News insegnanti Gruppo Abele Numero 3 Dicembre 2010
Eventi Speciali: il treno della memoria “Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.”
SOMMARIO
Eventi speciali Cari colleghi… Caro amico ti scrivo… Quando a scuola si parla … Insegnanti in gruppo: mission impossibol? C’è posta per … Perché nasce un presidio Contatti
Il Treno della Memoria è un viaggio nella Storia e nella Memoria, scoperta e raccontata attraverso i luoghi e le persone che hanno vissuto il periodo della Seconda Guerra Mondiale. È uno spazio in cui i giovani partecipanti hanno l’opportunità di incontrarsi e approfondire le tematiche storiche e sociali relative a quegli anni, per farsi testimoni di quegli eventi, in un momento in cui le testimonianze
Piero Calamandrei. dirette di quanto è successo cominciano a scomparire. La tappa più intensa e significativa del Treno della Memoria è il viaggio a Cracovia, che dura in tutto sei giorni. Si raggiunge la città di Cracovia con un treno charter, ripercorrendo simbolicamente i binari che portavano i prigionieri nei campi di lavoro o di sterminio.
Vuoi partecipare con i tuoi allievi al “treno della memoria”? Informati presso http://www.trenodellamemoria.net - info@terradelfuoco.org
Cari colleghi… Dicono che quando si tocca il fondo, non resta che una cosa da fare: RISALIRE. Che la scuola abbia toccato il fondo, non è nemmeno da discutere. Vorremmo augurarci e augurarvi che il 2011 ci veda risalire la china, almeno un po’ e soprattutto ci permetta di: riscoprire il senso del nostro lavoro quotidiano; sentirci riconosciuti e ascoltati per il valore della nostra professione; essere incoraggiati e sostenuti (moralmente e finanziariamente) affinché possiamo infondere lo stesso incoraggiamento e sostegno ai nostri allievi. Dobbiamo confessarvi, però, che qualcosa sta già accadendo. Si, aldilà delle disfatte della politica scolastica degli ultimi anni, qualcosa di grande accade che tuttavia non si nota, ed è per questo che ve lo raccontiamo: qua è là, nella nostra penisola, ci sono insegnanti coraggiosi, temerari e invincibili che resistono alle tempeste, grazie ad una rete che li tiene a galla. Esistono tante reti, di tanti colori. Anche questa stessa news ne costituisce una. Insieme, in gruppo, ci si rimotiva e non ci si arrende. Si trova il coraggio di rimboccarsi le maniche nel piccolo del proprio territorio e ripartire da cose semplici, innanzitutto dal potenziale e dalla mission del nostro lavoro. Vi sembra poco? A noi pare che questa sia proprio una bella notizia per un nuovo anno diverso e condiviso. …Buon cammino a tutti!
Lo stuzzicadenti …
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Caro amico, ti scrivo…. L’anno che sta arrivando la scuola ripartirà… è la voglia di una scuola diversa la vera novità!
“Natale non è la festa della bontà. Non fatevi ingannare! Natale è la festa della giustizia”. d. Luigi Ciotti
Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’ e siccome sei andato in pensione, più forte ti scriverò. Da quando sei partito non ci sono novità, l’anno vecchio finisce ormai ma a scuola ancora tutto non va. Si esce poco anche in gita, ed è sparita la ricerca, c’è chi porta la carta da casa e si inventa una protesta. Con gli stipendi bloccati e tutte le difficoltà si scende in piazza studenti e docenti per gridare che così non va. Questa riforma è una beffa che nulla migliorerà. È la voglia di una scuola diversa la vera novità. Ci sono tanti insegnanti che non smettono di sperar e si confrontano in rete per superare l’ oscurità.
C’è chi si inventa altri orari e prova a sperimentar nuovi modelli di scuola e di vita per non smettere di educar. Vedi caro amico, cosa ti scrivo e ti dico io nella scuola ci resto per migliorar questo momento. Vedi vedi vedi vedi vedi vedi caro amico che ci dobbiamo inventare per poter crederci ancora per continuare a sperare E se quest’anno poi passasse in un istante vedi amico mio come diventa importante che a lottare ci sia anch’io. L’anno che sta arrivando la scuola ripartirà, io mi sto già impegnando è questa la novità.
Libera interpretazione del testo di Lucio Dalla
Dedicato da colleghi a colleghi BUON ANNO CHE VERRA’ !
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La collezione… Insegnanti che lavorano in gruppo:
mission impossibol? Perché è importante lavorare in gruppo? Tutta la nostra società è basata sui gruppi, soprattutto le realtà organizzative. Una prima definizione di gruppo può essere: insieme di individui che interagiscono fra di loro influenzandosi reciprocamente e che condividono, più o meno consapevolmente, interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali. Ma perché è importante lavorare in gruppo? Perché il gruppo ha a disposizione più menti per svolgere i propri compiti e riesce, perciò, a prendere decisioni e proporre soluzioni più efficaci. Perché il lavorare con altre persone risulta essere meno monotono e meno faticoso rispetto al lavoro individuale http://www.psicologiadellavoro.com
La collezione…
Gli esseri umani sono esseri sociali. Si radunano in gruppi, trovano terapeutico essere ascoltati, traggono energie l’uno dall’altro, e cercano reciprocità. Nei gruppi, viene dedicato tempo e energie a compiti che stancherebbero velocemente se si dovesse lavorare da soli. Infatti, una delle forme più crudeli di punizione che si può infliggere a un individuo è lasciarlo in totale solitudine. http://www.apprendimentocooperativo.it/
L’epoca dei geni solitari è finita da tempo. Lavorano in squadra gli investigatori, i pubblicitari, i dirigenti di un’azienda, i redattori di un giornale. La medicina chirurgica opera in “equipe”, le riprese di un film si fanno con una ”troupe”, c’è un “team” dietro i campioni degli sport più danarosi e un “brain trust” (squadra di cervelli) dietro ogni impresa economica e politica. Anche la scienza collega decine e centinaia di Istituti per le complesse ricerche nel campo biologico e medico. In tutti questi campi si coordinano le singole competenze, ma più spesso si mettono in comune idee e intuizioni, per risultati più sicuri e veloci. Allora è ormai compito della scuola insegnare concretamente i metodi della collaborazione intellettuale. Se il lavoro di gruppo coinvolge – com’è giusto – più discipline e più abilità, ogni ragazzo potrà scegliere un campo dove esprimersi al meglio e tutti saranno incoraggiati a sentire come proprio il risultato complessivo raggiunto. … A proposito: quello degli insegnanti, non dovrebbe essere un “lavoro di squadra”? Sandro Lagomarsini – Ultimo banco – Ed Fiorentine
E tu, caro collega? Lavori da solo o riesci a condividere davvero con qualcuno idee, intuizioni metodologiche, processi di insegnamento, attività …? Noi siamo giunti alla conclusione che in gruppo è più facile! Questa news nasce insieme, in quattro: uno ci mette un’idea, qualcuno ne aggiunge un’altra, c’è chi trova un testo e chi un’esperienza, c’è chi cura la stesura, chi affina i dettagli, chi pensa già al prossimo numero… … quanta fatica in meno che lavorar da soli!
C’è posta per…
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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera inviata al direttore di Canale 5 da una Scuola di Mantova
Quando a scuola si parla… di G.F. Egregio Direttore, siamo un gruppo di studenti che guarda la trasmissione televisiva “Il Grande Fratello” e lunedì siamo rimasti abbastanza sorpresi nello scoprire che in questa ultima edizione è stato ammesso il figlio di un boss di camorra. Ci sembra una vera contraddizione dire che i giovani di oggi non hanno valori e che non vogliono impegnarsi, quando la tv, invece di essere di supporto al lavoro dei nostri genitori e di molti insegnanti che si sforzano ad educarci ai valori della giustizia e del rispetto degli altri, ci indica come modelli vincenti anche chi proviene dal mondo violento della criminalità organizzata. Anche se si tratta di un programma di una tv commerciale (Mediaset), secondo noi ciò non autorizza il mondo televisivo a perseverare nella messa in onda di programmi che invece di farci conoscere ed apprezzare le scelte di tante persone semplici e oneste, ci presentano dei modelli di riferimento poco educativi. Il principale protagonista dell’undicesima edizione del GF è il giovane Ferdinando, figlio di Matteo Giordano, un pescivendolo che è morto alcuni anni fa e che negli anni ‘80 era un affiliato del clan camorrista Grimaldi, clan che a Napoli ha provocato la morte di bambini, giovani, donne e uomini innocenti, uccisi semplicemente perché facevano onestamente il loro dovere o perché si sono trovati “nel luogo sbagliato al momento sbagliato”. Non ci sembra corretto strumentalizzare la storia famigliare di Ferdinando Giordano. Crediamo che sia invece importante dare risalto ad altre notizie che dovrebbero invitarci anche ad aprire
gli occhi su come la criminalità organizzata sia fortemente presente anche nella nostra regione. Alcune domeniche fa, alcuni di noi hanno sentito al tg la tragica notizia che una coraggiosa donna di 35 anni, Lea Garofalo, mamma di una ragazza della nostra età, proveniente dal mondo della ‘ndrangheta, ma che aveva scelto di collaborare con la giustizia e lasciata senza protezione perché le sue rivelazioni non erano state ritenute significative, è stata sequestrata in pieno centro a Milano e poi è stata prima torturata, poi uccisa e poi sciolta nell’acido a Monza… Noi non ce la prendiamo con Ferdinando che ha chiesto di partecipare al programma televisivo, ma con gli organizzatori della trasmissione che, per attirare l’attenzione dei telespettatori, prevalentemente giovani, hanno dato molto risalto alla parentela con un camorrista. Noi che, attraverso la scuola, abbiamo in questi anni avuto l’opportunità di conoscere le storie di alcuni figli e genitori di vittime di mafie e di tanti cittadini che continuano a pagare a caro prezzo il loro impegno per la legalità, facciamo fatica a pensare che questo programma e la presenza di un giovane con una storia famigliare difficile, possa non offendere e aumentare le sofferenze di tanti famigliari delle vittime delle mafie e anche di tanti cittadini che silenziosamente e con fatica continuano a lavorare per regalarci un paese più civile. Approfittiamo della disponibilità del suo giornale per lanciare l’appello ai giovani di usare tutti i mezzi che abbiamo a disposizione (esempio Facebook o altri strumenti mediatici) per manifestare la nostra protesta a questa scelta infelice e irrispettosa del dolore di tante famiglie.
GLI STUDENTI E LE STUDENTESSE DELLE CLASSI 2B E 2C DELL’ISTITUTO SUPERIORE “BONOMI-MAZZOLARI” DI MANTOVA (ottobre 2010)
La bussola …. Pagina 5
Forse non lo sapete, ma qua è là in Italia gli insegnanti si organizzano e provano a trovarsi in gruppo per condividere idee e buone prassi, per aiutarsi, sostenersi e incidere di più: ci sono i gruppi di confronto vari, alcuni nascono spontanei dopo una formazione del Gruppo Abele, altri aderiscono a proposte strutturate come i presidi di Libera. Ecco cosa ci racconta la referente di un gruppo appena nato: il presidio insegnanti di Perugia.
Perché far nascere un presidio insegnanti di LIBERA SCUOLA ? Perché le idee e le conoscenze senza le esperienze non ci bastavano più.
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scuola@gruppoabele.org
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Con una scuola che ci fa sentire degli impiegati amministrativi non andavamo d’accordo. Volevamo tornare ad essere liberi. Chi meglio se non LIBERA poteva accoglierci con la sua concreta, quotidiana, testimonianza di democrazia? Così abbiamo iniziato a lavorare con Walter, Leandra, Pinuccia, Flavia e tutta la grande famiglia di Libera a Perugia che nel corso degli anni, ci ha fatto crescere, comunicare, pensare. Grazie a loro abbiamo creato nuove forme di relazione con i nostri studenti che ci hanno dato risposte positive e adesioni spontanee e sincere. Gli vogliamo bene anche per questo. E poi ci siamo resi conto che ci divertivamo e ci volevamo bene anche noi, indipendentemente dalla Scuola di riferimento, dalla città o luogo di provenienza. Educare attraverso la relazione, la condivisione, l’esperienza sul campo – della legalità, dell’impegno, dell’informazione reale sui problemi veri di questo Paese – ci ha permesso di sentirci meno soli di fronte a questo snodo fondamentale dell’esistenza che è appunto l’educare. Siamo cresciuti, in numero e
consapevolezza e quando Walter ci ha chiesto un impegno stabile e continuativo abbiamo detto si, lo facciamo; ci stiamo a diventare testimoni intelligenti e sensibili di un percorso che parta dalla scuola per arrivare nel territorio e crei nuovi mondi educativi e una socialità diffusa che si è persa e va invece ricostruita perché fondativa della democrazia. Il Presidio di Libera è a Perugia, coinvolge scuole di ogni ordine e grado e lavora quest’anno a tre temi: 150 anni di Unità e nascita delle mafie; mafie Il narcotraffico come economia dell’illegalità; dell’illegalità Giornata della della memoria: ricorda una vittima della mafia. Infine: stiamo pensando ad un coordinamento a livello nazionale perché sappiamo che in altre regioni, altri Presidi di Libera Scuola esistono e operano attivamente per restituire alla Scuola la sua funzione vera e primaria: diffondere idee, conoscenze ed esperienze. Ci piacerebbe creare un rete che non sia solo via e-mail o tramite l’ottima news del Gruppo Abele, ma riesca piano a piano a creare momenti di incontro, dal nord al sud, per conoscersi e riconoscersi in modo più forte. Vi aspettiamo! Antonella Guerrini.
Volete far nascere un gruppo insegnanti?
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Sul prossimo numero la proposta delle 5 W per un gruppo insegnanti: • • • •
WHO «Chi» WHAT «Cosa» WHEN «Quando» WHERE «Dove»
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WHY «Perché»
Buon anno a tutti!!!