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STAMPANTI 4.0 PER LA GESTIONE E LA TRACCIABILITÀ DEI DATI

Domenico Cianferri, Branch Manager SATO Italia

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Sato punta con decisione sul mercato italiano, dove le sue stampanti intelligenti stanno ottenendo ottimi riscontri, anche nel settore alimentare: dalla produzione industriale al packaging, fino alla logistica, alla grande e piccola distribuzione e all’horeca. L’ottimizzazione dei processi, la tracciabilità, la sicurezza e soprattutto la possibilità di acquisire e gestire una mole sempre più imponente di dati sono alcuni dei plus delle soluzioni personalizzate di Sato, che permettono di fare a meno, in molte applicazioni, di sistemi complessi e PC.

La multinazionale giapponese ha sempre giocato d’anticipo nel settore della marcatura. Nel 2003 realizzò la prima stampante basata sulla tecnologia RFID. Negli anni si è specializzata nell’etichettatura, producendo stampanti ad alte prestazioni e offrendo soluzioni combinate hardware/software studiate su misura.

Grazie all’integrazione tra hardware, software e consumabili, Sato è in grado di connettere persone, prodotti e informazioni con il mondo dell’IoT.

Da alcuni anni l’azienda sta potenziando la presenza in Italia, affidata alla regia di Domenico Cianferri, responsabile dal 2019 della branch nel nostro paese, a cui fanno capo anche i mercati di Malta, Grecia, Cipro. Con lui e con il responsabile marketing della filiale, Carlo Bulizza, abbiamo parlato della strategia dell’azienda in Italia e di alcune applicazioni delle sue tecnologie nell’industria alimentare.

Domenico Cianferri, quanto è importante l’Italia nella strategia di Sato?

“Molto, tanto che la casa madre in Giappone ha deciso, alcuni anni fa, di investire di più nella penetrazione del marchio nel nostro paese, assumendo anzitutto la gestione diretta delle vendite, che prima del 2019 era affidata a distributori e società locali. Da allora è stata avviata una strategia di brand awareness, che ha portato nel 2021 all’apertura di una vera e propria branch italiana a Bologna, con l’introduzione di alcune figure tecniche e di un nuovo assetto del customer service. L’anno fiscale terminato ad aprile 2023 è stato focalizzato proprio sull’Italia. L’anno entrante riserverà invece un’attenzione speciale al mercato greco che, insieme a Malta e Cipro, fa parte dell’area seguita dalla filiale italiana. La struttura bolognese, che si aggiunge alla sede storica di Binago in provincia di Como, ospita anche uno show room per le dimostrazioni con i clienti. Bologna si propone come il polo europeo di Sato per il mercato dell’health care, grazie alla creazione di una squadra di specialisti del settore, in grado di operare sia per l’Italia che sul mercato internazionale”.

Questo impegno sul mercato italiano, e in generale mediterraneo, ha già dato dei frutti?

“La crescita dal 2019 è piuttosto veloce e costante, consentendoci di ampliare il personale e la presenza nei paesi che seguiamo. Riteniamo d’altronde fondamentale creare relazioni strette con i clienti, fornendo loro soluzioni prima ancora che prodotti, come ci ricorda l’espressione giapponese Koto-Uri – essere vicino al cliente – che rappresenta uno dei pilastri di Sato”.

La consulenza tecnica entra in gioco solo in fase di post-vendita?

“No, in realtà il nostro supporto avviene già nella fase di studio della soluzione che precede l’installazione. Il primo contatto viene sviluppato dalla figura commerciale, che analizza la situazione e propone la soluzione più adatta. Se questa non fa già parte dal- la nostra gamma, interviene lo specialista tecnico che, in un successivo incontro, studia con il cliente un progetto che arrivi a configurare una soluzione ad hoc. Nostra prerogativa è la netta distinzione fra funzioni commerciali e tecniche: siamo consapevoli che ognuno non può sapere tutto e che è necessario un lavoro di sinergia e di reciproco completamento. La disponibilità di tre risorse esclusivamente tecniche ci consente di mettere in campo competenze preziose e di rispondere velocemente alle domande o alle richieste di chiarimenti da parte degli utilizzatori”.

Cosa distingue sul mercato le vostre stampanti?

“Anzitutto Sato è uno dei primi produttori di stampanti ad aver adottato la tecnologia RFID e offre una vasta gamma di soluzioni basate sulle codifiche UHF (Ultra High Frequency), HF (High Frequency) ed NFC (Near-field Communication). Le nostre stampanti RFID supportano gli standard EPC, ISO, I-Code, Tag-it per l’etichettatura di scatole e cartoni o singoli articoli. Sono dotate di doppia antenna, permettono quindi di gestire tag di diverse dimensioni senza ricorrere a continue calibrazioni manuali. L’RFID consente di gestire con efficienza le informazioni di tutta la filiera: le etichette sono lette e aggiornate automaticamente.

Più in generale, la forza di Sato è quella di considerare la stampante sempre di più come un vero e proprio computer, tanto da poter acquisire e gestire una mole crescente di dati, con il risultato di rendere più automatici ed efficienti i processi, evitando al contempo i costi di installazione e gestione di un PC.

La piattaforma software AEP (Application Enabled Printing), sviluppata da Sato e integrata nelle sue stampanti intelligenti, semplifica le operazioni di impostazione e di preparazione delle etichette, evitando la possibilità di errori umani”.

È vero che le stampanti intelligenti Sato possono contribuire a ridurre lo spreco alimentare?

“Grazie alla piattaforma software AEP, le stampanti intelligenti Sato possono essere inserite nel processo produttivo aziendale memorizzando i dati identificativi degli alimenti, inclusi quelli relativi alla data entro cui devono essere consumati. È quindi possibile stampare automaticamente le etichette dei prodotti in scadenza, mantenendo tutte le informazioni relative al ciclo di trasformazione del prodotto. Inoltre, le etichette linerless e wash&dry di Sato si dissolvono in acqua permettendo di avviare le confezioni verso il riciclo. Si tratta di etichette sensibili alla pressione progettate senza nastro di supporto, quindi prive di materiale da smaltire, se non un piccolo anello centrale alla bobina che Sato stessa si occupa di ritirare e riciclare”.

Dai sistemi print&apply alle rietichettature personalizzate: le tante applicazioni nel food packaging

Nell’ambito dei sistemi print&apply per il confezionamento alimentare, il principale interlocutore di Sato può essere il system integrator, che si occupa di sviluppare il progetto complessivo, oppure direttamente il costruttore del sistema di etichettatura. “Quasi tutti i maggiori costruttori italiani di sistemi stampa e applica scelgono da anni Sato perché considerano le sue soluzioni superiori, in quanto facili da integrare, affidabili e durevoli nel tempo: anche dopo 15 anni è sufficiente sostituire qualche pezzo di ricambio per mantenerne la piena funzionalità”, commenta Carlo Bulizza, responsabile marketing di Sato Italia.

Le stampanti Sato sono molto utilizzate anche nelle applicazioni relative al packaging secondario e persino alla rietichettatura di prodotti già confezionati, da parte per esempio di un importatore, di un supermercato o di una piccola attività in seguito a delle lavorazioni interne, come nel caso di preparati freschi da banco di panetteria e gastronomia, dove le etichette vengono stampate con la semplice pressione su un’icona grafica del prodotto nel touchscreen. “In questo caso l’utilizzatore può essere una piccola azienda alimentare che ha bisogno di una soluzione specifica, consentita dalle grandi potenzialità di personalizzazione delle nostre stampanti. Ad essere interessato è un vasto campo di applicazioni e clienti, che non possiamo seguire esclusivamente con il nostro personale tecnico-commerciale. Ci avvaliamo così di partner fidati, che consideriamo quasi un’estensione del nostro staff e che sono specializzati nelle esigenze delle piccole realtà. Il successo di queste applicazioni sta avendo una certa eco sul mercato e sempre più produttori alimentari ci contattano direttamente per avere una soluzione su misura. Si tratta spesso di produzioni su piccola scala, per esempio 10mila etichette/mese, ma con esigenze molto specifiche, che altri costruttori di stampanti non riescono a soddisfare perché richiederebbero un lavoro di integrazione troppo complesso. La nostra stampante intelligente consente invece di evitare la configurazione di sistemi con PC e altre apparecchiature, che hanno bisogno dell’intervento di un system integrator. In tal modo riusciamo a imprimere una forte spinta verso l’automazione anche nelle piccole realtà tradizionalmente meno propense al cambiamento”.

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