di costruire un cubo di cristallo sulla falsa riga dell’Apple store sulla quinta strada a New York nel bel mezzo di piazza della Repubblica, salvo poi smettere di parlarne da un momento all’altro. E che dire di un Arno navigabile e della piattaforma galleggiante con annessa scacchiera in stile Marostica che era stata paventata per i dintorni di lungarno Colombo? Sembrava cosa fatta e invece è – metaforicamente - naufragata. E se all’ultimo piano del poco frequentato parcheggio di piazza Alberti, in un momento dato, si voleva organizzare un drive in, sotto la fontana all’esterno della Fortezza da Basso sarebbe in cantiere la creazione di un nuovo padiglione fieristico, con tanto di soffitto in vetro. Questo, ad oggi, sembra l’unico progetto ad aver ancora qualche chance di venire realizzato. Ma, visti i precedenti, chi può dirlo?
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L’ADDIO. Dopo il clamoroso tonfo (0-5) con la Juventus è arrivato l’annuncio del divorzio
Corvino, sette anni tra top e flop Le strade del club viola e del direttore sportivo si separano. Tanti i successi che hanno caratterizzato la sua gestione, tanti i big portati sulle sponde dell’Arno, da Frey a Jovetic. Ma anche molti errori Lorenzo Mossani
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utti i grandi amori, quando finiscono, lasciano dietro di loro nostalgia e passione, amore e odio. Corvino e la Fiorentina si sono detti addio dopo il clamoroso Fiorentina-Juventus 0 a 5 di marzo. Un punteggio e una partita che hanno fatto traboccare il vaso. Una sconfitta terribile, “storica”, contro la nemica di sempre che ha sancito la fine di un’era, quella di Corvino. Troppa la rabbia dei tifosi, per la società l’obbligo di prendere una decisione in tempi rapidi. E il 18 marzo, il day-after il disastro sportivo, è arrivato l’annuncio. La crisi del settimo anno è stata letale. La storia tra Corvino e la Fiorentina era infatti iniziata proprio sette anni fa. Nell’estate del 2005, dopo sette stagioni da direttore sportivo a Lecce, il “Corvo” era passato a occupare il medesimo ruolo nella Fiorentina, diventando ben presto un beniamino dei tifosi. Negli anni trascorsi alla Fiorentina la squadra da lui costruita ha conquistato quattro qualificazioni (di cui due non disputate a seguito dei fatti di Calciopoli) consecuti-
ve alla Champions League, una semifinale di Coppa Uefa, una semifinale di Coppa Italia e un ottavo di finale di Champions. Tra gli acquisti effettuati in quegli anni spiccano quelli di Sébastien Frey, Alessandro Gamberini, Riccardo Montolivo, Luca Toni, Adrian Mutu, Alberto Gilardino, Felipe Melo, Juan Manuel Vargas, Stevan Jovetić e Valon Behrami, oltre a molti altri giovani promettenti del panorama europeo come Kuzmanović e Osvaldo. E la lista potrebbe continuare. Naturalmente, oltre ai successi sono arrivati anche i flop: Mazuch, Hable, Savio, Castillo, Da Costa, Cacia, Bolatti, Jefferson, Felipe, quasi tutto il mercato estivo 2011/12, ma anche qui la lista potrebbe andare avanti. Sicuramente l’annuncio dell’addio di Corvino ha diviso la tifoseria: odio e amore. Forum, siti, social network si sono equamente divisi nei giudizi sul ds. Non lo ha fatto Carlo Pallavicino, agente di Montolivo, che a Radio Blu si è espresso con durezza nei confronti del direttore sportivo: “Dopo l’annuncio dell’addio di Corvino
la gente sana di mente stapperà le bottiglie. Inizia un nuovo ciclo per la Fiorentina, potranno finalmente arrivare tutti i giocatori senza esclusioni. I Della Valle hanno sbagliato il cavallo sui cui puntare. Ci si è liberati di un problema che affliggeva da anni. La Fiorentina da stasera è terra libera”. Reazione più pacata quella di Giancarlo Antognoni: “In questi anni – ha detto a una radio nazionale - ci sono stati evidenti errori della società, anche se poi i giocatori non hanno reso secondo le aspettative. Inoltre manca una spina dorsale che derivi dal settore giovanile, basta vedere che fine ha fatto Camporese. Dopo Prandelli sono cambiate molte cose, ma diamo tempo a Rossi anche nella prossima stagione. Serve chiarezza, i Della Valle hanno fatto molto ma c’è troppo assenteismo, non devono illudere la gente. Ciò che si può imputare a Corvino nella sua esperienza fiorentina è che ha fatto tutto da solo. Il suo errore è stato quello di fare il solitario, di sobbarcarsi tutte le responsabilità, e nel calcio di oggi è impossibile”.
Pantaleo Corvino
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sport
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IL PERSONAGGIO. Passato e presente di Behrami, ormai entrato nel cuore dei tifosi
Valon, il Franchi ha il suo gladiatore Lorenzo Mossani
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n questa travagliata stagione della Fiorentina c’è un giocatore che è entrato nei cuori dei tifosi per abdicazione, attaccamento alla maglia o, forse, perché più semplicemente è impossibile non trovare Valon Behrami non stremato al termine di una partita. L’agonismo e la corsa sono due doti che non mancano certo al centrocampista, ma gli ingredienti del cocktail che fa di Behrami un giocatore unico non sono certamente solo questi. Scaviamo nella sua storia per capire la carriera che ha forgiato la tempra del gladiatore viola. Nella Fiorentina è arrivato tra un po’ di scetticismo durante il mercato di “riparazione” di gennaio 2011, nel pieno della sua maturazione d’atleta. È cresciuto calcisticamente nelle giovanili dello Stabio e del Chiasso, per poi passare nel 2000 al Lugano. Ed è proprio con la maglia del Lugano che Behrami, entrato in prima squadra nell’estate del 2002, si è messo in luce come talentuoso esterno di centrocampo. Dopo una sola stagione nella serie B elvetica Valon attira su di sé l’attenzione di club prestigiosi come Liverpool, Inter, Udinese e Genoa. Alla fine ad avere la meglio sono proprio queste ultime due società, che ne acquistano in comproprietà il cartellino. Behrami, non ancora pronto per provare l’avventura nella massima serie, passa al Genoa, dove milita nella stagione 20032004. L’anno successivo l’Udinese cede la propria metà del cartellino e Behrami passa all’Hellas Verona, dove si mette
in luce nel campionato di serie B 20042005. Nell’estate 2005 Valon conquista la Serie A, acquistato per metà dalla Lazio. Il 19 febbraio 2006 segna il suo primo gol nella massima serie proprio all’Artemio Franchi di Firenze, contro la sua futura squadra. La partita termina 2-1 per i biancazzurri. A Roma esplode calcisticamente in maniera definitiva. Nel 2007, dopo la cessione di Massi-
mo Oddo al Milan, Behrami si adatta al ruolo di terzino destro. L’allenatore? Delio Rossi. L’anno dopo comincia la sua avventura in Premier. Domenica 1° marzo 2009, durante il match contro il Manchester City, arriva il primo stop della sua carriera: ginocchio e caviglia effettuano un’innaturale torsione, mentre i tacchetti restano fissi a terra. Il giocatore sviene e per cinque minuti viene
soccorso in campo, prima di lasciare il terreno di gioco in barella e con la maschera d’ossigeno applicata sul volto. La prima diagnosi parla di un lungo stop e di una probabile operazione chirurgica. Dopo il buio arriva però la rinascita. Una rinascita che ha un preciso colore: il viola. Nella Fiorentina è un titolare fisso. Tutti possono andare in panchina ma non lui, il gladiatore del Franchi.
Accolto con un po’ di scetticismo, si è conquistato una maglia da titolare fisso grazie a corsa e cuore. Proprio a Firenze segnò il suo primo gol in serie A
AMARCORD. A Pasqua Milan-Fiorentina. Nel 2000/01 un trionfo indimenticabile
La notte in cui Rui schiacciò il Diavolo S
i gioca nel weekend di Pasqua, quest’anno, Milan-Fiorentina. Partita che ha quasi sempre visto il Diavolo partire favorito. Forse in questa stagione in maniera particolare. Il Milan in lotta per lo scudetto ha un potenziale che, sulla carta, fa della Fiorentina quasi una vittima sacrificale. Ma per fortuna nel calcio niente è deciso a priori. All’andata terminò 0 a 0: buon debutto per Delio Rossi in panchina, ma in questo caso chi ben cominciò si è trovato solo alla prefazione dell’opera. Il tecnico ha cambiato tutti i moduli possibile e il suo cammino in maglia viola è stato sancito da alti e bassi. E contro il Milan a San Siro non può nemmeno affidarsi alla cabala. Sono passati infatti sei lunghi anni dall’ultima vittoria della Fiorentina contro il Milan, un 3 a 1 al Franchi. Sperando che il futuro prossimo possa tingersi ancora di viola, torniamo con la memoria a un altro successo gigliato sul Diavolo. Stagione 2000/01, Franchi pieno. La Fiorentina ha voglia di stupire e gioco. Senza Bati, passato alla Roma nell’estate del 2000 ma con un Rui Costa nella sua migliore stagione. Rui, con la fascia di
capitano, è osannato dalla Fiesole. In quella magica serata si celebra l’amore tra il portoghese e i tifosi della Fiorentina. In Curva Fiesole si alza lo striscione “Fatih non parole”, omaggiando l’imperatore Fatih Terim allenatore della Fiorentina. La Fiorentina è padrona del centrocampo, il Milan è da subito alle corde. 15°: punizione di Rui Costa, palla scodellata sulla testa di Nuno Gomes e gol, Milan gelato, stadio impazzito. Successivamente lo stesso portoghese direttamente da calcio di punizione impensierisce Abbiati scheggiando la traversa. Il sipario si apre sul secondo tempo con i gigliati alla ricerca del raddoppio. E questa volta la “griffe” è dei gregari. Cois, lanciato da Torricelli, stoppa in area e colpisce di collo pieno, sassata all’incrocio. Partita chiusa, lo show no. Da quel momento in poi è un susseguirsi di occasioni per i viola. Il terzo gol porta la firma di un grande centravanti, Enrico Chiesa, al 27°. Al 42° ecco la gemma di Rui Costa, che ubriaca la difesa rossonera e, con un colpo di esterno magico, fissa il punteggio sul /Lor.Mos. 4-0. Nostalgia.
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sport
Aprile 2012
AUTO STORICHE. Nuovo appuntamento con la Mille Miglia, che ricorderà anche Lucio Dalla
La “Freccia Rossa” torna a Firenze Simone Spadaro
centro di Firenze passando da via del Gelsomino, piazzale Galileo, via Nicolò Machiavelli, via Romana, ponte Santa Trinita, piazza della Signoria, piazza Duomo, piazza della Libertà, Ponte Rosso, via Bolognese, VagliaCafaggiolo, Passo della Futa e Passo della Raticosa, entrambi passaggi storici per gli appassionati del volante, con le loro curve emozionanti. Poi l’innesto sulla Strada Regionale 65 ormai in Emilia Romagna. Prove cronometrate sia in Umbria il 19 (all’andata) che in Toscana il 20 maggio (nel tragitto di ritorno). Sandro Binelli, segretario generale del comitato organizzatore, annuncia che “la qualità delle auto che parteciperanno all’edizione 2012 è davvero straordinaria. L’appello fatto ai collezionisti perché fossero candidati modelli diversi di auto è stato accolto in pieno. Siamo riusciti a dare un’ampia varietà di modelli che hanno corso la Mille Miglia storica e – aggiunge – abbiamo registrato un aumento nelle iscrizioni di auto che hanno realmente corso la Mille Miglia”. Ogni strada ha la sua storia, i suoi aneddoti, le sue tradizioni. In oltre ottant’anni di vita, i paesaggi ai margini delle strade sono cambiati, così come è cambiato il Paese. Ma qualcosa di immutato è rimasto: la passione per la Mille Miglia.
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nzo Ferrari l’aveva definita la corsa più bella del mondo, e anche se oggi si corre solo la rievocazione storica la Mille Miglia rimane una delle gare più avvincenti per auto storiche. Quasi 1.400 domande di iscrizione da tutti i continenti per una corsa che, quest’anno, si tiene dal 17 al 20 maggio e che ricorderà anche Lucio Dalla, artista recentemente scomparso e grande appassionato di auto, tanto che scrisse anche un brano dedicato proprio alla Mille Miglia e un altro su Tazio Nuvolari che fu, ai tempi d’oro, uno dei protagonisti della “Freccia Rossa”. L’artista recentemente scomparso dovrebbe essere ricordato proprio quando la carovana passerà dalla sua Bologna. Come sempre, saranno 375 le vetture in gara, di proprietà di collezionisti provenienti da tutto il mondo. Non mancheranno nemmeno le Ferrari. Ormai da qualche anno le rosse di Maranello fanno da cornice a Mercedes, Porche, Fiat, Aston Martin e a tutto quel museo viaggiante che incanta gli occhi di grandi e piccini. Il percorso presenta diverse novità, con la sosta il primo giorno a Ferrara e il secondo, come di consueto, a Roma. Poi i passaggi a Sirmione, Casal Maggiore e Manerbio, ma anche dalla Repubblica di San Marino. Come ogni anno la “Freccia Rossa” attraverserà Firenze e tutta la sua provincia sabato 20 maggio. Il percorso rimane inalterato rispetto alla scorsa edizione. Gli equipaggi, venendo da Siena, attraverseranno Barberino Val d’Elsa, poi Tavarnelle Val di Pesa, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnuzze-Bottai, il Galluzzo e a quel punto la carovana storica punterà sul
L’EVENTO. A maggio la World League maschile sarà di scena al Mandela Forum
Aria di grande pallavolo in città
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anca ancora un mese. Poi si aprirà il sipario sul grande volley a Firenze. La World League di pallavolo maschile scenderà in campo al Mandela Forum, per un evento attesissimo dagli appassionati in programma dal 18 al 20 maggio: gli “attori” saranno Stati Uniti, Francia, Corea e Italia. “Si tratta di una straordinaria opportunità per Firenze – ha sottolineato il vicesindaco Dario Nardella – che prosegue nella direzione intrapresa da questa amministrazione per ospitare grandi eventi. Due anni fa abbiamo avuto i Mondiali di volley, ora questo importante appuntamento, che è uno degli eventi di spicco nel calendario di Firenze città europea dello sport. Abbiamo otte-
nuto l’organizzazione di questa fase – continua - grazie alla stretta sinergia fra il Comune, la Fipav e il suo presidente regionale Elio Sità. Sono certo che questa collaborazione ci consentirà di riportare nella nostra città, già ricca di praticanti e appassionati, la pallavolo ad alti livelli”. Rimanendo nel volley, ma passando al femminile, Firenze potrebbe ritrovare una squadra in serie A. Il Bisonte San Casciano dello stesso Elio Sità sta lottando contro Scandicci per la promozione diretta in serie A2. La squadra potrebbe giocare al Mandela in caso di promozione nella prossima stagione, perché il palazzetto di San Casciano /L.M. non è omologato per la A.
ABBRONZARSI CON SICUREZZA Con l’arrivo della bella stagione e la ricerca di una perfetta e duratura tintarella, occorre documentarsi sui possibili danni causati dai raggi ultravioletti e sulle modalità di prevenzione. I raggi ultravioletti si distinguono in UV-A capaci di apportare una rapida abbronzatura ma anche un precoce invecchiamento cutaneo e rughe; UV-B responsabili di una lenta abbronzatura, colpi di sole, invecchiamento cutaneo e melanoma della pelle. Il primo passo preventivo da fare per proteggersi al meglio dai danni recati dal sole, è determinare l’appartenenza a uno dei quattro sottostanti fototipi: FOTOTIPO 1 CARNAGIONE MOLTO CHIARA CHE PUÒ PRESENTARE EFELIDI. Capelli di colore rosso o biondo-rossastro, occhi chiari. I soggetti che appartengono al fototipo 1 producono una bassa quantità di melanina che può provocare eritema solare ad ogni esposizione non protetta ed alti rischi di danni permanenti alla pelle. I prodotti solari consigliati al fototipo 1 devono avere un filtro di protezione molto alta, corrispondente a 50+ SPF. FOTOTIPO 2 CARNAGIONE CHIARA. Capelli di colore biondo scuro o castano chiaro, occhi tendenzialmente chiari. I soggetti che appartengono al
fototipo 2 producono una ridotta quantità di melanina per cui la pelle tende a scottarsi con facilità, la loro abbronzatura risulta dorata. Durante i primi tre giorni di esposizione al sole occorre usare una protezione molto alta (50+ SPF). Dal quarto giorno è possibile passare ad un solare con filtro di protezione medio-alto (25 SPF). FOTOTIPO 3 CARNAGIONE ABBASTANZA SCURA, CAPELLI DI COLORE CASTANO, OCCHI TENDENZIALMENTE SCURI. I soggetti che appartengono al fototipo 3 producono una buona quantità di melanina per cui il rischio di subire scottature è più basso. Durante i primi tre giorni di esposizione al sole occorre usare una protezione media (15 SPF, 20 SPF o 25 SPF) mentre dal quarto giorno in poi si può optare per un solare con filtro di protezione medio-basso (15 SPF) o basso (10 SPF). FOTOTIPO 4 CARNAGIONE OLIVASTRA, OCCHI E CAPELLI NERI. I soggetti che appartengono al fototipo 4 producono un’alta dose di melanina che permette di ottenere un’abbronzatura intensa con poche esposizioni, nonostante il rischio di scottature sia praticamente inesistente, è consigliato comunque l’uso di prodotti solari con filtro di protezione per ripararsi dai danni causati dai raggi ultravioletti UV-A e UV-B. Durante i primi tre giorni di esposizione al sole si consiglia un solare con filtro di protezione mediobasso (15 SPF).
Indipendentemente dal fototipo a cui un individuo appartiene, ci sono delle regole comuni a cui attenersi per quanto riguarda i bambini: - usare protezione 50 + SPF ogni due/tre ore o comunque dopo ogni bagno e anche in caso di cielo nuvoloso - far bere ai bambini molti liquidi in quanto l’azione del sole tende a disidratare - usare cappellino e occhiali da sole - Evitare la permanenza in spiaggia nelle ore centrali della giornata nonché le più calde, i raggi del sole sono più dannosi poiché cadono “perpendicolarmente” sull’asse della terra ed è più facile scottarsi, l’orario migliore per portare i bambini in spiaggia è il mattino presto, l’aria è fresca e carica di iodio, i raggi solari sono più deboli rispetto alle altre ore della giornata. - non far dormire i bambini sotto la luce diretta del sole, perché può essere causa di colpi di sole In farmacia si possono trovare i migliori prodotti solari disponibili in varie forme, dalla crema al gel, dall’olio allo spray e al latte per soddisfare ogni tipo di esigenza, profumate o prive di profumazione e nichel testate per pelli più sensibili. Si trovano in commercio non solo protezioni per viso e corpo, ma anche protezioni specifiche per cicatrici e nei contenenti anche filtri fisici come il biossido di titanio. La gamma di prodotti solari presenta anche linee da utilizzare prima dell’esposizione al sole, come autoabbronzanti e stimolatori di produzione di melanina, e creme dopo sole utili non soltanto per reidratare la pelle ma anche per mantenere a lungo un’abbronzatura dorata ed omogenea.
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BASKET. Lamma alla Brandini-Claag per la salvezza
L’arrivo di Davide (e Laura)
C
ome nelle migliori storie da rotocalco lui, Davide Lamma, è il trentacinquenne d’esperienza arrivato a salvare le sorti della Brandini-Claag Firenze Basket mentre lei, Laura Chiatti, è una delle giovani attrici più gettonate nello star system italiano, ed è tra l’altro sul grande schermo proprio in questi giorni con la pellicola “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana, dopo aver fatto sognare milioni di teenager italiani con pellicole a sfondo giovanilistico. I due fanno coppia ormai da anni, anche se qualche gossip sostiene che ogni tanto ci sia un po’ di ruggine, ma la favola del bel cestista ex Siena, Cantù, Milano, Reggio Calabria e Bologna e la splendida attrice regge. E chi lo sa che prima o poi non si possa vedere la bella Chiatti sugli spalti del Mandela Forum? Di certo c’è che il “colpo” fatto dai fiorentini non è da poco. Lamma è un leader vero e forse l’unico sulla piazza capace di guidare la squadra biancorossa verso la salvezza. Per lui l’esperienza è stimolante e farà da chioccia ai più giovani: da Amici a Monaldi fino a Giampaoli. Magari, se veramente sarà lui l’uomo della provvidenza in casa Brandini-Cla-
laura cHiatti
e
davide lamma
ag, non è da scartare l’ipotesi di un proseguimento di collaborazione con la squadra allenata da Paolini. Da quando è sceso sul parquet la svolta si è vista: squadra più quadrata e con maggiore fiducia nelle proprie possibilità. Scontati i play out salvezza per i fiorentini che però, con un asso nella manica in più, potrebbero non aver problemi e riguadagnarsi il diritto di partecipare al Campionato di Divisione Nazionale A. Se poi l’avvenente presenza di Laura Chiatti in tribuna riuscisse a far smuovere qualche spettatore in più attorno alla compagine gigliata, beh, sarà tutto di /Sim.Spa. guadagnato.
sport locale
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LA DISCIPLINA. Successo al Mandela Forum per la seconda edizione del Grand Prix
È qui la casa del pattinaggio artistico Carlo Marrone
Oltre ottomila spettatori e tanto entusiasmo. “Il nostro auspicio è che Firenze
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possa diventare sede permanente della manifestazione e ospitare altri eventi
ltre ottomila spettatori al Mandela Forum nei due giorni della manifestazione e un apprezzamento generalizzato soprattutto per la seconda giornata di spettacolo in cui stato rappresentato il musical “Queen tribute”. La seconda edizione del Grand Prix di pattinaggio artistico a Firenze (unica tappa italiana) si è conclusa con un grande successo tecnico e organizzativo. “Il grande successo di pubblico - ha sottolineato il vicesindaco e assessore allo sport Dario Nardella, che ha fatto parte della giuria - conferma Firenze come la casa del pattinaggio artistico. La cittadinanza ha dimostrato un particolare feeling con questo sport fin dal 2001, quando si disputò un campionato mondiale che viene ancora ricordato come una felice esperienza tecnica e organizzativa. Per questo – aggiunge - il nostro auspicio è che il Mandela Forum possa diventare sede permanente per il Grand Pirix e ospitare anche altri grandi eventi a livello mondiale”. I fuoriclasse del pattinaggio mondiale si sono esibiti davanti a una giuria composta, oltre che dal vicesindaco Nardella, da Giancarlo Antognoni, Marco Calamai, dalla campionessa europea di pallanuoto Allegra Lapi e dalla coreografa Barbara Melluzza. La competizione è stata dominata dagli atleti italiani, a conferma della leadership internazionale in questa disciplina: nel singolo femminile si è imposta Debora Sbei, mentre a livello maschile il titolo è andato a Dario Betti. Nella danza, prima posizione per Melissa Comin e Mirko Pontello, mentre nelle coppie di artistico la vittoria è andata a Sara Venerucci/Danilo Decembrini, tutti atleti campioni del mondo in carica nelle rispettive specialità. Sara Venerucci e Danilo Decembrini
a livello mondiale”, spiega il vicesindaco Nardella. Nelle gare italiani “superstar”
Melissa Comin
e
Mirko Pontello
sono una coppia che si è costituita da pochi anni, anche se entrambi avevano esperienze precedenti ai massimi livelli con altri partner. Vincitori degli ultimi due campionati mondiali (Portimao 2010 e Brasilia 2011) in virtù di capacità tecniche ed espressive assolute. Lei figlia d’arte: il padre Patrick Venerucci, undici titoli mondiali nella stessa specialità, è considerato uno dei più forti pattinatori di tutti i tempi, e con la partner Beatrice Palazzi Rossi vinse i Mondiali 2001 di
Firenze. L’altra coppia regina della competizione è formata da Melissa Comin e Mirko Pontello: all’inizio della loro carriera erano addirittura avversari, gareggiando in coppia con altri partner, poi la costituzione di questo binomio che è diventato in poco tempo un mix esplosivo tra tutte le migliori qualità che deve avere un pattinatore di alto livello. Con i cinque titoli mondiali vinti (Roma 2005, Murcia 2006, Friburgo 2009, Portimao 2010, Brasilia 2011) sono la più forte
coppia di sempre nella specialità della danza. La formula originale voluta dalla Federazione Internazionale Roller Sports ha ulteriormente fatto evolvere questa disciplina, già ai confini tra sport e spettacolo, con modalità in grado di attrarre gli appassionati e il mondo delle società sportive del settore, che in Toscana hanno sempre risposto in modo importante, ma anche il grande pubblico esterno all’ambiente. Al Mandela Forum si aspetta già la prossima edizione.
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IL PROgRAMMA. Hanno preso il via le esposizioni organizzate dai (e nei) musei statali fiorentini
Gli Usa e il Giappone abitano qui Dagli arazzi della Galleria degli Uffizi alle tre mostre dedicate alla terra nipponica
O FLOS COLENDE
e realizzate grazie a uno scambio interculturale. E poi l’evento sugli usi e costumi
Il grande organo e i virtuosi del suono
degli Indiani d’America, l’arte contemporanea che dialoga alla perfezione con la collezione permanente dell’Accademia e le maioliche dipinte del Bargello Caterina Gentileschi
È
cominciato con una preziosissima selezione di arazzi l’Anno ad arte targato polo museale fiorentino. Un programma di sei mostre che, da qui alla fine dell’anno, troveranno posto nei musei statali fiorentini e che spazia dalle fascinazioni d’Oriente ai pezzi più preziosi di una collezione sugli indiani d’America, da un’antologia di artisti contemporanei a una collezione di maioliche rinascimentali fino a una summa di capolavori gotici. “Anche stavolta – ha detto Cristina Acidini, soprintendente al Polo Museale fiorentino - la scelta operata dai direttori dei musei corrisponde al principio ispiratore di rinnovare l’offerta museale permanente con proposte espositive stimolanti. Una sorta di filo conduttore che lega le sei mostre del 2012 si manifesta infatti nella valorizzazione dell’alterità: dell’altro da sé, del diverso rispetto a ciò che si conosceva o si credeva di conoscere, dell’inaspettato che viene dall’altrove nello spazio o nel tempo”. Il primo taglio del nastro è spettato alla Galleria degli Uffizi con la mostra “Epifanie di tessuti preziosi” (fino al 3 giugno), nella quale sono esposti alcuni dei preziosissimi arazzi di proprietà del museo fiorentino, custoditi dal 1987 al riparo da luce e polvere in attesa che vengano allestite le sale del pian terreno. L’appuntamento numero due è fissato con l’arte del Giappone, che prende vita nel tris di mostre allestite negli spazi di Palazzo Pitti tra Museo degli Argenti, Galleria Palatina e Galleria d’arte moderna dal 3 aprile al 1° luglio. “Giappone, terra d’incanti”, così si intitola il viaggio in estremo oriente frutto di uno scambio tra la soprintendenza fiorentina e le istituzioni museali giapponesi, che vede esposti una serie di fiori all’occhiello tra cui anche un viale di pioppi dipinto da Claude Monet, in cui sono evidenti le suggestioni orientaleggianti, arrivato per l’occasione dal parigino Musee d’Orsay. La Galleria dell’Accademia prende in prestito l’espressione coniata da Luciano Fabro “Arte torna Arte” per dar vita, dall’8 maggio al 4 novembre, a un percorso nella produzione moderna e contemporanea di quegli artisti – da Alberto Burri a Martin Creed, da Francis Bacon a Rineke Dijkstra fino
a Pistoletto e Sol le Witt - che hanno attinto a piene mani dai maestri di epoche precedenti. Il 16 maggio (fino al 16 settembre) aprirà invece i battenti al museo del Bargello “Fabulae pictae”, ricca panoramica dedicata alle maioliche istoriate del Rinascimento, mentre il 19 giugno (e fino al 4 novembre) torneranno protagonisti gli Uffizi con “Bagliori dorati. Il Gotico internazionale a Firenze”, che partirà dagli interpreti massimi dell’ultima fase della stagione trecentesca fino ad
arrivare al Quattrocento e all’attesissimo ritorno della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, esposta dopo un lungo restauro. L’ultimo appuntamento dell’anno è con “La nuova frontiera”, alla Galleria del costume dal 3 luglio all’8 dicembre. Nell’anno delle celebrazioni vespucciane, arriva a Firenze un viaggio, tutto da scoprire, dedicato alla civiltà del popolo indigeno del Nord America. Tra opere d’arte e oggetti d’uso comune arrivati dal Gilcrease Museum di Tulsa, in Oklahoma.
A TEATRO. La storia rivista “Libera-Mente” LIVE. Torna il festival “elettronico”
Hoffmann all’Antella Il Muv alla Fortezza U
n fortissimo amore per il teatro e uno altrettanto forte per la psiche umana. È da questo connubio di passioni che nasce il gruppo teatrale I Libera-Mente, in scena dall’8 al 10 maggio al Teatro del circolo culturale dell’Antella con lo spettacolo “L’uomo della sabbia. Ovvero come Clara e Nathan riuscirono a ingannare la morte”, tratto dall’omonimo racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Uno spettacolo che è anche il frutto di un lavoro intenso, realizzato grazie all’impegno di questa compagnia di attori dilettanti, che dal 2006 - anno della nascita del gruppo - ad oggi ha già messo in scena due spettacoli. “Questa è la terza piece che produciamo - spiega Francesco Romano, autore della riduzione, regista insieme a Luisa di Valvasone e anima del gruppo - la storia, al contrario dell’originale di Hoffmann, è ambientata in tempi moderni, ma con elementi di scena che rimandano all’inizio dell’Ottocento”. Ingresso euro 12, apericena euro 5 (prenotazione obbligatoria). Email: prenotazioni@libera-mente.it, oppure 347.6444271 /L.V.Z. o 339.5370919.
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arà il padiglione Cavaniglia della Fortezza Da Basso di Firenze la location che ospiterà l’anteprima dell’ottava edizione del Muv Festival, prevista per sabato 7 aprile. Sul palco tre dei nomi più cliccati della nuova scena elettronica europea: Paco Osuna, Egbert e Paul Ritch, assieme ai resident Philipp, Cole e Brandon Bi. In ordine di importanza il primo nome che balza all’occhio è certamente quello dello spagnolo Paco Osuna, miglior artista iberico del 2011 secondo Dj Mag nonché primo dj spagnolo a lavorare per la celebre Cocoon Recordings. Potenza unita ad armonia e suoni deep techno fusi con un tocco di minimalismo sono invece il marchio di fabbrica del parigino Paul Ritch, dj attivo su Quartz Rec, noto alle cronache musicali per i suoi straordinari piazzamenti nelle classifiche dei brani più venduti su beatport. Ultimo, ma certamente non meno importante, l’olandese Egbert: il pupillo di Secret Cinema che, grazie al suo Vlammen Ep, è riuscito a entrare nella borsa di Sven Vath e ad apportare elementi dub e progressive nelle produzioni /B.B. per Cocoon Recordings.
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ettemila canne distribuite in cinque corpi d’organo dislocati in settori diversi della basilica di Santa Maria del Fiore. Il suono prodotto dall’organo Vincenzo Mascioni del Duomo, installato negli anni Sessanta del Novecento, produce un suono che avvolge e sorprende, arrivando all’ascoltatore da punti inaspettati della chiesa. A raccontare a Il Reporter le particolarità di uno strumento importante quanto prezioso è l’organista e concertista Gabriele Giacomelli, direttore artistico della rassegna di musica O flos colende e a lungo ispettore onorario della soprintendenza di Arezzo per il restauro degli organi antichi. “Il grande Mascioni del Duomo fiorentino, il più grande organo a trasmissione elettrica della Toscana e sicuramente uno dei più importanti del Paese - spiega Giacomelli - è una specie di Ferrari nel suo genere: tanto più è perfetto, tanto più ha bisogno di manutenzione”. Rimasto fermo a lungo e utilizzato solo per qualche messa cantata, l’enorme strumento è stato riportato in auge proprio per suonare in occasione di O flos Colende, “quando è stato suonato dai più grandi musicisti”, tra i quali l’organista di Notre Dame. La rassegna 2012, arrivata alla dodicesima edizione e in programma con una calendario ben scandito fino al prossimo 17 settembre, prevede due appuntamenti musicali con protagonista il grande strumento di santa Maria del Fiore. Il primo è fissato venerdì 13 aprile, quando il tedesco Klemens Schnorr, organista titolare della Cattedrale di Friburgo, una vera e propria autorità nel campo, attivo come rinomato insegnante e celebrato concertista in tutto il mondo, si esibirà in brani di Reger, Bach e Louis Vierne, tra cui il celebre Carillon de Westminster, ispirato dal notissimo motivo suonato a Londra dal Big Ben. Il secondo appuntamento è invece fissato per il 25 maggio quando, per la prima volta nella storia di O flos colende, si svolgerà una vera e propria maratona organistica che vedrà alternarsi per quasi tre ore (si comincerà eccezionalmente alle 20,30) ben quattro organisti italiani di fama, ciascuno impegnato in un autentico tour de force di bravura e virtuosismo: Gianluca Libertucci, Stefano Pellini, Gian Vito Tannoia /L.V.Z. e Ferruccio Bartoletti.
cultura
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MUSICA/1. A giugno lo show al Franchi. Ecco cosa successe la prima volta che si esibì, 25 anni fa
Madonna? Faceva jogging sui lungarni Gianni Carpini
“E
bbene sì è apparsa la Madonna. O meglio la signora Ciccone in carne e ossa”, scriveva la Nazione quasi 25 anni fa, il 7 settembre 1987. Era il day after del primo, grande concerto a Firenze di un astro nascente della musica pop, anzi di una rockstar come veniva chiamata ai tempi. Lo stadio Franchi era la tappa finale del tour mondiale, il primo per una 29enne che già aveva cambiato look una manciata di volte. Il capello corto e biondo, insieme alla guepiere con i seni a punta, riportano ad atmosfere passate. Tempi in cui la città impazzì per un’americana minuta che urlava “Siete caldi?”. La lussureggiante dimora scelta dalla cantante, Villa La Massa nelle campagne di Candeli, era assediata dai fan, giorno e notte. La suite era la numero 34, dotata – per l’occasione – di uno specchio in cui la Material Girl poteva rimirarsi a figura intera. In suo onore fu organizzata una cena esclusiva, riferiscono le cronache di quegli anni, che contava una dozzina di invitati in tutto, tra cui il regista Franco Zeffirelli e la marchesa Bona Frescobaldi. Madonna espresse anche il desiderio di incontrare Cicciolina, ma l’allora onorevole Staller disertò l’incontro fiorentino a causa di “impegni improrogabili”. La città fu messa sottosopra. Il
traffico andò in tilt durante la prima uscita di shopping della popstar, che a bordo di un’Alfa 164 fiammante si diresse in una gioielleria di Ponte Vecchio. Il giro di compere finì poco dopo, accerchiata com’era da fan e dagli inseparabili gorilla. Le stesse guardie del corpo che la seguivano nelle sedute di jogging. Per due giorni la diva si presentò in tenuta sportiva, calzoncini neri, maglietta bianca e occhiale da sole, sui lungarni, percorrendo ponte da Verrazzano e poi giù per qualche chilometro fino ai viali di circonvallazione. Dietro di lei un nugolo di ammiratori a piedi e in motorino. Infine arrivò il momento del concerto, sold out: 57.117 biglietti staccati, ma “solo” 10mila persone poterono accedere al prato di fronte al palco. Il giorno del grande evento, domenica 6 settembre, tutta l’area intorno allo stadio fu chiusa la traffico, alcune strade furono addirittura interdette ai pedoni, se non muniti di regolare ticket. Lo show vide sette cambi di abito, frasi in un italiano un po’ stentato (“Balli con me”, “Ciao Italia”) e un bis sulle note de La Isla Bonita, Who’s That Girl, Holiday. Un concerto fotocopia rispetto a quello andato in scena due giorni prima a Torino e trasmesso in diretta tv Rai, ma con un ciuffo in meno. Sì, una bella ciocca di capelli. Il ballerino 13enne
che accompagnava sul palco miss Ciccone, tale Chris Finch, mentre si esercitava in camerino batté la testa contro un vaso. Risultato: sei punti di sutura e testolina mezza rapata, tra le proteste
delle guardie del corpo. “Se lei se ne accorge – mugugnarono al medico che intervenne - sono guai”. Ma si sa, negli anni ’80 il ciuffo era uno status symbol. Anche per Madonna.
MUSICA/2. I locali dove “nacquero” i Litfiba sono visitati ogni anno da moltissimi fan
La cantina del rock. A Ponte Vecchio A
ltro che Uffizi, macché David. La tappa obbligata per i fan dei Litfiba è una sola: lo scantinato in cui nacquero i primi album, da Eneide a Desaparecido, da 17 Re a Litfiba 3. Il “Ba” che chiude il nome del gruppo si riferisce a via de’ Bardi, strada a poche centinaia di metri da Ponte Vecchio. Al civico 32 si trova la via d’accesso alla cantina del rock. Qui, sotto il livello del suolo, Pelù, Renzulli & co. avevano la loro “casa”, qui provavano insieme ad altri complessi della scena new wave fiorentina, tra il 1980 e il 1988. Fu proprio Ghigo a chiedere in affitto i locali al conte Capponi Canigiani: nove metri per otto, convertiti in sala prove, con salottino, magazzino e bagno
annessi, dove risuonò il primo vagito dei Litfiba. A trent’anni di distanza la storia della musica è rimasta tracciata sulla parete esterna, tappezzata da disegni e scritte lasciate dai fan. “È un monumento al rock fiorentino, bisognerebbe metterci un targa – propone Bruno Casini, primo manager della band dall’80 all’86, che ha raccontato quegli anni in un libro (In viaggio con i Litfiba, editrice Zona, 192 pagg., 17 euro) - è un luogo ancestrale, una cantina umida, che durante l’inverno si allagava spesso”. Accanto alla porta il numero civico non c’è. Sono le frasi, le dediche e i commenti, stratificati anno dopo anno, che fungono da richiamo per gli appassionati. Ci sono le fan
che si limitano a un prosaico “Piero sei bono”, altri tracciano sul muro brani di canzoni (“Sogno proibito di qualcuno è castigare”, “Senza dormire non posso stare”), altri ancora disegnano il celebre cuore con le corna. Oltre alla band di Pelù e Ghigo il civico 32 è stato frequentato da tanti altri. Tra gli anni ’70 e ’80, nei sotterranei del palazzo riecheggiavano le note dei Cafè Caracas (gruppo punk-rock in cui esordì Raf e di cui faceva parte anche Renzulli), provavano i Moda, suonavano i Diaframma. “Erano anni belli, spensierati e di grande sperimentazione – ricorda Casini – erano frequenti le session con altri musicisti, anche di /G.C. passaggio a Firenze”.
FOTOgRAFIA. Da un progetto del libano-statunitense Mark Abouzeid un’iniziativa in Sala d’Arme
Italiani e stranieri insieme per le famiglie di Samb e Diop “L
a prova che gli Italiani e gli Stranieri possono vivere insieme”. Questa è la frase che accoglie i visitatori nella pagina Facebook di “Non sono clandestino”, un progetto ideato da Mark Abouzeid, libano-statunitense trapiantato a Firenze dove lavora come fotoreporter, e un gruppo di associazioni che rappresentano gli immigrati. Ragazzi stranieri posano per una rivisitazione fotografica di alcuni ritratti di grandi personaggi storici legati alla fiorentinità. Ed ecco quindi Andre, jamaicano-americano, diventare Lorenzo il Magnifico ritratto dal Bronzino, o Savonarola interpretato da un israelo-ungherese. “Il nuovo Nuovo mondo” sarà la mostra che a giugno, in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, raccoglierà i nuovi/vecchi ritratti in uno dei percorsi che commemorano i cinquecento anni dalla morte di Amerigo Vespucci. “È un’iniziativa utile e che deve far riflettere – spiega Mark – il ricavato della mostra, infatti, una
una delle foto in mostra
volta pagate le spese, sarà devoluto alle famiglie di chi rimase vittima del doppio agguato di piazza Dalmazia e San Lorenzo a dicembre, dove persero la vita due ragazzi e tre vennero feriti”. Anche il dietro le quinte di “Non sono clandestino”, formato da più di trenta professionisti, si muove per puro volontariato, si tratti di mano d’opera, materiali o altre risorse. “Dobbiamo ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e anche il Comune, che ha messo a disposizione molti materiali e addirittura la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio”. Questa è la vera forza del progetto, che oltre alla mostra deve servire a unire i vecchi e i nuovi fiorentini. “Bisogna capire che extracomunitario e straniero non sono difetti, e non sono legati a parole come clandestinità o criminalità. L’extracomunitario è medico, è netturbino, paga le tasse ed è attivo nel sociale, spesso più degli italiani”. L’iniziativa è /G.S. in programma dal 5 al 7 giugno.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
25 APRILE. Per ricordare l’anniversario Il Reporter racconta la storia di Giancarlo Cecchi
Firenze, il partigiano e la Liberazione Ludovica V. Zarrilli
R
accontare la storia di un uomo per raccontare la vita di tutti quelli che hanno contribuito alla Liberazione del Paese, quel 25 aprile del 1945. Così Il Reporter vuol ricordare una delle date più importanti nella storia dell’Italia post unità, “anche se, bisogna tenerlo bene a mente, Firenze è stata liberata più tardi, l’11 agosto, con il suono indimenticabile della Martinella (la campana di Palazzo Vecchio, ndr) che chiamava a raccolta la popolazione”. A parlare è Giancarlo Cecchi, classe 1928, ex partigiano, ex dipendente della Giunta Regionale della Toscana, appassionato produttore di documentari di vario genere e amante delle cose “fatte con le proprie mani”. Un uomo normale con una storia speciale, che a soli 16 anni decise di combattere per riprendersi la sua Firenze, per non lasciarla in mano a “quegli invasori prepotenti”. “Ero salito sull’autobus per tornare a casa dal lavoro – spiega Giancarlo - quando fui fermato da un gruppo di uomini in divisa che mi invitarono a scendere e mi riempirono di botte. Mi spac-
Giancarlo ceccHi
nella redazione de il
reporter
Aveva appena sedici anni quando si incamminò da solo verso Monte Morello, per difendere i diritti della gente come lui e opporsi al regime che stava schiacciando l’Italia
carono un dente e mi strapparono la maglietta. Tornai a casa sanguinante”. La sua “colpa”? Aver raccolto e poi gettato a terra un manifestino di propaganda fascista. Cecchi, che più che un uomo era un ragazzo, appena 15 anni d’età, di lì a pochissimo decise di mollare tutto per ritirarsi sul Monte Morello e combattere a fianco dei partigiani. Poco più di un bambino, con le scarpe chiodate che strusciavano pesanti tra un nascondiglio e l’altro, la storia di Cecchi è la storia di una famiglia semplice nella Firenze della fine degli anni Trenta. La fame, la miseria, i lavori improvvisati, i genitori che fanno i salti mortali per riuscire a portare a casa uno stipendio per campare. Le vicende di quest’uomo sono vicende condivise, fatte di rinunce, di battaglie, di sogni e di uomini, tanti uomini, che un bel giorno decisero di alzarsi in piedi e combattere per la libertà loro e della loro terra. “Oggi vado nelle scuole – spiega Cecchi – e i ragazzi mi fanno tante domande. È una bella sensazione, perché i giovani non fanno domande premeditate, chiedono quello che gli passa per la testa, fanno scelte d’istinto”. Un po’ come quella di incamminarsi un bel giorno verso un’Italia nuova.
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agenda
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Il libro
il concorso
L’opera di Roberta degl’Innocenti
I graffi delicati della poetessa
L
ontana la città nel suo respiro/ Memoria nostalgia di passi verdi/Piazze rotonde e vicoli di sogno/ Il fiume è languere della sera/Memoria incontri e pagine smarrite. Sembra di trovare la via d’accesso ad angoli remoti del cuore leggendo i versi di Roberta degl’Innocenti, che nel suo “I graffi della luna”, raccolta di poesie (Edizioni del Leone, 82 pagg., 10 euro) si muove con disinvoltura tra atmosfere oniriche e ambientazioni urbane, raccontando l’universo che le si muove intorno col garbo di chi sa usare le parole. La scrittrice ha già all’attivo quattro libri di narrativa e quattro di poesia, produzione che negli anni le ha fatto guadagnare un posto di rilievo nel panorama culturale fiorentino. Vincitrice di numerosi premi, arriva con “I graffi della luna” a solcare quei percorsi dell’anima che non tutti riescono a rendere con così tanta pre/B.B. gnanza.
“Firenze e Danza”
Live
Loreena McKennitt 18 aprile
Nina Zilli 10 aprile
Obihall Unica nel suo genere, Loreena McKennitt continua a tessere la sua magia celtica anche dal vivo. Il “Celtic Footprints Tour” tocca 11 paesi europei per 29 concerti. “Non vedo l’ora di portare nuovamente la mia musica al pubblico europeo” ha detto, annunciando il tour. “E’ sempre un piacere incontrare così tante persone che hanno trovato un posto per la mia musica nella loro vita”. Con lei sul palco alcuni dei musicisti già noti al pubblico per averla accompagnata anche nelle tournee passate, come il chitarrista Brian Hughes, il violinista Hugh Marsh e la violoncellista Caroline Lavelle, mentre altri saranno nuovi compagni di viaggio. Il pubblico potrà ascoltare i brani tratti da album attraverso i quali la cantante ha esplorato le radici della musica celtica, un viaggio musicale che l’ha portata dall’Asia Minore all’Irlanda.
Obihall Nina Zilli partirà con il suo “L’amore è Femmina tour” il 10 aprile dall’Obihall di Firenze per le prime 10 imperdibili date nei club più importanti dello stivale portando davanti al pubblico tutto il suo talento di cantante appassionata, autoironica e glamour. Nina Zilli porterà dal vivo i brani del suo nuovo album “L’amore è femmina” (uscito per Universal Music il 15 febbraio). In scaletta anche “Per sempre” la canzone presentata al Festival di Sanremo 2012 e i brani del suo album d’esordio “Sempre lontano”, come “L’uomo che amava le donne” o “50mila” che l’hanno resa una delle voci più amate dal pubblico. Samuele Bersani 12 aprile
Teatro Verdi A distanza di quasi tre anni dall’album Manifesto abusivo, il musicista pubblica su etichetta Sony Music PSYCO, 20 anni di canzoni, un’antologia di 28 brani divisi in due cd, selezionati e “restaurati” dallo stesso Bersani, e impreziosita da due inediti “Un pallone”, con cui partecipa al Festival di Sanremo, e “Psyco”. Un percorso musicale lungo vent’anni che, dai tempi di “Chicco e Spillo” ad oggi, gli è valso il ruolo di assoluto protagonista tra coloro che sanno trasformare in arte l’osservazione della realtà circostante e dei sentimenti interiori, servendosi di un linguaggio sempre moderno e suggestivo, in bilico costante tra poesia e invettiva, tra il ricorso al paradosso e l’ironia.
Pino Daniele 19 aprile
Teatro Verdi Dopo il successo dell’evento live con Eric Clapton lo scorso 24 giugno a Cava de’ Tirreni, Pino Daniele torna nel 2012 con un nuovo album di inediti e un’intensa attività live. Anticipato il 2 marzo dal primo singolo in radio, il 20 marzo è uscito “La grande madre”, il nuovo disco di Pino Daniele, con il quale il cantautore entra nel novero degli artisti che hanno detto addio alle major discografiche.
Tre giorni all’Obihall per i giovani ballerini
N
ata nel 2000 con la collaborazione di Comune e Q2, la manifestazione Firenze e Danza spegne quest’anno la sua dodicesima candelina. Dopo la rassegna - che si è svolta a marzo – il mese di aprile sarà dedicato a un maxi concorso. Il 13, 14 e 15 aprile verrà fatto spazio a una tre giorni all’insegna del movimento, durante la quale, sul palcoscenico dell’Obihall, si alterneranno giovani coreografi emergenti, solisti, duo, passi a due e gruppi dai 7 ai 25 anni, divisi per livello e categoria, che si contenderanno i vari premi messi in palio. La giuria, composta da nomi di fama internazionale, dovrà individuare i più bravi e meritevoli a cui andranno premi e borse di studio. “Il progetto a cui stiamo già lavorando - spiega l’organizzazione - è di formare un gruppo coreografico che possa diventare nel tempo una compagnia, la creazione di una accademia per poter dare la possibilità a molti ragazzi di potersi preparare ad un futuro profes/B.B. sionale nella danza”.
COME CONTROLLARE LO SVILUPPO E LA CRESCITA DEL BAMBINO
Nel
presidio di via del Sansovino è stata introdotta una nuova specializzazione. L’auxologia è una branca della medicina che studia l’accrescimento corporeo: principale caratteristica dell’età evolutiva. I fattori che influenzano l’accrescimento sono rappresentati dai fattori genetici, dalla razza, dal sesso e dalle caratteristiche dei genitori. In Pediatria una corretta valutazione auxologica permette di: 1) seguire la crescita e lo sviluppo di un soggetto, in quanto rallentamenti o accelerazioni patologiche saranno segni di allarme di possibili malattie. 2) sospettare, diagnosticare e seguire le principali patologie auxologiche e cioè le alterazioni staturali, ponderali e della cronologia della pubertà le cui cause possano essere le più varie (ormonali, genetiche, ossee, tumorali, gastroenterologiche, metaboliche ecc.) E’ essenziale che le diverse variabili auxologiche vengano rilevate mediante specifici strumenti periodicamente tarati.
VELOCITÀ DI CRESCITA STATURALE E PONDERALE Queste due variabili sono derivate dalle due misure (statura e peso) prese in tempi successivi. Rappresentano rispettivamente l’accrescimento staturale e l’aumento ponderale avvenuti in un determinato periodo di tempo. Il loro calcolo è semplice: basta infatti dividere la differenza fra due misurazioni successive per l’intervallo di tempo intercorso fra le misurazioni stesse riferendosi come unità di misura a cm/anno e Kg/anno. LA MATURAZIONE SCHELETRICA L’età ossea permette di inquadrare più precisamente il soggetto cogliendo e/o confermando le sue dinamiche accrescitive evidenziate all’esame clinico-anamnestico. L’età ossea viene determinata mediante la radiografia che valuta il grado di maturità del distretto scheletrico indagato. Ci sono vari metodo per eseguirla. Il più usato è quello di Greulich e Pyle Se il rapporto fra età staturale (ES) ed età ossea (EO) è > 1 la prognosi staturale è favorevole perché indica che la crescita staturale progredisce più rapidamente rispetto alla maturazione ossea, se invece è accelerata significa che la maturazione ossea progredisce più velocemente della statura per cui si avrà un arresto precoce dell’accrescimento staturale.
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STADI PUBERALI Rappresentano un importante indicatore di maturazione fisica alla pubertà. Si tratta di una valutazione sia ispettiva che palpatoria che permette di paragonare lo sviluppo fisico dei genitali esterni nel maschio, del seno nella femmina e del pelo pubico in entrambi i sessi a degli stadi successivi di maturazione secondo la nota classificazione di Tanner (1970).
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Inviaci le tue lettere a
redazione@ ilreporter.it
Lettere e segnalazioni: tutto su www.ilreporter.it DISABILI, “NON VOLEVO METTERE IN DISCUSSIONE LE LORO DIFFICOLTÀ” Egregio Direttore, innanzitutto La ringrazio per aver pubblicato la mia lettera ne “Il Reporter” di Febbraio 2012, e Le confermo che non era assolutamente mia intenzione mettere in discussione le difficoltà che incontrano, ogni giorno e nelle più diverse situazioni, i disabili. Come peraltro anche da Lei evidenziato, mi volevo riferire ai cosiddetti “furbetti” ed alla mancanza di controlli volti ad eliminare tali incivili comportamenti e mi spiace quindi che il Sig. Bandini abbia rilevato solo l’aspetto dello shopping in taxi e non le altre proposte a favore (più parcheggi riservati presso ospedali, Asl, ecc.). Cordiali saluti Franco PALAGIUSTIZIA, MERCAFIR E MECCANOTESSILE: “LE MIE OSSERVAZIONI” Queste mie osservazioni si articolano su tre punti: 1- Sono scandalizzata dalle lamentele di giudici ed avvocati per la carenza di parcheggi gratis intorno al nuovo Palazzo di Giustizia mentre il parcheggio sotterraneo è vuoto (pag.8 del vostro numero di marzo); sorvoliamo sul fatto che queste categorie di professionisti potrebbero tranquillamente permettersi il taxi o il parcheggio, ma se proprio non vogliono, perché non si alzano un po’ prima per prendere uno o anche due autobus, come fanno migliaia di lavoratori e pendolari? 2- Stadio e cittadella viola vicino al Mercafir sacrificando un po’ di spazio all’ortofrutta?? Piuttosto espanderei lo spazio per lo smercio di ortofrutta, mandando tutti i calciatori e satelliti a coltivare i campi! 3- E rieccoci col Meccanotessile. E’ vero che dopo trenta o quarant’anni di sterile balletto del si fa e del non si fa non ci si può aspettare il miracolo di una soluzione rapida, per le decisioni sagge ci vuole il suo tempo..... ma un’occhiatina al perimetro, nemmeno? Latrina per i cani dei maleducati, discarica per maleducati, lavagna per le zozzerie dei “writers”, più buche che marciapiedi eccetera, eccetera. E poi i residenti che hanno espresso “perplessità” sull’abbattimento del muro di cinta! E’ troppo bello, quel muro, per poterne fare a meno? Serve forse a nascondere le male-
lettere
Aprile 2012 fatte di chi riesce a penetrare l’area? Infine: i tagli alla spesa pubblica non consentono alla Guardia di Finanza di acquistare un paio di posacenere da posizionare sul marciapiede per i suoi agenti che fumano fuori della loro sede? Speranzosi saluti. L.P.
Campioni (o come si chiama ora, non mi riesce nemmeno di scriverlo) non ci si faceva tanto bella figura con lo stadio. Il mio sogno è uno stadio nuovo, al coperto e comodo e con il parcheggio. Fatelo dove volete, ma fatelo!!!!!!! Grazie, Arturo
“UNO STADIO NUOVO PER FAR TORNARE TUTTI I TIFOSI” Salve, sono un cittadino dell’Isolotto e tifoso della Fiorentina. Lasciamo perdere come va quest’anno, ma per i prossimi anni (però non si deve andare in Serie B!!!!!!!!!!!) questo benedetto nuovo stadio va fatto. Vado allo stadio da trenta anni (l’abbonamento però quest’anno non l’ho fatto), ormai ho l’età mia e non ne posso più di prendere la pioggia. Già che si deve vedere giocare Cerci... scherzi a parte, alla televisione si vedono all’estero questi stadi bellissimi, ultra-comodi, tutti al coperto, che ti viene voglia di andarci. Perché noi dobbiamo continuare a avere il vecchio stadio? Io ci sono anche affezionato, ma quest’anno non ho fatto l’abbonamento perché l’anno scorso ho saltato mezze partite perché faceva freddo, pioveva, tirava vento, ecc ecc. Allo stadio non ci vanno solo i giovani tifosi, quelli della curva, ma anche i vecchietti come me, i bambini e le famiglie. A Firenze ci vorrebbe un nuovo stadio, così sono convinto che un po’ di gente allo stadio ci tornerebbe. Ora non ci si va più da un po’, ma quando si giocava in Coppa dei
L’APPELLO PER UN GATTO SMARRITO Salve, il giorno 23/12/2011 in zona Rifredi, via dei ragazzi del 99, ho smarrito un gatto. Nonostante i vari tentativi (volantinaggio, segnalazioni a negozi, ambulatori, veterinari, ecc.) nessuno mi ha dato notizie in merito. Siccome il micio è molto buono probabilmente qualcuno l’ha portato a casa anche per toglierlo dal pericolo della strada, però così facendo il gatto non può ritornare. Chiedo se potete aiutarmi magari con un piccolo annuncio sul giornale. Ringrazio per l’attenzione augurandovi un buon lavoro. Lettera firmata VIA DEL ROMITO E LA (NON) PULIZIA DELLE STRADE Buongiorno, mi chiamo Letizia e abito in via del Romito dove la pulizia delle strade è stata ripristinata al quarto giovedì del mese. Sono ormai mesi che è in atto (per modo di dire) la pulizia, pulizia che però non viene effettuata in quanto nessuno sposta le macchine e quindi è impossibile effettuarla. Ho chiamato più volte il Quadrifoglio e la Polizia Municipale e tutti e due si rimpallano le com-
petenze. Il Quadrifoglio non chiama i Vigili e i Vigili non vengono perché non chiamati!!!! Per cui, senza nessun controllo, le strade sono mesi che non vengono pulite a fondo... vi farei vedere in che condizioni sono: le fogne sono così otturate da cicche di sigarette e pallottole di sporcizia che, se un giorno dovesse arrivare un forte acquazzone (come vengono spesso d’estate a Firenze), si allagherebbe tutto in quanto è tutto tappato! (vedasi l’estate scorsa). Io credo di essere l’unica a spostare macchina e motorino e anche questo non mi sembra giusto che io debba perdere un sacco di tempo a cercare parcheggio (che in quella zona è praticamente impossibile!) per poi vedere che sono l’unica e che le strade rimangono in quelle condizioni. Quando un tempo mettevano le ganasce le cose funzionavano diversamente perché (è brutto a dirlo!) ma senza i dovuti controlli e le multe la gente fa come vuole. Non so se conoscete la zona di Rifredi/Statuto ma è un po’ lasciata andare a se stessa: la nuova pulizia strade è del tutto inefficiente, le scritte sui muri e sulle saracinesche sono sempre di più, i parcheggi selvaggi sui marciapiedi sempre più frequenti, extracomunitari pieni di roba di contrabbando davanti ogni bar, ogni negozio, ogni farmacia aumentano a dismisura e gli zingari sono fissi a elemosinare ai semafori! Io vivo da queste parti da 30 anni e così in basso non l’avevo mai vista! Mi dispiace enormemente e spero si possa fare qualcosa.. mi si stringe il cuore a vedere la noncuranza sia delle persone che ci vivono sia delle
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persone che dovrebbero far rispettare le regole del buon cittadino e che invece non si vedono mai! In attesa di un vostro gentile riscontro, porgo cordiali saluti, Lettera firmata “VIALE TOSCANA? UN GABINETTO PUBBLICO” Sono una residente di Viale Toscana e intendo segnalare lo stato di degrado, di abbandono e di sporcizia in cui versa il viale stesso. Trovo scandaloso che le autorità preposte non intervengano per un ripristino decente del viale. Il manto stradale e dei marciapiedi sono una sequenza di buche e dislivelli da rendere pericoloso il percorso pedonale anche ad una persona sana, figuriamoci per gli anziani e i bambini della zona. Ad aggravare poi la situazione è che il Viale Toscana è diventato il gabinetto pubblico di tutti i cani del circondario i cui padroni non si preoccupano minimamente di raccogliere i loro escrementi, che sono così fitti da obbligare noi abitanti a zigzagare con prudenza evitando spiacevoli e insalubri pestamenti. Ma, sbaglio o c’è una ordinanza comunale che obbliga a raccogliere e gettare nei cassonetti gli escrementi dei cani, pena una multa salata? L.R. “LA MIA PROPOSTA: UNA PISTA PER BICI E PEDONI LUNGO IL TERZOLLE” Buongiorno, io abito in Piazza Dalmazia, zona densamente urbanizzata e trafficata e ogni giorno per portare mia figlia alla scuola Matteotti e per poi andare al lavoro, passo accanto al Terzolle e dal caos di Via Reginaldo Giuliani, girando l’angolo, per pochi minuti, mi si apre il cuore, perché finalmente lo sguardo si allarga fino alle colline di Careggi, c’è un po’ di verde, ci sono le anatre giù in basso, perfino l’aria è più pulita, ma l’incanto è di breve durata..... pochi passi e ci si ributta nel traffico di via Santo Stefano in Pane e poi di Viale Morgagni. Eppure basterebbe così poco...... si potrebbe camminare tranquillamente là in basso, accanto al fiume, basterebbe ripulire e tenere puliti gli argini e si potrebbe andare fino alle Cascine a piedi e fino a Cercina.... Una vera pista pedonale e ciclabile, lontano dal traffico, piacevole da percorrere, sicura per grandi e piccini, come esistono in tante altre città... come è stata fatta lungo l’Arno per andare dal Parco delle Cascine ai Renai.... La prospettiva giusta non è quella di fare più spazio alle macchine: bisogna fare in modo che non sia più indispensabile l’uso della macchina, bisogna pensare ad una mobilità alternativa alle auto, in una città piccola e in pianura come Firenze, e con tutto il traffico, la scarsa ciclabilità è un reato. Siamo troppi per girare tutti in automobile e non possiamo cementificare ogni cosa e trasformare tutto in strada. Una domenica, sono andata insieme a mia figlia, da Piazza Dalmazia a Villa Petraia, in bicicletta: io stavo
lettere sulla strada ma è impensabile farci stare anche dei bambini!!! Quindi, mia figlia, pedalava stando sul marciapiede, ci siamo create, con tutte le difficoltà del caso, la “nostra” pista ciclabile ma non è giusto penar così per andare in bicicletta!! Grazie per l’attenzione Cordiali saluti Sandra Turco IL CAMBIAMENTO DI SAN LORENZO VISTO DA UNA RESIDENTE “STORICA” Cara redazione, in questi giorni è stato completato lo spostamento dei banchi degli ortolani all’interno del mercato di S. Lorenzo, e è stato rimosso il tendone esterno, pare che finalmente si passerà ad una riqualificazione di tutta la piazza. Sono un’abitante del quartiere da 60 anni, in pratica ci sono nata e fino ad ora ho assistito al lento degrado e abbandono di questo mercato che, fino ad ora, aveva funzionato, anche per calmierare i prezzi, era un mercato dove si andava per risparmiare e per trovare quei prodotti tipici della nostra regione, adesso però tutto è cambiato, sono diminuite le pescherie, i banchi degli ortolani, le macellerie, e sono aumentati i banchi che vendono prodotti diciamo “etnici”, ho sentito che il nostro sindaco Renzi vuole che i banchi esterni, quelli che per intenderci sono attualmente in piazza S. Lorenzo, vendano prodotti dell’artigianato fiorentino, e mi sembra giusto, così come i banchi all’interno dovrebbero, per la maggior parte, vendere prodotti toscani, ma questo non avviene perché ogni volta che un’attività chiude viene, invariabilmente, sostituita da persone che vendono altri prodotti che con la tradizione toscana hanno ben poco da condividere: Vorrei sapere dal nostro Sindaco, come funzionano le concessioni delle licenze per queste attività? Quando un commerciante si ritira deve riportare la concessione in comune, come avveniva una volta; e poi il comune faceva dei concorsi per la riassegnazione delle concessioni? Oppure può tranquillamente venderle o affittarle a terzi come avviene attualmente? E, non mi si venga a dire che i fiorentini non vogliono fare questi lavori perché con l’attuale crisi sarebbero tante le persone interessate, se non dovessero pagare cifre stratosferiche per acquistare dai vecchi conduttori queste concessioni, o pagare agli stessi affitti al nero. Vorrei tanto una risposta. Patrizia Grassi MOSCHEA, “PERCHÈ NON FARLA IN CENTRO?” Caro Reporter, ho letto con interesse l’articolo pubblicato a marzo sulla discussione per la nascita di una moschea a Gavinana. Io abito nel quartiere da quasi vent’anni, è un quartiere molto verde e tranquillo, e devo dire che sono favorevole alla costruzione della moschea. Non penso che il quartiere cambierebbe, però se-
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it LE CONDIZIONI DI STRADE E MARCIAPIEDI DI “PERIFERIA” Cara redazione del Il Reporter, Vi scrivo in merito all’articolo sulle condizioni delle strade e dei marciapiedi. E’ tutto vero ciò che scrivete ma vorrei far presente che Firenze non è solo il centro storico e Oltrarno. Esiste anche la periferia, che se non è messa peggio, meglio no di sicuro. A testimonianza di questo ciò che è successo a mia madre, che alla fine di novembre, a causa di un marciapiede dissestato nella zona “periferica” di Rifredi, è caduta riportando una frattura ad un polso con relativa ingessatura per un mese. Il quartiere di Rifredi, è densamente popolato da persone anziane le quali hanno già di per sé difficoltà motorie, poi naturalmente ci sono i disabili in carrozzina e le mamme con i passeggini. Insomma vorrei davvero che il sindaco Renzi non pensasse a fare bello il centro solamente perché è visitato dai turisti che portano guadagni ai commercianti, non possono esserci fiorentini di serie B. Grazie per la Vostra cortesia. Cordiali saluti Lettera firmata
Gentile lettore, ciascun fiorentino sa fin troppo bene che (purtroppo) il problema delle buche non riguarda soltanto le strade del centro. E quello di cui si parla è un problema che non deve essere andato a “cercare” nemmeno troppo, ma che “si fa vivo” da solo mentre si cammina per la città o si è alla guida di auto, motorino o bicicletta. L’articolo cui lei si riferisce era stato scritto prendendo specificatamente in considerazione il centro fiorentino ed è per questo che l’analisi si limitava a quella zona, ma ciò non vuol dire che simili problemi non riguardino anche altre aree di Firenze. Anzi. La zona di Rifredi – come da lei segnalato – ma anche altre sparse qua e là per la città. Buche, avvallamenti, ostacoli, sconnessioni e chi più ne ha più ne metta non caratterizzano solo il cuore di Firenze (che pure, anche in questo caso, ha le sue particolarità, per via della sua pavimentazione, diversa rispetto a quella di altre zone della città), ed è giusto che su tutto il territorio comunale si intervenga per risolvere i problemi che riguardano le carreggiate, sia per i disagi che creano a chi le percorre sia per il pericolo di cadute o altro che possono rappresentare, ricordando sempre che quelle che per molti possono essere semplici “scocciature” per un disabile o per una mamma con il passeggino rischiano di trasformarsi in veri e propri insormontabili ostacoli. Insomma, la stessa attenzione del centro merita ovviamente anche la “periferia” (che poi spesso periferia non è), ed è per questo che vi chiediamo di segnalare quello che non va (in strade e marciapiedi, ma non solo) nelle vostre zone. Chi meglio di chi vive la città e i suoi vari rioni può essere “sentinella” in grado di accorgersi di quelle che sono le situazioni da cambiare? E allora aspettiamo che ci segnaliate le strade in cui secondo voi sarebbero necessari interventi. Noi a nostra volta amplificheremo la vostra voce, per cercare di vincere tutti insieme l’ardua battaglia contro le buche. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it
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condo me ha ragione il presidente del quartiere quando dice che non ci sono gli spazi adatti. Dipende da come questa moschea dovrebbe essere, ma se dovesse essere fatta come si legge, capace di accogliere centinaia e centinaia di persone, penso che dovrebbe essere una costruzione abbastanza grande, per la quale ci vuole un grande spazio. E poi qui nel quartiere di stranieri non ce ne sono molti, soprattutto in confronto con altre zone e soprattutto con il centro. Ripeto che per me non c’è problema se la moschea fosse fatta a Gavinana, ma penso che si dovrebbe farla in centro, dove si trova il maggior numero di stranieri. Sarebbe bello, da fiorentino, poter dire che la mia città ha una moschea in centro, insieme ai tanti altri monumenti, penso che sarebbe un bel segnale di accoglienza. Anche in centro è vero non ci sono grandi spazi, ma penso che un posto potrebbe essere trovato e che quello sarebbe il posto migliore per la moschea. Da fiorentino sarei anche curioso di andare a visitarla mentre passeggio per il centro, e anche ai turisti piacerebbe. Che ne pensate? Grazie per l’attenzione e complimenti per il vostro giornale, cordiali saluti, Michele F. ARTICOLO SUI CINEMA, DUE PRECISAZIONI In relazione all’articolo “Cinema: assalto alle tessere sconto. Il dietrofront dei piccoli” due precisazioni: - I dati relativi ai biglietti, da me correttamente comunicati alla giornalista, si riferiscono a tutta Italia e non solo a Firenze. - Ho lasciato da tempo la presidenza dell’Anec e quindi il mio ruolo attuale è solamente quello di esercente del cinema Adriano. Grazie per l’attenzione. Maurizio Paoli LA “CACCIA AL TESORO” A CAREGGI Salve, ieri sera sono andato a Careggi a trovare mio fratello, appena operato al setto nasale. Parcheggio il motorino negli appositi spazi proprio di fronte al nuovo ingresso e mi dirigo verso il bellissimo cartello colorato con tutti i disegnini, i reparti tanti bei nomi e tanti bei cartellini, cerco il reparto che mi aveva detto in cui si trovava e... niente da fare, non esiste!!! Siccome si potrebbe passare da cretini, vi chiedo di fare un salto a Careggi per rendervi conto voi stessi del caos che regna. Nessuno trova niente, non corrisponde il 50... 60... 80% delle indicazioni, tutti vagano e domando a chi incontrano o si fanno guidare al telefono, come ho fatto io. Vi aiuterò... la palazzina era la B8, andate e controllate come si chiama nella realtà, non solo, una volta arrivati, trovatemi, da soli, 1° piano, la stanza 114... buona caccia al tesoro :-) E quando uscite... attenti a non spezzare il setto nasale, a chi magari scende tranquillamente le scale!!! da non credere!!!! Lettera firmata
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