Il Giornale nel tuo Comune
Figline, Incisa, Reggello, Rignano
Periodico d’informazione locale. Anno VI n.49 del 2 Luglio 2012. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10
PRIMO PIANO
ScUOlA Figline
LUGLIO 2012
Notti magiche all’italiana Andrea Muzzi*
S
arrivederci Le borra tutto suL Nuovo aNNo Rimandata Numeri, dateal e2021 novità: la creazione ecco quello che c’è della discarica. da sapere Nelaspettando frattempo la prima campanella via alle indagini 2012/13 sul terreno PAGG.10-11 PAG.4
Rignano Il progetto di un laureando in Scienze Politiche per conoscere meglio gli elettori e le loro preferenze PAG.5
SPORT
Quanti sono i valdarnesi? Lo svela il censimento PAGG.2-3
La Toscana a rischio sismico
l’allarme Reggello
di Carpini - Squarcialupi
Q L’attesa dei tiFosi La voglia di tornare ad amare la squadra è tanta, ma molti sono ancora scottati dal recente passato PAG.22
E OLIMPIADI SIANO Sebastiano Ranfagni si prepara all’esordio in vasca. E intanto pensa ad aiutare i terremotati PAG.25
ualcuno l’ha sentito anche qui da noi, tutti siamo rimasti sconvolti nel vedere quelle immagini in tv. Il terremoto che ha colpito l’Emilia ha lasciato il segno e ha fatto riaccendere i riflettori su un argomento, quello della sicurezza del territorio, che troppo spesso capita di dimenticare. Ma qual è veramente la situazione in Toscana? La nostra - parola di esperti - è una regione molto delicata da questo punto di vista. “L’ottanta per cento del territorio
è considerato sismico, ci sono poche eccezioni”, spiegano. Ma non sempre, purtroppo, questo è stato tenuto nella dovuta considerazione. Soprattutto in certi momenti storici come dopoguerra e anni ‘70: case e condomini costruiti in quel periodo “molto spesso non sono a norma”. Si tratta quindi di correre ai ripari e rendere questi edifici a prova di scossa. Il problema, però, è sempre lo stesso: mancano le risorse PAGG.8-9 per farlo.
In sella a Jack verso il centro disabili PAG.7
Incisa
Violenza sulle donne, Per venire incontro ai pendolari èse allol’inferno studio un servizio è navetta in casa che colleghi le varie frazioni PAG.6 PAG.12
il punto Vacanze fiorentine ai tempi della crisi
LOCALITA’ LECCIO
ono appena finiti gli Europei di calcio. È un’abitudine tutta italiana vedere le partite della Nazionale con amici e parenti. In queste situazioni trovi ogni tipo di tifoso. C’è quella che di calcio non ci capisce niente. La riconosci subito perché guarda la tv e poi ti chiede: “L’Italia quale sarebbe?”. Una frase del genere distrugge ogni emozione. Sarebbe come se mentre fai all’amore con una donna lei ti chiedesse: “Potresti muoverti un po’ meno sennò non riesco a prendere sonno?”. C’è la tifosa emotiva, detta anche tifosa sirena, quella che urla sia che attacchino i nostri che gli avversari: “Ohiiii, ohiiii, ohiiii”. Dopo il primo tempo vi consiglio di mettere questa tifosa in macchina, così vi fa anche da antifurto! Poi c’è il tifoso ‘ndrangheta, quello che guarda la partita solo perché ha odi personali: prende di mira un giocatore e qualsiasi cosa succeda è solo colpa sua. Aumenta la disoccupazione? È colpa di Balotelli! Perché? Se smettesse di giocare almeno si libererebbe un posto! Infine il tifoso 3D, quello che ti fa vivere la partita come se fossi in campo. Quando c’è l’inno d’Italia lui si alza in piedi e canta. Durante la partita si agita e suda come un giocatore. Se l’arbitro ammonisce qualcuno lui lo manda a quel paese. Addirittura io ho un amico che finita la partita mi regala sempre una provetta di urine: è l’antidoping! In Rai invece sta scoppiando il caso Galeazzi, o meglio sta scoppiando Galeazzi. Possibile che nessuno noti come quest’uomo sia sempre più grosso? Per mandarlo in tv la Rai ha dovuto investire nel digitale terrestre: la faccia la vedi su Rai 2, il resto del corpo su Rai 4 e Rai 5! *Comico
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Luglio 2012
l’inchiesta. Ecco i risultati (parziali) dell’indagine
Censimento atto primo, il Valdarno in numeri Dall’analisi della prima tranche di dati si scopre che la popolazione aumenta, così come la cementificazione Andrea Tani
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ono i primi risultati e quello che ne viene fuori è per forza di cose un quadro ben lontano dall’esaustivo. Qualche conclusione però la si può trarre. Proveremo a farlo in queste pagine prendendo in esame i dati del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni che già si conoscono al dettaglio comunale: popolazione residente, numero di famiglie, numero di abitazioni. Qualche confronto con i dati del precedente Censimento (quello del 2001) e con altre rilevazioni fatte nell’ultimo decennio e si scopre che, ad esempio, anche in Valdarno la popolazione è aumentata. Nemmeno di poco, l’11,68% di media nei quattro comuni del versante fiorentino, anche se in maniera diversa: molto ad Incisa, quasi per niente a Figline. Una conferma: sempre più sin-
gle, sempre più divorziati, soprattutto sempre più anziani soli. Il numero delle famiglie aumenta in modo vorticoso perché sono sempre di più quelle formate da un solo componente. Altro fatto evidente a chiunque abiti in Valdarno ma che ora trova conferma nei numeri: aumentano le abitazioni, secondo una proporzione del tutto slegata (+21,25% di media) dall’aumento della popolazione. Segno di una cementificazione residenziale che si è spinta forse troppo in là. La fotografia esatta della popolazione valdarnese - e di tutta quella italiana - si conoscerà solo poco prima del 31 dicembre, quando per ogni comune saranno resi noti i numeri degli abitanti distinti per sesso, anno di nascita e cittadinanza. Per tutti gli altri dati si dovrà aspettare tra marzo e maggio 2014. Intanto, ecco un primo ritratto.
Figline. Lo sviluppo demografico rallenta la corsa
Incisa. Alta la percentuale di nuovi arrivati
La città invecchia... e i cittadini anche
Più case e abitanti: il record della crescita
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igline invecchia e la popolazione diminuisce. Secondo i primi dati estratti dal 15esimo censimento generale i residenti al 9 ottobre scorso sono 16.829. Il saldo nei dieci anni trascorsi dall’ultimo censimento del 2001 è di 528 abitanti in più rispetto ai 16.301 di allora, il più basso registrato nei quattro comuni del Valdarno fiorentino sia in valore assoluto che in percentuale: +3,24%, appena un quinto di Incisa, Reggello e Rignano. Pochi in più nell’arco di dieci anni, addirittura qualcuno in meno negli ultimi tre. Dopo aver sfondato la soglia “mentale” dei 17mila l’anno scorso (la popolazione residente al 1 Gennaio 2011, secondo dati Istat, era di 17.050) arriva un deciso passo indietro che riporta il numero al più basso dal 2007, quando i figlinesi registrati all’anagrafe erano 16.732. Nel 2010 i morti furono 96 in più dei nuovi nati ed altre 486 persone sparirono dal registro anagrafico perché trasferite in altri comuni o all’estero. L’impressione è che anche nel 2011 si sia confermata la tendenza, probabilmente aggravata da qualche nuovo arrivo in meno. Le femmine restano per così dire in vantaggio, 8.723
contro gli 8.106 maschi. Quanto alle famiglie, il censimento ne individua 6.681 sul territorio comunale per un totale di 16.732 cittadini che vivono all’interno di un nucleo familiare. La media dei componenti è di due e mezzo precisi, del tutto in linea con i dati del comprensorio. L’incremento percentuale delle famiglie è invece di gran lunga il più basso, +37,47% dal 2001. Altri 97 figlinesi vivono in regime di convivenza di altro tipo. Capitolo abitazioni, l’altra metà dell’indagine censimentaria: a Figline sono 7.408 più altri due che rientrano tra gli “altri tipi di alloggi occupati da residenti”. Erano 6.422 nel 2001. L’aumento di 988 unità abitative è secondo nel comprensorio solo a quello registrato a Reggello ma il tasso di crescita percentuale, indicativo perché più rispettoso delle proporzioni tra i quattro comuni rispetto al semplice valore assoluto, è di gran lunga il più basso: +15,38%, segno che l’espansione residenziale nell’ultimo decennio qui è stata più contenuta rispetto ad altre zone anche vicine. E d’altra parte se la popolazione non cresce frena anche il bisogno /A.T. di nuove case. Il Reporter del Valdarno F.no raggiunge 18.509 famiglie nei Comuni di Figline, Incisa, Reggello, Rignano.
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li incisani sono sempre di più: 6.337 a quanto risulta dai primi dati del censimento generale della popolazione e delle abitazioni aggiornato al 9 ottobre scorso. Incisa resta il comune più piccolo tra i quattro del Valdarno fiorentino, ma anche quello con la maggiore crescita demografica. Nel 2001, anno del Censimento precedente, la popolazione ammontava a 5.503 residenti. Oggi sono 834 in più rispetto ad allora, un aumento in termini assoluti superiore anche a quello di Figline (che pure conta quasi il triplo di abitanti in totale), il primo per percentuale nell’ipotetica classifica valdarnese: +15,16%, cinque volte tanto quello della già citata Figline. Citata non a caso, perché in vista della possibile fusione, proprio da Incisa potrebbe arrivare una spinta al rinnovamento demografico. Altra conferma: l’ultimo bilancio demografico dell’Istat dichiarava 6.339 residenti al 1° gennaio 2011, appena due in meno di quelli registrati dieci mesi più tardi, mentre nei centri vicini il calo tocca anche la tripla cifra. Un decennio di crescita incessante che dopo un 2010 dal saldo demografico positivo e un tasso di crescita tra i primi 1.500 italiani (su 8.094 comuni) si è sì attenuata,
ma senza compiere passi indietro. I maschi sono 3.052, le femmine 3.285. Ad Incisa esistono 2.490 nuclei familiari all’interno dei quali vivono 6.131 cittadini. La media, pressoché identica agli altri tre comuni del versante fiorentino della vallata, è di 2,46 componenti per famiglia. Sono 891 le famiglie in più delle 1.599 censite nel 2001, un aumento percentuale del 55,72% del tutto fuori misura confrontato a quello del numero di residenti che si spiega con la quota crescente di famiglie monocomponenti, siano essi single, divorziati o anziani rimasti soli. Il dato più curioso è però quello relativo al numero di popolazione residente in convivenza: 206 cittadini, il doppio rispetto a Figline, il triplo di Rignano, sei volte il numero di Reggello. Di pari passo con il più alto rapporto di crescita demografica va l’aumento del numero di abitazioni: sono 2.875 quelle censite ad Incisa, più altri due alloggi di diverso tipo comunque occupati. Dieci anni fa quelle rilevate dal precedente censimento furono 2.148, 727 in meno. Ciò significa che oggi c’è un 33,85% di case in più, di gran lunga il maggior incremento del Valdarno, più che doppio di quelli registrati /A.T. a Figline e Reggello.
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reggello. Ai piedi del Pratomagno si registra un incremento dei residenti. Ma anche dei “nonni single”
Sempre più anziani che vivono soli Dopo nove anni di espansione al di sopra della media provinciale e regionale, il saldo, dal 2010 in avanti, si è stabilizzato registrando solo qualche decina di unità in più rispetto ai periodi precedenti
R
eggello è cresciuta. E non poco, almeno a guardare la nuda statistica. Secondo i primi dati estrapolati dal quindicesimo Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, i residenti ai piedi del Pratomagno sono 16.119. Divisi quasi a metà fra i maschi, che sono 7.928 (pari al 49,18%), e le femmine, 8.191 (il restante 50,82%). Nel 2001, secondo quanto rilevato dal censimen-
to precedente, la popolazione residente a Reggello era di 14.167 unità, 1.952 in meno. L’aumento in termini assoluti è di gran lunga il più marcato del decennio tra i quattro comuni del comprensorio (quasi il doppio rispetto ai 1.099 di Rignano che segue staccata al secondo posto), anche se in termini percentuali è solo il terzo: +13,78%. Ma dopo esser cresciuta ha mostrato un brusco rallen-
tamento e negli ultimi mesi si rileva anche qualche passo indietro. Secondo il bilancio demografico annuale dell’Istat, dopo nove anni di aumento al di sopra della media provinciale e di quella regionale, il saldo del 2010 si è fermato a poche decine di unità in più. All’1 gennaio 2011 la popolazione risultava di 16.296 residenti e ciò significa che in pochi mesi - da lì al 9 ottobre - se ne sarebbero persi ben 177. Nuovi reggellesi, nuove case: normale che anche il numero di abitazioni sia quello lievitato di più nel lungo periodo tra le quattro località valdarnesi. Oggi sono 8.060 oltre ad altri 40 alloggi di diverso tipo occupati dai residenti. Dieci anni fa erano 6.960. Un aumento di 1.140, di nuovo il maggiore in senso assoluto ma non in percentuale, ferma al +16,38%. Case in cui abi-
tano le 6.562 famiglie censite, letteralmente moltiplicate rispetto ai 4.179 del 2001: sono il 57% in più, un dato del tutto sproporzionato se paragonato alla crescita della popolazione e prodotto in modo inequivocabile dall’aumento dei divorziati e dei single che vanno così a comporre un nucleo familiare monocomponente, ma soprattutto dal progressivo invecchiamento della popolazione (in una cittadina che già si piazzava abbastanza in alto nelle classifiche di vecchiaia) che ha per effetto un numero sempre maggiore di anziani che vivono in solitudine. Tant’è che il numero medio dei componenti per famiglia è di 2,45 e quasi tutti i reggellesi, 16.085 persone, sono classificati tra i residenti in famiglia. Soltanto 34 quelli che coabitano in /A.T. differenti rapporti di convivenza.
Rignano. Poco tempo fa l’età media era di 42 anni e l’indice di vecchiaia faceva invidia alle realtà del comprensorio
Il comune più giovane (forse) perderà lo scettro I
rignanesi sono 8.641. Questo almeno stando ai primi dati del 15esimo censimento della popolazione e delle abitazioni disponibili al momento. Al 9 ottobre 2011 si sono registrati 4.424 femmine e 4.217 maschi tra i residenti nel territorio comunale. Nel 2001, all’epoca del Censimento precedente, erano 7.542. Un aumento netto di 1.099 unità che tradotto in percentuale significa +14,57%, un tasso perfettamente in linea con quelli emersi nel resto del comprensorio valdarnese. In vent’anni la popolazione è cresciuta di 2.282 cittadini: erano infatti 6.359 quelli censiti nel 1991. Il trend di ascesa continua, però, anche qui sta per invertire la rotta: i registrati all’anagrafe al 1° gennaio 2011, secondo il bilancio
demografico annuale dell’Istat, erano 8.758, 117 in più di quelli poi censiti appena dieci mesi più tardi. Dopo 20 anni di aumento incessante si va insomma verso un periodo di saldo negativo ed è difficile prevedere se Rignano saprà confermarsi come il comune più giovane dei quattro del Valdarno fiorentino. Nel 2010 l’età media era di 42,81 anni, con un indice di vecchiaia (il rapporto di composizione tra la popolazione anziana oltre i 65 anni e quella giovane da zero a 14 anni, utilizzato per stimare il grado di invecchiamento di una popolazione) pari a 154,06, invidiabile dalle vicine Reggello (197,45), Figline (211,72) e Incisa (216,20). Le famiglie di Rignano sono 3.344, 1.098 in più di quelle regi-
Si moltiplicano le famiglie monocomponenti. In un ventennio si sono ingrossate le fila degli “indigeni”, ma ora il trend sta per invertire la rotta strate dieci anni fa. Allora erano 2.246 e la variazione percentuale ammonta così al 48,89%, questa invece del tutto simile a quelle degli altri tre comuni valdarnesi. Vivono in famiglia 8.577 cittadini
per una media di 2,56 componenti per nucleo familiare, letteralmente crollata dal 2,76 di dieci anni fa. Effetto del moltiplicarsi di famiglie monocomponenti, tra single, divorziati e anziani rimasti soli. Altri 64 coabitano in diverse forme di convivenza. Arrivano anche i primi dati relativi all’altra metà dell’indagine, le abitazioni. A Rignano sono 3.751, alle quali vanno ad aggiungersi altri 18 alloggi di altro tipo occupati dai residenti per un totale di 3.769. Nel 2001 ne vennero registrate 3.156, 613 unità in meno, per un aumento percentuale del 19,42%. È il secondo più alto del Valdarno, dietro l’inarrivabile +33,85% di Incisa ma con un buon margine su Reggello e Fi/A.T. gline.
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Luglio 2012
Figline. L’impianto resta in programma, ma serviranno sei anni in più per risolvere le controversie
Le Borra, storia infinita per la discarica Il via ai lavori è previsto nel 2021, quando sarà stato ampliato
in città. Più spazi e un quarto d’ora gratis per tutti
l’inceneritore di Rufina e dismessa l’area di Podere Rota
Parcheggi, via alla rivoluzione
Andrea Tani
P
S
e ne riparla nel 2021. Prima di allora la discarica de Le Borra non si farà. Dopo anni di polemiche, scontri istituzionali, accese proteste da parte dei cittadini, la Provincia di Firenze ha accettato una mediazione. O per meglio dire, un rinvio: l’impianto figlinese resta in programma, ma ci saranno sei anni di tempo in più (il via ai lavori era infatti inizialmente previsto nel 2015) per risolvere le controversie rimaste in sospeso. Controversie che restano essenzialmente due, anche se non da poco: Le Borra dovrà nascere soltanto dopo l’ampliamento dell’inceneritore di Selvapiana, a Rufina, e la dismissione della discarica di Podere Rota, a Terranuova Bracciolini, che dista meno di sette chilometri in linea d’aria dal futuro impianto figlinese. Inoltre non dovrà accogliere rifiuti “tal quali” ma soltanto ceneri e inerti da termovalorizzatore. Le stesse osservazioni che l’amministrazione figlinese ha rivolto in via ufficiale alla Provincia, chiedendo di accertare la piena idoneità del sito alla funzione designata. Che ci fosse bisogno di rivedere i metodi della valutazione ambientale strategica lo avevano d’altra parte messo in chiaro i sindaci di San Giovanni Valdarno e Cavriglia, chiedendo senza mezzi termini lo stralcio de Le Borra dal Piano interprovinciale dei rifiuti. L’impianto insisterebbe su un terreno all’interno del territorio provinciale di Firenze, e dunque di competenza dell’Ato Centro, ma a poche centinaia di metri dal confine con i loro comuni. Questa localizzazione, secondo quanto
l’area de
Le Borra
Nel frattempo saranno fatti nuovi studi ambientali indicato esplicitamente nel Piano, non è altro che la conferma di una previsione elaborata alla fine degli anni ’80, vecchia di quasi trent’anni. Di altri studi più recenti e approfonditi non c’è traccia e lo stesso piano industriale dell’Ato descrive le valutazioni del progetto come “sviluppate in forma preliminare e […] ritenute di larga massima”. C’è poi un errore grossolano: l’area è classificata come un’ex cava a
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cielo aperto per l’estrazione di lignite, con “numerose depressioni da riempire e bonificare”. Ma Le Borra è ben al di fuori del giacimento di Santa Barbara e dunque non vi si trova nessuna depressione creata dallo scavo meccanico per l’estrazione di alcun combustibile fossile. Podere Rota resterà aperta almeno fino al 2021 e continuerà a servire anche l’area fiorentina. Nel frattempo ci saranno sei anni di tempo in più per completare nuovi studi ambientali sul terreno de Le Borra, mettere in chiaro il tipo di rifiuti che dovrà accogliere, realizzare l’ampliamento di Selvapiana, completare la dismissione dell’impianto di Podere Rota. Oppure trovare un’alternativa.
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arte la rivoluzione dei parcheggi a Figline, nel centro storico e non solo: aumentano gli spazi a pagamento ma vengono più che raddoppiati quelli riservati ai residenti. Per tutti, i primi 15 minuti di parcheggio all’interno della zona a traffico limitato saranno gratuiti. Queste le principali novità previste dal piano di riassetto delle aree di sosta approvato dalla giunta che proprio nel mese di luglio entrerà in vigore. Nel quadrilatero tra via Brunone Bianchi, corso Mazzini, corso Matteotti, piazza Ficino e piazza Averani non si pagherà il primo quarto d’ora di sosta - non sarà la mezzora di cui si era parlato in consiglio, ma comunque il tempo di sbrigare le classiche commissioni “lampo” - purché sia esposto sul cruscotto il ticket rilasciato dal parcometro al momento dell’arrivo. Superata la soglia scatta la tariffa oraria di un euro con pagamento minimo di 50 centesimi, dalle 8 alle 20 dei giorni feriali, ad eccezione dei posteggi nella Ztl disciplinati diversamente e senza distinzione tra i giorni della settimana. Per il resto, gli spazi blu, quelli a pagamento, passano dai precedenti 268 a 294, divisi quasi a metà tra centro storico e zone limitrofe (rispettivamente 149 e 145). Saranno 188 i posteggi riservati ai residenti nel centro storico, 148 proprio all’interno dell’antica cinta muraria, gli altri nelle zone limitrofe (76 in piazza Bonechi, 40 nel parcheggio di via Del Puglia). Un netto aumento rispetto ai 74 attivi finora. Per tutti gli altri parcheggiare a lungo e gratuitamente in centro sarà meno
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facile, visto che gli spazi di sosta libera rimarranno soltanto 34. Nelle zone limitrofe, anche se diminuiti nel numero, saranno comunque 677. La rivoluzione lascia intatti i posteggi riservati agli invalidi, che restano 37, quelli per il carico e scarico delle merci, 15, e quelli con l’obbligo del disco orario, 46, quasi tutti nei pressi del parcheggio della stazione. Non solo auto: sono 155 i posteggi per i motocicli (75 in centro, 80 all’esterno) e per la prima volta saranno mappati anche i parcheggi riservati
Intatto il numero di posteggi per gli invalidi alle biciclette, 71 dislocati in più zone del centro storico. Un ausiliare del traffico incaricato dalla polizia municipale vigilerà sul rispetto delle nuove normative a /A.T. riassetto avvenuto.
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Rignano. Nonostante il servizio sia attivo da anni, i risultati non sono ancora dei migliori
Maglia nera per la raccolta differenziata Ancora insufficiente la percentuale dei rifiuti divisi a seconda della tipologia. La società che gestisce il ritiro ha allo studio una serie di proposte ad hoc Camilla Fusai
L
a carta con il cartone, la plastica con le lattine ed il tetrapak, il vetro con il vetro. Ogni rifiuto ha il suo cassonetto ed ogni cassonetto il suo colore. Ma Rignano sull’Arno, dopo anni dall’attivazione del servizio porta porta della raccolta differenziata della carta e con la presenza di numerosi cassonetti per i rifiuti, è ancora il comune servito da Aer, con la più bassa percentuale di differenziazione. Nell’arco dello scorso anno, il comune ha toccato solo il 48,65% della differenziazione mentre la vicina Incisa Valdarno, si aggiudica il podio con il 66,99%. Per invogliare e sensibilizzare i cittadini ad effettuare la raccolta differenziata e ridurre la produzione di rifiuri, Aer ha in studio alcuni progetti e contatti con la nuova amministrazione comunale per realizzarli. “Nell’ottica dell’azienda è senza dubbio prioritario, lavorare per una corretta raccolta differenziata e una riduzione dei rifiuti – spiega
il presidente di Aer Silvano Longini -. Anche per questo tra gli sviluppi futuri dei servizi sul territorio è ipotizzabile la realizzazione di progetti mirati alla riduzione del rifiuto indifferenziato con conseguente incremento delle percentuali di raccolta differenziata”. La riduzione dei rifiuti indifferenziati potrebbe essere messa in atto attraverso l’introduzione in paese, del sistema con calotta e chiavetta elettronica. In questo modo, nei nuovi cassonetti, sarà possibile introdurre un sacchetto della volumetria massima di 15 litri. “Invito ogni cittadino al maggiore civismo possibile e alla messa in atto di semplici e buone pratiche che aiutino l’azienda e permettano un rispetto sempre maggiore per l’ambiente – aggiunge Longini – Produrre meno rifiuti e valorizzare i materiali di scarto attraverso la raccolta differenziata, permettendo di reinserirli nei cicli produttivi, sono pochi e semplici gesti quotidiani sufficienti per dare il proprio contributo
al nostro lavoro”. Per informare i cittadini sul riciclo dei rifiuti, sullo smaltimento delle cosiddette ‘’categorie speciali’’ e per il ritiro di materiali ingombranti che non devono essere assolutamente abbandonati in discariche improvvisate o vicino ai cassonetti tradizionali,
Aer ha creato sul sito online (www.aerweb. it) una sezione contenente l’abc dei rifiuti. Inoltre, per ricevere informazioni, è possibile contattare direttamente l’azienda al numero verde 800.011.895. Perché il singolo può fare la differenza.
La curiosità. Durante le amministrative, un iscritto a Scienze Politiche ha sottoposto un questionario alle persone
Come ti studio l’elettore. Ecco l’idea di un laureando U
na croce sulla scheda e il gioco è fatto. Ma per capire dove metterla ci vogliono diverse ore o, per meglio dire, diversi giorni di riflessioni. Mattia Forni, uno studente rignanese, ha voluto provare a capire dove e perché i suoi concittadini mettono quella croce. In occasione delle ultime elezioni amministrative ha aspettato gli elettori fuori dai seggi chiedendo loro di riempire un questionario anonimo. L’obiettivo? Analizzare i flussi elettorali e provare a comprendere le opinioni, le priorità e il profilo politico dei votanti rignanesi. Un lavoro che diventerà materiale per la sua tesi di laurea in Scienze politiche, ma che ha già suscitato un grande interesse in città e continuerà a farlo mano a mano che si conosceranno i risultati. Anche perché il successo è
stato netto e inatteso nelle proporzioni: 1.351 questionari raccolti, riempiti da più del 33% dei 3.966 che si sono recati alle urne. “L’ampia partecipazione all’iniziativa è stata assolutamente inaspettata - spiega Mattia Forni - tanto che ho dovuto ristampare molti questionari nel corso della giornata delle elezioni. Un successo reso possibile soprattutto dai ragazzi e le ragazze, in totale 20 persone, che mi hanno aiutato nella consegna dei questionari all’uscita dei seggi e ai miei genitori per il loro supporto materiale”. Diciannove domande a risposta chiusa: si parte col tracciare un profilo medio dell’elettore (sesso, età, professione, titolo di studio) per poi chiedere a chi è andato il suo voto, quando e come è maturata la decisione (fiducia personale o nel
programma, valori, appartenenza, rinnovamento o abitudine?), su quale punto dell’ideale spettro che va da sinistra a destra ritiene di collocarsi, i voti nelle consultazioni precedenti e le intenzioni per le prossime, i canali di informazione più efficaci per conoscere programmi e candidati. Infine, un voto all’amministrazione uscente. “Lo stesso sindaco si è complimentato e ha molto apprezzato”, racconta Mattia. “Una volta che mi sarò laureato ho intenzione di pubblicare la mia tesi e metterla a disposizione, anche con una copia nella biblioteca comunale”. Prima però ci sono 25.650 risposte da “scrutinare” e analizzare. Mattia avrà il suo bel da fare durante l’estate. Noi, come tutti i rignanesi, restiamo in /A.T. attesa dei risultati.
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Incisa. Visto il ridimensionamento di molte linee, il Comune vuol correre ai ripari
Tagli ai trasporti? Ecco il bus “supplente” L’idea è quella di attivare una “navetta” che vada
Alberto Tonelli
a integrare il servizio locale. Il capoluogo verrebbe
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in questo modo collegato alle piccole frazioni penalizzate dalle sforbiciate dovute alla mancanza di risorse
n bus comunale per ricucire i tagli al trasporto pubblico. L’idea si sta facendo largo ad Incisa dove i pendolari rischiano di pagare a caro prezzo la drastica riduzione dei trasferimenti governativi destinati alla mobilità locale. Già dallo scorso 5 marzo si è assistito ad un primo ridimensionamento: con il passaggio all’orario estivo la corsa 354 Poggio alla Croce-Firenze del primo pomeriggio è stata can-
focus Insieme a Figline
A pochi passi dalla fusione
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vanti a passo svelto verso il Comune unico. L’iter istituzionale procede di gran lena e la lettera consegnata dai due sindaci di Figline e Incisa Riccardo Nocentini e Fabrizio Giovannoni al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi a metà dello scorso maggio è l’atto formale che dà ufficialmente il via al conto alla rovescia verso il referendum. Nella lettera si chiede alla giunta di impegnarsi a redigere ed approvare la proposta di legge per la fusione, seguendo le disposizioni della legge regionale 68/2011, la cosidetta “legge Nencini” sul riordino degli enti locali. La proposta così redatta sarà quella sottoposta al quesito referendario sul quale i cittadini dovranno esprimersi verosimilmente nel 2013. Qualche numero: Incisa e Figline diventerebbero i due Comuni più grandi per popolazione ed estensione che ad oggi si siano fusi in Italia, un ‘unicum’ da più di 23mila abitanti e oltre 23mila e 98 chilometri quadrati di estensione. Quanto ai risparmi, una prima stima valuta in quasi 100mila euro annui l’abbattimento dei costi della politica: con un solo sindaco, un consiglio dimezzato (dai 32 di oggi si passerebbe a 16), cinque assessori invece di nove, servirebbero 117mila euro contro i 216 attuali. In più la Regione ha stabilito in 150mila euro all’anno, per i primi cinque anni, il contributo da destinare ai Comuni dopo la fusione. Siamo alle ultime tappe del percorso avviato 2007, quando si cominciò a parlare di Unione (non ancora di fusione) a tre con Rignano, progetto poi naufragato nel 2010 con il passo indietro dell’amministrazione rignanese che preferì sposare la causa dell’Unione di Comuni Valdarno-Valdisieve. L’ultimo tratto di strada è tracciato. Saranno i cittadini a deci/A.T. dere se percorrerlo.
cellata e Figline esclusa dai capolinea. E i tempi duri, a quanto pare, hanno ancora da venire. La stima della Provincia parla di un calo in arrivo del 20% delle risorse rispetto a quelle stanziate per il 2012. Un calo che inevitabilmente si tradurrà in altre cancellazioni. Da qui l’idea di intervenire con quella che per il momento è stata battezzata ‘Circolare del Valdarno Incisa-Figline’: un servizio navetta che faccia da corollario e completamento alle normali autolinee mantenendo i collegamenti tra i due comuni - con un occhio di riguardo verso le frazioni più periferiche - e le stazioni ferroviarie in una logica di integrazione gomma-ferro. Funziona così: si verrebbe a creare un circuito di fermate tra Palazzolo, Burchio, il capoluogo, Massa e la stazione, con la navetta che prosegue poi verso Figline e dintorni fino al Restone, con fermate fisse o a chiamata. Non un servizio alternativo a quello delle linee pubbliche appaltate, piuttosto un rinforzo: le corse non andranno a intersecarsi né nel tracciato né negli orari con quelle dei lavoratori, degli studenti e con le ospedaliere dirette a Careggi e Ponte a Niccheri. Resteranno però attive nella fascia oraria lavorativa (si pensa dalle 8,30 alle 19) per venire incontro a chi si ritroverebbe impossibilitato a muoversi e prendere il treno utilizzando i mezzi pubblici, con un occhio di riguardo verso le categorie economicamente più svantaggiate, giovani e pensionati, per i quali verranno applicate tariffe agevolate. Il progetto è in fase di studio, restano da definire i dettagli. La bozza è però già stata presentata in Provincia e, secondo quanto riferito anche dall’assessore alla viabilità Mauro Di Stefano, ha avuto un’accoglienza positiva e collaborativa. L’obiettivo è dunque quello di stringere i tempi, in modo da rispettare una tabella di marcia che vorrebbe l’inizio di una fase di sperimentazione nel dicembre di quest’anno, per partire a tutti gli effetti nei primi mesi del 2013. Mentre la gara regionale unica per il trasporto pubblico locale entra nel vivo (con il passaggio alla fase operativa dopo più di un anno di discussione e preparazione), a pochi giorni dalla presentazione della nuova rete del trasporto pubblico locale fiorentino elaborata dagli assessorati di Provincia e Regione, preso atto delle prospettive buie all’orizzonte, in Valdarno si prova a correre ai ripari per tempo. Le prove tecniche di Comune unico passano anche da qui.
La fase di sperimentazione dovrebbe partire a dicembre
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Reggello. Le Rsu hanno ottenuto un incontro con la proprietà, per capire cosa ne sarà dello stabilimento
Il futuro incerto dell’Istituto De Angeli Andrea Tani
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a data da cerchiare in rosso è quella del 18 luglio. Da quel giorno il futuro dell’Istituto De Angeli e dei suoi 300 lavoratori sarà più chiaro. Nell’ultimo mese e mezzo i timori si sono sommati giorno dopo giorno, tanto da portare la questione sul tavolo della commissione lavoro della Provincia di Firenze. Il motivo? Il piano di investimenti presentato un anno e mezzo fa tarda a prendere quota. La De Angeli è una società terzista che lavora per conto e su commissione di Fareva, gruppo farmaceutico francese tra i più importanti al mondo che conta 6.500 collaboratori e 29 siti produttivi in Europa e non solo. Alla luce di alcune novità organizzative e del ritardo nell’attuazione degli impegni assunti, è apparso piuttosto chiaro che il gruppo avesse qualche difficoltà. Difficoltà che, si teme, potrebbero penalizzare proprio il sito di Reggello. “Ad oggi siamo non siamo spaventati spiega Umberto Saccone, segretario della Filcem Cgil Firenze - ma un po’ di preoccupazione c’è. Attualmente la De Angeli non ha problemi occupazionali, ma il mercato farmaceutico è in grossa difficoltà in Europa potremmo ritrovarci di fronte a dei problemi se il piano di investimenti non venisse riconfermato nel 2013 e 2014”. Quando cioè scadranno le attuali commesse dello stabilimento reggellese. Se ne saprà di più il 18 luglio, giorno in cui le Rsu hanno ottenuto un incontro al tavolo della Confindustria con la proprietà francese. Il vicepresidente del gruppo sarà in Valdarno, l’occasione migliore per verificare se la Fareva sarà in grado di tener fede agli impegni assunti e quali siano le sue reali intenzioni nei confronti del polo reggellese, che dopo la perdita della Boehringer - il piano di trasferimento a Milano si è concluso alla fine dello scorso aprile, lasciando 20 “esodati” lungo la sua strada - non potrebbe sopportare un altro ridimensionamento. Anche perché lo stabilimento, che si occupa di produzione, confezionamento e controllo di medicinali e dispositivi medici, registra ancora una buonissima produttività e un modello organizzativo funzionante. Ma deve fare i conti con la crisi.
zoom Lavori fermi dal 2010. E il degrado aumenta
Ex Resco, cantiere fantasma
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el quartiere residenziale resta solo lo scheletro. Tutto intorno, l’incuria. L’area dell’ex mobilificio Resco, al Matassino, sta per tagliare il poco nobile traguardo dei due anni di totale abbandono, 24 mesi che hanno trasformato il cantiere in un recinto pericolante di degrado e insicurezza che i cittadini non sopportano più. Nello spazio un tempo occupato dalla storica fabbrica dovevano nascere 126 appartamenti, alcuni negozi, una zona verde. I lavori iniziano nel 2008 e proseguono a buon ritmo, ma nell’agosto 2010 la ditta di costruzioni pratese che li stava realizzando dovette fermarsi, piegata dalla crisi dell’edilizia che di lì a poco l’avrebbe costretta alla cassa integrazione. Il cantiere chiuse e da allora nessuno se ne è più curato. Alcuni edifici sono quasi completi, altri ancora stretti dalle impalcature. I materiali edili e le attrezzature lasciati a terra, più o meno nascosti dalle erbacce. Tre gru restano in piedi poco lontane dalle case intorno e una di queste, hanno riferito alcuni cittadini, oscilla in modo preoccupante nei giorni di vento forte. La recinzione esterna resiste come può, anche se in certi punti ha ceduto e da lì è facilissimo entrare nel cantiere. Sembra anche che qualcuno lo abbia già fatto per rubare le
la storia. L’animale usato per la terapia
Il cavallo Jack al galoppo fino al centro disabili
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grondaie di rame. Nessun cartello, nessun divieto. Il compensato messo a protezione di un tratto del marciapiede di via Buozzi infestato dalla malerba sta per staccarsi e nessuno si fida a parcheggiare la macchina nelle vicinanze. All’inizio di giugno il sindaco Cristiano Benucci ha emesso un’ordinanza che obbliga i proprietari a prendere tutti gli accorgimenti per rimediare all’ingresso indiscriminato e alla carenza di sicurezza. Qualsiasi sarà il destino del cantiere, è necessario prima di tutto fare qualcosa per garantire l’incolumità dei cittadini che /A.T. al Matassino ci abitano.
ettanta chilometri al galoppo, sulla rotta Reggello-Firenze, per recapitare il cavallo Jack al centro disabili Villa San Luigi di Castello. È l’impresa, decisamente titanica, compiuta da Sara Nocentini, educatrice del centro, esperta in ippoterapia e con un passato da campionessa di salto a ostacoli. È stata lei a portare il suo cavallo al galoppo, per strade statali e secondarie, dal maneggio Circolo Ippico San Giovenale di Reggello, fino al centro riabilitativo. Jack, un bellissimo esemplare di Quarter Horse di 10 anni, aveva infatti difficoltà a salire sul furgone che lo avrebbe dovuto trasportare e allora la sua padrona ha scelto di provare l’impresa. Con una missione ben precisa: fare in modo che gli ospiti del centro potessero ricominciare a fare ippoterapia dopo che la prima cavalla – Ciska - si era ammalata di tendinite dovendo sospendere il suo lavoro. La trasferta è stata compiuta in due tappe: la prima di 40 km (Reggello-Bagno a Ripoli), compiuta in 7 ore , la seconda di altri 30 (Bagno a Ripoli- maneggio di Serpiolle, vicino al centro) conclusa in altre 3 ore. E ne è valsa la pena: ad attenderlo c’era un gruppo festoso, i ragazzi del centro che lo aspettavano frementi per ricominciare le sedute di ippoterapia. “L’ippoterapia e la riabilitazione equestre - spiega Sara Nocentini - sono di fondamentale importanza per ragazzi che hanno difficoltà motorie e intellettive. Sono preziose dal punto di vista fisico, perché con il movimento del cavallo al passo si vanno a stimolare muscoli e articolazioni e si ha un miglioramento dell’equilibrio e della postura, fino ad ottenere progressi nella deambulazione. E, sul fronte psicologico, migliorano l’umore del ragazzo”. “Il legame che si viene a creare tra cavallo e ragazzo è un legame vero, non giudicante, non medicalizzato e soprattutto semplice e duraturo” conclude l’educatrice. E adesso, quattro volte a settimana, 17 disabili fanno lezione con il loro Jack nel maneggio di Serpiolle. Un lieto fine più che meritato.
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l’inchiesta
toscaNa sisMica/1. Dopo la tragedia in Emilia torna in primo piano la sicurezza del territorio
Terremoti, tanti comuni a rischio Lunigiana, Garfagnana, mugello, casentino e Alta Valtiberina le zone più fragili. Basso pericolo per la costa grossetana e le isole. firenze, invece, è a metà, così come fiesole e chianti Luca Squarcialupi
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a terra si muove, non è una novità. L’Africa preme sull’Italia, gli Appennini si spostano di qualche centimetro ogni anno. Tra la culla dell’umanità e il Vecchio Continente sono inoltre presenti delle piccole placche che godono di una dinamica autonoma. È questa la fotografia di quanto sta accadendo, e accade da millenni, sotto i nostri piedi. Cambiamenti che possono essere graduali oppure manifestarsi con terremoti, come nel recente caso dell’Emilia: l’energia accumulata nel corso di centinaia di anni viene rilascia tutta in un colpo solo. Una forza distruttiva. La Toscana è molta delicata dal punto di vista dei movimenti tellurici. “L’ottanta per cento del territorio è considerato sismico, ci sono poche eccezioni – spiega il geologo Andrea Fiaschi, responsabile della rete sismica dell’Istituto Geofisico Toscano-Prato Ricerche – le zone più a rischio sono quelle appenniniche, in particolar modo Lunigiana, Garfagnana, Mugello, Casentino e Alta Valtiberina. All’interno di queste aree in passato si sono registrate scosse importanti, anche fino a magnitudo 6”. Su 287 comuni del Granducato, oltre la metà, precisamente 196, si trovano nelle fasce più pericolose per le scosse. Qui è stato costruito il 70 per cento degli edifici pubblici e privati dell’intera regione. Novanta comuni ricadono nella cosiddetta “zona 2”, dove sono possibili terremoti anche forti: dal piccolo paese di Zeri, al confine con la Liguria, procedendo lungo la catena montuosa si scende giù giù fino all’Abetone, arrivando al Mugello e poi ancora a sud, fino ad Anghiari. Livello due anche per Pistoia e Arezzo. Bassa probabilità di scosse, invece, nella fascia
costiera da San Vincenzo (Livorno) procedendo verso il meridione, fino a Capalbio (Grosseto). Fuori pericolo inoltre l’Isola d’Elba, Capraia e l’Isola del Giglio. Nelle zone 3 e 3S, quelle con sismicità più bassa, ricadono 173 comuni tra cui Firenze e il suo hinterland, Fiesole e il Chianti. “Su grande scala l’Africa spinge verso l’Europa. Tra queste due grandi placche non esiste uno spazio omogeneo – precisa Fiaschi – ma sono presenti delle placche più piccole che godono di dinamiche autonome, come nel caso dei due blocchi che hanno provocato la formazione degli Appennini, una catena montuosa relativamente giovane. Questo fa sì che da Trieste alla Sicilia ci sia un grado diverso di sismicità”. Il monitoraggio scientifico delle scosse è in continua evoluzione. “Al momento non
C’è ancora molto da imparare, rimangono fenomeni non prevedibili esistono riscontri a livello scientifico sull’esistenza di una relazione di causa-effetto tra eventi in distretti sismici vicini – prosegue Fiaschi – c’è ancora molto da imparare sui terremoti, che restano dei fenomeni non prevedibili. La ricerca in questo campo è infatti recentissima, la stessa classificazione delle zone si evolve di anno in anno, di sisma in sisma, ed è basata in gran parte sui dati statistici relativi ai terremoti avvenuti durante la storia”. 1240587
l’inchiesta
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toscaNa sisMica/2. Scuole, ospedali, caserme: per metterli a norma servirebbero 440 milioni
Quegli edifici che ora preoccupano “Il problema non è tanto oggi, ma quanto successo ieri”,
Gianni Carpini
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preoccupare sono soprattutto quei fabbricati che i geologi hanno ribattezzato “edifici spazzatura”, tirati su tra gli anni ’50 e ’70 con poche accortezze e senza prendere in considerazione norme sismiche elementari. Nel calderone degli stabili da rendere a prova di scossa sono finti alcuni maxi condomini e case popolari, ma anche
sToRIA Nella nostra regione
La prima scossa? Fu nel 217 a.C.
I
l primo terremoto toscano di cui è rimasta traccia nella memoria storica risale addirittura al 217 a.C. Una forte scossa che coinvolse l’Etruria, nell’area a sud-ovest dell’attuale città di Siena. Risalendo invece fino a tempi più recenti, il fenomeno più violento registrato nei confini della nostra regione si verificò nel 1920. Il 7 settembre di quell’anno, la Garfagnana tremò violentemente. Secondo le ricostruzioni dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il sisma raggiunse una magnitudo di 6.5 gradi. Quello dell’Aquila di tre anni fa, per aver presente un ordine di grandezza, è arrivato a 6.3. Stando alle cronache degli anni ’20, Fivizzano (Massa Carrara) fu letteralmente rasa al suolo, una trentina di paesi furono interessati da crolli, tra le 170 e le 300 persone morirono sotto le macerie. Pochi anni prima un’altra zona a rischio, flagellata nel corso della storia da numerosi eventi tellurici, fu duramente colpita. Il 29 giugno del 1919 Borgo San Lorenzo e Vicchio tremarono: il sisma, di magnitudo 6.3, fu sentito distintamente anche al di là dell’Appennino, sul versante Adriatico. In Mugello ci furono più di cento vittime e almeno quattrocento feriti. Per quanto riguarda Firenze, il primo terremoto di cui si ha notizia risale al 1148, con una magnitudo stimata intorno a 5.1. In seguito uno sciame sismico interessò la città gigliata tra il 21 maggio e il 22 dicembre 1325. Scorrendo i numeri conservati nella banca dati dell’Ingv, gli eventi più rilevanti risalgono al 1453 e al 18 maggio del 1895, quando i fiorentini scapparono in strada terrorizzati. Altra zona sismica è Livorno, epicentro di una scossa nell’aprile del 1646 che provocò uno tsunami con onde alte tre metri. E ancora, Siena fu colpita nel 1798, con danni al Duomo, mentre i terremoti lievemente percepiti a Grosseto sono stati meno di venti /G.C. dal Medioevo a oggi.
immobili pubblici come ospedali e scuole. “Sul fronte delle norme antisismiche siamo una delle regioni più avanzate in Italia – chiarisce Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei geologi della Toscana – il problema non è tanto ‘oggi’, ma quanto successo ‘ieri’. Ci sono moltissime casette costruite nell’immediato dopoguerra, ci sono le residenze popolari degli anni ’60 e i grandi condomini dei ‘70: edifici abitati che molto spesso non sono a norma”. Sulla questione, l’esperta non usa mezzi termini. “In alcuni casi gli immobili, me lo faccia dire, sono stati tirati via e costruiti senza analizzare dove si stava innalzando un palazzo. La speculazione edilizia del passato la paghiamo oggi. Dagli anni ’80 in poi – prosegue - qualcosa è cambiato, ma resta il problema di riqualificare il vecchio patrimonio”. Per quanto riguarda le strutture private non esiste un monitoraggio puntuale della situazione, mentre sugli edifici pubblici strategici (scuole, caserme, ospedali) il coordinamento regionale di prevenzione sismica ha avviato negli ultimi dieci anni un censimento. Sono oltre 2.700 distribuiti nelle zone più a rischio (Mugello, Casentino, Valtiberina, Valdichiana, Garfagnana, Lunigiana, Appennino Pistoiese e Amiata). Solo su 506 sono stati effettuati, o sono in corso, lavori di adeguamento. Altri 450 sono stati sottoposti a verifiche. E gli altri? Il problema è sempre lo stesso: mancano le risorse. E non si tratta di spiccioli da raccogliere in fondo al salvadanaio. Secondo le stime della Regione, per mettere a norma gli edifici strategici nelle zone sismiche servirebbero almeno 440 milioni di euro. “I soldi vanno trovati, non ci venga detto che non ci sono fondi per questo genere di misure – attacca Fagioli – dal terremoto ci si difende solo costruendo in modo adeguato e mettendo a norma ciò che già esiste”. Il secondo step è valutare il da farsi sui vecchi stabili: capire – in parole povere - se il gioco vale la candela. “Bisognerà vedere quanto valgono, quanto costerebbe un’eventuale ristrutturazione e se è meglio ristrutturare l’edificio o addirittura ricostruirlo exnovo”. Solo a Firenze e provincia sono 420 gli stabili strategici (62 nei confini comunali). 196 sono stati sottoposti a verifiche, ma per poco più della metà del totale (224) non ci sono al momento denari da spendere. Intanto, proprio dalla Toscana è partito un progetto per conoscere in modo preciso la pericolosità dal punto di vista sismico di uno specifico terreno. Si chiama micro-zonizzazione e consente di simulare cosa succederebbe in caso di terremoto in parti del territorio molto limitate, come un quartiere o un rione.
Mancano le risorse necessarie agli interventi
spiega il presidente dell’ordine dei geologi. sotto la lente di ingrandimento le case del dopoguerra e i maxi condomini degli anni ’70, “spesso costruiti in modo non adeguato”
LA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI FIRENZE
12 COMUNI A RISCHIO (ZONA DUE): BARBERINO DI MUGELLO, BORGO SAN LORENZO, DICOMANO, FIRENZUOLA, LONDA, MARRADI, PALAZZUOLO SUL SENIO, RUFINA, SAN GODENZO, SAN PIERO A SIEVE, SCARPERIA, VICCHIO
420 GLI EDIFICI PUBBLICI STRATEGICI: 87 EDIFICI: LAVORI FINITI O IN CORSO 109 EDIFICI: INDAGINI FINANZIATE 224 EDIFICI: MANCANO I FONDI
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uNiverso istruZioNe/1. Segno più per le materne, stabili elementari, medie e superiori
La scuola in numeri, aspettando settembre L’ultima campanella è suonata. In attesa dell’inizio del prossimo anno, ecco il quadro che si va delineando. In cima alla lista di preferenze restano i licei, ma continuano ad aumentare gli iscritti a tecnici e professionali Gianni Carpini
GREMBIULI E BANCHI
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inito un anno (scolastico), si pensa al prossimo. Sulla pagella c’è un flebile segno più, almeno per quanto riguarda il numero di iscritti in vista della stagione 2012/2013. I bimbi delle materne fiorentine aumentano del sette per cento, sostanzialmente stabili invece i grembiulini delle elementari (-0,02 per cento) e gli alunni delle medie (-0,64 per cento). A crescere costantemente, da dieci anni a questa parte, sono soprattutto le classi multietniche: il prossimo anno scolastico quasi un bimbo su cinque che frequenterà la materna, comunale o statale, sarà di origine straniera. Nel 2003 i bambini stranieri nelle scuole pubbliche (da quelle dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado) erano il dieci per centro, nel settembre 2012 saranno il 15 per cento, con punte del 20 alle materne (poco più di 1.400 piccoli). Ecco allora in dettaglio l’esercito degli scolari che a settembre sarà sui blocchi di partenza: sul territorio comunale di Firenze sono 8.873 gli iscritti alla scuola dell’infanzia (562 in più rispetto all’anno scorso); 15.355 alla primaria, sia statale che paritaria (in questo caso la diminuzione è minima, tre iscritti in meno); 9.373 gli studenti della secondaria di primo grado (sessanta in meno rispetto al 2011/2012). In tutto oltre 33mila alunni, tra chi si diverte con i giochi e chi invece è impegnato sui libri. Passando ai “grandi” e allargando lo sguardo a tutta la provincia fiorentina, gli istituti superiori accoglieranno
al primo squillo della campanella quasi quarantamila ragazzi. Le preiscrizioni per il primo anno hanno raggiunto quota 8.186 domande, un dato molto simile a quello registrato nel 2011, mentre i maturandi in uscita quest’anno sono stati 5.916. Quindi, calcolatrice alla mano, il numero degli studenti “attivi” salirà a settembre di oltre 2.200 unità. Dal canto loro, i ragazzi hanno le idee piuttosto chiare. I più gettonati sono i licei, ma in percentuale crescono le preferenze per gli istituti tecnici e i professionali, in linea con quanto succede nel resto d’Italia. Poco più della metà delle domande (4.227, cioè il 51,7 per cento) sono destinate ai licei, nelle varie articolazioni: classico, scientifico, artistico, musicale, scienze umane e linguistico. Sul secondo gradino del podio ci sono i tecnici (2.084 richieste, pari al 25,4 per cento del totale), seguiti dai professionali (1.875, ossia il 22,9 per cento). Andando a vedere chi cresce e chi no in percentuale, salta all’occhio la performance, in negativo, dello scientifico, che piace un po’ meno rispetto al passato. Le domande sono diminuite del 2,8 per cento. Gli istituti professionali, al contrario, conquistano terreno facendo segnare un +1,9 per cento di iscritti. A fare la parte del leone sono principalmente le scuole superiori del territorio comunale di Firenze, che da sole assorbono oltre 4.500 matricole. Seguono l’Empolese Val d’Elsa con 1.580 iscritti, la piana fiorentina con i suoi 834 nuovi studenti e il Mugello, 399 alunni.
ISCRIZIONI A.S. 2012/13
SCUOLA DELL’INFANZIA: 8.873 BAMBINI, +6,7% PRIMARIA: 15.355 ALUNNI, -0,02% SECONDARIA DI 1° GRADO: 9.373 STUDENTI, -0,6% FONTE: ELABORAZIONI SU DATI COMUNE DI FIRENZE
CLASSI MULTIETNICHE
PERCENTUALE ALUNNI STRANIERI
SCUOLA DELL’INFANZIA: 19,6% PRIMARIA: 17,8% SECONDARIA: 14,9% FONTE: ELABORAZIONI SU DATI COMUNE DI FIRENZE
SUPERIORI, COSA PIACE
PREISCRIZIONI A.S. 2012/13
LICEI: 4.227 RICHIESTE (51,7%) TECNICI: 2.084 RICHIESTE (25,4%) PROFESSIONALI: 1.875 RICHIESTE (22,9%) FONTE: OSSERVATORIO SCOLASTICO PROVINCIALE
IL cALENDARIo Decise le date delle lezioni per il 2012-2013. Il “rompete le righe” fissato sabato 8 giugno
Tutti in classe per 206 giorni. Con due “ponti” a novembre e aprile
L
a “brutta” notizia per gli studenti è che il ritorno sui banchi è stato già messo nero su bianco: mercoledì 12 settembre si riapriranno le porte delle scuole di ogni ordine e grado in tutta la Toscana. La buona nuova è invece che il prossimo anno scolastico porterà con sé due ponti: a novembre, per Ognissanti, e ad aprile, in occasione della festa della Liberazione. Il calendario è stato approvato dalla giunta regionale, che ha stabilito i giorni delle lezioni a cavallo tra il 2012 e il 2013. Ma, attenzione, in qualche caso, per effetto dell’autonomia scolastica, i singoli istituti potranno
decidere da soli di accorciare il congedo estivo di ragazzi e bambini, facendoli rientrare fino a due giorni prima rispetto al previsto, ossia lunedì 10 settembre. L’ultima campanella suonerà invece sabato 8 giugno 2013, dopo 206 giorni di spiegazioni, interrogazioni, temi e compiti. Per i bimbi della materna, invece, la fine delle attività educative è fissata sabato 29 giugno 2013. Ma andiamo al sodo. Le vacanze di Natale partiranno sabato 22 dicembre 2012 e termineranno domenica 6 gennaio 2013, mentre quelle pasquali andranno da giovedì 28 marzo a martedì 2 aprile 2013. Un primo an-
tipasto di festa gli alunni lo avranno comunque a novembre, con un bel ponte di quattro giorni: dal primo novembre, che cade di giovedì, fino a lunedì 5, quando si rientrerà in aula. Anche un’altra festività sarà attaccata al weekend: l’Immacolata Concezione (sabato 8 dicembre). Nuova mini-vacanza in piena primavera: gli studenti resteranno a casa venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 aprile 2013. Ma, come detto, con qualche possibile eccezione. I singoli istituti potrebbero “usare” qualche giorno di riposo per recuperare ore di didat/G.C. tica perse durante l’anno scolastico.
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uNiverso istruZioNe/2. In Toscana un battaglione di 35mila insegnanti. Oltre agli “instabili”
Tremila precari dietro le cattedre Francesca Puliti
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n “esercito” di circa mezzo milione tra bambini e ragazzi. A tanto ammonta la popolazione scolastica toscana, a cui corrisponde un battaglione di 35mila insegnanti. Più tremila precari. È il frutto della politica dei tagli e dei ritagli, delle graduatorie sbarrate e dei concorsi fantasma, delle riforme e delle controriforme di cui non si vede la fine. L’ultima, quella del dimensionamento, che aveva portato alla compressione e allo smembramento di classi intere, dopo un anno di lacrime e sangue è già giunta al capolinea: la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso di alcune Regioni, tra cui la Toscana, e lo ha giudicato illegittimo. Non è detto, però, che le conseguenze della sentenza si avvertano già dall’anno prossimo. Nel frattempo insegnanti e istituti si organizzano con quel che hanno a disposizione. “Da anni – spiega Alessandro Rapezzi, responsabile scuola della Cgil regionale - le ri-
chieste superano le risorse. Per la scuola dell’infanzia si parla di 4.300 bimbi in lista d’attesa, mentre per la primaria sono state accolte tutte le richieste per costituire nuove classi, ma non tutte quelle per il tempo pieno: una costante degli ultimi anni. Per soddisfarle avremmo bisogno di 127 docenti in più in tutta la Toscana. Tra asilo ed elementari complessivamente sono 330 gli insegnanti mancanti”. C’è anche del buono, comunque, sotto il sole: dal 1° settembre la Toscana potrà contare su 226 cattedre in più, considerando tutti gli ordini scolastici. Bando agli entusiasmi però, avverte Rapezzi, perché “si tratta solo di un adeguamento all’aumento della popolazione scolastica”. Nello specifico, all’infanzia sono toccati solo nove posti in più (ma stiamo parlando solo della parte che concerne lo Stato, non degli eventuali aggiustamenti in conto agli enti locali), alla primaria 76, il che è già qualcosa, ma non permetterà certo di rispondere a tutte le do-
L’incertezza non manca, così docenti e istituti si organizzano con quel che hanno a disposizione. Intanto, però, spunta anche qualche notizia positiva
mande per il tempo pieno. “Vedremo cosa riusciremo a strappare con la contrattazione – aggiunge Rapezzi – mettendo nel pacchetto anche medie e superiori. Siamo ancora in attesa di notizie dal Ministero”. Ecco un altro nodo dolente: l’incertezza che ancora regna a poche settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico. “Ad
oggi non c’è nessuna certezza sulle risorse”. Né sui pensionamenti. “Il peggio è passato – rassicura Angela Palamone, a capo dell’ufficio scolastico regionale – i tagli sono stati riassorbiti e il prossimo anno comincerà sicuramente in maniera migliore rispetto a quelli scorsi”. Intanto, però, nonostante l’inforna-
iL caso. Via i contributi per i testi
ta dell’anno scorso, che ha portato all’assunzione di 2.500 insegnanti di ruolo in tutta la Toscana, restano circa tremila precari che vanno avanti a supplenze annuali. Non solo: di quegli stessi nuovi assunti, buona parte non è ancora entrata in servizio e ad alcuni non è ancora stato assegnato un posto. 1209675
Sforbiciata sui buoni libro Z ac, via i buoni libro. L’ultima sforbiciata ai conti pubblici ha spazzato via in un sol colpo i contributi per l’acquisto dei testi scolastici che la Regione forniva fino all’anno scorso. Una manna per le famiglie con reddito basso (al di sotto dei 15mila euro annui o 18mila in caso di figli disabili): da 130 euro per la terza media fino ai 330 circa per la prima ginnasio o per il primo anno del linguistico. “Colpa dello Stato”, secondo la vicepresidente della Regione Stella Targetti, con delega all’Istruzione. “Nel 2008 – spiega l’assessore - il piano per il diritto allo studio contava su nove milioni di euro, di cui due dalle casse regionali e sette da quelle statali. L’anno scorso siamo scesi a 7,7 milioni, di cui solo 3,6 provenienti dallo Stato. Ma l’anno prossimo il trasferimento statale non ci sarà”. Così, la Regione si ritrova con tre milioni e mezzo in meno sul sistema scolastico. “Una scelta sbagliata – tuona la portavoce dell’opposizione del parlamentino toscano Stefania Fuscagni (Pdl) - la Regione usi i soldi recuperati dall’evasione fiscale per ripristinare i buoni libro”. Dalla lotta all’evasione, in-
fatti, sono stati riportati in cassa 13 milioni di euro solo nel primo trimestre 2012, un “tesoretto” su cui però ci sono già molte mire. Nel frattempo il governatore Enrico Rossi ha lanciato la sua personale battaglia contro gli sprechi a suon di spillette con su scritto: “Io risparmio il 10% per salvare la scuola e il sociale”. E ha aperto una pagina web per chiedere ai cittadini di segnalare le spese inutili. Sarà sufficiente la spending review casereccia a resuscitare i buoni libro? È presto per dirlo, ma intanto le due auto di rappresentanza del presidente sono sparite per lasciare spazio a una più economica Pun/F.P. to a metano.
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focus
Luglio 2012
L’aLLarMe. Tanti i casi che il centro antiviolenza Artemisia di Firenze affronta quotidianamente
Quegli incubi tra le mura domestiche Sara Camaiora
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lla fine l’avevano capito che qualcosa che non andava. Le continue scuse di fronte a ogni occasione di ritrovo fuori dal lavoro, le frequenti assenze per malattia. L’unica volta in cui era uscita a cena con loro, poi, il compagno l’aveva chiamata un numero infinito di volte. Ma solo quel giorno in cui si presentò con un polso total-
I NumERI Il 62% delle vittime italiane
In un solo anno 665 nuovi s.o.s.
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ono stati 933 i casi di donne vittime di violenza seguiti da Artemisia nell’arco del 2011. Di questi 665 sono state nuove richieste di aiuto, mentre i restanti rappresentano casi a cui si stava lavorando dagli anni precedenti. Il 62% del totale sono donne italiane, solo il 38% è invece di provenienza straniera, mentre la fascia di età maggiormente coinvolta è quella che va dai 30 ai 49 anni. Più del 65% di loro lavora, anche se spesso non stabilmente o con stipendi risibili. Il 52% è oggetto di violenza fisica e psicologica e, nella quasi totalità dei casi, ovvero il 97%, l’aggressore è un familiare, un partner o un ex partner. Attualmente le due case rifugio dell’associazione ospitano 17 donne assieme ad altrettanti bambini. A livello nazionale manca ancora un osservatorio che monitori la violenza sulle donne. La Regione Toscana ha istituito un tavolo sulla violenza di genere all’interno dell’osservatorio sociale che elabora rapporti annuali sulla base dei dati forniti dagli stessi centri antiviolenza provinciali che però, come tali, non prendono in considerazione tutti i fenomeni sommersi. Secondo il terzo rapporto sulla violenza di genere in Toscana, le donne che si sono rivolte ai centri dal 1° luglio 2010 al 30 luglio 2011 sono 1.882 a livello regionale, 685 nella provincia di Firenze - i dati comprendono anche il Centro Antiviolenza Progetto Lilith di Empoli. Sempre prendendo in considerazione il solito lasso temporale, il rapporto illustra che 1.426 delle 1.882 totali hanno subito violenza psicologica, 1.106 fisica, 486 economica, 283 persecuzioni e molestie assillanti (stalking). Ancora nel rapporto, si legge che le donne vittime di molestie di tipo sessuale sono state 179 e, mediamente, ogni donna dichiara di aver subito almeno due tipi di violenza. In oltre la metà dei casi l’aggressore è un convivente, sia esso coniuge (43,2%) o compagno (15,3%).
mente livido i colleghi misero insieme tutte queste “prove”, arrivando alla tragica conclusione che quell’omertà significava violenza e decisero di aiutarla. È solo uno dei tanti casi che il centro antiviolenza Artemisia di Firenze affronta quotidianamente dal 1995, anno di nascita dell’associazione che fornisce sostegno psicologico e legale a donne maltrattate. Un caso anche raro questo, visto che la maggior parte di coloro che si rivolgono all’associazione lo fa direttamente, non tramite terzi. “Per prima cosa cerchiamo di rilevare il rischio che la donna sta correndo basandoci su alcuni parametri, come uso di armi, recidività, gravità ed escalation degli episodi – spiega Anna Bainotti, vicepresidente di Artemisia – molte poi ci chiedono di intervenire per fare cambiare il proprio partner aggressore, anche scrivendogli una lettera”. Partner, sì, perché la quasi totalità dei maltrattamenti avviene tra le mura domestiche ed è sbagliato pensare che si tratti solamente di situazioni di degrado e marginalità. “La violenza è quanto mai trasversale, tra i maltrattanti abbiamo disoccupati ma
Quasi tutti i maltrattamenti sono subiti dalle donne all’interno della casa, per mano del proprio partner. Ed è sbagliato pensare che si tratti soltanto di situazioni di marginalità: “Tra chi lo fa ci sono disoccupati ma anche fior fior di professionisti” anche fior fior di professionisti fiorentini – prosegue la vicepresidente – la rispettabilità esterna è tra l’altro uno dei fattori che disincentiva la denuncia: molte donne temono di non essere credute”. L’urgenza del sostegno psicologico si somma a quella del sostegno legale per far interrompere la violenza. “Più di sei mesi non possiamo ospitare nelle nostre case rifugio, perciò bisogna intervenire presto – dice Roberta Gavagna, presidente dell’associazione – la giustizia è ancora un problema, stiamo partecipando adesso come testimoni a processi per fatti del 2008 e conosciamo casi in cui il maltrattante si ritrova agli arresti domiciliari nello stesso isolato della donna o perfino nella solita casa. Fortunatamente la Procura di Firenze ha attivato un percorso di sensibilizzazione sul tema, ipotizzando anche figure specifiche all’interno della polizia giudiziaria”. Con la crisi economica allontanarsi da un compagno implica anche il non saper come mantenere i figli. “Abbiamo attivato una convenzione con Unicoop, venticinque donne due volte a settimana vengono qui a prendere la loro spesa, e realizziamo anche raccolte di indumenti e generi di prima necessità”, precisa la vicepresidente. Tanta sofferenza ma anche tanta soddisfazione per le operatrici di Artemisia, circa sessanta tra volontarie e non. “Con tutti questi tagli al sociale andare avanti è complicato, ma vedere tante donne che riconquistano la loro libertà ci dà speranza”, concludono all’unisono.
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politica
Luglio 2012
iL riMPasto. Dopo le dimissioni di Claudio Fantoni chiamati un economista e un filosofo
Palazzo Vecchio, due prof in giunta Antonio Passanese
sergio givoNe. Cultura e contemporaneità
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n economista e un filosofo in giunta: Palazzo Vecchio punta sull’intellighenzia fiorentina. Nel primo consiglio comunale di giugno il sindaco Renzi – dopo le dimissioni di Claudio Fantoni – ha nominato Alessandro Petretto assessore al bilancio e alle partecipate e Sergio Givone alla cultura e alla contemporaneità (entrambi sono prof dell’ateneo di Firenze, il primo di economia e l’altro di estetica). “Sono personalità di grande spessore - ha sottolineato Renzi - e saranno di stimolo a tutta la giunta”. Ai due sono arrivati gli auguri anche di parte dell’opposizione. “Mi auguro che si vogliano confrontare con le proposte che abbiamo fatto”, ha affermato Valdo Spini . “Buon lavoro ai nuovi assessori – ha detto Mario Razzanelli – nella speranza che possano agire in piena autonomia nell’interesse della città”.
LA NoTA Sul numero di giugno de Il Reporter abbiamo pubblicato un’intervista a Claudio Fantoni. Quando il giornale è andato in stampa Fantoni era ancora assessore al bilancio di Palazzo Vecchio. Le sue dimissioni sono state rassegnate quando ormai il nostro mensile era stato stampato. Ci scusiamo con i lettori per l’inconveniente.
aLessaNdro Petretto. Bilancio e partecipate
“Pergola e Maggio le eccellenze” “Contenere la pressione fiscale”
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e c’è una città della cultura questa è Firenze e per questo bisogna fare il massimo. Ne è fermamente convinto il neoassessore Sergio Givone, altrettanto consapevole dell’arduo compito che il suo incarico rappresenta in una delle città più ricche d’arte al mondo. Assessore, cosa l’ha convinta ad accettare questo incarico? Sinceramente? Me lo chiedo tutti i giorni e non trovo una vera risposta. Credo che dovranno rispondere i fatti, se riuscirò a realizzare le idee che ho proposto vorrà dire che ho fatto la scelta giusta. A proposito di idee, ci può fare un punto sulle sue priorità e i suoi obiettivi? Firenze ha tutti i numeri per ospitare la grande arte, non solo del passato, ad esempio al Forte Belvedere. Mi piacerebbe utilizzare per l’arte contemporanea anche spazi dismessi che potrebbero essere scenari ottimali. Oltre all’arte figurativa vorrei dare spazio alla grande musica, c’è in ponte un lavoro importante, il Parco della Musica, e il mio impegno è di lasciare l’assessorato avendo dato una grande e bella casa al Maggio. E poi la prosa: il teatro della Pergola deve diventare un punto di riferimento nazionale dedicato alla promozione della grande produzione italiana, in grado di attirare anche turismo.
Sergio giVone
Da sempre si dice che Firenze sia rimasta troppo concentrata su un passato glorioso e poco attenta al presente. C’è stato davvero questo deficit? Sì, a volte Firenze si è lasciata surclassare dal suo passato, ma ci sono stati anche eventi importanti legati alla contemporaneità che hanno lasciato il segno. Su questo aspetto ho molta fiducia in Firenze. Bisogna puntare in alto, per questo giudico positivamente un cartellone di eventi ricco come quello di quest’estate: certo è che l’estate non è il luogo delle eccellenze, l’assoluta eccellenza artistica va cercata alla Pergola, al Parco della Musica, al Forte Belvedere. Firenze si merita eventi importanti, deve essere città internazionale e non può permettersi cose modeste. /S.C.
ssessore, possiamo definirla un tecnico? Sono professore ordinario di scienza delle finanze da 30 anni e il mio settore di specializzazione è il federalismo fiscale, ma malgrado ciò non posso definirmi un tecnico specifico di bilancio delle amministrazione locali. Cercherò di studiare in fretta. Non sono peraltro un politico malgrado la mia militanza nel Pd. Quali saranno le sue priorità? Le mie priorità saranno volte a rendere compatibili gli obiettivi della giunta che come è noto sono tesi a sostenere il profilo di investimenti pubblici necessari per la crescita della città, limitare l’impatto sul sistema di welfare locale delle strette finanziarie in corso e contenere il livello della pressione fiscale locale, in particolare la tassazione sul reddito delle famiglie e delle imprese. Cosa ne pensa del Patto di stabilità? Il Patto di stabilità interno è uno strumento necessario e comune a tutti i paesi europei. Nella versione attualmente applicata in Italia non raggiunge l’obbiettivo originario. Ora è solo un modo rozzo di sottoporre a controllo la spesa dei Comuni, limitando l’autonomia degli stessi e rendendo inapplicabile lo strumento delle compensazioni orizzontali e verticali a livello regionale. Detto questo, un tecnico come me non può che adeguarsi alla normativa, lasciando ai politici la
aleSSandro petretto
legittima protesta nei confronti di uno strumento anacronistico. Cosa devono attendersi i fiorentini? I fiorentini debbono rendersi conto che il Comune di Firenze fornisce loro un’amplissima gamma di servizi ad alto profilo quali-quantitativo, e che la pressione fiscale municipale che grava su di loro è tra le più basse tra i comuni capoluogo d’Italia. È possibile che questa architettura finanziaria debba essere ridisegnata per tener conto della riduzione generalizzata delle risorse. Lo sviluppo demografico e l’allargamento delle frontiere dell’assistenza sociale richiedono in tutti i paesi a welfare europeo un contributo individuale crescente, se pure selezionato in base ai bisogni e alle possibilità economiche. Questa “legge generale” non potrà risparmiare Firenze. /A.P. 1238679
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muoversi
Luglio 2012
UN ANNO DOPO. Il 24 giugno 2011 entrava in vigore il nuovo assetto della viabilità nel cuore della città
Pedonalizzazioni, è tempo di bilanci Nessun problema o quasi in via Tornabuoni e al Duomo, diverse le cose in Oltrarno, dove le proteste dei residenti non mancano: “Sembra di avere le auto in salotto”. Mattei: “Operazione culturale, lavoriamo per rendere il centro più vivibile” Gianni Carpini
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n anno dopo l’operazione “tutti a piedi”, la pedonalizzazione è promossa per metà. Se in via Tornabuoni da quando è stata chiusa la catena non si sono registrati particolari problemi, in Oltrarno è tutta un’altra musica. E che musica: quella dei tubi di scappamento che – denunciano i residenti hanno intasato una manciata di stradine dopo che piazza Pitti è diventata off limits per auto e scooter. 24 giugno 2011: ecco la fatidica data. Da allora l’assetto della viabilità è stato ritoccato più volte (cambiato il senso di alcune strade, modificate le regole per abitanti e commercianti) e non è detto che in futuro non ci siano altri accorgimenti. L’ultima piccola rivoluzione risale al gennaio scorso, con l’inversione del senso di marcia in Borgo San Jacopo verso Ponte Vecchio, per garantire ai residenti l’attraversamento ovest-est della città. Una novità che ha mandato su tutte le furie chi vive e lavora tra via Toscanella, via dello Sprone, piazza
della Passera e via de’ Ramaglianti: viuzze a pochi passi dalla zona rossa di piazza Pitti nelle quali si è riversato il traffico, anche per colpa dei furbetti che dribblano i varchi presidiati o approfittano della fine del turno della polizia municipale. “È una situazione paradossale – sbottano gli agguerriti componenti del Comitato di via Toscanella – hanno liberato una strada lunga e bella per buttare tutti i veicoli in vie strette come le nostre, diventate delle arterie di scorrimento”. Le modifiche di inizio anno “sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso – dicono – ci sono furgoni che rimangono incastrati perché non riescono a girare, c’è il rumore infernale dei motori. La nostra zona è una camera a gas, sembra di avere le macchine in salotto”. Anche da Palazzo Vecchio si ammette che qualcosa non va. “La pedonalizzazione di piazza Pitti è l’unica delle tre che presenta qualche criticità in più – afferma l’assessore Massimo Mattei - mentre per Duomo e Tornabuoni non ab-
il primo giorno di piazza
Pitti
pedonale
biamo rilevato particolari difficoltà, per l’Oltrarno sono stati necessari vari accorgimenti, come misure in favore dei commercianti e tre nuove porte telematiche”. I luoghi sorvegliati dagli occhi elettronici sono borgo San Jacopo, piazza San Felice e via de’ Bardi. Va un po’ meglio spostandosi di qualche centinaio di metri. “La situazione è molto migliorata con la pedonalizzazione, è più vivibile – spiega Olivia Turchi dell’associazione “Via Maggio” – sebbene la nostra strada rimanga
invasa dagli autobus turistici a due piani. Dopo la chiusura dei negozi non c’è molto movimento in piazza Pitti – aggiunge – mancano delle proposte valide: sarebbe un bello spazio da sfruttare”. Secondo i dati del Comune le ultime pedonalizzazioni hanno diminuito gli accessi del 23 per cento in un anno. Nessuna marcia indietro, quindi. “È stata un’operazione culturale, più che di viabilità in senso stretto – commenta Mattei – stiamo lavorando per rendere il centro più vivibile”.
IN CANTIERE Palazzo Vecchio pensa alle fasi quattro e cinque. Ma in entrambi i casi ci sarà ancora da aspettare
I prossimi obiettivi? Piazza San Firenze e via Gioberti
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na piazza-museo e una via dello shopping. Sono i due nuovi passi della strategia pedonale dell’amministrazione Renzi, che però al momento rimane parziale. Dopo il Duomo, via Tornabuoni e piazza Pitti, la “fase quattro” – come annunciato più volte – interesserà piazza San Firenze, alle spalle di Palazzo Vecchio. Appena fuori dal centro storico si discute invece sulla “fase cinque”: la possibile pedonalizzazione, questa volta in modo soft, di via Gioberti. In entrambi i casi i tempi non sono stretti, per due diverse motivazioni. Nel primo caso il progetto è in alto mare. “Finché tutti gli uffici giudiziari
non si saranno trasferiti dal vecchio tribunale al nuovo Palagiustizia di Novoli non se ne parla”, chiariscono dagli uffici del Comune. Toccherà anche alle bancarelle spostarsi da piazza San Firenze. L’altro progetto interessa una delle principali strade dello shopping della città, via Gioberti. Non sarà certo via Tornabuoni, ma con i suoi numerosi negozi resta frequentatissima dai fiorentini. Commercianti e amministrazione si confrontano da anni sulla possibilità di chiudere al traffico il tratto prima di piazza Beccaria. Non uno stop totale ai motori, visto che si tratta di un’importante arteria di comunicazione,
ma un blocco “a tempo”: durante il weekend oppure in orari particolari. In questo caso il gioco è tutto aperto. “Siamo nella fase di consultazione con i cittadini e i negozianti – dice l’assessore alla mobilità Massimo Mattei - si tratterà comunque di una pedonalizzazione soft, che interesserà l’asse stradale lasciando libero l’attraversamento perpendicolare, agli incroci. Pensiamo di introdurre anche dossi rialzati per le strisce pedonali”. I dodici ettari a misura di pedone, dopo l’uscita di scena di auto e motorini dal Cupolone, da Palazzo Pitti e dalla via /G.C. della moda, sono quindi destinati ad aumentare.
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AL VOLANTE. Arriva il “Supervisore della mobilità”: controllerà una rete di diecimila chilometri
Il traffico diventa “osservato speciale” Benedetta Strappi
Il sistema elabora una serie di dati per monitorare la situazione e prevedere quello
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che potrà accadere, considerando anche il meteo. Presto tutti potranno consultarlo
a un nome che suona abbastanza autoritario, e invece “viene in pace”. È il “Supervisore della mobilità”, un nuovo sistema che terrà sotto controllo diecimila chilometri di strade, analizzandone la situazione complessiva in tempo reale e prevedendo il traffico con un’ora di anticipo. La rete stradale della provincia di Firenze diventa insomma una sorvegliata speciale: il nuovo sistema, realizzato da Swarco Mizar, non solo compie un monitoraggio continuo sugli oltre diecimila chilometri che compongono la rete viaria del territorio provinciale fiorentino (compresa la Firenze-Pisa-Livorno) ma, grazie al confronto con dati storici (i picchi giornalieri, le differenze feriale-festivo, ecc.), determina lo stato corrente della rete stradale, prevedendone l’evoluzione nell’arco di un’ora, e suggerisce le soluzioni per mitigare gli eventuali disagi. Il sistema raccoglie ed elabora i dati che provengono da più fonti (comprese 150 telecamere, oltre 200 semafori, 130 sensori di traffico, 10 parcheggi, la flotta del trasporto pubblico metropolitano, gli eventi di traffico, ecc.), tiene conto della situazione meteo e registra i livelli d’inquinamento sul territorio provinciale. E a chi comunica tutte queste informazioni incrociate? Per ora alla polizia municipale dei vari Comuni della provincia fiorentina e a una serie di altri operatori qualificati (polizia provinciale, protezione civile, ecc). Tutti loro, in caso di code, incidenti, frane o altri episodi relativi al traffico, possono immettere i dati nel sistema e questo reagisce automaticamente rimodulando i flussi veicolari. A breve, invece, i report del supervisore saranno consultabili online e sui telefonini anche dai privati cittadini.
Insomma, tra qualche mese i dati sul traffico (compresi quelli sul posizionamento e sui tempi di percorrenza degli autobus) saranno a disposizione di tutti, e per renderli immediatamente fruibili verranno trasmessi anche tramite pannelli a messaggio variabile (una sessantina circa, di cui una dozzina nel comune di Firenze). “Il supervisore – spiega l’assessore provinciale all’Innovazione Renzo Crescioli – non solo ci consente una gestione in tempo reale del traffico sul territorio provinciale, ma ci permette anche di partecipare a progetti europei e progetti smart cities, collocandoci di fatto tra le città che hanno infrastrutture tecnologiche di avanguardia per la gestione della mobilità. Di sicuro tra i vari progetti smart city che abbiamo in corso questo è secondo me il più importante e innovativo”. La realizzazione del “Supervisore” rientra nel progetto S.I.Mo.Ne (sistema innovativo di gestione della mobilità per le aree metropolitane), al quale aderiscono anche le città di Cagliari, Bologna e Firenze. Il sistema adottato dalla Provincia è progettato in modo tale da poter essere utilizzato anche in territori limitrofi e anche nell’ambito di una futura città metropolitana.
L’INIZIATIVA. Anche l’associazione Guarnieri nel progetto “David, insieme per la sicurezza”
La violenza stradale si combatte a scuola
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a quando è nata, un anno e mezzo fa, l’associazione Lorenzo Guarnieri “entra” nelle scuole della città a parlare ai ragazzi di sicurezza stradale insieme a polizia municipale e polizia stradale. L’associazione lotta da tempo perché quello che è successo a Lorenzo, rimasto vittima di uno scooterista ubriaco e sotto l’effetto di cannabis, non debba ripetersi. “Fino ad oggi la richiesta di andare nelle scuole ci è venuta direttamente dagli studenti o da alcuni insegnanti - afferma Stefania Guarnieri, mamma di Lorenzo - ma dal
prossimo anno scolastico partirà in modo ufficiale il progetto per le scuole ‘David, insieme per la sicurezza’, promosso dal Comune di Firenze, che interesserà una decina di scuole superiori. A questo progetto daremo volentieri il nostro contributo, insieme a molti altri enti e associazioni perché crediamo fermamente nella sua utilità”. Qualche numero: in quest’anno scolastico l’associazione si è rivolta a circa mille ragazzi, tutti tra i 13 e i 19 anni. “Hanno sempre mostrato molta attenzione e coinvolgimento”. “Spiegare ai ragazzi che gli inci-
denti non sono fatalità, ma dipendono da una serie di comportamenti criminali alla guida (velocità, distrazione, alcol, droga) che mettono a repentaglio la vita propria e quella altrui, è il primo passo indispensabile per cambiare la mentalità della nostra società – spiega ancora Stefania Guarnieri - ci vorranno anni, ma arriveremo anche in Italia a possedere quella cultura della prevenzione che hanno già in altri paesi e allora risulterà chiaro a tutti che è possibile salvare tante vite umane com/G.R. battendo la violenza stradale”.
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L’ALLARME. Tra i maggiori fattori di rischio ci sono le scottature
In aumento i melanomi della pelle Giulia Righi
L’odontoiatria si fa “sociale” con un occhio al portafoglio
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gni anno, in Toscana, l’incidenza dei melanomi nella fascia tra i 20 e i 40 anni aumenta del 7 per cento. In questa fascia di età, quello della pelle è il secondo tumore per incidenza, dopo quello alla mammella per le donne e ai testicoli per gli uomini. Sono dati per niente positivi, che confermano la tendenza europea al raddoppio dei casi ogni 10/12 anni. Il dottor Lorenzo Borgognoni è direttore del centro di riferimento regionale per il melanoma, che ha sede nell’ospedale di Santa Maria Annunziata: “I dati del registro toscano tumori – spiega – parlano di 18 casi ogni 100mila abitanti rispetto ai 7 del 1990 e ai 15 del 2000”. I fattori di rischio sono ben noti: l’esposizione al sole, le scottature in età giovanile, la familiarità, la presenza di molti nei e quella di un fototipo chiaro: “Le ustioni solari sono pericolose – spiega il direttore del centro – scottature riportate in età giovanile aumentano di oltre il doppio il rischio di sviluppare un melanoma in età adulta. Per questo è fondamentale evitare le esposizioni al sole prolungate, ma anche quelle ‘acute e intermittenti’”. Come capita quando si affronta il sole nella “modalità weekend”, tipica di chi vive in città dove il mare non c’è, come Firenze: si parte bianchi, si fa scorpacciata e si finisce per tornare a casa in fiamme. Inutile ripeterlo: la protezione è fondamentale e va scelta in base al proprio fototipo, anche se non ne esistono a schermo to-
LA REALTÀ. In-dent srl ha da poco aperto in città
tale (la più alta è 50+). Occorre evitare di esporsi nella fascia oraria 12-16 e bisogna stare attenti a proteggere anche occhi e testa con occhiali e cappellini. E questo è un modo di fare prevenzione. Ma quando si parla di melanomi è fondamentale anche un altro passaggio: “L’autoesame dei nei è fondamentale”, avverte il dottor Borgognoni. Quello, cioè, che si può fare anche da soli, osservando con cura i nei che abbiamo sul corpo, valutando se ce ne sono di nuovi e prestando attenzione a eventuali cambiamenti e a cinque particolarità (che per comodità mnemonica passano sotto la sigla “Abcde”): A come asimmetria (una forma irregolare richiede il parere del medico), B come bordi (quelli fra-
stagliati vanno fatti vedere), C come colore (attenzione a quello disomogeneo o omogeneamente nerastro), D come dimensione (con un diametro maggiore di 6 mm, o in caso di aumento improvviso, è meglio consultare uno specialista), E come evoluzione, elevazione o emorragia (cambiamenti, rilievi o sanguinamenti senza traumi vanno segnalati al medico). “In caso di dubbi è buona norma rivolgersi in prima istanza al medico di famiglia, che poi valuterà eventualmente l’invio a uno specialista – conclude il dottor Borgognoni - l’iter diagnostico ottimale, nella nostra regione, è questo, studiato per evitare di sovraccaricare i reparti e garantire in questo modo un’assistenza efficiente”.
i chiama “odontoiatria sociale” ed è un progetto pensato per rendere accessibili gli interventi dentistici anche a chi ha situazioni economiche non floride, lasciando però intatta la qualità assistenziale. A Firenze, da poco, ha aperto una nuova struttura sanitaria odontoiatrica privata che ha deciso di farsi promotrice di questo modo diverso di intendere le cure odontoiatriche: “Ci siamo prefissi di portare avanti questo progetto – spiega il direttore sanitario della In-dent srl, il dottor Marco Bemer – per noi l’odontoiatria sociale rappresenta un’opportunità per garantire al maggior numero di pazienti possibile la certezza di potersi riabilitare, anche quando sono completamente edentuli”. Il progetto riguarda in particolare il settore – tradizionalmente costoso – dell’implantologia: le protesi implantari sono molto care e alla In-dent si è lavorato per abbatterne i costi. “Abbiamo fatto in modo di standardizzare il più possibile gli ordini di protesi per contenerne le spese, garantendo al contempo la qualità”. “Selezioniamo i nostri fornitori in base alla loro condotta etica e ai tipi di garanzia che ci forniscono sui prodotti: utilizziamo ad esempio impianti Astra Tech che hanno garanzia vitalizia”, aggiunge la dottoressa Francesca Salimbeni, rappresentante legale della società. I prezzi degli impianti sono insomma “calmierati”: “Certo, non sono gratuiti, ma abbiamo cercato di abbassarli il più possibile, abbattendo il nostro margine di guadagno in questo settore”, prosegue ancora il direttore. E, sempre in tema di tariffario, la Indent ha stipulato convenzioni con le maggiori compagnie e fondi assicurativi, ma anche con alcune realtà associative ed enti fiorentini: “Lo studio è in via Aretina: abbiamo cercato di tarare le nostre offerte sulla popolazione del quartiere – spiega la dottoressa Salimbeni - e più in generale su quella della città, stipulando convenzioni ad hoc”. E a settembre nella struttura decollerà anche un’altra iniziativa, questa pensata per i piccoli pazienti: “Lanceremo delle giornate dedicate esclusivamente ai bambini – spiega ancora la dottoressa Salimbeni - che diventeranno gli unici protagonisti delle visite: avranno gli spazi e i medici tutti per loro e ci sarà un servizio di animazione per rendere divertente un momento serio ed educativo come /R.C. la visita dal dentista”.
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bella stagione
Luglio 2012
estate/1. La Toscana rimane tra le mete più gettonate, anche se i visitatori sono in calo
Le ferie al tempo della crisi Chi viene e chi va (sì, ma dove?) Per ogni cittadino che parte c’è un turista che arriva, nonostante il 2012 non sia iniziato proprio col piede giusto. E per arrotondare e fare una nuova esperienza c’è anche chi affitta case come se fossero stanze d’albergo Caterina Gentileschi
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umentano mano a mano che la colonnina di mercurio sale. È un fenomeno curioso: più fa caldo, più Firenze si svuota di fiorentini e più il centro si riempie di turisti, in giornate talmente torride che in piazza della Signoria si riesce a malapena a stare all’ombra della torre di Arnolfo. Anche quest’anno, secondo i dati del sito internet specializzato in viaggi TripAdvisor, la Toscana rientra nella top five delle mete più quotate per le vacanze estive. Un granducato da record verrebbe da dire, anche se non è tutto oro quel che luccica. I dati elaborati dalla Provincia parlano infatti di una situazione stazionaria per quel che riguarda gli arrivi, ma di una lieve flessione nei pernottamenti nei primi quattro mesi dell’anno, circa 14mila in meno, rispetto allo stesso periodo del
2011. Nonostante il calo, però, visto che il capoluogo rimane tra le mete più ambite, i fiorentini si stanno adeguando a un trend mondiale e, sarà per il desiderio – a volte necessità – di arrotondare in qualche modo, sarà perché fa un po’ “fico” e radical chic, fatto sta che si stanno facendo coinvolgere dalla mania di condividere la propria casa con degli estranei, o per meglio dire, con dei viaggiatori alla ricerca di un soggiorno più economico ma allo stesso tempo un po’ più speciale del solito. E se la moda dello scambio casa (che ha siti di riferimento molto frequentati di cui ci siamo già occupati) sta prendendo sempre più piede, da qualche tempo a questa parte è nata una nuova piattaforma – da un’idea di un trio di giovani americani – che abbina al piacere di vivere per qualche giorno nei panni di un abitante del luogo la tranquillità di scegliere il posto dove soggiornare come se si trattasse di un hotel. Il sito si chiama airb-
nb (www.airbnb.com) e dà la possibilità di scegliere tra una quantità infinita di possibilità a un prezzo ragionevole. Chi affitta ci guadagna qualcosina e chi soggiorna fa un’esperienza nuova e non convenzionale. E se le capitali europee e d’oltreoceano offrono posti mirabolanti dove passare qualche notte (dalle case sugli alberi a ville super deluxe in riva al mare fino alle isole “private” immerse nel blu del Pacifico), anche Firenze si difende bene, mettendo online una discreta quantità di opzioni che mostrano quanto è bella (e quanto è alternativa se si ha la capacità di guardare al di là dei negozi di souvenir) la città del giglio. Dal loft di via San Zanobi con vista sul cupolone e sui tetti di San Lorenzo all’appartamento con volte a crociera affrescate dal quale sembra di toccare Palazzo Vecchio, fino all’open space romantico in via della Scala. Per chi viene in città c’è solo l’imbarazzo della scelta. E i fiorentini? A guardar-
si intorno e viste le strade semideserte sembrerebbe che almeno un po’ di ferie se le stiano facendo: tuttavia ci resta difficile fare una stima più precisa dei luoghi prediletti, perché delle numerosissime agenzie di viaggi che abbiamo provato a contattare nessuna è riuscita
a trovare qualche minuto di tempo per rispondere alle nostre domande. A noi rimane il dubbio sulle mete preferite, ma allo stesso tempo la confortante certezza che le agenzie, almeno in alta stagione, siano piene di lavoro. Crisi o non crisi.
sHoPPING Dal 7 luglio al 4 settembre. Ecco il vademecum per evitare di farsi fregare nella corsa alle vendite promozionali
Torna il ciclone saldi: sessanta giorni per andare a caccia dell’affare
S
ette luglio. Questa la data ufficiale di partenza dei saldi estivi, preceduti da attacchi e polemiche tra cui quelli di chi chiedeva che le vendite promozionali venissero anticipate per far prendere una boccata d’aria all’economia. Proposta mal vista da Confesercenti che in una nota esprimeva tutta la sua scetticità riguardo alla proposta: “Bisogna tutelare i consumatori e valorizzare i saldi come reale strumento di promozione delle attività commerciali - spiega Confesercenti - togliere questa norma significa sic et simpliciter ‘svuotare’ i saldi di ogni significato economico e commerciale. Ciò proprio perché le vendite promozionali
hanno senso solo se si mantengono sostenibili, da un punto di vista imprenditoriale, nella cadenza e nella durata temporale”. Ma ora, passata la tempesta pre-saldi, le svendite possono cominciare con tutti i riti che si portano dietro: tra chi si precipita a cercare l’oggetto del desiderio, puntato da tempo all’alba del primo giorno, e chi invece aspetta le ultime ore, convinto che con i super sconti, fino al 75%, qualche affare lo si faccia sempre. E poi ci sono tutta una serie di variazioni sul tema anche tra i commercianti, come chi i saldi non li fa, chi li fa su richiesta o chi invece ne approfitta per svuotare il magazzino e mettere in vendita solo
prodotti ormai vecchi. Le regole per fare acquisti sicuri (nei limiti del possibile) sono sempre le stesse: controllare i prezzi prima e dopo lo sconto, verificare che il capo, l’oggetto o l’accessorio sia integro (a meno che non ci sia esplicitamente spiegato che si tratta di merce fallata), conservare sempre lo scontrino anche nei casi in cui è esplicitamente detto che tutto ciò che è soggetto a sconto non si cambia e soprattutto evitare di andare alla ricerca dell’affare a ogni costo, perché è il modo migliore per incappare in fregature. Detto questo, non resta che aprire il portafoglio. C’è /C.G. tempo fino al 4 settembre. Spenda chi può.
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bella stagione
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estate/2. Qualche consiglio per chi resta. Tra eventi, iniziative e spunti per il weekend
Le occasioni “urbane” per sentirsi in vacanza Francesca Puliti
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ai concerti alle mostre, dalle rassegne teatrali alle rievocazioni storiche in cappa e spada, le idee per ravvivare un’estate spenta dalla crisi non mancano. Se fate parte dell’ampia schiera di coloro che per quest’anno stessa città e stesso asfalto, non rammaricatevi troppo, perché di occasioni per sentirsi in vacanza ce ne saranno, più o meno a portata di mano. Fino alle fine del mese, ad esempio, vale la pena fare un salto a Lucca, dov’è in corso Cartasia, il festival internazionale della carta: sculture e installazioni cartacee nasceranno giorno dopo giorno sotto gli occhi dei visitatori, dalle mani di artisti di tutto il mondo. Prima di partire consultate anche il cartellone del Lucca Summer Festival, in corso fino al 28 luglio: la quindicesima edizione vede alternarsi sul palco personaggi del calibro di Laura Pausini, Norah Jones, Duran Duran e Giorgia. Chi proprio non può fare a meno del mare può orientarsi sulla vicina Versilia: oltre alla spiaggia e alla ben nota vita notturna, per tutto il mese di luglio c’è un ricco carnet di eventi collegati alla Versiliana. Spettacoli teatrali, concerti (tra cui Allevi e Mannarino), dibattiti e chi più ne ha più ne metta. Buoni anche per una gita mordi e fuggi. Chi avesse qualche soldo in più da spendere può invece approfittare dei pacchetti weekend super-scontati che sta mettendo sul piatto l’isola d’Elba, colpita da un brusco calo di preno-
tazioni. Se invece vi accontentate di un mare “artificiale” c’è sempre il lago di Bilancino, munito di sdraio, lettini e sottofondo musicale. In questo caso si può abbinare la sessione di abbronzatura a un outlet tour, approfittando dei saldi e della rinnovata calma estiva. Un analogo shopping tour si può pianificare in Valdarno, tra Reggello e Rignano, dove dimorano le griffe più “scontate”. Capitolo folklore: dall’11 al 15 luglio a Certaldo torna Mercantia, una delle kermesse medievaleggianti di maggior successo. Per cinque giorni il centro storico sarà invaso da bancarelle di artigianato artistico, prodotti tipici, trampolieri, bande musicali, burattinai, mangiatori di fuoco e migliaia di visitatori. Un salto in un’altra epoca, da gustare anche a tavola, fermandosi a cena in uno dei ristoranti improvvisati all’aperto. Per restare in tema elfi, fate e cavalieri basta spostarsi a Vinci, dove l’ultimo weekend di luglio si terrà la tradizionale Festa dell’Unicorno. Gare di costumi, competizioni teatrali, concerti, battaglie, tutto in salsa fantasymedievale. Un evento unico per gli amanti dei fumetti, ma anche per le famiglie con prole al seguito: oltre alla vasta area giochi – quelli della tradizione, ovviamente – i più piccoli potranno mettersi alla prova in una vera caccia al tesoro dei pirati, tra vascelli e corsari. E i grandi potranno far finta di essere in vacanza sull’Isola che non c’è.
più notizie su
focus Sagre ma non solo: tanti gli appuntamenti rivolti agli amanti della cucina “casereccia” e dei prodotti tipici
A giro per il Granducato, nel nome del buon cibo e della tradizione
C’
era una volta la veglia nell’aia e c’è ancora. A Montespertoli, tutte le sere fino a settembre, 14 aziende agricole si danno il cambio nell’aprire i battenti ai visitatori: 1,5 euro un bicchiere di vino, 5 euro merenda e vino, dalle 16 alle 23. Una sorta di sagra allargata tra poderi, ville e castelli della zona. Gli amanti del genere non potranno perdersi nemmeno Medicea, appuntamento dedicato al Chianti Docg, che si svolge come da tradizione nel centro storico di Cerreto Guidi dal 7 al 15 luglio. Ogni sera sarà possibile degustare vini e prodotti agricoli del territorio. A tenere compagnia agli avventori, spet-
tacoli e appuntamenti culturali di vario genere. Prodotti bio e di filiera corta in vendita anche alla Fierucolina del Grano, a Firenze: l’appuntamento è per il 15 luglio in piazza Santo Spirito (9-19). Per chi invece fosse disposto a fare un po’ di strada in più in onore del buon cibo c’è la sagra del fungo porcino a Scarperia (circolo Mcl), gli ultimi due weekend del mese. In direzione opposta, Cerreto Guidi offre la sagra del papero e del cinghiale (15 luglio) e quella del cocomero (19 luglio, a Stabbia). Il 25 a Mercatale in Val di Pesa si festeggia il santo patrono con la tradizionale fiera di S. Gennara. Dolciumi, gio-
cattoli e prodotti tipici in vendita dalle 9 alle 20, a seguire lo spettacolo in piazza. L’ultimo weekend di luglio si respira aria di tradizione anche ad Arezzo, dove sbarca “Arezzo Giochi e Sapori”, due giorni con i giochi di un tempo, le ricette della nonna e un grande mercato degli antichi sapori. Durante la manifestazione i comuni delle quattro vallate aretine si sfideranno a suon di tiro alla fune, corsa coi sacchi, briscola e trottola. Per i forestieri, invece, è prevista una sfida enogastronomica a base di bistecca, nana in forno, minestra di pane e tagliatelle al /P.F. sugo. Difficile tirarsi indietro.
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iL PuNto. Per i supporter non è facile dimenticare gli strascichi di un biennio terribile
Che Fiorentina sarà? Tifosi alla finestra La voglia di voltare pagina e tornare a sentirsi innamorati della maglia è forte. ma la città, scottata dal recente passato, per ora attende di vedere le mosse della società. così a “rischiare” è la campagna abbonamenti
Tommaso Loreto
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a fiducia, di questi tempi, difficilmente si regala. E, comunque la si pensi, prima di aprire il portafogli in qualsiasi ambito è sempre bene ponderare la decisione. Aspetto, quest’ultimo, che oggi immaginiamo riguardi la stragrande maggioranza anche dei tifosi viola. Soprattutto in fase di rinnovo, o acquisto, di abbonamenti per la prossima stagione. Perché un conto è avere voglia di tornare allo stadio per vedere spettacoli diversi da quelli degli ultimi due anni, un altro fidarsi ciecamente di quello che è ancora soltanto un disegno teorico. La Fiorentina, del resto, ha dovuto prendere una rincorsa particolarmente lunga. Prima il cambio di gestione tecnica, con l’addio a Pantaleo Corvino e l’arrivo dell’accoppiata Pradè-Macia, poi quello in panchina. E, dopo qualche settimana d’inseguimento, è caduta su Vincenzo Montella la scelta del club gigliato. Nel
mezzo, però, anche il proliferare delle voci di mercato. Firenze, in tal senso, ha accolto con moderato ottimismo l’arrivo dell’aeroplanino in città. Un’atmosfera più guardinga del solito quella riservata all’ex tecnico del Catania, che si è comunque presentato con buoni presupposti di serietà, voglia di fare bene e ambizione. Eppure, di questi tempi, resta il mercato il termometro principale per capire cosa aspettarsi dal futuro. E il più delle volte sono anche le voci, e i rumors, che lo raccontano. O meglio, in assenza di certezze, è proprio alle voci che i tifosi il più delle volte sono costretti ad aggrapparsi per provare a immaginare cosa riserverà la prossima stagione. Gli avvoltoi che a più riprese sono volati attorno al nome di Jovetic non hanno fatto in tal senso buona pubblicità alla Fiorentina (perdere un giovane dalle caratteristiche di Jo-Jo avrebbe significato perdere un ulteriore tassello per quello che tanti vorrebbero potesse essere l’inizio di un “nuovo ciclo”), fino all’intervento deciso di Andrea Della Valle, che ha ribadito che il giocatore non è sul mercato. Firenze, come detto, per il mo-
mento resta alla finestra, anche perché gli strascichi di un biennio da incubo non sono per niente semplici da dimenticare. C’è di che preoccuparsi, di fatto, a pensare che tipo di numeri potrà fornire la prossima campagna abbonamenti. Ma, come detto, c’è anche tanta voglia di voltare pagina, di tornare a sentirsi innamorati di questa squadra e di questa maglia, e al di là di cambiamenti societari che non si sono poi rivelati così rumorosi (di fatto il team dirigenziale è rimasto lo stesso) spetterà soprattutto al duo PradèMacia, e al tecnico Montella, il non indifferente compito di riportare gente allo stadio. Con buone operazioni sul mercato nel caso dei due dirigenti, e con indicazioni interessanti di gioco per il neo tecnico gigliato. Montella, sotto questo aspetto, sembra incarnare alla perfezione il profilo dell’allenatore giovane, motivato, in grado di riportare entusiasmo. Se così fosse, nelle prossime settimane, con qualche colpo in entrata, non ci sarebbe di che stupirsi se molti tifosi decidessero comunque di concedere fiducia a questa “nuova” Fiorentina.
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L’iNtervista. Massimo Caputi fa a Il Reporter le sue previsioni per la prossima stagione
“Una buona squadra, ma serve pazienza” “I Della Valle sono presidenti che tutti vorrebbero, ma dovrebbero essere più chiari”, dice il giornalista. secondo cui “c’è da creare un nuovo progetto” Lorenzo Mossani
L
a nuova Fiorentina scalda i motori. La squadra di Pradè e Montella è pronta a partire per questa nuova avventura, per una stagione che deve far dimenticare un campionato talmente deludente da essere degno film di Wes Craven. L’aeroplanino ha riportato entusiasmo, ma secondo molti illudersi è sbagliato. Anche per Massimo Caputi. “I Della Valle sono dei presidenti che tutte le società e i tifosi vorrebbero, ma dovrebbero essere più chiari”, spiega a Il Reporter. Ovvero? Inutile parlare di obiettivi, c’è da ripartire, creare un nuovo gioco. È un nuovo progetto. Interrotto quando? Dopo che è andato via Prandelli. Un ridimensionamento di investimenti, al quale forse va aggiunto anche qualche errore di troppo. Mihajlovic ha fatto fatica, Rossi non ha mai trovato il bandolo della matassa: perché? Ci voleva molta più chiarezza. Mihajlovic aveva bisogno di più tempo, Rossi ha trovato una situazione difficilissima. Anche quello che è successo con Ljajic è frutto di nervosismo. Che Fiorentina ci si può aspettare? Una buona Fiorentina, ma ci vuole pazienza. Specialmente da parte dei tifosi. Uscendo da Firenze, qual è la salute delle squadre italiane? La Juventus con questo mercato è, forse, quella più completa. Ha due giocatori per ruolo, un attacco ancora più competitivo: certo deve confrontarsi con l’avversario più duro, la Champions. Champions che ha fatto perdere punti preziosi al Milan. Milan? Se si concentra su un obiettivo, forse è ancora la squadra da battere. Certo ci sono stati diversi cambiamenti, ma normalmente la società rossonera non fallisce due anni consecutivi. Impossibile non parlare anche dell’Inter. Stramaccioni è un tecnico nuovo, bravo, ha ancora tanti campioni, giovani interessanti: potrebbe essere la sorpresa.
Le romane? La Lazio ha sempre fatto bene negli ultimi anni, deve trovare solo continuità nei risultati. Completamente diversa la situazione della Roma. Zeman potrebbe continuare il lavoro con i giovani costruito con alterne fortuna da Luis Enrique. Certo ci sarà da divertirsi. Sarà un campionato migliore, complessivamente? Peggiore è difficile. L’ho trovato molto mediocre. Senza parlare del calcioscommesse. L’Italia ha bisogno del calcio, il calcio dell’Italia.
eraNo vioLa. Viaggio tra gli ex: ricordate Enrico Fantini, l’eroe del ritorno in serie A?
Cuore, altruismo e due gol scaccia-incubi S
tagione 2003/2004. Un’annata magica, particolare, un’annata che nessun tifoso viola si scorderà. Un sogno che si è concretizzato a giugno quando nessuno ci sperava più. Dopo due stagioni, la Fiorentina era nuovamente in serie A. Calciopoli, da quel momento, solo un brutto incubo. Uno dei protagonisti di quell’annata ha un nome e un cognome: Enrico Fantini. La stagione era iniziata malissimo. A gennaio, per arrivare alla serie A, arrivano rinforzi, precisamente dodici, tra cui anche qualche nome noto come l’attaccante del Perugia Zisis Vryzas e i difensori Mirko Savini e William Viali, ma i risultati non cambiano. È crisi e le speranze di raggiungere la promozione sono ridotte al lumicino. In panchina viene chiamato Emiliano Mondonico. Della Valle sbotta ma il 13 marzo, con la vittoria sulla capolista Palermo (1-0, Vryzas all’ultima azione) avviene la svolta della stagione. La Fiorentina inanella cinque vittorie di fila e torna in corsa per il sesto posto. Dopo una serie di risultati alterni la squadra cerca di raggiungere la quinta piazza ma non ci riesce. Il sesto
posto, visto l’andamento della stagione, è già un miracolo. Dopo un’incredibile cavalcata da agosto a giugno, dopo essere risaliti dal baratro della C2, dopo centottanta minuti di un drammatico spareggio contro il Perugia di Gaucci, finito vittoriosamente (0-1 a Perugia e 1-1 a Firenze con due gol di Fantini), la Fiorentina di Mondonico conquista la serie A. La firma è di questo ragazzo veloce, altruista e con tanto cuore. Fantini, cresciuto nel Cuneo, debutta giovanissimo nella serie A 1994-95 con la maglia della Juventus e, seppur riportando una sola presenza, potrà comunque fregiarsi del titolo di Campione d’Italia. La stagione seguente è ancora in serie A, con la maglia della Cremonese (una rete in 19 gare). Successivamente milita in varie squadre di C1 e B. Nel 2006 passa al Bologna di Ulivieri, che gli concede poco spazio. Nella sua carriera ha permesso il salto di categoria a più squadre: Chievo (2000-01), Modena (2001-02) e appunto Fiorentina. Lo stadio scoppia di gioia quando realizza il gol dell’uno a zero a Firenze. /Lor.Mos. Un cuore viola.
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PaLLaNuoto. Intanto, sul lato femminile, si sono fuse Fiorentina Waterpolo e Ngm
La Rari riporta Firenze in Europa Simone Spadaro
esperienza alla squadra”. Tra i nomi che circolano c’è anche quello del capitano della nazionale statunitense Tony Azevedo. Chissà cosa avrà pensato il presidente Andrea Pieri dopo la qualificazione in Coppa Len: spese in più! “No – sorride Sottani – il presidente era contentissimo. La Rari sarà l’unica realtà a giocare in Europa. E questo deve essere un vanto per la società e per Firenze”. Intanto, Menarini Fiorentina Waterpolo e Ngm Firenze pallanuoto si fondono. Dalla prossima stagione la città avrà un’unica squadra femminile in A1. Un’operazione, fortemente voluta anche dall’assessorato allo sport di Palazzo Vecchio, che punta a raccogliere e unire le migliori giocatrici delle due squadre. Il nuovo sodalizio si chiama Ngm Firenze Waterpolo. Presidente è Cipriano Catellacci (Ngm), vice Roberto Inches (Fiorentina). Andrea Sellaroli, l’allenatore, potrà contare, per ora, su Ferrini, Biancardi, Repetto, Colaiocco, Olimpi, Barbara Schifter, Bosco e forse l’americana Gautschi (Ngm) e su Harace, Lapi (l’unica nazionale azzurra), Mila De Magistris, Masi e Giachi (Fiorentina). Abbandona la Bartolini che, per motivi di lavoro, si trasferisce all’estero. Da valutare le altre situazioni, così come il possibile acquisto di una nuova straniera.
L
a stagione della pallanuoto va in archivio con la qualificazione della Rari Nantes Florentia in Coppa Len. Soddisfazioni diverse hanno caratterizzato, invece, la stagione delle due compagini femminili: Menarini Fiorentina Waterpolo e Ngm Firenze Pallanuoto. È stata la Rari a regalare le emozioni più forti con un tecnico alla prima esperienza, Leonardo Sottani, capace di far crescere un bel gruppo di giovani. “Un traguardo impensabile, difficile da ipotizzare a inizio stagione – racconta un raggiante Sottani – ma vorrei sottolineare anche l’indiscutibile crescita che ha avuto la squadra nel corso dell’anno. Abbiamo giocato alla pari con Savona e Posillipo. Anche col Brescia, nei quarti di finale play off scudetto, abbiamo cercato di mettere sotto una squadra che poi ha giocato la finale col Recco. È stata una grande stagione, abbiamo diminuito il ‘gap’ con le prime quattro in classifica e abbiamo dato il massimo ottenendo la qualificazione in Europa”. Erano due anni che la Rari non giocava l’Europa League della pallanuoto. In panchina c’era Dusan Popovic e il cammino s’interruppe ai quarti contro i rumeni dell’Oradea. Adesso per la Rari si aprono nuove prospettive. “Abbiamo ancora ampi margini di miglioramento – riprende il tecnico biancorosso – con soli tre giocatori d’esperienza: il capitano Pagani, lo straniero Espanol Lifante e il portiere Minetti. Del futuro ne parleremo a tempo debito, ma è innegabile che la prossima sarà per noi una stagione diversa, con più impegni. Spero in un giocatore di spessore per dare maggiore
voLLeY. Le giallorosse entrano nella storia di un club che ha radici lontane
Il miracolo di San Michele: conquistata la B1
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irenze città torna nel Paradiso del volley grazie a una squadra, a una società che ha fondamenta lontane. Che affondano nel dopoguerra. Nel calcio si chiamerebbe Cattolica Virtus, nella pallavolo San Michele. Ma è la stessa cosa. La Comunità Giovanile San Michele è stata fondata, infatti, nel 1959 da don Mario Lupori, che ne è stato il presidente fino alla morte avvenuta il 6 settembre 2007, ed è nata grazie alla sua straordinaria capacità di saper leggere i segni dei tempi. La finalità della Comunità, che ha iniziato la propria attività il 3 ottobre 1959, è quella di promuovere attività ricreative, sportive dilettantistiche e culturali fra i giovani. I suoi
principali campi di attività sono sempre state il calcio e, appunto, la pallavolo, che quest’anno ha toccato il cielo della promozione in B1. Un miracolo sportivo avvenuto ai play-off contro VideoMusic Castelfranco in gara 3, uno storico 0-3 in trasferta. Le magnifiche giallorosse erano state considerate un fuoco di paglia: niente di più sbagliato, hanno costruito un’annata fantastica con un gioco semplice ma bello ed efficace. Merito di coach Alderani. Ecco le stelle: Bianchi, Papini, Allighieri, Cappelletti, Paludi, Starnotti, Grilli, Salvestrini, Bartolini, Stolfi, Filindassi, Rosati e Sacconi. Giallorosse nella /Lor.Mos. storia.
FootbaLL aMericaNo. Torneo “Four Helmets”
La prima degli azzurri in città
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rotagonisti nel torneo di serie A2, i Guelfi Firenze allenati da Jack Scurran avranno quattro giocatori in Nazionale per il torneo “Four Helmets 2012”, che si terrà a Firenze dal 20 al 22 luglio nel nuovo stadio di San Bartolo a Cintoia. Per la prima volta gli azzurri di Vincent Argondizzo saranno in città per un torneo internazionale di livello che vedrà in campo, con gli azzurri, Danimarca, un Team Usa itinerante e una quarta squadra ancora da determinare. Nel “blue team” ci saranno i fiorentini Benoni, Parronchi, Bini e Bardini. Gli azzurri hanno ben chiari gli obiettivi da raggiungere: vincere gli europei di Gruppo B che la Fidaf (Federazione italiana di american football) organizzerà proprio in Italia nel 2013. L’attività della Nazionale è stata impostata in modo da raggiungere l’obiettivo finale e riportare il club azzurro al Gruppo A in Europa. Per farlo ha messo in cantiere un gruppo di lavoro molto affiatato che segue un calendario fitto di raduni, impegni e confronti. Dopo il Four Helmets dell’anno scorso, nel torneo a invito giunto quest’anno alla sua terza edizione (e che ha visto gli azzurri perdere le due precedenti finali contro il Team Usa) il Blue Team ci tiene molto all’appuntamento fioren-
tino, vero banco di prova per capire quanto sia cresciuto il movimento del football americano in Italia. “Il Four Helmets – spiega il team manager della Nazionale Matteo Tinelli – è una di quelle occasioni importanti che servono per consolidare un movimento in crescita nei pochi spazi liberi per la Nazionale. Durante il campionato sondiamo l’impegno di tutti i ragazzi e di tutte le società per cercare di adempiere all’impegno preso nei confronti del Consiglio Federale e anche con il coach Argondizzo. L’Efaf (la federazione europea di football americano) ci guarda e dobbiamo lavorare seriamente a /Sim.Spa. livello nazionale”.
sport nel Valdarno
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nuoto. Sebastiano Ranfagni tra Olimpiadi e l’aiuto ai terremotati
Un campione (di vita) in acqua Andrea Tani
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ncora poche settimane e un reggellese sarà alle Olimpiadi, dalla parte dei protagonisti. L’esordio di Sebastiano Ranfagni nella vasca di Londra è fissato alle 11.04 del 1° agosto, quando sono in programma le batterie di qualificazione dei 200 metri dorso. Incrociando le dita, nemmeno nove ore più tardi tornerà in piscina per le semifinali delle 19.57. Fosse così, Ranfagni sarebbe di fronte a quella che lui stesso riconoscerebbe come la gara più importante della sua carriera. Meno di due minuti per giocarsi l’accesso alla finale olimpica, per strappare un posto tra i migliori otto del mondo. Per Sebastiano non si tratta un miraggio, ma di un preciso obiettivo. Definirlo un traguardo alla portata è forse esagerato, ma i recenti Europei di Debrecen hanno confermato che il nome del valdarnese è tra quelli dei candidati a formare l’ultima lista dei partenti. In Ungheria ha chiuso al quarto posto, di un soffio fuori dal podio. Tutto era iniziato il 21 maggio con le qualifiche dei 100 metri: arrivò 15°, ma escluso dai semifinalisti perché il regolamento non permette a più di due atleti della stessa nazionalità di figurare tra i primi 16. Due giorni più tardi venne la volta dei 50 metri, la meno amata tra le distanze del dorso per uno che dà il meglio dopo almeno due virate. Soltanto diciannovesimo, in una gara evidentemente al risparmio. Ranfa-
Sebastiano Ranfagni
gni aspettava l’appuntamento con la “sua” distanza, i 200. Nessun problema nelle batterie, meglio ancora in semifinale, dove chiuse sesto. La finale era affare per due, il polacco Kawecki e l’ungherese Bernek, fuoriclasse irraggiungibili. Ma per il bronzo si poteva lottare. Sebastiano lo ha fatto fino all’ultimo, centrando un quarto posto comunque ottimo. Sarà difficilissimo, è chiaro, ma i presupposti per vederlo in acqua nella finalissima del 2 agosto ci sono. Se lo augurano anche tutti i suoi tifosi, vecchi e nuovi. Ne ha sparsi per tutta Italia, ma da qualche settimana ne avrà sicuramente guadagnato qualcuno in
più in Emilia, nelle zone colpite dal terremoto. Al ritorno da Debrecen, di fronte alle immagini di devastazione, Ranfagni fu il primo ad accendere una scintilla raccolta al volo dai compagni di nazionale, uno dopo l’altro, “big” compresi. “Cerchiamo di fare qualcosa al Settecolli”, disse. Quel qualcosa è diventato “Uniti si può...”, la raccolta benefica sostenuta da tutto il team azzurro e dalla Federazione in occasione del recente meeting annuale del Settecolli, allo stadio del nuoto del Foro Italico di Roma. Per quella olimpica staremo a vedere, ma nessuno potrà togliergli la medaglia di campione di vita.
PALLAVOLO. I progetti per la nuova stagione
Il sogno del Valdarno Volley
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l Valdarno Volley vuole ancora volare. “Ripartiremo da Puccini, Ranieri, Tani e dall’allenatrice Barbara Biagi”. E forse possiamo aggiungere anche dalla centrale Alessandra Ambrosi. Le idee del presidente del Valdarno Volley Giuseppe Caprella sono chiare: riconfermare le giocatrici di maggior rendimento, l’allenatrice senese dei miracoli e andare a scoprire in tutta Italia giovani promettenti per alzare ancora l’asticella e puntare ai play-off promozione. Il sogno è quello di seguire l’Azzurra San Casciano in Serie A2. Chiara Puccini è una promessa della pallavolo italiana, classe ‘91, gran carattere e gran polso. Schiaccia da qualsiasi posizione del campo, è il riferimento d’attacco di capitan Ranieri. Il capitano della squadra, la “Special Two”, due solo per il numero di maglia. Ilaria è una delle più forti palleggiatrici che ha “fabbricato” Firenze. Sembrava che dovesse essere il suo ultimo anno di “agonismo”, ma lei ama la pallavolo, e la pallavolo la ama. Sposi perfetti. La sua casa è il Valdarno Volley. E poi passiamo alla figlinese d.o.c. Costanza Tani. È una delle giocatrici che negli ultimi anni è cresciuta maggiormente e anche quella che strappa più applausi. Pallonetti, tocchi deliziosi e tanta intelligenza sportiva: queste le doti della centrale. Cosa dire di Barbara Biagi? Le squadre che allena sorprendono per gioco e agonismo e, in fondo all’anno, anche per il posto in classifica. Abbiamo chiesto
al presidente di svelarci quali sono i progetti per la prossima stagione. Prima di tutto rinforzare la squadra. Puntellando come detto le migliori giocatrici. Troppo presto per rivelare il roster? Sì. Dobbiamo dare un occhio anche al portafoglio ma senza precludere nessun obiettivo. E questo com’è possibile? In un modo solo: visionando tante ragazze, tante giovani promettenti. Cosa ne pensi delle tante squadre toscane che abbandonano la categoria? Mi dispiace tantissimo per il volley, ma il momento è difficile per tutti. Ci potrebbe essere anche qualche buon affare... Se ci fosse lo valuteremo. Come vede la promozione di San Casciano? Positiva per l’hinterland fiorentino e per noi. Non abbiamo vinto tanti /C.M. derby con loro...
Libri. Un piccolo excursus delle ultime uscite, tra racconti gotici e capolavori intramontabili
Pagine (toscane) sotto l’ombrellone Dalle riflessioni su forte dei marmi di fabio Genovesi al grande classico di carlo cassola, fino al percorso di una rockstar come Vasco Rossi visto attraverso gli occhi della giovane scrittrice camilla fusai. una breve selezione di opere made in Tuscany per non rimanere a corto di parole durante i mesi più caldi dell’anno Ludovica V. Zarrilli
iL cLassico
La raccoLta
iL bestseLLer
La ragazza di Bube
Ultimo agosto per sempre
La vendetta
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a vissuto per 85 anni la ragazza di Bube, giovane fiorentina con la tempra di donna che rischiava la vita per proteggere e ospitare i partigiani, negli ultimi scampoli della Seconda Guerra Mondiale. Nada Giorgi, così si chiamava nella vita reale la giovane innamorata del partigiano Bube (in realtà si chiamava Renato Ciandri), che ispirò il romanzo di Carlo Cassola vincitore del Premio Strega nel 1960. Si è spenta senza fare troppo clamore, Nada, che a 85 anni viveva a Pontassieve, alle porte di Firenze. Un po’ per amarcord, un po’ per dare un ultimo saluto alla “ragazza”, il libro di Cassola potrebbe essere uno di quelli da mettere in valigia e portare con sé, nelle serate di stanca, quando fa troppo caldo anche per uscire. Sono i momenti migliori per godersi un capolavoro della letteratura che parla della nostra gente, dei nostri luoghi e, non da ultimo, della storia di un’Italia che sarebbe un errore dimenticare. La ragazza di Bube ne sarebbe sicuramente orgogliosa, lei che credeva nella schiettezza e negli ideali al punto da continuare a difendere strenuamente suo marito anche quando fu accusato di duplice omicidio e per questo recluso in Francia. Chi avesse voglia poi di approfondire la vicenda può leggere anche “Nada, la ragazza di Bube” di Massimo Biagioni, edito da Polistampa, che raccoglie la testimonianza diretta della donna insieme ad alcuni scatti inediti.
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ndugiare. Attendere quel rumore che ormai è anche un’immagine che so descrivere perfettamente. Il fischio del gesso sulla lavagna, stridore insopportabile che annulla e dilania, un taglio preciso, un taglio assordante... Sulle pareti del cuore, morbida lastra di ardesia”. È dal racconto “Agosto di chissà dove sei tu” (dai cui è tratto questo brano) che prende ispirazione Caterina Pomini per intitolare la sua raccolta di storie brevi “Ultimo agosto per sempre” (Rupe mutevole edizioni, 132 pagg, 10 euro). Una serie di storie ambientate in posti diversi, sparpagliate un po’ per l’Europa e un po’ in un altrove indefinito, con personaggi le cui quotidianità si mescolano in un intreccio che sa di carne e sangue, di passioni mai sdolcinate. Passioni che mescolano a un gusto lievemente gotico della parola scritta momenti di estrema lucidità. Un’opera prima che sembra una raccolta tenuta nel cassetto a lungo, meditata fino a quando - come spesso accade - le storie hanno preso il sopravvento su chi le ha scritte cominciando a parlare loro in prima persona. A tratti dura, di una durezza cruda e necessaria, come in quel “Caro D.” in cui parla della morte e nel quale usa un lessico che fa pensare ad alcuni scrittori (maschi) d’oltreoceano, come Chuck Palahniuk. E Caterina lo fa con disinvoltura, apparentemente senza temere confronti, come qualcosa che le viene naturale, come raccontare la sua giornata a un vecchio amico ritrovato dopo molto tempo.
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occo si grattava la pancia, vicino all’ombelico, si grattava fino a farsi quasi uscire il sangue. Pulci delle più affamate. Abbassò gli occhi e si guardò le scarpe. Chiamale scarpe. C’era più vento là dentro che tra le gambe di una puttana. Tossì forte. Da qualche parte dentro di lui qualcosa stava marcendo, lo sentiva dall’odore che gli saliva in bocca, acido e dolciastro come la pelle dei morti”. Rocco, il protagonista del nuovo romanzo di Marco Vichi (Edizioni Guanda, 250 pagg, 16,50 euro) trascina la sua esistenza ormai da molto, troppo tempo, sotto un ponte dell’Arno. Un’esistenza fatta di vino a poco prezzo, miseria e cartoni dove avvolgersi la sera, per difendersi da un freddo che è soprattutto dentro di lui. Un giorno come tanti, dopo aver mangiato avanzi trovati nella spazzatura, un evento inatteso riaccende nella sua memoria un ricordo che sembrava ormai seppellito dal tempo. Dopo millenni di apatia, Rocco sente nel petto una gioia strana, che cresce come a volte il fiume che scorre davanti a lui. Finalmente ha di nuovo un motivo per vivere: la vendetta. Il nuovo lavoro di Vichi è diverso da tutti i precedenti, lontano mille miglia dal Commissario Bordelli, ed è lui stesso ad ammetterlo: “Mi sento un po’ come un archeologo che scava con emozione per dissotterrare un reperto antico che scopre poco a poco, o come un cercatore d’oro che a ogni manciata di terra che mette nel setaccio spera di veder luccicare qualcosa”. Quello che ha visto luccicare stavolta è la storia di un uomo solo, i suoi drammi, la sua quotidianità e, forse, il suo riscatto.
L’esordio
iL saggio
La guida atiPica
Vasco Rossi. Il tempo crea eroi
Morte dei Marmi
Firenze casa mia
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asco Rossi. Il tempo crea eroi” (edizioni Zona, 123 pagg, 14 euro) è il libro d’esordio della giovanissima Camilla Fusai, grande fan della rockstar emiliana prima che autrice. Nella sua opera prima Camilla cerca di spiegare la storia del Blasco analizzando i successi e gli insuccessi, le cadute e le risalite, la distanza dal mondo della comunicazione e la massiccia presenza su Facebook degli ultimi tempi. Il tutto partendo da uno studio approfondito della società “pre-Vaschiana” – come la definisce l’autrice – ovvero quella degli anni Cinquanta, humus musicale che ha preparato il terreno per l’ingresso in scena del rocker, con il suo esordio a Punto Radio Zocca. Dalla musica d’Oltreoceano, il rock’n’roll e la rivoluzione musicale, l’autrice passa poi a descrivere i meccanismi di Sanremo con sguardo critico. Ed è proprio da questo momento che l’attenzione si concentra tutta su Vasco Rossi e sul suo successo. Com’è accaduto nella sua carriera, il “ritmo” del libro aumenta man mano che si sfogliano le pagine arrivando al suo ingresso negli stadi e al rapporto con il fan, filo conduttore di tutto il testo che, a tratti, sembra essere il vero protagonista delle 130 pagine del libro. Per non parlare delle emozioni che si provano a un concerto del Kom (diminutivo di “komandante”, come lo chiamano i suoi fan), descritte con così tanti dettagli che sembrano prender vita durante la lettura. Un libro in cui l’autrice cerca non solo di raccontare chi è Vasco, ma di spiegare cos’è, Vasco, per tutto il suo “popolo” di aficionados.
er noi i russi erano un popolo fiero e modesto, e insieme meschino e invidioso, tutto preso a portare avanti una causa comune che era quella di regalare il paradiso socialista al mondo intero oppure di affogare il pianeta sotto le bombe nucleari. E intanto, nel tempo libero, giocavano a scacchi e leggevano romanzi difficili e si sfondavano di vodka per digerire le cene a base di bambini”. Così Fabio Genovesi comincia “Morte dei Marmi” (Laterza, 152 pagg, 12 euro), il suo viaggio nella Versilia contemporanea, nella sua Versilia, quella che un tempo era diversa perché diversi erano i suoi abitanti. Quella che ricorda in qualche piccola digressione come quando, da piccolo nelle “giornate importanti, tipo compleanni o feste religiose, mia madre mi faceva sempre indossare la ‘camicia di armani’. Una camicia bianca coi bottoni a pressione, acquistata dai miei genitori insieme alla macchina per il gelato Simac e a una settimana bianca all’Abetone, in quel breve spregiudicato settembre dell’85 che si erano convinti di non essere poveri”. Due mondi a confronto, quello di chi Forte dei Marmi l’ha creata e l’ha vissuta - con tutto il suo miscuglio di tradizioni, di miti un po’ caserecci e di grandi artisti di passaggio - e di chi invece l’ha colonizzata sparpagliando denaro e pensando di acquistare qualsiasi cosa, dalla bicicletta extra lusso al sorriso della gente del posto.
irenze insolita, Firenze inedita, Firenze vista attraverso lo sguardo di potenti e stranieri. Mancava all’appello un libro che parlasse della città come l’hanno vissuta i personaggi celebri che nel corso dei secoli sono passati sulle rive dell’Arno. Ci hanno pensato i giornalisti Gianni Caverni e Raffaella Marcucci dando alle stampe “Firenze casa mia” (Edizioni Polistampa, 216 pagine, 18 euro), una guida accattivante scritta per far scoprire una nuova veste del capoluogo toscano. Un viaggio sulle orme dei suoi illustri ospiti, che racconta le loro storie attraverso i luoghi e le abitazioni in cui hanno vissuto o soggiornato. Firenze è stata a lungo, o per breve tempo, la meta di protagonisti della storia, dell’arte, della letteratura venuti da lontano, attratti dal suo fascino: al tempo stesso è stata la culla di altri intellettuali, artisti, uomini di genio che vi sono nati o vi hanno preso dimora diventandone parte. Tra i primi Mozart, Leopardi, Dickens, Cajkovskij e Rilke, tra gli altri stranieri come Böcklin, Stibbert, Berenson, ma anche nativi come Collodi, Rosai e Pratolini. Tutti costoro hanno lasciato tracce che questo volume ripercorre conducendoci in palazzi e umili case, in ville e modeste pensioni, nelle strade del lusso e nelle viuzze del popolo, facendoci scoprire aspetti insoliti di Firenze e dintorni, con un corredo di aneddoti e curiosità che ne rendono ancor più piacevole la lettura.
cultura
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Lo sPettacoLo. Andrea Muzzi mette in scena il best of della fortunata trasmissione
Dalla tv al teatro con “Telebidone live” Ludovica V. Zarrilli
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arà un’opera unica, messa in scena solo per questa occasione e poi ripetuta mai più, “perché penso che la tv debba stare in tv e il teatro in teatro”. Ma per questa volta Andrea Muzzi ha fatto uno strappo alla regola e il 20 luglio porterà sul palcoscenico dell’arena all’aperto della Limonaia di villa Strozzi (via Pisana 77) il suo “Telebidone live”. “Dopo le tante richieste, arrivate soprattutto tramite Facebook - spiega il comico - di vedere dal vivo gli sketch che di solito vanno in onda durante la trasmissione Telebidone (in onda su Rete 37, ndr), ho pensato di dar vita a questo spettacolo, fatto di stralci di video, spesso inediti, che dialogano con quello che accade sul palco, dove ci sarò io e qualcuno dei miei amici più fedeli”. Come Massimo Galligani, spesso coprotagonista dei momenti di comicità firmati da Muzzi. Ma cos’è Telebidone? È una trasmissione comica ma non solo, è un momento dedicato alle risate a denti stretti “che vogliono far sorridere ma anche riflettere”, spiega l’autore. Si parla di crisi, si parla di precariato, si parla di sociale, di patriottismo e di falsi invalidi. “Perché a volte una risata riesce a esorcizzare i problemi, a far dimenticare per un attimo la rabbia, ed
è molta quella che gli italiani hanno dentro in questo momento, così difficile per il nostro Paese”. Il live a Villa Strozzi sarà un po’ una summa di quello che è stato detto e raccontato nei tre anni di show televisivo. “Telebidone è un’esperienza molto importante - ha commentato il comico - perché fin dal principio abbiamo cercato di dargli un respiro non strettamente locale, ma un po’ più nazionale. E il tempo ci ha dato ragione. Abbiamo raggiunto picchi di 250mila spettatori a puntata e ho ricevuto complimenti da persone che mai avrei immaginato”. Non sono solo i telespettatori più affezionati e l’omino della porta accanto. “Ho ricevuto i complimenti dal segretario della Cgil Susanna Camusso e da Corrado Guzzanti che per me è un mito oltre che un maestro. Pensa - continua - io avrei pagato per farmi fare un complimento da Guzzanti. Quanto vuole, cento euro per un carino? Eccoli qua. E invece no. Lui me l’ha fatto gratis. Ancora stento a crederci”. Tappe successive: uno spettacolo teatrale intitolato Un italiano vero, che dovrebbe approdare sui palcoscenici nel 2013, e il film Basta Poco, che Muzzi dovrebbe cominciare a girare in autunno tra la Toscana e Roma.
Un momento di
teleBidone,
al Centro
andrea mUzzi
una data unica alla Limonaia di Villa strozzi, un’esibizione che raccoglie filmati inediti e sketch presi in prestito dallo show di cui il comico è protagonista e autore. E all’orizzonte c’è il cinema
iL FestivaL. Note, arte e cultura nella frazione di Barberino Val D’Elsa
A Tignano con Ginevra Di Marco. E non solo T
gineVra di marCo
orna anche quest’estate, per il venticinquesimo anno consecutivo, il Festival di Tignano, storico appuntamento nella frazione di Barberino Val d’Elsa che, come da copione, dà appuntamento ad appassionati di musica, arte e cultura per una full immersion estiva dedicata quest’anno all’ambiente e all’incontro tra i popoli. E il programma prevede molti momenti da non perdere: giovedì 5 luglio Ginevra Di Marco e i fedelissimi Francesco Magnelli e Andrea Salvadori metteranno in scena il concerto tratto da “L’anima della Terra vista dalle Stelle”, con introduzione in videoconferenza di Margherita Hack, mentre venerdì 13 luglio sarà la scienza
a dare spettacolo con la conferenza-spettacolo “La terra svuotata, racconti dallo sfruttamento del pianeta” con protagonisti l’attore Massimo Salvianti insieme a Ugo Bardi, Renzo Macelloni e Marco Rustioni. Il 19 luglio sarà la volta di Nair con il suo “Concerto per la Pace”, preceduto dall’incontro con Severino Saccardi - direttore della rivista “Testimonianze” - e Paolo Hendel, che leggerà brani originali di Padre Ernesto Balducci nell’anno in cui si ricordano i vent’anni dalla sua scomparsa. Il Latin Mood del 24 luglio messo su da Javier Girotto e Fabrizio Bosso sarà una somma di astri del jazz, mentre domenica 29 luglio chiuderà il Festival
il concerto di musica da camera “La bellezza salverà il mondo”, con protagonisti la soprano Nicola Beller Carbone e il tenore Leonardo De Lisi, accompagnati al pianoforte da Ulla Casalini. Durante la serata si terrà inoltre la presentazione del progetto “In-canto-Tignano”, Masterclass di canto e recitazione nel Chianti. Nel corso della manifestazione saranno inoltre presentati il volume “Tignano, un antico borgo e il suo Festival”, curato da Gabriella Congedo e Marcello Bartoli, che farà luce su molti aspetti di storia e memoria del territorio, e una mostra di foto e documenti che potrà essere vi/B.B. sitata durante tutta l’edizione 2012.
iL PersoNaggio. La storia di una studiosa e insegnante di pianoforte e della sua passione per il pentagramma
Maricarmen, una vita per la musica (e per i ragazzi) C
ome si fa a lasciare l’Argentina per prendere casa in Italia, sulle rive dell’Arno? Domanda impegnativa a cui solo (o quasi) Maria Carmen Farah - per chi la conosce bene semplicemente Maricarmen - può dare una risposta. E la risposta si chiama musica, una musica che è contaminazione di suoni sudamericani e spagnoli, che l’ha accompagnata in giro per il mondo alla ricerca di ispirazioni sempre nuove, fino ad arrivare a Firenze, dove ha messo radici all’ombra del campanile di Giotto. E in questi due decenni Maricarmen di cose ne ha fatte, per sé ma soprattutto per quelli che lei chiama “i suoi ragazzi”. Un gruppo affiatato di studenti ai quali ha insegnato l’abc della musica e che oggi sono diventati “veramente bravissimi”. Ma andiamo con ordine. Prima di arrivare a Firenze Maricarmen ha finito l’università in Spagna, dove ha vissuto qualche anno dopo aver lasciato la sua nazione e dove
il grUppo
VolVer
al Completo
ha cominciato a insegnare musica, specializzandosi in pedagogia musicale e psicomotricità. Da quando vive a Firenze, pur continuando i suoi studi e cercando di perfezionarsi sempre più, ha dato vita all’Associazione studio musicale Carmen, che insegna pianoforte a giovani di ogni età, ed è presidente dell’associazione Volver, incentrata sulla diffusione della cultura musicale e sulla creazione di un ponte tra l’Italia e la Spagna. I musicisti in erba del gruppo sono già stati numerose volte fuori dai confini del nostro Paese, e si sono esibiti in concerti che sono anche “scambi culturali”, spiega Maricarmen. Diverse le trasferte fatte, soprattutto nella città di Saragozza. “Nasce tutto dall’importanza dello stare insieme - continua Farah - che ci tiene tutti uniti. Mi rende felice l’idea non solo di far conoscere e apprezzare un genere particolare di musica, ma anche di aver /B.B. creato un gruppo affiatato”.
segnalazioni a redazione@ilreporter.it
Per chi resta/1 Estate Fiorentina
Teatro, musica e giochi ma solo in riva all’Arno
I concerti dell’estate Morrissey - Live on 11 luglio cavea del nuovo teatro dell’opera Lo storico leader degli Smiths arriva a Firenze per accontentare i fan che lo hanno seguito fin dagli esordi britannici, ma anche chi ancora non conosce a fondo la sua musica. eric Johnson 14 luglio teatro romano di Fiesole
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oncerti pop e rock, teatro e cinema in “cuffia”, torneo di biglie in riva all’Arno, teatro e danza, poesia e divulgazione della Bibbia. Si chiama “(R)estate a Firenze” l’edizione 2012 dell’Estate Fiorentina, un invito per tutti, cittadini e turisti, giovani e famiglie, a godere dell’offerta che la città offrirà fino al 20 settembre. Tra i luoghi maggiormente significativi le Murate, che ripropongono il cinema in cuffia diviso tra Schermo dell’Arte, Festival dei Popoli e Amici dell’Alfieri e le note del Jazz Contest di Cultcube. E poi le Oblate, divise tra il festival di poesia Voci lontane, voci sorelle che torna quest’anno tra le iniziative e il progetto di divulgazione della Bibbia curato da Venti Lucenti sulla scia del successo ottenuto nel 2011 con Proust e ancora San Salvi, felice isola repubblicana nel cuore della città. Infine il Bargello, ormai teatro estivo per eccellenza. Estate vuol dire vedere nella propria città qualcosa di diverso, qualcosa di esotico. Per questo saranno riproposti il torneo di castelli di sabbia per Ferragosto e la gara delle biglie da spiaggia a San Niccolò, simbolo di una Firenze che si /C.G. immagina sempre più fantasiosa.
Talento precoce, Johnson ha cominciato a suonare da giovanissimo e oggi si trova alle spalle una carriera di successi e importanti collaborazioni. Ha pubblicato album solisti e lavorato come chitarrista per Cat Stevens, Carole King, Christopher Cross e altri. Il suo celebre pezzo Cliffs of Dover è presente nel videogame Guitar Hero. Marco Masini 18 luglio teatro romano di Fiesole Masini ha deciso di prolungare per l’estate il suo Niente di Importante Tour 2012 che tanto successo ha raccolto durante la parte teatrale della scorsa primavera (sold out al Teatro Verdi di Firenze). Prodotto ancora una volta da Joe & Joe e distribuito da Edel, farà tappa in alcune selezionate location italiane tra cui il Teatro Romano di Fiesole, dove Marco finora non ha mai suonato.
alanis Morissette 20 luglio cavea del nuovo teatro dell’opera A distanza di quattro anni dall’ultimo album e dall’ultima esibizione dal vivo in Italia, all’Heineken Jammin’ Festival 2008, Alanis Morissette torna sulla scena musicale con un nuovo album e un nuovo tour che ripercorrono tutta la sua carriera musicale.
Per chi resta/2 Toscana Summer Dance
In punta di piedi tra Firenze e Palazzuolo
Negrita 23 luglio arezzo - piazza grande Non c’è bisogno di presentarli, perché i Negrita ad Arezzo, come nel resto della Toscana, sono di casa. La rock band ha scelto la bellissima cornice di piazza Grande per una tappa del Dannato Vivere tour, che accompagnerà gli spettatori tra vecchi sound e nuove sperimentazioni, tipiche del rodato gruppo. damien rice 28 luglio cavea del nuovo teatro dell’opera Delicato, poetico ed emotivo, autore di nostalgici e malinconici capolavori, Damien Rice è, a tutti gli effetti, il songwriter irlandese più famoso a livello internazionale. La canzone che lo ha portato agli onori delle cronache internazionali è la colonna sonora del film Closer, con Julia Roberts e Jude Law. Ora con questa e altri successi sbarca a Firenze.
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l via dall’8 luglio il Toscana Summer Dance, creato e diretto da Giada Ferrone, coreografa e ballerina fiorentina trapiantata a New York. Il festival propone tre settimane intensive di danza con maestri e coreografi internazionali a Firenze e Palazzuolo sul Senio. Gli iscritti frequenteranno quotidianamente lezioni di danza moderna, balletto, yoga e pilates e, nel fine settimana, saranno coinvolti in eventi speciali o workshop serali. Ogni settimana verrà curata da un coreografo diverso, che creerà insieme agli allievi un pezzo da presentare nella serata del Florence Dance Festival. Il programma è aperto a danzatori di livello intermedio e avanzato a partire dai 17 anni ed è stato creato per valorizzare le competenze tecniche ed artistiche di ciascuno. Lo scopo del programma, a cui sono già iscritti allievi americani ed europei, è anche quello di annullare le barriere tra diverse culture e società. Ogni partecipante sarà seguito nel suo personale percorso artistico. Il cuore del programma è la volontà di educare i partecipanti a danzare con il corretto mix di intenzione, disciplina ed entusiasmo. /G.S. Info: www.giadaferrone.com.
lettere
29 sonorizzarlo???? E se proprio non si può almeno non è possibile non fare durare i concerti fino alle 3 del mattino? Possibile che ottenga qualcosa solo chi mette di mezzo i giudici come hanno fatto i residenti di Santa Croce? Firenze purtroppo sta diventando sempre di più una città solo per i turisti. Forse è proprio questo che vogliono che chi non consuma ma vive e basta se ne vada. Cordialmente Francesca Iannaco
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“SOSTA SELVAGGIA E SPORCIZIA A GAVINANA” Gentile Redazione di Reporter, vorremmo segnalarvi una serie di situazioni sgradevoli con le quali conviviamo ormai da diversi anni. Si tratta di problemi che riguardano il Quartiere 3 zona Gavinana/Viale D. Giannotti (dalla Scuola Villani fino al circolo le Vie Nuove). - Nel tratto che va dalla Gelateria Caminia fino al circolo le Vie Nuove, la sosta dei veicoli avviene giornalmente, soprattutto nelle ore pomeridiane/serali, in maniera caotica e selvaggia su marciapiedi, strisce pedonali, in doppia fila continua senza alcun rispetto delle regole, creando situazioni di disagio a causa di continue segnalazioni acustiche da parte di cittadini rimasti bloccati, mezzi pubblici che non riescono a passare e passi carrabili dei residenti che vengono occlusi; tutto questo si svolge ogni giorno senza che avvenga alcun controllo da parte delle autorità competenti. - Giornalmente nelle ore pomeridiane/serali gruppi di giovani stazionano con i loro mezzi (oltretutto in zona vietata in quanto non vi è alcun parcheggio) di fronte alla scuola Villani/ Gelateria Caminia impedendo il regolare passaggio pedonale, generando continue urla e schiamazzi che spesso si protraggono fino a tarda sera e lasciando a terra ogni sorta di rifiuti quali lattine, bottiglie, coppette gelato ecc. Tutte le mattine troviamo residui della sera precedente davanti ai nostri portoni, dentro le cassette della pubblicità e sparsi a terra ovunque nonostante ci siano due file di cassonetti lato via Bocchi e lato Viale Giannotti. Qui non si parla di sporcizia lasciata da turisti che vengono a visitare Firenze ma da residenti che con rispettive famiglie vengono a mangiare il gelato ogni sera!!! Grazie della vostra attenzione Cordiali saluti Cittadini disperati “PERCHÈ NON INSONORIZZARE LA LEOPOLDA?” Gentilissima Redazione, abito in Via del Ponte alle Mosse, altezza Leopolda. Sono quasi le 2 del mattino e il rumore che viene fortissimo da un concerto in corso alla Leopolda non fa dormire. Ho la sveglia domattina alle 6 perché come la maggior parte delle persone (fortunate) devo andare a lavorare. Sono preoccupata perché non so come farò. E purtroppo non è la prima volta che succede. Ma è possibile che un posto come la Leopolda dove si fanno tantissimi concerti non sia possibile in-
BICICLETTE E PEDONALIZZAZIONE, TRE DOMANDE Viste le lettere che vengono pubblicate dai giornali piene di odio e intolleranza nei confronti dei ciclisti da parte di tutte le altre categorie e nell’anniversario della grande pedonalizzazione, vorrei porre alcuni quesiti all’assessore Mattei: 1) Pare ci sia l’approvazione della sovrintendenza per il cordolo sul lungarno Corsini al fine di rendere di nuovo a doppio senso la pista. Per quanto tempo ancora si deve transitare a centro strada a rischio multa e/o investimento da parte delle auto in senso contrario che invadono allegramente la pista? 2) La pista sul lungarno Vespucci è notoriamente fuori norma ed è stata creata dalla Giunta Domenici, ma a questo punto dopo tre anni la nuova Ammnistrazione ne è corresponsabile anche perché nel frattempo i ciclisti sono triplicati. Quando verrà regolarizzata? Sono stufo ogni mattina di scegliere fra il percorrere la corsia delle auto rischiando la multa oppure stare sul marciapiede misto dove, oltre a dover ridurre la velocità alla metà di quella potenziale, devo scampanellare e beccarmi gli insulti continui dei pedoni che, giustamente, vogliono esser liberi di stare in coppia a chiacchierare, scrivere sms, leggere mentre camminano esattamente al centro di quello che ritengono a tutti gli effetti un marciapiede. 3) Sulle carte del Comune è indicato il percorso lungo l’Arno come C2 asse principale ciclabile della città. Vorrei sapere dall’assessore (che forse in bici non è mai salito...) e dal consigliere per la bici G. Gallo (che in bici ci va) come si fa ad andare da piazza Vittorio Veneto a piazza Piave con i nuovi sensi unici e le pedonalizzazioni. Mattei continua a sostenere che le aree pedonali sono la soluzione; a parte che i sensi unici quasi tutti in uscita valgono anche per le bici, io non ho ancora trovato la bussola. Da qualunque parte passi mi trovo bloccato in zone dove, da aprile ad ottobre, la densità di turisti è assolutamente incompatibile con la circolazione delle bici. Forse si ritiene di indicare la pista dei viali raddoppiando il percorso? Rendetevi conto che così si incentiva l’uso delle auto che infatti sfrecciano allegramente sotto gli Uffizi in senso contrario. Pedoni e ciclisti pendolari hanno esigenze diverse e non possono essere mescolati che in tratti brevi e circoscritti e non sistematicamente come si pretende a Firenze altrimenti si generano conflitti continui ed assurdi. Maurizio Landi “SERVE PIÙ RISPETTO PER LA NOSTRA FIRENZE” Buongiorno a tutti voi della redazione, commento e condivido l’articolo dedicato a tutte le persone volontarie come me “angeli del bello” e non che amano e cercano di fare rispettare maggiormente la nostra bellissima città collaborando con i nostri operatori ecologici di zona. Qui in zona piazza delle Cure la situazione è abbastanza migliorata ma vedo sempre la necessità di più rispetto da parte di chi viene in zona e non si comporta per niente bene: venditori ambulanti abusivi che tengono la loro mercanzia da vendere nel marciapiede; c’è chi lascia i rifiuti o cassette vuote della frutta nella rastrelliera per il parcheggio bici, chi ancora por-
invia la tua segnalazione alla nostra redazione redazione@ilreporter.it LAVORI FATTI E LAVORI DA FARE IN CITTÀ Carissimi Apprezzo molto la vostra pubblicazione e mi affido alla vostra capacità di ascolto non essendo riuscito a trovare accesso per scrivere sul sito del Comune di Firenze. Via Il Prato è stata brillantemente ristrutturata e si presenta ora in modo decoroso alla vista dei numerosi turisti, visitatori e cittadini che la percorrono. Devo però osservare che nel ristrutturarla, si sono omesse tre opportunità: 1. La prima è l’interramento dei cassonetti che continuano a deturparne l’immagine; 2. La mancata costruzione di una pista ciclabile che, anche se poca cosa, faciliterebbe la circolazione delle numerose biciclette; 3. La definizione dei contorni dei parcheggi di auto e motorini è stata fatta con cura, ma nessuna rastrelliera per biciclette è stata a tutt’oggi installata, anzi si è provveduto a smantellare quella pre-esistente di fronte alla farmacia Tramonti, che era comunque insufficiente. Grazie per l’attenzione Virgilio Gallo
Caro signor Virgilio, come ho avuto modo di dire più volte in passato, uno dei ruoli fondamentali che noi cittadini possiamo avere è quello di fare da “occhi” rispetto a quanto avviene in città. Nessuno più di coloro che abitano in un rione, in una strada, ecc... può infatti tenere sotto controllo il territorio in modo più approfondito e capillare. E questo è un ruolo molto importante, così come molto importanti sono poi le segnalazioni dei cittadini. Segnalazioni con cui solitamente (e giustamente) viene messo in risalto quello che non va, ma con cui – come ha fatto lei nella sua lettera – si possono anche dare consigli utili per migliorare la situazione. Via il Prato, di cui lei parla, si trova in una zona piuttosto delicata di Firenze, tra i viali e quel pezzo di centro (via Palazzuolo, Borgo Ognissanti – cui questo mese dedichiamo un articolo nell’edizione del quartiere 1 – ecc...) alle prese da un po’ di tempo con diverse problematiche di degrado e sicurezza. Rendere questa strada, esattamente come tutte le altre strade, più bella da vedere (con i cassonetti interrati) e più facile e sicura da vivere per i cittadini (pista ciclabile e rastrelliere), costituirebbe un passo importante verso la soluzione, almeno in parte, dei problemi esistenti e verso il miglioramento della qualità della vita in tutta la zona. Pubblico la sua lettera in modo che le sue proposte possano venir prese in considerazione, e invito tutti i lettori a fare altrettanto, per provare a “costruire” tutti insieme la nostra città. Matteo Francini m.francini@ilreporter.it ta troppo sudiciume all’interno del sottopasso pedonale della zona anziché utilizzare gli appositi cestini e cassonetti per la raccolta differenziata presenti in zona. Quello che mi dispiace è vedere il poco rispetto di chi ha il cane e fa fare i bisogni proprio davanti agli ingressi delle case o negozi o sulle fioriere oppure nelle nostre bellissime aiuole centrali in piazza che sono fiorite e bellissime ed approfitto per ringraziare i nostri giardinieri comunali. Anche io stimo la collaborazione di Gora del Senegal “angelo del bello” vicino alla chiesa Sette Santi e come lui ringrazio tutti gli studenti e persone straniere che facendo la differenza fanno parte della Fondazione Angeli del Bello o solamente rispettano la nostra bellissima città e le altre persone. Tutti sono i benvenuti a Firenze ma a mio parere chi non rispetta il luogo e le altre persone non è il benvenuto. Più rispetto per Firenze da parte di tutti. Approfitto per rinnovare il mio appello rivolto a chi fuma e maleducatamente getta il mozzicone ancora acceso per terra. Nei tabacchi quando comprano le sigarette comprino anche uno di quei piccoli posacenere portatili utilissimi per riporre il mozzicone finché non è spento, per poi svuotarlo nella pattumiera. In città, al mare, in montagna, cerchiamo di rispettare maggiormente questo bellissimo pianeta che il Padre Eterno ha creato. Cordialmente saluto tutti, Marina Quadalti
QUEGLI ELETTRODOMESTICI LASCIATI TRA I CASSONETTI Buongiorno, desidero segnalarvi l’ennesimo caso di un televisore smembrato, il cui display è stato ridotto in frammenti, frammenti che hanno tappezzato una parte del marciapiede. Il tutto è avvenuto stamattina verso le ore 8.00: qualche incivile ha lasciato il proprio televisore tra i due cassonetti e in men che non si dica è arrivato un ancor più incivile che ha spaccato l’elettrodomestico alla ricerca dei preziosi fili di rame... A pochi cittadini devono essere sfuggite queste ‘ditte di pulizia del cassonetto’, variamente organizzate, che raspano tra i rifiuti alla ricerca di materiale ‘buono’ e, a volte, non si preoccupano di lasciare dietro di loro tappeti di rifiuti e vetro. Il rischio di lesioni aumenta considerando che nella strada parallela c’è anche la scuola elementare Cesare Battisti con il passaggio di bimbi nelle ore calde, appunto mattina e pomeriggio. E poi non dimentichiamoci dei nostri amici a quattro zampe. Ho telefonato alla Quadrifoglio e la signora, molto gentile, ha registrato la segnalazione: ora stiamo aspettando l’intervento. Smettetela di lasciare i vostri elettrodomestici per strada, sia per una questione di igiene e decoro, sia, a maggior ragione, per non essere causa indiretta di lesioni a qualche passante! Vi ringrazio Margherita Montanari
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BAGNO A RIPOLI, collinare, splendida villa su due livelli ottima esposizione circondata da parco; composta da grande salone con camino, sala pranzo, cucina abitabile, 3 camere, 2 bagni. Grande taverna con cucina, sala camino, 4a camera e 3ºbagno.classe energetica g ☎335 7678437 - 331 8532086 BAGNO A RIPOLI/VILLAMAGNA in villetta a schiera bifamiliare appartamento di 170 mq disposto su 2 livelli con 2 ingressi volendo divisibile per 2 nuclei familiari oltre giardino e terreno con ulivi e piante da frutto per 1.330 mq.posizione panoramica nel verde, vera occasione.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 360.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 COMPIOB BI/SIECI meravigliose porzione di villa storica del 1400, di 200 mq con ingresso indipendente e giardino privato .salone con camino originale e soffitti a cassettone ( altezze 5mt), cucina abitabile con altro camino, sala pranzo, 3 camere, e 2 bagni.classe energetica g ☎335 7678437 - 331 8532086 FIRENZE SUD 10 MINUTI Sieci,,nel verde, stupenda villetta terratetto libera su 3 lati con bel giardino di 800 mq; composta da cucina, sala pranzo sala con camino, 3 camere, 2 bagni, cantina, lavanderia e garage. Perfetta e super accessoriata.classe energetica g >175 kwm in attesa attestato certificazione ☎335 7678437 - 331 8532086 IMPRUNETA LOC. COLLINE in splendida posizione collinare, villa toscana su due livelli di mq.300 oltre garage e accessori. Completa la proprietà un giardino recintato di mq.5000 con piscina e annesso terreno agricolo mq.7000. Da amatori. Classe energetica g - epi > 175 kwh/m2 ☎055 630656 - 055 631781 anno S.DONATO immersa nel verde, bellissima posizione (no autostrada), splendida villa di circa 400 mq circondata da 3000 mq di parco e 150 mq di balconi e logge. Possibilità di frazionamento.classe energetica g € 860.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086 UGOLINO in villetta bifamiliare appartamento al piano terra, recentemente ristrutturato, composto da ingresso, soggiorno con camino, cucina abitabile, due camere matrimoniali, tre bagni, ripostiglio, taverna, vano guardaroba, cantina, giardino esclusivo mq.250 e posto auto. Ottimo. Classe energetica g - epi >175 kwh/m2 anno € 550.000,00 ☎055 630656 - 055 631781
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VALDISIEVE MOLINO DEL PIANO , in posizione panoramica, bellissima colonica in pietra, libera su 4 lati, circondata da terreno di proprietà. Composta da salone con camino, cucina abitabile, 4 camere, 2 bagni, cantine e stalle da recuperare.possibilità di divisione per più nuclei familiari .classe energetica g >175 kwm in attesa attestato di certificazione € 600.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086
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