èVento di Cultura
Sindaco Paolo Garofalo Assessore alla cultura Lorenzo Floresta Presidente università Kore di Enna Cataldo Salerno Direttore artistico Mario Incudine Comitato di gestione Franz Cantalupo Patrizia Fazzi Paolo Patrinicola Responsabile ufficio eventi Sergio Maffeo Ufficio eventi Silvia Melfa Enzo Arena Grafica Sandro Libertino Ufficio stampa Lavinia D’Agostino
Stagione Teatrale 2014/2015
Aprire le porte del Teatro Garibaldi è stata una delle emozioni più forti che ho provato durante questa mia esperienza da Sindaco. Aprire le porte per una stagione qualificata come quella di quest’anno rappresenta il coronamento di un impegno che questa Amministrazione ha tenuto costante per favorire la crescita culturale della Comunità. Nei periodi di gravi crisi, come quella che sta attraversando l’Italia in questi anni, è il mondo dell’Arte e della Cultura quello che viene penalizzato maggiormente. I costi della Cultura risultano, ai più, “inutili” rispetto alle esigenze dell’economia, rispetto a ciò che produce profitto. Credo che nulla sia più deleterio. Una Comunità si riconosce nelle e dalle proprie radici ma anche nella e dalla crescita culturale. E’ questa la differenza tra una Comunità positiva, capace, efficiente e una Comunità annichilita; e cosa distingue l’uomo dall’animale se non il superamento dell’idea che solo ciò che produce profitto è “utile” e tutto il resto è “inutile”? Come vivrebbe oggi l’umanità se non avesse conosciuto Dante, Michelangelo, Dalì, Brunelleschi, Neruda, Merini, Chopin, Hendrix o Pirandello e la lista potrebbe scorrere, fortunatamente, per tante e tante pagine? Quanto la musica,
il teatro e le altre arti hanno influenzato il pensiero dei popoli e quanto benessere hanno prodotto ad ogni Comunità e ad ogni essere umano? Fare il Sindaco in questi periodi è più fucina di amarezze che non di soddisfazioni. Più oneri che onori insomma, con punte alte di dispiaceri e altrettante di soddisfazioni. L’orgoglio più grande me lo hanno regalato due ragazze diciassettenni che fermandomi per la strada mi hanno voluto ringraziare. Ne chiesi il motivo. La risposta mi inorgoglì solo dopo avermi emozionato. “Non eravamo mai entrate in un teatro”. La stessa emozione la provo ogni volta che racconto questo accadimento. Con la stessa e rinnovata emozione Ti auguro una felice partecipazione alle manifestazioni del “Teatro Garibaldi di Enna” che Ti propone la Direzione artistica di Mario Incudine con Franz Cantalupo, Patrizia Fazzi e Paolo Patrinicola ai quali sono grato per la loro dedizione a questo meraviglioso “inutile” sogno. Paolo Garofalo Sindaco di Enna
Quando abbiamo iniziato il percorso di programmazione, insieme alla Direzione Artistica, della Stagione 2014/2015 del Teatro Garibaldi di Enna, ho immaginato tutte quelle attività che potessero permettere al nostro Teatro di diventare l’epicentro culturale della città. Un luogo inclusivo, formativo, curioso e allegro dove i servizi offerti assumessero dimensioni e caratteristiche diversificate per raggiungere tutti i target di pubblico così da rendere l’offerta culturale più ampia, ambiziosa e interessante. Ebbene, la Stagione che avete di fronte rappresenta un vero e proprio puzzle prezioso, fatto di musica, teatro, danza, spettacoli per bambini, incontri con artisti e musicisti di carattere nazionale, format innovativi e una rinnovata attenzione per tutte le compagnie locali. In più, abbiamo fortemente voluto inserire una serie di appuntamenti con artisti, registi e musicisti ennesi che operano lontano dalla propria terra e che potranno in questo modo rientrare ad Enna, il tutto in controtendenza rispetto alla “fuga” dei talenti e delle competenze alla
quale siamo purtroppo abituati, ma contro la quale è compito delle Istituzioni creare le giuste condizioni affinché ciò non avvenga. Altro aspetto importante, è rappresentato dalla sinergia tra Comune, Università Kore ed Enti Teatrali. Così facendo, si punta all’integrazione dell’offerta culturale cittadina con quella universitaria oltre al confronto e allo scambio con altre realtà teatrali siciliane in un’ottica di sviluppo che vede la spesa in cultura come investimento e volano di crescita di un intero territorio. Credo molto nella bellezza della nostra città e sono convito che il valore e la qualità della proposta culturale che andrà in scena al “Garibaldi” di Enna, porterà lontano il nostro vento di cultura e il suo messaggio. Lorenzo Floresta
Assessore alla Cultura, Sport ed Eventi
Una città universitaria senza un teatro è quasi un assurdo. Ma purtroppo, da quando esiste l’Università di Enna il Teatro Comunale è stato aperto per pochissime occasioni, appunto occasionalmente. Arriva adesso una vera e propria stagione teatrale, un cartellone con un suo senso e un suo disegno artistico. E arriva, paradossalmente nel momento meno florido dei bilanci di tutti gli enti locali, perché finalmente un Sindaco ha avvertito il funzionamento “normale” del Teatro della città come un elemento identitario forte della comunità ennese, che non a caso ha da oltre oltre un secolo la propria sede di massima rappresentanza proprio nello stesso edificio del Teatro. Questa stagione teatrale cade nel decimo anniversario della istituzione dell’Università. È un fatto importante: forse il più bel regalo che la Città potesse fare alla sua Università Kore e alle migliaia di studenti che vengono a Enna da ogni parte della Sicilia e non solo. L’Università non può che apprezzare, ringraziare, collaborare. Grazie ad un sindaco illuminato e ad un grande artista
visionario, questa stagione teatrale è anche di altissimo livello e magnificamente articolata per rispondere ad un largo spettro di domanda culturale. È una bella ripartenza. Sarà importante non fermarsi. Ci saranno sicuramente persone scontente, critici meticolosi, insoddisfatti cronici, ma questa è e rimane una bella ripartenza, un requisito essenziale per una Città universitaria. In questo modo, soltanto in questo modo, anche con il dibattito, il Teatro fa città. L’Università fa polo culturale. Ci sono in Italia soltanto cinquanta città che hanno insieme il teatro e l’università. Prima ce n’erano quarantanove. Gli ennesi ne avevano diritto, come e più degli altri. Cataldo Salerno Presidente dell’Università di Enna Kore
La prima opera che ho visto al teatro Garibaldi di Enna fu il Liolà di Massimo Ranieri e Carlo Croccolo. Avevo dieci anni e l’emozione di entrare in quel teatro così grande mi folgorò. Da lì a poco, nel gennaio del 1993, debuttai propio sulle tavole di quel palcoscenico e credo che proprio in quei momenti decisi che da grande avrei fatto dell’arte il mio mestiere. Il Garibaldi è un teatro in cui sono cresciuto che ho sempre considerato una stanza della mia casa, la stanza più bella, quella dove conservare le cose più pregiate e da aprire agli amici. Negli anni di chiusura siamo rimasti orfani di questo salotto, siamo rimasti a guardarlo da fuori ricordando le tante compagnie un tempo che passarono da qui e che avevano Enna come un punto di riferimento per le loro tournée. Ne abbiamo salutato la riapertura e abbiamo atteso che ritornasse a diventare di nuovo il centro culturale, il polmone di questa città, perche un città senza il suo teatro è cieca, sorda, arida. Il teatro è necessario alla vita di una comunità perché ne garantisce la sopravvivenza, perché nella sua funzione sociale crea interrogativi, forma una coscienza collettiva, fornisce delle chiavi per leggere in maniera diversa la realtà, oppure riesce a crearne
un’altra in cui poter credere, almeno per qualche ora. Il teatro è un luogo dove la comunità si incontra, si confronta, si interroga, per questo deve essere un “comune luogo” da vivere ogni giorno, pienamente. Dirigere il teatro dove sono cresciuto è un privilegio che mi riempie di orgoglio e di responsabilità, per questo ho voluto concentrare tutte le mie energie, la mia esperienza, il mio amore per l’arte e portare il meglio di quello che ho visto e vissuto nel “salotto di casa mia”, grazie al sostegno dell’amministrazione comunale alla collaborazione dei miei compagni di lavoro, all’impegno del responsabile e al personale dell’Ufficio eventi. È stata definita così una stagione variegata e importante, piena di novità e di sperimentazione, ricca di suggestioni. Una stagione per tutti e per ciascuno, realizzata anche grazie all’amicizia con i grandi teatri siciliani come il teatro Stabile di Catania, il teatro Biondo di Palermo, il Vittorio Emanuele di Messina, il teatro Vittoria Colonna di Vittoria, il Centro sperimentale di cinematografia di Palermo, oltre a tante altre produzioni, compagnie e piccoli teatri di altissima qualità. Un’amicizia che mette in rete il nostro teatro con tutte le realtà piu importanti del
nostro territorio, riacquistando centralità, identità e prestigio. Prosa, teatro di innovazione, teatro canzone, nuovi linguaggi, musical per grandi e per bambini, musica d’autore con i grandi poeti della canzone italiana e grandi concerti firmati da musicisti intenazionali e la danza con coreografi e danzatori di prim’ordine, fino a “ fuoricolonna”, la proiezione di film con colonna sonora dal vivo. E poi ancora il format “carta bianca” dove grandi artisti avranno palco aperto per dare vita a una performance top secret fino al momento dell’apertura del sipario e il “teatro del gusto” che rappresenta una novità nel panorama teatrale nazionale: se è vero che cucinare è cultura, non c’è location migliore del teatro per trasmetterla. Senza perdere di vista che questo è il teatro della città, quindi spazio alle compagnie e agli artisti locali nella rassegna “Enna per Enna”, mentre nel format “Enna andata e ritorno” saluteremo gli artisti ennesi “emigrati” che lavorano nel mondo dell’arte fuori dalla Sicilia. Proveremo quest’anno ad avviare un “teatro di residenza” invitando compagnie da tutta Italia ad allestire i propri spettacoli a Enna offrendo la prima ai nostri abbonati. Un teatro per i giovani, con bigliet-
ti accessibili grazie alla collaborazione dell’università Kore di Enna, che quest’anno festeggia i dieci anni di attività. Più di 40 spettacoli per riscaldare le fredde serate dell’inverni ennese, un teatro aperto anche quando non c’è spettacolo, da vivere come luogo di incontro e di confronto, una stagione per farci riassaporare il piacere e la bellezza dello stare insieme. Perché il teatro siete voi, che con il vostro respiro, i vostri applausi, la vostra energia, rendete vero tutto ciò che sulla scena è solo spettacolo. Prendete posto. Questo è il vosto teatro. Mario Incudine Direttore Artistico
Prosa, nuovi linguaggi e teatro canzone
Teatro
4 Novembre 2014 ore 20.30 EMMA DANTE
Io, Nessuno e Polifemo di Emma Dante Testo e Regia Emma Dante con Emma Dante, Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola, Federica Aloisio, Giusi Vicari, Viola Carinci Musiche eseguite dal vivo da Serena Ganci Costumi Emma Dante Scene Carmine Maringola Luci Cristian Zucaro Coreografie Sandro Maria Campagna Assistente alla Regia Daniela Gusmano Produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con 67° Ciclo Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza
Dall’intervista impossibile a Polifemo, pubblicata nel 2008 da Einaudi nella raccolta Corpo a Corpo, nasce questo progetto in cui proviamo a ripercorrere lo sbarco di Odisseo nella terra dei Ciclopi spaventosi. Tremante, io incontro Polifemo e pian piano lo conquisto, lui si lascia andare, si mostra ironico, loquace, racconta l’arrivo del nemico dal suo punto di vista e mi spiazza. Gli chiedo un ricordo da portare via e lui, antropofago di carni umane crude, mi svela una ricetta sofisticatissima: «crapetto caso e ova». Col tempo, nella solitudine, è diventato di pietra. Ecco la sua descrizione: «Song io’a caverna. Song tutt’uno con la roccia, monotono e gigantesco, un’enorme montagna senza cuore. Sono di pietra, signò, e voi mi abitate! Al posto dell’occhio tengo’nfronte una grotta oscura e il macigno ca’nzerra a metà l’entrata è la mia palpebra spezzata. Voi site trasùta dinto, signò, nel
monumento, e n’avite appena sfiorato la grandezza. Immense sale vuote mi scorrono dint’e vene, sorde e mute. Andate! Visitatele tutte! Tanto come trasìte accussì ascìte, tale e quale, perché non troverete altro che pietra e polvere. La mia voce non è riuscita a entrare nelle vostre orecchie come invece ha fatto quella di Omero, Virgilio, Euripide, Teocrito, Ovidio. Perché la mia voce è privata e voi non siete pronta a coglierne il segreto. Comme’e creature vi facite cullà da rapsodie popolari, credendo ai mostri e agli eroi. Signò, io song sempre stato unessere pacifico, monòcolo, sì, ma armonioso, e le pecore, i montoni, i capretti non s’hanno mai appauràto’i me. E ora jatevenne! Jamme bella! Ca mi fa male’a capa»! Lo lascio, intenerita dai suoi racconti, e mentre vado via riecheggia nella caverna la voce di Odisseo. Anche lui è dentro la sua testa.
con Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi Clarinetto / Paolo Rocca Tromba / Massimo Marcer Fisarmonica / Albert Florian Mihai Contrabbasso / Luca Garlaschelli
20 Dicembre 2014 ore 20.30 MONI OVADIA E LUCILLA GALEAZZI
Doppio Fronte Oratorio per la Grande Guerra di e con Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia
Lo spettacolo Doppio Fronte racconta della I guerra mondiale, combattuta dal nostro esercito nelle trincee sui monti e quella vissuta nel quotidiano da un’Italia che via via andava impoverendosi sempre di più, in cui le donne condussero da sole una quotidiana battaglia di sopravvivenza per mantenere la famiglia. I testi saranno tratti dalle lettere dal fronte, dalle memorie dei combattenti (tra cui Gadda e Ungaretti), dai diari di uomini e donne che vissero la guerra “ in casa”, come i veneti e i friulani: questi ultimi arruolati nel ‘14 dall’esercito austriaco e mandati a combattere sul fronte orientale, per poi ritrovarsi nel ‘15 in trincea contro l’esercito italiano! I canti saranno quelli del grande repertorio a cui dette vita la sanguinosissima guerra e le sue battaglie: canti patriottici, canti contro la guerra, Trilussa, E.A.Mario e la canzone anonima Gorizia, canto straordinario e indimenticabile delle sofferenze quotidiane e terribili dei nostri soldati! In scena Moni
Ovadia nel ruolo dell’aedo e Lucilla Galeazzi, cantante e narratrice, accompagnati da musicisti e coro. La I guerra mondiale fu imposta all’Italia da una minoranza avventuriera e fanatica, a discapito di quella maggioranza che a quella guerra si era sin da subito opporta. Tra sogni di espansione e irredentismo, il motore di una “fatale e irrinunciabile” chiamata alle armi fu l’ambizione e l’ambiguità del primo ministro Salandra, del suo Ministro degli Esteri Sonnino, del Generale Cadorna, Comandante in capo dell’esercito italiano ed infine del titubante Vittorio Emanuele III, Re d’Italia. Mentre trattavano con gli imperi centrali la “non belligeranza” italiana a patto di una contropartita territoriale, si accordavano privatamente, a Londra, con Francia ed Inghilterra, giocando al rialzo! Fu così che il 26 aprile 1915 l’Italia firmò in segreto (soprattutto del parlamento) il patto di Londra con cui l’Italia s’impegnava ad entrare in guerra al loro fianco!
Infernale macchina teatrale con Luana Toscano, Egle Doria, Sergio Valastro Regia Saro Minardi Scenografia Federica Buscemi Assistente alla Regia Alessandra Barbagallo Produzione XXI in Scena
La storia Due cameriere amano e odiano insieme la loro padrona. Esse hanno denunciato l’amante di questa con delle lettere anonime. Venendo a sapere che sarà rilasciato in mancanza di prove, e che il loro tradimento sarà scoperto, tentano, una volta di più, di assassinare la Signora, falliscono, vogliono uccidersi a vicenda; finalmente una di esse si dà la morte, e l’altra, sola, ebbra di gloria, tenta di innalzarsi, con la pompa degli atteggiamenti e delle parole, fino al magnifico destino che l’aspetta. Jean Paul Sartre
18 Gennaio 2015 ore 20.30 LUANA TOSCANO, EGLE DORIA, SERGIO VALASTRO
Le serve di Jean Genet Il senso di inquietudine inizia dall’ingresso in sala: le luci spente, solo il palco di questo grande atto unico illuminato torpidamente. Silenzio, poi buio totale. Le voci assatanate di due donne invadono lo spazio e il dramma ha inizio. L’addattamento di Saro Minardi de Le Serve è una continua e incalzante stimolazione a cinque sensi: ogni parola sembra arrivare come uno schiaffo fortissimo che spacca i timpani, l’odore della vendetta si fiuta nell’aria; l’energia degli attori sulla scena è tale da non lasciare tempo per fermarsi a pensare. Le Serve è uno spettacolo spiazzante per i continui capovolgimenti, dai ruoli degli attori, stravolti insistentemente, al finale inaspettato ma aspettato, dove tutta la follia del pezzo si rivela. Metafora di una terra, la Sicilia, che come una madre cresce e avvelena i suoi figli, li attanaglia e li tormenta, alternando l’amore all’odio, il bene al male, proprio come la Signora con le sue serve. Un’indagine della coscienza umana, debole, doppia. Ogni personaggio è sapientemente costruito dai tre attori, tutti siciliani, che hanno dato alla piéce, un ulteriore valore aggiunto.
Note di regia É questa un’avventura che si sceglie di intraprendere per lavorare su luci e ombre dei personaggi e quindi su luci e ombre dei possibili registri interpretativi. In questo caso, per chi interpreta c’è l’esigenza e la difficoltà di essere doppi (eppure nudi) nella solitudine e nella gioia, nel Bene e nel Male, nel profondo di quello che è il lavoro e, anche, il sacrificio perpetuo dell’attore sulla scena. Le Serve di Jean Genet è una macchina infernale teatrale perfetta e fra le più sconvolgenti di tutto il teatro contemporaneo. La trama mette a nudo in modo straordinario la menzogna e la doppiezza che si rinnovano continuamente, inevitabilmente, sulla scena da parte dei due personaggi (Le serve) e dell’ambigua Signora (rappresentazione metaforica del potere a tutti i livelli). É una metafora, se vogliamo, che coincide perfettamente con la condizione dell’attore/attrice tenuto a sdoppiarsi per calarsi nella psicologia dei personaggi. Le serve sono vittime e carnefici. Sono sorelle, complici… si amano facendo finta di doversi odiare. La Signora è la rappresentazione di tutto ciò che ci tormenta e ci debilita, che ci spinge a ribellarci ma, nel contempo, ci toglie la speranza di emanciparci dal suo potere reazionario e stagnante. Non è forse questa la nostra condizione di esseri umani schiacciati da un potere (sociale e politico) superiore e immutabile? Dice Genet: Le serve sono dei mostri proprio come noi quando fingiamo con noi stessi e sogniamo d’essere questa o quell’altra cosa. Esse ci permettono, rispecchiandoci in loro, di vederci come non sapremmo o non oseremmo vederci o immaginarci e tuttavia quali sappiamo di essere!
24 Gennaio 2015 ore 20.30 FILIPPO LUNA E VALERIA CONTADIN0
Sè Nummari Di Salvatore Rizzo
Regia Scene e Costumi Vincenzo Pirrotta Musiche Giacomo Cuticchio con Filippo Luna e Valeria Contadino Produzione Teatro Stabile di Catania
Trovatisi per caso a un passo da un paradiso terreno che la sorte ha loro negato, scaraventandoli in un inferno quotidiano alle cui pene si sono sottoposti per anni tra amore e rassegnazione, dovere e strazio, dolore e abnegazione, Orazio e Anna, marito e moglie, si lasciano pervadere dalla tentazione di una possibile felicità che ha però un prezzo altissimo, quello di un sacrificio orrendo, del più efferato tra i crimini. Eppure quel demone, per un breve ma definitivo
momento, si impossessa della loro mente e del loro cuore, li ammorba fino ad intossicarli, confondendo diritto e ragione, egoismo e pietà, trasformando due angeli in due carnefici. Si imbatteranno in un inferno ancora più insopportabile, Orazio e Anna, quello di una coscienza e di un sentimento che, tornati vigili, osservano il baratro in cui sono sprofondati senza alcuna speranza di uscirne.
1 Febbraio 2015 ore 20.30 LINA WERTMÜLLER
Un’allegra fin de siecle Di Lina Wertmüller
Voce Recitante Lina Wertmüller Voce Nicoletta dalla Corte Pianoforte Francesco Bancalari Regia Lina Wertmüller
Un festoso e acido viaggio nel Novecento, un secolo di notevole impatto segnato da due guerre mondiali e da brutali dittature, raccontato attraverso l’ottica dissacrante di Lina Job Wertmüller, per la prima volta in scena in questo spettacolo dal titolo Un’ allegra fin de siècle, prodotto da Promo Music di Marcello Corvino. Una passeggiata non solo di parole ma anche di musica, con motivi musicali inediti scritti dalla stessa Wertmüller, composti dal maestro Lucio Gregoretti insieme al grande Italo “Lilli”Greco, e interpretati da Nicoletta della Corte, accompagnata al piano da Andrea Bianchi. Un recital in cui si alternano i racconti delle figure dei grandi dittatori che hanno martoriato il secolo scorso: da Mussolini a Hitler, da Tito a Pol Pot, per finire a Bin Laden intervallati dalle musiche composte da Greco e Gregoretti, che furono autori delle colonne sonore di molti film diretti dalla regista. La voce cantante è affidata a Nicoletta della Corte che interviene per commentare con le canzoni, i racconti della Wertmüller. Dall’amore cieco di Eva Braun per Hitler al fumo nero del crollo delle Due torri, sempre attraverso il timbro del disincantato, l’ironia sottile e l’impareggiabile leggerezza e intelligenza di Lina Job Wertmüller. La Wertmüller è una forza della natura, un’avventuriera della poesia, una donna di multiforme ingegno, in continuo mutamento. Regista spregiudicata di film unici nel loro genere, ha diretto anche pièce teatrali, la troviamo qui nella poliedrica veste di narratrice e compositrice di canzoni. Un racconto divertente, nonostante ripercorra gli eventi di un secolo che di carognate ne ha fatte tante. Questo titolo che sa di can can e di giarrettiere, in realtà racconta tutt’altro. Ma per togliervi la curiosità, dovete venire a vederlo. E credete: è un’allegra fin de siècle.
7 e 8 Febbraio 2015 ore 20.30 ALESSANDRA MORTELLITI E DAVID COCO
Crollasse il mondo Novità assoluta di Alessandra Mortelliti Luisa e Reginaldo: due mondi distanti e separati, due meteore che per caso gravitano attorno alla stessa orbita e, inevitabilmente, si scontrano. Claudicante, silenzioso e dallo sguardo perennemente attonito lui, barcollante, chiacchierona e oltremodo sopra le righe lei, i due personaggi, borderline e ai margini della società raccontati attraverso una chiave comica a tratti grottesca, si incontrano per caso in occasione di un concorso indetto per sosia di cantanti famosi. Luisa irrompe nella stanza di Reginaldo, in un fatiscente motel dove i due alloggiano per la notte, in cerca di rifugio e protezione, sorprendendolo mentre sta per compiere un gesto dagli esiti probabilmente irreversibili. In questa convivenza coatta il tempo si trasforma in una bolla sospesa in cui l’uomo e la donna instaurano un’amicizia involontaria, nell’attesa che qualcosa di misterioso accada là fuori. Un passato scomodo viene pian piano alla luce nei dialoghi forzati serrati e scarni, tracciando la storia di due vite al limite che, per azione del caso, si saldano in un destino comune. Un destino che solo uno dei protagonisti riuscirà a compiere grazie al sacrificio involontario? dell’altro. Una storia di solitudini e di personalità ai margini con un imprevisto riscatto finale, al limite dell’onirico.
Regia Massimiliano Farau con Alessandra Mortelliti e David Coco Assistente alla Regia e Direzione tecnica Francesco Traverso Scene Fabiana Di Marco Costumi Ilaria Albanese Organizzazione Annalisa Gariglio Ufficio Stampa Emanuela Rea Produzione 15 Lune in collaborazione con Artisti Riuniti
11 Febbraio 2015 ore 20.30 MASSIMO VENTURIELLO
Barberia di Gianni Clementi
Massimo Venturiello è ‘u varveri’ (il barbiere), il protagonista di questo spettacolo ambientato in una barberia siciliana d’altri tempi, abitata da personaggi obsoleti, depositari di una cultura antica, narratori eccezionali, anziani cantastorie, suonatori per diletto di mandolini, fisarmoniche… Una piccola orchestra di autentici vecchi barbieri siciliani interagisce con lui suonando, talvolta dialogando, cantando, accompagnando il suo racconto (a metà tra Andrea Camilleri e Buena vista social club) attraverso brani tipici della tradizione siciliana delle barberie, ma anche di un’intera epoca che ha visto ‘il barbiere’, ancora ragazzo, emigrare a New York e poi, per motivi oscuri, scappare in Sicilia, sua terra d’origine, dove ha continuato a vivere. A volte basta una voce, uno sguardo per riavvolgere il nastro registrato di una vita, per avere la sensazione di gustare antichi sapori, di annusare dimenticati odori. Quando poi quegli odori profumano di brillantina e quei sapori ti riempiono la bocca di pinoli, uva passa e sarde, allora ti puoi trovare solo in un luogo: una barberia siciliana. In un angolo, quasi dimenticati, un tamburello, un mandolino e una fisarmonica sono in attesa dei loro padroni. Braccianti, falegnami, pastori, gente sem-
con Massimo Venturiello e un’orchestra “da barba” siciliana diretta da Domenico Pontillo Compagnia Popolare Favarese: Pasquale Augello/ percussioni, Peppe Calabrese/ chitarra voce, Nino Nobile/ mandolino, Maurizio Piscopo/ fisarmonica voce, Mimmo Pontillo/ mandolino Regia di Massimo Venturiello Produzione Officina Teatrale e MusiKeria
Barba, capiddi e mannulinu plice che non ha studiato, ma che, per uno strano, oscuro destino, conosce la musica. Melodie istintive, ritmi quasi tribali, che sembrano nascere dalla lava dell’Etna e scendere giù a valle fino a tuffarsi nell’acqua limpida e salata, all’ombra magari di un tempio greco…. Note che raccontano le passioni di un popolo destinato, nel bene e nel male, fin dalla nascita alla grandezza. Una terra che non conosce il grigio, ma tantomeno il bianco o il nero. Sono note che raccontano il sole, le arance rosse, le mandorle fragranti, la ricotta profumata con i fiori di zagare,
gli scomposti e superbi balzi dei tonni nella trappola delle tonnare, le strade lontane di Nuova York percorse da picciotti malinconici, il sangue di fratelli dedicati al malaffare, il pianto delle donne avvolte nelle loro mantelle nero pece. Un barbiere che si rispetti (e un barbiere siciliano che regala minuscoli calendari profumati di brillantina merita tutto il nostro rispetto) è il custode di mille segreti e la spia per eccellenza. Se volete sapere le ultime novità, se volete ascoltare l’ultima melodia solo da lui dovete andare: ‘U Varveri!
Regie ed Interpretazione Enzo Vetrano e Stefano Randisi Disegno Luci Maurizio Viani Costumi Mela Dell’Erba Tecnico Luci e Audio Antonio Rinaldi
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28 Febbraio 2014 ore 20.30 ENZO VETRANO E STEFANO RANDISI
Totò e Vicé di Franco Scaldati Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno all’attivo una collaborazione che dura da quasi quarant’anni. La complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che hanno scelto per esprimere la loro poetica. Da qualche tempo si sono incontrati con Totò eVicé, teneri e surreali clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano, e nelle loro parole, gesti, pensieri, giochi si sono subito specchiati. Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra il mondo terreno e il cielo, in un tempo imprendibile trapassato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere. Il teatro, il vero teatro, il teatro che ti toglie il fiato con un nulla, il teatro che non distingue tra vivi e morti, il teatro che ti sfugge di mano e intanto però ti insegna il mistero dell’amore, il teatro che mette in scena due poveri cristi in una penombra di lumini e modeste luminarie e di fatto ti fa sentire l’insopportabile luce della felicità, il teatro che ti sembra logoro ed effimero e che al contrario ti riempe l’anima fino alla commozione più grata. Questo teatro l’abbiamo conosciuto come un miraggio in una notte in cui sono spuntati Enzo Vetrano e Stefano Randisi, valigia di cartone in pugno, a dire e ridire attorno a una panchina con disorientata bellezza le battute umanissime di Totò e Vicé...
5 Marzo 2015 ore 20.30 LE SORELLE MARINETTI E GIANNI FANTONI
Risate sotto le bombe Commedia musicale in due atti con orchestra dal vivo di Giorgio Umberto Bozzo e Gianni Fantoni Grandi artiste sono Le Sorelle Marinetti e Giorgio Umberto Bozzo ha ideato per loro una commedia musicale Risate sotto le bombe, che ci riporta all’autunno del ’43. In un piccolo teatro di provincia, poco dopo l’inizio di uno spettacolo suona improvvisamente un allarme aereo. Il pubblico, preso dal panico, scappa dalla sala. La piccola compagnia di attori e cantanti si rifugia nel camerino del coro, esattamente sotto il palcoscenico del teatro. Le Sorelle Marinetti, il capocomico Altiero Fresconi (interpretato da Gianni Fantoni, anche autore insieme a Giorgio Umberto Bozzo), il refrenista Rollo, la soubrettina Velia Duchamp e alcuni musicisti sono costretti ad attendere il cessato allarme in un angusto spazio, che fa affiorare la complessità dei rapporti interpersonali. Per impiegare il tempo, e come antidoto contro la paura e la fame, gli artisti decidono di provare i numeri di un nuovo spettacolo. Un’occasione per ascoltare le canzoni di un’epoca con le musiche dal vivo dirette dal maestro Christian Schmitz. La regia è di Simone Nardini.
Direzione Musicale Christian Schmitz con Le Sorelle Marinetti, Gianni Fantoni, Francesca Nerozzi, Paolo Cauteruccio, Gabrio Gentili Regia Simone Nardini
17 Marzo 2015 ore 20.30 MONICA GUERRITORE E CAROLINA CRESCENTINI
Qualcosa rimane di Donald Margulies Traduzione Enrico Luttman
Un regista stimatissimo della scena cinematografica e due attrici di grande talento. Giorgio Diritti da vita a tre momenti legati da un sottile fil rouge e da una serie di scambi di immagini, rimandi, sonorità. Il risultato è un confronto serrato in cui il tema dell’amicizia e la rivalità tra la scrittrice affermata e insegnante di letteratura e la sua giovane allieva viene affrontato con rigore e franchezza richiamando alla mente (in un altro ambito) un altro scontro generazionale: il famoso Eva contro Eva Una regia attenta fa emergere la storia delle protagoniste attraverso il semplice gioco teatrale, scevro da ‘effetti’ e sovrastrutture. Un lavoro quasi completamente incentrato sulle interpreti e sulla capacità di far immedesimare subito il pubblico fino ad astrarsi completamente da esso e pensare di essere liberi di aprire la mente ad un dialogo intimo, ravvicinato. Commedia inedita in Italia e ora in scena al Samuel J. Friedman Theatre di NY (Broadway), dell’acclamato drammaturgo Donald Margulies. La piece tratta il rapporto di amicizia e scontro tra un’insegnante di letteratura e la sua giovane allieva nell’arco di 6 anni.
Regia di Giorgio Diritti con Monica Guerritore e Carolina Crescentini Scene Giancarlo Basili Costumi Walter Azzini Disegno Luci Eva Bruno Produzione Parmaconcerti (vincitore Premio Pulitzer 2000) Prima Siciliana
23 e 24 Aprile 2015 ore 20.30 FRANZ CANTALUPO E ELISA DI DIO
La moglie che ha sbagliato cugino Di Umberto Domina
Regia Andrea Trovato con Franz Cantalupo, Elisa Di Dio, Andrea Trovato e Nadia Trovato. Adattamento Teatrale Elisa Di Dio. Scenografia Cinzia Muscolino. Costumi Luca Manuli Light Designer Angelo Di Dio Progetto Artistico Filippa Ilardo Produzione Compagnia dell’ARPA
Se un “siciliano che scrive come un inglese”, come ebbe a dire Enzo Biagi di Umberto Domina, incrocia una trama che è un gioco di scambi, specchi e rimandi al nonsense del vivere, e questa trama da romanzo, a sua volta, si imbatte nel pirandelliano gioco delle parti del teatro, cosa può accadere? La moglie che ha sbagliato cugino è un romanzo del 1966 che mette in scena la storia di due cugini: unica è la provenienza, quella Castrojanni di Sicilia, uno solo il nome per due individui dall’indole radicalmente diversa: Liborio Cappa. E per i due Liborio, tutti e due trapiantati a Milano, i destini sono duplicati così come impone il nuovo mondo, quello moderno, frenetico, luccicante del miracolo economico. Liborio K. odia il successo, la corsa all’accumulo e al consumo, le frequentazioni nell’high society, ma paradossalmente, di quella dimensione, sa cogliere l’anima più profonda, inventando uno slogan di enorme successo
per una bibita di largo consumo. L’altro cugino, Orio Cappa invece, possiede ambizione, una tenace vocazione alla pigrizia e al campare di rendita e una moglie altolocata, straniera e straniata, che lo lascia fare, sorridendo delle sue debolezze. Ma chi è la moglie che ha sbagliato cugino? E’ la consorte dell’altro Liborio, Eny, che al contrario del marito, adora tutto ciò che sa di progresso e, mentre osserva indispettita la sostanziale estraneità alle sirene del moderno del marito, vagheggia e ammira, non tanto segretamente, il piglio decisionista e un po’ furbesco del cugino Orio. Un mondo effimero che passa senza lasciare traccia, ma che non genera angoscia né conclusioni di tipo apocalittico. E’ il gioco della vita. La moglie che ha sbagliato cugino racconta, nello sfumato velato dalla nebbia, humus atmosferico e climatico tanto ennese quanto milanese, l’amore tenace per una terra e una città.
12 Maggio 2015 ore 20.30 ALESSANDRA COSTANZO, VALENTINA FERRANTE FILIPPO BRAZZAVENTRE
Margarita e il gallo di Edoardo Erba Siamo a Firenze nel 1500. Per ottenere un incarico a corte il tipografo Annibale promette di concedere l’intimità della moglie ad un Visconte molto influente. Un improvvisa defezione della donna la sera dall’appuntamento costringe il tipografo a servirsi per lo stesso scopo di Margarita, la serva, che è figlia di una strega la quale capisce l’antifona e non sapendo come cavarsi d’impiccio, tenta una carta disperata: prova a trasformarsi in Annibale con l’incantesimo che ha visto fare a sua madre. L’incantesimo riesce.
con Alessandra Costanzo, Filippo Brazzaventre, Valentina Ferrante Giuseppe Bisicchia, Camillo Mascolino Costumi Giuseppe Andolfo Regia e Scene Angelo Tosto
Concerti d’autore
Musica
4 Dicembre 2014 ore 21.00
Paolo Fresu Feat Dino Rubino
Ha suonato in ogni continente e con i nomi più importanti della musica afroamericana degli ultimi 30 anni: F. D’Andrea, G. Tommaso, B. Tommaso, T. Ghiglioni, E. Rava, A. Salis, E. Pieranunzi, G. Gaslini, GL. Trovesi, R. del Fra, A. Romano, G. Ferris, J. Taylor, K. Wheeler, P. Danielsson, J. Christensen, G. Mulligan, B. Brookmayer, D. Liebman, K. Berger, D. Holland, R. Beirach, J. Zorn, J. Abercrombie, H. Merril, R. Towner, R. Galliano, M. Portal, T. Gurtu, J. Lee, Gunther Schüller, P. McCandless, J. Hall, L. Soloff, Uri Caine, Ralph Towner, Gil Evans Orchestra, Toots Thielemans, Omar Sosa, Carla Bley, Steve Swallow, Dave Douglas, ecc. Ha registrato oltre trecentocinquanta dischi di cui oltre ottanta a proprio nome o in leadership ed altri con collaborazioni internazionali (etichette Francesi, Tedesche, Giapponesi, Spagnole, Olandesi, Svizzere, Canadesi, Greche) spesso lavorando con progetti ‘misti’ come Jazz-Musica etnica, World Music, Musica contemporanea, Musica Leggera, Musica antica, ecc.. collaborando tra gli altri con M. Nyman, E. Parker, Farafina, O. Vanoni, Alice, T. Gurtu, G. Schüller, Negramaro, Stadio, ecc.
14 Dicembre 2014 ore 21.00
Tosca
Confini e sconfini di un viaggio in musica Giovanna Famulari / pianoforte, violoncello e voce Massimo De Lorenzi / chitarre Ermanno Dodaro / contrabbasso Fabrizio de Melis / violino, mandolino, chitarra Matteo di Francesco / batteria e percussioni Pasquale Laino / fiati Regia Massimo Venturiello Direzione Musicale Bubbez Orchestra
Dopo il mio spettacolo Romana, omaggio a Gabriella Ferri e ‘Sto core mio, dedicato a Roberto Murolo, eccomi ora alle prese con questo nuovo ambizioso progetto che ‘parte’ insieme al mio nuovo album: Il suono della voce e da esso ne prende il titolo. Sono sempre stata un’anima curiosa ed ho unito la mia voglia di saper e scoprire al viaggio, cercando di respirare e riportare con me da ogni luogo visitato qualcosa che mi facesse ritornare in quel paese attraverso le sensazioni e le emozioni. Quale veicolo più appropriato se non la musica. Il suono della voce, canzone che ha scritto per me Ivano Fossati e che dà il titolo a questa mio nuovo lavoro, è soprattutto un viaggio nella musica del mondo raccontato attraverso canzoni edite, inedite, adattate, in lingua originale o stralciate. Un progetto che parte da alcuni inediti italiani scritti per
me da grandi autori, passando per alcune perle della tradizione Yiddish, Giapponese, Libanese, Portoghese, fino ad un esperimento nel creare un filo fra la mia lingua e il francese (Mars, adattamento di marzo di Di Giacomo), Diesis mein herz , (adattamento in tedesco della meravigliosa Sto core mio di Orlando di Lasso) e Nina si voi dormite della tradizione romana adattata in portoghese. Un nuovo racconto nel ‘Teatro Canzone’ che frequento da diversi anni, dove grazie ad alcuni elementi scenici, all’uso di proiezioni e all’utilizzo di un mirato disegno luci, lo spettatore verrà coinvolto in un percorso visionario tra le molteplici etnie, in un tourbillon di canzoni, parole, immagini e luci che non si propone di raggiungere una meta precisa, quanto di inseguire il piacere del viaggio, della conoscenza.
19 Dicembre 2014 ore 21.00
Fabio Concato UN GRANDE DELLA MUSICA ITALIANA
Concato è un “grande” della musica d’autore italiana; le sue canzoni raccontano le piccole grandi storie della nostra quotidianità e sono vere poesie dove ognuno si può riconoscere. Belle, dolci, contagiose con momenti di grande tenerezza i suoi brani ci accompagnano da anni e ci piacciono sempre, ogni volta che li riascoltiamo. L’album Tutto Qua, che da il titolo al concerto, è frutto di una grande meditazione musicale: è uscito dopo ben undici anni dall’ultimo disco Ballando con Chet Baker e rispecchia l’eleganza e la bellezza dei suoi classici brani, quelli che hanno emozionato intere generazioni. Sono ben 17 gli album al suo attivo e tantissime raccolte ma il quarto disco, quello del 1982, fu quello che gli diede
il grande successo con lo splendido brano Domenica bestiale. Tutti ci ritrovavamo a cantare “Domenica ti porterò sul lago, vedrai sarà più dolce dirsi ti amo, faremo un giro in barca possiamo anche pescare, e fingere di essere sul mare”: belle parole e una dolce melodia ci fecero conoscere Fabio Concato. Poi ne vennero tante altre, una più bella dell’altra come Speriamo che piova dall’album Giannutri del 1990, Canzone di Laura del ’92, Guido piano e Rosalina del ’94 M’innamoro davvero del ’99 fino alla splendida e struggente 051/222525 del 2003 cantata con Dalla, tutti brani bellissimi, con testi poetici accompagnati da splendida ed elegante musica.
26 Gennaio 2015 ore 21.00
Roberto Vecchioni
Cantautore, paroliere, scittore e poeta, ha vinto i quattro premi più importanti della musica italiana: il Premio Tenco nel1983, il Festivalbar nel 1992 , il Festival di Sanremo e il Premio Mia Martini della critica nel 2011; ha vinto inoltre il Premio Lunezia Antologia 2013. È considerato fra i cantautori italiani più importanti, influenti e stilisticamente eterogenei: nella sua opera, è ricorrente l’intrecciarsi del proprio essere con i più svariati miti della storia, della letteratura o dell’arte, quest’ultimi presi in prestito, non tanto per descriverne le gesta, piuttosto
come espediente per rappresentare una parte di sé. “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni…” è un incontroconcerto con il professore della musica Italiana. Un escursus sulla sua poesia e sulle sue canzoni riproposte in versione acustica con il chitarrista Massimo Germini. Un evento unico in cui il professore dialogherà con un giornalista, racconterà aneddoti, ricorderà gli amici cantautori che con lui hanno fatto la storia della canzone e canterà le canzoni più belle del suo repertorio..
20 Febbraio 2015 ore 21.00
Paolo Vivaldi ll programma prevede estratti video da: Rino Gaetano, Regia di Marco Turco Exodus, Regia di Gianluigi Calderone La baronessa di Carini, Regia di Umberto Marino La bella società, Regia di Gian Paolo Cugno Edda Ciano e il comunista, Regia di Graziano Diana Maternity blues, Regia di Fabrizio Cattani Un giorno della vita, Regia di Giuseppe Papasso K2, la montagna degli italiani, Regia di Robert Dornhelm Gli anni spezzati, Regia di Graziano Diana Olivetti, la forza di un sogno, Regia di Michele Soavi
Il concerto per pianoforte e Quintetto d’archi, offre non solo un’ora circa di musica ed immagine, riprodotte entrambe tramite un supporto multimediale, ma di coinvolge il pubblico con un’esecuzione dal vivo dei brani delle colonne sonore composte dal maestro Vivaldi e rese note al pubblico grazie alla messa in onda televisiva o la proiezione cinematografica.
L’ensemble può eseguire le musiche suonando parallelamente alla proiezione del film oppure suonare i temi senza immagine per poi risentirli nel mixaggio definitivo del film, permettendo di cogliere l’elaborazione e la trasformazione che il materiale tematico subisce nell’incontrare l’immagine. Durante il concerto verranno anche spiegate la genesi e la composizione di una colonna sonora che nasce non solo dal rapporto con l’immagine ma anche da un’esigenza narrativa e drammaturgica a seconda delle storie che vengono raccontate.
Bellissime
2 Marzo 2015 ore 21.00
Syria e Tony Canto
Bellissime voci di donne, racconti di canzoni. La storia della canzone italiana è stata raccontata in gran parte da voci di donna: soffici e volitive, sensuali ed energiche, gridate e sussurrate. Le interpreti femminili hanno reso immortali delicate melodie, struggenti ballate, tormentate storie d’amore. Da Mina a Ornella Vanoni, da Patty Pravo a Loredana Bertè, da Fiorella Mannoia a Laura Pausini, fino a Elisa e Carmen Consoli, per la prima volta le epoche storiche della musica italiana vengono narrate attraverso il filo conduttore delle canzoni al femminile riproposte in veste intima ed acustica da Syria, tra le protagoniste della musica pop negli ultimi 20 anni, accompagnata dalla chitarra di Tony Canto, con testi di Luca de Gennaro.
28 Marzo 2015 ore 21.00
Ivan Segreto E’ il 2004, “Porta Vagnu” (Epic/Sony), l’ album d’esordio (maggio 2004), mette tutti d’accordo: critica e pubblico subito riconoscono l’eccellenza della sua musica nel panorama dei nuovi cantautori italiani. I critici musicali votano l’album come “Miglior debutto” del 2004 (Musica e Dischi) e il pubblico lo premia nelle vendite. Altro fiore all’occhiello, la Nomination al Premio Tenco 2004 tra le Opere Prime. In poco più di un anno, Ivan Segreto acquista credibilità artistica anche sul versante ‘live’, passando dai piccoli jazz club degli esordi a condividere lo stesso palco di grandi musicisti quali Franco Battiato e Wynton Marsalis, che lo scelgono per aprire i loro concerti. Ivan Segreto suona con la sua band in tutta Italia, concludendo la sua prima tournée nel tempio del jazz italiano, il Blue Note di Milano con due date da tutto esaurito.Il 30 settembre 2005 arriva il secondo album Fidate correnti (Sony/Bmg) che rimane a lungo presente nella classifica di vendita. Il singolo Vola lontano entra con successo nella programmazione radiofonica. L’album apre una nuova fase nella crescita artistica e nella produzione di Ivan Segreto, con testi particolarmente poetici ed evocativi e una formazione completamente rinnovata nell’organico che da un collettivo numeroso si riduce ad un essenziale ma efficace trio. L’anno successivo Ivan partecipa al 56° Festival di Sanremo nella categoria “Giovani” con il brano Con un gesto. Nell’ottobre dello stesso anno
riceve il prestigioso premio Mia Martini per la categoria emergenti che lo porta ad esibirsi anche all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Nel 2007 esce il suo terzo lavoro Ampia (Sony/Bmg) che vede la partecipazione speciale di tre ospiti illustri, Franco Battiato, Paolo Fresu e Giovanni Sollima. Partecipa al Torino Traffic Festival insieme a Battiato, Antony and the Johnsons e i Subsonica e al “Berchidda Jazz Festival” diretto da Paolo Fresu. Nell’ambito dell’edizione 2007 del premio Lunezia, Radio in Blue offre un riconoscimento a Ivan per il valore letterario dei suoi componimenti e l’eleganza che contraddistingue il suo stile nonché per il suo coraggio discografico. Nel novembre dello stesso anno, tra i numerosi riconoscimenti per la sua attività artistica, riceve anche il prestigioso Premio Ciampi, città di Livorno. Integra il nuovo album Jazz e canzone d’autore, matrici etniche e ispirazioni elettroniche ed elettroacustiche: sud e nord del mondo si incontrano, ma anche est e ovest, tra origini e panorami ancora da esplorare.
11 Aprile 2015 ore 21.00
Bungaro
Il valore del momento Bungaro, ha già avuto molte soddisfazioni dalla sua vita artistica, ma questo nuovo album rappresenta un punto di svolta importante, imprescindibile per rapportarsi con il suo passato e crediamo anche con il suo futuro. Il valore del momento, titolo del nuovo lavoro, mette i cosiddetti “puntini sulle i”, mette cioè a fuoco quello che è il suo essere artista oggi. E non ci riferiamo solamente alla sua rinomata e consolidata fama di grande autore, ma anche a quel suo essere “cantautore” nell’anima, un artista che ama giocare con la musica e con le parole, mischiandole, accarezzandole, sussurrandole ma soprattutto interpretandole. Dodici sono le tracce proposte, tra cui 4 inediti e 8 brani che come aquiloni avevano preso strade diverse, libere, a cui Bungaro aveva lasciato tirare i fili a splendide voci femminili e che ora invece vengono richiamati a casa, come dicevamo in apertura. Bungaro sorprende nella sua capacità di ri-appiccicarsi addosso quei brani, lasciando che la sua voce si (e ci) emozioni.
Danza
7 dicembre 2014 ore 20.30
Demetra
Di e con Giovanna Velardi
«DEMETRA» E’ uno spettacolo che associa la coreografia e la scenografia elettronica, che si interroga sull’apparenza del potere; sviluppa la sua tematica prendendo spunto dal mito greco di Demetra e di sua figlia Persefone, detta anche Core. CORE (Demetra 2.0) nasce da una ricerca di un significato condiviso dei simboli, un’indagine interculturale sul rapporto tra l’uomo e l’avatar, tra un oggetto e il suo segno. Un percorso coreografico e scenografico sul valore del simbolo nella società dell’immagine. Un progetto che ha interrogato figure mitiche appartenenti ad una dimensione immaginifica e simbolica dei miti. L’identità coreografica si costruisce tra mito e mondo contemporaneo appoggiandosi alle corrispondenze simboliche e visive create dalla scenografia elet-
tronica. Un percorso non lineare, fatto di emozioni, di pensieri e riflessioni, di intenzioni che indagano gli aspetti umani, le pulsioni animali, ancestrali, terrene. Una riflessione sulla società, una società fatta di immagini svuotate di significato e resa viva nella sua volgarità, immortalata come in un quadro che essa stessa trasfigura in un quadro crudele che rappresenta l’inferno e la banalità di oggi, un popolo lasciato nel silenzio, che si lacera come carne macellata, che dissolto tenta di riformarsi, di riemergere denudandosi. Un gruppo di danzatori, una immagine, una voce dietro una statua parlante, la divinità come simbolo del potere che distrugge e crea un nuovo volto, un volto di una città, un simbolo per significare il medioevo che stiamo vivendo.
Questo spettacolo ci racconta un inferno, un mondo senza speranza. Nonostante la storia si ripeta e ogni momento di crisi ci dia la possibilità di affrontare un cambiamento e di fare nuove scelte, ci ritroviamo in un mondo fatto di poca attenzione per l’altro, siamo trattati come carne da macello, subiamo con aggressività; il pensiero, la coerenza appartengono a pochi e la capacità di compiere azioni per imporre un nuovo modo richiede coraggio e onestà intellettuale, non può esistere oggi. L’aggressività ha preso il sopravvento sulla capacità di controllare i nostri impulsi. Siamo delle bestie.
Coreografia Giovanna Velardi Scenografia elettronica e video Dominik Barbier/Anne Van Den Steen Costumi Dora Argento Luci Danila Blasi Scultura Fabrizio Lupo Musiche originali Domenico Sciajno Musiche AA.VV. Interpreti Stellario Di Blasi, Simona Miraglia, Tiziana Passoni, Giovanna Velardi, Sabrina Vicari, Valeria Zampardi
“QUANDO ATTRAVERSERA’ LE VOSTRE CAMERE DA LETTO CON UN COLTELLO DA MACELLAIO VOI SAPRETE LA VERITA’ “ (Traduzione dal francese del testo della statua)
Giovanna Velardi
21 marzo 2015 ore 20.30
Me-She-It
Coreografia e Regia Giuseppe Muscarello Interpreti Nicola Cisternino, Rosa Merlino Compagnia Muxarte
Partendo da una ricerca sul movimento si affronta in chiave ironica un tema profondamente serio: la sessualità da una parte, la spinta pulsante verso una metaartistica dall’altra. Ecco dunque un uomo, un intellettuale velleitario alla ricerca della sublimazione, meccanismo che sposta la pulsione sessuale verso ambiti non sessuali, una donna, proiezione del rimorso culturale dell’uomo e della sua “desublimazione”, il sesso dell’uomo, che contrasta la razionalità dell’intellettuale imponendo il proprio istinto. Una piece tragicomica non lontana dall’assurdo. Può un desiderio incontrollato condizionare se non, addirittura, governare le nostre azioni? Può un organo genitale, con i suoi impulsi, sopraffare la volontà della mente? Seguendo logiche e percorsi diversi, per l’uomo e per la donna, la risposta finale è indubbiamente affermativa, come Moravia per esempio ci ha già suggerito con “Io e lui”. Materialità, superficialità, sconfitta dell’amore come valore: specchio di una società il cui potere è spesso delegato alla stupidità umana. Punto focale dell’opera è dunque il corpo che, affidando la narrazione al movimento, si fa specchio dei propri umori. Giuseppe Muscarello
Domenica a teatro
Teatro Ragazzi
16 Novembre 2014 ore 17,30
L’ amore è una cosa meravigliosa
Spettacolo di pupazzi sul nero
Lo spettacolo narra il tema principe di ogni fiaba, l’amore. Questa volta però non ci sono fanciulle o principesse da salvare, bensì ricomporre il cuore infranto del Pesce Palombo che diventa sempre più triste per la sua condizione solitaria. In questa nuova avventura tutta musicale, Az pesciolino azzurro si spinge oltre l’oceano, dalle genti del mondo di sopra, alla ricerca dell’essenza dell’amore per aiutare Palombo nella ricerca quasi disperata della sua anima gemella. Grazie alle arti magiche della strega Bambagia i due “eroi” potranno superare i limiti della propria essenza di pesce e compiere l’ardua ricerca amorosa ...... riuscirà Palombo a trovare l’essenza dell’amore? La struttura della spettacolo riproduce le tecniche del musical con pupazzi e oggetti animati con la tecnica su nero. Il tema dell’amore è sviluppato secondo due procedimenti, il viaggio fiabesco e paradossale e l’umorismo tipico dei pupazzi in musica che aiuteranno il pubblico a immergersi nella storia con lo spirito leggero ma allo stesso tempo emozionante che il tema richiede, l’amore.
Regia Francesco Fazio con Francesco Fazio Luci e Fonica Giuliano Marra Scene Susanna Messina Produzione Teatro Manomagia
28 Dicembre 2014 ore 17,30
Gelsomina e il principe Tuttomio Fiaba per bambini Gelsomina è circondata da tanti, tantissimi amici... di peluche, spugna e plastica. Gli amici in carne ed ossa sembrano infatti latitare; l’unica eccezione è Nic, che però esiste soltanto nella fervida immaginazione di Gelsomina. Il fatto di essere un amico immaginario non impedirà però a Nic di condurre Gelsomina in un’avventura straordinaria, incontrando una Regina super impegnata e un Principe capriccioso, che trasformerà la sua esistenza e le farà apprezzare finalmente appieno il vero valore delle cose. Gelsomina e il Principe Tuttomìo è uno spettacolo che, con ironica leggerezza, aiuta i bambini e, magari, anche qualche mamma o papà che, per quieto vivere o per compensare ad altre “assenze”, troppo spesso cede alla tentazione di accontentare indiscriminatamente i propri figli a riflettere sull’importanza della condivisione di sé stessi e del proprio tempo, nonché sulla bellezza di saper stare in compagnia. La frizzante recitazione, scene e costumi vivaci nonché le accattivanti canzoni che fanno da contrappunto alla narrazione, contribuiscono a rendere l’intera esperienza memorabile per i piccoli spettatori. de, l’amore. Testo e Regia Antonella Caldarella con Iridiana Petrone e Fabio Guastella Costumi Ivana Parisi Scene Susanna Messina Organizzazione Generale Fabio Navarra Musiche Originali Steve Cable Produzione NAVEARGO Caltagirone
29 Marzo 2015 ore 17,30
Il segreto di Robin Hood Fiaba per bambini Esistono varie leggende attorno al nome di Robin Hood, quella proposta attraverso il nostro spettacolo non tradisce la personalità del protagonista, un essere umano che sposa una battaglia alta che va oltre il soddisfacimento degli obiettivi personali e porta avanti un pensiero, quello dell’uguaglianza e della giustizia, aldilà dei pregiudizi di casta, di censo e anche di genere. Per questa ragione il nostro Robin Hood si rivelerà essere una donna che come tutte le donne ancora oggi devono indossare una maschera o un ruolo quanto mai vicino allo stereotipo maschile per poter dire la loro. Ed è ciò che è costretta a fare la cugina di Re Riccardo in sua assenza, per portare avanti l’idea di giustizia di quest’ultimo e contrastare il progetto dittatoriale del principe Giovanni e dei suoi fedelissimi. Il nostro è un Robin Hood, quanto mai proiettato nel futuro, che vuole dare speranza alle nuove generazioni, rappresentate simbolicamente dal personaggio di una bambina, la quale compie un percorso di conoscenza e liberazione da stereotipi e condizionamenti che sostenga la sua crescita umana. Crescita che non è negata neanche a Principe Giovanni il quale alla fine della fiaba cede alla forza della giustizia e si inginocchia con rispetto davanti a Re Riccardo. Lo spettacolo si rivolge in modo trasversale a bambini, ragazzi e adulti, poiché i contenuti fin qui esposti vengono messi in scena in una atmosfera onirica, colorata, a tratti circense, dove Little John e Fra ’Tac ricordano i clowns pasticcioni della tradizione; l’imprevedibile Ser Pente si cimenta in performances funamboliche; Lady Cocca, Lady Marion e il Principe Giovanni, inscenano un dialogo divertente e ironico degno della commedia all’italiana.Uno spettacolo in cui non sono lesinati ironicamente riferimenti odierni che sfociano in balli e canti coinvolgenti con l’utilizzo di tecniche di teatro da strada. La girandola di personaggi, che partecipa alla storia di giustizia e d’amore di Little John e Lady Marion, accompagna anche gli spettatori in un viaggio di luci emozioni e riflessioni assicurando un’esperienza intensa e leggera allo stesso tempo.
Regia Cinzia Maccagnano con Ilaria Giammusso, Raimondo Coniglio, Adriano Dell’Utri, Diletta Costanzo, Teresa Calabrese, Simona Scarciotta, Giulia Frangiamone Costumi Silvio Alaimo Scenotecnico Michele Gangi Disegno Luci Angelo Rizza Fonico Davide Lavalle Direttore di Scena Franco Lugaro Direttore di Produzione Giuseppe Speciale Ufficio Stampa Progetto Scena
26 Aprile 2015 ore 17,30
I musicanti di Brema Musical
Un asino, un cane, un gatto e un gallo, tutti e quattro vissuti in diverse fattorie, una volta invecchiati, vengono cacciati via e trattati male dai loro padroni. Ad uno ad uno abbandonano il proprio territorio e scappano via insieme incontrandosi, decidendo di andare a Brema per vivere senza padroni e diventare musicisti. Sulla strada per Brema i quattro animali scorgono una casa abitata da alcuni ladri. Essendo affamati, pensano di mandarli in fuga per poter ottenere del cibo. Perciò, dopo essersi posizionati l’uno sopra la schiena dell’altro, intonano uno strano concerto emettendo i propri versi che, messi a sieme, formano un ruggito. I ladri, non sapendo da dove provengano quei rumori e credendo che ci siano dei fantasmi, fuggono via a gambe levate e i quattro animali vivranno felicemente lì per il resto della loro vita. Quattro attori sulla scena, coloratissimi costumi, elementi scenografici funzionali, buffe gags e tanta clownerie, trascineranno i piccoli spettatori in un’atmosfera senza tempo ricca di musiche, canzoni e tanta allegria.
Regia Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi con Laura Accomodo, Giuliana Castiglia, Doriana Giudice, Lara Torrisi Costumi Baco da Seta Maschere Tiziana Rapisarda Assistente Regia Irene Tetto Produzione Pina D’Amore
24 Maggio 2015 ore 17,30
Hansel e Gretel
Musical
La storia, scritta dai fratelli Grimm, è quella dei due figli di un povero taglialegna, Hansel e Gretel, che si perdono nel bosco e vengono attirati in una casa di marzapane, da una povera vecchia che si rivelerà essere una strega pronti a mangiarli. Nella versione che vi presentiamo, i due fratelli ormai grandi, divorati dagli impegni quotidiani, hanno dimenticato ciò che hanno vissuto da bambini e trascorrono la maggior parte del loro tempo litigando ed entrando sempre in competizione. L’intervento di un misterioso personaggio li condurrà, attraverso un viaggio nel passato, a rivivere la loro avventura. Verranno catapultati, così, in un’atosferma fiabesca, ricca di colpi scena, ironia e magia e capiranno che l’unico modo per averla vinta contro le avversità è quello di collaborare fianco a fianco, insieme alle persone che si amano. Coloratissimi costumi, una scenografia piena di strabilianti sorprese (con la celebre casa di marzapane), musiche originali con orecchiabili brani da commedia musicale, gag divertentissime e un cast di grande talento, trascineranno i piccoli spettatori in un’atmosfera dove le fiabe posso ancora esistere, se solo lo vogliamo. Il messaggio più importante? Collaborare è meglio che litigare! Parola di Hansel e Gretel.
Regia Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi con Biagio Barone, Giuseppe Bisicchia, Amelia Martelli Massimo Giustolisi, Emiliano Longo, Nadia Trovato Coreografie Massimo Giustolisi Scenografia Salvo Manciagli Testo e Liriche Giuseppe Bisicchia Musiche Ettore D’Agostino Produzione Pina D’Amore
Incontri all’improvviso
Carta Bianca
21 Novembre 2014 ore 21,00
Alessandro Benvenuti Un comico fatto di sangue L’autore e la sua compagna di vita analizzano con un linguaggio comico modernissimo e con chirurgica spietatezza i rapporti tra i membri di una famiglia che sa tanto d’Italia, di questa nostra Italia che ha perso la bussola del buon senso e naviga ormai a vista tra i flutti sempre più minacciosi del mar dell’incertezza. Una commedia in cinque atti rapidi ed incisivi dove nessuna parola è messa lì per caso. Una drammaturgia sorprendente nella sua semplicità. Dal 2000 al 2015, passando attraverso cinque momenti chiave o testimonianze, l’autore narra il progressivo degenerare dei rapporti di una famiglia composta da un marito, una moglie, due figlie e qualche animale... di troppo. E più i fatti, via via che il tempo passa, si fanno seriamente preoccupanti, e più, nel raccontarli, diventano, per chi li ascolta, divertenti. E’ il comico, che essendo fatto di sangue non rinuncia neppure di fronte a un dramma al piacere di poter piacere a chi lo ascolta? O è il fatto di sangue in sé che nonostante la sua tragicità diventa a suo modo comicamente sorprendente? Allo spettatore il piacere, spero, di decidere ascoltandolo. Alessandro Benvenuti
Scritto da Alessandro Benvenuti Collaborazione drammaturgica di Chiara Grazzini Regia di Alessandro Benvenuti
17 Dicembre 2014 ore 21,00
Giovanni Veronesi Sergio Rubini
Lezioni di Cinema
Come si fa a fare il cinema? Come si fa a spiegarlo a teatro? Come si fa a raccontarlo? Quando proliferano scuole, insegnanti, discipline, seminari, istituzioni, cattedre specialistiche, manuali costosissimi e autarchici metodi fai da te, rubriche sui giornali, c’è spazio per una serata anticonvenzionale all’insegna del divertimento puro, delicato, crudele del tenero e spregiudicato regista pratese? Come si fa a far divertire senza troppo riverire e a rimanere superficiali senza essere irriverenti? Come si fa a spiegare la frase precedente? Giovanni Veronesi, dal set, dalla scrittura per il cinema, da Nuti a Pieraccioni, a teatro, ci prova a spiegare e a spiegarsi con la descrizione della sua passione per il racconto, con la partecipazione estemporanea di amici attori, di attrici, di registi affermati e di giovani di spirito e di anagrafe. Filmati, chiacchiere e riflessioni tra la metafisica e il pettegolezzo, come accade alla nostra vita. Non un monologo, non un dialogo, non un testo, ma un work in progress, uno spettacolo per il pubblico e a favore del pubblico: un divertimento per gli occhi, per le orecchie, per le papille gustative, per il naso e per le mani. Per i 5 sensi e per i 7 peccati capitali. Se ci sono i peccati è giusto approntare una confessione. Lo Zingarelli per “confessare” riporta 4 accezioni: 1) Dichiarare apertamente azioni, comportamenti considerati moralmente negativi. (Se ne parla, eccome, il cinema è il comportamento moralmente negativo). 2) Rivelare segreti, problemi personali, intimi. (Non si discute d’altro. Fiction o verità, vere menzogne?) 3) Professare una fede, una religione, una dottrina, un amore. (IL Cinema, il Cinema, il Cinema e Il cinema) 4) Ascoltare i peccati del penitente. (Il teatro) Ecco lo spettacolo, in 4 punti, cardinali, ma laici.
Flavio Insinna è uno degli attori e showman più amati d’Italia. Un personaggio multiforme che alterna grinta e tenerezza, intelligenza e ironia come pochissimi artisti sanno fare. La sua carriera di attore (o di “artigiano” come preferisce definirsi lui) si alterna tra cinema, teatro e televisione. Tra i suoi film interpretati ricordiamo: Metronotte (con Diego Abatantuono) e Il partigiano Johnny (con Stefano Dionisi). Tra le sue interpretazioni più popolari c’è quella del Capitano Anceschi, personaggio ligio al dovere, un po’ ruvido ma onesto, nella fiction Don Matteo, accanto a Terence Hill e Nino Frassica. Ha successivamente interpretato le figure di don Bosco e di Don Pappagallo (una delle 335 vittime dell’eccidio alle Fosse Ardeatine nel marzo del ‘44). Tra i suoi più recenti lavori, l’impegnativa sfida del pre-serale di Rai Uno, lo show Affari Tuoi con il quale ha ottenuto grandi consensi e grazie al quale riceve un Telegatto speciale come “conduttore rivelazione dell’anno 2006” mentre l’anno successivo gli viene assegnato il Telegatto come personaggio dell’anno. Nel 2008 è il protagonista della fiction di RaiUno, Ho sposato uno sbirro per la quale riceve il premio come miglior attore nell’edizione dello stesso anno del RomaFictionFest. Sempre nel 2008, con lo spettacolo Senza Swing, torna con enorme successo al suo primo amore, il teatro, raccontando momenti significativi e paradossali della gloriosa e misera storia di una banda di caserma. Nel 2009 è interprete, al fianco di Claudia Gerini, nel film per il cinema EX per la regia di Fausto Brizzi. Nello stesso anno è protagonista, insieme a Neri Marcorè, della miniserie per Raiuno “L’ultima Trincea” ed inoltre ricomincia a girare, dopo il grande successo della prima serie, le nuove puntate di Ho sposato uno sbirro. Stasera avrà “carta bianca” al Teatro di Enna. Quello che succederà lo sapremo solo quando si aprirà il sipario….!
18 Aprile 2015 ore 21,00
Flavio Insinna
Cucinare è un’arte che nutre l’anima
Teatro del Gusto
3 Gennaio 2015 ore 19.30
Chef Bianca Celano
Bianca Celano è un’ex imprenditrice catanese che, ad un certo punto della sua vita, ha deciso di appendere al chiodo il tailleur ed indossare il grembiule da cucina, ricominciando da ciò che, nella sua vita privata, le riusciva così bene: accogliere e cucinare. É nato così QQucinaQui, il ristorante nel cuore di Catania che gestisce con il marito Fabio Gulino. Il menù di Bianca varia in base a ciò che offrono stagione e mercato. I suoi piatti hanno come obiettivo quello di far conoscere ad un pubblico sempre più vasto i piaceri di una cucina diversa, più attenta ai sapori e alla materia prima. Una sorta di scuola in senso lato: trasmettere l’emozione del bere e del mangiare bene.
13 Febbraio 2015 ore 19.30
Chef Tony Lo Coco Io, il cuoco de “I Pupi” Sin da piccolo faticavano a tenermi lontano dai fornelli, assai meravigliati di questa attitudine. Durante le feste, poi, la vocazione a creare innumerevoli intingoli e manicaretti cresceva. E si è felicemente consolidata nel tempo, prendendo sempre di più il versante professionale, alimentata da una passione infinita e da nuovi stimoli, derivanti anche dalla conoscenza di Laura, oggi mia moglie, appartenente a una famiglia di famosi pasticcieri e rosticcieri di Bagheria. Verranno le esperienze, appunto, da “Don Gino”, l’apertura del “Cozzo dei Ciauli”, prima ristorante e poi luogo di catering di alto profilo, e molti apprezzamenti e gratificazioni. Nel 2009, infine, dopo ampia e severa formazione, visite a grandissimi chef di tutta Italia, finalmente, nasce “I Pupi”, raccolto ristorante di design di nostra proprietà. Per me e Laura, sorridente colonna portante del locale, si è avverato un sogno: cucinare a casa nostra, in un contesto molto bello e gradevole, per il piacere dei nostri amici-ospiti. Il massimo per una coppia di entusiasti della vita come noi. Tony Lo Coco
4 Aprile 2015 ore 19.30
Chef Bonetta Dell’Oglio Chef siciliana. Madre di tre figli. Ex Patron Chef della Dispensa dei Monsù, Ambasciatrice Slow Food Sicilia, fondatrice della Rivoluzione in un chicco. Bonetta è nata a Palermo, “che dice, è di per sé una dote: arte e mescolanza, sapori e stratificazioni”. Solare, materna, combattiva. In un unico aggettivo, rassicurante. Ama la bella arte in tutte le sue forme. Una palermitana che, smessi i panni di restauratrice, decide di occuparsi a tempo pieno dell’altra passione, anch’essa un’arte tramandata nel tempo e trasmessa, nel suo caso, dalla preziosa mamma Ada. La sua avventura comincia nel 2003, quando decide di aprire La Dispensa dei Monsù, un ristorante che era anche un’occasione per fare convivio con amici vecchi e nuovi, per bere un bicchiere di vino, ma sopratutto per mangiare un piatto genuino e ben fatto. Un luogo dove chiunque arrivasse si sentiva a casa. Oggi è ambasciatrice del gusto targato made in Sicily: le sue collaborazioni sono innumerevoli. Ha rappresentato la Sicilia per il Food Revolution Day, una manifestazione internazionale volta all’educazione alimentare e fortemente desiderata dallo chef britannico Jamie Oliver, che ha reclutato 100 ambasciatori del cibo sano in tutta Europa. Partecipando all’Italian Food Festival in Norvegia ha stretto una salda collaborazione complice con il maestro-chef Dag Tjersland, titolare del Ristorante Baltazar e della Trattoria Cappuccino di Oslo, una città che per lei è ormai come una seconda casa. Ha conquistato il Principato di Monaco della famiglia Grimaldi, partecipando come chef alla Cena Ecumenica dell’Accademia della
Cucina Italiana di Monaco che ha scelto la Sicilia di Bonetta per la serata che ha avuto come tema “L’Italia della Cucina delle Erbe e degli Aromi”. I suoi menù valorizzano i prodotti sani del territorio. La sua è una battaglia quotidiana a difesa dei grani antichi siciliani e della biodiversità. Alle tradizioni infatti, è legato il suo ultimo impegno nel progetto della Brigata di Cucina Mandrarossa che coinvolge 25 signore di Menfi, esperte di cucina tradizionale, selezionate personalmente da Bonetta e da questa coordinate nella rivisitazione dei piatti tipici. Firmato da Bonetta che nonostante sia sempre in giro per il mondo, è in cucina che ritrova se stessa.
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L’ingresso in sala è consentito fino a 10 minuti prima dell‘inizio dello spettacolo. Non è consentito per nessun motivo l’ingresso in sala a spettacolo iniziato. Se lo spettacolo prevede intervallo, l’ingresso potrà avvenire solo durante la pausa. Il programma potrà subire variazioni per causa di forza maggiore. Eventuali variazioni di date, orari e compagnie saranno comunicate agli abbonati tramite mail.
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