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Un comparto dalle mille vite

Tra i limiti dettati dalle esportazioni in Russia, lo shortage di materie prime e componentistica, l’incremento dei costi energetici, il 2022, inaspettatamente, si è rivelato un anno da incorniciare per il settore delle tecnologie per la plastica e la gomma. I dati parlano chiaro: un fatturato pari a 4,67 miliardi di euro segna la seconda performance migliore di sempre. A confermarlo è il Centro Studi Mecs. L’incremento rispetto al 2021 è stato del +5% e le previsioni dei preconsuntivi pubblicati a dicembre (pari a 4,5 miliardi) si sono quindi rivelate particolarmente caute.

Ma, alla base di questa crescita c’è anche un universo di argomenti collegati al mondo della plastica e della gomma. Primi fra tutti, il riciclo e le bioplastiche amiche dell’ambiente.

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I dati dell’associazione di categoria Plastics Europe indicano in 5,5 milioni di tonnellate la quantità di plastica riciclata post consumo utilizzata per la produzione di nuovi prodotti o loro parti nel 2021, su un totale di 10 milioni di tonnellate inviate a riciclo. E, sebbene il PET sia sempre uno dei polimeri più facili da riciclare, assumono sempre maggiore interesse i processi di depolimerizzazione, che permettono di rompere le catene polimeriche tornando ai monomeri che le compongono. Si tratta di un processo complesso ma che porta a grandi risultati e si rivela, in certi casi, migliore del riciclo meccanico. Anche in Italia c’è qualche realtà che se ne occupa, ma il percorso è ancora lungo. Altra storia sono le bioplastiche, quei materiali fondamentali per molteplici settori, tra cui quello agricolo, al quale conferiscono notevoli vantaggi sia in termini ambientali che economici. Ne ha discusso Assobioplastiche, in col- laborazione con Umbria Spring - Cluster Umbro Chimica Verde e con gli esperti di settore. Da questo dialogo è emersa l’importanza di parlare più e meglio di simili materiali, di usare i termini giusti e di ricordare che, i prodotti biodegradabili, non possono essere altro: un materiale biodegradabile deve esserlo e basta, non ci sono vie di mezzo o alternative.

Si legge nella nota stampa del VIII rapporto di Intesa Sanpaolo sulla Bioeconomia in Europa che “la pandemia causata dal Covid-19 e lo scoppio del confitto in Ucraina hanno reso ancora più evidente la necessità di ripensare il modello di sviluppo economico in una logica di maggiore attenzione alla sostenibilità e al rispetto ambientale”. Nel 2021, la bioeconomia ha raggiunto 1.500 miliardi di valore della produzione e oltre 7 milioni di occupati nel complesso di Francia, Germania, Italia e Spagna.

La plastica è un mondo ampio e complesso, con molteplici sfaccettature e altrettante opportunità di diventare un comparto non solo in crescita, ma anche responsabile nei confronti dell’ambiente. Un materiale che ha mille vite e che, per questo, deve essere sfruttato al meglio e utilizzato nel modo più corretto. Avere successo anche in questo senso rappresenterà per ogni realtà industriale un’ulteriore opportunità di crescita, non solo per se stessa, ma per l’intero settore. Per ora, l’industria delle materie plastiche e della gomma ha un appuntamento da non perdere a Fiera Milano Rho dal 5 all’8 settembre: PLAST, il salone internazionale dedicato alle tecnologie, ai materiali e alle soluzioni, un evento più che atteso, dopo 5 anni di pausa.

Eva De Vecchis

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