INSEGNAREDUCANDO. N°28 - settembre 2013

Page 1

per educare un bambino

ci vuole un villaggio

rdere! Da non pe NA A BARBIA à” IO R A IN M munit 3° SE nerano co e g e h c le “Scuo bre 2013 7/8 settem a pag 10

N° 28 - settembre 2013

Iniziare con ... Attenzione! Cari colleghi, pronti a ripartire? Questo anno scolastico sarà per molti una full immersion di formazione sui DSA, a detta di tutti in grande aumento: ovunque corsi (a pagamento naturalmente) per formare esperti che acquiscano strumenti e tecniche per l'individuazione precoce e l'intervento riabilitativo degli allievi con DSA, in base alle linee attuative della Legge 170/2010. Così, mentre mancano all’appello migliaia di insegnanti che il Ministero non ha ancora nominato – e la scuola inizia lunedì – si moltiplica il lavoro delle equipe mediche per lo screening e la certificazione dei casi; e aumenta l’impegno degli insegnanti per la compilazione dei PDP(piani didattici personalizzati). E ovunque proliferano libri, programmi online ed eserciziari ad hoc – ancora a pagamento. La macchina professionale è entrata in moto in modo efficiente. Il problema si affronta con un piano di battaglia inattaccabile, fatto di protocolli e procedure ben chiare, spesso incongruenti con la realtà che permette classi con più di 30 allievi, senza compresenze. Senza nulla togliere alla gravità del problema, permettetemi una digressione: il 1 settembre di quest’anno compio 30 anni di ruolo. Mi giro un attimo indietro e osservo “le mode” che la scuola ha attraversato in questi ultimi tre decenni: vorrei farne un elenco, ma sarebbe lunghissimo. Nel corso del tempo, le varie tendenze si sono sviluppate con uno stesso metodo: 1) viene individuato un fenomeno e inizia un’ attenta e costante messa in luce del “nuovo problema” sui mass media a disposizione; 2) al problema viene data un’identità, un nome specifico; 3) si stabiliscono equipe apposite per lo screening e la certificazione dei casi; 4) si enunciano dati statistici che sottolineano la diffusione del fenomeno; 5) si stabiliscono protocolli di intervento che richedono nuove documentazioni da fornire a riguardo; 6) proliferano corsi specifici per formare i docenti e fornire loro soluzioni garantite dal

© per affrontare con professionalità il problema. 7) Fiumane di insegnanti a testa bassa compilano protocolli concentrandosi sul dato tecnico anzichè sulla prospettiva...perchè la prospettiva non si può neppure immaginare quando si lavora con programmi rigidissimi, classi strapiene e guardando l’ora. Ecco perchè in 30 anni la scuola non è migliorata, nonostante indicazioni meravigliose e corsi di formazione super organizzati. La scuola italiana risente di un disturbo “bipolare”: tagli delle risorse da un lato e protocolli da rispettare dall’altro. Così si compie il businnes. Ma questo non si può dire… Su questo giornale online, ancora una volta, ci permettiamo il lusso del dubbio. E lasciamo che i punti interrogativi volino nell’etere… chissà che non diano forma a nuove visioni. E se…??? E se provassimo a cambiare prospettiva? E se iniziassimo a considerare i ragazzi con DSA come cartine di tornasole che mettono in luce le falle della società in cui vivono? E se avere un allievo o un figlio con DSA fosse un’interessante occasione per interrogarsi sul proprio approccio all’apprendimento e alla vita e trasformare alcuni meccanismi incancreniti che la scuola perpetua? Cambiare prospettiva richiede un tempo lento. Montessori è morta, Steiner è ricordato da pochi... eppure loro, come altri maestri, avevano individuato una possibile “ricetta”: non dimenticare mai l’ingrediente indispensabile dell’apprendimento, LA RELAZIONE! E’ la relazione, quella forza incredibile che permette a docenti e allievi di incontrarsi, accompagnarsi, educarsi e istruirsi reciprocamente e immaginare insieme soluzioni adatte a trasformare un handicap in un’occasione di sano apprendimento. In quest’ottica, a pagina 5 e 6 vi proponiamo alcune strategie di intervento per affrontare il problema. Ed è anche di questo che parleremo a Barbiana il 7/8 settembre. Vi aspettiamo! Buon inizio a tutti voi. G.L.

1


News insegnanti Gruppo Abele

Lo stuzzicadenti La perla

Animatori Peer. E l’estate piace ai bimbi

peer education

A Cocconato, paesino abbarbicato nell’astigiano, ogni estate una dozzina di giovani studenti organizza il Centro Estivo per i bambini del paese. Una vera e propria peer education, anche se la parola risuona nuova ai protagonisti. Cosa li spinge? Il clima di responsabilità sociale nel quale sono cresciuti, l’esempio degli adulti, la voglia di mettersi in gioco da protagonisti, che appartiene ad ogni adolescente. Per incontrarli, chiediamo aiuto al giovane parroco che ci aspetta nella piazzetta, a bordo della sua “Pandina”. Ci accompagna giù per la collina, su una ripida stradina sterrata che sbuca in un campo sportivo attorniato da vigneti, campagne, boschi. In questo paradiso verde, ogni giorno, per un mese, 12 giovani dai 16 ai 20 anni organizzano l’estate ragazzi per i bambini del paese. Un’esperienza interessantissima che si ripete da anni. A prima vista pare che siano animatori da sempre. Li intervistiamo per capire le motivazioni del loro impegno e da chi hanno imparato. Perché questa maglietta rossa? Per farci riconoscere dai bambini. La divisa colpisce e dà il senso di appartenenza. I bambini sanno sempre dove e con chi andare. Quanti siete? In dodici. Quest'anno non ci sono aiuto-animatori, ma siamo tutti alla pari. L'aiuto era un apprendistato. Perché avete scelto l’animazione dei bambini? Personalmente imparo tantissimo. L’animazione ti deve piacere. E ti devono piacere i bambini. A non tutti piace essere lavati di vernice! Io seguo un bambino che ha difficoltà e sto imparando a ridimensionare i miei problemi. Mi sento fortunata. Spesso si piange per poco e poi... E’ bello vedere che lui è felice al centro estivo! Le insegnanti della scuola hanno detto che dopo l'estate ragazzi il bambino è migliorato molto. Forse perché riusciamo a valorizzare la sua abilità: lui e' bravissimo a suonare la pianola. Suona sempre nella festa finale. Ci siamo riproposti di imparare ad entrare in relazione con tutti e tutti ci dimostrano affetto.

2

Che metodo usate con i bambini? Un tempo, quando noi eravamo bambini e frequentavamo il centro, l’esperienza era diversa, assomigliava più a una caserma ed era meno organizzata. Era pesante. Oggi noi abbiamo scelto di avere un altro stile. L’obiettivo è avere grande attenzione ai bambini, guardare sempre cosa è importante per loro. Siamo attenti alle varie tipologie di bambini e a cosa serve a ciascuno. Se uno è timido, possiamo aiutarlo e coinvolgerlo. Riuscire a fare star bene tutti nelle diversità è il nostro obiettivo. Tra noi ci sono animatori adatti ai piccoli e altri con i più grandini. E' una cosa naturale. Chi di noi ha un carattere più deciso, lavora con le medie. Noi conosciamo bene i bambini perché li seguiamo tutto l'anno al venerdì facendogli doposcuola. Sappiamo come prenderli e cosa proporre. Le attività le pensiamo a partire dalla realtà. Ragioniamo bene anche sulle squadre da creare, chi non può stare con..., chi ha bisogno di… Continua a pag.3


La perla Lo stuzzicadenti

Come vi vedono i bambini? Siamo gli animatori di Cocconato. Ci piace l'idea che possiamo essere riferimento per loro anche aldilà dell'estate ragazzi. Come animatori “non ce la tiriamo”, siamo normali. Preferiamo essere simpatici che farci vedere importanti e antipatici. Vi sentite condizionati dal ruolo? La sera noi usciamo e stiamo tutti in piazza. Cocconato è piccolo. Ci incontriamo sempre. Parliamo della nostra attività anche di sera. Nessuno di noi farebbe qualcosa diverso dallo stile che abbiamo durante l’estate ragazzi. Non recitiamo. Siamo proprio quello che siamo. E’ anche per questo che i bambini si affezionano. Sentono che siamo veri. Avete fatto un corso di formazione? Oltre ad un momento di formazione e programmazione annuale con Grazia e Angelo del Gruppo Abele, il nostro corso di formazione è stato partecipare da piccoli a questa stessa esperienza. Impari provando. Da anni esiste l’estate ragazzi di Cocconato. Quando noi la frequentavamo da bambini, guardavamo con ammirazione agli animatori. Anche oggi è così. I ragazzini all'ultimo anno si pongono già diversamente perché sperano di diventare aiuto-animatore l’anno successivo. Arrivare a svolgere questo impegno è un bel traguardo.

Cosa avete imparato come animatori? Non perdere mai di vista nessuno. Mantenere una certa distanza, stando vicini. Stare dentro il gruppo dei bambini, ma non farsi coinvolgere dalla simpatia o dall’antipatia. Saper accogliere i bambini. Dare l'impressione di essere sempre attenti. A volte ti chiedono troppo, allora cerchi da aiutarli a crescere. A casa non saremmo così pazienti, ma qui si. Perché e' meglio avere animatori peer e non adulti? Siamo stati bambini da poco e ci ricordiamo. Con gli adulti sarebbe più noioso…un po’ una caserma. In più gli adulti tengono ad essere più ansiosi e protettivi.

peer education

Continua da pag. 2

E i rapporti coi genitori? Delegati alla Chicca. Non possiamo farcela. Troppo ansiosi. Fare gli animatori per tre settimane è molto impegnativo. Perché lo fate? I bambini sono il futuro. Se riusciamo a farli crescere dando una mano, è una bella soddisfazione. Continua a pag. 4

tori ere gli anima sc o n o c te le Vo to? di Coccona rienza orre un’espe p ro p a ss re scuola Vi inte n nella vostra o ti a c u d e r e di p e città? o nella vostra ele.org @gruppoab la o u sc a te ro. Scrive ntatto con lo o c in o m re e vi mette

3


News insegnanti Gruppo Abele

Lo stuzzicadenti La perla

Dietro le quinte

peer education

Quando gli adulti accompagnano da lontano

Continua da pag. 4 Chicca è un punto di riferimento adulto per i ragazzi di Cocconato, da tanti anni. Loro sanno che per qualunque problema possono rivolgersi a lei. Abita accanto alla scuola e nel paese tutti la conoscono perchè fa da intemediario tra i giovani, che pieni di entusiasmo organizzano l’estate ragazzi per i bambini, e il mondo adulto che osserva e collabora, preparando merende e offrendo la piscina di casa gratuitamente perchè l’esperienza estiva sia bella e piacevole per tutti. A Chicca chiediamo un parere su questi animatori peer. La loro forza è il gruppo nel quale ognuno fa qualcosa. Da soli non si va da nessuna parte. C'è un lavoro dietro di tanti anni. Tanta preparazione e tanta umiltà. Gli animatori imparano che non ci sono bambini cattivi, ma molti bambini arrabbiati che sfogano tensioni. Imparano a far vivere l’estate ragazzi come un momento di benessere, di accoglienza. A distanza di anni ci sono adulti che ricordano il centro estivo come unica esperienza bella dell' infanzia, in cui si sentivano importanti e trovavano animatori che davano loro fiducia. Oggi molti genitori credono che i ragazzi siano sempre bambini. Ma non è così. Qui gli si dà una mano e una responsabilità grande e li si educa a occuparsi dei piccoli con attenzione. Così gli animatori imparano a dare attenzione ai bambini e a cooperare tra loro. Un anno abbiamo avuto problemi logistici e l’estate ragazzi non poteva svolgersi. Non mi arresi.

4

Chiesi agli animatori se erano disposti a fare il cento estivo all'aperto, in strada. Fu una bella sfida che consolidò ancora di più questa esperienza. Non bisogna arrendersi. Bisogna andare avanti. Il centro estivo fa star bene i bambini. Vanno a casa molto contenti. Tutti devono aver la possibilità di partecipare. Per questo il costo è ridotto a 15 euro a settimana. La gita del giovedì è a parte. Gli animatori che si impegnano 5 gg alla settimana ricevono un piccolo contributo, 70 euro a settimana, che per 3 settimane permette di avere la possibilità di pagarsi una piccola vacanza o i libri per la scuola. Non è molto, ma è la riconoscenza per un grande impegno da parte loro.


News insegnanti Gruppo Abele

bussola Lo La stuzzicadenti

DSA . Se fosse un disturbo sociale? Oggi nelle scuole molti ragazzi vengono definiti con 3 lettere: DSA. Tutti ne parlano, ma... I ragazzi sono sempre la cartina di tornasole della società in cui vivono. Quali ragazzi per il mondo d’oggi? Un mondo “finto”, all’ingrasso per cibi malsani, attratto da centri commerciali e luccichii effimeri, intontito da giganteschi schermi che propongono 24h su 24 finzioni chiamati reality e report lunghissimi che sviscerano drammi sociali, senza riuscire ad immaginare piccoli miracoli per cambiare il mondo… Può forse una società di questo tipo crescere cuccioli d’uomo attenti e concentrati? Impegnati e consapevoli? Critici e propositivi? Dopo aver imbottito i nostri figli di stupidaggini per buona parte della loro crescita, andiamo in crisi quando essi non riescono a stare seduti in banchi stretti, su libri per loro insignificanti o davanti a noiosi insegnanti. La crisi è nostra. Siamo noi ADULTI con DSA! I ragazzi sono il futuro, ma noi adulti, genitori e insegnanti, ce lo dimentichiamo sempre. Vogliamo che imparino quello che noi stessi abbiamo imparato; dimentichiamo che la Scuola dovrebbe dare loro la possibilità di immaginare qualcosa di migliore di ciò che abbiamo costruito finora e permettere di scoprire il proprio posto nel mondo. Da sempre i ragazzi hanno bisogno di un sogno grande sul quale concentrarsi. Se lo individuano, trovano la strada, si danno da fare, diventano protagonisti e portano cambiamenti positivi al loro agire. Questo sogno oggi non è possibile. Noi adulti, con i nostri affinati sistemi di comunicazione, offriamo loro quotidianamente un bollettino di guerra. Le notizie parlano di un futuro incerto e nero, senza prospettive di lavoro, senza utilizzo del proprio percorso di studi, senza dignità. Non si va da nessuna parte in questo modo! Noi non abbiamo più sogni e non permettiamo loro di sognare. “Vediamo solo ciò che abbiamo dentro”. In psicologia questo fenomeno si chiama “proiezione”. Se siamo innamorati, tutto ciò che ci accade ha sfumature dolci... Noi adulti di oggi siamo disincantati, stressati, senza felicità né prospettiva, senza voglia di fermarci ad ascoltare, preoccupati per tutto e storditi da mille stimoli. Ma non ci osserviamo. Vediamo invece DSA nei ragazzi che crescono. E anziché correggere noi stessi, tentiamo di diventare professionisti dell’analisi del fenomeno come se esso riguardasse “altri”. Alcuni mesi fa avevamo proposto su questo giornale l’esperienza di una docente della periferia torinese che, in silenzio e senza pubblicità, da due

anni ha introdotto la meditazione in classe. Risultato: notevole miglioramento dei DSA, aumento della capacità di concentrazione sul compito dato, aumento del rendimento scolastico, migliore qualità di benessere in classe, aumento della cooperazione e sostegno agli allievi in difficoltà. L’esperienza di questa docente verrà condivisa nel 3° seminario per insegnanti ed educatori che si terrà a Barbiana il 7/8 settembre (vd. pag 10/11). Come detto nell’editoriale, la sfida che proponiamo è un cambio di prospettiva. Riusciremo quest’anno a far vivere agli allievi che incontreremo un’esperienza di apprendimento unica, nella quale siano loro i protagonisti della scoperta? Riusciremo a far vivere al gruppo classe una dimensione sociale autentica in cui ciascuno provi il piacere di mettere a disposizione e sviluppare al meglio le proprie attitudini e abilità? Nella pagina seguente vi proponiamo alcune strategie per creare in classe “un clima diverso” che anziché sottolineare il disturbo, agisca per trasformarlo e superarlo.

5


News insegnanti Gruppo Abele

perla La La bussola

10 idee per affrontare il DSA go ecalo d lo picco ucchetti vi un r Ecco ggerisce t ione in u s e tt nz che re l’a e n e t per . azzi classe pre, i rag o del m ! rd Da se o lo sgua atelo entic e, n a im c r d ce lg on oinvo tro. N , Maes egnante c i, ascolta h s c in c l’ o , li Se paura a neg guard isce senza . g e intera zo lo segu no un z a a t il rag ioni diven z E le le . re piace

1. Metti in conto di avere in classe allievi con DSA. Non stupirti e non angosciarti. Siamo tutti un po’ DSA, anche tu. Quindi non è un problema insormontabile. E lo si può superare insieme, con l’aiuto di tutti i componenti del gruppo-classe. 2. I ragazzi con DSA hanno la testa piena di mille cose, uno zapping costante. La loro mente viaggia a 1000 km all’ora. Bisogna imparare a guidarla. Parla con gli allievi di questo meccanismo. Chiedi loro di fare un elenco scritto di tutto quello che “passa per la testa” in 10 minuti. Dì loro che la mente è come un’automobile: possiamo prendere la patente e imparare a guidarla! 3. Inizia sempre la lezione dicendo ai ragazzi cosa intendi fare e quale obiettivo ti sei posto per quell’ora. Chiedi loro se condividono o hanno qualcosa da dire a proposito. Cerca di dissolvere eventuali dubbi e poi scrivi alla lavagna l’obiettivo che sia sotto gli occhi di tutti. Ad ogni pausa, rileggilo ad alta voce. 4. Organizza la classe in modo che ogni allievo senta di avere un compito specifico da portare a termine per un obiettivo comune. Se devi affrontare un nuovo argomento con loro, prima della spiegazione chiedi che a gruppi preparino domande, documenti, materiali sull’argomento. Tu li aiuterai con la tua preparazione ad “incollare” il tutto e dargli forma, aggiungendo quello che loro non conoscono o non riescono a capire da soli. 5. Per verificare i contenuti appresi, chiedi loro di tenere una lezione ad altri allievi che non hanno mai sentito parlare dell’argomento. Essere consapevoli di ciò che sappiamo non è semplice, ma se ci tocca insegnare ad altri, ci rendiamo facilmente conto delle nostre lacune. 6. Non dare voti, né punteggi o giudizi su quanto gli allievi imparano. Chiedi sempre a loro di collocare il percorso di apprendimento su una linea immaginaria che sale: dove si trovano? Cosa possono fare per avanzare ancora un po’ e a poco a poco raggiungere il miglior traguardo possibile sia individuale sia collettivo. Incoraggia e sottolinea i passi compiuti.

6

7. Aiuta i ragazzi a vedersi come un gruppo che cammina insieme verso nuovi traguardi, come una squadra di pallavolo. Ogni ragazzo può chiedersi quali competenze mettere a disposizione del gruppo perché aumenti il rendimento scolastico collettivo: “Io potrei fare ancora qualche ora di approfondimento delle regole della grammatica inglese con..., ma potrei aiutare Tizio e Sempronio nelle equazioni di secondo grado”. 8. Dedica un momento settimanale (mezz’ora almeno) alla calma, al rilassamento, alla respirazione. Introduci un laboratorio sperimentale di yoga o meditazione o altro per imparare a guidare la mente. Fatti aiutare da volontari, colleghi o genitori che già lo praticano. 9. Incoraggia i ragazzi ad immaginare un mondo migliore per il futuro. Prima singolarmente e poi in gruppo, chiedi loro di rappresentare le loro visioni con linguaggi diversi: dipinti, lettere, saggi, poesie, teatro… Una volta al mese fai riprendere questa idea e chiedi di definire meglio i particolari e il loro ruolo in questo cambiamento. 10. Periodicamente leggi ai ragazzi un messaggio lasciato da alcuni uomini illuminati della storia: pensatori greci, filosofi, santi o personaggi del 900 come Martin Luter King, Gandi, il Dalai Lama… chiedi ai ragazzi di immaginare di essere l’unico depositario di quel messaggio raccolto per caso in una bottiglia sulla spiaggia. Chiedi che stiamo in silenzio dieci minuti a riflettere. Poi scrivano un post su facebook per tutta l’umanità.

in classe adolescenti i zz a estibile! g ra 30 25 o na massa ing u e m o c e rir a ll’altezza possono app i non essere a d re u a p e sc on lla nostra Le nostre inc niscono de ro d a p im si , del compito cidità. o perdere lu n n fa i rontare la c e te men zzarci per aff ra o c i d ra llo Scegliamo a ... a m llievi negli , lia g a batt re i nostri a a rd a u g a o la sensibile Se riuscissim oglieremmo c , o n u d a o mano tesa occhi, ad un za e quella n e sc le o d a ui tendere fragilità dell’ un sogno a c e o rd a u sg o n po di crisi. che cerca u in questo tem ro tu fu n u re a per immagin


News insegnanti Gruppo Abele

Lo Lo stuzzicadenti stuzzicadenti

La Scuola del GRATUITO GRATUITA’? Esiste ancora? Eccome! Tante esperienze interessantissime nascono da questa parola e muovono da un sogno: debellare l’attuale sistema sociale basato sul profitto e sostituirlo con un nuovo modello, autentico, genuino, dove tutti hanno la possibilità di offrire al mondo ciò che sono davvero.

Il progetto “Scuola del Gratuito” nasce nel 1995 all’interno dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII° di Rimini, un Movimento che ha come carisma e obiettivo delle sue azioni la giustizia verso i soggetti più deboli della società. In quegli anni si concepisce l’idea di una società nuova basata su regole di fraternità, di pace, di gratuità, che chiama “Società del Gratuito”. Nel 1994 l’Associazione organizza un primo convegno sul tema (ne seguirà un altro nel 1996) con invitati internazionali tra cui Muhammed Yunus (creatore della Grameen Bank e premio Nobel per l’economia nel 2006) per discutere della possibilità reale di fondare un sistema diverso di vita per l’umanità a partire dalle esperienze già in atto a livello locale e globale. Pochi mesi dopo, nasce l’idea di cominciare a progettare e costruire questa nuova società a partire dalla scuola e dall’educazione dei giovani. Inizia così un lungo periodo di riflessione e di confronto tra insegnanti e genitori dell’Associazione per studiare un progetto educativo di scuola totalmente nuovo negli obiettivi e nei metodi. E’ un tempo dedicato anche al contatto con altre realtà di ricerca come il Movimento di Cooperazione Educativa (M.C.E) e alcuni ambiti universitari. Un tempo utile allo studio di idee pedagogiche convergenti quali quelle di Freinet, Cousinet, Montessori, Gordon, Don Milani, Freire, Buber, Goleman, Gardner e altri. Da questo impegno esce nel 1998 il Manifesto della Scuola del Gratuito con l’obiettivo di delineare le linee fondamentali del progetto. Ci si rende conto tuttavia che le idee pedagogiche espresse in esso hanno bisogno di concretezza per poter essere utilizzate in ambito scolastico. Prosegue così un lavoro più specifico del gruppo che porta nel 2003 al completamento del Manifesto con gli “ Approfondimenti e indicazioni “, una specie di legenda esplicativa che suggerisce per ogni punto del Manifesto stesso le azioni concrete necessarie a realizzarlo.

Il Manifesto rappresenta oggi il documento storico alla base del progetto della Scuola del Gratuito da cui è potuto svilupparsi tutto il lavoro successivo, disponibile, insieme a tutta la documentazione prodotta finora, sul sito www.scuoladelgratuito.wordpress.com. Attualmente ci sono gruppi di lavoro sia a Rimini che a Pesaro, a cui poter fare riferimento, che stanno sperimentando questa pedagogia con esperienze concrete e che sono i promotori e gli organizzatori del convegno citato di seguito. Continua a pag. 8

7


News insegnanti Gruppo Abele

Lo stuzzicadenti Agorà

Convegno “LA SCUOLA DEL GRATUITO” considerandoli improduttivi, assumono nella “scuola del gratuito” un’importanza fondamentale e un ruolo centrale. Essi divengono i primi promotori della gratuità suggerendo modalità nuove di stare insieme tanto da poter parlare di una “pedagogia degli ultimi”.

Continua da pag. 8 Il convegno ha come scopo quello di diffondere il progetto pedagogico della Scuola del gratuito che è nato come applicazione alla scuola dell’idea più ampia di Società del gratuito. Cosa prevede questo progetto? Esso pone al centro della sua pedagogia la motivazione naturale e gratuita di ogni giovane a crescere e sviluppare i suoi doni; promuove perciò un sapere interiorizzato e critico, la cooperazione educativa tra tutti i soggetti scolastici, la partecipazione degli studenti all’organizzazione e alla gestione della scuola stessa. Essendo la Gratuità la molla motivazionale che spinge gli allievi all’impegno, i voti, strumenti privilegiati della scuola basata sul “ profitto”, non servono più: ciascuno segue il proprio percorso. Poiché la “Scuola del Gratuito” si preoccupa in primo luogo di educare, la famiglia assume un ruolo attivo sia dal punto di vista progettuale che valutativo. Essa non è più cliente di un’azienda che produce istruzione ma vero partner educativo. Gli insegnanti non si concepiscono più docenti ma educatori e pertanto non possono che formare un’ affiatata equipe pedagogica in continuo dialogo tra loro e con le famiglie. La diversità è stimata realmente una ricchezza per la crescita umana e culturale di tutti per cui gli allievi più deboli che la “scuola del profitto” marginalizza

8

Perché questo convegno? Ci siamo accorti che è necessario che questo modo di fare scuola sia conosciuto e sperimentato sempre di più non solo da insegnanti ma anche da genitori e studenti. Il clima che si respira a scuola non è dei migliori: la reintroduzione dei voti alle elementari ha generato competizione e ansia sia nei bambini che nei loro genitori, l’introduzione dei test INVALSI ( istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico ) ha generato l’appiattimento e l’omologazione dei percorsi educativi e didattici, i recenti tagli e l’aumento del numero di alunni per classe sta portando ad una maggiore propensione alle bocciature come “soluzione” di tutti i problemi, la crisi economica toglie speranza ai giovani studenti,….. Ci fermiamo qui perché non vogliamo fare i pessimisti, c’è bisogno di entusiasmo nella scuola, di pensare alto e di credere nella dignità del lavoro di insegnante e nel valore della famiglia e degli studenti. Ci sono tante persone che lavorano nella scuola con passione ma che hanno bisogno di essere sostenute da un progetto pedagogico condiviso. Ci sono tanti genitori che aspirano ad una scuola diversa per i loro figli ma che si sentono disarmati di fronte ad insegnati che badano solo alle prestazioni e ai voti. Ci sono tanti studenti che hanno desiderio di conoscere e di essere considerati come persone e non solo “vasi da riempire con delle nozioni”. Noi vogliamo dare forza, coraggio e strumenti a tutti questi. Angelo Antognoni


News insegnanti Gruppo Abele

Lo stuzzicadenti Agorà

Barbiana ci aspetta! 3° seminario a Barbiana Scuole che generano Comunità. 7/8 Settembre 2013 Per insegnanti, educatori, lettori della news INSEGNAREDUCANDO “L'educazion e è prevalen temente una question e sociale. Dalla capac ità di incontra rsi con interesse reciproco può nascere l'anelito ad una nuov a socialità tendente a p otenziare il mutuo soste gno e l'appre zzamento per l'operato altrui. Riveste grand e importanza l'esempio che bambin i e ragazzi ric e vono nel vedere a dulti - genitori, inse gnanti, amministrato ri, sostenitori lavorare insie me per un id eale comune nonostante le , diversità indiv iduali”. www.educa zionewaldorf .it

PROGRAMMA Sabato 7 settembre 2012 ore 9/ 13: Accoglienza partecipanti e caffè di benvenuto. Si parte: 1) La carovana e la stella. Adulti che in-segnano, vegliano, accompagnano. Monica Lazzaretto, presidente Asscuolapuntocom, Ass. Insegnanti in Comunità.

a Sabato u d sg n p le o rtic 7 settembre 2012 ore 15.00/ 18.00: Da sudditi a sovrani: 4 esperienze-proposte per ritrovare benessere e incisività a scuola: 1. Imparare l’attenzione, la consapevolezza e la presenza. Grazia Roncaglia, insegnante a Grugliasco 2. La Scuola I Care a Ramini: scrittura collettiva ed educazione globale. Centro di documentazione e di progetto "don Lorenzo Milani" di Pistoia

2) A tutti i costi! Strategie “di navigazione” per affrontare il mare. Nicoletta Sensi, insegnante progetto “Prevenire il disagio creando benessere” di Gubbio.

3. Dalla crisi a una nuova umanità. Movimento NOI – laboratori di protagonismo

3) Il miracolo dell’ apprendimento alle vele di Scampia. L’esperienza di Davide Cerullo narrata da Rossano Ciottoli - Progetto VELE

4. Ricominciare daccapo: don Milani a Terranova di Pollino. Giuseppe Carbone e Piera Gornati – la scuolina I CARE

Continua a pag. 11

10


News insegnanti Gruppo Abele Sabato 7 settembre 2013 - ore 21,30: Il bambino terribile: Spettacolo teatrale di Francesca Cenciarelli e Maria Luisa Morici

Domenica 8 settembre 2013 ore 9/ 14: Colazione insieme

Lettera a una professoressa ... Lo stuzzicadenti Incontr iamoci aB nei luog hi dove arbiana, insegna don Mil va ai ra ani g a z z i a per con d dividere ivenire sovran i, esperie nze e per imm aginare insieme nuove prospe ttive.

Condividiamo la responsabilità: cittadini-sovrani che imparano a presidiare. A cura del presidio insegnanti " G. Rechichi" di Libera Umbria Come il quartiere cambia faccia: azioni trasformative di una scuola partecipata. Conversazioni con Gianluca Cantisani. L’esperienza Di Donato nel quartiere Esquilino di Roma L’ingrediente indispensabile: ritrovare la passione. Conversazioni con Diana Silvestri (Dirigente per 43 anni a Napoli)

Ci spostiamo a Barbiana per il pranzo al sacco e la visita alla scuola di Barbiana ore 15:

Scuola = comunità educante. La scelta pedagogica di don Milani. Conversazioni con Michele Gesualdi, allievo del Priore.

11


L’isola che c’è

News insegnanti Gruppo Abele

Agorà

Da non perdere! QUARTA CONFERENZA REGIONALE DELLA SCUOLA

La scuola che si rinnova aiuta la rinascita del Paese Benvenuto cambiamento Torino, 5 settembre 2013 Fabbrica delle E, corso Trapani 95 A PROGRAMM derno di d Ore 8.30 nsegna qua o c e za n lie Accog

one. ocumentazi

Ore 9-13 nni Giardiello Presiede: Gia biamenti nali umere i cam ss a r e p Saluti istituzio te is ietà in crisi: p Scuola e soc igo Achille Orsen biamento m arta Parodi, a c l e d I no d i o Marzola, M in n n ia G , sa hie Domenico C ro e u sq a Aldo P o ne Luciano, er l’innovazi p e d ra gio, Adriana g a n o Sulle st D o iano, Enric Andrea App Poggi li, Anna Maria Paolo Mazzo Ore 14-18 zia Liprandi Presiede: Gra professore Da somaro a . Pennac ruppo di i scuola” di D te e il suo g n sa e P dal ”Diario d zo En teatrale di Conferenza s”, “Theantropo iti dai rela scuola mossi e gest ro p , lo …Cambiare lle ra a : matici in p della scuola Laboratori te Associazioni lle e ità d c ili ro b ip sa c spon ilità/re li: responsab • Reti territoria ile zione flessib • Organizza denti mo degli stu • Protagonis tazione lu zione e va • Autovaluta , continuità • Verticalità e educativa ne e relazion o zi za iz n a rg •O ia • Nuovi med d si impegna a ttito il Forum a ib d l e d i n o si Sulle conclu sul tema: Paese” e specifiche tiv ia iz in re rinascita del a la ta attiv iu a va -------------he si rinno --------------------“La scuola c ------------------i.: -----------------ne al Ce.Se.D da di adesio e h sc la re a Invi rino.it provincia.to mail: cesedi@ 8613645 1 01 0 - tel. 60 13 86 1 01 fax: formazioni: per ulteriori in te.it uolapiemon www.forumsc ati per

12

alific no soggetti qu uola; del Forum so nale della sc ni rso io pe az l ci de so ne io Le as ione az az rm rm fo fo ento e la me attività di l’aggiornam servizio pertanto co l a da ur ig ro nf ne co so l’e il seminario si ile chiedere ento.È possib 5 /0 02 e aggiornam 20 l cn C art.62 del ai sensi dell’

Cari colleg hi, iniziamo con sprint! Come avre te letto, 3 convegn i importan ti per inizia re nel migliore de i modi! A tutti voi buon inizio ! Per info: Corso Trap ani 91/b To rino Ufficio inse gnanti 3315753853 / 011 3841 052 scuola@gru ppoabele .org


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.