INSEGNAREDUCANDO. N ° 17 - 3/2012

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News 17 012 Marzo 2

Sommario 1. Voti inutili: la valutazione che dis-educa 2. E se il nostro sistema di valutazione fosse...un grande abbaglio? 3. Questo metodo non funziona! 4. Caro prof, il voto me lo do io! 5. Meritocrazia = l’ingiustizia sdoganata 6. Insegnare la metacognizione 7. Scuola accogliente... 8. Scuola competente

Educa

Voti inutili: la valutazione che dis-educa.

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Cari colleghi, fermiamoci a pensare. La scuola passa metà del suo tempo ad organizzare una valutazione “oggettiva”. Numeri, tabelle, grafici, istogrammi, proporzioni, calcoli di peso e medie matematiche. Buona parte delle riunioni tra insegnanti servono a confrontare le valutazioni sugli allievi e il consiglio di classe finale raggiunge tutti i record: ore di contrasti e litigate per stabilire la pagella degli asini a cui facciamo scuola. Da più di un decennio funzioniamo così. Perché così ci hanno detto di fare. Complimenti! Tutto è iniziato quando i dirigenti hanno fatto il corso da manager, istruiti da industriali esperti nel monitorare con efficacia la produzione. Il corpo docente italiano, capacità critica uguale a 0, non ha potuto/saputo far altro che adeguarsi. Poche solitarie voci, subito relegate in qualche angolino, gridavano inascoltate: “Ma, se fosse un grande abbaglio? Se fosse dannosissimo per l’apprendimento questo sistema di valutazione”? Ora, dopo anni di valutazioni e tanti confronti, convegni, ragionamenti e riflessioni in sinergia con chi non ha mai perso di vista l’obiettivo profondo della scuola (educare all’apprendimento), ne siamo certi: abbiamo sprecato tempo a fare danni! Danni grossi, molto grossi se si pensa che in un decennio la scuola viene

attraversata da un’intera generazione di ragazzi. Il controllo sistematico, scandito, puntuale, incasellante della valutazione proposta in massa dalle menti più eccelse, ha impedito in questi anni l’apprendimento dell’abilità analitica di sè, dell’AUTO-STIMA come capacità di estimarsi, valutarsi, comprendere a che punto è il proprio percorso e adguarlo, da soli. Non chiedeteci perché abbiamo deciso di alzare questo polverone proprio ora... uno resiste fino ad un certo punto, poi sbotta! Soprattutto se è un insegnante che continua a provarci e riprovarci, a rappezzare i danni di tanti giudizi e medie matematiche che tranciano i cammini di chi fa fatica, riportando l’apprendimento ad un numero da raggiungere. Chi lavora con gli ultimi della classe sa bene cosa aiuta e cosa confonde: da sempre evita il giudizio, il voto e inventa “altri modi” per dare agli sfigati le scarpe giuste per intraprendere un cammino di apprendimento. Ma questi sparuti insegnanti non bastano! Ci vogliono pedagogisti che motivino e approfondiscano la questione dal punto di vista educativo! Speriamo che, avvicinandosi la Pasqua, risorgano anche loro dalle tombe silenziose in cui sono stati messi a tacere per tanti anni. Sarebbe proprio una bella primavera! LG

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