Il Giornale nel tuo Comune
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Barberino, Impruneta, Tavarnelle, San Casciano Service ufficiale
LOMBARDINI
TEL 055 820007 Periodico d’informazione locale. Anno VI n.29 del 1 aprile 2012. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
l’InCHIeSTa Tavarnelle
APRILE 2012
Gli stagisti negli alveari Andrea Muzzi*
D BicicLette, Le colline dall’alto vita duRa L’associazione Viaggio sui pedali aerostatica a Firenze,toscana fra ostacolivisite organizza e piste dalche cielonon suicipaesaggi sono. Incidenti più belli della in aumento regione PAGG.10-11 PAG.4
Barberino Internet si fa strada anche nelle frazioni. Il Comune ha un progetto per portare la connessione dove non c’è PAG.5
SpOrT
Chiantishire: se lavoro fa rima con turismo PAGG.2-3
In città, a caccia di verde di Carpini - Squarcialupi
P Sette anni in vioLa Si dividono le strade di Corvino e della Fiorentina. Storia di un amore finito (male) PAG.28
LA CARICA DEL BISONTE Finale di stagione caldo per la pallavolo a San Casciano. L’ostacolo è Scandicci PAG.31
rimavera fa rima con natura, le belle giornate invitano a uscire all’aperto. Ma Firenze è pronta ad accogliere i cittadini in cerca di verde? La risposta è: dipende. Dipende dal quartiere in cui si vive. Perché, in quanto a natura, non tutte le zone della città sono uguali. E allora Il Reporter ha fatto due conti. Per scoprire che la “maglia verde” spetta (a sorpresa?) all’Isolotto, mentre le cose vanno decisamente peggio a Campo di Marte. Anche in centro i giardini sono
quasi un miraggio, ma la presenza delle Cascine fa fare al quartiere un bel balzo in classifica. Già, le Cascine. Come ogni anno, con la bella stagione il polmone verde viene scelto come luogo prediletto per i ritrovi di alcune comunità straniere, a partire da quella peruviana. Con la scia di sporcizia, rumore e polemiche che questi festini si portano dietro di loro. Quest’anno, però, è annunciata una novità: i volontari antiPAGG.24-25 degrado. Basterà?
reportage
San Casciano Il ritorno di antinori I Marchesi, titolari di etichette tra le più blasonate, sono rientrati a far parte del Consorzio Chianti Classico PAG.6
Impruneta Stazione, sì o no? La vecchia fermata dei treni di Tavarnuzze è pronta per essere ristrutturata, ma alcuni cittadini si oppongono PAG.8
Tra gli “schiavi” All’interno l’inserto del gioco d’azzardo dell’amministrazione comunale
PAGG.19-22 PAGG.8-9
uro braccio di ferro fra sindacati e governo per la riforma del lavoro. Il governo vorrebbe che nel lavoro ci fosse ancor più flessibilità! Secondo me noi precari ci siamo già flessi abbastanza: più di così si rischia il colpo della strega. A forza di fletterci siamo diventati elastici, infatti il circo Orfei i precari li cerca in continuazione: li usa come contorsionisti! “Gentile pubblico, osservate come questo ricercatore universitario entri dentro un pacchetto di sigarette!”. Oggi siamo tutti precari. L’unico in Italia che ha il posto fisso è il Papa! Sembra però che anche in Vaticano abbiano deciso di adeguarsi ai tempi: il prossimo Papa sarà assunto a tempo determinato! Il precariato oramai s’è diffuso ovunque, anche tra gli animali. Una volta negli alveari c’era l’ape operaia. Adesso è stata sostituita da un tipo di ape più conveniente: l’ape stagista. Impollina i fiori gratis per due mesi e poi la licenziano! Il precario è diventata la figura più popolare d’Italia. Tant’è vero che quest’anno anche il carnevale di Viareggio gli ha dedicato un carro. Per renderlo più veritiero ogni cinque minuti il carro si fermava, smontavano il precario di cartapesta e ne rimontavano un altro! Monti ha detto che il posto fisso è monotono. Ha ragione. Io ho un amico precario che lavora al call center e ride dalla mattina alla sera. Ma quello non è divertimento: è esaurimento nervoso! Perché del precariato ne parlano solo quelli che hanno il posto fisso? Sarebbe come se si chiedesse a Giuliano Ferrara di consigliarci una dieta. Cosa ne sa? Qualunque cosa dica è solo frutto della fantasia! *Comico
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PAG.26
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Aprile 2012
il giornale nel tuo comune
l’inchiesta. Turismo, occupazione e portafoglio
Tassa di soggiorno, fra pro e contro Qualche euro in più per pernottare in collina. I Comuni fanno squadra, mentre gli operatori sono sul piede di guerra Gianni Carpini
“C
hi siete? Dove andate? Un fiorino”. Così, prendendo in prestito le frasi di un celebre film, può essere descritta la nuova era del turismo italico. Con il 2012 si apre l’epoca della tassa di soggiorno. L’era in cui i visitatori delle meraviglie del Belpaese si vedranno chiedere qualche euro in più in cambio del loro soggiorno. Denari sonanti che andranno dritti nei forzieri comunali. La nuova imposta sbarca anche in Chianti. Mentre gli operatori sono intimoriti dalla novità che potrebbe impattare negativamente sui flussi turistici, dieci Comuni divisi fra Chianti fiorentino e senese hanno stretto un patto, insieme alle associazioni di categoria, per introdurre imposte omogenee. Stessi “prezzi” (si va dai 50
centesimi ai 4 euro in più per ogni singola notte di permanenza) e stesse regole (i soldi raccolti andranno a favore di investimenti culturali di promozione del territorio). Gli albergatori sono però sul piede di guerra: “È l’ennesima gabella – denunciano – che arriva oltretutto in un momento difficile”. Se l’anno scorso il turismo in Chianti ha fatto registrare aumenti percentuali a due cifre, le previsioni per questa stagione sono improntate alla prudenza. Nei primi mesi dell’anno le prenotazioni sono state limitate, bisognerà vedere se i viaggi last minute cambieranno il panorama. Parlare di turismo in Chianti significa anche occuparsi di lavoro e di impieghi stagionali. Il momento clou per trovare un posto nel settore parte proprio in queste settimane.
Tassa di scopo/1. Regole omogenee per dieci località Tassa di scopo/2. La risposta degli albergatori
L’imposta in numeri: “Un’idea giusta, ma quanto e come si paga al momento sbagliato” N
essun confine. Da Impruneta a Castelnuovo Berardenga, il “tariffario” è unico. Le regole della tassa di soggiorno pure. Dieci comuni dell’area, per un totale di 100mila abitanti, hanno siglato un’intesa per rendere questa imposta più omogenea possibile, stabilendo chi e quanto far pagare, oltre a come impiegare successivamente gli introiti. Nel dettaglio il regolamento prevede che per soggiornare in Chianti si debba versare una cifra che va dai 50 centesimi a 4 euro a notte, in base alla tipologia di struttura ricettiva. La tassa non è applicata oltre al quarto giorno consecutivo di permanenza nello stesso hotel, agriturismo, campeggio o casa vacanze. C’è anche chi non paga: i residenti, i ragazzi sotto i 14 anni, i diversamente abili e chi soggiorna in Chianti per motivi di salute (come per esempio per sottoporsi a cure) o per impegni di lavoro in forma occasionale. Sono le stelle di ogni albergo a far lievitare o diminuire la tassa, che oscilla dai 50 centesimi ai 4 euro. Nei residence varranno le “chiavi”: nella categoria più economica si versa un euro, in quella più costosa 2. Per le altre strutture extralberghiere la forbice va da 1 a 2,50 euro, in base alla tipologia (agriturismo, affittacamere professionali e non, campeggi, ostelli, residenze d’epoca). Vale anche il periodo di vacanza: il
contributo in più, che si va a sommare al costo della vacanza, scatta durante tutti i mesi caldi per quanto riguarda il turismo, da marzo fino al 31 ottobre. Niente tassa invece in bassa stagione. A riscuotere questa sorta di “canone” sono i gestori delle strutture, che poi gireranno i fondi ai vari comuni. Chi non verserà i soldi rischierà una multa salata, pari al 30 per cento di quanto sarebbe dovuto andare nelle casse comunali. Bagno a Ripoli, Barberino, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Impruneta, Radda in Chianti, San Casciano e Tavarnelle si sono accordati su come sfruttare le risorse raccolte tramite la tassa di soggiorno. I fondi saranno spesi, secondo quanto stabilito dal regolamento, per la manutenzione del patrimonio pubblico, per rimettere a posto strade e segnaletica, per la viabilità, per portare internet e la banda larga in buona parte del territorio. Inoltre i soldi serviranno a potenziare i controlli sull’abusivismo edilizio e per le verifiche nelle attività ricettive. Dopo l’intesa è iniziato l’iter burocratico, con il passaggio nei rispettivi consigli comunali, la creazione dell’Osservatorio turistico di destinazione e la successiva richiesta alla Regione Toscana per essere inseriti nell’elenco delle lo/G.C. calità dove vige la tassa di scopo. Il Reporter del Chianti F.no raggiunge 19.323 famiglie nei Comuni di Barberino, Impruneta Tavarnelle, San Casciano
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U
na gabella. Che arriva nel momento sbagliato e senza sufficienti informazioni. Accolgono così la notizia della tassa di soggiorno nel Chianti gli albergatori e aspettano di parlarne con l’amministrazione. Quando a Firenze il primo luglio dello scorso anno arrivò l’imposta, che i clienti degli alberghi devono versare per i primi giorni di permanenza in città, le associazioni di categoria degli albergatori presentarono ricorso al Tar, ma il tribunale amministrativo ha ritenuto che il danno ai consumatori non sia grave e irreparabile tanto da giustificare uno stop alla tassa e in più che il soggetto danneggiato sia il cliente e non l’albergatore. Ma anche nel Chianti le opinioni di chi gestisce hotel e agriturismi sono diverse da quelle dei giudici: “Mi sembra che sia un provvedimento che allontani la gente – dice Vasco Grifoni dell’agriturismo Inalbi – abbiamo già stipulato contratti con le agenzie per questa stagione e se i clienti non vorranno pagare soldi in più di quanto stabilito, li dovremo pagare noi? Ci sarà presto una riunione per discuterne ma ci sembra di capire che se il regolamento c’è già la nostra opinione non conta”. Parlano di una tassa che arriva nel momento sbagliato anche al residence Poggio del Golf: “I nostri clienti prenotano da
una stagione all’altra e abbiamo già accordi con le agenzie, non sappiamo come sarà accolta la notizia. La tariffa di per sé può essere giusta, per investire soldi nel settore, esiste in altre città e all’estero, ma se entra in vigore subito ci creerà dei problemi”. “Le informazioni che ho sono ancora frammentarie – dice Silvia Sgobbi di Villa Murray – ho l’impressione che si voglia incoraggiare il turista a restare per periodi di tempo più lunghi perché la tassa è prevista solo per le prime notti, ma di questi tempi non so se si riuscirà a invertire una tendenza. In genere ora le permanenze non superano i tre giorni. Quel che manca da noi comunque è un consorzio che unisca tutti gli operatori del turismo per fare offerte più omogenee e difendere il settore. Servirebbe un marchio registrato per il Chianti come esiste per esempio per la zona dei castelli della Loira”. “E’ un salasso in più – dice la titolare di un agriturismo che preferisce non essere citata – abbiamo già abbassato i prezzi, facciamo promozioni, ci sforziamo per attirare i turisti nel nostro territorio ma il momento non è facile. Per le realtà piccole, come sono da noi, questa è una difficoltà in più e il cliente non capirà che si tratta di una tassa che arriva dal /L.B. Comune”.
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BARBERINO • IMPRUNETA • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
Focus. Dove e quando trovare un impiego. Diverse le figure richieste, nonostante la crisi si faccia sentire
Lavoro: cercasi chef, receptionist e... tate Il periodo dell’anno che “tira di più” va da Pasqua a ottobre. Sono gli agriturismi le principali aziende che utilizzano stagionali. Non solo in cucina o dietro il bancone: servono anche moderne Mary Poppins
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urismo e agricoltura vanno a braccetto in Chianti, almeno per quanto riguarda le opportunità di lavoro. Rappresentano due settori trainanti per l’occupazione, in particolar modo per quella stagionale, e sono legati a doppio filo. Tra le verdi colline le strutture extralberghiere fanno la parte del leone, in primis le aziende che uniscono all’impegno nei campi, strutture ricettive per chi ama soggiornare in
mezzo alla natura. In una parola sola, agriturismo. Numerossimi nella zona, basti pensare che solo a San Casciano su 1500 posti letto, 100 soltanto sono offerti dal tradizionale hotel. Un segmento che secondo le stime incide sul pil del Chianti, ossia sul “reddito” dell’intero territorio, per una percentuale che varia dal 6 al 7 per cento. Anche il mondo della formazione si è accorto di questa forza. “I corsi che vanno per
la maggiore riguardano la cucina tipica e l’accoglienza dei clienti negli agriturismi – spiega Franco Agnoletti, presidente di Chiantiform, l’agenzia formativa dell’area chiantigiana – vista la massiccia richiesta, dopo l’estate attiveremo un percorso per formare tecnici dell’accoglienza: seicento ore di lezione al termine delle quali i partecipanti otterranno un diploma riconosciuto dalla Regione Toscana e valido di conseguenza su tutto il territorio nazionale”. Poi c’è una sorpresa. Tra le figure professionali più richieste figurano non solo chef e personale dietro il bancone, ma anche la classica tata. “Negli ultimi anni si sta affermando una tendenza – continua Agnoletti – il Chianti è scelto per le vacanze soprattutto da famiglie con bambini. Molte esprimono l’esigenza di avere a disposizione persone formate che sappiano accu-
dire i loro figli”. Così mentre babbo e mamma visitano le bellezze del territorio, i pargoli sono al sicuro in buone mani. Il momento migliore per trovare un lavoro nelle imprese agricole che strizzano l’occhio al turismo è quello in corso: da Pasqua a ottobre ci sono le principali occasioni. Sul settore incombe però la crisi. Nonostante la buona performance del 2011 in fatto di arrivi e presenze, per questa stagione turistica gli operatori sono ancora cauti. Nei primi mesi dell’anno è arrivato un numero limitato di prenotazioni, bisognerà aspettare quelle last minute, che negli ultimi tempi si sono ritagliate un peso sempre maggiore. Fiato sospeso quindi. Per chi invece si volesse dedicare al lavoro nei campi, la tipologia di lavoratori più ricercata in questo momento sono addetti alla potatura, /G.C. giardinieri e trattoristi.
la fotografia. Segno più nel 2011, ma per quest’anno i pareri degli addetti ai lavori sono provvisori e contrastanti
Chi sceglie vino, olio e natura per le vacanze S
top al mordi e fuggi, il Chiantishire piace, all’estero come in Italia, e per visitarlo il turista-tipo sceglie una vacanza della durata media di quattro giorni. Gli ultimi dati, quelli riferiti all’intero 2011, riferiscono di buoni numeri per le strutture ricettive, con un aumento degli arrivi e delle presenze. L’anno scorso si è chiuso, stando ai dati pubblicati dalla Provincia di Firenze, a un +13,3 per cento. Il miglior risultato lo fanno segnare le strutture extra-alberghiere, come agriturismi e residence, con un +14 per cento, distanziati di tre punti percentuali dagli hotel. Con queste cifre il Chianti fiorentino è dietro, per incremento percentuale, solo al Valdarno (+15,3 per cento) e all’area intorno a Firenze (+14,8 per cento). In termini assoluti è il territorio di Im-
pruneta a richiamare il maggior numero di persone, con 160mila presenze da gennaio a dicembre 2011. Sul secondo gradino del podio sale Tavarnelle (147mila), seguita a poca distanza da Barberino (146mila). Chiude la classifica San Casciano con le sue 127mila presenze. Il soggiorno tipo di un turista nei quattro comuni oscilla tra i tre e i cinque giorni. La presenza media ha fatto registrare un leggero progresso in positivo: si va dai quasi cinque giorni di Barberino e San Casciano, ai quattro di Tavarnelle, fino ai tre di Impruneta. A sorpresa, anche se di poco, è aumentato più il turismo di casa nostra rispetto a quello straniero: i visitatori tricolori hanno fatto registrare un incremento del 14,3 per cento, contro il 13,1 per cento dei “forestieri”. In Italia l’appeal del
Aumentano arrivi e presenze. Va bene soprattutto l’extra alberghiero, da sempre punto di forza del territorio. Buoni pure i dati riguardanti i visitatori di casa nostra Chianti si fa sentire sui vicini di casa del Lazio, che superano addirittura il mercato interno toscano, al secondo posto. In terza posizione ci sono gli emiliano romagnoli. A livello internazionale la patria del vino
e dell’olio piace soprattutto Oltreoceano e in Europa: l’anno scorso i numeri maggiori riguardavano gli Stati Uniti d’America (oltre 15mila arrivi, in aumento rispetto al 2010), seguiti da Germania (13mila arrivi) e Francia (quasi 11mila). Fin qui cosa è successo l’anno passato. Le prospettive per il 2012 danno indicazioni leggermente positive per alcuni mercati esteri, in particolar modo per le provenienze dai paesi intercontinentali, soprattutto statunitensi, brasiliani e russi. Non sono molto confortanti invece le indicazioni che provengono dal mercato nazionale e da alcuni paesi del vecchio continente. Gli stessi operatori non si sbilanciano nelle previsioni, visto la forte incidenza delle prenotazioni dell’ultimo /G.C. minuto.
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Aprile 2012
il giornale nel tuo comune
Tavarnelle. L’area industriale si candida a ricevere un prestigioso riconoscimento
Il volto (sempre più) verde di Sambuca Raccolta differenziata e pannelli solari al posto dei tetti in eternit: tanti i progetti per la zona, dove lavorano oltre duemila persone Luca Squarcialupi
Il Chianti visto da lassù
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annelli solari al posto dei tetti in eternit, un asilo inter-aziendale, telecamere di videosorveglianza, più raccolta differenziata e una mappa delle realtà presenti. Sono alcuni dei progetti per l’area industriale di Sambuca, il cuore produttivo di Tavarnelle che conta oltre duecento aziende occupando più di duemila lavoratori. La zona si candida a ricevere un prestigioso riconoscimento da Comune e Provincia. Tutto sta in una sigla, Apea, area produttiva ecologicamente attrezzata. Le imprese aderenti si impegnano a gestire in maniera comune, attraverso un ente riconosciuto, i principali aspetti che riguardano l’ambiente: acqua, rifiuti e consumo di energia. Dopo i primi passi, adesso siamo alla fase finale. Tutto è iniziato con la nascita di un comitato di indirizzo, di cui fanno parte una ventina di società, le associazioni di categoria, Comune e Quadrifoglio. In seguito sono stati definiti i possibili progetti e a breve l’iniziativa sarà presentata a tutti gli imprenditori di Sambuca, puntando a coinvolgerne almeno un quarto del totale. “L’obiettivo è quello di fare squadra per ridurre i costi, aumentare i servizi e farsi rappresentare da un soggetto unico, ad esempio per portare avanti il processo di semplificazione – dice Lamberto Baccioni, presidente del comitato di indirizzo – le imprese non posso continuare a perdere un terzo del loro tempo in burocrazia”. Tra le idee per la svolta green di Sambuca, la sostituzione delle coperture in amianto con pannelli solari per la produzione di energia, da distribuire poi agli operatori e ai
zoom. Scorci mozzafiato dalle mongolfiere
Dopo i primi passi, adesso siamo arrivati alla fase finale residenti. “Non ci sono pericoli per la salute, i tetti della Sambuca sono costantemente monitorati – assicura Baccioni – unire però alla bonifica l’installazione di impianti fotovoltaici vorrebbe dire prendere due piccioni con una fava: rispetto per l’ambiente e risparmio energetico”. All’orizzonte c’è anche il recupero dell’asilo dismesso, per metterlo a servizio di dipendenti e residenti. Poi c’è il capitolo sicurezza. “Un
sistema di videosorveglianza a circuito chiuso – prosegue Baccioni – garantirebbe un maggiore controllo del territorio e ci metterebbe al riparo da sversamenti abusivi di rifiuti, com’è successo in passato durante alcuni periodi di ferie”. Nel cuore industriale di Sambuca, il 70 per cento delle aziende ha meno di nove dipendenti. Ventisette le diverse tipologie produttive: dall’agroalimentare al metalmeccanico, passando per il carbonio e la produzione di mobili. Da questa varietà è nata l’idea di sviluppare un database che racchiuda tutte le informazioni sulle realtà presenti, per trovare fornitori interni all’area ma anche per avere una migliore visibilità all’esterno.
ai dove ti porta il vento”. Bastano poche parole a Stefano Travaglia, 25 anni di esperienza sulle mongolfiere, per descrivere cosa vuol dire volteggiare in cielo con i giganti dell’aria. “È un modo per vedere il mondo da una diversa prospettiva – spiega – con una velocità ridotta rispetto a elicotteri o aerei. Il vero motore sono le correnti d’aria, che vanno interpretate”. Il quartier generale si trova a pochi chilometri dall’abitato di Tavarnelle, in località Chiostrini. Di qui partono i colorati palloni dell’associazione aerostatica toscana, un gruppo fondato nel 1994 che conta una quarantina di soci. Destinazione: gli angoli più belli del Chianti. “È un territorio difficile, con un complesso sistema di valli – dice Travaglia, pilota e istruttore – ma è un luogo di straordinaria bellezza, soprattutto se ammirato dall’alto”. L’equipaggio si mette nelle mani di un soffio: si sa da dove si parte, ma si può solo prevedere a grandi linee, studiando i venti, la zona di atterraggio. Gli spostamenti vengono seguiti da terra, via radio, da alcuni fuoristrada che poi recuperano le persone a bordo. Non mancano fuori programma. “Anni fa atterrammo in un campo – racconta divertito Stefano Travaglia – il proprietario vedendo al suolo la mongolfiera ci chiese, allarmato, ‘ma che state facendo campeggio?’. Poi siamo diventati grandi amici”. Gli aerostati sono dei veri e propri titani: un pallone medio è alto 30 metri per 18 di larghezza e si libra a 300-400 metri da terra. A bordo possono essere ospitate, a seconda della dimensione, dalle quattro alle sei persone. Ogni anno l’associazione fa volare tra i 1000 e i 1200 passeggeri. Si tratta di una fascia
medio-alta di mercato: un viaggio nei cieli costa 250 euro a persona, assicurazione inclusa. A scegliere le mongolfiere sono per lo più gli stranieri, turisti del Nord Europa, Stati Uniti, Canada, Sud America e Brasile. Tra loro anche qualche vip come George Michael e Noah Wyle, in passato nel cast della serie tv ER. Intanto dal 30 aprile al 7 maggio i panorami del Chianti si coloreranno con il 15esimo raduno “Arte & scienza del volo”, che vedrà arrivare dieci mongolfiere e una sessantina di persone da Italia, Francia, Germania e Olanda. Tornerà anche una
Titani del cielo, alti trenta metri per diciotto di larghezza giovane disabile, alla seconda esperienza su un aerostato. L’associazione è infatti l’unica nel nostro paese che regala in tutta sicurezza l’emozione di un viaggio in mongolfiera a /G.C. chi è in carrozzina.
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BARBERINO • IMPRUNETA • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
Barberino. Due i piani per portare la connessione negli angoli più periferici del comune
E ora le frazioni volano su internet Il futuro si chiama banda larga, grazie ad antenne wi-fi e fibra ottica. Le autostrade del web arrivano anche qua. Novità per Marcialla e Vico d’Elsa Gianni Carpini
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agliate fuori dal veloce mondo di internet, adesso si accende una speranza per le frazioni di Barberino. Due progetti porteranno la banda larga negli angoli del territorio snobbati dagli operatori tradizionali, a causa degli alti costi e dei bassi profitti. Il primo farà viaggiare il segnale via aria, grazie a un sistema di antenne wireless posizionate in diversi punti del territorio e il secondo porterà fisicamente le autostrade del web nel Chianti tramite la fibra ottica, ossia i super-cavi che permettono una veloce trasmissione dei dati. Entrambi i piani sono promossi da enti pubblici, Provincia di Firenze da una parte e Regione Toscana insieme al Ministero per lo Sviluppo economico, dall’altra. Non sono quindi gestiti direttamente dal Comune, che sta comunque cercando di monitorare e sollecitare lo svolgimento delle opere. Per quanto riguarda i ripetitori entro fine anno Infracom, la società che si è aggiudicata il ban-
do pubblico messo a punto dalla Provincia, ha garantito il completamento dell’impianto del cimitero di Tavarnelle, da cui sarà coperta Marcialla. Lavori analoghi anche per Vico d’Elsa, ma con tempi più brevi. Una delle location scelte è il campanile dell’antica Pieve di Sant’Appiano. Le antenne rimarranno di proprietà pubblica, mentre la gestione è a carico della società privata. Per far conoscere il nuovo servizio, già arrivato in alcune comuni chiantigiani come San Casciano, sono in programma incontri nelle varie frazioni. Infracom offre un controllo gratuito ai possibili clienti: i tecnici andranno a domicilio per verificare la qualità del segnale e perciò la possibilità per ogni singolo utente di collegarsi alla rete. I clienti residenziali potranno stipulare un contratto per il solo traffico web (la velocità per i privati si aggira intorno ai 6 mega in download), le aziende invece si potranno affidare all’operatore sia per le telefonate che per navigare sulla
rete. Il secondo progetto prende le mosse da un accordo tra Regione Toscana e Ministero per lo Sviluppo economico per abbattere il digital divide e per far uscire zone meno centrali del territorio dalla preistoria di internet, dando la possibilità ai cittadini di accedere alla rete e
ai servizi online grazie a connessioni veloci. Entro l’anno, stando ai previsioni degli uffici regionali, dovrebbe essere estesa la fibra ottica in alcune zone, come Marcialla e Vico d’Elsa. In questo caso la velocità garantita sarà di circa cinque mega.
Carrello della spesa. Uno spazio dedicato ai prodotti a km zero: vino e olio, ma presto anche salumi e formaggi
Il filare sullo scaffale: la filiera corta al supermarket D
al campo al supermercato il passo è breve, anzi brevissimo. Così corto che l’agricoltore si trova tra i carrelli e tra gli scaffali della grande distribuzione. A Barberino da oltre un anno esiste un angolo della filiera corta, che porta nel punto vendita Pam le eccellenze del territorio. Nel corner sono messi in vendita vino e olio di qualità, a chilometri zero e garantiti da chi lavora direttamente la terra. Non ci sono passaggi intermedi, si va dal produttore al consumatore. Un’iniziativa, promossa dal Comune a partire dall’inizio del 2011, che ha avuto un buon successo. Nelle prossime settimane alle venti aziende del territorio che già mettono in vetrina i loro prodotti, se ne aggiungeranno di nuove. Al supermarket arriveranno presto altre bontà della tavola come salumi, cinta senese e formaggi. “I
dati di vendita hanno premiato questa esperienza – afferma l’assessore comunale al commercio e alle attività produttive, Silvano Bandinelli – si registra un trend positivo in consolidamento. L’angolo della filiera corta non è uno strumento puramente decorativo, come spesso succede, ma attira l’attenzione dei clienti”. Ci sono novità in vista su questo fronte. I coltivatori del territorio nei prossimi mesi usciranno dal negozio per arrivare nelle strade del capoluogo. In questi giorni si stanno definendo i dettagli per portare mercatini di prodotti a chilometri zero nel centro storico, in occasione delle manifestazioni più frequentate. Durante “Barberino in fiore”, nel secondo fine settimana di maggio, prenderanno posto lungo le vie anche le bancarelle di prodotti tipici, con certificazioni di qualità. Intanto
NENCINI
al supermercato Pam continuano gli eventi: in programma, durante i periodi di maggiore affluenza, degustazioni di vini accompagnate da esperti e iniziative speciali per conoscere da vicino le fattorie, i frantoi e le aziende vinicole. “È un’opportunità a costo zero per le imprese – prosegue Bandinelli – che allo stesso tempo promuove tra i cittadini il consumo consapevole. Le ultime ricerche ci dicono che l’Italia sta diventando un paese dove si mangia male. I bambini tra gli 8 e 13 anni risultano i più obesi d’Europa. Spendere pochi euro in più per prodotti con marchio di origine controllata – aggiunge – significa acquistare alimenti di alta qualità”. L’agricoltura è un segmento importante per l’economia di Barberino: vino e olio sono le produzioni più /L.S. richieste, soprattutto dal mercato estero.
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Aprile 2012
il giornale nel tuo comune
San Casciano/1. Situazione critica: precipitazioni con il contagocce e invasi ai minimi
Siccità, il bicchiere è mezzo vuoto Servirebbe un periodo di lunghe e intense piogge per mettere in salvo la prossima estate. Il comune è al sicuro, almeno per ora. La superstrada dell’acqua, viaggiando per 45 chilometri, rifornisce i rubinetti dell’area. Ma Bilancino va sempre più giù
Luca Squarcialupi
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l Chianti ha sete, ma San Casciano per il momento è salva, anche se non c’è da stare tranquilli. Situazione peggiore per i vicini di casa: Barberino, Tavarnelle e Greve sono le zone più delicate per quanto per quanto riguarda la siccità. Un bicchiere mezzo pieno. Anzi, mezzo vuoto. Se non pioverà in modo costante durante tutta la primavera, la prossima estate vedrà scattare l’allarme rosso, con il rischio di razionamenti. Tra la fine
Vino Consorzio Chianti Classico
Antinori torna dopo 37 anni
A
l’invaso di
Bilancino
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ggiungi un posto a tavola, il mondo del vino chiantigiano ha un amico in più. Dopo ben 37 anni di assenza la Marchesi Antinori è tornata a far parte del Consorzio del Chianti Classico. L’azienda vinicola, uno dei principali produttori del territorio con Badia a Passignano Riserva, Marchese Antinori Riserva e Pèppoli, aveva detto addio al Gallo Nero nel 1975. Era l’ultima, grande impresa vitivinicola operante nella zona, rimasta fuori da questa famiglia. Poi l’annuncio ufficiale, arrivato in occasione dell’evento fiorentino Chianti classico collection. “Siamo orgogliosi di rientrare in un Consorzio così prestigioso e attento alla cura e alla promozione del territorio e dei suoi prodotti – ha commentato Albiera Antinori, vicepresidente di Marchesi Antinori – siamo produttori di Chianti classico da secoli e siamo felici di fare nuovamente parte del Consorzio proprio ora che stiamo ultimando la nostra cantina nel comune di San Casciano in Val di Pesa, che sarà inaugurata a fine anno”. Buoni i numeri per l’impresa guidata da Piero Antinori: l’anno scorso il fatturato ha visto un aumento del 10 per cento, insieme a una crescita dei volumi di affari, nonostante gli ultimi tre mesi abbiano fatto registrare qualche difficoltà. I mercati più interessanti per questo 2012 sono i paesi emergenti, come Brasile, India e Cina, insieme al Nord America. Segno positivo per le vendite del Consorzio che durante il 2011 ha fatto segnare un più 5 per cento nelle bottiglie vendute. “Con questo rilevante ingresso – ha detto Marco Pallanti, presidente del Consorzio Chianti Classico - ci sentiamo tutti un po’ più forti, pronti per un nuovo ‘start up’ sui mercati /L.S. di tutto il mondo”.
del 2011 e i primi mesi di quest’anno le precipitazioni autunnali e invernali sono letteralmente evaporate: le poche, pochissime, piogge cadute nel giro di sette mesi non hanno riempito invasi e pozzi, che si sono dimezzati rispetto alla stagione 2010-2011. La salvezza per San Casciano si chiama superstrada dell’acqua, la rete che parte dall’impianto di potabilizzazione fiorentino dell’Anconella e viaggia per ben 45 chilometri. L’infrastruttura trasporta in Chianti l’acqua del lago di Bilancino. L’invaso del Mugello, che disseta mezza Toscana, è sceso a livelli mai registrati finora. Gli ultimi dati di Publiacqua parlano di un lago a secco: a marzo 36 milioni di metri cubi di risorsa idrica, contro i 60 dello stesso periodo dell’anno scorso. Quasi la metà. Si è andata così progressivamente a intaccare la riserva strategica, quella che durante i mesi più caldi alimenta i rubinetti di casa. Va da sé che con Bilancino a secco, ne risentirà San Casciano e quasi un milione e mezzo di persone residenti tra Firenze, Prato e Pistoia. A livello locale, sui pozzi, come quelli de La Botte a San Casciano o di Greti a Greve, sta influendo direttamente la siccità dei fiumi. Al momento lavorano regolarmente, ma se la pioggia continuerà a cadere con il contagocce – dicono i tecnici – la sofferenza sarà scontata. Tra gennaio, febbraio e marzo le precipitazioni sono diminuite della metà rispetto all’anno scorso, senza contare novembre e dicembre 2011, altri due mesi rimasti a bocca asciutta. In difficoltà anche le altre risorse idriche del territorio: i laghi di Fabbrica, che servono attraverso Sambuca i comuni di Tavarnelle e Barberino, a marzo erano sotto la media di riempimento del periodo (meno 7 e meno 4,5 metri). Dimezzata la portata della diga Migliorini a Barberino e del lago di Cortifedi a Tavarnelle. I problemi vanno avanti dallo scorso settembre. A partire da allora dieci autobotti di Publiacqua svolgono una decina di viaggi al giorno verso il Chianti. A fronte di siccità così intense, il territorio può essere messo al sicuro solo tramite nuove infrastrutture, si spiega da Publiacqua. “Non possiamo più solo dipendere dall’invaso di Bilancino – dice Erasmo D’Angelis, presidente della società - nel Chianti portiamo avanti con la Provincia il progetto di due piccoli invasi sulla Pesa e sulla Greve”. Poi l’appello: “Vanno evitati sprechi e usi irresponsabili dell’acqua potabile, bastano piccole accortezze. Usiamola per esigenze strettamente potabili, alimentari e igieniche”.
Vanno evitati gli sprechi, bastano piccole accortezze
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BARBERINO • IMPRUNETA • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
San Casciano/2. Ancora tagli al servizio, mentre si discute della futura gara regionale
Trasporto pubblico, indietro tutta Meno fondi da Roma: dalla tabella degli orari scompaiono nuove corse, mentre per altre c’è qualche “ritocchino”. Con il gestore unico i collegamenti con le frazioni minori sembrano a rischio. Istituzioni al lavoro per trovare una soluzione
focus
Gianni Carpini
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a speranza di nuovi fondi è tramontata e il tanto temuto taglio è arrivato: i chilometri percorsi dai pullman sono diminuiti del 5 per cento. Un dato che, tradotto nella vita di tutti i giorni, vuol dire una nuova rivoluzione nelle tabelle degli orari. Così sono arrivati gli avvisi di Autolinee Chianti Valdarno. Scompare la corriera che ogni sabato alle 16.50 andava da Firenze a Poggibonsi, con fermate a San Casciano, Bargino, Tavarnelle e Barberino. Via anche il ritorno delle 18.15. La corsa feriale che partiva alle 19,00 da Firenze, dirigendosi verso Falciani, San Casciano e Mercatale , è slittata di 10 minuti in avanti. Modifiche per la linea 371 Firenze – Scandicci – San Casciano: la corsa feriale che partiva alle ore 15.45 è stata posticipata alle 15.55, oltre a essere stata prolungata fino alla Stazione. Intanto il futuro non riserva buone notizie: la Regione Toscana sta accelerando sulla gara unica, quella che assegnerà l’intero trasporto pubblico del Granducato, sia urbano che extraurbano, a un unico soggetto. Una novità che dovrebbe andare in porto entro la fine dell’anno. In questo contesto i collegamenti tra i comuni e le frazioni potrebbero uscirne con le ossa rotte: le navette dirette nelle località minori non risultano strategiche a livello. A San Casciano, ad esempio, i collegamenti per Mercatale figurano tra quelli a rischio. I Comuni, già sul piede di guerra, saranno chiamati a metterci una pezza, finanziando di tasca propria le tratte periferiche. In queste settimane vanno avanti le riunioni tra enti locali, Provincia e Regione per far quadrare i conti. “La coperta resta troppo corta – spiega Renzo Masi, assessore alla mobilità e ai trasporti di San Casciano – se non si garantisce un buon servizio sulle direttrici principali con una cadenza regolare si rischia di penalizzare i pendolari. Già oggi ci vengono segnalate corse di ritorno insufficienti, con passeggeri che viaggiano in piedi o vengono lasciati a terra perché i mezzi sono sovraffollati”. Tra le proposte anche quella di risparmiare chilometri nelle ore non di punta, facendo fermare i pullman lì dove è presente una fermata del trasporto urbano, senza fare arrivare le corriere fino a destinazione finale, come ad esempio nel centro di Firenze.
I dati dell’impianto delle Sibille
La crisi spazza via i rifiuti
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cassonetti del Chianti diventano più leggeri. Complice la crisi, l’aumento della raccolta differenziata e la riorganizzazione del servizio di ritiro, l’impianto polivalente delle Sibille ha visto negli ultimi anni una generale diminuzione della spazzatura arrivata nella stazione, da dove viene poi dirottata nelle varie discariche. Dalla struttura, che si trova sul territorio comunale di San Casciano ed è gestita da Quadrifoglio, durante il 2011 sono passate 38mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. Due anni prima erano state 47mila, 50mila nel 2008, fino ad arrivare alle 55mila tonnellate del 2006. Ad influire su questo trend in costante calo è stata sia la crescita della raccolta differenziata (l’anno scorso ha superato, solo a San Casciano, la soglia del 50 per cento, con un +1,54 per cento), sia un uso più razionale dei vari impianti dopo la fusione tra le due aziende di servizi ambientali dell’area fiorentina (Safi e Quadrifoglio), oltre al peso della crisi economica. Il segno meno per produzione e acquisti si traduce in una minor quantità di immondizia gettata via. Nell’impianto delle Sibille arrivano i materiali raccolti nei cassonetti blu di gran parte del Chianti
fiorentino: da Greve a Tavarnelle, passando per Impruneta, San Casciano e alla prima cintura di Firenze (zona del Galluzzo). Successivamente la “monnezza” viene caricata sugli autoarticolati che portano gli scarti nelle discariche di Firenzuola, in Mugello, e Peccioli, in provincia di Pisa. In queste settimane è in corso il bando per affidare il servizio di supporto alle attività operative delle Sibille, come il caricamento dei materiali e la manutenzione del sistema di trattamento. Nei prossimi mesi si conoscerà il nome della società che /L.S. si aggiudicherà la gara.
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Aprile 2012
il giornale nel tuo comune
Tavarnuzze. L’associazione Archeoclub chiede al Comune di fare dietrofront con i lavori
La stazione cambia look. Ma c’è chi dice no Il Birillo, come
Lisa Baracchi
lo chiamano
“U
na pagina di storia sta per essere distrutta”. L’associazione Archeoclub scrive così al sindaco di Impruneta riferendosi al progetto di restauro della vecchia stazione tranviaria di Tavarnuzze, il Birillo, come dicono in paese. “Questa stazione è sicuramente uno dei fabbricati storici del
in paese, si prepara a essere ristrutturato e a ospitare una terrazza
la stazione: com’era...
sul tetto. Ma una
Il caso
parte dei cittadini
Regolamento urbanistico
Gli imprenditori e l’approvazione
non è d’accordo e chiede
G
di ripensare un progetto che
...com’è...
“stravolgerebbe uno dei fabbricati storici dell’abitato”. Per l’amministrazione, però, non è così
...e
come sarà?
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li imprenditori del settore dell’edilizia vogliono che sia approvato in tempi brevi il regolamento urbanistico e hanno incontrato rappresentanti del Comune per parlare della “grave crisi del mondo dell’edilizia”. Il sindaco Beneforti assicura che il regolamento sarà approvato entro l’estate e che in questo nuovo strumento che disciplina l’attività edilizia nel territorio sono compresi “piccoli interventi sul patrimonio esistente (ampliamenti funzionali, frazionamenti, ristrutturazioni, unità abitativa minima ridotta) e che alla luce delle osservazioni si cercherà di ottimizzare ancora tali norme”. In più: “Vi saranno anche interventi di nuova edificazione di modesta entità, tali da renderne più facile la realizzazione da parte del privato”. Il dirigente Corsinovi invita a giocare di anticipo e avviare le pratiche edilizie necessarie alla partenza degli interventi previsti dal Ruc già dopo dell’adozione, “in modo che sia possibile partire con i lavori subito dopo la pubblicazione del regolamento”, mentre l’assessore Pistolesi si impegna a cercare strumenti di “supporto e sostegno finanziario, verificando anzitutto gli strumenti regionali che possano essere utili per le aziende”. “Le aziende – spiega il sindaco - sono strette fra il calo della domanda e la crisi del credito. L’amministrazione cercherà di mettere in campo tutti gli strumenti possibili insieme alle aziende, per affrontare questo difficile momento”. Contro il regolamento urbanistico approvato a luglio però si alzano anche critiche accese nel territorio, fuori dal consiglio comunale: i Verdi osservano che il regolamento non rispetta il “vincolo cimiteriale”, cioè permette di costruire case troppo vicino ai cimiteri rispetto quanto dice la legge statale; il comitato per Pozzolatico raccoglie firme contro le nuove costruzioni previste /L.B. dal regolamento.
paese e non dovrebbe essere modificata”, spiega Mario Becciani presidente dell’associazione culturale che si fa portavoce anche di un gruppo di cittadini contrari soprattutto alla terrazza che il progetto di Alberto Breschi prevede sul tetto dell’edificio. “Certamente occorre un restauro – prosegue Becciani - ma senza variazioni moderne che oltre ad essere assai costose, non hanno rispetto per lo stato primitivo. Quello che preoccupa è la sistemazione esterna”. L’amministrazione risponde invece che di “storico” nell’edificio della vecchia stazione del tram c’è rimasto poco o nulla e il progetto “frutto di un percorso di partecipazione” sarà realizzato: il bando di gara è in via di pubblicazione e entro la fine dell’anno partiranno i lavori. Il sindaco Ida Beneforti ricorda che il vecchio piano regolatore prevedeva addirittura l’abbattimento della struttura: “Abbiamo compreso la richiesta che è arrivata da alcuni cittadini di conservare un simbolo della memoria del paese. C’è stato un concorso di idee per il nuovo progetto, ci sono state commissioni e incontri per valutarlo. Lo riteniamo un buon progetto con elementi di novità che si possano integrare in un contesto moderno”. “Al Comune negli anni sono arrivate le firme di due diverse petizioni – racconta l’assessore ai lavori pubblici Leonello Buccianelli – sono state raccolte 500 firme per chiedere di conservare l’edificio in degrado, l’unica stazione del Chianti rimasta, altre 900 chiedevano di abbatterlo. Tramite un percorso condiviso siamo arrivati al progetto definitivo che fa della stazione un punto di riferimento. L’ipotesi è di aprire qui un caffè letterario, sale per eventi culturali e spazi aggregativi per i giovani”. L’assessore spiega che bisogna anche adeguarsi alle normative di oggi che prevedono servizi pubblici per chi frequenterà il luogo come l’abbattimento delle barriere architettoniche. “Sarà recuperata la facciata (che avrà le vecchie strisce gialle e rosse della stazione tranviaria, ndr) come era un tempo, ma non c’è nessun pregio architettonico particolare, all’interno l’edificio è stato modificato diverse volte, è stato una scuola materna, una banca, ci sono stati degli ambulatori. La pensilina sul tetto è un elemento architettonico comune a molte altri edifici recenti presenti nei comuni limitrofi”. Finanziamenti per la nuova piazza di Tavarnuzze sono arrivati dalla Regione che ha dato un contributo di 900 mila euro e da Società Autostrade (7 milioni e 300 mila euro andranno per la riqualificazione della piazza e dell’ex parco Pali).
L’assessore: “L’edificio in sé non ha pregi architettonici”
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BARBERINO • IMPRUNETA • SAN CASCIANO • TAVARNELLE
Impruneta. La compagnia protagonista di produzioni di successo da sette anni
I pinguini? Si incontrano a teatro Sono una cinquantina le persone impegnate nella realizzazione degli spettacoli che vanno in scena al Buondelmonti del circolo San Giuseppe. E il ricavato va tutto in beneficenza
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All’asilo, tra canti e corn flakes
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Lisa Baracchi er allenare le corde vocali al canto Beatrice chiede ai cantanti e agli aspiranti tali di fare il “verso del Pinguino”. E da qui, quando si è trattato di scegliere un nome per il gruppo di attori, ballerini, cantanti, scenografi, sarti e tecnici del suono che confezionano musical di successo a Impruneta la scelta è ricaduta proprio sulla “Compagnia del Pinguino”. Sono una cinquantina in tutto le persone impegnate nella realizzazioni di spettacoli musicali al teatro Buondelmonti del circolo cattolico San Giuseppe e il tutto è nato quasi per scherzo, per gioco, fino a trasformarsi negli anni in un’attività artistica apprezzata e consolidato dall’amicizia che unisce i componenti della compagnia. Era l’autunno 2005 quando Filippo Venturi con Beatrice Parenti hanno pensato di lanciarsi in questa avventura, creare un qualcosa che unisse il canto e la danza, avvicinarsi a un genere che nei teatri dei dintorni non viene spesso proposto. Anni prima al circolo cattolico era stato messo in scena uno spettacolo ispirato alla Buona Novella di De Andrè, un’esperienza positiva ma che non aveva avuto un seguito. Si è ripartiti allora con la rappresentazione Frate Francesco, uno spettacolo che ha fatto storia a Impruneta, sicuramente la pietra miliare che ha segnato la strada delle performance della compagnia del Pinguino. C’è chi frequenta il circolo cattolico e chi no, chi è del paese e chi anche viene da fuori, il legame nasce dalla voglia di coltivare una passione per il teatro, il canto, la danza, e si autoalimenta grazie all’amicizia che ne è poi nata. “I Punguini” preparano uno spettacolo all’anno
Da 0 a 3. Il centro gioco per i più piccoli
che va in scena a novembre e che ha una caratteristica: i soldi del prezzo del biglietto vengono sempre devoluti in beneficenza. L’ultimo spettacolo è stato la Rosa Incantata, liberamente tratto da La Bella e La Bestia ed è servito ad finanziare l’adozione a distanza di un bambino del Kenia, Alfonse, 7 anni. Da ora in poi gli spettacoli serviranno a portare avanti questa adozione, mentre gli anni passati la beneficenza ha coinvolto diverse associazioni, alcune che lavorano sul territorio, altre all’estero, dal Villa della Speranza alla protezione civile. “E sul palcoscenico è capitato più volte che si siano scoperti dei talenti – racconta Filippo Venturi – si inizia per scherzo e poi si migliora e ci si appassiona sempre più”. I musical messi in scena a Impruneta sono
Si inizia per scherzo e poi si migliora: più volte qui abbiamo scoperto talenti in genere tratti da fiabe, sono destinati alle famiglie e in platea prendono posto bambini e adulti. Sono stati proprio i più piccoli a decretare il successo de La Rosa incantata a novembre. “Vogliamo ringraziare in particolare il circolo cattolico – dice Venturi – che ci permette di utilizzare i suoi spazi per le prove di tutto l’anno e per lo spettacolo annuale”. E’ ora tempo di pensare al prossimo spettacolo, ma il titolo resta segreto.
i chiama Pimpirulino il centrogioco per gli imprunetini più piccoli. Nell’asilo nido comunale di Tavarnuzze, su proposta del Comune, la Cooperativa Arca organizza attività per i bambini da uno a tre anni e i propri genitori. Un modo per far divertire i piccoli, far conoscere loro nuovi amichetti, ma anche per intrecciare una rete tra mamme e babbi che possa condividere esperienze e confrontarsi tra loro. “E’ uno spazio dove il genitore o un altro familiare accompagnano il bambino nell’attività di gioco – spiega nel dettagli l’assessore Francesca Buccioni – una volta alla settimana, da marzo a maggio, il mercoledì, avvicinandolo passo passo verso un ambiente nuovo e verso le sue prime esperienze di autonomia e relazione fuori dall’ambito domestico”. Continua Buccioni: “Per il bambino diventa un’occasione di gioco, un’esplorazione di un ambiente stimolante, un’attrazione e uno scambio per le attività proposte dagli educatori e una socializzazione con altri bambini e adulti fuori dall’ambito familiare. Per i genitori è un’opportunità per conoscere giochi diversi, apprendere modelli educativi, osservarsi e confrontarsi con gli educatori e gli altri genitori, in
un ambiente extrafamiliare idoneo e protetto, come quello di un nido comunale, di condividere esperienze di gioco e di relazioni con i propri figli e quelli degli altri”. Tra i giochi proposti ci sono laboratori con le farine, con la pasta, i corn flakes, la pittura con materiali naturali, i collages con stoffe e fili di lana, giochi di travestimento, canti e filastrocche, giochi di esplorazione, lettura di immagini. L’attività è iniziata a marzo e si conclude a giugno e il costo per l’intero periodo è di 60 euro. Gli incontri sono il mercoledì dalle 17 alle 19,30. Per informazioni si può chiamare la cooperativa Arca: /L.B. 055.6527160.
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l’inchiesta
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RePoRtage. Da nord a sud di Firenze, per scoprire che le difficoltà sono un po’ ovunque
Una corsa (a ostacoli) sui pedali in città Motorini che sfrecciano lungo le piste, biker costretti a slalom tra le buche e intralci di ogni tipo. E ancora, percorsi che finiscono nel nulla e attraversamenti che non ci sono. Spostarsi sulle due ruote, così, diventa spesso un’impresa Valentina Buti
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ungarno della Zecca Vecchia, un motorino sfreccia a tutta birra. Niente di nuovo, se non fosse che il centauro sta correndo sulla pista riservata alle bici, in una “zona 30” a velocità limitata. Percorso ciclabile di viale Gramsci, stessa scena: un pony express in scooter fa lo slalom tra i ciclisti prima di accostare per la sua consegna. Pista di lungarno Pecori Giraldi: qui la gimkana devono farla le bici, tra le buche e la discarica a cielo aperto che ne copre il tracciato. Poche e trasandate: i 60 chilometri di piste ciclabili di Firenze non sono un’isola felice per i biker. Il Reporter ne ha testata una fetta da nord a sud della città. Il risultato? Deludente. I percorsi a singhiozzo sembrano non avere una logica di collegamento precisa. I tronconi si interrompono senza preavviso e segnaletica: di botto il ciclista si trova in mezzo agli incroci alla mercé del traffico. In viale Redi la summa della pista spezzatino: il percorso ciclabile muore al ponte sul Mugnone e, prima di ricollegarsi a quello in via di Novoli, chi è in bici deve riuscire a sopravvivere alla rotatoria con via Forlanini, priva di attraversamenti adeguati. Da lì, nessun prolungamento per raggiungere il
polo universitario. Per il nuovo palazzo di giustizia c’è un moncone isolato in viale Guidoni. La situazione più critica è proprio nel versante nord della città: le piste sono quasi una chimera. La stazione di Rifredi e l’ospedale di Careggi, servito solo da un breve tracciato su viale Morgagni, sono off limits per chi viaggia sui pedali. Goccia in mezzo al mare, la nuova pista di via Panciatichi. Lungo la tramvia sono spuntate una pista in via del Sansovino e una in viale Talenti: ma la felicità per i ciclisti dura poche decine di metri. Mozzate all’improvviso anche le piste di via Tornabuoni e via Cavour, in centro. Qui, altra difficoltà sono le zone pedonali a senso unico. In Borgo la Croce, lungarno Corsini, ponte Santa Trinita e ponte alla Carraia le bici in contromano rischiano la multa. Idem in via de’ Cerretani, che costringe a un giro pesca i ciclisti diretti al Duomo. Noi passiamo e “tagliamo” lo stesso. Ci sono i vigili, ma chiudono un occhio e l’altro pure. Gli attraversamenti sono un rebus. Dovrebbero essere colorati di rosso come le piste e distinti dai passaggi pedonali. Invece, spesso l’attraversamento c’è ma non si vede: sbiadito dal tempo, come in Borgo Pinti o in
piazzale Donatello, o eliminato per lavori in corso e mai ripristinato, come in via dell’Agnolo e in viale Lavagnini alla Fortezza. Per attraversare in bici “sgomitiamo” tra i pedoni. Un labirinto l’attraversamento di lungarno Ferrucci: si dovrebbe fare il giro della piazza, passando quattro semafori e un’isola col ghiaino. Alla fine tutti tagliano la semicurva sul ponte per ricongiungersi alla pista di lungarno Cellini. Solitario, su viale Michelangelo, l’unico semaforo a chiamata per bici della città. Sempre a sud, binario morto è la pista di via Erbosa, che finisce nel nulla con uno scalino transennato. Quella di piazza Alberti svanisce nel sottopasso di Campo di Marte, trasformata in un cordolo di gomma ripido, stretto e scivoloso. “Indecente”, commenta un anziano che ha faticato a tenere in equilibrio la sua bici. Su via Lungo l’Affrico la pista è “da cross”. Per le radici degli alberi e per le lingue di ferro alte qualche centimetro che sbucano da terra, vecchi residuati delle transenne delle corsie. Come se non bastasse, ecco i nuovi barbari: gli scooter invasori, che nelle piste ciclabili trovano scorciatoie al traffico. Chi controlla? I vigili in bici a Firenze sono solo otto.
lunGO I BInarI Del SIrIO
raSTrellIere e FurTI
SpOrCIZIa e BuCHe
In attesa delle bici sul tram
Quei rottami abbandonati
Gli intoppi in sessanta chilometri
In viale Redi il tracciato si interrompe a ridosso della rotatoria senza attraversamenti protetti. Il progetto del Comune è quello di rendere ciclabile il ponte sul Mugnone quando arriveranno i binari del tram. I vagoni del Sirio per ora sono vietati alle bici: per vederle salire a bordo si dovrà aspettare l’entrata in circolazione degli ultimi due convogli che Ansaldo Breda deve ancora realizzare.
La signora Maria abita in via dei Saponai, vicino piazza Signoria. Le hanno già rubato tre bici. Mille ogni anno i furti di bici in città. Maria lega la sua alla catena lungo la strada. Le rastrelliere vicine sono piene, occupate dai rottami. In città ci sono 13mila posti in rastrelliera: 2.600 sono occupati da scheletri abbandonati. Il Comune vuole portarli a 16mila entro fine mandato.
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Buche, radici sporgenti o sacchi dell’immondizia: sulla strada dei ciclisti fiorentini qualche ostacolo c’è sempre. Le piste ciclabili della città sono in totale 60 chilometri (ma sono compresi anche i percorsi dei parchi come le Cascine e l’Albereta). Molti meno, per fare qualche esempio, rispetto ai 200 chilometri di Reggio Emilia, ai 175 di Torino, ai 140 di Siviglia e ai 160 di Strasburgo.
l’inchiesta
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inveStiMenti. Sei milioni per la competizione internazionale, uno per il restyling dei tracciati
E i ciclisti-pendolari “invidiano” i Mondiali Tra gli interventi in programma il collegamento viadotto di Varlungo-via di Villamagna e nuovo asfalto in viale dei Mille e via Lungo l’affrico. Ma per le associazioni i conti non tornano Natalia Binagli
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ei a uno: i Mondiali di ciclismo battono i pendolari della bici. Sono sei i milioni che Palazzo Vecchio spenderà per sistemare le strade in vista della competizione internazionale del prossimo anno. Uno solo, invece, il milione che destinerà al restyling delle piste ciclabili. Numeri che fanno diventare verdi di invidia i trentamila ciclisti “fai da te” di Firenze. Il tesoretto messo a disposizione dal Comune per i Mondiali (quattro milioni messi a bilancio nel 2012 e due nel 2013) servirà infatti a ricoprire d’asfalto solo le vie della città che diventeranno terreno di gara. Gli ostacoli, i cordoli e le buche scompariranno così da piazza Puccini, Cascine, piazza della Libertà, viale dei Mille e viale Paoli, per fare spazio ad ammiraglie e professionisti delle due ruote. Ma le piste ciclabili non saranno nemmeno sfiorate dagli interventi del Mondiale. Firenze, per loro, sempre nel contesto del Mondiale, ha chiesto al governo un contributo extra di un milione e mezzo. Ma non è detto che arriverà. La priorità spetta al denaro per gli interventi di messa in sicurezza delle strade da gara. E anche su questo non c’è un punto fermo. Per portare il Mondiale di ciclismo in Toscana servono infatti 50 milioni (20 dei quali trasferiti dalla Regione) di cui 16-18 solo a Firenze, ma il governo non ha ancora dato l’ok definitivo ai finanziamenti. Nell’attesa, alle piste ciclabili di Firenze tocca accontentarsi di quel milione che quest’anno andrà a mettere qualche toppa nei tracciati a “spiz-
zichi e bocconi”. Innanzitutto la pista del viadotto di Varlungo sarà cucita a quella di via di Villamagna (250mila euro), sarà data una mano di rosso agli attraversamenti e in alcuni tratti sarà messa una nuova segnaletica. Saranno inoltre collegati gli spezzoni della pista di piazza Batoni e riasfaltate quelle di viale Don Minzoni, viale dei Mille e via Lungo l’Affrico. “Un passo in avanti importante”, secondo il consigliere speciale alla bicicletta Giampiero Gallo, che rivela anche che il Comune sta studiando la possibilità di rendere ciclabile il parco di San Donato, pur ammettendo le difficoltà di far tornare i conti in tempi di tagli. Poco soddisfatte, tuttavia, le associazioni dei ciclisti. Valerio Parigi e Massimo Boscherini di “Firenze in bici”, carte alla mano, ricordano le promesse di Renzi in campagna elettorale: 10 km di nuove piste ogni anno e un investimento annuo di 5 euro ad abitante per la bici. “A due anni e mezzo di distanza – tirano le somme - sono solo 7 i km di piste ciclabili realizzati e i 4,6 milioni annunciati sono rimasti lettera morta”. Più che il denaro, secondo “Firenze in bici”, quello che manca “è la volontà politica di riconoscere l’importanza delle bici nella mobilità cittadina, di cui oggi pure rappresentano il 10%”. Sulla stessa linea l’associazione “Città ciclabile”. “Prima di pensare ai Mondiali, sarebbe meglio si pensasse ai ciclisti che sulle strade di Firenze viaggiano tutto l’anno”, è il commento della portavoce Carla Lucatti.
L’aLLaRME In un anno i sinistri sono cresciuti del cinquanta per cento. Le auto restano il “nemico pubblico numero uno”
Tutti in sella contro il caro-benzina. E gli incidenti lievitano
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irenze città sicura per i ciclisti? In un anno gli incidenti che hanno coinvolto le biciclette sono cresciuti del 50%. Dai 260 del 2010 ai 384 del 2011: oltre uno al giorno di media. I ciclisti che hanno perso la vita sono passati da uno a tre. E il 2012, almeno per il momento, non ha segnato la svolta, anzi: nei primi tre mesi si sono già contati cinquanta incidenti in bici, uno dei quali mortale. È un bilancio non rassicurante quello che traspare dai dati dell’Ufficio sinistri della Polizia Municipale di Firenze. L’aumento esponenziale degli infortuni, spiegano gli addetti ai lavori, è in parte frutto del boom di utilizzo della bici, sempre più
gettonata in tempi di crisi come risposta al caro-benzina. Nel giro di un paio d’anni, si stima che sia salito in sella il 30% in più dei fiorentini. Questo ha fatto sì che nel 2011 siano raddoppiati gli infortuni provocati da cadute dalla bici, per frenate improvvise e sbandamenti (da 54 a 112). Ma le auto, i numeri parlano chiaro, restano il nemico pubblico numero uno dei mezzi a pedali. Lo scorso anno sono stati 272 gli incidenti dei ciclisti provocati da scontri con altri veicoli o tamponamenti, oltre che con i pedoni, cresciuti del 32% rispetto al 2010. I feriti in totale sono stati 349 (l’anno prima furono 231). Quanto al rischio di mortalità, rivela
un’indagine di Aci e Istat, Firenze - con un tasso pari a 3,52 - è molto più sicura di città come Potenza (16,83) o Torino (4,24), ma supera la media nazionale, pari a 1,92. Per i bici-amatori è la prova che il Comune dovrebbe investire di più per la sicurezza dei ciclisti. “Il Comune – spiega Carla Lucatti dell’associazione Città ciclabile – ha aderito alla campagna ‘Salviamo i ciclisti’. Se li vuole salvare davvero potenzi le ciclabili, crei ‘zone 30’ per rallentare il traffico automobilistico, con dossi e dissuasori. Allora sì, potremo avvicinare i nostri bambini a uno sport che fa /V.B. bene al fisico e all’ambiente”.
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salvadanaio
Aprile 2012
giovani. Due conti in tasca a chi decide di salutare mamma e papà e andare a vivere da solo
Bamboccioni, il prezzo (salato) della libertà Non c’è scampo, i costi sono sempre più di quelli previsti. Cambiare casa comporta una serie di spese “occulte” impensabili alla vigilia: dalle caparre all’agenzia fino a volture, corrispondenza e presine, le occasioni per mettere mano al portafogli non mancano mai Francesca Puliti
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amboccioni in procinto di lasciare il focolare domestico, non fatelo. O almeno pensateci bene e fatevi due conti in tasca, perché il prezzo della libertà è alto, ben più alto di quel che immaginate. Se pensavate di cavarvela con affitto e cibo dovrete ricredervi in fretta. Metter su casa da soli, infatti, comporta una serie di spese “occulte” capaci di far tornare indietro anche il più cocciuto figlio ribelle. Tanto per cominciare non basta il canone mensile (o la prima rata del mutuo) per assicurarsi un tetto sulla testa: bisogna mettere in conto la caparra (un paio di mesi di affitto se va bene, fino a quattro per i meno fortunati) e, se ve ne siete serviti, le spese di agenzia (un altro mese di affitto). Anche il bonifico in automatico da parte della banca si paga a caro prezzo. Ma il problema si può risolvere attivando il cosiddetto “home banking” e sbrigandosi da soli sul web le proprie operazioni. Sempre che vi appuntiate sul calendario le scadenze da rispettare e non vi scordiate immediatamente il codice di accesso. A proposito di internet, ci sono da calcolare anche le spese telefoniche: fate bene i vostri conti, perché il panorama delle offerte è tanto vasto da perdercisi dentro. Altra manovra da fare subito: intestarsi le bollette. Tra gas, luce e acqua la missione “volture” vi porterà via quasi 300 euro (senza contare i consumi). E ricordatevi di controllare spesso la cassetta delle lettere, perché i primi bollettini non tarderanno tre mesi, ma solo venti giorni. Raccomandazione per tutti i novizi: prendere la residenza fa risparmiare qualcosa sulle bollette e non costa niente, basta fare un viaggetto all’anagrafe. Altro discorso per la posta: esiste un sistema semplice e indolore per far arrivare le lettere al nuovo indirizzo senza mettersi a comunicarlo a tutti. Il servizio è offerto dalle Poste, ma ovviamente si paga. Meglio, forse, fare un salto alla vecchia casa di famiglia di tanto in tanto e prendersi la corrispondenza di persona: sia il portafogli che i genitori se ne rallegreranno. Immancabilmente arriverà anche il canone Rai, e l’esanime conto corrente si alleggerirà di un altro centinaio di euro. Da mettere in conto la spesa di un paio di stipendi in arredamento, ringraziando i grandi magazzini del mobile (sempre che decidiate che il divano può attendere). Se poi avete la fortuna di portarvi dietro qualcosa dalla vecchia cameretta, calcolate comunque un altro bigliettone verde per il trasloco, a meno che non possiate contare su amici dotati di braccia forti, furgone e buona volontà. Impensabile, poi, di ritrovarsi in un colpo solo fuori portata mamma e la-
IL COSTO DELL’INDIPENDENZA CAPARRA: DA 2 A 4 MESI DI AFFITTO SPESE AGENZIA: 1 MESE DI AFFITTO SPESE DI CONDOMINIO: DA 30 A 200 EURO AL MESE, A SECONDA DEL TIPO DI RISCALDAMENTO, DELLA PRESENZA DI ASCENSORI, GIARDINI COMUNI, ECC. CANONE RAI: 129 EURO TRASLOCO: DA 100 A 200 EURO ARREDAMENTO: DA 1.000 EURO ALL’INFINITO PICCOLI LAVORETTI DI CASA (INSTALLAZIONE LAMPADARI, MENSOLE, MOBILETTI): QUALCHE CENTINAIO DI EURO ELETTRODOMESTICI: DA 300 A 500 EURO L’UNO UTENSILI DA CUCINA INDISPENSABILI: DA 50 EURO IN SU A SECONDA DELLE NECESSITÀ FARE UN ALTRO MAZZO DI CHIAVI: POCHI EURO TARGHETTE PER CAMPANELLO/POSTA: 10 EURO L’UNA SE IN METALLO, QUASI NIENTE SE SI ADOTTA LA SOLUZIONE CARTA, PENNA E CALAMAIO
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vatrice: bisognerà mettersi una mano sul cuore e portare l’altra alla carta di credito per l’ennesima volta. E visto che siamo nel reparto casalinghi andrà a finire che si riempirà un altro carrello con presine da cucina, scolapaste, pentole e piatti. Ma su questo fronte sentitevi liberi di investire: sono cose destinate a seguirvi di casa in casa. A meno che, a questo punto, non abbiate deciso di ripiegare le ali e restare nel nido paterno.
VaDEMECuM Ridurre le uscite si può
Il decalogo per risparmiare
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idurre al minimo le uscite e ottimizzare le entrate. Questa frase corrisponde anche al vostro mantra? Ecco il decalogo a cui attenersi. Punto primo: prendere il controllo del proprio conto in banca (o alle Poste o dove volete) e attivare tutti i servizi online che potete. Si risparmia in tempo e soprattutto in denaro: il costo delle singole operazioni è ridotto quasi a zero. Passo numero due: domiciliare le bollette. Non costa niente e consente anche la restituzione della caparra inizialmente pagata. Tre: mercatini dell’usato e negozi in conto vendita restano validi alleati nella scelta di beni altrimenti assai costosi (ancora avvolto nel mistero il motivo per cui una sedia possa arrivare a costare il doppio di un tavolo). Il trucco sta nel non arrendersi alla prima difficoltà o al primo prezzo che si incontra lungo la strada. Abbiate la pazienza di visitare posti diversi e comparare qualità e cifre sul cartellino. Stessa cosa vale per il supermercato: prima di tutto munirsi di tutte le tessere-sconto, poi valutare dove comprare cosa. E copiare la strategia della nonna: niente più buste di plastica, solo di stoffa. Sembra una bazzecola, ma in un anno vi farà risparmiare diversi quattrini. Consigli numero sei e sette: puntate sul fai-da-te, ma affidatevi ad amici esperti, onde evitare di fare i conti per anni con armadi storti e cassetti sfondati o ritrovarsi le mensole inesorabilmente penzoloni dopo poche ore dalla faticaccia fatta per appenderle. Otto: archiviate tutte le ricevute di farmaci, analisi del sangue e simili e scaricate tutto lo scaricabile dalle tasse. Nove: per un mesetto conservate gli scontrini e monitorate spese e sprechi. E infine la dritta più difficile da mettere in pratica: appuntate tutto mentalmente e imparate dai vostri errori.
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focus
Aprile 2012
La noMina/1. Chi è Giuseppe Betori, sbarcato nel capoluogo toscano quattro anni e mezzo fa
Una storia di fede partita da lontano La REaLTÀ/1
ordinato sacerdote nel 1970, da allora
Prevenzione e non solo
La lotta alle droghe di Villa Lorenzi
il suo curriculum si è riempito
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di incarichi importanti. È considerato uno dei maggiori biblisti italiani Benedetta Strappi
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ella città del giglio ci è arrivato quattro anni e mezzo fa. Era l’8 settembre 2008 e monsignor Giuseppe Betori, oggi cardinale, veniva nominato arcivescovo di Firenze. Pochi giorni dopo, il 26 ottobre, faceva il suo ingresso nell’arcidiocesi fiorentina, ricevendo il pastorale del cardinal Ennio Antonelli e scegliendo di dedicare la prima uscita pubblica ai piccoli pazienti ricoverati al pediatrico Meyer. Ma la storia ecclesiastica del neocardinale comincia da lontano. Dal settembre del 1970, per l’esattezza, quando Betori, nato a Foligno, viene ordinato sacerdote nella stessa città. Durante il mandato sacerdotale nella città natia, Betori ha prestato opera come assistente all’Istituto San Carlo, occupandosi della formazione dei giovani diocesani. Ma nel curriculum dell’oggi cardinale gli incarichi importanti si sono susseguiti e riempiono pagine e pagine: come quello di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mandato che ha concluso il 25 settembre 2008. L’anno successivo invece – per la precisione il 10 febbraio 2009 – è stato eletto dai vescovi toscani presidente della Conferenza Episcopale Toscana. Ma Betori ha anche una carriera saggistica degna di nota, frutto dei suoi studi, ed è considerato uno dei maggiori biblisti italiani. Si è formato alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico, dove ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura con una tesi poi pubblicata con il titolo “Perseguitati a causa del Nome”. Autore di numerosi saggi sull’opera lucana e su temi
il neocardinale
Giuseppe Betori
di ermeneutica biblica e di catechetica, è stato docente di introduzione alla Sacra Scrittura e di esegesi del Nuovo Testamento presso l’Istituto Teologico di Assisi. Già direttore dell’Ufficio catechistico nazionale - altro incarico di peso nel suo curriculm – il cardinale ha curato la pubblicazione di vari volumi del catechismo della Cei, l’organizzazione del Convegno ecclesiale di Palermo (1995) e di quello di Verona (2006), l’avvio e lo sviluppo del “progetto culturale” e la preparazione della XV Giornata mondiale della gioventù (2000) in occasione del Giubileo. Tre anni fa, invece, il 29 giugno 2009, papa Benedetto XVI gli ha concesso il pallio, segno distintivo degli arcivescovi metropoliti, che sono poi
quelli che presiedono le province ecclesiastiche. Il pallio è una stola, bianca, che richiama la pecora che il pastore prende sulle spalle e simboleggia, appunto, il compito pastorale di chi lo indossa. Il resto è storia recente, recentissima. Un capitolo buio della biografia di Betori è quello che ha riempito le cronache il 4 novembre scorso, quando il segretario del neocardinale, don Paolo Brogi, è rimasto ferito all’addome durante un agguato avvenuto all’ingresso della Curia. A sparare fu un uomo, un pluripregiudicato di 73 anni, arrestato tempo dopo. Chiusa la vicenda, la biografia di monsignor Betori porta dritto al 18 febbraio scorso, con la nomina a cardinale da parte di Benedetto XVI.
na delle realtà legate alla diocesi fiorentina è Villa Lorenzi. Qui le attività legate alle tossicodipendenze vanno avanti dal 1988, quando la chiesa fiorentina decise di affidare a Zaira Conti, anima del progetto, la struttura vicino a Careggi. L’idea era quella di mettere a punto un programma di prevenzione dal rischio tossicodipendenza, ed è in questa direzione che si è cominciato a lavorare fin da subito. L’associazione che sta dietro a Villa Lorenzi, infatti, era attiva in quest’ambito già alla fine degli anni ‘70, quando si occupava essenzialmente di programmi di recupero. Oggi ha allargato il suo raggio d’azione, e il piano d’intervento è triplice: prevenzione, riabilitazione e formazione per adolescenti e giovani. Tante le attività portate avanti ogni giorno, come il centro diurno dedicato ai minori a rischio, frequentato da ragazzi divisi in fasce d’età (11-14 e 14-18), al quale si affiancano i gruppi di sostegno ai genitori e vari progetti con scuole, parrocchie e associazioni. Ci sono poi il “Programma giovani per il futuro”, che si rivolge ai consumatori di nuove droghe e ai giovani con disturbi alimentari, e un gruppo dedicato ad amici e parenti di persone che vivono situazioni di disagio. Sul fronte della riabilitazione, invece, ci sono un programma serale riservato ai giovani tossicodipendenti che sono riusciti a mantenere i loro impegni di studio o lavoro, un gruppo per i “poliassuntori” e per chi è caduto nel tunnel della cocaina, uno per i genitori e persino uno sportivo, per cominciare a riprendersi la quotidianità fin dai campetti di calcio. Chiudono il cerchio le attività formative: a Villa Lorenzi si tengono anche un laboratorio di falegnameria e restauro e uno di legatoria e cartotecnica, entrambi pensati perché i ragazzi possano “imparare un mestiere” e sviluppare capacità creative. Per informazioni: www. /B.S. villalorenzi.it.
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La noMina/2. Quel giorno in San Pietro la proclamazione da parte di papa Benedetto XVI
18 febbraio, un “fiorentino” cardinale a supportare il “loro” vescovo un migliaio di fedeli, arrivati per l’occasione dalla città del giglio. Poi il lungo applauso in Santa Maria del fiore Benedetta Strappi
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l 18 febbraio scorso, nel calendario diocesano fiorentino, è stato un giorno di quelli con la “G” maiuscola. È in questa data, infatti, che l’arcivescovo Betori è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI, con la consegna della berretta e dell’anello cardinalizio nella basilica vaticana durante il concistoro. Insieme a lui, altri 21 nuovi cardinali: a ognuno è stato assegnato un titolo o una diaconia della chiesa romana. A Betori è toccata la chiesa di San Marcello dei Serviti in via del Corso, a Roma. E non è stato casuale, perché questa chiesa è stata retta per anni dai Servi di Maria, ordine religioso nato proprio nella diocesi di Firenze, nel convento di Monte Senario. A Roma, quel giorno, c’erano anche un migliaio di fedeli fiorentini, arrivati a supporto del “loro” vescovo, mentre tra i volti noti in San Pietro c’era anche quello del premier Monti, accompagnato dalla consorte. E monsignor Betori, con l’occasione, ha scelto di “sgarrare” rispetto al protocollo e a conclusione del concistoro ha portato di persona i suoi saluti al presidente del Consiglio: “Ho voluto anche
esprimere la vicinanza della Chiesa all’Italia in questo momento difficile per il paese”, ha poi spiegato il neocardinale. Il giorno dopo, tornato nella sua Firenze, monsignor Betori è stato accolto da un lunghissimo applauso che gli ha dato il benvenuto all’inizio della messa celebrata in Santa Maria del Fiore, alla presenza di quasi tutti i vescovi della Toscana, del cardinale Silvano Piovanelli e dell’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti . La sua omelia, la prima da cardinale, è stata tutta incentrata sul significato della parola “porpora”, e alla folla di fedeli che lo ascoltavano ha detto: “Il mio servizio si estende oltre i confini della comunità dei credenti in Cristo e si fa responsabilità per tutta la città degli uomini, a cominciare da questa amata città di Firenze”. Tanto amata, Firenze, che Betori per la prima volta ci venne nel 1966, a 19 anni, come angelo del fango, arrivato come centinaia di altri ragazzi da tutta Italia per aiutare nella ricostruzione dopo l’alluvione. Fu lui stesso, appena insediatosi, nella lettera di saluto alla chiesa e alla città di Firenze, a confidare: “Quando mi è stata co-
la prima
messa
a
firenze
del cardinale
(foto
di
municata la decisione del Santo Padre di inviarmi a Firenze come Arcivescovo, mi è sembrato per un attimo di risentire il frastuono e la convulsione di quei giorni”. Tra le iniziative nate in seno proprio alla “sua” Firenze, Betori nel 2009 ha avviato di un sistema di microcredito che l’arcidiocesi fiorentina garantisce a chi avvia nuove imprese. E proprio con la città monsignor Betori, sin dalla notizia della
anna zucconi)
futura nomina a cardinale, ha voluto spartire i meriti di questa nomina, come ha detto durante durante l’Angelus dell’Epifania: “Esprimo profonda gratitudine al Santo Padre per questo gesto di benevolenza, che sento rivolto non solo alla mia persona, ma anzitutto alla Chiesa fiorentina e alla città di Firenze, come riconoscimento della loro gloriosa tradizione di fede e di cultura”.
La REaLTÀ/2 Alla scoperta dei due centri gestiti dalla Fondazione Opera Diocesana di Assistenza
Là dove i disabili coltivano l’orto e dipingono quadri
L’
arcidiocesi fiorentina ha davvero tanti “rami”. Tanti settori d’attività, e uno di questi è la riabilitazione delle persone disabili. La Fondazione Opera Diocesana di Assistenza di Firenze se ne occupa dagli anni ‘70 e oggi gestisce due centri, uno a Castello (Villa San Luigi) e uno a Diacceto (Pelago). Nelle due strutture sono seguite, complessivamente, 140 persone: alcune ci vivono, altre frequentano i centri solo di giorno. La riabilitazione, da queste parti, è intesa come una missione e ogni giorno si lavora per restituire agli ospiti la massima autonomia possibile, con una grande attenzione alle attività socio-educative. E allora non c’è da stupirsi nello scoprire che questi
disabili vadano a cavallo (tecnicamente si tratta di ippoterapia, naturalmente), facciano teatro, coltivino orti biologici, fabbrichino bomboniere, partecipino alle olimpiadi di Special Olympics e giochino a calcetto. E questo giusto per citare alcune delle attività portate avanti nei due centri. Nei mesi scorsi, ad esempio, alcuni disabili ospiti di Diacceto sono stati i pittori protagonisti di una mostra dedicata al tricolore che, dopo un grande successo registrato a Firenze, è stata portata in trasferta a Monsummano. E a Villa San Luigi, il giorno di Natale, medici e operatori sono riusciti a chiudere l’istituto e a trovare, per ognuno degli ospiti, una famiglia che li accogliesse per il
pranzo natalizio. Proprio in quel centro, in questi giorni, sta tra l’altro per arrivare un ospite molto speciale: si chiama Fly, è un cucciolo di golden retriever, e da ora in avanti sarà il fido “operatore” di pet therapy per i disabili ospiti dell’istituto. A Diacceto, invece, si è al lavoro per realizzare un villaggio “bio” in cui andranno a vivere i disabili che hanno completato il loro percorso riabilitativo e sono pronti per una vita indipendente, per quanto assistita. Per info: www.odafirenze. it. Si può anche scegliere di donare il 5 per mille alla Fondazione specificando il codice fiscale 00705550481 nella casella dedicata al so/B.S. stegno del volontariato nella dichiarazione dei redditi.
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politica
Aprile 2012
iL docuMento/1. Approvato da Palazzo Vecchio il bilancio di previsione 2012
Irpef, Imu e le altre: ecco cosa cambia La prima passa dallo 0,3 allo 0,2,
i minori trasferimenti (vengono a mancare 55 milioni di euro, compensati da 43 milioni di maggiori introiti Imu e 12 dal contributo di soggiorno) il Comune ha comunque deciso di investire di più in alcuni settori, destinando due milioni di euro in più per la cultura e 5,7 milioni in più per casa, sociale, istruzione e sport. Vita dura, infine, per i furbetti della dichiarazione fiscale. Matteo Renzi e Claudio Fantoni hanno voluto inserire nel bilancio 500mila euro di recupero dall’evasione. Gli evasori saranno scovati grazie a un nuovo software che consente di avere i dati incrociati dei fiorentini, dal reddito ai beni immobili fino ai consumi. Insieme al bilancio, inoltre, sono state approvate tredici varianti urbanistiche (secondo una procedura prevista nel decreto Salva Italia): una dà il via alla riqualificazione dell’area della Mercafir. Le altre varianti riguardano l’ex ristorante Le Rampe, la colonica di piazza Artom, l’ex deposito tram, il teatro comunale, l’ex scuola di via di Villamagna, il nuovo Conventino, l’attrezzatura sportiva di San Bartolo a Cintoia, l’ex Meccanotessile, l’edificio del Parione, il Possesso di Rusciano, l’Istituto Demidoff e l’Istituto Sant’Agnese.
la seconda sarà del quattro per mille, meno dell’ultima Ici, quella del 2007. Nel mirino i “furbetti della dichiarazione fiscale”: controlli incrociati anti-evasori Antonio Passanese
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er Palazzo Vecchio è tempo di bilancio. E chi si aspettava un aumento dei balzelli dovrà ricredersi: per la prima volta è stato deciso di abbassare l’addizionale Irpef, che passa dallo 0,3 allo 0,2. Anche sull’Imu per la prima casa i fiorentini pagheranno meno rispetto all’ultima Ici, quella del 2007. Allora corrispondeva al 6 per mille, adesso l’Imu sarà al 4 per mille, una percentuale comprensiva dell’adeguamento catastale che consentirà di andare a pagare un po’ meno di prima. Diverso il discorso per le seconde case e terze case affittate e i negozi, con l’Imu al 9,99 per mille, e per le seconde e terze case sfitte, per le quali l’Imu sarà al massimo, 10,6 per mille, più del doppio di prima. È stata inserita anche una speciale Imu pari al 7,6 per mille con rimborso del 50% per chi affitta le case a canone concordato. Si tratta, come ha spiegato il sindaco Matteo Renzi insieme all’assessore al bilancio Claudio Fantoni, di una sorta di “minipatrimoniale” che va a colpire la rendita. Ma questi sono solo alcuni dei “principi cardine” che compongono il bilancio di previsione 2012 approvato da Palazzo Vecchio agli inizi di marzo. Nel documento economico la giunta comunale ha voluto prevedere anche punti di “gentilezza urbana”: chi ha i bambini in affido non pagherà le rette o le mense scolastiche, mentre gli studenti e i parenti dei ricoverati (al massimo due) non dovranno più versare la famigerata tassa di soggiorno. Musei civici gratis per i minori di 18 anni e gli accompagnatori dei disabili. Nonostante
IL DoCuMENTo/2 Galli: “Tutto e il contrario di tutto, con fughe in avanti e dietrofront”. Cellai e Roselli: “Niente di nuovo sotto il sole”
Dalle multe alle alienazioni, le “preoccupazioni” dell’opposizione
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approvazione del bilancio di previsione 2012 ha alimentato una ridda di polemiche dall’opposizione. L’ex pidiellino Giovanni Galli, senza tanti complimenti, ha definito Matteo Renzi “il rappresentante di una politica vecchio stampo, capace solo di spettacolarizzare ogni cosa o evento senza accompagnarvi sostanza”. Secondo il capogruppo dell’omonima lista, il primo cittadino “ha sparato cifre a non finire dicendo tutto e il contrario di tutto con fughe in avanti e rapidi dietrofront: sull’Imu, ad esempio, ha scelto di stangare
i negozi ma poi ha annunciato di essere aperto al dialogo”. Per la maggioranza è Francesco Bonifazi, capogruppo Pd, a difendere l’operato della giunta: “È nota la smania di Galli di apparire sui giornali. Ma forse prima di criticare il bilancio potrebbe leggerlo. Anche stavolta Galli poteva risparmiarsi il suo comunicato di chiacchiere”. Il Popolo della libertà definisce il bilancio 2012 un atto “di poca fantasia”. “Multe, alienazioni e poco più – dicono i consiglieri Jacopo Cellai ed Emanuele Roselli – tutto già visto, in perfetta continui-
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tà con Domenici. Anche quest’anno infatti ritroviamo nel bilancio una voce consistente riguardante le alienazioni. E questo non può che destare preoccupazione visto i continui fallimenti che questa amministrazione ha registrato fino ad oggi: immobili come il teatro comunale che non si riescono a vendere – con il rischio di svendere prima o poi – hanno portato solo a nuovi mutui a carico di Comune e quindi dei cittadini. Insomma - concludono Cellai e Roselli - niente di /A.P. nuovo sotto il sole”.
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politica
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inteRventi. Sul piatto opere per 312 milioni per i prossimi tre anni PdL. Questione morale e primarie i temi più caldi
Strade, scuole e infrastrutture Plebiscito e polemiche nel piano degli investimenti al congresso azzurro S
Antonio Passanese
i è chiuso il mese scorso il congresso del Pdl fiorentino, il primo dell’era “post-Berlusconi”. La due giorni di conta, avvenuta sabato 3 e domenica 4 marzo a Firenze e Scandicci, riconferma Nicola Nascosti e Alberto Tirelli alla guida della direzione metropolitana, Gabriele Toccafondi e Achille Totaro a quella del partito cittadino. Si è trattato di un vero e proprio plebiscito per le candidature vicine al coordinatore nazionale Denis Verdini. Accompagnato da un grande successo di partecipazione: alle urne si sono presentate oltre 1.600 persone, quasi il 70% dei tesserati. Un dato storico per il Pdl gigliato. Se il congresso è stato unitario, i malumori e le schermaglie in verità non sono mancati, specie sulla “questione morale” e sulle primarie. Protagonista principale della polemica uno
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irenze? Una città in continua evoluzione, che cresce e che continuamente deve adattarsi alle esigenze di chi la abita, rispettando però allo stesso tempo la sua vocazione storica. Sono queste le diverse anime della città che il piano triennale degli investimenti - approvato dalla giunta comunale, che ha messo sul piatto opere per 312 milioni di euro – prova a conciliare. Si tratta di risorse sia pubbliche che private (project financing o sponsorizzazioni) e derivano da stanziamenti di bilancio, alienazioni, mutui, trasferimenti da Stato o Regioni. Gli investimenti sono finalizzati a interventi in settori cruciali come viabilità e infrastrutture, beni culturali e scuole. Per il 2012 saranno disponibili oltre 156 milioni, per il 2013 oltre 113 e oltre 42 nel 2014, per un totale di 312.943.676 euro. Molto consistente il piano della viabilità (oltre 50 milioni solo per il 2012), che comprende rifacimento di strade e nuove infrastrutture. Per quanto riguarda i rifacimenti, dopo i lavori effettuati in precedenza in zone non centrali, nei prossimi mesi partiranno numerosi cantieri nel centro storico, per esempio in via Por Santa Maria (un milione di euro), in piazza de’ Nerli (1,7 milioni) e in via della Colonna (oltre un milione). E ancora in via Panzani (oltre un milione), via Cerretani (oltre un milione) e via Tornabuoni (850mila euro). Tra gli investimenti previsti ci sono poi il completamento del collegamento viario Nenni-Torregalli (800mila
Molto consistenti i capitoli che riguardano viabilità, mobilità e sicurezza euro), i nuovi parcheggi a Serpiolle (un milione), Sorgane (un milione) e Settignano (un milione). Un milione e 200mila euro sono stati messi a disposizione degli interventi della mobilità nel Parco delle Cascine (ztl e parcheggi), mentre un milione e mezzo serviranno per la realizzazione della passerella ciclo-pedonale Argingrosso-Cascine. Inserite nel Piano anche opere fondamentali per la mobilità cittadina come il bypass delle Cascine del Riccio e quello di Ugnano e Manti-
gnano, e l’ampliamento della rete di busvie. Numerosi infine gli interventi di infomobilità e di aumento della sicurezza stradale nell’ambito del progetto David. Una buona fetta delle risorse (45 milioni di euro) è stata destinata anche all’edilizia scolastica per manutenzione, miglioramento acustico, adeguamento energetico e lavori strutturali. Il piano degli investimenti triennali, oltre alla consueta manutenzione di edifici, monumenti e chiese, concentra l’attenzione su Palazzo Vecchio, di cui è già partito il progetto di raddoppio degli spazi museali (oltre due milioni di euro totali), sulla biblioteca delle Oblate e sul teatro dell’Oriuolo, compresa la bonifica dall’amianto (oltre due milioni di euro). Più di quattro milioni sono previsti per la ristrutturazione del teatro della Pergola, oltre un milione è destinato allo Stibbert. Infine, la giunta Renzi non dimentica nei suoi progetti nemmeno lo sport: l’avvicinarsi dei Mondiali di ciclismo mette in moto numerosi investimenti, con alcuni milioni di euro solo per interventi di messa in sicurezza della viabilità dei percorsi di gara. Per quanto riguarda il verde pubblico, infine, da segnalare la realizzazione del giardino nell’area dell’ex Meccanotessile, per un costo pari a un milione e 600mila euro.
Riconfermati Nascosti, Tirelli, Toccafondi e Totaro dei big della vecchia guardia del partito, il senatore Paolo Amato. Il cui richiamo “al partito degli onesti” auspicato dal segretario Angelino Alfano è stato interpretato come un j’accuse nei confronti del coordinatore nazionale Verdini in merito alle vicende giudiziarie che lo hanno chiamato in causa: la “cricca”, la P3, le opere del G8 e, da ultimo, l’inchiesta sul senatore Pdl Riccardo Conti. La risposta di Verdini non si è fatta attendere. Dal palco del congresso il coordinatore nazionale si è scagliato contro Amato, e i due si sono lanciati in un acceso battibecco davanti agli iscritti allibiti. Una tenzone finita con il commento secco di Amato: “Nelle tue condi-
GaBriele toccafondi
zioni – si è rivolto a Verdini – dovevi dimetterti”. Solo un atto del dibattito interno che da mesi ormai sta scuotendo il Pdl. Innanzitutto gli addii. L’ultimo ad andarsene sbattendo la porta è stato Samuele Baldini, consigliere provinciale recentemente passato al gruppo misto e ora tentato dall’Udc, come già prima lui il parlamentare Alessio Bonciani, passato al partito di Casini in aperta rottura con Berlusconi e Verdini. C’è poi la rivolta degli “ottanta” capeggiata dall’eurodeputato Paolo Bartolozzi, primo firmatario di un documento presentato al congresso, critico per la scarsa dialettica interna al partito e sottoscritto da un’ottantina di eletti tra comuni e circoscrizioni. Capitolo primarie: richieste da molti esponenti del partito, alla fine sono state bocciate dai vertici. Il consigliere comunale Francesco Torselli e quello regionale Paolo Marcheschi tra i più attratti dall’idea della consultazione tra gli iscritti per la scelta dei candidati. “Basta ai candidati ‘last minute’”, è stato l’invito di Marcheschi al congresso. Ma lo ha gelato il coordinatore fiorentino. “Le primarie? Nel nostro partito non c’è la cultura adatta”, le ha rispedite al mittente /N.B. Toccafondi.
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al volante
Aprile 2012
SicuRezza. Ormai da mesi si parla dell’introduzione di questo reato: l’iter va avanti
Il (lungo) cammino verso “l’omicidio stradale” Giulia Righi
Sull’argomento è intervenuto anche il ministro Corrado Passera: “L’impunità
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non può essere tollerata”. Le pene saranno più severe, ma ci vorrà del tempo
ono passati ormai tanti mesi da quando si è cominciato a parlare del reato di “omicidio stradale”. È partito tutto da Firenze, e poche settimane fa l’eco dell’iniziativa si è sentita nei palazzi romani, con il ministro dei trasporti, Corrado Passera, che in commissione trasporti ha sottolineato come ci si trovi di fronte a un “problema da approfondire”. E che si tratti di un “problema da approfondire” da tempo lo sostengono oltre 58mila persone, le stesse che hanno firmato la proposta di legge per introdurre questo tipo di reato.”Quello che è importante – ha spiegato il ministro – è che l’impunità non può essere tollerata. È socialmente inaccettabile che chi uccide qualcuno guidando sotto lo stato di ebbrezza o di sostanze stupefacenti ritorni casa. Credo che sia obiettivo comune eliminare qualcosa che offende il comune sentire”. Il ministro ha comunque puntualizzato che, nell’istituzione di questa nuova fattispecie penale, occorrerà tener conto del quadro normativo vigente a livello europeo. Ma cosa dovrebbe cambiare, effettivamente, a livello legale una volta che questa battaglia avrà compiuto il suo iter? La proposta mira a inasprire le pene per chi uccide guidando sotto l’effetto di alcol e droghe. In Italia, infatti, gli omicidi come quello di Lorenzo Guarnieri, investito mentre si trovava alla guida del suo scooter da una persona risultata positiva all’alcol-test, sono giudicati e puniti come “colposi”, diversamente da quanto avviene in altri paesi, dove questo tipo di omicidio viene considerato “volontario” e punito come tale. Con l’introduzione del reato, le pene attualmente previste
passerebbero da 3-10 anni a un minimo di 8 e a un massimo di 18 anni. La proposta di legge prevede inoltre l’arresto in flagranza di reato e il cosiddetto “ergastolo della patente”: a chi guida sotto l’effetto dell’alcol e della droga sarà tolta definitivamente la patente dopo il primo omicidio. Ad ora, invece, è prevista solo la revoca temporanea del permesso di guida e nessuna misura cautelare. Certo, ci vorrà ancora del tempo. Perché - come racconta nelle righe qua sotto Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo - l’iter è impegnativo ed è ambizioso pensare che si arrivi al dunque entro la fine dell’anno in corso. Ci sono prima le discussioni nelle commissioni, poi il passaggio alla Camera per il voto, poi la discussione in Senato. A quel punto, se la proposta verrà approvata, il governo sarà tenuto a legiferare sulle modifiche richieste. Ma le battaglie dell’associazione non finiscono qua: l’omicidio stradale è uno dei 35 punti del progetto David sulla sicurezza stradale, che si propone di salvare 58 vite umane e ridurre di 1.000 i feriti gravi a Firenze sino al 2020, attraverso una serie di interventi e campagne di comunicazione.
La Reazione. Il commento di Stefano Guarnieri: “Grazie a tutti i firmatari”
“Bene, ma c’è ancora tanto da lavorare”
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ull’apertura all’introduzione del reato di omicidio stradale arrivata dal ministro Passera ha detto la sua a Il Reporter Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo e presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri. Come associazione che da tempo porta avanti questa campagna e che ne è stata la promotrice, cosa vi aspettate adesso? Siamo felici delle dichiarazioni del ministro anche se siamo prudenti sugli sviluppi, quindi restiamo con i piedi per terra. Di strada da fare ce n’è ancora
tanta. Certo che senza le oltre 58mila firme la proposta di legge non sarebbe andata in discussione in commissione trasporti. Grazie a tutti i firmatari. Quale sarà l’iter della legge? L’iter è ancora lungo. Dopo le discussioni nelle commissioni (trasporti e giustizia) dovrà andare in assemblea alla Camera per il voto. Dopodiché sarà discussa in Senato e, se approvata, obbligherà il governo a legiferare sulle modifiche richieste. Noi continueremo a fare pressione insieme ad altre associazioni per far sì che questa sia una priorità di
governo e che quindi i tempi vengano accelerati da un eventuale decreto legge. L’obiettivo molto ambizioso rimane quello di trasformare la proposta in legge nel 2012. E le prossime battaglie dell’associazione? Sono quelle che portiamo avanti tutti i giorni, andando nelle scuole e spingendo il Comune nella realizzazione del progetto David. Le strade delle grandi città italiane sono pericolose, soprattutto per gli utenti deboli: pedoni, ciclisti e motociclisti. /G.R. C’è ancora tanto da lavorare.
zooM. I futuri architetti parteciperanno a un workshop
Le opere degli studenti contro gli incidenti L’ ingegno dei futuri architetti per la causa della sicurezza stradale. Nei prossimi mesi gli studenti della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze parteciperanno a un workshop progettuale nell’ambito della campagna “Occhioallastrada”, attivata all’interno del progetto “David”, per mettere la loro “creatività a disposizione di una causa importante che riguarda tutti, ovvero la lotta agli incidenti stradali”, come spiegato dall’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio Massimo Mattei. Ma in che modo saranno coinvolti gli architetti di domani? Gli studenti del corso di sociologia urbana, coordinato dal professor Leonardo Chiesi, saranno chiamati a progettare una serie di installazioni sulla sicurezza della guida in città. Un contributo che dovrà “invitare” i cittadini a pensare in modo nuovo alla sicurezza sulla strada e sensibilizzarli sul tema in una maniera insolita e originale. Un tema, quello della sicurezza al volante, che riguarda drammaticamente proprio il mondo dei
giovani: come ricordato dall’assessore Mattei agli stessi studenti, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte dei ragazzi tra i 15 e 25 anni. “Come Comune, negli ultimi anni – ha spiegato - anche grazie allo stimolo e al supporto di associazioni come quelle intitolate a Lorenzo Guarnieri e a Gabriele Borgogni abbiamo fatto importanti passi avanti, ma siamo ancora lontani dal centrare l’obiettivo della riduzione degli incidenti del 50% fissato dall’Unione Europea. Un risultato che potremo raggiungere soltanto con la collaborazione dei cittadini e soprattutto dei giovani”. Alla presentazione del workshop erano presenti anche Stefania Guarnieri, presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri, e i tecnici dell’ufficio comunicazione del Comune e dell’Agenzia Catoni. Ora la palla passa in mano agli studenti, che dovranno trovare il modo di ricordare ai loro coetanei (e non solo) – attraverso installazioni e fantasia – quanto sia importante la sicurezza sulla strada. /E.M.
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aprile 2012
periodico dell’Amministrazione Comunale di Tavarnelle Val di Pesa A cura dell’Amministrazione Comunale di Tavarnelle - Coordinamento editoriale: Ufficio Stampa associato
Editoriale “Giovani, giovani coppie, separati e single: queste le fasce che privilegeremo con il bando per i nuovi alloggi Peep” “Sono pienamente soddisfatto del lavoro svolto dalla commissione urbanistica presieduta da Alberto Marini e della qualità della discussione con la quale, in sede di Consiglio comunale, abbiamo ottenuto un risultato importante, ampiamente condiviso: l’approvazione delle modifiche al regolamento comunale per l’assegnazione delle aree edificabili nei piani per gli alloggi Peep. Una scelta che nasce da un progetto politico che mira all’inclusione e pone al centro dell’attenzione la necessità di riconoscere, valorizzare ed estendere i diritti nel rispetto delle diverse identità e inclinazioni. Il nostro obiettivo è quello di investire sui giovani, su coloro che intendano mettere su famiglia, avere dei figli, e anche su quei giovani che abbiano il desiderio di condividere progetti di vita anche attraverso forme diverse di convivenza. Crediamo che assieme al rispetto dei doveri di ogni cittadino il riconoscimento dei diritti più profondi della persona sia fondamento di stabilità e di coesione sociale. L’individuazione di tali criteri è volta a favorire ed incentivare processi di autonomia di fasce più deboli della popolazione tra le quali i giovani purtroppo occupano uno spazio sempre più esteso: cittadini che non hanno una abbondante capacità reddituale, che si trovano a riprogrammare la loro vita e che necessitano di strumenti e opportunità in grado di rispondere concretamente alle loro effettive necessità. Da amministratori comunali lo constatiamo ogni giorno: il momento non è certo dei più semplici ed è proprio in questa fase così critica che la giunta ha il dovere e il compito di non lasciare indietro nessuno ed evitare che i giovani affrontino il futuro da soli. Nei prossimi mesi verrà pubblicato il bando per l’assegnazione di un’area Peep che prevede la possibilità di realizzare nuovi trenta nuovi alloggi nella frazione di San Donato in Poggio. Il bando si atterrà ai criteri approvati dal Consiglio comunale. I lavori per la costruzione della nuova area edilizia partiranno entro il 2013”.
Il vicesindaco David Baroncelli
Punteggi aggiuntivi per giovani coppie, under 35, divorziati con figli a carico
Quando i diritti contano: edilizia convenzionata a favore dei giovani Varati ad ampia maggioranza dal consiglio comunale i nuovi criteri di assegnazione delle case Peep Tutela dei diritti estesa ai giovani e alle coppie under quaranta. Il Comune di Tavarnelle scommette sul futuro dei giovani e sulle diverse forme di convivenza privilegiandone l’accesso alle graduatorie per l’assegnazione delle case di edilizia economica popolare. Per la giunta Dirindelli essere in due, formare una coppia al di sotto dei quarant’anni costituisce un vantaggio, un punto a favore rispetto a chi presenta domanda per accedere ad un alloggio; se poi ci sono dei figli i vantaggi sono ancora maggiori. E’ una modifica al regolamento comunale per l’assegnazione delle aree edificabili nei piani per gli alloggi Peep a mettere ufficialmente in campo la novità. La condizione di ‘coppia’ è uno dei criteri contemplati dal regolamento per l’assegnazione del punteggio alle domande di accesso agli alloggi di edilizia popolare. Gli articoli 2 e 7 lo enunciano a chiare lettere: alla giovane coppia, composta anche da persone dello stesso sesso, che concorre all’assegnazione dell’alloggio, sarà attribuito un punteggio aggiuntivo. L’unico documento richiesto è una certificazione dell’anagrafe che testimoni la coabitazione in atto. “La nostra è una politica a tutto tondo - commenta il sindaco Sestilio Dirindelli - tesa a dare opportunità alle persone, un’operazione di riconoscimento dei diritti e di valorizzazione delle diversità che acquista tanto più valore in un momento difficile come quello che stiamo vivendo in cui i punti di riferimento delle politiche giovanili possono non di rado smarrirsi o essere prevalsi da altre priorità”. Oltre ad esprimersi a favore delle modifi-
Piazza Matteotti, Tavarnelle Val di Pesa
che al regolamento comunale per l’assegnazione delle aree edificabili nei piani per gli alloggi Peep, il consiglio comunale ha varato ad ampia maggioranza alcuni emendamenti che prevedono l’assegnazione di punteggi aggiuntivi ai giovani under 35 e ai separati o divorziati con figli a carico. Nello specifico il regolamento, che stabilisce le modalità di partecipazione e
di attribuzione dei punteggi per partecipare al bando, ha introdotto i seguenti punteggi aggiuntivi: due (2) punti in più per le coppie con uno o più figli a carico; un (1) punto in più per i single under 35, un (1) punto in più per le giovani coppie under 40 formate anche da persone dello stesso sesso, mezzo (0,5) punto in più per i separati o divorziati con figli a carico.
I sindaci invitano i cittadini a ridurre il più possibile i consumi
“L’acqua che evitiamo di sprecare adesso ci tornerà utile tra qualche mese” “Se non piove avremo un’estate a dir poco drammatica: lo scenario che inizia a delinearsi per i mesi più caldi dell’anno e, peggio ancora per quelli autunnali, non prospetta nulla di buono”. I sindaci Dirindelli e Semplici esprimono forte preoccupazione per i livelli di siccità che hanno colpito il Chianti e l’inevitabile rischio di rimanere presto all’asciutto. “La nostra è una delle aree più soggette a crisi idriche – commentano – e la causa non è da imputare ad una gestione inadeguata della risorsa idrica ma al perdurare della siccità che dalla scorsa estate purtroppo non accenna a dare tregua”. Gli amministratori rilevano la necessità di rendere l’area del Chianti autonoma sul piano idrico. “La realizzazione della Superstrada idrica Anconella-Chianti – proseguono – ci ha permesso di dimenticare mesi interi trascorsi ad attendere l’intervento delle autobotti, tuttavia questo non basta; servono investimenti ulteriori nei nostri territori, lo dimostra anche la drastica diminuzione della risorsa di Bilancino che oggi è al 50 per cento delle sue possibilità: 30milioni di metri cubi contro i 60 milioni disponibili”. “Con il presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis - concludono - siamo in contatto costante per cercare di mettere a punto le strategie migliori. In questo momento però la siccità è una certezza, ragione per la quale è necessario che ognuno di noi faccia la propria parte con comportamenti virtuosi volti al risparmio della risorsa; invitiamo dunque i cittadini a limitarne il più possibile, fin da adesso, il consumo. L’acqua che non sprecheremo oggi ci potrà essere utile tra qualche mese”.
Torrente Pesa
PER SCRIVERE A “TAVARNELLE IN COMUNE” potete inviare fax o lettere all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (tel. 055/8050824 fax 055/8076657) ed e-mail all’indirizzo di posta elettronica uffstampassociato@gmail.com.
2 A Sambuca saranno disponibili complessivamente otto abitazioni
Alloggi Erp, venti nuovi appartamenti disposizione delle famiglie a A breve saranno consegnati dodici alloggi a San Donato in Poggio Buone notizie per le famiglie in cerca di alloggi Erp. All’albo pretorio dei Comuni di Barberino e Tavarnelle sono state pubblicate le graduatorie provvisorie relative al bando di concorso Erp 2011 indetto dall’Unione comunale. Su una quarantina di famiglie, questo il numero complessivo delle domande pervenuto all’ufficio Casa, gestito in forma associata dalle amministrazioni comunali di Barberino e Tavarnelle, il 50 per cento di esse potrà disporre di un’abitazione. Questo grazie ai venti alloggi Erp, alcuni dei quali esistenti, altri in fase di realizzazione nelle frazioni di San Donato e Sambuca, che il Comune di Tavarnelle potrà assegnare già nel corso della primavera sulla base delle graduatorie stilate. “Il problema abitativo – commenta il sindaco Sestilio Dirindelli – è presente e complesso nel nostro territorio soprattutto per il numero crescente delle domande e i cambiamenti considerevoli nel tessuto sociale che attestano bisogni sempre maggiori e situazioni precarie in aumento; potremo soddisfare il 50 per cento delle richieste, considerata la carenza di risorse pubbliche, aggravata dai tagli operati dal governo centrale, è senza dubbio una buona risposta che difficilmente riusciremo a replicare”. I primi ad essere assegnati
L’iniziativa è promossa dalla Misericordia di Tavarnelle e Barberino
Bambini di Chernobyl ospiti delle famiglie di Tavarnelle
Un progetto di accoglienza ha permesso ad un gruppo di bambini bielorussi di trascorrere cinque settimane con i coetanei italiani
Via San Giovanni Gualberto, Sambuca
sono gli appartamenti di San Donato in Poggio. Dodici ampi alloggi realizzati nell’ambito di un intervento che in fase progettuale ha visto il coinvolgimento dei cittadini. “Il confronto con la comunità – spiega l’assessore all’Urbanistica David
Via Luigi Biagi, Sambuca
Il problema abitativo è presente nel nostro territorio soprattutto per il numero crescente delle domande
Baroncelli – ci ha permesso di individuare le esigenze dei residenti e apportare delle modifiche al progetto, due esempi concreti sono l’ampliamento del parcheggio di piazza Pertini e una maggiore razionalizzazione delle postazioni del servizio ambientale prevista nella stessa area”. La consegna è in programma durante la primavera. Altri appartamenti, situati in via San Giovanni Gualberto a Sambuca, potranno essere messi a disposizione dei cittadini. Giunge al termine il complesso iter burocratico che ha permesso al Comune di Tavarnelle di entrare in proprietà di quattro alloggi confiscati alla malavita organizzata. La consegna avverrà al termine dei lavori di risistemazione che partiranno nei prossimi mesi. Sempre a Sambuca, in via Luigi Biagi, quattro appartamenti sono in corso di realizzazione e vedranno la luce nel 2014. Il Comune di Tavarnelle ne potrà disporre grazie al finanziamento regionale ottenuto attraverso la partecipazione congiunta con i Comuni di Barberino e San Casciano. “Rispetto ad una domanda sempre più diversificata – conclude l’assessore Baroncelli la necessità è quella di rispondere al problema abitativo con una politica che faccia leva sugli strumenti di programmazione del territorio e sia in grado di affiancare alla tradizionale edilizia convenzionata gli interventi contemplati dall’housing sociale tra cui il canone calmierato che stiamo già sperimentando in alcune aree del territorio”.
Vicinanza al mondo agricolo, artigianale e commerciale
Criteri condivisi per l’applicazione dell’Imu I sindaci: “in nessun caso sarà applicata la tariffa massima” Un segnale di apertura e sostegno al mondo produttivo e agricolo. E’ questo il messaggio che gli otto Comuni del Chianti (Barberino Val d’Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa) intendono trasmettere ai cittadini con la condivisione di alcuni criteri per l’applicazione della nuova imposta sulla casa Imu. Nei giorni scorsi, infatti, tutte le amministrazioni si sono incontrate per individuare un metodo di applicazione condiviso sulla base di una sinergia che ha già riscontrato esiti positivi con il regolamento comune dell’applicazione
dell’imposta di soggiorno. L’accordo si basa su tre punti principali con i quali i Comuni vogliono dare un segnale di attenzione e sostegno a tutti i cittadini che stanno attraversando la delicata fase di crisi economica. “Si tratta di un ulteriore passo in avanti nella sinergia avviata tra i Comuni del Chianti - dichiarano i sindaci – l’intento primario è stato quello di fare in modo di contenere il più possibile l’applicazione delle tasse sulla prima casa secondo le reali possibilità di risorse nei bilanci di ciascun Comune. Si tenderà, in particolare, a mantenere l’aliquota più bassa possibile per la prima casa; al minimo per le seconde case affittate a canone concordato e sarà applicata
un’aliquota leggermente più alta per gli altri tipi di contratto di affitto. Per le case sfitte, invece, applicheremo criteri che mirino a ricollocare sul mercato degli affitti il patrimonio abitativo disponibile sui territori e al contempo contrastare eventuali fenomeni di affitto a nero”. “Abbiamo voluto dare – proseguono gli amministratori - un segnale forte alle attività artigianali, commerciali e produttive non applicando la tariffa massima nei rispettivi settori e, per quanto riguarda il mondo agricolo, presidio di tutela dell’ambiente e del paesaggio chiantigiano, pur applicando tariffe differenziate in ciascun Comune, in nessun caso si tratterà del tetto massimo dell’imposta”.
Delegazione di bambini di Chernobyl
L’aria pura del Chianti, i prodotti, la gastronomia e le attività motorie proposte dal Comune li fanno stare bene. Ha soggiornato per oltre un mese a Tavarnelle un gruppo di ventidue bambini di Chernobyl, ospiti di alcune famiglie del territorio. L’iniziativa “Chernobyl Matteo Fusi”, organizzata dalla Misericordia di Tavarnelle e Barberino in collaborazione con l’Unione dei Comuni, ha permesso agli allievi della scuola di Vyshemir di visitare il territorio, conoscere le bellezze e la cultura del Chianti, frequentare gli amici italiani. “E’ un progetto attivo da venti anni - dichiara il sindaco Sestilio Dirindelli - ed è reso possibile dalla grande sensibilità delle famiglie del nostro territorio che hanno instaurato un intenso e costante rapporto di amicizia e solidarietà con le famiglie bielorusse”. Un sentito ringraziamento per l’accoglienza e l’opportunità offerta ai bambini è espresso dalla direttrice della scuola e dalle famiglie bielorusse. “Si tratta di un viaggio - commenta il dirigente scolastico Valentina Shved - molto importante e utile, abitiamo nella zona di controllo radiologico e la salute dei nostri bambini, secondo gli specialisti, tende a peggiorare; vorremmo ringraziare per il lavoro complesso che le famiglie di Tavarnelle svolgono da anni sostenendo il progetto di ospitalità nei confronti dei nostri bambini”. Nel corso delle settimane i bambini hanno trascorso gran parte delle loro giornate presso l’Istituto statale comprensivo “Don Lorenzo Milani” e hanno svolto attività ricreative e motorie. L’Unione dei Comuni di Barberino e Tavarnelle ha sostenuto le spese relative ai servizi scolastici di refezione e trasporto e ha provveduto allo spostamento dei piccoli verso gli impianti sportivi del territorio.
3 Il viaggio di Don Cuba fa tappa a San Donato
Una mostra, un convegno, un libro dedicati al parroco chiantigiano e Luca Becheroni, nipote del parroco originario di San Donato in Poggio. “Il viaggio di Don Cuba, una messa sul Kilimangiaro” ha aperto i battenti a Palazzo Malaspina (via del Giglio, 31 San Donato in Poggio) e raccoglie testimonianze, oggetti cari al parroco e materiale fotografico. Tra le immagini in mostra ce ne sono alcune inedite, sconosciute anche dall’amico e compagno di viaggio Stefano Ugolini, e relative al percorso che portò Don Cuba nel ‘54 a realizzare un so-
Una mostra e un convegno dedicati a Don Cuba. L’Unione dei Comuni di Barberino e Tavarnelle promuove, in collaborazione con il Comune di Firenze e la Provincia di Firenze, un evento a tutto tondo su una delle figure più emblematiche del mondo religioso fiorentino che si distinse in Italia e nel mondo per il suo profondo altruismo e amore per la conoscenza e il viaggio. E’ proprio su questi temi che si focalizza il percorso espositivo curato da Lorenzo Bojola
gno: dire Messa in Africa sul Kilimangiaro. La mostra rimarrà aperta fino al 6 maggio. L’evento messo in piedi dall’Unione prevede anche un convegno che si terrà nelle sale del palazzo di San Donato il 15 aprile alle ore 10,30: “Don Danilo Cubattoli, un viaggio, una storia”. Nella stessa occasione sarà presentato il libro di Maurizio Naldini “Don Cuba. Scritti e testimonianze”. Info: www. unionechiantifiorentino.it, www.ilviaggiodidoncuba.it.
Biblioteche comunali a portata di click
Libri, cd, dvd potranno essere prenotati e presi in prestito on line Le biblioteche di Barberino e Tavarnelle hanno attivato un nuovo servizio che consente di risparmiare tempo ed effettuare comodamente da casa alcune delle operazioni più frequenti. Il progetto “Utente web” offre l’opportunità di accedere ai
documenti dei punti lettura, prenotarne o effettuarne il prestito, attraverso un semplice collegamento on line (www.sdiaf. comune.fi.it). Per attivare il menu personale e le funzioni dell’utente web occorre recarsi in una delle due biblioteche e
richiedere username e password. L’utente on line ha la possibilità di controllare la situazione dei propri prestiti, di prenotare libri, cd, dvd che altri hanno in prestito, di rinnovare i prestiti ed effettuare una prenotazione di prestito di libri, cd, dvd
disponibili che dovranno essere ritirati entro i tre giorni successivi. E’ possibile anche richiedere la password provvisoria scrivendo a biblioteca@barberinovaldelsa.net o biblioteca@comune.tavarnelleval-di-pesa.fi.it.
Un percorso formativo con Barbara Enrichi
Il seminario si terrà il 14 aprile presso il Centro Giovani Rovai La rassegna “Luoghi di sosta”, promossa dall’Unione comunale, propone una nuova opportunità di formazione. Sabato 14 aprile dalle 10 alle 18, presso il Centro Giovani Rovai, Barbara Enrichi, attrice Premio David di Donatello per il film “Il Ciclone”, condurrà il seminario “Direzione attoriale per registi”. L’attrice, nonché insegnante di
recitazione cinematografica, seguirà i registi attraverso un percorso lungo un giorno, durante il quale saranno affrontate tutte le tappe che caratterizzano la preparazione del personaggio e delle scene: dal casting per la scelta degli attori alla lettura della sceneggiatura, dagli esercizi d’improvvisazione all’interpretazione di una scena con gli atto-
ri. I registi avranno la possibilità di vedere e dirigere personalmente una coppia di attori che reciteranno dal vivo durante il seminario. Si apprenderanno le tecniche utili per supportare gli attori nel raggiungimento della spontaneità creativa e nell’identificazione con il personaggio. Informazioni: stage@ barbaraenrichi.it, www.barbaraenrichi.it.
Resistenti di ieri e di oggi: l’Unione premia sette donne
La cerimonia ha aperto le commemorazioni dell’Eccidio di Montemaggio “La Resistenza non è solo quella che si studia sui libri ed ha più valore se riusciamo ad attualizzarla, a riscontrarla nelle azioni contemporanee e nell’impegno civile dei più giovani”. E’ con queste parole che Patrizia Sollazzi e Marina Baretta, rispettivamente assessori alla Cultura e alle Pari Opportunità dell’Unione comunale, hanno aperto le celebrazioni com-
memorative del sessantottesimo anniversario dell’Eccidio di Montemaggio. Ispirato al passaggio tra passato e presente, il programma di eventi ha preso il via con un’iniziativa che ha premiato sette donne: Rina Morelli, Claudia Innocenti e Marisa Batoni per il contribuito dato alla Resistenza; Teresa Carli, Giulia Livi, Barbara Biagi, Simona Bazzani per l’im-
pegno profuso nel progetto “Liberarci dalle spine”. “Ci sono mille modi nel presente per fare resistenza - aggiungono gli assessori – è lodevole l’impegno delle nostre giovani donne che durante il periodo estivo si recano a Corleone a lavorare nei territori confiscati alla mafia, traducendo così in chiave contemporanea il concetto di resistenza”.
“Melopiccoli”, i consigli degli esperti
Tre incontri al nido “Il Melarancio” per mamme, babbi e bambini 0-12 “A mano a mano”… che si cresce: consigli, approfondimenti, incontri, racconti e coccole dedicati a mamme, papà, bambini 0-12. La rassegna “Melopiccoli” che si inquadra nel più ampio progetto, confezionato dall’Unione e dal Comune di San Casciano volto a sostenere il mondo della
genitorialità, organizza un ciclo di incontri presso il nido “Il Melarancio” di Barberino (località Bustecca). I percorsi educativi sono rivolti a tutti ed in particolar modo ai neogenitori. Il 3 aprile si parlerà di “alimentazione del neonato e della mamma” con la dietista Alessandra Siglich, il 17 lo psicolo-
go e pedagogista Paolo Borin stimolerà una riflessione su “Canti e contine, per star bene con i figli”, il 24 Marina Baretta, pedagogista, offrirà un approfondimento su “Lo sviluppo psicomotorio del bambino”. Gli incontri si terranno dalle ore 17 alle ore 19. Info: Ufficio Scuola 055 8050866.
Storici e docenti rivelano la storia di Semifonte
Enrico Faini conduce il primo incontro nella sala Ugo Capocchini La storia è in primo piano con il ciclo di appuntamenti, inserito nell’ambito del cartellone “Luoghi di sosta”, dedicati alle testimonianze medievali presenti nel territorio chiantigiano. Conclusi gli incontri sulla civiltà etrusca, nella sala Ugo Capocchini di Barberino prende il via un
interessante spazio incentrato sul passato di Semifonte. Sarà lo storico Enrico Faini ad aprire il giro di conferenze il 19 aprile con un intervento sul tema “Nell’occhio del ciclone. Semifonte, Firenze, la Toscana, l’Impero”. Seguirà l’incontro, in programma il 3 maggio, condotto da
Paolo Pirillo (Dipartimento Paleografia e Medievistica Università di Bologna) che sposta l’attenzione sul popolo che risiedeva nella città rasa al suolo dai fiorentini nel 1200: “Semifonte e i Semifontesi. La storia e la memoria”. Info: Ufficio Cultura 055 8050837. Inizio: ore 21,15.
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La parola ai gruppi consiliari
Gruppo consiliare Centro Sinistra per Tavarnelle
Lista Civica Fabio Toccafondi
Federico Bacci Capogruppo PRC-PdCI
Edilizia popolare a Tavarnelle: Opinioni e fumo Aprile, tempo di bilanci un sostegno ai giovani Appartenere ad una lista civica in consiglio comunale significa La presentazione dei bilanci di previsione per il 2012 non è per avere scelto la libertà di pensiero quale unica regola della pro- niente una scadenza burocratica, ma un atto di grande rilevannon solo gay pria espressione di voto. Quelli che sono inseriti in un partito, za sociale e politica per le amministrazioni e per tutti i cittaIl 1 marzo u.s. il consiglio comunale ha approvato una serie di modifiche al “Regolamento per l’assegnazione delle aree edificabili comprese nei piani per l’edilizia economica e popolare.” La stampa locale ha dato risalto al fatto che si consentiva l’acceso, con un punteggio di favore, alle coppie omosessuali, ma è solo una visione giornalistica e parziale, che non rende merito al grande lavoro svolto dall’assessore e dalla Commissione Urbanistica nel suo insieme. Entriamo nel merito. Spunti di riflessione non sono mancati, ma l’attenzione si è posata in particolare sulle categorie che più di tutti hanno subito la crisi economica e che abbiamo individuato nella fascia di età che sta sotto i 40 anni. I problemi del lavoro, spesso precario e le difficoltà dell’universo bancario nell’erogare credito, hanno reso la possibilità di metter su casa un miraggio spesso irraggiungibile. Così, in vista di un Piano Peep corposo che vedrà la luce a San Donato e di una revisione da fare al Regolamento conseguente, abbiamo tenuto nella dovuta considerazione le difficoltà dei giovani, sia conviventi, sia coppie, con un occhio di riguardo ai figli e ai separati/divorziati. La discussione ha scaturito le seguenti decisioni: • • • •
assegnazione di 1 punto alle coppie under 40 già conviventi, senza discriminazioni sessuali né di altro genere assegnazione di 2 punti alle coppie under 40 con figli a carico assegnazione di 0,5 punti a separati/divorziati con figli a carico assegnazione di 1 punto a tutti gli under 35
Come si evince facilmente il filo conduttore che ci ha guidati è stato “mettersi nei panni dei giovani” e cercare uno strumento che possa venir loro incontro per permettergli di uscire da situazioni di disagio e poter creare la loro vita, in modo indipendente. L’altro input che ci siamo dati è stato: fare in modo che le normative non siano discriminatorie verso nessuno, avere rispetto per ogni forma di unione. Non è nel nostro d.n.a. creare figli e figliastri e se la “legge è uguale per tutti” anche le normative, in uno Stato civile e laico debbono per forza essere aperte alla società e a ogni componente che la popola.
ormai, vanno alla deriva su una barca con un timoniere molto molto attento esclusivamente alla sua rotta. Il puzzo di marcio, di corruzione, di aum aum, di schifezza morale, appesta in Italia tutto ciò che è “ politico”. E non si dica che tale affermazione contrasta con la democrazia, che i partiti devono riprendere in mano la situazione ed altre simili ipocrite stupidaggini: mai più i soliti partiti, mai più i soliti personaggi a partire dai comuni tipo Tavarnelle fino al governo nazionale. Basta con chi vive esclusivamente di politica, sanguisughe di denaro pubblico, mercenari di inutili ideologie e venditori di fumo ai poveracci che ci credono ancora. Figuri del genere ne abbiamo anche noi localmente, ben noti. Il sudiciume è al massimo, le istituzioni rappresentano ormai solo se stesse e gli stipendi d’oro che noi paghiamo ad un enorme numero di sfruttatori. E’ sufficiente ascoltare i discorsi di questi sicofanti per dedurre la loro incultura, per essere nauseati dal linguaggio vuoto costruito di frasi fatte senza significato: “discontinuità, condivisione, sinergie, consociativismo etc. etc.” Un esempio di schizofrenia locale: si va a votare in consiglio comunale sul punteggio e l’equiparazione delle coppie omosessuali a quelle eterosessuali per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale. Le chiacchiere di principio, le contrapposizioni, il solito fumo. Nessuno nega a nessuno il diritto di vivere con chi ama ma equiparare una unione, che matrimonio nel senso comune della parola non è, alla famiglia (anche questa nel significato corrente), è semplicemente un errore. Nelle famiglie possono nascere nuove vite dalla coppia che nel caso delle coppie omosessuali è invece , (tendenzialmente), sterile. Non parliamo di adozioni per non aprire un’altra guerra di religione. Che scrive - a suo modesto avviso – pensa che davanti a Dio siamo tutti fratelli e sorelle, omosessuali ed eterosessuali e che la differenza è nella organizzazione delle coppie che si riflette sulla disciplina delle norme giuridiche. Uguaglianze non significa cancellazione delle differenze ma rispetto della diversità sia degli omosessuali che degli eterosessuali e delle rispettive unioni: rispetto però anche verso i figli nati, naturalmente, nelle coppie etero. Ecco perché l’attribuzione di un punteggio uguale ai due tipi di coppia è un errore.
Fumo (ma dov’è l’arrosto?) Ne trovate tanto, basta leggere a destra ed a sinistra di questo scritto. Alla nostra destra c’è il delirio dei massimi sistemi, della nostalgia di un mondo di contrapposizioni ideologiche sotto le quali si facevano giochetti della peggiore specie. Ma noi rispettiamo le opinioni di tutti soprattutto quelle dei giovani. E poi: “omnia munda mundis” (chiedere traduzione ai manager della cultura che illustrano Barbarelle ( Barberino+ Tavarnelle). A sinistra della nostra colonna c’è di tutto... fuorché la sinistra. Sono tutti ex: ex D.C., ex PCI, ex PSI ex ex qualche altra cosa cosa. Ma queste persone singolarmente prese sono ex qualcosa o sono altro e soprattutto se stessi, con identità individuale? Ai posteri l’ardua sentenza. P.S. Il nulla - come nella “storia infinita” - continua ad imperversare nelle attività del comune di Tavarnelle, pari solo a quello del comune di Barberino V.E..”Pares cum paribus” (chiedere la traduzione all’ufficio dei servizi sociali dei due comuni).
dini. Oggi è difficile far quadrare i conti! Ciò vale per le famiglie come per gli enti locali. Proprio quando gli effetti della crisi moltiplicano le necessità e le richieste di intervento, le risorse disponibili diminuiscono. E’ l’occasione per un’analisi della situazione sociale ed economica e sugli effetti della crisi nel nostro territorio; per individuare le necessità più urgenti; per le scelte più opportune da compiere per dare risposte adeguate, attraverso la destinazione delle risorse finanziarie necessarie. Per questo vi invitiamo ad andare a VEDERE con i vostri occhi questi bilanci (sono atti pubblici che tutti possono richiedere!), chiedere SPIEGAZIONI agli Amministratori del nostro Comune, per essere parte attiva nell’individuazione dei bisogni e nelle scelte da operare. In un momento così delicato per la Democrazia del nostro Paese riteniamo sia fondamentale vedere come l’Amministrazione di Tavarnelle ha deciso di spendere i nostri soldi. Purtroppo non possiamo fare altro che confermare quello che molti di voi temono: anche nei nostri comuni aumenterà ulteriormente il carico fiscale (in primis addizionale IRPEF, nuova ICI-IMU sulla prima casa) e con ogni probabilità si ridurranno ulteriormente le spese per il sociale. Gli operai, gli impiegati, gli artigiani, gli studenti e i piccoli imprenditori, (chi vive cioè del proprio lavoro) che si rendono conto che l’iniquità di questo sistema ci affonda sempre di più, sono caldamente invitati a portare il loro contributo al dibattito.
Sull’Articolo 18 si dicono molte falsità: 1. E’ falso che un’impresa realmente in crisi non possa licenziare: come sanno drammaticamente i tanti lavoratori che lo hanno sperimentato sulla propria pelle. Quello che non si può fare è camuffare il licenziamento punitivo di un lavoratore con false motivazioni economiche e produttive. 2. E’ falso che l’Italia sia un’anomalia in Europa per l’eccessiva protezione contro i licenziamenti. Gli indici Ocse sulla “rigidità in uscita” collocano il nostro paese molto al di sotto della media europea. Il problema semmai è la rigidità in entrata, soprattutto per i giovani! 3. E’ falso che i problemi di produttività del nostro paese dipendano dall’articolo 18. Dipendono invece dai bassissimi investimenti in Ricerca e Sviluppo ( l’Italia investe l’1% del Pil contro il quasi 3% della Germania), dalle privatizzazioni di settori vitali e dall’assenza più che ventennale di qualsiasi strategia di Politica Industriale. Le politiche che hanno puntato a rendere “competitivo” il paese aumentando sfruttamento e precarietà, e che hanno portato i salari italiani al penultimo posto in Europa mentre il numero di ore lavorate è tra i più alti, sono state tanto inique quanto fallimentari. 4. E’ falso che l’articolo 18 interessi solo una minoranza dei lavoratori. I lavoratori tutelati dall’articolo 18 sono quasi 8 milioni, ossia il 65% del totale dei lavoratori dipendenti. Per questo, come Partito della Rifondazione Comunista, ci opponiamo con forza allo smantellamento dell’Articolo 18: se venissero approvate norme che permettano di manomettere o aggirare l’Art.18, ogni lavoratore sarebbe posto in una condizione di precarietà e di ricatto permanente, essendo licenziabile ARBITARIAMENTE da parte del datore di lavoro, in quanto si annullerebbe il principio della giusta causa del licenziamento.
speciale salute
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SeSSuaLitÀ/1. Accanto all’Hiv ce ne sono di nuove e di “riemergenti”
Quelle malattie trasmesse in intimità Giulia Righi
D
ue, massimo tre su dieci: è il numero dei pazienti del Centro malattie trasmesse sessualmente della Asl 10 di Firenze che dichiara di utilizzare il preservativo. Il restante 70 per cento non lo utilizza o lo fa soltanto occasionalmente. A rivelarlo è un test proposto a settecento utenti della struttura, che ogni anno registra un flusso di 12-13mila pazienti, dei quali – fortunatamente - solo circa il 10 per cento è effettivamente affetto da patologie sessualmente trasmesse. A rivolgersi al centro sono soprattutto giovani dai 17 ai 30 anni: “Capita spesso che si tratti di ragazzi che hanno avuto un rapporto a rischio – spiega il reponsabile del centro, il professor Giuliano Zuccati – e arrivano da noi spaventati”. E il problema, si sa, è proprio questo: quando si parla di malattie legate alla sfera sessuale può più la paura a cose fatte che la prevenzione. Perché se negli anni ‘90 le campagne di comunicazione erano molte (e molto forti), come quelle sull’Aids, negli ultimi anni la percezione diffusa è che si sia abbassata un po’ la guardia. “Da quando, all’inizio del ventunesimo secolo, si è trovata la terapia per l’Hiv, si è cominiciato a intenderla come malattia cronica curabile ed è cambiata la percezione del rischio che se ne ha”. E invece si tratta di
una malattia serissima per la quale ancora non esiste un vaccino, e dunque solo una saggia accortezza può servire a evitarla. Ma, accanto a questa, che resta lo spettro più temuto, ci sono altre malattie cosiddette “riemergenti”: “Aumentano i casi di sifilide, gonorrea e infezioni da Chlamydia thrachomatis, un batterio che si comporta come un virus”. Altre malattie sessualmente trasmesse in aumento sono l’herpes genitale e l’hpv, il papilloma virus. Ma ci sono anche malattie “nuove” legate alla sfera sessuale: “Una variante nuova di una patologia esistente è il linfogranuloma venereo – spiega ancora il professor Zuccati
- nella particolare forma clinica che si presenta negli omosessuali, identificata dal 2006 in poi”. Insomma, le malattie legate alle abitudini intime sono molte, e quanto sia importante la prevenzione andrebbe ripetuto come un mantra: “La raccomandazione è quella, scontata, di cercare di avere sempre con sé dei preservativi. E di usarli – conclude il professore –. Tutte le volte che si hanno rapporti a rischio è bene poi rivolgersi a centri come il nostro, e occorre fare lo stesso se si rompe il preservativo”. Il centro si trova in piazza Indipendenza 11, al terzo piano, ed è contattabile telefonicamente all numero 055.6939654.
SeSSuaLitÀ/2. Vaccino ma non solo
Il papilloma virus, cosa è e come si cura T
ra le malattie legate alla sfera sessuale di cui si parla un po’ di più (e comunque ancora troppo poco, lamentano gli esperti) ci sono quelle legate ai papilloma virus (Hpv). Già, ma di cosa si tratta esattamente? I papilloma virus umani sono virus che si trasmettono per via sessuale e si replicano nelle cellule dell’epidermide. In natura ne esistono di oltre 120 tipi, e di questi oltre quaranta interessano l’epitelio anogenitale. È tra questi che si trovano gli Hpv definiti “ad alto rischio oncogeno”, che cioè sono collegati all’insorgenza di tumori, come il tipo 16 e 18. “In questo caso il virus penetra nel Dna della cellula e può causare il carcinoma della cervice uterina: ogni anno nel mondo si registrano 500mila nuovi casi ed è il secondo tumore delle donne, dopo quello della mammella”, spiega ancora il professor Zuccati dal Centro malattie sessualmente trasmesse. In Toscana, da anni, è stata avviata una campagna vaccinale gratuita per le ragazzine, per proteggerle da questi due tipi di Hpv. “Ma questo tipo di vaccino non copre contro gli Hpv 6 e 11, che sono invece responsabili dei condilomi più diffusi al mondo”, aggiunge Zuccati. E ancora: “Si stima che circa l’80-90 per cento delle persone incontri un Hpv nella sua vita, ma che solo il dieci per cento di questa popolazione sviluppi poi una malattia, mentre il restante 90 per cento elimina il virus dall’organismo nel giro di due anni”. La vaccinazione, che prevede tre iniezioni intramuscolari sul braccio nell’arco di sei mesi, è completamente gratuita per tutte le ragazzine residenti in Toscana, in età compresa fra gli undici e i sedici anni compiuti. Ci si può vaccinare gratuitamente nei Centri vaccinali delle Asl dopo aver ricevuto per posta la relativa convocazione. La Toscana, quest’anno, sarà tra l’altro la prima regione italiana ad adottare, progressivamente nelle varie Asl, il test Hpv in sostituzione dell’attuale pap test, per le donne over 35. Il nuovo test avrà validità quinquennale anziché /G.R. triennale.
La FotogRaFia. Da un recente convegno non vengono fuori dati particolarmente rassicuranti
I toscani, un popolo di sedentari Nella nostra regione un bambino su tre è sovrappeso o addirittura obeso, mentre l’attività fisica è limitata a tutte le età, con un aumento marcato degli “amanti della poltrona” negli ultimi anni. anche sul fronte del fumo le cose non vanno bene
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ella nostra regione un bambino su tre, fra gli 8 e gli 11 anni di età, è sovrappeso o addirittura obeso e fa poca attività fisica. È questa la (preoccupante) fotografia emersa da un recente convegno che si è tenuto a Firenze, dal titolo “Guadagnare salute in Toscana”. E se le cose non vanno bene sul fronte “bilancia”, il panorama non è particolarmente roseo nemmeno per quanto riguarda l’attività fisica. Nella nostra regione un intervistato su tre nell’ambito del rapporto nazionale “Passi 2010” (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) può essere definito fisicamente attivo, il 39% parzialmente attivo, mentre quasi un terzo risulta completamente sedentario (28%). I dati toscani sono praticamente sovrapponibili alla media nazionale (33% attivi, 37% parzialmente attivi, 31% sedentari). Hanno però avuto un picco notevole: dal 2007 al 2010 la percentuale di sedentari è aumentata passando, in Toscana, dal 24 al 28 per cento. E nella nostra regione l’aumento più marcato
si osserva proprio nel 2010: dal 25 al 28 per cento in un solo anno. Solo un intervistato su tre riferisce di aver ricevuto da medici o operatori sanitari il consiglio di praticare attività fisica regolarmente. E metà delle persone parzialmente attive e un quinto dei sedentari percepiscono il proprio livello di attività fisica come “sufficiente”. La sedentarietà aumenta con l’aumentare dell’età ed è più frequente nelle donne, nelle persone con un grado di istruzione minore e con molte difficoltà economiche. Anche sul fronte fumo non emergono dati positivi, per quanto invariati: dallo studio Edit 2011 presentato in Regione nel dicembre scorso emerge che tra i ragazzi il fumo è un’abitudine ancora in crescita. La proporzione di studenti che ha provato a fumare resta invariata (65 per cento) rispetto alla prima rilevazione del 2005, mentre aumenta la percentuale di coloro che sviluppano una vera e propria abitudine (19,2% nel 2005, 24,1% nel 2011). Anche in questa terza edizione dello studio si conferma che le femmine superano i coetanei maschi: il 25,7% delle studentesse fuma regolarmente e il 15,3% lo fa occasionalmente, contro, rispettivamente, il 22,6% e il 12,7% degli studenti maschi. Senza distinzione di genere, 15 anni è l’età in cui i ragazzi inizia/B.S. no a fumare con regolarità.
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Aprile 2012
La cittÀ veRde/1. Pochi spazi a Campo di Marte, l’oscar va all’Isolotto: il punto della situazione
Il giro di Firenze in trecento giardini: promossi e bocciati Gianni Carpini
L
a maglia verde spetta al quartiere 4, quella nera se l’aggiudica Campo di Marte, dove ogni residente può contare solo su 8 metri quadrati di giardino pubblico. Va invece molto meglio diladdarno, tra l’Isolotto e Legnaia. Qui, facendo due calcoli, il rapporto persone/prati è il migliore: per ciascun cittadino ci sono 23 metri quadrati di erba e alberi. Sul secondo gradino della “top-green”, prendendo in considerazione le aree gestite dal Comune, si trova il quartiere 3 (Galluzzo-Gavinana) con 21 metri quadri pro-capite. Medaglia di bronzo per il centro storico, che però è favorito dall’esistenza dentro i suoi confini del parco più esteso, le Cascine. Una presenza “ingombrante” che fa salire il verde disponibile per ogni residente quasi a quota 20 mq. La zona maggiormente popolata, quella di Novoli e Rifredi, è in quarta posizione (13 mq), ma guardando il rapporto tra giar-
dini ed estensione totale il quartiere 5 è promosso nelle prime tre posizioni. In tutto il territorio comunale lo spazio per passeggiate, jogging e giochi si estende per quasi sei chilometri quadrati, il 6 per cento della superficie complessiva. “Firenze è in una situazione intermedia – spiega il presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza - non va male come al Sud, ma non siamo ai livelli altoatesini. È una condizione di limbo: per usare un termine calcistico, siamo a metà classifica. Ci salvano i grandi contenitori come Cascine e Albereta”. Sono oltre 310 i parchi e i giardinetti distribuiti nell’intera città. Ottantamila gli alberi curati dai tecnici del Comune, 1.500 i giochi per bambini. Il più ricco, rispetto alla sua grandezza, è il quartiere 1, ma il primato lo deve in gran parte ai 160 ettari che vanno da piazza Vittorio Veneto a ponte all’Indiano. Palazzo Vecchio mira a unire, grazie a una nuova passerella pedonale, il polmone cittadino e il parco dell’Argingrosso, sull’altra sponda dell’Arno. Per Legambiente non basta. “Firenze non deve respira-
re corto, ma guardare a tutto l’hinterland – dice ancora il presidente dell’associazione – prevedere nel piano strutturale aree verdi a dieci minuti da casa è un aspetto assolutamente condivisibile”. L’operato della giunta Renzi è promosso però con riserva. “Ciò che manca nel regolamento urbanistico – prosegue Ferruzza - è la realizzazione di corridoi ecologici tra le zone naturalistiche della piana e le grandi Cascine. Stiamo pensando a una lunga striscia di verde che connetta il parco fluviale al centro urbano, dall’Albereta giù fino a Signa, grazie a una rete di percorsi ciclopedonali, le cosiddette greenway”. Strade verdi anche per la fauna urbana: gli ambientalisti segnalano ad esempio la presenza di aironi e germani reali ai piedi di ponte all’Indiano. “È un progetto ambizioso – risponde Caterina Biti, assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio, ultima arrivata in giunta – un aspetto su cui sarà necessario lavorare, ma è una proposta che va nella direzione già intrapresa dall’amministrazione per quanto riguarda vivibilità urbana e mobilità dolce”.
alberi, giochi e prati: Il Reporter fa due conti. Nel quartiere dello stadio ci sono solo otto metri quadrati di natura per ogni abitante, mentre va meglio dall’altra parte dell’arno. E Legambiente propone corridoi ecologici lungo gli argini del fiume Q1 GIarDInO Delle rOSe
Q2 GIarDInO Del meZZeTTa
Q3 alBereTa e anCOnella
Sculture con vista sul cupolone
Il verde si rifà il look
Due in uno: doppia “A” lungo l’Arno
Apertura tutto l’anno, non solo nel periodo di fioritura. Il giardino delle rose, sotto il piazzale Michelangelo, ospita dodici opere dello scultore Jean Michel Folon ed è visitabile da gennaio a dicembre. Anche il vicino giardino dell’Iris potrebbe presto ospitare mostre d’arte. Sempre nel Q1 sbloccato il restyling di piazza d’Azeglio, da concludere entro la primavera 2013.
L’area, quasi 26mila metri quadrati, è stata al centro di problemi e varie segnalazioni da parte dei residenti. In cantiere c’è la sua risistemazione: nuovo assetto per il verde, aree giochi per bambini e uno spazio per il fitness. Attrezzature dedicate agli sportivi anche ai giardini di Campo di Marte, grazie al contributo di uno sponsor.
Tredici ettari che corrono sulla riva sinistra dell’Arno, stretti tra due ponti (Verrazzano e Varlungo) e dove sono presenti molte realtà sportive. Con la bella stagione tornano gli eventi all’Anconella, grazie al cartellone di iniziative curate dall’associazione Cambiamusica. Sempre all’Anconella è stato costruito il nuovo deposito barche dei canottieri.
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La cittÀ veRde/2. Il polmone “green” e i festini senza regole: arrivano i volontari anti-degrado
Un patto per salvare le Cascine. Funzionerà? Luca Squarcialupi
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omo avvisato, parco salvato. In soldoni è questa la strategia di Palazzo Vecchio per liberare le Cascine da sporcizia, rumore ed eccessi alcolici, alla base anche di qualche rissa: o i gruppi di persone che utilizzano gli spazi verdi si autoregolamentano oppure scatteranno i controlli serrati della polizia municipale. Questo l’aut aut di Palazzo Vecchio in vista di una stagione che si preannuncia, come da qualche anno a questa parte, rovente. A finire nell’occhio del ciclone è soprattutto la comunità peruviana, 5.600 anime a Firenze, diecimila in tutta la Toscana, che ha eletto a proprio punto di ritrovo il prato davanti all’ippodromo del Visarno. Qui ogni fine settimana, bella stagione permettendo, si danno appuntamento centinaia di persone, che banchettano, bevono alcolici e ascoltano musica, sparata a tutto volume. La novità di quest’anno sono i volontari anti-degrado: un gruppetto di cittadini di origine sudamericana, una decina in tutto, si è impegnato a far rispettare le regole agli altri connazionali durante i mega-ritrovi all’aria aperta. Al compromesso si è arrivati dopo mesi di incontri, ma il successo del patto salva-parco potrà essere valutato solo di settimana in settimana. La squadra capitanata dall’assessore al decoro Massimo Mattei ha scelto la via della diplomazia, coinvolgendo il consolato, prima di ricorrere al pugno duro. “Abbiamo raggiunto un accordo e ne siamo contenti, ma se le regole non
verranno rispettate – avverte – entrerà in azione la polizia municipale”. Chi vive nella zona, però, rimane scettico. In particolare gli abitanti di lungarno dei Pioppi, in linea d’aria proprio di fronte al prato incriminato. La questione dei festini alle Cascine si trascina da tempo, ma finora non è stata trovata una soluzione. Il 2011 è stato un anno da scordare per il “city park” fiorentino, alle prese con una situazione fuori controllo, grigliate non autorizzare, siepi trasformate in latrine, risse e residenti sul piede di guerra per gli schiamazzi, diurni e notturni. “Il Comune è stato fermo nelle sue richieste – spiega Manuel Veramendi, console generale del Perù a Firenze – in più occasioni, durante l’inverno, abbiamo informato tutti i rappresentanti della comunità che questa situazione non può andare avanti, altrimenti saranno prese misure drastiche. Ci sono delle norme da osservare e un comportamento decoroso da tenere. Ovviamente starà al singolo attenersi a un buona condotta. Da parte nostra – auspica – c’è la speranza che tutto vada per il meglio”. Gli happening delle Cascine non sono legati a particolari avvenimenti, si spiega dal consolato, ma sono un’occasione di ritrovo per gran parte della comunità peruviana. Durante gli incontri degli scorsi mesi era stata paventata l’ipotesi di un cambio di location, eventualità poi accantonata. “Non vogliono lasciare le Cascine, è un luogo pubblico e hanno diritto a starci, come ogni cittadino - precisa l’assessore Mattei – abbiamo raggiunto un’intesa: la comunità si è impegnata a rispettare le regole, quelle stesse regole che valgono per tutti i fiorentini, come il decoro e la pulizia”.
Q4 parCO DI vIlla STrOZZI
Q5 eX meCCanOTeSSIle
FuOrI pOrTa parCO DI praTOlInO
Un bosco in mezzo alla città
Erba nella vecchia area industriale
La casa del gigante dell’Appennino
Dagli “autoctoni” è chiamato semplicemente “il boschetto”: otto ettari e mezzo di verde sulla collina compresa tra Bellosguardo, via di Soffiano e via Pisana. Al suo interno anche una villa: dopo il trasloco del Polimoda, qui potrebbero prendere posto uffici del Comune. Sempre nel Q4 risistemazione in vista per viale dei Bambini.
Mentre continua la discussione, va avanti il progetto per aprire il giardino ai cittadini. In cantiere c’è la creazione di un’area verde, con attrezzature e giochi per bambini. Altro luogo, altro progetto: entro ottobre dovrebbero essere conclusi i lavori all’ex scuola Caterina de’ Medici, con la creazione di un giardino da 350mila euro.
Celebre è la scultura del Giambologna (il colosso dell’Appennino) che domina un laghetto artificiale. Nacque alla metà del ‘500 per volere di Francesco I dei Medici, nell’800 passò ai Demidoff, dal 1981 è in mani pubbliche. Ogni anno, nel parco, si svolgono iniziative e visite guidate, oltre a osservazioni astronomiche.
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scenari
Aprile 2012
La cittÀ iMMaginata. Viaggio tra idee e proposte che non hanno mai visto la luce
ecco la Firenze dei progetti irrealizzati Ludovica V. Zarrilli
foCuS Facoltà di Architettura
Il prof e i sogni degli studenti
C
ascate tra Ponte alle Grazie e Ponte Vecchio, il Campanile di Giotto nel bel mezzo di Manhattan e poi una maxi piscina in mezzo al colonnato degli Uffizi e un campo di grano in piazza della Signoria. Sono solo alcuni degli sguardi visionari che gli studenti del corso di grafica della Facoltà di Architettura hanno realizzato negli ultimi anni sotto la guida del loro professore e mentore, Marcello Scalzo. È stato lui a dar vita a quello che col tempo è diventato un tormentone, quella “Firenze Immaginaria” – oggi diventato anche un bel volume illustrato (Edizioni Edk, 127 pagg., 35 euro) – che proietta sulla città le fantasie degli studenti. “Con questo e altri progetti, come Tram vai a Firenze – spiega Scalzo – tento di accendere una lampadina nella creatività dei ragazzi, il primo passo per sviluppare poi progetti più complessi”. Il volume è dedicato ai ragazzi che hanno frequentato il corso e a Giuseppe Poggi. “L’anno scorso ricorreva il secondo centenario dalla nascita dell’architetto – continua il professore – e nessuno si è preso la briga di ricordarlo. E invece il Poggi è stato un progettista visionario e lungimirante. È stato lui a dare alla città un sistema efficace di viabilità quando di auto non ce n’era nemmeno l’ombra”. Un “gioco”, quello di immaginare una Firenze diversa, che tira fuori idee nuove e buoni propositi. “L’obiettivo è anche quello – chiosa Scalzo - di provocare una scintilla, di accendere un dibattito ogni giorno nuovo”.
guarda le foto su
stenteremmo a riconoscerla. Proviamo a immaginarla iniziando dalle proposte più recenti, come il ritorno alla pavimentazione in cotto per piazza della Signoria. Il fulcro della città sarebbe tinto di rosso, tornando al look delle origini, del periodo in cui – eravamo nel Quattrocento - Savonarola fu bruciato sul rogo. Ma la proposta, fatta da Renzi lo scorso febbraio, sembra non aver riscosso grandissimi consensi. Sorte un po’ incerta anche per la loggia progettata dal giapponese Arata Isozaki per l’uscita degli Uffizi in piazza del Grano, che ha visto schierarsi squadre di esperti pro e contro. Oggi è tutto fermo al palo, tra chi spera che si farà e chi giura che rimarrà un altro progetto irrealizzato. Spostandosi verso piazza San Lorenzo e guardando una delle chiese più belle della città torna in mente il desiderio espresso dall’attuale presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, insieme ai rappresentanti degli albergatori, di completare la facciata della basilica a distanza di quasi cinquecento anni da quando Michelangelo Buonarroti l’aveva pensata e poi lasciata incompiuta. Anche que-
la piattaforma di lunGarno
piazza della
siGnoria
colomBo
la loGGia di isozaKi
san lorenzo
ripavimentata in cotto
come l’aveva immaGinata
michelanGelo
Dalla discussa loggia di Isozaki agli uffizi alla piattaforma galleggiante sull’arno, fino alle scale mobili per il Piazzale e all’ufficio per il turismo simil apple store in piazza della Repubblica: breviario delle opere rimaste sulla carta o ancora in cantiere. forse
LA RUBRICA DELL'AVVOCATO A CURA DI GUGLIELMO MOSSUTO Avvocato in Firenze
Nuova convivenza per l’ex moglie? Resta l’obbligo del mantenimento. Sul sempre attuale e spinosissimo fronte dell’obbligo al mantenimento del coniuge in sede di separazione, di certo non arrivano buone notizie per gli obbligati al versamento di quest’assegno per i quali i problemi sembrano non avere mai fine. Ancora un duro colpo, è stato sferrato dai Giudici della Suprema Corte con la recentissima sentenza n. 3923 dello scorso 12 marzo 2012. L’interpretazione nomofilattica degli Ermellini è stata senza dubbio sfavorevole per coloro che speravano di liberarsi di questa “tassa” una volta che la ex fosse andata a convivere con un’altra persona. Ebbene così non è stato. La legge prevede che il coniuge più abbiente debba versare il mantenimento, garantendo lo stesso tenore di vita che c’era in costanza di matrimonio, nei confronti dell’ex marito/moglie, finché il beneficiario non passi a nuove nozze o finché non conviva con altra persona more uxorio. Nel caso di specie, tuttavia, i Giudici di legittimità invece di favorire l’obbligato, restringendo i principi di derogabilità dell’assegno, li hanno ampliati. La persona avente diritto al mantenimento, casalinga, era andata a convivere con altra persona. Il giudice di merito aveva ritenuto questo sufficiente a far cessare l’obbligo dell’ex marito nei suoi confronti. La Cassazione è stata però di diverso avviso, capovolgendo la decisione di merito. A detta della Corte, per escludere il trattamento economico, è necessario che il nuovo mènage abbia le caratteristiche di un modello di vita caratterizzato dalla continuità e dalla consistenza degli apporti economici da parte del nuovo convivente del richiedente il trattamento economico. Infatti, osservano gli ermellini, uniformandosi a propri precedenti, “la convivenza del coniuge con altre persone avente carattere occasionale o temporaneo, non incide di per sé direttamente ed in astratto sull’assegno di mantenimento”. In tal caso la corresponsione dell’assegno sarebbe dunque giustificata solo laddove il primo instauri una convivenza con altra persona che assuma i caratteri di stabilità e continuità, trasformandosi in una vera e propria famiglia di fatto.
La nozione di famiglia di fatto, significativa a questo proposito, richiede che i conviventi elaborino un progetto e un modello di vita in comune analogo a quello che, di regola, caratterizza la famiglia fondata sul matrimonio, con un arricchimento e un potenziamento reciproco della personalità dei conviventi, la trasmissione di valori educativi ai figli e cose simili. Nel caso di specie era stata troppo frettolosa la valutazione dei giudici di merito che, nell’escludere l’obbligo del mantenimento, non avevano vagliato la ricorrenza di tutti questi altri presupposti. Orbene, alla luce di ciò e di questo orientamento oramai consolidato della Suprema Corte, appare forse necessario svolgere alcune considerazioni. Con il numero di separazioni, e di divorzi che costellano il panorama giudiziario italiano, da ormai troppo tempo assistiamo a sperequazioni economiche perpetrate dai coniugi separandi volte solo ed esclusivamente ad un arricchimento economico senza freno alcuno e volta ad impoverire l’obbligato più del necessario. Su questo punto, con le recenti pronunce, di certo il percorso intrapreso dalla Cassazione non è condivisibile, tutt’altro. Servirebbe, a mio parere, un disincentivo a questa “corsa al mantenimento”, che con ogni probabilità potrebbe avere come primo e fondamentale passo l’individuazione di criteri assai più restrittivi per l’erogazione dell’assegno di mantenimento, che dovrebbe partire in primo luogo dai giudici. In tal modo (forse) si finirebbe di contrarre matrimoni che poi puntualmente finiscono in separazioni scontate e caratterizzate dal solo e unico obbiettivo di lasciare “in mutande” l’obbligato, per buona pace degli avvocati. In tal modo infatti si finisce per distruggere non solo economicamente un famiglia, ma si mettono sotto le scarpe anche tutti in principi etici e morali che dovrebbero caratterizzare il vincolo matrimoniale.
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arebbe senza dubbio una Firenze diversa. Più contemporanea? Forse. Quel che è certo è che se schioccando le dita ci ritrovassimo per magia nella città in cui tutti i progetti proposti negli anni fossero stati trasformati in realtà, avremmo sicuramente davanti agli occhi una Firenze inedita. Più bella o più brutta è difficile stabilirlo, ma sicuramente
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sta proposta (per fortuna?) sembra non aver trovato sostenitori. Stessa mente ma location diversa per il progetto di collegare il rione di San Niccolò con il piazzale Michelangelo, oggi “allacciate” sì ma con le ripide rampe progettate da Giuseppe Poggi e con i viali in salita. Anche qui Giani aveva detto la sua: “Perché non collegare la parte più bassa con quella più alta tramite un sistema di scale mobili?”. L’idea venne avvalorata (per poi essere dimenticata) da vari sopralluoghi sul posto e fu fatta una bozza di preventivo di spesa. Ma non è finita qui: per dare il benvenuto ai turisti in visita nella città del giglio, al principio della sua carriera da sindaco, Matteo Renzi aveva abbozzato l’ipotesi di costruire un cubo di cristallo sulla falsa riga dell’Apple store sulla quinta strada a New York nel bel mezzo di piazza della Repubblica, salvo poi smettere di parlarne da un momento all’altro. E che dire di un Arno navigabile e della piattaforma galleggiante con annessa scacchiera in stile Marostica che era stata paventata per i dintorni di lungarno Colombo? Sembrava cosa fatta e invece è – metaforicamente - naufragata. E se all’ultimo piano del poco frequentato parcheggio di piazza Alberti, in un momento dato, si voleva organizzare un drive in, sotto la fontana all’esterno della Fortezza da Basso sarebbe in cantiere la creazione di un nuovo padiglione fieristico, con tanto di soffitto in vetro. Questo, ad oggi, sembra l’unico progetto ad aver ancora qualche chance di venire realizzato. Ma, visti i precedenti, chi può dirlo?
professioni
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OCCUPAZIONE. La crisi ha colpito per prime, e in modo più duro, le donne
Il lavoro in rosa? Breve e precario Luca Squarcialupi
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un momento grigio per l’occupazione in rosa. Gli avviamenti femminili al lavoro registrati dai centri per l’impiego durante tutto il 2011 hanno fatto segnare un aumento del 2,9 per cento in provincia di Firenze, arrivando a quota 98.178, 3.800 in più rispetto ai colleghi uomini. Nonostante questo, però, gli impieghi del gentil sesso sono sempre più precari, con una maggiore incidenza dei cosiddetti contratti atipici e sempre più di breve durata. Se da una parte l’anno scorso le assunzioni delle donne a tempo indeterminato sono aumentate di 1.400 unità, dall’altra sono ancora numerosi i rapporti intermittenti a tempo determinato (4.966 nel 2011 contro i 3.252 del 2010), interinali a tempo determinato (10.992) e a progetto (9.116). E non basta. I contratti a termine si confermano “corti”: oltre 38mila, durante il 2011, hanno avuto una durata inferiore a un mese, 17.197 tra uno e quattro mesi. “Le donne sono state le prime a uscire dal mercato del lavoro quando la crisi è iniziata, le prime e le più colpite. La crisi le rende più ricattabili – spiega Elisa Simoni, assessore al lavoro e alla formazione della Provincia di Firenze - i numeri, a livello locale e globale, sono impressionanti: si parla di 800mila lavoratrici che in Italia perdono il posto per la maternità. Ecco
che il lavoro delle donne diventa sempre più precario, sempre peggio pagato e poco professionalizzato”. Cameriere e commesse: sono queste le due qualifiche che nel 2011 hanno fatto registrare il numero maggiore di avviamenti al lavoro, rispettivamente 12.485 e 4.606. Seguono le addette all’assistenza personale a domicilio e quelle ai servizi di igiene e pulizia. Ma a incidere nei prossimi mesi ci saranno anche le aperture nostop di negozi e supermercati, decise dal governo Monti. “Le recenti liberalizzazioni del commercio, settore che impiega tante donne, penso che non aiutino la componente femminile – attacca Simoni - questo Paese non può permettersi né di perdere il valore delle donne (le laureate sono spesso più meritevoli dei maschi) né di continuare a non fare figli, perché tra qualche anno il nostro rapporto tra anziani e bambini non ci permetterà la sostenibilità del welfare così come lo conosciamo”. Servono quindi politiche mirate. “Le donne si caricano e sono caricate di compiti multipli per la comunità: fare figli, allevarli, occuparsi degli anziani e della cura della famiglia – prosegue l’assessore - devono essere messe in condizione di non sacrificare la loro vita lavorativa per queste pur nobilissime azioni. Come Provincia di Firenze forniamo servizi di orientamento, formazione gratuita e sostegno alla ricerca di occupazione attraverso i centri per l’impiego e i corsi di formazione”.
l’assessore provinciale
Elisa Simoni
IL PUNTO
I servizi al femminile per trovare un posto
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no sportello dedicato, corsi di orientamento e una lista per trovare lavoro come assistenti, badanti e colf. Sono alcuni dei servizi “a misura di donna” offerti dai centri per l’impegno della Provincia di Firenze. Il primo passo per cercare un’occupazione è la stesura di un curriculum, unito a una buona preparazione nel caso di colloqui o selezioni. Da qui nascono tutta una serie di iniziative, molto richieste dalle candidate e offerte dai centri, come i corsi sulle trasformazioni del mercato del lavoro al femminile, le tecniche di ricerca di un’occupazione e l’analisi delle competenze, che vengono organizzati a cadenza mensile. Un altro servizio per chi va a caccia di un impiego in ambito domestico è “ABC per la famiglia”, dove ABC sta per assistenti, badanti o colf. Domanda e offerta vengono incrociate: le donne interessate a lavorare in questo settore si possono iscrivere in un’apposita lista, mentre le famiglie alla ricerca di una figura di questo tipo si rivolgono direttamente ai centri per l’impiego. Negli ultimi anni, le iscritte sono aumentate progressivamente, attestandosi sul migliaio di unità nel 2011. Su un altro fronte, quello imprenditoriale, lo sportello “Creaimprese”, avviato la scorsa estate, piace soprattutto alla componente femminile, il 75 per cento dell’utenza che finora ha avuto accesso ai suoi servizi, tutti gratuiti: si va dai percorsi di orientamento alla formazione individuale, fino ai gruppi di accompagnamento alla creazione di un’impresa. Per quanto riguarda la formazione, l’anno scorso 266 donne del territorio provinciale hanno usufruito della “Carta Ila”, una sorta di carta di credito per sostenere spese legate alla formazione, ciascuna di circa duemila euro, assegnata a disoccupati iscritti al centro per l’impiego. Informazioni dettagliate sui vari servizi mirati si possono trovare all’indirizzo www.provincia.fi.it/lavoro.
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L’addio. Dopo il clamoroso tonfo (0-5) con la Juventus è arrivato l’annuncio del divorzio
Corvino, sette anni tra top e flop Le strade del club viola e del direttore sportivo si separano. Tanti i successi che hanno caratterizzato la sua gestione, tanti i big portati sulle sponde dell’arno, da frey a Jovetic. Ma anche molti errori
pantaleo corvino
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utti i grandi amori, quando finiscono, lasciano dietro di loro nostalgia e passione, amore e odio. Corvino e la Fiorentina si sono detti addio dopo il clamoroso Fiorentina-Juventus 0 a 5 di marzo. Un punteggio e una partita che hanno fatto traboccare il vaso. Una sconfitta terribile, “storica”, contro la nemica di sempre che ha sancito la fine di un’era, quella di Corvino. Troppa la rabbia dei tifosi, per la società l’obbligo di prendere una decisione in tempi rapidi. E il 18 marzo, il day-after il disastro sportivo, è arrivato l’annuncio. La crisi del settimo anno è stata letale. La storia tra Corvino e la Fiorentina era infatti iniziata proprio sette anni fa. Nell’estate del 2005, dopo sette stagioni da direttore sportivo a Lecce, il “Corvo” era passato a occupare il medesimo ruolo nella Fiorentina, diventando ben presto un beniamino dei tifosi. Negli anni trascorsi alla Fiorentina
la squadra da lui costruita ha conquistato quattro qualificazioni (di cui due non disputate a seguito dei fatti di Calciopoli) consecutive alla Champions League, una semifinale di Coppa Uefa, una semifinale di Coppa Italia e un ottavo di finale di Champions. Tra gli acquisti effettuati in quegli anni spiccano quelli di Sébastien Frey, Alessandro Gamberini, Riccardo Montolivo, Luca Toni, Adrian Mutu, Alberto Gilardino, Felipe Melo, Juan Manuel Vargas, Stevan Joveti� e Valon Behrami, oltre a molti altri giovani promettenti del panorama europeo come Kuzmanovi� e Osvaldo. E la lista potrebbe continuare. Naturalmente, oltre ai successi sono arrivati anche i flop: Mazuch, Hable, Savio, Castillo, Da Costa, Cacia, Bolatti, Jefferson, Felipe, quasi tutto il mercato estivo 2011/12, ma anche qui la lista potrebbe andare avanti. Sicuramente l’annuncio dell’addio di Corvino ha diviso la tifoseria: odio e amore. Forum, siti, social network si sono equamente divisi nei giudizi sul ds. Non lo ha fatto Carlo Pallavicino, agente di Montolivo, che a Radio Blu si è espresso con durezza nei confronti del direttore
sportivo: “Dopo l’annuncio dell’addio di Corvino la gente sana di mente stapperà le bottiglie. Inizia un nuovo ciclo per la Fiorentina, potranno finalmente arrivare tutti i giocatori senza esclusioni. I Della Valle hanno sbagliato il cavallo sui cui puntare. Ci si è liberati di un problema che affliggeva da anni. La Fiorentina da stasera è terra libera”. Reazione più pacata quella di Giancarlo Antognoni: “In questi anni – ha detto a una radio nazionale - ci sono stati evidenti errori della società, anche se poi i giocatori non hanno reso secondo le aspettative. Inoltre manca una spina dorsale che derivi dal settore giovanile, basta vedere che fine ha fatto Camporese. Dopo Prandelli sono cambiate molte cose, ma diamo tempo a Rossi anche nella prossima stagione. Serve chiarezza, i Della Valle hanno fatto molto ma c’è troppo assenteismo, non devono illudere la gente. Ciò che si può imputare a Corvino nella sua esperienza fiorentina è che ha fatto tutto da solo. Il suo errore è stato quello di fare il solitario, di sobbarcarsi tutte le responsabilità, e nel calcio di oggi è impossibile”.
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sport
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iL PeRSonaggio. Passato e presente di Behrami, ormai entrato nel cuore dei tifosi
Valon, il Franchi ha il suo gladiatore accolto con un po’ di scetticismo, si è conquistato una maglia da titolare fisso grazie a corsa e cuore. Proprio a firenze segnò il suo primo gol in serie a Lorenzo Mossani
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n questa travagliata stagione della Fiorentina c’è un giocatore che è entrato nei cuori dei tifosi per abdicazione, attaccamento alla maglia o, forse, perché più semplicemente è impossibile non trovare Valon Behrami non stremato al termine di una partita. L’agonismo e la corsa sono due doti che non mancano certo al centrocampista, ma gli ingredienti del cocktail che fa di Behrami un giocatore unico non sono certamente solo questi. Scaviamo nella sua storia per capire la carriera che ha forgiato la tempra del gladiatore viola. Nella Fiorentina è arrivato tra un po’ di scetticismo durante il mercato di “riparazione” di gennaio 2011, nel pieno della sua maturazione d’atleta. È cresciuto calcisticamente nelle giovanili dello Stabio e del Chiasso, per poi passare nel 2000 al Lugano. Ed è proprio con la maglia del Lugano che Behrami, entrato in prima squadra nell’estate del 2002, si è messo in luce come talentuoso esterno di centrocampo. Dopo una sola stagione nella serie B elvetica Valon attira su di sé l’attenzione di club prestigiosi come Liverpool, Inter, Udinese e Genoa. Alla fine ad avere la meglio sono proprio queste ultime due società, che ne acquistano in comproprietà il cartellino. Behrami, non ancora pronto per provare l’avventura nella massima serie, passa al Genoa, dove milita nella stagione 2003-2004. L’anno successivo l’Udinese cede la propria metà del cartellino e Behrami passa all’Hellas Verona, dove si mette in luce nel campionato di serie B 2004-2005. Nell’estate 2005 Valon conquista la Serie A, acquistato per metà dalla Lazio. Il 19 febbraio 2006 segna il suo primo gol nella massima serie proprio all’Artemio Franchi di Firenze, contro la sua futura squadra. La partita termina 2-1 per i biancazzurri. A Roma esplode calcisticamente in maniera definitiva. Nel 2007, dopo la cessione di Massimo Oddo al Milan, Behrami si adatta al ruolo di terzino destro. L’allenatore? Delio Rossi. L’anno dopo comincia la sua avventura in Premier. Domenica 1° marzo 2009, durante il match contro il Manchester City, arri-
va il primo stop della sua carriera: ginocchio e caviglia effettuano un’innaturale torsione, mentre i tacchetti restano fissi a terra. Il giocatore sviene e per cinque minuti viene soccorso in campo, prima di lasciare il terreno di gioco in barella e con la maschera d’ossigeno applicata sul volto. La prima diagnosi parla di un lungo stop e di una probabile operazione chirurgica. Dopo il buio arriva però la rinascita. Una rinascita che ha un preciso colore: il viola. Nella Fiorentina è un titolare fisso. Tutti possono andare in panchina ma non lui, il gladiatore del Franchi.
valon Behrami
aMaRcoRd. A Pasqua Milan-Fiorentina. Nel 2000/01 un trionfo indimenticabile
La notte in cui Rui schiacciò il Diavolo
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i gioca nel weekend di Pasqua, quest’anno, Milan-Fiorentina. Partita che ha quasi sempre visto il Diavolo partire favorito. Forse in questa stagione in maniera particolare. Il Milan in lotta per lo scudetto ha un potenziale che, sulla carta, fa della Fiorentina quasi una vittima sacrificale. Ma per fortuna nel calcio niente è deciso a priori. All’andata terminò 0 a 0: buon debutto per Delio Rossi in panchina, ma in questo caso chi ben cominciò si è trovato solo alla prefazione dell’opera. Il tecnico ha cambiato tutti i moduli possibile e il suo cammino in maglia viola è stato sancito da alti e bassi. E contro il Milan a San Siro non può nemmeno affidarsi alla cabala. Sono passati infatti sei lunghi anni dall’ultima vittoria della Fiorentina contro il Milan, un 3 a 1 al Franchi. Sperando che il futuro prossimo possa tingersi ancora di viola, torniamo con la memoria a un altro successo gigliato sul Diavolo. Stagione 2000/01, Franchi pieno. La Fiorentina ha voglia di stupire e gioco. Senza Bati, passato alla Roma nell’estate del 2000 ma con un Rui Costa nella sua migliore stagione. Rui, con
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la fascia di capitano, è osannato dalla Fiesole. In quella magica serata si celebra l’amore tra il portoghese e i tifosi della Fiorentina. In Curva Fiesole si alza lo striscione “Fatih non parole”, omaggiando l’imperatore Fatih Terim allenatore della Fiorentina. La Fiorentina è padrona del centrocampo, il Milan è da subito alle corde. 15°: punizione di Rui Costa, palla scodellata sulla testa di Nuno Gomes e gol, Milan gelato, stadio impazzito. Successivamente lo stesso portoghese direttamente da calcio di punizione impensierisce Abbiati scheggiando la traversa. Il sipario si apre sul secondo tempo con i gigliati alla ricerca del raddoppio. E questa volta la “griffe” è dei gregari. Cois, lanciato da Torricelli, stoppa in area e colpisce di collo pieno, sassata all’incrocio. Partita chiusa, lo show no. Da quel momento in poi è un susseguirsi di occasioni per i viola. Il terzo gol porta la firma di un grande centravanti, Enrico Chiesa, al 27°. Al 42° ecco la gemma di Rui Costa, che ubriaca la difesa rossonera e, con un colpo di esterno magico, fissa il punteggio sul /Lor.Mos. 4-0. Nostalgia.
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VOLLEY. Sfida al vertice, in palio c’è la promozione in serie A2
Il Bisonte “carica” Scandicci Carlo Marrone
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uesta volta l’obiettivo non può non essere raggiunto. Il Bisonte si trova a un passo dall’impresa della promozione in serie A2, sfiorata più volte negli ultimi anni. Sull’ermo colle, nel tempo, si sono susseguiti campionesse e bravi allenatori che, però, hanno soltanto accarezzato l’impresa. Impresa che invece può (e deve) essere raggiunta quest’anno. Il Bisonte – lo ha dimostrato sul campo - è la squadra più forte. Ma c’è un ostacolo, di nome Scandicci. Ed esattamente a metà aprile, il 14 per la precisione, capiremo se la squadra di Cantini rappresenta uno scoglio o un vero e proprio Titanic. Scandicci, seconda in classifica, è una formazione composta da tante ex dell’Azzurra (Buono, De Fonzo, Conticelli, Di Tomaso) e di cui fanno anche parte acquisti sfumati per un soffio, come la centrale Falsini. Inutile dire che non sarà una partita come le altre, perché non lo sarà. Questa partita vale la serie A, un derby e, probabilmente, anche qualche rivincita personale: insomma, gli ingredienti per un incontro per cuori forti ci sono tutti. Di Tomaso è all’ultima stagione da pallavolista e vuol chiudere la carriera nel migliore dei modi. Simona, in questa stagione, ha dimostrato di poter far ancora
Bianchini
in azione
(foto
da www.azzurrasancasciano.it)
la differenza. È tornata - sportivamente parlando - una ragazzina, anche se l’anagrafe la tradisce: è nata nel ‘76. Vicino a lei c’è una centrale che ha sempre fatto bene a San Casciano, la reginetta della B1 Silvia De Fonzo, che in questa stagione si è adattata anche come opposto con ottimi risultati. Costante il rendimento di Debora Buono che, anche se non al meglio delle condizione fisiche, è una macchina da punti. Dulcis in fundo “robocop” Conticelli che, nonostante il fisico gracile, sta stupendo per rapidità di esecuzione e intelligenza tattica. Moni-
ca non è più una sorpresa in B1. Analizzando bene l’avversario non c’è comunque da avere paura, ma solo da stare molto, molto attenti. Arrivare al secondo posto potrebbe significare una batosta sportiva non indifferente. Anche perché la diretta rivale solo due stagioni fa era in Serie C. Pietrelli, Rubini, Bianchini, Fidanzi, Bellini, Tarantino, Giovannelli, Swiderek, Savelli, Vannini, Biccheri, Guerrini: è tutto nelle mani (o meglio nei polsi) vostre. E i tifosi non attendono altro che l’ennesima dimostrazione che le più forti sono (ancora) a San Casciano.
PODISMO. Primavera, stagione ricca di appuntamenti
È tempo di correre (e mangiare)
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i prospetta una primavera densa di appuntamenti per il settore atletica e podismo della Polisportiva Tavarnelle. Nata nel 1979 aderendo al settore sportivo del circolo ricreativo culturale “La Rampa”, negli anni successivi si affilia alla Polisportiva rimanendo, però, sempre con il nome di “Atletica La Rampa”. In tutti questi anni i podisti hanno partecipato a moltissime manifestazioni, dalle corse domenicali alle più affermate manifestazioni nazionali ed estere come le maratone di Roma, Berlino, New York, Venezia... Proprio nei giorni in cui l’inverno ci ha lasciato per trasformarsi in primavera, si è corsa la maratonina da ventuno chilometri che ha raccolto la solita super affluenza. Il prossimo 18 maggio sarà il tempo della “Notturna sul fiume Pesa”, con la gara podistica competitiva di quasi dieci chilometri che sarà affiancata anche da una passeggiata di tre chilometri e trecento metri: in questa maniera, anche i meno allenati potranno godersi la magnifica vista che il fiume regala nelle ore appena dopo il tramonto. La gara sarà valida per il Trofeo Camagi. A tutti i partecipanti saranno regalate due bottiglie di vino e un buono da spendere presso le bancarelle degli stand gastronomici.
Il compito di chiudere la stagione agonistica (e quella “meteorologica”) spetta alla quarta edizione della notturna “Corri e mangia a Tavarnelle”, che già dal nome la dice lunga. Come per la competizione di maggio, alla gara podistica si affiancherà una passeggiata che, a piacere, potrà essere dai quattro ai dieci chilometri. Il premio di partecipazione, questa volta (una bottiglia di vino e un piatto di pasta) sarà destinato solo ai podisti, mentre tutti gli altri, a fine sforzo, non dovranno far altro che trasferirsi allo stand gastronomico, dove ad attenderli ci saranno pizza e bistecche. La data scelta dagli organizzatori è quella di venerdì 8 giugno, il luogo di partenza è il parco del Mocale. A tutti i partecipanti il nostro in bocca al /C.M. lupo.
iL PRogRaMMa. Hanno preso il via le esposizioni organizzate dai (e nei) musei statali fiorentini
Gli Usa e il Giappone abitano qui Dagli arazzi della Galleria degli uffizi alle tre mostre dedicate alla terra nipponica
o FLoS coLende
e realizzate grazie a uno scambio interculturale. E poi l’evento sugli usi e costumi
Il grande organo e i virtuosi del suono
degli Indiani d’america, l’arte contemporanea che dialoga alla perfezione con la collezione permanente dell’accademia e le maioliche dipinte del Bargello Caterina Gentileschi
È
cominciato con una preziosissima selezione di arazzi l’Anno ad arte targato polo museale fiorentino. Un programma di sei mostre che, da qui alla fine dell’anno, troveranno posto nei musei statali fiorentini e che spazia dalle fascinazioni d’Oriente ai pezzi più preziosi di una collezione sugli indiani d’America, da un’antologia di artisti contemporanei a una collezione di maioliche rinascimentali fino a una summa di capolavori gotici. “Anche stavolta – ha detto Cristina Acidini, soprintendente al Polo Museale fiorentino - la scelta operata dai direttori dei musei corrisponde al principio ispiratore di rinnovare l’offerta museale permanente con proposte espositive stimolanti. Una sorta di filo conduttore che lega le sei mostre del 2012 si manifesta infatti nella valorizzazione dell’alterità: dell’altro da sé, del diverso rispetto a ciò che si conosceva o si credeva di conoscere, dell’inaspettato che viene dall’altrove nello spazio o nel tempo”. Il primo taglio del nastro è spettato alla Galleria degli Uffizi con la mostra “Epifanie di tessuti preziosi” (fino al 3 giugno), nella quale sono esposti alcuni dei preziosissimi arazzi di proprietà del museo fiorentino, custoditi dal 1987 al riparo da luce e polvere in attesa che vengano allestite le sale del pian terreno. L’appuntamento numero due è fissato con l’arte del Giappone, che prende vita nel tris di mostre allestite negli spazi di Palazzo Pitti tra Museo degli Argenti, Galleria Palatina e Galleria d’arte moderna dal 3 aprile al 1° luglio. “Giappone, terra d’incanti”, così si intitola il viaggio in estremo oriente frutto di uno scambio tra la soprintendenza fiorentina e le istituzioni museali giapponesi, che vede esposti una serie di fiori all’occhiello tra cui anche un viale di pioppi dipinto da Claude Monet, in cui sono evidenti le suggestioni orientaleggianti, arrivato per l’occasione dal parigino Musee d’Orsay. La Galleria dell’Accademia prende in prestito l’espressione coniata da Luciano Fabro “Arte torna Arte” per dar vita, dall’8 maggio al 4 novembre, a un percorso nella produzione moderna e contemporanea di quegli artisti – da Alberto Burri a Martin Creed, da Francis Bacon a Rineke Dijkstra fino
a Pistoletto e Sol le Witt - che hanno attinto a piene mani dai maestri di epoche precedenti. Il 16 maggio (fino al 16 settembre) aprirà invece i battenti al museo del Bargello “Fabulae pictae”, ricca panoramica dedicata alle maioliche istoriate del Rinascimento, mentre il 19 giugno (e fino al 4 novembre) torneranno protagonisti gli Uffizi con “Bagliori dorati. Il Gotico internazionale a Firenze”, che partirà dagli interpreti massimi dell’ultima fase della stagione trecentesca fino ad
arrivare al Quattrocento e all’attesissimo ritorno della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, esposta dopo un lungo restauro. L’ultimo appuntamento dell’anno è con “La nuova frontiera”, alla Galleria del costume dal 3 luglio all’8 dicembre. Nell’anno delle celebrazioni vespucciane, arriva a Firenze un viaggio, tutto da scoprire, dedicato alla civiltà del popolo indigeno del Nord America. Tra opere d’arte e oggetti d’uso comune arrivati dal Gilcrease Museum di Tulsa, in Oklahoma.
a teatRo. La storia rivista “Libera-Mente” Live. Torna il festival “elettronico”
Hoffmann all’Antella Il Muv alla Fortezza U
n fortissimo amore per il teatro e uno altrettanto forte per la psiche umana. È da questo connubio di passioni che nasce il gruppo teatrale I Libera-Mente, in scena dall’8 al 10 maggio al Teatro del circolo culturale dell’Antella con lo spettacolo “L’uomo della sabbia. Ovvero come Clara e Nathan riuscirono a ingannare la morte”, tratto dall’omonimo racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Uno spettacolo che è anche il frutto di un lavoro intenso, realizzato grazie all’impegno di questa compagnia di attori dilettanti, che dal 2006 - anno della nascita del gruppo - ad oggi ha già messo in scena due spettacoli. “Questa è la terza piece che produciamo - spiega Francesco Romano, autore della riduzione, regista insieme a Luisa di Valvasone e anima del gruppo - la storia, al contrario dell’originale di Hoffmann, è ambientata in tempi moderni, ma con elementi di scena che rimandano all’inizio dell’Ottocento”. Ingresso euro 12, apericena euro 5 (prenotazione obbligatoria). Email: prenotazioni@libera-mente.it, oppure 347.6444271 /L.V.Z. o 339.5370919.
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arà il padiglione Cavaniglia della Fortezza Da Basso di Firenze la location che ospiterà l’anteprima dell’ottava edizione del Muv Festival, prevista per sabato 7 aprile. Sul palco tre dei nomi più cliccati della nuova scena elettronica europea: Paco Osuna, Egbert e Paul Ritch, assieme ai resident Philipp, Cole e Brandon Bi. In ordine di importanza il primo nome che balza all’occhio è certamente quello dello spagnolo Paco Osuna, miglior artista iberico del 2011 secondo Dj Mag nonché primo dj spagnolo a lavorare per la celebre Cocoon Recordings. Potenza unita ad armonia e suoni deep techno fusi con un tocco di minimalismo sono invece il marchio di fabbrica del parigino Paul Ritch, dj attivo su Quartz Rec, noto alle cronache musicali per i suoi straordinari piazzamenti nelle classifiche dei brani più venduti su beatport. Ultimo, ma certamente non meno importante, l’olandese Egbert: il pupillo di Secret Cinema che, grazie al suo Vlammen Ep, è riuscito a entrare nella borsa di Sven Vath e ad apportare elementi dub e progressive nelle produzioni /B.B. per Cocoon Recordings.
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ettemila canne distribuite in cinque corpi d’organo dislocati in settori diversi della basilica di Santa Maria del Fiore. Il suono prodotto dall’organo Vincenzo Mascioni del Duomo, installato negli anni Sessanta del Novecento, produce un suono che avvolge e sorprende, arrivando all’ascoltatore da punti inaspettati della chiesa. A raccontare a Il Reporter le particolarità di uno strumento importante quanto prezioso è l’organista e concertista Gabriele Giacomelli, direttore artistico della rassegna di musica O flos colende e a lungo ispettore onorario della soprintendenza di Arezzo per il restauro degli organi antichi. “Il grande Mascioni del Duomo fiorentino, il più grande organo a trasmissione elettrica della Toscana e sicuramente uno dei più importanti del Paese - spiega Giacomelli - è una specie di Ferrari nel suo genere: tanto più è perfetto, tanto più ha bisogno di manutenzione”. Rimasto fermo a lungo e utilizzato solo per qualche messa cantata, l’enorme strumento è stato riportato in auge proprio per suonare in occasione di O flos Colende, “quando è stato suonato dai più grandi musicisti”, tra i quali l’organista di Notre Dame. La rassegna 2012, arrivata alla dodicesima edizione e in programma con una calendario ben scandito fino al prossimo 17 settembre, prevede due appuntamenti musicali con protagonista il grande strumento di santa Maria del Fiore. Il primo è fissato venerdì 13 aprile, quando il tedesco Klemens Schnorr, organista titolare della Cattedrale di Friburgo, una vera e propria autorità nel campo, attivo come rinomato insegnante e celebrato concertista in tutto il mondo, si esibirà in brani di Reger, Bach e Louis Vierne, tra cui il celebre Carillon de Westminster, ispirato dal notissimo motivo suonato a Londra dal Big Ben. Il secondo appuntamento è invece fissato per il 25 maggio quando, per la prima volta nella storia di O flos colende, si svolgerà una vera e propria maratona organistica che vedrà alternarsi per quasi tre ore (si comincerà eccezionalmente alle 20,30) ben quattro organisti italiani di fama, ciascuno impegnato in un autentico tour de force di bravura e virtuosismo: Gianluca Libertucci, Stefano Pellini, Gian Vito Tannoia /L.V.Z. e Ferruccio Bartoletti.
cultura
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MuSica/1. A giugno lo show al Franchi. Ecco cosa successe la prima volta che si esibì, 25 anni fa
Madonna? Faceva jogging sui lungarni Gianni Carpini
“E
bbene sì è apparsa la Madonna. O meglio la signora Ciccone in carne e ossa”, scriveva la Nazione quasi 25 anni fa, il 7 settembre 1987. Era il day after del primo, grande concerto a Firenze di un astro nascente della musica pop, anzi di una rockstar come veniva chiamata ai tempi. Lo stadio Franchi era la tappa finale del tour mondiale, il primo per una 29enne che già aveva cambiato look una manciata di volte. Il capello corto e biondo, insieme alla guepiere con i seni a punta, riportano ad atmosfere passate. Tempi in cui la città impazzì per un’americana minuta che urlava “Siete caldi?”. La lussureggiante dimora scelta dalla cantante, Villa La Massa nelle campagne di Candeli, era assediata dai fan, giorno e notte. La suite era la numero 34, dotata – per l’occasione – di uno specchio in cui la Material Girl poteva rimirarsi a figura intera. In suo onore fu organizzata una cena esclusiva, riferiscono le cronache di quegli anni, che contava una dozzina di invitati in tutto, tra cui il regista Franco Zeffirelli e la marchesa Bona Frescobaldi. Madonna espresse anche il desiderio di incontrare Cicciolina, ma l’allora onorevole Staller disertò l’incontro fiorentino a causa di “impegni improrogabili”. La città fu messa sottosopra. Il
traffico andò in tilt durante la prima uscita di shopping della popstar, che a bordo di un’Alfa 164 fiammante si diresse in una gioielleria di Ponte Vecchio. Il giro di compere finì poco dopo, accerchiata com’era da fan e dagli inseparabili gorilla. Le stesse guardie del corpo che la seguivano nelle sedute di jogging. Per due giorni la diva si presentò in tenuta sportiva, calzoncini neri, maglietta bianca e occhiale da sole, sui lungarni, percorrendo ponte da Verrazzano e poi giù per qualche chilometro fino ai viali di circonvallazione. Dietro di lei un nugolo di ammiratori a piedi e in motorino. Infine arrivò il momento del concerto, sold out: 57.117 biglietti staccati, ma “solo” 10mila persone poterono accedere al prato di fronte al palco. Il giorno del grande evento, domenica 6 settembre, tutta l’area intorno allo stadio fu chiusa la traffico, alcune strade furono addirittura interdette ai pedoni, se non muniti di regolare ticket. Lo show vide sette cambi di abito, frasi in un italiano un po’ stentato (“Balli con me”, “Ciao Italia”) e un bis sulle note de La Isla Bonita, Who’s That Girl, Holiday. Un concerto fotocopia rispetto a quello andato in scena due giorni prima a Torino e trasmesso in diretta tv Rai, ma con un ciuffo in meno. Sì, una bella ciocca di capelli. Il ballerino 13enne
che accompagnava sul palco miss Ciccone, tale Chris Finch, mentre si esercitava in camerino batté la testa contro un vaso. Risultato: sei punti di sutura e testolina mezza rapata, tra le proteste
delle guardie del corpo. “Se lei se ne accorge – mugugnarono al medico che intervenne - sono guai”. Ma si sa, negli anni ’80 il ciuffo era uno status symbol. Anche per Madonna.
MuSica/2. I locali dove “nacquero” i Litfiba sono visitati ogni anno da moltissimi fan
La cantina del rock. A Ponte Vecchio A
ltro che Uffizi, macché David. La tappa obbligata per i fan dei Litfiba è una sola: lo scantinato in cui nacquero i primi album, da Eneide a Desaparecido, da 17 Re a Litfiba 3. Il “Ba” che chiude il nome del gruppo si riferisce a via de’ Bardi, strada a poche centinaia di metri da Ponte Vecchio. Al civico 32 si trova la via d’accesso alla cantina del rock. Qui, sotto il livello del suolo, Pelù, Renzulli & co. avevano la loro “casa”, qui provavano insieme ad altri complessi della scena new wave fiorentina, tra il 1980 e il 1988. Fu proprio Ghigo a chiedere in affitto i locali al conte Capponi Canigiani: nove metri per otto, convertiti in sala prove, con salottino, magazzino e bagno
annessi, dove risuonò il primo vagito dei Litfiba. A trent’anni di distanza la storia della musica è rimasta tracciata sulla parete esterna, tappezzata da disegni e scritte lasciate dai fan. “È un monumento al rock fiorentino, bisognerebbe metterci un targa – propone Bruno Casini, primo manager della band dall’80 all’86, che ha raccontato quegli anni in un libro (In viaggio con i Litfiba, editrice Zona, 192 pagg., 17 euro) - è un luogo ancestrale, una cantina umida, che durante l’inverno si allagava spesso”. Accanto alla porta il numero civico non c’è. Sono le frasi, le dediche e i commenti, stratificati anno dopo anno, che fungono da richiamo per gli appassionati. Ci sono le fan
che si limitano a un prosaico “Piero sei bono”, altri tracciano sul muro brani di canzoni (“Sogno proibito di qualcuno è castigare”, “Senza dormire non posso stare”), altri ancora disegnano il celebre cuore con le corna. Oltre alla band di Pelù e Ghigo il civico 32 è stato frequentato da tanti altri. Tra gli anni ’70 e ’80, nei sotterranei del palazzo riecheggiavano le note dei Cafè Caracas (gruppo punk-rock in cui esordì Raf e di cui faceva parte anche Renzulli), provavano i Moda, suonavano i Diaframma. “Erano anni belli, spensierati e di grande sperimentazione – ricorda Casini – erano frequenti le session con altri musicisti, anche di /G.C. passaggio a Firenze”.
FotogRaFia. Da un progetto del libano-statunitense Mark Abouzeid un’iniziativa in Sala d’Arme
Italiani e stranieri insieme per le famiglie di Samb e Diop “L
a prova che gli Italiani e gli Stranieri possono vivere insieme”. Questa è la frase che accoglie i visitatori nella pagina Facebook di “Non sono clandestino”, un progetto ideato da Mark Abouzeid, libano-statunitense trapiantato a Firenze dove lavora come fotoreporter, e un gruppo di associazioni che rappresentano gli immigrati. Ragazzi stranieri posano per una rivisitazione fotografica di alcuni ritratti di grandi personaggi storici legati alla fiorentinità. Ed ecco quindi Andre, jamaicano-americano, diventare Lorenzo il Magnifico ritratto dal Bronzino, o Savonarola interpretato da un israelo-ungherese. “Il nuovo Nuovo mondo” sarà la mostra che a giugno, in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, raccoglierà i nuovi/vecchi ritratti in uno dei percorsi che commemorano i cinquecento anni dalla morte di Amerigo Vespucci. “È un’iniziativa utile e che deve far riflettere – spiega Mark – il ricavato della mostra, infatti, una
una delle foto in mostra
volta pagate le spese, sarà devoluto alle famiglie di chi rimase vittima del doppio agguato di piazza Dalmazia e San Lorenzo a dicembre, dove persero la vita due ragazzi e tre vennero feriti”. Anche il dietro le quinte di “Non sono clandestino”, formato da più di trenta professionisti, si muove per puro volontariato, si tratti di mano d’opera, materiali o altre risorse. “Dobbiamo ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e anche il Comune, che ha messo a disposizione molti materiali e addirittura la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio”. Questa è la vera forza del progetto, che oltre alla mostra deve servire a unire i vecchi e i nuovi fiorentini. “Bisogna capire che extracomunitario e straniero non sono difetti, e non sono legati a parole come clandestinità o criminalità. L’extracomunitario è medico, è netturbino, paga le tasse ed è attivo nel sociale, spesso più degli italiani”. L’iniziativa è /G.S. in programma dal 5 al 7 giugno.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
25 aPRiLe. Per ricordare l’anniversario Il Reporter racconta la storia di Giancarlo Cecchi
Firenze, il partigiano e la Liberazione Ludovica V. Zarrilli
R
accontare la storia di un uomo per raccontare la vita di tutti quelli che hanno contribuito alla Liberazione del Paese, quel 25 aprile del 1945. Così Il Reporter vuol ricordare una delle date più importanti nella storia dell’Italia post unità, “anche se, bisogna tenerlo bene a mente, Firenze è stata liberata più tardi, l’11 agosto, con il suono indimenticabile della Martinella (la campana di Palazzo Vecchio, ndr) che chiamava a raccolta la popolazione”. A parlare è Giancarlo Cecchi, classe 1928, ex partigiano, ex dipendente della Giunta Regionale della Toscana, appassionato produttore di documentari di vario genere e amante delle cose “fatte con le proprie mani”. Un uomo normale con una storia speciale, che a soli 16 anni decise di combattere per riprendersi la sua Firenze, per non lasciarla in mano a “quegli invasori prepotenti”. “Ero salito sull’autobus per tornare a casa dal lavoro – spiega Giancarlo - quando fui fermato da un gruppo di uomini in divisa che mi invitarono a scendere e mi riempirono di botte. Mi spac-
Giancarlo cecchi
nella redazione de il
reporter
aveva appena sedici anni quando si incamminò da solo verso Monte Morello, per difendere i diritti della gente come lui e opporsi al regime che stava schiacciando l’Italia
carono un dente e mi strapparono la maglietta. Tornai a casa sanguinante”. La sua “colpa”? Aver raccolto e poi gettato a terra un manifestino di propaganda fascista. Cecchi, che più che un uomo era un ragazzo, appena 15 anni d’età, di lì a pochissimo decise di mollare tutto per ritirarsi sul Monte Morello e combattere a fianco dei partigiani. Poco più di un bambino, con le scarpe chiodate che strusciavano pesanti tra un nascondiglio e l’altro, la storia di Cecchi è la storia di una famiglia semplice nella Firenze della fine degli anni Trenta. La fame, la miseria, i lavori improvvisati, i genitori che fanno i salti mortali per riuscire a portare a casa uno stipendio per campare. Le vicende di quest’uomo sono vicende condivise, fatte di rinunce, di battaglie, di sogni e di uomini, tanti uomini, che un bel giorno decisero di alzarsi in piedi e combattere per la libertà loro e della loro terra. “Oggi vado nelle scuole – spiega Cecchi – e i ragazzi mi fanno tante domande. È una bella sensazione, perché i giovani non fanno domande premeditate, chiedono quello che gli passa per la testa, fanno scelte d’istinto”. Un po’ come quella di incamminarsi un bel giorno verso un’Italia nuova.
agenda
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iL concoRSo Live nina zilli 10 aprile
obihall
Nina Zilli partirà con il suo “L’amore è Femmina tour” il 10 aprile dall’Obihall di Firenze per le prime 10 imperdibili date nei club più importanti dello stivale portando davanti al pubblico tutto il suo talento di cantante appassionata, autoironica e glamour. Nina Zilli porterà dal vivo i brani del suo nuovo album “L’amore è femmina” (uscito per Universal Music il 15 febbraio). In scaletta anche “Per sempre” la canzone presentata al Festival di Sanremo 2012 e i brani del suo album d’esordio “Sempre lontano”, come “L’uomo che amava le donne” o “50mila” che l’hanno resa una delle voci più amate dal pubblico.
dall’album Manifesto abusivo, il musicista pubblica su etichetta Sony Music PSYCO, 20 anni di canzoni, un’antologia di 28 brani divisi in due cd, selezionati e “restaurati” dallo stesso Bersani, e impreziosita da due inediti “Un pallone”, con cui partecipa al Festival di Sanremo, e “Psyco”. Un percorso musicale lungo vent’anni che, dai tempi di “Chicco e Spillo” ad oggi, gli è valso il ruolo di assoluto protagonista tra coloro che sanno trasformare in arte l’osservazione della realtà circostante e dei sentimenti interiori, servendosi di un linguaggio sempre moderno e suggestivo, in bilico costante tra poesia e invettiva, tra il ricorso al paradosso e l’ironia. Loreena McKennitt 18 aprile
obihall
Pierdavide carone 11 aprile
obihall
A volte è dai piccoli particolari che si giudica un cantautore. E se la “quasi citazione” degregoriana viene scomodata, la ragione c’è. Pierdavide Carone rappresenta appieno la nuova canzone d’autore, e non solo perché molte frasi dei suoi testi risultano più interessanti della media di quello che si sente in giro. Come dicevamo, sono i particolari che contano, fin dall’inizio, quando ad esempio “Di notte”, sicuramente qualcosa di più di “Una canzone pop” (titolo del suo album di debutto), vantava una costruzione poetica di una certa solidità, opera di chi ha letto e ascoltato molto nonostante la giovane età. Samuele Bersani 12 aprile
teatro verdi
Unica nel suo genere, Loreena McKennitt continua a tessere la sua magia celtica anche dal vivo. Il “Celtic Footprints Tour” tocca 11 paesi europei per 29 concerti. “Non vedo l’ora di portare nuovamente la mia musica al pubblico europeo” ha detto, annunciando il tour. “E’ sempre un piacere incontrare così tante persone che hanno trovato un posto per la mia musica nella loro vita”. Con lei sul palco alcuni dei musicisti già noti al pubblico per averla accompagnata anche nelle tournee passate, come il chitarrista Brian Hughes, il violinista Hugh Marsh e la violoncellista Caroline Lavelle, mentre altri saranno nuovi compagni di viaggio. Il pubblico potrà ascoltare i brani tratti da album attraverso i quali la cantante ha esplorato le radici della musica celtica, un viaggio musicale che l’ha portata dall’Asia Minore all’Irlanda. Pino daniele 19 aprile
teatro verdi
A distanza di quasi tre anni
Dopo il successo dell’evento live con Eric Clapton lo scorso 24 giugno a Cava de’ Tirreni,
Pino Daniele torna nel 2012 con un nuovo album di inediti e un’intensa attività live. Anticipato il 2 marzo dal primo singolo in radio, il 20 marzo è uscito “La grande madre”, il nuovo disco di Pino Daniele, con il quale il cantautore entra nel novero degli artisti che hanno detto addio alle major discografiche.
La mostra
Paul, un giovane scrittore, che per mantenersi frequenta una donna più grande che gli permette di continuare a rincorrere il sogno del “romanzo perfetto”. I due si incontreranno e si scopriranno a vicenda mettendo in luce le rispettive debolezze, come la depressione e l’instabilità che minano il magico mondo creato ad arte da Holly per sfuggire alla sin troppo cruda realtà.
Macchiaioli: una collezione ritrovata Fino al 16 aprile
il gioco dell’amore e del caso dal 24 al 29 aprile
galleria Pananti - viale del Poggio imperiale Continua fino al 16 aprile “Macchiaioli, una collezione ritrovata”, mostra che apre le porte della nuova sede della Casa d’aste Pananti e raccoglie 39 opere pressoché inedite provenienti da una collezione privata. Il volume della mostra presenta una prestigiosa collezione, composta da opere importanti e note dei protagonisti del movimento macchiaiolo, in buona parte proveniente da raccolte storiche. La raccolta, costituita agli inizi del XX secolo conserva pressoché intatta, nel nucleo principale e senza aver subito interventi pesanti di restauro e pulitura, permette di ripercorrere, per capisaldi, le vicende della pittura “toscana” del rinnovamento. Uno dei vertici della raccolta è costituito da 8 opere di Giovanni Fattori, 7 di Telemaco Signorini, quindi sono bene rappresentati Vincenzo Cabianca, Giuseppe Abbati, Edoardo Borrani, Raffaello Sernesi, Vito D’Ancona e Serafino De Tivoli. Due suggestivi studi di Stefano Bruzzi, e alcune superbe tavolette di Eugenio Cecconi, concludono il percorso di ambito toscano. Giuseppe De Nittis è qui documentato da una delle sue varie redazioni di nota “Veduta napoletana”.
A teatro colazione da tiffany dal 10 al 15 aprile
teatro della Pergola Un grande romanzo, un film famosissimo, ora una divertente commedia. Holly è una ragazza estroversa, molto sofisticata e con qualche scheletro nell’armadio; vive a New York frequentando l’alta società e party esclusivi, sognando di sposare un miliardario per potersi permettere i preziosi della grande gioielleria Tiffany, per la quale ha una sorta di venerazione. Nel suo palazzo abita
teatro della Pergola L’attività produttiva della nuova Pergola si apre con il grande gioiello dell’opera di Marivaux, portato in scena per la prima volta nel 1730 dagli attori della Comédie Italienne. È un classica “commedia degli equivoci”: Orgone ha una figlia, Silvia, alla quale concede di vestire i panni della sua cameriera, Lisetta, con lo scopo di studiare segretamente i comportamenti del suo futuro sposo, il giovane Dorante. Anche Dorante, però, ha usato lo stesso stratagemma: mascherato da Arlecchino, suo servitore, studierà il comportamento di Silvia. Silvia e Dorante, nei panni dei rispettivi servi, si innamorano e la stessa cosa accade anche ai due servitori che indossano le vesti dei loro padroni. una stanza al buio 10 e 11 aprile
teatro Lumière
“Una stanza al buio” è una commedia gialla di Giuseppe Manfridi, uno dei più noti ed interessanti drammaturghi italiani contemporanei. L’azione si svolge in un appartamentino che uno scapolo impenitente - non per nulla malvisto da un condominio di anziani - ha trasformato in una garconnière sul cui pavimento campeggia una sinistra sagoma segnata col gesso della Polizia: questo luogo peccaminoso è contaminato da un delitto sul quale ancora si sta indagando. E qui si introducono un uomo e una donna.
“Firenze e Danza”
Tre giorni all’Obihall per i giovani ballerini
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ata nel 2000 con la collaborazione di Comune e Q2, la manifestazione Firenze e Danza spegne quest’anno la sua dodicesima candelina. Dopo la rassegna che si è svolta a marzo – il mese di aprile sarà dedicato a un maxi concorso. Il 13, 14 e 15 aprile verrà fatto spazio a una tre giorni all’insegna del movimento, durante la quale, sul palcoscenico dell’Obihall, si alterneranno giovani coreografi emergenti, solisti, duo, passi a due e gruppi dai 7 ai 25 anni, divisi per livello e categoria, che si contenderanno i vari premi messi in palio. La giuria, composta da nomi di fama internazionale, dovrà individuare i più bravi e meritevoli a cui andranno premi e borse di studio. “Il progetto a cui stiamo già lavorando - spiega l’organizzazione - è di formare un gruppo coreografico che possa diventare nel tempo una compagnia, la creazione di una accademia per poter dare la possibilità a molti ragazzi di potersi preparare ad un futuro professionale nella danza”. /B.B.
iL LiBRo L’opera di Roberta degl’Innocenti
I graffi delicati della poetessa
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ontana la città nel suo respiro/Memoria nostalgia di passi verdi/Piazze rotonde e vicoli di sogno/Il fiume è languere della sera/Memoria incontri e pagine smarrite. Sembra di trovare la via d’accesso ad angoli remoti del cuore leggendo i versi di Roberta degl’Innocenti, che nel suo “I graffi della luna”, raccolta di poesie (Edizioni del Leone, 82 pagg., 10 euro) si muove con disinvoltura tra atmosfere oniriche e ambientazioni urbane, raccontando l’universo che le si muove intorno col garbo di chi sa usare le parole. La scrittrice ha già all’attivo quattro libri di narrativa e quattro di poesia, produzione che negli anni le ha fatto guadagnare un posto di rilievo nel panorama culturale fiorentino. Vincitrice di numerosi premi, arriva con “I graffi della luna” a solcare quei percorsi dell’anima che non tutti riescono a /B.B. rendere con così tanta pregnanza.
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DISABILI, “NON VOLEVO METTERE IN DISCUSSIONE LE LORO DIFFICOLTÀ” Egregio Direttore, innanzitutto La ringrazio per aver pubblicato la mia lettera ne “Il Reporter” di Febbraio 2012, e Le confermo che non era assolutamente mia intenzione mettere in discussione le difficoltà che incontrano, ogni giorno e nelle più diverse situazioni, i disabili. Come peraltro anche da Lei evidenziato, mi volevo riferire ai cosiddetti “furbetti” ed alla mancanza di controlli volti ad eliminare tali incivili comportamenti e mi spiace quindi che il Sig. Bandini abbia rilevato solo l’aspetto dello shopping in taxi e non le altre proposte a favore (più parcheggi riservati presso ospedali, Asl, ecc.). Cordiali saluti Franco PALAGIUSTIZIA, MERCAFIR E MECCANOTESSILE: “LE MIE OSSERVAZIONI” Queste mie osservazioni si articolano su tre punti: 1- Sono scandalizzata dalle lamentele di giudici ed avvocati per la carenza di parcheggi gratis intorno al nuovo Palazzo di Giustizia mentre il parcheggio sotterraneo è vuoto (pag.8 del vostro numero di marzo); sorvoliamo sul fatto che queste categorie di professionisti potrebbero tranquillamente permettersi il taxi o il parcheggio, ma se proprio non vogliono, perché non si alzano un po’ prima per prendere uno o anche due autobus, come fanno migliaia di lavoratori e pendolari? 2- Stadio e cittadella viola vicino al Mercafir sacrificando un po’ di spazio all’ortofrutta?? Piuttosto espanderei lo spazio per lo smercio di ortofrutta, mandando tutti i calciatori e satelliti a coltivare i campi! 3- E rieccoci col Meccanotessile. E’ vero che dopo trenta o quarant’anni
lettere
Aprile 2012
di sterile balletto del si fa e del non si fa non ci si può aspettare il miracolo di una soluzione rapida, per le decisioni sagge ci vuole il suo tempo..... ma un’occhiatina al perimetro, nemmeno? Latrina per i cani dei maleducati, discarica per maleducati, lavagna per le zozzerie dei “writers”, più buche che marciapiedi eccetera, eccetera. E poi i residenti che hanno espresso “perplessità” sull’abbattimento del muro di cinta! E’ troppo bello, quel muro, per poterne fare a meno? Serve forse a nascondere le malefatte di chi riesce a penetrare l’area? Infine: i tagli alla spesa pubblica non consentono alla Guardia di Finanza di acquistare un paio di posacenere da posizionare sul marciapiede per i suoi agenti che fumano fuori della loro sede? Speranzosi saluti. L.P. LA “CACCIA AL TESORO” A CAREGGI Salve, ieri sera sono andato a Careggi a trovare mio fratello, appena operato al setto nasale. Parcheggio il motorino negli appositi spazi proprio di fronte al nuovo ingresso e mi dirigo verso il bellissimo cartello colorato con tutti i disegnini, i reparti tanti bei nomi e tanti bei cartellini, cerco il reparto che mi aveva detto in cui si trovava e... niente da fare, non esiste!!! Siccome si potrebbe passare da cretini, vi chiedo di fare un salto a Careggi per rendervi conto voi stessi del caos che regna. Nessuno trova niente, non corrisponde il 50... 60... 80% delle indicazioni, tutti vagano e domando a chi incontrano o si fanno guidare al telefono, come ho fatto io. Vi aiuterò... la palazzina era la B8, andate e controllate come si chiama nella realtà, non solo, una volta arrivati, trovatemi, da soli, 1° piano, la stanza 114... buona caccia al tesoro :-) E quando uscite... attenti a non spezzare il setto nasale, a chi magari scende tranquillamente le scale!!! da non credere!!!! Lettera firmata “UNO STADIO NUOVO PER FAR TORNARE TUTTI I TIFOSI” Salve, sono un cittadino dell’Isolotto e tifoso della Fiorentina. Lasciamo perdere come va quest’anno, ma per i prossimi anni (però non si deve andare in Serie B!!!!!!!!!!!) questo benedetto nuovo stadio va fatto. Vado allo stadio da trenta anni (l’abbonamento però quest’anno non l’ho fatto), ormai ho l’età mia e non ne posso più di prendere la pioggia. Già che si deve vedere giocare Cerci... scherzi a parte, alla televisione si vedono all’estero questi stadi bellissimi, ultra-comodi, tutti al coperto, che ti viene voglia di andarci. Perché noi dobbiamo continuare a avere il vecchio stadio? Io ci sono anche affezionato, ma quest’anno non ho fatto
l’abbonamento perché l’anno scorso ho saltato mezze partite perché faceva freddo, pioveva, tirava vento, ecc ecc. Allo stadio non ci vanno solo i giovani tifosi, quelli della curva, ma anche i vecchietti come me, i bambini e le famiglie. A Firenze ci vorrebbe un nuovo stadio, così sono convinto che un po’ di gente allo stadio ci tornerebbe. Ora non ci si va più da un po’, ma quando si giocava in Coppa dei Campioni (o come si chiama ora, non mi riesce nemmeno di scriverlo) non ci si faceva tanto bella figura con lo stadio. Il mio sogno è uno stadio nuovo, al coperto e comodo e con il parcheggio. Fatelo dove volete, ma fatelo!!!!!!! Grazie, Arturo L’APPELLO PER UN GATTO SMARRITO
Salve, il giorno 23/12/2011 in zona Rifredi, via dei ragazzi del 99, ho smarrito un gatto. Nonostante i vari tentativi (volantinaggio, segnalazioni a negozi, ambulatori, veterinari, ecc.) nessuno mi ha dato notizie in merito. Siccome il micio è molto buono probabilmente qualcuno l’ha portato a casa anche per toglierlo dal pericolo della strada, però così facendo il gatto non può ritornare. Chiedo se potete aiutarmi magari con un piccolo annuncio sul giornale. Ringrazio per l’attenzione augurandovi un buon lavoro. Lettera firmata VIA DEL ROMITO E LA (NON) PULIZIA DELLE STRADE Buongiorno, mi chiamo Letizia e abito in via del Romito dove la pulizia delle strade è stata ripristinata al quarto giovedì del mese. Sono ormai mesi che è in atto (per modo di dire) la pulizia, pulizia che però non viene effettuata in quanto nessuno sposta le macchine e quindi è impossibile effettuarla. Ho chiamato più volte il Quadrifoglio e la Polizia Municipale e tutti e due si rimpallano le competenze. Il Quadrifoglio non chiama i Vigili e i Vigili non vengono perché non chiamati!!!! Per
cui, senza nessun controllo, le strade sono mesi che non vengono pulite a fondo... vi farei vedere in che condizioni sono: le fogne sono così otturate da cicche di sigarette e pallottole di sporcizia che, se un giorno dovesse arrivare un forte acquazzone (come vengono spesso d’estate a Firenze), si allagherebbe tutto in quanto è tutto tappato! (vedasi l’estate scorsa). Io credo di essere l’unica a spostare macchina e motorino e anche questo non mi sembra giusto che io debba perdere un sacco di tempo a cercare parcheggio (che in quella zona è praticamente impossibile!) per poi vedere che sono l’unica e che le strade rimangono in quelle condizioni. Quando un tempo mettevano le ganasce le cose funzionavano diversamente perché (è brutto a dirlo!) ma senza i dovuti controlli e le multe la gente fa come vuole. Non so se conoscete la zona di Rifredi/Statuto ma è un po’ lasciata andare a se stessa: la nuova pulizia strade è del tutto inefficiente, le scritte sui muri e sulle saracinesche sono sempre di più, i parcheggi selvaggi sui marciapiedi sempre più frequenti, extracomunitari pieni di roba di contrabbando davanti ogni bar, ogni negozio, ogni farmacia aumentano a dismisura e gli zingari sono fissi a elemosinare ai semafori! Io vivo da queste parti da 30 anni e così in basso non l’avevo mai vista! Mi dispiace enormemente e spero si possa fare qualcosa.. mi si stringe il cuore a vedere la noncuranza sia delle persone che ci vivono sia delle persone che dovrebbero far rispettare le regole del buon cittadino e che invece non si vedono mai! In attesa di un vostro gentile riscontro, porgo cordiali saluti, Lettera firmata “VIALE TOSCANA? UN GABINETTO PUBBLICO” Sono una residente di Viale Toscana e intendo segnalare lo stato di degrado, di abbandono e di sporcizia in cui versa il viale stesso. Trovo scandaloso che le autorità preposte non intervengano per un ripristino decente del viale. Il manto stradale e dei marciapiedi sono una sequenza di buche e dislivelli da rendere pericoloso il percorso pedonale anche ad una persona sana, figuriamoci per gli anziani e i bambini della zona. Ad aggravare poi la situazione è che il Viale Toscana è diventato il gabinetto pubblico di tutti i cani del circondario i cui padroni non si preoccupano minimamente di raccogliere i loro escrementi, che sono così fitti da obbligare noi abitanti a zigzagare con prudenza evitando spiacevoli e insalubri pestamenti. Ma, sbaglio o c’è una ordinanza comunale che obbliga a raccogliere e gettare nei cassonetti gli escrementi dei cani, pena una multa salata? L.R.
lettere
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invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it LE CONDIZIONI DI STRADE E MARCIAPIEDI DI “PERIFERIA” Cara redazione del Il Reporter, Vi scrivo in merito all’articolo sulle condizioni delle strade e dei marciapiedi. E’ tutto vero ciò che scrivete ma vorrei far presente che Firenze non è solo il centro storico e Oltrarno. Esiste anche la periferia, che se non è messa peggio, meglio no di sicuro. A testimonianza di questo ciò che è successo a mia madre, che alla fine di novembre, a causa di un marciapiede dissestato nella zona “periferica” di Rifredi, è caduta riportando una frattura ad un polso con relativa ingessatura per un mese. Il quartiere di Rifredi, è densamente popolato da persone anziane le quali hanno già di per sé difficoltà motorie, poi naturalmente ci sono i disabili in carrozzina e le mamme con i passeggini. Insomma vorrei davvero che il sindaco Renzi non pensasse a fare bello il centro solamente perché è visitato dai turisti che portano guadagni ai commercianti, non possono esserci fiorentini di serie B. Grazie per la Vostra cortesia. Cordiali saluti Lettera firmata
Gentile lettore, ciascun fiorentino sa fin troppo bene che (purtroppo) il problema delle buche non riguarda soltanto le strade del centro. E quello di cui si parla è un problema che non deve essere andato a “cercare” nemmeno troppo, ma che “si fa vivo” da solo mentre si cammina per la città o si è alla guida di auto, motorino o bicicletta. L’articolo cui lei si riferisce era stato scritto prendendo specificatamente in considerazione il centro fiorentino ed è per questo che l’analisi si limitava a quella zona, ma ciò non vuol dire che simili problemi non riguardino anche altre aree di Firenze. Anzi. La zona di Rifredi – come da lei segnalato – ma anche altre sparse qua e là per la città. Buche, avvallamenti, ostacoli, sconnessioni e chi più ne ha più ne metta non caratterizzano solo il cuore di Firenze (che pure, anche in questo caso, ha le sue particolarità, per via della sua pavimentazione, diversa rispetto a quella di altre zone della città), ed è giusto che su tutto il territorio comunale si intervenga per risolvere i problemi che riguardano le carreggiate, sia per i disagi che creano a chi le percorre sia per il pericolo di cadute o altro che possono rappresentare, ricordando sempre che quelle che per molti possono essere semplici “scocciature” per un disabile o per una mamma con il passeggino rischiano di trasformarsi in veri e propri insormontabili ostacoli. Insomma, la stessa attenzione del centro merita ovviamente anche la “periferia” (che poi spesso periferia non è), ed è per questo che vi chiediamo di segnalare quello che non va (in strade e marciapiedi, ma non solo) nelle vostre zone. Chi meglio di chi vive la città e i suoi vari rioni può essere “sentinella” in grado di accorgersi di quelle che sono le situazioni da cambiare? E allora aspettiamo che ci segnaliate le strade in cui secondo voi sarebbero necessari interventi. Noi a nostra volta amplificheremo la vostra voce, per cercare di vincere tutti insieme l’ardua battaglia contro le buche. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it
“LA MIA PROPOSTA: UNA PISTA PER BICI E PEDONI LUNGO IL TERZOLLE” Buongiorno, io abito in Piazza Dalmazia, zona densamente urbanizzata e trafficata e ogni giorno per portare mia figlia alla scuola Matteotti e per poi andare al lavoro, passo accanto al Terzolle e dal caos di Via Reginaldo Giuliani, girando l’angolo, per pochi minuti, mi si apre il cuore, perché finalmente lo sguardo si allarga fino alle colline di Careggi,
c’è un po’ di verde, ci sono le anatre giù in basso, perfino l’aria è più pulita, ma l’incanto è di breve durata..... pochi passi e ci si ributta nel traffico di via Santo Stefano in Pane e poi di Viale Morgagni. Eppure basterebbe così poco...... si potrebbe camminare tranquillamente là in basso, accanto al fiume, basterebbe ripulire e tenere puliti gli argini e si potrebbe andare fino alle Cascine a piedi e fino a Cercina.... Una vera pista pedonale e ciclabile, lontano dal traffico, piacevole da percorrere, sicura per grandi e piccini, come
esistono in tante altre città... come è stata fatta lungo l’Arno per andare dal Parco delle Cascine ai Renai.... La prospettiva giusta non è quella di fare più spazio alle macchine: bisogna fare in modo che non sia più indispensabile l’uso della macchina, bisogna pensare ad una mobilità alternativa alle auto, in una città piccola e in pianura come Firenze, e con tutto il traffico, la scarsa ciclabilità è un reato. Siamo troppi per girare tutti in automobile e non possiamo cementificare ogni cosa e trasformare tutto in strada. Una domenica, sono andata insieme a mia figlia, da Piazza Dalmazia a Villa Petraia, in bicicletta: io stavo sulla strada ma è impensabile farci stare anche dei bambini!!! Quindi, mia figlia, pedalava stando sul marciapiede, ci siamo create, con tutte le difficoltà del caso, la “nostra” pista ciclabile ma non è giusto penar così per andare in bicicletta!! Grazie per l’attenzione Cordiali saluti Sandra Turco IL CAMBIAMENTO DI SAN LORENZO VISTO DA UNA RESIDENTE “STORICA” Cara redazione, in questi giorni è stato completato lo spostamento dei banchi degli ortolani all’interno del mercato di S. Lorenzo, e è stato rimosso il tendone esterno, pare che finalmente si passerà ad una riqualificazione di tutta la piazza. Sono un’abitante del quartiere da 60 anni, in pratica ci sono nata e fino ad ora ho assistito al lento degrado e abbandono di questo mercato che, fino ad ora, aveva funzionato, anche per calmierare i prezzi, era un mercato dove si andava per risparmiare e per trovare quei prodotti tipici della nostra regione, adesso però tutto è cambiato, sono diminuite le pescherie, i banchi degli ortolani, le macellerie, e sono aumentati i banchi che vendono prodotti diciamo “etnici”, ho sentito che il nostro sindaco Renzi vuole che i banchi esterni, quelli che per intenderci sono attualmente in piazza S. Lorenzo, vendano prodotti dell’artigianato fiorentino, e mi sembra giusto, così come i banchi all’interno dovrebbero, per la maggior parte, vendere prodotti toscani, ma questo non avviene perché ogni volta che un’attività chiude viene, invariabilmente, sostituita da persone che vendono altri prodotti che con la tradizione toscana hanno ben poco da condividere: Vorrei sapere dal nostro Sindaco, come funzionano le concessioni delle licenze per queste attività? Quando un commerciante si ritira deve riportare la concessione in comune, come avveniva una volta; e poi il comune faceva dei concorsi per la riassegnazione delle concessioni? Oppure può tranquillamente venderle o affittarle a terzi come avviene attualmente? E, non mi si venga a dire
che i fiorentini non vogliono fare questi lavori perché con l’attuale crisi sarebbero tante le persone interessate, se non dovessero pagare cifre stratosferiche per acquistare dai vecchi conduttori queste concessioni, o pagare agli stessi affitti al nero. Vorrei tanto una risposta. Patrizia Grassi MOSCHEA, “PERCHÈ NON FARLA IN CENTRO?” Caro Reporter, ho letto con interesse l’articolo pubblicato a marzo sulla discussione per la nascita di una moschea a Gavinana. Io abito nel quartiere da quasi vent’anni, è un quartiere molto verde e tranquillo, e devo dire che sono favorevole alla costruzione della moschea. Non penso che il quartiere cambierebbe, però secondo me ha ragione il presidente del quartiere quando dice che non ci sono gli spazi adatti. Dipende da come questa moschea dovrebbe essere, ma se dovesse essere fatta come si legge, capace di accogliere centinaia e centinaia di persone, penso che dovrebbe essere una costruzione abbastanza grande, per la quale ci vuole un grande spazio. E poi qui nel quartiere di stranieri non ce ne sono molti, soprattutto in confronto con altre zone e soprattutto con il centro. Ripeto che per me non c’è problema se la moschea fosse fatta a Gavinana, ma penso che si dovrebbe farla in centro, dove si trova il maggior numero di stranieri. Sarebbe bello, da fiorentino, poter dire che la mia città ha una moschea in centro, insieme ai tanti altri monumenti, penso che sarebbe un bel segnale di accoglienza. Anche in centro è vero non ci sono grandi spazi, ma penso che un posto potrebbe essere trovato e che quello sarebbe il posto migliore per la moschea. Da fiorentino sarei anche curioso di andare a visitarla mentre passeggio per il centro, e anche ai turisti piacerebbe. Che ne pensate? Grazie per l’attenzione e complimenti per il vostro giornale, cordiali saluti, Michele F. ARTICOLO SUI CINEMA, DUE PRECISAZIONI In relazione all’articolo “Cinema: assalto alle tessere sconto. Il dietrofront dei piccoli” due precisazioni: - I dati relativi ai biglietti, da me correttamente comunicati alla giornalista, si riferiscono a tutta Italia e non solo a Firenze. - Ho lasciato da tempo la presidenza dell’Anec e quindi il mio ruolo attuale è solamente quello di esercente del cinema Adriano. Grazie per l’attenzione. Maurizio Paoli
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