INSEGNAREDUCANDO . N°23 dicembre 2012

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News 23 e 2012 Dicembr

Sommario 1. L’unica lezione che non dimenticheranno. 2. Adulti in resa, inacapaci di educare. 3. Approcci educativi per non far danni? 4.Quali competenze per insegnare? 5. L’inserto da collezione: Accade a Terranova Piedixterra a Riva di Bra Estate I CARE a Ramini

“Ciò che impariam o a fare lo imparia mo facendolo ”.

15. Azzardo a scuola? Parliamone!

Aristotele

L’unica lezione che non dimenticheranno. i, . ollegh Cari c ews del 2012 n a i l’ultim ro ricco e eccov m u n santi. Un interes ere, e z n ie r e iflett di esp ti per r e. n u p s piccoli icarsi, ripartir no di ricar stro do atale. o n il o Ecc esto N per qu a z n a r s pe ti gnan Gli inse bele p p oA del Gru

S scuol@ crivete a grupp o per ind abele.org ic arci la scu educa ola - comun nte ch it e cono à Andre mo a “ s c ete. viverla gio rno in ” per u prima per po person n terla “ a, racco ntare” a tutti i le della n ttori ews.

Cari colleghi, in questo numero “natalizio” e di chiusura del 2012, vogliamo raccontarvi tre storie vere, ambientate in tre luoghi d’Italia, lontani tra loro; tre esperienze che hanno lo stesso sapore: sanno di terra, di mani, di aria e profumano di stupore, quello degli occhi sgranati dei ragazzi che vedono il mare per la prima volta, che provano a dare forma a un oggetto con la creta, che scoprono e imparano... Queste tre storie sono legate da un filo educativo che ricorda le montagne isolate del Mugello e hanno la stessa voce che si sentiva a Barbiana: quel suono che nasce dall’esperienza condivisa di chi prova, sperimenta e riflette in gruppo, discutendo e cercando un raffronto su testi diversi e collegando molti saperi; quel modo di apprendere che diventa CONOSCENZA con la C maiuscola ...e poi non si può più dimenticare! La prima storia è bellissima e per raccontarvela siamo andati a cercarla in un posto lontano da tutto e da tutti: a Terranova di Pollino, in Lucania. La seconda è piacevolissima e si vive in una sperduta frazione della campagna piemontese, uno di quei luoghi che se non ti accompagna qualcuno non li puoi trovare. La terza è una favola accaduta davvero

quest’estate in una parrocchia toscana che ha trasformato la solita estate ragazzi in un’esperienza affascinante. Ve le regaliamo per Natale perchè offrono una bella speranza a chi opera in scuole stanche, con colleghi disillusi e burocrazie sempre più pesanti da ottemperare. Sono piccoli doni, ma sono genuini, portati avanti da insegnanti che ci credono ancora e non hanno mai smesso di provarci. Dopo anni e anni di messa alla prova, questi tenaci colleghi lavorano ancora per una scuola che accompagna, interessa, sviluppa curiosità, mette in atto la ricerc-azione attiva e partecipata. Con lo stesso entusiasmo della giovinezza, amano don Milani e Danilo Dolci, provano e riprovano a incantare anche chi a scuola non ha mai trovato posto e alla fine ci riescono con risultati sorprendenti. A loro è dedicata questa news, al loro coraggio educativo, alla loro fermezza contro ogni moda o indicazione calata dall’alto da chi non è mai stato in classe coi ragazzi. A questi insegnanti “tosti” e a noi, che li guardiamo per non perdere la strada nel pandemonio scolastico di questi ultimi anni, l’augurio che l’entusiasmo educativo traspaia sempre dagli occhi : è l’unica lezione che i nostri allievi che ci osservano non dimenticheranno. G.L.

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Lo stuzzicadenti

News insegnanti Gruppo Abele

Adulti in resa: incapaci di educare. “Ogni insegnante sa che per mediare i saperi (da saper giocare insieme, al saper leggere, al saper tradurre Cicerone) deve costruire un rapporto con ciascuno dei suoi alunni, motivare, cogliere i segni del disagio, contenere con autorevolezza i conflitti e sostenere le fragilità. Il tutto all'interno di una stanza con 20/30 allievi”.

Questo libro scritto da due psicoterapeuti di Viterbo, presenta un’analisi della realtà giovanile a partire dallo stile educativo messo in atto dagli adulti e propone un format educativo “innovativo”, La Didattica delle emozioni® che rappresenta la pratica scolastica dei principi dell’Intelligenza Emotiva. Questo approccio, sperimentato da anni su vasti campioni di alunni di ogni ordine e grado di scuola, sviluppa negli ragazzi fattori di protezione efficaci per affrontare difficoltà e disagi, condotte devianti e dipendenze. I risultati sono entusiasmanti.

Questo è un libro dogmatico, senza “se” e senza “ma”. Si presenta come un manuale di pedagogia, un format educativo di nuova generazione. In realtà è un testo che analizza lo stato dell’educare e fa riflettere sulla responsabilità del mondo adulto nei confronti delle nuove generazioni. Eccovene alcuni stralci. “Negli ultimi anni si è assistito a un’inesorabile resa del mondo degli adulti alle richieste sempre più eccessive dei bambini di ragazzi, abdicando di fatto a quel potere contrattuale che invece dovrebbe essere costantemente tenuto alto con ogni figlio e con ogni alunno di qualsiasi età. L'educazione non ha a che fare con la democrazia. I piloti di un aereo in volo o il capitano di una nave in mare non si rivolgono i passeggeri sul da farsi; non chiedono, impacciati impauriti, la rotta; non convocano assemblee per decidere insieme la migliore manovra per atterrare e poter uscire indenni da una tempesta. I passeggeri dormono sonni tranquilli quando piloti capitani non chiedono e non tentennano, quando, cioè, comandano o, al massimo comunicano le loro decisioni "non trattabili". Confusi “da un sistema educativo in dimissione, le giovani generazioni tendono a percepirsi imperatori-prodigio(...) A casa comandano loro: in molti nuclei familiari bambini e ragazzini decidono cosa fare, dove andare in vacanza, cose quando mangiare, relegando padri e madri a ruoli subalterni, sudditi obbedienti e impauriti, puntuali a versare ai propri figli somme di denaro piu' simili a provvidenze pensionisti che che alle classiche paghette". (Pag.21)

“Non avendo bisogno di opporsi (contro chi? Per conquistare cosa?), nessun adulto che indichi loro un futuro per il quale valga la pena impegnarsi sacrificarsi e un "premuroso" mercato creato ad arte "tutto intorno a loro" che invita all'eccesso (bevi! Fuma! Divertiti! Fai sesso! Compra! Abbuffati! Vomita! Scommetti! Rischia! Clicca! Quota! Tragga! Manda 100 sms gratis!), i ragazzi percorrono strade obbligate e sempre più anguste, nel tentativo di recuperare una dimensione di presenza e di visibilità… Dentro nicchie sempre più anguste e claustrofobiche, ricolmi di inutili gadget mai appaganti (...) agli adolescenti non rimane che rivendicare il godimento, l'eccesso e la dismisura”. (Mariani e Schiralli, 2011). “Dov'è questo paese dei balocchi? È qui sotto gli occhi di tutti,tutti i giorni e (soprattutto) tutte le notti: si tratta dell'immenso lunapark sapientemente costruito dal mercato ( unica istituzione che pensa ai giovani!) per gestire le generazioni espulse dal mercato come produttori, facendo le rientrare come fruitori. E che fruitori! Comprano auto con i soldi di papà (e relative assicurazioni, bollì, carburante, manutenzione, ecc.), vestiti e accessori sempre alla moda con i soldi della mamma, viaggiano e si divertono ( con Facebook, con le chat, con gli sms inviati da telefonini sempre più complicati e costosi)”col contributo di entrambi. (pag.32)

“Intelligenza emotiva a scuola - Percorso formativo per l’intervento con gli alunni” - di Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli - Erickson 2012

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Lo stuzzicadenti

Approcci educativi... per non far danni. “Fino al term ine dell'adole scenza, il cervello de gli esseri uma ni è plastico e in continua trasformazio n e… Le strutture n eurali dei gio vani sono suscett ibili di camb iamenti in relazione a quanto l'am biente, la cu la scuola e g ltura, li adulti offro n o in termini di ascolto, c ontenimento e opportunit à”.

“Alcuni ricercatori stanno approfondendo la ricaduta degli stili educativi dei genitori sull'organizzazione sul successivo sviluppo dei centri nervosi del cervello dei bambini. Delle prime ricerche sembra che le condotte educative di genitori prevedibili, autorevoli, empatici e sicuri ottimizzino l'integrazione delle reti dei neuroni nel cervello dei loro figli e aumentino la vascolarizzazione, favorendo lo sviluppo di autostima e autonomia nonché una più efficace reazione allo stress e alle frustrazioni. Qualora invece genitori mettano in atto condotte educative superficiali, imprevedibili e troppo permissive, i loro figli saranno più improntate ad attivare il sistema nervoso autonomo parasimpatico. Tale modalità di risposta è caratterizzata da bassi livelli di espressione emozionale, evitamento del contatto, chiusura e ritiro. Quando invece si è in presenza di genitori ansiosi, distanti e disorganizzati, non in grado di offrire dosi regolate di affetto, i bambini tendono ad attivare il sistema nervoso simpatico, mostrandosi di solito iperattivi, con alti livelli di espressione emotiva non modulata, irritabili, dipendenti e con una scarsa capacità riprendersi da una stress.

Queste modalità precoci di risposta gli stili educativi dei genitori tendono a persistere nella prima adolescenza, nell'adolescenza e anche più tardi, se non intervengono fattori correttivi come ad esempio una scuola efficace nell'educare alla gestione delle emozioni. l cervello degli esseri umani termina il completo sviluppo intorno ai 20anni. Fino al termine dell'adolescenza, dunque, è plastico e in continua trasformazione… Le strutture neurali dei giovani rimangano ricettive e sono suscettibili di cambiamenti in relazione a quanto l'ambiente, la cultura, la scuola e gli adulti offrono in termini di ascolto, contenimento e opportunità. Che la neutro biochimica di un giovane cervello dipenda in gran parte da come si pongono genitori, educatori e insegnanti rappresenta un evento di grande responsabilità e di grande speranza per il futuro del genere umano. Nessun carattere preformato, nessuna personalità immodificabile, nessun primato della genetica, nessun alibi dunque... Occorre però lavorare e impegnarsi tutti su questa speranza affinché non si trasformi in una desertificazione emotiva e affettiva sulla quale corrono sempre di più i disagi dei nostri figli”. (Pag. 57)

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Lo stuzzicadenti

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Quali competenze per insegnare Di fronte a noi una classe di ragazzi...col cervello in formazione! Ci viene subito da osservare quanta poca consapevolezza ci sia nell’approccio educativo di alcuni loro genitori. La nostra analisi, però, è fuori luogo e inutile. Piuttosto efficace, invece, è cogliere nell’istante della lezione, la nostra potenzialità e possibilità educativa di insegnanti e aprire la “cassetta degli attrezzi” che teniamo nel cuore dove non c’è solo la conoscenza della materia da insegnare, ma molto di più. Allora, cosa è richiesto ad un insegnante? Quali competenze? “Almeno 10: 1. Conoscere la materia che si insegna (sembra una cosa scontata, ma non sempre lo è); 2. Saper ascoltare gli alunni; 3. Cogliere in tempo il segnale del loro disagio; 4. Sapere sempre cosa si deve fare quando si evidenzia un problema o esplode una crisi; 5. Cogliere i fenomeni emergenti del mondo giovanile (le mode, i modi, dei linguaggi); 6. Avere una certa conoscenza della psicologia dello sviluppo, aggiornandosi spesso sugli ultimi studi; 7. Progettare strategie di intervento adeguate per affrontare i problemi (ci sono molte buone pratiche da adattare alle differenti esigenze); 8. Sperimentare procedure e protocolli di intervento; 9. Verificare sempre quanto si sta facendo; 10 Avere passione, autorevolezza e la capacità di affascinare. Si tratta di competenze poco tecniche e molto attitudinali da affinare e collaudare attraverso confronti, collaborazioni e formazione di un certo livello: una formazione intesa come sperimentazione di progetti educativi condivisi, interessanti, innovativi ed entusiasmanti in quanto finalizzati alla crescita dell'intera comunità scolastica. Non ci si aspetti che una riforma-magari la prossima o la successiva ancora-aggiusti le cose. La disponibilità interna, l'empatia, l'autorevolezza non si attivano a colpi di riforme. Sono qualità preziose che vanno coltivate nel tempo. Con pazienza e caparbietà. Altrimenti, la fatica sarà sempre più insopportabile e qualunque aumento di stipendio sarà sempre troppo esiguo”. (Pag. 40) Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli

“Intelligenza emotiva a scuola - Percorso formativo per l’intervento con gli alunni” - di Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli - Erickson 2012

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L’inserto da collezione

ER E DI SAP ’ A T I S AZZO URIO ARE C E A UN RAG ZA. T I C S U S CEN NAR ONOS INSEG C E R A I L D L E DE VUOL L MAR E N I S AR A TUFF

La perla Prosegue il viaggio alla ricerca dell’ISOLA CHE C’E’. Vi presentiamo 3 PERLE che rappresentano buoni esempi di pedagogia applicata da conoscere, osservare, imitare. Questa volta i protagonisti sono insegnanti con tanti anni di lavoro sul campo o già in pensione, al fianco dei genitori. Tutte e 3 le esperienza hanno in comune il metodo di lavoro:

SUSCITARE APPRENDIMENTO!

Queste 3 esperienze, geograficamente lontane tra loro, La scuola I CARE di Terranova di Pollino, il CAMPO estivo PIEDIxTERRA e la SCUOLA ATTIVA di Ramini mettono in pratica i 10 obiettivi individuati per avere spazio su questa news: 1. sono vere comunità educanti, nelle quali tutti i componenti (insegnanti, genitori, operatori, dirigente, ...) operano in sinergia e benessere; 2. gli spazi, le persone, gli atteggiamenti, i percorsi sono veramente accoglienti; 3. i ragazzi ci stanno volentieri, ma anche gli insegnanti, i genitori ... 4. si impara molto perchè i saperi si “costruiscono” insieme; 5. gli allievi non sono “imbottiti” di saperi, ma si insegna loro a valutare i percorsi fatti per programmare insieme il “da fare”; 6. si apprende dalla diversità, dalla cooperazione, dalla ricerca, dall’ approfondimento; 7. l’esperienza è un valore importante per apprendere; 8. l’orario non detta legge, ma il tempo per maturare un apprendimento, sì. 9. la continuità è reale perchè gli adulti di riferimento “crescono” insieme e condividono davvero; 10. l’esperienza è replicabile in altri contesti.

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L’isola che c’è

La Perla

La passione educativa abita qui.

L’inserto da collezione

La parlata lucana di quattro ragazzini e gli occhi attenti dei loro instancabili maestri, che li stanno ri-appassionando allo studio dopo le ripetute bocciature. Ecco cosa abbiamo trovato a Terranova: lo spirito di don Milani. Terranova di Pollino, Basilicata profonda. Cercatela con Google Earth. Sperduta nel parco dei pini loricati, unici superstiti di un'antica terra unita alla Grecia. Fino a un mese fa era per noi un paese isolato senza alcun interesse. Oggi, no. È un luogo speciale nel nostro cuore. Che cosa e' accaduto? Avevamo ricevuto una segnalazione all'inizio dell'anno scolastico: a Terranova il 25% dei ragazzi della prima media viene bocciato. Uno su 4! Un po' alta la percentuale visto che dovremmo stare sotto il 10% secondo le indicazioni europee! Ma quel 25% chi è? È facile parlare di numeri... Queste cifre astratte... sono ragazzini della scuola dell’obbligo! Qualcuno di loro, bocciato anche due volte, a scuola non voleva più metterci piede. Un disastro professionale, insomma, la sconfitta degli insegnanti! Se la scuola di Terranova fosse stata un'azienda, i signori insegnanti avrebbero ricevuto la lettera di licenziamento, perché non è' tollerata una tale percentuale di scarto nel mondo produttivo. Chi ci segnalava l'accaduto era una coppia in pensione: lei un’ insegnante con l’entusiasmo dei principianti, lui da sempre un punto di riferimento nel paese. Come rimanere indifferenti? Abbiamo deciso di andare a vedere cosa accadeva...

rato incont o m ia e abb . no tiva ch sconosciute a c u d e ricorda o s s e à t n e li p a io s s n s e io a s p inarie profes are la te straord ccont lla loro e a z e r n n portan a ie e r im o h e t c p o a s i, n ic s e g entro è ded raggio on MIlani. n impe inserto per l’Italia, d no adulti co r noi u id e o t d p s o e è u iv o t s là Q za qua e tano avanti spirito educa a conoscen r r t o s lo arvi. f p o v o le he alla liam c g le r o o r v a t lo r e o Co rle e p un regalo ch ste pe e e u q e luc in e r e t Met

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L’isola che c’è

La perla

Barbiana oggi... a Terranova di Pollino.

L’inserto da collezione

Difficile da raccontare. Bisogna vedere di persona. Questo paesino lucano che appare nella nebbia, dopo km percorsi tra le montagne poco abitate del Pollino... Su per le sue stradine e scalette fino alla piazzetta superiore, in una stanzina chiamata I CARE, ogni giorno si ritrovano per imparare e recuperare il tempo perso 4 ragazzini bocciati e pluribocciati dalla scuola media, perchè a quella scuola non ci sono più voluti andare. Piera e Pinuccio ci accolgono con l’entusiasmo che traspare dagli occhi. Quando ci avevano scritto di andarli a trovare, non pensavano che l’avremmo fatto davvero. Invece eccoci qui, pronti ad imparare da questi due instancabili Insegnanti come non arrendersi alle difficoltà e mettercela tutta per restituire il desiderio d’apprendere a chi l’ha perso... a scuola. L’idea di questa scuolina I CARE in Basilicata nasce nell’estate, dopo le pagelle di giugno: Pasquale, bocciato e ribocciato nella seconda media, va a vedere i tabelloni esposti e legge: respinto! Di nuovo, per la terza volta dovrebbe frequantare la stessa classe! Lui, 15 anni, alto un metro e ottanta, condannato a sedersi nei banchi coi i compagni dodicenni!!! Dice alla mamma che a scuola non ci metterà mai più piede. La madre non sa che fare, di certo non potrà trascinarlo al guinzaglio in classe, visto che suo figlio è ben più grosso di lei. Non le resta che rivolgersi alla sua maestra ormai in pensione, la Maestra Piera di Ca’ del Conte, quella tenace insegnante che negli anni ‘70 era venuta a vivere qui dal nord e che aveva fatto scuola a lei e a tanti somarelli come suo figlio, con una tale passione che ancora oggi tutti se lo ricordano. Va a trovarla e le chiede aiuto. Piera, quasi settantenne ma giovanissima nell’anima e negli occhi, l’ascolta con attenzione e le propone di incontrare Pasquale per capire che cosa non va. Così scopre l’inghippo: questo ragazzone pluribocciato non sa nè leggere nè scrivere! Non è dislessia, no. E’ inadempienza. Otto anni di scuola senza nessuno che si fermasse accanto a lui a rivedere le basi della lettoscrittura!

Ma che S cuo Program mazioni ra la abbiamo crea to? ffin europee , valutazio ate secondo co mpetenz ni effettu precision e ate con e scientifi la massim ca e poi? registri: “ a Scriviamo non sa fa r qu su diari e Ma la scu ola non se esto, non sa far q ue rve propri o per imp llo...” fare ciò c arare a he non si sa???

I CARE, mi interessa. Il contrario di “Ho il programma da svolgere”. ria? parla a tinua la sto animo, ne ll’ e n a h Come con l’ uccio di l’I CARE ce o don Pin ic it m il Piera, che , to ere cosa , suo mari uola a ved sc lla Giuseppe a o . “Andiam Terranova occiati, in . uale altri b sq a succede” P re lt bello: o 5%! Ed ecco il i. 4 su 16, il 2 ia d e m oi ragazzin a m pri , si parla c ri o no e poi ri it n n a e l’ g i re a te a e rl p a ri i p i S loro re d caduto al uole rischia , come ac Nessuno v no to a in d n sp a re m nuovo non li la o u sc trovarsi di a o ri don a o. I genito side e chie re p l a compagn ra e no una lett uirli. più. Scrivo g se i d e iventa la p p se centro d in Piera e Giu ta ta zina affit Una stan parte. voglia di CARE e si pista con la in i . rs scuolina I e tt e hanno più ttivo: Rim gazzi non ra i Unico obie e h c lla re, que apprende

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C’è posta per ...

Nella scuola dell’obbligo si boccia ancora??? Sembra una storia di altri tempi. Invece, nel 2012, ci sono ragazzi normali costretti a ripetere per tre volte la stessa classe nella scuola dell’obbligo. Accade sempre più spesso. Qualcosa ha legittimato la boccciatura. Un tempo l’insegnante che bocciava era ritenuto un incapace. Oggi no, viva la selezione e il raggiungimento dei programmi. Risultato? La dispersione è in aumento! Ci piace condividere il pensiero di un caro amico che si adopera, come Piera e Giuseppe, per restituire SCUOLA = OPPORTUNITA’ a chi è stato respinto: “Cosa farei io? - dice Guido T. - Semplice! Decurterei lo stipendio degli insgnanti che bocciano! Se bocci, è perchè non ce l’hai fatta. Quindi stipendio dimezzato. Se un malato va dal medico e gli dice <Ho tanto male, non ce la faccio più!> cosa fa il medico? Lo ammazza? Perchè allora nella scuola “uccidiamo” chi si presenta debole e non ce la fa ad imparare? E’ proprio a chi è più carente che gli insegnanti devono FARE SCUOLA!” “ Tua figlia non ha le basi”. Ecco l’unica motivazione data a voce ai genitori di una ragazzina di prima media al termine dell’anno scolastico, prima di consegnare il verdetto: non ammessa alla classe successiva. Hanno anche “condannato” un ragazzone simpatico, alto un metro e ottanta , a ripetere per la terza volta la classe seconda. Intanto lui è cresciuto, nel mondo dei grandi è capace di condurre quasi da solo l’azienda agricola dei genitori. Non saprà scrivere l’acca con il verbo avere, ma, bocciandolo , per il terzo anno sentirà ripetere le stesse cose sino alla noia. Le cose della scuola gli sembrano puerili e lontane dalla sua vita. Ormai è stato respinto, buttato fuori dalla scuola. Questa volta i genitori, soprattutto le mamme , non ci stanno

e non hanno gettato la spugna, come, invece, hanno fatto le docenti, che hanno rinunciato al recupero delle alunne. Due famiglie hanno scritto al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale di Potenza. Nelle lettere già pervenute all’Ufficio, i genitori hanno ribattuto: “ Dopo cinque anni giudicare nostra figlia senza basi significa accusare gli insegnanti della scuola primaria di aver sbagliato tutto. O hanno sbagliato prima o sbagliano adesso”. Infatti nelle pagelle della scuola primaria, inviate al Direttore, il giudizio é che ” il livello di apprendimento è stato più che sufficiente.” Visto che “la cura della bocciatura “ è fallita, i genitori sono molto preoccupati e lo hanno scritto: “ Certamente in noi è venuta meno la fiducia nella Scuola Pubblica di Terranova di Pollino. Ci sembra strano

che per recuperare alunni senza basi si ricorra alla bocciatura. Per evitare che nostra figlia ripeta inutilmente l’anno (facendo la fine dei due compagni respinti per la seconda volta) forse saremo costretti a ritirarla dalla scuola pubblica”. Nel frattempo le due alunne respinte frequentano un centro di scuola alternativa e gratuita per il recupero, con la speranza di sostenere a settembre un esame di ammissione alla seconda classe.

Quando nella scuola dell’obbligo si perde qualcuno, la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati.

ai i ritirati d ro ragazz tt a u q n co vventura ci sta questa a i, re ic b m m trovarci e a e a tt se to u “Cari 7 n 1 e iniziato il ni é già v enze, idee. a. abbiamo a Cantisa la Pubblic c o lu u n c S , esperi ia G lla . a materiale nsigli .. o o r c d genitori d i li. n d a d o n n per pote ma sciate so bisog motivati non ci la nche voi e a e Abbiamo i ti c a re e c ti it ri n u a se c o. Seg a. Fatevi voi ci ha cessaria, per seguend graditissim di Barbiana con e n é a za m n , se La pre faticosa minario e za S a. n l e e b ri d e nza esp izia su it L'esperie re questa o l'ingiust della scuola. a tr u n n o ti c n i o c e i ragazz stazione iniziare e iuseppe. le famiglie mo messo nell'inte n o c re Piera e G a ia b lott b a lo CARE Il motto I tti!” ccio a tu ra Un abb

Don Milani - Lettera a una professoressa

Chi vuole mettersi in contatto o sostenere il loro lavoro di Piera Gornati e Giuseppe Carbone, può scrivere a SCUOLA “DON MILANI”: anijosef@libero.it

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L’isola chea c’è lettera una professoressa

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I ragazzi di terranova ci scrivono che... Cosa accade ad un allievo bocciato? Ci sono adulti convinti che la bocciatura faccia riflettere e altri che dicono il contrario. Abbiamo deciso di chiederlo direttamente agli interessati. Ecco le espressioni dei ragazzi, senza alcuna mediazione.

L’inserto da collezione

Quando hai capito che saresti stato bocciato? Cosa hai pensato? Cosa hai avuto voglia di fare? “Ho avuto voglia di spaccare la faccia alla professoressa e ho deciso di non andare più a scuola. La scuola DON MILANI non é la stessa cosa della scuola pubblica. Qui studio perche voglio prendere la licenza media”. (Vincenzo) “Io lo sapevo già che mi avrebbero bocciata perché la prof me lo faceva capire. Ero rassegnata. Ora mi é ritornata la voglia di studiare e conoscere cose nuove”. (Francesca) “Anch'io lo sapevo, la prof coccolava le altre e trascurava me. Nella scuola I CARE si sta una meraviglia perché andiamo avanti tutti insieme senza lasciare nessuno indietro”. (Maddalena) “Da Natale mi avevano puntato e sapevo della bocciatura. Volevo stare a casa. Ora mi trovo bene perché studiamo insieme. Incomincio a leggere e scrivere”. (Pasquale)

Cara Prof, forse ho voglia di scrivere! Sono tre mesi che i ragazzini frequentano la scuolina I CARE e per otto ore al giorno stanno insieme, imparano e si confrontando. E’ così che hanno iniziato ad appassionarsi a molte cose e hanno scoperto la voglia di scrivere! Ecco Maddalena, 12 anni, che ci regala un suo testo poetico, redatto spontaneamente. Parla dell’autunno che lei vede nel suo paesino, tra i boschi di castagne, dove ancora ci si scalda con la legna... e pensare che fino a pochi mesi fa proprio lei cercava tutte le scuse per non andare a scuola. Non so a chi di voi lettori è capitato, ma vedere un allievo solitamente “passivo”, risorgere, prendere carta e penna ed esprimersi, è una gioia grandissima. Cari Piera e Giuseppe, bravi! Obiettivo raggiunto!

vento che O. . Soffia il io ig r AUTUNN g é elo rrivato giorni il ci perché è a te a r In questi lo co lie o, verde, iare le fog ti di giall in ip d fa voltegg o n i so nno cam. Gli alber piante ha le e l’autunno tt u T di ne. profuma e arancio . Il bosco ia g marrone a m er de come re, come p pioggia ca a L biato colo i. h g n li uccelli he e di fu a terra. G e li g foglie secc fo , le a ando cibo da e bagn non trov i, in una rugia d n o io r ro gusc . i, come le sano nel lo o ip insettivor r e h g ru tto le pie. Le tarta del sole so o n r emigrano o it r leil anno in aspettano nimali v a i I serpenti n u lc A umulare o terra. o per acc lt o m tre o sott o n gia o. ima man dal fredd targo; pr si meglio er d en scoppietif e d sì rroste ch a ld grasso e co ca i si d ore ’autunno sente l’od he sere d g n A casa si lu le sì ne vicino fuoco. Co do castag n ia tano sul g n a e si fa il allegria m demmia en v passano in si e r ob l’olio, si re. In Ott produrre er p al focola a v li l’o buono per accoglie ni seme è g O vino. Si r i. tt u rare tutto o tutti i fr per procu o lt raccolgon o m a r . Si taglia ta. Si lavo tto l’anno tu e la provvis o n a er v trasporta rio per l’in ttore, si a il necessa tr l L su zzino. e si carica nel maga a st la legna, ta a cc a vicino al arica e si mi metto Io e. casa, si sc h g n lu n ghiro in otti sono o come u m r o sere e le n d e te o le coper fuoco sott 9 letargo.


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La bussola...

Quanto abbiamo ancora da imparare! Accade che, durante le formazioni più interessanti sul SENSO dell’educare, tra i partecipanti ci siano alcuni Dirigenti Scolastici in quiescenza. Restiamo piacevolmente meravigliati dalla loro presenza e ci mettiamo in ascolto di tanta esperienza e determinazione nel continuare a credere in una SCUOLA EDUCATIVA capace di accompagnare veramente i ragazzi nell’apprendimento. Questi Dirigenti hanno ben chiaro qual’è il vero scopo dell’istituzione scolastica. Non si lasciano ingannare da mode e convenienze economiche. Per loro l’obiettivo è uno soltanto: il bene dei ragazzi.

Guido ha 73 anni, ma continua a partecipare ai convegni sulla dispersione scolastica. La sua esperienza quarantennale nella Scuola, attenta agli “ultimi della classe”, ci aiuta a ri-orientare la bussola che oggi molti insegnanti hanno perso! Sono Guido Piraccini, Dirigente Scolastico di un’istituzione scolastica di Torino, in quiescenza dal settembre 2007. Nel mondo della scuola ho trascorso una dozzina d’anni come docente di scuola media e di scuola elementare e 28 come DS. Oggi ho 73 anni e cerco di rimanere informato sulla vita scolastica e di dare una mano quando necessario. Partecipando a convegni e seminari sulla scuola sono venuto a conoscenza del caso clamoroso della Scuola Secondaria di 1° grado di Terranova di Pollino, dove quest’anno in classe prima hanno respinto 4 alunni sui 16. Nel mondo della scuola, nel corso di tanti anni, ho visto molte criticità, ma questa mi ha fatto inorridire per una serie di motivi, che vorrei esporre sinteticamente. Innanzi tutto perché proprio il Ministero dell’Istruzione ha assunto da tempo iniziative di contrasto a tutto ciò che innesca le varie forme di dispersione scolastica, sulle quali i Dirigenti Scolastici sono tenuti, ripeto tenuti, ad esercitare azioni di controllo e di contrasto. Nel caso specifico,mi sono chiesto, quali azioni sono state esercitate? Probabilmente gli aspetti formali delle decisioni sono stati rispettati. E quelli sostanziali? In una classe di 16 alunni, nel corso dell’ ultimo anno scolastico (e degli anni scolastici precedenti) quali pratiche educative e didattiche sono state poste in essere

per consentire a tutti gli alunni di sviluppare gli apprendimenti conformi alle loro potenzialità personali? In carenza, quali sollecitazioni culturali sono state effettuate dal Capo d’Istituto nei confronti dei docenti? La legge istitutiva della scuola media parla chiaro: i docenti di tale ordine di scuola hanno il dovere di “prendere per mano” ogni alunno e partire con lui dai suoi livelli di apprendimento reali. Non esistono astratte “basi” codificate, tanto più che l’istituzione ministeriale di un “primo ciclo”, che parte dalla prima elementare e arriva alla terza media, sancisce anche formalmente quanto la legge istitutiva della scuola media stabiliva in termini pedagogici. Il secondo motivo che mi ha indotto ad amare considerazioni è che tale scempio dell’impegno educativo e didattico che dovrebbe caratterizzare il corpo docente, della psicologia dell’età evolutiva e del rispetto umano sia avvenuto in una scuola della Regione Basilicata. Come tutti sanno, la Basilicata è una regione che fa registrare da qualche anno una crescita positiva di quasi tutti gli indici con i quali si misura la qualità del sistema scolastico. Da ricordare l’eccellenza dei suoi alunni in campo matematico, che collocano la regione al primo posto tra le regioni italiane! I dati raccolti da “Save the Children” nella sua recente pubblicazionesulla dispersione registrano una posizione della Basilicata di tutto rispetto. (Continua da pag.9 )

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Dirigenti in quiescenza: una grande risorsa

(Continua da pag.8 ) Anche i dati raccolti da “Tuttoscuola” rilevano un avanzamento del sistema scolastico regionale in molti campi, e giustamente nel sito dell’USR Basilicata il suo Direttore Generale, dott. Inglese, li riferisce con orgoglio. Proprio per questi motivi vorrei conoscere le azioni intraprese dal Direttore Regionale dopo che la notizia clamorosa delle bocciature a Terranova del Pollino gli è stata rappresentata, tanto più che il fattaccio ha avuto luogo in una scuola media, cioè in un ordine di scuola che nel suo insieme ha fatto perdere alcuni punti al sistema scolastico della Basilicata, dove il costo complessivo dei libri di testo adottati dai docentidelle scuole medie ha sopravanzato il tetto indicato dal Ministero (59% in più), dove l’età media dei docenti di tale ordine di scuola è superiore agli indici nazionali, già di per sé molto alti… Mi fermo qui, per ricordare a tutti gli interessati che, guarda caso, proprio l’anno scolastico che a Terranova si è chiuso in modo così vergognoso, era stato aperto dal Ministro con un Atto d’Indirizzo, trasmesso alle scuole in data 8 settembre 2011, con nota prot. 10227, in cui

veniva sottolineata la necessità di: “proseguire le azioni di contrasto della dispersione scolastica” e di “continuare a favorire il passaggio da un modello di scuola che opera per progetti ad una scuola che introduce l'innovazione nella pratica educativa, sia attraverso l'impiego delle nuove tecnologie, sia con i nuovi insegnamenti trasversali riconducendo le attività aggiuntive nell'ambito dell'attività didattica quotidiana”. Certamente non esistono oggi le condizioni per un rientro degli alunni bocciati in un contesto scolastico che ha agito nei loro confronti in termini così riprovevoli, reiterando addirittura per alcuni di loro vere e proprie persecuzioni pluriennali. Mi auguro che la società civile locale, Sindaco in testa, sappia sostenere chi si è assunto il compito di realizzare in un altro contesto quanto è necessario per quei minori. Non solo, mi auguro che questo sostegno venga anche dall’USR, in quanto l’iniziativa di tutela di quegli alunni, anche se si realizza in un contesto esterno, mi risulta impegnata proprio nella realizzazione di quanto espresso dal Ministro dell’Istruzione nel citato Atto di Indirizzo.

Ci lamentiamo dell’ignoranza e della saccenza, della pigrizia e dell’opportunismo, della superficialità e della menzogna... Eppure non facciamo nulla perchè questi atteggiamenti si modifichino. Quando abbiamo di fronte un ragazzino, eccoci pronti a predicare “ Non fare così, non fare cosà” ...ma non è così che si educa! E’ponendo attenzione al quotidiano e ragionandolo insieme che i ragazzi troveranno la strada migliore e noi adulti il coraggio di correggere i nostri errori. 11


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Con i PIEDI x TERRA

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Maria Teresa ha fatto una carriera al contrario: da insegnante elementare a insegnante dell’infanzia: perchè? Accompagnare i bambini nell’apprendimento richiede tempo, calma, osservazione, pazienza... Sono loro che scoprono e noi adulti che abbiamo la gioia di accompagnarli in questo processo. Nessun programma fisso. La vita regala le occasioni migliori per apprendere. Tutto nasce sette anni fa quando viene donato un cascinale in stato di abbandono per scopi sociali a Un gruppo di amici con un grande un sogno: creare un luogo dove sperimentare una vita genuina, con i PIEDI X TERRA, nel ritorno al rispetto della natura e dove mettere in atto pratiche di vita molto semplici, “allenandosi sulle strade della consapevolezza”. Per fare questo, gli amici si rimboccano le maniche e iniziano la sistemazione dello stabile, fondando l’associazione PIEDI X TERRA. Poi iniziano ad organizzare campi esperienziali, convinti che solo l'agire concreto permetta a ogni persona di acquisire consapevolezza e possibilità di esprimersi con più compiutezza mettendo in luce risorse da sviluppare e limiti da riconoscere, accettare e superare. E’ proprio il CAMPO ESTIVO in CASCINA l'esperienza più coinvolgente che meglio rappresenta le finalità dell'associazione. Nel 2006 comincia quasi per scherzo, come momento di vacanza per le famiglie del gruppo e allargato qualche amico dei figli. E’ un successo! Grazie a un grande staff di adulti responsabili che credono nell'educare, i ragazzi che partecipano al campo possono sperimentarsi nell'agricoltura, nell'allevamento degli animali, nel fare insieme dei piccoli e grandi lavoretti necessari alla cascina, possono cucinare, apparecchiare sparecchiare, riassettare, costruire, abbellire, occuparsi del bene di tutti e tutti insieme. E così facendo, crescono e imparano tante cose: il ciclo alimentare, dalla terra alla tavola, la potenzialità del cibo genuino, il prendersi cura degli animali, la cooperazione, il senso della vita; imparano che non si può fare tutto da soli, che è bello accettare l'aiuto degli altri e insieme si sta meglio. Ora l’associazione ha prenotazioni già a partire dall'anno precedente e ha superato la quota dei 40 bambini partecipanti.

no gioe bimbi stan u D . io g ig er m o le E' venerdì po avvicino e ved i M o. at pr el en attina escando a pallon ntinate. La m pu te en am n ra egli anigambette st endeva cura d pr si e ch o pp ua al sendo nel gru nante ad acq eg pr im l' o at d in buona armali avevano ove convivono d , to et h g la el necessario recinto d Dico loro che è e. ll re pe pa e li e ben monia conig pelle va sempr la e, n li io ch ac m inpulire bene le asciano a mal L e. z an st so i mil gare, con lo ripulita da si inciano a sfre m co e e on ll ioline. cuore il pa ua, le macch cq 'a d to vu be gstrofinaccio im cato e loro mi ra ec st lo e ir n fi ri per ro di pulizia è Mi allontano vedere se il lavo i rm fa r pe o di li rigiungon on lo è e quin n o pp ro rt u P o più sufficiente. ergia e in mod en ù pi n co e ar lte. mando a freg a per ben tre vo en sc sa es st te la completamirato. Si ripe n le gambette co o n ta en es tornare finchè si pr nto do l'ok per pu to es u q A tti . mente deterse nano soddisfa ta n lo al i S e. llon ce l'abbiamo a giocare a pa ro:- hai visto, lt l'a al e ic d o n tro di rimentre u mollare – e l'al ai m a n g so e ce fatta, non bi tutta l'energia so es m o am bi ab del mando:– si c' ardarmi, fieri u g a o an lt vo a – si l'abbiamo fatt loro operato.

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Imparare facendo... in cascina Non ci sono bambini iperattivi! Ci siamo noi adulti con le nostre difficoltà a gestire la loro energia” di Maria Teresa Casavecchia

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SABATO 11 AGOSTO 2012 (h. 5,43) Pensavo di aver bisogno di dormire tre giorni, per riprendere le forze dopo il Campo Estivo di Piedi x Terra. Se torno col pensieo ai preparativi, rivedo la solita “crisi” più o meno profonda, dovuta alla lotta interiore tra l'impegno per il Campo con annessa sistemazione della cascina, e il godermi le vacanze da insegnante dedicando il tempo a me stessa, alla mia famiglia, alla mia casa almeno una volta ogni qualche anno. Poi, come ogni fine Campo la soddisfazione per il lavoro compiuto, la gioia di veder realizzato in piccola scala il sogno che abbiamo intrapreso insieme ben nove anni fa, la serenità dei bambini e di chi ha dedicato a questa esperienza tutto o parte del suo tempo, insieme all'apprezzamento manifestato dai genitori durante il percorso e ancor più la sera della festa di chiusura, confermano che la strada tracciata e collaudata in questi sette anni, ha i numeri per poter diventare un'esperienza vincente. E questo, creativamente parlando moltiplica veramente le energie, tanto che, azzardo il pensiero, si potrebbe pensare per i prossimi anni di aprire il Campo per tutto il periodo delle vacanze estive. Tra i tanti spunti di riflessione.... “pedagogica” mi soffermerei su due episodi, in grado a mio parere di dare un senso all'esperienza.

“Come ri spondon o dipende essenzialm i ragazzi, dalle esp e nte da n eri oi, dal nostro enze che propon iamo, atteggia da ciò in mento in cui credia teriore mo e da l modo d , tempo e i dar loro attenzion e”. M.T. Ca savecch ia

Cosa pensano i ragazzi con i piedi x terra? “Ad Agosto sono andato alla cascina Piedi X Terra per 2 settimane. Là ho fatto dei lavori che a casa mia non si fanno mai. Per esempio: -ho dato da mangiare agli animali -ho innaffiato le piante -ho lavato i piatti Alla fine di lavorare si faceva l’intervallo. Dopo di mangiare o facevamo i compiti o facevamo una passeggiata. Alla fine delle 2 settimane abbiamo fatto una bellissima festa dove abbiamo mangiato alcuni prodotti della cascina. Questa esperienza è stata spettacolare. Io adesso continuo a frequentare la cascina perché è diventato un posto importante per me”. Matteo

. li dell'estate rni più bel io g e tutte i ri ti a to st gli anima n uesti sono q co e e i m ic er “P i miei am ertito con Mi sono div cucina per o. andato in che ho fatt o à n it so iv ì tt ed a le angiato se: il lun ori. Dopo m cose diver o od rn om io p g i i n to Og rato con prepara e chiacchie pasto e ho to el ca d io ra g o cu h la uindi non c'ero. po libero q na, ma io m ig te v il in o ti ev av animali: o anda cura degli artedì son m so i, re p ic o m n a so gli ppo mi nzo ho spa col mio gru Dopo pra ì i. d n le ca co i e er e m M , anatr Giovedì ore, conigli po libero. ec m p te o, ll il a ti o v a ca allen poi avev ì ci siamo e scopato, e il venerd te recchiato n ie iedi per b p m a di calcio cura dell'a a so it re rt p a o p n so ciolo e la eo del noc per il torn salvia. Io smarino e rba. ro 'e ll o, su m ti a : rr te a che però e squadre mia sorell divisi in tr a o er m c' a e v m ra E sieme a smarino, in ero nel ro Gerald ra”. lvia. Piedi x Ter era nella sa n co i z z a state rag Questa è l'e

Chi fosse interessato a conoscere meglio l’iniziativa visiti il blog: http://piedixterrabra.blogspot.it/ Chi desidera mettersi in contatto con Maria Teresa Casavecchia per saperne di più, può scrivere a: mtcasavecchia@libero.it

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5 scatti per raccontare ... Una comunitĂ educante per imparare davvero

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Estate ragazzi I CARE Pistoia. Poteva essere un’esperienza estiva come un’altra, di quelle che nascono ovunque, dove i ragazzi “passano il tempo” in compagnia. Invece no. A partire da una lettera collettiva scritta dai bambini al loro Parroco e alla Comunità, viene coinvolta la scuola e poi il centro documentazione Don Milani e i genitori. Nasce un’esperienza interessantissima di scuola attiva estiva che ora è raccontata da una mostra curata dall’architetto Isralel Abifarin Oduola.

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“Restituire la voce e la cultura ai bambini nel segno di don Lorenzo” Questa esperienza straordinaria è iniziata l'11 giugno presso la canonica della chiesa di Ramini e si è protratta per quasi tutta l'estate grazie ad alcuni generosi volontari. È stata una vera e propria SCUOLA ATTIVA con moltissime attività culturali ed educative condotte con metodo cooperativo: incontri con artigiani, esperti di mestieri, artisti, le proiezioni di video, le visite guidate a luoghi significativi, gli esercizi di creatività linguistica e artistica, la propedeutica allo studio. Tutto il laboratorio di scuola attiva ha dimostrato che il desiderio del sapere può e deve rappresentare un ideale alto per i nostri bambini Si è cercato di ricostruire l'unità del sapere, ponendo sullo stesso piano quello teorico, quello manuale, quello artistico, con la costante attenzione alla globalità dell'educazione del bambino. Hanno partecipato circa 45 bambini (con una crescita continua di adesioni). L'iniziativa ha avuto origine dalla catechesi di un gruppo di bambini del pre-cresima conclusosi con la toccante lettera collettiva a don Massimo e alla comunità e con la visita a Barbiana. In collaborazione con testa, a l o s r l'istituzione scolastica, si è cercato quindi di fare un’anacine di e vrai pe d a e o h d c n o lisi della situazione scolastica e sociale dei bambini e si "Qua dietro p n premio" , o i a è colta l'esigenza di una risposta concreta sul territorio, s r o pe ome u 'h c l o e i che ha incontrato subito l'adesione dei genitori. D m i o c trovera i Infatti crediamo che una scuola attiva sia possibile solo reature, dia Ner c a N a se è anche una scuola comunitaria, che è comunità e ttera ilani, Le M che produce comunità nel territorio. o z n re Don Lo cchie Ora, quest’esperienza è ben illustrata in una Mostra che alle Parro d ta a z liz rea Mauro Matteucci ci descrive: i - che, Lorenzo” nzo Milan n o re d o i L d n o o resse gn od esso e inte ro. bini nel se ione e di progett c m c a su b i le a o la cultura o di documentaz de Maest già notev del gran tr la voce e contrato a n e ri in e ir o a C tu l m ne solih ti , o e s c e ro m icofa zione nella e e l'azio stra “R V i n o ra i in o io d M b b ss e a e m i ll lla fl a e in o ri N la am rib in c mpo la rofondire ira da te hiese di R gio costruttivo pe i-Bonelle p p c in is p s' m a lle a r e le R e n i a p ti d n g à attiva l qu i allestime sentare un messa lle nostre comunit lla scuola orenzo, a m a L ri n p re i o a d n ip i o c d c e de attenpre io e nel part e, partendo dall' iniziative ne di rap messagg l re e ri d e d o a c ll' ti h per- si propo io nella mostra le o ne a, c uten rizzarne la az milanian ntusiasm lo irito più a a e l'e sp v n o io e ri llo z p e e le Hanno sp n ro i, arn erienza ella a. P o gli ultim ce, a form significativa esp ttualità d vangelic o e a v a a z ri ro n a lo re in dale vers oe are ale alle ord ma erca di c ente a d osta glob piccola, della stra m e sp a ri te n st n io a e a z n u st u q nostra ric ra gonisti co ost insieme a rto a tutti, per dare o i bambini prota riore dim bini, mirò ra m st a o b i m r e n e è un'ulte a p hanno ap . L eda all'amore evolezza oloro che oro futuro regazione, che v p c v i sa la tt i n tu d o c o zione e d re e grafica ors zia gg a costruir oghi di a mo ringra della realizzazione di un perc lu ia , o ri d rn o n it te te rr sonalità, in In ll' i te crescita. si pone a la, autore stituire su concreta ucative e per rico operativo alla loro rael Abifarin Oduo atteucci ed o co Mauro M etto Is d e it o i h n m rc la in esigenze a l'a i ip zo Milani lare ianc lti partec on Loren assimo B in partico d M e o n tt te o e n D e gli adu g e ro to attivam ne e di p collabora mentazio u c o d i . d stra e Centro della mo -Ramini lle e n o B i àd Comunit 15


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Il binocolo

Azzardo a scuola? Parliamone! Il 10% tra i dei rag una 12 e i 17 azzi com e i 50cifra che anni sp presi e vin euro al moscilla tr ende supe ci, scom ese in ga i 30 di di renalotto messe, lo ratta pato ventare ed è a ri tto e Forte logico. un gioc schio atore raga aument o an zze. che tra le Fab rizio D

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- Gio , 4 /1 1

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– Il G

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Forse è la prima volta che gli insegnanti di una scuola superiore s’interrogano sul gioco d’azzardo, con un approccio interattivo: partire dalle emozioni coinvolte nel gambling, per tentare per capire il fenomeno in profondità e affrontarlo in classe nel modo giusto . L’Italia, un paese dove si spendono circa 1260 euro procapite, neonati compresi, tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci, sale bingo, per tentare la fortuna che possa cambiare la vita. E dove si stimano 800mila persone dipendenti da gioco d'azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, mantenendoci prudenti, i dieci miliardi di quello illegale. E' "la terza impresa"italiana, l'unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce il nostro paese (Dossier Azzardopoli - Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – Gennaio 2012). Anche se si pensa che il gioco d’azzardo problematico tocchi principalmente gli adulti, al giorno d’oggi risulta che le attività di gioco d’azzardo siano particolarmente attraenti anche per i ragazzi. Gli studi di prevalenza condotti negli USA, in Canada, in Nuova Zelanda, in Europa e in Australia hanno costatato l’aumento dei tassi di diffusione del comportamento di giochi d’azzardo legali e illegali tra i giovani. Circa l’80% degli studenti di scuola superiore afferma di avere giocato d’azzardo nell’ultimo anno: tra loro, una quota tra il 4 e l’8% evidenzia segni di grave gioco problematico e un’ulteriore quota tra il 10 e il 14% risulta essere a rischio di svilupparlo. Tuttavia, per la maggior parte dei genitori e dei ragazzi il gioco d’azzardo è considerato un innocuo comportamento quasi privo di conseguenze negative.

ere insita nella dovrebbe ess ne o zio a rv e ss ne dal giudizi di ascolto e o dall’astensio ta na g ltà La capacità a a p re m o ssi della ocente, acc i più comple professione d fondire i tem ro p mpo. p a a c i l d su rio perano o he c e dal deside i rt ebbe e sp ragazzi dovr n l’ aiuto di e le dei propri ia c giovanile, co so ita si sc esso ento alla cre . Purtroppo sp L’interessam sta categoria ue q in re p m riscontrarsi se razione... st fru ra nt risco A Lecce è partito un laboratorio di formazione su questo tema dalla richiesta di alcuni insegnanti della Provincia che, tramite Libera locale, si sono interrogati osservando i loro alunni che sempre più frequentemente “bazzicano” intorno a sale da gioco e slot-machine. Mentre qualche adulto ancora si chiede: “cosa c’entra la scuola con il gioco d’azzardo?”, questo gruppo di 30 insegnanti ha deciso di interessarsi dei “soggetti” del proprio lavoro-impegno, a partire da ciò che osservano e ascoltano in classe. In questo “laboratorio” di formazione, la capacità di “mettersi in gioco” da parte dei colleghi di Lecce è stata altissima. E’ stata proposta loro una simulazione per cercare di capire il comportamento e il vissuto dei giocatori. Successivamente, attraverso un lavoro cooperativo, si è analizzato il fenomeno riuscendo ad interiorizzare con più profondità i suoi vari aspetti. Ora l’idea è quella di sperimentare queste tecniche anche con le classi, per provare a responsabilizzare maggiormente i ragazzi. Chi fosse interessato a formarsi su questo argomento con i colleghi, può scrivere a scuola@gruppoabele.org. A.E

Per approfondimenti: http://www.andinrete.it/portale/index.php?page=27&sid=321bd14619bac1cef7994d65eaadfbd7

Cari colleghi, con questa news “corposa” vi auguriamo buone feste di riposo e ricarica. Arrivedereci al 2013!

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