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FRANCESCO SANFILIPPO
arte FRANCESCO SANFILIPPO 1957
Pittore, architetto e professore di disegno e storia dell’arte, Francesco Sanfilippo si è sempre dedicato alla pittura stimolato dall’opera pittorica di Le Corbusier, di A. Ozenfant, del Purismo, del Cubismo di P. Picasso, G. Braque e J. Gris. Negli ultimi periodi ha sviluppato la sua ricerca pittorica in un universo definito come astrattismo sistemico stimolato e in sintonia con il pensiero di R. Barthes : « ...l’uomo strutturale prende il reale, lo scompone, poi lo ricompone, è ben poco in apparenza. Pure da un altro punto di vista, questo poco è decisivo, perché tra i due tempi dell’attività strutturalista si produce del nuovo, e questo nuovo è niente meno che l’intellegibile generale; il simulacro e l’intelletto aggiunto all’oggetto, e questa addizione ha un valore antropico, in quanto è tutto l’uomo, la sua storia, la sua situazione, la sua libertà e la resistenza opposta dalla sua mente alla natura… » Francesco Sanfilippo si definisce un pittore strutturalista romantico. E così prosegue: «Al procedere logico della composizione sopraggiunge un perdersi nel labirinto della materia pittorica. Due grandi momenti caratterizzano la mia formazione artistica: il primo è legato alla bellezza dei Templi Greci frequentati con mio padre nell’infanzia: andavamo spesso la domenica a passeggiare nella valle dei Templi ad Agrigento e non dimenticherò mai la perfezione e la bellezza dell’arte classica. Il secondo è legato al mio periodo di formazione universitaria ed era un accadimento che mi rapiva: mi piaceva ogni tanto perdermi nel labirinto del tessuto urbano veneziano; mi recavo in zone sconosciute (arsenale, castello) e nel labirinto delle calli e campielli mi perdevo nella mia città; ma questo perdersi era anche scoprire nuovi mondi inattesi, inimmaginabili, densi di fascino e il tempo sembrava fermarsi in quelle tiepide giornate primaverili veneziane piene di luce e di silenzio, poi si ritrovava per caso una via nota e ritornavo nei territori conosciuti nella certezza che mi sarei perso ancora una volta. La mia pittura nasce quindi da un processo inizialmente logico e razionale che attinge dalla realtà pittorica che mi circonda, che amo e frequento quotidianamente; partendo dalle analisi delle grammatiche generative proprie di un quadro scelto, forme linee, colori, che trovo nei dipinti del passato diventano il punto di partenza per la nuova composizione pittorica. Mentre lavoro alla composizione mi perdo nel labirinto dei segni, delle forme e dei colori e aiutato soltanto dalla pura sensibilità oriento il lavoro e questa materia pittorica diventa quadro finito a me sconosciuto che mi affascina e che contiene al suo interno la mia storia e la mia resistenza opposta dalla mia mente alla natura ».
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