per educare un bambino
ci vuole un villaggio
N° 31 - dicembre 2013
Natale, finalmente! Prima era buio. Cari colleghi, questo ultimo numero 2013 è centrato sulla luce. Quando cammini al buio e fai fatica, non è una questione di oggetti. Quello che cambia è la tua percezione di essi che diventa incerta proprio perché non c’è luce a sufficienza per distinguerne le forme. Se qualcuno accendesse una lampadina, sarebbe tutto più semplice, gli oggetti non ingombrerebbero più anzi, ne apprezzeremmo la presenza. Da tanto tempo si sono spente le luci sul pensiero educativo e noi, insegnanti ed educatori, ci troviamo a lavorare al buio, a testa bassa, cercando di non inciampare, concentrati sul cosa fare qui e ora, come alla catena di montaggio, senza alzare lo sguardo a cogliere l’orizzonte per capire se ciò in cui siamo immersi è una bella prospettiva oppure una grande illusione collettiva. Fermiamoci un momento a guardarci. Siamo diventati esperti di carte, compiliamo profili, scriviamo progetti, stabiliamo programmi, emettiamo giudizi, compiliamo tabelle, definiamo traguardi (come fossimo Dio) e poi... nessun dubbio? Oh si, quanti, sussurrati sottovoce, mentre si compila l’ennesima scartoffia. Sarà forse questo l’educare? In questo nostro buio, nel quale tutto sembra essere diventato più complesso (e i problemi aumentano) ecco appare un lumino, un pensiero diverso che ci illumina una breccia. E le cose che erano d’ostacolo vengono viste diversamente... Qualcuno, che per anni ha lavorato al margine, sul confine, nello spazio dell’impossibile, riflettendo,
creando nuovi approcci, sperimentando, re-inventandosi in base alla provocazione e al contesto, qualcuno è riuscito a recuperare significati da gesti senza senso, provando ad ogni costo a trovare strade per offrire nuove chanche … Ecco. Piccole luci, alimentate dalla riflessione quotidiana sull’ agire educativo in contesti difficili. Questo numero dà ampio spazio a queste “comete” maturate in gruppi adulti (insegnanti, educatori, genitori...) che non hanno smesso di interrogarsi insieme, andando al di là dei dibattiti ideologici di totale insignificanza, ma cercando di comprendere davvero cosa fare nella complessità. Dallo spazio della riflessione condivisa, in un clima di ascolto profondo e non giudicante, continuano a nascere le idee, quelle alle quali non avevamo pensato, troppo presi dal fare e dal tempo: quell’idea diversa per accompagnare chi è affetto da ADHD, quella creativa per navigare con classi di giovani generazioni annoiate o provocatrici, oltre sé stessi, alla scoperta del filo rosso del proprio viaggio esistenziale che permette di ritrovare l’interesse e la voglia di imparare. Non tutto è come sembra, anche le situazioni più drammatiche possono rivelarsi grandi occasioni di apprendimento... per noi, innanzitutto. Con questi lumini di Natale vi auguriamo di illuminare le vostre feste, la vostra pausa vacanziera e ritrovare forza e serenità per ripartire nell’anno nuovo. G.L.
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