Newsletter 2° grado maggio 23

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Edizione mensile curata

dalla 4^ LES

In questa Newsletter

RDC E RDI a Milano

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Teatro Erna 1943

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Gita a Torino

2^ AFM

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Guide manzoniane

2^ LES/LISS/AFM

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Uscita didattica ad Arezzo

3^/4^ AFM

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Workshop di altisensi

3^ LES

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Gita a Mornese

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Incontro affettività

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Domande intervista

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SOLO RICONOSCENZA

La scuola è tempo, luogo, parole, silenzi, sguardi, emozioni, paure, sogni, fatica, lavoro e tanto altro. È un rito, una sequenza di storie, è vita, è monologo, colloquio, è un tessere e ritessere desideri, conoscenze, intuizioni, slanci, errori nella ricerca del Vero, del Buono e del Bello.

In tutto questo l’insegnante impara ad accompagnare, l’alunno impara a conoscersi, la preside impara a cogliere negli sguardi il desiderio di amare, i collaboratori imparano la sfida del sentirsi insieme.

La scuola è quella cattedrale in cui si celebra con i linguaggi più vari la Parola, cioè sviluppa un continuo colloquio con noi stessi, con gli altri, con Dio. Ci sentiamo spesso incompleti, realizziamo spesso una parte di noi stessi, ma la scuola, quando ha al centro l’educazione, prende e sviluppa tutta la realtà È un ascoltarci l’un l’altro che sorregge il nostro essere e rafforza la fiducia, la confidenza, l’affidarci

MAGGIO 2023 | N. 6
La Newsletter dell'IMA | pagina 1
NEWSLETTER
IMA

E allora, in queste ultime settimane di attività scolastica, si affaccia nella mente un desiderio: ringraziare.

Ringraziare Dio per la fiducia, la chiamata e la forza che ci dona ad essere educatori attraverso l’insegnamento; ringraziare gli alunni per gli errori che ci fanno essere umili e pronti a ricominciare; ringraziarci per il perdono dato e ricevuto, per gli incontri non riusciti e le parole che hanno ferito; ringraziare ogni persona per i piccoli o grandi gesti di attenzione.

Ringraziare è l’espressione di un cuore e di una mente che nella scuola hanno imparato a vivere.

Solo la riconoscenza è il finale di un anno scolastico vissuto in pienezza.

RAPPRESENTANTI A MILANO

Anche quest’anno, i Rappresentanti di classe e d’istituto della nostra scuola, nella giornata di venerdì 21 aprile 2023, sono stati coinvolti in un’uscita di formazione a Milano. È stata organizzata dal CIOFS Scuola Lombardia, in collaborazione con altre scuole salesiani FMA, intitolata “La pace si può. Cominciamola noi” .

Il prof Stefano Greco e il prof Tarcisio Plebani, docenti referenti per le attività dei Rappresentanti, hanno accompagnato gli alunni durante questa gita giornaliera. Questi ultimi hanno potuto assistere ad una testimonianza di Elena Mazzola, fondatrice dell’associazione Emmaus operante in missioni umanitarie di assistenza a minori e disabili provenienti da contesti disagiati. La relatrice ha raccontato agli studenti la sua esperienza in ambito di conflitto russoucraino e ha sensibilizzato gli ascoltatori ad un protagonismo attivo e non indifferente.

In seguito, i ragazzi delle diverse scuole sono stati divisi in gruppi misti e, sulla base della Convenzione ONU per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, hanno svolto un gioco di ruolo sul tema della pace. Tramite questa attività i Rappresentanti hanno immaginato di ricoprire ruoli di responsabilità politica e assistenziale in circostanze difficili come quelle di una crisi economica, oppure di un disastro ecologico; così facendo hanno potuto riflettere nella formulazione di priorità e azioni concrete rivolte alla costruzione della pace.

L’appuntamento si è dimostrato molto interessante e ha permesso di valorizzare le mansioni dei Rappresentanti anche all’interno delle aule scolastiche, con lo scopo di favorire un buon funzionamento delle relazioni tra pari e non

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TEATRO ERNA 1943

5^LES - AFM - LISS

Una località spesso frequentata dai turisti, lecchesi e non, sono i Piani d’Erna. Tuttavia solo in pochi sanno cosa è accaduto proprio in quel luogo nel 1943.

Giovedì 20 aprile le classi 5e della scuola secondaria di seconda grado hanno avuto l’occasione di scoprirlo: assistendo alla rappresentazione dello spettacolo “Erna 1943. Racconto partigiano” messo in scena dall’ Associazione Dinamo Culturale.

A causa delle pessime condizioni meteo non è stato possibile salire ai piani d’Erna, ma fortunatamente la compagnia ha potuto comunque andare in scena negli ambienti scolastici.

Oltre agli attori Carlo Decio e Luca Pedeferri, erano presenti anche Davide Franceschini, uno degli autori del testo, Patrizia Milani, per il Comitato Provinciale ANPI Lecco, e una nipote di Vera Ciceri, una delle protagoniste della storia

rappresentata: la Battaglia d’Erna.

Dopo l’8 settembre 1943 si formò spontaneamente ai Piani d’Erna la Banda Pisacane, una delle prime formazioni partigiane sulle montagne del nord Italia. L'attività della banda durò solo quaranta giorni: nell’ottobre dello stesso anno un rastrellamento ad opera delle truppe tedesche mise fine alla resistenza sulle montagne del lecchese. Tuttavia le azioni condotte dalle prime formazioni partigiane, tra cui quella della Banda Pisacane, ebbero una grande importanza dal punto di vista simbolico: per la prima volta qualcuno si era opposto in armi alle forze nazifasciste.

Lo spettacolo, partendo proprio dalla data dell’armistizio, ripercorre la storia di tutti coloro che coraggiosamente scelsero di salire sulle montagne, per opporsi all’invasione tedesca e alla neonata Repubblica Sociale Italiana.

Sia lo spettacolo che la scelta dei docenti di offrire ai ragazzi la possibilità di assistervi nascono dal desiderio di non dimenticare questo particolare fatto storico, spesso poco noto agli stessi lecchesi, ma anche dal bisogno di una generale riflessione sul tema della Resistenza e dell’antifascismo, questioni, purtroppo, non esclusivamente legate al passato ed ancora protagoniste nell’attualità.

Può quindi una rappresentazione teatrale trasmettere dei valori e stimolare una riflessione? I nostri ragazzi pensano di sì.

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Giovedì 4 maggio 2023 noi alunni della seconda AFM, accompagnati dal professor Colombini e dalla professoressa Grasso, siamo partiti per una gita didattica con destinazione Torino. Una volta arrivati, abbiamo visitato il primo museo dedicato all’educazione finanziaria. La seconda parte del nostro percorso comprendeva vari laboratori multimediali, mentre la terza ed ultima tappa era costituita da una stanza in cui è presente una collezione di salvadanai storici risalenti dal Giappone al Venezuela e dal quindicesimo secolo agli anni Novanta

GITA A TORINO 2^AFM

Il museo possiede un totale di 1700 salvadanai, non tutti esposti a causa della mancanza di spazio. Successivamente, ci siamo diretti verso l’Oratorio di Valdocco con pranzo al sacco e, dopo aver fatto una foto di classe, ci siamo recati a un’antica porta romana che al tempo stabiliva il confine della città. Ci siamo poi avviati verso il Palazzo Reale di Torino, che ospita il museo dell’antichità. Una volta giunti al Museo abbiamo ammirato, con l’aiuto di una guida, l’anfiteatro situato sotto al Palazzo Reale, provvisto di reperti storici e statue risalenti all’età pre imperiale e dell’antico Egitto. In conclusione, partendo dalla stazione di Torino, siamo tornati a Lecco.

GUIDE MANZONIANE

2^ LES - LISS - AFM

Alla fine del mese di aprile si è concluso, con un’uscita didattica a Milano, il progetto guide manzoniane, che ha coinvolto le classi seconde durante il corso dell’anno; lo scopo era la realizzazione di un percorso di teatro diffuso che abbracciasse i principali luoghi manzoniani di Lecco, focalizzando l’attenzione principalmente sui rioni di Olate e Acquate

Partendo dalla lettura dei capitoli borghigiani del romanzo manzoniano, gli studenti hanno realizzato una visita animata rivolta ai coetanei dell’IMA di via Bonvesin a MIlano, i quali hanno poi ricambiato con un percorso guidato presso i principali luoghi manzoniani della loro città.

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Giovedì 13 aprile, i ragazzi di Milano, hanno rappresentato alcune scene dei primi capitoli: l’incontro di Don Abbondio con i bravi, il giorno delle nozze, lo scontro tra fra Cristoforo e Don Rodrigo, il tentativo di matrimonio a sorpresa e la fuga; a conclusione, un’anticipazione sulla figura dell’Innominato, il cui castello è poco distante da Lecco.

Venerdì 28 aprile è stato poi il turno degli studenti lecchesi: giunti in Porta Venezia, i ragazzi hanno potuto ripercorrere, attraverso la voce dei compagni milanesi, le disavventure di Renzo in città, giungendo fino a Piazza Mercanti per ascoltare dell’arresto e della fuga del giovane nel bergamasco.

Dopo aver raggiunto Piazza San Marco, hanno avuto l’occasione di rivedere, attraverso gli occhi di Renzo durante il suo secondo viaggio in città, l’orrore della peste, per giungere infine alla Chiesa di San Carlo al Lazzaretto, dove finalmente Renzo e Lucia si ricongiungono.

Al termine del percorso, gli studenti sono stati accompagnati a Casa Manzoni per partecipare ad un’interessante visita guidata Questo percorso di service learning, sicuramente impegnativo, ha consentito ai ragazzi di avvicinarsi in maniera alternativa ad uno dei romanzi più rilevanti della nostra letteratura, cogliendone non solo la modernità, ma anche la peculiarità dei luoghi in cui questi ragazzi hanno la fortuna di vivere.

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3^ - 4^ AFM

Alle classi 3° e 4° dell’’afm, come gita extracurricolare, è stato proposto un viaggio di istruzione che avesse come obiettivo vivere un’esperienza cogliendo l’occasione di visitare luoghi di grande bellezza storica e l’opportunità di prendersi del tempo per riflettere e coltivare la propria interiorità. La mattina del primo giorno è stata organizzata una visita al “castello di Poppi” , occasione perfetta per passeggiare tra le stanze e i corridoi di questo piccolo gioiello nel quale sono ricordate le vicende di Campaldino. Nel pomeriggio trascorso a Romena, una fraternità locale, i ragazzi hanno avuto modo di ascoltare Don Luigi Verdi, che parlando della sua vita e della sua esperienza personale, ha dato preziosi consigli e spunti di riflessione. Al termine del suo racconto le classi hanno dedicato del tempo volto ad un’introspezione personale, prendendo spunto dai suggerimenti offerti da Don Luigi Verdi in un luogo con un’atmosfera pacifica e silenziosa, avendo la possibilità di riflettere anche sul proprio percorso di crescita.

La seconda giornata è stata dedicata alla scuola di Economia civile, situata nel borgo di Loppiano, dove i ragazzi hanno avuto l’occasione di incontrare l’artista Lau Kwok Hung di Hong Kong, che ha raccontato della sua vita e della sua arte. È stato motivo di crescita, anche il confronto avuto con alcuni ragazzi che hanno partecipato all’Economy of Francesco. Il 30 marzo, l’ultimo giorno, dopo aver visitato le bellezze di Arezzo, i ragazzi si sono diretti a Rondine, cittadella della pace, conosciuta come luogo in cui si cerca di costruire relazioni tra persone appartenenti a popoli in conflitto e dove si tenta di sviluppare nuove modalità di dialogo per permettere una pace sempre più duratura e forte.

La Newsletter dell'IMA | pagina 6 USCITA DIDATTICA AD
AREZZO

WORKSHOP DI ALTISENSI

3^ LES

Nell’epoca contemporanea ogni cosa ha il suo significato, la sua funzione specifica e quindi anche il suo spazio Viviamo in un mondo che necessita sempre più di etichette, nonostante la sua apparente "fluidità" . Le arti sono sempre più ampie, i loro confini più labili e le idee sempre più specifiche. Ecco che produciamo oggetti con una sola funzione, in grado di incrementare la produzione e di incentivare il mercato alimentando una falsa domanda.

Il bastone un tempo poteva avere diverse funzioni e con il progresso ognuna di queste é stata assolta con un oggetto più preciso: prima la lancia, poi il bastone da passeggio, l'ombrello, il flauto, lo spazzolino, la forchetta, il cucchiaio e il coltello. Oggi abbiamo il tagliamela, il togli/torsolo, e lo sbuccia/mela, che in un solo gesto velocizzano il taglio del frutto (ed esclusivamente di quello) ricordandoci che anche la nostra quotidianità deve essere rapida ed efficiente.

Sembra che la nostra inventiva venga incanalata per la produzione di oggetti unici-funzionali, che collaborano alla crescita borghese della ricchezza materiale, a cui corrisponde però una conseguente sclerosi della fantasia nell'esperienza dell'utilizzo.

Come fare quindi a non subire una paralisi del nostro pensiero?

Con la finalità di confrontarsi almeno tali questioni si è svolto il breve workshop di Altisensi nella classe terza del Liceo Scienze Umane della scuola Maria Ausiliatrice di Lecco. Abbiamo riflettuto sul potenziale creativo come via possibile per fronteggiare, o almeno essere consapevoli della realtà che viviamo e che desideriamo, o - meglio - che siamo condotti a desiderare.

Ci ha permesso di calcolare la nostra creatività in base allo stato di fluidità, flessibilità ed originalità del pensiero, parametri che si possono modificare, allenandoli con diversi esercizi in grado di far emergere il potenziale di ognuno. Non c'è giusto e non c’é sbagliato, c'è la maggior consapevolezza nelle proprie facoltà. Ogni ragazzo è in grado di dare un giudizio critico di fronte al proprio modo di elaborare e affrontare la realtà al termine del workshop Altisensi, iniziando a considerare anche altre possibilità per l'apprendimento, per la capacità di elaborare percorsi personali conoscitivi e per saper anche apprezzare e valorizzare le proprie capacità.

La Newsletter dell'IMA | pagina 7
Jacopo,9anni

”Ho sempre pensato di non avere molta creatività perché la associo al disegnare, invece ho capito che la creatività la uso tutti i giorni in molti momenti diversi della mia vita”

“Questo laboratorio mi è stato utile ad alimentare ulteriormente il mio pensiero inventivo, tanto che in alcuni momenti ho avuto l’impressione di sentirmi esplodere di idee: è stata come una ricerca dentro il mio cervello”

”Ho apprezzato tantissimo di non aver avuto quella paura o ansia di sbagliare la risposta, proprio perché non ne erano previste una giusta o una sbagliata, grazie a questo mi sono sentita tranquilla e a tratti sicura” .

“Pensavo fosse una cosa semplice allenare il pensiero creativo, ma con il laboratorio mi sono accorta che non è così. Infatti non ho trovato nessuna attività facile, ma in tutte mi sono dovuta impegnare e sforzare, proprio come un esercizio”.

“Ho scoperto che tutti noi, da piccoli, abbiamo molta creatività e crescendo questa capacità si irrigidisce e diminuisce, fino ad annullarsi” .

“Mi è piaciuto tornare bambino e vedere tutto con una prospettiva diversa”.

“Mi sono accorta che la mia mente è cresciuta e si è chiusa in idee fissate dalla società”.

“Come alleniamo il nostro corpo dobbiamo allenare la nostra mente e secondo me tale attenzione è poco diffusa”.

Queste sono solo alcune delle testimonianze dei ragazzi che hanno preso parte al corso, deducendo addirittura che sia un metodo efficace da proporre a tutti, grandi e piccoli. Credo fermamente che la posizione di apertura che i nostri allievi hanno saputo acquisire e riproporre a noi docenti e collaboratori del workshop sia il primo passo verso un “modus operandi” capace di raddrizzare la nostra schiena, aprire le spalle verso il mondo e dilatare il nostro orizzonte di senso

GITA A MORNESE

Sabato 15 aprile una speciale delegazione è partita dalla nostra scuola per raggiungere Mornese, il paese in cui Madre Mazzarello ha iniziato l’esperienza delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), in cui si è tenuto un grande raduno proprio in onore della santa a cui hanno partecipato molti altri istituti e oratori della Lombardia e del Piemonte Il gruppo che ha rappresentato l’IMA di Lecco era composto da alcuni ragazzi delle superiori, famiglie della scuola e alcune suore dell’istituto Appena arrivati nel paese

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Dopo un primo momento più “did gruppo si è spostato in una casci ragazzi hanno animato i bambini gruppi con giochi “tradizionali” salto alla corda o i balli di gruppo svolto un momento di preghiera però dalla pioggia che ha costre presenti a rifugiarsi in attesa di un miglioramento meteorologico che accompagnato il gruppo per tutto a seguire e anche nel viaggio di ri Tutti i presenti alla gita si rico sicuramente, oltre al m l’esperienza vissuta insieme a u della comunità scolastica e un mo condivisione insieme.

INCONTRO DI AFFETTIVITÀ

Parlare di affettività a scuola è ancora un tabù? Ebbene no! Lo dimostra la serie di incontri terminata il 10 maggio che ha coinvolto le classi seconde, terze e quarte. Il progetto viene proposto ogni anno al fine di promuovere, attraverso cinque unità didattiche personalizzate, il benessere e le competenze nella sfera affettiva, imparando nuove informazioni e potenziando attitudini e abilità riguardanti le relazioni interpersonali, l’affettività e la sessualità, per vivere questa dimensione della vita in modo consapevole e sicuro, rispettoso di sé e degli altri. La serie di incontri è stata utile anche per comprendere come molti aspetti poco considerati possano

intervenire in un unico macro argomento: quello scientifico è stato affrontato con l’ostetrica Valentina Rossi con le classi seconde e terze, così come quello spirituale con i sacerdoti fra’ Raffaele Orlando e fra’ Mattia Senzani. Il tema emotivo/relazionale è stato sviluppato con la psicologa dott.ssa Castagna, mentre il difficile argomento dei potenziali pericoli legati ad un uso non consapevole delle nuove tecnologie con l’esperta Daniela Isacchi per le quarte. Tutti gli esperti hanno reso centrale il tema delle relazioni associato a quello delle emozioni e dei sentimenti: questo ha permesso ai ragazzi di ragionare in modo più approfondito su loro stessi e sui loro comportamenti nelle relazioni con l’altro. Gli incontri hanno visto partecipazione, curiosità e interazione da parte degli studenti, il cui feedback sarà preziosissimo per comprendere come rendere questa proposta sempre più adeguata alle loro necessità

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DOMANDE INTERVISTA

DOMANDE:

Chi è zia Caterina e che lavoro svolge?

Che emozioni hai provato vedendo arrivare zia caterina? e dopo che hai scoperto cosa c’era dietro a quella signora stravagante le tue emozioni sono cambiate?

Tu riusciresti a vivere la tua vita interamente nella felicità come fa zia Caterina?

RISPOSTE ALLA PRIMA DOMANDA

Chiara, Giulia e Luisa

Zia Caterina è una tassista che gira per le vie di Firenze con il suo taxi, pieno di colori e giocattoli. Dopo la morte del marito a causa di un tumore, ha deciso di aiutare i bambini della clinica Mayer, di portar loro un po' di felicità offrendogli i trasporti da casa fino alla clinica e regalando loro un momento di svago e distrazione dalla realtà. Ha intrapreso questo percorso per rimanere fedele alla promessa fatta al marito per cui lei avrebbe dovuto comunque vivere in modo felice, anche dopo la sua morte; ha iniziato dunque a vedere la vita in un altro modo, senza abbattersi per le piccole cose di tutti i giorni ma vivendo (e facendo vivere) la quotidianità con il sorriso.

RISPOSTE ALLA SECONDA DOMANDA

Chiara

Alla vista iniziale di zia Caterina, sono rimasta stranita del fatto che una donna vada in giro vestita in modo così sgargiante ed insolito, con un taxi altrettanto appariscente Una volta aver scoperto il suo lavoro ed il perchè di questo, il mio parere su di lei è completamente cambiato; il suo esempio mi ha dato molti insegnamenti, tra cui mi ha insegnato a notare la fortuna che ho io nel poter fare esperienze che i meno fortunati, per colpa di una malattia di cui non sono responsabili, non possono vivere.

Luisa

Nel vedere zia Caterina, inizialmente ho pensato fosse una signora molto stravagante e trasgressiva, soprattutto per il modo in cui ha risposto alle nostre domande. Solo in un secondo momento, ho capito che questo era il suo modo di porsi. Di lei mi ha colpito molto come, nonostante di primo acchito potesse sembrare una donna molto forte, in lei si potesse trovare anche una grande fragilità e sensibilità.

Giulia

A primo impatto, pensavo fosse una donna completamente al di fuori degli standard che la nostra cultura e società ci impone Una volta sentita la storia, ho avuto l’occasione di fare molte riflessioni, in particolare sulla delicatezza della vita, sull’importanza di curarla, sul valore ed importanza potenziale delle persone che ci circondano. Ho compreso per questo che non bisogna mai giudicare una persona solo per le apparenze ma bisogna scavarci a fondo per poterne conoscere una minima parte: una frase fatta, costruita a tavolino, che in questo caso sono riuscita però a riscontrare nel concreto.

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RISPOSTE ALLA TERZA DOMANDA

Chiara

Per me, vivere una vita interamente di felicità è un risultato molto difficile da ottenere per i numerosi ostacoli con cui la vita si caratterizza. Le più grandi difficoltà che si possono incontrare credo siano l’opinione altrui circa la tua persona e ciò che fai/dici, che in molti casi si trasforma poi in dure critiche che vengono dette solo a causa delle diversità di una persona. Altro grande ostacolo che vedo minacciare la felicità della vita è la possibilità di avvento di situazioni particolarmente delicate: seguire la malattia di un bambino, ad esempio, sarebbe di estrema difficoltà per me a causa della mia propensione ad affezionarmi con facilità a tutti, in questo modo soffrirei molto.

Luisa

Ammiro molto zia Caterina, specialmente per la sua capacità di rimanere impassibile di fronte alle critiche e procedere dritta sulla propria strada senza lasciarsi influenzare dalla massa. Credo che non riuscirei mai a vivere come lei, perché mi ritengo molto influenzabile dal “gregge” e per nulla creativa. Io, a differenza sua, non riuscirei a fregarmene, rendendomi indipendente da ciò che pensa la realtà in cui sono immersa Mantenere un atteggiamento simile, per quanto coraggioso e lodevole sia, sarebbe un tormento per me.

Giulia

Personalmente, non ritengo sia facile affrontare tutti i giorni con un sorriso stampato sulla faccia, non c’è dubbio. Tuttavia, non è nemmeno una possibilità così remota ed irrealizzabile

Certo è che per far sì che ciò avvenga prima di tutto c’è l'essenziale necessità di desiderare la felicità per se stessi e perciò lasciarsi aiutare da chi ci circonda, cercare di estrapolare il succo della vita, il bene da ciò che ci sembra ed è brutto. Si tratta di un processo di crescita che richiede tempo; perciò per raggiungere la felicità bisogna avere pazienza e non l’ossessione di raggiungerla nel più breve tempo possibile.

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