Ies Industria e Sviluppo n.2 2019 - La Toscana e la sfida delle tre "i" (innovazione)

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ies Industria e Sviluppo

quadrimestrale di informazione, opinione, economia, impresa Confindustria Firenze, Livorno e Massa Carrara, Pisa, Toscana Nord, Toscana Sud

ANNO XI - N. 2 giugno-settembre 2019

LA TOSCANA

E LA SFIDA DELLE

“ ” TRE I

internazionalizzazione, innovazione, infrastrutture Volume 2: innovazione FABRIZIO BERNINI La cultura dell'Industria: una battaglia da vincere STEFANO CIUOFFO Industria 4.0 in Toscana: una carta da giocare GIOVANNI BRUGNOLI La nuova rivoluzione industriale è digital Giugno-Settembre 2019 / IES / 1


L’azienda EDILGREEN 2000, con sede a Firenze in Via V. Emanuele II 117, opera da diversi anni nel settore dell’impiantistica sportiva sia indoor che outdoor, avvalendosi delle più moderne soluzioni dedicate allo sport. Ci occupiamo di costruzioni complete di campi da tennis, campi da calcetto sia in terra rossa che in erba sintetica, campi polivalenti con con pavimentazione in resina acrilica con sottofondo in cemento, oppure in conglomerato asfaltico; montaggio e smontaggio di strutture pressostatiche; arredo verde per parco giochi; fornitura e posa in opera di “green set”. EDILGREEN 2000 ha svolto svariati lavori sul territorio toscano sia per enti pubblici che per società sportive e private. 2 / IES / Giugno-Settembre 2019

www.edilgreen2000.it


SOMMARIO Direttore responsabile: Annarosa Pacini

EDITORIALE

apacini@iesindustriaesviluppo.com

Coordinatore editoriale: Virginia Masoni

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relazioniesterne@confindustriatoscanasud.it

IMPRENDITORI CREATIVI O GOVERNI INNOVATIVI?

Comitato di redazione: Antonio Capone, Andrea Fabianelli Redazione: Simona Bandino (Firenze) Maria Bechi (Pisa) Maria Chiti (Pistoia) Lodovica Lazzerini (Massa Carrara) Irene Magara (Conf. Toscana Sud) Ilaria Maraviglia (Lucca) Saida Petrelli (Prato) Elena Pozzoli (Livorno)

COVER STORY

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LA CULTURA DELL'INDUSTRIA: UNA BATTAGLIA DA VINCERE

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INDUSTRIA 4.0 IN TOSCANA: UNA CARTA DA GIOCARE

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LA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE È DIGITAL

Direzione e redazione: Confindustria Toscana Sud Via Dei Rossi, 2 53100 Siena,

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ROBOTICA E UNIVERSITÀ: CHI NON INNOVA, MUORE

Editore: Assoservizi Toscana Sud Rete d’Imprese. Via Roma, 18 - 52100 Arezzo

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L' INNOVAZIONE VUOLE UN CAMBIO DI MENTALITÀ

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OPEN INNOVATION: L'INNOVAZIONE ABBATTE I CONFINI

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L'INNOVAZIONE È UNA COSA SERIA

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INDUSTRIA 4.0: FORMAZIONE AL FUTURO

Hanno collaborato a questo numero: Maurizio Abbati, Francesco Butini, Nadia Frulli, Elena Pozzoli, Paolo Vannini Impaginazione, grafica e foto: Franco Passarini

redazione@iesindustriaesviluppo.com

Stampa: Varigrafica Alto Lazio Srl Zona Ind.le Settevene S.S. Cassia km 36,300 - 01036 - Nepi (VT) Registrazione: Tribunale di Grosseto n. 1/2009 del 26.03.2009 • Gli articoli possono non rispecchiare le posizioni delle Associazioni Industriali e dell’Editore, che li ritengono in ogni caso un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione. Dei contenuti sono responsabili i singoli autori. L’Editore non dovrà essere ritenuto responsabile per errori, omissioni, interruzioni o ritardi legati ai contenuti pubblicati nè per eventuali danni provocati dagli stessi. • È consentita la riproduzione purchè espressamente autorizzata dall’Editore, e con la citazione della fonte. • Non vengono trattati dati personali. L’uso dei dati, temporaneo, è solo a fini giornalistici. • Foto © Assoservizi Toscana Sud Rete d’Imprese. E’ vietato qualunque utilizzo e/o riproduzione, anche parziale, del materiale fotografico contenuto in questa rivista.

PUBBLICITÀ: la raccolta pubblicitaria su tutto il territorio della Toscana per “IES - Industria e Sviluppo” è a cura di: MGA Comunicazione & Pubblicità S.r.l. Piazza Alberti, 16 50136 - Firenze Tel. 055 5275595 web: www.mgacomunicazione.it e-mail: info@mgacomunicazione.it

LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "i" ANNO XI - N. 2 Giugno-Settembre 2019


EDITORIALE I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

IMPRENDITORI CREATIVI o GOVERNI INNOVATIVI? di FRANCESCO BUTINI

L’INNOVAZIONE REALE È, PRIMA DI TUTTO, UN CAMBIAMENTO DI VISIONE E DI CULTURA, UN MODO NUOVO DI CONCEPIRE LA CONOSCENZA E L’ACCESSO ALL’INFORMAZIONE, AI SERVIZI ED AI MERCATI. SENZA CAMBIAMENTO, NON C’È INNOVAZIONE

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Editoriale

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olete costituire una nuova società? Sedete al tavolo del vostro ufficio o della vostra abitazione, collegatevi tramite il vostro PC con il portale dedicato, e aprirete la vostra nuova attività. È giunta l'ora di pagare le tasse? Collegatevi con il portale dedicato, e pagherete quanto dovuto. Avete comprato un'auto e la dovete registrare? Rimettetevi a sedere davanti al vostro pc, e lo farete. Volete vedere le vostre analisi mediche e i dati sanitari? Potete immaginarvi da soli cosa fare. Siamo sulla Luna? No. Siamo in Estonia. Un numero di abitanti pari a quello della città di Milano, ovvero poco più di un terzo della Toscana. Un’estensione geografica pari alla somma di Toscana ed Emilia-Romagna. E uno dei governi che ha dato in Europa il massimo impulso all'innovazione tecnologica, sia dal lato delle imprese che dal lato dell'amministrazione pubblica e dell'apparato burocratico. Tre numeri danno la misura di cosa sia davvero una società innovativa. Dal lato delle imprese, l'Estonia con appena 1,3 milioni di abitanti ha generato ben quattro società “unicorno”, ovvero società che sono riuscite in pochi anni a conseguire una capitalizzazione di borsa superiore ad un miliardo di dollari, e che ormai sono localizzate e quotate in varie parti del mondo. Si tratta della famosa Skype per i collegamenti telefonici audio e video via internet, della Playtech che produce il software per i giochi online, della TransferWise che opera nel settore dei servizi per il trasferimento online del denaro, e della Taxify nata sei anni fa per iniziativa di un diciannovenne. Taxify è una app per la gestione di flotte di taxi, ad oggi l'unica vera concorrente di Uber. Quattro “unicorni”, quattro imprese innovative. Dal lato della burocrazia, l'Estonia ha il 78,1 per cento della propria burocrazia digitalizzata (dati 2018): la media europea è del 57,5 per cento. Dal lato della crescita economica, anche non considerando il contributo economicofinanziario delle imprese innovative, la sola digitalizzazione della burocrazia estone ha consentito un risparmio nel settore pubblico di circa il 2 per cento del PIL. Pur non facendoci incantare dai numeri (i problemi del Governo di 1,3 milioni di persone non sono uguali a quelli del governo di 60 milioni di cittadini), l'esempio estone è emblematico di quali siano le conseguenze economiche e civili di una società basata sull'innovazione, a partire dal sistema scolastico fino alla penetrazione della tecnologia

nel sistema produttivo. Il Presidente della repubblica estone è una donna di 49 anni, Kersti Kaljulaid, eletta quando ne aveva 46. In una recente intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, alla domanda se gli imprenditori estoni sono più creativi dei loro colleghi in altri paesi, Kersti Kaljulaid ha risposto: «La differenza è meno legata alla creatività degli imprenditori. È il governo che è più innovativo». L'assessore alle Attività Produttive Stefano Ciuoffo della regione Toscana ci descrive una realtà imprenditoriale un po' diversa da quella estone. Parla di una diffusa inca-

“ L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA CRESCE SEMPRE PIÙ RAPIDAMENTE E COSÌ LA CONCORRENZA: CHI RIMANE INDIETRO RISCHIA DI NON FARCELA ”

pacità «dei nostri imprenditori di andare oltre la creatività personale e affidarsi alla tecnologia». Parla di un «basso tasso di scolarizzazione». Parla delle difficoltà a trovare personale adeguato alle esigenze richieste dal processo di digitalizzazione del sistema produttivo. Come sempre, la realtà non è mai descrivibile utilizzando i soli colori del bianco e

del nero. Tutto è più sfumato, la gamma dei grigi è tendente all'infinito. Pure in Toscana esistono realtà industriali, soprattutto di grandi dimensioni, aperte all'innovazione non solo di prodotto, ma anche di processo. Con significative applicazioni del programma Industria 4.0, con maggiori attenzioni all'economia digitale, con la propensione a guardare le realtà più avanzate presenti nel vasto mercato mondiale nel quale debbono operare. Ma l'innovazione, prima di essere un investimento finanziario o un accrescimento delle linee di prodotto, rimane pur sempre una cultura, un modo di concepire l'impresa e il suo rapporto con il mondo della conoscenza e con il mercato finale. E su questo piano ancora debbono essere fatti, anche in Toscana, passi significativi per non rimanere indietro rispetto alla tempestività e alla velocità dell'economia digitale. Se l'innovazione tecnologica cresce sempre più rapidamente, anche la concorrenza cresce rapidamente nell'acquisire la conoscenza e trasformarla in prodotti per il mercato. Chi rimane indietro rischia di non farcela più a colmare la distanza. Il problema del ritardo non riguarda solo le imprese, ma anche lo Stato. La stessa presidente dell'Estonia riconosce che nel mondo contemporaneo anche alcune prerogative pressoché esclusive dello Stato (l'identità dei propri cittadini) rischiano di essere vissute come obsolete se gli Stati nazionali non si adeguano rapidamente al mondo digitale: «Nel mondo digitale, Facebook e Google sono i maggiori provider di identità. E i loro account cliente aprono l'accesso a ulteriori servizi. Ma non possiamo lasciare la questione dell'identità digitale alle aziende. Questo è un campo che i governi devono recuperare». Se lo spazio da percorrere per molte imprese toscane nel loro cammino digitale è ancora importante, non meno importante è lo spazio da percorrere a livello nazionale. All'interno di questo numero di IES potete trovare il richiamo al Digital Economy and Society Index della Commissione europea, che consente di misurare le prestazioni digitali di ogni paese europeo secondo cinque dimensioni: connettività, capitale umano, uso di Internet, integrazione della tecnologia digitale, servizi pubblici digitali. Ebbene, l'Italia è al 25° posto su 28 paesi. Se andiamo ad analizzare l'integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese, l'Italia si colloca al 20° posto su 28. Nulla è perduto. Purché si acceleri il passo.

Giugno-Settembre 2019 2019 / IES / 5 Giugno-Settembre


a cura di MGA Comunicazione

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’avvocato Matteo Gigliosi svolge la sua attività fin dal 2017 nella sede principale di Prato e successivamente anche in quelle di Firenze e Milano. Esperto prevalentemente di diritto bancario, societario e penale fornisce specifica assistenza sia giudiziale che stragiudiziale per le ipotesi di anatocismo, usura o dei fallimenti societari.

Studio Matteo Gigliosi

Avvocato esperto in diritto bancario

Nelle controversie con gli istituti bancari, difatti, in particolar modo quando è la banca ad agire giudizialmente contro il cliente (ad esempio con un decreto ingiuntivo), occorre procedere con prontezza ed incisività. E’ a tal fine coadiuvato da periti di sua fiducia in una sinergia che rappresenta elemento imprescindibile di tutela del cliente qualsiasi sia l’azione intrapresa. Ed in particolare se è invece il cliente ad attivare l’azione giudiziale occorre prestare attenzione anche alla fase preliminare di preparazione e raccolta della documentazione bancaria anche mediante una preventiva richiesta rivolta alla banca ai sensi del Testo Unico Bancario. E’ difatti in questa fase che si pongono le basi per il buon esito dell’azione.

EUROPA TRUST S.p.A.

Società fiduciaria con soluzioni dedicate alla protezione del patrimonio familiare

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uropa Trust, presente sul mercato toscano e italiano dal 1994 si occupa di amministrazione fiduciaria dei beni di imprenditori, famiglie e società. L’intestazione in capo alla fiduciaria di determinati beni, consen-

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te ai clienti di disporre di uno strumento in grado sia di soddisfare le proprie esigenze nell’ambito della governance del proprio patrimonio che di garantire la riservatezza nei confronti dei terzi nell’ambito delle leggi vigenti. In un contesto normativo sempre più complesso, dove i capitali sono esposti a rischi sempre maggiori, l’utilizzo della fiduciaria rappresenta infatti un riferimento esclusivo nella gestione degli eventi personali e familiari, nella tutela del patrimonio e nei passaggi generazionali. Nel governo delle tematiche imprenditoriali, per esempio, Europa Trust interviene intestandosi partecipa-

L’avvocato si occupa altresì delle errate segnalazioni alla Centrale dei Rischi da parte della banca. Invero, una segnalazione di tale tipo non solo danneggia fortemente l’impresa ma al contempo le impedisce quasi totalmente l’accesso al credito. Anche in questo caso è necessario agire con prontezza rivolgendosi all’Autorità Giudiziaria con un ricorso di urgenza per l’eliminazione immediata dell’errata segnalazione nonché per la richiesta del risarcimento dei danni subiti, spesso ingenti. Nell’ambito del diritto penale, infine, l’avvocato Matteo Gigliosi si occupa da anni – anche da prima dell’abilitazione alla professione di avvocato - di reati contro la persona, quali quelli di maltrattamenti e stalking, oltreché dei reati contro il patrimonio.

Studio Matteo Gigliosi Viale Vittorio Veneto, 42 59100 Prato (PO) Tel. 0574.401916 matteogigliosi.avvocato360.it mgigliosi.studiolegalevs@gmail.com

zioni societarie ed esercitando i diritti riconducibili alla qualifica di socio, sia di società di diritto italiano che estero. Può inoltre essere utilizzata come Escrow Agent nella compravendita di partecipazioni societarie o rami aziendali e di beni immobili, garantendo il rispetto di tutte le previsioni contrattuali stipulate tra le parti. Europa Trust vanta anche un’esperienza pluriennale nella complessa tematica dei trust, proponendo soluzioni utili, fra l’altro, anche in un’ottica di passaggio generazionale.Inoltre, a seguito dell’esperienza maturata in occasione delle varie edizioni del c.d. “scudo fiscale” e della c.d. “voluntary disclosure”, Europa Trust può assumere l’amministrazione di beni all’estero agendo come sostituto d’imposta, ove consentito dal nostro ordinamento, semplificando l’assolvimento degli obblighi fiscali, anche tramite il mandato senza intestazione.

Europa Trust S.p.A. Via Jacopo Nardi, 2 50132 Firenze Tel. 055.2001651 europa@ europatrustspa.it www.europatrust.it


a cura di MGA Comunicazione

Studio Associato Prosperi Consulenza del Lavoro - Servizi aziendali

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ato dall’esperienza quasi trentennale di professionisti del settore dei servizi aziendali lo Studio Associato Prosperi, evoluzione dello Studio Prosperi di Luca Prosperi, si occupa con grande professionalità di consulenza per il lavoro, gestione delle risorse umane, relazioni sindacali, controversie extragiudiziali. Luca Prosperi titolare dello studio insieme a Andrea Ciani spiega: “L’attività ha avuto inizio come società di servizi già dal 1990, crescendo nel corso degli anni come studio professionale nella consulenza del lavoro dal 2001 e assumendo la caratteristica attuale di Studio Associato dal 2013. Grazie alla lunga esperienza maturata con il supporto di figure di altissima professionalità nell’ambito dei servizi aziendali, forniamo ai nostri clienti qualità ed efficienza in tempi molto rapidi. Il nostro Studio offre alle aziende un servizio di consulenza a 360 gradi, funzione fondamentale per l’esercizio dell’attività di impresa”. Quali sono i suoi clienti? “Lo studio opera maggiormente nel dinamico tessuto industriale, artigianale

e commerciale dell’Empolese/Valdelsa ma anche in vari settori merceologici sul territorio di Firenze e Pisa. Le tante offerte e servizi e la grande competenza nella materia giuslavoristica permettono allo studio di occuparsi di aziende industriali, artigianali, commerciali, enti pubblici e aziende del terzo settore. Altri settori con particolari specificità? “Sono molto diversificati. Dagli istituti di vigilanza, infatti fra i nostri clienti c’è la realtà più importante della Toscana, con un totale di circa 1200 addetti; alla grande distribuzione, all’ industria alimentare, di prodotti ittici, fino alle aziende agricole e rivenditori auto; serviamo un bel numero di Cooperative rivolte ad attività sociali, educative e per il recupero di soggetti svantaggiati. Altro settore importante , anche da un punto di vista territoriale, è quello delle confezioni di abbigliamento; Inoltre abbiamo sviluppato una rete di clienti nel settore edile tanto da diventare specializzati. Tra i nostri clienti c’è anche un’azienda leader nel settore dell’arredo bagno, il quale brand è conosciuto a livello internazionale. Con le nostre capacità aiutiamo le imprese nei rapporti di lavoro, per le opportunità quali

agevolazioni previdenziali, fiscali o di accesso a bandi regionali, oppure nelle gestioni di crisi aziendali nonché all’assistenza e rappresentanza in sede di contenziosi. Fornite consulenza per gli enti assistenziali. Quali? “Per tutti ciò che riguarda la gestione del rapporto di lavoro tra aziende e lavoratori, possiamo offrire consulenza e assistenza verso Inps, Inail, ex Enpals ed ex Inpdap o la gestione previdenziale Enasarco specifica per Agenti e Rappresentanti, per gli obblighi aziendali, in conseguenza dei rapporti di con i propri addetti quali iscrizioni, denunce periodiche obbligatorie, assunzioni, cessazioni rapporti di lavoro.

Studio Associato Prosperi Via Raffaello Sanzio, 36 50053 Sovigliana Vinci (FI) Tel. 0571.5317.1 segreteria@studioassociatoprosperi.it www.studioassociatoprosperi.it Giugno-Settembre 2019 / IES / 7


COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

La CULTURA DELL’INDUSTRIA: una BATTAGLIA da VINCERE di NADIA FRULLI

L’INNOVAZIONE RICHIEDE UN CAMBIO DI PASSO, MA, SOPRATTUTTO, DI VISIONE E DI CULTURA. È NECESSARIO SAPERE PREVEDERE LE NUOVE ESIGENZE ED AFFRONTARE I MERCATI LIBERANDOSI DA MODELLI ORMAI SUPERATI. INTERVISTA A FABRIZIO BERNINI, PRESIDENTE DEL "DIGITAL INNOVATION HUB TOSCANA" E DELLA DELEGAZIONE DI AREZZO DI CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

L

'obiettivo è quello di incentivare e sostenere le aziende che decidono di investire su innovazione e digitalizzazione. Per raggiungerlo però è necessario percorrere una lunga strada disseminata, purtroppo, di barriere di tipo culturale. Perché ancora troppo spesso, l'industria 4.0 si va a scontrare con una mentalità radicata alla tradizione ma poco aperta all'innovazione. “Ma è giunto il momento di capire – spiega Fabrizio Bernini, presidente del Digital Innovation Hub Toscana, oltre che della Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud – che l'innovazione non si fa perché si vuole, ma perché è necessario”. Una frase che da sola racchiude la filosofia del DIH Toscana, l’associazione senza scopo di lucro fondata da Confindustria Toscana, Ance Toscana e dalle cinque territoriali regionali (Confindustria Firenze, Confindustria Toscana Nord, Unione Industriale Pisana, Confindustria Toscana Sud, Confindustria Livorno-Massa Carrara) circa due anni fa per accompagnare le imprese verso le opportunità e i finanziamenti dell’industria 4.0.

“L'INDUSTRIA DIGITALE NON SI RIDUCE AL SOLO ‘INVESTIMENTO IN DIGITALE’: È MOLTO DI PIÙ

Attivo dall'inizio del 2018 il DIH toscano è parte del Network 4.0 del Mise e ha già realizzato vari progetti per formare gli imprenditori e li ha supportati nella ricerca di finanziamenti. In questo periodo ha incontrato 736 imprese, svolgendo 102 assessment digitali, 29 incontri formativi, 50 analisi tecniche e 46 perizie. “Quando il Digital Innovation Hub è nato – spiega Bernini –, l'intenzione era quella di creare una rete di supporto alle imprese e un laboratorio di idee, che guardasse al futuro e precorresse i tempi. Una struttura che permettesse di pensare a servizi e prodotti che ancora non esistono ma che nel giro di pochi anni saranno compatibili con il mercato. La quarta rivoluzione industriale è cominciata e noi imprenditori non potevamo rinunciare all’opportunità di pensare al futuro delle nostre aziende. Se vogliamo competere e crescere dobbiamo innovare. Ma serve un approccio nuovo, collaborativo e trasversale, che coinvolga in prima linea il sistema imprenditoriale”. In quale contesto è nata l'associazione? “Il Digital Innovation Hub è nato in seguito alla promulgazione di una serie di leggi che cercavano di spingere l'attività di investimento digitale all'interno delle aziende. Il celebre piano Calenda. Agli investimenti erano legati una serie di ammortamenti. Un’iniziativa particolarmente apprezzata, tanto che nel 2017 ci

Fabrizio Bernini

fu un incremento del 30 per cento di immobilizzazioni legati al cloud, all'industria 4.0 e alla digitalizzazione. Accanto al sostegno degli investimenti, il Piano ha previsto la creazione di una rete infrastrutturale dell’innovazione digitale (il Network 4.0 del Mise), con l’obiettivo di sviluppare strette interazioni tra ricerca e impresa, che ruota intorno a due soggetti fondamentali: i Digital Innovation Hub, che forniscono attività e servizi di supporto alle imprese anche valorizzando i vari attori dell’ecosistema dell’innovazione digitale, e i Competence Center. Allora come adesso, l'obiettivo era quello di spingere la cultura della digitalizzazione all'interno delle aziende. È stato un percorso importante quello realizzato in Toscana. Partito al fianco delle università, in primis l'Università Sant'Anna di Pisa e coinvolgendo anche le altre”. Come sono state colte queste opportunità dalle aziende toscane? “Inizialmente si sono visti molti investimenti, ma l'industria digitale non si riduce al solo ‘investimento in digitale’: è molto di più. Perché se le aziende investono e riescono ad avere sgravi fiscali, ma poi non riescono a vendere il prodotto 4.0, quel sostegno economico iniziale rischia di trasformarsi in un debito finanziario. È necessario far capire agli imprenditori cosa significhi e cosa fare per rendere davvero digitale il proprio prodotto. Solo così le imprese possono proporlo nel mercato e farlo recepire”.

Giugno-Settembre 2019 2019 // IES Giugno-Settembre IES // 99


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story “Il cambio generazionale può essere sicuramente un motore importante del cambiamento. Posso testimoniarlo anche a titolo personale: mia figlia in azienda affronta determinate tematiche e determinate problematiche con un approccio diverso del mio. Ha una cultura differente e sicuramente più vicina a chi un domani fruirà dei nostri prodotti. Perché il prodotto va pensato e realizzato in funzione delle generazioni che lo useranno. Il segreto è racchiuso in tre parole: precorrere i tempi. Gli imprenditori devono innovare per creare prodotti che saranno utilizzati in futuro da chi è nato e cresciuto con una cultura diversa dalla nostra”.

“ IL PRODOTTO VA

PENSATO E REALIZZATO IN FUNZIONE DELLE GENERAZIONI CHE LO USERANNO

Cosa sta facendo il Digital Innovation Hub per spiegare alle imprese questa svolta culturale ed epocale? “In Toscana sono stati attivati degli sportelli, i Contact Point, che si propongono di promuovere questa nuova mentalità. Agli imprenditori che vi si rivolgono viene spiegato cosa significhi digitalizzare il prodotto, cosa si intende, ad esempio, quando si parla di intelligenza artificiale. Non conoscere queste nozioni, non avere idea di cosa si intenda per digitalizzazione, è un limite davvero pericoloso. E se un'azienda si perde, insieme a lei si perde ricchezza per il territorio. Per questo motivo abbiamo costituito un Dih con dimensione e competenze regionali, e sede presso Confindustria Toscana, al quale sono uniti gli sportelli di ogni singola Associazione di territorio: porte di accesso attraverso cui le imprese possono passare per diventare più digitali. Ad esempio, facendo un check up della loro situazione, seguendo una formazione ad hoc, venendo accompagnate verso i finanziamenti regionali, nazionali ed europei e verso quegli attori che detengono e sviluppano le grandi competenze tecnologiche, a partire dai Competence Center.” 10 / IES / Giugno-Settembre 2019 10 / IES / Giugno-Settembre 2019

È questa la vera sfida dell'Industria 4.0? “Sì, si tratta di una vera e propria ‘battaglia’ culturale. Nel mio ruolo di Presidente, ma anche come imprenditore, vedo il limite per certi imprenditori. Ma devono capire che è giunta l'ora di fare cose diverse, perché ormai è una necessità. Dobbiamo ribaltare completamente le prospettive: adesso è l'utente che decide non sono io”. Molte aziende toscane sono sopravvissute a uno, due passaggi generazionali. Fare un passo del genere può essere un'occasione da cogliere anche sul fronte della digitalizzazione?

Quali potrebbero essere i modi per impostare il lavoro guardano al futuro? “Un esempio possono essere le start-up interne all'azienda. Mentre l'imprenditore è abituato a vedere e valutare sempre i soliti aspetti delle cose, una start-up interna all'azienda può pensare e realizzare lo stesso prodotto, la stessa cosa in modo diverso. Tra l'altro, in attesa delle nuove iniziative del Governo in termini di sostegno per l'innovazione, pare che rispetto al piano Calenda, le start-up potranno

“ IL CAMBIO

GENERAZIONALE PUÒ ESSERE UN MOTORE IMPORTANTE DEL CAMBIAMENTO


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story aver qualche incentivo in più”. Lei parla di start-up interne all'azienda. Ma cosa ne pensa di quelle realizzate insieme alle Università? “Senza dubbio se ne sono sviluppate molte, grazie alla presenza di atenei importanti nel territorio toscano. Ma hanno un limite: quello di essere distanti dall'industria, dal mercato. Spesso al loro interno vengono portati avanti studi che, pur essendo importanti, non si confrontano con il mercato. Quello che invece potrebbe essere auspicabile è che gli imprenditori toscani, cavalcando magari il cambio generazionale, cerchino di promuovere start-up interne all'azienda. Ecco questo potrebbe essere un obiettivo concreto da perseguire”. Intanto la battaglia culturale va avanti... “Certo. E sono molte le iniziative che stiamo portando avanti sul territorio, dai percorsi formativi e ‘mini-master’ per gli imprenditori, alle attività di pianificazione degli investimenti, agli appuntamenti studiati ad hoc per aiutare le imprese a

“ DIH, FORMAZIONE,

FINANZIAMENTI, CONOSCENZE, COMPETENZE, L’INDUSTRIA 4.0 DIVENTA REALTÀ

superare le barriere culturali. Ad Arezzo ad esempio, Confindustria ha promosso una serie di appuntamenti chiamati ‘Il giovedì digitale’. Vi hanno partecipato molti imprenditori: hanno seguito esperti e professionisti che hanno spiegato i concetti fondamentali dell'industria 4.0, come ad esempio l'intelligenza artificiale. Ci sono concetti facili da far capire e concetti più difficili. Ci sono temi che si conoscono o non si conoscono. Ma soprattutto abbiamo scoperto che ci sono molti imprenditori veramente interessati e pronti a mettersi in gioco. A ogni appuntamento erano presenti dalle 30 alle 40 persone: è stato un successo. Per questo mi piacerebbe davvero molto che an-

“ START-UP INTERNE

ALL’AZIENDA, UN’IDEA DA PROMUOVERE

che altre realtà di Confindustria in Italia replicassero l'iniziativa. Nel frattempo, gli imprenditori toscani possono rivolgersi al Digital Innovation Hub, che vuole essere un organo trasversale alle filiere produttive, una struttura inclusiva, a disposizione di tutte le imprese e anche delle altre realtà extra confindustriali, grazie al trait d’union delle associazioni Territoriali socie che fungono da vero e proprio punto di riferimento per le Pmi attive sui territori. Intanto proseguono gli appuntamenti del Road Show ‘Essere Impresa 4.0’ del DIH Toscana secondo il calendario degli eventi che pubblichiamo anche sul nostro sito confindustria.toscana.it/digitalinnovation-hub-toscana/. Il cuore dei lavori è l’analisi dei progetti 4.0 realizzati da aziende manifatturiere e l’approfondimento delle attività di supporto che il DIH Toscana può fornire, attraverso il proprio network e in collaborazione con il Competence Center nazionale ARTES 4.0, che appoggia l’iniziativa e di cui il DIH è partner ufficiale e componente strategico nella governance. Siamo già stati a Pisa, Lucca e Prato, e saremo presto a Pistoia e Carrara, ma le iniziative andranno avanti fino a dicembre 2019 così da coinvolgere tutti i territori della nostra regione”. Giugno-Settembre 2019 2019 // IES Giugno-Settembre IES // 11 11


a cura di MGA Comunicazione

MUlTIGEl S.r.l.

«innovazione e tradizione, dal 1936 a oggi» zione e assemblaggio di macchinari per produzioni galeniche e per il packaging di industrie farmaceutiche”». E l’internazionalizzazione? «Nel 2018 è stata potenziata. MultiGel ha ampliato l’attività di vendita sui mercati esteri, creando nuove opportunità e rafforzando la rete dei distributori. La vasta gamma delle macchine proposte, la flessibilità, la capacità e la capacità di soddisfare le esigenze del cliente unitamente all’assistenza post-vendita e investimenti nelle risorse del territorio sono le caratteristiche che rendono MultiGel una delle maggiori realtà toscane del settore e azienda di riferimento nazionale per le Farmacie Galeniche».

Multigel S.r.l. Via Cimabue, 4/6 50028 Località Sambuca Tavarnelle Val di Pesa (Fi) Tel. 055.8071085 www.multigel.it sere inclusa da parte del Ministero dello Sviluppo Economico nel gruppo delle PMI Innovative Italiane. A parlare della Multigel è Alberto Baldini, amministratore unico.

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ultiGel è un’azienda specializzata nella produzione di macchine destinate all’industria farmaceutica, ai laboratori galenici, ai laboratori per la produzione di integratori e alla ricerca e sviluppo. Da sempre impegnata nel settore meccanico, nasce nel 1936 a Firenze come bottega artigiana nel settore militare e meccanotessile. Negli anni ’70 sviluppa le prime macchine per il riempimento delle capsule, destinate alle farmacie italiane ed estere che producono preparazioni galeniche. Nel 2014 l’azienda, con la nuova proprietà, avvia un importante processo di rinnovamento che ha portato nel 2017 l’azienda a es-

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Quali sono le caratteristiche dei vostri prodotti? «Le macchine prodotte da MultiGel spaziano dalla miscelazione di polveri al riempimento e chiusura delle capsule, dalla miscelazione dei liquidi al riempimento di qualsiasi contenitore, fino alla realizzazione di blister e bustine termosaldate. La produzione va dalle polveri ai liquidi, dalle creme ai corpi solidi per il settore farmaceutico, nutraceutico, cosmetico e alimentare. Le macchine sono tutte progettate ed assemblate all’interno di MultiGel». Quanto è importante per voi l’innovazione? «Moltissimo. Il processo di innovazione è continuato nel 2018 con la creazione di un Sistema di Gestione per la Qualità che ha portato MultiGel al conseguimento della certificazione UNI EN ISO 9001:2015 per l’attività di “Progetta-


a cura di MGA Comunicazione

El.En. S.p.A.

«inveStiamo in innovazione e ricerca» L’Ing. Paolo Salvadeo con i premi Nobel 2018 per la Fisica, Gérard Mourou e Donna Theo Strickland, in udienza dal Santo Padre.

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ntervistiamo l’ingegnere Paolo Salvadeo, direttore generale di El.En. SpA, multinazionale con sede a Calenzano (Fi), specializzata in design e produzione di laser per la medicina estetica, la chirurgia, l’industria, il restauro conservativo e la pulitura di opere d’arte. Cosa vuol dire per il suo Gruppo “innovazione”? «È la dimensione che sta a monte di invenzioni o scoperte, che possono riguardare sia prodotti che processi aziendali, a garanzia di risultati migliori o di maggiori benefici». È dunque qualcosa di astratto dalla ricerca e dallo sviluppo? «Sì, assolutamente. Intrinsecamente lo è se parliamo di un processo, ma anche di un prodotto. Non è il risultato di un singolo o di una singola pensata, bensì la somma di più idee che convergono, anche da reparti diversi. Si parla in questo caso di concurrent engineering. Creata l’innovazione, si passa alla fase di ricerca,

ovvero l’acquisizione di know-how, e poi alla fase di sviluppo. Sono tutte fasi ben distinte, ma tra loro correlate». Si può innovare, essendo follower? «No, quando si è follower si sviluppa un prodotto che già altri hanno innovato. A mio avviso si può innovare solo quando le soluzioni che verranno realizzate saranno “breakthrough” ovvero caratterizzate da connotati originali. Nel nostro Gruppo privilegiamo l’innovazione e, con cadenza di uno, massimo due anni, tiriamo fuori prodotti o applicazioni innovative». Quanto spendete in innovazione? «Non è facile indicare una cifra, non è possibile tenere una contabilità analitica delle riunioni che si fanno. Ho un dato però di investimenti in ricerca e sviluppo, pari a circa il 5% del fatturato consolidato del Gruppo, che nel 2018 è stato di circa 350 milioni di euro. Stiamo parlando di una cifra superiore a 17 milioni di euro all’anno». Il suo paradigma e il suo motto? «Il paradigma è “Innovare o morire”.

Soprattutto nei periodi di crisi. Se non si innova durante la crisi, quando il mondo riparte si farà una fatica enorme per competere. Questa è stata la forza del nostro gruppo anche negli anni più bui (2009 e 2010). Il motto l’ho ereditato dal premio Nobel 2018 per la Fisica, Gérard Mourou: “The best is yet to come” ossia “Il meglio deve ancora venire”».

El.En. S.p.A. Via Baldanzese, 17 50041 Calenzano (Fi) info@elengroup.com www.elengroup.com Giugno-Settembre 2019 / IES / 13


COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

INDUSTRIA 4.0 in TOSCANA, una CARTA da GIOCARE di MAURIZIO ABBATI

LA CONOSCENZA E LA CREATIVITÀ DELLE IMPRESE TOSCANE SONO UNICHE, SU QUESTO PUÒ FONDARSI LA CAPACITÀ DI SCOMMETTERE SULL’INNOVAZIONE DI PROCESSO E DI PRODOTTO, PER UN’INNOVAZIONE DI QUALITÀ, CAPACE DI CONIUGARE PASSATO E FUTURO. NE PARLIAMO CON STEFANO CIUOFFO, ASSESSORE REGIONALE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

C

’è una Toscana capace di innovare, affrontare la sfida delle nuove tecnologie, ma soprattutto con le sue eccellenze. Mentre una parte delle imprese, soprattutto quelle medie e piccole, mostra di avere il fiato un po’ corto e incontrare difficoltà quando si parla di obiettivo 4.0 e di digitalizzazione. È quanto rileva anche una recente ricerca condotta su un campione di circa 24mila imprese italiane e 2395 imprese toscane su incarico della Regione dalla società di ricerche Met, secondo cui la Toscana – rispetto ad alcune regioni competitor come Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche – mostra una diffusione inferiore delle tecnologie 4.0. Circa l'8,5 per cento delle imprese nel suo complesso impiega almeno una tecnologia 4.0, con una propensione all'utilizzo direttamente proporzionale alle dimensioni: le aziende 4.0 con più di 10 addetti sono il 18,4 per cento del totale delle piccole imprese, percentuale che tocca il 36,4 per cento in quelle con più di 50 addetti. La Toscana mostra una buona crescita, superando il dato nazionale (37,9 per cento), ma la diffusione di imprese 4.0 resta inferiore del 7 per cento rispetto a realtà come Veneto e Piemonte, del 6 per cento nei confronti dell’Emilia-Romagna, del 5 per cento e 3 per cento di fronte a Lombardia e Marche. Riguardo alle prospettive per il prossimo futuro, Toscana inferiore al dato nazionale anche per la percentuale di imprese di

“ ANCORA TROPPO

POCHE LE IMPRESE TOSCANE CHE INNOVANO

maggiori dimensioni che ha in programma 4 o più investimenti in tecnologie 4.0: il 33,9 per cento contro quasi il 50 per cento delle imprese italiane con 50 addetti e oltre; tendenza analoga anche per la classe 10-49 addetti (23,5 per cento in Toscana e 41,4 per cento in Italia). Tra quelle che già adottano tecnologie 4.0, il 45 per cento delle toscane con più di 50 addetti dichiara di non avere in programma investimenti 4.0, con una

Stefano Ciuoffo

media di interventi programmati (1,9) ben al di sotto di quella nazionale (2,3); sostanziale equilibrio invece per quanto riguarda le imprese 10-49 addetti: Toscana 2,15, Italia 2,27. Un elemento che risulta determinante in questo ritardo nel campo dell’innovazione è la prevalente gestione a carattere familiare delle imprese toscane: il 71 per cento, con un controllo riconducibile a un unico soggetto responsabile della gestione e delle scelte; inoltre nel 56,7 per

“ LA REGIONE

TOSCANA PUNTA SULL’INNOVAZIONE PER UN’INDUSTRIA AL PASSO COI TEMPI

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ COMPETENZE E

CONOSCENZE, IL GAP DA SUPERARE PER LE IMPRESE TOSCANE

cento dei casi si tratta di una gestione familiare accentrata, ovvero non aperta alla condivisione delle scelte strategiche con soggetti esterni e quindi più prudente. A questi elementi si affianca quello che indica un 52,6 per cento delle imprese a gestione familiare e dirette da manager non laureati, dato ben al di sopra della media nazionale (48,6 per cento) e che, congiuntamente alla maggiore diffusione di imprese non familiari senza laureati (4 per cento oltre il dato italiano), suggerisce una relativa carenza di figure manageriali altamente formate e una conseguente maggior chiusura verso l'innovazione (tratto in comune sia per le imprese familiari accentrate che per quelle con maggiore diffusione della gestione, tutto ciò sia a livello regionale che nazionale). Sempre sul fronte delle competenze, dall'indagine emerge che le difficoltà di adozione delle misure orientative verso il 4.0 sono determinate dalla scarsa presenza di personale dotate di skills al passo con le esigenze richieste dal processo di digitalizzazione; in Toscana questo è più evidente per le tecnologie legate alla gestione dei dati. Un gap che le imprese hanno cercato di colmare, nel 12 per cento dei casi assumendo nuovo personale, nel 10 per cento investendo in for16 / IES / Giugno-Settembre 2019 16 / IES / Giugno-Settembre 2019

mazione, mentre un altro 10 per cento ha preferito affidarsi a collaboratori esterni. “In questi anni abbiamo tentato di svolgere un’opera di accompagnamento del mondo delle imprese toscane per consentirgli di affrontare quelle che sono le maggiori criticità, investendo molto su ricerca, sviluppo e innovazione. Si tratta – commenta l’assessore regionale alle Attività produttive Stefano Ciuoffo – di 650 milioni di euro per quanto riguarda la programmazione 2014-2020, destinati a tutto il sistema economico, con oltre 4mila beneficiari, con particolare attenzione al mondo della piccola e media impresa, che appare quello con le

difficoltà più evidenti. Dai monitoraggi effettuati si evince come ci troviamo di fronte a un’impresa che migliora nei suoi processi di capitalizzazione, andata incontro a una crescita del tasso di produzione e di occupazione, almeno fino al 2018, pur con qualche difficoltà in più negli ultimi mesi. È cresciuto considerevolmente l’export, trainato da farmaceutico, moda, pelletteria, che sono poi

“ PIÙ SVILUPPO

EXPORT-ORIENTED, PIÙ COMPETITIVITÀ PER LE AZIENDE


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story i settori caratterizzanti la nostra economia, così come si è avuta una crescita consistente nei servizi avanzati, di fronte a una diminuzione dell’industria come avviene in tutte le economie progredite. Oggi possiamo dire che la Toscana davanti alla grandi crisi ha retto. Il sistema dei distretti ha funzionato e ha consentito di mantenere una tenuta sociale del sistema nei momenti più critici”. Qualche difficoltà tuttavia in effetti c’è per quanto riguarda il capitolo dell’innovazione tecnologica. “Abbiamo spinto molto sugli incentivi alla nuova competitività, innovazione e industria 4.0; dai risultati delle indagini si nota un interesse sul tema che prima non c’era, ma di fronte a un assorbimento nelle grandi imprese, nelle piccole è invece quasi del tutto assente. Un aspetto preoccupante perché dimostra che forse queste ultime non hanno ancora la solidità per entrare in un processo di innovazione, rischiando di rimanere fuori dal mercato. Uno degli elementi di forte criticità è poi la mancanza di competenza, la capacità dei nostri imprenditori di andare oltre la creatività personale e affidarsi alla tecnologia. C’è un basso tasso di scolariz-

“ LA PICCOLA IMPRESA

FATICA AD INNOVARE, PER QUESTO DEVE CRESCERE

zazione ed è come ci fosse un rifiuto a confrontarsi con i nuovi metodi produttivi. Troviamo una rigidità nel sistema che non depone bene, anche in un passaggio generazionale fondamentale per portare in azienda persone formate, in grado di comprendere linguaggi e opportunità che si profilano all’orizzonte. Per questo motivo abbiamo anche avviato corsi di formazione specifici per imprenditori. Altro elemento chiave da sviluppare è l’internazionalizzazione, poiché un mo-

“ PER L’INNOVAZIONE,

LA FORMAZIONE SPECIALISTICA È FONDAMENTALE

dello di sviluppo export-oriented è in grado di sostenere in maniera più consona la capacità competitiva delle aziende. È proprio dal confronto con altre realtà economiche che dobbiamo imparare. Se ci guardiamo attorno ci rendiamo conto che tutto sta cambiando, scopriamo mercati emergenti e attori che entrano nella competizione internazionale rivendicando un proprio spazio. Siccome siamo depositari di una conoscenza e creatività uniche, dobbiamo essere capaci di innestare su questo la capacità di scommettere sull’innovazione di processo e di prodotto per soddisfare la richiesta. Noi siamo nel settore dell’eccellenza e fuori dalla dimensione dei grandi numeri, ma dobbiamo stare attenti perché siamo di fronte a un’opportunità e allo stesso tempo a un pericolo effettivo: oggi con il 4.0 si possono fare produzioni personalizzate, con estrema cura del dettaglio, anche in grandi quantità, come richiede il mercato globale, e questo è spiazzante rispetto alla nostra filiera produttiva, che deve quindi aggiornarsi. Ecco la sfida che abbiamo di fronte”. Giugno-Settembre 2019 2019 // IES Giugno-Settembre IES // 17 17


Cover Servizi alle Aziende

Welt Electronic

Lungimiranza, professionalità e partnership con il cliente

W

elt Electronic è un’azienda specializzata nella vendita, distribuzione e marketing di componenti elettronici e lighting sia standard che custom. Un’eccellenza fiorentina che ha, in primis, il volto del board composto dai tre soci fondatori: Pietro Dho (CEO), Riccardo Rabatti (Marketing Manager) e Giusy Marotta (Human Resources Manager). Nata nel 1985, Welt Electronics si è proposta pionieristicamente sul mercato servendo, inizialmente, le aziende del territorio. In seguito, con l’evoluzione del mercato, l’impresa si è progressivamente strutturata per arrivare a diventare un punto di riferimento per tutto il settore a livello globale. Welt Electronic, ad oggi, è una realtà con un fatturato da circa 30 milioni di euro, uno staff di una cinquantina di persone, compresi gli addetti alla vendita, dislocati tra la sede di Firenze e i branch office di Padova, Roma e Milano. IES ha parlato con il Direttore Commerciale di Welt Electronic che ci ha spiegato le caratteristiche, la mission e il lavoro di questa azienda. Sig. Giusti, qual è la mission di Welt Electronic? «La nostra mission è, innanzitutto, quella di essere considerati un partner

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dai nostri clienti, non un semplice distributore di prodotti e servizi. Affianchiamo le aziende in un percorso per suggerire e fornire le soluzioni corrette e adeguate per le applicazioni che il cliente sta sviluppando. Il nostro è un mercato di nicchia ma inflazionato, perciò dobbiamo offrire un valore aggiunto. Tutto ciò è possibile grazie all’alta preparazione tecnica dei nostri professionisti e al perfezionamento di strategie commerciali ad hoc con i fornitori, molti dei quali sono dei top brand del mercato. Il nostro lavoro diventa così un indissolubile rapporto a tre tra noi, il cliente e il fornitore stesso che è espressione pratica delle idee, dei prodotti, del marketing e dell’assistenza che prestiamo». Qual è la caratteristica che più di tutte ha permesso l’affermazione dell’azienda sul mercato? «La flessibilità e la lungimiranza nel capire i cambiamenti repentini del mercato e sapercisi adattare ogni volta. Partecipiamo alle fiere di settore, siamo sempre aggiornati sulle tecnologie più innovative e ricerchiamo costantemente nuovi fornitori con prodotti affini all’esigenza del momento. In quest’ottica, circa cinque anni fa ab-

biamo inaugurato la nostra Lighting Division, assecondando un trend sempre più preponderante. Questa attività ha una struttura indipendente rispetto alla Industrial Division e attualmente rappresenta il 25% del fatturato totale di Welt Electronic».

Welt Electronic Via della Treccia, 33 Firenze Tel. 055.302631 info@weltelectronic.it www.weltelectronic.it


a cura di MGA Comunicazione

MARZIA PIERI & ASSOCIATI S.r.l. trenta anni tra innovazione e valore umano

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arzia Pieri & Associati Srl, un’impresa da sempre al femminile, giovane e competitiva, specializzata nella Ricerca e Selezione di Personale, Consulenza Organizzativa e Sviluppo delle Risorse Umane, si avvia a festeggiare i suoi primi trenta anni di attività. Una vita professionale dedicata agli imprenditori, ai manager e alle aziende, che attraversa tre decenni di storia dell’impresa italiana, affrontando le tante sfide che soprattutto negli ultimi anni hanno ridisegnato il tessuto produttivo economico nazionale, ridefinendone modalità, tempi, priorità. Ne parliamo direttamente con Marzia Pieri, Founder e CEO della società. Come riassumere questi primi 30 anni di attività? «Sicuramente questi anni hanno coinciso con un periodo di forti cambiamenti per l’Impresa italiana, e questo è stato per noi un invito a rinnovarci ogni giorno, a cercare e progettare sempre nuove soluzioni per le esigenze dei nostri clienti. In tanta metamorfosi, una costante però è stata ed è tutt’ora l’attenzione alla Persona, al suo valore, alla sua crescita e piena realizzazione, nella convinzione che dal Ben Essere della Persona passi anche il Ben Essere dell’Azienda». Chi è, oggi, Marzia Pieri? «Marzia Pieri è una donna, un’imprenditrice, una headhunter e una business coach. Sono una persona estremamente aperta, curiosa, dinamica, entusia-

sta, autentica e in continua ricerca, che ama camminare verso sempre nuove mete e ama farlo in compagnia. Sono fermamente convinta che nella vita non si arrivi mai, o almeno che ogni arrivo sia una nuova partenza. Proprio per questo, le mie energie continuano a essere rivolte allo

Sviluppo e alla Crescita delle Risorse Umane, promuovendo una cultura del Cambiamento, dell’Innovazione, della Trasformazione “felice”».

proprie aree di miglioramento. Un percorso impegnativo, affascinante e dal quale non si può prescindere. La consapevolezza come coscienza, come consistenza, come antidoto alla troppa tanta liquidità in cui gli ultimi anni ci hanno relegati. Visione intesa come capacità di leggere i segni del nostro tempo e di formulare progetti di ampio respiro, non confinati nella “navigazione a vista” dettata dal “tutto e subito” del nostro momento storico. Parlo di una Visione acuta e sagace che sappia tradursi in azioni di Responsabilità verso la Società; dobbiamo imparare nuovamente a coltivare e lasciare buoni semi affinché anche altri possano godere di buoni frutti. Coraggio. Non tanto un augurio, quanto una consapevolezza. La capacità di fare qualcosa con il cuore, fidandosi dei propri talenti, sfidando la paura, dialogando con l’altro, condividendo condotte di vita etiche, per raggiungere qualcosa di più grande. Un coraggio gratuito e senza ritorno, se non la certezza di aver fatto la cosa giusta».

Per chiudere: 3 parole per le imprese di oggi. «Direi Consapevolezza, Visione e Coraggio. Consapevolezza intesa come Autoconsapevolezza e Padronanza di sé, delle proprie capacità e delle

Marzia Pieri & Associati S.r.l. Via Salceto, 55 Poggibonsi (SI) Tel. 0577.983395 info@marziapieri.it www.marziapieri.it Giugno-Settembre 2019 / IES / 19


Cover Servizi alle Aziende

Euro Informatica S.r.l. Uno studio, molteplici consulenze

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ei primi anni Ottanta, tre professionisti con attività diverse decidono di condividere una comune struttura informatica e logistica, ciascuno mantenendo la propria autonomia e specificità di settore professionale, riunendo così le relative prestazioni nei settori consulenziali economico, finanziario, fiscale e lavoristico. Allo studio originario del Dott. Pietrino Giannotti, Dottore Commercialista e Revisore Legale, si sono affiancati così lo studio di Consulenza del Lavoro del Rag. Valter Ghiloni e lo Studio del Rag. Gabriele Babboni che, fin dalla sua costituzione, è iscritto al registro dei Revisori Contabili. Nella seconda metà degli anni 2000 si è aggiunto lo studio dell’Avv. Mara Giannotti. Parlano i professionisti: «All’interno dell’unica struttura, il cliente può usufruire di consulenza fiscale e commerciale, societaria e finanziaria; gestione di operazioni straordinarie di ristrutturazione, fusione e trasformazione socie-

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taria ed aziendale, gestione dei bilanci e revisione contabile, rappresentanza e difesa del contribuente presso le Commissioni Tributarie con le prestazioni del Dott. Giannotti, commercialista, che è anche Conciliatore presso la Camera Arbitrale di Lucca. Il Rag. Ghiloni si occupa invece di consulenza del lavoro, assistendo i datori di lavoro nei rapporti con il personale e con le organizzazioni sindacali, nella contrattualistica del lavoro individuale e collettiva, analisi dei costi e rappresentanza del datore di lavoro presso gli Enti e fornendo il servizio di contabilità del personale, paghe e contributi. Consulenza fiscale, amministrativa e societaria e assistenza contabile è fornita dal Rag. Babboni. L’Avv. Mara Giannotti assiste i clienti in tema di consulenza fiscale e tributaria, societaria e contrattuale, assistenza rappresentanza e difesa del contribuente in materia fiscale e tributaria». Tutti i professionisti si avvalgono, inoltre, di una società di elaborazione dati, Euro Informatica Srl, con esperienza

pluridecennale in materia di contabilità generale, dichiarazioni fiscali, elaborazione dati contabili, amministrativi e del personale (servizio paghe) svolti sotto il diretto controllo dei professionisti da uno staff di 10 addetti specializzati per settore di competenza.

Euro Informatica S.r.l. Via dei Giardini, 19 Borgo a Mozzano (LU) Tel. 0583.88777 euroinformatica@euroinstudio.it www.euroinstudio.it Dott. Pietrino Giannotti pietrino.giannotti@euroinstudio.it Rag. Valter Ghiloni valter.ghiloni@consulentidellavoro.it Rag. Gabriele Babboni gabriele.babboni@euroinstudio.it Avv. Mara Giannotti mara.giannotti@euroinstudio.it


a cura di MGA Comunicazione

TOSCO DATA

Proposte di noleggio, vendita e consulenza per le imprese

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osco Data è una realtà aziendale pistoiese a conduzione familiare con un’esperienza di 35 anni, dove l’organico è in forte crescita e lo sguardo è sempre rivolto verso il futuro per quanto riguarda le scelte e le innovazioni proposte alla propria clientela. Nata nel 1984 dalla determinazione e la lungimiranza di Adelio Tucci e della moglie Daniela, l’azienda inizialmente si fa apprezzare per l’attività di consulenza e vendita di prodotti e servizi office per la gestione aziendale, specializzandosi poi nel corso degli anni nel settore tecnologico per la stampa hardware e software al fine di ottimizzare i flussi analogici di stampa grafica e offrire nuove soluzioni nell’ambito della gestione documentale degli archivi aziendali. Attualmente, sotto la direzione di Pierluigi Tucci, figlio di Adelio recentemente scomparso, Tosco Data ha migliorato ulteriormente la predisposizione al “problem solving” e rafforzato le collaborazioni con i più importanti marchi del settore, proponendo una serie di servizi vantaggiosi

per le imprese e garantendo un eccellente servizio di assistenza e consulenza a 360 gradi sulla scelta di prodotti e servizi. Gli esperti dell’azienda sono infatti in grado di analizzare i flussi lavorativi di ogni realtà lavorativa e di adottare soluzioni specifiche che garantiscano un sicuro vantaggio, sia a livello economico che ambientale/lavorativo. Le nuove generazioni di stampanti, ad esempio, permettono un’ottimizzazione dei costi di stampa che, unite alle nuove proposte di noleggio con contratto “all inclusive” di Tosco Data, consentono di abbattere i costi anche di gestione magazzino e scorte, offrendo grandi possibilità di risparmio sia alle imprese che alle pubbliche amministrazioni o professionisti. Tra i servizi offerti da Tosco Data troviamo anche la proposta di noleggio a breve termine per scanner documentali, computer, video proiettori, monitor visual digital signage, plotter di grande formato per permettere di affrontare al meglio casi di lavoro massivo di documenti da digitalizzare o lavoro temporaneo. La passione per

il lavoro e la dedizione sono la forza di questa azienda che offre anche consulenza per la rete IT informatica sia per imprese che in ambito museale e culturale per progetti sia a breve che a lungo termine. Per essere più vicina alle imprese la Tosco Data si sta organizzando con il proprio sito web per rispondere sempre più velocemente e in modo adeguato alle diverse esigenze.

Tosco Data S.r.l. Via Borgognoni, 2/i 51100 - Pistoia (PT) Tel. 0573.22160 info@toscodata.it www.toscodata.it Giugno-Settembre 2019 / IES / 21


COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

La NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE è DIGITAL di MAURIZIO ABBATI

UN VERO E PROPRIO CAMBIAMENTO DI VISIONE: IL SUCCESSO NON È PIÙ LEGATO ALLE COSE, MA ALLA DISPONIBILITÀ DI UN CAPITALE UMANO CAPACE DI CREARE E GESTIRE L’INNOVAZIONE, UN PROCESSO CHE NON PUÒ ESSERE FERMATO. GIOVANNI BRUGNOLI, VICEPRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA PER IL CAPITALE UMANO

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

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nnovazione di prodotto e dei processi produttivi, digitalizzazione, interconnessione, automatizzazione. La rivoluzione industriale del nuovo millennio passa attraverso queste linee guida. Ma l’industria è chiamata a dare risposte concrete anche su quella che sarà la riorganizzazione del sistema produttivo e con questa l’utilizzo del capitale umano, che resta una risorsa essenziale, ma deve affrontare un profondo cambiamento per quanto riguarda competenze e abilità. Gli imprenditori cercano con urgenza figure professionali che sono di difficile reperimento vista la scarsità complessiva dell’offerta formativa, carente soprattutto per le competenze tecnicoscientifiche medio-alte. Per valorizzare il capitale umano sarà essenziale fare in modo che attraverso la formazione si acquisiscano quelle competenze adatte a svolgere determinati tasks, anche in fase di interazione uomo-macchina. Un tema, quello dell’education, della formazione professionale, destinato a influenzare lo sviluppo e le trasformazioni in atto, come spiega Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano. “È vero che la digitalizzazione sta trasformando il mondo. È vero che il cambiamento costante è un destino, come sa ogni imprenditore che riesce a competere nel mercato globale. Ma è ancora più vero che cambia profondamente il concetto stesso di lavoro, che si lega, come mai finora nella storia, al valore della competenza. Se in passato il più importante fattore di successo era dato dal possesso del capitale fisico o di qualche materia prima, oggi la produzione del valore aggiunto è legata principalmente alla disponibilità di un capitale umano capace di creare e gestire l’innovazione e calarla nei processi aziendali. Magari è vero, come sostengono alcuni teorici del futuro, che gli unici lavoratori nel 2054 saranno quelli dove i clienti preferiscono il ‘tocco umano’, ma se anche fosse vero, dobbiamo capire subito che tipo di for-

“ SEMPRE PIÙ

DIFFICILE TROVARE GIOVANI CON ADEGUATE COMPETENZE TECNICHE E SCIENTIFICHE

mazione immaginare per loro, come il nostro sistema Paese possa rispondere e quali sono le alleanze da sancire, specie tra sistema industriale e sistema educativo”. La chiave è quindi acquisire nuove competenze per padroneggiare lo sviluppo e far mantenere al fattore umano la centralità nella gestione dei processi. “L’Internet of things, la robotica, la realtà aumentata, i droni, la manifattura additiva sono solo alcune delle tecnologie che stanno cambiando sia i beni che vengono prodotti, sia il modo in cui si producono. Dobbiamo però chiederci come queste novità stanno cambiando l’economia italiana, un’economia che qualcuno chiamerebbe ‘tradizionale’ perché costruita su una dorsale manifatturiera che non è poi così nota come dovrebbe essere. Anche se crea, produce e innova alcuni tra i migliori manufatti che esistono. Anche noi siamo una nazione a rischio. Ma non stiamo facendo molto per definire una strategia. L’Italia ha i distretti industriali, formidabili Pmi, tante nostre reti di impresa e realtà che si stanno organizzando per restare competitive,

Giovanni Brugnoli

partendo dalle eccellenze. Siamo una nazione a rischio perché ci stiamo dimenticando dei nostri punti di forza. A discapito delle nuove generazioni, che hanno difficoltà a ereditare quanto di buono fatto finora. A me fa specie non sentire parlare di manifatturiero nelle scuole. Fa specie sapere che 7 giovani su 10 non sanno che siamo la seconda potenza industriale in Europa. Ed è ancora più grave se, guardando i dati, scopriamo che 7 giovani su 10 lavoreranno in un’azienda manifatturiera o dei servizi manifatturieri”. Il rischio è quello di ridurre la capacità dinamica delle imprese se non si compie un investimento nel capitale umano. “Archimede, Leonardo da Vinci, don Giovanni Bosco e tanti altri

“ PER VALORIZZARE IL CAPITALE UMANO SERVE FORMAZIONE MIRATA ”

Giugno-Settembre 2019 2019 // IES Giugno-Settembre IES // 21 23


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ INTERNET OF

THINGS, ROBOTICA, LA MANIFATTURA ADDITIVA, TECNOLOGIE CHE STANNO CAMBIANDO I BENI CHE VENGONO PRODOTTI E IL MODO IN CUI SI PRODUCONO

straordinari maestri ci hanno insegnato, così come tanti artigiani e imprenditori, che il lavoro non è semplice scambio tra prestazione e salario ai fini della sopravvivenza, ma una naturale espressione dell’uomo che crea ricchezza per sé e per gli altri. Dobbiamo cercare un equilibrio tra la contingenza immediata, ad esempio quella di tanti imprenditori come me che non trovano le professionalità di cui hanno bisogno, e la necessità di prevedere il futuro ma senza andare troppo oltre, partendo da ciò che siamo, che sappiamo fare. Oggi sappiamo che sviluppare il nostro sistema manifatturiero richiede un cambio di paradigma nei modelli di organizzazione dell’impresa, che passa da una visione per reparti a una gestione per flussi e per progetti, dove diventano fondamentali il lavoro in team, il problem setting e il problem solving. Questi fattori hanno un forte impatto sul mercato del lavoro e conseguentemente sulle competenze che devono 22 // IES 24 IES // Giugno-Settembre Giugno-Settembre 2019 2019

avere sia le nuove generazioni che i lavoratori adulti. Come confermato dai migliori centri studi europei, più avanzano le tecnologie, più le macchine riescono a sostituire il lavoro a basso tasso di competenza. Solo in Europa serviranno 80 milioni di persone high skilled entro il 2025. Entro quell’anno, il 90 per cento delle professioni subirà significativi cambiamenti strutturali introdotti dal digitale. Nella quarta rivoluzione industriale allora la formazione della persona è imprescindibile. E lo è la “persona-che-lavora” prima della “persona-che-consuma”. Perché sul lavoro ci si forma, sui consumi no. Il lavoro resta dunque centrale. E non si possono separare mondi: chi produce e lavora per tutti (e guadagna, ovviamente, molto di più) e chi, al contrario, non produce e consuma (ma dovrà accon-

tentarsi di un reddito di sopravvivenza). Tutto questo non è umano, perché il lavoro è insito nell’uomo e dobbiamo formare l’uomo affinché il lavoro resti centrale nonostante le macchine”. Un paradigma che può essere rispettato solo attraverso una forte integrazione tra sistema educativo e sistema impresa, laddove al primo spetta il ruolo di tracciare il percorso formativo, con una prospettiva sul futuro. “L’urgenza è trovare soluzioni che permettano a un giovane di gestire e non subire il cambiamento e, allo stesso tempo, a un lavoratore, di aggiornare costantemente le sue competenze. Il lavoro semplicemente diventa formazione e chi non studia, o non si tiene aggiornato, resterà fuori. Questo succede già oggi ma sono anni che i robot hanno bisogno di un essere umano che li progetti, costruisca e migliori. Fondamentalmente questo significa trovare le soluzioni per aiutare le persone ad ‘imparare ad imparare’. Definire metodi, allargare orizzonti, offrire strumenti pratici. È qui che è di primaria importanza una formazione integrata all’impresa che è l’unica in grado di ‘accendere’ tutte le potenzialità di apprendimento, perché

“ L’ITALIA HA

FORMIDABILI PMI, RETI DI IMPRESA E REALTÀ CHE SI STANNO ORGANIZZANDO PER RESTARE COMPETITIVE


è il primo avamposto del cambiamento. Per questo guardiamo”. Si va sostanzialmente in una direzione che prevede un doppio binario, quello della scuola che entra nell’impresa e quello dell’impresa che a sua volta bussa alle porte della scuola. “L’impresa è il luogo formativo privilegiato per prepararsi al cambiamento. È una finestra sul futuro perché è costretta a stare avanti a tutti gli altri. Solo entrando in fabbrica è possibile cogliere il grande cambiamento in corso, che il sistema educativo da solo non può trasmettere. Lo vediamo nelle attività di alternanza scuola-lavoro: aprendo le porte delle imprese riusciamo a presentare ai giovani quelle tecnologie produttive e quelle novità organizzative che saranno al centro della loro vita professionale. Lo vediamo nella formazione continua, dove è sempre più strategico il ruolo dei fondi interprofessionali. Dobbiamo sentire l’urgenza e il dovere di progettare insieme un sistema formativo integrato, flessibile, che permetta di rispondere alla domanda delle

“ SIAMO UNA

NAZIONE A RISCHIO PERCHÉ CI STIAMO DIMENTICANDO DEI NOSTRI PUNTI DI FORZA, A DISCAPITO DELLE NUOVE GENERAZIONI

imprese e, nel contempo, offra un kit di conoscenze e competenze che permettano di affrontare il più alto numero possibile di scossoni tecnologici e non solo. Sul primo punto voglio essere chiaro: il non aver pensato a un sistema educativo che risponda alla domanda delle imprese, in particolare quelle industriali, è un errore storico di cui stiamo già pagando le conseguenze. Un’impresa su 5 non troverà le persone di cui ha bisogno nei prossimi 3 anni. Parliamo di un brevissimo periodo. Nei prossimi 3 anni serviranno circa 200mila figure professionali in 6 settori strategici del made In Italy: meccanica, alimentare, ICT, tessile, chimica, legno-arredo. Sappiamo già oggi che questa domanda in 1 caso su 3 non sarà soddisfatta. È un problema di cui dobbiamo occuparci. Intanto comunican-

“ SVILUPPARE IL SISTEMA MANIFATTURIERO RICHIEDE UN CAMBIO DI PARADIGMA: FONDAMENTALI IL PROBLEM SETTING E IL PROBLEM SOLVING ”

do che c’è un mercato del lavoro che chiede figure professionali. Questo non vuol dire soffocare le ambizioni dei giovani, ma offrire loro un panorama concreto sulle opportunità che il mercato del lavoro dà o non dà. In secondo luogo, dobbiamo rendere sempre più diffusi i percorsi di studio che più velocemente, integrando formazione e lavoro, permettono di entrare in impresa: tra questi spiccano gli ITS, che in un biennio consentono allo studente di formarsi con docenti che provengono dal mondo del lavoro e in laboratori e spazi che sono quelli aziendali. Non a caso hanno un successo occupazionale di quasi il 90 per cento a un anno dal conseguimento del titolo. In Italia abbiamo poco più di 10mila iscritti agli ITS, in Germania quasi 800mila nelle Fachochshulen, un gap da colmare. Per rispondere al fabbisogno delle imprese dobbiamo inoltre puntare sulle STEM e in particolare avvicinare le giovani donne alle materie tecnico-scientifiche, dai percorsi di scuola superiore fino all’università”. Giugno-Settembre 2019 / IES / 23 Giugno-Settembre 2019 / IES / 25


a cura di MGA Comunicazione

TOTI AnTInCEndIO SERVICE Servizi d’eccellenza per la Sicurezza

E

sperienza e innovazione al servizio della sicurezza. È questa l’essenza di Toti Antincendio, azienda di Montale (Pistoia) nata nel 2005 come branca specializzata di Toti Estintori, fondata a sua volta negli anni Settanta. A condurre Toti Antincendio ci sono oggi Roberto Toti, il figlio Emanuele e la compagna Francesca Brogelli. «Toti Antincendio è nata avendo alle spalle la lunga esperienza di mio padre in questo settore – spiega Roberto Toti -. Abbiamo ampliato i servizi e ci siamo estesi nel settore dell’antinfortunistica, della segnaletica stradale e aziendale». È stato ingrandito anche lo spazio disponibile, creando una sala per i corsi che vengono tenuti continuamente e che sono dedicati, fra i vari temi, a sicurezza antincendio, primo soccorso, muletto e responsabile lavoratori e imprese. «Il nostro punto di forza è ovviamente l’antincendio – continua Roberto Toti – settore nel quale siamo operativi a 360 gradi. Progettiamo e realizziamo impianti di spegnimento e rivelazione

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incendi, porte tagliafuoco e maniglioni antipanico. Ovviamente vendiamo estintori di vario tipo, occupandoci di collaudi, assistenza e manutenzione, in modo da garantire al cliente un servizio completo nel tempo». Ma Toti Antincendio è molto richiesta anche per la vendita di altre attrezzature specializzate (come i materiali per pronto soccorso aziendale) e ovviamente per i corsi. Ne vengono organizzati di tanti tipi, anche in collegamento con le associazioni di categoria, come la Confesercenti di Prato. Infine, l’azienda si occupa di ricariche di anidride carbonica per la spillatura di birra e bevande gassate ed è per questo dotata anche di Haccp. «Abbiamo un magazzino di 500 mq, proprio accanto alla sede – conclude Roberto Toti – che ha al suo interno anche la zona dedicata alla manutenzione (per le ricariche e i collaudi), l’aula per i corsi e uno spazio esterno per la formazione antincendio, dove ospitiamo prove pratiche di spegnimento. Sempre in magazzino abbiamo un’area per i corsi con muletto, dove

facciamo simulazione e addestramento a chi deve prendere l’attestato». Toti Antincendio è operativa in tutta la Toscana, dove ha numerosi clienti fra grandi aziende, artigiani e singoli professionisti.

Toti Antincendio Service Via Casagrande, 14 51037 Montale (PT) Tel. 0573.1936041 info@totiantincendio.it


a cura di MGA Comunicazione

vestimenti in software e tecnologia, permettono di soddisfare le esigenze di una clientela selezionata ed esigente soprattutto nel settore alimentare, predominante per i pastifici.

Officine Meccaniche Ciolini S.r.l. Via Nerucci, snc 51031 Agliana (PT) Tel. 0574.673999 info@ciolinisrl.com www.ciolinisrl.com

S

pecializzata in impianti e macchinari ad alta automazione, Ciolini, rappresenta un’azienda, nel panorama economico, dove professionalità e capacità imprenditoriale si sono unite in una grande realtà produttiva che investe il settore della carpenteria caratterizzato dalle ultime risorse tecnologiche. Fondata nel 1972, grazie alla visione lungimirante di Leonardo Ciolini, che ha dato vita a una piccola azienda artigiana di carpenteria metallica. Nel tempo l’impresa è cresciuta sia nelle dimensioni strutturali che nel numero degli addetti. Nel 1994, l’attività cambia nome con Officine Meccaniche Ciolini Srl con l’ingresso in azienda della nuova generazione, Paolo e Francesca Ciolini, diventando una società saldamente controllata dalla famiglia, e trasformando anche la tipologia di prodotto realizzato. Infatti, adattando la produzione alle nuove tecnologie e alle esigenze del mercato la Officine Meccaniche Ciolini ha iniziato a costruire impianti per conto terzi con un processo di lavorazione completo, organizzato con un sistema “chiavi in mano” tutto personalizzato. Attualmente, dopo la dolorosa scomparsa di Leonardo, nel 2011, è il figlio Paolo che ha impresso una nuova svolta all’attività, forte di ben 4 sedi e 38 addetti specializzati, con tutti i reparti produttivi interni. I reparti sono suddivisi in lavorazione della lamiera con impianti per taglio laser, piegatura, magazzini automatici per gestione materia prima, reparto di carpenteria per

l’assemblaggio, impianti per taglio profilati e lavorazioni, reparto di verniciatura e quello di assemblaggio e collaudo dove sono presenti anche esperti collaboratori per assicurare un macchinario altamente performante. L’azienda offre dalla progettazione, alla realizzazione del singolo pezzo di carpenteria, fino alla macchina finita, installata e collaudata, non terzista ma costruttore, con la garanzia di un servizio completo e operatività in Italia e all’estero. Molti sono i settori dove vengono impiegati i macchinari delle Officine Meccaniche Ciolini: linee di processo per il cartone ondulato, logistica, costruzione di impianti per creare tubazioni in vetro resina, automazioni in generale, per l’arredamento e la robotica. Parallelamente, accanto al cool business della carpenteria, agli inizi del 2000, con l’esperienza maturata nel settore del packaging, unita all’ambizione di poter presentare sul mercato un prodotto a marchio proprio, l’azienda ha iniziato la progettazione e realizzazione di impianti per il fine linea di imballaggio. Dopo una prima fase di studio seguita da analisi di mercato, ha deciso di focalizzare la propria produzione su impianti di incartonamento, fardellaggio e pallettizzazione. Così Officine Meccaniche Ciolini, ha creato un nuovo brand, Ciolini Packaging, investendo nel progetto di impianti per fine linea. Attualmente, nuove soluzioni tecniche, integrate a processi di lavoro gestionali all’avanguardia, e in-

Ciolini Packaging Via G. Bruno, 36 51031 Agliana (PT) Tel. 0574.751066 info@ciolinipackaging.com www.ciolinipackaging.com

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COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

ROBOTICA e UNIVERSITÀ: chi non INNOVA, MUORE di NADIA FRULLI

UNIVERSITÀ E START-UP, RICERCA E INNOVAZIONE, PER UN FUTURO SEMPRE PIÙ VICINO. CHI NON STARÀ AL PASSO CON I TEMPI, SARÀ FUORI. NE PARLIAMO CON IL PROFESSOR DOMENICO PRATTICHIZZO, DOCENTE DI INGEGNERIA ROBOTICA ALL'UNIVERSITÀ DI SIENA

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a grande sfida che ci riserva il futuro? Quella di creare robot con capacità che superino le abilità motorie e di manipolazione dell'uomo”. Un futuro che potrebbe essere davvero vicino, quello del quale parla il professor Domenico Prattichizzo, docente di Ingegneria robotica all'Università di Siena. Qui i ricercatori che si occupano di ingegneria robotica stanno lavorando da tempo a progetti estremamente innovativi, molti dei quali brevettati e pronti per essere proposti sul mercato. Come la tecnologia che permette la “trasmissione del tatto”, oppure quella in grado di risolvere gli acufeni. Invenzioni che possono cambiare gli orizzonti lavorativi, ma anche di cambiare in meglio la vita delle persone Ed è attraverso questa costante attività di

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ricerca, tesa all'innovazione che il rapporto tra università e imprese si fa particolarmente stretto. La robotica è uno dei settori di punta. “Se mi si chiede se il robot riuscirà a sostituire l'uomo nelle fasi di produzione, la risposta è sì – Spiega Prattichizzo. Questo vuol dire che ci sarà un grande cambiamento, foriero di vantaggi e svantaggi. Sarà necessario trovare un nuovo ruolo per l'uomo in ambito industriale. Io sono fiducioso: si potranno creare luoghi meno avvilenti e ne beneficerebbero tutti. Tra i vantaggi ci sarà il rientro in Italia di molte aziende che avevano delocalizzato e un progressivo arresto di quest'ultimo fenomeno. Mentre la qualità di molti prodotti migliorerà”. Cosa succederà nei prossimi decenni nei rapporti tra università e imprese?

“Abbiamo trasformato i nostri corsi classici in robotica in percorsi che insegnano e ‘addestrano’ gli studenti a creare innovazione. Perché chi non innova non avrà più accesso al mondo produttivo. E da questo punto di vista l'università diventa un elemento cardine: non è un caso che grandi aziende come Apple e Google stiano costruendo i loro campus. Sono le prime cioè che riconoscono già nel valore della formazione il valore strategico dell'università”. Ma quanto è importante per le imprese l'innovazione? “L'innovazione in realtà non va intesa come un plus che qualche azienda può avere: o si innova o si perisce, l'innovazione è vitale. L'orizzonte temporale entro il quale la grande automazione prenderà piede, si estende da qui a 10 anni. Ad oggi sopravvi-


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

vono ancora le aziende che non innovano: ma devono fare presto a cambiare cavalcando questa onda. Nell'università cerchiamo di indicare a queste aziende piccole e grandi su cosa e come possiamo essere innovativi e attrattivi sul mercato”. Qual è il ruolo delle start-up in questa fase dell'economia italiana? “Università e start-up sono fondamentali. Queste ultime sono la palestra dell'innovazione. Perché sono piccole, agili e non hanno necessità di produrre milioni di pezzi. La nostra esperienza in proposito si sta arricchendo e si sta facendo importante. Tutto è nato dalla grande voglia di trasformare idee e concetti in brevetti. Nel nostro gruppo di ricerca composto da circa venti persone, tutti sono coscienti del fatto che le idee sono molto volatili finché non vengono riprodotte su un supporto cartaceo e poi brevettate. Per questo negli ultimi tre anni abbiamo generato più di otto brevetti. In termini di sfruttamento il primo successo è quello ottenuto con una tecnologie che permette la trasmissione del tatto. Ad esempio, questo brevetto può essere di grande interesse nel settore del tessile, perché può far sentire la qualità di una stoffa a distanza. Con una start-up da noi fondata, insieme ad una società di Milano, la Enovia, questo brevetto è stato valorizzato sui mercati nipponici e statunitensi. Sono state brevettate anche altre innovazioni, tutte accomunate da una caratteristica specifica, ossia la pos-

“UNIVERSITÀ E

IMPRESA, UN DIALOGO FONDAMENTALE PER NON PERDERE COMPETITIVITÀ

sibilità di essere indossate. Oltre all'anello per la trasmissione del tatto, abbiamo brevettato un braccialetto che aiuta le persone colpite da ictus a ritrovare la mobilità di parte del corpo”. Una delle frontiere della robotica però è rappresentata dal business to business... “Abbiamo contatti molto importanti nel settore della manipolazione robotica. In particolare, puntiamo a sviluppare i sistemi di presa. Mentre i bracci robotici sono ormai standard, i sistemi di presa, cioè quella parte che dovrebbe svolgere le attività di manipolazione come le mani dell’uomo, cambiano molto in base alla tipologia di produzione. La grande fantasia che c'è nella robotica manipolativa. Ci stiamo iper specializzando, e abbiamo anche noi un sogno nel cassetto: quello di essere cercati da altri scienziati, ricercatori e aziende. E ci stiamo in parte riuscendo visti i rapporti con multinazionali come Johnson & Johnson o centri di ricerca come il Cern di Ginevra.” Esiste una “formula” che permette ad un'azienda di innovare? “Molte aziende toscane si sono ormai rese conto che senza innovare rischiano di morire, ma allo stesso tempo non sono ‘addestrate’ all'innovazione. E allora si rivolgono a noi. Il mondo tecnologico va avanti troppo velocemente: così tanto che è impossibile per un'azienda, anche di alto livello, assumere una persona che si occupi solo di innovazione, se non collegandosi con centri di ricerca ad alta rotazione, ovvero le università. La ricetta quindi, potrebbe essere quella di assumere una persona che faccia innovazione, ma con il mandato di mettersi in collegamento con i centri di ricerca per se-

Domenico Prattichizzo

guire le novità del settore”. In Toscana la crescita delle start-up che si occupano di innovazione gravita soprattutto nell'orbita delle città universitarie. Siena, come abbiamo visto, ma naturalmente anche Firenze e Pisa. È qui che i percorsi di studio diventano fucine di innovazione e gli studenti imparano a guardare al futuro. Proprio in questi mesi, ad esempio, si sta svolgendo un corso gratuito di alta formazione organizzato dalle università toscane (Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant'Anna, Università di Firenze, Pisa, Siena e Siena Stranieri, Scuola IMT Alti Studi di Lucca) con il finanziamento della Regione Toscana (con le risorse del Fondo Sociale Europeo 2014-2020) nell’ambito del progetto dedicato alla formazione all'imprenditorialità e alla gestione dell’innovazione “Tuscan Start-Up Academy 4.0”. “Formare le competenze trasversali: soft skills per l’imprenditività” 2019-2020 è il titolo del corso che svolgerà sino al 30 giugno 2019 presso la sede dell’Incubatore Universitario Fiorentino (via Madonna del Piano, 6 a Sesto Fiorentino). “Al centro delle lezioni frontali – spiega una nota dell'ateneo fiorentino –, delle testimonianze e del lavoro di gruppo tanti argomenti legati alle competenze trasversali. Si parlerà di creatività e innovazione, imprenditorialità e propensione imprenditoriale, leadership e team building, analisi del mercato e strategia di business modeling, business planning e comunicazione efficace. L’obiettivo è fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per lo sviluppo, la validazione e realizzazione progetti innovativi,

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

finalizzati alla creazione di nuova impresa (start-up) o alla promozione di un nuovo progetto all’interno di un’impresa già costituita”. Ma la crescita verso l'innovazione passa anche dal legame diretto che si crea quando i ricercatori entrano in azienda. Era infatti questo l'obiettivo del bando “Faber 2” che nell'ultimo biennio ha portato 10 ricercatori altamente specializzate in altrettante aziende della città metropolitana di Firenze

e della provincia di Arezzo. Si tratta di un progetto di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, in collaborazione con la Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione promossa da Università di Firenze e Città Metropolitana di Firenze e con Confindustria Firenze. Il bando 2018-2020 ha permesso l'inserimento lavorativo dei giovani ricercatori in aziende del territorio, “con l'obbiettivo – spiega l'Università di Firenze – di valo-

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dElIZIE dElIZIOSE CATERInG

rizzare le eccellenze e i talenti del mondo della ricerca e di supportare le imprese nello sviluppo e nel consolidamento di nuove strategie di affari grazie al trasferimento tecnologico in azienda. “La prima edizione dell’iniziativa – ha spiegato Andrea Arnone, prorettore al trasferimento tecnologico e ai rapporti con il territorio e con il mondo delle imprese in occasione della presentazione del progetto – ha prodotto risultati positivi in termini di inserimento di giovani ricercatori all'interno del sistema produttivo regionale, nell'ambito di progetti di collaborazione ben definiti con le aziende. Questo vuol dire che le conoscenze dei laureati fiorentini rispondono alle esigenze di innovazione delle piccole e medie aziende del nostro territorio e dimostra l’efficacia della sinergia con la Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Confindustria Firenze verso la realizzazione di quel modello virtuoso di interazione tra università e territorio, noto oggi come trasferimento tecnologico. La ricerca fiorentina ha un potenziale enorme e può stimolare ancora di più la competitività delle aziende. Siamo convinti di poterlo dimostrare ancora di più in questa seconda edizione di ‘Faber’ e in altre iniziative che stiamo perfezionando con gli altri stakeholders all'interno dell’ecosistema dell’innovazione fiorentino”.

comunioni, diciottesimi, compleanni, matrimoni e anniversari a eventi aziendali per briefing, convegni, presentazioni aziendali, coffee break, colazioni di lavoro e cene di gala. Tra le collaborazioni continuative ci sono banche, enti pubblici, le Università oltre al Comune di Firenze e la Regione toscana. Delizie deliziose è anche punto di riferimento per tutte le produzioni cinematografiche che operano in Toscana, dagli shooting fotografici di un giorno alle megaproduzioni americane. Forti dell’esperienza trascorsa con il servizio “private”, Delizie Deliziose ha una predisposizione innata per un’attenzione particolare al dettaglio e alla raffinatezza dei prodotti, apprezzata anche dalla clientela più esigente del catering business. “Il nostro miglior biglietto da visita – dice Claudio Cenni – è l’essere affidabili e versatili nel servirvi le nostre “Delizie Deliziose” ”.

PUBBLICITAÊ

Sapori unici per un catering di alta qualità

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na storia dolce e inebriante nata dall’esperienza di Cristina Cantini che, grazie alla sua passione, fantasia per il food design e la cucina tradizionale Fiorentina ha fondato a Firenze, nel 1983, il servizio di catering “Delizie Deliziose”. Nel tempo, grazie al passaparola dei suoi clienti affezionati, la struttura, che ha sede a Lastra a Signa (Firenze) e si occupava principalmente di matrimoni 28 / Giugno-Settembre 2019l’attività si è/ IES ingrandita diversificando per soddisfare esigenze sia di eventi pri-

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vati che aziendali, svolgendo la propria opera in tutta la Toscana e nel Centro Italia. L’ingresso nell’attività di famiglia dei figli Marco e Claudio Cenni ha dato un nuovo impulso creativo a Delizie Deliziose. Claudio con il ruolo di amministratore e Marco, chef come la madre Cristina, hanno permesso all’azienda di crescere ulteriormente estendendo il servizio di catering al settore business, in cui oggi sono specializzati. Quindi la sfera di attività va dal catering per eventi privati come feste di nascita, battesimi,

Via Tommaso Campanella, 26 50055 Lastra a Signa (FI) Tel. 055.8723096 Cell. 320.1172518 info@deliziedeliziosecatering.com www.deliziedeliziose.it


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fITnESS TERAPIC CEnTER S.r.l. azienda e lavoratori Sicuri e in regola

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iutare l’imprenditore a costruire, sviluppare e far crescere un’azienda sicura e in regola; aiutare il lavoratore a vivere serenamente la propria vita lavorativa valutando la compatibilità tra condizioni di salute e compiti lavorativi, verificando l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione dai rischi attuate dal datore di lavoro. È questa la mission di FTCenter, marchio della Società Fitness Terapic Center Srl, dal 1995 Istituto medico autorizzato alla medicina del lavoro, che propone sull’intero territorio nazionale servizi e consulenza per l’adempimento dei relativi obblighi normativi. L’azienda, che esegue circa 27mila visite e accertamenti annui a lavoratori, nel 2015 è stata ceduta a un gruppo di giovani professionisti, tra consulenti aziendali, avvocati e tecnici della prevenzione, che hanno avviato un processo di sviluppo tecnologico dei servizi e, forti del proprio know how tecnico-giuridico, hanno dato vita a un nuovo concetto di medicina del lavoro che offrendo un servizio di personalizzazione dell’offerta, cura del cliente con affiancamento di un responsabile delle relazioni, e soprattutto supporto consulenziale su gestione del personale e sorveglianza sanitaria (inidoneità, prescrizioni, cambi mansione, licenziamenti etc). «L’obiettivo della strut-

tura, che conta sul territorio nazionale oltre 100 medici, tecnici, infermieri e tecnici di laboratorio – spiega l’Avv. Angelica Corradi, esperta in diritto del lavoro, socia e Coordinatrice dei servizi legali e di medicina del lavoro - è alzare il livello di qualità e professionalità, per rendere la sorveglianza sanitaria un servizio che tuteli la salute del lavoratore nell’ottica aziendale di corretta gestione del personale, contemperandola con l’interesse dell’imprenditore. Solo chi proviene dal settore della consulenza può aggiungere questo quid pluris ed FTCenter ha queste competenze».Fitness Terapic Center Srl conta tra i suoi clienti piccoli e medi gruppi della Gdo, banche, cooperative, multinazionali e imprese di ogni dimensione. In questi anni ha ottenuto ulteriori autorizzazioni per ampliare il poliambulatorio. «Tra settembre e dicembre 2018 hanno preso il via gli ambulatori riservati a medici specializzati, dove vengono svolti accertamenti di cardiologia ed ecografie, con macchinari all’avanguardia – spiega il Dott. Vincenzo Malenchini, Ad di Fitness Terapic Center srl -. Un servizio prenotabile contattando la struttura e con liste d’attesa ragionevoli. Inoltre abbiamo lanciato il servizio Dental Ray: radiologia odontoiatrica che alza il livello di qualità e professionalità dei servizi diagnostici specialistici, grazie ad apparec-

chiature digitali di ultima generazione e alla tecnologia informatica Dental Ray. Così è semplificato l’accesso ai servizi e vengono ridotti i tempi, a tariffe concorrenziali con il servizio pubblico».

fitness Terapic Center S.r.l. Via U. Rattazzi, 2/A 50136 Firenze Tel. 055.2001186 / Amm. Tel. 055.2001035 info@ftcenter.it www.ftcenter.it www.dentalray.it

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SAn COlOMBAnO COSTRUZIOnI S.p.A.

«ecco la noStra operazione di economia circolare a tecnologia avanzata»

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iutilizzo di materiali di scarto delle cave per riempimenti portuali. Non è un’idea futuristica ma realtà, grazie all’azienda carrarese di costruzioni San Colombano. L’attività vanta 80 collaboratori e opera nel settore delle costruzioni (ha firmato per esempio l’outlet di Brugnato e l’headquarter di The Italian Sea Group a Marina di Carrara). Si è occupata del riempimento della piattaforma multifunzionale di Vado Ligure con materiale proveniente dalle Cave di Carrara e partenza dallo scalo di Marina. A spiegarlo è Edoardo Vernazza, titolare della San Colombano. Qual è la storia della vostra impresa? «È nata nel 2012 dalla volontà dei fratelli

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Vernazza che, giunti alla terza generazione imprenditoriale nei settori dell’edilizia e del lapideo, hanno continuato a perseguire gli obbiettivi e i valori che da decenni li motivano a fare impresa. Le competenze imprenditoriali e organizzative, il know-how tecnico e finanziario, hanno permesso una continua crescita del gruppo, sviluppando competenza e professionalità nei settori dell’edilizia civile e industriale, delle infrastrutture e nella difesa del suolo con particolare attenzione all’economia circolare». Come definirebbe il progetto per il sito portuale di Vado Ligure? «Una vera e propria operazione di economia circolare a tecnologia avanzata in chiave Industria 4.0». Quali sono i numeri di questa operazione? «Ben 200 viaggi di camion al giorno dalle cave al porto, 5-6mila tonnellate di detriti trasportati quotidianamente per un totale di 800mila tonnellate. Un trampolino importante anche per uno sbocco futuro nel riutilizzo dei detriti di risulta dalla lavorazione delle cave. Tale progetto pilota, non a caso, ha ricevuto il plauso dei giovani imprenditori del G20 nell’ultimo meeting avvenuto in Giappone. Con un traffico di 200 camion al giorno, per assicurare la gestione logistica, la qualità e la pro-

venienza del materiale abbiamo sviluppato un sistema hardware/software integrato con il Comune, la San Colombano Costruzioni Spa compra da varie cave i detriti di scarto, materiale che altrimenti sarebbe un problema da gestire per le imprese di escavazione, trasformandolo in risorsa primaria per le costruzioni». Qual è la tempistica? «Il nostro progetto ci vede primi in Italia nel rendere una risorsa l’economia circolare. Abbiamo vinto l’appalto per la fornitura e siamo partiti lo scorso settembre: il progetto finirà a giugno, un tempo record con una media di oltre 100.000 tonnellate al mese».

San Colombano Costruzioni S.p.A. Sede operativa Toscana Viale XX Settembre, 177/B 54033 Carrara (Ms) Tel. 0585.859772 info@sancolombanocostruzioni.it www.sancolombanocostruzioni.it


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ell’arco della sua storia la MRE Morini Group Sistemi Antincendio, ha trasformato la sua attività da fornitore di estintori di alta qualità e segnaletica per la sicurezza, ad azienda capace di porsi come referente unico per una serie di servizi che comprendono fornitura, installazione e manutenzione di tutti i Sistemi Antincendio attivi e passivi. Grazie all’assunzione diretta di tecnici specializzati, infatti, la MRE è in grado

di installare, provvedendo alla manutenzione, di tutte le tipologie di impianti antincendio idrici, Sprinkler – Water Mist – a cascata, impianti aerosol e impianti elettrici per la rivelazione fumo/ calore. Ma non solo, attraverso un percorso formativo di alto livello dei propri tecnici che rappresenta un importante investimento, è in grado garantire l’installazione e un servizio di assistenza completo in vari settori come linee vita e parapetti, evacuatori di fumo/calore,

COn.PAR.ART.

aziende di rafforzarsi proponendosi come un’unica struttura capace di fornire alla clientela operazioni chiavi in mano di qualità a 360°. Inoltre, unire le forze significa anche aggregare la disponibilità e lo sfruttamento degli investimenti produttivi dei consorziati istituendo un assetto che possa garantire a ogni impresa prosperità e buona organizzazione commerciale attraverso un’ottima “vision” d’insieme».

l’unione fa la forza

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on.Par.Art. è una società consortile cooperativa toscana, fondata nel 2012 con lo scopo di unire imprese e ditte artigiane di comprovata esperienza in ambito di ristrutturazioni edilizie, restauro di immobili di pregio, architettura del paesaggio e piscine. Le imprese consorziate che collaborano in sinergia per interventi dove Con.Par.Art assume il ruolo di “general contractor” sono: Studio di architettura AREO ART, Faustini&Temperani, Spoglianti S&M s.r.l., Impresa Lascialfari C.G.&C. s.r.l., Megip s.r.l. Art., Impresa Boni Carlo & C., Megip coop., Pagano Carmine s.r.l., Gs di Sozzi Graziano & C. SNC, Impresa D. S., Impresa Edilbalcani. IES ha incontrato Massimo Fabbri, Presidente di Con.Par.Art., per farsi spiegare le modalità operative e il concetto fondativo della società. Signor Fabbri, perché unire le forze in un consorzio? «Il consorzio è l’unica possibilità per le

Qual è il vostro valore aggiunto? «Il maggior valore aggiunto deriva dal coordinamento integrato dei lavori svolto con correttezza e nel rispetto delle regole del buon senso. Noi mettiamo a disposizione del cliente il know-how complessivo e la competitività coordinata degli attori del consorzio per la realizzazione dell’opera. In questo modo, siamo sicuri, aumenta anche la qualità del servizio e del prodotto». Cosa intende per competitività coordinata? Il concetto di competitività coordinata

compartimentazione di ambienti con cartongessi e calcio silicato REI, isolamenti di strutture attraverso vernici e pitture intumescenti. Inoltre la MRE è specializzata in installare e manutenere porte e portoni tagliafuoco, maniglioni antipanico, di tracciare, usando materiali di prima scelta e qualità, la segnaletica a pavimento per la viabilità dei muletti. La MRE Morini Group offre tanti altri servizi. Un esempio è la fornitura di tutti i dispositivi di protezione individuale anche di III categoria e fornisce supporto pratico per i corsi antincendio e anticaduta dall’alto. Il nostro motto “Sicuri di essere sicuri”, racchiude quella che è la filosofia professionale del titolare Stefano Morini e di tutti i dipendenti. Il nostro obiettivo è: ridurre notevolmente i fattori di rischio e rendere più sicuri i luoghi di lavoro per la salute, l’incolumità, la tutela delle persone e dell’ambiente di lavoro, fornendo materiale certificato, di qualità e offrendo una manodopera altamente professionale e qualificata.

MRE Morini Group Via Calamandrei ang. Pratovecchio, snc 51018 Pieve a Nievole (PT) Tel. 0572.954390 Tel. 0572.82351 commercialeitalia@morinigroup.it www.morinigroup.it

si sviluppa così: l’anima del consorzio è rappresentata da una struttura tecnica e imprenditoriale che può sondare fra le aziende del settore quella che offre maggiori garanzie, sia da un punto qualificativo che sotto il profilo economico. Ciò ci permette di proporci alla clientela effettuando un minimo ricarico, contraddistinguendoci così dai nostri competitor ed essere concorrenziali su questo mercato».

Con.Par.Art. Via G. Franceschi, 4 Borgo San Lorenzo (FI) Tel. 055.8448331 conparart@gmail.com www.conparart.com Giugno-Settembre 2019 / IES / 33


COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

L' INNOVAZIONE VUOLE un CAMBIO di MENTALITÀ di MAURIZIO ABBATI

ADEGUATI STRUMENTI FINANZIARI E FORMAZIONE PROFESSIONALE SONO DUE LEVE ESSENZIALI PER SOSTENERE L’INNOVAZIONE. MA SONO ANCHE TRA I PRINCIPALI RESPONSABILI DI UN’EVOLUZIONE A METÀ DELLE IMPRESE TOSCANE

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CONFINDUSTRIA FIRENZE

LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

A

deguati strumenti finanziari e formazione professionale sono due leve essenziali per sostenere l’innovazione. Ma sono anche tra i principali responsabili di un’evoluzione a metà delle imprese toscane, che solo in parte in questi anni hanno saputo sviluppare i propri processi produttivi guardando a una crescita tecnologica. Leve poco utilizzate, soprattutto dalle piccole imprese, che per mancanza di capitali spesso stentano a investire, non in grado di attrarre risorse dall’esterno e preoccupate che un dispendio di energia possa costare caro in caso poi non si ottengano i risultati sperati. L’altro aspetto determinante, la formazione, è legato a un sistema che a sua volta non ha saputo evolversi indirizzando i giovani verso quelle che sono le esigenze della nuova impresa. È un’analisi delle criticità legate a questi due fattori quella intessuta assieme a Matteo Grossi, presidente della Sezione Servizi innovativi e tecnologici di Confindustria Firenze, a cui abbiamo chiesto di fare il punto della situazione. “La Toscana è una regione a macchia di leopardo per quanto riguarda l’innovazione e ciò dipende molto da una mancata adozione dei giusti strumenti

“IN TOSCANA,

L’INNOVAZIONE SOFFRE DELLA MANCANZA DEI GIUSTI STRUMENTI FINANZIARI

finanziari. Ci sono settori trainanti che riescono a stare al passo, come la meccanica di precisione o la pelletteria, grazie anche alla presenza di grandi imprese che alimentano una specie di catena virtuosa, coinvolgendo le realtà minori in un percorso di crescita e aggiornamento costante; in altri casi si avverte un certo ritardo”. Un esempio importante quello della metalmeccanica, che nel fiorentino conta 2200 imprese per più di 24mila addetti (il 28 per cento degli addetti del manifatturiero), con oltre 3 miliardi di euro di valore delle esportazioni, che su scala regionale arriva a 20 miliardi di fatturato, per 75mila occupati. L’altra carta vincente, o in caso opposto l’anello debole, risulta spesso la formazione degli addetti. “Non è una novità

Matteo Grossi

l’esistenza di un problema formativo complesso, che ad oggi non siamo riusciti se non in parte a risolvere. Partendo dalla constatazione che l’Information Technology fa da traino allo sviluppo economico, si registra una difficoltà nella formazione dei nostri giovani, che devono essere preparati in modo adeguato. Questo fa sì che non si trovino sul

“L’IT FA DA TRAINO

ALLO SVILUPPO ECONOMICO, MA MANCA PERSONALE PREPARATO

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ PER IL GIOVANI

IL MONDO DELL’INDUSTRIA È ANCORA TROPPO LONTANO

mercato profili adatti alle necessità delle imprese. Dai corsi di laurea in Informatica (Ingegneria o Scienze matematiche) ogni anno escono pochissimi studenti rispetto a un bacino vasto come quello regionale, dove le aziende a cui si potrebbe attingere per l’inserimento nel mondo del lavoro sono tante. Così quelle realtà che avrebbero capacità di innovare stentano a reperire le giuste professionalità, oltre che le risorse necessarie. Un caso esemplare è quello dei big data”. Un problema a cui Confindustria, oltre alla Regione, sta cercando di trovare una soluzione. “Come Confindustria ci siamo resi promotori di una serie di iniziative legate all’alternanza scuola lavoro, coinvolgendo gli istituti del territorio con attività di mentoring nelle classi per sensibilizzare gli studenti che devono scegliere la loro carriera universitaria verso quelli che potrebbero essere i profili più ricercati nei prossimi anni, a differenza di altri che appaiono destinati a scomparire, sostituiti dalle macchine. Pensiamo solo ad esempio a settori come la cybersecurity, dove tecnici qualificati sono indispensabili, visto che dai canali informatici passerà tutta la capacità di un’azienda di stare sul mercato, anche per quello che riguarda la piccola impresa, che operando spesso su scala familiare sconta in aggiunta spesso una carenza di tipo manageriale e va stimolata al cambiamento. Per altro oggi la disponibilità di tecnologia a costi contenuti può dare una mano ad aggiornarsi, così come è avvenuto per la logistica”. Cybersecurity che dunque rappresenta un volano importante per

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la crescita economica e può garantire posti di lavoro, visto che per altro le imprese dovranno essere certificate in materia di sicurezza. Tanto che diversi paesi europei, come Germania e Regno Unito, hanno previsto forti investimenti in questo settore, su cui la Toscana appare tutt’altro che all’anno zero, come dimostra la nascita di un Centro di competenze frutto di un progetto di collaborazione tra cinque diverse istituzioni di ricerca, che ha portato poi a un accordo siglato con la Regione che si prefigge di collaborare in materia di sicurezza infor-

“CYBERSECURITY, UN

VOLANO IMPORTANTE PER LA CRESCITA ECONOMICA

matica lavorando al fianco delle aziende. Tutto ciò a dimostrazione del fatto che la domanda di nuove professionalità in ambito digitale sta aumentando, a fronte di un mercato del lavoro non ancora in condizione di proporre competenze ad elevata qualifica professionale, in grado di agire con flessibilità e capacità di adattamento a compiti che vanno oltre la routine. Quella routine destinata ad essere affidata alle macchine con lo sviluppo dei processi di automazione. Ma come si sostiene l’innovazione? “Credo che innanzi tutto serva una crescita culturale. La Regione con i bandi di ricerca e sviluppo per i progetti di partenariato aiuta, perché spinge a ricercare una collaborazione produttiva con altre realtà. Un processo che, come si è visto, funziona meglio quando tra questi soggetti figura una realtà più strutturata, in grado di agire da capofila e coordinare gli interventi in modo orizzontale. Grazie a un’iniziativa di Confindustria le aziende che hanno bisogno di appoggio sul tema innovazione oggi possono individuare competenze e professionalità esterne con il ‘Digital Innovation Hub’, attraverso il quale nel 2018 sono state incontrate oltre 700 imprese. Si tratta di un progetto a carattere nazionale, che solo in Toscana conta su una rete di 10


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“SERVE UNA NUOVA

CULTURA D’IMPRESA PER IMPRESE CHE POSSANO VINCERE

contact point presenti nelle sedi delle associazioni industriali territoriali. Con il supporto di Cosefi è partito a fine aprile il percorso formativo ‘Digital Hub’: 20 aspiranti programmatori potranno apprendere gratuitamente competenze orizzontali di programmazione web e app grazie a 300 ore in aula e quasi altrettante di stage aziendali. Come sezione fiorentina abbiamo poi portato avanti per il quinto anno il progetto ‘Navigare sicuri’ assieme alla polizia postale, che si propone la sensibilizzazione all'uso sicuro e consapevole di internet e dei social media nelle scuole secondarie di primo grado e su scala provinciale vede oltre 1500 studenti coinvolti ogni anno. È importante che già a questa età si cominci a guardare all’informatica in modo responsabile”. Confindustria ha anche lanciato un nuovo appuntamento, “Connext”, finalizzato a creare le condizioni per possibili partenariati, dove le aziende possono confrontarsi su tematiche strategiche per la crescita del sistema imprenditoriale e del proprio business, a cui hanno preso parte oltre 7mila imprenditori. L’iniziativa più recente in merito all’innovazione è quella relativa all’accordo siglato tra Confindustria Firenze e Università degli studi di Firenze per favorire

il trasferimento tecnologico, avvicinando la ricerca dell’ateneo fiorentino alle richieste di innovazione del territorio. Tramite questa partnership le imprese fiorentine potranno determinare, insieme all’Università, quali settori di ricerca approfondire attraverso la creazione di laboratori congiunti e sarà rafforzata la sinergia tra i fabbisogni delle imprese e l’offerta universitaria. Confindustria Firenze si farà portavoce dei fabbisogni di innovazione e sviluppo delle imprese del territorio e delle

“UNIVERSITÀ E CONFINDUSTRIA INSIEME PER RISPOSTE MIRATE ALLE ESIGENZE DELLE IMPRESE ”

loro esigenze formative, mentre l’Università individuerà possibili interventi per mettere a disposizione le competenze scientifiche e didattiche presenti nell’ateneo. Università e Confindustria collaboreranno su specifici progetti di ricerca, condividendo scenari tecnologici e individuando priorità per la ricerca congiunta, anche tramite la creazione di laboratori dove dottorandi, assegnisti di ricerca, ricercatori e docenti universitari insieme a tecnici dell’impresa possano svolgere azioni di approfondimento tecnico-scientifico in settori strategici per lo sviluppo del territorio. L’accordo, fra le altre cose, prevede la promozione di azioni per sviluppare e facilitare i rapporti tra strutture universitarie e imprese, la definizione di percorsi attraverso “tesi in azienda” anche finalizzate all’inserimento lavorativo e l’attivazione di tirocini per il collocamento in azienda di neolaureati. “Abbiamo a oggi 58 laboratori congiunti con imprese, di cui 8 costituiti lo scorso anno, che nascono per rispondere alle esigenze di ricerca e sviluppo del territorio in un’ottica di open innovation. Le ricerche commissionate da soggetti privati e pubblici - spiega Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze - hanno portato all’Università nel 2018 circa 16 milioni di euro. Un capitolo importante che riguarda le imprese sono le risorse umane e la formazione in azienda che avviene attraverso i tirocini di studenti e neolaureati: sono circa 1200 le aziende toscane registrate nella banca dati stage dell’ateneo per offrire possibilità di tirocinio”.

Giugno-Settembre 2019 2019 // IES Giugno-Settembre IES // 35 37


a cura di MGA Comunicazione

Carpenteria Toscana S.n.c. Strutture metalliche, dalla progettazione all’opera

esigenze del cliente – commentano dallo staff dell’azienda -. Partiamo da una lamiera grezza, che poi verrà tagliata e saldata secondo il lavoro prestabilito. Tale lamiera verrà smerigliata e rifinita in ogni suo dettaglio fino a quando sarà conforme alle richieste del cliente, consegnando così un prodotto ultimato, testato e approvato. Inoltre, grazie all’uso dell’acciaio, possiamo realizzare strutture e costruzioni antisismiche affidabili. L’acciaio, infatti, grazie alle sue caratteristiche di duttilità, flessibilità e leggerezza, è un materiale perfetto per capannoni o strutture antisismiche».

F

orte di un’esperienza pluriennale e di un team di operatori qualificati, Carpenteria Toscana Snc offre un servizio completo, dalla progettazione alla posa in opera. L’azienda si propone di ricercare la soluzione migliore e più economica secondo le necessità di ciascun cliente. Con il conseguimento della certificazione 1090-2, 3834-2 e con il processo qualificato 9001:2015, la società fornisce nuove strutture in carpenteria metallica per industrie e privati, oltre a opere di consolidamento a strutture già preesistenti. Grazie a un’officina di 1200 metri quadri, che ospita attrezzature tra le più moderne sul mercato, tutte le lavorazioni vengono sviluppate e realizzate internamente. Ecco allora cerchiature, scale interne di design, scale di sicurezza, scaffalature, soppalchi e tettoie: queste

38 / IES / Giugno-Settembre 2019

sono solo una parte delle opere realizzate dalla società. Carpenteria Toscana Snc include nella produzione anche articoli di serie e su misura realizzati per laboratori produttivi, come per esempio banchi, carrelli, porta fustelle. La società esegue foratura e assemblaggio conto terzi, fornitura di laminati tagliati e forati a caldo e la fornitura di lamiere tagliate e pressopiegate. Per quanto riguarda la carpenteria metallica pesante (dal capannone alla tettoia, dal soppalco interno alla scala antincendio, fino alle scaffalature industriali), l’attività è specializzata in ristrutturazioni e adeguamenti antisismici su ville, edifici storici. «Da sempre i nostri punti di forza sono attenzione al dettaglio, competenze tecniche di alto livello, passione nel nostro lavoro e grande attenzione alle

Carpenteria Toscana S.n.c. Via San Colombano, 179 50018 Badia a Settimo Scandicci (Fi) Tel. 055.7310705 info@carpenteriatoscana.it www.carpenteriatoscana.it


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ELE.MAC.

Automazione di ogni genere e componentistica di qualità

U

n’azienda leader, specializzata nell’ automazione a tutti i livelli e in ogni settore, è una realtà fondata nel 1992 con sede nella zona industriale di Barberino Val d’Elsa ma con filiali a Thiene e in Svizzera, a Morbio Inferiore.

La qualità dei servizi e la grande competenza nel settore hanno permesso a Elemac di crescere rapidamente divenendo ben presto una solida presenza sul mercato nazionale e internazionale, realizzando impianti complessi, quadri elettrici e pneumatici a norma CE e UL, dopo una stesura del progetto con le specifiche richieste, per ottenere la migliore soluzione tecnico-commerciale. Inoltre sviluppa software per PLC, utilizzabile su tutte le migliori marche in commercio, SCADA e pannelli operatori di ogni tipo. I progetti elettrici vengono sviluppati su piattaforma EPLAN di ultima generazione da un ufficio tecnico composto di 15 progettisti. Il modus operandi dei programmatori

segue le richieste del cliente in maniera riservata, attraverso specifiche direttive, definite internamente, che garantiscono un servizio costante e di qualità. Grazie alla passione per questa attività e alla visione imprenditoriale del gruppo dirigente, negli ultimi anni sono state operate scelte mirate e investimenti a livello tecnologico che ha proiettato l’impresa verso il futuro. Un esempio è il magazzino completamente automatizzato, l’utilizzo del metodo lean production sia per la produzione che per la pianificazione e l’inserimento di alcune attrezzature automatizzate che affiancano il lavoro dell’uomo in alcune fasi delle operazioni lavorative. Ciò ha comportato una impegnativa riorganizzazione dei processi di tutta la struttura interna e un aggiornamento per l’ organico composto di circa 100 addetti. Con una formazione 4.0 legata ai sistemi di innovazione, la vera potenza, il valore della Elemac è rappresentato dalle risorse umane. È il personale preparato, frutto di una lunga esperienza, altamente specializzato che realizza manualmente i quadri elettrici di qualsiasi tipologia e per settori che vanno dall’ edile, al siderurgico, alla carta fino al medicale, il vero tesoro dell’ azienda. Con la loro professionalità e uno sguardo all’ ambiente, la Elemac ha presentato sul mercato europeo il suo ultimo prodotto: E.Wall Box e E.Stand Box, i dispositivi universali di ricarica stand-alone, installabili a parete o a terra, da inserire nei parcheggi, nelle aree pubbliche o vicino a centri commerciali, dove con estrema semplicità garantisce un servizio ai clienti permettendo la ricarica dei veicoli elettrici. Questo prodotto rappresenta un servizio essenziale in un mercato in forte espansione che incentiva la mobilità sostenibile con un minimo impatto ambientale.

ELE.MAC. S.r.l. Via Pisana, 61/A – Z. I. Grillaie 50021 Barberino Val d’Elsa (FI) Via F. Foscari 36016 Thiene (VI) Tel. 055.8078888 info@elemac.it www.elemac.it

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COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

OPEN INNOVATION: l'INNOVAZIONE ABBATTE i CONFINI di PAOLO VANNINI

LE IMPRESE CREDONO NELL’INNOVAZIONE, MA GLI OSTACOLI NON MANCANO. DALLE INFRASTRUTTURE DIGITALI ALLE RISORSE UMANE, DALLA FORMAZIONE AGLI INVESTIMENTI: IL PERCORSO È CHIARO, MA LA STRADA ANCORA LUNGA

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CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD

LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

N

on c'è crescita economica senza sviluppo tecnologico. L'innovazione delle aziende è ormai conditio sine qua non per una prospettiva di sviluppo futuro. Il che significa digitalizzazione, intelligenza artificiale, infrastrutture adeguate ma anche una formazione appropriata, rapporti con le Università, scambio e confronto fra imprese, perché restare piccoli e isolati è un limite enorme. Sono questi alcuni degli spunti e delle riflessioni che emergono nella doppia intervista che abbiamo condotto a due imprenditori toscani, entrambi di Arezzo, Gianfranco Cutini, amministratore di Byte Elaborazioni srl, che si occupa di soluzioni informatiche su misura, e Giuseppe Bistoni, da due anni e mezzo presidente della Sezione Terziario di Confindustria Toscana Sud e CEO di Lascaux, società di prodotti e consulenza informatica. "Sono due i fattori critici quando si parla di innovazione – è la premessa di Giuseppe Bistoni –: la formazione del capitale umano e l’adozione di un modello aperto, la cosiddetta Open Innovation. Per anni scuole e famiglie hanno orientato i giovani verso studi umanistici ed oggi ci troviamo senza ingegneri capaci di guidare la trasformazione digitale in corso. I pochi che si trovano sono contesi ed è difficile mantenerli nel nostro territorio; ancora più difficile attrarre talenti esterni. Spesso gli investimenti fatti nei processi di assunzione sono vanificati da alto turnover. Quindi poca sintonia fra scuola e mercato del lavoro, che va ritrovata”. Come? "Noi in Lascaux crediamo nei rapporti con le Università, con le quali collaboriamo costantemente per progetti di R&S. In particolare, sosteniamo il Polo Universitario Aretino che, in collaborazione con il Politecnico di Milano, su iniziativa del professor Biggeri, per otto anni presidente dell'Istat, – spiega ancora il CEO di Lascaux – ha istituito ad Arezzo un corso triennale di Ingegneria Informatica. Al corso sono iscritti oltre 70 studenti di cui 25 al primo anno, un trend in forte crescita. I risultati iniziano ad arrivare: i primi laureati, le prime assunzioni. La Sezione che presiedo è molto impegnata in questo progetto, grazie anche al sostegno dell’Associa-

Gianfranco Cutini

zione Industriali, socio fondatore della Fondazione Polo Universitario, che mi ha nominato consigliere. Contiamo molto nella vicinanza delle imprese del territorio; l’obiettivo della Fondazione è formare risorse con competenze digitali pronte a colmare quel gap sul capitale umano che ci pone tra gli ultimi posti in Europa”. Fin qui il primo tema. Il secondo è l'open innovation. "Su questo spingo molto in Associazione, anche se ancora con scarso successo – argomenta Bi-

“ SCUOLA E MERCATO

DEL LAVORO: SERVE UNA NUOVA SINTONIA

Giuseppe Bistoni

stoni –. Innovare soltanto con idee e risorse interne non basta. Molte aziende di successo hanno sperimentato l’innovazione aperta quale nuovo approccio strategico e culturale, favorendo lo sviluppo di idee, soluzioni, strumenti e competenze tecniche provenienti dall’esterno. La globalizzazione ha tra i suoi effetti collaterali l’abbattimento del ciclo vita dei prodotti e quindi è sempre più oneroso e rischioso investire da soli. Nell’era della digital transformation è necessario che il fornitore diventi un partner, coinvolgerlo nelle fasi iniziali del processo di innovazione, così come il cliente, spesso molto più digitale di quello che si possa credere. Nella nostra azienda stiamo sperimentando con successo azioni di Design Thinking proponendo ai nostri clienti sessioni di sprint creativo

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ IMPRESE E

TERRITORIO, UN DIALOGO CHE AIUTA LO SVILUPPO

dove coinvolgere tutti gli stakeholder del processo. Al termine dello sprint si rende disponibile un prototipo sul quale verificare velocemente, e dunque con risparmio di risorse, la fattibilità realizzativa". Gianfranco Cutini parte da digitale e cultura dell'innovazione. "Dal 1983 è passata tanta acqua sotto i ponti. Il core business della nostra azienda è sempre stato il software gestionale per piccole e medie imprese con una forte personalizzazione. Fino agli anni '90 abbiamo fatto in casa, poi ci siamo resi conto che erano necessarie altre caratteristiche. L'avvento del digitale ha cambiato tutto il mercato. L'innovazione più che sul prodotto in sé ha cambiato il processo produttivo". Processo più che prodotto, qui sta un punto chiave dell'intero ragionamento. "La grande impresa è partita da tempo, da molto prima rispetto alle piccole e medie, che invece hanno sofferto l'impatto. Alcuni settori all'inizio non si rendevano conto della digitalizzazione dei processi. Inizialmente mancavano fondi e capitali ma chi non si è rinnovato e ancora non punta a rinnovarsi diventa obsoleto, non è più al passo con i tempi del mercato di oggi. Le Associazioni di categoria e le stesse imprese hanno proprio dovuto creare una cultura dell'innovazione". 40 42 // IES IES // Giugno-Settembre Giugno-Settembre2019 2019

Cultura dell'innovazione, appunto. "Digitalizzazione non vuol dire buttare via tutto e rifare bensì innovazione sui prodotti che già esistono – precisa Cutini –. Mi viene in mente l'esempio delle automobili. Sono fondamentalmente sempre le stesse ma trasformate in mille dettagli, con modalità di guida completamente diverse. Un esempio di tutt'altro genere, le casseforti. Immagino che nessuno pensi ad un oggetto così particolare, eppure anche per questi strumenti di sicurezza ci sono state innovazioni straordinarie. Dalle manovelle di un tempo per chiudere le casseforti si è arrivati alla possibilità di farlo a distanza, da remoto". Insomma, esempi fra loro molto diversi per sottolineare lo stesso concetto.

Un altro concetto chiaro a chi fa impresa riguarda le stesse dimensioni di impresa e la loro capacità di fare sistema. Il CEO di Lascaux, Giuseppe Bistoni, approccia il tema ricordando che anche per le aziende del Terziario piccolo non è sempre sinonimo di bello. "Alla fine, soffriamo per le dimensioni troppo piccole – conclude il presidente della Sezione Terziario di Confindustria Toscana Sud sul punto –. O ci diamo una mano, sul modello del distretto industriale, oppure saremo oggetto di campagna acquisti. Prospettiva interessante per chi vende e per chi compra, qualche volta meno interessante per i lavoratori e per il territorio. Spostare un ufficio è più semplice che spostare uno stabilimento. L’unico freno è la competenza delle risorse umane. Se guardo al fenomeno come associazione sono preoccupato, dobbiamo mantenere e favorire il 'vivaio' confindustriale, agevolare la nascita di startup. Il settore dei servizi innovativi (il terziario avanzato) come si chiamava un tempo, deve essere al centro di una visione strategica da parte dell’associazione.". Ma il panorama che abbiamo guarda-

“ PER FARE

INNOVAZIONE L’IMPRESA DEVE CRESCERE


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story to finora è uguale ovunque o vi sono diversità, anche sostanziali, a seconda delle aree geografiche? "Dipende più dai settori che dalle aree geografiche – risponde Gianfranco Cutini –. Alcuni ci sono arrivati molto prima di altri, che comunque ci stanno arrivando. Chi è rimasto sul mercato e chi ci vuol rimanere non può non puntare sull'innovazione. Bisogna muoversi in quella direzione. Si risparmiano tempi, investimenti e si ha semplificazione dei processi nelle aziende". "Se penso al settore manifatturiero e osservo gli investimenti, vedo per esempio un abisso fra Emilia-Romagna e Toscana – sottolinea Bistoni –. I nostri vicini hanno tutto un altro dinamismo. Confindustria Toscana Sud deve impegnarsi maggiormente nel sostenere le aziende che vogliono investire, nonostante le diversità del territorio siano una complicazione in più: Grosseto è fondamentalmente un territorio votato all'agricoltura e al turismo, Siena si caratterizza per le multinazionali del farmaco e della meccanica, quindi aziende di grandi dimensioni, Arezzo è la provincia con il maggior numero di aziende, di piccole e medie dimensioni, nei settori moda, orefice-

“ INFRASTRUTTURE

DIGITALI: ANCORA C’È MOLTO DA FARE

ria, meccanica. In forte crescita è proprio il settore dell’ICT, quello dell’informatica per intenderci, rappresentato dalla nostra sezione". C'è, insomma, del terreno da recuperare. Come? "Innovando i processi per utilizzare al meglio l’investimento fatto nei macchinari 4.0, formando adeguatamente le risorse umane, prima e dopo l’entrata in azienda, favorendo un modello di open innovation tra le aziende associate. L'innovazione è un processo continuo; la digital transformation è iniziata e non si fermerà”. E qui si ritorna ad uno dei concetti base dell'intero ragionamento. Che trova ulteriori declinazioni. Come spiega ancora Cutini: "Dalla cosiddetta intelligenza artificiale all'analisi preventiva,

“ LA GESTIONE DEI DATI È L’ORO DEL TERZO MILLENNIO

si tratta di prevedere su qualsiasi tipo di prodotto eventuali problemi per correggerli, dal fermo macchine al ritardo nelle consegne, per ridurre interventi e spese. La gestione dei dati, del resto, è l'oro del terzo millennio, è ciò che permette di costruire statistiche e dati su grande e grandissima scala – sottolinea l'amministratore di Byte Elaborazioni –. Il successo di colossi come Google o Amazon è la loro potenza dirompente più che per il fatturato che realizzano per le conoscenze acquisite e che adesso hanno a disposizione". Fare davvero innovazione significa anche avere condizioni di base, che nel nostro Paese sono ancora carenti. "Le infrastrutture sono fondamentali quando si parla di innovazione – conferma ancora Cutini –. Un esempio: nel 2018 abbiamo avuta la grande svolta della fatturazione elettronica, una novità di grande portata con un enorme impatto. È pensabile attuarla pienamente se non abbiamo un sistema di rete all'altezza? La fibra, il Wi-Fi devono essere il supporto necessario, oltre alla formazione del personale che deve acquisire conoscenze per gestire questo passaggio. Su questo il Paese ha molto da lavorare. Si pensi che ancora resistono prassi e adempimenti burocratici con le caratteristiche di un tempo, penso alla mole di fogli e scartoffie per pratiche di ogni genere". Giugno-Settembre 2019 / IES / 41 Giugno-Settembre 43


a cura di MGA Comunicazione

dEVITAlIA

dalla connettività naScono le Soluzioni per le impreSe del futuro

D

evitalia nasce al servizio delle imprese come operatore di telecomunicazioni licenziatario che progetta e realizza dispositivi e soluzioni proprietarie di networking integrato sulla base della propria connettività e sull’intero territorio nazionale. Amministratore delegato è Fabio Calabrese, con lui abbiamo parlato di quanto sia determinante per un’azienda investire in telecomunicazioni oggi. “L’innovazione tecnologica oggi accelera in maniera esponenziale lo sviluppo aziendale. Talvolta con investimenti chiave, semplici e poco onerosi, si ottengono risultati un tempo impensabili”

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Voi stessi avete fatto questo passaggio… Possiamo dire di si. Inizialmente il nostro core business era la connettività e siamo cresciuti nel settore arrivando ad avere un’infrastruttura di rete a tecnologia wifi distribuita sul territorio (wireless), unita a tecnologie trasmissive standard (wired) ed entrambe integrate e gestite tramite apparati di networking proprietari. Da qui abbiamo cominciato a lavorare sulle soluzioni e sulle applicazioni che questa tecnologia consente E oggi cosa offre Devitalia? La nostra azienda accompagna le imprese nel proprio sviluppo tecnologico, offrendosi come interlocutore unico, capace di superare le barriere di conoscenza a competenza e semplificando i processi interni di ricerca di soluzioni e risoluzione di problematiche. Un’ottimizzazione che genera inevitabilmente competitività. Quali sono le applicazioni più richieste? Si va dalla domotica ai sistemi di automazione, da sicurezza e videosorveglianza

fino a tutti i servizi legati all’hospitality, che diventano ogni giorno più importanti. Ci faccia un esempio di questi ultimi. “Nel business, e nel settore hospitality in particolare ciò che conta è l’opinione dei clienti e ogni giorno aumenta la percentuale di questi ultimi che dà ascolto ai commenti pubblicati in Rete e prende decisioni d’acquisto in base a esse. In questo panorama di voti, commenti, opinioni che i clienti possono liberamente fornire sulle amenity di un hotel, si fanno strada fattori di valutazione sempre più critici e decisivi come il servizio Wi-Fi, importante ormai al pari della pulizia delle lenzuola. Ma oltre al wi fi un hotel oggi si distingue per la propria hospitality experience, che va dai sistemi automatici di accesso fino ad avere Netflix in camera: piccoli lussi accessibili che oggi fanno la differenza.

dev Italia S.r.l. - Telecomunicazioni Via del Mare, 31 56019 Migliarino (Pisa) Tel. 050.3811 info@devitalia.it www.devitalia.it


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QUAIZ

efficienza ed ecoSoStenibilità con la Stampa a tecnologia a freddo

L

a trentennale esperienza di Quaiz unita alla sua capacità evolutiva, prevedendo scenari futuri legati alla stampa e all’evoluzione tecnologica, permette all’azienda di rispondere alle esigenze dei clienti fornendo sempre una qualità e un servizio di alto livello professionale. Dall’ufficio aziendale fino alla tipografia fornisce stampanti, sistemi digitali multifunzioni, fax e plotter di ultima generazione con il servizio di installazione, manutenzione e riparazione. Le novità di questo settore, sempre in forte sviluppo, sono tante. Vinicio Lazzerini, Direttore Commerciale di Quaiz si offre di rispondere ad alcune domande che chiariscono le differenze di questa nuova generazione di attrezzature e la loro sostenibilità ambientale. Ma le nuove macchine a getto di inchiostro sono lente come una volta? Il mondo delle macchine da stampa è così cambiato che non si possono fare confronti con quelle vecchie. Vorrei sfatare un mito. La tecnologia inkjet non è adatta solo per le stampanti di casa, con Quaiz e Epson è cambiato tutto. Per esempio con i modelli della serie Work Force

Pro si possono risparmiare i costi, aumentando la produttività e riducendo nello stesso tempo i consumi energetici con la tecnologia a freddo, sono 3,5 volte più veloci rispetto alle stampanti laser a colori. Questo significa un costo per pagina inferiore di conseguenza ridotti quelli di gestione generale. Per i consumi energetici è ancora più sorprendente. La nuova generazione riduce i consumi del 96%. Sono affidabili, riducono la quantità di rifiuti con minore impatto ambientale. La stampa della prima pagina per ogni stampante è da sempre un anello debole, è così anche per le Ink Jet di nuova generazione? L’uscita della prima pagina avviene in 4,8 secondi e stampano fino a 100 pagine al minuto. Le nuove stampanti hanno una tecnologia a freddo. Quindi, i tempi di riscaldamento sono assenti e la stampa è rapidissima. E non solo vantaggi in termini di efficienza. Vorrei puntualizzare che si tratta di tecnologia pulita. Cioè assenza di emissioni di ozono e polveri sottili. Sono anche il 23% più silenziose. Ma l’inchiostro sbava e si sbiadisce come una volta? Assolutamente no! Ci sono molte

considerazioni riguardo questo punto, in generale posso fare un esempio pratico deducendolo dagli interventi di manutenzione che facciamo. Il tempo destinato agli interventi è ridotto del 98% così come le chiamate all’assistenza, e meno tempo speso a sostituire consumabili. Ma le testine si seccano sempre come una volta? Le macchine inkjet Epson ottimizzano la loro esclusiva tecnologia della testina di stampa che non secca mai. Per le applicazioni aziendali è un vantaggio oltre a garantire efficienza, semplicità e convenienza. Noi garantiamo tutte le macchine fino a 60 mesi on-site, la stampa è resistente all’acqua e ai solventi ed è certificata 84 anni.

Quaiz S.r.l. Via San Paolo, 5H 50018 Scandicci Tel. 055.720561 info@quaiz.it www.quaiz.it www.altrostampare.com

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COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

L'INNOVAZIONE è una COSA SERIA di NADIA FRULLI

LAVORO, RICERCA, CREATIVA, LA CAPACITÀ DI GUARDARE AL FUTURO SENZA DIMENTICARE IL PASSATO. INNOVARE È ANCHE UN MODO DI VEDERE L’IMPRESA, IN CONTINUA TRASFORMAZIONE E CAPACE DI ADEGUARSI AI TEMPI

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CONFINDUSTRIA TOSCANA NORD

LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

P

untano tutto sul futuro. Perché oggi è già domani e perché solo così, anticipando quelli che saranno i prossimi bisogni e le richieste della clientela che verrà, potranno essere competitivi e continuare a crescere. Sono gli imprenditori votati all'innovazione, quelli che all'interno della loro azienda hanno deciso di sviluppare un vero e proprio “settore” dedicato alla ricerca e allo sviluppo. Una caratteristica speciale, quella di guardare verso l'orizzonte più lontano, che sembrano averla scritta sul Dna. Lo racconta anche Luca Querci, dell'azienda Cormatex di Prato costruttrice di macchinari tessili. “La nostra azienda produce macchine tessili, lo facciamo da tre generazioni. L'azienda infatti è nata nel 1938 con lo sviluppo del distretto tessile pratese. Da allora a Prato si è sviluppato un settore meccanotessile ad oggi molto attivo”. Quanto è importante l'innovazione? “Per noi l'innovazione è diventata fondamentale. Lo è sempre stata, perché la nostra è una specie di realtà artigianale che modella, quasi la cucisse addosso, la propria tecnologia sulle richieste dei clienti. Le nostre dimensioni e un DNA che è proprio del tessuto industriale di questa zona a vocazione tessile, ci ha sempre portato a personalizzare molto le soluzioni tecnologiche. Tanto che oggi possiamo dire che storicamente è stata una delle nostre peculiarità quella di seguire di volta in volta un’esigenza specifica”. Quali sono i prodotti che hanno richiesto più impegno in termini di ricerca e innovazione? “Noi ci occupiamo di due comparti, tessuto non tessuto e filatura cardata. Negli ultimi 15 anni abbiamo moltiplicato i progetti soprattutto nel comparto che ha offerto più stimoli all'innovazione, quello del tessuto non tessuto. Nel 2006, ad esempio, abbiamo colto un'opportunità importante creando per il tessuto non tessuto una tecnologia che permettesse non solo di lavorare fibre vergini ma anche di processare e trasformare materiali di scarto di altri processi industriali, materiali fibrosi e non fibrosi, dall'abbigliamento usato agli scarti di poliuretano dei materassi, fino alla triturazione di pneumatici a fine vita. Con la nostra tecnologia diamo concretezza all'economia circolare. Rimane il nostro impegno, comunque, anche per il più tradizionale comparto del cardato”. C'è stato qualche caso particolare? “Certo, molti. Ad esempio, un cliente si è rivolto a noi perché aveva un problema importante di gestione degli scarti di lavorazione dei materassi, lattice e poliuretano.

“ LA TECNOLOGIA

AIUTA LE IMPRESE A RESTARE COMPETITIVE

Grazie alla nostra linea pilota abbiamo fatto dei test e convertito questi scarti in nuovi materiali. Abbiamo capito che aveva caratteristiche buone per essere reinserito all'interno del materasso. Addirittura, le performance si sono rivelate così interessanti da spingere l'azienda nostra cliente a lanciare una linea ‘green’, che si basa sul riciclo. Il cliente in casi come questi fa un investimento da un milione e mezzo a tre milioni per acquistare un processo e una tecnologia che gli permetta di offrire sul mercato prodotti innovativi”. Ma cosa c'è dietro ad ogni progetto innovativo? “Sicuramente tanto lavoro, ricerca e creatività. Abbiamo investito vari milioni in una linea pilota che continuiamo ad aggiornare con innovazioni tecniche e investimenti in beni materiali e immateriali. Noi studiamo soluzioni speciali per esigenze particolari, cosa questa che ci differenzia dalle multinazionali tedesche e francesi che avendo strutture e costi operativi maggiori dei nostri scontano la necessità di selezionare i progetti su cui lavorare”. Oltre alle multinazionali, quali sono i vostri competitor? “L'altro grande competitor è il mondo emergente della meccanica che arriva dal Far East, Cina in primis che sta crescendo anche in qualità, ma non ha per cultura o per mancanza di esperienza quel rapporto speciale che riusciamo a creare noi con i clienti. Abbiamo un solo rammarico: le

Luca Querci

nostre tecnologie sono destinate nel 95 per cento dei casi ai mercati esteri (Usa; Europa, in particolare paesi scandinavi, Germania e Francia; Cina), in Italia invece vendere è più difficile. Da un lato non ci sono condizioni che favoriscano la manifattura, dall'altro è difficile fare impresa o pensare ad un investimento da milioni di euro in un impianto perché non si hanno certezze sui ritorni. Tassazione e normative spesso ambigue, rendono rischiosi questi investimenti”. Le tematiche dell'industria 4.0 sono valide a livello mondiale e sono anche trasversali. C'è stata una trasformazione epocale nel modo di fare industria con la nuova rivoluzione digitale “E non si deve pensare solo al prodotto finale: l'innovazione è un elemento importante della catena del valore, e spesso è rappresentata dagli aspetti logistici", spiega

Giugno-Settembre 2019 2019 // IES IES // 47 45 Giugno-Settembre


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ LA CREATIVITÀ

AIUTA L’IMPRESA, ANCHE NEI PROCESSI INNOVATIVI

della materia prima, per la prima volta risulta strategicamente rilevante la possibilità di pensare a modi produttivi più efficienti”. L'innovazione quindi si può declinare all'intera catena produttiva di un'azienda? “Certo, non si parla più soltanto di macchine smart, che si configurano con prestazioni funzionali specifiche, ma di una intera linea produttiva all'interno della fabbrica che per-

“ LA TRADIZIONE

Antonio Mosca

Antonio Mosca, Head of Digital Transformation della Fabio Perini. L'azienda specializzata nella progettazione e produzione di macchinari per la trasformazione e il confezionamento della carta tissue è parte del gruppo tedesco Körber e della sua divisione Körber Process Solutions ed ha sedi in quattro continenti diversi. “Molti si chiederanno – spiega Mosca – cosa vuol dire digitalizzare un rotolo di carta o una scatola di fazzoletti? In questo caso la digitalizzazione passa dalla logistica e migliora la produzione: ad esempio pensiamo allo scambio di dati in tempo reale che consente di ridurre tempi morti, di eliminare sprechi, capire le necessità e le preferenze del cliente e l'intera catena si può organizzare in modo più efficiente a minori prezzi per l'azienda e per il cliente. Non solo, in relazione alla fluttuazione dei prezzi

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È UN MUST IN PIÙ PER LE AZIENDE CHE GUARDANO AL FUTURO

metta di operare in tempo reale nel miglior modo possibile. Con macchine che si interfacciano tra loro. Le persone a volte commettono errori ed è lì che le tecnologie digitali intervengono per aiutare gli operatori, pianificando l'attività in modo migliore”. Quanto è importante l'investimento in ricerca e sviluppo? “E' davvero significativo: per noi il digitale è un investimento necessario e la nostra capogruppo crede molto in questo. Per ogni business area è stato creato un percorso di investimento specifico. Il mio team in particolare è quello che deve immaginare i nuovi servizi digitali: siamo già in 14 e abbiamo un aggressivo piano di crescita per i prossimi anni. Periodicamente i team multifunzionali si incontrano e passano uno o due giorni a immaginare servizi innovativi, e individuare una lista di priorità di possibili progetti. Cerchiamo di cogliere in anticipo quelle che saranno le esigenze dei nostri clienti”. Quali sono le sfide per il futuro? “Una delle più grandi sfide che abbiamo è quella di trovare talenti digitali, in questo momento c'è una grande carenza di persone con le giuste competenze: bisognerebbe sensibilizzare un po' di più enti e categorie su questa che è una vera e propria criticità. C'è ancora troppa distanza tra scuola e


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ L’INNOVAZIONE

AIUTA ANCHE LA LOGISTICA, CHE DIVENTA PIÙ SMART

mondo dell'innovazione: serve fare passi da gigante”. “L'innovazione è dentro di noi”, così Paolo Luchi, racconta la storia del Materassificio Montalese di Pistoia, azienda di cui è Sales & Marketing Director; “perché ci ha permesso di continuare ad andare avanti in quel processo evolutivo iniziato 15 anni fa: esistiamo dal '71 ma da allora abbiamo cambiato la nostra natura per ben tre volte”. Quali difficoltà avete incontrato in questo percorso? “La difficoltà che abbiamo trovato in questa ultima fase sono legate alla ricerca delle risorse umane. È complicato trovare determinate competenze. Il passo più importante per noi si compie nel portare l'esperienza di acquisto a dinamiche digitali determinanti. I passaggi sono chiari: prima è stata digitalizzata l'infrastruttura, poi la shopping experience. Oggi industria 4.0 e retail vanno di pari passo. Anzi la vendita tramite i nostri negozi monomarca (115 in tutta Italia) rappresenta il 50 per cento”. Qual è il prossimo obiettivo? “Siamo a metà di un processo di crescita, il nostro piano aziendale arriva al 2021 e prevede l'apertura di 195 punti vendita. L'innovazione ci accompagnerà nei prossimi anni, insieme alle 60 persone da assumere per la parte retail”.

Quanto è difficile investire in innovazione? “Trovare le risorse è il tema atavico: non riguarda solo la Toscana ma il Paese in generale. I percorsi formativi non sono allineati con il mondo dell'industria. E oggi più che mai ne paghiamo le conseguenze. Per quanto riguarda gli ostacoli burocratici, penso che siamo fortunati, non ne abbiamo avuti. Ogni volta che abbiamo investito in innovazione il sistema ha funzionato. Lampante è

“ANCORA TROPPA

LA DISTANZA TRA SCUOLA E MONDO DELL'INNOVAZIONE

Paolo Luchi

l'esempio dello smart bed, un progetto con Cern e università di Pisa, portato avanti da più di due anni. Si tratta della realizzazione di un letto intelligente, forse l'unico in grado di dare un dato che avvicina molto a quello che è un elettroencefalogramma. Attraverso una serie di attività di ricerca che facciamo avremo un prodotto in grado di fornire dati importanti: perché avrà sensori per parametri vitali”. Innovazione e internazionalizzazione possono convivere? “Certo, ma noi, in controtendenza, abbiamo prima deciso di rivolgerci al mercato interno. Chiusa questa fase ci auguriamo che entro tre o quattro anni penseremo al processo di internazionalizzazione (oggi 35 per cento esportazione). In realtà il problema non è il mercato: è il modello di business”.

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COVER STORY I LA TOSCANA E LA SFIDA DELLE TRE "I"

INDUSTRIA 4.0: FORMAZIONE al FUTURO di ELENA POZZOLI

LA TRASFORMAZIONE TECNOLOGICA CORRE ALLA VELOCITÀ DEL 5G, MA IN ITALIA MANCA ANCORA LA FORMAZIONE 4.0 AL FUTURO: LA VERA SFIDA È CULTURALE

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CONF. LIVORNO E M. CARRARA

LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

S

aranno poco meno di centronovantatré mila i posti di lavoro a disposizione nel prossimo triennio (2019-2021) nei settori della meccanica, dell’ICT, dell’alimentare, del tessile, della chimica e del legno-arredo, sei tra i settori più rilevanti del made in Italy. Gli imprenditori cercano con urgenza figure professionali che in un caso su tre sono di difficile reperimento. Sia le professioni intellettuali, sia le professioni manuali, nelle quali l’uomo è superiore alla macchina, sono in aumento, mentre diminuiscono le professioni intermedie. Del resto, i margini di digitalizzazione nel nostro Paese sono ancora ampi. L’Italia si colloca infatti al venticinquesimo posto su ventotto nello speciale Digital Economy and Society Index della Commissione europea, al ventesimo posto per integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese. L’Istat nel suo report sulla competitività delle imprese italiane segnala poi come solo il 15 per cento delle realtà abbia già avviato un significativo processo di digitalizzazione: il 63 per cento invece fa un uso ancora molto contenuto del digitale e investe poco in tecnologia. Ciò che è certo è che investire in nuove tecnologie crea un vantaggio competitivo. Ne è un esempio il Terminale “FSRU Toscana”, il rigassificatore gestito da OLT Offshore LNG Toscana permanentemente ancorato al largo della costa italiana tra Livorno e Pisa, di cui Alessandro Fino è amministratore delegato. Dott. Fino, FSRU Toscana nasce dalla conversione della nave metaniera “Golar Frost”, avvenuta presso il cantiere Drydrocks World di Dubai, in un terminale di rigassificazione galleggiante in grado di trasformare il gas naturale liquefatto (GNL), riportandolo allo stato gassoso. Com'è nato il progetto e come si sta evolvendo? “Il progetto nasce nel 2002; già all’epoca si ebbe l’intuizione che un impianto di questo tipo avrebbe potuto assolvere a un compito importante: fornire un apporto alla sicurezza degli approvvigionamenti del Paese. La realizzazione di ‘FSRU Toscana’ è stata segnata poi dagli avvicendamenti societari che si sono susseguiti negli anni, oltre che dal completamento di un lungo ed accurato iter autorizzativo: ben quarantaquattro sono stati gli enti pubblici che si sono occupati di questa infrastruttura. A distanza di diciassette anni, possiamo dire che l’intuizione era stata assolutamente azzeccata: l’impianto sta lavorando a pieno regime con prestazioni ambientali e

“ PER RESTARE SUL

MERCATO, L’IMPRESA DEVE DIVENTARE VELOCE

di sicurezza ai massimi livelli come confermato anche dalle istituzioni pubbliche di controllo. La certificazione EMAS ottenuta nel 2018 ne è la prova. Dal punto di vista tecnologico, si è cercato di coniugare l’innovazione – all’epoca gli impianti di rigassificazione galleggiante si contavano sulle dita di una mano – con l’affidabilità, puntando su dotazioni tecniche che erano state sperimentate dall’industria petrolifera offshore. Oggi, siamo pronti a cavalcare un’altra sfida decisiva per lo sviluppo sostenibile italiano e non solo: lo Small Scale LNG. Il nostro Terminale, infatti, con minime modifiche impiantistiche – testate da uno studio cofinanziato dall’Unione Europea che, attraverso la Direttiva DAFI, ha legiferato sull’utilizzo di combustibili a basso impatto ambientale da adottare per il trasporto marittimo e terreste entro il 2030 – sarà pronto entro il 2021 ad accogliere delle piccole navi gasiere che potranno rifornire i depositi costieri di gas naturale liquido nei porti del Mediterraneo o rifornire di carburante le navi che oggi utilizzano combustibili tradizionali”. Grazie alla sostenibilità e all'affidabilità tecnica il rigassificatore ha raggiunto standard elevati. Quando è importante investire nel cambiamento e nell'innovazione? “Investire nel cambiamento e nell’innovazione è certamente di grande importanza

Alessandro Fino

per qualsiasi impresa che debba competere sul mercato e, al contempo, sia chiamata a fornire prestazioni ambientali e di sicurezza sempre più elevate. Altrettanto importante, tuttavia, è la gestione. È nella gestione operativa del nostro impianto che risiedono i risultati eccellenti riportati dal Terminale OLT e lo stesso ottenimento della registrazione EMAS ne è una prova”. L'ottenimento della registrazione EMAS attesta appunto l'attenzione che l'azienda presta al tema della sostenibilità ambientale e al territorio che la ospita. Ci sono opportunità socioeconomiche concrete per la nostra Costa? “Certamente. Le esternalità positive riconducibili alla vita operativa dell’impianto ammontano a circa quattrocento milioni di euro nei vent’anni di attività stimati (par-

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LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ DARE VALORE ALLE

PICCOLE IMPRESE AIUTA A SUPERARE LA CRISI

sa ma tra imprese lente o veloci nel recepire i cambiamenti. E sempre al passo del cambiamento è Gino Barattini, metalmeccanico doc dell’area apuana, presidente di E&MT, Engineering & Manufacturing Techonology Group, consorzio di aziende di progettazione e realizzazione di impianti industriali, sistemi di automazione e macchine di produzione.

Gino Barattini

tendo dall’anno di entrata a regime fino al 2033). A ciò è necessario aggiungere quanto l’azienda ha già allocato in termini di risorse economiche destinate alle compensazioni ambientali, pari ad altri otto milioni di euro. OLT è impegnata, inoltre, sul territorio a supportare diverse iniziative sociali, in tale ottica. È ferma intenzione della società proseguire un percorso di piena integrazione con la comunità che ci ospita. Il progetto dello Small Scale LNG, infine, potrà essere un positivo volano socioeconomico per i porti della costa toscana, senza contare che, in termini generali, il GNL potrà contribuire alla riduzione del prezzo del gas e fornire benefici ambientali maggiori rispetto ai combustibili tradizionali”. La vera alternativa tra cui scegliere oggi però non è tra grande e piccola impre-

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“ INDUSTRIA 4.0: UNA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE CHE PORTA NUOVE SFIDE

La sua storia imprenditoriale inizia da lontano. Da dove è partito il suo progetto e dove sta andando, grazie all'innovazione tecnologica in cui ha sempre creduto e quindi investito? “Nel 1987 ho fondato la BRIEL, un’azienda che costruisce quadri elettrici ed elettronici di comando per poi virare nel 1999 al settore manifatturiero automotive avanzato con l’azienda Euro Motor Service. Il Consorzio E&MT Group nasce successivamente, nel 2011, per volontà di sei aziende fermamente intenzionate a sviluppare un polo di eccellenza progettuale e produttiva nel territorio di Massa Carrara, in grado di cogliere le opportunità globali offrendo prodotti e servizi chiavi in mano. La volontà di dare sviluppo al territorio si concretizza attraverso l'offerta di competenze e conoscenze di altissimo profilo. Offriamo un servizio integrato, al passo con le più moderne tecnologie in chiave Industria 4.0, alle grandi imprese multinazionali a livello europeo che include cinque ambiti di specializzazione: meccanica e Oil & Gas, elettromeccanica, engineering, automazione e costruzioni. Creiamo impianti sofisticati capaci di interfacciarsi con le linee di produzione per il controllo qualità. Abbiamo realizzato le opere più significative presenti nell’area di Massa, Marina


LA TOSCANA e la sfida delle tre "i" I Cover Story

“ LA VERA SFIDA:

CAMBIARE IL RAPPORTO UNIVERSITÀ E IMPRESA

di Carrara e Firenze, in termini di grandi manufatti”. All’interno del Comitato Piccola Industria di Confindustria LI MS, lei è il referente per la delegazione di Carrara. Come appare il futuro delle piccole medie imprese nel suo territorio? “Le piccole e medie imprese sono il fulcro dell’imprenditoria e rappresentano il motore della crescita economica di ogni territorio. Troppo spesso sento dire che nella mia provincia non esistono aziende strutturate, anche in ambito di elettronica industriale, in grado di fornire servizi qualificati, con professionalità altamente specializzate. Ciò è svilente e me ne dispiaccio molto soprattutto perché non corrisponde alla realtà. Il perdurare della crisi economica, che ha colpito la provincia di Massa Carrara, ha causato e sta ancora causando effetti drammatici senza precedenti, in termini di disoccupazione. Il tessuto economico e produttivo è stato fortemente indebolito. Ma si può e si deve ripartire dando valore proprio alle piccole e medie realtà produttive eccellenti e innovative esistenti, affinché possano servire da stimolo per nuove aziende e nuovi investimenti. Ma per creare e far crescere imprese di successo è necessario praticare giorno per giorno la logica del cambiamento e saper

dare valore ai dipendenti-collaboratori come li amo chiamare io, soprattutto investendo sulla loro formazione e sulla loro crescita”. Secondo i dati OCSE, solo un occupato su dieci sarà sostituito dalle macchine, ma addirittura un occupato su tre è a rischio di cambiamento, che va contrastato con investimenti in formazione, per l’aggiornamento delle competenze e il loro rafforzamento. Secondo la sua

“ OGGI LA RISORSA

UMANA È IL MOTORE DEL CAMBIAMENTO

esperienza reperire personale competente in tecnologie avanzate è così impossibile? “La nostra Associazione, non casualmente, ha inserito tra gli obiettivi prioritari delle proprie strategie organizzative la diffusione della cultura per l’innovazione tecnologica, per adeguare il sistema industriale del Paese alle sfide della quarta rivoluzione industriale derivata da Industria 4.0. La nostra Confindustria ha già stipulato con il Rettorato dell’Università degli Studi di Pisa una convenzione per attivare una sinergia bilaterale tesa a favorire il trasferimento tecnologico e agevolare la conoscenza delle rispettive opportunità in termini di domanda ed offerta di professionalità. È in fase di definizione anche un accordo con l’Università degli Studi di Genova che ha progettato un corso di laurea a La Spezia in ingegneria meccatronica, in grado di preparare futuri ingegneri a gestire le fasi di progettazione e programmazione di linee di montaggio in impianti produttivi 4.0. Nei nuovi sistemi tecnologicamente avanzati 4.0, risulterà rilevante anche la figura del manutentore d’impianti e macchine: figura che acquisterà sempre più importanza anche a livello di sicurezza e prevenzione rischi e per la quale, precorrendo i tempi, noi stiamo formando e certificando i vari livelli di addetti (responsabili ed operatori), secondo la normativa UNI EN 15628. Imprimere una svolta alla relazione Università-Impresa è la vera sfida, per trasferire conoscenza al sistema produttivo, avvicinare la formazione al mercato e facilitare l’accesso delle aziende al patrimonio di competenze universitarie”.

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a cura di MGA Comunicazione

Autospurgo 90

La società fiorentina diventa S.p.a.

S

ervizi ecologici evoluti al servizio di privati ed enti pubblici. Li garantisce Autospurgo 90, società fiorentina leader nel settore, che il mese scorso è diventata Spa. “L’azienda è stata fondata da mio padre Renato nel 1978 – spiega il titolare, Andrea Pucciarelli – ed era al tempo una piccola ditta individuale. Da allora siamo sempre cresciuti e dal 1990 la gestione è passata a me e a mio fratello Stefano, purtroppo prematuramente scomparso.. “ Da allora la guida e l’impegno profuso da Andrea nell’Azienda ha fatto sì che si potesse continuare nel programma di sviluppo ed investimenti attuando l’acquisizione di nuovi e moderni assets. L’organico, che attualmente è di circa 30 unità, segue piani di formazione e miglioramento per incrementare ulteriormente le capacità e le competenze che la clientela, sempre più esigente, richiede alle aziende del nostro settore. Il parco automezzi oggi conta più di 20

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unità di nuova generazione, allestiti con le più moderne tecnologie I servizi sono rivolti non solo ai privati e condomini ma anche ad aziende , grandi industrie, enti pubblici, scuole e ospedali. L’azienda opera 24h su 24h e garantisce i propri servizi per 365 giorni l’anno. Da sempre attiva nella gestione dei rifiuti speciali e pericolosi oggi offre molti altri servizi: dal noleggio di bagni chimici all’assistenza meccanica ai mezzi. Recentemente ha poi acquisito un mezzo all’avanguardia per la riqualificazione urbana ecosostenibile: pulizia dei muri comuni e di pregio da graffiti, da smog e da macchie di ogni genere; corredato di attrezzatura elettrica utilizzata talvolta in sinergia con prodotti completamente naturali, si affaccia per la prima volta in Toscana e sarà presto messo al servizio della collettività in via esclusiva. Infine, con spirito di collaborazione per affrontare al meglio le difficoltà del set-

tore, Autopurgo 90 è stata tra le aziende promotrici del Csa, il Consorzio Spurghisti associati di Firenze, Prato, Pistoia, che conta 45 aziende del territorio. Una realtà unica in Italia, nata dall’esigenza di gestire l’emergenza fanghi verificatasi la scorsa estate, per affrontare di concerto con le istituzioni le difficoltà di smaltimento dei reflui urbani nella regione. Info: 0556664444 -3357247766 autospurgo90@neotekonline.it www.autospurgo90.com

Autospurgo 90 Via Rocca Tedalda, 453 50136, Firenze Tel. 055.666444 Cell. 335.7247766 autospurgo90@neotekonline.it www.autospurgo90.com


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Software e Nuove Tecnologie Soc. Coop. Tel. +39 055 4250774 - info@sntinformatica.it - Via R. Leoncavallo 2, Sesto Fiorentino (FI)

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