News insegnanti Gruppo Abele Numero 4
Eventi Speciali: ritorno a Barbiana
Gennaio 2011 SOMMARIO:
Grande fermento tra chi ama sognare… come noi!
Eventi speciali: Nell’ambito del progetto Albachiara si sta ipotizzando un convegno per insegnanti di tutt’Italia a Barbiana. Tema:
Ritorno a Barbiana Grazie Gramellini! Cari colleghi… Giochi di parole
RITROVARE RITROVARE ORIZZONTI DI SENSO: educare ai tempi, ai luoghi, ai modi
Ma siamo capaci di ascoltare? Libri di testo, che delusione!
A matita, sull’agenda segnate date probabili : 9 e 10 aprile 2011
L’aratro della libertà. Le 5 W per un gruppo insegnanti
Grazie Gramellini! Era necessario un altro punto di vista
Nipotini di Wikileaks Una maestra elementare di Aosta si appisola durante il compito in classe. Le belve dietro i banchi estraggono l’arma letale - il telefonino - e documentano la pennichella dell’insegnante per poterla spiattellare ai genitori e alla preside, che sospende la bella addormentata. Aiuto. Cominciamo col dire che, quando una maestra si appisola (e da che mondo è mondo le maestre ogni tanto si appisolano), un bambino bene educato si mette a copiare il compito del compagno di banco o schizza in corridoio per fare a botte con gli amichetti. Invece questi microsadici non muovono un muscolo e sferruzzano ossessivamente sui telefonini come reporter d’agenzia pur di immortalare la defaillance della disgraziata. E i genitori? Intanto è mostruoso che non trovino mostruoso armare delle creature di appena otto anni con la pistola dei ficcanaso. E quando poi le creature gli sventagliano sotto il naso lo scoop del secolo, invece di redarguirli per la mancanza di rispetto nei confronti della Signora Maestra e requisire loro l’arma, che fanno? Corrono dalla preside a chiudere il cerchio della delazione, imponendole di fatto la sospensione della reietta. L’eccesso di tecnologia abbinato alla carenza di autorità sta producendo una genia di sfrenati spioni. Nessuno può più sentirsi tranquillo in nessun posto: un clic di tuo figlio e finisci immortalato su Facebook mentre saccheggi in mutande il frigo di casa. Urgono contromisure alla modernità. Che in ogni scuola si approntino stanze foderate di metal detector in cui una maestra possa andare ogni tanto ad appisolarsi in pace. La Stampa - 12 gennaio 2011
Cari colleghi… Cari colleghi, non addormentatevi in classe, per carità!!! Oggi più che mai dobbiamo tenere gli occhi aperti!! Quando entriamo in classe si apre una sfida: riuscire a raggiungere la mente e il cuore dei ragazzi che ci sono affidati… e non è facile, visti gli stimoli che li bombardano. Ma non diamoci per vinti. Chi lavora in prima linea, nelle le scuole di seconda Chance, ci suggerisce una strada molto semplice: la cura della relazione. È il dialogo che fa la differenza! E un ricordo può esserci d’aiuto… Il nostro caro maestro era un vero punto di riferimento per molti di noi, attento a tutto, imponente e appassionato, nonostante fosse alle soglie della pensione. Solo un difettuccio: a volte, data l’età e qualche problema digestivo, dopo l’intervallo, s’addormentava … una pennichella di 3 minuti. Noi lo guardavamo ridendo, come si fa con un caro nonno, poi ci alzavamo a scambiarci figurine, rubare una merenda, sogghignare sottovoce per una barzelletta … ma lui riemergeva all’improvviso e come nulla fosse, con voce tonante, ci ridava il là e l’orchestra ricominciava a suonare. “Maestro, ma dormivi?!” “Eh sì bambini, … ma ho voluto mettervi alla prova: cosa avete fatto da soli?” Ci guardava profondamente ad uno ad uno, con tanto affetto e autorevolezza… e noi non potevamo nascondergli nulla! Iniziava così un lungo dialogo in cui tanti punti di vista si confrontavano col suo e le sue brevi “assenze” diventavano lezioni di autonomia. Il tempo scuola era un laboratorio educativo dove parlare e confrontarsi su tutto e tutto aveva sempre, prima o poi, un collegamento con ciò che era da studiare. Lo sappiamo, l’esempio è datato…ma oggi sappiamo ancora guidare i ragazzi ad apprendere dalla vita?