INSIDER magazine

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Abbazia di Sant’Andrea in Flumine ricevimenti

congressi

mostre

Esclusiva ed elegante, a pochi km da Roma, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine da secoli domina la lussureggiante Valle del Tevere. Accogliente ed esclusivo, il complesso abbaziale è disponibile per ricevimenti, congressi e mostre. La bellissima chiesa consacrata costruita nel VI sec d.c. disponibile per la celebrazione, accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima e sacra che nasce da una semplicità architettonica che ben si coniuga alla policromia dei mosaici e degli affreschi. L’ampio giardino antistante la chiesa, circondato dalle antiche mura, risulta la scelta ideale per l’aperitivo e il taglio torta. È possibile prevedere intrattenimento musicale, fiaccolata ed allestimenti personalizzati. I sobri saloni per il ricevimento con splendida vista sulla valle, possono accogliere fino a 220 ospiti. A vostra disposizione un impeccabile servizio banqueting che saprà deliziare i palati più esigenti offrendo genuinità, tradizione ed innovazione. Anno 4 •

Numero 29 •

Copia omaggio •

Marzo 2012

Loc. Abbadia snc - 00060 Ponzano Romano (RM) Tel. 0765.338310 - Mob. 3382614973 - www.abbaziadisantandrea.com




EDITORE Insider Srl Largo Messico, 15 - 00198 Roma +39 0698353089 DIRETTORE EDITORIALE Mariela A. Gizzi mrl.gizzi@gmail.com

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DIRETTORE RESPONSABILE Francesca d’Aloja direzione@insidermagazine.it AMMINISTRAZIONE Raimondo Cappa amministrazione@insidermagazine.it

Cover Rally Lejog ph ©Francesco Rastrelli

REDAZIONE redazione@insidermagazine.it Irene Cappa

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COORDINAMENTO REDAZIONE redazione2@insidermagazine.it Donatella Codonesu PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE grafica@insidermagazine.it info@csgraphicdesign.it HANNO COLLABORATO Alessandra Vittoria Fanelli Antonella De Santis Carlotta Miceli Picardi Enrico Tonali Ester Maria Lorido Fabrizio Lodi Francesco Mantica Gaetano Cascino Laura Mocci Loriana Nei Luisa Espanet Maria Laura Perilli Monia Innocenti Renata Biserni Roberta Roccati Valentina Falcinelli Vittoria di Venosa

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INTERVIEW

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NOTTE AL CASTELLO

SAPORI BRETONI

PARADISO SEYCHELLES

STAMPA Printer Group Italia Srl 800 033 772 www.printergroup.it

ANNO 4 - NUMERO 29 Periodicità mensile marzo 2012

L’INVERNO CHE VERRÀ

MOTO GUZZI V7 PROTAGONISTA

GIULIA MARTINENGO MARQUET

Brunello Cucinelli

DISTRIBUZIONE Clodia Service +39 0695218700 info@clodiaservice.it

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over story

LeJOG: VeTTURe d’ePOCA SULLe VIe deL ReGNO UNITO

è pArTITO DAllA COrNOvAGlIA AllA vOlTA DEllA SCOzIA, TrA NEvE, pIOGGIA E vENTO Il rAllY DI AUTO D’EpOCA pIÙ IMpEGNATIvO D’EUrOpA

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di Roberta Roccati - ph Francesco Rastrelli

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eve, pioggia, vento e gelo nulla hanno potuto contro i temerari 61 equipaggi partecipanti a LEJOG 2011, il rally di auto d’epoca più duro d’Europa, che prende il nome dalle località di partenza (Land’s End, Cornovaglia) e arrivo (John O’Groats, Scozia) dei 2.300 Km da percorrere in tre giorni attraverso le estremità dell’intero Regno Unito, tra sezioni di regolarità, test speciali e prove notturne senza tregua. La 17° edizione

dell’evento, organizzato dall’inglese Historic Endurance Rally Organization, è riuscita sia nell’intento ambizioso di coinvolgere equipaggi da tutta Europa, che in quello di rendere il tracciato ancora più impegnativo. Una sfida epica che mette alla prova tanto le automobili quanto i piloti e i navigatori, la cui esultanza al traguardo è certamente dovuta più alla soddisfazione per aver portato a termine il rally che alla effettiva posizione in classifica.


over story

Dal 10 al 13 dicembre la passione e l’entusiasmo hanno animato strade, fattorie, mulini, castelli, circuiti, ponti e paesaggi mozzafiato, grazie all’assistenza ammirevole di centinaia di volontari e dei meccanici che, anche nel cuore della notte, hanno allestito officine mobili attrezzate per ogni emergenza. Spettatori increduli hanno guardato Riley del 1937 guadare fiumi con l’acqua fino alla capotte, Jaguar

del ‘52 passare tra impassibili mucche nelle loro stalle, Mini Cooper del 1967 sfrecciare su circuiti di fast kart o Morgan del 1952 slittare sui tornanti innevati delle Highlands scozzesi; pub e hotel hanno accolto equipaggi stremati da 23 ore consecutive di guida, con piloti sdraiati a terra pur di riposare qualche ora, mentre i navigatori instancabili plottavano le tappe successive al lume di torce portatili.


Spirito di squadra, preparazione tecnica, resistenza alla fatica e passione per l’avventura hanno accomunato gli equipaggi che, durante la tradizionale cena di gala di fine evento, si sono già dati appuntamento per l’edizione 2012 (1-4 dicembre), durante la quale si rinnoverà il servizio di noleggio auto “Arrive and Drive”, offerto dagli organizzatori a coloro che vogliano cimentarsi nell’impresa senza temere di mettere a repentaglio la loro auto d’epoca. Se poi neppure ciò è sufficiente a smuovere l’animo dei meno temerari, costoro potranno partecipare agli altrettanto indimenticabili ma meno ardui raduni organizzati da HERO: Scottish Malts (30 aprile - 4 maggio), Summer Trial (12-14 luglio), Throckmorton (16 ottobre) ◆ www.heroevents.eu


CHÂTEAU DU BOIS GUY Nel cuore della Bretagna più suggestiva e non lontano dalla Côte d’Émaraude (considerata la costa smeralda del nord) il Château du Bois Guy accoglie l’ospite con l’immutato fascino del Re Sole di Alessandra Vittoria Fanelli Dinard - Villa Roches Brunes - ph. N. Régnier

Cote d'Emeraude

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assato nel corso dei tempi di proprietà in proprietà, dai baroni di Fougéres alla famiglia Pichot fino ai signori Gaulay di Bois-le-Bon, al debutto del XX secolo il castello venne totalmente abbandonato subendo forti danni. Nel 1994 un nuovo proprietario, con l’obiettivo di farne un hotel de charme, recupera parte del piano terra, la cappella e una delle torri del castello e lo ristruttura mantenendo inalterato il parco di diciotto ettari che lo circonda. Solo nel 2009 il Château du Bois Guy viene acquistato da due giovani imprenditori, il danese Mickael Linhoff e lo svizzero Mathias Haefeli, i quali affascinati del luogo e carichi di entusiasmo ne ampliano la struttura trasformandola in un relais di charme e, senza cancellare il glorioso passato, diventano di fatto i ‘nuovi castellani’ di Bois-Guy.

Non solo: accanto al corpo centrale del castello, arricchito dalla cappella decorata con affreschi del XVII secolo dove è possibile celebrare matrimoni religiosi e da un grande salone ideale per rinfreschi, serate di gala, cocktail e seminari, entrambi totalmente recuperati, sono state costruite alcune dépendance, inserite poi nella struttura rispecchiando, in chiave contemporanea, l’aspetto classico del XVII secolo. I segni del passato a Bois-Guy si respirano sin dal trionfale ingresso del parco ricco di piante e ingentilito da un piccolo stagno dove nuotano indisturbate veloci gallinelle, placide oche selvatiche, tenere pavoncelle e alcune poiane. A fianco un ampio maneggio dove cavalli arabi esuberanti per scatto e agilità, di grande bellezza e robustezza, gestiti da Mathias, personal trainer e istruttore, sono a disposizione degli ospiti che desiderano cavalcare in totale libertà.

L’interno dello Château, mentre la facciata esterna ha mantenuto inalterato il suo antico fascino, è stato magistralmente restaurato da cima a fondo e arredato con mobili dal design moderno firmati prevalentemente da Knoll International. Il raffinato tocco italiano, invece, è sottolineato dal lampadario Matrix (design Yaacov Kaufman) prodotto Lumina, che irradia la saletta privé riservata per le cene più esclusive. L’hotel dispone di 15 camere De Luxe e Superior, di una sala ristorante, gestita personalmente dallo chef Thierry Serrand che seduce sia l’ospite dell’hotel sia il cliente di passaggio con proposte gourmand regionali e internazionali, e di un business center completamente attrezzato con video proiettori, lavagne luminose, reti per video conferenza, in grado di ospitare da 20 a 130 persone per dancing dinner, party per matrimoni, anniversari e corporate aziendali. I due nuovi proprietari dello Château, essendo entrambi interessati all’arte e al design, e desiderando aprire il castello anche ai residenti delle cittadine vicine Fougéres e Parigné, hanno disposto di ospitare mostre d’arte, esposte sia all’interno che all’esterno della struttura come l’ultima esposizione del giovane artista italo-tedesco Timon Monti (nome d’arte Timonti) che ha presentato, tra le altre opere di grande impatto visivo, l’istallazione ‘Tassel Theatre’ realizzata appositamente per il cortile d’ingresso del castello e una serie di quadri


esort

Una suite

Saletta privata - lampadario Matrix di Lumina con Guy - ph. Y. Gautier

‘Tamara meets Timonti’ dedicati alla grande e affascinante pittrice polacca dell’Art Déco Tamara de Lempicka. Tra le novità della prossima estate lo Château inaugurerà una Spa ecologica interamente realizzata e arredata solo con mobili in legno. È inoltre prevista la realizzazione di un campo da golf biologico di diciotto buche, progettato con particolare attenzione al rispetto dell’ambiente in modo da mantenere inalterato il fascino del luogo. Lo Château è anche situato in posizione strategica per raggiungere facilmente alcuni dei villaggi più suggestivi della Côte d’Émaraude, che si affacciano sul canale della Manica. Ad esempio Dinard, la rinomata stazione balneare contrassegnata dalla villa Roches Brunes di stile neo-Louis XII, destinata a diventare, grazie ad un accurato restauro, futura residenza degli artisti bretoni. Qui è d’obbligo una sosta al Breizh Café per gustare le ostriche Tsarskaya de Cancale, il grazioso villaggio che dista solo pochi chilometri e ‘assaporare’ la brezza marina proveniente dall’Atlantico. Assolutamente da non mancare inoltre una visita a Saint Malo, la famosa città di costiera fortificata, ricca di eventi soprattutto estivi, che accoglie e lascia incantati dalla maestosità della suoi bastioni. E lo Château du Bois Guy è un resort di tale fascino che invita i suoi ospiti a godere dell’incanto del tempo in un contesto e un allure contemporanei ◆ www.bois.guy.fr www.bretagne.35.com

TIMONTI, artista eclettico e visionario Doppia sopresa è stata riservata agli ospiti lo scorso novembre dello Château du Bois Guy di Perigné per il vernissage della prima mostra in Francia del giovane artista tedesco Timonti che, come lui sottolinea con orgoglio, ha nel sangue ‘l’eleganza italiana’ delle sue origini. Una grande esposizione, tuttora in corso, svoltasi in un luogo magico e sviluppata su due temi: la prima ‘Tamara meets Timonti’, allestita nelle diverse sale del castello è dedicata a Tamara de Lempicka, la grande pittrice polacca e femme fatale dell’Art Déco che, attraverso le sue opere calde e cariche di sensualità ha ‘sedotto’ il giovane Timonti, che oggi interpreta, rielaborandole, le suggestioni erotiche di Tamara utilizzando un segno grafico unico e raffinato che crea giochi di luce e di ombre cangianti. La seconda esposizione ‘Tassel Theatre’ è allestita nel parco del castello e sul muro della torre e presenta un’interpretazione di fiocchi reali di seta inseriti in tubi di vetro (made by Schott) che allineati formano una serie di totem trasparenti di cristallo che con le ombre della sera espandono l’effetto del bosco. Artista eclettico, Timonti gioca su diversi linguaggi visivi lasciando libero lo spettatore di vivere con fantasia le proprie emozioni. www.timonti.com

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M AGA ZINE

M AGA ZINE

BRETAGNA, UN VIAGGIO NEL BENESSERE SENSORIALE

Là dove la terra s’infrange sull’oceano Atlantico diverse beauty farm, veri templi della salute globale, regalano la bellezza per il corpo e l’anima di Alessandra Vittoria Fanelli

PornicPromenade

Hotel Alliance Pornic Baia

qui soggiornarono anche i grandi scrittori Gustave Flaubert e Albert Camus e il pittore Pierre Auguste Renoir, uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo. Ma è all’hotel Alliance che l’acqua dell’oceano, elemento essenziale della vita, trova la sua dimensione più sensoriale. Questo beach hotel, posizionato di fronte l’Atlantico e all’isola di Noirmoutier, dispone di 112 camere arredate con mobili contemporanei d’ispirazione marina con terrazze e finestre rivolte verso l’oceano o verso il patio a prato inglese, oltre a 6 suite Junior e 2 suite denominate Atlantique e Océan. L’hotel è circondato da un’ampia terrazza pavimentata con doghe di legno che ricordano il ponte di una nave, dove si trovano il ristorante e il bar La Terrasse e il centro di talassoterapia Espace Forme. Nel palazzo attiguo, un edificio liberty sede dell’ex-casino di Pornic, trovano posto il ristorante panoramico La Souce e il bar Le Phare e i pontili che portano direttamente sulla baia dove, spettacolo unico, si può ammirare il gioco della alta e bassa marea che lascia, come ricordo, la spiaggia ricoperte di conchiglie. L’Espace Forme è dedicato alle diverse terapie legate al benessere e alla bellezza. Diretto con grande professionalità da Marie-Noeˇlle Veillet-Berry, il centro dispone di molteplici cure: la remise en forme, il bio-Détox e bio-Thalasso & secrets du monde, in pratica un cura di sei giorni con massaggi profumati differenti; il Bio-Sensorielle Mer, un viaggio energetico a base di prodotti biologici della litorale atlantico e la Silhouette che rimodella il corpo a base di docce alternate di alghe marine, supportata anche da una dieta individuale ayurvedica. Inoltre, il centro Espace Forme, il ristorante La Source e il bar Le Phare, sono aperti anche agli ospiti che non soggiornano in hotel.

travel

Hotel Alliance Pornic - Aragosta bretone

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a talassoterapia, che solo qualche anno fa significava soggiorni per persone in età e con specifici problemi di salute, ora attira un pubblico sempre più ampio e eterogeneo soprattutto in Bretagna, dove è nata questa cultura termale grazie alle acque ricche e fortemente saline. Ora, grazie anche ai nuovi collegamenti aerei di Air France da Milano e Roma per Nantes, grazie ai quali si raggiunge il litorale selvaggio di questa costa atlantica, arrivare ai principali centri di talassoterapia vicini all’oceano diventa una piacevole vacanza abbinata al benessere. Dopo una breve sosta a Nantes, ex-capitale dei duchi di Bretagna e porta d’ingresso dei Pays de la Loire, nonché città colta e affascinante (già capitale della cultura 2012) che ha dato i natali a Jules Verne, il viaggio verso uno dei centri talasso più suggestivi conduce a Pornic, magica baia che si affaccia su questo frastagliato angolo dell’oceano. Qui si trova l’Alliance Pornic Resort Hotel Thalasso & Spa, un beauty hotel collegato al villaggio da una promenade che costeggia la costa. Pornic è considerata, grazie alla sua privilegiata posizione, una cittadina balneare che vive tutte le quattro stagioni sempre soleggiate: spiagge, piscine e sport nautici. Città medievale e marittima, Pornic vanta anche la fama di essere stata la residenza di Barbablu. Infatti all’ingresso del suo porto si trova il tetro castello dei Signori di Rais, praticamente una torre difensiva risalente al IX secolo, costruita per difendersi dalle invasioni vichinghe, dove si racconta circoli ancora il fantasma del famoso Barbablu. Per visitarlo è necessario prenotare una visita perché il maestoso maniero è chiuso al pubblico, si dice, proprio per non far uscire il fantasma. Un’emozione da non perdere, considerato che

Pornic - prodotti regionali


Hotel Sofitel Quiberon Thalassa & Sea Spa

Relax in spiaggia

Piscina esterna

Si lascia Pornic dopo il weekend corroborante all’Alliance Pornic Resort Thalasso & Spa e una breve sosta a La Fraiserai, un atelier-confiture dove la fragola è il frutto principale di tutti i sorbetti e i macarons: un gusto autentico e indimenticabile. Quindi il viaggio nel benessere prosegue verso la penisola di Quiberon, rinomata stazione climatica e uno dei più importanti centri di talassoterapia dove sul burrascoso oceano si affaccia l’hotel Sofitel Quiberon Thalassa & Sea Spa, un quattro stelle lusso recentemente ristrutturato in perfetta armonia con l’ambiente naturale e selvaggio circostante. Anche in questo caso adiacente all’hotel si trova il centro di talassoterapia che invita al relax e al benessere con programmi di trattamento individuali. Non solo, annesso all’hotel si trova il Sofitel Diététique, per chi desidera effettuare un rigorosissimo regime dietetico. Il Sea & Spa offre tutti i trattamenti classici di wellness e di bellezza: la mise en beauté, l’expérience marine (tonica e essenziale) e un intenso programma di attività fisica per l’equilibrio e la corretta postura. L’hotel appartiene da lungo tempo alla storia stessa della Bretagna e della talassoterapia. In questa terra di coste selvagge dove è nata la leggenda di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, contraddistinta da immensi allineamenti megalitici, la vicina Quiberon racconta la sua leggenda di arte e di storia. La Bretagna, infatti, non è solo un ‘oceano’ di coccole che con la sua acqua accarezza regalandoci benessere e il viaggio in questa terra che risale all’Alto Medioevo è anche un’immersione nella antica e interessante cultura bretone ◆ Suite vista mare

INFO GUIDE

Viaggiare Air France da Roma (via Lione) e Milano (diretto) per Nantes e Rennes Dormire Hotel de charme & Spa Pornic: Hotel Thalasso Pornic www.thalassopornic.com Quiberon: Sofitel Thalassa Sea & Spa www.accorthalassa.com Informazioni Turistiche Bretagna Pornic: www.ot-pornic.fr Quiberon : www.france-voyage.com Informazioni in Italia: www.franceguide.com Quiberon costa selvaggia


Il pArADISO è NEI MArI DEl SUD

il leggeNdario arcipelago delle seychelles è la destiNazioNe ideale per gli amaNti del mare e della Natura iNcoNtamiNata: uN graNde parco Naturale terrestre e mariNo accoglie fra impoNeNti coNformazioNi graNitiche e acque cristalliNe

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entoquindici isole incontaminate, un esteso parco naturale che vanta una rigogliosa flora e una fauna in molti casi endemica, paesaggi mozzafiato in cui le grandi conformazioni granitiche levigate dal mare si fondono nelle acque cristalline. È un paradiso, quello delle Seychelles, di cui tutti hanno sentito parlare, ma che saprà sempre stupire chi vi si avventuri per soggiornare in uno degli esclusivi resort sulle isole private, nei piccoli bed&breakfast a conduzione familiare o, meglio ancora, per un tour marino a bordo di uno dei molti catamarani a disposizione presso i charter. Sospese nella parte occidentale dell’Oceano Indiano, le circa quaranta isole che circondano Mahè, centro principale dell’arcipelago, sono fra le più antiche isole granitiche del

mondo. A Mahè sorge la capitale, Victoria, con il caratteristico mercato e quel che rimane delle vestigia del passato coloniale (prima francese e poi inglese). L’isola principale, insieme a Praslin e La Digue, forma il gruppo delle Inner islands, cuore economico e culturale dell’arcipelago nonché sede delle maggiori strutture alberghiere. Queste isole sono caratterizzate dall’imponente conformazione granitica ricoperta da una folta foresta tropicale che degrada su spiagge tra le piu spettacolari al mondo. Le Outer islands sono invece atolli corallini con candide sabbie bianche e una barriera popolata da pesci variopinti e tartarughe marine. Ovunque nidificano innumerevoli specie aviarie, protette come tutta la fauna locale: la rana più piccola della terra, la tartaruga gigante più pesante del mondo, l’unico uccello dell’oceano indiano incapace di volare.

Aerial Felicite & Coco Island - ph Raymond Sahuquet

di Donatella Codonesu - ph Seychelles Tourism Board Italy

ph Tony Baskeyfield

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Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere

C. Goldoni

ph Raymond Sahuquet

Clock Tower - ph Raymond Sahuquet

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Aiutate da un clima invidiabile, le Seychelles sono davvero un paradiso: sempre caldo, ma senza estremi, con una temperatura ideale che rimane fra i 24°C e i 32°C e un’umidità che si fa maggiore solamente a gennaio-febbraio. Tra i tesori locali, anche due siti patrimonio mondiale dall’UNESCO: la Vallee de Mai, a Praslin, antichissima foresta a lungo creduta il Giardino dell’Eden, dove l’incredibile Coco de mer cresce allo stato naturale e l’Aldabra, l‘atollo di corallo emerso più grande del mondo, avvistato da marinai Arabi già nel IX secolo A.D.

ph Raymond Sahuquet

North Island bath - ph Chris Close

ph Donatella Codonesu

ph Raymond Sahuquet


Lion Fish - ph Tony Baskeyfield

ph Raymond Sahuquet

La popolazione, che nel 1976 ottenne l’indipendenza dal Regno Unito e divenne una repubblica all’interno del Commonwealth, conta oggi meno di 90mila abitanti e riflette le proprie radici multietniche: europei, esiliati politici, schiavi liberati, avventurieri, mercanti di origine araba e persiana, indiana e cinese convivono un una dinamica ma tranquilla società. La commistione di razze, culture e credi è evidente nell’architettura e nella cucina (che vede un largo uso dei frutti locali e degli ottimi i curry al latte di cocco). Per organizzare la vostra vacanza in una delle ultime frontiere, fra paesaggi mozzafiato e un ambiente incontaminato, potete partire dalla consultazione del sito ufficiale per il turismo locale: www.seychelles.travel/it/home/index.php ◆

travel

ph Raymond Sahuquet

ph Donatella Codonesu

Turtle - ph Tony Baskeyfield

Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245 info@sartoria-al-corso.roma.it - www.sartoria-al-corso.roma.it


L’INVERNO CHE VERRà

collezioni autunno/inverno 2012-2013

he donna sarà quella del prossimo inverno? Soprattutto sulle passerelle di Milano il vento è cambiato. Sono scomparse completamente le escort, non certo per lasciare il posto a delle rigorose e austere signore. C’è una moda decisamente più portabile e non adatta solo a fisici da top model. Si è vista una grande attenzione alla vestibilità, alla ricerca di materiali, sempre più confortevoli e d’effetto, ai tagli di alta sartorialità. Niente minimalismo mortificante, ma una profusione di tessuti preziosi e di dettagli lussuosi. Il tutto improntato a una femminilità chic, per una seduzione misurata ed elegante. Spariti quasi completamente i coup-de-théâtre, salvo qualche sporadico caso tra i giovani stilisti, incapaci toppo spesso di trattenere l’entusiasmo creativo e guardare al mercato. Tra le tendenze più forti il patchwork, la capacità cioè di unire materiali diversi, sovente a contrasto, nello stesso capo. Il lucido e l’opaco, piuttosto che il pesante tweed con il delicato voile o con lo chiffon. Molti gli inserti in tessuti o in colori diversi. Una volta è una banda che attraversa un capo dall’alto al basso, altre è un profilo lungo un pantalone o una giacca, altre sono le due o una sola manica a contrasto con il resto in un cappotto. O ancora l’abito o il giaccone di un colore sul davanti e di un altro sul dietro.

Missoni

Burberry

Gianfranco Ferré

Genny

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Angelo Marani

di Luisa Espanet


Nuova collezione • Primavera - Estate 2012

Les Copains Simonetta Ravizza John Richmond

Moschino Dolce&Gabbana Moschino

John Richmond

Via Germanico, 216 - Roma (angolo Piazza dei Quiriti, nel cortile) Tel. 06 36000430 9.30 - 13.30 / 15.30 - 19.30 dal lunedĂŹ al sabato


Pçarrot

kids

Elsy

Fendi Junior Boy

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hi pensava che le giacche da bambino potessero essere solo i giubbotti, i blazer blu da college o qualche squallido capo cerimonia per lui, si sbaglia. Per la primavera-estate sono previste giacche che non hanno niente del “nano prêt-à-porter”, anzi sono divertenti, fresche e perfette per i minori di 12 anni. Fendi Junior ne propone una per lui, ma adatta anche a lei, a tre bottoni in cotone chiné sull’azzurro con fodera e profili della tasca bianchi. Elsy ha creato una giacca in cotone a righe con profili in maglia grigi, esclusivamente per la bambina, da indossare con gonne o jeans. E anche il piccolissimo avrà la sua giacca. Quella di RC New Born , il marchio per neonati di Roberto Cavalli, è in lino bianco con inserti a righe sui revers e sulla tasca. Quella di Moschino Baby Kid, solo per le femmine, è in cotone turchese doppiopetto bordata di pizzo Sangallo all’orlo e ai polsi. Come scarpe, sempre in pole position, la ballerina per lei e la sneaker per lui. Come quelle di P Zero ◆

Moschino Baby Kid

Blumarine Ermanno Scervino

Gabriele Colangelo per Genny ha proposto il mantello di visone tinto a strisce in diverse tonalità. Continua il revival delle pellicce, sempre più vere e sempre meno ecologiche. Tra le preferite l’astrakan, il visone rasato e non, lo shearling usato da entrambe le parti, e la volpe soprattutto in nero, che si riconferma colore protagonista. Da Simonetta Ravizza e da Les Copains ha dominato la passerella. Molto bianco invece da Blumarine: pantaloni, cappotti, giacche abiti, con solo qualche flash di pellicce di mongolia ipercolorate. Una decisa presenza anche di bianco e nero, sia in stampati versione optical sia per inserti, dettagli e accostamenti di capi. Immancabile una presenza di beige in tutte le gradazioni fino al cipria e di oro, non necessariamente usato per la sera. Un certo ritorno della giacca con le spalle segnate, ma senza arrivare agli eccessi da donna manager anni Ottanta. In genere è piuttosto corta, morbida con la fluidità e il confort di un pullover. Molti i pantaloni, da quelli aderenti e fascianti a quelli con pinces o addirittura triple pinces, larghi ma mai clowneschi, fino ai jodhpur di Ermanno Scervino ◆


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Lardini

GIACCHE E GLAMOUR

Brioni

Tonello

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l luogo comune dell’uomo in giacca e cravatta, noioso e ragionieroide, retaggio del Sessantotto è decisamente sepolto. E non è indispensabile accoppiare il blazer ai jeans, d’uso negli anni Ottanta, per dimostrare di essere creativi. Ora ci sono giacche morbide da indossare come pullover oppure di colori inaspettati o ancora con dettagli alternativi, tutte quanto mai glamour. A cominciare da quelle destrutturate e dal peso piuma di Lardini, di Cucinelli o di Tonello. Per continuare con quelle in jersey di Massimo Rebecchi. Roberto Cavalli propone giacche dal taglio sartoriale e con spalle segnate, ma così leggere da portare con maniche rimboccate, nei materiali e nei toni più vari, dal classico lino beige, alle righe, ai colori forti, come il pervinca. Toni accesi anche da Brioni che osa il lino arancione. Verde bandiera per il blazer con collo sciallato di Dirk Bikkembergs. Bianco ghiaccio per quello doppiopetto di Dsquared2 portato in sfilata con pantaloni in tela blu e sandali da frate. Enrico Coveri punta su una stampa vagamente Kashmir sui toni inediti del verde e del rosa. Catene, medaglie, gusto militar-barocco per la giacca in seta di D & G, con sottili revers neri, da smitizzare con l’abbinamento di jeans strappati.


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Italian Independent

M AGA ZINE

Massimo Rebecchi

È in denim il blazer di Italian Independent, disegnato da Eric Wright. Anche i dettagli rinnovano e ringiovaniscono la giacca. Così la mancanza di collo o l’abbottonatura nascosta per quelle di Costume National, in tessuto finestrato la prima, in fresco di lana grigia la seconda. Piombo riveste di cotone grezzo i revers e i bottoni della giacca bianca. Applicazioni catarifrangenti, ispirate a Lucio Fontana, per la monopetto in raso di cotone di Julian Keen. Anche gli accessori rispondono a questa tendenza casualchic. Da Rossetti la stringata è rinnovata da dettagli effetto paglia, interamente effetto paglia il mocassino. Perfetto anche da città il polacchino in canvas di Geox. Divertissement vintage per le bicolori di Sergio Rossi ◆

Sergio Rossi


La pietra da investimento per eccellenza? Il DIAMANTE

ma il valore aggiuNto NoN è solo di Natura ecoNomica, secoNdo il desigNer romaNo giaNluca castaldi

Parure Burlesque

V promo

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olete comprare un gioiello, ma vi sentite spaesati? “Iniziate a distinguere tra un oggetto alla moda e uno da investimento, perché quest’ultimo conserverà per sempre un valore emotivo, prima ancora che economico”. Non sapete come essere certi di acquistare in sicurezza? “Ricordatevi che il gioielliere di cui fidarvi è quello che diventa anche intermediario, disposto a riacquistare in ogni momento l’oggetto che vi ha venduto”. Se mi rivolgo ad un orefice o ai Compro Oro è la stessa cosa? “I Compro oro non hanno nulla a che vedere con il gioiello e con l’oreficeria come arte, perché sono a tutti gli effetti dei ‘banchi-metalli’, spuntati in questi ultimi anni come funghi”. Ne sa davvero una più del diavolo Gianluca Castaldi, non a caso gioielliere da tre generazioni, creatore di collezioni che si distinguono per essere “una rivisitazione in chiave moderna del gioiello classico, perché in fondo è l’originalità o, meglio, l’estro, il segreto per ottenere un prodotto di successo”. Castaldi è stato promotore di una serata patrocinata dalla FIOG (federazione italiana orafi gioiellieri), a cui ha dato un titolo che è tutto un programma: Luxury night e il gioiello da investimento. Sì, perché - ci spiega - “le materie prime hanno un’evoluzione di costi crescente. Mi riferisco in particolare al diamante, che è la pietra da investimento per eccellenza, in quanto, essendo inalterabile, non perde le proprietà preziose. Così, ad esempio, l’anello che nostro nonno comprò a nostra nonna spendendo un milione e mezzo

di lire, oggi non può valere meno di 50 mila euro”. E del diamante si è parlato a lungo durante ‘l’education’ presieduta dal Dott. Fabio Massimo Cascapera (co-autore del libro Come investire in Diamanti), seguito in ossequioso silenzio dai numerosi partecipanti alla serata: facendo un tuffo nel passato, è stato spiegato - ad esempio - che le qualità della pietra sono racchiuse nel significato della parola stessa: dal greco adamas, cioè indomabile, invincibile. Un’autentica ‘forza della natura’ che può avere dimensioni e colori diversi: il diamante può nascere anche con nette sfumature sul giallo o altre rare colorazioni naturali, che lo rendono ancora più affascinante e ricercato. Serve però un’apertura mentale e culturale per capire che esiste una forma di investimento alternativa a quella immobiliare, anche perché - come sottolinea Castaldi - “oltre che per l’aspetto economico, regalare e regalarsi un gioiello può essere considerato un doppio investimento: essendo il custode di molti ricordi ed emozioni, si innesca automaticamente quel procedimento che lo farà diventare un gioiello di famiglia. Lo slogan ‘il diamante è per sempre’, dunque, non è da considerarsi soltanto come una frase pubblicitaria”. Ed è questa la differenza sostanziale che lo distingue da un gioiello alla moda, che, viceversa, “deve divertire ma non impegnare, perché poi passa. Anche se - ricorda - grazie al lavoro degli orefici, il materiale può essere

recuperato, smontato e riadattato a seconda delle nuove tendenze, purchè il gioiello in questione sia d’oro e non di acciaio, con pietre naturali e non sintetiche”. Se è vero che “il gioiello da investimento ha un budget di spesa diverso, è anche importante tenere a mente che quello che si compra non deve avere mai dei compromessi proporzionati a quella spesa”. Di questo deve essere consapevole il potenziale cliente, ed è a lui che Castaldi si è rivolto durante la serata: “bisogna ‘educarlo’ all’acquisto del gioiello, nello specifico del gioiello da investimento, in modo che possa compiere con serenità le proprie scelte. Per riuscirci, deve essere a conoscenza del fatto che, dietro ad ogni gioiello, si cela un mondo illuminato da preziosità e da bellezza allo stato puro, ma anche insidie che solo un professionista esperto, può riconoscere ed evitare”. E se è vero che l’esperienza si acquista con gli anni, sappiate che “ci sono aziende qui a Roma che sono in attività dal 1850”. La spiegazione è semplice: spesso il testimone viene passato di padre in figlio, sebbene “in realtà ad essere tramandata è la passione, che può anche nascere in una persona senza radici. Questo lavoro si impara sul campo: non esiste un libro da conoscere a memoria, non esistono Bignami, ed è anche il motivo per cui sta morendo, perché le nuove generazioni non hanno più la pazienza di imparare un mestiere”. Di certo, non esiste nessuna guida che indichi dove trovare l’ispirazione, quella Castaldi la prende da tutto ciò che lo circonda: “le collezioni

nascono e crescono contestualmente al periodo che viviamo. Ad esempio, ho sentito parlare del Burlesque, tendenza dell’ultimo anno, e ho creato una collezione omonima con la quale sto girando il mondo”. E dal sapore marcatamente Burlesque è stato lo spettacolo con cui il designer romano ha voluto emozionare i suoi clienti durante la serata: prima, una sfilata di modelle che creavano una sorta di quadri viventi e poi dei ballerini vestiti a tema, che hanno sedotto con la loro danza e con la luminosità dei gioielli indossati. Non c’è da stupirsi, quindi, che le bocche degli avventori fossero aperte, ma non per mangiare (seppur in presenza di un eccellente buffet). “L’evento - ha spiegato Castaldi - è stato un semplice momento conviviale, un modo per informare e ringraziare allo stesso tempo i clienti che mi seguono ormai da anni. In Italia non siamo abituati a questo genere di manifestazioni, molto diffuse invece in altri Paesi”. D’altra parte - continua Castaldi - “il mercato estero è letteralmente innamorato di quello che produciamo in Italia e ovunque veniamo accolti con calore. E visto che il gioiello italiano è conosciuto come quello brandizzato, quando invece c’è la presenza fisica sul territorio del designer italiano, che è anche l’artista che ha prodotto l’oggetto, si genera un’eccitazione inverosimile nell’acquirente, tanto che mi capita spesso che, dopo aver acquistato una mia creazione, vogliano fare la foto con me” ◆ Via Chiana, 55a/55b - Roma www.castaldigioielli.it

Un momento dello spettacolo

Gli ospiti durante l’education

Aleksandra e Gianluca Castaldi


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Thinking about you, Whitney DIMMI A CHE ORA CADONO LE STELLE di Carlotta Miceli Picardi

hiudere gli occhi e lasciarsi scivolare nell’acqua, cantando. Stavolta a voce bassa. Per ascoltare te stessa. Tra poco, lo sai, riflettori e microfoni si accenderanno impietosi sul tuo vivere senza essere viva. Sul tuo cercare un’emozione da regalare, tra le mille gettate alla rinfusa in un cuore troppo pieno, per avere voglia di riordinarlo. Azionare mentalmente la funzione rewind. Così il nastro si riavvolge, portando indietro immagini e suoni. Il play va in automatico e il film parte a colori. Ma continua in bianco e nero. Poi non c’è che nero. Poi, di nuovo bianco, se davvero esiste un luogo in cui ognuno ritrova la sua luce. La vasca è piena e tu non hai più peso. Il dolore non ha più peso. Sola, assolutamente sola, al timone di un battello ingovernabile che attraversa la memoria, la paura, la sconfitta, per naufragare nel bagno della stanza 434 del Beverly Hilton Hotel, a Los Angeles. All At Once, dall’inizio alla fine. Fuori dalla porta ci sono le guardie del corpo, efficienti e inutili. Quelle dell’anima, no. Resta l’abito da sera, steso sul letto di una camera d’albergo, proprio come la figlia di un amore sbagliato, irragionevole e oscuro. Povera creatura, testimone e complice incolpevole di un’esistenza gettata via, che non ha ereditato molto del tuo talento e della tua bellezza, ma tanto, davvero tanto, della tua disperazione. Ricordo il giorno in cui ti ho vista per la prima volta, nell’inverno del 1987. Da un po’ negli ambienti della musica non si parlava che della ‘nipote di Dionne Warwick’. Alta, esile, sotto una nuvola di riccioli sfuggita ad ogni condizionamento, con il vestitino blu, piuttosto castigato, coperto da una giacca di lana. Unici gioielli, la piccola croce d’argento al collo ed il cerchio sottile intorno all’anulare della mano destra. Una splendida ragazza del New Jersey, che sembrava appena uscita dalla funzione della domenica

mattina. Con una voce straordinaria, che altro non poteva essere, se non un meraviglioso dono di Dio. Nello sfilarti il cardigan, dalla manica è caduto l’anellino, finendo sotto la mia sedia, nel bar della casa discografica. L’ho raccolto per restituirtelo mentre mi dicevi con un sorriso radioso ed uno sguardo ancora senza ombre: “Thanks, it’s my good luck charm!”... Il tuo portafortuna... Chissà in che occasione l’hai perduto... Forse proprio mentre la gente di mezzo mondo girava con lo stereo a tutto volume sulle note di I Will Always Love You. O forse un attimo prima di incontrare l’uomo che mai avresti dovuto trovare sulla tua strada. Difficile far coincidere leggenda e normalità. Difficile conservare l’equilibrio emotivo per gestire fama e sentimenti. Troppo delicati, i meccanismi della psiche e troppo fragile tu, per riuscire a controllarli. Persino nell’America dei College of Education, dove da un secolo si lavora per costruire una società di individui sicuri e di successo a suon di pacche sulle spalle e confortanti ‘siamo fieri di te!’, non si insegnano le tecniche per la difesa dall’autodistruzione. Sarebbe stata certo una notte di applausi. Avresti preferito un abbraccio. Avresti voluto che qualcuno corresse a stringerti forte, per non lasciarti crollare. A fissarti negli occhi, per provare a capire. Ma le Stelle si guardano da lontano. La loro vita nelle galassie dura miliardi di anni. Quaggiù, capita di vederle precipitare prima che ne abbiano cinquanta. E sono le più luminose. Nessuno è in grado di sapere a che ora, in che luogo, in quale stagione possa accadere, per arrivare in tempo. Nessuno, incredibilmente, riesce a fermarne la caduta. Quando è inaccettabile pensare che si siano spente, non resta che continuare a ricordarle in tutto il loro splendore, in qualche modo ◆

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un rapporto un po’ diverso con i gioielli, più informale, anche per questo l’argento è vincente. Questa è la vera rivoluzione degli ultimi anni, nella quale si inserisce il nostro rapporto con alcuni orafi dal gusto contemporaneo.

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Qualche esempio? Sicuramente Boccadamo, con una proposta sempre molto raffinata: argento lavorato e swaroski (di gran moda), gioielli dalle linee molto attuali, eleganti e mai banali, che “vestono” e si possono abbinare all’abbigliamento. Creazioni originali e curate, anche nella confezione: sacchetti, scatoline e shopping bag, tutto in abbinamento di colori. Dai più semplici ai più importanti: tutti riescono a stupire chi li riceve.

Nozze di diamante in gioielleria

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Dal 1950 professionalità ed esperienza al servizio dei clienti Nicoli GIOIELLI Via Casetta Mattei, 130/132 - 00148 Roma - Tel. 066556929 www.nicoligioielli.com

Quanto conta la moda? Oggi nella gioielleria si segue molto l’andamento della moda, per esempio nei colori o lo stile, anche per questo spesso si preferiscono oggetti di acquisto più facile, da cambiare con i vestiti. Anche in questo senso lo stile delle aziende che proponiamo è molto apprezzato dai clienti.

n una zona dove la città si scioglie in una dimensione più umana, in cui ci si conosce un po’ tutti e le relazioni crescono in quella che si suol definire vita di quartiere, qui ha sede la Gioielleria Nicoli. Una vera istituzione a Casetta Mattei, che da oltre mezzo secolo testimonia il passare degli anni e l’alternarsi delle generazioni. Del resto anche qui nella gioielleria i figli sono succeduti ai padri e ora è il momento dei nipoti che man mano si fanno spazio nell’attività di famiglia, portando, com’è giusto, una ventata di aria nuova e un’attenzione maggiore ai gusti dei più giovani. Incontriamo Sandro Nicoli nel suo negozio.

Cosa è cambiato da allora? Poco, oppure tanto, secondo i punti di vista. Sono rimasti invariati la passione e il rigore nella selezione dei nostri prodotti, una serietà che è stata premiata anno dopo anno dalla fedeltà dei nostri clienti: li abbiamo visti crescere e ora serviamo i loro figli e nipoti. Ovviamente la proposta nel corso degli anni è cambiata, stagione dopo stagione, per incontrare i gusti del momento, naturalmente senza mai venir meno al classico. Questo avviene oggi più che mai grazie al confronto continuo con i miei ragazzi: il fatto di appartenere a due generazioni diverse ci permette di avvicinare i gusti di diversi clienti.

Ci racconti delle vostre origini Il negozio risale al 1950, quando mio padre lo ha aperto. Lui era un orologiaio, negli anni poi abbiamo allargato alla gioielleria, io rappresento la seconda generazione e i miei figli (23 e 28 anni), la terza, il futuro. In questi anni il negozio si è spostato di un centinaio di metri, ci sono stati lavori e abbellimenti, ma soprattutto abbiamo decisamente puntato sulla gioielleria.

Quali sono le tendenze oggi, nella gioielleria? I tempi sono diversi: la situazione generale induce più all’austerità, è ovvio, ma non si vuole rinunciare al piacere di un gioiello. Oggi l’argento è il vero protagonista. Ci sono gioielli straordinari in argento: lavorazioni accurate, design contemporaneo, grande attenzione ai gusti di oggi. Si tratta di collane, bracciali, orecchini che completano qualsiasi stile senza impegnare, facili da acquistare e da indossare. È forse

Chi acquista i gioielli? Principalmente i gioielli si regalano, si tratti del giovanissimo o della coppia di mezz’età, l’oggetto prezioso ha un significato importante, legato a un momento speciale. In genere gli uomini li regalano alle donne, ma capita anche il contrario. Quali gioielli per uomo? Oltre ai gemelli e ai fermasoldi vanno molto i bracciali, negli ultimi anni soprattutto in acciaio con linee design, oppure i tennis con diamanti neri. Come cambia se a fare il regalo è una donna? Quando una donna regala un gioiello a un uomo difficilmente poi verrà cambiato, non si può dire lo stesso nella situazione inversa...

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I partner Boccadamo

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Cosa cercano i vostri clienti? Alcuni, soprattutto i più giovani, vogliono il marchio, le persone più grandi guardano l’oggetto, il pregio e la figura. Ci sono brand che riescono ad accontentare entrambe le esigenze, come appunto Boccadamo ◆

Boccadamo opera da anni nel settore orafo-argentiero e i suoi gioielli sono presenti nelle vetrine dei grandi dealer. In queste pagine presenta la gioielleria nicoli


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hi tech di Fabrizio Lodi

E il nuovo iPhone 5 sarà... pieghevole È difficile farsi una idea “aggiornata” dell’iPhone 5. Tutto quel che possiamo leggere viene da intuizioni di blogger, appassionati e operatori del settore, che possono cercare di immaginare l’iPhone 5 come sarà, in una ipotetica linea evolutiva degli iPhone. Pare che il prossimo futuro, su cui lavorano anche LG, Nokia, Samsung e altri grandi produttori, sarà quello dei telefonini “elastici”, capaci cioè di piegarsi: non più rigidi, ma costruiti in gomma e con altri speciali materiali per vetri e alluminio. Le interfacce vocali prenderanno piede, così come gli schermi tridimensionali.
Il concetto di smartphone come “mattoncino” in tasca presto sparirà, nel 2012 comincerà l’era dei telefoni “user friendly”, ancora più semplici da utilizzare, con comandi trasmettibili anche nelle condizioni più ostiche. Il “concept” dell’iPhone 5 è stato pensato su alcuni punti cardine che potrebbero rilevarsi tali nella versione finale. Ve li riassumiamo: - Dimensioni leggermente superiori all’iPhone 4S, touch screen più grande. Se anche l’iPhone 5 sarà pieghevole, occorre rendere il telefono più maneggevole e quindi più grande. Il tasto “home” scompare per lasciare spazio ai comandi inviati piegando il telefonino (guarda bene nel video). Lo schermo più grande inoltre permetterebbe di godersi meglio il 3D nelle applicazioni e nei videogiochi. - Videocamera con zoom e camera 3D L’iPhone 5 potrà zoomare durante la registrazione dei video. il nuovo Iphone potrebbe ospitare cellule speciali, come il modulo-sensore CMOS che alcune indiscrezioni vorrebbero essere in produzione da parte di Sony per conto dell’iPhone 5, oppure i sensori che permetterebbero di effettuare riprese in 3D. Le camere 3D negli ultimi 2 anni si sono sviluppate molto grazie ad Hollywood, l’iPhone 5 potrebbe integrarle direttamente nel dispositivo con una nano-tecnologia. Perché 85 Giga di memoria? Un numero “esagerato”, dovuto al fatto che, in Europa, quanto in America, in Giappone e nel resto del mondo, nel 2012 avremo il boom delle reti 4G. Superveloci, queste reti permetteranno di scaricare a 100 mega al secondo anche sul cocuzzolo della montagna. Queste nuove infrastrutture faranno sì che gli sviluppatori di applicazioni creino prodotti ancora più pesanti. E l’iPhone 5 avrà bisogno di molto spazio.

Il grammofono in oro o argento come cassa per l’ipod Se siete amante di un certo gusto retrò e siete alla ricerca di un nuovo dock (solo altoparlante) per il vostro iPhone o iPod, il Trumstand è quello che potrebbe fare al caso vostro, soprattutto se non volete utilizzare la corrente, lasciando libero sfogo all’acustica naturale messa a disposizione dal vostro dispositivo Apple. L’azienda Pleiadi ha ideato il Trumstand, un altoparlante che non usa l’elettronica per amplificare l’audio, ma solo l’acustica naturale del diffusore a forma di corno. Con un peso di 4,3 chili, la sua base è composta da un blocco di alluminio lavorato proposto in colore argento od oro. Il corno artigianale conferisce come detto un aspetto retrò, stile grammofono del 1800. Insomma un oggetto al contempo utile ed originale ◆


Moto Guzzi V7: un classico che non tramonta mai La storica moto Guzzi, rinnovata per il 2012, è stata protagonista del Motordays 2012 che si è recentemente tenuto alla Fiera di Roma

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arlare di Guzzi significa parlare necessariamente, anche, della V7. Non si tratta di un brand come un altro, ma di un classico: correva l’anno 1967 quando quella che si può considerare la prima maxi moto italiana si impose subito nel nostro paese come una moto di prestigio, affidabile, confortevole ed elegante. Compagna di viaggio dei giovani degli anni ’80, la Moto Guzzi V7 si è trasformata nel tempo, con creatività e genio, aumentando la propria carica emotiva, migliorando la tecnologia e la robustezza. A 45 anni di distanza il rinnovamento di questa fantastica moto è avvenuto in maniera leggera dal punto di vista estetico, a testimonianza di un design riuscitissimo fin dai primi anni, ma decisamente sostanziosa da un punto di vista meccanico. La versione 2012 presenta un motore decisamente potente di cilindrata 744 cc completamente rivisto nell’area termica rispetto alla versione dell’anno precedente il che, assieme alla rinnovata componentistica interna, dovrebbe garantire un miglioramento in termini di comportamento e di performance. Nel complesso, la Casa costruttrice ha fatto sapere di avere introdotto nel motore

delle V7 del 2012 oltre il 70% di nuovi particolari, pari a oltre 200 organi meccanici inediti o riprogettati. Da un punto di vista estetico è evidente il richiamo alla V7 delle origini. Ne sono testmonianza il coperchio valvole e la scomparsa dei due collettori di aspirazione e relativi corpi farfallati: il nuovo small block è, infatti, il primo motore Moto Guzzi ad alimentazione singola. La gamma V7 per il 2012 si presenta in tre versioni: V7 base, V7 Special e V7 Racer. La nuova V7 è così una moto completamente nuova, più potente, più veloce, più parca di consumi, più ecologica, meglio rifinita e più comoda della precedente ma pur sempre bicilindrica trasversale a V di 90° con trasmissione a cardano e telaio a doppia culla. Ovvero gli elementi distintivi di una tradizione che ha le sue radici in un’idea nata nel 1967. Il best seller Guzzi è stato di recente tra i protagonisti del Motordays 2012, il Salone Moto e Scooter del Centro-Sud Italia che si è recentemente tenuto alla Fiera di Roma suscitando la passione degli appassionati, che hanno potuto provare direttamente gli ultimi modelli presto in vendita ed ammirare le acrobazie di alcuni tra i nomi più famosi del freestyle motociclistico in ambito nazionale ed internazionale ◆

Roma, Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini) Tel. 06 45200395 - info@chemoto-roma.it


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stile ed eleganza made in Italy anche su strada

La storia di Borile, costruttore di moto realizzate a mano pezzo dopo pezzo, è un esempio di come sia ancora viva la grande tradizione motoristica italiana, capace di realizzare modelli unici e di altissimo livello di Francesco Mantica

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ra il 1987 quando a Vò Euganeo, in provincia di Padova, nasceva dalla passione di Umberto Borile una piccola bottega artigianale che si proponeva di costruire moto manualmente, usando solo il miglior materiale in commercio. Quella di Borile non è la storia di un costruttore di moto tradizionale, ma di un vero e proprio artigiano che realizzava personalmente, nella sua piccola officina, ogni singolo pezzo. Le moto Borile erano

va avanti da oltre vent’anni ed è stata consolidata alla fine del 2010 quando, dall’incontro tra lo stesso Umberto Borile e la Famiglia Bassi, è nata la Umberto Borile&Co. Srl., una nuova società che si pone l’obiettivo di portare avanti la grande tradizione delle motociclette Borile. È curioso - ma forse nemmeno così tanto - che, in epoca post-industriale, tornino di moda quei prodotti che sembravano essere stati cancellati dalla meccanizzazione e omologazione del meccanismo produttivo. Se prima a dominare era l’efficienza del rapporto costo-produzione, si assiste ora a un ritorno, lento ma costante, della tecnica, intesa come abilità nella realizzazione di prodotti unici ed esclusivi, che facciano sentire tali anche chi li possiede. I modelli proposti da Borile appartengono fuor di ogni discussione a questa categoria. Emblema della filosofia Borile è la B500 Ricky, una moto unica nel suo genere e completamente fatta a mano da Umberto in soli 20 esemplari in onore dei 20 anni del figlio Riccardo, scomparso prematuramente: una scrambler con telaio in carpental, parafanghi e serbatoio in alluminio e dalle finiture particolari: i materiali sono stati lasciati naturali, metallo puro per un mezzo che deve far provare delle emozioni anche quando lo si guarda. Altro modello particolarmente interessante è la Multiuso, nata nel 2006. Una motoretta agile, leggera e tutta in alluminio, dedicata agli appassionati di moto alpinismo,

effettivamente costruite a mano, una per una, ed anche esteticamente non erano paragonabili a nessun’altra. Negli anni la continua ricerca di stile, eleganza e perfezione ha raggiunto livelli altissimi, dando vita ad una capacità di realizzazione artigianale unica in Italia, capace di proporre moto che entrano immediatamente nella testa dell’appassionato, tutto metallo e niente fronzoli, meraviglie di suoni e cromatismi. Il successo è tale che questa ricerca

ottima però anche per l’uso quotidiano e per lavori agroforestali, tanto da disporre di molteplici attacchi ai quali applicare ganci da traino, sidecar da carico, tagliaerba e così via. È una moto unica nel suo genere, semplice e adatta all’uso quotidiano, ma che si trasforma all’occorrenza anche in moto da lavoro. Un’altra proposta particolarmente interessante è la Bastard, una linea di telai in lega leggera 7020, sia stradali, sia fuoristrada che vengono prodotti e venduti completi di ruote, sospensioni, serbatoio, manubrio ecc. ma senza motore: chiunque potrà personalizzare la propria moto con il motore che preferisce. Ne sono due esempi i modelli Café e Country. In alternativa è disponibile la versione Bastard con il nuovo motore 450cc con termiche Ducati o con motore GM e cambio separato Norton. Per il futuro l’ottica è quella di perfezionare sempre più le proposte motoristiche, rimanendo però in linea con la tradizione motoristica del nostro Paese. Si spiega così il recente accordo siglato con Ducati per la fornitura dei gruppi termici. In questo senso è già in produzione la prima moto Borile costruita con il nuovo motore con termiche Ducati, la B450Scrambler. La storia delle motociclette Borile è pronta così a rinnovarsi, mantenendo però quello stile unico che ha reso famose in Italia e nel resto del mondo le nostre moto ◆ www.borile.it


il saloNe Navale appeNa coNclusosi alla fiera di roma, registra aNche quest’aNNo uN graNde successo: migliaia di appassioNati per uNa settimaNa si soNo potuti immergere Nelle profoNditÀ della Nautica, degli sport acquatici e del rapporto coN il graNde Blu

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arrivato alla sesta edizione e di certo non si fermerà qui. Dopo il grande successo degli anni passati il Salone della Nautica e del Mare di Roma è tornato, con le sue aree espositive, le sue anteprime e le meravigliose barche in esposizione. BIG BLU, questo il nome, è un Salone dedicato al grande blu, appunto, che di mare si occupa a 360 gradi, passando dalla nautica allo sport e a tutte le passioni ad esso legate. Il credito e l’apprezzamento guadagnati presso pubblico e operatori nelle precedenti edizioni hanno permesso alla rassegna romana di affermarsi tra i primi saloni nautici d’Italia e d’Europa. Costituiscono l’anima e il carattere di BIG BLU 2012 un solido trend positivo di crescita, la capacità di rinnovare un’offerta destinata al mercato del centro sud Italia e della sponda meridionale del Mediterraneo e infine la conseguente apertura in ambito internazionale. Quest’anno il BIG BLU ha confermato nuovamente il suo successo vantando numeri d’eccellenza: 119mila visitatori, 690 imbarcazioni in mostra, 537 aziende in esposizione e complessivi 112mila metri quadri dedicati alle esposizioni. Tra le aree espositive che hanno caratterizzato il Salone, gli addetti ai lavori e i visitatori occasionali sono stati particolarmente attratti dal Boat Show Roma, il Salone della Nautica da Diporto per imbarcazioni fino a 55 piedi, al cui interno si potevano trovare barche a motore di grande prestigio e attrattiva, imbarcazioni a vela, una notevole varietà di accessori, servizi per la nautica ed editoria specializzata. Molto spazio è stato dedicato anche alle scuole nautiche e ai circoli velici, ai servizi di charter per barche a vela e a motore e all’area dedicata all’abbigliamento tecnico, che con le sue curiosità e novità ha riscosso ogni anno molto successo. Degno di nota anche il Gommoshow, il Salone del Battello pneumatico dedicato ai gommoni, ai motori fuoribordo, ai package ed ai carrelli. Gommoshow si è affermato tra i saloni leader al mondo per numero di cantieri, area espositiva ed imbarcazioni esposte. Giunto alla sua undicesima edizione, ha riscontrato un grande successo di pubblico, confermandosi come un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati gommonauti. A completare l’esperienza non si possono poi non citare il World Fishing, l’area dedicata alla pesca sportiva e a tutte le attività connesse, dove erano presenti aziende italiane ed estere; e Outdoors Experience, la rassegna dedicata al Plein Air: vita e turismo all’aperto, con cui un intero padiglione è stato dedicato a dimostrazioni e animazioni per il pubblico.

aver affrontato ogni tipo di emergenza agendo con prontezza anche in gravi situazioni di pericolo e salvando vite umane, mettendo spesso a repentaglio quelle degli stessi soccorritori. La premiazione ha anche offerto la possibilità di raccontare delle storie di salvataggio, come quella spettacolare della Guardia di Finanza della scorsa estate, che è riuscita ad intercettare un natante a velocità elevata e senza nessuno a bordo che si stava dirigendo pericolosamente contro una delle spiagge di Ponza, in quel momento gremita di bagnanti. Tra i premiati: la Scuola Italiani Cani Salvataggio, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia Costiera, la Guardia Di Finanza, la Polizia di Stato e i Vigili del Fuoco. Concludendo, anche quest’ultimo BIG BLU è andato incontro alle forti aspettative che su di esso ogni anno vengono riposte. “Big Blu - ha dichiarato il Presidente di Fiera di Roma Mauro Mannocchi - ha ottenuto quest’anno il riconoscimento di Salone Internazionale, è una delle prime manifestazioni nate in Fiera di Roma e, arrivata ormai alla sua 6° edizione, si è confermata anno dopo anno uno dei nostri fiori all’occhiello”. Il Salone, ha ricordato il Presidente, “ospita al suo interno svariate tematiche legate al mondo marino, di cui la nautica rappresenta la parte prevalente ma che è supportata da altri aspetti, come la pesca sportiva, gli sport acquatici e, più in generale, il rapporto con il Mare come fonte economica, di turismo ma anche come bene da salvaguardare e tutelare’’. Mannocchi ha poi tracciato un bilancio alla chiusura del Salone: “Siamo soddisfatti ha dichiarato - del risultato ottenuto in questi giorni in cui il Mare è stato protagonista alla Fiera di Roma. Nonostante il periodo di difficoltà del settore, Big Blu si è confermato un punto di riferimento non solo per il mondo della nautica ma anche per tutto quell’indotto che vive il mare sia come risorsa che come passione” ◆ F.M.

Pier Giovanni Carta/Papernew.com

BIG BlU: lA fIErA DEl MArE A rOMA E NEl MONDO

Premiata dal grande pubblico è stata poi grande presenza di stand espositivi riguardanti gli sport acquatici: Kitesurf, Windsurf, SUP (Stand Up Padding), Canoa, Kayak e Surf, che sono stati costantemente oggetto di visite. Non a caso nel Lazio gli appassionati di questi sport sono aumentati del 19% negli ultimi tre anni, soprattutto per quel che riguarda gli sport di vela come Windsurf e Kitesurf. Un modo di vivere il mare, che abbraccia il divertimento e il benessere con l’amore e il senso del rispetto. Oltre a visitare gli stand espositivi, i visitatori hanno avuto anche la possibilità di passare dalla teoria alla pratica grazie all’Area Piscina, fortemente sostenuta e voluta da Alessandro Cochi, Consigliere Delegato per lo Sport di Roma Capitale, che con i suoi 600 metri cubi di acqua ha permesso a chiunque ne avesse voglia di provare con un istruttore qualificato le imbarcazioni a vela che la FIV (Federazione Italiana Vela) ha messo a disposizione: due Feva e cinque Optimist. E ancora è stata data a possibilità di effettuare una prova introduttiva alla subacquea nelle varie vasche presenti in Fiera. Tra i momenti più significativi del Salone ricordiamo l’inaugurazione alla Presenza del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, l’Assemblea Generale della Nautica a cui hanno partecipato le principali associazioni di settore, il varo della ReBoat, l’imbarcazione composta esclusivamente da materiali riciclati costruita dai bambini delle scuole elementari, la presentazione della ricerca di Renato Mannheimer sull’incidenza della tassa di stazionamento del Governo Monti a cura di Unioncamere, i focus tematici Outdoors Experience e World Fishing, l’area del Ministero delle Politiche Agricole Obiettivo Mare e quella dedicata alla cultura ed alla comunicazione del mare Pelagos. Menzione d’onore va infine agli Oscar per la sicurezza nautica, che rappresentano un riconoscimento importante per tutte quelle istituzioni distintesi per la sicurezza in mare, per


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Excellence Academy: la passione Jaguar per lo sport Sono stati selezionati i cinque finalisti del progetto portato avanti dalla prestigiosa casa automobilistica, in collaborazione con la Federazione Italiana Canottaggio, per premiare l’eccellenza in questo sport

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leganza, potenza, passione, prestazioni al limite, ma anche innovazione, design e tradizione. Sono solo alcune delle caratteristiche che accomunano il marchio Jaguar e il canottaggio italiano. Da questa affinità è nata l’idea della Jaguar Excellence Academy, un progetto esclusivo condotto dalla casa automobilistica specializzata in auto di lusso e sportive in collaborazione con la Federazione Italiana Canottaggio. Un progetto, quello dell’Accademia d’Eccellenza Jaguar, con cui la casa automobilistica si immerge ancora una volta nello sport di alto livello, mettendo a disposizione degli atleti emergenti più meritevoli gli strumenti cognitivi che li accompagneranno nella crescita sportiva e professionale. I cinque finalisti selezionati per partecipare alla fase finale sono stati Sara Bertolasi (Canottieri Lario), Francesco Fossi (Fiamme Gialle), Livio La Padula (Fiamme Oro), Andrea Palmisano (Canottieri Aniene) e Laura Schiavone (Canottieri Irno). La scelta di Jaguar è arrivata dopo aver attentamente analizzato i curricula sportivi ed accademici dei venti canottieri azzurri selezionati e le qualità comunicative e relazionali in base alle videopresentazioni realizzate durante i raduni e gli allenamenti. A testimonianza dell’eccellenza degli atleti prescelti, tre dei cinque finalisti hanno qualificato la loro imbarcazione alle Olimpiadi di Londra 2012 durante i Mondiali Assoluti di Bled (Slovenia): il romano Andrea Palmisano era il capovoga del quattro senza azzurro ed al terzo carrello c’era il fiorentino Francesco Fossi. Entrambi si sono laureati campioni mondiali Under 23 nel 2010, a bordo della stessa imbarcazione, e hanno poi conquistato il bronzo ai recenti Europei di Plovdiv nel settembre 2011. La varesina Sara Bertolasi, assieme alla comasca Claudia Wurzel (Canottieri Lario),

ha firmato la prima storica qualificazione del due senza femminile alle Olimpiadi ed ha poi brillato nella rassegna continentale bulgara con il terzo posto finale. Fanno parte dei rispettivi gruppi olimpici, Pesi Leggeri e femminile, anche Livio La Padula e Laura Schiavone: il poliziotto stabiese si è classificato secondo nella specialità dell’otto pesi leggeri, la vogatrice salernitana ha siglato assieme a Gabriella Bascelli (Canottieri Lario) il primo successo del remo rosa italiano agli Europei 2009. Per Bertolasi, Fossi, La Padula, Palmisano e Schiavone scatta ora la seconda fase della Jaguar Excellence Academy. I cinque finalisti interverranno in cinque eventi, previsti in sequenza nei prossimi mesi nei circoli remieri di Roma, Torino, Padova, Napoli e Milano, dove racconteranno la loro storia a contatto con il canottaggio e l’Università, illustreranno i loro obiettivi per il futuro sportivo e lavorativo e le sensazioni vissute a bordo della nuova Jaguar XK, che diventerà la loro compagna di viaggio per una settimana. Nel mese di settembre Jaguar designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi” della Jaguar Excellence Academy: una borsa di studio che consentirà di arricchire la propria formazione con un Master in management sportivo o un corso di public speaking o self management, oltre ad un corso d’inglese nella città d’appartenenza e trenta giorni in Inghilterra con il British Council ◆ F.M.

www.canottaggio.org


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Golf e ambiente: alleanza in difesa della natura

La FIG e le principali Associazioni ecologiste hanno annunciato a Roma un Protocollo d’intesa con impegni reciproci, per aprire un tavolo di confronto e intensificare un’azione comune in favore dell’eco-golf di Francesco Mantica

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Vittorio Cogliati Dezza, Costanza Pratesi, Franco Chimenti, Stefano Leoni e Giampiero Sammuri

l termine di una presentazione pubblica all’Hotel Parco dei Principi, a Roma, è stato sottoscritto un accordo tra la Federazione Italiana Golf e le principali associazioni degli ecologisti per dare una spinta ulteriore al connubio tra questo sport e il rispetto della natura. Il documento è stato sottoscritto a seguito di una serie di incontri e riunioni preparatorie dal presidente della FIG, Franco Chimenti e dai presidenti di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, del WWF Italia, Stefano Leoni, della Federparchi, Giampiero Sammuri e dalla responsabile Ufficio Ambiente e Paesaggio del FAI, Costanza Pratesi, ai quali s’è aggiunta al termine del dibattito anche la presidente di MareVivo, Rosalba Giugni. A conclusione dell’incontro, il presidente Franco Chimenti, ha manifestato la sua soddisfazione per un accordo che segna il punto di partenza, non il traguardo, di un lavoro comune. “La nostra - ha detto - è una Federazione sportiva e in quanto tale non rilascia licenze, concessioni o autorizzazioni

amministrative. Ma il golf è, fra tutti gli sport, quello che ha il rapporto più diretto con il territorio, con l’ambiente e con il paesaggio. Nell’interesse dei nostri tesserati, dei giocatori e di tutti gli appassionati italiani, intendiamo perciò favorirne uno sviluppo sempre più eco-sostenibile”. In linea con il programma internazionale GEO (Golf Environment Organization), a cui partecipano già diverse associazioni ecologiste di altri Paesi, il Protocollo individua e condivide innanzitutto “l’obiettivo primario di difendere il territorio, la natura e il paesaggio, come patrimonio dell’intera collettività e risorsa fondamentale anche per l’industria del turismo”. Da qui, una serie di impegni concreti che la FIG - nell’ambito dei compiti e delle responsabilità di una Federazione sportiva - intende promuovere presso i Circoli affiliati: dalla salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio a quella degli aspetti paesaggistici, dalla riduzione al minimo nell’uso dei fertilizzanti e dei fitofarmaci alla tutela della biodiversità, dal risparmio di acqua a quello energetico ◆


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Rommy Gianni e Luca D’Orazio il team vincitore del 23° Cortina Winter Polo Audi Gold Cup 2012 Un’edizione dal risultato incerto fino all’ultima partita sul lago innevato di Misurina

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di Enrico Tonali ph Ufficio Stampa Equi Equipe - Cortina Winter Polo-Audi Gold Cup - Diego Gaspari Bandinion - Francesca Vieceli

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Le maglie rosse di Ruinart-Montecarlo Polo Team all’attacco durante la finale con Hotel de la Poste Polo Team

i sono voluti quattro anni e cinque edizioni, dal 2008 al 2012, ma Rommy Gianni e Luca D’Orazio hanno compiuto l’impresa: conquistare nella stessa squadra il Cortina Winter Polo, la perla europea della neve ed una delle competizioni italiane più fascinose per quell’avvilupparsi, nella manifestazione, di sport puro, glamour vero, tecnica d’avanguardia. Il torneo dolomitico fa parte del Circuito polo Gold Cup, il cui title-sponsor è l’Audi, arrembante casa automobilistica tedesca dai quattro cerchi, produttrice di modelli che suscitano voglie pazze nell’uomo a quattro ruote. “Un nuovo traguardo raggiunto, grazie anche al meteo, che - dopo il freddo intenso di inizio febbraio - ha messo al bello richiamando tanti spettatori affascinati dal nostro sport, ma al tempo stesso ci ha permesso di concludere il torneo su un campo di gioco ancora praticabile”. Maurizio Zuliani presidente del Circuito Polo Gold Cup si è dovuto far largo a fatica tra la gente che il giorno della finale gremiva il Villaggio Ospitalità del 23° Cortina Winter Polo - Audi Gold Cup 2012 (dal 19 al 25 febbraio) sulle sponde del Lago di Misurina, ghiacciato al punto giusto (70 cm di spessore) per tutti e sei i giorni di gara. Notevole la presenza del pubblico pure sul perimetro del rettangolo perfettamente battuto dal gatto delle nevi, sul quale le quattro squadre - Ruinart-Montecarlo Polo Team, Hotel de la Poste Polo Team, U.S.Polo Assn. Team, classificatesi poi nell’ordine - hanno disputato un torneo, diretto tecnicamente da Claudio Giorgiutti (Presidente del Comitato Organizzatore), all’insegna del “tutti contro tutti”, sfociato in una finale per il 1° e 2° posto (conquistati rispettivamente da Ruinart-Montecarlo Polo Team ed Hotel de La Poste Polo Team) e per il 3° e 4° posto (U.S.Polo Assn. Team e Audi Polo Team).


A sinistra: L’incontro più avvincente è stato quello fra Audi Polo Team e Ruinart- Montecarlo Polo Team nelle qualificazioni, finito in parità

C.O.N.I.

F.I.S.E.

In basso: I quattro giocatori (da sx Luca D’Orazio, Rommy Gianni, Dario Musso, Nicolas Espain) di Ruinart-Montecarlo Polo Team in premiazione con la Gold Cup Audi

C.I. Casale San Nicola Società Sportiva Dilettantistica a R.L.

Caratteristica di questa edizione è stata l’incertezza, che ha accompagnato il dipanarsi delle qualificazioni, iniziate proprio con un risultato a sorpresa sotto il nevischio: la sconfitta dell’esperto Audi Polo Team (capitano Alessandro Pastorino, Benjamin Polledo, Eduardo Menendez, Francisco Menendez) ad opera di Hotel de la Poste Polo Team (capitano Davide Nanni, Ignacio Tillous, Horatio Echeverry, Paolo Santambrogio) guidato dalla matricola e new-entry del polo Nanni e con minor handicap complessivo. La temperatura calava decisa sotto lo 0° quando, nella seconda partita, Ruinart-Montecarlo Polo Team (capitano Rommy Gianni, Luca D’Orazio, Dario Musso, Nicolas Espain) non faceva mistero di puntare al bersaglio grosso surclassando U.S.Polo Assn. Team (capitani Fabio Acampora, Gif Turati, Oscar Carona, Julio Novillo Astrada, Santiago NovIllo Astrada) mentre la neve si faceva più fitta. Ventiquattrore di riposo servivano anche al cielo per schiarirsi le idee e puntare al bello nel giorno successivo, quando gli avversari si incrociavano, con uno scontro clou al calor bianco fra Audi Polo Team e Hotel de la Poste Polo Team che pareggiavano in un avvincente batti e ribatti di 12 goal complessivi con continui rovesciamenti di fronti. Le ultime due

giornate di qualificazione si concludevano con la promozione alla finale - che avrebbe assegnato l’Audi Gold Cup al primo e la U.S.Polo Assn. Silver Cup al secondo - di Ruinart-Montecarlo Polo Team e Hotel de la Poste Polo Team. Quest’ultima squadra mostrava tutta la sua pericolosità battendo nella qualificazione gli avversari di capitan Gianni e cedendo il giorno dopo di misura (6 a 5 e mezzo) nell’ultimo incontro. Va detto che Ruinart-Montecarlo Polo Team aveva dalla sua una strategia organizzativa (come il conservare i migliori cavalli per la finale) e una coesione di gioco (con Musso a tutto campo, Espain in continuo assist, Gianni di contropiede, D’Orazio guastatore delle azioni avversarie) eccellenti. I premi speciali andavano a Davide Nanni come miglior giocatore italiano, a Gif Turati il Trofeo Fair Play Manaigo, ai goleador Dario Musso e Horatio Echeverry, e a Leo miglior cavalla della finale di proprietà di Luca D’Orazio, il quale - assieme all’argentino Dario Musso - ha ricevuto un altro riconoscimento per la decennale presenza nel Cortina Winter Polo. I prossimi appuntamenti della Gold Cup saranno sulla sabbia di Forte dei Marmi a Pasqua e sull’erba del Polo Club Roma in giugno ◆

la primavera gioca d'anticipo all’ippodromo capannelle

il grande galoppo torna protagonista

2012

All’ippodromo Capannelle è già tempo di primavera. Nel mese di marzo riparte la grande stagione del galoppo in piano, che torna protagonista assoluto dopo aver diviso la scena con le corse in ostacoli in inverno. Tornano anche le corse di domenica che riprenderanno le giornate clou della stagione fino a giugno.

Domenica 15 Aprile Premio Carlo Chiesa Domenica 29 aprile Premio Parioli, Premio Regina Elena Domenica 13 maggio Premio Presidente della Repubblica Domenica 20 maggio 129° Derby Italiano, Premio Tudini, Premio Carlo D’Alessio Domenica 28 ottobre Premio Longines Lydia Tesio Giovedì 1 novembre Premio Guido Berardelli Domenica 4 novembre Premio Roma, Premio Ribot Domenica 11 novembre Premio Carlo e Francesco Aloisi

31 Marzo - 01 Aprile Concorso PONY Naz. B Tappa Trofeo Lazio Pony + B* cavalli 27 Aprile - 01 Maggio Concorso Naz. A 5*

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Massimo Arcioni, presidente dell’Associazione Ippica Sant’Elia specializzata in Attacchi, alla guida di un singolo sul percorso di dressage

Massimo Arcioni, coordinatore del Lazio Attacchi in dressage con un’elegante pariglia

I driver laziali scaldano i muscoli in attesa dei Mondiali di settembre in Portogallo

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di Enrico Tonali

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ignori in carrozza! Gli attacchi del Lazio sono in partenza, tra i primi in Italia. I driver già scaldano i muscoli e rimettono in efficienza i loro “veicoli” rimasti chiusi nelle rimesse - con i cavalli causa il maltempo che per quasi un mese, tra gennaio e febbraio, ha impedito gli allenamenti. “In vista del programma di gare a livello nazionale ed internazionale, i driver laziali si apprestano alla preparazione, iniziando con la partecipazione ad un programma di stage - messo a punto dai tecnici di settore della Federsportequestri Regionale - il quale si articola su prove di dressage e di maratona” spiega Massimo Arcioni, presidente dell’Associazione Ippica Sant’Elia di

Una splendida pariglia impegnata durante una gara internazionale su percorso di maratona

Capranica sulla Via Cassia, nonché coordinatore per gli Attacchi del Lazio. Il Sant’Elia è stato scelto - assieme al Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro a Rocca di Papa - come impianto ospitante lo stage nel primo semestre 2012. Il personale docente in entrambi i Centri è composto dal maresciallo Franco Provenziani (figura ben nota agli appassionati di attacchi) coadiuvato dall’ispettore Roberto Morgante. “Il programma prevede due giorni di esercizi nel campo in erba del nostro impianto al Sant’Elia. Nella prima giornata saranno valutati gli equipaggi anche con riprese video ed alla fine si commenteranno le prove nella sala riunioni, alla presenza dei partecipanti” sottolinea Arcioni il quale

agonisticamente vanta le partecipazioni ai Mondiali Attacchi Singoli in Italia 2006 e Pariglie in Polonia 2007, oltre ad oro e argento nei Campionati Italiani di Combinata “La seconda giornata sarà dedicata alle prove di maratona, che consiste nell’affrontare un percorso di regolarità in campagna, con il passaggio dei cinque ostacoli fissi di cui è fornito il Sant’Elia. Anche qui ci saranno valutazioni tecniche e studio dei percorsi più veloci e migliori per i cavalli per il transito attraverso le porte degli ostacoli fissi, i quali debbono essere superati nel minor tempo possibile”. Quest’ultima è sicuramente la prova più entusiasmante in cui l’adrenalina dei concorrenti sale a mille. “D’altronde obiettivo primario dei due stage è quello di lavorare su

esercizi che permettano a driver, groom e cavalli di entrare nella miglior condizione per competere nelle gare ufficiali”. Gli appuntamenti nazionali più importanti per il 2012 sono due completi - previsti a fine marzo/inizio aprile e il 25/27 maggio - entrambi qualificanti per gli equipaggi che andranno a rappresentare l’Italia ai Campionati del Mondo Attacchi Singoli che si terranno il 12/16 settembre a Lezirias, in Portogallo. C’è da sottolineare che - proprio sotto la supervisione di Massimo Arcioni, laureato in Sociologia - da tempo si sta allenando un rappresentativa del Lazio per i prossimi Campionati Europei Paralimpici si Attacchi, che è una delle specialità dell’equitazione più congeniali per i disabili ◆


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equitazione

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trionfo belga a montelibretti concorso completo internazionale

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a trionfato per il Belgio Karin Donkers in sella a Lamicell Charizad, seguita da Andrew Hoy con Rutherglen per l’Australia e terza piazza per l’Italia con l’aviere capo Vittoria Panizzon con Borough Penniz, di proprietà della signora Sally Bullen che ne è anche l’allevatrice. Così si è concluso il Concorso Internazionale di Completo disputato dal 23 al 26 febbraio a Montelibretti. Avvincente e da “fiato sospeso” negli ultimi cinque percorsi di salto ostacoli, con un susseguirsi di errori ora dell’uno ora dell’altro che facevano salire e scendere nella graduatoria i primi classificati Andrew Hoy, Karin Donkers, Stefano Brecciaroli, Lukasz Kazmierczak e Vittoria Panizzon. Oltre a quest’ultima amazzone gli altri italiani si sono così classificati: ottava il carabiniere scelto Susanna Bordone, nono l’appuntato scelto dell’Arma Stefano Brecciaroli, decimo Marco Biasia. Il Concorso ha avuto luogo con la complicità di un bel sole primaverile che ha permesso a concorrenti e cavalli di potersi esprimere al meglio delle proprie capacità. Tutto poi si è svolto regolarmente all’interno delle strutture del Centro Militare di Equitazione dove i ben 120 binomi si sono cimentati nelle classiche tre prove - dressage, cross country e salto ostacoli in un contesto di uno sport corretto e spettacolare. Molto importante questa competizione perchè era l’ultima occasione, per alcuni binomi, di ottenere punti validi per la partecipazione alle prossime Olimpiadi di Londra 2012. Con un evento così importante e delicato, il Centro Militare di Equitazione ha messo in campo ogni risorsa umana disponibile, avvalendosi della professionalità dei propri “uomini di cavalli” (con tutte le loro conoscenze e capacità) e organizzative per essere pronti a rispondere al compito

Stefano Brecciaroli su Oplitas

assegnato dalla FISE: concepire, organizzare e condurre in porto un simile evento Concorso. Già verso la fine dello scorso anno, ai primi di dicembre, si è iniziato a studiare ed organizzare le attività, mentre si lavorava alacremente per “vestire” i campi, tenendo sempre un occhio alla sicurezza di ogni salto. La componente mediatica (notoriamente molto sensibile e delicata) iniziava a tessere le proprie fila perché ci fosse una corretta conoscenza dell’evento ed una più ampia diffusione verso il pubblico di appassionati ed attirati dalla particolarità della competizione. I fatti hanno dato ragione al lavoro svolto in assoluta sinergia. Non si erano mai visti così tanti spettatori ad inizio di stagione equestre come questa volta e, valore aggiunto, il lavoro instaurato coi media ha fatto si che anche più di una televisione si interessasse all’evento. Oltre ai tanti operatori amatoriali che andavano in giro per i campi, la Horselive Tv, contattata da personale del Centro, ha seguito e filmato l’intero evento in tutte le fasi, raccogliendo immagini ed interviste che verranno trasmesse da Class Horse Tv che - come sanno gli addetti del settore - è la prima emittente a livello nazionale, quella che trasmette i più grandi eventi equestri nel mondo. Ora anche il Centro Militare di Equitazione è tra questi, in linea con la sensibilità mostrata dagli Stati Maggiori delle Forze Armate alle attività sportive. Il Centro Militare di Equitazione è ben lieto di aprire i propri spazi a questa importante tipologia di manifestazioni dove il cavallo, magnifico animale da secoli sempre vicino all’uomo, può trovare, insieme al proprio cavaliere o amazzone, ampi spazi di verde dove galoppare insieme per sentirsi liberi dentro e fuori” ◆ Ten. Col. Gaetano Cascino


Pensi che per una donna sia più difficile fare carriera in questo sport? Far diventare l’equitazione una professione può essere più dura per una donna, ma io ho la fortuna di essere sostenuta da mio marito, Stefano Cesaretto, che era già il mio istruttore.

La rosa dei talenti

In cosa le amazzoni sono più brave rispetto ai cavalieri e, viceversa, qual è il loro tallone d’Achille? Le amazzoni lasciano i cavalli più liberi di esprimere la loro personalità, cerchiamo il feeling piuttosto che l’imposizione e quindi otteniamo di più. Viceversa, il nostro punto debole è che - se una donna desidera mettere su famiglia - la sua carriera ha una battuta d’arresto. Inoltre, possiamo peccare un pò con i soggetti con cui serve forza fisica, anche se adesso, nelle competizioni di alto livello, è più facile trovare cavalli qualitativi e insanguati, più che basati sulla sola potenza ma con poco estro.

il tulipano del salto ostacoli

Giulia Martinengo Marquet: Il segreto del suo successo? Serietà nel lavoro e sensibilità con i cavalli

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di Ester Maria Lorido

Debutto in gare nazionali: con i pony all’età di 9 anni

nauguriamo La rosa dei talenti, rubrica dedicata alle amazzoni di spicco dell’equitazione italiana, con l’intervista ad una fuoriclasse del salto ostacoli: l’aviere capo Giulia Martinengo Marquet. A 17 anni, con la vittoria ad Aix en Provence (Francia), inizia a collezionare successi nei Gran Premi internazionali, ma è il 2005 l’anno della “svolta”: l’equitazione diventa per lei una professione ed ecco che arriva la medaglia d’oro nella Coppa delle Nazioni di Drammen, in Norvegia. Segue una lunga serie di risultati positivi, tra cui ricordiamo il quarto posto nel Gran Premio Roma durante il CSIO di Piazza di Siena, che la vede per la prima volta in squadra nella Coppa delle Nazioni. Un posto più che meritato, come conferma la vittoria a Linz (Austria) sempre in Coppa delle Nazioni e nel CSI di Cortina. Cavallo diverso, stesso risultato: nel 2011 continua a vincere a Valencia, a San Remo e a Roma. E chissà cosa le riserverà il 2012, con il ritorno delle sue due cavalle di punta.

Debutto in gare internazionali: a 15 anni

Se Giulia fosse un fiore, quale sarebbe? Un tulipano.

Nome: Giulia Martinengo Marquet Nata il: 06/03/1979 Luogo di Nascita: Palmanova (Udine)

Disciplina: salto ostacoli gruppo sportivo Aeronautica Militare

Nella tua carriera agonistica hai dimostrato di avere un feeling particolare con le cavalle, tra cui ricordiamo Loro Piana Athletica e Loro Piana Chiclana. È solo un caso che i successi più prestigiosi siano arrivati in sella a delle femmine? Non è un caso. Le femmine hanno una marcia in più rispetto ai castroni, ti danno l’anima, senza le laboriosità dello stallone. Con queste due fuoriclasse, sei stata però anche sfortunata, visto che entrambe si sono infortunate. Che cosa hanno avuto e quali sono le loro attuali condizioni? Athletica si è infortunata un sospensore del posteriore, ma è tornata: ho fatto un concorso in Italia e in questo momento è in Spagna con me. Chiclana ha avuto una piccola frattura del menisco, è stata operata in artroscopia ed è già in fase di ripresa. Cosa può mettere in difficoltà Giulia Martinengo, in sella e nella vita? Sono molto ambiziosa e perfezionista. Se un risultato non arriva, tendo ad abbattermi, perché sono molto autocritica e severa con me stessa, ma questo sport è fatto di alti e bassi. Lo stesso vale nella mia vita, essendo legata ai cavalli: un successo, ma anche soltanto un puledro che salta bene, mi fa sorridere; viceversa, una banalità che va storta, mi può far andare di traverso la giornata. Sul tuo sito hai detto che entrare nell’Aeronautica Militare è stata una “svolta” per te. Perché? Con una buona dose di patriottismo, rispondo che è stato - ed è ancora - un onore già il semplice presupposto di rappresentare i colori italiani. Vestire l’uniforme ha poi un valore aggiunto, è un modo di farsi conoscere e per me è stato anche un riconoscimento dei buoni risultati che stavo ottenendo: nella mia memoria, infatti, entrare nell’Aeronautica ha coinciso con un momento magico della carriera sportiva.

Nel 2005 hai sposato Stefano Cesaretto, già tuo tecnico. Numerose casistiche affermano che quando vita professionale e vita sentimentale si sovrappongono è la storia di un disastro annunciato, ma nell’equitazione questa “regola” non sembra valere. Come descriveresti il vostro rapporto? Ci accomuna un’immensa passione: questo è il filo rosso della nostra storia professionale e sentimentale. Al di là di questo, proviamo a tenere separate le due cose: quando sono a cavallo, cerco di essere l’allieva di sempre; viceversa, quando si chiudono le porte della scuderia, evitiamo di tornare su questioni affrontate durante la giornata. Ho sempre stimato Stefano per le sue doti professionali, quindi sono fortunata perché non ho dovuto cercare lontano un tecnico forte. Perché ci sono soltanto apparizioni sporadiche degli atleti italiani nelle tappe di Coppa del Mondo? Cosa manca all’Italia per tornare a competere a questi livelli? All’Italia manca tutto e non manca niente: abbiamo ottimi cavalieri, ma siamo privi di un’organizzazione ben coordinata tra le parti, e cioè Federazione, proprietari, allevatori, sponsor e cavalieri. Bisogna equilibrare di nuovo le cose per lanciare l’equitazione azzurra. È necessario guardare a lungo termine, piuttosto che puntare soltanto sui singoli binomi in forma del momento (anche per me con Athletica, ad esempio), come si è fatto finora. Hai la possibilità di inviare un messaggio ad un’altra amazzone. Chi sceglieresti e cosa le diresti? Manderei un messaggio a Beezie Madden (n.b. amazzone statunitense) per dirle che è la meglio che c’è e poi ne manderei uno a tutte le ragazze che si avvicinano a questo sport e direi loro di farlo con passione e serietà, che è quello che ci vuole per sostenere i momenti no ◆


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Tavola imbandita fine ‘800

Tavola imbandita

IL CARNEVALE ROMANO

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Ovvero un antico spettacolo equestre

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ià all’epoca dei fasti dell’antica Roma, più o meno nel mese di dicembre, si svolgevano i famosi saturnali, festeggiamenti religiosi durante i quali, tra l’altro, era tollerato sconvolgere temporaneamente l’ordine sociale: gli schiavi potevano considerarsi liberi e come tali comportarsi. Le differenti forme di governo e le religioni dominanti che nei secoli si sono succedute nella Città Eterna hanno modificato ma non eliminato questa pulsione popolare di trasgredire, di eccedere, di uscire fuori dagli schemi. A differenza di analoghe manifestazioni italiane, nel carnevale romano il cavallo ha avuto da sempre un ruolo centrale, anche se non mancano le figure tipiche della commedia dell’arte. Piazza Navona e, successivamente, il Testaccio erano le arene dove venivano proposte animate corse, giostre e tornei di cavalieri. Nel 1462, il papa Paolo II fece spostare queste manifestazioni sulla via Lata, che venne appositamente rettificata e denominata via del Corso proprio per le corse che lungo di essa si svolgevano. Una delle attrazioni più attese dal popolo

Salto della bici

era la famosa gara dei “barberi” (o berberi), cavalli nordafricani scossi, ossia senza cavaliere, che venivano incitati dalla folla ad una frenetica e travolgente corsa da Piazza del Popolo a Piazza Venezia. All’arrivo avveniva “la cattura” o “ripresa”, uno dei momenti più attesi ed emozionanti, in cui i palafrenieri tentavano, a volte con manovre spettacolari e temerarie, di riportare i cavalli alla quiete. Lo spirito vitale ed ancestrale del carnevale romano ha ispirato scrittori e poeti del calibro di Goethe, Gogol, Stendhal, Dickens e Dumas, o pittori come Caffi, Shor e Orlov. Dopo un periodo di eclissi, le attuali autorità cittadine hanno voluto far rivivere la tradizione secondo le sue peculiarità, dando vita ad uno spettacolo che alcuni autori definiscono il maggiore evento equestre d’Europa per numero di spettatori. In questo contesto culturale, l’Esercito Italiano, pur in un clima di massimo contenimento delle spese, ha voluto partecipare alle attività equestri del carnevale romano unitamente ad altri corpi armati dello Stato dotati di unità a cavallo. Certo potrà apparire inconsueta la presenza di un’austera forza

armata ad un evento folkloristico, ma il forte legame con l’Urbe, la consapevolezza di essere i custodi delle tradizioni ultracentenarie della cavalleria militare e la volontà di uscire dall’equazione “esercito = emergenza”, hanno portato il gruppo squadroni a cavallo dei Lancieri di Montebello a presentare a Piazza del Popolo un accademico e tradizionale carosello di lance. Non solo, in questa edizione sono stati proposti i “quadretti caprilliani” ovvero degli esercizi, apparentemente elementari se confrontati alle performance ottenute durante i concorsi, ideati dal padre del metodo naturale dell’equitazione moderna: il capitano dell’Esercito Federico Caprilli (1868 - 1907). Gli addetti ai lavori sanno, invece, che saltare una singola sedia, cioè un ostacolo molto ridotto, o la “tavola imbandita” dove gli uomini fanno parte dell’ostacolo stesso, sono delle prove che solo un cavallo “calmo, in avanti, diritto, leggero nella mano e lasciato nel suo equilibrio naturale” secondo il dogma caprilliano, può affrontare con nobile disinvoltura ◆ M.M.


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Allegria di primavera

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llegro, come le prime giornate di primavera, il sole tiepido e l’aria frizzante, allegro come il Corvo che dà il nome a questo posto. Il verde tutto intorno, l’atmosfera familiare e accogliente: un invito al relax e al buon umore. Bastano pochi minuti di macchina dopo l’ufficio per giungere a destinazione, e godere, magari, delle ultime ore di luce immersi nella natura. Basta dare uno sguardo al parco: otto ettari rigogliosi in ogni stagione dove lo sguardo trova finalmente un panorama libero dai palazzi della città. In un tale scenario è impossibile non trovare immediatamente il buonumore, confortati da sapori veri, con un menu che è un inno alla grande tradizione della cucina italiana, dove emergono con forza i sapori di una materia

prima scelta con cura ed elaborata con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta alla griglia, senza tralasciare una bella scelta di dolci, un goloso carosello che non poteva certo dimenticare la pizza cotta nel forno a legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento musicale. Il corvo allegro infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista sul parco, anche uno spazio disco pub, perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi, e quelle serali dei più grandi: basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e di vacanza.

Il corvo allegro Seven Hills Village Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751 (dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana Domenica aperto anche a pranzo

info@ilcorvoallegro.it - www. ilcorvoallegro.it


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Recuperare le energie: una missione possibile

Lavoro, famiglia, stress. Quando riequilibrare i propri chakra sembra davvero difficile di Valentina Falcinelli

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orpo e mente non possono viaggiare su due binari distinti. Eppure, tra lavoro, famiglia e il naturale stress della vita quotidiana, trovare il proprio equilibrio psicofisico sembra quasi impossibile. Tutte le preoccupazioni accumulate nell’arco della giornata possono avere ripercussioni anche sul nostro corpo. Insonnia, irritabilità e tensioni muscolari sono solo alcune delle conseguenze di una vita intensa, fatta di tanti impegni e di poco relax. Per quanto il riequilibrio dei chakra possa sembrare una missione impossibile, non lo è affatto. Esistono molti rimedi per contrastare il disallineamento di mente e corpo. Aromaterapia e yoga sono i metodi più diffusi. Ma se ti dicessimo che per rendere dolce la tua vita puoi ricorrere anche al sale? Sì, proprio così. Il sale è considerato da sempre l’oro bianco e l’Haloterapia ne sfrutta proprio i benefici. Pensaci: quando vai in vacanza al mare l’azione del cloruro di sodio non ti fa sentire più forte, vigoroso e pieno di energia? Con una sola seduta di Haloterapia in grotta di sale potrai

percepire gli stessi giovamenti di tre lunghe giornate al mare. Ma il sale non è l’unico alleato per sentirsi meglio. Anche il vapore è ideale. Quest’ultimo, infatti, col suo benefico calore va a sciogliere, letteralmente, le tensioni muscoloscheletriche in maniera del tutto naturale. È proprio per questo motivo che sauna e bagno turco sono due soluzioni ideali per ottenere risultati su più livelli: liberarsi dalle tossine in eccesso, sciogliere le tensioni, purificare la pelle, rilassarsi e migliorare la vaso dilatazione. Ricordi il vecchio adagio che recita “Chi bello vuol comparire un poco deve soffrire?”. Be’, non è più vero. Se vuoi sentirti bene con te stesso, sano e in forma, non devi soffrire più. Anzi, puoi e devi prenderti cura di te in maniera armoniosa. Al giorno d’oggi esistono davvero tanti trattamenti di benessere che, anche in poche sedute e in breve tempo, possono aiutarti a ritrovare le energie perse. Quindi, se i chakra non sono allineati come una volta, basta poco. Magari anche solo una visita al tuo centro benessere di fiducia ◆


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Social Medical Center

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Ecco come si può segnare un punto nella lotta all’obesità

iovanni Maria Bonci, Direttore Generale della “Fa Magro Medical Center”, racconta il lavoro dell`azienda proprietaria degli studi medici “Social Medical Center”, specializzati in prevenzione, cura e trattamento dell’obesità e del sovrappeso, che gli esperti definiscono ormai “epidemia del III Millennio”. Le azioni finora intraprese nella lotta al sovrappeso e all’obesità sono state sempre valutate dal punto di vista estetico anziché medico, a tal punto che l’opinione pubblica si è convinta che essere in sovrappeso rappresenti un segno di benessere economico e non una patologia medica. Tutto ciò a mio avviso è profondamente sbagliato, e per ottenere un risultato nella lotta al sovrappeso e obesità bisognerebbe creare una coscienza di massa che riconosca tale fenomeno come una patologia clinica e non come un inestetismo; in quest’ottica la nostra società ha intenzione di aprire una rete capillare di studi medici per la prevenzione cura e trattamento del sovrappeso e dell’obesità denominati “Social Medical Center”. Secondo studi recenti condotti dalla Scuola Superiore di Pisa Sant’Anna si stima che oggi in Italia vi siano già 5 milioni di adulti obesi, che nel 2025 potrebbero diventare quasi 20 milioni, pari al 43% della popolazione totale. Numeri da vera catastrofe sanitaria! Per non parlare dell’età pediatrica, nella quale il nostro Paese registra il primato per sovrappeso e obesità nella fascia compresa tra i 6 e i 9 anni, con un tasso di crescita complessivo del 2,5 % ogni 5 anni. Le ricadute economiche di questa malattia che fino a poco tempo fa veniva definita “del benessere”, perché si pensava riguardasse i soli Paesi occidentali, sono rilevanti ed incidono profondamente sul costo della sanità pubblica, come è ormai noto, infatti, all’obesità si ricollegano altre patologie indotte, come il diabete, le cardiopatie, le malattie del metabolismo e degli apparati respiratori, che tanto incidono negativamente sulla qualità della vita della persona. Per questi motivi anche il Ministero della Salute ha sollecitato l’intervento di tutti i soggetti interessati, anche privati, ed è in quest’ottica che noi vogliamo inserire l’attività degli studi medici “Social Medical Center” operativi già a Roma e in provincia di Rieti dall’inizio di febbraio con un progetto di apertura in tutto il Lazio nel triennio 2012/2014. Nelle mie intenzioni il paziente potrà contare su strutture moderne, di qualità, che impiegano personale altamente professionale formato da ingegneri biomedici, biologi nutrizionisti e dietologi che seguiranno il paziente in tutte le fasi del dimagrimento, sia per quanto concerne la dieta, sia per quanto concerne i trattamenti di elettrostimolazione, in un percorso completo di rieducazione alimentare e fisica collaborando con enti di ricerca e università su progetti di ricerca riguardanti la variazione di alcuni ormoni (Grelina e Leptina) che al termine della dieta ci riportano a prendere i chili persi. La politica aziendale sarà incentrata sulla cooperazione con la rete esistente dei medici di famiglia, che da sempre hanno un rapporto privilegiato e confidenziale con i loro assistiti,

consentendoci con ciò un’azione incisiva ed efficace, che non potrà non avere risvolti economici positivi anche per il SSN. Nella sola Regione Lazio stiamo contattando tutti i 4200 medici di base al fine di avviare con loro una proficua collaborazione. I pazienti arriveranno all’interno delle strutture già dotati di una cartella clinica, la cui compilazione sarà a carico dei relativi medici di appartenenza, permettendoci, con ciò, di avere un quadro clinico chiaro della persona che si presenta nei nostri studi medici. Per creare un’atmosfera accogliente e confortevole, gli studi medici saranno arredati con opere d’arte contemporanea di pittori del ’900, messe a disposizione dal museo d’Arte Moderna Elios situato presso i locali dell’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, ove è situato anche il centro di formazione dei “Social Medical Center”. Rigidi protocolli terapeutici, messi a punto da esperti di comprovata fama nel settore, e sempre conformi alle direttive del Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, garantiranno l’appropriatezza terapeutica delle prestazioni erogate. Per ciascuno dei pazienti sarà indicata una dieta individuale mai inferiore alle 1200 Kcalorie, che terrà conto dell’età, del sesso e degli stili di vita della persona, dieta accompagnata da trattamenti di elettrostimolazione personalizzati. L’elettrostimolazione, che nel corso degli anni si è dimostrata una pratica vincente nelle cure dimagranti, sarà effettuata con apparecchi elettromedicali conformi alle vigenti normative italiane ed europee, in particolare la Direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici. Un medico specializzato in dietologia o un biologo nutrizionista assisteranno il paziente in tutte le fasi della cura, coadiuvati da operatori sanitari che erogheranno i trattamenti di elettrostimolazione. Qualora il mix combinato dieta ed elettrostimolazione non dovesse

essere sufficiente, si procederà ad effettuare delle indagini più accurate prescritte da un endocrinologo o diabetologo, che sono delle figure di riferimento all’interno delle nostre strutture necessarie per dare al paziente un servizio sempre all’altezza delle sue aspettative. Completeranno il quadro di esperti a sostegno del paziente un fisiatra ed uno psicologo che lo seguiranno in tutte le fasi del dimagrimento. Credo, infatti, che non ci si debba limitare al solo aspetto apparentemente clinico ma ritengo che la persona con tali patologie debba essere aiutata a riappropriarsi di un suo corretto stile di vita, tanto fisico quanto alimentare che gli consenta di vivere in armonia con il suo corpo. Pertanto il ruolo del fisiatra e dello psicologo sono fondamentali, lavorando con pazienti obesi che si trovano a perdere 30-40 kg cambiando totalmente l’aspetto della persona e le abitudini di vita quotidiane. Ma anche dello psicologo, che a richiesta del paziente, potrà essere d’ausilio nel percorso dimagrante. Un Comitato Scientifico, che riunisce le migliori menti del settore, provenienti dal mondo della ricerca nonché dell’università, avrà il compito di stabilire le linee guida terapeutiche da adottare nei “Social Medical Center” in ottemperanza da quanto stabilito dalle direttive sanitarie in fatto di obesità sia a livello istituzionale italiano che internazionale. Si occuperà, inoltre, di sovrintendere ai progetti di ricerca scientifica con i vari enti pubblici e privati con cui la società si interfaccia regolarmente per il raggiungimento dei i suoi obiettivi “ridare ai pazienti un corretto stile di vita”. Auspico quindi che la serietà del nostro approccio clinico all’obesità e la professionalità messa a disposizione dei pazienti, si possano tradurre, nel minor tempo possibile, nella costituzione di vero e proprio rapporto di fiducia tra pazienti e “Social Medical Center” ◆

Abbazia Sant’Andrea in Flumine (RM)


what’s on what’s L’ULTIMA CAROVANA

CARTA BIANCA A ROBERTO GATTO

Auditorium Parco della Musica, 13 marzo e 11 aprile Due appuntamenti con uno dei jazzisti italiani più avventurosi e originali nonché maggiormente apprezzati nel mondo. Il batterista romano da sempre esplora generi diversi collaborando con altri musicisti; in questo caso dividerà il palco con Han Bennink, uno dei percussionisti più creativi della scena mondiale, e con il pianista Dado Moroni, in un happening dedicato alla batteria come ‘strumento pensante’. L’appuntamento di aprile sarà dedicato al grande jazz degli standard, ospite uno dei più apprezzati chitarristi Newyorkesi: Peter Bernstein. www.auditorium.com ph Claudio Ranalli

Mercati di Traiano, fino al 15 aprile Viaggio fotografico a ritroso nel tempo, a dorso di cammello, lungo le Vie della Seta. Uno dei più antichi percorsi della storia dell’umanità, che dalla Cina e andava verso l’Europa attraversando città come Samarcanda, Istanbul e Roma, passando per il deserto di Gobi e incrociando religioni e credenze. La mostra attinge alla lettura dei grandi viaggiatori del passato e ai libri scritti sull’itinerario, che fu solida base per il dialogo interculturale che anche oggi si cerca di sviluppare. www.mercatiditraiano.it

VENTO E PIOGGIA Soluzione finale

Teatro dell’Angelo, 13 marzo - 5 aprile Dall’omonimo libro di Patrizio La Bella, la commedia nera racconta la storia di un uomo e dei suoi tre figli attraverso il linguaggio popolare e colorito della Roma anni ’60-’70. In scena volti noti della tv in un ritratto poetico e grottesco di quella generazione inconsapevole che scambiò le droghe per il Nirvana. Musiche originali del cantautore romano Roberto Angelini e scene di Lorenzo Terranera. www.teatrodellangelo.it

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Giandomenico Anellino Una Chitarra d’Autore

Teatro Sistina, 26 marzo Recital di chitarra per il compositore ed arrangiatore romano Giandomenico Anellino, collaboratore dei più importanti artisti italiani e stranieri, da Claudio Baglioni a Zucchero, da Brian Adams ai Simply Red. Il maestro, oltre ad incisioni e partecipazioni radiotelevisive, vanta importanti rapporti con il teatro, in primis la registrazione, con l’Orchestra Sinfonica Aurora, di Notre Dame de Paris, il grande successo di Riccardo Cocciante con dieci milioni di copie vendute in tutto il mondo. In campo cinematografico ha collaborato alla realizzazione della colonna sonora del film per Rai Due L’ultimo concerto e a quella di Come te nessuno mai di Gabriele Muccino. Il concerto, giocato sul tema della radio, ripercorrerà gran parte della musica italiana con l’aiuto di Stefano De Sando, la voce di Robert De Niro. www.ilsistina.com


what’s on what’s o

Luci di primavera al Picchio Rosso

TUTTI PER UNO Onlus

12 maggio ore 21 AUDITORIUM parco della musica L’Associazione Tutti per uno Onlus, fondata e diretta dal Presidente Dr. Domenico Riitano, Chirurgo Plastico e Ricostruttivo presso l’Ospedale Israelitico di Roma e la DOMI Medica di Roma, rivolge particolare attenzione ai Bambini meno fortunati ed alle loro famiglie, aiutandoli individualmente nella cura e negli interventi legati a patologie gravo come ustioni, paralisi ostetrica, amputazioni. L’organizzazione rende possibile l’aiuto concreto attraverso la raccolta di fondi attraverso spettacoli che vedono partecipare celebri personaggi. Il prossimo appuntamento per una serara di cabaret è il 12 maggio: 5° edizione della Serata di Beneficenza, nella Sala Sinopoli. www.tuttiperuno.info

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TINTORETTO

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GUGGENHEIM. L’AVANGUARDIA AMERICANA 1945-1980

fino al 6 maggio, Palazzo delle Esposizioni Tema principale della mostra proposta dal Palazzo delle Esposizioni è il ruolo svolto dal Solomon R. Guggenheim Museum e dalla figura di Peggy Guggenheim nella promozione e nel riconoscimento dell’arte americana nel corso del ventesimo secolo. Particolare attenzione è dedicata agli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti divennero il punto di riferimento culturale dell’Occidente. Espressionismo astratto, Pop Art, Arte concettuale, Minimalismo, Realismo fotografico sono le correnti che caratterizzarono la ricerca espressiva di quel periodo in un proliferare di linguaggi sostenuti e valorizzati nella certezza di essere di essere all’alba di una nuova era. Ai dipinti, sculture, fotografie e installazioni provenienti soprattutto dal mudeo di New York, in mostra sono affiancate opere di Pollock e Gorky dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia e Barge di Rauschenberg, dal Guggenheim Museum Bilbao. www.palazzoesposizioni.it

fino al 27 maggio, Palazzo Braschi A Palazzo Braschi settanta opere documentano l’attività di artisti che tra Settecento e Ottocento soggiornarono a Roma nell’intento di perfezionare la loro formazione. Quasi tutti legati alla cerchia dell’Accademia di Francia questi pittori realizzavano opere destinate per la maggior parte a un raffinato pubblico di viaggiatori stranieri che si recavano in Italia in cerca “di istruzione e di piacere”. Acquerelli e incisioni ci offrono visioni della Roma del tempo in cui compaiono il Foro Romano e il Colosseo, Villa Borghese e Castel Sant’Angelo, San Pietro e il Pincio, Ponte Milvio e il sepolcro di Cecilia Metella oltre a visioni preromantiche della campagna romana. www.museodiroma.it di Laura Mocci

promo

LUOGHI COMUNI. VEDUTISTI A ROMA TRA IL XVIII E IL XIX SECOLO

rrivare all’imbrunire e fermarsi in uno dei molti angoli di un giardino curatissimo per sorseggiare un aperitivo prima di cena: un perfetto preludio a una serata romantica, a un momento di relax da vivere lontano dallo stress e dai ritmi di Roma. Una promessa di bellezza ed eleganza, di momenti felici da trascorrere al Picchio Rosso. Raffinato ed esclusivo, ha il calore di una casale di campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Come fermi in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta una storia di intimità, dove un’accogliente ospitalità si respira nei molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a conversare, la sala con il camino, la stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia, ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata scaldata dal caminetto, solo per due. Tutto intorno, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali circondano l’ospite per accompagnarlo in una cena speciale, in cui la semplicità sposa la qualità e la tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato personalmente dallo chef. Un omaggio alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci, alla selezione di cereali e legumi inconsueti: “prodotti poco utilizzati, come l’amaranto e il grano saraceno, proponendo alimenti meno noti che sono una grandissima ricchezza della nostra terra, con un occhio di riguardo ai prodotti del territorio e stagionali”.

Una scelta di piatti raffinati da accompagnare ad una delle 500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità e discrezione.

Il PICCHIO ROSSO Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101 (dal Raccordo uscita n. 3) - Tel. +39 0630366468 Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera, chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato Si accettano tutte le carte di credito Parcheggio custodito

info@ilpicchiorosso.it - www.ilpicchiorosso.it

gourmet

fino al 10 giugno, Scuderie del Quirinale Le Scuderie del Quirinale aprono il 2012 con una importante mostra dedicata a Jacopo Tintoretto (1519/1594), straordinario rappresentante della pittura veneziana del Cinquecento. Esclusi alcuni dei grandi teleri della Scuola Grande di San Rocco per motivi di ordine pratico, la mostra presenta quaranta opere organizzate secondo quelle che furono le principali aree d’interesse del maestro: quella ritrattistica, quella religiosa e quella mitologica. Gli intensi autoritratti di Londra e Parigi aprono e chiudono il percorso espositivo in cui compaiono, oltre a due ottagoni, con Apollo e Dafne e Deucalione e Pirra, dalla Galleria Estense di Modena, del 1541 per la famiglia Pisani, lo spettacolare Miracolo dello schiavo del 1548 per la Scuola Grande di San Marco e la Deposizione al sepolcro (1594) del Monastero di San Giorgio Maggiore, forse ultima opera dell’artista. La mostra, curata da Vittorio Sgarbi, è commentata lungo il percorso da testi della scrittrice Melania Mazzucco che a Tintoretto ha dedicato pagine e indimenticabili. www.scuderiequirinale.it


what’s on what’s AAM - ARTE ACCESSIBILE MILANO

Monica Marioni, L'oppressione, 70x100, 2012

PetriPaselli, Giochi di latta 2008 stampa lambda, forex, plexiglass, 100x100

12 - 15 aprile 2012 Spazio Eventiquattro - Gruppo Il Sole 24Ore Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Sessanta gallerie, più di cento artisti provenienti da tutto il mondo, 28 stand dedicati alle personali o alle collettive di artisti emergenti. Questi i numeri della quarta edizione di AMM Arte Accessibile Milano - la manifestazione internazionale di arte contemporanea che si svolgerà in aprile a Milano

Ideata e diretta da Tiziana Manca, coadiuvata da Chiara Canali, Fortunato D’Amico e Ivan Quaroni, la manifestazione AAM - Arte Accessibile Milano 2012 sarà ospitata dal 12 al 15 aprile nei prestigiosi spazi di Eventiquattro e PwC Experience, il palazzo disegnato da Renzo Piano e oggi sede del quotidiano Sole 24 Ore e della società di consulenza finanziaria Price Waterhouse Coopers, nonché punto d’incontro della cultura finanziaria milanese e internazionale. Nell’ambito di questo importante evento d’arte si terrà il Convegno internazionale dal titolo Lo Stato dell’Arte, la 2° edizione di Arte Accessibile ‘Best Curator Price Award 2012’ e la 2° Edizione del Concorso di fotografia culturale Back Stage realizzato in collaborazione con Metro Edizioni. Una ‘quattro giorni’ non-stop all’insegna di una ‘contaminazione’ artistica capillare e sempre più orientata verso le esigenze del mercato esterno, distribuita lungo i 3800 mq degli spazi all’interno del Sole 24 Ore, per una manifestazione di alto livello che racchiude l’essenza di una progettualità moderna e dinamica. La proposta espositiva di AAM 2012 è rivolta agli operatori e ai collezionisti dell’arte contemporanea attenti alle proposte delle gallerie impegnate nella promozione dei giovani artisti, che saranno selezionati da un noto board curatoriale. L’evento si concretizza e si colloca come una fiera d’avanguardia che desidera un rapporto continuativo con i suoi espositori e il suo pubblico, ponendo l’accento sull’aspetto sociale, sulla gente e il suo rapporto con l’arte. Obbiettivo è quello di colmare il divario che allontana l’arte contemporanea dal suo fruitore.

E i quattro giorni milanesi di AAM 2012 saranno dunque un momento per conoscersi, dialogare e confrontarsi durante il corso degli happening con i diversi ospiti che interverranno: una nuova seducente proposta per chiunque desideri sentirsi libero di osservare, capire e farsi ammaliare dal fascino delle opere esposte. INSIDER magazine - media partner di questo evento - sarà presente in uno stand collettivo che ospita le riviste più prestigiose dell’arte, del design e dell’architettura. A.V.F. Ingresso libero Orari di apertura al pubblico: Giovedì 12 Aprile dalle ore 19.00 alle ore 24.00; Venerdì 13 aprile dalle ore 12.00-22.00; Sabato 14 aprile dalle ore 12.00-22.00; Domenica 15 aprile ore 11.00- 20.00 www.arteaccessibile.com www.insidermagazine.it

Paolo De Biasi, Bungalow, acrilico su tela, 100X150 cm, 2011. Courtesy Area B Gallery, Milano

Valentina D’Amaro, Senza titolo. Serie Switzerland, olio su tela, 85x120 cm., 2011. courtesy Wannabee Gallery, Milano


what’s on what’s

Praterie assolate

SILeNT ReVOLUTIONS: deSIGN CONTeMPORANeO IN SLOVeNIA

fino al 1° aprile - triennale deSign MuSeuM La mostra Silent Revolutions presenta una selezione di prodotti di design appartenenti ai primi due dinamici decenni di questo giovane paese europeo. Il titolo del progetto, Rivoluzioni silenziose, allude a un paese che vanta una straordinaria storia di design ma che non si è (ancora) affermato come autorevole forza in questo campo del design nel più ampio contesto europeo. Il ‘silenzio’ cui si fa riferimento ha fornito una motivazione essenziale nella realizzazione della mostra, dove una vasta gamma di recenti prodotti di design viene messa in relazione con cinque oggetti storici e iconici. L’altra componente, l’idea di ‘rivoluzione’, introduce prodotti e progetti che hanno stabilito standard senza precedenti a livello mondiale attraverso le innovazioni d’avanguardia coraggiosamente proposte. Silent Revolutions è frutto di una collaborazione tra l’Ufficio Comunicazione del Governo delle Repubblica Slovena e il Triennale Design Museum e organizzato dal Museo dell’Architettura e del Design di Lubiana e curata da Maja Verdjan. (nella foto: Black Cherry Lamp, by Nika Zupanc; for La Femme et la Maison by Nika Zupanc, 2010, photo credits: Dragan Arrigler). www.triennaledesignmuseum.it

milano

GUSTAV KLIMT dISeGNI INTORNO AL fReGIO dI BeeTHOVeN

fino al 6 Maggio - Spazio oBerdan Si è inaugurata, presso lo Spazio Oberdan, la mostra Gustav Klimt. Disegni intorno al fregio di Beethoven, promossa dalla Provincia di Milano, prodotta e organizzata da Alef cultural project management in collaborazione con la Sabarsky Collection New York, Berlino. Klimt, rappresentante autorevole della Secessione e artista di straordinaria rilevanza nella storia dell’arte moderna, avrebbe festeggiato nel 2012 il suo 150° compleanno. In occasione di questa particolare ricorrenza una serie di importanti eventi internazionali celebrano la figura e l’opera del Maestro austriaco. Milano, prima città italiana che ha inaugurato le celebrazioni dell’anniversario, si allinea all’offerta culturale internazionale con questa mostra che, affidata alla curatela scientifica di Annette Vogel, presenta la riproduzione a dimensioni reali dello straordinario Fregio di Beethoven accompagnata da quindici disegni originali correlati al famoso affresco custodito in una sala del Palazzo della Secessione di Vienna. Catalogo Skira. www.klimtmilano.com

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fino al 20 Maggio - palazzo reale Protagonista della rassegna esposta nelle sale del museo di piazza Duomo è Tiziano, che nel Cinquecento ebbe un ruolo essenziale nella nascita e nello sviluppo di questo genere pittorico, soprattutto come sfondo a composizioni di figure, tanto che la parola ‘paesaggio’ comparve per la prima volta proprio in una sua lettera, inviata nel 1552 all’ imperatore Filippo II. Bellini, Giorgione, Veronese, Bassano, Lotto, Tintoretto e soprattutto lui, il magnifico Tiziano. Cinquanta capolavori per mostrare l’invenzione del paesaggio moderno nella pittura veneta del Cinquecento. A partire dalla lezione di Bellini e Giorgione e insieme ai maggiori protagonisti della pittura veneta del Cinquecento, Tiziano ha avuto il merito di elaborare una nuova idea dell’ambiente naturale che, evolvendosi attraverso varie fasi e significati, lo portò a definire nella lingua italiana il termine stesso di ‘paesaggio’ nella sua accezione moderna. www.comune.milano.it/palazzoreale V.D.V.

promo

TIzIANO e LA NASCITA deL PAeSAGGIO MOdeRNO

on è ancora tempo di cene all’aperto, ma di certo l’inizio della primavera invoglia a lasciarsi alle spalle il grigiore cittadino per vivere pienamente la bellezza delle giornate che cominciano ad allungarsi, i profumi del parco e sognare così di trovarsi lontano, in praterie assolate nel lontano west. Un sogno a portata di mano, in una distesa verde con un bosco naturale e graziosi laghetti. Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci si arriva per un aperitivo al tramonto, si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati dall’atmosfera da film e dalla bellezza sorprendente di questo parco appena fuori dal caos della città. Un cancello segna il confine verso l’ovest, con un toro a grandezza naturale che accoglie gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei film di cow boy: la banca e la prigione

(che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt, cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi originali che accompagnano in questo viaggio che parte dalla buona tavola. Il menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta selezione italiana e straniera da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e coscette di pollo. Una cucina robusta e saporita che non dimentica antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude in dolcezza, con crostatine e dolci caldi dello Chef, scaldati dalla stufa al centro dalla sala o ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui godere della vista incantevole del parco.

WIlD WEST - STEAk HOUSE Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207222 Aperto tutti i giorni dalle 19, sabato e domenica anche a pranzo Chiuso il lunedì

www.wildweststeakhouse.it


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FRANCA GHITTI

Quando l’arte è lettura contemporanea ed internazionalizzazione di Arcaismi locali

S di Maria Laura Perilli

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an Pietroburgo museo Menage - Roma Montecitorio sala della Lupa: due mostre recenti, due tappe fondamentali che sottolineano l’apice del lungo, complesso e profondo percorso di ricerca della scultrice italiana Franca Ghitti e ne consacrano la statura internazionale. Ebbe a dire delle sue opere Giuseppe Marchiori: “le immagini primitive si avvicinano a quelle attuali in quel rapporto che si stabilisce tra arcaismo e modernità, in un clima di assoluta spontaneità popolare testimoniata da statuette votive, dai feticci o dagli elementi sui tasselli lignei.” L’approccio di Franca Ghitti è eminentemente antropologico, fondato su una metodologia di analisi scientifica e duplice. Da un lato, infatti, fa emergere gli arcaismi locali della sua Valcamonica, universo immenso e variegato di segni, simboli e forme, dall’altro ne coglie lo spirito globale, l’internazionalità incisa nel suo DNA. La nostra artista dimostra che uno spettro ispiratore si aggira endemicamente tra i popoli sin dai tempi più remoti; se i graffiti preistorici della Valcamonica trovano, in un mondo antico privo di media, il loro parallelo nei graffiti del Tassili dell’Algeria, altrettanto avviene per i segni stratificati del mondo contadino camuno, per quei “ localismi arcaici”, appunto, relazionabili ad alcuni lavori Dogon (Mali) o Senufo (Costa D’Avorio). L’artista sottolinea con le sue opere come i localismi, da sempre, poggino su una invisibile rete comunicativa esempio di una antica globalizzazione, in tal caso fortemente positiva. La Ghitti procede con una lettura sistematica, concentrando l’attenzione su legno e ferro, materie base dei suoi arcaismi: li cataloga, li analizza e su di essi sviluppa ed amplifica il suo messaggio artistico facendogli travalicare le frontiere, connettendoli a discorsi paralleli senza compromettere, anzi esaltando, la ricchezza dell’identità di partenza. Allora si susseguono con fluidità i cicli del suo lavoro: le Mappe, sapiente lettura dei segni impressi dall’uomo sul territorio; i Rituali che, costruiti con chiodi, brandelli di rete

e rotelle, esprimono l’attenzione su “rimanenze di pratiche umane più minute, domestiche”; quindi le Rogazioni, i Riti nuziali, Le Storie dei Morti, Le Vicinìe, i Clan e i Reliquiari quale riferimento alle tappe più emblematiche del vivere: il sapiente lavoro collettivo della comunità, il culto dei morti come costante ricordo di chi ha vissuto l’esperienza del trapasso, per sperimentare altro in una dimensione nuova, difficile da definire, lasciandoci l’eredità di piccoli e grandi gesti, di slanci, gioie, ansie e preoccupazioni. Un vissuto complesso di storie, pubbliche e private, che l’artista inquadra all’interno di nicchie, di edicole ripartite secondo spazialità accoglienti una miriade di personaggi. Sono spazi mutuati da un territorio che, con le strutture delle case contadine, i graticci, le porte antiche, rappresenta il bacino di segni e forme da cui la Ghitti attinge quale fonte ispiratrice del suo lavoro artistico. Spazi vissuti, personalizzati da figure forti, ottenute con gesti scultorei rapidi e capaci di cogliere, in una dimensione di non-finito, la differenziazione di ogni singola espressione. Il ferro è l’altra materia privilegiata dall’artista; la Valcamonica è terra di fucine, di magli, di incudini, di lavorazioni che purtroppo vanno soccombendo sotto l’azione incalzante di nuove tecnologie poco interessate al mantenimento di gesti e produzioni antiche e sapienti. Con la sua arte la Ghitti ci conduce nella “Memoria del Ferro”, tra installazioni costruite con residui ferrosi sempre più introvabili, assemblati secondo ritmi dettati da personali e segrete metodologie. Sculture albero, sculture parietali di un ferro grigio intenso che, per opera delle mani dell’artista, diviene materia viva; la luce che incalza scivolando su di essa ne esalta le compenetrazioni, le connessioni e produce particolari vibrazioni coloristiche. Vibrazioni e compenetrazioni capaci di ricordare quei colorati tessuti Kabili che Franca Ghitti, da attenta viaggiatrice, ha l’abilità di cogliere con una pittura densa e ricca di grumosità simili alle concrezioni ed ossidazioni del suo amato ferro ◆


Books

lIBrI COME

8-11 marzo Auditorium Parco della Musica, Roma Per il terzo anno consecutivo il Festival del libro e della letteratura offre una kermesse di quattro giorni all’insegna della buona letteratura: incontri per le scuole, conferenze di settore e soprattutto libri in festa. La manifestazione è avvalorata dalla presenza dal vivo degli autori italiani e non solo, fra i nomi presenti Niccolò Ammaniti, Alessandro Baricco, Andrea Camilleri, Jonathan Coe, Giancarlo De Cataldo, Giorgio Faletti, Carlos Ruiz Zafón. Accanto a questi, esponenti del mondo culturale e uomini dello spettacolo, che partendo dall’adattamento di libri realizzano opere teatrali o cinematografiche. www.auditorium.com

lETTErE D’AMOrE - AUDIOlIBrO

Audiolibro passionale e divertente, costruito su un monologo di Dacia Maraini interpretato da Piera Degli Esposti. Il testo è tratto da alcune lettere inedite di Gabriele D’Annunzio a Barbara Leoni, corrispondenza piena di passione dirompente, e si avvale dell’interpretazione di una grande attrice del teatro e del cinema italiano. Originale, ironica e versatile, l’interprete cambiando registro sostiene sia la voce maschile del vate che quella femminile dando vita ad una storia d’amore viva e coinvolgente. Autore: Dacia Maraini Editore: Giulio Perrone

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COME DIfENDErSI DAI MEDIA In una società democratica i media sono strumenti insostituibili per la grande utilità sociale, ma possono anche produrre pericolosi effetti negativi. Come influiscono i TG e i giornali sulla nostra comprensione del mondo o sulle nostre opinioni politiche? Come influisce la lettura di un giornale o di un sito web? Quali emozioni suscitano in noi certi programmi TV e quali effetti possono avere sul nostro sonno? Che conseguenze può produrre, nel tempo, un uso inappropriato dei media sui nostri figli? Suggerimenti pratici per individuare, prevenire e “curare” gli eventuali effetti indesiderati. Sta a noi scegliere, per essere fruitori attivi e consapevoli, anziché vittime ingenue e passive. Autore: Enrico Cheli Editore: Edizioni La Lepre

Il Ristorante pizzeria, “Celestina ai Parioli”, situato nel cuore dell’omonimo quartiere, è dotato di ambienti confortevoli, caldi e luminosi. Un locale curato, con un’ampia veranda chiusa e cucina a vista, pareti dai toni chiari, un fresco celeste e legno al pavimento, che accoglie senza inutili formalità, invitando da subito a sentirsi a proprio agio ricreando l’atmosfera delle origini, di quel lontano 1926 in cui è nata la storia di questo ristorante, mai interrotta negli anni a seguire. Oggi come allora la cucina è semplice e genuina e per quanto alleggerita e adattata ai gusti attuali, è un susseguirsi di piatti classici romani sia di carne che di pesce, con qualche piccola novità, proprio per stupire sempre i propri clienti, come ad esempio la barca di fritto celestina. È una vera e propria barchetta in carta paglia che serve da piatto per le alici fritte, il baccalà in pastella, il fritto calamari e gamberi ecc.. I prodotti quali la pasta all’uovo, il pane ed i dolci sono rigorosamente di produzione propria. Il ritorno della pizza rigorosamente con impasto 48, 72 ore, offre ai giovani un’ottima alternativa per cene veloci, ed economiche!!!!!! Eccezionali i supplì, le crocchette o i fiori di zucca ripieni di ricotta di bufala, anche questi fatti in casa. Celestina vi aspetta! Viale Parioli, 184 tel. 068078242 - 068079505 www.ristorantecelestinaaiparioli.com

PARCHEGGIO PRIVATO GRATUITO


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Come ci è arrivato? Quando ero un ragazzo e facevo il cuoco, gli chef non mi davano mai spiegazioni. Una cosa che odiavo. Mi sono ripromesso che un giorno avrei fatto diversamente: voglio che ognuno abbia una risposta alle proprie domande. Non mi piace impartire ordini senza dare spiegazioni, è una questione di apertura mentale.

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Guide e stelle, cosa ne pensa? Ho combattuto chef e stelle, e lo dico tranquillamente. Ora vedo i risultati, che si fanno con i numeri. Bisogna, però, fare una distinzione: ci sono le stelle vere, che conoscono la ristorazione, sanno cucinare veramente e hanno cura per il commensale, poi ci sono le meteore che cucinano per se stessi, aiutati da marketing, relazioni e pubblicità. Progetti fatti di illusione, piatti pieni di fantasia, ma senza alcuna base concreta: così si rischia di portare fuori strada i ragazzi che vogliono tentare questa strada.

adio, tv, giornali, libri, eventi, seminari, progetti educativi e sociali, corsi di formazione, e poi food design, consulenze per cinema, ristoranti e grandi aziende: Fabio Campoli è in continua attività. Un fermento che ha il nome del Circolo dei Buongustai, associazione enogastronomica che si propone di salvaguardare e promuovere la cultura della buona tavola in ogni suo aspetto, per infondere gusto, bellezza, qualità e benessere.

la figura del cuoco sta cambiando? È già cambiata. Molti hanno una base culturale migliore, magari percorsi diversi. Alcuni si avvicinano alla cucina dopo l’università, ottenendo in pochissimi anni grandi risultati, anche perché hanno una grande capacità di apprendimento, metodo di studio, obbiettivi ben precisi. Questa è la nuova ristorazione.

ph Stefano Mileto

Non le manca il confronto con i clienti? No, perché l’adrenalina ce l’ho tutti i giorni, il mio modo di lavorare ora mi rende libero. Sono curioso, studio, ricerco e il Circolo dei Buongustai ogni settimana lancia nuovi progetti, rompe la monotonia spaziando nella cultura gastronomica, dalla storia, all’ammodernamento, alle consulenze per le industrie: molti prodotti che mangiate sono miei progetti. È una grande soddisfazione vedere una propria idea realizzata. Lavoro con piacere con il mio gruppo, c’è molto confronto con gli altri.

Fabio Campoli

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Il suo percorso? Ho iniziato dopo la terza media a fare il gelataio, poi il lavapiatti, il comis, le stagioni. Ho iniziato a 14 anni, per me è arrivato prima il lavoro, poi la curiosità estetica, lo studio e la conoscenza. Posso dire che quella di oggi è la mia cucina, libera e senza schemi. Una cucina che costruisco prima nella mia testa, facendo affidamento sulla mia personale “biblioteca di sapori”, controllando la tecnica e gli strumenti e dando spazio alle emozioni. Si passa così dalla fase artigianale a quella più artistica. Un esempio stravagante e originale di questo discorso è il mio libro “Note di gusto”: cucina rapportata alla musica, ingredienti come sezioni musicali, vera e propria contaminazione tra due arti apparentemente estranee.

Ora la sua cucina come è? Semplice, libera, stagionale, pensata per soddisfare i commensali, aperta alle contaminazioni (ho anche un programma radio, Breakfast news, sulle colazioni dal mondo). Rispettosa degli ingredienti, dalla scelta dalla trasformazione. Agli artigiani bisogna dare voce, uno degli obiettivi del Circolo dei Buongustai è dare visibilità alle produzioni più piccole e salvarle, per esempio con i formaggi di alpeggio. Ogni anno mi avventuro alla scoperta di un prodotto, sono ad esempio ambasciatore del peperoncino e del bergamotto.


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BACCAlà Al CArTOCCIO AGrUMATO Ingredienti per 4 persone un filetto di baccalà secco da 350 g circa 200 g di patate 100 g di pomodorini ciliegini 1 uovo 80 g di olive taggiasche 5 g di scorza di limone 5 g di scorza d’arancia 3 foglie di melissa 3 ciuffi di prezzemolo 20 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato sale qb

Come è oggi il lavoro di fabio Campoli? Sembrerà strano, ma noi viviamo 5 giorni su 7 in ricerca, studio, progetti, organizzazione, tutto è frutto di un ragionamento, che è fatto per il 70 per cento in ufficio. Il vostro profilo? Noi facciamo consulenza, dalla sala alla gestione dei magazzini, pulizia, formazione personale, immagine, promozione, processi di lavorazione, in ultimo arriviamo alla cucina. Ma seppur ultima della lista rimane sempre la grande protagonista dei nostri eventi. prossimi progetti? A giugno l’anniversario della Marina Militare a Venezia, che oramai curiamo da tre anni, poi nuovi eventi per ora in fase di studio, sia in Italia che all’estero, una fitta attività editoriale in radio e su diverse riviste e poi le nostre consulenze. le cose fondamentali per chi inizia a fare il cuoco ora? Saper usare la testa, farsi guidare nel proprio percorso

dalle persone giuste, che sanno trasmettere qualcosa e non dal miraggio dei soldi. E poi essere capaci nella gestione e organizzazione del lavoro. poi? Sfruttare il proprio talento, il nostro gruppo ha continui progetti, servono persone da valorizzare e stimolare. Si deve imparare a comunicare. Per esempio ho studiato anche il modo di comunicare in radio, con tempi stretti, frasi brevi e semplici. E poi lavoro anche nello still life per cinema e tv: esperienze che non vivendo dentro a un ristorante posso approfondire. Tendenze. perché l’Italia è sempre seconda? Sono problemi politici, manca l’investimento, non c’è sostegno per chi fa sperimentazione, lo stesso Adrià è stato sostenuto. Abbiamo secoli di cultura, una ricchezza unica, anche gastronomica, tradizioni, prodotti. Questo sembra abbandonato. Chi fa innovazione, informazione, formazione, ricerca e cultura non è sostenuto da nessuno, si lavora a nostre spese e con le aziende ◆

ph Pino Polesi

Come fa accettare alle industrie le produzioni artigianali? Semplice: se le industrie non vogliono capire, non possono lavorare e con noi. Un esempio? Le perle di Fabio Campoli, sono crocchette cremose, con burro vero e materie prime fresche. Anche se è un prodotto industrializzato è di qualità. Prossimo progetto un prodotto-lista spesa, piatti unici già dosati, con gli ingredienti già pronti per la ricetta.

Tengo in ammollo per almeno ventiquattro ore il baccalà, cambiando per quattro o cinque volte l’acqua. Trito finemente le scorze degli agrumi, il prezzemolo e la melissa e li miscelo bene assieme all’olio. Taglio in quattro tranci il baccalà, lo asciugo e lo condisco con la salsina appena preparata, lasciandolo insaporire per venti minuti in frigorifero. A parte, lavo e pelo le patate, le taglio a fette e le sbianchisco per due minuti, quindi denocciolo le olive e le tengo da parte. Dalla carta da forno ricavo quattro rettangoli della dimensione di venti o venticinque centimetri, sistemo al centro il pesce, distribuisco una cucchiaiata di condimento alle erbe e agrumi, copro con le olive, le patate e i pezzetti di pomodorini. Spennello i bordi della carta con un po’ d’uovo sbattuto e ne piego i laterali, formando dei piccoli triangoli fino a sigillare tutto il bordo. Dispongo i cartocci in una teglia dai bordi alti. Faccio cuocere per venti minuti circa a 170 °C e li servo ben caldi.

Ingredienti per 4 persone 300 g di capellini 300 g di seppie pulite 2 carciofi un limone 20 g di prezzemolo 10 g di peperoncino verde fresco 4 g di tisana digestiva (menta, anice stellato e verbena) uno spicchio d’aglio in camicia 60 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato sale qb

Fabio Campoli

CApEllINI Al NErO DI SEppIA E CArCIOfI

Per prima cosa preparo la tisana, mettendo in infusione per cinque minuti le erbe in acqua bollente. Poi la filtro, la metto in una ciotola, la faccio arrivare a temperatura ambiente e la ripongo in frigo per due ore. A questo punto mondo i carciofi lasciando la parte tenera intatta, poi li taglio a spicchi sottili in senso verticale e li immergo nella tisana ben raffreddata arricchita del succo del limone. Li faccio riposare per quattro ore in frigorifero, li scolo ben bene e li scotto in padella per cinque minuti con tre cucchiai d’olio e lo spicchio d’aglio schiacciato, senza coprire: in questo modo, la cottura risulterà bionda, perché non violenta. Alla fine, aggiungo il peperoncino tritato e regolo di sale. Nel frattempo, taglio a listarelle sottili le seppie, conservando le sacche. Metto in una pentola abbondante acqua per cuocere la pasta. A parte, svuoto le sacche di nero in una ciotola e diluisco con dell’acqua fredda, verso il tutto in un’altra padella col rimanente olio e scaldo appena. Faccio cuocere i capellini in acqua bollente, li scolo al dente e li verso direttamente nella padella con il nero, aggiungendo immediatamente le seppie, e cuocio al massimo per un minuto. Devo ricordare, però, a proposito dei cefalopodi, che è importante non cuocerli troppo, perché le loro carni, dopo una prima fase di cottura che le lascia morbide e ricche di succhi, subito dopo diventano gommose; questo spiega perché ho aggiunto i molluschi a crudo. Un errore che comunemente si fa a questo punto è quello di protrarre la cottura, fino a quando non sono divenute nuovamente morbide: ma, avendo ormai perso i liquidi ed essendosi la fibra rilasciata, il risultato finale sarà quello di una seppia stopposa. Comunque, tornando al piatto, in ultimo trito finemente del prezzemolo, ne cospargo i capellini e arricchisco coi carciofi tiepidi.


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lo scenario di una delle sue commedie più note, appunto La Bottega del Caffè. Ma torniamo ai giorni nostri, in Italia, patria della moka e dell’espresso, con le nostre infinite varianti: al vetro, macchiato caldo o freddo, lungo, corto, con panna o con sambuca... Una patria che nasconde un cuore dolce, come dolce è il caffè che si serve abitualmente a Napoli, che vanta anche una caffettiera tutta sua, la “napoletana”, la macchinetta che, una volta tolta dal fornello, deve essere capovolta per far scendere lentamente l’acqua attraverso il filtro col caffè, con l’immancabile “cuppetiello” a preservarne l’aroma, come ci ha raccontato Eduardo in “Questi fantasmi”. Il caffè napoletano è il più carico di caffeina, estratta da un contatto più lungo della polvere di caffè con l’acqua. Attenzione, dunque!

nero come la notte, caldo come l’inferno, dolce come l’amore

È gourmet È

un piacere irrinunciabile per noi italiani: bevanda simbolo, con gli spaghetti e la pizza, di un paese dove i piaceri della tavola possono essere semplici e alla portata di tutti. Una tazza fumante di caffè. Irresistibilmente buona, ma anche trendy, visto che, come ci segnala Fabio Cagnetti su Dissapore, produrre caffè è diventato un hobby (pardon, attività) di personaggi dello star system più indipendente e chic. Da Lynch in poi, tutti vogliono la propria linea di caffè... tutte le vere star stilose, si intende. Ma procediamo con ordine: partiamo con lui, il chicco. È il seme del frutto di un albero tropicale (per gli appassionati di botanica il genere Coffea della famiglia delle Rubiaceae), diffuso in moltissime zone e in diverse varietà, che prima di arrivare nelle nostre tazzine subisce diversi passaggi, in un percorso di continua eliminazione: avete mai pensato che del caffè si getta via tutto? Il frutto, la pellicola che circonda il seme e anche il seme stesso, macinato e filtrato. La lavorazione del caffè è l’estrazione dell’essenza.

di Antonella De Santis

Giunto a maturazione i frutti, rossi come ciliegie, vengono raccolti manualmente: un passaggio delicato perché nello stesso momento la pianta ospita frutti e fiori, da preservare per assicurare il raccolto successivo. Essiccati e lavati, liberano due semini verdi che, puliti dalla membrana che li avvolge ed epurati da quelli acerbi o fermentati, vengono classificati secondo forma e dimensioni. Sì, avete letto bene: verdi. Il colore bruno appare solo dopo la tostatura, che ne cambia anche dimensione e consistenza. Un passaggio fondamentale, tanto che persino Pellegrino Artusi nel suo La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene dà chiare indicazioni: utilizzare legno invece di carbone per la tostatura, dosare con attenzione il calore, evitare che il chicco estragga il proprio olio, tostare poco caffè per volta per mantenerne intatto l’aroma. Questo a fine ottocento. Del resto in Italia già si consuma caffè dalla fine del 1500, e alla metà del 1600 risalgono le prime botteghe che presto diventano in luoghi di incontro e scambio di opinioni politiche e culturali. Non a caso Goldoni, nel 1750, ne fece


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Di tradizione in tradizione: dal lungo americano, realizzato con filtro o infusione, a quello turco, bollito più di una volta in un pentolino di rame e servito senza filtrarlo, con la polvere residua nella tazza. Ma oltre al modo di prepararlo e di consumarlo, non bisogna dimenticare che la differenza maggiore consiste nella materia prima, ovvero nel caffè. Benché esistano moltissime varietà la maggior parte del consumo e della coltivazione è ad appannaggio di arabica, robusta, liberica. Tre sono le specie maggiormente coltivate, si differenziano per gusto, contenuto di caffeina (per la cronaca: l’arabica è quella che ne ha di meno) e, ovviamente, adattabilità ai diversi climi e terreni. Altre specie sono Excelsa, Stenophylla, Mauritiana, Racemosa. Tra le qualità le più note sono quelle Etiopi, come il Sidamo. In Italia i piccoli produttori hanno ormai conquistato il loro spazio: Giamaica Caffè di Gianni Frasi, le Piantagioni del Caffè, Il Caffè del Doge, tanto per citarne qualcuno, mentre un indirizzo storico di Roma è Sant’Eustachio, col suo famoso Grancaffè, dolce e con una crema suadente e corposa. Ma non andateci solo per quello! Per scoprire segreti e curiosità del caffè un volume, significativamente intitolato Espresso, racconta la storia della famiglia Vergnano, ma anche di come il rito tutto nostrano si sia declinato in sette paesi diversi, pur rimanendo sinonimo del nostro stile di vita. Un libro che dispensa ricette e consigli per vivere al meglio il rito del caffè. (Csaba dalla Zorza, Luxury Books) ◆

gourmet

New opening Via della Croce, 82

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Via Albalonga, 7B-9-11 - Tel. 06 7000418 San Giovanni Via Cassia, 8B-8C - Tel. 06 3333488 Ponte Milvio Via della Croce, 82 - Tel. 06 69941752 Piazza di Spagna

www.barpompi.it


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Vigneto catarratto extralucido - Cortese concessione az. Bosco Falconeria

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SUD

VITIGNI AUTOCTONI: L’ALTRO TESORO DELL’ITALIA

Prosegue il viaggio fra le uve antiche: con oltre 350 specie, il nostro Paese riscopre le tradizioni del vino e riscrive il futuro dell’enologia locale

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di Monia Innocenti

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l nostro viaggio fra i tesori enologici italiani è cominciato nel nord Italia incontrando vitigni come Gamba di Pernice, Schiava, Pigato e Pagadèbit. Abbiamo poi proseguito per il centro, che ha avuto per protagonisti Colorino, Sagrantino e Vernaccia di San Gimignano. Ma il patrimonio enologico del nostro Paese è davvero molto ricco e proseguendo verso sud, troviamo altri preziosi compagni di viaggio. Fermiamoci in Campania, terra ricca di vitigni autoctoni che in questi ultimi anni, grazie alla rivalutazione del territorio di grandi e piccole aziende vinicole, sono riusciti a oltrepassare

i confini e diventare molto apprezzati anche al nord. Merita di essere citato l’Asprinio di Aversa, una DOC nata grazie al determinante contributo della famiglia Martusciello (Grotta del Sole-Quarto, Napoli) che, innamoratosi delle bollicine, pensò che le caratteristiche dell’Asprinio sarebbero state ideali per la produzione di uno spumante brut ed extra brut (lo Spumante Metodo Martinotti ne è uno splendido esempio). Infatti, l’acidità elevata da cui prende il nome ed il tenore zuccherino non molto alto, ne fanno certamente una delle più interessanti uve per la produzione di spumante del centro sud e non solo. La famiglia acquista uve esclusivamente

Foto della raccolta Asprinio d'Aversa - gentile concessione az. Grotta del Sole

prodotte con l’alberata, che crescono fino a 20 metri di altezza. Ogni operazione di lavorazione è effettuata a mano dai contadini su scale di legno costruite ad personam, che vengono semplicemente appoggiate alla parete dell’alberata. La vendemmia è molto suggestiva ed in particolare ad esserlo è la passata della scala, operazione effettuata per spostare le scale, che viene fatta da ciascun contadino tenendo le scale in equilibrio. In questo modo si evita di essere in due e di buttare la scala per terra al fine di spostarla. L’Asprinio è stato scelto a rappresentare l’Italia per le cene ufficiali del G8 a Napoli nel 1994 e quest’anno è stato invece stappato da George Clooney nel suo ultimo film The American. È ora il turno della Sicilia dove abbiamo selezionato per voi il Catarratto extralucido che possiamo degustare grazie all’azienda Bosco Falconeria, tra Partinico e Alcamo. Una delle prime aziende siciliane a convertirsi all’agricoltura biologica, i 17 ettari sono attualmente per meno della metà destinati a vigneto, un quarto ad oliveto e il rimanente a orto, frutteto misto e seminativo. L’extra-lucido è una varietà meno diffusa del catarratto che si distingue per avere una buccia più spessa molto più lucida. In vinificazione è in grado di esaltare ed armonizzare gli aromi caratteristici

del catarratto e la punta di amaro che lo contraddistingue. È coltivato con metodo biologico (senza solfiti, in nessuna fase) e la raccolta è rigorosamente manuale. Vino molto versatile, può accompagnare primi delicati, pesce, ma anche carni bianche e formaggi freschi. Per i visitatori, l’azienda mette a disposizione due camere in un vecchio fabbricato rurale ristrutturato per essere una grande finestra sul paesaggio, sulle colline coltivate e l’azzurro del Golfo di Castellammare. La colazione è rigorosamente a base di prodotti tipici e c’è anche la possibilità di usare la cucina e di ‘fare la spesa’ direttamente nell’orto ◆

INFO www.grottadelsole.it (Asprinio d’Aversa); www.boscofalconeria.it (catarratto extralucido)


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Il rITO DEllA MEDITAzIONE

NIENTE vErDE, MA plACIDO EQUIlIBrIO DI fOrME E SpAzI pEr rAGGIUNGErE SErENITà E CAlMA INTErIOrE CONTEMplANDO Il GIArDINO zEN

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è foglie, né fiori, né colori. Neppure un pugno di terra: il giardino zen è astratto, filosofico e meditativo. Ma non certo privo di fascino, che sta tutto nel delicato equilibrio degli elementi, pietre e ghiaia, posti a simboleggiare l’acqua e le piante del suo alter ego tradizionale. Nell’interpretazione più diffusa la ghiaia costituisce infatti l’acqua, il cui movimento viene tracciato dalle linee parellele di appositi rastrelli, mentre grosse pietre disordinate illustrano il dinamismo delle forme in natura; ‘isole’ che rappresentano l’immortalità, la longevità e la salute. Quello zen è un giardino destinato decisamente alla riflessione e si suppone abbia un effetto rasserenante, tanto che esiste anche in miniatura, contenuto in una piccola struttura di lengo da collocare a portata di mano (Bonseki). Il più

celebre a grandezza naturale è quello di Ryoa-ji, a Kyoto, uno dei migliori esempi di questa progettazione che viene denominata arte suseki. È un ‘mare’ rettangolare di sabbia bianca racchiuso fra la passerella del tempio ed il muro di cinta; fra le morbide onde sono disposte quindici grandi pietre in gruppi di cinque… ma da nessuna angolazione è possibile vederne più di quattordici! L’apparente casualità è insomma frutto di precisi criteri di proporzione, e il giardino è un esempio di grande armonia. Un’opera misteriosa e complessa, il cui volto di assoluta semplicità è concepito per rasserenare e condurre all’illuminazione. Era questo il percorso dei monaci zen verso la comprensione dell’essenza delle cose: dalla contemplazione della roccia a quella della montagna, ovvero dalla meditazione sull’io alla comprensione dell’infinito.

Il termine si riferisce al fatto che questo stile di giardino si è sviluppato grazie ai più importanti progettisti giapponesi monaci o praticanti lo Zen, ma in effetti piccoli e grandi spazi ‘da meditazione’ sono molti diffusi in Giappone, e non sempre sono legati alla pratica buddista. Se tutto ciò vi affascina, senza arrivare tanto lontano, potete organizzare un piccolo ‘giardino da tavolo’ anche in casa, su un semplice vassoio di legno. Aggiungere nuovi elementi o modificare l’orientamento delle onde sarà un’occasione per rilassarvi. Attenzione però: la sabbia utilizzata non è quella delle spiagge, ma granito o marmo schiacciato (circa 2mm di diametro) e di tonalità uniformi, dal bianco al beige. Le rocce vanno poi scelte con cura e posizionate secondo la vostra sensibilità e poi… Buona contemplazione! ◆ D.C.

piante del sogno

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ogno di trovarmi, dopo una lunga corsa, in una radura. Sono stremata e mi accascio al suolo. Sotto di me c’è qualcosa di morbido, come un tappeto, di rose. Delicatamente ne prendo una fra le dita: non è una rosa, è un fiore bellissimo ma senza profumo, pallido e freddo. Rabbrividisco al contatto, mi alzo e riprendo la corsa…” Forse il misterioso fiore della nostra sognatrice è la camelia. Originaria dell’Estremo Oriente arriva in Europa nella seconda metà del Settecento. Secondo i giapponesi simboleggia la vita stroncata perché, a differenza di tutti gli altri fiori, la sua corolla si distacca intera dallo stelo e non petalo dopo petalo. Per questa caratteristica ben si addice a Marguerite Gautier, l’eroina di Dumas precocemente stroncata dal “mal sottile”. Marguerite portava una camelia bianca per venticinque giorni al mese e una rossa per gli altri cinque. Da qui l’appellativo di “ Signora delle camelie”. La stessa signora è anche la “traviata” immortalata da Verdi, perciò nel vocabolario dell’amore la camelia ha assunto una connotazione peccaminosa. Amore e peccato, amore e morte: temi cari al Romanticismo. Oggi le camelie ornano i nostri giardini, sono belle, raffinate, fioriscono copiosamente e a lungo e non richiedono particolari cure. Altro che simbolo di morte! Sembrano piuttosto l’emblema della generosa bellezza della natura. A ogni epoca la sua simbologia. Oggi di “mal sottile” non si muore più e neanche d’amore. Il sogno di cui sopra appartiene a un’altra epoca ◆ Renata Biserni Psicoterapeuta-Psicodrammatista rbiserni@tiscali.it


I SEGRETI DELLA CARTA

Il processo di produzione artigianale secondo le tecniche di 700 anni fa: un percorso affascinante da seguire nel dettaglio nel museo di Fabriano

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di Donatella Codonesu

raccontare per primo il metodo cinese di fabbricazione della carta fu Marco Polo, che descrisse le fibre vegetali impiegate allora: paglia di tè o di riso, canna di bambù e stracci di canapa. Le tecniche di lavorazione furono gelosamente custodite per secoli e si diffusero solo nel VII secolo, prima in estremo Oriente, poi in Asia centrale, quindi finalmente nel Mediterraneo. In Italia il polo storico di questa manifattura fu da sempre Fabriano, nelle Marche, dove fu introdotta dagli arabi e dove tutt’oggi la carta viene prodotta a partire da lino e canapa, fibre resistenti al tempo e meno costose, ad esempio, della pergamena. Un’attività tanto importante economicamente, che nel 1400 fu vietato di insegnarne i segreti a chi non risiedesse nel territorio del comune. Nella seconda metà del XV secolo le tecnica

di stampa con caratteri mobili contribuì a consolidare la tradizione dei testi scritti per comunicare e tramandare pensiero e opere di ingegno e l’industria della carta nelle Marche continuò a fiorire. La sintesi di questa storia secolare che dalla Cina conduce ad un paesino in provincia di Ancona è narrata nell’affascinante Museo della carta di Fabriano, dove sono presentati testi antichi e viene illustrato nel dettaglio il processo manuale di fabbricazione del pregiato strumento, anche attraverso workshop per le scuole. Nel corso della visita viene illustrato l’impiego delle fibre da cui si parte per poi aggiungere collanti e coloranti arrivando alla produzione di raffinati e ormai rarissimi manufatti. Fabriano è infatti una delle pochissime città al mondo dove ancora oggi si fabbrichi carta a mano, i macchinari sono

quelli originali e il grosso della lavorazione avviene ancora secondo le tecniche di 700 anni fa: la selezione delle fibre, l’immersione nel tino, l’estrazione manuale di una stessa quantità di pasta e quindi la distribuzione uniforme su tutta la superficie del telaio metallico. Il composto viene scolato, impilato e infine steso. Dopo la collatura e l’essiccamento le ultime operazioni di finitura producono i preziosi fogli utilizzati per edizioni di pregio, disegno artistico e stampe d’arte, corrispondenza e partecipazioni, diplomi di laurea, buoni del tesoro... Un percorso affascinante che merita assolutamente una visita ◆ www.museodellacarta.com


Minivacanza a un passo da Roma

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ome in un cottage immerso nella campagna verdeggiante, gli appartamenti del Veio Resident regalano suggestioni e relax impensabili a Roma. Per scappare dalla città pur rimanendovi a un passo, per immaginare altri panorami o solo staccare la spina. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un trasloco o una ristrutturazione, o per chi si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena fuori porta o chi decide che, pur non volendosi allontanare completamente dalla propria rete di amicizie, impegni e abitudini, preferisce svegliarsi nella natura, tra animali, laghetti incontaminati

e il fruscio degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore inglese. Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme, fax, parcheggio, lavanderia, servizio di recapito posta... e un giardinetto privato davanti all’ingresso, dove godere di una dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città, collegati anche mediante una navetta che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile.

resort

veio residence resort Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207264 - +39 0630361782, Fax +39 0630363148 veioresidence@tiscali.it

www.veioresidence.com


A TESTA IN SU O A TESTA IN GIÙ La ricca collezione delle Campanone (design Paolo Grasselli per il marchio ModoLuce) comprende lampade a sospensione, pouf e tavolini luminosi. Tutti gli elementi hanno la caratteristica forma della campana. www.bysteel.it

BAGlIOrI NEll’ACQUA Waterproof è una graziosa lampada sommergibile prodotta da Metalarte (design Héctor Serrano) provvista di batterie ricaricabili che garantiscono un’autonomia di quattro ore. www.metalarte.com

IllUMINAzIONE SINUOSA Tanti motivi circolari che si incontrano e si incrociano, con un cuore caldo che si illumina. Il modello Idaa, di Bysteel, è disponibile nella versione a sospensione o piantana. www.bysteel.it

MAGIC lIGHT Un ammaliante gioco di pieni e di vuoti per Kadabra, firmata 21st Design Lab. È la luce che circonda l’oscurità o è il buio che passa attraverso la materia luminosa? www.21st-design.com


TEMpO DI TUlIpANI Allegra, informale, casual, la lampada Tulip di MyYour arreda il giardino o lo spazio interno unendo estetica e praticità d’uso. È disponibile nelle dimensioni Small o XL, con luce o colorata. www.myyour.eu

TrAME OrNAMENTAlI Paola Navone ha disegnato gli arredi scultura della collezione Ivy ispirandosi all’arte topiaria (ossia la potatura di alberi e siepi allo scopo di dar loro forme ornamentali). Il metallo, in apparenza duro e ostico, assume una leggerezza impensabile. Nella foto, tante Lucciole colorate e una graziosa poltroncina bucherellata. www.emu.it

rAffINATI pUNTI DI lUCE Perfetto come segnapassi o per illuminare in maniera suggestiva alberi, fiori, sculture o particolari forme architettoniche. Pollicino, del marchio Antonangeli Illuminazione, va posizionato a terra da solo o in “gruppo”. www.antonangeli.it

IllUMINAzIONE AD HOC Wind 4086 è la versione “a ombrello” della lampada di Vilardell prodotta dal marchio spagnolo Vibia. Il modello può essere collocato dappertutto, a seconda delle proprie esigenze. www.vibia.es


fIOrI lUCENTI

CErCHI CHE ACCENDONO l’AMBIENTE

Una luce tenue e morbida fuoriesce dai tavolini luminosi della serie Ricami, di Antonangeli Illuminazione, in fibra di vetro trasparente e pizzo Valencienne. www.antonangeli.it

Il programma di corpi illuminanti Atollo, ideato da Paolo Grasselli per ModoLuce, è composto da sedute e tavolini luminosi versatili, indicati per arredare e illuminare con stile sia gli spazi esterni che quelli interni. www.modoluce.com

SpIrITO CONTEMpOrANEO CIlINDrI TrENDY Che sia posizionato sulla spiaggia, in terrazza o nel proprio giardino, Atollino risulta sempre trendy e sfizioso. L’elemento luminoso è utilizzabile come tavolino, pouf, happy hour, sospensione e applique/plafoniera. www.modoluce.com

Un inedito oggetto “tessile” luminoso, rivestito di uno speciale tessuto di rete, Pill-low (design Francesco Rota per il marchio Oluce) può essere usato anche come seduta sbarazzina. www.oluce.com

pEzzI ICONICI La lampada da terra e da tavolo Atomium IP65 ha una linea sbarazzina e originale. La struttura interna si compone di 6 luci. Il design è di Hopf & Wortmann per Kundalini. www.kundalini.it

NOBIlE OrDITO È evocativa ed elegante la lampada Wind 4050 di Vibia (design Jordi Vilardell). In fibra di vetro, è disponibile in bianco, nero, verde e arancione. Il funzionale ripiano inserito nella struttura fa da sfizioso tavolino. www.vibia.es

SQUArCI NEl BUIO I quattro fasci luminosi proiettati dalle fenditure di Granito 30 (design Ernesto Gismondi per Artemide) sono ideali per segnalare percorsi o per creare suggestivi effetti di luce. www.artemide.com


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grandesignETICO INTErNATIONAl AWArD 2012 di Vittoria Di Venosa

Porro-Ghiaccio - by Piero Lissoni

edizione di grandesignEtico International Award 2012, si svolgerà il prossimo 10 aprile 2012 presso Palazzo Isimbardi, nobile palazzo risalente al XV secolo e sede della Provincia di Milano. Insieme al conferimento della targhe si terrà una serie di incontri finalizzati alla ‘Etica & Business’ che vede l’intervento di diversi relatori tra cui Danilo Premoli, architetto e designer votato al ‘green’ che illustrerà con Gli esami non finiscono mai i nuovi linguaggi etici per un design più sostenibile; la bella mostra fotografica Scatti d’Autore, in pratica una raccolta di immagini di prodotti di design interpretati artisticamente MG Lab - Metro by Luca Nichetto

Tra le aziende ‘nominate’ figurano alcune imprese che hanno contribuito al riconoscimento internazionale del made in Italy come ad esempio Alessi, Ballarini, Ceramiche Globo, Porro, Prandina e Riva 1920 che annoverano, tra gli altri, firme dello star-system quali Marcel Wanders, Anna Gili, Piero Lissoni, Carlo Colombo, Philippe Starck e Michele De Lucchi. I prodotti selezionati abbracciano tutte le categorie del design per la casa e l’arredamento, ma anche barche, biciclette, abbigliamento sportivo, tessuti tecnologici e riciclabili, materiali per imballaggi. Aziende e prodotti dove l’imperativo è recuperate l’etica del lavoro e della sostenibilità ambientale. La seconda consegna delle targhe per il conferimento delle nuove ‘nomination’ delle aziende partecipanti alla 12° Riva 1920 - impegno etico

da alcuni tra i più noti studi di fotografici, selezionati da Roberto Mutti, noto critico e curatore di mostre fotografiche e il convegno Work in progress sugli eventi internazionali coordinato da Patrizio Fiombo, esperto in relazioni internazionali che illustrerà dettagliatamente gli eventi di design etico che si terranno a Città del Capo in Sud Africa e a Vancouver, Canada - West nel corso dell’anno. Dopo l’ultima selezione delle ‘nomination’, la premiazione e la mostra grandesignEtico delle aziende e dei prodotti premiati avrà luogo presso lo spazio Oberdan il 22 e 23 novembre 2012.

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ell’ambito della 12° edizione di grandesignEtico, manifestazione che promuove prodotti, progetti e persone in grado di coniugare l’evoluzione del design alla sostenibilità ambientale e sociale, lo scorso novembre presso lo Spazio Oberdan della Provincia di Milano, sono state assegnate le targhe per le nomination al premio grandesignEtico International Award 2012. Scopo dell’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano e organizzata dalla Associazione Culturale Plana, è individuare tra le aziende di design quei prodotti che operano seguendo parametri di qualità nel contesto sociale etico e umanitario.

TyPuglia - Packaging olio by Leo Di Renzo

Byografia - Blueberry’s by Carlo Colombo

Atala - Space Bicycle by Anna Gili


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I GATTI ecologici

Adriasail - Barca

Alessi - Dressed by Marcel Wanders

Prandina Hanoi T1-T3 by Federico Churba

A partire dal 2013 grandesignEtico diventerà itinerante, prevedendo anche la partecipazione al Sidim (Salon International du Design de Montréal), il più importante evento dell’arredo contemporaneo che si svolge a Montréal, capitale del design del Nord America, che quest’anno si celebra nei giorni 24, 25 e 26 maggio 2012 ◆

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Elementi d’arredo quali testate, pannelli, lampade. E ancora ciondoli, anelli in argilla, bijou, cornici, realizzati interamente a mano da Stefania Manca, artista designer e decoratrice d’interni, saranno ospitati nella sua mostra personale che si tiene presso il B4, locale alternativo e di tendenza situato a Milano di via Vannucci 2 angolo via Ripamonti, in programma con il Salone Internazionale del Mobile (17-22 aprile 2012) di Milano, capitale del design e inscindibile palcoscenico del mondo del design, dell’arte e della moda. L’artista presenterà una nuova e intrigante collezione denominata ‘I Gatti di Ale’ di sedute, borsette in feltro, T-shirt, tutte realizzate con l’immagine stilizzata di un buffo e divertente felino. In questa occasione saranno in mostra alcune limited edition de ‘I Gatti di Ale’: si tratta di sedute in legno che sono state prima scarteggiate, poi trattate con antitarlo, smaltate e infine decorate a mano. Tutti i lavori di Stefania Manca, dal segno stilistico unico e irripetibile, sono certificati da un attestato ‘fatto a mano’ autenticato dall’artista, che conferma il rispetto dell’ambiente dei suoi manufatti ◆ www.igattidiale.blogspot.com


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Una casa bestiale

Le consolle animalesche

Il brand Ibride è specializzato in animal design. Lo dimostrano queste due simpatiche consolle: Sultan e Diva. Sultan ricorda un cane; Diva si rifà sfacciatamente alle forme snelle dello struzzo. Entrambe sono realizzate in laminato compresso e disponibili in diversi colori come nero, rosso, grigio e bianco. Della collezione “Mobilier de compagnie” fanno parte, tra i tanti complementi proposti, anche le divertenti librerie-orso Joe e Junior. www.ibride.fr

Arredamento ruggente e moderno nel segno dell’animal design

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di Valentina Falcinelli

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tanco dei soliti complementi d’arredo, insulsi e privi di personalità? Se la tua abitazione manca di grinta, se il suo stile non è ruggente come vorresti tu, una soluzione a questa situazione c’è. Ed è a portata di artiglio, ops! di mano. Sto parlando dell’animal design, un modo tutto di nuovo di guardare ai complementi d’arredo. Una sedia, infatti, può prendere le sembianze di un enorme polpo, un tavolinetto avere le massicce gambe di un leone, una lampada somigliare a un cavallo. Insomma, i mobili e i complementi a cui sei sempre stato abituato non saranno più gli stessi. E la tua abitazione, finalmente, assumerà un look davvero bestiale.

Il leone s’è fatto tavolo Altro che “il leone s’è addormentato”. Qui è il proprio il caso di dire che il leone s’è fatto tavolo. Questo oggetto di design, dal fascino esotico e dall’aspetto imponente, si trasformerà con estrema naturalezza nel re della zona giorno. Il Lion Stand porta la firma del designer Jacques Garcia.

Le stravaganti sedie di Máximo Riera Il designer Máximo Riera, lui sì che sa come prendere ispirazione dalla natura. Come non essere d’accordo dopo aver visto due dei suoi capolavori: la seduta rinoceronte e la seduta polpo. Entrambi i modelli hanno un’anima misteriosa, decadente, provocante e un carattere deciso. Queste sedie sono senza dubbio le sedute più oltraggiose, pazzesche e creative su cui i vostri occhi - e, se siete fortunati, non solo quelli - mai si poggeranno. www.maximoriera.com

Le pazze lampade di Mooi

Un pungente porta-stuzzicadenti Mi sembrava strano che nessuno avesse ancora pensato di creare un oggetto come questo: un porta-stuzzicadenti porcospino. Fortuna che ha provveduto Studio Mango, ideando l’adorabile PickUrPine. Questo piccolo oggetto in silicone può contenere 29 spine, ehm… stuzzicadenti. Sono sicura diventerà una vera attrazione a tavola, sia per i grandi che per i piccini. Occhio solo a non pungervi!

Si spera abbiate un grande, grandissimo salone. Sì, perché la Horse Lamp, la lampada cavallo di Mooi, è davvero enorme. Anzi no, siamo più specifici: ha le stesse, esatte dimensioni di un cavallo adulto (240x230cm). Con questo pezzo di design porterai un tocco di natura - e di pazzia - in casa tua. Stesso concetto anche per la Rabbit Lamp, la lampada a forma di coniglio. Quest’ultima è sicuramente meno impegnativa della prima, viste le misure più contenute. Nella foto puoi vedere anche il tavolinetto-suino: un’idea ancora più pazza delle precedenti. Non c’è alcun dubbio: i complementi d’arredo Mooi o si odiano o si amano. www.moooi.nl

Selvaggiamente belle Dimentica la sedia come mero appoggio e dai il benvenuto a un modo tutto nuovo d’intendere, e vivere, questo complemento d’arredo. Il brand Wild Design (mai nome fu più azzeccato) si è letteralmente sbizzarrito nella creazione di una ricca, ricchissima collezione di sedie animal. Troviamo quindi il modello dalla forma a rana, quelli che ricordano uno scorpione, un elefante, un cobra, un delfino… Un vero e proprio zoo di puro design. www.wild-design.fr

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Dioscuri mario.riviello@fastwebnet.it

Mario Riviello mostra fotografica dal 10 maggio AREA 10 Design Roma Via di Montoro 10 06 68804267 www.area10design.it


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