Progetti Bari #3

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editoriale 3

Nonostante la globalizzazione galoppante, o più probabilmente a ragione di questa, i confini nazionali continuano a giocare un ruolo, così come le barriere linguistiche, le tradizioni regionali, le convenzioni e le leggi locali. Questo può apparire in totale contrasto con il fatto che quella dell’architettura sia innegabilmente sempre di più una lingua franca e che i linguaggi compositivi in uso siano compresi e accettati ovunque. Eppure il perseguimento di questa omologazione linguistica nell’architettura non ha portato ancora all’emergere di un vero e definitivo esperanto architettonico, ad una architettura globale applicabile e accettabile in tutte le situazioni, ed anzi a chi sappia coglierle l’edificio dell’architettura universale mostra suggestive crepe ed interstizi. Continuiamo allora il nostro percorso alla ricerca delle variazioni regionali della lingua dell’architettura, le cui accezioni più stimolanti si ritrovano oggi in territori dispersi, non sempre immediatamente percepibili. Nelle costruzioni per aziende consapevoli del ruolo di comunicazione che ha l’architettura, nel recupero creativo di edifici esistenti, nella sistemazione di spazi pubblici, negli allestimenti permanenti o provvisori sono alcuni degli anfratti più animati dell’architettura dell’ultimo periodo. La pinacoteca di Terlizzi, il complesso multifunzionale a Bisceglie, la piazza di Andria, l’edificio residenziale a Modugno, opere fra loro diversissime, testimoniano la diversità espressiva che anima lo scenario regionale. Per l’uso di lingue capaci di intersecare le frontiere fra architettura, design, comunicazione; per l’attenzione alla configurazione di edifici che potremmo genericamente definire sostenibili. Non nel senso energetico che alla definizione si dà, ma in quello più puramente percettivo. Vale a dire di architetture che trovano la loro qualità interna nella ricerca quasi classica di una contestualizzazione, e la loro identità forte nella esplicitazione in forme inventive quando non avventurose della funzione. Costruzioni insomma capaci di coniugare modernità e spirito dei luoghi. Franco Panzini


sommario 4

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luoghi in comune 06 Allestire l’arte

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68 12 Dialogo nel tempo gruppoforesta | studio d’architettura Alfredo Foresta Ester Annunziata Michele Martina Tiziana Panareo

Comunicazione d’azienda Studio professionale architetto Michele Sgobba

Mirella Bindo Giambattista De Tommasi Ettore Tricarico

residenze In armonia con la città Carmine Robbe Matteo Ieva

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Nucleo verticale Archmat studio tecnico assocciato Dario Natalicchio Rosa Nicastri

18 Sanità razionale Studio Di Marzo Associati Ingegneria e Servizi

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24 Spazi flessibili Matteo di Venosa

30 Genius loci

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Giovanni Vitto

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120 Design alla moda Gap architetti associati Federico Bilò Alessandro Ciarpella Francesco Orofino Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi

restauro 126 La torre Stefania Aprile Angelo La Notte Francesco Marzulli Nicola Gaudio

Spiragli di luce G/G associati Riccardo Guglielmi Anita Grossi

134 Radici

Fortezza urbana

mostre 138 Bari si racconta

Vittorio Cassano

Emanuele De Nicolò Nicola Nuzzolese

Gabriele Basilico

64 La Rambla

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Giuseppe Cimino Nicola Di Stefano

42 Riapre il Teatro Margherita Mauro Sàito

48 Architettura cultura Panstudio architetti associati Paolo Capponcelli Mauro Dalloca Cesare Mari

paesaggi 52 Natura funzionale Alberto Altamura Michele Cuonzo

luoghi del lavoro 58 Vista lineare Antonio Grasso

Scala al centro Rocco Mele

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interni Alla luce di un monolite MPT3 Lucrezia Montalbò Paolo Pellegrini Domenico Tanese

design 144 Living design mi.ce.ba. design Cinzia Mondello Paolo Rossi Filippo Tisselli Ettore Tricarico

148 Design nomade 100 Spazio continuo Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi

106 La sintonia del tempo Ugo Cassese Marina Perrini

110 Soluzione di continuità

Ludovica+Roberto Palomba

concorsi 156 PFFFFF... WOOSH Riccardo d’Oria

presentazione progetti bari n˚2 162 Al centro del progetto

Fabio Colaninno

169 Showroom Partner e aziende Partner 114 Architettura pura Ettore Tricarico

204 Indirizzario


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Showroom e Aziende Partner

progetti

Architettura, restauro, design nella provincia di Bari è prodotto da Ime SpA Pubblicazione periodica Luglio 2009 Iscrizione al Tribunale di Pesaro n° 442 del 06/12/1998 Direttore responsabile Paolo Paci Direttore editoriale Franco Panzini Coordinamento di redazione Barbara Piccolo Redazione Valentina Alessandrini, Laura Del Monte Pietro Fratta

169 Ime 180 Aziende Partner

Giornalisti Raffaella Antoniacci, Eleonora Capodagli, Francesca Guidoni, Rita-Elisabetta Nardiello, Marco Petroni, Marina Racanelli, Davide Rufini, Lino Sinibaldi Progetto grafico Nicola Sancisi Coordinamento grafico Giovanna Pompili Grafica Francesca Focarini, Simona Sabattini Direzione Marketing Emanuele Scapini Marketing Alessandra Fachechi, Ginevra Ridolfi Responsabile web marketing Roberto Gaetaniello Web marketing Raffaella Cancrè Fotografi Lorenzo Barassi, Mirella Caldarone, Berardo Celati, Michele Cera, Nicola Cipriani, Vito Corvasce, Domenico Laera, Mario Matera, Giacinto Mongelli, Alberto Muciaccia, Nico Nardomarino, Giuseppe Savino, Lorenzo Scaraggi, Michele Stallo, Nicola Vigilanti, Filippo Vinardi, Michelangelo Vino, Max Zambelli Ufficio abbonamenti v.alessandrini@gruppoquid.it Stampa Sat - Pesaro Redazione Quid Edizioni srl via degli Abeti 190 - 61122 Pesaro tel. 0721 42501 – fax 0721 425050 redazione@gruppoquid.it

Progetti è un’iniziativa editoriale Quid Edizioni Concept Paolo Paci


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luoghi in comune

Mirella Bindo Giambattista De Tommasi Ettore Tricarico

Allestire l’arte Un progetto di completamento funzionale e allestimento museale per un edificio monumentale di Terlizzi

Intervento: completamento opere edili ed allestimento Luogo: Terlizzi, Bari Progettisti: Mirella Bindo, Giambattista De Tommasi, Ettore Tricarico Collaboratori: Francesco Colasanto, Maria Anna Manicone Committente: Comune di Terlizzi Anno di redazione: 2004 - 2006 Anno di realizzazione: novembre 2007 - luglio 2008 Costo: 1.800.000,00 euro

Testo: Barbara Piccolo Foto: Vito Corvasce

L’edificio monumentale ottocentesco dedicato alla figura di un importante artista come De Napoli a Terlizzi ha visto nel tempo diversi tentativi di restauro conservativo che non sono stati in grado di valorizzare il ruolo culturale, sociale e artistico del luogo. L’amministrazione comunale, dopo l’ultimo intervento degli anni Novanta, ha affidato l’incarico del restauro nonché del progetto di ampliamento attraverso la creazione di una vera e propria pinacoteca all’archtetto Ettore Tricarico, all’ingegnere Mirella Bindo e all’ingegnere Giambattista De Tommasi. L’idea dei tre progettisti ha voluto andare molto oltre il mero recupero conservativo per dare all’edificio storico non solo una nuova peculiarità architettonica ma anche una nuova funzionalità per mezzo della quale si potesse rilanciare il ruolo culturale educativo e turistico della città di Terlizzi. Sono state quindi pensate una serie di attività connesse all’esposizione che hanno richiesto una ben precisa gestione degli spazi. Al piano seminterrato è stato pensato il lapidario unito alle sale per la custodia e conservazione delle opere, a piccoli laboratori artigianali e a un cortile per le manifestazioni all’aperto. Il punto informazioni è situato a piano terra dove è presente anche una sala di consultazione informatica, un bookshop e le sale destinate alle esposizioni temporanee con arredi e attrezzature. Le sale dedicate all’esposizione permanente unite ai servizi si trovano al primo piano mentre al piano ammezzato si trova l’ufficio dirigenziale per la gestione delle molteplici attività. Una sala conferenza e altri ambienti per le esposizioni temporanee si trovano al secondo piano. La volontà di dar vita a spazi in grado di ospitare le collezioni originali del De Napoli unite a collezioni di arte contemporanea, ha richiesto una no-

tevole versatilità non solo degli ambienti stessi ma anche degli impianti illuminotecnici e degli arredi che dovevano adattarsi e conciliarsi a esposizioni completamente diverse. Il primo piano è destinato all’esposizione permanente di parte delle opere del De Napoli mentre alcuni locali al piano terra e al secondo piano vengono destinati all’esposizione temporanea di alcuni artisti contemporanei. La scelta per rendere l’allestimento armonioso e in linea con l’origine dell’edificio, è stata quella di simulare all’interno degli ambienti delle vere e proprie deformazioni delle pareti che tendono così a fagocitare in sé, a proteggere e valorizzare le opere che espongono. L’illuminazione al primo piano viene garantita attraverso l’utilizzo di fibre ottiche orientabili, mentre l’illuminazione delle opere è puntuale quella dello spazio è indiretta e ottenuta grazie a sospensioni che irradiano luce sulle volte. Nel seminterrato, troviamo alcuni cubi in corten che fungono da piedistallo e che si possono unire tra loro. Una scala di collegamento realizzata sempre in corten si può prestare a diventare altro luogo espositivo. Al terzo piano la gestione dell’esposizione è stata pensata in modo tale da essere completamente smontabile, tale scelta consente un veloce cambiamento d’uso e maggiore flessibilità. Una serie di binari paralleli, posti sul controsoffitto, contiene all’interno dei ganci in grado di portare il sistema modulare con anima in honeycomb di alluminio. Il rivestimento esterno è volutamente incompiuto, ciò garantisce ai curatori delle diverse mostre di scegliere il fondale che meglio si adatti alla mostra stessa. Tre ampi setti in corten incanalano i percorsi di accesso e uscita dalla sala celando sapientemente la visione d’insieme dell’ambiente.


Vista prospettica della galleria espositiva caratterizzata da cubi luminosi.

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Nella pagina accanto piante. In questa pagina vista del grande volume color rame.

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Nella pagina accanto particolare dell’illuminazione. In questa pagina vista dall’alto del corpo scala.

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luoghi in comune

Una galleria d’arte frutto di un accurato progetto di restauro

gruppoforesta | studio d’architettura Alfredo Foresta Ester Annunziata Michele Martina Tiziana Panareo Intervento: recupero edificio storico Luogo: via Federico D’Aragona, Lecce Progettisti: Alfredo Foresta con Ester Annunziata, Michele Martina, Tiziana Panareo – gruppoforesta | studio d’architettura Collaboratori: Francesca Cofano Direzione lavori: Francesco Foresta Committente: Francesco Foresta Anno di redazione: 2004 - 2005 Anno di realizzazione: 2007 Imprese esecutrici: gruppoforesta srl per restauro e consolidamento statico; Pellegrino Armando Impianti Tecnologici per impianto idrico; SIE Impianti Elettrici per impianto elettrico Dati dimensionali: superficie lotto mq 155; superficie complessiva mq 378

Testo: Pietro Fratta Foto: Alberto Muciaccia

Dialogo nel tempo

Un palazzo non vincolato, ma ricco di storia, adiacente la chiesa di San Matteo, di scuola borrominiana, nasconde al suo interno l’anima del lavoro di restauro eseguito dallo studio di architettura gruppoforesta. La struttura del corpo di fabbrica era in grave stato di collassamento: le condizioni in cui versava hanno condotto alla scelta obbligata di svuotamento del corpo stesso, cercando tuttavia di ripristinarvi il valore storico e integrarlo a una filosofia progettuale moderna, e, nelle varie fasi di consolidamento e pulizia dello stesso, a una capillare attenzione del restauro in cui era indirettamente coinvolta la chiesta di San Matteo, a esso adiacente. I lavori hanno riportato alla luce le caratteristiche e i resti storici dell’edificio, quali cisterne, vani ipogei: ritrovamenti che, grazie anche alla collaborazione feconda tra progettista e committente, sono stati valorizzati per farne il cuore del progetto di restauro, e per questo attentamente ripuliti e liberati da ogni superfetazione stratificata nel tempo: il progetto s’è così vincolato a un’identità preziosa che non doveva restare nascosta. I nuovi piani intermedi che hanno sostituito quelli ormai fatiscenti e demoliti, sono strutturati con materiali tecnologici moderni ma non invasivi, escogitati con semplicità: inalterato il paramento della chiesa adiacente, grazie a una scala sospesa realizzata in carpenteria metallica, il progetto ha espresso un’idea innovativa nella composizione e scomposizione di piani volumetrici puliti e sottili, il cui impatto moderno interagisce con l’impianto

storico del corpo di fabbrica. Riscoperta la cava originaria del piano interrato, risaltato il contenitore storico degli antichi resti, l’inserimento di soppalchi in vetro, scale in ferro traforato, lampade sostenute da carrucole industriali e l’utilizzo di materiali locali su una superficie complessiva di quasi 380 metri quadrati convergono al fine di ottenere un equilibrio fra passato e presente, sostenuto dalla valenza storica dell’edificio. Le luci pongono l’accento su uno sviluppo verticale del progetto. Le forme geometriche pure si accostano in altezza aprendo un percorso visivo ininterrotto con i reperti dell’antica costruzione: l’intero ambiente viene esaltato da forme moderne di architettura sviluppatesi sulla considerazione fondamentale di un’antica base progettuale, su cui è stata apportata una scala cromatica non fredda, nell’esaltazione della pietra, del legno e del ferro. Il passato emerge costantemente, la storia dell’edificio viene offerta al visitatore da ogni punto di vista. Al contempo la nuova struttura, oltre a voler comunicare l’idea di leggerezza, se non di una struttura sospesa all’interno di antiche mura, ribadisce la volontà di conciliazione con l’identità preesistente del palazzo. Il restauro così non è solo recupero di una remota struttura né un suo ripristino forzato, ma una forma di dialogo nel tempo permesso da due linguaggi architettonici conciliati e testimoniati grazie a una ricerca peculiare che ha preceduto l’intervento di restauro e ha permesso, come prima concreta urgenza, di attualizzare l’antico edificio.


Veduta esterna dell’edificio storico.

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In questa pagina il corpo scala che collega i diversi piani. Nella pagina accanto vista dall’alto.


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Nella pagina accanto veduta degli atri interni alternati da volte. In questa pagina vista prospettica interna.

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luoghi in comune

Sanità razionale

Il piano di riqualificazione del presidio ospedaliero Michele Sarcone di Terlizzi

Testo: Pietro Fratta Foto: Vito Corvasce

Studio Di Marzo Associati Ingegneria e Servizi Intervento: lavori di rifunzionalizzazione e messa a norma presidio ospedaliero di Terlizzi Luogo: ospedale di Terlizzi “Michele Sarcone” Progettisti: Studio Di Marzo Associati Ingegneria e Servizi Collaboratori: Cecilia Di Marzo – SGM Ingegneria Committente: ASL BA/2 Anno di redazione: 2006 Anno di realizzazione: 2006 - 2008 Costo: 5.500.000,00 euro circa Imprese esecutrici: EDIL.CO srl; F.lli Loiudice snc; Contact Italia srl Dati dimensionali: superficie totale intervento mq 4.000 circa

La ricerca di un severo equilibrio formale caratterizza il progetto dello Studio Di Marzo: il piano di riqualificazione e razionalizzazione dei vari reparti del presidio ospedaliero “Michele Sarcone” di Terlizzi, a Bari, è stato il principale intervento che ha interessato i vari corpi di fabbrica della struttura, coniugando le varie impronte storiche che lo caratterizzano. L’intervento ha attuato una chiara e nuova distinzione dei reparti medici ottenendo una maggiore funzionalità degli stessi grazie a un preciso piano di separazione fra le aree interessate al lavoro del personale medico e dei vari uffici, e agli ambienti necessari ai pazienti, alla loro degenza e alle visite dei parenti, personale perciò anche estraneo alle specifiche attività ospedaliere. Per rispondere alla duplice necessità, privata e professionale, è stato identificato il terzo corpo di fabbrica, inserito fra gli altri due contigui – l’uno di costruzione ottocentesca e l’altro risalente agli anni Settanta del secolo scorso – come una torretta d’emergenza contraddistinta da un proprio monta lettighe che aiuta a destinare ogni paziente al reparto cui è destinato con percorsi facilitati. Si è ramificata così una serie di degenze facilmente raggiungibili e al contempo si sono riaffermati i reparti importanti dell’ospedale quali Chirurgia e Ginecologia Ostetricia, raggiungendo nuovamente una piena funzionalità. Intervento significativo dell’intero progetto è l’ideazione di un collegamento diretto multifunzionale tra i vari piani dei reparti preesistenti, a uso esclusivo del personale medico e di aggreganti esterni alle strutture, delineando un linguaggio architettonico sobrio supportato da materiali tecnologici moderni. I nuovi collegamenti formano un inedito affaccio all’in-

tera struttura. In particolare, una chiusura verticale esterna funge da cerniera dei corpi preesistenti ed è realizzata con serramenti a nastro mobili e fissi, di facile manutenzione, pannelli opachi in biossido di titanio e coibentato che, mentre ammoderna la struttura e amplia la compenetrazione della luce nella suddivisione interna degli spazi, distingue volutamente le nuove aggiunte al corpo preesistente e ne lascia intendere la distribuzione degli ambienti. I collegamenti si avvalgono di una struttura portante in acciaio e intelaiatura già esistente. La messa a norma degli ambienti ha così sintetizzato uno studio necessario degli spazi interni del Presidio non solo limitandosi a un ampliamento degli stessi ma a una loro totale rivalutazione, in modo da rispondere concretamente sia alle esigenze del personale medico che a quelle dei pazienti e dei privati. Per rinnovare e riportare alla giusta importanza il reparto ospedaliero, si è previsto un rinnovamento degli ambienti rifacendosi anche alle ultime ricerche cromoterapiche applicate agli ospedali: ogni stanza presenta perciò una veste colorata per pareti, pavimenti, porte e soffitti; azzurro e arancione quali principali riferimenti cromatici che influenzino positivamente la salute e la psiche dei pazienti. L’equilibrio preposto deve quindi coniugare una rielaborazione della costituzione architettonica preesistente, accentuandone la nuova continuità con le aggiunte inserite dallo Studio Di Marzo ed esprimendo una giusta risposta degli spazi interni con una nuova successione funzionale. L’assetto strutturale ottenuto rivaluta la storia del Presidio Ospedaliero riqualificando le sue preesistenze e consente una corretta gestione da parte degli operatori del settore.


Veduta dal basso del volume inserito all’esterno.

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Pianta primo piano.


Vista di uno dei corridoi interni.

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In queste pagine dettagli e disegno tecnico della parete vetrata esterna.


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luoghi in comune

Spazi flessibili

Una progettazione critica per diversificare gli spazi di una struttura multifunzionale

Testo: Eleonora Capodagli Foto: Vito Corvasce

L’edificio progettato dall’architetto Matteo di Venosa con il contributo dell’architetto Giorgio Di Bitonto e dell’ingegnere Pantaleo Amato, coerentemente con le prescrizioni urbanistiche contenute nel Piano particolareggiato del comune di Bisceglie, è uno spazio sviluppato su un lotto rettangolare di 3.500 metri quadrati con spazi operativi destinati ad attività artigianali, uffici e unità residenziali di pertinenza degli opifici. L’intervento è ubicato nella zona artigianale est di Bisceglie, tra la strada statale 16 bis e il tracciato ferroviario. Nello sviluppo del processo progettuale, dalla fase ideativa alla costruzione dell’opera, si sono tenuti in considerazione due temi rilevanti; in primis si è pensato al rapporto tra le soluzioni architettoniche adottate e il programma funzionale, che è stato definito in modo coerente ed efficace rispetto alle necessità della committenza e del mercato locale. I temi dell’accessibilità alle singole unità operative, della flessibilità distributiva degli spazi lavorativi, dell’integrazione tra luoghi di lavoro e residenze, della razionalità delle soluzioni impiantistiche e strutturali, hanno orientato il processo progettuale sin dalle prime fasi di impostazione concettuale. La configurazione architettonica nasce quindi come un’interpretazione critica delle esigenze funzionali legate alle differenti attività lavorative. Il secondo tema centrale per lo sviluppo progettuale ha riguardato il rapporto tra manufatto architettonico e sito. Il complesso edilizio sorge, infatti, in una zona della città che si caratterizza per una scarsa qualità dell’impianto urbanistico e dei singoli episodi architettonici. Il contesto di un paesaggio ordinario, dove ogni singolo fabbricato rappresenta un progetto estraneo rispetto al contesto, ha motivato

la scelta di caratterizzare il nuovo edificio come landmark, segno distintivo e punto di riferimento visuale per l’intera zona artigianale. L’edificio si sviluppa su tre livelli: un piano interrato, esteso sull’intera superficie del lotto, e due piani fuori terra che raggiungono un’altezza complessiva di circa 9,00 metri. Al piano interrato trovano spazio i locali destinati ai depositi e ai box auto; al piano terra si trovano gli spazi operativi che comprendono una superficie di lavoro interna (opificio), in cui sono ricavati i servizi e una piccola area-ufficio e uno spazio esterno scoperto, direttamente accessibile da via Berlino che permette il collegamento del lotto con la rete della mobilità urbana ed extra urbana. Le unità operative che si dispongono al piano terra lungo via Berlino sono identificate dalla ritmicità dei portali in pietra grigia che si incastrano nella facciata principale integrandosi e sovrapponendosi con la copertura continua. Infine le residenze e gli uffici sono collocati al primo piano e sono raggiungibili tramite due corpi scala sistemati sulle testate nord e sud del complesso edilizio. L’intero fabbricato è avvolto da un grande solaio di copertura che come un nastro continuo rappresenta l’elemento unificante della composizione architettonica e qualificante del rapporto con il luogo. Il solaio è stato concepito come una grande superficie a geometria variabile che, articolandosi e piegandosi diventa piano di copertura ma anche prospetto, loggia e balconata. Il grande solaio segna, inoltre, gli ingressi alle residenze attraverso la tripla altezza degli androni scala. I rivestimenti delle lastre rosse in lamiera ondulata sottolineano l’unitarietà della superficie avvolgente e la natura produttiva del complesso edilizio.

Matteo di Venosa

Intervento: realizzazione di un complesso integrato di opifici artigianali, uffici e residenze Luogo: via Berlino, Bisceglie (BA) Progettista: Matteo di Venosa Consulenti: Giorgio Di Bitonto, Pantaleo Amato Collaboratore: Angela Triglione Committente: impresa edile Caruolo Carlo e Luigi snc (Bisceglie) Anno di redazione: 2005 - 2006 Anno di realizzazione: 2006 - 2008 Costo: 1.150.000,00 euro Impresa esecutrice: impresa edile Caruolo Carlo e Luigi snc (Bisceglie) Dati dimensionali: superficie totale del lotto mq 3.504; superficie coperta mq 1.247; volume realizzazione mc 7.960 Caratteristiche tecniche particolari: rivestimenti di coperture e facciate con lastre in acciaio a protezione multistrato a profilo grecato (ondulit)


Particolare della struttura esterna.

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Nella pagina accanto pianta piano terra. In questa pagina profilo principale su via Berlino.

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Nella pagina accanto il ballatoio di affaccio degli uffici e delle residenze. In questa pagina dettaglio dei lucernari di copertura.

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luoghi in comune

Genius loci

La riqualificazione di Largo della Corte e Villa Belvedere nel centro di Conversano

Giovanni Vitto

Intervento: riqualificazione e recupero urbano di Largo della Corte e Villa Belvedere Luogo: Conversano (BA) Progettisti: Giovanni Vitto Collaboratori: Serena Fanelli, Giacomo Lofano, Bianco Vincenzo Committente: comune di Conversano Anno di redazione: 2003 Anno di realizzazione: 2007 Costo: 516.000,00 euro; 300.000,00 euro Imprese esecutrici: Mirgaldi Antonio; Euro Assistance elettromeccanica Imprese fornitrici: Ime SpA; Vivai Saverio Misceo; Magliocco Giuseppe Dati dimensionali: superficie pavimentata a bassole in pietra mq 11.000 Caratteristiche tecniche particolari: sistema di raccolta acque piovane in cisterna, capienza mc 250 con impianto automatizzato d’irrigazione

Testo: Eleonora Capodagli Foto: Vito Corvasce

L’intervento di riqualificazione e recupero urbano sviluppato dall’architetto Giovanni Vitto con gli architetti Giacomo Lofano, Serena Fanelli e il geometra Bianco Vincenzo, ha interessato due zone significative del centro di Conversano, piazza Conciliazione e piazza Castello, meglio note come Largo della Corte, e Villa Belvedere. L’area di piazza Conciliazione e piazza Castello, un grande slargo al centro, offre una suggestiva immagine della città; dominata dal castello dei Conti e dalla cattedrale romanica, il Largo della Corte si apre sul punto più alto di Conversano, offrendo in lontananza la vista del litorale adriatico. Per l’impostazione del progetto di riqualificazione gli architetti sono partiti dallo studio della posizione geografica della città, hanno analizzato le sue antiche origini e la sua storia, segnata dal susseguirsi di importanti famiglie feudatarie, tra cui quella degli Acquaviva D’Aragona, grazie alla quale Conversano conobbe un forte sviluppo culturale e urbanistico. Lo studio ha evidenziato anche come alcuni interventi postbellici abbiano frammentato lo spazio e il progetto è stato sviluppato anche per ripristinare la visione dello skyline originario. Il punto di partenza è stato il disegno della pavimentazione realizzata nel 2001 con basole di pietra calcarea locale, disposte secondo cordonature che riprendono quelle storiche esistenti a Conversano lungo il perimetro del Castello. In alcuni tratti questa cordonata risultava interrotta dalla presenza di marciapiedi che ne spezzavano la continuità spaziale. L’obiettivo principale dell’intervento è stato quello di conferire a Largo della Corte, perno della vita sociale e culturale della città, un’immagine uniforme e pulita mediante il trattamento omogeneo della pavimentazione e l’inserimento di elementi

di arredo unificanti, al fine di ottenere un effetto di ordinata ampiezza e di organicità complessiva. La stessa logica è stata seguita anche per i lavori di completamento di Villa Belvedere, iniziati nel 1999. Lo scopo è stato soprattutto quello di dare una nuova dimensione alla Villa, divenuta un vuoto contenitore privo di attrattiva e tagliato fuori dal centro storico. Originariamente denominata orto del conte, Villa Belvedere era anticamente occupata da abitazioni fatiscenti, adibite a rappresentazioni di teatro popolare e a osteria per gente del popolo. Dalla sintesi del genius loci e dal desiderio di assecondarlo è scaturita l’idea progettuale, plasmata in maniera naturale sulla visione storica che si è potuta ricostruire grazie ai documenti d’archivio. Il progetto è stato integrato con la creazione di un anfiteatro destinato a ospitare manifestazioni di carattere pubblico, rendendo questo spazio quell’importante nodo di aggregazione e socialità per cui era stato pensato. Dunque un intervento volto a creare un collegamento forte e ideale con il resto del borgo antico, assorbendo il corso adiacente attraverso una serie di gradoni degradanti verso la parte bassa del colle. Il progetto, inoltre, ha voluto evitare interferenze visuali con le geometrie della torre dodecagonale del castello, avendo come asse di riferimento la scalinata dell’antichissimo monastero di San Benedetto del IX secolo d.C. e le mura ciclopiche. Un nuovo tratto di queste ultime è stato messo in luce grazie all’eliminazione della scala in cemento armato realizzata negli anni Ottanta, che ne impediva la visuale. Inoltre la sua demolizione ha consentito il recupero del vano attiguo alle mura, di proprietà comunale, oggi adibito a Centro di Accoglienza Turistica Regionale.


Veduta panoramica dell’area.

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Nella pagina accanto planimetria Villa Belvedere. In questa pagina assonometrie.

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In questa pagina veduta panoramica dell’area. Nella pagina accanto vedute della struttura antica.


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Nella pagina accanto particolari delle sedute. In questa pagina vista dell’anfiteatro.

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luoghi in comune

La Rambla Il progetto della strada centrale di Andria rivitalizza un luogo pubblico trasformandolo in un percorso a misura di cittadino

Giuseppe Cimino Nicola Di Stefano

Intervento: nuove discipline veicolari e dell’arredo urbano nella Ztl di viale Crispi Luogo: Andria Progettisti: Giuseppe Cimino, Nicola Di Stefano Collaboratori: Giuseppe Tesoro Committente: Assessorato Ambiente e Mobilità Comune di Andria Anno di redazione: 2004 - 2006 Anno di realizzazione: 2006 – 2007 Costo: 915.000,00 euro Impresa esecutrice: CONES srl Gruppo Belgiovine (Bisceglie) Imprese fornitrici: Lo console PVA sas; Fundicio Ductil Benito; Record SpA; Italamona; Simes; Urbaco Dati dimensionali: mq 3.000 Caratteristiche tecniche particolari: realizzazione del canale scorrimento acque meteoriche e delle sedute in materiale lapideo, tubolare acciaio inox

Testo: Rita-Elisabetta Nardiello Foto: Mirella Caldarone

Il progetto degli architetti Giuseppe Cimino e Nicola Di Stefano, originale nell’intento così come nella realizzazione, ha come soggetto una strada che diventerà una piazza, adibita all’esclusivo transito pedonale per ricordare i tipici ambienti delle campagne pugliesi, non solo nei colori e nelle forme, ma anche nelle sensazioni, un luogo materiale e astratto, pratico e funzionale ma anche rilassante per una fluida viabilità. Le richieste e le esigenze questa volta sono dettate dalla circolazione stradale e dal rispetto dell’ambiente nonché dalla volontà di creare un luogo unico e ben riconoscibile all’interno del tessuto cittadino. Ottenere una piazza da una strada, renderla accessibile ai veicoli in orari regolamentati e ricavare uno spazio pubblico precedentemente inesistente, sono obiettivi difficili, soprattutto se si pensa a un progetto più ampio per una zona a traffico limitato accogliente tra via Regina Margherita e viale Crispi ad Andria con lo scopo di creare una città fatta su misura di pedone con collegamenti diretti al centro. Il cittadino può godere della possibilità di passeggiare da un lato all’altro libero di circolare in determinati orari. Il tratto di strada in questione è rappresentato da viale Francesco Crispi tra piazza Marconi e corso Cavour nel punto di incontro con via Regina Margherita, strada lunga 200 metri e larga 16 metri. Oltre allo scopo prettamente progettuale di realizzare una piazza in una strada, i progettisti intendono creare un vero e proprio luogo di ritrovo per i cittadini, facile da raggiungere, facile da vivere e piacevole all’occhio. Per questo sono state livellate le quote stradali, eliminando il gradino dei marciapiedi e dilatando lo spazio. Gli edifici contengono un nuovo “tratturo” segnato da un

solco d’acqua e da un muretto in pietra calcarea: un’incisione nel terreno murgiano delimitato da un muretto a secco con le vetrine accese su un nuovo paesaggio. Il pavimento in pietrisco frantumato misto di cemento e fibre, ricorda appositamente le strade bianche tipiche della transumanza e il bruno dei mattoni autobloccanti della corsia carrabile, ricorda le campiture agricole di un territorio sempre meno conosciuto. La sensazione è quella non solo di percorrere un tratto di strada per raggiungere un punto, la piazza, ma proprio quello di godersi il “viaggio”. È una reale metafora della transumanza, per rendere il cittadino davvero consapevole dell’importanza dello spazio pubblico, in grado di usufruirne come fosse suo e al contempo di rispettarlo. Una strada che non è una strada, una piazza che non è una piazza, il tutto per un unico scopo, il piacere di godersi un luogo che certamente è luogo di ritrovo. Il muretto, simbolo entrato nell’immaginario sociale come snodo di relazioni interpersonali, ritorna in auge come punto di riferimento e d’incontro. Le sedute in pietra invogliano i pedoni a invadere la strada in un gioco di allargamenti e restringimenti. Le panche per sedersi diventano anche gioco grazie agli schienali che invitano allo scavalcamento, elementi lapidei progettati quasi come sculture uniche incuriosiscono il passante che viene seguito nella sua passeggiata da luci a basso impatto luminoso per non invadere l’occhio e mantenerlo nella dolcezza del vedere. Questa passeggiata si rivela un’attività rilassante e al contempo uno stimolo alla curiosità di chi si sofferma a osservare oggetti talmente inconsueti da potersi considerare piccole opere d’arte all’interno di una più grande opera urbanistica.


Vista dall’alto.

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Nella pagina accanto iconemi territoriali; vista prospettica. Pianta. Sedute in pietra e acciaio; vista dall’alto serale, dettaglio sedute. In questa pagina sedute in pietra e acciaio.

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luoghi in comune

Riapre il Teatro Margherita Mauro Sàito firma il progetto di allestimento di una mostra d’arte contemporanea ospitata all’interno del gioiello liberty sul lungomare di Bari

Mauro Sàito

Intervento: allestimento mostra di arte contemporanea, premio LUM Luogo: Bari Progettista: Mauro Sàito Collaboratore: Micaela Pignatelli Committente: Università LUM, Jean Monnet (Casamassima-BA) Anno di redazione: 2009 Anno di realizzazione: 2009 Imprese esecutrici: Cobar srl

Testo: Marco Petroni Foto: ufficio stampa LUM

In attesa della riapertura del Petruzzelli, Bari offre alla sua comunità l’occasione di relazionarsi con un altro spazio pubblico importante, il Teatro Margherita. Dal 1979, anno in cui gli onerosi costi e la scarsa produttività della struttura costrinsero la gestione privata a riconsegnarlo al demanio, l’edificio è stato chiuso per avviare i lavori di restauro che tuttavia non sono stati ancora portati a compimento. Costruito nell’ansa del vecchio porto su pilastri fondati nel mare, per eludere il patto siglato tra il Comune di Bari e la famiglia Petruzzelli che prevedeva l’impegno dell’amministrazione a non realizzare altri teatri sul suolo comunale, ad eccezione delle costruzioni sul mare, il teatro sorse in sostituzione del Varietà Margherita, un teatro in legno che ha avuto vita breve. Il 22 luglio 1911, il teatro fu raso al suolo da un violento incendio che lo distrusse nel giro di un’ora e le cui cause non furono mai chiarite. Un triste destino che condivide con il Petruzzelli, distrutto dal fuoco nell’ottobre del 1991. Il restauro successivo all’incendio ha lasciato alla città un esempio di costruzione liberty su progetto di Francesco De Giglio che, in collaborazione con Luigi Santarella, realizzò l’unico teatro costruito su palafitte in Europa e il primo edificio in cemento armato della storia di Bari. Il teatro è a pianta rettangolare con una facciata segnata da un ampio arco affiancato da due torri con sovrastanti pinnacoli, da grandi finestre delimitate da lesene con capitelli corinzi, da cornici marcapiano e dall’aggettante cornicione di coronamento. L’interno, oltre a un’ampia sala per spettacoli, presenta un salone d’ingresso coperto da una cupola decorata con stucchi e dipinti murali realizzati da una famiglia di decoratori dell’epoca, i Colonna,

e datati 1914, lo stesso anno di apertura del teatro. Il 30 maggio scorso grazie all’impegno della Libera Università Mediterranea LUM Jean Monnet di Casamassima e al progetto di allestimento dell’architetto Mauro Sàito, il Margherita è stato riaperto temporaneamente per ospitare una mostra di arte contemporanea. Un evento di grande importanza per la città che conferma l’impegno dell’Università LUM per una nuova progettualità che punti alla riqualificazione urbana attraverso luoghi dedicati all’arte e più in generale alla cultura e alla creatività. Gli spazi interni del teatro, restituiti nel loro scheletro architettonico ma consolidati e messi in sicurezza rappresentano lo scenario ideale per contenere le opere site specific di 15 artisti “under 35” scelti su scala nazionale da Luca Cerizza, Antonella Marino e Francesco Stocchi. I tre membri del Comitato curatoriale, insieme a un comitato scientifico hanno selezionato il vincitore del premio tra le opere di: Francesco Arena, Pennacchio Argentato, Rossella Biscotti, Dafne Buggeri, Giorgio Andreotta Calò, Valentino Diego, Ettore Favini, Michael Fliri, Michele Giangrande, Andrea Nacciarriti, Alessandro Nassiri Tabibzadeh, Alessandro Piangiamore, Nicola Pecoraro, Alessandro Sciaraffa, Alberto Tadiello. L’architetto Mauro Sàito su incarico della LUM ha curato il disegno temporaneo degli spazi interni e degli infissi centrali anteriori e posteriori. Un intervento che si muove in una prospettiva di temporaneità destinato ad essere sostituito con il completamento del restauro dell’edificio. Inserendosi in una griglia cartesiana di impianto moderno, l’architetto ha cercato di dare vita a una struttura leggera più fluida e astratta capace di esaltare un’idea di traspa-

renza dell’edificio proiettandolo idealmente nell’acqua in continuità con lo spazio urbano esterno. A realizzare questo gioco prospettico partecipano gli infissi realizzati in acciaio zincato e con pannelli in policarbonato alveolare a celle cilindriche che accentuano la permeabilità del foyer centrale, aperto sul corso Vittorio Emanuele e sul Porto Vecchio. Si crea una prospettiva passante già contenuta nelle intenzioni del progetto originale di luogo pubblico poggiato sull’acqua. La particolarità delle celle a nido d’ape crea sull’osservatore degli effetti ottici singolari che evidenziano, a secondo della distanza dal pannello-infisso, particolari, trasparenze o giochi di luce. La scelta del materiale si evidenzia come una sorta di contributo “artistico” di Sàito, un segno che dialoga con le opere in mostra. Il progetto di allestimento si completa nella sua semplicità ed efficacia attraverso un sapiente utilizzo di materiali austeri come il cemento grezzo per il pavimento, la fasciatura della parte agibile del cantiere in pannelli grezzi di cartongesso, lasciando opportunamente gli artisti nella condizione di occupare-leggere il luogo con interventi ritagliati sullo spazio del teatro. Un intervento fluido che sottolinea le potenzialità espressive di un edificio non finito di impianto moderno, solo parzialmente restaurato all’esterno, e della sua struttura autentica in cemento armato ricoperta da una decorazione stilistica eclettica di inizio Novecento. Il progetto firmato da Mauro Sàito accetta il carattere sperimentale di questo primo appuntamento espositivo rilanciando la versatilità di questo contenitore con future altre attività espositive e artistiche in attesa di un restauro-riuso integrale dell’edificio e di una chiara destinazione d’uso.


Vista dal basso della cupola con particolari dell’allestimento.

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Nella pagina accanto sezione e pianta dell’allestimento. In questa pagina disegno tecnico e particolari dell’ambiente espositivo.

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luoghi in comune

Architettura cultura Il vincitore del concorso internazionale indetto per la progettazione di un Museo Archeologico Provinciale all’interno del complesso di Santa Scolastica a Bari

Panstudio architetti associati Paolo Capponcelli Mauro Dalloca Cesare Mari Intervento: progetto primo classificato del concorso internazionale di progettazione “Museo Archeologico Provinciale” Luogo: Bari, complesso Santa Scolastica Progettisti: Paolo Capponcelli, Mauro Dalloca, Cesare Mari Panstudio architetti associati Collaboratori al progetto architettonico e museografico: Massimo Assirelli, Elena Mazzini, Rita Romagnoli Rendering e grafica: Michele Alessandrini, Cosetta Gigli, Sebastiano Girardi Progetto museologico: Elisabetta Franchi, Paolo Matthiae Progetto strutture: Massimo Majowiecki Progetto impianti: Gabriele Raffaellini, Giorgio Raffaellini Committente: provincia di Bari Anno di redazione: 2007 Dati dimensionali: mq 4.400

Testo: Valentina Alessandrini

Restauro, recupero e riqualificazione: queste le richieste del bando di concorso internazionale di progettazione “Museo Archeologico Provinciale” per l’intervento sul complesso di Santa Scolastica a Bari. Il progetto vincitore sviluppa, come obiettivo primario, l’idea di insediare nella zona il nuovo Museo Archeologico e, secondariamente, di intervenire sull’intera area archeologica e sulla piazza di San Pietro destinando lo spazio all’eventuale futuro Polo Museale, con l’intento finale di realizzare la struttura culturale più prestigiosa della città. L’area di Santa Scolastica e di San Pietro rappresenta un caposaldo urbano proteso sul mare, che può essere riqualificato con un mirato intervento di ricucitura urbana. L’intervento su San Pietro è stato pensato come riqualificazione dell’area che, con la demolizione dell’ex ospedale, ha perso identità divenendo un parcheggio disordinato. Aspetto particolare di Santa Scolastica riguarda la natura del luogo: una fusione di stratificazioni antiche e recenti, avvenuta sotto l’influsso di tutte le culture mediterranee, dalla preistoria fino agli interventi moderni degli anni Settanta. Non si può quindi definire Santa Scolastica un complesso monumentale autentico e originale; gli interventi moderni, effettuati sui ruderi secondo una logica stratigrafica, risaltano forse più dell’antico, rendendo pressoché impossibile rilevare una forma originaria. Paradossalmente, sono proprio questi episodi moderni di buona fattura, ma oggi carenti sotto l’aspetto dei requisiti prestazionali, a conferire identità al luogo. Il progetto parte dunque dalla consapevolezza che non è possibile usare rigidamente le teorie del restauro conservativo; è quindi possibile non solo rifunzionalizzare l’esistente ma anche introdurre ampliamenti all’edificio e prevedere nuove edificazioni. Il progetto generale, visto dall’esterno, si esprime

attraverso la sovrapposizione all’esistente di prismi o parallelepipedi orizzontali e verticali, semplici, d’intenso contenuto plastico. A sottolineare l’asse longitudinale nord-sud, spina distributiva dell’ex convento, è stato previsto, nella prima fase del progetto, un tubo a cannocchiale, simbolo del nuovo Museo Archeologico e dell’identità ritrovata di Santa Scolastica, che ricongiunge idealmente l’area con la città e il mare attraverso due punti di vista panoramici opposti, San Nicola a meridione, il porto e il mare a settentrione. Il tubo a cannocchiale connette le nuove scale e le nuove destinazioni (espositive, didattiche, ricreative) e prevede l’eventuale innesto col ponte panoramico del futuro Polo Museale. L’edificio a ponte panoramico con terrazza e accesso anche dalla scala lungomare, progettato per l’ipotetica seconda fase, diventerebbe il simbolo dell’eventuale Polo Museale, rimarcando in direzione est-ovest il tracciato del lato demolito di piazza San Pietro, ricostituendone il fronte e individuando la connessione tra Santa Scolastica e la zona archeologica. La scatola espositiva sospesa sotto il ponte, con doppia valenza semantica, sottolinea il futuro ingresso sulla piazza e soprattutto enfatizza il chiostro recuperato della zona archeologica, visibile in modo panoramico dall’interno del nuovo edificio. Tutti gli spazi interni di Santa Scolastica, antichi e moderni, sono stati utilizzati e in parte ampliati nel progetto del nuovo Museo Archeologico Provinciale, come richiesto nel bando. Le due fasi sono state progettate per essere completamente indipendenti dal punto di vista finanziario, cronologico e spaziale. Nel caso in cui si dovesse attuare anche l’auspicabile seconda fase facoltativa, quella del Polo Museale, il percorso museografico della collezione permanente non subirebbe alcuna modifica, se non per l’ingresso.


Sale F e G, vista 1.

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Vista a volo d’uccello della seconda fase. Vista del nuovo ingresso e del “cannocchiale” (prima fase).


Vista dal lungomare della seconda fase.

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In questa pagina sale H e I, vista 2; sale H e I, vista 1. Nella pagina accanto sala E, vista 1; sala E, vista 2.


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paesaggi

Natura funzionale

Una nuova area verde nel tessuto urbano di Bitritto

Testo: Raffaella Antoniacci Foto: Giuseppe Savino

Un lotto di 1.250 metri quadrati di forma trapezoidale molto allungata sull’asse est-ovest, situato all’interno del tessuto urbano di Bitritto, è il sito che l’Amministrazione Comunale aveva individuato per realizzare una nuova area verde attrezzata da porre al servizio dei cittadini. Inserito tra le opere del programma triennale dei lavori pubblici per gli anni 2006-2008, l’intervento è stato realizzato nel 20072008 su progetto degli architetti Alberto Altamura e Michele Cuonzo. All’interno di una maglia del tessuto urbano nella quale erano presenti una scuola materna e un asilo nido, l’area di intervento rappresentava un tipico vuoto urbano intercluso periferico, privo di manufatti, delimitato semplicemente da muretti in calcestruzzo lungo i confini, ulteriormente protetti da rete metallica verso le scuole. L’area, per la sua collocazione, poteva costituire un’opportunità di collegamento tra le confinanti istituzioni scolastiche, perciò il progetto ha rappresentato la preziosa occasione per sperimentare la presenza di una duplice utenza, i bambini e i fruitori esterni. L’impianto planimetrico è segnato da un camminamento longitudinale, che corre parallelamente alla viabilità, intercettato da attraversamenti trasversali, che rappresentano i punti di accesso all’area, rispettivamente da via Don Bosco, dall’asilo nido e dalla scuola materna

(quest’ultimo è un collegamento in quota, una strutturaponte in legno, poiché il giardino della scuola si trova a un livello superiore rispetto all’area). Percorso centrale e attraversamenti sono pavimentati rispettivamente in lastre di pietra calcarea e doghe di legno Ipè, creando un evidente contrasto col manto erboso. Il camminamento, che si conclude in un elemento verticale di 2 metri di altezza, definito stele e dotato di una fontanella, che ha funzione di chiusura visiva, crea connessioni con gli altri elementi caratterizzanti del progetto. In primo luogo con la piazza, uno spazio lastricato (14,50 x 14,50 m) delimitato a tratti da bassi muretti rivestiti in legno, che ha la funzione di luogo di incontro, di sosta e di gioco, caratterizzato dalla presenza di un ulivo quale elemento simbolico di pace e tipica presenza vegetale del luogo. In secondo luogo con aree di sosta e di ombra, localizzate nella parte più interna dell’area, pavimentate in pietra calcarea e cubetti di porfido, parzialmente coperti da pergolati in legno lamellare e attrezzati con sedute. La restante superficie dell’area è sistemata con un tappeto erboso opportunamente modellato, segnato da essenze arboree sia sempreverdi che a foglia caduca, per formare punti d’ombra e linee di movimento; all’interno delle zone verdi sono collocati alcuni giochi per bambini.

Alberto Altamura Michele Cuonzo Intervento: lavori di sistemazione con unificazione di aree a verde Luogo: Bitritto, Bari Progettisti: Alberto Altamura, Michele Cuonzo Collaboratori: Saba Vacca Committente: amministrazione comunale di Bitritto Anno di redazione: 2006 Anno di realizzazione: 2007 – 2008 Costo: 125.000,00 euro Imprese esecutrici: Conte Antonio (Palo del Colle-BA) Dati dimensionali: superficie di intervento mq 1.250


Vista pergolato.

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In questa pagina planimetria generale dell’intervento con prospetti e sezioni. Nella pagina accanto dettaglio sistemazione a verde.


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In questa pagina vista generale da est. Nella pagina accanto vista generale da ovest.


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luoghi del lavoro

Vista lineare

La nuova struttura della Dai Optical traduce l’evoluzione produttiva e gli obiettivi dell’azienda

Antonio Grasso

Intervento: realizzazione di edificio industriale e uffici Luogo: Molfetta, Bari Progettista: Antonio Grasso Collaboratori: Lucia Degennaro, Luigia e Santina Roselli, Francesco Allegretta, E. Ancona - Studio Associato Committente: Dai Optical Industries srl Anno di redazione: 2004 Anno di realizzazione: 2005 – 2006 Costo: 3.000.000,00 euro Imprese esecutrici: New Edilfutura srl; Allegretta & Spagnoletta Sdf - RE Imprese fornitrici: Ime SpA; Metallurgica Mazzoli snc; Sancilio Francesco srl Dati dimensionali: superficie lotto mq 10,00; superficie coperta mq 4.000; altezza m 10 Caratteristiche tecniche particolari: struttura prefabbricata mista a parti in opera

Testo: Rita-Elisabetta Nardiello Foto: Mario Matera

Nata nel 1997 come piccolo laboratorio artigianale, la Dai Optical è diventata una delle industrie oftometriche più importanti d’Italia. Inizialmente strutturata per sviluppare un volume di lavoro congruo alle nascenti esigenze, l’edificio era un piccolo laboratorio artigianale che ha dovuto essere rinnovato per venire incontro a un nuovo e più prosperoso volume d’affari. Il progetto doveva comprendere una nuova e più ampia sala conferenze, nuovi ambienti per gli uffici e una gradevole zona ristoro, tutti elementi tipici di una fabbrica vera e propria e non più di un semplice laboratorio artigianale. La trasformazione della Dai Optical non ha rappresentato solo una rivisitazione della struttura e degli spazi ma anche e soprattutto una vera e propria rivoluzione a livello produttivo in grado d’innescare un effetto domino su tutta l’attività in genere, comportando un cambiamento di sede. L’architetto Antonio Grasso ha progettato un edificio semplice nelle sue linee ma con l’intento esplicito di tradurre la giusta eleganza attraverso l’immagine. In tal modo l’industria ha potuto mantenere il suo originario messaggio storico ma anche esprimerne uno nuovo e comunicare una significativa evoluzione. L’insieme dei volumi rappresenta la giusta relazione tra le esigenze funzionali e logistiche dell’azienda e lo stile architettonico del progettista. L’elemento essenziale che caratterizza la struttura è dato da geometrie semplici ma rigorose, che si fondono con gli

elementi portanti diventando parti integranti di quelle stesse geometrie. Grazie al successo raggiunto dalla Dai Optical, è stata progettata la sua nuova sede nella zona sud di Molfetta, su di una superficie complessiva di 10.000 metri quadrati. Produrre di più, promuovere un’immagine significativa ma sobria, creare un ambiente dinamico da vivere e confortevole; sono stati questi gli intenti del progettista per soddisfare i desideri del committente. L’architetto dunque ha ideato un edificio lineare, ben definito, quasi neutro per colori e forme al fine di imprimergli eleganza e sobrietà da un lato e al fine di consentire una facile e funzionale suddivisione degli ambienti interni dall’altro. La struttura si presenta con tre edifici realizzati in prevalenza con elementi prefabbricati e strutture in opera comunicanti fra loro mediante gallerie vetrate. Il volume a nord è adibito a uffici e sale conferenze, il nucleo a sud è destinato alla zona di ristoro, mentre il corpo centrale ospita tutti gli ambienti che costituiscono il cuore produttivo dell’azienda. L’illuminazione è quasi completamente demandata alla luce naturale che filtra grazie alle grandi vetrate che diventano non solo elementi per l’illuminazione ma anche alleggerimenti architettonici creando un rapporto armonico tra gli ambienti interni e le zone verdi circostanti. Il risultato è una struttura funzionale, imponente ma non invadente, in armonia e comunicazione con l’ambiente circostante.


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Nella pagina precedente scorcio della zona hall con in primo piano l’ingresso all’azienda definito da una struttura a effetto portale in alluminio preverniciato, a destra la zona reception e sul fondo la zona attesa.


Nella pagina accanto prospetto ovest e sud; pianta piano terra.

In questa pagina planimetria piano terra con individuazione delle zone di lavoro e distribuzione spazi esterni.

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Dettaglio del corpo di fabbrica precedente con in risalto l’aggetto delle pensiline frangisole sulle vetrate della zona ristoro e le travi di legno lamellare al piano superiore come elementi caratterizzanti della struttura.


Scorcio del percorso laterale a est dell’opificio con in risalto il setto sagomato che diventa sia elemento architettonico e strutturale della scala di emergenza.

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luoghi del lavoro

Comunicazione d’azienda Funzionalità e cura del dettaglio in un accogliente studio tecnico situato ad Alberobello

Testo: Pietro Fratta Foto: Michele Stallo, Domenico Laera

Studio professionale architetto Michele Sgobba Intervento: studio professionale architetto Michele Sgobba, area service della Finepro srl Luogo: via Nino Rota 3, Alberobello (BA) Progettisti: Michele Sgobba per progettazione architettonica, Maria Grazia Carucci per progettazione impiantistica, Patrizia Falcone per progettazione d’interni – Studio professionale architetto Michele Sgobba Collaboratori: Immacolata Resta, Gianni Salamida, Antonello Stallo Committente: Michele Sgobba Anno di redazione: 2007 Anno di realizzazione: 2007 Costo: 300.00,00 euro circa Imprese esecutrici: Giuseppe Lepore per lavori edili; Giuseppe Cuscianna per impianti elettrici; Rimer srl per impianti di climatizzazione Imprese fornitrici: Ime SpA per arredo bagno, pavimentazione, elementi di arredo, porte blindate e interne; Punto Infissi srl per vetrate interne e porte a vetro; Fantoni SpA per arredo uffici; Massarelli Texline srl per tendaggi Dati dimensionali: mq 400 circa Caratteristiche tecniche particolari: spazi ampi e fluidi, omogeneità cromatica, puntuale illuminazione.

Il progetto di uno studio tecnico professionale e area service propone un ambiente ricettivo nel quale la funzionalità degli uffici si presti alla cura del dettaglio: si formula un linguaggio progettuale sobrio che accosta una pulizia formale sia nella disposizione delle zone operative sia negli arredi. Il luogo di lavoro, realizzato all’interno di un’area di circa 400 metri quadrati, è disegnato su spazi ampi e luminosi, con una precisa suddivisione delle varie mansioni dedicate. La funzionalità degli ambienti asseconda una sintesi formale degli elementi caratterizzanti gli uffici; le esigenze operative dell’ambiente devono formularsi in un’area sempre accogliente e aperta alla clientela, con il chiaro richiamo a un’eleganza in cui l’avvicendarsi di materiali moderni e la monocromia del pavimento si alternano alla vivacità cromatica delle tinte murarie che al contempo delimitano le diverse zone operative, pur raccogliendo ogni sala su spazi fluidi e luminosi. La distribuzione planimetrica attua una definizione concreta degli ambienti. La zona centrale concentra in 85 metri quadrati l’area operativa e di chiusura lavori, adiacente all’archivio pratiche: gli spazi sono scanditi da piani di lavoro le cui scrivanie misurano involucri di volumi netti, puri, in un’alternanza di colori bianchi e vivaci. Da tale ambiente, diffusamente illuminato dalle finestre a un lato dell’area operativa, si snodano intorno le varie zone ufficio, suddivise da nuove ripartizioni murarie che hanno massimizzato la fruibilità dell’area; da destra si distribuiscono l’area direzionale, un deposito, le due sale riunioni di circa 23 metri quadrati ciascuna, l’ufficio marketing e la sala della direzione amministrativa, adiacente all’area attesa e ingresso della sede. La zona reception si caratterizza per il setto murario di fondo inclinato

e la pittura in argento: la scelta dei materiali è ricaduta su un vetro plexiglass bianco, vetro e acciaio satinati per il banco e un arredamento minimale che rispondano a un’esigenza di ricreare un’area accogliente e sobria. Sia l’ambiente aperto della sala operativa principale sia le stanze dedicate agli uffici principali tracciano impercettibili ma fondamentali variazioni di forme che vivacizzano la sede e al contempo rispondono alla polifunzionalità organica degli uffici. I diversi intonaci dei muri, dal rosso all’argento, che spiccano da una superficie preminentemente bianca e dalla pavimentazione lignea in wengè, attestano la sottile caratterizzazione della sede, valorizzata dalla scelta di una ulteriore alternanza cromatica per i piani di lavoro, il grigio nebbia e il verde melamminico. Ogni forma, colore e cura del dettaglio creano un allestimento architettonico avente quale scopo principale la facile fruizione degli uffici sia in termini di accoglienza che di movimento del personale. L’illuminazione si caratterizza per la ricezione della luce naturale filtrata attraverso le ampie vetrate della zona operativa e per la diffusione della stessa grazie alla vetrata interna a tutta altezza che delimita l’area amministrativa direzionale; la luce artificiale è stata studiata con l’uso di lampade unidirezionali per le postazioni lavorative, sostenute dalla controsoffittatura o, per gli interni degli uffici principali, con corpi illuminanti posti a filo muro come lame di luce. L’accortezza del dettaglio e della scelta dei materiali, dal legno wengè al grés porcellanato, l’alternanza di colori vivaci e sobri per l’arredo, consegnano un rigore necessario all’ambiente lavorativo che si adegua, tuttavia, a un aspetto informale e giovane, maturando una ricerca progettuale dinamica e pragmatica.


Vista prospettica dell’area uffici.

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Organizzazione planimetrica: arredo e finiture, pianta piano primo.


Viste interne degli uffici direzionali.

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residenze

Carmine Robbe, Matteo Ieva

In armonia con la città

Un edificio polifunzionale a Canosa di Puglia

Intervento: edificio in linea per abitazioni, uffici e negozi Luogo: via S. Lucia, Sant’Angelo, B. Brin (Canosa di Puglia) Progettisti: Carmine Robbe, Matteo Ieva (progetto architettonico e direzione artistica) Calcolo strutturale e direzione lavori: Sabino Flora Collaboratori: Lucia Lionetti (elaborazione grafica) Committente: Impresa edile Costruire Oggi snc (Canosa di Puglia) Anno di redazione: 2003 – 2004 Anno di realizzazione: 2005 – 2007 Costo: 1.500.000,00 euro Imprese esecutrici: Ferr System srl per opere in cls armato; Costruire Oggi snc per opere edili (Canosa di Puglia) Imprese fornitrici: Ime SpA (Terlizzi); Germinario marmi Dati dimensionali: superficie locali piano terra mq 350; piano uffici mq 300; secondo piano mq 180; piano attico mq 150; volume mc 3.000 Caratteristiche tecniche particolari: struttura intelaiata in calcestruzzo armato; tamponamenti costituiti da muratura a cassetta; rivestimento della facciata in lastre di pietra di Trani a taglio controfalda; sistemi oscuranti

Testo: Francesca Guidoni Foto: Vito Corvasce

A Canosa di Puglia tra le vie Sant’Angelo, Brin e Santa Lucia, su progetto degli architetti Carmine Robbe e Matteo Ieva in collaborazione con l’ingegnere Sabino Flora, è stato realizzato un edificio con funzione polivalente. La struttura è costituita da tre livelli, poggiante su un piano terra e una parte interrata destinata a garage. Il pian terreno è attualmente occupato da un Istituto Bancario su una superficie di 350 metri quadrati, mentre il primo piano, con i suoi 300 metri quadrati, è adibito a uso ufficio. Il secondo piano e l’attico, con 330 metri quadrati totali, sono entrambi utilizzati come spazi abitativi. Il volume totale della struttura è di 3.000 metri cubi. L’immobile è ubicato in un contesto urbano edificato tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. Di particolare pregio architettonico sono la chiesa di Gesù, Giuseppe e Maria (XIX secolo) e Palazzo Barbarossa, unico esempio nella zona di dimora in perfetto stile liberty. Il tessuto urbano è continuo e omogeneo nella sua caratteristica architettonica, tranne alcune recenti realizzazioni, decisamente in contrasto con l’ambiente. Il fabbricato, sviluppato su un isolato di modeste dimensioni, tenta di stabilire con gli edifici circostanti, così caratterizzati da elementi architettonici specifici, un rapporto di complementarietà. Nei progettisti c’è stata una particolare attenzione agli elementi storici delle strutture circostanti, al recupero dei caratteri autoctoni e all’aderenza ai modelli propri della tradizione costruttiva locale rimanendo volontariamente distaccati da uno stile estetico personale che influenzasse negativamente la relazione tra la nuova struttura e quelle limitrofe. Nonostante i vincoli normati-

vi, la nuova costruzione conserva rapporti dimensionali e proporzionali corretti rispetto alle strutture storiche preesistenti. Per la struttura si è scelto l’impiego del sistema statico intelaiato portante che ha permesso di rispondere adeguatamente ai vincoli normativi sismici vigenti e una corretta soluzione al problema della fondazione dell’edificio su una cavità artificiale. Per risolvere questa complicazione, già in fase di progetto si è pensata a una soluzione che prevedesse l’aumento del numero dei pilastri presenti sulla facciata. E infatti, in tutta evidenza appare una sequenza ordinata di pilastri seriali lungo i due prospetti esterni, interrotta solamente dalle cornici che segnano il livello dei differenti piani: tra il pian terreno e il primo e tra il secondo e l’attico. Questa disposizione si potrebbe definire una stratificazione gerarchica che richiama intenzionalmente la sequenza architettonica utilizzata nelle costruzioni della stessa città, in cui si distinguono i diversi piani in rapporto al ruolo che svolgono all’interno della struttura. La sottolineatura della successione dei livelli richiama, aggiornandolo e non imitandolo, il carattere tipico dell’architettura tradizionale pugliese con l’utilizzo di materiali e tecniche strutturali particolari come la struttura intelaiata in calcestruzzo armato; i tamponamenti costituiti da muratura a cassetta; il rivestimento della facciata in lastre di pietra di Trani a taglio contro falda e sistemi oscuranti. Pur non rinunciando all’impiego di materiali e tecniche costruttive aggiornate, il tentativo è stato dunque quello di “inventare” (da invenio=scoperta) soluzioni congruenti ai principi di rigore e rispetto del contesto architettonico autoctono.


Vista dell’area in cui è inserito l’edificio.

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Nella pagina accanto vista della piazzetta adiacente. In questa pagina veduta esterna della struttura.

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Dettagli strutturali.


Vista dell’ingresso all’edificio; porticato esterno.

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residenze

Nucleo verticale

Un edificio residenziale composto da sei unità abitative a Bitetto

Testo: Raffaella Antoniacci Foto: Giacinto Mongelli

L’edificio residenziale composto da sei unità abitative sorge al limite della recente espansione periferica di Bitetto, all’interno di un tessuto urbano ancora rado, poco denso. L’intervento si propone come attuazione di un PUE – Piano Urbanistico Edilizio – in zona di completamento, su un lotto di 650 metri quadrati che gode di un rapporto privilegiato, diretto, con la campagna circostante, intensamente coltivata a ulivi. Lo strumento urbanistico ha permesso di allineare l’edificio a filo strada sul lato sud, liberando l’area retrostante per i giardini, che occupano un significativo 40 per cento del lotto. La tipologia di riferimento è l’edificio a schiera, che riprende schemi ottocenteschi e primi Novecento, diffusi in ambito locale con esiti di sorprendente bellezza. Il complesso nasce dalla ripetizione di un modulo costruttivo disposto su tre livelli e comprendente ognuno due alloggi (il primo ai piani seminterrato e rialzato, il secondo al primo piano con l’ampio terrazzo di copertura). Il modulo è racchiuso da setti murari terra-cielo rivestiti in lastre di ardesia. Elemento centrale della composizione è il nucleo scale, topos canonico delle antiche case in palazzina di Bitetto e di altri centri pugliesi come Bitonto, Martina Franca, Gallipoli, in cui è leggibile una chiara influenza islamica che si riallaccia alla matrice della kasbah. Il torrione scala è un preciso dispositivo architettonico con tre lati opachi intonacati di bianco e segnalato sul fronte strada da un frangisole in barre di alluminio con finitura finto legno, che funziona come filtro per la luce da sud ma allo stesso tempo è aperto alle variazioni atmosferiche. La composizione seriale ha una leggera deroga nel modulo centrale, che accenna a una corte, anch’essa riferimento tipologico di derivazione storica. Se il torrione scala costituisce l’accesso protetto all’alloggio superiore, l’accesso al piano rialzato avviene attraverso una scala esterna

totalmente aperta; entrambe le scale sono realizzate con struttura in ferro e rivestimento con la locale pietra di Trani. La distribuzione degli alloggi è sull’asse nord-sud: la zona giorno si apre a sud verso la campagna ancora vergine, mentre a nord sono ubicate camere da letto e cucina. La luce intensa da sud è comunque schermata dal profondo aggetto delle logge (2,50 metri di profondità) e dalla loro copertura superiore, realizzata in Alucobond grigio e slanciata verso l’alto. Le logge percorrono l’intera facciata dell’edificio; a queste fanno eco i balconi sul lato nord, scanditi da una serie di quattro colonne in ferro zincato colore antracite, strombate ed inclinate, culminanti in una pensilina a sezione lenticolare in Alucobond. I parapetti di logge e balconi in lastre di vetro sono sorretti da una struttura inclinata in ferro verniciato realizzata su disegno. Questi accorgimenti (trasparenza, inclinazioni, ecc.) sono pensati per imprimere un effetto ottico dinamico e “slanciare” l’edificio, per imprimere una maggiore leggerezza all’edificio. Al centro della facciata nord, a segnare l’anomalia della corte centrale, ritroviamo il corpo scale – punto di simmetria della composizione – concluso da una copertura curva in legno. Sul terrazzo di copertura, i corpi tecnici sono legati da una sorta di trave-ponte centrale che si piega e scende sulla facciata est in un volume aggettante interrotto al centro da un “taglio manierista” in vetro, che svela il retrostante camino in vista. La coerenza espressiva nell’uso di materiali e colori (intonaco tinteggiato bianco; ardesia e pietra di Trani; ferro verniciato antracite, Alucobond e alluminio per i serramenti) trova conferma anche nel disegno della recinzione che alterna parti trasparenti in metallo e vetro a porzioni opache rivestite in ardesia, sulle quali sono inserite, secondo una regola “disattenta”, corpi illuminanti su misura in ferro verniciato e plexiglass.

Archmat studio tecnico associato Dario Natalicchio Rosa Nicastri Intervento: progetto di tre villette bifamiliari Luogo: Bitetto, Bari Progettisti: Dario Natalicchio, Rosa Nicastri – Archmat studio tecnico associato Calcoli strutturali: Giuseppe Cataldo Collaboratori: Angela D’Amato; Francesca Nitti per rendering Committente: Grazia De Stefano, Coes Srl Impresa edile (Modugno) Anno di redazione: 2004 Anno di realizzazione: 2006 – 2007 Costo: 800.000,00 euro Impresa esecutrice: Coes Srl Impresa edile (Modugno) Impresa fornitrice: D’Ambrosio Solai Dati dimensionali: superficie costruita mq 383; volume totale mc 3.056


Vista dei corpi scala caratterizzati sul fronte strada da frangisole in barre di alluminio con finitura finto legno.

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Nella pagina accanto piante. In questa pagina viste dell’edificio.

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residenze

Spiragli di luce

G/G associati Riccardo Guglielmi, Anita Grossi

Pannelli frangisole e strutture leggere per un’abitazione ad Andria

Intervento: ristrutturazione e arredo di una unità abitativa Luogo: Andria Progettisti: Riccardo Guglielmi, Anita Grossi – G/G associati Committente: privato Anno di redazione: 2006 Anno di esecuzione: 2007 Costo: 200.000,00 euro Impresa esecutrice: impresa edile Mastrolillo Riccardo (Andria-BA) Imprese fornitrici: Casa Dolce Casa per rivestimenti locali di servizio e cucina; Pozzi; Antonio Lupi; Duravit per sanitari; Calibe per box doccia; Viabizzuno per illuminazione; Foscarini per lampada a sospensione; Maxalto_B&B per divano, tavolo e sedie pranzo, consolle, poltroncine; Kartell; FAP per rivestimento wc piano primo e lavanderia; Punto Porte per porte e vetrate interne Dati dimensionali: superficie interna appartamento mq 140; superficie area esterna mq 140

Testo: Lino Sinibaldi Foto: Nicola Cipriani

Quest’abitazione su due livelli con giardino si trova ad Andria in un complesso di abitazioni realizzate negli anni Ottanta. La ristrutturazione è stata studiata e curata fino alla definizione degli arredi da Riccardo Guglielmi e da Anita Grossi, rispettivamente ingegnere e architetto, responsabili dello studio “G/G Associati”. Questo intervento ha rappresentato per i progettisti un’esperienza professionale di “progettazione ampliata”. La committenza, una coppia di professionisti con tre figli ventenni, ha da subito espresso le proprie volontà: il desiderio di ristrutturare l’abitazione e di riorganizzare il proprio sistema di intendere la comune vita familiare con l’aspirazione che ognuno dei componenti avesse un proprio spazio personale e intimo. Il riguardo verso queste chiare richieste è leggibile nel sistema progettato da Grossi e Guglielmi nella distribuzione verticale degli spazi, che procedono verso un sempre maggiore progredire dell’intimità: dagli ambienti ampi delle stanze comuni e di servizio del piano terra a quelli più intimi del primo piano in cui vi sono gli studi e le camere da letto. Lo strumento con cui il progetto è coordinato nelle sue differenti parti è il blocco scala, disegnato in maniera tale che la propria volumetria risulti come una sorta di aperto parallelepipedo delimitato da vetrate in cui è stata inserita la soletta portante della struttura, offrendo così una soluzione che fa apparire la scala un corpo diafano e lievemente sostenuto. Questo risultato estetico-tecnologico appare perfettamente armonico con le idee iniziali sebbene l’uso della pietra locale bianca nel rivestimento delle alzate e delle pedate possa sembrare una scelta apparentemente dissonante. Lo scambio di idee tra la committenza e le valutazioni progettuali dei tecnici ha inoltre permesso un corretto dialogo tra gli elementi verticali

con le orizzontali strutture leggere e con i pieni delle murature ridotte all’essenziale, in modo tale che la vera protagonista modellante degli spazi risulta essere la luce che entra dalle ampie vetrate. La relazione binaria tra il dentro e il fuori degli oggetti architettonici, vera e propria caratteristica progettuale di questa ristrutturazione, viene ad essere sapientemente usata, così come nel vano scala, tramite le grandi vetrate del piano terra, che permettono di portare all’interno dell’abitazione la luminosità del giardino e all’esterno l’intimità della vita domestica. Ancora quindi un concetto di relazionante dialogo declinato in diverse soluzioni di continuità tra il dentro e il fuori messi in relazione dalla flessibilità con cui sì è riprogettato il confine tra l’interno e l’esterno: il giardino infatti si è trasformato in un luogo dove empaticamente si svolge il dilatamento della superficie interna verso l’esterno, dove il problema dell’irraggiamento solare nelle ore più assolate della giornata, soprattutto in estate, è stato risolto attraverso la progettazione e la realizzazione di scorrevoli brise soleil in legno che montati su binari modulano e variano l’aspetto miesiano dei prospetti esterni. Le scelte attuate dai due progettisti hanno trovato nelle varie declinazioni dell’uso architettonico del vetro, degli elementi portanti sospesi e delle ringhiere in tubolare metallico il loro punto d’incontro, una volontà di “fare progettazione” schiettamente ispirata ad esempi storici dell’International Style. La selezione di dettagli di pregio, come le lastre di travertino nei bagni, la corretta contrapposizione delle pavimentazioni chiare in pietra e scure in legno e l’attenzione rivolta all’arredamento, impreziosito da importanti pezzi di design degli ultimi anni, sono l’esemplare e conclusivo corollario di questo interessante intervento.


Vista dall’alto della copertura in legno.

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Nella pagina accanto dettagli della scala d’ingresso; planimetrie. In questa pagina viste esterne del parapetto e dei pannelli frangisole scorrevoli in legno.

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Particolare del pannello vetrato nella zona living e dettaglio dei volumi tra scala e piano terra.


Particolare della scala interna; vista della zona cucina e living.

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residenze

Fortezza urbana

Una corte interna e passerelle simili a ponti levatoi rendono riconoscibile un edificio della periferia barese

Testo: Rita-Elisabetta Nardiello Foto: Lorenzo Scaraggi

Vittorio Cassano

Intervento: demolizione e costruzione di abitazione su tre livelli fuori terra Luogo: Bitonto Progettista: Vittorio Cassano Collaboratori: Vincenzo Vacca Committente: Gaetano Cicciomessere Anno di redazione: 2002 Anno di realizzazione: 2003 – 2006 Costo: 400.000,00 euro Imprese esecutrici: Mongello Francesco; Fallacara; Teaengineering; Euroclima Imprese fornitrici: Fap; Froke; Duravit; Gessi; Ghederit; Ime SpA Dati dimensionali: lotto mq 140,10; volume mc 700,7; superficie calpestabile mq 431,19 Caratteristiche tecniche particolari: cemento armato, struttura in acciaio e legno per le passerelle e solaio sospeso con cavi in acciaio

L’edificio realizzato dall’architetto Cassano si inserisce in un contesto semiperiferico di scarsa qualità architettonica e poco riconoscibile rispetto al tessuto circostante. Stimolato da un’esigenza di identificabilità il progetto intende realizzare una struttura di forte contrasto rispetto all’ambiente, imponendo linee marcate e spigoli accentuati per rimarcare lo spazio interno e quasi isolarlo da quell’esterno troppo anonimo. L’unica apertura importante sulla facciata di sud-ovest è una grande vetrata con micro-serramenti oscuranti che permettono di vedere chiaramente l’esterno ma non viceversa. La struttura è un sistema di passaggi che, simili a passerelle, richiamano quasi i ponti levatoi delle antiche fortezze e la sensazione si accentua grazie alle sovrapposizioni di piani e dislivelli a volte accentuati a volte eliminati. Le zone sono divise in modo razionale per sfruttarne l’aspetto prettamente funzionale. L’accesso alla residenza avviene da sud-ovest, si entra prima nella corte con le passerelle che fluttuano nel volume e successivamente, superando un dislivello di 95 centimetri, si entra nel grande volume della zona giorno composto dalla zona living e dallo spazio cucina-pranzo ubicato all’interno del medesimo volume ma a un livello superiore, sorretto da un solaio sospeso da cavi in acciaio al blocco notte. La casa ha elementi altamente tecnologici sia per i materiali utilizzati sia per l’impronta progettuale, la sua struttura su quattro livelli non permette mai che dall’esterno si vedano gli inquilini così da garantire sempre la giusta privacy e nello stesso tempo, grazie alle vetrate che circondano tutto il complesso, consentire alla luce di entrare e illuminare o di essere a sua

volta filtrata con discrezione a seconda delle esigenze. Particolare attenzione merita il primo livello dove è possibile usufruire di una minipiscina riscaldata e di un bagno turco, il tutto in un ambiente innovativo con impianti di filtrazione d’aria umidificazione-deumidificazione e riscaldamento, con soffitto incastonato da fibre ottiche per un bagno di luce cromoterapeutico. Al terzo livello la zona notte è caratterizzata da una mini suite con camera padronale e dalla camera dei figli dotata di servizi. L’intero edificio è gestito da un impianto domotico che assicura il massimo comfort ambientale essendo interfacciato all’esterno sia grazie a sonde termiche, per regolare automaticamente il clima all’interno della struttura, sia grazie a sonde luminose, per la regolazione e l’inclinazione delle microveneziane oscuranti all’interno del sistema vetrato blindato. Il tutto contribuisce a rendere il più luminoso possibile l’interno durante il giorno e impermeabile alla vista dall’esterno quando le luci interne si accendono al crepuscolo. L’intero impianto di climatizzazione a pavimento caldo-freddo è gestito a singole zone per ottimizzare i consumi e la resa. I pannelli solari, ubicati sopra la grande mensola che protegge parzialmente la corte, contribuiscono sensibilmente al risparmio energetico dell’impianto di riscaldamento, oltre che al riscaldamento della minipiscina e alla produzione di acqua calda sanitaria. Il progetto è esclusivo e ambizioso nel suo genere per realizzare un ambiente in grado di essere riconoscibile e capace di distinguersi non solo per la propria struttura esterna ma anche per il chiaro intento di conciliare tecnologia, funzionalità e rispetto dell’ambiente.


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Nella pagina precedente vista frontale sud-est.

Nella pagina accanto dettaglio dei volumi esterni; pianta livello zero.

In questa pagina scorcio da sud-ovest del sistema passerelle della corte interna.

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residenze

Scala al centro

Pietre mediterranee e linee ortogonali per la rivisitazione di un edificio ad angolo appartenente all’edilizia locale

Testo: Valentina Alessandrini Foto: Berardo Celati

Rocco Mele

Intervento: demolizione e ricostruzione di edificio residenziale Luogo: via Palestro angolo via Petruzzelli, Modugno (BA) Progettista: Rocco Mele Committente: Domus Costruzioni srl Anno di redazione: 2005 Anno di realizzazione: 2006 Costo: 700.000,00 euro Impresa esecutrice: Domus Costruzioni srl Dati dimensionali: lotto mq 360; volume mc 1.800; sette appartamenti di mq 70 cad; altezza m 13 Caratteristiche tecniche particolari: strutture in cemento armato antisismiche

La demolizione e ricostruzione di un edificio si presenta spesso come l’opportunità per rivedere e migliorare, per quel che è possibile, la struttura dell’area in cui si andrà a intervenire, un processo di rinnovamento urbano e architettonico che può contribuire anche al miglioramento del livello di qualità della vita in città. In questo caso specifico la progettazione di un edificio residenziale in una area urbana semiperiferica, caratterizzata da una bassa qualità architettonica, è un’importante occasione per affrontare alcuni temi sull’identità del luogo e sulla sua riconoscibilità. Il tessuto edilizio su cui insisteva il fabbricato è costituito da una maglia più o meno regolare di isolati la cui edificazione, avvenuta negli anni settanta, è stata regolamentata solo da un assetto viario e da alcuni indici urbanistici. Il lotto interessato dall’intervento si estende su una superficie di 360 metri quadrati con forma regolare e si trova all’incrocio di due strade, lungo le quali sono stati dislocati i corpi di fabbrica principali. Il risultato è la rivisitazione del tema dell’edificio d’angolo secondo un linguaggio contemporaneo e congruente con le regole dell’industria edilizia locale. L’edificio, alto 13 metri, è stato suddiviso in sette appartamenti di circa 70 metri quadrati ciascuno, con nove posti auto ricavati nel piano interrato. Elemento focale del progetto è il corpo scale costituito dalle rampe sagomate all’intradosso e tenute a sbalzo da un nucleo centrale in cemento armato che ospiterà il vano ascensore. Considerato come spazio aperto, il vano scale è stato delimitato da una

sequenza di setti sospesi che ne frammentano la totale percezione in una sorta di trasparenza fenomenica, enfatizzata ancor più dal continuo variare di luci ed ombre, elementi che rimandano di continuo a una luminosità mediterranea. Due grandi muri ortogonali rivestiti in pietra arenaria, della tipologia sahara gold spazzolata di provenienza mediorientale, disvelano e allo stesso tempo fissano il nucleo delle scale che diventa così il perno su cui si concentra ogni possibile fuga prospettica. I due corpi di fabbrica disposti ad angolo, si innestano sull’elemento delle scale; le due facciate, quasi simmetriche, sono composte da una sequenza di setti e piani, rispettivamente solai e balconi, uguali tra loro e che interrompono, con la soluzione di coronamento dell’edificio, la ripetizione del tema. Il rivestimento in pietra inserito fra le finestre, diventa parte integrante della composizione. I volumi autonomi appoggiati sui solai sono delle fioriere, ben riconoscibili rispetto ai balconi e ai solai grazie alla variante cromatica della tonalità del grigio che ne sottolinea l’indipendenza rispetto agli altri elementi. All’interno del lotto l’edificio ritaglia uno spazio aperto, una corte pensata per l’utilizzo privato dei condomini. In corrispondenza dell’ingresso, la parte basamentale è rivestita in pietra di Trani bocciardata a ricorsi orizzontali: il perimetro che delimita questa zona è realizzato con grandi vasi in pietra intervallati da ringhiere metalliche costruite con profili semplici in ferro piatto che assumono una diversa inclinazione seguendo una geometria variabile.


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Nella pagina precedente veduta generale del complesso. In questa pagina pianta piano tipo; pianta seminterrato.


Particolare prospettico del corpo scala.

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In questa pagina veduta della pietra di Trani all’esterno. Nella pagina accanto vista interna del corpo scala.


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interni

Alla luce di un monolite La casa L come frutto di un attento intervento di demolizione e ricostruzione a Polignano a mare in provincia di Bari

Testo: Davide Rufini Foto: Nico Nardomarino – Studio Reportage

MPT3 Lucrezia Montalbò Paolo Pellegrini Domenico Tanese

Intervento: nuova realizzazione di unità abitativa singola Luogo: Polignano a Mare, Bari Progettisti: Lucrezia Montalbò, Paolo Pellegrini, Domenico Tanese - MPT3 Collaboratori: Sebastiano Mezzapesa Committente: privato Anno di redazione: 2006 Anno di realizzazione: 2007 – 2008 Costo: 250.000.000 euro Imprese esecutrici: Franco Tanese; Electro Technologycle Imprese fornitrici: Pitti Immagine per allestimento tessile; Marmeria De Bari Dati dimensionali: mq 260

Fondato a Polignano a Mare, Bari, nel 2006, lo studio MPT3 si compone dei tre architetti Lucrezia Montalbò, Paolo Pellegrini e Domenico Tanese, le cui differenti esperienze formative, percorsi e vissuti personali, interessi trasversali, vengono convogliati nell’unico obiettivo di ripensare in modo innovativo la propria professione. Il loro proposito è quello di affrontare in modo versatile sia il campo dell’edilizia urbana che del landscape design, della progettazione 3D come dell’interior design e dell’arredamento, della pianificazione urbanistica come dei rilievi topografici, ma è nella progettazione architettonica residenziale che maggiormente si esplica la loro portata rinnovatrice e la qualità della loro ricerca. Qui viene affrontato più chiaramente il problema del far dialogare i differenti impulsi percettivi spaziali, temporali, situazionali, convogliandoli verso un’idea di ambiente abitativo moderno ma in armonia con il contesto, o comunque in una forma di relazione che mantenga ben distinguibile la nuova costruzione, ma mai in rigido contrasto. D’altra parte, nella progettazione architettonica si realizza la più sincera concordanza di intenti tra antico e moderno, naturale e tecnologico, concreto e virtuale, con il lavoro del progettista, in formato digitale che si traduce, si realizza, nella matericità della pietra, del cemento, del ferro, del vetro, del legno. Paradigma concettuale di ogni nuova loro sfida progettuale è il ruolo della luce nel definire i luoghi abitativi. La luce è l’elemento di base che definisce il mondo umano, quello più essenziale e costitutivo dalla nostra vita così come la conosciamo. Dalla sua analisi parte la scoperta delle forme complesse e degli eleganti equilibri degli spazi che compongono un’abitazione. La casa L, ad esempio, frutto di un intervento di demolizione e ricostruzione proprio nella città di Polignano a

Mare, ben esprime il “sistema-luce” utilizzato dai progettisti. Si tratta di un’abitazione unifamiliare posta in un’area situata tra due vie facenti parte del reticolo stradale del centro cittadino, ma che subito si contraddistingue per l’imponente facciata in pietra di Trani righettata. La casa L si sviluppa su due livelli sopraelevati a cui si accede tramite una scalinata in pietra di Trani a tutto masso, che dal portone di ingresso raggiunge il primo piano dove ci sono la living room e le camere da letto: sopra invece sono posizionate cucina, sala da pranzo e servizi. Una vetrata satinata a tutta altezza separa il primo piano dal vano scala permettendo una certa permeabilità alla luce, ad eccezione di una porta in legno wengè al termine della scala. Ma è nel percorso verticale tra i due piani che si concentra l’azione della luce: questa seconda scala parte proprio in prossimità della porta del primo piano, quasi in continuità quindi con la scalinata d’ingresso, ma si pone in totale contrasto a essa per forma e materiali (scala metallica a trave centrale). Qui un lucernario piano posto in alto sul lastrico solare permette alla luce di discendere attraverso tutta la scala interna per raggiungere poi il vano della scala inferiore e quindi il portone di ingresso. In tal modo, appena varcata la soglia dell’accesso principale al piano terra, si viene percettivamente colpiti da una luce naturale che però, avendo attraversato e assorbito tutte le forme e le materie della casa, assume una tonalità e una consistenza eterea, quasi metafisica. I materiali predominanti toccati dal cono di luce discendente sono posti in contrasto ma anche in incastro tra loro: il legno wengè e il grés porcellanato effetto beton per la pavimentazione, la pietra di Trani e il metallo pitturato delle due scale, il vetro, ora trasparente ora satinato, e l’intonaco bianco delle pareti.


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Nella pagina precedente vista della facciata esterna. Nella pagina accanto particolare della parete trasparente all’interno. In questa pagina piante.

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Nella pagina accanto zona living. In questa pagina schizzo; dettaglio della scala.

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interni

La ristrutturazione di un interno in un palazzo di fine Ottocento nel quartiere murattiano

Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi

Intervento: ristrutturazione di un appartamento su due livelli con terrazze Luogo: via Crisanzio, Bari Progettista: Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi Collaboratori: Oronzo Orofino per progetto strutture Committente: privato Anno di redazione: 1993 - 1994 Anno di realizzazione: 1994 - 1995 Costo: 200.000,00 euro circa Imprese esecutrici: LEAS srl (Casamassima); Oronzo Orofino per strutture (Bari); Mister Shut per persiane e porte blindate (Modugno) Dati dimensionali: mq 160 Caratteristiche tecniche particolari: strutture in ferro in edificio di fine Ottocento con volte in tufo

Testo: Valentina Alessandrini Foto: Filippo Vinardi

Spazio continuo

Le concise ed essenziali linee direttive della committenza hanno guidato la creazione progettuale dell’architetto Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi su un appartamento sito in un palazzo di fine Ottocento nel quartiere murattiano a Bari; la creazione di due unità abitative avrebbe dovuto portare alla conservazione delle strutture preesistenti, con relativa bonifica e conservazione degli ambienti, eliminando i segni impropri così da ritornare all’originaria continuità degli spazi. Allo stato di fatto, l’appartamento appariva abbandonato da molti anni e versava in una condizione di totale degrado architettonico. Senza nostalgia o retorica, l’input iniziale è diventato asse portante e linea guida per l’intervento di ristrutturazione e arredamento, non determinando un’influenza sullo stile ma sui comportamenti. In primis sono state quindi demolite tutte le partizioni che nel tempo avevano alterato la purezza dei volumi e delle volte, delle superfetazioni e delle aperture che avevano modificato i prospetti. Successivamente negli ambienti imponenti è stato introdotto un sistema di soppalchi e scale, ballatoi a sfiorare i muri e passerelle sospese per permettere di muoversi nello spazio in tutte le sue dimensioni, cercando così di utilizzare al massimo tutti gli spazi e ribadendo la continuità dei flussi di collegamento tra i vari ambienti. Sul primo livello dell’appartamento, dal salotto-ingresso lo sguardo passa con continuità alla veranda-giardino d’inverno, dalla stanza del camino alla zona pranzo, dalla grande cucina alla grande terrazza a

livello-pranzo, all’aperto giardino che si affaccia su quello che rimane dei grandi giardini interni del murattiano. Nella parte superiore si sviluppano invece le due zone notte; si sale con la scala di ferro, dopo una sosta sul ballatoio-studio, verso il lucernario-serra, accesso alla grande terrazza di copertura volutamente lasciata libera, spazio all’aperto ricco di orci, ulivi ed essenze mediterranee. Le suddivisioni non sono mai nette e dalle zone soppalcate c’è sempre la visibilità sugli spazi al piano inferiore mantenendo uno stato di comunicazione verticale continua, che si combina perfettamente alla relazione tra interno ed esterno, alla combinazione orizzontale tra gli ambienti interni, dove le suddivisioni sono spesso affidate a chiusure vetrate, a pareti incise. L’appartamento si articola nel complesso come un attento gioco di rarefazione e compressione che si percepisce fin dall’ingresso con il lucernario a nastro che taglia l’altissima volta a botte e permette l’accesso alla terrazza di copertura; lo spazio prima buio e chiuso è ora attraversato da una lama di luce che sfiorando un’altissima parete in pietra spinge lo sguardo e l’attenzione verso l’alto creando, nello stesso tempo, una suggestiva sensazione di sospensione. Una minima palette di materiali e di colori riassume il tocco moderno di tutto l’intervento: il legno chiaro dei pavimenti, il bianco levigato delle pareti e delle volte e il bianco ruvido della pietra locale, i serramenti in ferro sottile e vetro trasparente, il vetro opaco che chiude spogliatoio, bagni e lucernari.


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Nella pagina precedente studio e salita al giardino. In questa pagina pianta piano terra e pianta soppalco.


Dalla zona pranzo alla zona letto.

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Nella pagina accanto dettaglio zona letto; schizzi. In questa pagina incrocio dei percorsi.

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interni

Ugo Cassese Marina Perrini

La ristrutturazione di un appartamento a Bari fonde i materiali antichi con esigenze di contemporaneità

Intervento: ristrutturazione di un appartamento Luogo: Bari Progettista: Ugo Cassese Collaboratori: Marianna Perrini Committente: privato Anno di redazione: 2006 Anno di realizzazione: 2007 Costo: 120.000,00 euro Imprese esecutrici: Manzionna Giovanni (Capurso-BA) Imprese fornitrici: Ime SpA Dati dimensionali: mq 110 Caratteristiche tecniche particolari: opere di falegnameria su disegno, soluzioni illuminotecniche

Testo: Marina Racanelli Foto: Michele Cera

La sintonia del tempo

Gli appartamenti sono la fotografia del nostro profilo di vita sociale e familiare, ci rivelano e ci raccontano con un’obiettività che noi stessi non sapremmo riportare, non a caso l’archeologia ha rivelato usi e costumi, con particolari inediti, di popoli e civiltà vissuti molti secoli prima: si potrebbe sostenere che le domus abbiano scritto gran parte delle pagine della Storia. Oggi proviamo a entrare ospiti, in compagnia dell’architetto Ugo Cassese, in un appartamento posto al sesto piano di un condominio situato nello snodo commerciale della città di Bari, il cui intervento di ristrutturazione è avvenuto nel tempo utile di un anno (fine 2006 - 2007). Ugo Cassese ci tiene a sottolineare che il suo sia stato soprattutto un intervento di riqualificazione, non perché vada di moda questa espressione da parte degli architetti contemporanei, bensì perché il rifacimento degli interni ha ottimizzato l’articolazione degli spazi, e ottenuto canoni di prestazione energetica migliori, soprattutto per gli ambienti esposti a nord. L’appartamento di 110 metri quadrati ha conquistato pregi di comfort e standard energetici che da progetto originario non possedeva, quindi ne è stata avvalorata la qualità abitativa, e a tal fine si è reso inevitabile l’intero rifacimento degli interni e il rafforzamento dei muri perimetrali. Quindi Cassese si è soffermato su due obiettivi principali: la distribuzione strutturata e funzionale dello spazio e l’isolamento ecologico per una minor dispersione della temperatura. Due tematiche innovative per l’Architettura che va di pari passo con le attuali esigenze, in quanto non tralascia nessuna problematica possibile legata al vivere quotidiano, dalle abitudini della famiglia, ai cambiamenti climatici, al risparmio energetico. L’essenzialità del gusto e delle forme, il rigore geometrico degli arredi studiati su misura come per la cucina-tinello, o l’angolo snack, ci suggeriscono da subito che

il minimal chic è d’ordine, non senza l’influenza di esotici richiami zen che non preponderano in uno stile etnico che risulterebbe poco raffinato, anzi al contrario, tutto è dosato in un equilibrio perfetto e luminoso. Il corridoio concepito in modo tradizionale, come distribuzione di ambienti, è stato rivoluzionato rendendolo a sua volta un ambiente dinamico che apre lo sguardo ad angoli da vivere: dove soffermarsi per una merenda veloce, o leggere un libro. Ovunque campeggia il bianco, interrotto dal rovere chiaro delle porte e di alcuni elementi d’arredo, mentre la parete di divisione tra la camera da letto e lo studiolo emerge con una tinta vivace come l’arancio intenso. L’illuminazione è in linea con l’intero gusto dell’appartamento, ovvero svolge una funzione meramente fine a se stessa, senza pretese decorative, con l’unica eccezione della sala da pranzo dove alle spalle del tavolo sono posizionate due piantane, che similmente a due steli di carta argentata, si piegano su stessi per lasciar diffondere la luce dall’alto. Grande attenzione è stata data ai materiali di finitura per realizzare un effetto finale di vero pregio, e in particolare abbiamo notato la scelta del materiale per il pavimento, ossia la pietra di Trani, che sembra un richiamo alla tradizione per tutta l’abitazione, infatti questa è una pietra rustica antica, molto utilizzata in Puglia soprattutto in passato. Può avere diverse colorazioni, ma in questo caso è stata impiegata la qualità di colore avana beige. Il messaggio finale che l’architetto Ugo Cassese ha voluto lasciarci potrebbe essere interpretato come un monito alla trasformazione sul terreno della tradizione. La famiglia a cui è destinato questo appartamento del terzo millennio vive in sintonia con le richieste del suo tempo, senza dimenticare del tutto il contesto nel quale è inserita, e il richiamo alla pietra calcarea dei trulli ne è la testimonianza.


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Nella pagina precedente living. In questa pagina pianta; camera da letto; angolo snack. Nella pagina accanto vista zona soggiorno.


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interni

Soluzione di continuità

La ristrutturazione di un interno a Palese, in provincia di Bari

Testo: Francesco Paci Foto: Vito Corvasce

Le modalità di progettazione dell’abitazione dal dopoguerra a oggi hanno subito numerosi cambiamenti: le esigenze, le forme, i sistemi distributivi si sono evoluti, seguendo le variazioni della società, dei costumi e del mercato immobiliare. Si è assistito negli ultimi anni a un cambiamento dei diversi parametri che regolano l’utilizzo e la sistemazione di un’abitazione, si sono ridotte le dimensioni degli appartamenti, in certe realtà urbane è ricomparsa la tendenza a spostarsi verso i piccoli centri adiacenti alla città maggiore, ottenendo in cambio case con giardino (tipo villette a schiera). La diminuzione delle famiglie o la riduzione del numero dei componenti ha spesso portato alla riduzione degli spazi interni e del numero delle stanze. Le stesse funzioni sono cambiate o semplicemente sono cambiati gli spazi a esse dedicati. Tra queste la cottura e la preparazione dei cibi, che non viene più nascosta e relegata in una stanza quasi di servizio: si torna alla cucina come centro e fulcro della vita dell’abitazione; sempre più spesso la zona pranzo-soggiorno, dedicata al ricevimento degli ospiti, perde la separazione con il luogo deputato alla preparazione del convito; spesso la cottura del cibo diventa parte integrante del rapporto con gli ospiti, oggetto di conversazione e di confronto, quando addirittura non diviene vanto per il padrone di casa. Il progetto di ristrutturazione di un appartamento a Bari mostra alcuni dei cambiamenti accennati in precedenza: si tratta di un appartamento per una persona sola, di circa 60 metri quadrati di dimensioni. L’obiettivo principale del progetto è proprio la creazione di un luogo adatto alla convivialità: lo spazio viene così separato in due ambienti principali: la zona notte e la zona giorno. Quest’ultima ospita sia il pranzo soggiorno, sia la zona cottura: il tutto in un unico ambiente. La separazione tra le due funzioni è definita solo dalle forme: un pavimento rialzato di 15cm (peraltro derivante da un vincolo impiantistico già presente

nell’edificio) e una veletta di 40cm sul soffitto, che ospita il sistema di illuminazione. Il pavimento rialzato e di materiale differente (gres grigio antracite) insieme con la veletta segnano lo spazio della cucina, che si pone al centro della zona pranzo come vero e proprio fulcro dello spazio dedicato al ricevimento degli ospiti. Nello spazio dedicato alla cucina sono presenti tutti gli accessori necessari per la conservazione dei cibi (frigorifero e dispensa), per il lavaggio e per la cottura (forno e fuochi), a questi si aggiunge un piccolo piano definito come piano colazione per brevi spuntini. La cucina, innalzata sul suo piedistallo grigio è visibile da tutta la zona pranzo e disegna lo spazio, divenendo guida dall’ingresso fino al disimpegno della zona notte. La zona soggiorno rimane a livello più basso con pavimento in rovere naturale, l’illuminazione artificiale è affidata a un sistema a led integrato nelle veletta (ideale separazione dalla cucina). Della zona notte e del bagno, rimasti nella posizione originaria, sono cambiati gli arredi che giocano sulla differenza di materiali, colori e rugosità delle superfici. Linee pulite, alternanza di colori scuri (pareti) e chiari (pavimenti), la sostituzione della vasca con una doccia dal disegno raffinato, mantengono anche per la zona notte la stessa eleganza già vista nella zona giorno. L’adattamento dalla vecchia distribuzione spaziale a quella nuova si è confrontata in questo caso con le preesistenze, quali la differenza di livello del pavimento o la presenza di tramezzi non tutti eliminabili: ma proprio da questi “ostacoli” è nato un confronto che ha portato spazi articolati, che, pur in un piccolo ambiente, presentano un elegante equilibrio, con lo scopo di stare insieme in un piacevole convivio, la cui nascita non avviene nel segreto di uno spazio separato, per poi essere presentato pronto agli ospiti, ma è parte integrante dello stare insieme, un momento in cui in compagnia si pregusta il piacere della tavola.

Fabio Colaninno

Intervento: progetto d’interni Luogo: Palese, Bari Progettista: Fabio Colaninno Committente: Massimo Minutillo Anno di redazione: 2007 Anno di realizzazione: 2008 Imprese esecutrici: Alessio Cartongessi e Pitturazione; Opus di Luiso Mario Stefano Imprese fornitrici: Ime SpA; Korade


Dettaglio del bancone snack.

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Nella pagina accanto vista della zona cottura dal living, in primo piano il controsoffitto curvo; area living. In questa pagina vista del corridoio d’accesso alla zona notte; dettaglio del bagno.

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interni

Architettura pura

La ristrutturazione di un appartamento all’interno di una villa monofamiliare anni Settanta

Ettore Tricarico

Intervento: ristrutturazione edilizia Luogo: Giovinazzo – Bari Progettista: Ettore Tricarico Collaboratori: Antonio Chiapperini, Mariangela Pantaleo Committente: privato Anno di redazione: 2007 Anno di realizzazione: 2007 – 2008 Costo: 180.000,00 euro Imprese fornitrici: Ime SpA Dati dimensionali: due livelli di mq 80 circa

Testo: Pietro Fratta Foto: Michelangelo Vino

L’intervento attuato dallo studio dell’architetto Ettore Tricarico all’interno di una villa monofamiliare anni Settanta propone un decisivo ripensamento degli ambienti che caratterizzavano in particolare il primo piano della casa. Una nuova definizione dei volumi ha permesso di ampliare gli spazi per accentuare la fruibilità dell’intero ambiente e una diversa concezione dei servizi che rispondesse alle necessità della committenza. Seguendo l’intera ristrutturazione e ammodernamento della casa, situata presso il lungomare della Provinciale Giovinazzo, a Santo Spirito, si è sviluppato uno stile sobrio per rivestire con personalità e pulizia architettonica le sale living, cucina e pranzo del primo piano, accentuando senza forzature l’intervento della luce su ogni angolo della casa, esaltando i materiali naturali scelti e il nuovo disegno che caratterizza alcuni particolari strutturali degli ambienti. Il progetto ha previsto un’idea minimale senza rinunciare al calore di una casa accogliente affacciata a pochi metri dalla spiaggia; la semplicità declinata alla funzionalità deriva così da una ricerca accurata di spazi essenziali e tuttavia caratterizzanti. La prima necessaria accortezza ha previsto la nuova collocazione del bagno al piano terra, occupando lo spazio precedentemente dedicato al ripostiglio; per mantenere tuttavia un comodo transito e fruizione degli ambienti è stata ridisegnata la scala che conduce al livello superiore, invertendone anzitutto il verso di salita per garantire l’altezza fondamentale all’accesso e apportandovi nuova personalità, con la scelta di materiali quali l’acciaio e il legno, adoperati all’interno di un disegno morbido in cui si intuisce un’atipica leggerezza, in conti-

nuità con la sobrietà dell’appartamento rinnovato. La nuova pianificazione volumetrica ha dilatato gli ambienti, aprendoli a una luminosità maggiore, anche grazie all’ampliamento della finestra esistente collocata nell’area cucina e alla costituzione di un accesso doppio, dal soggiorno e dalla sala pranzo vicino alla rampa di scale per il piano superiore. Le sale restano al contempo distinte nelle varie mansioni alle quali sono destinate: la scelta di un rivestimento ligneo in rovere naturale adoperato per il pavimento, la pedata della scala, la parete che nasconde la porta del bagno, costruisce nuovi giochi di volumi pieni e vuoti. Contestualizzato il bianco che riveste le pareti, si ribadisce la continuità e la facile accessibilità delle varie sale, mentre elementi caratterizzanti confermano le rispettive funzioni di ogni ambiente. Il camino, secondo l’intenzione progettuale, conserva lo spazio di raccoglimento della sala living, riproposto con volumi geometrici puri e una personalità importante che spicca, fin quasi a contrasto, sulle tonalità tenui dell’ambiente circostante, esaltato dal rivestimento in lastre d’acciaio corten lavorate e dal colore caldo che lo riveste. La cucina si propone quale angolo tecnologico della casa, ripartito da volumi essenziali sempre proposti in chiave funzionale, per capacità di stivaggio e luce, ma esteticamente attraente: il bianco riveste pareti e arredamento; il controsoffitto si delimita quadrato sopra la specifica area di cottura e termina con una smussatura morbida; la luce viene scandita da faretti incassati laterali sullo stesso controsoffitto e riflesso dalla superficie interamente bianca della sala, permettendone una diffusione tenue e al tempo stesso regolabile.


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Nella pagina precedente vedute della zona living.

In questa pagina vista prospettica dal living alla zona cucina.


La cucina è caratterizzata dal prevalente colore bianco.

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Nella pagina accanto corpo scala; prospetto est; pianta primo piano. In questa pagina vista della scala dal basso.

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interni

Design alla moda

La riqualificazione di una boutique nel centro di Bari

Testo: Pietro Fratta Foto: Filippo Vinardi

Gap architetti associati Federico Bilò Alessandro Ciarpella Francesco Orofino

Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi

Intervento: ristrutturazione boutique Luciana Luogo: via Dante, Bari Progettisti: Federico Bilò, Alessandro Ciarpella, Francesco Orofino – Gap architetti associati; Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi Strutture: Valerio Savio Impianti: Nicola Serrone, Francesco Pistacchio Collaboratori: Martin Cenek, Claudia Del Colle, Valentina Piroddi, Viviana Lozupone Committente: privato Anno di redazione: 2006 - 2007 Anno di realizzazione: 2006 - 2007 Costo: 500.000,00 euro Impresa esecutrice: Tecnoservice scpls Dati dimensionali: mq 380

Per attuare il lavoro di ristrutturazione di una boutique nel centro di Bari, lo studio Gap con l’architetto Loperfido Balestrazzi ha affrontato una serie di vincoli strutturali e una conformazione architettonica non facile dell’area in questione: al contempo, proprio le iniziali limitazioni, assieme alle richieste particolareggiate della committenza, hanno provocato una serie di idee che avvalorano una particolare ricerca progettuale. Un’unica chiave di lettura degli spazi doveva raggiungere una sintesi di eleganza, originalità ed efficienza del negozio: l’idea di compendiare, nei medesimi particolari tecnici, sia le necessità dei venditori sia il servizio espositivo dedicato ai clienti, ha permesso di stabilire un segno riconoscibile del negozio; il marchio che lo contraddistingue deriva dall’idea più concreta attuata durante il lavoro di ristrutturazione, e ne fa derivare un accento comunicativo forte. Il progetto si è confrontato con le irregolarità planimetriche degli interni: nella complessità della sua forma si presentavano varie difficoltà per sviluppare un’efficiente esposizione del prodotto; le altezze dei locali, oltre a mancare di linearità, si sviluppano su due quote principali, a livello strada e interrata. In secondo luogo, le richieste della committenza comprendevano la costruzione di spazi espositivi dinamici e aperti a varie tipologie di prodotto, dall’abbigliamento all’oggettistica; l’area cassa doveva essere delineata in uno spazio proprio, al contempo essere punto di riferimento nevralgico; si prevedevano infine altri spazi fondamentali quali i bagni, l’ufficio contabilità e la sartoria. Una particolare attenzione s’è posta allo spazio accoglienza, nonostante la piccola area disponibile. Nuove geometrie sono state quindi pensate per utilizzare al meglio ogni angolatura del negozio, riuscendo ad adempiere alle richieste della committenza. Il sistema di illuminazione si concentra, con accortezze di design specifiche, sul percorso

espositivo principale della pianta a quota terra. Scorci di spazi a tutta altezza vengono ridefiniti dai volumi espositivi inseriti. L’idea principale del progetto ha annullato la distinzione fra le aree destinate all’esposizione e ai vani deposito: i vari espositori, configurati con ripiani in sottile metallo, contengono al tempo stesso un vano deposito posteriore per la sistemazione delle merci varie. All’usuale contrapposizione di volumi pieni e vuoti, il sistema ideato risponde a una costante e dinamica intersezione degli stessi, con possibilità di scorrimento su binari posti in altezza che, nella loro linea di fuga, supportano anche i corpi illuminanti posti sul soffitto. Gli spazi adibiti possono suggerire riempimenti improvvisi e, nella loro pratica funzionalità, mutare l’assetto del principale percorso espositivo che si sviluppa principalmente in lunghezza. Le due vetrine affacciate alla strada principale rivelano la complessa ma pulita costituzione degli interni. L’ingresso conduce subito al piano vetrina e descrive le scale che, in pedata autoportante e parapetti in vetro, guidano ai piani inferiori e superiori e delineano gli spazi intersecanti. Un setto murario inserito a un lato del negozio ricava la necessaria leggerezza strutturale che ridefinisse gli ambienti. L’esposizione oggettistica si compone di piccole nicchie su una struttura di ferro microforato e retroilluminato. Il piano superiore nasconde, dietro i vani espositori, la porta d’accesso al deposito e montacarichi; un lucernario dilata l’illuminazione della sala. Celato da ante orizzontali scorrevoli, il piccolo bar caratterizza l’angolo accoglienza dedicato ai clienti. Lo sviluppo verticale del progetto è stato pensato per rimediare alle irregolarità in altezza del negozio facendogli acquisire una scansione ritmata dei volumi. Si è mantenuta una visione d’insieme ravvisabile fin dalle vetrine d’ingresso con il preciso scopo di ottenere una massima attrattiva commerciale e promozionale.


Vista prospettica dell’interno.

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Nella pagina accanto pianta; sezione. In questa pagina la scala caratterizzata da pannelli vetrati.

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Nella pagina accanto vista dalla scala; veduta della parete microforata In questa pagina vedute prospettiche dei pannelli espositivi.

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restauro

La torre

Il recupero di un’antica struttura a Terlizzi come attenta opera di restauro e rifunzionalizzazione di nuovi spazi

Stefania Aprile Angelo La Notte Francesco Marzulli Nicola Gaudio

Intervento: recupero e restauro dell’antica torre e del chiostro delle Clarisse Luogo: piazza Cavour, Terlizzi (BA) Progettisti: Stefania Aprile, Angelo La Notte, Francesco Marzulli, Nicola Gaudio Strutture: Ottavio De Chirico Direttore Lavori: Francesco Marzulli Coordinatore sicurezza: Angelo La Notte Consulente: I. Carabellese Committente: Comune di Terlizzi Anno di redazione: aprile 2007 Anno di realizzazione: agosto – dicembre 2008 Costo: 300.000,00 euro Imprese esecutrici: Fatigati srl (Gravina in Puglia-BA); impresa sub-appaltatrice Costruzioni Quattrodi srl (Altamura-BA) Dati dimensionali: superficie lorda mq 700 circa; altezza torre max ml 22 Caratteristiche tecniche particolari: torre medievale con originaria funzione difensiva, inglobata nel Settecento nel monastero delle Clarisse (muratura calcarea a secco)

Testo: Davide Rufini Foto: Vito Corvasce, Michelangelo Vino

La città di Terlizzi sorge sulla bassa murgia della provincia di Bari, a 30 km dal capoluogo, ed è nota come “la città dei fiori”, per la sua florida attività di florovivaistica. Qui la comunità monastica delle Clarisse, nata nel 1673, decise di abbandonare l’originario edificio monastico sito nella città vecchia per inaugurarne uno più nuovo e funzionale, nei primi anni del Settecento, nei pressi delle mura della città (come indicato in “Feudalesimo e feudatari. Terlizzi nel Settecento” di Gaetano Valente). La nuova struttura inglobò la parte finale delle vecchie mura compresa una torre, con tutta probabilità adibita a uso di postazione di avvistamento per la protezione del castello medievale. Ne è prova il fatto che sono stati individuati al suo interno diversi elementi costruttivi tipici degli edifici a uso militare. Grazie a un finanziamento ottenuto con il POR PUGLIA 2000-2006 (PIS n.12 Normanno Svevo Angioino) e a un co-finanziamento del Comune, è stato possibile intervenire per il recupero e il restauro dell’antica torre (di proprietà comunale), considerata a ragione uno dei luoghi architettonici più rilevanti della città. Le operazioni, dirette dall’architetto Francesco Marzulli con il parere favorevole della Soprintendenza ai Beni Architettonici, hanno riguardato sia il restauro filologico e conservativo dei prospetti, sia il consolidamento strutturale delle murature a volte. Inoltre si è intervenuti per creare dei nuovi collegamenti verticali, rendendo così autonomo l’accesso ai vari piani della torre, oltre alle opere di ripavimentazione e rifacimento delle coperture lignee. Infine si è ritenuto opportuno dotare l’immobile di un nuovo impianto illuminotecnico. Obiettivo finale del progetto è stato quello di rivalorizzare la torre delle Clarisse affinché diventi un nuovo importante luogo di attività e eventi culturali

per la cittadinanza. Un’attenta analisi degli elementi strutturali preesistenti ha permesso il ripristino di alcuni caratteri originari della torre, risolvendo alcuni errati interventi del passato che ne avevano minato l’integrità. Per il loggiato in vetta all’edificio, ad esempio, si è deciso di mantenere l’aspetto di “postazione di avvistamento”, con il percorso lungo le merlature su una passerella lignea, così come presumibilmente era stato pensato in origine. La stessa scelta del colore, bianco-beige, delle facciate esterne, sebbene in contrasto con quello degli edifici adiacenti (facenti sempre parte del monastero), è stata presa al fine di rispettare le originarie condizioni degli edifici storici, senza adeguarsi alle imprecise soluzioni di restauro che hanno riguardato altri stabili antichi della città. Si è ripreso anche il disegno architettonico proprio delle facciate, con la pietra di bugnato rustico faccia a vista nel basamento, nelle fasce marcapiano e nelle cornici delle finestre (ripulita interamente con idropulitrice a media pressione per evitare l’innaturale effetto sbiancamento); mentre il resto delle facciate, costituite da pietrame sbozzato di forma irregolare, sono state rivestite nuovamente con intonaco a base di calce, rimosso parzialmente durante gli anni Sessanta. I collegamenti verticali per raggiungere dal piano terra i vari piani fino al loggiato finale sono stati realizzati con un sistema piranesiano di scale a rampe lineari, poste però non nella torre bensì nei locali adiacenti, al fine di non corrompere la bellezza delle volte originali restaurate. Pur ponendosi in contrasto, nella loro modernità, con la tipologia architettonica della torre, le scale sono state pensate seguendo un principio di semplicità sia nelle forme, quasi austere, che nei materiali, ferro e legno, che permette una corretta integrazione con il tutto.


Complesso monastico delle Clarisse.

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Nella pagina accanto prospetto principale. In questa pagina torre delle Clarisse di origine medievale con rimaneggiamenti settecenteschi.

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In questa pagina vista interna della torre. Nella pagina accanto veduta prospettica interna.


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In questa pagina dettaglio luminoso sotto la volta. Nella pagina accanto giochi interni di aperture e volumi.


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restauro

Radici

Un sapiente intervento di restauro su un edificio del centro storico di Trani

Testo: Valentina Alessandrini Foto: Nicola Vigilanti

Emanuele De Nicolò Nicola Nuzzolese

Intervento: ristrutturazione edilizia Luogo: Trani Progettisti: Emanuele De Nicolò; Nicola Nuzzolese Committente: Nuzzolese Anno di realizzazione: 2006 Costo: 900.000,00 euro Imprese fornitrici: Ime SpA Caratteristiche tecniche particolari: struttura in muratura, legature in fibre di carbonio

Il lavoro dell’architetto De Nicolò, con la collaborazione dell’ingegner Nuzzolese, ha previsto un intervento di restauro su un edificio sito nel centro storico di Trani al confine con l’antico quartiere ebraico della città. Quando viene richiesto un intervento di restauro, il progettista si ritrova ad affrontare diversi ordini di problemi: per avviare il progetto è indispensabile ricostruire il contesto storico e culturale dell’edificio, identificando anche il suo rapporto con il territorio in cui è situato. L’impianto architettonico originario dell’edificio risale al Seicento, ma nel corso dei secoli la struttura ha avuto diversi rimaneggiamenti stilistici. In questo caso l’intervento di restauro è stato inteso non come una semplice manutenzione, bensì come un recupero delle radici storiche dell’edificio, con lavori volti a restituire la cronologia della struttura senza privilegiare nessun intervento nello specifico. Protagonista del restauro è stata quindi la storia stessa dell’edificio, i diversi interventi che si sono susseguiti negli anni sono stati tutti valorizzati e riportati alla luce. D’altra parte l’intervento, per non essere fine a se stesso, nel riportare all’origine la struttura ha anche previsto la rifunzionalizzazione del palazzo, con l’aggiunta o la demolizione di setti e solai. Questo secondo aspetto del progetto potrebbe far rientrare l’intervento nella categoria del restauro d’innovazione, così come definito da Gustavo Giovannoni nella prima metà del Novecento. La

tipologia di intervento può anche richiamare la teoria del caso per caso, elaborata nello stesso periodo da Ambrogio Annoni, che sottolinea la necessità di trattare ogni manufatto come opera a sé stante, rifuggendo teorizzazioni astratte a favore dell’analisi attenta dei documenti storici e del manufatto oggetto dell’intervento ritenuto documento principale. Importante per la redazione del progetto anche l’analisi dell’ubicazione del manufatto, un edificio del Seicento posto ad angolo che rappresenta uno spartiacque tra due quartieri storici. Nel corso dei secoli l’edificio ha subìto una serie di rimaneggiamenti stilistici. L’intervento quindi s’inscrive nella doppia logica di restaurare le strutture lasciando a vista tutte le tracce degli interventi delle diverse epoche, senza privilegiarne alcune; allo stesso tempo sono state modificate per sottrazione o addizione le strutture preesistenti, per renderle disponibili e suscettibili di adattarsi a funzioni nuove. All’interno del manufatto sono leggibili vecchi paramenti in pietra bianca, un tempo separati e poi riuniti; evidenti sono anche i passaggi dal legno alla pietra per gli architravi. L‘intervento ha previsto l’aggiunta di solai in legno e di una grande scala centrale. Oggi le parti non più esistenti sono state sostituite con solai in cemento e con percorsi in metallo che ne ricordano l’esistenza. Il palazzo completa il suo esistere con uno straordinario terrazzo accovacciato sotto la splendida cattedrale.


Facciata esterna della struttura storica.

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Nella pagina accanto dettagli interni; pianta. In questa pagina vista esterna; prospetto.

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mostre

Bari si racconta La mostra di Gabriele Basilico nella Pinacoteca Provinciale è l’esito di una campagna fotografica sulla città

Testo: Barbara Piccolo

Novanta immagini in bianco e nero, novanta rappresentazioni di una città dalle molteplici sfaccettature. Il capoluogo pugliese, immortalato dall’obbiettivo attento di Gabriele Basilico, assume fisicità e sostanza. Dal 14 ottobre 2007 al 2 marzo 2008, la Pinacoteca Provinciale di Bari ha ospitato la mostra conclusiva del fotografo, esito della vera e propria campagna per immagini della città stessa e di tutto ciò che la caratterizza. Una rappresentazione in grado di fermare i momenti vissuti celati dietro le file di fabbricati all’apparenza vuoti. Attraverso l’evocazione di quei momenti è possibile dar voce alle persone che, assenti dalle immagini, appaiono allo sguardo di chi approfondisce e indaga sulle origini e sulla quotidianità. Allora quegli stessi edifici prendono forma, assumono i volti di chi li vive ogni giorno, di chi ne usufruisce e persino di chi ne ha voluto la costruzione. Bari si racconta attraverso lo sguardo di Gabriele Basilico, da un lato la Bari moderna, murattiana e razionale, quella che si frequenta più spesso, dall’altro la Bari vecchia, cassaforte di antichi tesori, di residenze nobili e di fatti di cronaca eclatanti. La stessa strada che divide le due parti della città le unisce anche irrimediabilmente facendo sì che l’una viva e sia identificabile attraverso la negazione dell’altra. La dialettica Hegeliana per cui l’idea contiene dentro sé il proprio contrario si concretizza in una città i cui due mondi contrapposti ne definiscono l’individualità. Dalle foto di Gabriele Basilico emerge una città invisibile che non viene colta da un primo sguardo fugace ma che si rivela presente e

funzionale a chi è in grado di tesserne e analizzarne la trama sottostante. Una Bari che sussurra ciò che è solo a un orecchio attento o a un obbiettivo penetrante e che si caratterizza non tanto attraverso le sue emergenze monumentali o la sua storia quanto attraverso la personalissima visione di chi la studia. Bari rappresenta una città articolata, la città diffusa di fine millennio, la città in cui le vecchie distinzioni tra centro e periferia si annullano in un tutto più ampio e comprensivo. Ha accompagnato la mostra il volume “Basilico. Bari0607” edito da Federico Motta Editore e curato da Clara Gelao. Il volume contiene i saggi di Carlo Bertelli e del sociologo Giandomenico Amendola uniti a una particolare intervista all’autore condotta da Clara Gelao, direttrice della Pinacoteca Provinciale dal 1991 e curatrice della mostra. L’intervista e le opere parlano di un Gabriele Basilico non solo fotografo ma vero e proprio studioso delle immagini, professionista sempre alla ricerca di nuove modalità per esprimere e tradurre la realtà. Ed è proprio dentro quella realtà che lui studia, analizza e osserva con attenzione che si nascondono i germi del futuro e le molteplici possibilità che essa può avere. La foto è il potenziale che può diventare atto, il ritratto di una città che, riprendendo l’espressione dello stesso Carlo Bertelli, “disegna sempre un futuro mentre registra un presente”. Vivere la propria città non solo attraverso ciò che è ma anche attraverso ciò che potrebbe essere e diventare significa viverla in una dimensione positiva e travolgente di nuova progettualità.


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design

Living Design

Il divano Cliff e lo sgabello Belt nuovi elementi d’arredo del design contemporaneo

Testo: Valentina Alessandrini Foto: Vito Corvasce

mi.ce.ba. design Cinzia Mondello Paolo Rossi Filippo Tisselli Ettore Tricarico Intervento: design industriale, progettazione di sgabello a schienale basso e alto (Belt e Belt Plus) e divano Cliff Progettisti: Cinzia Mondello, Paolo Rossi, Filippo Tisselli, Ettore Tricarico – mi.ce.ba. design Anno di redazione: 2007 Imprese esecutrici: Arrmet–Area DeClic per Belt e Belt Plus; Antiva per divano Cliff

Dalla grande esperienza sviluppata nella progettazione di interni nasce inevitabilmente la voglia di crescere, sperimentare e mettersi alla prova in campi fino a quel momento inesplorati. Così è successo per l’architetto Ettore Tricarico e per il gruppo fondato nel 2006 e costituito da Paolo Rossi di Milano, Filippo Tisselli e Cinzia Mondello di Cesena, tutti e quattro conosciutisi nel loro periodo universitario a Firenze. Proprio dalle provenienze dei progettisti nasce il nome del gruppo, mi.ce.ba. design (Milano, Cesena e Bari). Il gruppo rappresenta la fusione di esperienze diverse e complementari nell’interior design e cerca di dar frutto ai molteplici semi piantati in campo di realizzazione di interni. Nasce così il loro lavoro riguardante il design industriale e lo sviluppo di idee interessanti, inedite e innovative da proporre alle aziende. I primi lavori importanti mettono il gruppo in contatto con aziende operanti nel settore dell’imbottito e delle sedute. Proprio al primo settore appartiene l’azienda Antiva che ha messo in produzione il divano Cliff, sviluppato nella progettazione proprio dal gruppo mi.ce.ba. design. Il divano, vero e proprio elemento d’arredo è stato presentato durante il Salone del Mobile del 2007 riscuotendo grande successo grazie all’estrema originalità delle forme; tagli netti, asimmetrici e inclinati sui tre lati si uniscono a un segno grafico che mette in evidenza l’armonia delle proporzioni, la pulizia del disegno e la sua estrema carica di novità. Tutte le qualità estetiche trovano compimento in un’attenzione massima alla funzionalità e semplicità di utilizzo della seduta: Cliff

diventa arredo multifunzionale attraverso un meccanismo tecnico all’avanguardia che lo rende facilmente trasformabile in chaise longue o separabile da un comodo pouf. Anche lo schienale bracciolo risulta mobile così come le sedute laterali, entrambi questi elemento rendono la seduta stessa staccabile e in grado di rappresentare un’isola indipendente. La base del divano è costituita da un piatto in acciaio che contiene a sua volta la base del pouf rendendolo in grado di spostarsi e al contempo risistemarsi grazie a ruote retraibili e a scomparsa. La tipologia di seduta diventa personalizzabile e adattabile in un brevissimo lasso di tempo. Al contempo il divano Cliff, grazie alle sue molteplici declinazioni, diventa facilmente utilizzabile in ogni tipo di ambiente dall’open space al monolocale adattandosi alla tradizionale posizione a parete così come alla collocazione libera nell’ambiente. Il secondo progetto di design industriale è stato realizzato dal gruppo mi.ce.ba. sempre nel 2007 per l’azienda Arrmet-Area DeClic. Lo sgabello Belt completato dalla versione con schienale Belt Plus, rappresenta una moderna seduta girevole dal design rigoroso ed essenziale. L’oggetto si caratterizza proprio per la cinta metallica (belt significa appunto cintura in inglese) che raccorda la seduta e la armonizza allo schienale. La seduta è disponibile in monocromia o bicolore mentre il sedile può essere imbottito in tessuto metallizzato, similpelle o pelle. La colonna ad altezza regolabile, il poggiapiedi e il basamento quadrato in acciaio completano la seduta destinata a svincolarsi dalle mutevoli correnti di gusto.


Vista di profilo e frontale dello sgabello Belt.

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Il meccanismo mobile del divano Cliff.


Il divano Cliff nella versione ad angolo e a parete.

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design

Design nomade

Ludovica+Roberto Palomba disegnano un’innovativa linea per l’ambiente bagno e le sue molteplici declinazioni

Testo: Marco Petroni Foto: Lorenzo Barassi, Max Zambelli

Ludovica+Roberto Palomba

Intervento: collezione bagno gruppo Zucchetti.Kos Progettisti: Ludovica+Roberto Palomba Committente: gruppo Zucchetti.Kos Anno di redazione: 2005 Anno di realizzazione: 2009 Caratteristiche tecniche particolari: 10 tipologie di materiale diverso utilizzato, 50 pezzi di rubinetterie, 2 vasche, 3 lavabi, un concept SPA, più di 30 accessori e complementi

Con la collezione Faraway disegnata per il gruppo Zucchetti. Kos, Ludovica+Roberto Palomba aggiungono un importante tassello alla loro ricerca progettuale legata all’ambiente bagno confermando e rilanciando una tendenza che vede questo spazio della casa come territorio privilegiato di sperimentazione e innovazione. Il sedimentare del tempo e il conseguente accumulo di esperienza hanno portato i due designer ad aprire il loro sguardo su un’idea di abitare capace di captare forme sempre nuove della realtà che ci circonda. Abbattendo barriere e limiti, creando una forte relazione tra caos primigenio e ordine progettuale, questo nuovo progetto stimola una riflessione ampia sui contesti in cui viviamo, costellati di oggetti, di accessori intelligenti che rendono densi di rimandi ad un’arcadica bellezza, ad un rinnovato rapporto tra ambiente naturale e artificio progettuale. Solleticando le nostre ambizioni più intime e i nostri desideri più nascosti. La tensione creativa di Ludovica+Roberto Palomba e le relative capacità di lettura critica della realtà combinate alle potenzialità produttive di Zucchetti.Kos si traducono in una collezione ampia e utile capace di soddisfare dai bisogni espliciti a quelli anche solo immaginati. All’interno di questo recinto relazionale si colloca l’idea di nomadismo, autentico fil rouge che connette i vari elementi della collezione. Così i designer descrivono il progetto: “Faraway è la metafora di un viaggio di esperienze reali o virtuali: il superamento del bagno rituale. È la collezione più completa e complessa per l’ambiente bagno fino ad ora realizzata: 10 tipologie

di materiale diverso utilizzato, 50 pezzi di rubinetteria, 2 vasche, 3 lavabi, un concept SPA, più di 30 accessori e complementi. Dall’albergo al private. Quattro anni di ricerca, studi, prototipazioni. È importante ogni volta cambiare le regole del gioco. Questa volta esploriamo ‘la bellezza’ come viaggiatori nomadi globali, alla ricerca di un’avventura, protagonisti dei nostri sensi. Ogni pezzo che compone la collezione è nato in questa logica: ricco di funzioni, complesso nell’uso e nella forma, multitasking. Ogni regola è presente con la sua eccezione. Un viaggio senza meta.” Proprio la proiezione dell’ambiente bagno in una dimensione aperta, mobile capace di abbattere le pareti statiche della casa per vivere in simbiosi con la natura crea una similitudine con l’abitare nomade. Ludovica+Roberto Palomba disegnano uno spazio provvisorio che accoglie un concetto di benessere contemporaneo. Grazie alle tecnologie viviamo in un mondo accelerato sempre connessi con il resto del mondo, una condizione che ci porta alla continua ricerca di momenti di relax e di benessere che ci aiutino a recuperare energia per vivere al meglio la nostra vita, il nostro tempo. Natura e cultura del design si incontrano in un concetto nomade di benessere. Uno stile di vita non sedentario, caratterizzato da alta flessibilità ed essenzialità. Il termine nomade (dal greco nomas, chi si sposta per cambiare) viene riferito a un’idea moderna di abitare. Un design che invita a partecipare e a condividere nuove esperienze per costruire una nuova idea di intimità autenticamente nomade.


Allestimento scenografico Faraway Collection.

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In queste pagine la minipiscina a sfioro Faraway/ Pool, realizzata in vetroresina e caratterizzata da un segno grafico a pavimento.

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In questa pagina un allestimento per la collezione disegnata da Ludovica+Roberto Palomba. Nella pagina accanto Vis-à -vis, vasca freestanding in CristalplantŠ.


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Nella pagina accanto Faraway/ Vis-Ă -vis. In questa pagina ambiente bagno allestito con Faraway Collection.

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concorsi

PFFFFF... WOOSH

Riccardo d’Oria

Intervento: concorso “Houdini, il bagno trasformista” Progettista: Riccardo d’Oria Committente: Gruppo Quid srl Anno di redazione: 2007 Imprese fornitrici: Duravit per piatto doccia; Hansa per rubinetterie; Tline per parete gonfiabile; Externa srl per ugelli

Il sistema doccia progettato da Riccardo d’Oria vince la sezione Industrial Design del concorso “Houdini, il bagno trasformista”

Testo: Barbara Piccolo

Partecipare a un concorso di idee implica il mettersi alla prova, lo sperimentare proposte audaci che sappiano colpire e al contempo realizzare le esigenze quotidiane del vivere. Così Riccardo d’Oria, guidato da un nuovo modo di concepire la zona bagno, elabora un ambiente a misura d’uomo, in grado di conciliarsi con ritmi di vita frenetici e con importanti componenti attrattive. Ciò che ne nasce è una doccia rinfrescante e rigenerante che unisce un ricercato benessere fisico e mentale a una buona dose di personalizzazione. Il fruitore è alla ricerca di un luogo unico e irripetibile che faccia da protagonista della propria cura di sé. Il sistema doccia “PFFFFF… WOOSH” illude e disorienta in quanto non ha pareti né soffione, riprende quelle parole onomatopeiche tipiche della fumettistica in cui un pensiero sembra dissolversi in poche sillabe capaci di evocare una sensazione. Il progetto dell’architetto d’Oria si sintetizza in un piatto doccia sul quale è impresso un display che può essere sfiorato dal piede, che non obbliga a piegarsi per essere attivato. Premendo sull’icona della freccia rivolta verso l’alto la parete, costituita da una camera d’aria in poliuretano trasparente colorato e bordato da un telaio di alluminio, comincia a gonfiarsi attraverso un tecnologico

compressore. Non si tratta di un’altezza definitiva ma di un’altezza regolabile a seconda delle esigenze. Il lavaggio, stabilito attraverso un miscelatore termostatico a controllo elettronico, avviene dal basso verso l’alto grazie a ugelli che spruzzano acqua sotto pressione causando uno zampillo sia dall’alto sia centralmente, un po’ come le fontane a raso contemporanee. Quando la parete è sollevata all’altezza desiderata è possibile, sfiorando il comando che regola il flusso di acqua, stabilirne intensità e temperatura. L’intensità è relazionata in base all’altezza della parete in modo da evitare il rischio di fuoriuscite del getto. Quando la parete è abbassata il piatto doccia, si trasforma in un comodo lavapiedi. Posta a perimetro della base e sotto a una cornice che permette il posizionamento della parete gonfiabile, è presente una grata mobile al fine dello scolo d’acqua utile alle operazioni di manutenzione ordinaria. La parete, vera e propria camera d’aria, è fissata alle pareti interne attraverso un velcro che permette l’asportazione per eventuale manutenzione o sostituzione con un altro tessuto. Ogni scelta del progetto risponde a un intento di funzionalità e senso estetico per un ambiente bagno che chiede di essere vissuto al pieno delle sue possibilità.


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Nella pagina accanto particolare del piatto doccia.

In questa pagina pianta.

Nella pagina accanto dettaglio dei comandi digitali a terra.


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In questa pagina schizzo dello schema distributivo; sezione. Nella pagina accanto render della parete gonfiabile.


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presentazione progetti bari n˚2

Al centro del progetto Il nuovo volto di Bari come riflessione sulle trasformazioni della città per la presentazione di Progetti Bari 2

Testo: Marco Petroni

Il nuovo volto di Bari? È questo l’interrogativo che sono stati chiamati a declinare con i loro interventi Nicola Signorile, critico d’architettura della Gazzetta del Mezzogiorno e Francesco Moschini, professore ordinario di Storia dell’architettura contemporanea al Politecnico di Bari per la presentazione del secondo numero di Progetti presso la libreria Laterza. Ne è emerso un dibattito a più voci che ha visto il coinvolgimento dell’Assessore Simonetta Lorusso del Comune di Bari, dell’architetto Guendalina Salimei, autrice del progetto vincitore del concorso per la riqualificazione di via Sparano, di Paolo Paci, direttore responsabile del network editoriale Progetti e di Paolo Caldarola del Gruppo Ime, editore di Progetti Bari. Ne è emerso un quadro che inserisce il capoluogo pugliese in una prospettiva non più unitaria del progetto, del fare architettura in Puglia. Sia come metodo che come linguaggio i progetti raccolti nella rivista sostituiscono a un racconto compatto una polifonia di voci, uno sviluppo progettuale micrologico che si concentra sul contesto in barba alle elucubrazioni di Rem Koolhas. Moschini ha tratteggiato con il consueto acume come i concorsi possono stimolare la crescita del territorio che va immaginato come sistema integrato di espressioni urbane capaci di riflettere la vitalità di un contesto metropolitano in trasformazione. Il territorio è un’espressione fisica in movimento, da luogo di concentrazione sociale si sta trasformando in canale di trasferimento di flussi produttivi e creativi che incessantemente lo attraversano. L’ambiente “fisico” si tramuta in “paesaggio culturale” a partire dalla messa in campo di progetti e concorsi che

svolgono un ruolo di stimolo per cogliere visioni del mondo, di sistemi e sottosistemi sospesi tra il locale ed il globale, ovvero “glocali”, sempre meno contestualizzabili, perchè dotati di ancoraggi e di radicamenti multipli i quali fanno in modo che le identità siano anch’esse sempre più intangibili e frammentarie. Queste considerazioni sviluppate durante l’incontro lasciano emergere un territorio che si differenzia non soltanto in virtù della dotazione strutturale ma anche in base ad elementi immateriali. Su questi fattori si costruisce una moderna visione del progetto dove l’architettura e il design concorrono allo sviluppo, modellando i bisogni, tratteggiando i desideri, orientando il comportamento sociale ed economico. Le condizioni apparentemente deboli e periferiche di una città come Bari determinano una persistenza culturale radicata in un contesto di risorse ancora inesplorate. A una debole ma diffusa precarizzazione delle identità comunitarie e delle logiche di affermazione di distintività sono gli elementi di natura culturale a costituire indubbiamente il banco di prova più difficile per una moderna cultura del progetto. L’architettura con le sue espressioni più felici si propone come attore mobile capace di attivare sul territorio prospettive di sviluppo in relazione ad una ricerca di identità che trova la sua esplicitazione nella valorizzazione di spinte progettuali locali, e nella promozione di questi impulsi. Bari, dunque, come esempio di una coralità virtuosa che nasce dall’urgenza di superare un senso di impotenza e debolezza attraverso la creazione di uno spazio di riconoscimento realizzato con un investimento e una progettualità condivisa.


Vista della libreria Laterza all’interno della quale si è svolta la presentazione.

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Paolo Caldarola

Nicola Signorile

Francesco Moschini

Guendalina Salimei

Marco Petroni

Annamaria Brindicci

Arturo Cucciolla

Pierpaolo Moramarco

Simonetta Lorusso

Mauro SĂ ito

Paolo Paci

Domenico De Palo


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Protagonisti del dibattito. Annamaria Brindicci saluta Francesco Moschini.


Vista dei pannelli espositivi della libreria.

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180 | Acheo 181 | Albatros 182 | Ascot Ceramiche 183 | Axor 184 | Berti 185 | Brix 186 | Ceramica Althea 187 | Ceramiche Castelvetro 188 | Duravit 189 | Edimax 190 | Gessi 191 | L’Invisibile by Portarredo 192 | Lema 193 | Lobascio Serramenti 194 | Mirage 000 | Granito Ceramico 195 | MOBILCRAB 196 | Paini Rubinetterie 197 | Palazzetti 198 | Provenza 199 | Punto Porte 200 | Runtal Italia 201 | Technokolla 202 | Zehnder 203 | Zucchetti.Kos

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Aziende Partner


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Ime

Ime SpA Zona Industriale Complanare S.P. 231 (ex S.S. 98) 70038 Terlizzi (BA) tel. 080 3540401 - fax 080 3540437-3518218 info@gruppoime.it - www.gruppoime.it

Progetto Giuseppe Romanazzi Collaboratore Antonio Romanazzi

I tuoi desideri, le nostre idee È difficile sintetizzare con chiarezza e in modo esaustivo l’insieme di stimoli ed emozioni evocati dai grandi spazi espositivi di IME, ancora oggi, ad oltre vent’anni dall’apertura. Un evento scenico ininterrotto di piacere e bellezza che proviene da una filosofia espositiva coinvolgente e mai monotona, che va al di là di assemblamenti facili e troppo scontati di

idee e provocazioni e che rappresenta il frutto di un’interpretazione attenta del rapporto tra materiali, oggetti esposti e visitatore, lo stesso rapporto si rivela strutturato in maniera coinvolgente e accattivante. Gli spazi, costantemente aggiornati, permettono un’efficace leggibilità delle molteplici proposte, attraverso una tecnica espositiva quasi “autoesplicativa”

che consente un’altrettanto funzionale accessibilità alle stesse, presentate per essere quasi “utilizzabili” dal visitatore il quale viene stimolato a una sorta di sperimentazione diretta sia che appartenga a un pubblico affatto preparato sia che si tratti di un pubblico professionale: un luogo espositivo d’eccellenza con caratteristiche di flessibilità, fantasia, attualità e ricerca.

Tanto nella fase progettuale quanto in quella esecutiva gli allestimenti consentono, attraverso un agevole percorso, il libero godimento delle collezioni presentate, evitando artificiosità e minimalismi improbabili che mai prevaricano l’oggetto esposto, attraverso un’esperienza avvincente di raccolta dati, analisi e ipotesi di risposta e attraverso interrogativi


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sul soddisfacimento dei bisogni e desideri sintetizzati nel claim aziendale “I Tuoi desideri le nostre Idee�. Da mero spazio di vendita a esposizione interattiva con una logica di exibit hands-on, senza comportamenti obbligati e percorsi mentali unici, per un visitatore protagonista attivo di scoperte ed esperienze: un ambiente progettato e pensato per la co-

noscenza, pieno di stimoli contestualizzati dove si vivono emozioni, informazioni e nozioni, consapevoli della necessitĂ di tenere aperto e anzi rafforzare un canale di comunicazione tra ricerca, produzione e utenti, una sorta di costante dialogo della e per la filiera, dove il visitatore non solo si informa ma a sua volta informa sui propri dubbi, desideri e bisogni.


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Acheo

Acheo srl via Gemona, 22/24 - Z.I.P.R. 33078 San Vito al Tagliamento (PN) tel. 0434 857022 - fax 0434 85052 acheo@acheo.it - www.acheo.it

AC.OX SYSTEM INCLINAZIONI GEOMETRICHE Linearità ed essenzialità pulita sottolineata da disegni geometrici orizzontali e verticali. Purezza di colore e di materiali lavorati con innovativa artigianalità. Bianco ed acciaio per esaltare le funzioni in cucina. Grande isola centrale in bianco Fine Color con area centrale attrezzata. Doppia zona lavaggio e cappa di aspirazione con finitura argentata, sinonimi di grande praticità. Purismo e

razionalità esterna che si riflettono anche negli interni: in acciaio e legno naturale su disegno unico ACHEO. La peculiarità di AC.OX nasce dall’incontro perfetto di spessori fianco e piano di lavoro armonici con le nuove dimensioni e inclinazioni dei frontali anta. Il passepartout incornicia l’anta dalla prensilità orizzontale nascosta e delicata. Il bianco Fine Color ne delinea il disegno e le curve.


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Albatros

Niwa è il prodotto di vertice di Albatros che interpreta nella realtà di oggi, in una dimensione privata, urbana e domestica, l’ambiente delle terme. Una Mini Spa di lusso e relax, caratterizzata da assoluta personalità delle forme, pregio dei materiali, eccellenza delle tecnologie. Lo spazio ideale per lasciarsi scorrere nell’universo di sensazioni dell’acqua. Comodità funzionale, design innovativo, materiali di qualità. Su questi

181 DOMINO srl via Valcellina, A-2 - 33097 Spilimbergo (PN) tel. 0427 594111 - fax 0427 50304 www.albatros-idromassaggi.com

valori si articolano i progetti che Antonio Citterio, con la collaborazione di Sergio Brioschi, ha realizzato per Albatros. Niwa trasforma la vasca idromassaggio in elemento d’arredo in sé completo e caratterizzante. La Mini Spa è modulabile nelle diverse soluzioni: appoggiata a terra, interamente o parzialmente incassata, con pedane o senza, per personalizzare lo spazio privato. Unica è la sensuale soddisfazione al contatto con

le doghe in flexiteak, nel distendersi sull’ampia superficie orizzontale o immergersi nella tonificante energia dell’idromassaggio. Non si entra in una vasca ma in una nuova dimensione, dove il corpo e la mente sono al diapason del benessere. Niwa è stata progettata per dare forma a un ambiente dove ogni singolo elemento, tecnico ed estetico, concorre a rendere naturali i piaceri e le proprietà benefiche dell’acqua. In questo senso

l’alta tecnologia del sistema di idromassaggio non è esibita ma perfettamente espressa nelle funzionalità. Semplicità di programmazione e comodità di utilizzo, sensibile qualità dei materiali, sicurezza igienica, facilità di manutenzione. Valori assolutamente tangibili, che incrementano tranquillità e confidenza, e insieme realizzano l’espressione compiuta della tecnologia e della pratica applicate al benessere.


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Ascot Ceramiche

ASCOT CERAMICHE via Croce, 80 - 41014 Solignano (MO) tel. 059 778411 - fax 059 778444/43 info@ascot.it - www.ascot.it

ELEKTRA Porcellanato Impasto Colorato Elektra è la nuova raffinata proposta nata nei laboratori Ascot per “Ascot Studio”, linea di ricerca verso un design di altissimo livello, moderno, puro ed essenziale, capace di coniugare le esigenze dell’edilizia, dell’architettura e anticipare le tendenze del settore. Elektra è protagonista nei grandi spazi, grazie alla dimensione 50,2x50,2 e alla versione rettificata, per

Elektra black

Elektra white

pose di assoluta precisione; si differenzia in cinque moderne tonalità cromatiche e si fraziona nei formati 25x49,6 e 12,5x49,6 per meglio dialogare con la poliedricità degli spazi, valorizzando giochi di linee, di forme e di atmosfere. I decori hanno l’essenzialità dell’avanguardia tecnologica, ma non sanno nascondere la preziosa manualità artigiana della lavorazione e suggeri-

scono l’abbinamento di Elektra con tutti i materiali preferiti dall’architettura contemporanea: l’acciaio e i metalli, il legno, i vetri, le resine. Elektra infatti risponde alle esigenze tecniche ed estetiche che la molteplicità dell’abitare, del lavorare e del vivere pone all’uomo moderno e, per la sua flessibilità, dialoga positivamente con le esigenze della committenza. Ideale

Elektra chocolate

da abitare, Elektra garantisce prestazioni d’uso idonee ad ambienti perché nasce da materie prime pregiate, tecnologicamente trasformate nell’esclusivo “Porcellanato a Impasto Colorato” di Ascot, espressione del Made in Italy. FORMATI: 50,2x50,2 - 49,6x49,6 – 25x49,6 – 12,5x49,6 cm integrato da decori e pezzi speciali COLORI: White – Cream – Chocolate – Black – Grey


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Axor

Grazie all’eleganza formale e al loro contenuto emozionale, ogni elemento della linea Axor Massaud riesce nella sfida di trasformare l’ambiente bagno in una sorta di living, un’area abitativa tutta da vivere. Linee morbide e organiche, ispirate dalla natura, dialogano con forme geometriche e rigorose capaci di nascondere un sofisticato contenuto tecnologico. Disposta in modo asimmetrico

183 Axor - Hansgrohe srl S.S. 10 km 24,4 - 14019 Villanova d’Asti (AT) tel. 0141 931111 - fax 0141 946594 info@hansgrohe.it - www.axor-design.com

rispetto al corpo del miscelatore la generosa e lucente superficie della bocca di erogazione si alza di 40 cm rispetto al piano del lavabo. Si genera così una sorta di nastro d’acqua largo e sottile come quello prodotto in natura dalla caduta dell’acqua da uno scivolo di pietra. La linea di rubinetteria Axor Massaud prevede accessori, doccette e altri elementi dell’arredo bagno coordinati.


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Berti

Berti Pavimenti Legno via Rettilineo, 81 - 35010 Villa del Conte (PD) tel. 049 9323611 r.a. - fax 049 9323639 info@berti.net - www.berti.net

La pluriennale esperienza di Berti, il lavoro di ricerca e sviluppo del suo Ufficio Tecnico permettono di interpretare le esigenze di ogni Cliente e di trasformarle, attraverso evoluti software di progettazione, in pavimenti in legno senza limiti di complessità. Le dimensioni, lo spessore, le tipologie di finitura e i legni impiegati: ognuno è libero di comporre a piacere l’intarsio che desidera, con una varietà articolata di materiali, stili e colori, scelti di volta in volta per esprimere e adattarsi a gusti, culture, ambienti differenti. Grazie all’apporto della sofisticata tecnologia laser, ogni richiesta è esaudibile, ogni disegno personalizzabile, dal più classico e tradizionale fino al più moderno. Collaborando con i designer e gli architetti più affermati, il dipartimento tecnico è in grado di progettare e realizzare pannelli e bordure intarsiate per pavimenti, ma anche le più originali declinazioni a parete. Oltre alla realizzazione e alla consegna del materiale, grande attenzione viene rivolta al servizio post-vendita: su richiesta del Cliente, i tecnici Berti garantiscono un’assistenza completa, dalla progettazio-

ne iniziale fino alla messa in opera definitiva, attuata da posatori esperti selezionati direttamente dall’azienda. Berti non si rivolge soltanto al Privato, ma offre un servizio specializzato anche a Trade e Contract pubblico, proponendo soluzioni appositamente studiate per showroom, alberghi e ristoranti. L’azienda ha fortemente voluto la collaborazione di artisti locali, in grado di essere reale testimonianza della cultura di appartenenza. Si sono individuati quattro giovani talenti - Alejandro Manuel Gomez per il Messico, Tistsi Have per l’Africa, Sìrat al-Arab per il Medio Oriente e Cheng Wenfu per la Cina, - che si sono impegnati in una personale interpretazione dell’intarsio Berti. Architetti e designer emergenti che, con entusiasmo e passione, hanno cercato e trovato un ideale punto di congiunzione tra la tradizione locale e le caratteristiche proprie del parquet Berti. Il pavimento in legno è, dunque, il leit motiv, delle diverse ambientazioni. Fedele a se stesso in quanto a prestazioni e fascino, in grado di modificarsi senza limiti sul fronte delle forme e delle dimensioni.


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Ceramica Althea

Ceramica Althea SpA Loc. Prataroni - Z.I. - 01033 Civita Castellana (VT) tel. +39 0761 542144 - fax +39 0761 542129 info@altheaceramica.it - www.altheaceramica.com

COVER Il bagno firmato Ceramica Althea è il cuore della nuova casa. Uno spazio da abitare, dove i prodotti classici e contemporanei sono senza tempo. L’offerta di Ceramica Althea, ampia ed eterogenea, si concentra ora sulla nuova serie di lavabi d‘appoggio e da semincasso COVER. Improntati su una raffinata semplicità, i lavabi COVER interpretano il bagno come uno spazio personale da vivere secondo le proprie esigenze e il proprio carattere. Installati su mobili o mensole, i lavabi COVER rendono

ogni ambiente bagno unico. La versione da semincasso è costituita curva morbida e avvolgente che crea una continuità con il piano sulla quale è alloggiato, mentre nella versione d’appoggio ritroviamo un’ampia vasca rettangolare dalle forme sinuose e dal profilo sottile che conferisce al prodotto leggerezza ed eleganza. Realizzati in porcellana sanitaria entrambe le versioni, sono disponibili in sette tonalità brillanti, rosso, giallo, verde, nero, grigio, bianco e platino.


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Ceramiche Castelvetro

187 Ceramiche CCV CASTELVETRO SpA Strada Statale 569, 173 - 41014 Solignano di Castelvetro (MO) tel. 059 778511 - fax 059 778571/23 info@castelvetro.it - www.castelvetro.it

ISPIRAZIONE, RICERCA e PROGETTO sono le “fondamenta” di Misingi ESSENZA è l’ “anima” di Misingi. Colori, formati e superfici sono il “tramite” di comunicazione tra noi e Misingi, il legno è, e rimane solo l’ispirazione, il punto di partenza. Castelvetro però lo ha completamente rivoluzionato e reinterpretato dandogli una nuova chiave di lettura. Misingi in gres porcellanato colorato ha ottime proprietà tecniche e fisiche; disponibile in 2 formati, 20x80 e 13x80 cm, nelle 3 versioni

colore Akatio

colore Suber

estetiche, naturale, metal e metal/lappato e in 2 superfici, naturale e lappato. Diverse invece le colorazioni: Ajous, Akatio, Teka, Abies, Suber, Gombè, Kiboto, Abies Chic, Gombè Chic, Kiboto Chic, Abies chic/lap, Gombè Chic/lap, Kiboto Chic/lap. I Coordinati sono veri e propri accessori che si distinguono per la loro duttilità ma soprattutto per l’estrema eleganza. Misingi, per tutti gli ambienti di diversi stili.

colore Gombè chic

colore Gombè chic


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Duravit

Duravit Italia srl via Faentina, 207 F - 48124 Ravenna (RA) tel. 0544 509711 - fax 0544 501694 info@it.duravit.com - www.duravit.com

Inipi, la prima sauna di Duravit È dal termine “Inipi”, che nel linguaggio degli indiani Lakota significa “capanna di sudorazione”, che nasce la prima sauna Duravit. Il ciclo della sauna inizia grazie ad un telecomando a forma di pietra con il quale vengono comandate tutte le funzioni: temperatura, umidità dell’aria, luce colorata e sistema audio che comprendono anche scenari diversi già preimpostati: “Jungle”, “Desert”, “Asia”, “Mediterranea” o “Indian”. Questi

scenari non agiscono solo in termini di umidità dell’aria e temperatura, ma sono accompagnati anche da musiche e suoni idonei. Grazie alla tecnologia nascosta, la cabina si presenta con un design straordinariamente chiaro e trasparente. La base è costituita da un telaio in legno con pannello in vetro anteriore e posteriore. Tubi a LED illuminano la parete in vetro posteriore dal basso rendendola “emozionale”. L’effetto lumino-

so che scaturisce non ha pari in termini di intensità. Le sedute, disposte su due piani, grazie alla loro larghezza offrono ampio spazio per sedersi o sdraiarsi. Due elementi aggiuntivi permettono inoltre di creare due panche uniche. Pur offrendo spazio sufficiente per due persone Duravit ha cercato di disporre tutti gli elementi nell’ottica della massima economia degli spazi; infatti Inipi è disponibile in una dimensione di soli 235x117

cm con un’altezza di 222 cm nella versione “Solo”. Nella versione “Ama” invece, è completa di una pratica ed elegante doccia, che può essere posta frontalmente o lateralmente alla cabina; attraverso una pedana in legno si completa il collegamento alla cabina della sauna. Anche la doccia come la sauna, ha le pareti in vetro mantenendo il look semplice e trasparente di questa moderna “capanna di sudorazione”.


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Edimax

189 EDIMAX GRUPPO BETA Strada Statale 569, 234 - 41014 Solignano (MO) tel. 059 748911 - fax 059 748990 info@edimax.it - www.edimax.it

Shine Pearl

Serie PLATE Iridescenze metalliche che riflettono sofisticate vibrazioni cromatiche, per vestire ambienti di grande eleganza e per interpretare con carisma le nuove idee di stile contemporaneo dalle linee essenziali e di design. Lavorazione: smerigliato e rettificato Articoli: Blu – Reflex – Rusty

Plate Blu

Formati: 60x60 – 30x60 – 15x60 – battiscopa 7,5x60 - Mosaico 5x5 comp. 30x30 – Mosaico 2,5x5 comp. 30x30 – Mosaico 2,5x2,5 comp. 30x30 - Linea Rings 10x30 – Mosaico Rings comp. 30x30

Serie ACTUAL

Serie SHINE

Design e materia, raffinata combinazione per gli spazi dell’abitare attuale e contemporaneo. Lavorazione: smerigliato e rettificato Articoli: Gold – Shadow – White – Amaranth Formati: 60,4x60,4 – 30,1x60,4 – battiscopa 7,5x60,4 – Mosaico 5x5 comp. 30,1x30,1 – Mosaico 2,5x2,5 comp. 30,1x30,1.

Illuminare le superfici, nobilitare i propri spazi attraverso lo splendore di colori ricercati e l’eleganza dei dettagli. Lavorazione: lappato rettificato Articoli: Pearl – Sand – Bronze – Ink Formati: 60,4x60,4 – 30,1x60,4 – battiscopa 7,5x60,4 Mosaico 2,5x2,5 comp. 30,1x30,1.

Actual Amaranth


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Gessi

Gessi SpA Fraz. Vintebbio - Parco Gessi - 13037 Serravalle Sesia (VC) tel. 0163 454111 – fax 0163 459273 gessi@gessi.it - www.gessi.com

Gessi Private Wellness Ritmi di vita sempre più frenetici, richiedono di dedicarsi momenti di rigenerazione e riequilibrio. La Collezione Gessi Private Wellness, con una tecnologia discreta e immediata, una estetica raffinata e svariate soluzioni di impianto - tutte all’impronta di un design famoso nel mondo - fa del rito quotidiano delle abluzioni, un vero trattamento per corpo e spirito da godere nella propria casa, in un angolo di SPA per-

sonale. Il sistema di idromassaggio offre getti anti-stress di intensità personalizzabile, come la modalità stessa dei getti, che può variamente mescolare, con semplici tocchi, pioggia, cascata e nebulizzazione. L’illuminazione dei getti - con luce del colore desiderato o cangiante - consente di creare emozioni diverse, facendo della doccia un momento energizzante, rilassante, o semplicemente molto piacevole.


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L’Invisibile by Portarredo

L’INVISIBILE è un sistema brevettato di porte e chiusure a totale filo-muro che elimina stipiti, coprifili e cornici, creando continuità assoluta tra porta e parete. Soluzioni su misura in una serie infinita di dimensioni, forme, rivestimenti per l’aprire, il chiudere e il nascondere. Il sistema L’INVISIBILE con perni o cerniere a scomparsa racchiude una tecnologia al servizio dei progettisti grazie anche alla possibilità di scegliere qualsiasi

191 L’INVISIBILE by Portarredo srl via Besana, snc Z.A. - 44011 Argenta (FE) tel. 0532 800960 - fax 0532 318703 info@linvisibile.it - www.linvisibile.it

rivestimento, decoro e colore per uniformarsi con la parete scomparendo alla vista oppure staccarsi visivamente da essa con effetto trompe l’oeil. La produzione L’INVISIBILE si articola in: Battente, Bilico Verticale, Chiusure Speciali e nelle novità Scorrevole Automatico a Scomparsa e Bilico Verticale FILO 10. L’INVISIBILE Scorrevole Automatico a Scomparsa è una parete traslante planare con un telaio composto da profili estrusi di alluminio

6060 passivato, un trattamento studiato ad hoc che rende la lega d’alluminio verniciabile con idropitture e smalti preservandola da processi di screpolatura e distaccamento dell’intonaco anche dopo utilizzo prolungato. Il movimento di apertura e chiusura del pannello è determinato da due camme che scostano il pannello dal nucleo in alluminio in senso verticale e permettono allo stesso di scorrere all’interno della parete. Il

funzionamento è determinato da una guida con carrelli di supporto per il pannello, azionato da un motore a bassa tensione, il tutto alloggiato in una struttura in alluminio. L’apertura avviene tramite un pulsante, anch’esso a filo muro. Il pannello può essere predisposto anche per l’apertura manuale. Realizzabile su misura fino a mm. 1200 in larghezza e a mm. 3000 in altezza, è perfetta sia in ambito residenziale che contract.


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Lema

Lema SpA S.S. Briantea, 2 - 22040 Alzate Brianza (CO) tel. 031 630990 - fax 031 632492 lema@lemamobili.com - www.lemamobili.com

Programma Tm20

La Cabina Armadio, come l’Armadio al Centimetro, vive all’insegna della massima flessibilità e rappresenta il completamento delle enormi potenzialità del programma dedicato alla notte offerto da Lema. La Cabina Armadio consente di avere un panorama infinito di possibilità compositive grazie ai suoi pannelli a boiserie, alle innumerevoli attrezzature, alle diverse misure in altezza e larghezza e alle finiture, che possono essere in melaminico rovere sbiancato, teak, avorio, bianco, lino o laccato nei 37 colori opachi della gamma Lemacolortrend.

Cabina armadio

Tm20 rappresenta un programma vincente grazie ad un design pulito ed accurato che consente di creare e personalizzare lo spazio giorno di una casa raffinata ed elegante. È un sistema componibile a contenitori accostabili e sovrapponibili completato da accessori ed elementi singoli integrabili per creare composizioni che si possono collocare in ogni ambiente. I contenitori possono essere posati a terra oppure fissati a muro. I legni, i laccati lucidi, gli innumerevoli colori “mat“ della collezione Lemacolortrend offrono una gamma di possibilità che non ha confini.

Il programma Selecta è costituito da circa 1700 differenti elementi assemblabili fra loro e, partendo dalla struttura più semplice, con lo scaffale si arriva a realizzare mobili sempre più complessi ed articolati per soddisfare ogni esigenza. Contenitori a diverse profondità, attrezzature speciali, finiture, varie tipologie di ante, colori sempre al passo con le tendenze e le filosofie di design più attuali, dimostrano come Lema sia attenta a soddisfare ed interpretare in ogni momento le aspettative di un pubblico sempre più esigente.

Programma Selecta


azienda partner

Lobascio Serramenti

Attenzione per i particolari, cura dei dettagli, tecnologia d’avanguardia, personale specializzato e due stabilimenti produttivi che costituiscono un gioiello d’efficienza. Sono gli elementi della straordinaria alchimia che fa di LOBASCIO un’azienda leader nel mercato dei serramenti dal 1963. La cultura della qualità è una premessa imprescindibile: ogni serramento diviene un oggetto tecnologico nel quale assumono uguale peso il manufatto stesso, l’insieme delle sue fasi di lavorazione, la verniciatura ad acqua, la tec-

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Lobascio SERRAMENTI snc via C.A. Dalla Chiesa, 8 - Zona Industriale 70037 Ruvo di Puglia (BA) tel. 080 3611149 - fax 080 3602910 lobascioserramenti@virgilio.it - www.lobascioserramenti.it

nologia dei metalli per la ferramenta di chiusura e la conoscenza delle proprietà termoacustiche dei cristalli. Il tutto per garantire un design innovativo, definizione dei particolari e massima affidabilità nelle prestazioni. Con LOBASCIO la Qualità si fa Sistema. L’infisso delimita l’estensione dell’interno domestico, una valida cornice per lo spazio d’apertura. La finestra determina l’estetica dell’ ambiente. Il legno costituisce elemento privilegiato. La libertà creativa, sia tecnica sia formale, nel disporre prodotti “di base”

congiuntamente a soluzioni di gran lunga più articolate, permette di soddisfare in toto i bisogni della nostra clientela la quale costituisce uno stimolo nella ricerca di soluzioni architettoniche innovative. LOBASCIO Serramenti dispone di tre linee di infissi in legno, Compact, Elegant, Epoca, con tre profili estetici diversificati, pertanto adattabili ad ogni soluzione costruttiva e architettonica. A esse si aggiungono le linee Legno-Alluminio, Legno-Bronzo e Verbund dove l’unicità del legno si unisce alla praticità e alla

resistenza dei metalli, per realizzare soluzioni brillanti e ricercate. I nostri prodotti finali: finestre, portefinestre, portoni, portoncini, caposcala, scorrevoli, infissi speciali. Il legno lamellare con cui sono prodotti gli infissi Lobascio è selezionato tra le essenze più pregiate quali pino, mogano, meranti, rovere, castagno, teack. Una vasta gamma di materiali, selezionati da forniture di qualità superiore a garanzia della resistenza nel tempo di un prodotto che intende soddisfare le richieste dei nostri clienti.


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Mirage Granito Ceramico

Mirage Granito Ceramico SpA via Giardini Nord, 255 - 41026 Pavullo nel Frignano (MO) tel. 0536 29611 - fax 0536 21065 info@mirage.it - www.mirage.it

Plain di Mirage effetto naturale per un ambiente sofisticato e glamour. Il neutro come motivo, il neutro come tema, il neutro come risposta agli interni e agli spazi dell’abitare contemporaneo. Una tavolozza semplice ma allo stesso tempo sofisticata, che prende

ispirazione dai pigmenti terrosi, dai materiali di origine naturale e da tutto ciò che è puro e non inquinato. Plain è disponibile nei colori nero, cenere, perla, marrone, canapa, latte, puro, in tre formati (15x60, 30x60, 60x60) e in due superfici, naturale e lappata.


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MOBILCRAB

195 MOBILCRAB srl via Gallarata, 66 - 20019 Settimo Milanese (MI) tel. 02 3288721 r.a. - fax 02 33501216 vendite@mobilcrab.it - www.mobilcrab.it

Vetro e alluminio prendono forma nell’arredobagno Mobilcrab è un’azienda presente sul mercato da oltre trent’anni, situata nell’hinterland di Milano (vicino al nuovo polo fieristico Rho-Pero) ed è ideatrice di un nuovo concetto di design rivolto allo spazio del bagno che viene percepito sempre più come “stanza del benessere”, ovvero inteso come un ambiente “su misura” che rispetta le aspettative e i desideri di ciascuno. Ciò significa grande flessibilità e grande libertà espressiva di

poter giocare con colori, materiali, volumi e idee, il cui mix crea ambienti di grande personalità e carattere. Linee precise caratterizzano la serie 8 tulip disegnata da Manola Scamuzzi Sormani per Mobilcrab. Il nuovo trend è anche quello di creare un ambiente open, dove le collezioni proposte da Mobilcrab rappresentano sistemi di grande flessibilità per interagire con qualsiasi spazio, integrando per esempio il bagno con la

camera da letto. Nei mobili prevalgono le forme morbide, ma anche soluzioni lineari e rigorose con dimensioni contenute e sistemi modulari dall’estrema componibilità, per adattarsi ad ogni esigenza di spazio, anche il più ridotto. Sempre più presenti i top integrali realizzati in ceramica, ma anche in vetro dai colori brillanti o in materiali sintetici, come Pietraluce o Mineralmarmo. Nelle immagini, la composizione serie tulip con

top in vetro con lavabo integrato in colore bianco extra chiaro è abbinata all’anta in vetro verniciata colore tortora lucido, incorniciata da un profilo in alluminio lucido. In alternativa il frontale può caratterizzarsi con la serigrafia bianca o nera, sempre su telaio in alluminio. Questo particolare tecnico permette un gioco di luci e ombre dovuto alla specularità del vetro che rendono il prodotto particolarmente luminoso.


azienda partner 196

Paini

Paini SpA Rubinetterie via Cremosina, 43 - 28076 Pogno (NO) tel. 0322 9971 - fax 0322 997300 paini@paini.com - www.paini.com

DAX-R

COX-SMALL

DAX-R variante della nota e collaudata serie DAX. La differenza sostanziale è nella leva che si combina perfettamente con la forma quadrata del rubinetto. Linea essenziale e molto richiesta per abbinamenti con moderni ed eleganti arredamenti delle sale da bagno.

ALICE è un lavello cucina con comando elettronico dal design innovativo, aperto a qualsiasi sistema integrato di DOMOTICA. La gestione dell’acqua, è comandata da semplici tasti retroilluminati a LED, con colorazione dal blu al rosso, più o meno intenso a seconda della temperatura dell’acqua, posizionati sulla parte frontale della doccetta a doppio getto. L’applicazione elettronica consente di ottenere un notevole risparmio di acqua, grazie alla facilità di utilizzo vi permette di regolare a piacimento tutte le funzioni desiderate con il solo utilizzo del pollice di una mano! Il rubinetto, dalla bocca girevole ed estensibile, funziona con alimentazione a rete di 220V, in caso di mancanza temporanea di corrente, il funzionamento del rubinetto è garantito da una pila inserita nell’unità di comando, da posizionare sotto il lavello. Grazie alle soluzioni tecniche e al design accattivante, Alice rivoluzionerà gli standard attuali di rubinetto per cucina.

COX-SMALL versione ridotta della serie Cox, la più affermata della famiglia di rubinetti Paini, nasce dall’esigenza di soddisfare le richieste di mercato che sono sempre più in evoluzione. Si propone con forme lineari e indimenticabili. HYBRID tra le novità Paini spicca HYBRID, una nuova concezione di elementi integrati per il bagno che comprende sia il lavabo da semincasso dal design moderno e innovativo realizzato in Tecnoril, che la rubinetteria con erogazione a cascata. Hybrid, rende la scelta più semplice, assicurata dalla funzionalità del prodotto.

ALICE

HYBRID


azienda partner

Palazzetti

197 Palazzetti Lelio SpA via Roveredo, 103 - 33080 Porcia (PN) tel. 0434 922922 - fax 0434 922355 info@palazzetti.it - www.palazzetti.it

Mod. Marilyn

Mod. Vancouver

Fuoco di design per scaldarsi con stile Tecnologia avanzata e linee contemporanee, materiali di pregio e forme accattivanti: con i caminetti e le stufe Palazzetti vesti la tua casa di bellezza e calore. Il caminetto Alma, realizzato in conglomerato cementizio ad alte prestazioni, si distingue per il design ricercato ed originale che dà carattere e forte personalità all’ambiente. Vancouver, con focolare Ecofire da inserimento aria o acqua, rivestito e realizzato in lamiera verniciata grigia abbinata a una cornice in marmo levigato opaco, si inserisce nei contesti più moderni, di impronta essenziale. Marilyn, con il suo design pulito che interseca linee stondate a geometrie rigorose, trova la sua collocazione ideale negli spazi dal gusto contemporaneo. Grazie al focolare Multifire,

Alma

regala il piacere della combustione tradizionale a legna e, all’occorrenza, offre tutta la praticità dei pellet con caricamento automatico. Con Palazzetti, inoltre, puoi scegliere all’interno di una gamma di rivestimenti davvero ampia: oltre 100 i modelli base, con diverse varianti, tra cui trovare quello che più rispecchia il tuo stile. E le performance sono garantite: tutti i prodotti Palazzetti, infatti, sono accomunati da focolari dagli alti rendimenti e dal basso impatto ambientale grazie all’esclusivo sistema della doppia combustione, studiato per ottenere la migliore resa energetica limitando le emissioni nocive disperse nell’atmosfera. Per questo con Palazzetti scegli il calore che piace a te, alla tua casa e anche alla natura.


azienda partner 198

Provenza

PROVENZA a brand of Emilceramica SpA via Ghiarola Nuova, 29 41042 Fiorano Modenese (MO) tel. 0536 835111

sede commerciale

via 2 Giugno, 13/15 - 41042 Spezzano (MO) tel. 0536 927611 - fax 0536 927626 info@ceramicheprovenza.com - www.ceramicheprovenza.com

Imitare la natura è renderla raggiungibile.... capirne l’intimità per preservarla intatta. Con questa serie ancora una volta Provenza fa parlare di sè. Lignes propone un ragionamento complesso. La ceramica ha sempre avuto timore nell’imitare materiali o superfici naturali, ne ha sempre denunciato la ve-

rosomiglianza con un tono di sottomissione all’aspetto naturale delle cose, con lignes l’idea si capovolge e diventa l’elemento centrale del prodotto. Un prodotto che non vuole imitare ma essere l’imitazione migliorata e chiara di una perfezione naturale. Ecologico, resistente, innovativo ed unico.


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Punto Porte

199 Punto Porte srl via dei tipografi Zona A.S.I. – 70056 Molfetta (BA) tel. 080 3385899 – fax 080 3382130 info@puntoporte.it - www.puntoporte.it

Innovazione, Sviluppo e Flessibilità rappresentano i tratti caratterizzanti la produzione di Punto Porte, interlocutore e partner privilegiato per gli addected e gli utilizzatori professionali. Dal confronto con le dinamiche evolutive del lifestyle, nasce un sistema dalla massima flessibilità dimensionale ed estetica per la produzione di porte interne in vero legno, in massello o ancora in piallaccio, multistrato, tamburato, listellare, lamellare, compensato, oltre a scorrevoli in-

terno muro, cabine armadio, armadi a muro, boiseries, vetrate ed elementi complementari. Recenti innovazioni tecnologiche, combinate con la naturale manualità nella levigatura, nella prima verniciatura, nella finitura e nell’essiccazione naturale, garantiscono un prodotto unico per una progettualità unica, mai meramente standardizzata: perché aprire una porta é anche scoprire nuove culture, sperimentare nuovi percorsi, confrontarsi con nuove emozioni.


azienda partner 200

Runtal

Runtal Italia srl via Provinciale, 15D - 24040 Lallio (BG) tel. 035 4551511 - fax. 035 4551512 www.runtal.com - info@runtalitalia.it

atelier collection Linee tonde o quadrate, spazi vuoti e pieni per una collezione di radiatori dove la geometria e le sue forme si esprimono all’ennesima potenza. Spirali, cerchi, griglie, ma anche semplici barre si rincorrono in un gioco di forme e colori, dimensioni e finiture per una vera ‘architettura’ riscaldata destinata ad ambienti ricercati. Presenze che si fanno notare... nate per farsi notare.

runtal quadri Totem

runtal quadri La sezione quadrata delinea il percorso verticale del radiatore caratterizzato da pieni e vuoti in equilibrio tra loro e che diviene una vera scultura nella versione Totem.

runtal hot hoop Il motivo a spirale si è ampliato riducendo giri, ma liberando lo spazio per una migliore e più completa fruizione visiva dell’oggetto riscaldante.

runtal spirale Il tubolare si avvolge su se stesso in un susseguirsi di cerchi che sembrano non finire mai. Una sagoma che raccoglie consensi per il suo fascino ludico.

runtal setsquare Lo dice il nome che di tubolare quadrato si tratta. Un radiatore che si vede, di impatto, dedicato a chi vuole ‘vedere’ da dove viene il calore.

runtal spirale

runtal hot hoop

runtal setsquare


azienda partner

Technokolla

201 Technokolla SpA via Radici in Piano, 558 - 41049 Sassuolo (MO) tel. 0536 862269 - fax 0536 862660 info@technokolla.com - www.technokolla.com

Skycolors Shine: gioiello di brillantezza e tenuta igienica Brillante come un gioiello e con una tenuta igienica perfetta Skycolors Shine è l’ultima novità di casa Technokolla in fatto di riempitivi di fuga e sigillanti. Una rivoluzionaria linea di stucchi epossidici che, grazie alla sua composizione chimica, dà un prezioso tocco di luce a pavimenti e rivestimenti. Disponibile in quat-

tro colori scintillanti - oro, argento, polvere di stelle e madreperla - Skycolors Shine è la finitura ideale per ambienti unici e con una elevata valenza estetica. Le sue caratteristiche estetiche, abbinate a proprietà di alta resistenza chimica, rendono questo prodotto particolarmente adatto per l’applicazione in luoghi

che richiedono elevati standard igienici come centri benessere, SPA, saune, vasche termali e piscine, anche se riempite con acqua salata. Dalla ricerca Technokolla è stata messa a punto una linea di sigillanti epossidici antimacchia che non ingialliscono, non assorbono e si puliscono con facilità. Skycolors Shine, inoltre, ha

un’ottima lavorabilità che facilita gli operatori in fase di posa e un’elevata durezza. Finiture lucenti come pietre preziose valorizzano il design di pavimenti e rivestimenti ceramici realizzati con materiali diversi; Skycolors Shine, infatti, è adatto a tutti i tipi di mosaico, klinker, grés porcellanato e pietre naturali.


azienda partner 202

Zehnder

I caloriferi e gli scaldasalviette Zehnder sono da sempre splendidi prodotti realizzati su misura, attuali e in grado di dar vita a soluzioni d’arredo eleganti, ma anche estremamente pratiche. La rapidità di reazione e un livello rilevante di calore radiante permettono di raggiungere quel comfort che caratterizza l’intera gamma di soluzioni Zehnder. I modelli, prodotti nel rispetto delle norme EN ISO 9001: 2000 e conformi alle più severe norme igieniche rispondono alle diret-

Zehnder Group Italia srl via Provinciale, 15D - 24040 Lallio (BG) tel. 035 4551559 - fax 035 4551558 info@zehnder.it - www.zehnder.it

tive del GUV e sono certificati dalla Clinica Universitaria di Tübingen. L’applicazione di questa regolamentazione ha portato alla realizzazione di prodotti di qualità ottenuti anche grazie all’impiego di tubi tondi in acciaio dallo spessore elevato e dall’impiego di un’avanzata tecnologia di fabbricazione. Processi come la saldatura al laser e la doppia verniciatura a polveri epossidiche ed elettroforesi rendono i prodotti Zehnder privi di spigoli vivi e facili da pulire.

zehnder artea: versione cromata

zehnder charleston: versione curva

zehnder piastra: versione colorata

zehnder enso: versione colorata


azienda partner

Zucchetti. Kos

203 Zucchetti Rubinetteria SpA via Molini di Resiga, 29 - 28024 Gozzano (NO) tel. 0322 954700 - fax 0322 954823 marketing@zucchettidesign.it - www.zucchettidesign.it

Kos SpA via de La Comina, 17 - 33170 Pordenone (PN) tel. 0434 363405 - fax 0434 551292 info@kositalia.com - www.kositalia.com

FARAWAY BATHROOM COLLECTION Faraway è la metafora di un viaggio reale o virtuale alla scoperta del sé: il superamento del bagno rituale a favore dell’esperienza dei sensi. Progettata da Ludovica+Roberto Palomba designer e trend setter mondiali del settore, Faraway è la prima collezione che i brand Zucchetti e Kos realizzano insieme come Gruppo. Una visione completa e complessa del mondo bagno - dal private, al contract, alla spa: 10

tipologie di materiali utilizzati, 50 pezzi di rubinetteria, 2 vasche, 3 lavabi, un concept spa, più di 30 accessori e complementi. Un nuovo lessico che scardina le vecchie regole e crea una nuova iconografia. Ogni pezzo della collezione è ricco di funzioni, complesso nell’uso e nella forma, multitasking. Faraway è sintesi di gusti, gesti e immagini che genera nuove flessibilità funzionali ed infinite libertà progettuali.


indirizzario

Fotografi

Architetti Alberto Altamura via B. Buozzi, 40 70037 Ruvo di Puglia (BA) tel. 080 3612636 fax 080 3612636 a.altamura@alice.it Architettura e pianificazione urbana e territoriale Ugo Cassese via Cardassi, 50 70121 Bari (BA) tel. 080 5589674 fax 080 5589674 ugocassese@libero.it Archmat studio tecnico assocciato Dario Natalicchio Rosa Nicastri via S. Giorgio, 33 70059 Trani (BA) tel. 0889 403421 fax 0883 403421 archmat@libero.it Vittorio Cassano via Lato Sylos Serioce, 3 70032 Bitonto (BA) tel. 080 3749271 fax 080 3759271 vittorio.cassano@alice.it Cimino + Di Stefano Architetti Giuseppe Cimino Nicola Cassese piazza La Corte, 2 70031 Andria (BA) tel. 0883 550036 fax 0883 593010 pinocimino@libero.it distefano.ne@libero.it Michele Cuonzo via della Minerva, 23 70027 Palo del Colle (BA) tel. 080 3811812 archmiky@libero.it Riccardo d’Oria via Nino Bixio, 19 tel. 080 3143050 info@riccardodoria.it www.riccardodoria.it Matteo di Venosa via Montegrappa, 32 70052 Bisceglie (MI) tel. 080 3965444 fax 080 3965444 matteo.divenosa@fastwebnet.it Emanuele De Nicolò via Turati, 11 70125 Bari (BA) tel. 080 5024087 archdenicolo@libero.it G/G Associati Riccardo Guglielmi Anita Grossi via G. Poli, 32 70031 Andria (BA) tel. 0883 562832 fax 0883562832 g.associati@gmail.com

Gap architetti associati Federico Bilò Alessandro Ciarpella Francesco Orofino via della Marrana, 94 00181 Roma (RM) tel. 06 7823647 fax 06 78140853 gap@gap-architettura.it www.gap-architettura.it

Panstudio architetti associati Paolo Capponcelli Mauro Dalloca Cesare Mari via Dotti, 5 40135 Bologna (BO) tel. 051 6143867 fax 051 6143868 paolocapponcelli@panstudioarchitetti.it www.panstudioarchitetti.it

Antonio Grasso via Magg. Sallustio, 17 70056 Molfetta (BA) tel. 080 9648205 ant.grasso@libero.it

Carmine Robbe Matteo Ieva via Trieste e Trento 70053 Canosa di Puglia (BA) tel. 0883 614125 crobbe@libero.it mieva@poliba.it

gruppo foresta – studio di architettura vico del tufo 73100 Lecce (LE) tel. 0832 277605 fax 0832 245755 info@gruppoforesta.com www.gruppoforesta.com Korade Studio Fabio Colaninno via Mazzini, 54 70032 Bitonto (BA) tel. 080 3718934 fax 080 9903841 fabio.colaninno@fastwebnet.it

Mauro Sàito via Saverio Lioce, 80/b 70124 Bari (BA) tel. 080 5093952 fax 080 5093952 saitoba@maurosaito.it www.maurosaito.it Studio di Architettura Marzulli Francesco Marzulli via Casalicchio 7/b fax 080 5618959 fmarzulli@gmail.com

Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi via San Marino, 21 00198 Roma (RM) tel. 06 85302224 fax 06 8416948 domenicarosaloperfido@yahoo.it

Studio professionale architetto Michele Sgobba via Nino Rota, 3 70011 Alberobello (BA) tel. 080 4325641 fax 080 4324442 www.finepro.it

Rocco Mele via Vittorio Emanuele, 59/a 70026 Modugno (BA) tel. 080 5326170 fax 080 5326170 rocco_mele@libero.it

Studio Di Marzo Associati Ingegneria e Servizi strada dell’Indipendenza, 4 70122 Bari (BA) tel. 080 5242711 fax 080 2194295 studio.dimarzo@alice.it

MPT3 Architetti Lucrezia Montalbò Paolo Pellegrini Domenico Tanese via Roma 70044 Polignano a Mare (BA) tel. 080 4249441 fax 080 4249441 mpt3architetti@libero.it

Ettore Tricarico via Arcidiacono De Sario, 51 70038 Terlizzi (BA) tel. 080 3510218 fax 080 3510218 ettoretricaricoarch@libero.it

Nicola Nuzzolese piazza Della Repubblica, 59 70059 Trani (BA) tel. 0883 588842 fax 0883 588842 niconuz@tiscali.it Palomba Serafini associati via Zamenhof, 17/a 20136 Milano (MI) tel. 02 89401695 fax 02 58118350 info@palombaserafini.com www.palombaserafini.com

Giovanni Vitto via Acquaviva, 4 70014 Conversano (BA) tel. 080 4950568 fax 080 4950568 archgiannivitto2005@libero.it

Lorenzo Barassi max.zambelli@fastwebnet.it Mirella Caldarone piazza La Corte, 2 70031 Andria (BA) tel. 0883 550036 fax 0883 593010 mirellacaldarone@alice.it Berardo Celati via Bottalico, 74 70100 Bari (BA) cell. 347 3308938 berardocelati@libero.it Michele Cera viale Ennio, 15 70124 Bari (BA) michcera@libero.it www.michelecera.wordpress.com Contrasti Fotografici Michelangelo Vino corso Garibaldi, 143 70038 Terlizzi (BA) fotohakkinen@libero.it Vito Corvasce cell. 320 2644795 Glo.Co.S. studio Conte – Mongelli Giacinto Mongelli via Roma, 41 70026 Modugno (BA) tel. 080 4365012 giacintomongelli@virgilio.it Alberto Muciaccia via Assarotti, 8 00135 Roma (RM) tel. 06 3385170 fax 06 3385170 al.muciaccia@libero.it Project Studio Mario Matera via Aldo Moro, 13 70031 Andria (BA) tel. 088 3557538 www.mariomatera.com Lorenzo Scaraggi lorenzoscaraggi@libero.it www.lorenzoscaraggi.it Michele Stallo – Laera Domenico Fotografia Pubblicitaria via Pola, 3 70011 Alberobello (BA) tel. 080 4324366 via Barsento, 22/a 70011 Alberobello (BA) tel. 080 4321877 Studio Fotografia Savino Giuseppe Savino via Forges Davanzati, 4 70027 Palo del Colle (BA) tel. 080 626660 fax 080 626660 savino.giuseppe@hotmail.it www.giuseppesavino.com


indirizzario

Max Zambelli lnz@lnz.it Studio Filippo Vinardi Filippo Vinardi via della Quercia 00060 Sacrofano (RM) tel. 06 9083313 filippo.v@mclink.it www.filippovinardi.com Studio Reportage Nico Nardomarino piazza della Repubblica 70014 Conversano (BA) tel. 080 4959154 info@studioreportage.com www.studioreportage.com Nicola Vigilanti 153, rue Saint Martin 75003 Beaubourg – Parigi (Francia) cell. 366 2019698 nicolavigilanti@hotmail.com www.nicolavigilanti.com Zoomotion Sounds & Pictures Factory Nicola Cipriani via Pasubio, 100 70125 Bari (BA) tel. 080 2146378 nicolacipriani@yahoo.it www.zoomotion.net Aziende Acheo srl via Gemona, 22/24 - Z.I.P.R. 33078 San Vito al Tagliamento (PN) tel. 0434 857022 fax 0434 85052 acheo@acheo.it www.acheo.it ASCOT CERAMICHE via Croce, 80 41014 Solignano (MO) tel. 059 778411 fax 059 778444/43 info@ascot.it www.ascot.it Axor - Hansgrohe srl S.S. 10 km 24,4 14019 Villanova d’Asti (AT) tel. 0141 931111 fax 0141 946594 info@hansgrohe.it www.axor-design.com Berti Pavimenti Legno via Rettilineo, 81 35010 Villa del Conte (PD) tel. 049 9323611 r.a. fax 049 9323639 info@berti.net www.berti.net

Brix srl via Circonvallazione N/E, 116 41049 Sassuolo (MO) tel. 0536 812426 fax 0536 812680 info@brixweb.com www.brixweb.com Ceramica Althea SpA Loc. Prataroni - Z.I 01033 Civita Castellana (VT) tel. 0761 542144 fax 0761 542129 info@altheaceramica.it www.altheaceramica.com Ceramiche CCV CASTELVETRO SpA Strada Statale 569, 173 41014 Solignano di Castelvetro (MO) tel. 059 778511 fax 059 778571/23 info@castelvetro.it www.castelvetro.it DOMINO srl via Valcellina, A-2 33097 Spilimbergo (PN) tel. 0427 594111 fax 0427 50304 www.albatros-idromassaggi.com Duravit Italia srl via Faentina 207 F 48100 Ravenna (RA) tel. 0544 509711 fax 0544 501694 info@it.duravit.com www.duravit.it EDIMAX GRUPPO BETA Strada Statale 569, 234 41014 Solignano (MO) tel. 059 748911 fax 059 748990 info@edimax.it www.edimax.it Gessi SpA Fraz. Vintebbio - Parco Gessi 13037 Serravalle Sesia (VC) tel. 0163 454111 fax 0163 459273 gessi@gessi.it www.gessi.com L’INVISIBILE by Portarredo srl via Besana, snc Z.A. 44011 Argenta (FE) tel. 0532 800960 fax 0532 318703 info@linvisibile.it www.linvisibile.it Lema SpA S.S. Briantea, 2 22040 Alzate Brianza (CO) tel. 031 630990 fax 031 632492 lema@lemamobili.com www.lemamobili.com

Lobascio SERRAMENTI snc via C.A. Dalla Chiesa, 8 Zona Industriale 70037 Ruvo di Puglia (BA) tel. 080 3611149 fax 080 3602910 lobascioserramenti@virgilio.it www.lobascioserramenti.it Mirage Granito Ceramico SpA via Giardini Nord, 255 41026 Pavullo nel Frignano (MO) tel. 0536 29611 fax 0536 21065 info@mirage.it www.mirage.it MOBILCRAB srl via Gallarata, 66 20019 Settimo Milanese (MI) tel. 02 3288721 r.a. fax 02 33501216 vendite@mobilcrab.it www.mobilcrab.it Paini SpA Rubinetterie via Cremosina, 43 28076 Pogno (NO) tel. 0322 9971 fax 0322 997300 paini@paini.com www.paini.com

Technokolla SpA via Radici in Piano, 558 41049 Sassuolo (MO) tel. 0536 862269 fax 0536 862660 info@technokolla.com www.technokolla.com Zehnder Group Italia srl via Provinciale, 15D 24040 Lallio (BG) tel. 035 4551559 fax 035 4551558 info@zehnder.it www.zehnder.it Zucchetti Rubinetteria SpA via Molini di Resiga, 29 28024 Gozzano (NO) tel. 0322 954700 fax 0322 954823 marketing@zucchettidesign.it www.zucchettidesign.it Kos SpA via de La Comina, 17 33170 Pordenone (PN) tel. 0434 363405 fax 0434 551292 info@kositalia.com www.kositalia.com

Palazzetti Lelio SpA via Roveredo, 103 33080 Porcia (PN) tel. 0434 922922 fax 0434 922355 info@palazzetti.it www.palazzetti.it PROVENZA a brand of Emilceramica SpA via Ghiarola Nuova, 29 41042 Fiorano Modenese (MO) tel. 0536 835111 sede commerciale via 2 Giugno, 13/15 41042 Spezzano (MO) tel. 0536 927611 fax 0536 927626 info@ceramicheprovenza.com www.ceramicheprovenza.com Punto Porte srl via dei tipografi Zona A.S.I. 70056 Molfetta (BA) tel. 080 3385899 fax 080 3382130 info@puntoporte.it www.puntoporte.it Runtal Italia srl via Provinciale, 15D 24040 Lallio (BG) tel. 035 4551511 fax. 035 4551512 info@runtalitalia.it www.runtal.com

Errata corrige In Progetti Bari n.2 è stato erroneamente riportato come collaboratore l’architetto Domenica Rosa Loperfido Balestrazzi nella progettazione e ristrutturazione della libreria Laterza pubblicata a pagina 6. L’architetto è invece coprogettista con lo studio Gap architetti associati.


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Zona Industriale Complanare S.P. 231 (ex S.S. 98) 70038 Terlizzi (BA) tel. 080 3540401 fax 080 3540437 - 3518218 info@gruppoime.it www.gruppoime.it

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