INSIDER magazine

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I tuoi affari viaggiano in prima classe

Anno 4 • •

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Numero 31

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Maggio 2012

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DIRETTORE EDITORIALE Mariela A. Gizzi mrl.gizzi@gmail.com DIRETTORE RESPONSABILE Francesca d’Aloja direzione@insidermagazine.it AMMINISTRAZIONE Raimondo Cappa amministrazione@insidermagazine.it

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COORDINAMENTO REDAZIONE redazione2@insidermagazine.it Donatella Codonesu PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE info@csgraphicdesign.it grafica@insidermagazine.it HANNO COLLABORATO Alessandra Vittoria Fanelli Antonella De Santis Antonella Panella Carlotta Miceli Picardi Emanuela Carratoni Enrico Tonali Ester Maria Lorido Fabio Cipriano Fabrizio Lodi Francesco Mantica Irene Cappa Laura Mocci Loriana Nei Luisa Espanet Maria Laura Perilli Monia Innocenti Renata Biserni Vittoria di Venosa STAMPA Printer Group Italia Srl 800 033 772 www.printergroup.it

ANNO 4 - NUMERO 31 Periodicità mensile maggio 2012

TRAVEL

FASHION

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PROVENZA IN RESORT

IL PIZZO È DI SCENA

NATALIA TITOVA

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Storia d i un puledrino cora g gioso

la storia Di laghat, il cavallo cieco che non si è arreso alla sorte: in pista ha vinto 19 volte e a roma, alle capannelle, c’è stata una festa tutta per lui e i suoi nuovi amici, i ragazzi DoWn Di una associazione toscana di Enrico Tonali - ph Stefano Grasso

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a ventesima vittoria l’ha incassata in anticipo a Roma e con gli interessi, anche se poi in pista è giunto nelle retrovie. Laghat, il purosangue che ha percorso una lunga e bella carriera di galoppatore pur essendo cieco fin da puledrino, è ormai il simbolo di quanto un cavallo possa fare per l’uomo e viceversa. A festeggiarlo - nello storico ippodromo di Capannelle creato nel 1881 - c’erano tutti, compreso l’allevatore che lo ha fatto nascere: Giuseppe Rosati Colarieti, cinquantaduenne capitolino, biologo con master di genetica a Oxford, titolare di un’azienda agraria a Contigliano (sotto il Santuario di Greccio, nel Reatino) dove Laghat è cresciuto. “Come la maggior parte dei purosangue è nato in Irlanda, il 15 marzo 2003, figlio di Diktat, un buono stallone, e di Laura’s Show, una nostra fattrice che avevamo acquistato dalla scuderia capitolina Ri.Ma. per cui aveva avuto un bella carriera, seconda nel Premio Repubbliche Marinare 1995 a Capannelle” racconta Rosati, che è pure titolare del team di galoppo Razza del Terminillo. “Laura’s Show è soprattutto la sorella maggiore di un ottimo cavallo, Sunstrach, vincitore con 6 lunghezze di vantaggio del Premio Roma 2002, allenato da Emilio Borromeo”. Purtroppo Laghat, dal mantello baio oscuro, nell’allevamento di Contigliano viene colpito da un’infezione - una micosi, un fungo - che gli vela totalmente l’occhio sinistro e gran parte del destro. “Potrebbero essere state anche delle micro-lesioni corneali tramutatasi in complicazioni micotiche con opacamento. Il destro è meno interessato, ma ha comunque grossi problemi. Laghat, grazie all’ampia capacità dell’occhio equino unita a un carattere ottimo, riesce comunque a focalizzare quanto gli accade intorno e correre bene” spiega il veterinario Matteo Ranucci, specializzato in purosangue.


cover story

Vendere un cavallo in tali condizioni non è possibile, d’altronde la genealogia è buona e Rosati decide di mandarlo in pista con i suoi colori, la giubba della Razza del Terminillo, ed il training, a Pisa San Rossore, dello stesso Borromeo. Nel gennaio-febbraio 2006 sulla pista toscana, Laghat centra due successi, con Giuseppe Virdis in sella; poi va a correre a un paio di volte a Roma (quarto nel Premio Veronese, lo monta Mirco Demuro oggi top-jockey di valore internazionale), a Milano, di nuovo a Pisa. “Notai quel cavallo perché girava in continuazione nel box, una trottola in pochi metri” ricorda Federico De Paola, 39 anni, 20 da gentleman-rider e 3 da trainer “Quel muso nero con una pennellata bianca sulle

narici mi intrigò, lo dissi a Borromeo che aveva i box vicino ai miei”. Borromeo rassicura Rosati, Laghat sarebbe finito in buone mani e l’allevatore romano lo cede per un prezzo d’affezione al giovane allenatore toscano nipote d’arte (“mio nonno aveva una scuderia”) e predestinato al galoppo pure dall’abitazione a Pisa, in Via Federico Tesio, il mago del turf mondiale nella prima metà del XX secolo. Da allora però il morello non vedente con due balzane bianche sui posteriori non vive più in un box (“con la sua malformazione la solitudine lo irritava e immalinconiva”), bensì in un’ampia e accogliente capanna che per tre anni ha diviso con Nathan, un anziano cavallo morto nel 2009 a 25

anni, ed ora con Celece, una femmina grigia. Da fine ottobre 2006, quando De Paola lo monta in corsa per la prima volta (subito un bel terzo posto) con la sua inconfondibile giubba azzurra con spalline “all’aga khan” rosse, Laghat scende in pista 79 volte (85 comprese quelle in Razza del Terminillo), vincendo in totale 19 corse, piazzandosi in 26 - in pratica un buon risultato ogni 2 corse - e guadagnando oltre 87 mila euro, con cui ha contribuito a buona parte del suo mantenimento. Solo da poco però la storia del puledrino cieco che non si è dato per vinto è rimbalzata sui mass-media, anche se all’ippodromo di Pisa tutti la conoscono. Infine il successo sul

piccolo schermo nella trasmissione Matrix di Canale 5, dove vengono messe in parallelo le storie di Laghat - diciannove volte reuccio in pista - e di un gruppo di ragazzi down dell’Associazione Trisomia 21 Onlus Toscana - finalisti con uno spettacolo di mimo del programma Italia’s Got Talent dimostrando che la disabilità non sempre è una barriera alla vita sociale. HippoGroup Capannelle, gestore del più importante ippodromo italiano, ha così organizzato una corsa - il Premio Associazione Trisomia 21 Onlus Toscana - proprio per Laghat e i suoi nuovi amici down, con premi e applausi tutti per loro, vincitori di una sorte non proprio amica ◆


Spa

Suite

Les Bories & Spa - Piscina esterna

Proven z a,

lavanda e prestige resort

charme, cultura, natura e gastronomia i prestige resort in provenza sono il punto Di partenza per scoprire i campi Di lavanDa, i borghi, le abbazie e i palazzi patrimonio monDiale unesco

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color viola. Per i bon gourmand, infine, non si può tralasciare una cena romantica sotto le volte antiche della saletta attigua al ristorante gastronomico curato dal già nominato Pascal Ginoux - una stella Michelin - e cenare al lume di candela vicino all’antico caminetto in pietra secca. Non solo: la cucina ispirata ai piatti provenzali si può anche gustare sulla terrazza all’aperto e all’inizio della primavera anche a bordo della splendida piscina esterna immersa nel parco. Lasciato Les Bories e visitata l’Abbaye de Sénanque e il magico villaggio sospeso di Gordes, il secondo Prestige hotel si trova nel cuore del papato di Avignone, simbolo dell’influenza cristiana del XIV secolo. L’Auberge de Cassagne & Spa, situato a cinque minuti dalla città dei Papi, è in pratica una bastide dal fascino provenzale costruita nel 1850 che dispone ora, dopo vari interventi di riqualificazione, di 35 camere, di 7 suite e di una magnifica suite presidenziale, tutte affacciate su un fiorito giardino di glicine e arredate con mobili locali. L’hotel è stato ampliato nel corso del tempo per ospitare un centro benessere dove è stata ricavata un’ampia piscina indoor riscaldata, una doccia con cromoterapia, una vasca circolare jacuzzi, sauna e hammam per permettere esclusivamente agli ospiti del resort di godere di momenti di serenità e relax. Vero fiore all’occhiello è il ristorante gastronomico diretto dallo chef Philippe Boucher, discepolo di Paul Bocuse, che propone una cucina personalizzata molto gourmand basata sui sapori provenzali.

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predominante è quello della lavanda dei campi e del parco di otto ettari di cui è circondato. La filosofia di questo resort è l’attenzione ai dettagli: camere e suite spaziose e luminose, orientate al sud per godere al risveglio del profumo sprigionato dalle piante aromatiche del giardino. Alcune di queste erbe vengono poi impiegate per i piatti gastronomici rivisitati dallo chef Pascal Ginoux. Altre erbe officinali invece sono destinate alla ‘Maison d’Enne’ la raffinata Spa di oltre 500 metri quadrati dell’hotel dotata di un’ampia piscina indoor riscaldata, di bagno turco, sauna, hammam e di diverse sale per massaggi e trattamenti. Il valore aggiunto di Les Bories & spa è la magnifica piscina all’aperto circondata da pini, cipressi e ovviamente da campi di lavanda, che in piena fioritura sprigionano intensi profumi e quell’incredibile

Gordes

Auberge de Cassagne - Giardino

di Alessandra Vittoria Fanelli

l viaggio attraverso la Provenza inizia nel Luberon, dove si trova uno dei più seducenti hotel del Sud della Francia. Si tratta di Les Boires & spa, un cinque star hotel situato nel villaggio di Bories a poca distanza dall’Abbaye de Sénanque, l’antico monastero circondato dai campi di lavanda e tuttora abitato dai monaci cistercensi, e Gordes, lo storico borgo arroccato su una collina diventato famoso per essere stato il set cinematografico del film ‘Un’ottima annata’ di Ridley Scott, interpretato dal fascinoso Russell Crowe. Les Bories & Spa, che prende il nome dell’antico vicino villaggio di piccole case in pietra secca che ricordano i nostri trulli, è un hotel de charme che gode di un panorama mozzafiato affacciato sul Luberon, dove il colore

L’Auberge de Cassagne & Spa è in posizione privilegiata per visitare Avignone dove erge imponente e severo il Palazzo dei Papi, patrimonio Unesco, che domina il fiume Rodano contraddistinto dal famoso ponte ad arco di Saint Bénezet, costruito intorno all’anno Mille e mai terminato a causa di diversi problemi ambientali ed economici di allora. Dopo la visita al palazzo dei Papi un piccolo strappo gastronomico è d’obbligo: proprio sotto le severe mura del palazzo gotico si trova il piccolo raffinato ristorante di Christian Etienne che propone piatti gustosissimi al gratin da consumare con famoso vino Syrah. E dopo Avignone si entra nel cuore della Provenza dove si trova Le Vallon de Valrugues & Spa, il cinque stelle resort dei Prestige Hotel, situato a soli 600 metri da Saint Rémy de Provence, nota per essere la città di Nostradamus e soprattutto del pittore Vincent Van Gogh che ben ritrasse le magiche le atmosfere e i colori (ricordate I Girasoli?) del Sud della Francia.

Spa

Camera


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Piscina

Le Vallon de Valrugues & Spa

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Le Vallon de Valruges & Spa, elegante e discreto resort cinque stelle, nel 2011 ha rinnovato parte delle sue suite dotandole di piccoli terrazzi privati che spaziano su l’Alpille. L’hotel è circondato da un vasto giardino e da una piscina esterna semiolimpionica 20x10 metri, riscaldata per essere goduta tutto l’anno, mentre al suo interno si trova la Spa dotata da piscina con vasca per il nuovo controcorrente, di sala fitness, bagno turco e sauna, un bagno di luminoterapia e sala per idromassaggio. L’hotel dispone inoltre di un ristorante gastronomico, arredato con molto eleganza, curata dallo chef Marc De Passorio, anch’esso premiato da una stella Michelin, dove in un tripudio di sapori e colori, si possono gustare menu a base di fois gras de canard e un tenero filetto alla Valrugues profumato al timo delle Alpilles. Un invito a recarsi subito in questo inizio di primavera in Provenza e approfittando della cordiale e professionale ospitalità dei Prestige Hotels, visitare alcuni dei luoghi più prestigiosi della Francia. Bienvenue donc en Provence! ◆

Ponte di Avignone - ph Clémence Rodde ©

Ristorante gastronomico

Suite Van Gogh

Info

Italia Atout france Italie www.rendezvousenfrance.com Francia Le Bories & Spa Route de l’Abbaye de Sénanque - 84220 Gordes www.hotellesbories.com Auberge De Cassagne & Spa 84130 Avignon www.aubergedecassagne.com Le Vallon De Valrugues & Spa Chemin Canto Cigalo - 13210 Saint-Rémy de Provence www.vallondevalrugues.com Comite Departimental Du Tourisme Du Vaucluse www.vaucluse.fr


Il fascino contadino del profondo sud nell’antica masseria montenapoleone, sospesa fra la campagna e il mare Di fasano, autentiche atmosfere pugliesi si fonDono con suggestioni provenzali di Donatella Codonesu

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a Puglia è una regione magnifica, che negli ultimi anni sta vivendo la forte e meritata rivincita della riscoperta: mentre le sue candide spiagge sono frequentatissime dai giovani e la sua musica tradizionale, la pizzica, viene esportata in tutto il mondo, le vecchie costruzioni abbandonate da decenni in aperta campagna sono sottoposte a recuperi e ristrutturazioni di lungimiranti architetti, singoli amatori e piÚ o meno piccole imprese che investono nel turismo aprendo masserie ed alberghi rurali.


È il caso della Masseria Montenapoleone, frutto di un raffinato intervento di restauro ad opera di Giuliano Monteve, vissuto per anni in Francia, che ha riportato in questo remoto angolo del sud Italia le atmosfere d’oltralpe. L’hotel sorge nei pressi di Fasano, su un antico insediamento rupestre a pochissimi chilometri dalla costa. Qui si producevano grano, fichi e mandorle, e l’atmosfera contadina è ancora intatta anche se patinata di eleganza. Gli ambienti sono arredati con materiali, oggetti e strumenti d’altri tempi: infissi e porte d’epoca, attrezzi agricoli rudimentali, mobili antichi, vecchie stampe… elementi di un passato remoto che convivono con suggestioni provenzali, arredi artigianali e moderna organizzazione degli spazi, in nome di uno sviluppo sostenibile ma anche dell’amore per la genuinità delle cose. La sala da pranzo trova posto nelle vecchie scuderie e vi sono serviti rigorosamente prodotti fatti in casa, come crostata di fichi secchi e marmellate di frutta. All’esterno, in una cornice naturale intatta, il grande giardino con l’area barbecue e il patio per le lezioni yoga, dove trovano posto anche concerti ed eventi. Le sole cinque doppie e sette suites (per un massimo di 4 posti letto) ne fanno un rifugio esclusivo ed intimo di tutto relax ◆ www.masseriamontenapoleone.com

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VITA QuoTIDIAnA DI unA GIoIELLERIA RoMAnA

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eanche fosse entrata in una fantomatica macchina del tempo, da quando ha messo la fede al dito è stata catapultata in un mondo a lei sconosciuto fino a quel momento, e di cui, tuttavia, è riuscita a carpire i segreti più intimi. Adesso Barbara, ormai parte integrante della gioielleria Fantozzi, ripercorre per Insider Magazine le tappe fondamentali di questo percorso: dal matrimonio con Fabio - gioielliere per tradizione - a quello con l’azienda Boccadamo, le cui collezioni sono il cavallo di battaglia del suo negozio. Da chi è composta la ‘squadra’ della gioielleria fantozzi? Oltre me, ci sono mio marito Fabio e i suoi genitori. Fabio si occupa dell’amministrazione, i miei suoceri sono l’occhio attento e pronto a dare saggi consigli, mentre io curo i rapporti con i fornitori e l’esposizione. A proposito di esposizione, come si organizza una vetrina? È forse la parte più importante del processo di vendita, perché è da lì che ha inizio l’approccio con il cliente. Noi abbiamo vetrine monomarca, dove - con l’aiuto degli espositori forniti dall’azienda Boccadamo - si cerca di trovare la chiave giusta

Ci faccia l’identikit del vostro cliente. Cosa cerca chi sceglie la gioielleria fantozzi? Premettiamo che questo negozio è un punto di riferimento del quartiere. Il nostro cliente si aspetta la qualità, vuole un prodotto bello e ricercato. Offriamo un’ampia scelta, anche per budget differenti; ecco perché, chi entra qui, difficilmente esce senza aver acquistato.

per colpire l’occhio del potenziale acquirente. Pochi oggetti, perché deve essere una vetrina pregiata, pulita, arricchita con un pizzico di gusto personale. Poi, durante le Festività, si scelgono addobbi adeguati all’occasione, ma sempre sobri. Ad esempio, per Pasqua abbiamo optato per i soggetti tipici della tradizione, come gli ovetti colorati, e poi nastri di organza per completare il quadro con delicatezza. Come è stato l’incontro con l’azienda Boccadamo? Ci siamo subito innamorati dello stile dei preziosi, caratterizzati da linee dal design moderno e da prezzi altamente competitivi. Cerchiamo di avere l’intera offerta dell’azienda Boccadamo, le cui collezioni sono sempre originali e innovative. Ad esempio, il lancio del marchio TooBe non solo è stato una grande rivelazione nel comparto gioielli - come dimostra il boom dell’estate scorsa - ma si è anche dimostrato un progetto ammirevole di solidarietà, grazie al quale è stato possibile aiutare la poverissima popolazione di Haiti colpita dal terribile sisma del 2010. In generale, sono soddisfatta dell’azienda e dei suoi prodotti incantevoli.

Cosa vendete maggiormente? Vanno per la maggiore le linee fashion, cioè quelle in argento e in acciaio, accessibili a tutti - anche dai giovani ben pubblicizzate e molto curate da ogni punto di vista, a cominciare dal packaging. Un ‘maestro’ nel prestare attenzione ai minimi particolari è proprio Boccadamo, che ha indovinato la ricetta giusta per soddisfare anche il cliente più esigente, offrendo un prodotto raffinato e magistralmente confezionato nelle sue eleganti shopper. Secondo lei esiste un ‘segreto del mestiere’? In assoluto non lo so, ma posso dire quale è il mio: offrire un prodotto che incontra il gusto personale, prima ancora di quello del cliente. In questo modo, è anche più semplice mettere passione e impegno nel proprio lavoro.

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I partner Boccadamo

Barbara e Fabio Fantozzi

Ha un sogno nel cassetto? A parte continuare a svolgere al meglio la mia attività dice? Un bel viaggio ai Caraibi! ◆

boccaDamo opera Da anni nel settore orafo-argentiero e i suoi gioielli sono presenti nelle vetrine Dei granDi Dealer. in queste pagine presenta la gioielleria fantozzi



Il piz z o si im pone

uai a pensare che il pizzo sia inevitabilmente legato a un modo di vestire romantico e un po’ rétro. Se si guarda ai capi con pizzo o lavorazioni similari, proposti dagli stilisti per la primaveraestate, l’impressione è del tutto diversa. Intanto per quel gusto del “ti vedo e non ti vedo”, per la nudità svelata che riconduce immediatamente a una femminilità seduttiva e intrigante. In più, quello del momento non è solo bianco. A parte il pizzo nero che rimanda immediatamente ai segreti dell’alcova, è previsto in una serie di colori forti, accesi, quanto mai aggressivi. Emilio Pucci manda in passerella un abito rosso fuoco a maniche lunghe che lascia le spalle maliziosamente scoperte. Se non fosse per la lunghezza sopra al ginocchio potrebbe essere il costume di scena per una Carmen appassionata. Alberta Ferretti, abitualmente amante delle tinte sfumate e pastello, crea un tubino in pizzo verde bandiera con velature nei punti strategici. È di un giallo fluo assolutamente contemporaneo il miniabito di Moncler Gamme Rouge, con gonna leggermente a palloncino, fascia in vita e sexy zip per tutta la lunghezza. Verde acido, un po’ fluo, anche per il piccolo tailleur di John Richmond. La gonna è diritta, lo spencer aderente è senza collo ed è accessoriato con una borsa a un manico dello stesso tessuto. Ermanno Scervino sceglie un azzurro mare per il tailleur che valorizza le curve

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Blu Girl

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Massimo Rebecchi

di Luisa Espanet


Roberto Cavalli

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John Richmond

del corpo. Miu Miu accosta all’abito con stampe geometrichefloreali uno spolverino con fiori di pizzo bordeaux, chiuso solo da un nastro di velluto. Lo stesso pizzo, ma in tonalità ecrù, è usato per la gonna da contrastare con una collaretta di cotone bianco e nero. Audacissimo il pagliaccetto creato da Marc Jacobs per Louis Vuitton. In jersey di seta azzurro zeppelin ha sul corpino dei provocanti rombi di pizzo. Il pizzo è davvero il protagonista della collezione anche in tonalità pastello come per il completo senza maniche o per la tunica con scollo a V e grandi fiori di pizzo applicati. Verde pallido e giallo limone per il sinuoso bain de soleil di Massimo Rebecchi. Il pizzo di chiffon forma delle rose sullo scollato abito di Blugirl. Inserti di pizzo nero per il lungo da femme fatale di Roberto Cavalli. È a fondo nero, l’abito-body di Dolce & Gabbana, vivacizzato da una pioggia di coloratissimi cristalli Swarovski, come molti capi della collezione ◆

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CoLoR CARAMELLA

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nche se il nero è entrato ormai da tempo nel guardaroba dei bambini, i colori continuano a essere in primo piano nelle proposte per gli under 14. Quest’anno sono presenti tutti, con una predilezione, forse, per le tinte caramella. Missoni per la bambina, per esempio, ha realizzato abiti e completi con pantaloni in maglia con le classiche onde o zig zag sui toni del lilla, dell’arancio, del verde menta. Dello stesso colore anche i pantaloni per la bimba più grande e la base dello stampato per l’abitino a balze della più piccola di Ki 6?. Verde acqua e verde prato sono l’alternativa al rosso geranio da Fendi. Sempre per la bambina Parrot ha creato un abito tutto ruche in un viola delicato. Il maschio Geox ha un giubbotto giallo. Le righe, come sempre, sono presenti nell’abbigliamento dei bambini. Petit Bateau le propone rosa, azzurre, arancio e verdi per T-shirt, canotte, prendisole. Nei colori caramella anche le scarpe, dai sandali Croc in plastica ai mocassini Sebago in pelle ◆ Fendi

Miu Miu - ph GoRunway.com

Ermanno Scervino

Petit Bateau

Alberta Ferretti

Miu Miu - ph GoRunway.com

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Pringle

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Missoni

MA CHE BEL PASTELLo

Cheap Monday

Gazzarrini

Larusmiani

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e tinte pastello nell’abbigliamento sono sempre state “patrimonio” dei bambini, anzi dei bebé. Poi sono entrate nella moda donna e da lì sono state traghettate, con lo stupore dei tradizionalisti, nel guardaroba di lui. Il pull di cashmere o la polo in cotone rosa si sono visti prima su pochi audaci, poi sono diventati quasi capi d’obbligo per chi voleva essere di tendenza. Anche per la prossima estate sono previsti in buona misura. Ai classici pastello gialli, verdi, azzurri si aggiungono stampati in queste tinte, quadrettati e rigati in toni chiari. Missoni per il suo uomo osa sempre moltissimi colori e ne sperimenta accostamenti inediti. Verde acqua, rosa e azzurro sono i più presenti nelle sue composizioni. Pringle, oltre che per i rombi di cui è un vero maestro, usa le tinte pastello per i disegni geometrici di pull e dei nuovissimi twin set di cotone con t-shirt e cardigan. Viktor & Rolf propongono il rosa per la camicia a maniche corte con stampe di delfini bianchi. O il giallo limone per la felpa con un’unica stampa di delfino e scritta Monsieur. Sono gialli i pantaloni di Cheap Monday, da accostare alle lunghe maglie di cotone. O la sahariana bicolore in cotone impermeabile con coulisse in vita di Henry Cotton’s. In una delicata tonalità di verde salvia, Gazzarrini crea addirittura la giacca con piccolo collo sciallato. Da Larusmiani l’abito non è in tinta pastello ma in un finestrato grigio con riquadri


Calvin Klein

rossi, in nuance sfumate e pallidissime. Molto chiare anche le righe del completo di Roberto Cavalli con giacca aderente, indossata su camicia rosa. Calvin Klein, infine, si stacca dall’amato bianco con un blazer quadrettato sui toni del grigio, accostato a pantaloni a metà polpaccio, ovviamente bianchi. Le tinte chiare e pastello interessano anche le scarpe. Un verde oliva per la stringata dei Fratelli Rossetti in pelle. Giallo pallido e azzurro per i mocassini di Voile Blanche in fili di pelle intrecciati con profili di coccodrillo ◆

Roberto Cavalli

Voile Blanche


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SCooTER GT PIAGGIo X10: SICuRo E ConfoRTEVoLE

Design raffinato, granDe maneggevolezza e prestazioni eccellenti: ritratto Dell’ultima novità targata piaggio

X10

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stato presentato a Parigi il nuovo GT Piaggio X10, uno scooter di grandi dimensioni e massimo comfort che può essere considerato l’ultimo erede della stirpe dei Gran Turismo Piaggio, che per due decenni hanno influenzato le tendenze di questo segmento di mercato. X10 è uno scooter dal design particolarmente raffinato. Linee eleganti ed accoglienti demarcano uno stile proiettato nel futuro ma che non dimentica allo stesso tempo l’autenticità italiana che di Piaggio è una caratteristica. Ne sono testimonianza l’inserto ad effetto metallico che percorre orizzontalmente tutto il veicolo, dettaglio che lega questo scooter agli altri recenti modelli della gamma, e la celebre “cravatta” che ormai da molti anni caratterizza la vista frontale dei modelli di questo genere.

UNA LINEA UNICA Oltre a comfort e caratteristiche ergonomiche di altissimo livello, Piaggio X10 è altrettanto esaltante nelle prestazioni: disponibile in tre cilindrate, 125, 350 e 500 cc, consente una perfetta distribuzione dei pesi e dispone di una dotazione completa, comprendente impianto frenante Brembo con doppio disco anteriore da 280 millimetri con Abs di serie, controllo della trazione Asr, gruppo luci con unità diurne a Led e comandi al manubrio retroilluminati, ideali per guidare di notte. In definitiva, si tratta di uno scooter ideale per muoversi nelle strade cittadine, in particolare sulle medie distanze. Comodo e ben progettato, X10 risponde ai più alti requisiti di sicurezza per la categoria ed il peso e le dimensioni, apparentemente ingombranti, non si avvertono neppure una volta in sella. Il prezzo? Va dai 4.570 euro di X10 125 ai 7.700 della variante X10 500 Executive ◆ F.M.

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BoLLInGER E RAnGE RoVER PER LA nuoVA MACCHInA DI 007

Due granDi marchi uniti per proporre una nuova versione sportiva, esclusiva e Decisamente elegante

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riguarda gli interni, l’Evoque-Bollinger presenta nuovi ed esclusivi sedili di pelle e rivestimenti dei pannelli delle porte. Il binomio parteciperà ad una serie d’iniziative ed eventi che nel corso del 2012 si svolgeranno in tutta Italia, tra cui la Luxury Lounge, motorhome di 60 mq realizzato dal Gruppo Meregalli, distributore ufficiale di Bollinger per l’Italia, unico esempio al mondo di showroom con degustazione viaggiante. Bollinger, Range Rover Evoque, la gamma Range Rover e Jaguar saranno come detto tra i protagonisti del nuovo film di James Bond “Skyfall”, in uscita nel corso del 2012 ◆

promo

ollinger e Range Rover si uniscono e, nel nome di 007, danno vita ad un progetto comune con la nascita di un’esclusiva versione della Range Rover Evoque, realizzata in collaborazione con la Aznom, dedicata alla Special Cuvèe di Bollinger. Il progetto Range Rover Evoque-Bollinger nasce dalla considerazione delle sorprendenti analogie che accomunano due marchi come Range Rover e Bollinger. In primo luogo, la stessa immagine e l’eccellenza del prodotto e la volontà di attirare personalità trendsetter nelle loro rispettive aree di riferimento. Non ultima, la connessione tra la Land Rover, la Casa Reale britannica e Bollinger: lo champagne Bollinger, infatti, è oggi il più popolare vino in Gran Bretagna, dove è fornitore della Casa Reale dal 1884, quando la Regina Vittoria lo scelse e dove viene comunemente chiamato “Bolly”. L’idea di base da cui è nata l’Evoque-Bollinger è stata quella di proporre una versione esclusiva ed elegante della nuovissima Range Rover. Gli interventi all’esterno hanno riguardato solo alcuni elementi per enfatizzare il suo carattere sportivo, avvicinando l’auto a Bollinger attraverso la colorazione di alcuni dettagli e l’applicazione di alcuni loghi. Per quanto

a primavera è la stagione migliore per festeggiare un evento speciale: un matrimonio, certo, ma anche la comunione o un’altra occasione grazie alla quale riunire attorno a sé le persone care. Nulla di meglio di un luogo riservato immerso in un giardino rigoglioso, perfetto per godere di un raffinato pranzo all’aperto. Ma ogni momento può trasformarsi in un evento specialeda trascorrere al Picchio Rosso. Raffinato ed esclusivo, ha il calore di una casale di campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Come fermi in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta una storia di intimità, dove un’accogliente ospitalità si respira nei molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a conversare, la sala con il camino, la stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia, ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata scaldata dal caminetto, solo per due. Tutto intorno, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali circondano l’ospite per accompagnarlo in una cena speciale, in cui la semplicità sposa la qualità e la tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato personalmente dallo chef. Un omaggio

gourmet

di Francesco Mantica

alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci, alla selezione di cereali e legumi inconsueti: “prodotti poco utilizzati, come l’amaranto e il grano saraceno, proponendo alimenti meno noti che sono una grandissima ricchezza della nostra terra, con un occhio di riguardo ai prodotti del territorio e stagionali”. Una scelta di piatti raffinati da accompagnare ad una delle 500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità e discrezione.

IL PICCHIo RoSSo Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101 (dal Raccordo uscita n. 3) - Tel. +39 0630366468 Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera, chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato Si accettano tutte le carte di credito Parcheggio custodito

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hi tech di Fabrizio Lodi

CAnon G1 X unA CoMPATTA CHE RIVALEGGIA Con LE REfLEX La Canon G1 X è una fotocamera compatta che viene incontro alle esigenze di professionisti e di fotografi evoluti che hanno bisogno di qualità e funzioni da reflex in un corpo più maneggevole. È una top di gamma della famiglia delle compatte Canon e, proprio per questo, è un concentrato di tecnologia a partire dal grande sensore CMOS da 14,3 megapixel formato 4:3 18,7x14 mm, simile in altezza al sensore APS-C che troviamo in alcune reflex della gamma EOS. Grazie a ciò, il fotografo può avere un maggiore controllo sulla profondità di campo. Il processore d’immagini è il DIGIC 5, in grado di gestire un valore ISO da 100 a 12.800. L’ottica ha un’estensione 28-112 mm, integra elementi asferici con indice di rifrazione ultra elevato (UA) e ha dimensioni ridotte. Anche il diaframma a sei lamelle contribuisce a generare l’elevata profondità di campo, perfetta per immagini stile bokeh. La Canon G1 X ha anche uno stabilizzatore d’immagine, attivo sia con le foto sia con i video. L’Intelligent IS analizza la lunghezza focale, la distanza del soggetto e il movimento della fotocamera attivando la tipologia di stabilizzazione più efficace in quella specifica situazione.

SuunTo: ARRIVA AMBIT, Con GPS E MoLTo ALTRo Gli orologi Suunto sono sinonimo di tecnologia e di avanguardia nei computer da polso. Tutto nacque dalla mente di un ingegnere svedese, Tuomas Vohlonen, che dal 1936 non fabbrica orologi ma veri e propri sistemi di orientamento. Oggi il nuovo fiore all’occhiello del marchio è l’Ambit, orologio GPS per esploratori completo di sistema di navigazione gps, altimetro, bussola 3D e monitoraggio avanzato del battito cardiaco. Grazie al GPS, l’utilizzatore può scegliere i punti intermedi del percorso da usare come riferimenti e individuarli attraverso diversi sistemi di coordinate. Dispone di molte altre funzioni: temperatura, misurazione della distanza per segmenti, bussola 3D e sensore barometrico. L’accelerometro aggiorna passo e velocità. Il monitoraggio del battito cardiaco con il Peak Training Effect. Si possono scaricare i dati su Movescount.com per analizzarli. L’Ambit ha una robusta cassa BuiltToLast ed è dotato di una batteria che dura 15 ore in modalità di funzionalità massima. È resistente all’acqua fino a 100 metri. Viene realizzato nei colori nero e argento, con o senza fascia cardio. Prezzo listino consigliato al pubblico: 479,90 euro ◆ www.suunto.com www.mocescount.com

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L’InTERVISTA: nATALIA TIToVA

Io, LunGo LE STRADE CHE TRACCIA IL DESTIno

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di Carlotta Miceli Picardi

L

a scena è quella di un film: sala immensa, luci soffuse, piccoli divani tutt’intorno. Al centro, uomini e donne immobili, a sfidarsi con lo sguardo. Mani appoggiate alle mani, spalle che si sfiorano appena. La musica parte e il quadro cambia, prende vita, come se un abile burattinaio decidesse all’improvviso di animarlo. Le coppie si spostano sul pavimento lucido, ancora occhi negli occhi. Si intrecciano e si allontanano, si trovano e si respingono, in quel gioco infinito di seduzione che si chiama danza. Poi il rito si ripete, con modalità diverse e diversi costumi, stanza dopo stanza, attraverso gli oblò trasparenti delle porte insonorizzate, che lasciano passare solo le immagini. La melodia si intuisce dai movimenti delle figure dietro ai vetri. Camminiamo tra grandi fotografie e scaffali di cristallo che espongono calzature per ogni stile. Natalia Titova, stretta nel suo spolverino, sembra ancora più alta e sottile, mentre mi conduce passo dopo passo nel suo mondo, in cui nulla può prescindere dall’armonia e dalla ricerca della perfezione. Lì, spiega con grazia ed orgoglio, si sente davvero a proprio agio. È la scuola che dirige artisticamente insieme all’amica Assia Troise: un progetto portato avanti con grande entusiasmo e con la sua inesauribile voglia di sperimentare per completarsi. Come in ogni occasione, dalle sei edizioni del programma televisivo ‘Ballando con le stelle’, al teatro, alla fiction. Dove hai iniziato a ballare, natalia? A Mosca, da bambina. Nella Russia di Leonid Brežnev, che seguiva una linea politica di assoluta chiusura: fuori dal nostro paese, ci veniva detto, non esisteva niente che non fosse pericoloso, corrotto, immorale. Meglio non uscirne, dunque… e meglio non prendere nulla dall’esterno, neppure un film straniero che potesse raccontare realtà differenti. Per cui, oltre alle nostre pellicole, decisamente impegnative, solo qualche prodotto cinematografico della Polonia e della vecchia Germania… Hai avuto l’impressione che ti togliessero qualcosa di importante, allora? No, perché, malgrado le file interminabili anche per un paio di bustine di zucchero, la sensazione era che in quello spazio circoscritto, non mi mancasse niente. Un’esistenza piena, senza pause… Opportunità gratuite e gratificanti.

Per esempio? Un eccellente Istituto d’Arte, in cui praticare ogni disciplina ad alto livello, con docenti molto preparati. Poi, lo sport, impegno obbligatorio. Già nell’infanzia, si veniva indirizzati ad un’attività specifica, secondo le proprie caratteristiche fisiche e attitudinali. Per me, pallavolo e danza classica. Nessun giovane poteva avere tempi morti nell’arco della giornata. Dopo le lezioni e lo studio pomeridiano, allenamenti fino a sera. La gara diventava uno stimolo continuo. Facevamo competizioni tra classi anche nelle pulizie delle aule e dei corridoi. E il premio finale? La vittoria! Ma non ne uscivate stressati? Era la normalità. Non ti nascondo che, oggi, vedere dei ragazzi seduti ad oziare in un bar, mi sembra così strano! Ricordi indelebili? Un giorno il mio maestro mi comunicò: ‘Da oggi, inizierai con il latino-americano. Ecco Dimitri, il tuo compagno.’ Nove anni io, undici lui. Vedendo di nascosto la registrazione di un concorso estero, rimasi a bocca aperta: ritmo frenetico, colori sgargianti, scollature… Da noi, invece, assoluta sobrietà. Per la prima esibizione, indossai un vestitino realizzato da mia madre Tatiana con la stoffa del suo abito da sposa. La nonna, cantante del Bol’šoj, smontò gli orecchini più belli ed utilizzò le pietre per ricamarlo. Infine papà staccò i tacchi alle loro scarpe per incollarli a quelle che avrei dovuto adoperare per lo spettacolo.

ph Gianluca Cantone

un’artista ed un atleta: preparazione, trasferte, sacrifici… Difficile conciliare i vostri impegni, con una figlia di nove mesi da seguire? Siamo una coppia in movimento perenne. Massimiliano poi, tra cronometri e corsie, con le Olimpiadi alle porte…!

Quando sei arrivata a Roma? Nel 1998. L’insegnante, un inglese all’epoca, sosteneva che in Italia ci fosse un partner perfetto per me, un vero talento. Fu l’idea di una nuova sfida e di due settimane di vacanze romane, a farmi partire: sono ancora qui! All’aeroporto Leonardo Da Vinci, trovai ad aspettarmi Simone Di Pasquale con un cartello col mio nome scritto a caratteri cubitali. Siamo cresciuti insieme, con un’ottima intesa professionale.

Se la cava, nella veste di padre? Ci mette un sacco di buona volontà! Figurati che domenica scorsa la baby-sitter non poteva venire ed io avevo la serata di apertura dello show. Lui mi ha rassicurata, dicendo che con Sofia se la sarebbe cavata benissimo. In effetti, al mio ritorno era addormentata e profumava di borotalco, però mi sono accorta che teneva e la schiena inarcata e le gambette rattrappite in modo strano. Brontolava nel sonno, perché non riusciva a stenderle… Ma niente di grave: le aveva soltanto infilato una vecchia tutina , di tre misure in meno!

nel 2007, l’incontro con il campione di nuoto Massimiliano Rosolino, durante lo show “Ballando con le stelle”, poi l’amore e la nascita di Sofia… ...È il destino che regala, anche se prima, magari, ha tolto.

Come immagini il futuro? Vivo giorno per giorno. Guardo la linea dell’orizzonte e vado, senza mai fermarmi. Più mi avvicino, più si allontana. Lungo quella strada, so che tutto è possibile ◆


GoLf: CuRIoSITà A PoRTATA DI MAno noTIzIE, SuGGERIMEnTI, CuRIoSITà SuL MonDo DEL GoLf di Francesco Mantica

World trick-Shot Championship. Tenetevi forte, perchè si inizia con il golf acrobatico. Il World trick-Shot è un torneo in cui colpi stranissimi vengono giocati da ogni posizione ed è anche un utile allenamento per le situazioni limite, come ad esempio una pallina incastrata in mezzo ad un cespuglio. Synnex Golf Ball Speaker. È un prodotto fuori dal normale, un mini speaker portatile con la forma e le dimensioni reali di una pallina da golf. Ideale per gli appassionati che possono utilizzarlo come cassa per amplificare l’audio del proprio lettore mp3 su tablet o smartphone quando sono in viaggio o con amici. Costa circa 50 dollari. Il golfista più veloce del mondo. David Ogron è il golfista più veloce del mondo, non nel compiere 18 buche, ma nel colpire palline. Ha già battuto ben tre record mondiali e la cosa più bella è che lo fa per beneficenza.

Fulmini a ciel sereno. Il fulmine è uno dei pericoli maggiori che si corrono su un campo da golf. Durante il Westlake Open di Chicago del 1975, Lee Trevino, Bobby Nichols e Jerry Heard ne furono colpiti e dovettero in seguito convivere con dolorosi mal di schiena. In presenza di temporale l’ideale è una casa, o un luogo coperto; in caso di impossibilità la soluzione migliore è rimanere seduti dentro un bunker, lontani dalla sacca, senza le scarpe con i chiodi di metallo. Un golf club che diventa “Royal”. Solo un sovrano o comunque un membro di una famiglia reale può definire un golf club “Royal”. Il primo circolo ad avere avuto l’onore di tale epiteto é stato il Perth Golfing Society. In Europa ci sono in totale 54 circoli “Reali”; la maggior parte si trova in Inghilterra. In Italia il più conosciuto è il Royal Park I Roveri, che sorge a pochi passi dalla Reggia di Venaria Reale, la più grande delle residenze sabaude ◆


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LAuRA SCHIAVonE / SARA BERToLASI: fInCHè LA BARCA VA... SI GuARDA LonTAno L’ITALIA DEL CAnoTTAGGIo VERSo LE oLIMPIADI DI LonDRA di Ester Maria Lorido

Laura Schiavone, Elisabetta Sancassani

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Claudia Wurzel, Sara Bertolasi

e fate un sondaggio tra i giovani chiedendo il significato del termine pogare, scoprirete che per la maggior parte è la parola magica in grado di aprire le porte di un universo, seppur dai confini circoscritti: discoteca, musica che può persino causare danni semipermanenti all’udito e un numero indefinito di persone che - per manifestare la propria gioia - si prende a spallate. Ma non è così per tutti: molti altri ragazzi preferiscono prendere confidenza con un verbo simile per assonanza, che - cambiando la lettera iniziale con una ‘v’ - diventa un mezzo unico per esprimere la propria vitalità, dando colpi di remi, piuttosto che colpi e basta, facendo danzare una barca per elettrizzarsi con la velocità, piuttosto che con i decibel. Di quest’ultima categoria fanno parte due atlete azzurre, che - nonostante la giovane età - sono state già motivo di orgoglio per l’Italia del canottaggio. E non solo: chiunque ami lo sport non può rimanere indifferente di fronte a due ragazze trasparenti come l’acqua che schiaffeggiano. Per conoscere meglio Laura Schiavone e Sara Bertolasi, torna l’irriverente faccia a faccia di Insider Magazine. nome ◆ Laura ◆ Sara

Cosa ti ha spinto a salire su una barca? I mie genitori, che volevano facessi uno sport completo. A me è piaciuto da subito, forse perché ho iniziato a remare in mare, a Salerno. ◆ Dopo aver chiuso con il ciclismo agonistico, volevo avvicinarmi ad un altro sport. Il canottaggio era quello in cui sarei potuta riuscire meglio, considerando la mia costituzione fisica: sono alta 1.80 e peso 66 chili. A differenza del ciclismo, in barca avere braccia e gambe lunghe è un vantaggio. ◆

Hai mai desiderato scendere? ◆ Può capitare dopo una grande delusione: ad esempio, nel 2006 ero scoraggiata per i risultati del mondiale. ◆ A volte mi capita nel momento di massimo dolore di un allenamento.

Cosa rispondi a chi dice che il canottaggio non è uno sport femminile? ◆ Che non è assolutamente vero: è uno sport fantastico, capace di regalare grandi emozioni, e può praticarlo chiunque. ◆ Risponderei che, con l’utilizzo di materiali molto più leggeri rispetto al passato, non serve tanto la forza per far andare veloce una barca, quanto la tecnica, che - insieme alla leggerezza e all’armonia - è caratteristica più femminile che maschile. Singolo, doppio, quattro di coppia: quale preferisci? ◆ Il doppio, da cui ho avuto le soddisfazioni maggiori, anche se penso che il singolo sia la barca più bella in assoluto. ◆ Singolo. Qual è il successo al quale sei più legata, con la barca e nella vita? ◆ La qualificazione alle Olimpiadi di Pechino, ottenuta in doppio con Elisabetta Sancassani, e la laurea triennale in Ingegneria Civile a Pavia. ◆ Il ‘pass’ olimpico al mondiale di Bled l’anno scorso in due senza assieme a Claudia Wurzel. Per me è stata una vittoria perché abbiamo costruito questa qualifica giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, senza lasciare niente al caso. Cosa proporresti all’altra per svagarsi o per scaricare la tensione? ◆ Fare shopping insieme, oppure una giornata in piscina. ◆ Partecipare a delle sessioni di aerobica con Erika Bello (n.b. un’atleta del gruppo olimpico).

face to face nel canottaggio contano più i muscoli, la testa o la competitività? ◆ Nel canottaggio serve spirito di sacrificio, quindi serve la testa, che è anche fondamentale per vincere le gare. Se sei competitivo non è detto che ottieni più risultati, a volte puoi anche andare peggio. ◆ Dico 33 - 33 - 33 e un 1 percento si deve alla fortuna!

Quale dei seguenti è il motivo di litigio più frequente tra compagne di squadra: ha più bicipiti di me, ha più attenzioni da parte dell’allenatore, ha più successo con i ragazzi? ◆ Ha più attenzione da parte dell’allenatore. ◆ Ha più attenzione da parte dell’allenatore.

Come ti vedi fra 10 anni? Con un bel lavoro, una famiglia e dei bambini che non obbligherò a fare canottaggio. Poi mi piacerebbe collaborare con il Circolo canottieri Irno, dove sono da 15 anni e che per me è come una seconda casa. ◆ Con un lavoro che adesso neanche riesco ad immaginare e sempre con una parte della vita dedicata allo sport, non praticato a livello agonistico, ma come fonte di benessere. ◆

Hai a tua disposizione uno spot di 10 secondi per promuovere il canottaggio. Cosa diresti? ◆ Fate canottaggio perché è uno sport unico, in grado di farti tornare il sorriso se qualcosa è andato storto durate la giornata. ◆ La sensazione di rilassamento e di benessere che si ha dopo mezz’ora in barca, non te la dà nessun’altra attività né fisica né culturale. Adesso, puoi rivolgere un messaggio a chi non ha creduto in te. ◆ Spero soltanto che quello che farò in futuro dimostri che avevano sbagliato. ◆ Non dico niente perché - chi non ha creduto in me - mi ha sicuramente seguito e ha visto che ha sbagliato. In conclusione, datevi un consiglio e fatevi un augurio reciproco. ◆ Le direi di continuare a lavorare con la stessa serietà che lei e Claudia Wurzel hanno sempre dimostrato (n.b. le uniche due atlete ad aver qualificato la barca per le Olimpiadi) e di tenere duro anche se le cose vanno male, perché ho tanta fiducia in loro. ◆ Le auguro di qualificare la barca per le Olimpiadi a fine maggio, perché così ci divertiremo insieme a Londra! L’unico consiglio è di perseverare in quello che sta facendo, visto che è già brava così ◆


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Francesca Ca p poni: la rosa d el sal to ostacol i

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la sua forza è nel binomio, con stallone e con il corpo forestale Dello stato di Ester Maria Lorido

Nome: francesca Capponi Nata il: 12 gennaio 1988 Luogo di Nascita: Treviglio (Bergamo)

Disciplina: salto ostacoli gruppo sportivo Corpo forestale dello Stato Debutto in gare nazionali: 12 anni

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vere 24 anni, un’uniforme, e in testa un chiodo fisso: i cavalli. È il biglietto da visita di Francesca Capponi, astro in continua ascesa del salto ostacoli nazionale. Grazie ad una lunga serie di successi in Coppa delle Nazioni, l’anno scorso arriva un esordio importante, quello nello CSIO ufficiale di Roma, Piazza di Siena. E sono in molti a giurare che la vedremo nell’ovale magico, pronta difendere i nostri colori anche nella prossima edizione, ormai alle porte. Ma, per il momento, a convocarla è la Rosa dei talenti, la rubrica dedicata alle amazzoni di spicco dell’equitazione italiana.

Domanda di rito: se francesca fosse un fiore, quale sarebbe? Una rosa. L’anno scorso hai debuttato a Piazza di Siena. In molti danno per certa la tua convocazione anche per questa edizione. Cosa rispondi? Le voci girano, ma ancora non c’è niente di certo. Adesso vado a Lumen per la Coppa delle Nazioni: se mi riterranno pronta, arriverà la convocazione per Roma.

La rosa dei talenti

Debutto in gare internazionali: 15 anni

Se non fossi diventata amazzone, cosa avresti fatto? Mi sarei dedicata a qualche altro sport. Mio padre voleva farmi correre, ma non ho seguito il suo consiglio! Ci fai un identikit del tuo cavallo di punta, Stallone? Fantastico, esuberante. L’ho preso che aveva già 8 anni, ma nessuno si era accorto delle sue potenzialità, forse perché ha molto carattere, per cui bisogna trovare un punto di incontro, senza imporsi con la forza, altrimenti si offende. Cosa non deve mancare ad un cavallo per andare d’accordo con francesca? Deve portarmi rispetto e ascoltarmi, ma non amo i cavalli che si sottomettono, preferiscono quelli che si fanno sentire se sbaglio qualcosa. E ad una persona? Facciamo prima a dire cosa non deve essere: falsa, gelosa e invidiosa. Soprattutto in questo sport, in cui la sana competizione fa parte del gioco, ma non deve trasformarsi in invidia. Vale anche per i fidanzati? Sì, anche se non starò mai nella vita con chi fa il mio stesso mestiere, voglio che sia soltanto io a gestire i miei cavalli! Torniamo seri, ma continuiamo a parlare di sintonie. francesca e il Corpo forestale dello Stato: un’unione felice? Sicuramente sì. Mi hanno contattata nel 2008, dopo i

buoni risultati conseguiti a Verona. In questa occasione ho conosciuto l’Isp.Sup.Sc. Ennio Panetti, Direttore tecnico del Gruppo sportivo, una persona squisita che ha preso me ed Emanuele Gaudiano (n.b. cavaliere azzurro) come due figli. Qual è il successo a cui sei più legata? La prima volta che sono andata a Verona ed ho fatto netto nel piccolo Gran Premio: non è stata la vittoria più importante, ma sicuramente la più emozionante. Ricordo che i miei genitori e il mio groom piangevano, ed è stato bello perché avevo accanto tutti i miei amici, arrivati lì apposta per sostenermi. è meglio una medaglia in una tappa di Coppa del Mondo, oppure la vittoria nel Gran Premio Roma di Piazza di Siena? La vittoria nel Gran Premio Roma. è meglio una caduta rocambolesca in gara, oppure essere colta in flagrante da tua madre con la sua borsa preferita? Meglio la borsa, considerando cosa mi è successo al Toscana Tour: il mio cavallo è inciampato dopo la riviera e siamo caduti tutti e due. Lui sembrava essersi infortunato seriamente, invece dovrebbe trattarsi di uno stiramento. La Rosa dei talenti si chiude così: hai la possibilità di inviare un messaggio ad un’altra amazzone. Chi sceglieresti e cosa le diresti? Direi all’amazzone ucraina Katharina Offel che è il mio idolo e che un giorno vorrei diventare come lei ◆


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RoMACAVALLI: I RISuLTATI DELLA TERzA EDIzIonE

PIAzzA DI SIEnA 80° EDIzIonE: PREMIA LA PRInCIPESSA

il gran premio ibl banca è anDato a simone coata sull’eccezionale Whycoconah, in un Duello all’ultimo ostacolo contro giampiero carta e Juan carlos garcia. a borDo pista lo ches fabio campali

la squaDra vincitrice Della coppa Delle nazioni allo storico concorso ippico, verrà premiata Dalla principessa haya Di giorDania, presiDente Della feDerazione equestre internazionale. incontro spettacolare con i migliori binomi Del salto ostacoli in vista Dei giochi olimpici Di lonDra Antonio Campanelli in sella a Virma ha siglato il Premio di Potenza sul muro antinfortuni in lattice - ph FISE Lazio

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Il cavaliere romano Simone Coata che - in sella a Whycoconah - ha vinto il Gran Premio di salto ostacoli - ph FISE Lazio

biettivo centrato nonostante il momento di crisi generale, che dà ancor più valore al successo di questa edizione” ha sottolineato Roberto Bosi, presidente di RomaCavalli Expo alla chiusura domenica del 3° Salone Internazionale dell’Equitazione e dell’Ippica, 88 mila visitatori nonostante il venerdì nero del diluvio che ha inondato la Nuova Fiera di Roma e costretto gli organizzatori a spostare tutte le attività nei padiglioni coperti. Il programma sportivo comunque ogni giorno ha fatto il pieno in tribuna. Nel salto ostacoli la categoria Pony più affollata è stata su barriere da 80 cm con 48 binomi al via e il titolo di Campione RomaCavalli 2012 a Valentina Sandberg su Lorelia du Chigny, del Due Ponti. Nella Potenza Pony ha vinto Alice Pedagna, del Flaminio, che in sella a Zibro ha superato (record) il muro a 156 cm. Clou del salto con il Gran Premio IBL Banca centrato

con due percorsi netti da Simone Coata su Whycoconah battendo Carta e Garcia. Antonio Campanelli con Virma ha siglato infine la Potenza Cavalli a 180 cm, sempre sul muro in lattice antinfortuni realizzato da Federequitazione Lazio del presidente Giuseppe Brunetti. Le Open hanno chiuso l’Internazionale di Reining, i cui partecipanti erano in corsa per la Top Ten mondiale e la finale europea. Campionissimo è stato il binomio Kelly Zweifel (amazzone italo-americana) e Samurai Snap. Bella partecipazione della Fitetrec-Ante con 50 binomi e cavalli tutti italiani. Successo di pubblico per la Monta da Lavoro “completo” in tre difficili prove: addestramento, attitudine e abilità cronometrata. Nei cavalli di 3/4 anni ha vinto Sara Quatrini con Colombina; 5 anni a Paolo Senzi con Navart. Ha concluso il presidente Spinelli presentando il 41° Equiraduno Nazionale, 6/8 luglio ad Abano Terme.

sport

C’è stato anche un vincitore, Fabio Campoli, che non è salito a cavallo ma ha superato uno degli ostacoli più difficili: la buona cucina. Con il suo “Circolo dei Bongustai” ideato nel 2006, lo chef di “Uno Mattina” ha incantato anche gli appassionati gourmet affluiti a bordo pista di RomaCavalli: “Ho presentato un menù costruito sulla combinazione di prodotti tipici artigianali, dando vita a piatti il cui gusto ha confermato l’eccellenza dell’evento” ha spiegato Campoli, autore pure di un fortunato libro “Il mattino ha l’oro in bocca” ◆ E.T.

Da giovedì 24 a domenica 27 maggio, 80° Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena nel segno di Haya di Giordania, la bella principessa, ieri amazzone - negli Anni Novanta in gara nello storico ovale di Villa Borghese - ed oggi, dal 2006, presidente della Federazione Equestre Internazionale (FEI). Figlia del compianto re Hussein di Giordania al quale era molto legata (a lui ha dedicato la nuova sede federale di Losanna), venerdì 25 maggio Haya premierà la squadra vincitrice della Coppa delle Nazioni, uno degli otto appuntamenti della Top League di salto ostacoli. Giovedì il programma internazionale del concorso romano prevede come apertura una Categoria a ‘barrage’, venerdì sarà la volta della Coppa delle Nazioni (vinta nel 2011 dall’Olanda), sabato della spettacolare Gara di Potenza (l’anno scorso prima l’Italia) sempre molto seguita dal pubblico, e domenica la conclusione con il Gran Premio Loro Piana Città di Roma, l’ultima volta venne vinto dal binomio olimpionico 2008 formato dal canadese Eric Lamaze e dallo scomparso campione Hickstead.


L’Audi Team Polo vincitore del Torneo di Forte dei Marmi (da sx Ruiz Guinazu, Storni, D’Orazio, Annunziata) - ph Ramirez

Il bomber del torneo Storni (Audi, in maglia rossa) contrasta Musso (US Assn.) veterano della Gold Cup - ph Ramirez

foRTE DEI MARMI BEACH PoLo: 2° APPunTAMEnTo PER IL ToRnEo SuLLA SABBIA DELL’AuDI GoLD CuP CIRCuIT il team auDi Del capitano romano luca D’orazio ha siglato uno Dei più prestigiosi incontri “on the beach”. al seconDo posto la squaDra ruinart, anche questa con un “number one” capitolino: vittorio cutinelli renDina. ha premiato il tenore anDrea bocelli. notevole il successo Del polo village e Del polo restaurant, Due must Della pasqua in versilia

M M di Enrico Tonali

are e brutto tempo mal si conciliano, inevitabile che le sei partite di qualificazione della seconda edizione del Forte dei Marmi Beach Polo Audi Gold Cup 2012 ne risentissero. “L’impegno delle quattro squadre - Audi Polo Team, Cortina Polo Style Team, Ruinart Polo Team, US Polo Assn. Team - c’è stato ma abbiamo avuto freddo, pioggia e vento per quasi quattro giorni”, ha confermato il presidente e direttore tecnico del torneo Claudio Giorgiutti. The show must go on, la regola principe pure dello sport-spettacolo, ha avuto comunque il sopravvento e le eliminatorie hanno

premiato i migliori, facendo uscire allo scoperto i due team più forti: Audi (Stefania Annunziata, capitano Luca D’Orazio, Juan Josè Storni, Juan Ruiz Guinazu) che si è messa subito in luce per le funamboliche realizzazioni di Storni, gia capocannoniere 2011 e la sicurezza negli interventi difensivi di Ruiz Guinazu e Ruinart (Edoardo Fontana, Pier Jauretche, Facundo Castagnola, capitano Vittorio Cutinelli Rendina) nel quale Castagnola, fratello del campionissimo Lolo, si è proposto come altro bomber del torneo. Jauretche (alle sue prime uscite in confronti impegnativi) ha dato fondo ad ogni energia per emergere. Non che la filosofia di U.S. Polo

Luca D’Orazio in azione a Forte dei Marmi - ph Ramirez

Assn. (capitano Davide Dondena, Davide Nanni, Fernando Rivera, Dario Musso) e Cortina Polo Style (capitano Marco Elser, Peter Elser, Marcos Antinori, Paolo Santambrogio) fosse quella dei condannati a perdere, anzi la presenza nell’una di un indomabile combattente come Musso e di uno stoccatore quale Rivera (alcune sue azioni sembravano copiate da quelle del celebre “Abatino” Gianni del Milan) e nell’altra squadra degli scatenati oriundi Antinori (argentino dai bisnonni fiorentini) e Peter Elser (padre italo americano, Marco il capitano, e madre greca) hanno reso le loro partite ancor più coinvolgenti di certi scontri al vertice. Una particolarità che ha fatto discutere per ore gli addetti ai lavori e gli appassionati più ferrati è stata la prova delle finali di Pasqua poi disputate a Pasquetta. La domenica l’ultimo turno di qualificazioni ha messo a confronto, neanche a farlo apposta, le due coppie di squadre finaliste il lunedì, Audi contro Ruinart per il primo e secondo posto e US Assn. contro Cortina Style per il terzo e quarto. Se siano o no scattate tattiche e pretattiche non è stato facile da verificare anche perché i risultati ottenuti a Pasqua (Audi - Ruinart 7 a 1 e US Assn. - Cortina Style 4 a 2 e mezzo) si sono in pratica ripetuti a Pasquetta (rispettivamente 7 a 2 e 5 a 1 e mezzo). Il torneo l’ha siglato un collaudato team Audi quasi nella stessa formazione

Il tenore Andrea Bocelli premia il capitano italo-americano Marco Elser vincitore del Premio Fair Play - phFotomania

vincitrice nel 2011 (Stefania Annunziata al posto di Ginevra D’Orazio pure lei unica donna l’anno scorso), secondo posto per il team Ruinart in finale un po’ opaco, terzo il bellicoso U.S. Polo Assn. e quarto Cortina Style, family-team degli Elser e unico con un solo professionista argentino in squadra. Entusiasmante la prestazione conclusiva di Storni - suoi tutti e 7 i goal dell’Audi, 2 realizzati giocando a ping pong con la stecca e finendo tra i pali avversari lui, la palla e il cavallo - che si aggiudicava la classifica dei bomber (cannoniere italiano Santambrogio) mentre D’Orazio è stato il miglior giocatore italiano. Marco Elser premiato dal tenore Andrea Bocelli per il fair play e Tiziana, splendida saura del 2005 allevata da Luca D’Orazio, più bravo cavallo della finale. Fuori dal campo dell’accogliente Bagno Costanza, un notevole successo lo hanno ottenuto il Polo Village ed il Polo Restaurant (“da Guida Michelin” ha sottolineato il presidente dell’Audi Polo Gold Cup Circuit, Maurizio Zuliani) che per una settimana sono stati il punto di riferimento della mondanità della Versilia ◆


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orse non tutte le ciambelle riescono col buco, ma - di certo - quelle offerte dal Circolo Ippico Casale San Nicola sì, sono sempre perfette. Difficile affermare il contrario, dopo una tre giorni di gare come quella che ha avuto luogo nell’ultimo fine settimana di aprile: oltre 430 iscritti per un concorso di salto ostacoli A5*, con montepremi pari a 40 mila euro, valido anche

Emiliano Liberati su Ustinov vincitore del GP - ph Naima Press

come tappa del Progetto giovani regionale, selezione per la Coppa giovani Piazza di Siena e per il Master delle Società Piazza di Siena. Insomma, un’altra mossa vincente per Gian Mauro Rondinara, presidente della struttura, che riesce ogni volta a superarsi. Sarà perché la sua ‘squadra’ è un po’ come lui: precisa nell’organizzazione e costantemente impegnata ad offrire il massimo confort a cavalli e cavalieri. A cominciare


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Federico Bellin su Casper vincitore ex-equo della Potenza - ph Naima Press

dallo show director Marco Bergomi, in moto perpetuo tra un campo e l’altro per assicurarsi che tutto proceda secondo programma. È lui a illustrare un’altra particolarità del concorso: la categoria di Potenza, con muro in lattice, qualificante per Piazza di Siena. A vincerla ex equo sono stati Federico Bellin e Andres Peñalosa. Sempre durante la domenica si è svolta un’altra gara al cardiopalma: il Gran Premio, che ha visto trionfare Emiliano Liberati, leader indiscusso anche della categoria 135, Piccolo Gran Premio, del lunedì. Il successo si misura in base alla soddisfazione della gente, e di persone contente ce ne erano tante, anche di sera: sì perché, siccome “durante i concorsi, un momento di divertimento non ci sta male”, Gian Mauro Rondinara ha proposto anche uno Spring Party, organizzato in collaborazione con la Maison de Charme Villa Licia e con il suo manager Emiliano Pelizzari, alle cui mani sapienti è stata affidata la gestione della festa, al fine di darle “un tocco di professionalità”. Così, amazzoni, cavalieri e semplici appassionati hanno potuto godersi il

tramonto davanti ad un calice di vino pregiato, gustando prodotti toscani selezionati e ‘promossi’ per la trasferta romana. D’altra parte, se accontentarsi non è proprio nelle corde del presidente del Circolo Ippico Casale San Nicola, non lo è neanche in quelle di Emiliano Pelizzari, che non ha lasciato niente al caso: dalla scelta accurata delle location per l’aperitivo prima e per la cena poi, al menù, senza trascurare l’intrattenimento puro. A scaldare l’ambiente, la voce e il carisma di due cantanti talentuose, Lidia Mingrone e Giulia Thaler, capaci di coinvolgere gli avventori, anche trasformandosi con nonchalance in vocalist quando luci e musica sono diventate da discoteca. Nessuno è stato colto impreparato, perché tutti già ballavano da un pezzo e - bando alla timidezza - avevano stretto amicizia. Proprio come in una bella favola. Di cui Gian Mauro Rondinara per primo ha potuto assaporare il lieto fine ◆

sport E.M.L.


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AMERICA’S CuP

tutte le vele Del monDo Davanti all’immensa tribuna Del lungomare Di napoli. uno spettacolo inDimenticabile per appassionati e non

uando le hanno viste sfrecciare sul mare davanti Castel dell’Ovo i napoletani si sono fermati a guardare ed hanno capito. Fino a quel momento l’America’s Cup World Series era il meteorite, la catastrofe annunciata da cui salvarsi, come nei migliori film americani, in cui solo pochi sapevano cosa fosse, mentre le folle soffrivano gli ingorghi dei lavori prima e dalla ZTL dopo. Per mesi, il tira e molla sul dove accogliere l’evento, le questioni politiche, ambientali, muri borbonici da salvare di cui i cittadini ignoravano l’esistenza, scogliere da costruire e smontare...

di Antonella Panella - ph Francesco Rastrelli ©

Poi sono apparse: imponenti, nervose, colorate nel mare che bagna via Caracciolo. Volte le spalle alla collina, il popolo partenopeo si è affacciato a godere lo spettacolo offerto dagli AC45, accogliendoli col calore radicato nella natura di un popolo abituato nei secoli, dal porto, a ricevere ed ospitare quanto sbarca in città, ricambiando i team più forti al mondo col il suo spettacolo: la promenade del lungomare colorata da una folla di ombrelli che, stoica e tenace ha atteso, seguito, incitato ed esultato a tutte le regate disputate, delusa di non aver potuto farsi sentire nel giorno di cattivo tempo in cui le prove sono state annullate.

vela

ph Roberta Roccati


Già la serata inaugurale aveva lasciato intuire l’attenzione della città all’evento, rimasta sotto la pioggia ad applaudire i team, condotti sul palco dalla 4 volte campionessa olimpica di wind surf Alessandra Sensini, presentati ufficialmente a piazza del Plebiscito l’8 aprile, con una solenne e spettacolare cerimonia di apertura, firmata Filmmaster Events, la stessa

che curerà le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici di Rio 2016. Suggestiva la piazza trasformata in un acquario gigante, con video proiezioni in 3d, coreografie artistiche e palloncini di animali acquatici “volanti”. Una folla che si è espressa tutta con l’esultanza per la vittoria di Piranha, imbarcazione italiana del consorzio di Luna rossa.

“Mai visto una cosa simile” ha commentato soddisfatto, riferendosi al pubblico, Agostino Randazzo, Presidente del Circolo della Vela Sicilia, per cui corre Luna Rossa.” Una combinazione perfetta la gente, il lungomare così esteso, le imbarcazioni che non hanno bisogno di molto fondale consentendo di posizionare le boe quasi a terra, creando il contatto col pubblico”. Contento del successo di Luna rossa che ha debuttato e vinto in casa, ancora entusiasta delle emozioni e dell’adrenalina provata sul catamarano che ha vinto proprio nella giornata decisiva, dichiara di essersi ricreduto sul potenziale di questi oggetti velocissimi ed estremamente tecnologici. ”Un‘altra vela, dove si cercano subito gli angoli, imbarcazioni che a differenza del monoscafo, non perdonano i piccoli errori, tradotti in secondi preziosi. Una vela che consente spettacolo anche con pochi nodi di vento, rivalutando certamente le regate di flotta.” Non esclude che questa è la vela di domani. Un format nuovo dunque, a cui ci si sta abituando tutti insieme, atleti e appassionati, ora spettatori, data la predilezione alla velocità, a volte all’equilibrismo, e alla limitazione di un campo di regata legato alle leggi delle inquadrature televisive, che diventa più fruibile anche ai non addetti ai lavori, ma spoglia della poesia uno sport che ha una storia ed una tradizione alle spalle, che è uno stile di vita ◆

vela


nAVIGARE In un MARE DI EMozIonI AzIMuT CoLLEzIonE “S”: SPoRTIVo Con ELEGAnzA, PER DEfInIzIonE

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a Collezione “S” di Azimut è ormai un segno di distinzione. Chi possiede uno yacht di questa categoria è facilmente identificabile come un ammiratore dello stile sportivo, che si riconosce in una muscolatura della barca potente e allo stesso tempo snella, che si sviluppa in linee aggressive ed eleganti. L’esatto ritratto, in altre parole, di uno yacht come l’Azimut 40S, sintesi per eccellenza di eleganza e sportività. Le doti sportive, in particolare, sono enfatizzate dalla brillantezza dei due motori Cummins QSB 5.9 360Kw480mhp: due potenti propulsori che spingono il 40S fino ad una velocità di punta di 35 nodi, supportati da uno scafo in grado di solcare le onde e garantire sempre il totale controllo e una condotta perfetta dell’imbarcazione. L’hard top apribile elettricamente permette inoltre all’armatore di godere di tutte le emozioni

e sensazioni regalate dall’aria di mare tra i capelli. Quanto all’eleganza, invece, basta dare un’occhiata ai vari ambienti. A bordo dell’Azimut 40S non si parla di spazio perché lo spazio è un dato di fatto che si dilata oltre le reali dimensioni fisiche. Gli ambienti comunicano e si fondono in una grande armonia. Il pozzetto e il salone si possono unire formando un grande open space, grazie all’apertura pressoché completa della porta, con la possibilità di separare nuovamente gli ambienti quando armatore e ospiti desiderano ricreare e regalarsi momenti di elegante comfort indoor e la privacy più completa. Lo stile degli interni, poi, è estremamente ricercato e sportivo allo stesso tempo: dai mobili in legno zebrano ai top in pelle, il decor dell’Azimut 40S riflette il carattere della Collezione “S” di Azimut Yachts, in cui mobili e arredi sono disposti

in modo da lasciare liberi i passaggi e le zone di manovra, invitando la luce naturale ad entrare in ogni ambiente con la massima libertà. I tessuti tecnici che rivestono paratie e cielini creano contrasti cromatici tra champagne e testa di moro. Tinte brune sono previste anche per il divano del salone e la pelle di alta gamma della seduta di guida. Pelle chiara, invece, con una texture decisamente ricca per la testata del letto, che si affaccia su copriletti in tessuti naturali, in tinte bianche e argento con riflessi serici. In definitiva, stiamo parlando di uno yacht fatto per per navigare emozionandosi. Ogni aspetto è curato nei più intimi dettagli, dal design agli interni tutto è costruito in maniera da esaltare l’esperienza di navigazione e se l’imperativo è divertirsi, allora si può dire che il divertimento, a bordo di Azimut 40S, è davvero una richiesta minima ◆ F.M.


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nAIL BAR zonE All’ingresso, accanto al Desk dell’accoglienza, troviamo subito l’area riservata alla cura e la bellezza delle mani e delle unghie: 4 postazioni all’americana firmate O.P.I., dietro ad un bancone pratico ed elegante disegnato dalla stessa titolare, abile Interior Designer.

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questo mese puntiamo l’attenzione su halos Wellness philosophy, la spa Dell’armonia insiDe e outsiDe (e Delle metoDiche estetiche più efficaci ma non invasive per ringiovanire viso e corpo)

La stanza che tutti sogniamo. Lettino caldo ad acqua, doccia emozionale, giochi di colortherapy e di acqua, sottofondo di musica e mantra curativi, candele, incensi, olii, essenze e mani espertissime per il nostro relax più estremo.

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di Irene Cappa

Nirvana Room

O Stanza del Sale, per i rigeneranti e salutari trattamenti di Halotherapia, contro allergie, infezioni del cavo orofaringeo, raffreddori, sinusiti e riniti. Il sale, preziosissimo elemento, aumenta le difese del sistema immunitario e riequilibra il sistema nervoso. Le sedute hanno un potente effetto antistress. Indicata per adulti, anziani e bambini.

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i nervi e rilassare la muscolatura. Effetto anche dell’esclusivo sistema di climatizzazione che, unico a Roma in una SPA, mediante l’inserimento di specialissimi filtri nelle condutture dell’impianto, ripulisce l’aria da tutte le dannose e nocive particelle volatili, ovvero da tutte le sostanze inquinanti dell’aria, rendendola così incredibilmente simile a quella che si potrebbe respirare sulla vetta di un ghiacciaio, pur essendo nel pieno centro della città… La SPA è molto accogliente e completa di ogni ambiente adatto alla riuscita della sua premessa, ma è nella CITY ROOM che si compiono dei veri e propri prodigi: oltre all’estetica di base e a tutti i trattamenti manuali di cui il centro si pregia, infatti, è qui che vengono applicate alcune nuove metodiche viso e corpo, prive di effetti collaterali ma realmente efficaci. Fra queste segnaliamo la più innovativa e di maggior successo: l’ENDOSPHERES THERAPY, che , al momento, risulta essere il trattamento più richiesto ed apprezzato dalla esigente, selezionata e sempre più numerosa clientela di Halos.

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ALOS WELLNESS PHILOSHY è una SPA con un intento molto ambizioso, Isabella Rodriguez che l’ha ideata e progettata ha puntato molto in alto nell’instancabile ricerca di realizzare un qualcosa di cui, essa stessa, sentiva il bisogno di usufruire. Un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, nel cuore della città, dove imparare a prendersi cura di sé stessi e dove l’obiettivo è riconciliarsi con il proprio corpo e la propria psiche, ponendoli in armonia e equilibrio fra loro. Per ottenere questo risultato, dopo un’attenta cura del particolare nella ristrutturazione degli interni, ha scelto le più innovative e meno invasive tecnologie per l’estetica, alla ricerca di quella bellezza naturale che sprigiona chi ama prendersi cura di sé e, per farlo, si è contornata di uno staff di altissimo pregio ed esperienza. La differenza si nota subito. Appena entri da Halos vieni immediatamente avvolto da una fragranza particolare, un mix personalizzato di aromi ed essenze mirato a distendere

Questa procedura all’avanguardia combatte l’invecchiamento di viso, collo e decollété. Migliorando il naturale rinnovamento di collagene ed elastina e rigenerando muscolo e derma. Riempitivo di rughe con un effetto distensivo di ringiovanimento. La pelle viene stimolata dalle microsfere di silicone che esercitano pressioni e sollevamenti con lo scopo di tonificare, levigare, rimodellare ridefinire e vascolarizzare il tessuto, determinando un effetto simile a quello del botulino ma senza iniezioni o effetti indesiderati.

Creativa ed abile imprenditrice, molti di noi Isabella Rodriguez l’hanno già conosciuta ed apprezzata quando, negli anni 90, antesignana del country style realizzò la prima mostra mercato italiana del settore, scegliendo come location (anzi, inventandola di sana pianta) il PalaParioli, un prestigioso spazio espositivo a Roma nord sorto in un’area abbandonata e di degrado che lei stessa per l’occasione si prese cura di bonificare e dove oggi sorge il prestigioso complesso sportivo dell’AQUANIENE. All’epoca, era il 1994, le code al botteghino del Country & Co., così si chiamava la fiera, fecero letteralmente scalpore. Isabella ha realizzato Halos Wellness Philosophy tornata a Roma, dopo una parentesi di un buen retiro a Fregene durante la quale, fra una passeggiata con i suoi due labrador in spiaggia e l’apertura di Shabby House, un bellissimo showroom di arredamento in stile shabby chic, ha realizzato il Viaggio della sua vita, come lei stessa ama definirlo, in Cambogia, divenendo madre della sua splendida Jasmine (con lei nella foto) ◆

ENDOSHERES THERAPY - TOTAL O PARTIAL BODY Il più rivoluzionario e risolutivo fra i trattamenti corpo. Un massaggio linfodrenante efficace anche sulla buccia d’arancia e il rassodamento. Questa metodica, una micro-vibrazione compressiva, mediante oscillazioni meccaniche è in grado di stimolare a livello degli stati più profondi del derma particolari recettori in grado di riattivare i processi metabolici che favoriscono la disgregazione degli adipociti e dei setti fibrosi. Non traumatica ed indolore, rimodella la silhouette per effetto della ridistribuzione del grasso sottocutaneo ed è efficacissima contro la cellulite, con uno straordinario effetto tonificante per il muscolo sottostante.

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SoCIAL MEDICAL CEnTER LASERTERAPIA: ECCo LA MEDICInA non InVASIVA l’introDuzione Della tecnologia laser in meDicina ha rappresentato una vera rivoluzione. applicata sia in campo chirurgico, che Dermatologico e vascolare, è conosciuta eD utilizzata con successo per la cura Di importanti patologie. il Direttore generale Della social meDical center, giovanni maria bonci, illustra le linee D’azione Della società in questo settore

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a Social Medical Center, azienda specializzata nella prevenzione e cura del sovrappeso, al fine di offrire ai propri pazienti una gamma completa di trattamenti medici per il benessere delle propria persona, ha deciso di dedicare parte delle sue energie alla laserterapia: una branca della medicina non invasiva che utilizza a scopo terapeutico gli effetti prodotti dall’energia elettromagnetica generata da sorgenti di luce laser, permettendo di curare innumerevoli patologie. Sebbene vi sia ancora molto da scoprire, sembrerebbe che il laser agisca come catalizzatore dell’attività cellulare e dei processi fisiologici già attivi nell’organismo e che sia quindi un coadiuvante per la circolazione e l’attività elettrolipolitica, già promossa dall’elettrostimolazione. Gli studi finora condotti in vitro e in vivo hanno dimostrato le proprietà anti-infiammatorie e rigenerative del laser non chirurgico sui tessuti biologici e sull’apparato osteo-mioarticolare, soprattutto in pazienti con malattie croniche, non rispondenti idoneamente alle terapie tradizionali. Inoltre, è ormai noto come tale dispositivo possa essere positivamente impiegato in dermatologia per la guarigione rapida ed indolore, a livello della cute e delle mucose, delle lesioni da perdita di sostanza, quali ulcere diabetiche, piaghe e decubiti.

Ma che cosa è un laser? Prima di tutto occorre chiarire che si tratta di un acronimo: Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation, ovvero “amplificazione della luce per emissione stimolata”. Albert Einstein ne enucleò i principi teorici nel 1917, i quali vennero a loro volta ripresi da Maiman negli anni ’60 in ambito sovietico, se pure per scopi prevalentemente militari. Tecnicamente il laser è un dispositivo in grado di emettere radiazioni luminose di tipo coerente, cioè con tutti i raggi in fase, e monocromatiche, cioè composte da un solo colore e quindi da una sola frequenza. Il raggio laser ha anche la caratteristica di essere fortemente concentrato, al punto da potersi considerare perfettamente rettilineo ed il suo diametro è dell’ordine del millesimo di millimetro. Come spesso accade per molte scoperte, non subito se ne è compresa la reale portata pratica. Oggi invece possiamo dire che l’applicazione in campo clinico di tale ingegno ha rappresentato un autentico punto di svolta in diversi settori della medicina, dall’oftalmologia, primo campo di applicazione, alla medicina estetica. Il suo impiego riguarda ormai una serie molto vasta di ambiti, a partire dal trattamento della pannicolopatia edemotofibrosclerotica (alias cellulite), alla dermatologia, dall’angiologia alla reumatologia e traumatologia sportiva (si pensi ad esempio alla cura delle infiammazioni acute dell’apparato locomotore, alle nevralgie e mialgie…). Ottimi, poi, sono i risultati ottenuti nel trattamento della cervicale. Sebbene in Occidente abbiamo avuto un imbarazzante ritardo rispetto all’Est Europa, non sono mancati, anche da noi in Italia, dei pionieri che hanno avuto il merito di far

compiere alla disciplina importanti progressi. Mi riferisco in particolar modo al Professor Longo ed al Dottor Marchese. Il primo, attualmente professore di Laser Chirurgia e Medicina all’Università di Siena, già direttore scientifico dell’Istituto di Laser Medicina di Firenze (I.L.M.), presidente fondatore dell’International Academy for Laser in Medicine and Surgery (IALMS), ha studiato gli effetti biologici della luce laser sui tessuti umani e ultimamente ha iniziato a sperimentare l’applicazione della laserterapia alle lesioni spinali. Il secondo, il Dottor Marchese, invece, è autore di numerose pubblicazioni ed è divenuto nel tempo uno specialista in laserterapia transcutanea ed endovascolare di varici e capillari, scleroterapia, scleromousse ecoguidata, fleboterapia rigenerativa tridimensionale. Le tipologie di laser impiegate devono variare a seconda del tipo di tessuto da guarire; ciò comporta l’esistenza, quindi, di differenti modelli laser, che variano anche in funzione della lunghezza d’onda emessa. Sebbene la laserterapia sia completamente indolore, mi preme, in questa sede, sottolineare l’importanza di affidarsi sempre ad un medico o chirurgo esperto e competente, che possa garantire la sicurezza della prestazione erogata, impegno, questo, che è la parola d’ordine dei centri Social Medical Center. Infine, ritenendo che la corretta informazione aziendapaziente sia il valore più importante per la nostra società medica, vorrei concludere evidenziando come la Social Medical Center abbia messo a disposizione degli utenti un numero verde per chiarimenti e dettagli sulle prestazioni laser effettuate e sulle specifiche patologie trattate ◆


una m ela al giorno

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DEPRESSIonE? PER CuRARLA, C’è unA RICETTA (DELLA fELICITà)

maggio è il mese Delle Diete, ma aD alcuni alimenti è bene non rinunciare

immi cosa mangi, ti dirò se sei felice. Ebbene sì: più che il ricorso ai farmaci, sembra che uno dei rimedi più efficaci contro la depressione - malattia che colpisce 1 persona su 5 nel corso della vita, con incidenza maggiore nel sesso femminile (circa il 25% delle donne) - sia proprio l’alimentazione. Il cibo come valida alternativa ai farmaci antidepressivi, la cui vendita è aumentata del 76% in Italia, con costi e rischi non indifferenti: i rimedi in gocce - a cui si deve ricorrere solo su consiglio del medico - sono spesso autonomamente sovradosati, con pesanti effetti collaterali conseguenti, tra cui la dipendenza. Il che fa della dieta l’approccio terapeutico più sicuro. Attenzione però: per avere qualche effetto, deve essere ricca di tre microelementi, vale a dire magnesio, zinco e folati. A confermarlo è un recente studio dell’Università di Melbourne, condotto su circa mille donne di età compresa tra i 20 e i 93 anni, che ha dimostrato l’esistenza di un’associazione tra il rischio di incorrere in malattie depressive e l’apporto di questi nutrienti. Andiamo nello specifico. Per avere un migliore autocontrollo emotivo, sbucciatevi una bella banana: l’associazione di magnesio e potassio assicura un effetto di rilassamento e di recupero a livello delle cellule nervose. Equilibrio psichico è anche assicurato dallo spinacio grazie ad una vitamina del gruppo B, l’acido folico; inoltre questa verdura - se assunta con costanza - si è rivelata anche un buon attivatore delle funzioni cerebrali.

Un beneficio, questo, che si può avere anche con noci, mandorle e kiwi grazie agli Omega 3, acidi grassi insaturi che contribuiscono alla regolare attività delle cellule del cervello e dei neurotrasmettitori. Non a caso, in Giappone - dove è molto alto il consumo di pesce, uno dei maggiori apportatori di Omega 3 - l’incidenza della depressione è assai minore rispetto a quella europea. Contro lo stress, consumate regolarmente arance dolci: oltre ad essere ricche di vitamina C, contengono l’inositolo - sostanza che attenua gli stati d’ansia - e riducono i grassi in eccesso e il colesterolo. Rinvigorimento fisico e psichico immediati sono traguardi raggiungibili grazie ad una porzione di quasi 200 grammi di ananas e alla bromelina in esso contenuto, un enzima noto per accelerare la digestione delle proteine. Azione rigenerante è anche quella garantita dai funghi: fonte eccellente di vitamina B2 e di vitamina B3, implicate in un gran numero di reazioni produttrici di energia. Trasformatevi in Bugs Bunny e iniziate a mangiare una grande quantità di carote se volete combattere gli stati di stanchezza: un recente studio britannico ha comprovato il legame tra la carenza di vitamina B8 - contenuta in tale ortaggio - e gli stati di astenia psico-fisica. Questa vitamina, infatti, stimolando l’attività della vitamina C, ha un ruolo chiave nel metabolismo. Infine, per dire addio all’insonnia, nel menù della vostra cena non deve mai mancare una porzione di formaggio dolce, ossia una delle migliori fonti di triptofano - aminoacido utilizzato nella produzione di melatonina - che vi aiuterà a conciliare un ‘dolce’ sonno ◆ E.M.L.


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Rom a e la poesia d el la luce la pittura Di alessanDra giovannoni

Abbazia di Sant’Andrea in Flumine ricevimenti

congressi

mostre

di Maria Laura Perilli

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ontrasto di luci ed ombre, stese con materia densa, pastosa, su campiture che connotano volumi di edifici e corpi sentiti architettonicamente. Figure scolpite, monadi senza sembianze, folla solitaria deambulante in un limbo abbagliante. È la Roma di Alessandra. Nulla del cielo intenso blu di Mafai, delle periferie di Vespignani, dei rossi intensi di Attardi o del colorismo di Sandro Trotti. È una Roma sospesa, dove la presenza umana è solitudine, nella grande folgorazione di un caldo torrido. Una Roma dove, progressivamente, la luce diviene protagonista assoluta; lo strumento concreto utilizzato per aggredire, con una azione forte, incisiva, la sua monumentalità, sino a dissolverne i contorni, le soluzioni d’angolo, i contrasti delle sue linearità verticali ed orizzontali e le presenze umane, condotte lentamente nelle foschie di un mondo rarefatto, sempre più vicino alle porte della informalità. Informalità, da intendersi, altresì, non come assenza di forma, ma come fase tumultuosa della creatività dell’artista, contrassegnata da”idee, sensazioni, sentimenti... unico grande magma, da cui emergono indistintamente, intuizioni espressive che si trasformano in segno, in colore, in materia”. Una informalità, quindi, che sottolinea e contraddistingue il lento, profondo, macerato percorso di ricerca di Alessandra per la definizione in pittura di quell’attimo assoluto che è sintesi totale delle tensioni tra pieni e vuoti, volumetrie, piani, ombre e colore. I luoghi romani prescelti da Alessandra sono soprattutto le piazze, gli slarghi ampi; lì una umanità numerosa, alla disperata ricerca della musica del silenzio, del Tacet, tenta di ritrovare la difficile arte di una comunicazione antica, perduta nelle flatulenze dei gas di scarico e nel rumore dei motori; lì prova ad esercitare una ideale trasmissione del

art

pensiero che riporta alla mente quanto scrisse l’architetto Ludovico Quaroni in “Immagine di Roma”: ”…c’è sempre gente che cerca un luogo disponibile per sostare a riposarsi per chiacchierare, per fare all’amore, per guardare qualcuno dell’altro sesso, per sceglierlo, quasi, per un amore che non si farà mai, o solo per distendersi al sole, al riparo dalle automobili e dalle strutture del mondo, per annullarsi, qui a Roma, in questa anticamera dell’Oriente, dove tuttavia ci si riferisce sempre, nei discorsi, all’Europa centrale”. È il grande teatro romano dove, per descriverlo con Quasimodo: ”Ognuno sta solo sul cuor della terra/ Trafitto da un raggio di sole:/ ed è subito sera.” Le sere di Alessandra, però,sono la voluta antitesi del buio; sono di per sé illuminate e promanano luce anche, laddove, l’artista descrive delle oscurità costruite con macchie esaltanti le penombre e la fitta, pesante vegetazione romana, fatta di lecci, querce e cipressi, sostanzialmente nera! Il nero, in realtà, come non colore, rappresenta anch’esso l’allegoria della luce, sollevando quindi la problematica dell’Assoluto e della creazione, per cui la luce di Alessandra Giovannoni, per logica conseguenza, non è più finalizzata alla sola descrizione di un luogo; essa, infatti, smaterializzando la concretezza del luogo stesso nell’infinito, si traduce in luce mistica, connotando tutta la simbolicità dello spazio romano come centro dell’identità cristiana. Una luce, quindi, che è simbolo di speranza! Se poi la speranza, come dice Aristotele, è un sogno ad occhi aperti, allora i rarefatti spazi luminosi di Alessandra ci offrono la possibilità di sognare, meditare e recuperare quel senso del luogo urbano inteso, innanzitutto, come emblema della socialità, della solidarietà e della integrazione delle umane differenze ◆

Esclusiva ed elegante, a pochi km da Roma, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine da secoli domina la lussureggiante Valle del Tevere. Accogliente ed esclusivo, il complesso abbaziale è disponibile per ricevimenti, congressi e mostre. La bellissima chiesa consacrata costruita nel VI sec d.c. disponibile per la celebrazione, accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima e sacra che nasce da una semplicità architettonica che ben si coniuga alla policromia dei mosaici e degli affreschi. L’ampio giardino antistante la chiesa, circondato dalle antiche mura, risulta la scelta ideale per l’aperitivo e il taglio torta. È possibile prevedere intrattenimento musicale, fiaccolata ed allestimenti personalizzati. I sobri saloni per il ricevimento con splendida vista sulla valle, possono accogliere fino a 220 ospiti. A vostra disposizione un impeccabile servizio banqueting che saprà deliziare i palati più esigenti offrendo genuinità, tradizione ed innovazione.

Loc. Abbadia snc - 00060 Ponzano Romano (RM) Tel. 0765.338310 - Mob. 3382614973 - www.abbaziadisantandrea.com


what’s on what’s

Avventure d i gusto

LaZZI, sBerLeFFI, dIPIntI L’oPera dI darIo Fo In Mostra

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palazzo reale, fino al 3 giugno Dario Fo viene celebrato con una grande mostra dei suoi lavori pittorici e con la ricostruzione live della sua “bottega d’artista”, con l’intento di ricordare il profondo legame tra Fo e la pittura. La mostra si apre entrando nel vivo della satira politica e di costume da sempre praticata da Fo in pittura e in teatro, che culmina nelle grandi tele “parlanti” realizzate appositamente per questo evento. In esposizione costumi di scena, maschere, marionette e burattini, tra cui quelli storici appartenuti alla famiglia Rame, accanto a disegni, schizzi, acquarelli, bozzetti di costumi, fondali, ampie scenografie, locandine e stampe che per osmosi sono parte integrante della drammaturgia della Compagnia Teatrale Fo- Rame. www.comune.milano.it

milano

V.D.V.

IerI oGGI MILano

Spazio oBerdan, fino al 10 giugno Una grande mostra dedicata alla città di Milano, composta di fotografie interamente tratte dalle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo: 150 immagini dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Opere di 30 autori italiani e stranieri, che offrono un articolato scenario capace di stimolare un’importante riflessione sui grandi mutamenti che hanno cambiato il volto della città, dal punto di vista urbanistico (dalle macerie e le baracche del dopoguerra alle periferie in crescita, le fabbriche, i grandi cantieri contemporanei), socioeconomico (la Milano operaia, i giovani, la borghesia), culturale (i personaggi del mondo dell’arte, del design, dell’architettura, del cinema). www.provincia.milano.it/cultura

C

tdM 5: GraFICa ItaLIana

promo

Triennale deSign muSeum, fino al 24 feBBraio 2013 Mostra-evento di Grafica Italiana, curata da Giorgio Camuffo, Mario Piazza e Carlo Vinti con il contributo di Fabio Novembre, che ha progettato l’allestimento giocando con i sei colori dell’arcobaleno aggiungendone uno, l’indaco, perché a sua discrezione: ‘il sette ha un valore maggiore’. Le sezioni sono distinte dai vari colori dell’arcobaleno sottolineando l’ordinamento tipologico per aree di intervento: Lettera, Libro, Periodici, Cultura e Politica, Pubblicità, Imballaggi, Identità visiva, Segnali, Film e video. In mostra i lavori dei massimi grafici italiani da Albe Steiner a Franco Grignani, Bruno Munari, Enzo Mar Bob Noorda, Armando Testa, e Massimo Vignelli che hanno accompagnato il successo delle maggiori imprese italiane. www.triennale.org

ome Buffalo Bill, o Calamity Jane, pronti ad affrontare il prossimo rodeo o una nuova avventura nel lontano ovest. L’epopea dedi pionieri è dietro l’angolo, e per chi cecra l’avventura il Far West non è così lontano: una distesa verde con un bosco naturale e graziosi laghetti. Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci si arriva per un aperitivo al tramonto, si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati dall’atmosfera da film e dalla bellezza sorprendente di questo parco appena fuori dal caos della città. Un cancello segna il confine verso l’ovest, con un toro a grandezza naturale che accoglie gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei film di cow boy: la banca e la prigione (che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt,

cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi originali che accompagnano in questo viaggio che parte dalla buona tavola. Il menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta selezione italiana e straniera da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e coscette di pollo. Una cucina robusta e saporita che non dimentica antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude in dolcezza, con crostatine e dolci caldi dello Chef, scaldati dalla stufa al centro dalla sala o ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui godere della vista incantevole del parco.

WILD WEST - STEAK HouSE Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207222 Aperto tutti i giorni dalle 19, sabato e domenica anche a pranzo Chiuso il lunedì

www.wildweststeakhouse.it


what’s on what’s

A tavola con gusto

Cantando sotto La storIa

audiTorium - TeaTro STudio, 29 maggio A poco più di quattro anni Roberta Albanesi partecipa allo Zecchino d’Oro, dagli 8 inizia studiare per diventare una cantante professionista. Nel 2000 la prima tappa importante: un concerto in mondovisione da Piazza San Pietro, da cui scaturisce una tournée negli Stati Uniti; poi nel 2007 arriva al Sistina insieme a Enrico Montesano. Oggi oltre a cantare recita e danza, possibilmente le tre cose insieme, portando in scena commedie musicali. Il 29 maggio sarà sul palco del Teatro Studio con l’ultimo appuntamento di Cantando sotto la storia, rassegna sulla storia della musica italiana a cura di Gianni Borgna e Cinzia Gangarella, giunta al quarto anno consecutivo. La serata, che si svolgerà come sempre in forma di conferenza-concerto, sarà dedicata alle canzoni del cinema. In uscita il libro-cd edito dai produttori dell’evento, Auditorium e CNI. www.auditorium.com

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Per La strada

TeaTro eliSeo, 15-17 maggio Spettacolo in prosa e musica di Lina Sastri, con orchestra dal vivo di nove elementi e coreografie, per raccontare un viaggio attraverso i vicoli di Napoli. Un percorso che si svolge sulle note dei grandi cantastorie partenopei, da Pino Daniele a Enzo Cannavacciuolo, in una città immaginaria, sospesa tra realtà e fantasia. La protagonista cammina, parlando d’amore e d’odio, di vecchi e di bambini, di popolo, di pulcinella metropolitani, raccontando storie e personaggi, con leggerezza, lacrime e sorrisi, fra parole e danza. E, sempre, la musica, compagna di strada. www.teatroeliseo.it

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L’ItaLIa dI BaLLarò

promo

roma

Spazio 88, fino al 7 luglio Dieci anni di trasmissione televisiva attraverso le illustrazioni di Lorenzo Terranera: oltre 100 tavole ad acrilico su legno e 400 acquerelli a tracciare le vicende politiche, economiche e sociali che hanno alimentato il dibattito nel talk show di Rai 3. Soprattutto, una sintesi semplice ed immediata di un così complesso tratto di storia contemporanea. L’autore, che nel 2009 si è aggiudicato il Nastro d’Argento per il cortometraggio d’animazione “Sputnik 5”, racconta i grandi fatti disegnando le minime cose “perché è lì che è più probabile trovare il vero”. www.spazio88.it

asta o carne? O magari pizza? L’importante è che sia con vista. Dopo una giornata stressante tra traffico e ufficio, il Corvo Allegro assicura una serata di pieno relax, bastano pochi minut di macchina dopo l’ufficio per giungere a destinazione, e godere, magari, delle ultime ore di luce immersi nella natura. Basta dare uno sguardo al parco: otto ettari rigogliosi in ogni stagione dove lo sguardo trova finalmente un panorama libero dai palazzi della città. In un tale scenario è impossibile non trovare immediatamente il buonumore, confortati da sapori veri, con un menu che è un inno alla grande tradizione della cucina italiana, dove emergono con forza i sapori di una materia prima scelta con cura ed elaborata

con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta alla griglia, senza tralasciare una bella scelta di dolci, un goloso carosello che non poteva certo dimenticare la pizza cotta nel forno a legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento musicale. Il corvo allegro infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista sul parco, anche uno spazio disco pub, perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi, e quelle serali dei più grandi: basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e di vacanza.

IL CoRVo ALLEGRo Seven Hills Village Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751 (dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana Domenica aperto anche a pranzo

info@ilcorvoallegro.it - www. ilcorvoallegro.it


what’s on iSTiTuTo nazionale per la grafica, fino al 3 giugno 2012 Le matrici in rame di Giovanbattista Tiepolo (1696-1770) e di suo figlio Giandomenico (1727-1804), conservate al Museo Correr di Venezia e restaurate a Roma dall’Istituto Nazionale per la Grafica, vengono esposte con tutto il corpus delle opere grafiche dei due artisti. La mostra, proveniente dal m.a.x. Museo di Chiasso, è qui arricchita dalla serie dei Capricci (1733-1742 ca.) di Giovanbattista Tiepolo, dall’Adorazione dei magi esposta accanto alla matrice originale, e dal San Giuseppe e il Bambino. I Capricci (1733-1742 ca.) gli Scherzi di fantasia (1743-1757), oltre alla selezione delle stampe del figlio Giandomenico, affascinano e stupiscono con i loro soggetti misteriosi (scheletri, maghi, creature oniriche, scimmie e figure esotiche) dal significato criptico ma dal tratto modernissimo. www.grafica.arti.beniculturali.it

IL LIBRo DI MuSH

Una storia vera, dolce e struggente come una fiaba, dall’autrice del grande bestseller La masseria delle allodole. Antonia Arslan, torna ad affrontare la ‘Shoah del popolo armeno’, da molti considerata il primo genocidio della storia moderna, soffermandosi su un episodio di amore ed eroismo. Durante la ‘Marcia della Morte’ tre donne coraggiose si fanno segretamente carico di un libro di grande valore, smembrandolo in tre parti nel tentativo di portare in salvo questa preziosa memoria della loro comunità. A rischio della propria vita. Autore: Antonia Arslan Editore: Narrativa Skira, www.skirainet

DEnTRo IL LABIRInTo Nuovo noir di Andrea Camilleri, che indaga sulla misteriosa morte di Edoardo Persico, uno dei massimi critici dell’architettura razionalista. Nato a Napoli nel 1900, a Torino fu operaio alla Fiat, direttore editoriale di una piccola casa editrice, nume tutelare del Gruppo dei Sei. A Milano divenne condirettore dell’emblematica rivista di architettura “Casabella” e fu un vero e proprio faro nella vita artistica e intellettuale italiana. Nel gennaio del 1936, in pieno fascismo, fu trovato morto: stroncato da un infarto o ucciso? Assassinio politico o delitto passionale? Camilleri conduce un’indagine in prima persona arrivando a una soluzione che non si potrà più ignorare. Autore: Andrea Camilleri Editore: Narrativa Skira, www.skirainet

ARoMA

MIMMo CentonZe

palazzo delle eSpoSizioni, 19 maggio - 10 giugno Uno straordinario ritrattista, le cui opere sono caratterizzate da intensità, eccezionale acutezza e forza espressiva. Profondo conoscitore dei grandi maestri da Tiziano, Tintoretto, Rembrandt, Hals, Velazquez, Van Dyck, Constable, fino a Giorgio De Chirico e Lucian Freud, il pittore, che ha partecipato all’ultima Biennale di Venezia, espone, oltre a una serie di ritratti, tra cui due Ritratti del padre e a quello del boss Totò Riina, Donna sul parquet (2008) e i grandi teleri dedicati al tema dei capannoni, grandi edifici vuoti le cui aperture “attraggono il visitatore come la luce sul fondo di una caverna”. www.palazzoesposizioni.it di Laura Mocci

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tIePoLo nero. oPera GraFICa e MatrICI InCIse

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Viaggio sensoriale alla scoperta dei formaggi italiani di Denominazione di Origine Protetta. Il libro intende offrire in modo chiaro e le informazioni sul prodotto-formaggio D.O.P., la sua storia e i suoi legami con un territorio specifico. Ma vuole anche educare al consumo di formaggio di qualità. Quaranta schede descrittive e dettagliate, una sezione dedicata ai parametri di classificazione, alle tecniche di taglio e agli attrezzi del casaro, e infine un capitolo riservato alle ricette proposte da chef di varie regioni d’Italia. Autore: Michele Grassi Editore: Edizioni Tamellini


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ph Fabio & Roberto Riccioli Fotoflahs Roma

ConCLuSA L’EDIzIonE PRIMAVERILE. PoI SI GuARDA ALL’AuTunno

ata grazie alle energie della Cooperativa MOA per promuovere le attività commerciali nel settore MObili e Arredamento, la prima fiera del settore (in termini di numeri) fra quelle aperte al pubblico ha concluso il primo appuntamento dell’anno con un bilancio più che positivo. Non solo è stato infatti consolidato il numero di espositori e di metri quadri complessivi, ma si è anche registrato un incremento del 10-15% in termini di afflusso di pubblico, con quasi 80.000 presenze. Tra le novità di questo salone primaverile, ospitato dal 28 aprile al 6 maggio presso la Nuova Fiera di Roma, un’area dedicata al tempo libero per bambini e ragazzi, dove hanno trovato spazio attività come pallacanestro, pallavolo e calcio balilla. Ma è nell’area espositiva dedicata all’arredo cucina che si è costruita la vera innovazione: un ampio spazio dedicato alla ristorazione in senso lato, dove si è svolto un articolato

programma a tema gastronomico curato dal Circolo dei Buongustai. Ad accogliere i numerosi ospiti in questo angolo del gusto lo chef Fabio Campoli, protagonista di showcooking, narratore di “storie di cucina” e intrattenitore di guest star durante la presentazione di prodotti e libri a tema. Un concept articolato, dunque, che ha spaziato dalle ricette - realizzate e degustate con la platea - alle lezioni di stile sull’arredo tavola, con il fine ultimo di coniugare la buona cucina con il buon vivere. L’iniziativa ha comprensibilmente avuto un notevolissimo riscontro, e il Presidente MOA Massimo Prete si dice più che soddisfatto di questa operazione “perfettamente riuscita”, e in generale felice del buon esito dell’evento MOA, che “considerato il periodo di crisi congiunturale è stato un bel risultato”. Prossimo appuntamento ad Ottobre, per la 38° edizione in versione autunnale, ancora più grande: 250 espositori contro i 170 di quest’ultima appena conclusasi ◆ D.C.

il Regno del Tiramisù

Via della Croce, 82 - Tel. 06 69941752 Piazza di Spagna F. Cappiello, G. Di Giuseppe e M. Prete

Via Albalonga, 7B-9-11 - Tel. 06 7000418 San Giovanni Via Cassia, 8B-8C - Tel. 06 3333488 Ponte Milvio

www.barpompi.it


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Quattro chiacchiere con lo chef Carlo Cracco di Antonella De Santis

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ue stelle Michelin e una fama che va ben oltre il mondo gourmet. Carlo Cracco rappresenta meglio di altri il prototipo dello chef star, osannato alla stregua di un attore di Hollywood, complice la partecipazione a MasterChef, il programma rivelazione dell’anno che lo ha visto come giudice accanto a Bruno Barbieri e Joe Bastianich. Ma non è solo questo: fascino, stile, una punta di snobismo e parecchie copertine azzeccate (non solo di riviste di settore), qua e là qualche polemica... persino un libro che ammicca alla figura di un fascinoso quanto dispotico chef che ce lo ricorda da vicino. Incontriamo Carlo Cracco, che alle polemiche non dà risposta, e alle domande ribatte in modo spesso laconico... Il più noto tra i francesi e il più francese tra gli italiani: Lei ha lavorato con Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi. Cosa ha imparato da ognuno di questi due? Una volta era diverso: si faceva una lunga gavetta per arrivare ad alti livelli, lavorando molto tempo dai grandi chef per riuscire ad assorbirne le linee guida.

All’interno di una struttura si imparava a gestire una cucina, di cui si apprendeva il pensiero oltre che la tecnica. Loro due erano all’opposto, e mi serviva imparare da due realtà così diverse. Da Marchesi ho imparato l’eleganza e il gusto, da Ducasse l’organizzazione e la serietà, la precisione, la meticolosità. Dopo l’inebriante esperienza del molecolare sembra ci sia un ritorno alla terra e alla materia. Dove va la cucina oggi? C’è forse meno creatività e maggiore concretezza, meno fuochi d’artificio e più solidità. Sarà una conseguenza della crisi... Ci sono dei piatti che ha creato in passato che in questo momento non avrebbe realizzato? Mi confronto col mondo in modo molto personale, senza lasciarmi trascinare dalle tendenze o gli stili degli altri, anzi il mio modo di pensare la cucina è sempre presente a dispetto delle mode. Quindi penso di no: i miei piatti sarebbero gli stessi. Esiste un piatto che avrebbe voluto creare lei? Con molta modestia... no. Non ho nulla da invidiare o recriminare.


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gourmet

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nei primi mesi dell’anno ci si confronta in convegni di gastronomia. Alla luce di quanto si è visto: potrebbe scommettere su un piatto per il 2012? Vedo ovunque molta crisi, per il 2012 vedo soprattutto una necessità: quella di continuare a fare un lavoro serio. La personalità e la creatività costano fatica, ma bisogna raggiungere i risultati attraverso i propri mezzi. E questo non è facile. Sperimentazione, minimalismo, tecnologia, concettualismo: su cosa si fonda la sua cucina? La mia creatività è legata alla cucina: una proposta fresca, moderna, sempre molto nuova. Ma il mio obiettivo è il cliente, non il piatto fine a se stesso. Quindi tra materia prima, tecnica e creatività cosa conta di più? Sono sempre molto importanti, in quale percentuale dipende dai piatti.

un ingrediente? Non sono legato a un ingrediente in particolare. Adesso, che è stagione, direi i piselli, ma solo perché mi piacciono molto. Lei ha avuto un percorso classico: alberghiero, stage con i grandi chef. Quale è la formazione ideale di un cuoco nel 2012? Fondamentalmente credo che un cuoco dovrebbe cucinare, cucinare e cucinare. È la parte indispensabile nella formazione di uno chef nulla sarà più uguale dopo MasterChef? Non credo. Quello è un programma destinato soprattutto alle persone che coltivano il sogno di cambiare vita, non è una scappatoia, né un modello. Fa capire molte cose, ma la vita in cucina è comunque diversa. Piace, soprattutto perché la gente vuole che gli si racconti una storia, quella

Cucinare è più una questione di testa o di sensi? Sensi, testa, cuore. La mia non è una cucina ruffiana e spesso non è facile, questo lo so. L’arte, la musica, i fumetti, il cinema. In che modo influenzano la sua cucina? Ognuna di queste cose, e non solo di queste, fa parte di una storia personale, che poi si consolida e si trasmette agli altri attraverso i piatti. Stagionalità e chilometro zero che posto hanno nell’alta cucina? Chi può lavorare a chilometro zero è giusto che lo faccia. In fondo il sogno di ogni cuoco è avere il proprio orto. Ma l’alta cucina ha altre dinamiche, soprattutto se ci si trova in una città. Chi fa un altro tipo di ristorazione, più tradizionale e semplice, ha in mano uno strumento importante per far capire alle persone il ruolo degli alimenti e della tradizione gastronomica di ogni luogo.

delle persone. Si è scoperto (molto tardi in Italia a dire la verità) la funzione sociale della cucina, ma la sua capacità di catalizzare l’attenzione, l’importanza culturale ed emotiva ci sono sempre state. Cosa le ha dato come esperienza MasterChef? È stato molto divertente... La cronaca sembra voler dare addosso ai grandi chef, lei è stato uno dei bersagli negli ultimi anni Fa parte del mestiere... si deve stare al gioco e prendere il buono e il cattivo delle cose ◆ RISToRAnTE CRACCo Via Victor Hugo, 4 - Milano tel. 02.876774 www.ristorantecracco.it


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IL GIAPPonE In TAVoLA

In ITALIA SI ConoSCE SoPRATTuTTo IL SuSHI, ARRIVATo In SoRDInA nEGLI AnnI ’80 E oGGI DIffuSISSIMo E DI GRAn VoGA, MA LA CuCInA nIPPonICA è un’InfInITA SCoPERTA fATTA DI CERIMonIALI E RITuALITà di Donatella Codonesu

il giappone nel cuore di roma

Itadakimasu. Inizia così ogni pasto, con uno speciale ringraziamento coniato appositamente per il cibo, che si tratti di una tazza di te o di una cena tradizionale. È una parola che mette in relazione il corpo e lo spirito, concetto fondamentale nella cultura gastronomica giapponese, che determina anche l’importanza degli ingredienti, la ritualità delle preparazioni e l’incredibile cura estetica nell’allestimento dei piatti. Un’attenzione dettagliata ed imprescindibile, che fa di ogni banchetto un’esperienza unica per tutti e cinque i sensi. La preparazione dei cibi è legata ad utensili dalle linee essenziali e dall’elevata funzionalità: appositi coltelli destinati allo sfilettamento del pesce, lame e modelli diversi per ciascun tipo di taglio, cestello di bambù per la cottura a vapore, stuoino di bambù per la preparazione dei maki (involtini di alga nori ripieni di riso, pesce e verdure), il

recipiente di legno per lavorare il riso cotto al vapore e via dicendo. Osservare un cuoco giapponese al lavoro è sempre un’esperienza indimenticabile: in questa cucina più che mai ogni singolo gesto acquista una grazia raffinata e l’incredibile meticolosità si traduce in piccoli capolavori. Accanto al molto pesce e alla poca carne (la cultura buddista proibisce l’uccisione degli animali a quattro zampe), gli ingredienti di base sono molti e non tutti facilmente reperibili sul nostro mercato, anche se ormai anche questi sono piuttosto diffusi: azuki (soia rossa), miso (pasta fermentata a base di fagioli di soia gialla, che è utilizzato come condimento per zuppe e salse), shoyu (salsa di soia), zenzero e vari tipi di pasta di farina di riso, grano saraceno o frumento. Importanti anche le alghe, di cui si consumano diverse varietà (si trovano secche e alcune vanno tenute a bagno prima di utilizzarle) e il tofu, pasta bianca derivata dal latte di soia, ricca di proteine e privo

gourmet

di colesterolo, che può avere consistenza e sapore diversi, sempre piuttosto delicati. Capitolo a parte costituiscono le salse, a base di miso, aceto di riso, soia o uova: sono utilizzate per condire le verdure cotte, il pesce bianco o le carni. Di tutte le pietanze, le più note in Italia sono sushi, sashimi e tempura. Se il pesce crudo è per molti ormai sinonimo di cucina giapponese, la frittura di gamberi e verdure in una delicata pastella è probabilmente il piatto che ha maggior affinità con la nostra cucina. Tutto da provare, con calma e serafica concentrazione ◆

Sushi, sashimi, tenpura, ma anche soba e sukiyaki: una buona parte della complessa cucina nipponica è da sempre nel ricco menù di Rokko, aperto nel 1991 da Hiroko Sasaki con suo marito Toru e dal 2010 trasferito in pieno centro. Un locale molto più ampio, arredato in un raffinato stile essenziale, che rimanda alle autentiche atmosfere giapponesi di alta classe. Lo chef Takeisha Haraguchi porta a Roma una lunga esperienza acquisita in importanti ristoranti di Osaka e Tokyo, utilizzando ingredienti di prima scelta e di assoluta freschezza, nel rispetto dell’alternarsi delle stagioni. Accanto ai consueti piatti a base di pesce crudo, il menu propone ad esempio un meno noto set a base di “unagi” (anguilla), considerata una vera prelibatezza, cotta sui carboni ardenti, spennellata con una salsa a base di “shoyou” e “sake” e servita su una ciotola di “gohan”. Salse e i condimenti tipici sono preparati quotidianamente in modo artigianale, mentre il riso - ingrediente fondamentale di questa cucina - è prodotto a Vercelli dagli stessi proprietari del ristorante. Oltre alla salsa di soia a ridotto contenuto di sodio, il ristorante mette a disposizione quella priva di glutine e un apposito menù per celiaci. Passeggiata di Ripetta, 15 - 00186 Roma Tel. +39 063223414 info@ristoranterokko.com www.ristoranterokko.com


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DITELo Con un fIoRE

zucca, borragine, ortica, violette e rosa canina, bruscanDoli, carciofi, zafferano (solo i preziosissimi pistilli), capperi... ovunque nella cucina italiana si trovano petali e boccioli per profumate insalate, zuppe gustose o croccanti frittelle, ma non solo di Antonella De Santis

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nfissa in russo, Halelehua in hawaiano, Huong in vietnamita, Nawra in arabo, Cvetko in serbo, Ankur in hindi e poi ancora Flower, Blossom, Fleur. Parliamo di fiori, sì. E ne parliamo non per spiegare come coltivarli, ma di come utilizzarli in cucina. E non crediate che siamo alla ricerca di originalità a tutti i costi: l’uso dei fiori eduli in cucina è radicato nelle nostre tradizioni, soprattutto in Friuli, una zona ricchissima di erbe officinali e aromatiche. Belli nei prati, bellissimi nei piatti o nei cocktail più scenografici, i fiori eduli sono un inno alla gioia e allietano, in un colpo solo, olfatto, tatto, profumo, vista. E qualcosa ne sapeva Gabriel Garcia Marquez se, ne “L’amore ai tempi del colera”, fa consumare Florentino Ariza di un amore che lo induce a masticare petali di fiori. Anche se in pochi probabilmente conoscono il sapore di una primula e il modo migliore per utilizzarla, oggi i fiori commestibili sono reperibili piuttosto facilmente e chi ha la fortuna di poter contare su un fazzoletto di terra non inquinato (e un pollice verde), può addirittura coltivarli personalmente. Ma è bene avere qualche informazione.

Innanzitutto mai usare pesticidi o altre sostanze tossiche e poi coltivarli e maneggiarli con attenzione. È questa la parolina magica: delicatezza, indispensabile per non compromettere l’integrità dei petali. Molte specie si devono raccogliere nel periodo di prefioritura, quando i fiori sono turgidi e ricchi di sostanze, e possibilmente al mattino per conservarne intatti il profumo e la consistenza. Si devono scuotere delicatamente per eliminare il polline, e ancor più delicatamente maneggiarli. Conservateli in sacchetti di plastica o vasetti d’acqua fino al momento di consumarli, quindi lavateli tuffandoli in una ciotola di acqua molto fredda e tamponandoli con un panno pulito e privo di odori. Il loro uso in cucina è assolutamente sorprendente, tantissime varietà, tantissimi utilizzi: insalate, fritture, risotti, dolci, frullati, gelati da creare secondo la propria fantasia. Ecco qui un piccolo erbario e qualche suggerimento per il loro utilizzo in cucina. Begonia: si utilizza soprattutto nelle insalate. Ne esistono tantissime specie, ma solo i fiori della begonia tuberhybrida sono commestibili.

BISCoTTI AI fIoRI PER L’oRA DEL Tè Loredana Carere si occupa di gastronomia da oltre un ventennio. Ha avuto due ristoranti (Il Puntazzo a Ginostra, nelle Eolie, e Le due sorelle a Messina), ha fondato l’associazione eno-gastronomica La tovaglia volante e oggi si occupa attivamente di cucina territoriale. Soprattutto, produce e vende in tutta Italia deliziosi prodotti di pasticceria preparati a mano in un piccolo laboratorio artigianale. La peculiarità? Sono fatti con i petali dei fiori! Frollini al karkadè e calendula, friabilissimi: il sentore leggermente acidulo del primo si sposa alla perfezione con il delicato sapore della calendula, i cui fiori piccoli e gialli conferiscono un gradevole aspetto al biscotto. Quelli alla lavanda, che contengono i fiori, sono delicatissimi sia come aroma che come sapore, mentre con i fiori d’arancio si confezionano cuori profumatissimi in due formati, aromatizzati con fiori essiccati ed olio essenziale. Da provare con tè e tisane. www.ibiscottidilory.it Borragine: le sue foglie sono molto utilizzate per frittate, contorni e ripieni, si raccolgono tra aprile e giugno mentre i fiori tra giugno e luglio. Utilizzati soprattutto in infusione, per aromatizzare aceto, tisane ma anche per interessanti; o mescolati all’insalata, il loro sapore ricorda vagamente il cetriolo. Calendula: ha un aroma spiccato che ricorda lo zafferano. Cotti o crudi, i fiori possono essere utilizzati dall’antipasto al dessert, con uova, in flan e budini. Garofano: non solo chiodi! I fiori sono ideali nei piatti di carne bianca o pesce. Geranio: per dessert e dolci al cucchiaio, si usa la specie Geranium robertianum, detto anche erba roberta, geranio odoroso o geranio rosa. Il profumo deriva soprattutto dalle foglie. Lavanda: i fiori, freschi o essiccati, si usano in piatti di carne, formaggi e dessert, ma anche confetture. nasturzio: il sapore delicato ricorda la senape, i fiori si usano in infusione o freschi, in insalate o insieme alla carne. Primula: le foglie si usano in insalate, zuppe o salse; i fiori infusi nel vino e nei cocktail, mentre la radice aromatizza la birra. In pasticceria si usano candite o nelle marmellate. Rosa: i petali delle molte varietà di questo fiore, ognuna con un aroma proprio, si usano in primi e secondi piatti, mentre l’essenza è spesso utilizzata in pasticceria. Robinia (Robinia pseudacacia): si mangia in frittelle, dal particolare sapore. Sambuco: i fiorellini si usano freschi in gelatine, sciroppi e liquori, frittelle dolci; oppure essiccati, per le tisane. Viola: candite o fresche, nei dessert e in insalata, anche con formaggi erborinati e fritti. Per una gustosa e bellissima insalata unite erbe selvatiche miste (tarassaco, pimpinella, crescione, o quel che trovate), fiori eduli, come borragine, margherite, campanelle, viole. Un po’ di sale e un giro di ottimo olio e.v.o ◆

Nel mese delle spose e delle rose fabio Campoli, chef e anima del Circolo dei Buongustai, ci presenta la ricetta della Torta Rosina. Un dolce che utilizza proprio i petali della regina dei fiori, profumati, carnosi, sensuali: belli da vedere e da gustare.

ToRTA RoSInA o ToRTA DI MELE E CoToGnATA Con PETALI DI RoSA Ingredienti per una torta 300 g di pasta frolla 120 g di fette biscottate 120 g di cotognata 2 mele 3 uova 50 g di zucchero di canna 90 g di zucchero bianco 45 g di farina 00 40 g di fecola di patate 50 g di petali di rosa eduli

Sbucciare le mele e tagliare la polpa a piccoli cubi, passare nello zucchero di canna e poi mettere nell¹essiccatoio per due ore (in alternativa si possono sistemare su una teglia con della carta da forno e infornare a 45°C per lo stesso tempo). Una volta che sono pronte, stendere la pasta frolla a uno spessore di mezzo centimetro e foderare uno stampo a tortiera alto almeno quattro centimetri. Sbriciolare grossolanamente le fette biscottate e sistemarle sul fondo. Sciogliere la cotognata al microonde (o sul fornello) e, se necessario, aggiungere un po¹ d¹acqua. Sistemare i cubetti di mele sulle fette biscottate e coprire con la cotognata in maniera non uniforme. A parte, montare le uova con lo zucchero come per fare un pan di Spagna (devono rimanere soffici), quindi incorporare delicatamente la farina e la fecola setacciate assieme. In ultimo, aggiungere al composto i petali di rosa e infine versare il tutto nella tortiera. Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 40 minuti almeno. www.ilcircolodeibuongustai.net


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Mazzorbo, Venissa - ph Nevio Doz

VITIGno In LAGunA

nell’isola Di mazzorbo, piccolo centro abitato Da 300 anime, collegata Da un ponte con la coloratissima burano, si trova un antico vitigno rinato grazie alla volontà Di gianluca bisol, imprenDitore vitivinicolo Del famoso prosecco Di valDobbiaDene di Alessandra Vittoria Fanelli

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Ristorante - ph Francesco Galifi

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Burano - ph Mattia Mionetto

asciata l’affollata Venezia, dopo un veloce e rilassante viaggio in vaporetto, si approda all’isolotto di Mazzorbo dove nella vigna murata si trova un vitigno autoctono a bacca bianca tipicamente veneziano, coltivato fin dal XV secolo in Laguna e recuperato dalla storica famiglia Bisol dopo un bando indetto dal comune di Venezia, proprietario delle Tenuta Venissa. Nell’isola di Mazzorbo, anticamente denominata Maiurbium (da Magna Urbs, città maggiore) dove svetta ancora il campanile, la chiesa di Santa Caterina, raffinata costruzione del XIII secolo, e la stalla con fondamenta trecentesche, la famiglia Bisol, oltre a far rinascere questo vitigno da cui si ricava il Dorona, un vino particolarmente pregiato, ha fatto ricavare dalla ex-stalla della tenuta, un ristorante/ostello curato dalla superchef Paola Budel.

Di nascita bellunese la giovane Paola, originaria di Feltre, dopo essere stata allieva di Gualtiero Marchesi e Michel Roux ha intrapreso un’interessante carriera internazionale e aver lavorato, tra l’altro, come executive chef al Principe di Savoia a Milano, ha accettato di dare vita al sogno e al progetto di Gianluca Bisol proponendo nel ristorante Venissa, che prende il nome della Tenuta di Mazzorbo, i tipici piatti gastronomici della laguna veneziana utilizzando le materie prime prodotte dalla tenuta. I menù di Paola cambiano tutti i giorni e sono realmente a chilometro zero poiché tutte le mattine i contadini della tenuta portano biete e piselli, mentre il pesce viene pescato nella Laguna e nell’Alto Adriatico e le carni, sceltissime, sono selezionate in base all’origine, privilegiando le aziende dell’entroterra veneziano e veneto.

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L’ostello, in pratica un piccolissimo relais de charme, dispone di sole sei camere con travi a vista, pavimenti in resina, raffinate lenzuola di lino, arredate con mobili di artigianato veneziano e di design che dialogano con preziosi arredi del tardo Ottocento. Arrivare alla Tenuta Venissa è una doppia emozione: il vaporetto ferma a Mazzorbo e subito si entra nelle trecentesche mura della proprietà dove sembra che il tempo si sia fermato. Solo pochi contadini lavorano i campi, i roseti, i vigneti in un surreale silenzio facendo così diventare una meta turistica ideale per chi vuole conoscere la natura, l’arte e le eccellenze enogastronomiche veneziane, godendo la pace della Laguna. Attraversando poi il piccolo ponte che collega Burano, che conquista subito per la le sue casette colorate, nell’isola del merletto si possono fare gli acquisti di artigianato

locale, tra cui, appunto, il famoso merletto e visitarne il Museo, un piccolo gioiello culturale riaperto a fine giugno dello scorso anno dopo un radicale intervento di restauro, ristrutturazione e riqualificazione dell’edificio. Finalmente valorizzato da un completo restyling della sede, curato da Daniela Ferretti, il museo rappresenta una delle espressioni più alte dell’artigianato artistico locale e della policromia tipica dell’isola. (www.museiciviciveneziani.it) L’ospitalità del ristorante/ostello della Tenuta Venissa, considerata da ‘Huffington Post’ - la bibbia dell’informazione on line più seguita al mondo - una delle dieci mete più affascinanti a livello internazionale, sintesi dei valori di identità e valorizzazione del territorio, cultura, enogastronomia e ambiente, è quindi da non farsi scappare e ‘gustare’ mentre tutt’attorno stanno sbocciando i roseti di maggio. www.venissa.it


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SEnzA TRuCCo

quattro Donne, proDuttrici Di vino naturale, si raccontano nel Documentario Di giulia graglia e marco naturale

n paesaggio quasi onirico, rumore di passi nella neve, una donna di spalle che si incammina verso i vigneti: inizia così Senza Trucco, l’interessante documentario di Giulia Graglia (regista) e Marco Fiumara (produttore), che racconta la storia di quattro donne italiane produttrici di vino biologico e biodinamico. Girato fra dicembre 2009 e ottobre 2010, Senza Trucco mostra Dora Forsoni (Poderi Sanguineto I e II), Nicoletta Bocca (San Fereolo), Elisabetta Foradori (Azienda Foradori) e Arianna Occhipinti (Azienda Occhipinti) alle prese con un sogno: quello di coltivare l’uva e di produrre un vino privo di interventi chimici in vigna e in cantina. Queste quattro donne ci raccontano le fatiche, i problemi, le difficoltà che quotidianamente si trovano ad affrontare: lo fanno con il sorriso, una dedizione costante, la consapevolezza della loro passione e con la caparbietà nel raggiungere l’obiettivo. Sorridono sempre, anche nei momenti di racconto più duro e parlano del loro lavoro con lo stesso amore con cui una donna parla dei propri figli. E come un figlio, la vigna va accudita, riportata all’ordine perché a volte è capricciosa, cresciuta, mantenuta al meglio, sempre, per permetterle poi, una volta “grande”, di dare i migliori frutti possibili.

Elisabetta Foradori

Nicoletta Bocca

Arianna Occhipinti

Dora Forsoni

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Giulia Graglia

di Monia Innocenti

Quattro donne al naturale, senza trucco appunto, diverse ma unite dallo stesso coraggio e amore per la terra. C’è Dora, la sapienza, solida e decisa, che si emoziona con la sua socia Patrizia Brogi all’assaggio della Riserva 2006 del suo Nobile di Montepulciano; c’è Nicoletta, la pragmatica, con il suo grande sorriso e l’ombra del figlio che la segue nelle vigne per imparare a produrre quel Dolcetto che l’ha resa famosa; c’è Elisabetta, la pace interiore, che confessa di aver pianto all’apertura di un Teroldego del 1971, quando questo vitigno non veniva praticamente neanche considerato o che, di fronte alla vigna vuota dopo la vendemmia, confessa di provare un senso di vuoto, come quando un figlio lascia la casa per cercare la propria vita là fuori; c’è Arianna, la vitalità, che con fermezza, dopo la sua laurea in enologia a Milano, torna in Sicilia, la sua terra, per impiantare Nero d’Avola, Frappato, Zibibbo e Albanella cercando di imparare quanto più possibile dagli uomini che padroneggiano il lavoro nelle vigne, senza il timore di confessare che tra i libri e il terreno fra le mani c’è una enorme differenza. Spesso, i progetti migliori nascono davanti ad una buona bottiglia. Come nel caso di Senza Trucco dove il vino “non è stato solo un consigliere, è diventato il personaggio principale” - ci racconta la regista. “L’idea nasce dopo un incontro con

Dora Forsoni, che scopriamo essere una potenza davanti alla telecamera. Da qui i contatti con le altre tre donne. Oltre che geografica, la divisione è stata anche stagionale: abbiamo dedicato a ciascuna delle nostre amiche una stagione, iniziando le riprese da Dora sotto la neve, per continuare con Nicoletta a inizio primavera, con Elisabetta a giugno e con Arianna, in Sicilia, in piena estate. In vendemmia siamo tornati a trovarle. Era talmente grande la voglia di girare che abbiamo deciso di autoprodurlo e di investire tutti i nostri risparmi per iniziare quanto prima le riprese. È uscito in sordina, anche grazie all’aiuto di tutti i sostenitori che hanno pre-acquistato il dvd. Quando abbiamo finito il budget, abbiamo infatti aperto un blog (senzatrucco.wordpress.com) dove fosse possibile seguire le vicende realizzative del film e intervenire con un sostegno economico”. La mossa è stata vincente, perché in questo modo si è riuscito a finire la lavorazione, stampare le prime 500 copie e iniziare a partecipare ai festival. Stanno iniziando la terza ristampa, hanno vinto il primo premio a due Festival internazionali (Siciliambiente e Sguardi Altrove di Milano) e, il 26 maggio, saranno presenti al San Diego Italian Film Festival come “evento speciale”. È un piccolo progetto che abbiamo voluto noi e che sta diventando grande da solo - conclude Giulia Graglia. E noi di Insider gli facciamo un in bocca al lupo! ◆ Trailer su: www.youtube.com/watch?v=PAfH04yonau

Celestina ai Parioli ogni settimana offre grandi serate di degustazioni per i propri ospiti. Sono sempre a tema, serate particolari per proporre ai clienti percorsi enogastronomici che valorizzano le eccellenze regionali, accompagnati da una selezione di vini o birre artigianali. Questi eventi offrono anche un momento d’incontro tra i proprietari della nuova gestione e gli ospiti che hanno così modo di conoscerli meglio. L’accoglienza è molto curata poiché nella filosofia del Ristorante è parte integrante dell’ospitalità. Ogni giorno, oltre ai piatti tipici della tradizione romana, lo chef propone piatti che tengono conto dei prodotti di stagione, espressione del territorio, avendo i nuovi proprietari una particolare sensibilità per un’alimentazione sana e il più possibile a Km0. L’ospite, avrà la piacevole sorpresa di essere coccolato anche nel conto. Ma la sorpresa più grande è quella di non doversi più preoccupare del parcheggio, in quanto il Ristorante Celestina ai Parioli offre ai suoi ospiti il posto auto gratuito. Celestina ai Parioli vi aspetta per condividere insieme tutte le sue iniziative. Celestina vi aspetta! Viale Parioli, 184 tel. 068078242 - 068079505 www.ristorantecelestinaaiparioli.com

PARCHEGGIO PRIVATO GRATUITO


Profum i d i prim avera

BoCCIoLI DI RoSA

SToRIA MILLEnARIA DEL noBILE fIoRE PRoTAGonISTA DI ARTE E LETTERATuRA

D.C.

promo

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tat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. Con questa locuzione di un monaco benedettino si conclude il famoso romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”. Il concetto, “la rosa, che era, ora esiste solo nel nome, noi possediamo soltanto nudi nomi”, è che la bellezza di una rosa non è descrivibile né classificabile: semplicemente, esiste finché il fiore non appassisce. Le rose sono i fiori più conosciuti e amati, da sempre presenti nelle arti e nella letteratura. Un fiore che assume infinite forme e tonalità, e che si divide in due ‘categorie’: la distinzione tra rose antiche e moderne, definita nel 18esimo secolo con la nascita dei primi ibridi di rosa tea, segna infatti un bivio fra le forme naturali e botaniche (spontanee) e le nuove creazioni. La differenza sta prevalentemente nella forma dei fiori, che possono andare da quattro a più di cento petali, dei colori pastello o accesi e dei profumi più o meno intensi.

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Affascinante la storia di questo fiore, di cui sono state ritrovate tracce fossili in America, Giappone e Francia e la cui coltivazione risale a circa 5.000 anni fa: iniziata in Persia e quindi introdotta in Babilonia, dove la rosa divenne simbolo della città. Ghirlande di rose sono state ritrovate nelle tombe egizie del IV sec. a.C., mentre i cinesi furono i primi ad estrarne l’essenza e a selezionarne alcune specie. Nell’Inghilterra del 1455 questo fiore fu persino protagonista di una guerra, quella delle “due rose” appunto, tra i signori di York (che avevano come stemma una rosa bianca “Alba incarnata”) e i signori di Lancaster (rosa rossa “gallica”). Fu nel XIII secolo che la richiesta divenne così grande da far nascere il mestiere di fiorista, dal XVI i roseti divennero di moda come gli spazi più intimi e raccolti nei castelli, e i collezionisti contribuirono alla creazione di nuove specie fino ad arrivare alle oltre 80.000 odierne ◆

colori della campagna al mattino sono splendenti e regalano buonumore e benessere. Soprattutto a maggio, quando ogni cosa è in fiore. Immaginare di svegliarsi tra gli aromi della campagna in fiore non è sognare l’impossibile. A un passo dalla città, ma immerso nella natura, il Veio Resident permette di vivere momenti di vacanza senza lunghe trasferte. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un trasloco o una ristrutturazione, o per chi si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena fuori porta o chi decide che, pur non volendosi allontanare completamente dalla propria rete di amicizie, impegni e abitudini, preferisce svegliarsi nella na-

tura, tra animali, laghetti incontaminati e il fruscio degli alberi che circondano questi piccoli casali dal sapore inglese. Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme, fax, parcheggio, lavanderia, servizio di recapito posta... e un giardinetto privato davanti all’ingresso, dove godere di una dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città, collegati anche mediante una navetta che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un trasporto lampo: solo venti minuti per arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile.

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VEIo RESIDEnCE RESoRT Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207264 - +39 0630361782, Fax +39 0630363148 veioresidence@tiscali.it

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piante del sogno

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IL CILIEGIo

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A di Irene Cappa

appuntamenti

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perto al pubblico nel 2003 il Museo Giardino di Montagnana di Serramazzoni, a soli 25 km da Modena è sorto su un terreno che nel 1996 era stato trovato pieno di rifiuti. Dopo essere stato ripulito ha trascorso sette lunghi anni abbandonato a se stesso, così che la natura facesse il suo corso donando al giardino una connotazione straordinariamente naturale. Nessuna modifica all’originaria flora né alla conformazione del terreno, che offre oggi un suggestivo paesaggio quasi selvatico. Oltre 800 le varietà di rose disposte sul territorio per aree tematiche, accanto ad un erbario che offre l’opportunità di esperienze multisensoriali, con un’immersione totale tra profumi, colori e sapori. Il museo offre anche la possibilità di corsi (massimo 25 persone) su argomenti che vanno dai metodi di potatura al controllo delle infestazioni fino alla progettazione dei giardini. Ma l’aspetto più interessante è la sezione dedicata alle rose ritrovate, derivanti da ibridazioni avvenute naturalmente nel tempo o create dall’uomo per mezzo di esperimenti o semplice inesperienza, mai annoverate nel registro internazionale. In attesa di identificazione, queste rose prendono il nome della località dove sono state ritrovate o della persona che le ha scoperte. Chiunque può infatti portare nuovi esemplari per aggiungerli al patrimonio del museo o semplicemente per tentare di individuarne la specie; a questo scopo è stato creato un data base completo di foto e informazioni di tutte le rose che attendono di essere riconosciute, a cui tramite internet è possibile accedere per collaborare all’identificazione ◆

27 MAGGIo GIoCHI DI RoSE nEL RInASCIMEnTo

Le Rose nell’arte del XIV e XV secolo: percorso di rievocazione della Rosa Antica nelle sue molteplici suggestioni, nel Giardino e nelle sale interne del Museo.

31 MAGGIo GIuSEPPInA BonAPARTE E LE RoSE

Giornata dedicata alla più importante collezionista di rose del mondo. Un’asta delle Rose di Giuseppina contribuirà a raccogliere nuovi fondi per il progetto SLA SLANCIO e la costruzione di un Centro di Ricovero per i malati terminali non oncologici. http://www.museoroseantiche.it/

érasos, prunus avium, ciliegio. Tutti lo conoscono. Cresce in fretta a molte latitudini senza particolari cure, ha un bel tronco diritto, di legno pregiato, chioma ombrosa, radici possenti, copiosi, bianchi, profumati fiori... e frutti: “E io ti davo baci, senza accorgermi... oh labbra di ciliegia!” recita Garcia Lorca. Frutti poetici, erotici, allegramente colorati e squisitamente benefici, buoni per uccelli (avium), insetti, uomini. Il ciliegio è l’albero perfetto. Capace persino di curare malattie. In Giappone esiste un luogo, meta di pellegrinaggi, il monte Yoshino, dove crescono centomila ciliegi selvatici, prodigioso spettacolo prefigurazione della Futura Beatitudine. Molte persone, non solo Akira Kurosawa o altri giapponesi, sognano ciliegi. Io per esempio. Per me sono la terra dell’infanzia, quando le ciliegie mature ornavano le orecchie in guisa di monili. Cosa sono per voi? L’impermanenza della bellezza simboleggiata dai fiori bianchi o la cortesia, la grazia, la modestia che sempre i fiori incarnano? Sono il rosso del sangue e della passione riconoscibile nei frutti? O sono l’amore più romantico? Quello che fa scrivere a Neruda: “voglio fare con te/ ciò che la primavera fa con i ciliegi”... ◆

Tre sole lettere per raccontare un indirizzo che accoglie i suoi ospiti dalla colazione del mattino, con una proposta di lieviti e dolci fatti in casa, e li accompagna in ogni momento della giornata con gusto e grande attenzione alla materia prima. Selezioni di qualità, proposte fresche e golose, con uno sguardo alla migliore cucina di tradizione della nostra cucina e una cantina frutto di ricerca e passione. Dal pranzo veloce alla pausa caffè, fino all’aperitivo, alla cena e ancora oltre. Dal mattino a sera, Giò è un indirizzo sicuro nel centro di Roma, ideale per trascorrere momenti di relax e gusto.

Renata Biserni Psicoterapeuta-Psicodrammatista rbiserni@tiscali.it

photo by Sheila McKinnon

MuSEo GIARDIno fRA ARTE E nATuRA

Giò Ristorante Caffè

Giò Ristorante Caffè Via dei Filippini 4/7 - 00186 Roma - T/F +39 06 68301747 info@gioristorante.it - www.gioristorante.it



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IL SALonE è MoBILE?

CHIuSI Con TAnTISSIMo EnTuSIASMo I BATTEnTI DEL SALonE InTERnAzIonALE DEL MoBILE E DEGLI EVEnTI fuoRISALonE, MILAno SI ConfERMA CAPITALE DEL DESIGn InTERnAzIonALE di Vittoria di Venosa

Moroso - collezione Coat by Sebastian Herkner

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n pratica ‘due Saloni in uno’ hanno animato dentro e fuori i padiglioni di Rho-Pero, l’intera città in una perfetta alchimia tra imprenditoria, creatività e utopia, con innumerevoli proposte ironiche cariche di leggerezza. Al Salone, che si presentava parallelamente alle edizioni biennali di EuroCucina e del Salone Internazionale del Bagno, si sono visti mobili e arredi per vivere la casa in modo intelligente, mentre al FuoriSalone si sono notati più tendenze, più innovazione e più protagonisti. Dentro al Salone le grandi imprese dell’arredo, fuori le giovani aziende, i designer indipendenti, gli eventi alternativi di Tortona District, di Brera Design District e di Ventura Lambrate, vera officine di design italiano e straniero.

Moroso sofa M.a.s.s.a.s.by Patricia Urquiola Edra - Cipria by fratelli Campana

Kartell Mademoiselle by Kravitz & Starck

Parola d’ordine per tutti: riciclo, recupero, risparmio energetico e rispetto per l’ambiente. Su tutto ha brillato la stella del pop americano Lenny Kravitz che da Kartell ha offuscato l’archi-star Philippe Starck. Serata indimenticabile infatti nel flagship store di Milano per la presentazione di sei poltroncine ‘Mademoiselle’ disegnate da Starck e reinterpretate dal Kravitz Design Team, che le ha rivestite di materiali scelti, in comune con il progettista francese: pitone, pelliccia, cuoio e trame intrecciate. Un vero coupe de théâtre di Kartell che ha fatto molto rumore, non solo tra gli addetti ai lavori, ma tra tutto il popolo nomade che per sei giorni ha invaso la capitale dell’arredo. Sorprendente anche la morbidosa poltrona ‘Cipria’ dei celebri fratelli brasiliani Fernando e Humberto Campana pensata per

Edra, che per festeggiare il suo XXV anniversario ha proposto nel suo showroom la mostra ‘Le poltrone di Edra’ dei suoi pezzi-icona chela hanno reso celebre il marchio nel mondo. Da Moroso, in uno stand particolarmente colorato firmato dalla vulcanica designer spagnola Patricia Urquiola, è stata presentata la poltrona ‘M.a.s.s.a.s’ dalla forma rigorosa con tagli e linee decise. Sempre da Moroso molto intrigante la poltrona senza piedini ‘Coat’ disegnata dal giovane designer tedesco Sebastian Herkner: sintesi di decorazione e funzione, rivestita in tessuto rimovibile e molto morbido. Anche Missoni, che gioca sempre con note di colore ricche di toni acuti e vibranti, propone soluzioni d’imbottiti di vorticosa originalità pensati dall’instancabile e sempre affascinante Rosita Missoni, come la linea ‘Fiammata’ dai toni primari e sofisticati come il nero/rosso/argilla dello jacquard.

Misssoni collezione Fiammati


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www.binacci.it

BINACCI. ARIA DI PRIMAVERA.

design

Flou letto Sanya by Carlo Colombo

Giorgetti letto Ira by Chi Wing Lo

Molto ammirato il segno rigoroso dell’elegante letto ‘Sanya’ progettato da Carlo Colombo per Flou, che cattura l’attenzione per la scenografica opulenza della testata fittamente trapuntata ‘a pinciatura’. Di taglio più essenziale e minimalista invece il letto ‘Ira’ che Chi Wing Lo firma per Giorgetti che con il suo baldacchino delicatamente impercettibile dona una sensazione di riposo, complici anche il lino e la luce dei materiali naturali intrisi di sottile vena poetica. Il contemporaneo rivisitato si trova nelle visioni oniriche della collezione Art Gallery, proposta dagli interior project di Visionnaire, in pratica un incrocio tra divertissement e romanticismo. Il classico senza tempo di Elledue, l’azienda fondata nel 1972 dai

fratelli Lanzani, ha invece il proprio punto di forza e la profonda cultura artigiana nella variegata composizione delle credenze e del divano ‘Thias’ in avorio/rosso, proposti insieme al coffe-table ‘Novecento e alla boiserie retroilluminata ‘Fidia’. Gufram, marchio storico del design, dopo la l’acquisizione di Sandra Vezza, imprenditrice piemontese del settore alimentare, torna al Salone del Mobile e ripropone i suoi pezzi storici capaci di sorprendere ed emozionare. Nota per il suo carattere irriverente e dissacrante Gufram ha rinnovato la collezione e presentato il divertente ‘Cactus’ in un nuovo e brillante colore e la divina accogliente ‘Bocca’.

Gufram - Cactus Rosso

Elledue composizione Thias e Fidia

Binacci è bello tutto l’anno, ma a Primavera diventa davvero irresistibile. Tutti i migliori marchi dell’arredamento Made in Italy a condizioni d’acquisto super vantaggiose, uniche in Europa, e una qualità del servizio pre e post vendita che non ha eguali. Fate un salto da Binacci e scoprite quanto è bella Roma in questa stagione. Visionnaire Art Gallery Collection

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Poltrona Frau poltrona Juliet by Benjamin Hubert

Sicis - Moi et la Rose

Fiam - tavolo Gauss by Bartoli Design

Ancora seducenti le poltrone e i divani della collezione Next Art di Sicis realizzata con giganti inserti di di velluto rosa e piccole tessere di mosaico, mentre Meritalia per il suo 25esimo compleanno, ha festeggiato e consolidato la sua collaborazione del visionario designer Gaetano Pesce presentando nuove e innovative creazioni come il rivisitato e coloratissimo sofà Michetta. Leggerezza e poesia si trovano nelle proposte di Fiam, leader della cultura del vetro, con il tavolo allungabile Gauss per il living di Bartoli Design e i tavolini ricamati in Macramé di Lucidi e Pevero.

Rigore e originalità anche al FuoriSalone di Poltrona Frau che ha rivisto il passato in versione 2012 con Juliet, una reinterpretazione del capitonné, in pratica una poltrona disegnata dal talentuoso designer inglese Benjamin Hubert (vera nuova star emergente insieme a Sebastian Herkner) che ha vinto il Centennial Design Competion lanciato da Poltrona per festeggiare i suoi 100 anni di attività. Molte e altrettante le novità sia del Salone che del FuoriSalone. Ma per meglio illustrarle, l’appuntamento con il prossimo numero vedrà l’incontro ravvicinato dei protagonisti del nuovo lusso della sala da bagno e la leggerezza delle cucine intelligenti ◆


AMMALIAnTE ouTDooR

oRE SEREnE DA TRASCoRRERE ALL’APERTo, ABBAnDonAnDoSI ALLA PIACEVoLEzzA DI TESSuTI SoffICI, InGEnTILITI DA TRAME EVoCATIVE E SEDuCEnTI di Loriana Nei

ARMonIA E BEnESSERE Candidi e preziosi i cuscini Remembrances e Corallia di Mastro Raphaël, presentati in tenui tonalità marine e pastello. La collezione Remembrances è realizzata in cotone e lino, mentre i tessuti Corallia sono in puro cotone ricamato. www.mastroraphael.com

ELEGAnzA E SICuREzzA Tessuti tecnologici, dalla linea moderna e accattivante, che garantiscono sicurezza e salute. Agena propone tre innovativi filati per l’outdoor antiallergici, antibatterici, riciclabili e privi di additivi tossici: Tokio (nella foto grande), Vienna e In&Outdoor (i quattro esempi in basso). www.agenagroup.it


ISPIRAzIonE BoHEMIEn Le ore trascorse in veranda si fanno irresistibilmente chic grazie ai tessuti dal sapore bohemien di UV Pro, distribuiti da Christian Fischbacher. Tinte unite soft e delicati motivi geometrici o foliage rimandano all’incanto della natura. www.fischbacher.com

CRoMIE SPAVALDE La seconda proposta firmata UV Pro, disponibile in Italia grazie al marchio Fischbacher, abbraccia lo stile optical e delinea i contorni di un’estate sofisticata ed esclusiva da vivere a bordo piscina. I tessuti UV Pro, come dice il nome stesso, hanno la caratteristica peculiare di essere resistenti ai raggi ultravioletti. www.fischbacher.com

EQuILIBRIo E CoMfoRT Una raffinata torre di cuscini formata dalla collezione Blueprint di Chivasso by JAB: sulla vetta, il tessuto a righe Anyplace; al centro, Anywhere; come base, Anyone. Tre rivestimenti attuali che mescolano con abilità tessuti similcotone e tessuti tecnologici avanzati. www.jab.de

Collezione Galatea richardginori1735.com


ELEGAnzA VIVACE

CARATTERE CoSMoPoLITA

Rilassarsi con stile, mentre si ammira una vista a cinque stelle. Questi confortevoli imbottiti “vestono” Rubelli. Nella foto contiamo cinque proposte: Caorlina, dal lieve disegno quadrettato, Mascareta, dal vago aspetto vintage, Galeazza, un contemporaneo rigato barré, Pupparin, tessuto contraddistinto da sottili nervature irregolari, e Bissona, jacquard che raffigura un grande floreale su fondo colorato. www.rubelli.com

Decori antichi con tratti fashion per Granfoulard Bassetti, qui declinata nelle riposanti tonalità del turchese, del bianco e del marrone. I disegni e le cromie vengono da tutto il mondo, ma la realizzazione è orgogliosamente made in Italy. www.bassetti.com

SEnSAzIonI PIACEVoLI La tavola presentata da Society è baciata dalla grazia e dall’armonia. Tutto merito della leggerezza e sobrietà del lino, scelto sia per le tovaglie (in lino froissé 100%) che per i runner (in garza di lino 100%). www.societylimonta.com

CALoRE E LIBERTà Evocativa e vibrante la versione nei toni dell’arancio, che rimanda ai colori della terra, scelta sia per il tavolino che per i cuscini. www.bassetti.com


I 5 punti d i un giard ino d i successo a cura di Cafelab - Emanuela Carratoni e Fabio Cipriano

VASI E fIoRIERE

Sistema di vasi TAO di Myyour

con l’arrivo Della bella stagione, ritorna voglia Di spazi aperti. le possibilità offerte Dalla nuova vasta gamma Di arreDi Da esterni porta in terrazza tutte le comoDità Della nostra casa. una progettazione attenta e Di Dettaglio e la scelta Di elementi Di Design puÒ trasformare qualsiasi spazio, anche Di Dimensioni riDotte, in un “buen retiro” all’ aperto. tenenDo conto Della forma, Delle Dimensioni e Dell’orientamento Dello spazio Da progettare, gli elementi fonDamentali attorno ai quali ruota il progetto e su cui intervenire sono cinque

A tutti piace avere del verde nei nostri terrazzi. Oggi la pratica che ha preso il nome di Container Gardening si è evoluta fino a livelli di specializzazione molto elevati. Oltre ai tradizionali contenitori di cotto e plastica si trovano in commercio vasi e fioriere in legno, alluminio, ceramica colorata e l’affascinante Corten, o più propriamente COR-TEN, lega metallica dall’aspetto “ossidato” dall’alta resistenza alla corrosione oltre che meccanica (da cui il nome: CORrosion resistance, TENsile strenght ). Tenendo conto di orientamento e soleggiamento, la scelta delle piante è praticamente infinita: da piccoli arbusti verdi da sagomare, a fiori da recidere, a piante grasse, a erbe aromatiche. Bisogna ricordare che quando si crea un giardino “in vaso” la terra asciuga molto più velocemente di quanto non faccia nelle aiuole tradizionali, quindi avrà bisogno di un’attenzione extra soprattutto in estate e possibilmente dovrà essere predisposto un sistema d’irrigazione “a goccia”.


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Panchetta ROW di Officinanove, design Paolo Ulian

SEDuTE Le sedute da utilizzare all’aperto si dividono in due precise tipologie: quelle per consumare pasti e quelle dedicate al relax. Se si ama mangiare all’aperto durante la bella stagione, l’ideale è optare per un set da pranzo. Un tavolo da bistrò a due posti è ottimo per spazi estremamente ridotti, ma un tavolo da quattro è sicuramente più versatile. Per chi riceve molti ospiti, a meno di non avere spazi generosi un tavolo da sei o otto posti, con le relative sedie, occuperà veramente molto spazio. Meglio

Lettini Ninix e ombrelloni Shady di Royal Botania

scegliere sedie impilabili o pieghevoli oppure realizzare delle panche da arredare con cuscini. Se invece si ama trascorrere il tempo all’aperto rilassandosi con un libro, bevendo un cocktail e conversando, è meglio optare per un divano da esterni, un tavolo basso e alcune chaise-longue. Ad oggi esistono numerosi materiali di nuova concezione resistenti agli agenti atmosferici che garantiscono una lunga durata degli arredi (resina, vimini, teak, alluminio o in acciaio verniciato a polvere). Per i cuscini e i rivestimenti, sono indispensabili tessuti lavabili.

Divano e doppia chaise longue Cocoon della collezione SAGA di Roche Bobois


GlammFire, Flut

Poltrona Fold di Royal Botania, design Frank Boschman

fuoCo

Ak47, Mangiafuoco

Per arricchire la zona conversazione non c’è niente di più spettacolare del fuoco come elemento catalizzatore della scena, l’effetto è estremamente conviviale a fronte di uno spazio necessario davvero ridotto. Le recenti soluzioni tecnologiche, infatti, mettono a disposizione focolari da esterni che hanno bisogno di spazi contenuti, bassa manutenzione e un design minimale che si inserisce facilmente in qualunque contesto. La praticità e la bellezza degli elementi in commercio permettono di scegliere fra un’ampia gamma di modelli e soluzioni.

GlammFire, Cosmo

Poltrona e divanetto NICE di Doimo Salotti

ACQuA I giochi d’acqua da sempre sono molto amati per il loro potere calmante, dovuto al loro scorrere ritmico. C’è qualcosa di incredibilmente rilassante nel guardare l’acqua, che si tratti dello spruzzo di una fontana o semplicemente della superficie di una piscina che riflette la luce del sole. Un elemento ‘acquatico’ può trovare posto anche in un balcone o in una terrazza; si può pensare a una fontana freestanding, da collegare ad una presa d’acqua a muro o inserire semplicemente ciotole in ceramica o rame, contenenti apposite specie di piante acquatiche come ninfee, loto o equiseto. L’importante in questo caso è cambiare l’acqua quando necessario e magari adottare qualche accorgimento per evitare il possibile prolificare di zanzare.


ILLUMINAZIONE All’esterno l’illuminazione, oltre a dover essere sufficiente per garantire il movimento e la sicurezza, ci da la possibilità di dilatare nel tempo il godimento degli spazi e reinterpretare l’ambiente secondo nuovi equilibri di ombre e luce raggiungendo effetti molto scenografici. Un sapiente gioco di luci può creare di notte un ambiente diverso da quello diurno, dove il dettaglio assume un’importanza prevalente. Gli apparecchi illuminanti da utilizzare, realizzati appositamente per esterni, devono produrre una luce soffusa e delicata, con toni morbidi, mai abbagliante. Alle classiche appliques da parete, magari dotate di una doppia emissione di luce, verso l’alto e verso il basso, è possibile affiancare apparecchi da incasso, per creare giochi di luce radenti lungo il perimetro e tra il verde. Illuminare il verde è qualcosa da fare con molta attenzione, in particolare evitando lampade a incandescenza e a vapori di sodio, che accelerano la crescita e indeboliscono le piante; per ottenere buoni risultati è sempre bene rivolgersi ad un esperto. Nelle aree destinate allo stare, dove si consumano i pasti, si conversa o si legge un libro, una lampada a sospensione dona il giusto grado di intimità; se non si dispone di un soffitto a cui appenderla una piantana di design è sempre una soluzione affascinante. Naturalmente, per eventi speciali o per creare una particolare atmosfera, le candele rappresentano un must senza tempo ◆

Apparecchi illuminanti Beluga Alu di Fabbian, design Marc Sadler


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Maggio 2012

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