Informare è un periodico del “Centro Studi Officina Volturno”
Aggiornamenti sul porto di Pinetamare > > > pag. 2
Ancora senza risposta l’assassinio del giovane Peter > > > pag. 2
A Castel Volturno la scuola non è un diritto! > > > pag. 4
Storie che fanno riflettere! > > > pag. 5
Il triangolo della morte! > > > pag. 8
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Anno 8° - Numero 126 - OTTOBRE 2013
I media locali e nazionali, in queste settimane, hanno dato ampio risalto al pentito di camorra Carmine Schiavone, che con grande ritardo ed in modo incompleto e frammentario, sta ricostruendo parte della storia dei traffici che negli ultimi 30 anni ha posto in essere la “holding” della criminalità organizzata casertana nelle nostre aree, ormai ridotte ad immani sversatoi di rifiuti tossici, vere polveriere a cielo aperto, e per questo causa della sempre crescente incidenza tumorale in questa porzione dell’Italia. La cronaca attuale, ha portato alla luce le vicende che hanno interessato molte zone dell’interland casertano e napoletano, per esempio, Masseria del pozzo, la quale era una delle contrade più fertili dell’area di confine tra Parete e Giugliano… Oppure la zona di Schiavi… Terra buona, che nutriva i pescheti e le serre di fragole, gli orti e i vigneti di asprinio. Masseria del pozzo era terra di nessuno, di Gaetano Vassallo e della camorra casalese. Tempo fa Gaetano Vassallo ha iniziato a collaborare con la giustizia e ha raccontato la storia delle due discariche, ma anche degli sversatoi di Tre Ponti e San Severino: una distesa immensa di terreno, a tratti autorizzata e a pezzi abusiva, dove sono stati sotterrati i rifiuti di mezza Italia, confluiti a Giugliano e Parete attraverso una serie di società e aziende come la Ecologia 89, l’Ecotrasp, la Setri, la Cicagel, la Novambiente, controllate direttamente dalla camorra o da imprenditori in odor di camorra, come Cipriano Chianese e lo stesso Gaetano Vassallo (tali dati sono desumibili da sintesi di atti giudiziari apparsi su diversi organi di stampa). Traffici che fruttavano milioni di euro. Anche a Castel Volturno, come noto, esiste uno dei siti inquinati più grandi di Italia. Parliamo della So.Ge.Ri., ovvero circa un milione di metri cubi, per circa 120 mila metri quadrati di superficie occupata, dislocata in località Mazzafarro, utilizzata per decenni come la pattumiera che ha ospitato rifiuti tossici della più disparata provenienza. Sempre ripercorrendo le pagine della “storia giudiziaria locale”, apprendiamo che i primi verbali raccontano una storia già nota, ricostruita oltre 20 anni fà dal Nucleo operativo dei carabinieri di
Napoli nell’inchiesta che fu battezzata «Adelphi», in ossequio agli accertati rapporti tra camorristi, ecomafiosi e «fratelli» di due logge massoniche del centro-nord, si scoprì che una delle società della holding, aveva rapporti stabili con Licio Gelli, la cui villa a Castiglion Fibocchi fu perquisita la mattina del 30 marzo 1993. Si ricostruì il reticolo di interessi e di coperture, anche istituzionali, che avevano consentito al gruppo di operare indisturbato nel settore dello smaltimento illecito dei rifiuti, urbani e industriali. Si tratta di risvolti drammatici, forse per taluni inaspettati, ma che tuttavia da tempo si conoscevano, essendo stati anche oggetto di inchieste parlamentari. Per anni questo periodico, non ha mancato di mettere in evidenza il fenomeno, anche con servizi giornalistici sia con il settiman-
ale l’Espresso, sia con speciali televisivi sulle reti nazionali di Rai 1, Rai 2, Rai 3 durante i quali si evidenziò le probabili cointeressenze delle logge massoniche, che rappresentavano le aziende del nord e la camorra casalese, nel business dei rifiuti nocivi. Ma ora ciò che conta più di ogni altra cosa, al di là delle recriminazioni e delle parole, è procedere alla bonifica integrale di queste aree... è giunto il tempo di riqualificare i territori deturpati dalla criminalità… ed è una problematica di interesse nazionale vista la natura e la provenienza dei rifiuti. Occorre essere determinati, smetterla con le chiacchiere… Basta proclami e spettacolizzazione di una tragedia che se gestita male rappresenterebbe l’ennesima “occasione” per la camorra, che alla fine potrebbe gestire anche le bonifiche. tommaso morlando