INSEGNAREDUCANDO. N° 2 - 11/2010

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News insegnanti Gruppo Abele Eventi Speciali Numero 2

Roma 3/5 dicembre 2010

Novembre 2010

Formazione insegnanti sull’educazione alla cittadinanza SOMMARIO Eventi speciali Cari colleghi… La comunicazione Freedom writers Quando… Caro Fazio… La rete Contatti

LIBERA da anni organizza appuntamenti formativi per i docenti perché ritiene di fondamentale importanza creare spazi di riflessione per ampliare le competenze professionali, gli strumenti e le metodologie nell'ambito dell'educazione alla cittadinanza democratica e responsabile e diffondere positive innovazioni sia di carattere metodologico sia di carattere organizzativo. Per questo Libera invita gli insegnanti a Roma per “Abitare i Margini”.

Ecco il programma del convegno: venerdì pomeriggio: aggiornamento sulla situazione delle mafie in Italia approfondimento sulla storia delle mafie e dei movimenti antimafia, a 150 anni dall'unità d'Italia; sabato e domenica mattina: approfondimento e sviluppo di competenze in ordine ad una pedagogia dell'antimafia. www.libera.it

Cari colleghi… Nel mese di ottobre 40 insegnanti di tutta Italia si sono incontrati a CAMPUS Montecatini per decidere insieme una prospettiva comune di lavoro per il 2011. Ecco in sintesi le decisioni: • Cambiare, a partire dal basso, senza aspettare riforme ministeriali • Coinvolgere colleghi sui temi dell’educare con formazioni specifiche e weekend regionali di formazione pratico/metodologica • Pubblicizzare belle iniziative esistenti sul territorio nazionale • Prevedere momenti di supervisione su approcci metodologici e relazioni • Incontrare esperienze culturali europee e mondiali per allargare lo sguardo Bellissimo! Un programma rivoluzionario perché esce dalle solite e consuete LAMENTAZIONI e ridona PROTAGONISMO ai tanti docenti che credono nell’educare. Un applauso a questi insegnanti perché solo così la scuola può ritrovare la bussola che ha perso. Ecco perché come insegnanti del Gruppo Abele SOSTENIAMO la nascita di gruppi docenti (anche di scuole diverse, territori vicini, province…) che diventino spazi di confronto per: “ricaricarsi” ritrovare il “senso” fare RETE: avere occasioni di aggregazione -collaborazione -scambio creare sinergie tra gli insegnanti partecipare veramente Sul prossimo numero vi racconteremo di un GRUPPO INSEGNANTI che nasce… Buon cammino a tutti!


Lo stuzzicadenti …

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Mi sentite quando parlo…? Comunicazione significa "trasformazione insieme a" . Nella comunicazione si cambia … La trasformazione non avviene unilateralmente, ma insieme. Non é un'azione su qualcuno ma insieme a qualcuno, per arrivare tutti a una formazione innovativa del sapere. Comunicazione vuol dire far parte di un ambiente contessuto, la cui trama é stata costruita con altri.

La Comunicazione -

Che bella la comunicazione tra generazioni!

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Non é passaggio di informazioni; tanto meno é un atto esortativo con cui, con l'aria di far passare semplici informazioni, si manipolano i pensieri altrui. Non é chiacchiera, manifestazione di un soggetto che si maschera di fronte agli altri e talvolta anche a se stesso. Non può dare certezze sul piano della conoscenza scientifica Non è anonima, (…) non si nasconde dietro i vari "si dice", "é noto" o, peggio, "la scienza afferma che......".

Nella comunicazione invece: Da Gabriele Boselli, “L'insegnante e l'altro: dal rapporto alla relazione”. Postprogrammando, Rivista di cultura e pratica della scuola, n. 0, Marzo 1998.

http://www.cadnet.marche.it/ postprogrammando

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E' autorizzato solo l'uso della prima persona, singolare o plurale. Ciascuno di noi, di qualsiasi cosa parli, parla di sé, di chi é e di chi crede di essere, dichiarandosi autenticamente. Contro l'irresponsabilità della chiacchiera, la comunicazione é (…) compartecipazione di una verità testimoniata personalmente da qualcuno (…).

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La comunicazione si rivolge ai diretti interessati, non "parla a nuora perché suocera intenda", non gioca di sponda, non attua intenzionali sfumature di ambiguità.

In positivo -

Si parla da soggetti a un soggetto sempre in qualche misura immaginario, usando i codici linguistici dell' Altro. (Lacan) A volte l'immaginazione dell' Altro individuo e la nostra si incontrano.

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Parlare a qualcuno é parlare qualcuno, penetrare con la parola nel suo mondo (…) e alterarlo, renderlo altro da ciò che era. Ma, per principio di reciprocità, é anche accettare di esserne parlati.

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Entrare in comunicazione é entrare in trans-formazione, assumere una nuova forma passando attraverso i territori della conoscenza e del vissuto di coloro con cui si viene in relazione. Dopo ogni reale atto di comunicazione non si é più gli stessi.

Ogni comunicazione autentica vede morire una parte di noi e un'altra nascere. Mi sorge spontanea una domanda: ciò che avviene nei 200 giorni di scuola tra me e gli allievi, che cos’è? Vado a cercare sul dizionario dei sinonimi: “comunicare” è scambiare opinioni, incontrare, essere in contatto, incrociare, prendere parte… Ma io a scuola… cerco di farmi ascoltare, incalzo, suggerisco, predico, ripeto, ripeto, ripeto e ...vado in crisi!!! Vi consigliamo di chiedere ai ragazzi cosa pensano del comunicare. Chiedete loro di raccontare “quella volta in cui hanno veramente comunicato con qualcuno”


La collezione…

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FREEDOM WRITERS.

Ispirato ad una storia vera. “Un film dotato di un buon ritmo, capace di far riflettere, senza annoiare, sulla possibilità di una convivenza e conoscenza reciproca tra realtà diverse. Giancarlo Zappoli

“Mi preoccupano le persone che credono di aver capito tutto, perché trovo indispensabile lasciarsi sempre interrogare, non dare per scontato, non sentirsi mai a posto, mai "arrivati" e quindi mettersi sempre in gioco uscendo dai propri recinti”.

D. Luigi Ciotti

Erin Gruwell è una giovane insegnante di lettere al suo primo incarico in un liceo. Siamo a Los Angeles nel 1992, poco dopo gli scontri razziali che avevano messo a ferro e fuoco la città. Erin si vede affidare una classe composta da latinoamericani, cambogiani, afroamericani e un unico bianco. Provengono tutti da realtà sociali in cui il degrado e la violenza costituiscono parte integrante della vita quotidiana. Le istituzioni li vedono come un peso morto da "parcheggiare" in attesa che tornino nella strada. "La Gruwell" (così prenderanno a chiamarla i ragazzi) non si arrende né di fronte all’istituzione né di fronte agli allievi che inizialmente la respingono convinti che sia l’ennesima insegnante disinteressata al loro vissuto. Riuscirà a convincerli ad uscire dalla gabbia delle gang e a guardarsi dentro scrivendo dei diari che diverranno un libro. Ispirato a una storia vera, con un premio Oscar che crede così tanto al

progetto da divenire produttore esecutivo, con un coprotagonista come Patrick Dempsey (il Dottor Shepherd di Grey’s Anatomy) Freedom Writers appartiene alla categoria dei misteri della distribuzione italiana. Non si capisce cioè perché non sia passato in sala ma sia stato relegato nelle uscite in dvd. È infatti un film dotato di un buon ritmo capace di far riflettere, senza annoiare, sulla possibilità di una convivenza e conoscenza reciproca tra realtà diverse costrette al degrado e quindi capaci si vedere nell'altro solo il nemico. La Swank è assolutamente credibile nel ruolo di un'insegnante apparentemente fragile, ma così determinata nel perseguire il suo progetto da mettere a repentaglio anche la propria vita privata. Altrettanto lo sono i giovani interpreti tra cui spicca April Lee Hernandez nel ruolo di Eva, una giovane latinoamericana che riesce ad uscire dalla logica soffocante delle gang grazie a un doloroso percorso di maturazione.

Un film di Richard LaGravenese. Con Hilary Swank, Patrick Dempsey, Imelda Staunton, Scott Glenn, April Lee Hernandez. Drammatico, Kids+13, durata 123 min. - USA, Germania 2007. - Universal Pictures


La bussola…

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… Quando … " Forse gli adulti devono imparare ad ascoltare.

Ci sono autori che hanno il coraggio di scuotere … … e l’ago della bussola torna ad indicare la rotta.

E quando dico “adulti”, non mi riferisco soltanto ai genitori, ma anche agli insegnanti, perché questi problemi comunicativi ci sono in ogni ordine di scuola…

Quando in una scuola dell’obbligo si raggiungono punte del 20% di inadempienza.

Sono stato docente e ho vissuto l’incomunicabilità di questi alunni, la famosa “scena muta”, i silenzi di chi siede sempre all’ultimo banco, l’emarginazione degli imbranati, gli alunni dispersi, i bulli, i docenti impotenti, i consigli di classe in cui si parla solo di voti e di medie, i bocciati e i ritirati, i genitori in lacrime.

Quando esiste un tacito accordo sull’indesiderabilità di questi ragazzi, perché sono quelli che danno più fastidio.

Da questo bisogno di dare parola a loro, ai nostri figli e ai nostri alunni, è nata l’esperienza dei centri d’ascolto a scuola, un posto dove i ragazzi possono parlare ed essere ascoltati, al di fuori della loro famiglia. " S. Abruzzese (Dalla prefazione dell'autore)

Quando in questa scuola il capo d’Istituto combatte il fenomeno segnalando i nominativi degli inadempienti al Tribunale per i minorenni.

Quando un capo d’istituto si fa rilasciare una dichiarazione dai genitori dell’alunno inadempiente, nella quale si impegnano a provvedere personalmente all’educazione e all’istruzione del figlio. Quando questi genitori sono semi-analfabeti. Quando si giunge alla conclusione che l’inadempienza è l’anticamera della devianza, ma la scuola non è attrezzata a fronteggiare simili problemi. Quando… si giunge alla conclusione che la colpa è della famiglia e che la scuola non può sostituirsi alla famiglia.

Quando i docenti litigano sulle strategie didattiche e si lanciano accuse alla presenza dei ragazzi. Quando un insegnante dice che bisogna essere autoritari con certi delinquenti, mentre altri insegnanti dicono che non rinunceranno mai a essere democratici. Quando in questa classe ogni docente crede di imporre le proprie regole. Quando i ragazzi hanno capito che le loro regole valgono di più perché unanimi e condivise. Quando in una scuola media superiore si dice “l’inadempienza scolastica non è un problema, perchè non c’è più l’obbligo scolastico”. Quando i professori interrogano, ma non dicono che voto scrivono sul registro, perché “sono affari miei” Quando in un consiglio di classe emerge che un allievo ha ottimi voti in tutte le materie, tranne una, dove ha “2”, ma quel “2” non si tocca perché si deve rispettare la dignità e l’autonomia del docente, quando per evitare discussioni fra colleghi, si decide di rimandarlo in t i

Quando succede tutto questo, allora chiediamoci: QUAL è IL RUOLO DELLA SCUOLA ? S. Abruzzese, Un posto per parlare, l’ascolto a scuola - La Meridiana. ISBN: 88-89197-72-2 .


C’è posta per ….

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Caro Fazio, … ecco il nostro elenco. “Vieni via con me” è un’altra cosa. Lo dicono tutti. L’abbiamo guardata anche noi e ci piace l’idea di una trasmissione dove non ci sono più contradditori urlati in cui nessuno ascolta. Avevamo lamentato tante volte il fatto che i dibattiti in TV fossero diseducativi e venissero imitati dai nostri allievi che trasformavano i circe-time in classe, in prove tecniche di “Uomini e Donne”. Complimenti allora a questa TV diversa dove, prima di parlare, bisogna pensare e …scrivere! Anche noi abbiamo voluto provare. Ecco il nostro elenco.

Per non perdere la rotta

10 buoni motivi per RESTARE a fare l'insegnante: 1. Perché crediamo non esista un mestiere più bello dell’accompagnare i ragazzi verso il loro futuro… che é anche il nostro.

perso e inizio a contare gli anni per andare in pensione, incontro colleghi che hanno fatto cose bellissime e mi incoraggiano a continuare.

Sei interessato a rimanere in rete?

2. Perché, quando Emanuel, il figlio del giostraio rom, entra in classe e spiega ai compagni la geografia che ha vissuto, sento che come insegnante ho ancora tanto da imparare.

7. Perché, dopo una bella lezione di letteratura in un biennio professionale, Mario, che non ha mai aperto un libro, va in biblioteca a cercare qualcosa di quello che ha sentito in classe.

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3. Perché mi piace vedere negli occhi dei ragazzi la curiosità che s’accende e fa domande e dubita e cerca risposte…

8. Perché ci piace ancora provare, sfidare, riuscire ad aprire una breccia nella noia di tanti allievi perchè sgorghi in loro una domanda…

del Gruppo Abele per gli insegnanti? Manda una mail a

scuola@gruppoabele.org

4. Perché, dopo aver speso tante energie per aggregare il gruppo classe, tutti i ragazzi giocano la partita di calcio, anche Luca, ipovedente, che i compagni “guidano” con le parole perché possa riuscire a fare gol. 5. Perché con alcuni colleghi proviamo ancora a inventare, condividere, cercare strategie diverse affinché tutti partecipino, nessuno escluso. 6. Perchè, quando penso che tutto sia

CONTATTI Gruppo Abele Settore insegnanti Telefono: 011.3841052 3315753853 Posta elettronica: scuola@gruppoabele.org

9. Perché, quando un alunno chiede "Maestro, quando c'erano i dinosauri, tu c'eri già?" - sento che ho già vissuto molto e sono sopravvissuto a tante riforme… quindi posso ancora farcela. 10. Perché a volte riusciamo a ridere di tante assurdità, incongruenze, fatiche di questa scuola … e poi ci entusiasmiamo per qualche miracolo, di quelli in cui credeva don Milani, che incredibilmente ancora accade…

La rete

“Sono insegnante di lettere in un istituto tecnico commerciale di Torino. Vi ringrazio moltissimo per l'iniziativa della newsletter perché chi come me da più di vent'anni è "dissidente" nella scuola "DELLE TRE I" ogni tanto ha bisogno di non sentirsi solo. Insegno in un corso di recupero per la dispersione scolastica: per essere in una mia classe bisogna essere stati bocciati "almeno due volte". Ci sono finita per caso, come ultima arrivata e mi sono appassionata alla sfida di riuscire ad avere una relazione con questi ragazzi che mi hanno dato tanto. Oggi è uno di quei giorni no che capitano quando litigo con i ragazzi e mi sento inutile. Durante l'intervallo, una ragazza parlava con un compagno e non si era accorta che ero lì …chiedeva "a quanto lo metti un grammo?". Mi sono sentita male e avrei voluto piangere per il dispiacere che provo per loro e per il senso di impotenza che queste situazioni mi provocano. Sono venuta nel vostro sito perché volevo trovare qualcosa di furbo da dire ai miei studenti domani e ho trovato la newsletter con quella bellissima poesia indiana..... GRAZIE !!!! Mi siete stati utili.”

…………………Buon tempo scolastico a tutti………………!


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