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Macchine per plastica e gomma: un anno da ricordare
gomma rappresentato da Amaplast (Associazione nazionale costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma) ha chiuso l’anno con un fatturato pari a 4,67 miliardi di euro, seconda performance migliore di sempre. L’incremento rispetto al 2021 è stato del +5% e le previsioni dei preconsuntivi pubblicati a dicembre (pari a 4,5 miliardi) si sono quindi rivelate particolarmente caute. Il bilancio della sola compagine associativa è stato persino migliore (+9% il fatturato rispetto al 2021).
Russia, lo shortage di materie prime e componentistica nonché l’incremento dei costi energetici.
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Il successo dell’export
A permettere questo risultato storico all’intero settore è stato soprattutto l’export, che ha registrato un andamento particolarmente positivo sul finire d’anno, con un valore totale tornato sopra la soglia dei 3 miliardi di euro.
Sono ufficiali i dati consuntivi sul 2022 e il quadro che emerge dal Centro Studi Mecs che li ha pubblicati è quello di un anno da incorniciare: infatti, il settore delle tecnologie per la plastica e la
Il risultato è tanto più soddisfacente se rapportato alle numerose difficoltà che il comparto ha dovuto affrontare nel corso dell’anno - peraltro non ancora del tutto superate - tra i limiti alle esportazioni in
Dopo l’ottimo 2021, il mercato interno è rimasto più statico, pur con una variazione positiva dello 0,8% e un fatturato pari a 2,54 miliardi di euro.
Nel dettaglio, l’export dei costruttori italiani – che continua a rappresentare una quota del 70% sulla produzione – risulta in pro- gressione sostenuta verso le tre principali macro-aree di destinazione:
• Europa (sia comunitaria, sia extra UE): +8%;
• Americhe: +12%, grazie soprattutto al quadrante meridionale (+33% nel suo complesso, con picchi soprattutto per il Brasile ma anche, pur con valori assoluti più bassi, per Colombia, Cile e Perù). In ambito USMCA, rallentano leggermente gli Stati Uniti (-3%) ma segna un nuovo forte rimbalzo il Messico (+35%);
• Asia: +9%. Nell’Estremo Oriente (+9% in media) spicca il +24% delle vendite in India mentre arretra la Cina (-7%); in Medio Oriente (+11% nel complesso) fanno da traino Arabia Saudita (+36%) ed Emirati Arabi Uniti (+58%).
Dal continente africano giungono segnali contraddittori e contrari rispetto a quanto registrato nel corso del 2021: l’export in Nordafrica cala del 24% in media e quello verso i mercati sub-sahariani aumenta nella stessa misura.
Quanto alla merceologia dell’export di settore, tra le macchine per la trasformazione primaria si osserva una robusta crescita degli estrusori (+23%) e degli impianti per mono-multifilamenti (+58%), categoria quest’ultima che in particolare nell’ultimo triennio ha registrato una progressione molto sostenuta, partendo dai 74 milioni di euro del 2020 per raggiungere nel 2022 il picco storico di quasi 140 milioni, dopo che nel decennio precedente il range di valore era stato di 30-50 milioni.
Le macchine a iniezione
Piatto invece l’andamento delle macchine a iniezione e decisamente negativo quello delle macchine per soffiaggio (-19%) e delle termoformatrici (-22%).
Quanto al primo trimestre 2023, l’indagine congiunturale svolta tra gli Associati a inizio gennaio ha restituito le seguenti attese:
• +7% gli ordini (rispetto allo stesso periodo 2022). Le prospettive sono positive, con intensità sostanzialmente simile, per quanto riguarda il mercato italiano e quelli esteri;
• +6% il fatturato, un dato ancora ampiamente positivo ma leggermente meno brillante di quella indicata nei trimestri precedenti. Le vendite all’export, nuovamente, dovrebbero dare maggiori soddisfazioni.
Le prospettive
Cosa accadrà quest’anno è ancora incerto, visto il contesto economico e politico in cerca di assestamento. Se da un lato, infatti, è parzialmente migliorata la situazione relativa ai costi energetici e alla disponibilità di materie prime e componentistica, dall’altro continuano a susseguirsi criticità – come la recente crisi degli istituti finanziari – che rendono difficile ogni tentativo di fare previsioni. Un focus sui competitor tedeschi che, in base alle ultime indagini, hanno registrato a consuntivo 2022 un calo di tredici punti de- gli ordini (particolarmente debole il mercato interno) e, al contrario un +10% per le vendite (bene soprattutto quelle all’estero). In questo primo scorcio di 2023, si accentua la forbice tra gli ordini (-40%, con un crollo di quelli domestici) e le vendite (+21% ma in questo caso però la performance migliore è registrata in casa).
Per il settore italiano il 2023 è soprattutto l’anno di PLAST, una delle più importanti fiere al mondo per l’industria delle materie plastiche e della gomma, organizzata da Promaplast srl. La fiera tornerà, dopo 5 anni di assenza, dal 5 al’8 settembre 2023 a Fiera Milano Rho. Le aziende si stanno preparando per mostrare al mondo il meglio del Made in Italy sotto il profilo della progettazione, dei materiali, della sostenibilità e delle tecnologie smart.
Il regolamento imballaggi
Tra le novità di quest’anno c’è l’incontro tra Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e UCIMA (Unione Costruttori Italiani di Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) le quali hanno organizzato, in collaborazione con Confindustria Veneto Est, il convegno “Regolamento imballaggi e impatto per la filiera del packaging”, che ha visto sul palco i protagonisti della filiera del packaging e le istituzioni confrontarsi sulle diverse criticità delle normative del Nuovo Regolamento Imballaggi e sulle diverse strategie messe in atto. Un tema predominante per il settore, sviluppato nel corso di un evento che ha richiamato oltre 150 aziende.
“Noi non siamo contro il cambiamento”, ha dichiarato Riccardo Cavanna, Presidente di Ucima. “Il problema è che questo regolamento sta creando confusione. Noi abbiamo avuto sempre un ruolo da protagonisti nel portare la filiera a raggiungere importanti risultati in termini di circular economy, ma abbiamo biso- gno di un approccio concreto e che valorizzi il percorso intrapreso fin ora. L’obiettivo comune è la salvaguardia del nostro Pianeta”.
“La fattibilità tecnica del nuovo regolamento non è un aspetto da poco e va valutata attentamente”, ha aggiunto Dario Previero, Presidente di Amaplast. “Fare fronte comune tra Associazioni ha lo scopo di poter dar voce alle perplessità delle aziende e poter lavorare per la miglior soluzione possibile”.
Dopo i saluti istituzionali l’evento ha illustrato i punti salienti del Nuovo Regolamento e Confindustria ha presentato le strategie attuate in difesa del settore e di tutta la filiera, affinché la riforma risulti equilibrata e orientata al rafforzamento del sistema-Italia di gestione dei rifiuti di imballaggio, un modello da preservare e difendere.
“Non accettiamo lo spostamento di paradigma del nuovo regolamento europeo dal riciclo al riuso”, ha commentato Marco Ravazzolo (Confindustria – Politiche industriali e per la sostenibilità). “È un approccio non suffragato da dati scientifici. Un esempio: il massivo uso di acqua per permettere il riutilizzo”.
“Non bisogna farsi intimorire da mode ideologiche che criminalizzano la plastica. L’Italia rappresenta un modello per il riciclo, va difeso”, ha aggiunto Luca de Carlo, presidente della Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato.
“In Italia c’è grande attivismo da parte di
Confindustria e del governo per difendere le istanze della filiera italiana del packaging”, ha spiegato Francesca Stevens, segretario generale European (The European Organization for Packaging and the Environment). “Da altri paesi le resistenze sono più morbide, ma serve coesione da parte di tutti perché la strada che si sta percorrendo è rischiosa per molti aspetti”.
In seguito hanno preso la parola gli imprenditori, che insieme a Giflex - Gruppo Imballaggio Flessibile, si sono confrontati sulle criticità delle normative nei rispettivi settori durante una tavola rotonda.
“Credo che questo regolamento non acceleri lo sviluppo, ma bensì lo freni”, ha sostenuto Alberto Palaveri, presidente di Giflex. “Il rischio è ritrovarsi le nostre aziende più povere e i consumatori meno tutelati sotto il profilo della sicurezza”.
“Ci sono prodotti in commercio che già implicano un basso impatto ambientale, basato sul riciclo. È rischioso rimettere in discussione anni di sviluppo”, ha aggiunto Walter Bertin, presidente e CEO di Labomar Spa. “Con la nostra azienda siamo molto attenti a quel che sta succedendo perché le norme del regolamento impattano notevolmente sul modo di fare sviluppo. In questa fase serve più chiarezza e ben vengano questi incontri”, ha concluso Alessandro Lazzarin, presidente di Latteria del Montello (Nonno Nanni), ha messo in luce l’importanza di questo genere di eventi.