Ies Industria e Sviluppo n.2 2014 - Operazione Toscana

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SPECIALE PELLETTERIA Quando l’artigianato è arte e l’arte è artigianato

Industria e Sviluppo

ANNO VI - N. 2 aprile-giugno 2014

trimestrale di informazione, opinione, economia, impresa Confindustria Arezzo, Firenze, Grosseto, Siena

OPERAZIONE TOSCANA LUCA SEVERINI Dall’Expo nuovo sprint all’economia MARIO CURIA Firenze: è il momento di vincere

GIUSEPPE ORIANA Expo 2015: un goal da segnare





Direttore responsabile: Annarosa Pacini apacini@iesindustriaesviluppo.com

SOMMARIO 7

Comitato di redazione: Simone Bettini, Sandro Bonaceto, Paolo Campinoti, Antonio Capone, Andrea Fabianelli, Massimiliano Musmeci, Piero Ricci, Mario Salvestroni

Da Londra 1851... a Milano 2015 COVER STORY 8

Coordinatore editoriale: Furio Massi

Dall’Expo nuovo sprint all’economia

Redazione: Luisa Angioloni (Arezzo), Simona Bandino (Firenze), Rossella Lezzi (Siena), Franco Passarini (Grosseto)

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Firenze: è il momento di vincere

Hanno collaborato a questo numero: Maurizio Abbati, Francesco Butini, Mattia Cialini, Giuseppe Nigro, Paolo Vannini, Manuela Villimburgo

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Pronti alla sfida

Impaginazione, grafica e foto: Franco Passarini

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Direzione e redazione: Conf ndustria Grosseto, viale Monterosa 196, 58100 Grosseto, redazione@ iesindustriaesviluppo.com

Expo 2015: un goal da segnare 14

Editore: Assoservizi Toscana Sud Rete d’Imprese. Via Roma, 18 - 52100 Arezzo

Arezzo, Grosseto, Siena, l’unione fa la differenza

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Stampa: Soluzioni per la Stampa Srl, Corso Carducci 34, Grosseto

Expo 2015, una partita tutta da giocare

Registrazione: Tribunale di Grosseto n. 1/2009 del 26.03.2009

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La forza dell’impresa toscana alla prova dei fatti

• Gli articoli possono non rispecchiare le posizioni delle Associazioni Industriali e dell’Editore, che li ritengono in ogni caso un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione. Dei contenuti sono responsabili i singoli autori. L’Editore non dovrà essere ritenuto responsabile per errori, omissioni, interruzioni o ritardi legati ai contenuti pubblicati nè per eventuali danni provocati dagli stessi. • È consentita la riproduzione purchè espressamente autorizzata dall’Editore, e con la citazione della fonte. • Non vengono trattati dati personali. L’uso dei dati, temporaneo, è solo a f ni giornalistici. • Foto © Assoservizi Toscana Sud Rete d’Imprese. E’ vietato qualunque utilizzo e/o riproduzione, anche parziale, del materiale fotograf co contenuto in questa rivista.

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Expo 2015, una rotta che porta lontano TERRITORIALI 46 FIRENZE Sanità e scienze della vita: innovazione e conoscenza per lo sviluppo

49 SIENA I corsi di Assoservizi per la formazione obbligatoria

52 AREZZO Arezzo Fiere e Congressi, tra spending review e future sfide

55 GROSSETO PUBBLICITÀ: per informazioni e prenotazioni di spazi pubblicitari su “IES - Industria e Sviluppo” rivolgersi a: redazione@iesindustriaesviluppo. com tel. 339.6908960

EDITORIALE

Mario Salvestroni nuovo presidente di MPS Capital Services

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SPECIALE PELLETTERIA



EDITORIALE

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di Paolo Vannini, giornalista freelance

Da Londra 1851... a Milano 2015

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a prima volta fu a Londra, nel lontano 1851. Da allora, ovunque si sia tenuta, l’”Esposizione Universale” ha lasciato il segno. Non sempre rappresentando un’epoca come avvenne con quella parigina del 1889, che coincise con la nascita della Torre Eiffel, ma certo sempre in modo significativo. E’ quello che tutti si attendono anche per l’appuntamento di casa nostra, l’Expo Milano 2015, del quale Banca Intesa Sanpaolo è “Official Global Partner”, che accenderà tutti i riflettori sulla nostra “capitale” del nord ma, più in generale, su tutto il “sistema” Italia, da maggio a ottobre del prossimo anno. E’ l’obiettivo di tutti coloro che, in ruoli diversi, sperano nel grande successo e nelle ricadute a pioggia di questo straordinario evento. Il tema centrale è “Nutrire il pianeta”, quindi l’alimentazione sana e sostenibile, ma anche la ricerca e lo sviluppo per trovare cibo e acqua per tutta la popolazione mondiale; in primo piano saranno dunque le specifiche competenze nel settore agricolo ma anche nella produzione industriale, nel commercio dei prodotti, nella ricerca scientifica. L’occasione è unica per cercare una forte spinta all’economia del nostro Paese, come spiega Giuseppe Oriana (incaricato dei rapporti con i territori dalla

vice presidente di Confindustria nazionale, Diana Bracco, commissario all’Expo per il Padiglione Italia) nell’intervista della pagina che segue. Il past president di Confindustria Pistoia parla di un possibile slancio per tutto il nostro sistema. Alcuni numeri dicono che le premesse non mancano: sono attesi 21 milioni di visitatori, dei quali più di 7 stranieri (almeno un milione di cinesi già sicuri ma è prevedibile che siano alla fine molti di più), la partecipazione di 140 Paesi, una ricaduta turistica stimabile in 4,5 miliardi di euro. L’occasione è ghiotta, inutile sottolineare che la nostra regione cercherà di svolgere un ruolo di primo piano (anche se al momento cifre sulla ricaduta specifica non se ne danno). La Toscana ha le carte in regola per fare crescere la propria appetibilità turistica ma può cogliere l’occasione per fare anche qualcosa di più. L’”alleanza” fra più soggetti che è stata realizzata qui da noi, che è poi diventata un modello anche per le altre regioni, dall’ente Regione al sistema Confindustriale a quello Camerale, dalle varie Associazioni di categoria al Sindacato fino alle Università e ai centri di ricerca, è stata pensata per proporre progetti innovativi e avanzati nel contesto milanese e attrarre nuovo interesse nei confronti della Toscana. Evitare la dispersione delle forze, non andare in ordine

sparso sono state le parole d’ordine sulle quali ci si è mossi: il risultato possibile adesso è poter presentare con maggior efficacia, il prossimo anno al Padiglione Italia, l’eccellenza toscana in tutte le sue possibili declinazioni; partendo dall’ambiente, dalla sostenibilità e dall’enogastronomia – in piena sintonia col tema centrale dell’Expo – ma ponendosi l’ambizioso obiettivo di attrarre sì turisti ma anche, se non soprattutto, “professionisti”. Saranno le imprese a dover aprirsi e mostrarsi grazie alle loro peculiarità. Ha la Toscana eccellenze in termini di tecnologia ed innovazione? Se è vero, com’è senz’altro vero, questo è il momento di evidenziarle, di portarle alla luce. Come elemento aggiuntivo, certo non sostitutivo, del patrimonio artistico e architettonico, ambientale e naturalistico, che il mondo ci invidia. In questo senso probabilmente va intesa la portata di quella che abbiamo definito l’”alleanza”, potremmo chiamarla pure un po’ enfaticamente, la grande allenza, che è stata raggiunta in Toscana, terra di storiche dispute fra vicini e invidie campanilistiche. Questa può essere la prima vittoria in quella lotta, magari non dichiarata ufficialmente ma inevitabile, che da più parti si è condotta, e si condurrà fino in fondo, per impedire una manifestazione solo Milano-centrica.


COVER STORY / EXPO 2015, OPERAZIONE TOSCANA

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Dall’Expo nuovo sprint all’economia Un’occasione unica che bisogna saper sfruttare appieno, anche per valorizzare le eccellenze toscane di Maurizio Abbati, giornalista freelance

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xpo 2015, un’opportunità da sfruttare al meglio. E non solo per Milano, che sarà il cuore pulsante dell’evento, ma per tutto il Paese, che ha l’opportunità di godere di una vetrina particolare. Le stime parlano di 21 milioni di potenziali visitatori e oltre 34 milioni di benefici economici per il territorio. Ma come si stanno muovendo le imprese e quale può essere il ruolo degli istituti di credito? Ne abbiamo parlato con Luca Severini, Direttore Generale di Banca CR Firenze (Gruppo Intesa Sanpaolo). Si parla tanto di Expo 2015 come un’occasione in grado di mettere una tigre nel motore della nostra economia. Adesso che ci stiamo avvicinando alla data che aspettative ci sono? “C’è interesse ed impegno: Expo 2015 rappresenta un’occasione unica per il nostro Paese, per la nostra regione e le nostre imprese. Personalmente ne sono convinto, ma di fatto cogliamo segnali e richieste che danno il segno di quanto anche le imprese guardino a questo appuntamento. Expo 2015 è una vetrina aperta sul mondo e tutti noi sappiamo quanto oggi sia importante, in termini di marketing, far conoscere la propria azienda, i propri prodotti, le eccellenze del made in Italy”.

Come si stanno muovendo le imprese toscane in vista dell’evento? Ci sono tipologie di imprese più interessate? “La Toscana nell’ambito di Expo 2015 è chiamata a sviluppare il filone agroalimentare collegato al turismo. E’ davvero un’opportunità importante, possiamo valorizzare e sviluppare quella che già oggi rappresenta una delle eccellenze della nostra regione. Le aziende coinvolte appartengono quindi a questi settori, dipenderà però da ciascuno di noi, mettendo a fattor comune progettualità e responsabilità, riuscire a sfruttare a pieno le occasioni offerte da questo filone produttivo”. Qual è il ruolo esercitato in questa fase da Intesa Sanpaolo? “Intesa Sanpaolo è il global banking partner di Expo 2015. Credo sia evidente e tangibile l’importanza che attribuiamo a questo evento: diamo supporto con molteplici servizi bancari all’Expo e ai partecipanti proprio per contribuire al successo dell’evento, offriamo piattaforme informatiche, promuoviamo innovazione e nuovi progetti imprenditoriali. Come Gruppo e come Banca CR Firenze – per quanto riguarda questo territorio – siamo impegnati intensamente sul fronte delle attività legate all’Expo, coordinando molte iniziative sia al nostro

interno che verso le imprese clienti. L’Expo è un volano di sviluppo, per noi rappresenta un evento assolutamente prioritario”. Cosa offrite alle imprese che vogliono aderire all’Expo? “Le imprese che vogliono partecipare ad Expo 2015 sono quelle che pongono internazionalizzazione, innovazione e qualità del prodotto al centro delle proprie strategie. L’internazionalizzazione, in particolare, è intrinseca alla dinamica di sviluppo che un’azienda avvia partecipando all’Expo. La nostra banca deve rispondere concretamente a questo impegno imprenditoriale. Oltre alle professionalità espresse dal Polo per la Finanza d’Impresa del Gruppo attraverso Mediocredito Italiano, abbiamo prodotti finanziari che rappresentano delle reali opportunità per le imprese. Ad esempio, ‘Export Facile’ è uno strumento grazie al quale l’impresa cede alla banca i crediti vantati presso uno o più clienti esteri. Dopo una specifica istruttoria, la banca assegna un plafond di rischio ad ogni debitore estero ceduto e tutto ciò si traduce, in termini operativi, nella forma di pro-soluto, purché si tratti di crediti esteri con scadenza massima di 150 giorni. Per quelli con scadenza superiore, l’intervento della banca

può comunque avvenire nella forma del pro-solvendo. Credo si tratti di uno strumento che unisce molti vantaggi, non solo prettamente finanziari: periodicamente, infatti, Banca CR Firenze aggiorna l’istruttoria di ogni cliente estero, non solo nel proprio interesse, ma anche dell’impresa italiana che viene così costantemente aggiornata sullo stato di salute dei propri partner esteri. Un altro intervento a sostegno dell’internazionalizzazione è ‘International+’, un finanziamento a medio-lungo termine concesso tramite Mediocredito Italiano e utilizzabile dalle imprese per investimenti destinati allo sviluppo delle attività all’estero. L’intervento si attesta fino all’80 per cento del progetto, con durata minima di 3 anni e massima di 10 e con la possibilità di un periodo di preammortamento fino a 24 mesi”.

Luca Severini


COVER STORY / EXPO 2015 - FIRENZE

IES | aprile-giugno 2014 | Pagina 9

Firenze: è il momento di vincere Dal saper fare alla cultura: una sofisticata semplicità che vince nel mondo di Francesco Butini Istituto di Studi politici “Renato Branzi”

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er non disperdersi in progetti velleitari e scoordinati, abbiamo ritenuto che la cosa più fattiva per tutte le categorie economiche della città fosse quella di affidare alla Camera di Commercio di Firenze il ruolo di coordinatore delle iniziative di promozione che il sistema economico e produttivo fiorentino intende mettere in campo per Expo 2015”. Questo è quanto ci illustra Mario Curia, editore, membro del Consiglio Direttivo di Confindustria Firenze, nonché incaricato dagli industriali fiorentini a seguire le attività per l’Esposizione universale di Milano. Che, aggiungiamo noi, non si inaugurerà tra un secolo, ma tra meno di un anno: 1 maggio 2015.

Mario Curia

“Abbiamo definito una posizione comune con le altre categorie economiche” sottolinea Mario Curia, perfettamente consapevole di come i tempi siano ormai ristrettissimi “ed abbiamo chiesto di affidare un incarico a un consulente per predisporre, possibilmente entro settembre, un progetto di promozione, replicabile nel tempo, con investimenti contenuti, avente l’obiettivo di attrarre le due categorie di pubblico che risultano d’interesse prioritario per l’economia fiorentina”. La prima categoria di pubblico è il turista, il privato che viene a Milano per visitare l’Expo e che può essere attratto dalle bellezze turistiche e paesaggistiche del Paese. Firenze vuole porsi tra le mete privilegiate del visitatore-turista, a tutto beneficio dell’intera filiera turisticoalberghiera fiorentina. La seconda categoria di pubblico è quella degli operatori del settore. Un pubblico quindi più specializzato, certamente più orientato al business agro-alimentare, ma anche a settori diversi che contribuiscono con le loro produzioni al mondo economico legato al tema dell’Expo (Nutrire il pianeta, energia per la vita): ad esempio, dai produttori di accessori per l’a-

gro-alimentare alle macchine e impianti per il settore food e last but not least l’artigianato. “L’obiettivo generale è promuovere il nostro stile di vita” ci ricorda Curia. “Questa è la nostra priorità: mostrare al mondo la capacità di restare ancorati alla nostra way of life, che per i toscani è fatta in buona sostanza di sofisticata semplicità”. Significa mettere in vetrina un certo tradizionale snobismo fiorentino? Mario Curia sorride alla provocazione (anch’essa fiorentina) e spiega la “sofisticata semplicità” con una metafora architettonica: “la Firenze e la Toscana che vogliamo mostrare al pubblico di Expo 2015 non ha la pesantezza di una chiesa barocca, ma la semplicità di linee di una chiesa romanica. La bellezza e la cultura non abbisognano di pesanti orpelli, ma si esaltano con essenzialità lineari”. “Noi siamo il luogo del saper fare” continua Curia “il nostro valore aggiunto è soprattutto il saper fare. Non siamo prevalentemente una terra di materie prime: siamo soprattutto una terra di capacità, di mestieri, di competenze. Un blocco informe di marmo che diventa, con il lavoro e l’ingegno dell’uomo, un pezzo d’arte di valore

mondiale. E quindi dobbiamo e vogliamo farci identificare per i nostri tratti distintivi, per quel che siamo”. Il progetto di promozione, prevalentemente finanziato dalla Camera di Commercio di Firenze, vedrà l’innesto di eventi con aziende aperte al pubblico, come ad esempio itinerari artistico-culturali che non si limitano a far scoprire al visitatore le bellezze del territorio, ma anche a mostrare la capacità produttiva del saper fare delle aziende. Ma in fondo Firenze ha proprio bisogno dell’Expo per dare visibilità a se stessa? “Nel mondo globale vince chi ha caratteristiche distintive. Per Firenze non c’è bisogno dell’Expo per avere visibilità, ma Firenze ha bisogno di qualificare sempre di più la sua offerta turistica, e l’Expo è l’occasione per farlo. E’ l’occasione per migliorare la fruizione, per distinguerla rispetto al resto delle mete d’interesse mondiale. E penso soprattutto alla produzione culturale: la migliore offerta turistica sta in una rinnovata produzione culturale fiorentina. Produrre cultura contribuisce alla distinzione della città e alla fruizione dell’esistente. Questo potrebbe essere il significato dell’Expo per Firenze”.


COVER STORY / EXPO 2015 - FIRENZE

IES | aprile-giugno 2014 | Pagina 10

Pronti alla sfida Per conquistare un turismo di qualità è necessario sapersi rinnovare anche nelle proposte di Maurizio Abbati, giornalista freelance

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xpo 2015, niente cattedrali nel deserto. Niente vuoti a perdere. La Toscana scommette sulla qualità, facendo leva sui punti forti della propria tradizione, cioè l’accoglienza declinata in cultura, arte, natura e soprattutto agroalimentare. Gli ingredienti per una esperienza unica. All’insegna di una Expo food è anche il progetto varato da Confindustria Firenze, che scommette sulla capacità attrattiva della nostra offerta alimentare, come ci spiega Beatrice Grassi, responsabile marketing dell’Associazione, forte della sua esperienza nel settore alberghiero. La Toscana come prodotto turistico grazie proprio ai suoi prodotti, per dirla con un gioco di parole? “Sì, però non si tratta solo di consentire delle degustazioni, ma saperle coniugare con il territorio, così da farlo conoscere, e trasformarle in motivo di visita alle aziende; siano le piccole imprese artigiane, che restano la nostra specificità, che quelle più a carattere industriale ma dove ispirarsi alla qualità è d’obbligo”. Avete già iniziato a la-

vorare sul progetto? “Abbiamo iniziato a fare una cernita delle aziende interessate a partecipare e ad individuare i percorsi, gli itinerari del gusto insomma, che necessariamente si estenderanno oltre i confini di Firenze. Perché la Toscana in questa occasione deve presentarsi come un prodotto unico, così da esercitare la massima capacità di attrazione. Bisogna riuscire ad intercettare quanti vorranno approfittare della loro presenza in Italia per vedere altri luoghi a vivere altre esperienze. E in fondo Firenze dista solo un’ora e quaranta da Milano. Per questo abbiamo creato un gruppo di lavoro che rappresenta i vari settori merceologici più coinvolti dall’evento, come l’alimentare, l’alberghiero, le agenzie di viaggio e anche la promozione, che avrà un ruolo importante. Abbiamo pensato inoltre di creare per l’occasione un logo riconoscibile, che ci possa identificare, ma dobbiamo ancora lavorarci”. Pensate che l’Expo possa contribuire in modo determinante all’aumento delle presenze turistiche, sulla strada del mitico “tutto esaurito”? “In realtà l’Expo coinci-

de con un momento di normale stagione turistica per Firenze. Più che una sostanziale crescita numerica ci aspettiamo dunque uno sviluppo in termini di qualità. Speriamo di trovarci di fronte a una presenza più sensibile all’offerta del territorio e alla qualità italiana, disposta a spendere per questo. E confidiamo anche in soste più lunghe, che l’occasione spinga ad allungare la normale permanenza media”. Pronti alla sfida insomma. Ma Firenze sarà pronta? “Confido che ci si renda conto dell’opportunità che l’Expo rappresenta e si dia la possibilità di creare qualche evento particolare, di grande attrazione. Sono ad esempio diversi anni che ci piacerebbe realizzare la famosa

facciata michelangiolesca di San Lorenzo, ma non ci si riesce. Dobbiamo consentire al visitatore di poter vivere un’esperienza che vada oltre le classiche visite ai musei, accompagnarlo in un itinerario del gusto”. E il settore alberghiero come sta vivendo l’attesa? “Gli alberghi escono da un periodo piuttosto difficile e anche il primo trimestre di quest’anno non è andato benissimo. Il problema è poi che Firenze ha aumentato molto la sua capacità turistica, intesa come posti letto, e così siamo stati tutti costretti ad abbassare i prezzi, andando incontro però, come conseguenza, ad una diminuzione della marginalità e della capacità di investimento. Speriamo che l’Expo in questo ci dia una mano”.

Per sfruttare al massimo l’occasione offerta da Expo 2015 la Toscana deve presentarsi come un prodotto unico Beatrice Grassi


COVER STORY / EXPO 2015 - OPERAZIONE TOSCANA

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Expo 2015: un goal da segnare Un’occasione straordinaria per il Paese e per le imprese, per rilanciare il “sistema Italia” di Paolo Vannini, giornalista freelance

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iuseppe Oriana, presidente e Ceo di Montalbano Industria Agroalimentare spa e Montalbano Technology, fa parte del Comitato ristretto del Progetto Speciale Expo 2015 di Confindustria con l’incarico di promuovere, all’interno dell’intero sistema Confindustriale, la partecipazione delle imprese al Padiglione Italia. Già presidente per due mandati di Confindustria Pistoia e vice presidente di Confindustria Toscana, Oriana da tempo ha concentrato la sua azione sull’appuntamento di Milano. Oggi, ad un anno esatto dal via, è in grado di tirare un bilancio e di fare alcune previsioni. Dottor Oriana, tempo fa lei ha avuto modo di dire che Expo 2015 può cambiare il ciclo economico dalla stagnazione al rilancio. La pensa ancora così e perché? “Sì lo penso anche adesso,

Giuseppe Oriana

anzi, ne sono ancora più convinto dopo i tanti mesi di lavoro, in giro per l’Italia, a promuovere la manifestazione e a raccogliere indicazioni soprattutto da parte delle imprese. Credo che l’Expo possa essere uno straordinario evento per il Paese nel suo complesso ma un appuntamento decisivo per le stesse imprese. Un grande momento di rilancio del ‘sistema Italia’”. Qual è il messaggio che ha raccolto nel corso di questa sua esperienza? “Prima di tutto che facendo sistema si creano ottimi risultati. E ciò è possibile solo se si parte da un lavoro comune fra diversi soggetti, tenuti insieme da comuni interessi. Ho raccolto molte idee e creato un network su cose virtuose”. Questo “sistema” è nato per primo proprio in Toscana. E’ stata la nostra regione il prototipo anche per le altre. E’ così? “Esatto. In Toscana abbiamo messo in piedi quello che è poi diventato un modello anche per le altre regioni, partendo da un protocollo d’intesa, firmato nel 2012, con le Camere di commercio di tutte le province, per muoversi assieme e per non disperdere nessuna energia. Avendo la delega di Confindustria, mi mossi subito in quella direzione creando una stretta collaborazione con le associazioni datoriali, la Cassa di Risparmio

di Firenze, i sindacati. Capofila di questo comitato è la Regione, che ha seguito tutto il processo passo dopo passo, grazie all’impegno in prima persona dell’assessore alle Politiche agricole, Gianni Salvadori”. A che punto è l’organizzazione in Toscana? Come si pensa di ottenere il massimo delle ricadute da “Expo 2015”? “Esiste un coordinamento fra i vari territori, come in tutta Italia. Sostanzialmente il territorio è stato suddiviso in tre macro aree: quella di Firenze, la direttrice Prato-Pistoia-Lucca fino a Pisa, Livorno e la costa, l’area sud composta da Arezzo, Siena e Grosseto. Questo non per porre limitazioni geografiche ma per rendere più facile il coordinamento delle attività. Poi, ovviamente, ogni contesto cerca le sue valorizzazioni. Per esempio Siena con il palio, che si inserisce nel periodo dell’Expo, Arezzo con l’oro e i suoi maestri orafi, Pistoia con il vivaismo, Montecatini con il termalismo, Lucca che punta sulla musica e ancora i tanti borghi antichi e molto altro ancora. Il tutto arricchito dall’iniziativa ‘Fabbriche aperte’ e dalla sottolineatura delle grandi capacità manifatturiere della Toscana”. Come si stanno strutturando e attivando le diverse associazioni degli industriali? “Le Confindustrie territoriali sono costantemente informate sui bandi di Padiglione Italia così

come su tutte le attività. Il loro ruolo è fondamentale”. Esistono delle offerte particolari dalla Toscana per attrarre visitatori dell’Expo? Si pensa a settori merceologici in particolare? “Difficile parlare di settori specifici, piuttosto direi che saranno le buone idee a funzionare. Mi viene in mente quella dei percorsi ciclabili di Siena per un turismo ad hoc. Questa idea è piaciuta molto e immagino che possa avere successo. Altre ve ne saranno che potranno fare la differenza”. Le sembra che abbia funzionato, fino ad oggi, la collaborazione tra istituzioni pubbliche e privati? “Direi che la collaborazione fra pubblico e privato, anche in questo caso, fa la differenza fra i vari territori e li rende più o meno virtuosi. Faccio volentieri l’esempio di Brescia che da questo, come da altri punti di vista, ha dato ottimi risultati. Mi auguro che la Toscana faccia la sua parte”. Dottor Oriana, il mondo ci guarda: siamo pronti? “Arriveremo in tempo e faremo cose eccezionali. Penso che possa essere una grande occasione per invertire una tendenza, interrompere un meccanismo vizioso nel quale siamo precipitati, fatto di pessimismo e recessione”. E le tante polemiche nate intorno ad Expo 2015? “Fanno parte del gioco”.


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COVER STORY / EXPO 2015 - AREZZO, GROSSETO, SIENA

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Arezzo, Grosseto, Siena, l’unione fa la differenza Arte, storia, bellezze naturali, la forza delle imprese e una Toscana del sud con peculiarità uniche: una squadra vincente verso l’Expo 2015 di Mattia Cialini, giornalista “Arezzonotizie.it”

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ormeranno presto la Confidustria della Toscana Sud, ma ancora possono ragionare da singole Associazioni Industriali: Arezzo, Grosseto e Siena stanno così preparando il terreno per il grande appuntamento di Expo 2015. Ogni realtà con proposte specifiche, anche se la forza vera dovrà essere attinta dall’unione. Sono la Regione Toscana e Unioncamere Toscana a dover creare l’adeguato rapporto tra specifiche realtà territoriali per far marciare compatto il Granducato verso la manifestazione. Manca meno di un anno al

via dell’esposizione universale di Milano “Nutrire il pianeta Energia per la vita”, un tema che sollecita particolarmente la Toscana, terra “del buon vivere”, come la definisce il mantra degli amministratori regionali. “Non è solo un’immagine olografica di questa regione – aveva detto in occasione dell’adesione della Toscana a Expo 2015 il governatore Enrico Rossi –, ma riassume il fatto che la Toscana eccelle in tantissime cose”. E a proposito della compattezza del territorio, Rossi aveva precisato: “In occasione dell’Expo saremo sotto gli occhi del

mondo e in queste circostanze siamo capaci di fare bella figura. Come Toscana aderiamo convintamente, con tutto il nostro impegno. Sono convinto che la nostra regione farà sistema”. Sarà il David di Michelangelo (una copia) ad accogliere i visitatori – 20 milioni quelli stimati per l’intera esposizione – nello stand toscano da 240 mq allestito sotto la volta del Padiglione Italia. Quale ruolo interpreteranno le province di Arezzo, Grosseto e Siena? A pochi mesi dal via, provano a spiegarlo i direttori delle tre Associazioni Industriali provinciali.

“Dobbiamo arrivare pronti, dare l’immagine migliore di noi. E si può fare se c’è collegamento tra le parti, se la Toscana è coesa”, attacca Massimiliano Musmeci, che tiene il timone dell’associazione aretina. Arezzo ha già aderito al protocollo della regione Toscana e di Unioncamere? “Sì, attraverso la Camera di Commercio di Arezzo guidata dal presidente Andrea Sereni e dal vice Andrea Fabianelli”. Che ruolo gioca Confidustria? “Rilevante. Anzitutto Andrea Fabianelli è il presidente


COVER STORY / EXPO 2015 - AREZZO, GROSSETO, SIENA

degli Industriali di Arezzo. In secondo luogo la Camera di Commercio ha nominato quale coordinatore a livello territoriale del progetto, Giovanni Inghirami, già membro del Comitato Tecnico di Confindustria Nazionale per il ‘Progetto Speciale Expo 2015’. Inghirami, ex presidente dell’Associazione degli Industriali aretini, farà parte del gruppo di lavoro formato per sensibilizzare il Paese riguardo alla grande opportunità di crescita rappresentata dall’Expo. Ci sono altri referenti? “Giuseppe Oriana, presidente degli Industriali di Pistoia e componente del Comitato Tecnico Confederale degli Industriali per l’Expo”. Su cosa può scommettere Arezzo? “La Toscana dovrà giocare da squadra, ma ci sono temi fondamentali come l’agroalimentare, richiamato anche nel titolo dell’appuntamento, oppure il biomedicale, o ancora l’innova-

Antonio Capone

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Dalla Toscana a Milano, con l’alta velocità le distanze non sono più un problema

zione tecnologica, in cui Arezzo esprime realtà di particolare rilievo, trainanti. Un discorso a parte, poi, merita l’oreficeria. In un contesto di moda, lusso e stile non si può non far riferimento all’oro di Arezzo, sia in ambito toscano che nazionale. C’è poi la cornice in cui il nostro sistema produttivo è inserito, fatta di arte, storia, bellezze naturali. Un valore aggiunto”. Passiamo dunque all’incoming. Come portare i visitatori nell’Aretino? Nel protocollo regionale è prevista l’organizzazione di iniziative in grado di valorizzare percorsi turistici e con fabbriche aperte per mostrare la capacità industriale del territorio. “Non si tratta solo di attrarre visitatori in Toscana giunti in Italia per via dell’Expo, quanto quello di attrarre in Toscana visitatori e proporre contestualmente una visita all’Expo. Occorre ribaltare il ragionamento. Grazie

all’alta velocità, Firenze e Milano sono collegate in un’ora e quaranta minuti. Occorre trovare la formula migliore, poi, per rendere tutte le parti della Toscana appetibili, con percorsi tagliati su misura per il tipo di visitatori e, magari, possibili imprenditori interessati ad investire. Tra l’altro è stata lanciata una ‘call for ideas’ per meglio promuovere idee e iniziative che sappiano valorizzare eccellenze e capacità di innovazione della regione. Infine c’è il bando regionale per un tour operator unico per la Toscana”. Antonio Capone, direttore dell’Associazione Industriali di Grosseto, sollecita la Regione Toscana che si sta occupando del coordinamento. “Ormai i tempi stringono – dice – la Puglia, ad esempio, si è già portata molto in avanti coi lavori. Dovremmo cercare di fare altrettanto”. Direttore, a che punto siamo coi lavori?

Il David di Michelangelo accoglierà i visitatori del Padiglione Toscana, un simbolo dell’eccellenza nell’arte

Massimiliano Musmeci

“Dal mio punto di vista, piuttosto indietro”. Cosa è stato fatto e cosa manca ancora? “Sia in provincia di Siena, che in generale nei territori della Toscana del sud è stata fatta molta attività divulgativa. Dal meeting dello scorso anno al resort La Bagnaia, in provincia di Siena, l’attenzione sul tema, da parte di Confindustria, è alta. Sono stati organizzati altri convegni, altri se ne terranno, da parte anche di altre associazioni. Adesso serve coordinamento. L’Expo è un treno cruciale per il nostro paese e per la nostra regione, non va assolutamente perso. Non ripasserà”. Su cosa deve essere focalizzata l’attenzione? “Outcoming e incoming. Va curato ogni aspetto. E deve essere fatto sotto la supervisione regionale. La Toscana deve presentarsi unita, dare un’immagine coerente. Altrimenti le singole realtà provinciali non


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COVER STORY / EXPO 2015 - AREZZO, GROSSETO, SIENA

Turismo, nautica, agroalimentare, per la Toscana del sud molti gli assi da giocare

Piero Ricci

avranno la forza necessaria per fare promozioni territoriali scollegate. Oltretutto sarebbe poco produttivo”. La somma delle parti non restituisce il valore della Toscana intera. “Esatto. Una promozione diversa avrebbe poco senso. Per quanto riguarda il periodo dell’Expo non ci aspettiamo turismo classico. Occorre studiare dei programmi business, particolari per il tipo di visitatori che possono essere interessati al nostro territorio. E poi, dato il tema della manifestazione, la Toscana ha tanti assi da poter giocare. Il problema reale, a questo punto, è il passaggio tra il dire e il fare. Trasformare queste intenzioni in azioni concrete”. La Maremma sul tema “Nutrire il pianeta” ha tanto da poter offrire. “La nostra provincia può vantare un tessuto produttivo che si inserisce in un contesto

naturale e culturale invidiabile. Un’unione perfetta. Ci sono poi tre ambiti, quello turistico, quello nautico e quello agroalimentare, per i quali la Maremma è particolarmente vocata. Ecco su cosa dobbiamo scommettere”. Dare l’ultima pennellata dell’affresco della Toscana del sud compete a Piero Ricci, direttore di Confindustria Siena. Direttore, in vista dell’Expo la Toscana occuperà un posto chiave nel Padiglione Italia. Come procedono, secondo lei, i lavori di avvicinamento alla manifestazione? “Tutta la bontà del lavoro si gioca nelle prossime settimane. Mancano pochi mesi all’evento, forse stiamo arrivando con un po’ di ritardo. Ci vorrebbero idee più chiare dal punto di vista dell’incoming. L’Expo è un’occasione unica per le nostre aziende. Occorre coordinarsi per gestire al meglio il flusso di turisti. E bisogna fare un’ottima pro-

mozione della Toscana nei paesi emergenti”. Anche Siena ha aderito al protocollo di Regione e Unioncamere. “Le singole province collaborano, ma la vera forza motrice deve essere al centro, non può essere delegata alle periferie territoriali. Certamente a Siena c’è coordinamento tra associazioni di categoria e Camera di commercio”. Il tema è “Nutrire il pianeta”. Il settore agroalimentare è la chiave dell’appuntamento: i punti di forza di Siena? “La nostra città e tutta la provincia si candidano fortemente per le eccellenze enogastronomiche che discendono dalla nostra storia contadina. I prodotti senesi e toscani in generale rappresentano una ricchezza che va tutelata e adeguatamente promossa. Il tema legato dell’Expo è strettamente legato alla ’tuscan way of life’, se vogliamo”. Nel Padiglione Toscana sarà ospitata una copia del David di Michelangelo: le piace come scelta per rappresentare la Regione? C’è un simbolo che rappresenterà Siena all’Expo? “Il David è simbolo dell’eccellenza nell’arte. Capolavoro

assoluto, conosciuto nel mondo. Una scelta condivisibile, anche se sarebbe stata più opportuna una maggiore condivisione. Per Siena non è stato individuato un simbolo specifico. C’è da dire anche che se la Toscana vuole presentarsi unita, con un’immagine coerente all’esposizione, eccessive specificità possono essere controproducenti. D’altro canto voglio sperare che non ci si fermi ad una promozione Firenze-centrica. La Toscana del Sud, ad esempio, ha delle caratteristiche peculiari e omogenee e andrebbe proposta attraverso percorsi specifici. Siena, Arezzo, Grosseto sono luoghi ricchi di storia, cultura, abilità artigiane e agricole. Territori legati al turismo della buona vita perché ci sono il mare, la campagna, la montagna. La speranza è quella di recuperare terreno, se siamo un po’ indietro in vista del 2015. La nostra è una cultura legata al territorio. Prendiamo il vino: dal Chianti, al Brunello di Montalcino, passando per il Morellino di Scansano. Prodotti che riflettono le qualità di una terra, i saperi di chi la abita. Stiamo parlando, a mio modesto parere, dei luoghi più belli del mondo. E allora: sfruttiamo l’occasione dell’Expo”.

Passa dalla tuscan way of life la strada Toscana per l’Expo


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COVER STORY / EXPO 2015 - LIVORNO

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Expo 2015, una partita tutta da giocare Dal patrimonio industriale alle bellezze naturali, integrazione e sinergia per competere sui mercati esteri: work in progress verso la ripresa di Annarosa Pacini direttore IES - Industria e Sviluppo

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xpo 2015, più che un evento, una visione. La visione, grande, del valore dell’impresa italiana, della sua possibilità di competere sui mercati globali. Un’impresa che, dalla grande alla piccola, ha fatto la storia del nostro paese. E si distingue, di regione in regione, con peculiarità inimitabili. E’ questo il caso della Toscana, il cui “made in” si distingue nel mondo. Di provincia in provincia, un viaggio alla scoperta. “L’inventiva, le bellezze naturali, artistiche e culturali, senza dimenticare il nostro prezioso patrimonio industriale”, ricorda Umberto Paoletti, direttore di Confindustria Livorno,“sono i punti di forza di una regione capace di conciliare tradizione e innovazione”. Punti di forza che si ritrova-

no anche nell’area livornese. Ma da soli non bastano. Occorre la creazione di condizioni capaci di sostenere le imprese, unico vero baluardo contro la crisi. Expo 2015, ovvero la Toscana nel mondo. Qual’e’ il ruolo, attuale e auspicato, dell’internazionalizzazione, per le imprese della provincia di Livorno? “L’internazionalizzazione svolge un ruolo indubbiamente importante per il consolidamento e lo sviluppo delle imprese. Ci sono diversi studi sugli effetti positivi dell’internazionalizzazione sul fatturato aziendale, che dimostrano che l’espansione in nuovi mercati rappresenta una valida opportunità per uscire dall’impasse determinata dal perdurare della crisi economica.

Le piccole e medie imprese industriali della nostra provincia hanno avuto storicamente una scarsa propensione all’internazionalizzazione, a causa principalmente della tipologia della propria attività, ovvero di produzione di beni e servizi intermedi, non destinati quindi al consumatore finale, bensì ad aziende industriali che hanno già una propria rete di relazioni e di fornitori, un mercato quindi molto più difficile da aggredire”. Questo accade ancora oggi? “In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento considerevole dell’interesse delle nostre imprese, anche di piccole dimensioni, verso l’internazionalizzazione, anche grazie all’implementazione di un servizio di assistenza più struttu-

rato all’interno di Confindustria Livorno, che ha istituito uno ‘Sportello Internazionalizzazione e Reti d’Imprese’: attraverso un network di collaborazioni con esperti del Sistema Confindustria e con enti ed istituti di rilevanza nazionale ed internazionale, possiamo supportare le aziende nel processo di internazionalizzazione, che sempre più spesso passa anche attraverso forme di aggregazione come le Reti d’Imprese, che favoriscono l’integrazione e la sinergia delle competenze aziendali e ne aumentano la competitività sui mercati esteri”. Sulla base della vostra esperienza, le manifestazioni come Expo 2015, ma anche di dimensioni più piccole e meno internazionali, aiutano il business dell’impresa?


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Come? “Expo 2015 è, come noto, un’esposizione universale in cui è preponderante l’aspetto dell’immagine e dei messaggi che il Paese intende comunicare sui temi dell’Expo, rispetto alla parte commerciale tipica delle fiere espositive. Sarà dunque un’eccellente vetrina per tutti i settori del made in Italy, in cui il nostro Paese potrà mettere in mostra le proprie eccellenze, nel campo dell’innovazione e della ricerca, ma anche delle bellezze paesaggistiche e naturali, favorendo dunque l’attrazione turistica. Le opportunità concrete per le imprese sono innanzitutto quelle derivanti dalla possibilità di partecipare alle gare per lavori, servizi e forniture per la costruzione del polo espositivo di Expo, del Padiglione Italia ed anche dei Padiglioni dei Paesi stranieri: per questo Confindustria ha lavorato con Expo alla progettazione di un ‘Catalogo fornitori’, al quale i Paesi partecipanti all’esposizione potranno attingere per ricercare i servizi di cui necessitano. Ovviamente, in considerazione della dimensione degli importi degli appalti, la costituzione di reti d’impresa è considerata, anche in questo caso,

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Dalle reti di impresa più possibilità per le imprese che accettano la sfida dell’Expo

auspicabile e fondamentale. Le altre opportunità sono legate all’arrivo di venti milioni di visitatori, di cui un terzo stranieri, con una ricaduta in termini di valore aggiunto per il settore turistico stimata in oltre 4,8 miliardi di euro. La Toscana ha decisamente delle ottime carte da giocare per attrarre una parte di queste presenze sul proprio territorio…”. Il presidente Squinzi lo ha definito il primo grande appuntamento per uscire dalla crisi. Sicuramente un appuntamento importante. A cui devono affiancarsi molte altre iniziative. Quali potrebbero essere, a suo avviso, e in quali ambiti? “Expo 2015 rappresenta un’eccezionale opportunità di

Dal passato al futuro, è nella sue molteplici sfaccettature la forza dell’impresa toscana nel mondo

promozione internazionale per valorizzare le eccellenze e le imprese del nostro Paese. Ma non possiamo pensare che un singolo evento, seppure di tale risonanza, possa risollevare il tasso di crescita della produttività dell’economia italiana. Per far questo, occorrerebbero riforme strutturali del nostro sistema Paese ed una politica industriale lungimirante”. Osservando nel quotidiano la vita delle imprese, se dovesse elencare almeno tre nodi da sciogliere, per la ripresa, quali indicherebbe? “Sicuramente fisco, burocrazia, costo del lavoro pagato dalle aziende e, in generale, la mancanza di un atteggiamento favorevole al fare impresa”. L’area livornese ha a disposizione molte risorse, sia da un punto di vista territoriale che imprenditoriale. A volte gli aspetti positivi e i punti di forza sembrano passare in secondo piano, eppure ci sono... “La tradizione industriale resta basilare punto di forza per l’economia della provincia. Le grandi industrie manifatturiere e la rete di PMI, sono gli assi portanti del nostro sistema produttivo e bacini occupazionali di portata ineguagliabile. Il territorio dispone inoltre di un importante ‘network logistico’, con il Porto di Livorno che, grazie al completamento dell’autostrada tirrenica e all’alta

Umberto Paoletti

velocità, può diventare porta di accesso privilegiata delle merci dirette verso il nord Italia e l’Europa. Nel panorama dell’economia marittima, oltre al settore della logistica portuale, anche il comparto della nautica costituisce un importante punto di forza del nostro territorio: l’integrazione tra cantieristica e porti turistici rappresenta una formidabile occasione di sviluppo. Infine, la straordinaria bellezza della nostra costa e dell’Arcipelago, che offrono eccezionali opportunità di sviluppo dell’industria turistica”. Per un Expo della Toscana nel mondo, quale potrebbe essere lo slogan da adottare? “Dovrebbe evidenziare il connubio delle diverse anime della nostra splendida regione, fra passato, presente e futuro: l’inventiva, le bellezze naturali, artistiche e culturali, senza dimenticare il nostro prezioso patrimonio industriale”.


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La forza dell’impresa toscana alla prova dei fatti La strada verso l’Expo parte da lontano, e non si ferma a Milano. Nasce dalla storia e dalle specificità dei territori e, forte delle sue qualità, va verso il mondo di Giuseppe Nigro, direttore “Sienafree.it”

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niziative, programmi, aspettative: il sistema delle imprese si muove per non lasciarsi trovare senza vele spiegate per prendere tutta la ventata di interesse e interessi che porterà, anche lontano da Milano, Expo 2015. Non ci si può permettere che la solita burocrazia o limiti di visione degli imprenditori la rendano un’occasione persa. “Ci sono troppi interlocutori, quando si allunga la catena e si metto-

no di mezzo troppe persone, nascono le pastoie. La promozione di Expo 2015 è stata affidata alle Regioni, che nel nostro caso ha affidato a sua volta le singole Camere di commercio, l’interlocutore per tutte le realtà locali. Poi, siamo ad aprile 2014 e la Regione Toscana ancora non ha stanziato il budget su cui poter fare affidamento per attività anche di promozione”. A parlare è Andrea Tempestini, vicepresidente dell’Unione Industriali di

Prato. Che con fare costruttivo guarda a quello che ancora manca: “La Regione Toscana deve esporsi e dire quante risorse mette a disposizione delle Camere di commercio che sulla base di questo possano decidere quali eventi portare avanti e quali no. Poi ci deve essere una informazione più capillare e pregnante su cosa è Expo e cosa può portare. A oggi non saprei da chi andare per chiedere informazioni

su Expo: le opportunità e i costi”. L’opportunità è evidentemente quella di vetrina mondiale, un traino a cui agganciare l’economia locale: “Parliamo soprattutto di un traino indiretto, è come accendere un faro nella notte e permettere alle persone di vedere meglio cosa avviene. Siccome tutto il mondo sta guardando il fascio di luce, all’interno del fascio di luce vorremo mettere in evidenza l’economia pratese, le


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sue qualità, il distretto tessile, cosa significa per sé e per il mondo e altre peculiarità della città anche al di fuori del distretto tessile. Sfruttando la grande attenzione da parte del mondo per Expo 2015, vogliamo comunicare la città di Prato nelle sue componenti economiche, compresa l’offerta turistica ed enogastronomica. Venendo a conoscenza anche della realtà pratese e di quello che può offrire, la gente di Expo può trarne interesse, venire a visitare e rendersi conto che il prodotto fatto a Prato lo ritrovano in tutte le case di alta moda”. L’alta moda, ovvero dove Prato c’è ma non si vede: “Noi abbiamo un difetto: non facciamo un prodotto finito bensì un semilavorato, ma è quel semilavorato che permette agli stilisti di fare grandissime collezioni. Da qui il legame molto più stretto che cerchiamo di fare con Pitti, voler camminare insieme per dire che non siamo una realtà distinta dalla moda, abbiamo un percorso comune”. Per Prato l’obiettivo, per i risultati attesi dopo Expo, è innanzi tutto una corretta comunicazione di se stessa. “Expo avrà dovuto portare una percezione da parte del mondo che Prato non è

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Dall’industria specialistica al turismo passando per l’enogastronomia: è nella qualità del fare e delle risorse umane il punto di forza dell’impresa toscana solo una cosa per cui è conosciuta, ovvero l’illegalità diffusa legata a una comunità extraeuropea – dice Tempestini –. Ma invece che è un distretto tecnico che fa ricerca e sviluppo e questo è il vero motore su cui si basa la moda internazionale. Per noi è una grande occasione per poterlo dire. E poi, facendo leva sulla vicinanza fisica, non sarebbe male far visitare Prato a una parte anche minima, anche il dieci per cento, del flusso di visitatori di Firenze”. Ecco quindi il cartellone di iniziative, quasi tutte già pronte o quasi: “La Camera di commercio sta facendo un ottimo lavoro con le altre componenti cittadine, si è già attivata con incontri sulla progettazione di interventi, concentrandosi molto sul fatto di avere una pre-

senza fisica all’interno di Expo, un luogo fisico in cui presentiamo Prato in tutte le sue componenti: il distretto tecnico, la realtà enogastronomica e le attrazioni per il turismo. Questo perché la città ha ritenuto più importante essere fisicamente a Milano piuttosto che trascinare fisicamente i visitatori di Expo da Milano a Prato, lungo la direttrice del mare indicata dalla Regione una volta portata la persona a Firenze. Secondo noi è più efficace essere noi ad andare all’Expo a raccontare chi siamo, facendo vedere anche il recupero della manodopera e dell’artigianato nella nostra città. E poi vorremmo fare eventi tipo fabbriche aperte, eventi in cui alcune realtà di livello staranno aperte per i visitatori che verranno a Prato”.

Per cogliere l’occasione offerta dall’Expo è necessario evitare strettoie burocratiche: una“malattia” che ancora troppo affligge il paese

Andrea Tempestini

“Siamo certi di offrire turisticamente parlando un prodotto molto interessante, che si lega tantissimo al tema dell’Expo”, dice a pochi chilometri di distanza Massimo Puccinelli, delegato Confindustria alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Pistoia: “Dai dati che noi abbiamo, quelli pubblicati dalla Bocconi, si parla di un impulso notevole all’economia italiana, un impatto di 25 miliardi di euro, duecentomila posti di lavoro nel nord dell’Italia – spiega –. Per il Paese c’è un’aspettativa enorme, e anche noi ci aspettiamo che la nostra provincia riesca a intercettare parte dei soldi di cui parlano gli studi”. Il percorso scelto qua per evitare intoppi burocratici è all’insegna della collaborazione tra categorie, con misure già delineate: “Le pastoie buro-


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Perchè l’economia decolli, le infrastrutture restano un punto cruciale per tutta la Toscana

cratiche sono quelle di cui il nostro paese è malato e che difficilmente verranno superate con Expo 2015. Noi come provincia, e come associazione in primo luogo, insieme alla Camera di commercio cercheremo di creare una sinergia tra tutte le associazioni del territorio. Col supporto di tutte le associazioni di categoria, non solo attività legate al turismo, stiamo lavorando alla realizzazione di un portale di tutte le imprese pistoiesi per far conoscere in particolare il tessuto produttivo locale con la speranza di aprire una strada del business. A questo vogliamo aggiungere anche quegli eventi culturali e artistici che abbiamo già nel nostro territorio. Si creeranno una serie di percorsi turistici particolari in modo che chi venga dal resto del mondo trovi un percorso integrato con le attività produttive locali. L’idea è creare una sorta di fabbriche aperte, una vetrina per gli uomini di affari che vengono a Expo, permettendo loro di entrare nel mondo delle fabbriche lungo il percorso turistico pensato per loro”. Tante le eccellenze che così verranno messe in vetrina: “Nella nostra provincia abbiamo attività di prim’ordine come il vivaismo (primi

a livello mondiale), il comparto del mobile, il comparto alimentare: non mancano occasioni per creare percorsi turistici legati al business – dice Puccinelli –. Abbiamo un comparto termale tra i primi al mondo tra Montecatini e Monsummano. Abbiamo un comparto dello sport e del naturale di eccellenza sull’Abetone, che si è rinnovato negli ultimi anni proprio in funzione di Expo 2015. A questo comparto può essere legato il più grande cratere d’Europa, il Padule di Fucecchio, uno dei più grandi parchi naturali con percorsi trekking e bike. Abbiamo strutture culturali di grande fascino, e non dimentichiamo che la nostra provincia è la casa di Pinocchio, il cui brand è il più visto nel mondo. Nell’alimentare poi abbiamo i percorsi dell’olio e

Fabbriche aperte tra gli eventi che, in tutta la regione, accompagneranno il periodo dell’Expo

del vino, la produzione dei sottolii nel Montalbano. Ci manca il mare, poi abbiamo tutto”. E buona parte del lavoro è già in corso: “Sul portale stiamo già lavorando, i pacchetti turistici li abbiamo individuati, 4-5 percorsi che attraverseranno in lungo e in largo la nostra provincia. Il sistema con le attività culturali e di spettacolo verrà fatto in un secondo momento. La Regione Toscana sarà presente nel Padiglione Italia tutto il mese dell’inaugurazione, con un’area molto vasta: l’ipotesi di un soggetto unico sul fronte turistico per promuovere l’offerta deve essere studiata nei particolari”. Quali risultati Pistoia si aspetta, o auspica, di ritrovarsi in mano finito Expo 2015? “L’obiettivo primario è la vetrina. Su cosa succederà dopo, gli studi in nostro pos-

sesso dimostrano che dopo Expo c’è un’onda lunga di business, è lo spunto per poi ritornare. Come provincia ci aspettiamo tanta visibilità: abbiamo una grandissima e bella provincia, super organizzata e professionale, con aziende importanti, però onestamente ci manca la visibilità. Per questo mi aspetto che questo grande evento internazionale lasci un segno. Che la gente pensi alla provincia di Pistoia quando parla di Pinocchio, per esempio. E poi onestamente mi auguro che ci lasci anche, come è successo ovunque, un’eredità di infrastrutture che ci permettano di decollare come provincia. Mi auguro che la nostra Regione da qui al 2015 riesca a organizzare infrastrutture permanenti per rilanciare la nostra provincia. Siamo ben collegati con i mezzi su gomma, abbiamo due aeroporti vicino, il treno potrebbe essere migliorato”. Ma per arrivare ai risultati di domani serve il lavoro di oggi: “Ci vuole spirito di sacrificio di tutti i soggetti che fanno parte delle associazioni, lavorare tutti insieme, ‘stare tutti insieme per fare sistema’ come dice il nostro slogan, per essere vincenti e sfruttare tutti insieme questa carta”.


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Expo 2015, una rotta che porta lontano Un’occasione per trovare nuovo sprint, puntando sul valore primario dell’impresa e del lavoro italiano, qualità e creatività di Manuela Villimburgo, giornalista, collaboratrice “Il Sole 24 Ore”

S

e la bellezza, i sapori autentici, l’ecoturismo, il buon vivere sono la promessa toscana ai dieci milioni di visitatori stranieri che entreranno in Italia per la porta dell’Expo, la Lunigiana, le Apuane, la Garfagnana, la Versilia e la Lucchesia sanno di avere tanto da dire e da mostrare. Qui, come probabilmente in tutti i territori italiani, la parola immediatamente collegata all’evento del 2015 è – non occorre pensarci – opportunità. Ma come fare a coglierla? Come riuscire ad andare oltre lo spot,

oltre la mega-suggestione che la Regione e il suo braccio del marketing, Toscana Promozione, stanno allestendo per catturare l’attenzione del pubblico? Per le imprese delle province di Massa Carrara e di Lucca tutto il 2014 si trasforma in un cantiere di proposte e di relazioni tra operatori. Perché è chiaro a tutti che la mossa da fare, e subito, è quella di tessere e programmare occasioni di incontro possibilmente specifiche e settoriali con buyer, investitori, professionisti, reti d’impresa, istituzioni, associazioni di altri paesi.

Per Franca Severini, imprenditrice e delegata per Expo 2015 di Assindustria Lucca, è la fase delle riunioni preliminari con imprese e istituzioni. A che punto è la definizione dei progetti territoriali? “L’immediato interlocutore, oltre a Toscana Promozione, è la Camera di commercio provinciale che abbiamo già incontrato. Abbiamo naturalmente condiviso l’intento di fondo: dare risalto alla ricchissima storia della nostra regione e al nostro stile di vita che certamente ci avvantaggia, stante il tema dell’Expo - Nutrire il pianeta,

energie per la vita. Ma, come ha sottolineato per primo l’assessore Salvadori, delegato regionale per l’evento, rappresentare la Toscana in poco tempo e nel mare magno delle sollecitazioni che tutte le regioni lanceranno nella kermesse non è per nulla semplice”. Da dove intendete partire per affrontare questa sfida di comunicazione? “Una volta chiarito che il tempo medio di sosta di un visitatore in tutto lo spazio di 250 metri quadri occupato dalla Toscana all’interno del padiglione Italia ammonterà a qualche mi-


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nuto, ecco che è fondamentale esaminare e valutare tutti i punti di forza del nostro territorio, i fattori strategici, per tradurli in pochi ma efficaci simboli. Ma non vogliamo certo fare un lavoro di scenografia: non è il nostro compito e non porterebbe risultati solidi e duraturi”. E dunque? “Se ci facciamo guidare dalle nostre eccellenze non potremo mancare l’obiettivo. A partire dal distretto cartario che nella provincia di Lucca vanta la più alta concentrazione di imprese in Europa, e con livelli di innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale tali da offrirci su un piatto d’argento un esempio nazionale e internazionale di integrazione tra economia e natura. Non a caso nella nostra provincia accanto allo sviluppo industriale convive e cresce anche il settore turistico”. Vediamoli uno alla volta. Come portare il cartario, la sua innovatività e sostenibilità in uno stand fieristico? Quale suggestione può essere vincente in termini di attrattività? “Credo che un’efficace rappresentazione possa essere la nostra produzione di riciclati per l’arredo, sviluppata grazie all’attività di ricerca e trasferimento tecnologico, come quella svolta da Lucense di Lucca che ha aperto, tra l’altro, la strada dell’ideazione, lo studio e la

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Franca Severini

Innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale punte di diamante dello sviluppo industriale sperimentazione di usi innovativi del cartone, nel settore degli allestimenti dell’arredo di interni”. E il turismo? “Il turismo sostenibile che caratterizza la nostra campagna e la nostra costa è un esempio di come sia possibile dare valore al paesaggio coniugando natura, cultura, produzioni enogastronomiche fedeli al territorio, facendone una leva per l’occupazione e l’economia del territorio. Se la Toscana è una regione dell’anima, Lucca è uno dei suoi gioielli più preziosi. Qui vive una vocazione innata alla bellezza che si manifesta nella musica, nell’arte e appunto nella natura che, da sola, raggiunge primati di eccellenza in fatto di biodiversità”.

Per esempio? “Secondo una recente rilevazione statistica, l’area toscana ampia circa 10 chilometri quadrati più ricca di biodiversità è una superficie in provincia di Lucca e a cavallo con quella di Massa Carrara che comprende il Lago di Porta a sud e le pendici delle Apuane a nord. Quest’area può essere definita l’Arca della Toscana, con ben 139 specie diverse e che è localizzabile intorno alla cittadina di Montignoso. Ma oltre alla vegetazione spontanea, Lucca vanta un indice record nel verde urbano risultando al primo posto della classifica stilata da Ecosistema Legambiente fra le 102 città italiane con 53 metri quadrati a disposizione di ogni cittadino.

La cultura dei sapori e del buon vivere, fiore all’occhiello dei territori toscani

E sul piano simbolico, come rappresentare tutto questo? Stiamo prendendo in considerazione l’ipotesi di portare all’Expo il nostro più grande testimonial, Giacomo Puccini che da solo riassume un territorio e una vocazione internazionale. Non a caso Assindustria ha contribuito a suo tempo alla ristrutturazione dei luoghi natali a Lucca, oltre che a sostenere la realizzazione della statua del suo concittadino più illustre. Ma oltre alla cultura musicale, la nostra provincia non può dimenticare quella dei sapori e del buon vivere. Solo percorrendo la Strada del Vino e dell’Olio di Lucca, Montecarlo e Versilia, si viene a contatto con uno straordinario paniere di tipicità di alta qualità. Dai vini di Montecarlo e delle Colline Lucchesi all’olio extravergine di oliva, dai pani dei maestri fornai di Altopascio alle produzioni artigianali di alta norcineria di Gombitelli e dei casari di montagna, ai raffinati piatti a base di pesce della Versilia, nonché le qualificate produzioni ortofrutticole e floricole. Il tutto collegato alla apprezzata rete di ospitalità costituita dai nostri hotels, agriturismi, ristoranti e ville, diffusi nelle città d’arte, come nei borghi storici o sul mare. Ma, aldilà dell’allestimento dello spazio della Toscana che accoglierà i visitatori nel primo mese di Expo, i diversi territo-


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Servono condizioni che consentano alle PMI di operare al meglio, o l’effetto Expo non durerà a lungo

Giancarlo Tonini

ri attendono la definizione da parte della Regione del soggetto unico al quale fare riferimento per programmare e organizzare incontri mirati con imprenditori, professionisti, enti ed opinion leader provenienti da tutto il mondo, nel corso di tutti i sei mesi di durata dell’evento”. Come sottolinea anche Giancarlo Tonini, vicepresidente dell’Associazione Industriali di Massa Carrara e imprenditore del settore lapideo che presiede il comitato paritetico nazionale del settore: “Gli incontri mirati e le specifiche iniziative che intendiamo costruire sono il cuore dell’Expo. E’ in quelle sedi che gli operatori dei diversi settori della nostra economia potranno portare concretamente le proprie unicità all’attenzione dei paesi presenti”. Come intendete dare seguito ai momenti di contatto milanesi? “Siamo ancora alla fase

preliminare dell’organizzazione e inoltre dobbiamo fare i conti con il problema delle risorse. Non dimentichiamo che le imprese sono da tempo vittime di una pressione fiscale e burocratica senza precedenti che ne limita i movimenti. Tuttavia come Assoindustria abbiamo chiaro l’obiettivo legato all’Expo, vale a dire riuscire a intercettare interlocutori da invitare e accompagnare successivamente direttamente nel territorio, a contatto con le nostre eccellenze. Per farlo occorre mettere a punto un coordinamento tra i momenti dell’Expo e un’accurata attività di incoming, avvalendoci di un lavoro sinergico con l’Ice e le Ambasciate. Naturalmente, bisognerà anche mettere in piedi degli accordi sul piano infrastrutturale per incentivare e facilitare le visite nella nostra provincia. Pensiamo a pacchetti realizzati in collaborazione con imprese di trasporto su gomma

Risorse umane e qualità, un punto di forza delle produzioni toscane

e su rotaia”. Quali sono i punti di forza del territorio sui quali contate di attrarre gli operatori esteri? “Oltre al lapideo, il settore metalmeccanico, che è strettamente legato al primo, nonché il turismo che fa leva su una natura straordinaria, sia sulla costa che sulle nostre suggestive montagne. Certamente un terzo del prodotto interno lordo della provincia deriva dal settore del marmo e dalle attività collegate, tanto che quasi ogni famiglia di Carrara ha almeno un componente che lavora nel settore. Esiste poi un indotto e un’intera filiera che va dai commercianti ai camionisti, dai laboratori che trasformano alle aziende che producono macchinari e attrezzature. E’ grazie a questo articolata economia che la provincia ha potuto contrastare la crisi, compensando sui mercati internazionali il fattu-

rato venuto meno sul fronte interno, specie a causa del blocco dell’edilizia”. Quindi l’Expo ha buone possibilità di far bene al lapideo? “L’industria del marmo sta mostrando una grande forza di attrazione nei confronti dell’estero. Il 2013 ha visto ottimi risultati negli Stati Uniti. Anche il mercato cinese è cresciuto, così come il Nord Africa e il Medio Oriente. L’importante è che questa tendenza favorevole non venga annullata da pesanti fattori negativi che affliggono il settore. A cominciare dalla concorrenza sleale di quei paesi che non devono fare i conti con le nostre problematiche, che vanno dai costi del carburante a quelli dell’energia fino alla totale assenza di sgravi fiscali legati alle assunzioni. Ed è per questo che possono praticare prezzi al ribasso. La carta da giocare, indipendentemente dall’Expo, oltre al nostro materiale che è ormai un vero e proprio marchio nel mondo, è la nostra manodopera che rappresenta sempre un valore aggiunto su cui dobbiamo puntare ed investire. Non c’è dubbio, i lavorati fatti in loco sono i migliori e dobbiamo essere noi per primi a ricordarcelo. Il fatto è che nonostante i tanti proclami a sostegno delle imprese, le aziende sono sole e sopraffatte da tanta burocrazia. Una battaglia questa in cui siamo fortemente impegnati”.


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SPECIALE PELLETTERIA

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L’artigianato è arte e l’arte è artigianato Nella regione delle eccellenze, è sempre la qualità della risorsa “uomo” a fare la differenza

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uando è stato presentato il bozzetto della copertina del numero di “IES” su Expo 2015, si poteva solo pensare che i toscani sono fortunati perché questa regione è veramente terra di eccellenze. Il prossimo anno, per tutto il periodo dell’Expo 2015, milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo avranno la possibilità d’incontrare o di rincontrare l’Italia e, nel paese di “’O sole mio”,visitare le terre di Toscana sarà come raggiungere le vette himalayane delle eccellenze. Si poteva guardare la copertina con gratitudine e commozione: gratitudine per aver avuto la fortuna di essere in Toscana, commozione perché il grafico con poche immagini aveva raccontato la storia, passata e presente, di questa regione. Il David di Piazza della Signoria a Firenze; Siena con la storica corsa del Palio, la cucina, l’oro e i gioielli, l’uva ed il vino, la pelletteria. Su questo numero i lettori trovano uno Speciale sulla pelletteria: l’evento

è della metà del mese di giugno, ma trattandosi di un’eccellenza si è deciso di riproporlo anche ad evento concluso. In occasione del 60mo anniversario di Pitti , Firenze ha ospitato un allestimento di artisti, artigiani e professionisti del Fashion: “My Vintage Academy”. Franco Baccani, imprenditore tra i più conosciuti del settore e presidente degli industriali fiorentini della pelletteria ha usato, nella circostanza, l’espressione “far toccare con mano le eccellenze”, in questo caso della pelletteria fiorentina, sinonimo di lusso. Sempre Baccani ne spiega il punto di forza: “siamo stati e siamo capaci di saper coniugare perfettamente la tecnologia moderna con la vera artigianalità” per poi concludere “La macchina è uno strumento che garantisce un processo produttivo più rapido, ma l’artigianalità è sempre al primo posto”. Quando da tutto il mondo verranno a Firenze i visitatori si accorgeranno che qui, da che mondo è mondo, l’artigianato è arte e l’arte è artigianato.

Nelle foto, alcune fasi del processo di lavorazione della pelle di pitone

Coordinatore editoriale IES


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Via Bernini,35 - 56022 Castelfranco di Sotto Tel. 0571/480713 - mail info@mimar2010.it

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Sanità e scienze della vita: innovazione e conoscenza per lo sviluppo Firenze per tre giorni vetrina italiana di start-up innovative e centri di ricerca per cominciare a fare sistema e valorizzare la collaborazione tra gli attori del settore

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are sistema e promuovere la collaborazione tra imprese, start-up innovative, centri di ricerca e altri operatori del settore delle Scienze della vita. Questo l’obiettivo del “Meet in Italy for Life Sciences”, il primo evento nazionale dedicato al settore, che si è recentemente svolto a Firenze e ha visto in due giorni oltre 670 incontri B2B, nati per creare visibilità e opportunità internazionali a piccole realtà innovative con ancora troppe difficoltà a svilupparsi e a trovare sostegni. Eppure solo nel settore dei dispositivi medici sono state censite in Italia oltre 214 start-up, di cui il 67 per cento sono spin-off della ricerca pubblica e solo il 3 per cento aziende preesistenti, mentre il restante 30 per cento deriva da spinoff aziendali atipici, ovvero da attività di ricerca da parte di aziende consolidate. Quasi il 60 per cento di queste è concentrato in EmiliaRomagna e Lombardia, seguite da Toscana (oltre 30) e Piemonte e quasi il 30 per cento opera nella diagnostica in vitro, mentre il 45 per cento si occupa di biomedicale strumentale. La partecipata manifestazione è stata organizzata da Confindustria Toscana, contact point dell’Enterprise Europe Network, insieme al Distretto Toscano Scienze della Vita, Assobiomedica,

Assolombarda, Sviluppo Lazio, Assobiotec e Farmindustria, con il patrocinio del Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Toscana, Regione Lombardia, Regione Lazio ed ICE. L’iniziativa è stata inoltre sostenuta da vari altri enti tra i quali Confindustria Firenze, Confindustria Siena, Adott-UP il progetto di Confindustria rivolto alle start up, nonché diversi contact point della rete Enterprise Europe Network in Italia ed Europa. “L’Italia è ai primi posti nelle classifiche europee del settore Life Sciences e la Toscana vanta eccellenze internazionali – sottolinea Sandro Bonaceto, direttore di Confindustria Toscana e Confindustria Firenze -. La tre giorni fiorentina non è un convegno ma un nuovo modello di business community che mette insieme istituzioni, enti di ricerca, investitori e imprese, per lavorare concretamente su un modello di sviluppo basato su innovazione e conoscenza. Una via obbligata anche per la Toscana perché sono le armi migliori per vincere sul mercato globale; e questa è la base su cui impostare la politica industriale capace davvero di portarci fuori dalla stagnazione degli ultimi anni. Un tema rilevante anche per ricreare nuovi posti di lavoro qualificati e dare così risposte, anche nella nostra Regione, ai

dati preoccupanti sulla disoccupazione soprattutto giovanile”. “Finalmente si parla di Sanità non come voce di spesa da tagliare – aggiunge Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica –, ma come settore ricco di eccellenze e di opportunità di sviluppo economico, molto poco valorizzate fino ad oggi. L’Italia è un paese che ha enormi potenzialità in campo medico-scientifico grazie a un’ottima classe medica e a un’industria che produce tecnologie di livello, oltre a una gran quantità di laboratori di ricerca. Questi soggetti oggi sono stati messi in condizione di collaborare, ma è importante anche costruire delle reti nazionali di eccellenza, che riuniscano i migliori poli per specifiche competenze”. Il format dei B2B, è stato

messo in campo attraverso una serie di meeting bilaterali pre-programmati tramite un’agenda web appositamente studiata. I partecipanti: START-UP innovative, imprese, università, centri di ricerca pubblici e privati ed investitori, sono giunti a Firenze da tutta Italia e da Ungheria, Spagna, Svizzera, Francia, Armenia, Finlandia, Ucraina, Canada, Argentina, Giappone e Usa. I settori di appartenenza hanno rappresentato in modo esaustivo ogni segmento delle life science, tra cui farmaceutico e nutraceutico, scienze biologiche e biotecnologiche, dispositivi medici, nanotecnologie, applicazioni IT per la salute, medicina, micro e nanotecnologie applicate alle scienze biologiche.


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Education, giovani, imprese: quali azioni per il territorio? L’iniziativa organizzata nello stabilimento Laika Caravans ha coinvolto studenti, professori e dirigenti scolastici

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ar conoscere ai ragazzi le necessità formative delle imprese, ma illustrarle anche agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che guideranno gli studenti nella scelta del loro percorso di crescita professionale, era questo l’obbiettivo dell’iniziativa “Education, giovani, imprese: quali azioni per il territorio?” organizzata dalla Sezione Territoriale Fiorentina Sud Chianti di Confindustria Firenze, dalla Scuola Superiore di Tecnologie Industriali e dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Fi-

renze. La mattinata di lavoro, cui hanno partecipato rappresentanti di studenti dell’ISIS Leonardo da Vinci di Firenze, dell’ITIS Meucci di Firenze e dell’Istituto Sarocchi Roncalli di Poggibonsi (Siena) accompagnati dai dirigenti scolastici, si è svolta allo stabilimento Laika Caravans a Tavarnelle Val di Pesa. Eccellenza produttiva mondiale del territorio, Laika Caravans, nella formazione, vanta esperienze sul campo perché l’azienda toscana della canina alata da sempre crede che il patrimonio formativo sia alla base per creare

personale competente e motivato. Infatti, più di un dipendente dell’azienda entrati in Laika con tirocini e contratti di formazione. La giornata è stata una ulteriore testimonianza dell’impegno dell’azienda, che fra le altre cose aderisce a “Job in Lab”, progetto che mette in comunicazione le aziende con il mondo delle università, reclutando neo-laureati interessati a svolgere il tirocinio presso varie aziende.

“Qual è la figura professionale che richiedete di più? Come si fa a lavorare in Laika? Che posso fare per mettere su una impresa?”: sono stati sottoposti ad un fuoco di domande i relatori della mattinata che ha consentito di far conoscere le iniziative del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Firenze a sostegno delle neo-imprese e i percorsi della Scuola di Tecnologie Industriali.

Export, presentato Firenze “Rethink” Lo studio previsionale sull’export stilato dal gruppo assicurativo-finanziario italiano Sace

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resce nei mercati emergenti l’export toscano trainato dai settori tradizionali del made in Italy, a spiegarlo è RETHINK, il Rapporto con le previsioni sui trend dell’export italiano per il 20142017, con un focus particolare dedicato al tessuto imprenditoriale toscano, redatto da SACE e presentato nel maggio scorso nella sede di Confindustria Firenze, in un incontro introdotto dal presidente Simone Bettini.

Il rapporto rileva che la Toscana si conferma una delle regioni italiane più orientate ai mercati internazionali e sono ottime le prospettive di crescita per l’export toscano per il 2014-17.“Moda, agroalimentare, gioielli, meccanica strumentale - ha spiegato da Sace - sono settori che in previsione hanno ottime prospettive, e i mercati di riferimento sono i più disparati”. Caratterizzate da un’elevata capacità di riadattamento, in-

novazione e specializzazione, le imprese toscane hanno saputo anticipare i tempi e reagire alle difficoltà congiunturali grazie a un percorso di crescita sostenuto da elevati volumi di export, diretto soprattutto fuori dall’Europa. A livello di export nazionale, si prevede una crescita sostenuta in settori come alimentari e bevande, meccanica strumentale, tessile e abbigliamento. A spiegarlo il Rapporto di SACE, che inserisce quasi tutti questi comparti nella classifica Top Sector, ovvero la classifica dei settori di punta per l’export ita-

liano nei prossimi quattro anni (2014-2017): l’agroalimentare, best performer a livello nazionale, con previsioni di crescita dell’export all’8,9%, seguito dalla meccanica strumentale (8,5%) e, qualche gradino più in basso, dal tessile e abbigliamento (7%). Mentre i migliori margini di crescita per l’export di questi settori proverranno dai mercati emergenti: non solo i Brics, ma anche diverse destinazioni meno battute (come Arabia Saudita, Angola, Cile, Filippine e Tailandia) senza dimenticare i mercati avanzati già acquisiti (come Canada e Francia).


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Nella foto da sinistra: Andrea Fabianelli e Mario Sabato

Per le imprese toscane sarà più facile accedere ai mercati arabi Siglato un accordo di collaborazione Banca Ubae e Confindustria Toscana

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e imprese toscane hanno una opportunità in più per arrivare ai mercati dell’Africa del Nord e Sub Sahariana, del Medio Oriente, del Sub Continente Indiano e dei principali paesi CIS, grazie ad un accordo siglato, nei giorni scorsi, da Banca Ubae e Confindustria Toscana. Alla base dell’accordo la possibilità da parte delle imprese toscane di servizi bancari specializzati messi a disposizione dall’istituto di credito e un’assistenza professionale tailor made su determinati mercati internazionali, garantita anche dal network di consulenti all’estero di Banca UBAE. L’accordo è stato firmato dal vice presidente di Confindustria Toscana Andrea Fabianelli e dal direttore generale di Banca Ubae, Mario Sabato. “E’ importante che le nostre imprese conoscano bene i mercati oggi ‘trainanti’ – sottolinea Andrea Fabianelli, vicepresidente Confindustria Toscana con delega all’internazionalizzazione – e siano accompagnate nei loro progetti di penetrazione da servizi quali-

ficati in Italia ed in loco. In alcuni di essi vi sono ancora ampi spazi di crescita, la domanda di nostri prodotti ‘belli e ben fatti’ Made in Italy è e sarà ancora forte. Ubae è ben presente e radicata su questi territori, ne conosce caratteristiche, rischi, opportunità e peculiarità. Sono molte le aziende italiane, anche di piccola e media dimensione, che sono riuscite ad entrare con successo e che ora sviluppano ingenti volumi d’affari”. “Con questo accordo – ha dichiarato Mario Sabato – intendiamo affiancare concretamente le aziende toscane nei loro processi di internazionalizzazione, offrendo tutta la gamma di servizi per l’operatività con l’estero, tra i quali: rilascio di bondistica internazionale, emissione e/o conferma di lettere di credito, factoring insieme ad una assistenza e consulenza tecnica qualificate”. L’accordo è stato sottoscritto poco prima dell’inizio di un seminario informativo che si è tenuto nella sede di Confindustria Firenze nel maggio scorso. publiredazionale


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I corsi di Assoservizi per la formazione obbligatoria Industria alimentare, la formazione promuove la qualità. Le iniziative di Assoservizi, società di formazione di Confindustria Siena

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avorare nell’industria alimentare vuol dire prima di tutto, soddisfare i propri clienti offrendo loro i migliori prodotti. Negli ultimi anni, l’attenzione dei consumatori si è spostata sempre di più verso tutti gli aspetti legati alla qualità nel settore agroalimentare, non solo del prodotto finito ma anche dei suoi processi produttivi in tutte le fasi, dal produttore al consumatore. I regolamenti comunitari costituenti il cosiddetto “pacchetto igiene” (Regolamenti (CE) 852, 853, 854, 882/2004, e successive integrazioni), approfondiscono e precisano le tematiche della sicurezza alimentare e le modalità di applicazione del sistema HACCP in Europa affiancati da normative, come la UNI EN ISO 22000, gli standard BRC e IFS, che introducono, inoltre, le regole dei Sistemi di Gestione per la Sicurezza Alimentare. I corsi di formazione organizzati da Assoservizi S.r.l. (Società di servizi di Confindustria Siena accreditata per la Formazione continua in Regione Toscana - cod. SI0158) nella sede operativa in Località Belvedere, Ing. 2, a Colle di Val d’Elsa, permettono di ottemperare a quanto previsto dalla normativa comunitaria e Regionale. L’HACCP“Hazard Analy- sis and Critical Control Points” è un sistema di autocontrollo alimentare igienico che ogni operatore

nel settore della produzione di alimenti deve mettere in atto al fine di valutare e stimare pericoli e rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l’insorgere di problemi igienici e sanitari e tutelare così la salute dei consumatori. Prima dell’adozione di norme HACCP o autocontrollo alimentare per l’igiene degli alimenti e HACCP i controlli venivano effettuati a valle del processo produttivo, con analisi sulla salubrità soltanto del prodotto finito, pronto per la vendita al consumatore con un‘eventuale azione correttiva a ritroso, attuata successivamente alla concretizzazione del rischio in pericolo. Dopo l’emanazione del D. Lgs. 155/1997 poi abrogato dal regolamento CE 852/2004, il sistema per l’igiene degli alimenti HACCP ha introdotto il concetto di prevenzione e parte dalla ricerca dei pericoli verificabili durante una qualsiasi fase del processo produttivo e durante ogni altra fase successiva come lo stoccaggio, il trasporto, la conservazione e la vendita al consumatore. In altri termini questo controllo si prefigge di monitorare tutta la filiera del processo di produzione e distribuzione degli alimenti. In seguito alla modifica del Titolo V della Costituzione, che ha trasferito le competenze in materia di “salute” alle Regioni, il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato la L.R. n° 24/2003, che a sua volta ha modificato in

modo sostanziale gli obblighi in materia di igiene per i lavoratori dell’industria alimentare, abolendo l’obbligo del libretto sanitario ed introducendo, con apposita delibera, l’obbligo di una formazione specifica in materia di igiene degli alimenti per tutti coloro che si occupano di preparazione, trasformazione, fabbricazione, confezionamento, deposito, trasporto, distribuzione, manipolazione, vendita o fornitura, compresa la somministrazione, di prodotti alimentari. La formazione degli alimentaristi in Toscana è, quindi, uno strumento essenziale di prevenzione che i responsabili dell’impresa alimentare sono tenuti ad assicurare. I titolari di imprese che operano nell’intero settore alimentare devono, quindi, assicurare che gli addetti alla manipolazione degli alimenti abbiano ricevuto una

adeguata formazione. Si tratta di una formazione specifica, permanente e documentata che conferisce all’intero settore valore aggiunto in termini di conoscenza e di sicurezza attraverso una panoramica completa sulle normative e sulle sanzioni che regolamentano il settore, individuando le linee guida per i corretti comportamenti e procedure atte a garantire un’adeguata igiene alimentare. Attualmente la formazione degli alimentaristi nella Regione Toscana è disciplinata dalla delibera di Giunta Regionale n. 559 del 21 Luglio 2008 e dalla relativa nota esplicativa del 28.11.2008 che ne definiscono struttura, organizzazione e didattica. Il corso di formazione HACCP per l’igiene degli alimenti è destinato a tutti coloro che si trovano ad operare in ambienti di lavoro in cui vengono manipolati alimenti o bevande (bar, trattorie,


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ristoranti, osterie, hotel, alberghi, industria alimentare e ogni altra attività che comporti la manipolazione di generi alimentari) attenendosi ad alcuni importanti requisiti. Il primo si riferisce al fatto che questa può essere organizzata e realizzata, tranne poche eccezioni (imprese alimentari con propria struttura organizzativa interna che consenta di assicurare la formazione per i propri addetti), solo da strutture accreditate presso la Regione Toscana (ai sensi della DGR 436/03 e sue modifiche) secondo le modalità di attuazione previste ai punti a), b), c), dell’ art. 17 della L.R. 32 del 26/07/2002 e dal capo III del relativo Regolamento di esecuzione, approvato

con decreto del Presidente della Giunta regionale dell’8/08/2003, n. 47/R. Nel caso in cui, per lo svolgimento dei corsi, accanto ai sistemi tradizionali, si intenda prevedere anche l’utilizzo di supporti informatici e multimediali, i corsi medesimi dovranno esser effettuati alla presenza del responsabile dell’impresa alimentare o del responsabile dell’autocontrollo o di un suo sostituto, purché siano debitamente formati. Inoltre i contenuti dei corsi effettuati tramite supporti informatici e multimediali dovranno essere predisposti da soggetti aventi i requisiti professionali previsti per i docenti, mentre i supporti stessi dovranno essere realizzati da soggetti esperti

in materia di formazione multimediale, nonché essere costruiti con criteri metodologici riconosciuti idonei ai fini della formazione. Per garantire agli operatori una formazione più puntuale ed attenta, la formazione di base è strutturata sulla base della suddivisione tra attività alimentari complesse e semplici. Le prime sono attività di preparazione e produzione degli alimenti, quelle semplici si riferiscono ad attività di vendita, somministrazione, deposito e trasporto. La durata ed i contenuti didattici variano, inoltre, a seconda che gli interessati siano addetti o responsabili (la durata va da un massimo di sedici ore per i Titolari di attività alimentari complesse/ Responsabili dei Paini di autocontrollo ad un minimo di otto per gli addetti con mansioni alimentari semplici). La formazione di base è sottoposta ad aggiornamento obbligatorio della durata di otto o quattro ore a seconda della suddivisione tra attività complesse o semplici, che deve avvenire con periodicità quinquennale. Il personale neoassunto, qualora non già adeguatamente formato, deve frequentare un corso di formazione entro 180 giorni dall’inizio

dell’attività lavorativa dall’assunzione stessa. Nel caso di personale assunto con contratti atipici e stagionali, si ritiene opportuno che l’obbligo formativo sia già stato assolto e opportunamente documentato al momento dell’assunzione. In assenza delle condizioni che permettano l’attuazione di quanto sopra indicato, limitatamente ai contratti di durata inferiore a trenta giorni, la formazione di tale personale potrà essere sostituita da un addestramento mirato e documentato, effettuato dal responsabile del piano di autocontrollo e/o dal datore di lavoro (a condizione che siano in possesso dell’attestato di partecipazione al corso per titolari e responsabili del piano di autocontrollo, nonché dell’attestato relativo al corso di aggiornamento), della durata di almeno quattro ore. La normativa prevede, inoltre, l’idoneità della formazione degli addetti provenienti da altre regioni, se documentata e svolta in conformità agli indirizzi della regione di provenienza. Ne allarga, così, l’applicazione, non limitando la validità della stessa ai soli addetti temporaneamente impiegati in imprese alimentari toscane.

Expo 2015: dalla formazione alle emozioni

Dal 1 maggio 2015, l’Italia si presenterà a Milano con un Expo tutto dedicato all’agroalimentare. “Nutrire il pianeta, energia per la vita” è infatti il titolo di EXPO 2015 dedicato alla sostenibilità alimentare, ai cibi biologici, alla gastro-

nomia, alle diete e a tutto l’indotto di un settore fondamentale per l’economia globale e per la lotta alla fame nel mondo. E questo senza contare impatto sull’economia: quasi 34 miliardi di euro in esportazioni nel 2013, il 2,4 per cento del Pil, la terza voce dietro meccanica e moda, pari a circa l’8,7 per cento delle esportazioni totali. E se meccanica e moda non hanno mostrato incrementi l’agroalimentare è cresciuto del 5,8 per cento.

Expo 2015 sarà quindi importantissimo per le aziende del nostro territorio: “Auspico che le nostre aziende associate si faranno trovare pronte a ricevere i f ussi che verranno movimentati in questa occasione. Reputo dunque la formazione fondamentale per mostrarsi al meglio in tutte le aree del nostre settore”, sottolinea Remo Grassi, capo sezione agroalimentare di Conf ndustria Siena. Le associazioni della Toscana del Sud stanno inoltre

lavorando tutte insieme per attrarre i visitatori da Milano nelle nostre aree, per of frire agli associati opportunità di visibilità dei propri prodotti in accordo alle zone di produzione. “I nostri prodotti avranno maggiore appeal se i consumatori li ricondurranno a una meravigliosa esperienza sensoriale, come è un viaggio in Toscana durante il quale verranno provate emozioni che saranno poi ricercate attraverso l’acquisto dei nostri manufatti all’estero”.


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Facciamo ripartire l’edilizia Servono responsabilità e coraggio nelle scelte da parte di tutti gli attori

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NCE (Associazione nazionale Costruttori edili), FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA (CGIL) della provincia di Siena chiamano a gran voce tutti i soggetti interessati a condividere il percorso comune da loro intrapreso. La grave crisi che attanaglia il settore ormai da oltre cinque anni è il principale, ma non l’unico, fattore che ha indotto imprenditori e lavoratori ad elevare un nuovo grido di allarme. Il richiamo è rivolto in primis agli enti locali, alcuni dei quali a breve interessati dalle elezioni amministrative, ma anche a pro-

fessionisti del settore, aziende fornitrici, istituti bancari e semplici cittadini nella duplice veste di committenti e clienti di opere edili. Al punto in cui siamo, se non vogliamo relegare l’attività edilizia a pochi grandi operatori nazionali – “Il Sole 24Ore” del 22 aprile riferisce di grandi commesse per 35 miliardi di euro aggiudicate da imprese italiane – è necessario, per tutelare anche il territorio senese, che il dialogo tra le parti si faccia quotidiano per individuare filoni di investimento, modalità e procedure operative che agevolino il rilancio.

Per essere subito concreti, ANCE Siena e Organizzazioni sindacali propongono di affrontare temi che ormai sono un’emergenza collettiva: housing sociale, dissesto idrogeologico, manutenzione degli edifici scolastici, messa in sicurezza statica degli edifici a partire da quelli pubblici. A questi se ne possono aggiungere altri che in prospettiva possono rappresentare un elemento trainante per l’intera economia del territorio: recupero edilizio monumentale e riqualificazione delle zone artigianali e industriali. I dati confermano una domanda di abitazioni per le fasce di reddito più basse (e non solo) ancora molto consistente, i recenti e quasi annuali episodi di esondazioni fluviali richiamano la ne-

cessità di manutenere bacini idrici e opere di contenimento, scuole ed edifici storici dovrebbero essere, per motivi diversi, nei primi pensieri di ciascun buon padre di famiglia, sia esso il sindaco di un Comune o un semplice cittadino. Su questo e altro ancora ANCE Siena, FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL contatteranno nelle prossime settimane amministratori, professionisti, istituti bancari, altre associazioni di categoria e chi altro, a pieno titolo interessato, per l’avvio di un confronto che porti in tempi rapidi ad azioni concrete che tutelino l’occupazione ed il territorio. La situazione di crisi è così profonda che richiede a tutti, senza inutili particolarismi, responsabilità e coraggio nelle scelte.


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Andrea Boldi

Arezzo Fiere e Congressi, tra spending review e future sfide Andrea Boldi nuovo presidente del Polo Fieristico Toscano. Nuovi progetti verso la Toscana del sud di Mattia Cialini, giornalista “Arezzonotizie.it”

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rezzo Fiere e Congressi è il terzo polo fieristico toscano, tra i migliori del centro Italia: attrezzatissimo e funzionale. Una scatola enorme, un giocattolo bello e costoso che va riempito di contenuti, più di quanto lo sia stato finora. La sfida è stata raccolta da Andrea Boldi, presidente del polo dallo scorso 24 gennaio, imprenditore al vertice degli orafi di Confartigianato. Come vice è stato individuato Michele Colangelo, ex assessore comunale alle attività produttive della giunta Fanfani. Davanti a loro una montagna da scalare, tra debiti accu-

mulati per i recenti interventi di ampliamento alla struttura e un direttore dimissionario, Raul Barbieri. Questi, giunto ad Arezzo nel 2009 sotto la presidenza di Giovanni Tricca, ha annunciato – a dicembre – che se ne sarebbe andato. Con lui ha lasciato anche il presidente Pallini. Per Arezzo Fiere si è aperto un nuovo capitolo. Presidente Boldi, cos’è cambiato dall’inizio dell’anno? “E’ stata fatta una scelta importante sull’aumento di capitale da 6 milioni di euro. Ratificato il 30 aprile.

Circa 2,5 milioni arrivano dalla Regione Toscana, 1,2 dalla Camera di Commercio di Arezzo, altri arriveranno dagli altri soci. L’apporto dato consentirà di sanare la posizione debitoria corrente, in particolare per i lavori portati avanti dalla ditta Salini”. Contestualmente è iniziata la spending review? “A livello di personale la struttura si è mantenuta sempre piuttosto leggera. Abbiamo cercato di tagliare, finora, sulle forniture per gli allestimenti, conseguendo risparmi del 20-22 per cento a partire dall’ultima edizione di Oro Arezzo.

Una taglio complessivo di questa portata, alla fine dell’anno, significa un risparmio di 100120mila euro, considerando che finora abbiamo investito tra i 500 e i 600mila euro. Stiamo poi valutando anche un intervento per il taglio delle forniture energetiche”. C’è anche il risparmio dello stipendio del direttore generale. “Dal 13 febbraio non c’è più il direttore Raul Barbieri. Abbiamo deciso di sostituirlo con figure interne. In questo momento al vertice di Arezzo Fiere ci sono due coordinatori: uno per l’ambito


CONFINDUSTRIA AREZZO amministrativo, che è Paolo Bini, un altro per la parte degli eventi, che è Adelaide Ruzzi. Hanno un incarico legato al raggiungimento di obiettivi”. A forza di tagli, si raggiungerà un pareggio di bilancio? “Contiamo di farlo a partire dal 2015. Anzi, intendiamo raggiungere l’obiettivo dell’utile. A tempo di record è stato allestito il nuovo parcheggio asfaltato, in tempo per debuttare nell’edizione 2014 di Oro Arezzo. E’ stato realizzato al 50 per cento, finora è costato 250mila euro. Ma si tratta di un grande investimento. Non solo di immagine. Servono ancora degli interventi, ad esempio per garantire il deflusso dell’acqua piovana. Ma, una volta concluso, darà introiti per 75-100mila euro all’anno. Chi affitta i padiglioni, potrà sfruttarlo come parcheggio a pagamento. Finora sono già stati realizzati 800 posti auto, contiamo di arrivare a 1.100”. Nel futuro di Arezzo Fiere ci sono ulteriori interventi. “Sì. Occorre chiudere i lavori per i fondi che si trovano tra la sede della Camera di Commercio e i padiglioni espositivi. Si tratta di una spazio di circa 2mila metri quadri. E’ prevista la realizzazione della filiale di una banca, di un ristorante e di altri servizi. Una volta conclusi i lavori garantiranno ulteriori 60-80mila euro all’anno. L’obiettivo è quello di portare a termine i lavori in pochi mesi”. Evento clou dell’anno è Oro Arezzo. Gestito direttamente da Arezzo Fiere, nel 2014 si è profondamente rinnovato. L’immagine della manifestazione è stata rinfrescata, grazie anche al coinvolgimento di una figura legata alla moda, come Giuseppe Angiolini. “Oro Arezzo ha fatto registrare un aumento del 10-12 per cento degli espositori a fronte, ricordo, di un taglio delle forni-

ture. Non possiamo che essere soddisfatti”. La strada però è lunga. E’ incolmabile il gap con la fiera orafa di Vicenza? Su cosa deve puntare Oro Arezzo per avvicinarsi a quel tipo di evento e attrarre numerosi buyer internazionali? “Il gap è importante ma è non è incolmabile. Vorremmo trovare una sinergia tra le rassegne di Vicenza e Arezzo. Per potersi avvicinare, anzitutto, occorrerebbe aprirsi a tutti gli espositori del mondo, come accade in Veneto. Ad Arezzo ci sono solo quelli italiani. Il secondo punto riguarda il coinvolgimento dei produttori di macchinari per i servizi all’oreficeria, che al momento non hanno un adeguato spazio. E poi servono accordi internazionali con le realtà più importanti dell’oro a livello mondiale, come Russia, Hong Kong, Stati Uniti, Libano e i mercati arabi, con cui abbiamo già un buon feeling”. Cosa c’è nel futuro di Arezzo Fiere per quanto riguarda l’offerta? Tornerà un appuntamento legato al vino, come era Tuscany Wine? “Tuscany Wine è stato cancellato. Ma nel futuro vorremmo poter proporre ancora un evento legato all’enologia. Ci sarà invece qualcosa di nuovo legato alla caccia e per il 2015 una grande vetrina per il ciclismo. Inoltre, faremo un accordo con la Fiera di Genova per una sinergia nel mondo del lusso. Oro e nautica a braccetto. Non solo, replicheremo dei format genovesi ad Arezzo e, viceversa, format aretini approderanno a Genova. L’obiettivo, oltre a quello di arricchire l’offerta, è sfruttare economie di scala per e forniture e abbattere ulteriormente i costi. Infine mi auguro che, in breve, Arezzo Fiere sia punto di riferimento non solo per la nostra provincia, ma anche per quelle di Siena e Grosseto. E diventi finalmente il polo fieristico della Toscana del sud”.

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Immagine tratta da: http://ifg.uniurb.it

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Due Mari: “Pronta nel 2021” Intervista al vice ministro Riccardo Nencini: “È l’ora di mettere da parte i campanilismi” di Mattia Cialini, giornalista “Arezzonotizie.it”

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oscanissimo, senatore dall’ultima legislatura e adesso braccio destro di Maurizio Lupi alle Infrastrutture e i trasporti. Riccardo Nencini, classe 1959, è stato appena scelto come vice ministro da Matteo Renzi. Fresco l’annuncio di un’accelerata al percorso della grande incompiuta Due Mari. L’8 maggio c’è stato l’accordo per la nascita della società partecipata Centritalia, tra Anas (55 per cento) e le tre Regioni (45 per cento) attraversate dall’arteria, ovvero Toscana, Umbria e Marche. “Una tappa fondamentale – assicura Nencini – senza questo passaggio, sarebbe rimasto tutto al palo”. Una grande opera prioritaria, la Grosseto-Fano, da portare avanti senza ulteriori tentennamenti. Certo, tra il dire e il fare, finora, ci sono stati entrambi i mari di cui la TirrenoAdriatica porta il nome. L’ideale arteria, di anno in anno si è arricchita di qualche piccolo tassello, mentre il resto della struttura inesorabilmente è invecchiato. Una tela di Penelope costosissima. Vice ministro Nencini, perché stavolta dovrebbe essere quella buona?

“Perché la Due Mari viene considerata cruciale dal Governo Renzi, è l’unico grande collegamento di terra est-ovest. E’ inserito nell’elenco delle Ten T, opere di particolare rilievo a livello europeo. E il cronoprogramma per la realizzazione è già definito”. Quale sarebbe? “Dopo la firma dello statuto, inizierà la fase della progettazione. Ci diamo un anno di tempo. Diciamo metà 2015. Dopo di che, passeremo alla fase dei lavori. Contiamo di consegnare la grande opera entro il 2021”. L’idea della Due Mari è vecchissima. Il simbolo di anni di lungaggini e lavori interrotti è la galleria della Guinza, ai confini tra Toscana, Umbria e Marche. Iniziata negli anni ’90 è costata finora 300 milioni di euro. Tra un intoppo e l’altro, la mancanza di fondi, gli annunci sontuosi, gli scandali, i passi in avanti e le clamorose regressioni, il balletto della Guinza dura da più di venti anni. “Della Guinza me ne parlarono la prima volta nel 1994. Io sono appena arrivato al Governo, ma adesso, dopo lo statuto, è arrivato il momento di portare il progetto a compimento”. Quanto costerà con-

segnare agli italiani i 270 chilometri della GrossetoFano? “Tre miliardi”. Passiamo alla E45, una quattro corsie senza pedaggio in predicato di diventare un’autostrada. Attraversa la provincia di Arezzo, in Valtiberina, con un tratto particolarmente tribolato e che prosegue verso l’Appennino accentuando le criticità. Tra buche e cantieri continui. “Conosco bene la situazione della E45. Ci vorranno tempi un po’ più lunghi di realizzazione rispetto alla Due Mari. I lavori sulla E45 rientrano nel piano dell’autostrada Orte-Mestre, si tratta di una grande opera, comunque prioritaria, che avrà costi stimati tra i 9 e i 10 miliardi di euro”. In un recente incontro ad Arezzo, assieme all’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, si è parlato del raddoppio del raccordo Arezzo-Battifolle e dello scalo merci di Indicatore. Un’opera, quest’ultima, che non sarà interporto, al pari di quelli di Livorno e Prato. “Su questo versante fanno fede le parole di Ceccarelli”. E su quello di un’ipotetica stazione dell’alta velo-

cità tra Toscana e Umbria? Al di là dei costi per la realizzazione (40 milioni la previsione), c’è la questione dell’utilità. Dovrebbe servire un bacino da oltre un milione di potenziali utenti. Non solo, subito dopo l’annuncio di una stazione Tav tra Chiusi e Arezzo, si è scatenata la battaglia tra sindaci di tre province (Arezzo, Siena e Perugia) sul suolo che dovrebbe ospitare l’opera. “Il caposaldo per mettere in piedi la stazione Media Etruria – che sia davvero utile al territorio di confine tosco-umbro – è la sintonia tra Regioni interessate. E credo ci sia. Poi è fondamentale mettere da parte i campanilismi nel ragionare di una grande opera come questa, altrimenti non si farà mai nulla”.

Riccardo Nencini


CONFINDUSTRIA GROSSETO

IES | aprile-giugno 2014 | Pagina 55

Mario Salvestroni

Mario Salvestroni nuovo presidente di MPS Capital Services Mario Salvestroni, già presidente di Confindustria Grosseto, è stato nominato al vertice di MPS Capital Services Banca per le Imprese, Gruppo Montepaschi

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a nomina del Presidente di Confindustria di Grosseto al vertice della banca – commentano i presidenti delle Confindustrie di Arezzo e Siena, Andrea Fabianelli e Paolo Campinoti a nome di tutti gli associati alla costituenda nuova Associazione degli Industriali delle province di Arezzo, Grosseto e Siena – ci fa particolarmente piacere perché MPS Capital Services è una banca che offre una ampissima gamma di attività al servizio delle imprese, dalla finanza a medio lungo termine, alla finanza di progetto, alla sottoscrizione ed al collocamento di titoli di debito emessi dalle PMI, alla partecipazione al loro capitale, quindi un’offerta completa dalla consulenza alla finanza per l’impresa. Con la nomina dell’Ingegner Mario Salvestroni – sottolineano Fabianelli e Campinoti –, il Monte dei Paschi di Siena ha confermato il suo interesse prioritario verso

l’economia reale del Paese e del nostro territorio”. Mario Salvestroni è il nuovo presidente di Mps Capital Services Banca per l’Impresa, la corporate and investment bank del Gruppo Montepaschi. Lo ha deciso l’assemblea della società, che si è riunita il 28 aprile scorso ed ha ratificato la decisione del CdA della Capogruppo. Salvestroni, 64 anni, vanta una significativa carriera nel segmento corporate. Laureato in ingegneria elettronica all’Università di Pisa, è stato ricercatore al CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) di Pisa e alla Selenia SpA, per poi assumere il ruolo di responsabile marketing microprocessori della Texas Instruments Semiconduttori Italia SpA. Successivamente, ha costituito una serie di società, a Pisa, Firenze e Grosseto, tra le quali Tecfin SpA, società capogruppo di aziende specializzate nei settori delle costruzioni edili, sviluppo e valorizzazione immobiliare,

turistico-ricettivo e commercio di autovetture e loro manutenzione. Salvestroni è attualmente presidente dell’Associazione Industriali Grosseto, presidente della commissione credito e finanza di Confindustria Toscana e membro della commissione credito e finanza di Confindustria Nazionale, infine, dal 22 di maggio 2013, è membro della giunta confederale di Confindustria Nazionale. Nella commissione credito e finanza di Confindustria Nazionale è stato promotore di prodotti finanziari innovativi per una possibile disintermediazione intelligente attraverso titoli di debito emessi da aziende non quotate, partecipando direttamente con Banca Mps alla costituzione del primo fondo di mini bond. E’, inoltre membro della Giunta della Camera di Commercio di Grosseto, consigliere di Grosseto Fiere Spa, di Grosseto Sviluppo Spa e della Società Esercizio Aeroporto della

Maremma Spa. MPS Capital Services Banca per le Imprese si pone l’obiettivo di ottimizzare il presidio del mercato corporate e del rischio e contribuire al miglioramento del posizionamento competitivo delle aziende. Si caratterizza come centro specialistico di alto livello per la soluzione di un’ampia gamma di problematiche finanziarie e creditizie, focalizzando il business sui prodotti di credito a medio e lungo termine e di tipo specialistico, sull’attività di corporate finance, sui prodotti di capital markets e di finanza strutturata. Il presidio di questa operatività, qualificata ed altamente specialistica, riveste un’importanza strategica per il Gruppo Montepaschi, considerando l’elevata expertise necessaria ed il valore aggiunto che tali interventi contribuiscono a fornire, per i livelli di complessità e professionalità coinvolti, sia in termini economici che relazionali.


CONFINDUSTRIA GROSSETO

IES | aprile-giugno 2014 | Pagina 56

Con la formazione crescono i lavoratori Diversificate e di alto livello, proseguono le iniziative formative di Confindustria Grosseto, proposte attraverso Giano Ambiente Srl

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a formazione dei lavoratori è un elemento oggi sempre più fondamentale, per gli standard professionali acquisiti e acquisibili, per la sicurezza all’interno dell’azienda, per la valorizzazione delle risorse umane. Per questo, ormai da tempo, i legislatori hanno introdotto nel tempo obblighi formativi specifici e ricchi di contenuti, a sostegno dell’azienda e del lavoratore. Tra i settori più interessati, vi sono certamente quelli legati all’uso delle attrezzature

da lavoro. Confindustria Grosseto da sempre promuove con grande attenzione percorsi formativi ad hoc, attraverso la propria società di servizi, Giano Ambiente Srl. Un calendario molto ricco di corsi e proposte, assai diversificate nei modi e nei contenuti. Nel corso dell’anno, vengono proposti anche corsi di formazione teorico-pratica per lavoratori addetti alla conduzione di gru per autocarro (a giugno 2014 in collaborazione con Tosco Gru Snc, per informazioni

su altre date contattare direttamente Confindustria Grosseto). La formazione dei lavoratori addetti all’uso di queste attrezzature di lavoro, come previsto nell’Accordo Stato Regioni citato, deve seguire precisi percorsi, durate e modalità, contemplando una formazione teorica e pratica, con verifiche di apprendimento eseguite anche “in campo”. Per questo Giano Ambiente ha deciso di avvalersi di professionisti del settore, che consentano di sperimentare in modo adeguato la formazione anche dal punto di vista pratico. I corsi, coerentemente con quanto stabilito dai decreti legislativi, hanno durata complessiva di dodici

ore, distribuite su tre moduli: il primo, giuridico-normativo; il secondo, tecnico; il terzo, pratico per gru per autocarro (otto ore). Al termine dei due moduli teorici è prevista una prova intermedia di verifica consistente in un questionario a risposta multipla concernente anche quesiti sui DPI. Al termine del corso viene rilasciato un attestato di abilitazione alla conduzione di gru su autocarro. La formazione è valida per cinque anni. Per informazioni su questi corsi, sul calendario completo e sul ventaglio delle proposte formative e di servizi di Giano ambiente, telefonare allo 0564.468.811, e-mail info@confindustriagrosseto.it


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