1. Morsut Moira

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CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE “ SGF- SPAZIO GIOVANI ALLA FRONTIERA” PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA DELL'EX- OPEDALE CIVILE DI GORIZIA. RELAZIONE ILLUSTRATIVA Obiettivi del progetto Il nostro progetto assume gli obiettivi del bando quale una occasione di riflessione sulle possibilità di raggiungere qualità urbane , sia nei rapporti con la città esistente che come costruzione di una sua nuova parte, in un progetto che ha necessariamente nel parco e quindi negli spazi aperti il suo carattere dominante. Nella proposta presentata conseguentemente gli spazi trattati a verde assumono un ruolo che supera quello di semplice connettivo fra le parti e diviene elemento strutturante, ragione d' essere delle localizzazioni e delle relazioni fra le parti costruite, indagando le prospettive di una città possibile che coniughi la complessità d'uso propria dell'urbano con un rinnovato rapporto con la natura quale parte fondamentale dell'esperienza di socialità. Del rapporto con la natura la città di Gorizia ha un suo carattere distintivo, sia per le relazioni visive con le colline che la circondano che per la rilevante presenza di giardini che ne segnano così profondamente ed originariamente la figura definendo inevitabilmente particolari caratteri e ruoli delle parti costruite. Il progetto è risposta conseguente anche a tale specificità. Descrizione del progetto E' possibile una descrizione sintetica del progetto ove gli obiettivi sopra citati sono in relazione con le considerazioni di carattere urbano, paesaggistico, economico e di fattibilità dell'intervento per fasi distinte ed autonome. Le scelte su cosa conservare o demolire sono prioritarie. Si è scelto di conservare, oltre agli elementi prescritti, come l'edificio del ex- Sanatorio , la rete dei percorsi sotterranei oggi presenti nell'ambito del nosocomio, la torre campanaria della chiesa, le palazzine su Via Vittorio Veneto , il blocco dei servizi ( edifici n°7 del bando), l'obitorio e l'ex inceneritore ai margini del canale del torrente Vertoibizza. Si demolirà invece il corpo principale dell'ospedale (Croce di Lorena), gli edifici per uffici (n° 6), e per Infettivi ( n°5). Ad originare dal mantenimento dei due padiglioni ad uso dell'azienda ospedaliera isontina su via Vittorio Veneto una successione di altri 4 edifici- padiglioni, dai primi definiti nella loro collocazione, ricostruisce il margine stradale e, contemporaneamente, permette l' accesso e percezione del parco retrostante. La demolizione del corpo ospedaliero principale, legata a considerazioni di carattere economico giudicando troppo oneroso il suo riuso, rende possibile la continuità con il parco dell'ex ospedale psichiatrico (parco Basaglia) , sul lato opposto della strada. Tale preziosa opportunità è altresì dialettica con la scelta di definire il margine stradale attraverso la costruzione dei edifici sul fronte opposto. Essi entrano in relazione visiva con il manufatto dell'ex Ospedale Psichiatrico ricostruendo nell'insieme un ambito con caratteri edilizi urbani. I padiglioni si pongono a cavallo del dislivello di 1,70 mt che separa la strada dal parco e la loro conformazione architettonica è legata prioritariamente alla loro collocazione. Fondati su una riapertura concezione strutturale (grandi murature che sostengono solai della luce di circa 20 mt, con il corpo superiore aggettante nelle due direzioni longitudinali, verso strada e verso il parco ) essi definiscono canali ottici fra strada e parco, sia fra di loro che al loro interno. Immaginati con grandi ed austeri solidi edilizi in direzione della strada essi sono declinati in maniera differenziata in relazione alle funzioni ospitate: alla chiusura dei prospetti laterali si contrappone la loro apertura verso il parco e, al piano terra verso la strada. Spazi pubblici protetti dai grandi aggetti degli edifici definiscono gli ingressi ai manufatti, mentre gli spazi fra gli stessi sono in relazione diretta con il parco e gli spazi pavimentati che ne costituiscono l'accesso. Da nord il primo edificio occupa il teatro di posa e la scuola di musica, il secondo è l'edificio adibito alla ricerca ed infine si colloca il Centro Giovani nella posizione di maggiore visibilità per coloro che provengono da centro storico. Lo spazio definito da questi ultimi due edifici, pavimentato, introduce ad una piazza delimitata a nord dalla fitta alberatura che è anche l'ingresso principale al parco. A partire dalla stessa matrice strutturale e figurativa gli edifici modulano verso strada la natura e dimensione degli aggetti: il teatro di posa permette la movimentazione protetta delle attrezzature evitando così l'ingresso di automezzi pesanti entro il parco; l'edificio della ricerca trasla la parte inferiore definendo la dimensione dei percorsi pedonali principali lungo via Vittorio Veneto, l'edificio del Centro Giovani ha il basamento vetrato e sarà

percepibile l'andamento del suolo interno come la presenza alle sue spalle del lungo edificio che ospita al piano terra il percorso di organizzazione principale del parco e ai piani superiori spazi per la ricerca e la casa dello studente. Questi padiglioni permettono una grande flessibilità d'uso grazie alle ampie luci strutturali coerenti con il loro carattere pubblico. Da via Vittorio Veneto si accede al parcheggio interrato (circa 370 posti auto) che utilizza per le uscite pedonali anche i percorsi sotterranei presenti a servizio dell'ex ospedale e serve anche la struttura ricettiva prevista nell'ex sanatorio . L'edificio longitudinale che organizza il parco ha una concezione strutturale tale da garantire la massima flessibilità d'uso e nel tempo. Formato da un porticato continuo che sostiene una soletta orizzontale in ca , su di essa poggiano le aule e spazi per la ricerca e lo studio e, al livello sovrastante, i vani della casa dello studente –ostello. Un “edificio ponte” quindi, ove l'occupazione dei livelli superiori con strutture presumibilmente più leggere può essere variabile. I piani superiori godono comunque di un rapporto di vicinanza continuo con le chiome gli alberi e del campo lungo della vista del paesaggio. L'edificio affianca una ampia area verde, leggermente incassata, libera e per il giochi informali all'aperto, delimitata verso il quartiere di Sanpeter da un filare di alberi , e conduce oltre ai manufatti riutilizzati che costituiscono un nucleo ove si troverà la mensa, il centro delle attività ricreative, spazi per concerti e di libero uso. L'edificio a stoà organizzatore del parco conduce poi a delle piccole attrezzature sportive all'aperto, nella posizione più vicina al centro sportivo in territorio sloveno con il quale esse possono essere agevolmente integrate. La parte terminale dell'edificio per ricerca e casa dello studente-ostello raccoglie intorno a se ulteriori manufatti e funzioni: una vasca d'acqua che diventa in inverno pista di pattinaggio, lo spazio per spettacoli all'aperto con un piccolo manufatto di servizio, l'ex inceneritore che potrà ospitare locali di ristoro. Lo spazio per gli spettacoli utilizza quale cavea o piano inclinato per il pubblico una nuova collina, ricavata anche utilizzando parte delle macerie del vecchio ospedale. Essa ha rilevante ruolo nella concezione generale sia in quanto istituzione di una quota che permette un ampio orizzonte che per il ruolo di separazione dall’area del obitorio. Dalla sua sommità , pur nella limitata altezza di una decina di metri ,è possibile traguardare gli elementi salienti del paesaggio che circonda Gorizia, dalle più lontane cime del Canin, del monte Nero, alle più vicine alture del monte Santo, della Castagnavizza , del Castello della città. L’obitorio,di cui si prevede il mantenimento in funzione rimane accessibile autonomamente da un percorso carrabile pubblico al termine di via Toscolano. Le automobili non giungeranno mai in vista dell'edificio prevedendo che esso sia, nel limite del possibile, circondato da uno spazio a prato definito da filari e macchia arborea. La nuova scuola - atelier per l'infanzia viene posta su via Toscolano a servizio della parte di città adiacente. Si ritiene che tale localizzazione sia la più adeguata per il rapporto con la città , per quello con il parco e per la separazione relativa in direzione della casa dello studente. L'ampio manufatto dell'ex sanatorio si ritiene possa ospitare, nel rispetto delle esigenze di salvaguardia, una struttura ricettiva con circa 70 camere. E’ presumibile che tale intervento non coinvolga investitori pubblici data la sua appetibilità sul mercato Si tratta di un hotel di categoria superiore , coerente con la qualità dell’attuale edificio. A livello basamentale, in direzione nord, verrà realizzata una nuova ala per i servizi che così avranno accesso indipendente. Le relazioni urbane e le trasformazioni generali previste nell'area studio Il sistema complessivo delle relazioni si fonda sulla continuità delle aree verdi a costruire un sistema che fa partecipare insieme alle aree verdi dell'ex- ospedale oggetto dell’intervento anche il parco Basaglia (ex ospedale psichiatrico), l'area a ridosso ed oltre il confine di stato e, a nord, con la collina del ex seminario e, visivamente, con il Castello di Gorizia. L'accessibilità continua sarà garantita dalle piste ciclabili - esistenti e nuove- e dai percorsi pedonali, mentre le strade carrabili interne all'area avranno i caratteri propri di strade nel parco, con finitura in ghiaino stabilizzato. In tale strategia complessiva la proposta prevede per piazzale della Casa Rossa la sua parziale conversione in parco, con l'estensione di quello oggi presente in direzione della sede universitaria. Si ritiene infatti che la


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