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Anno 4 • •
Copia omaggio
MUTUI EDILIZI LEASING FIDEJUSSIONI & CAUZIONI
Numero 33
CORPORATE FINANCE FACTORING E SMOBILIZZO CREDITI ASSICURAZIONE DEI CREDITI
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Luglio/Agosto 2012
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All’estremo confine della Spagna, poco prima di Gibilterra, Sotogrande è l’esclusivo ritrovo dei golfisti di tutta Europa. Ma questo angolo di Andalusia offre anche molto altro di Donatella Codonesu
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er molti l’immagine dell’Andalusia coincide con le architetture moresche di Granada, e gli incantati patii di Siviglia e le piazzette quadrate piene di alberi d’arancio. Pochi pensano a quell’immenso paradiso verde disteso proprio davanti a Gibilterra, all’estremo confine dell’Europa, dove cinque tra i migliori campi da golf del modo accolgono tutto l’anno gli appassionati giocatori spagnoli, inglesi e da poco anche italiani. Un vasto territorio che declina morbidamente verso il Mediterraneo, poco prima che le sue acque si mescolino con
quelle dell’Atlantico. Un’area che fino ad appena cinquanta anni fa era interamente rurale, e che oggi corrisponde a cinque importanti green, undici campi da polo e numerose costruzioni in stile andaluso, perfettamente integrate nel contesto, corrispondenti a condomini, ville private e lussuosi resort. Il turismo qui gode di una discreta privacy, sviluppatasi per proteggere i molti VIP che non amano la vita sotto i riflettori nella vicina Marbella, del clima mite durante l’inverno e del caldo intenso ma ventilato dei mesi estivi. Soprattutto gode delle molte buche disseminate nelle vallate,
fra laghetti e zone boscose, che negli ultimi decenni hanno attratto i golfisti di tutta Europa. A partire dallo storico Real Golf Club Sotogrande (oltre 1000 membri) e dai ben tre green dell’hotel Almenara, ventisette buche in tutto, su cui affaccia la maggior parte delle 148 camere. Il soggiorno qui ha anche un’altra caratteristica, per nulla secondaria: l’esperienza enogastronomica nei vari ristoranti, dal Gaia, nell’edificio principale, dove si consumano le ricche colazioni, al Venteocho, con vista sul green, al Cucurucho, famoso per le grandi grigliate
a legna allestite sul verde prato prospiciente il mare. A gestire l’articolata macchina culinaria, che include anche la frequente organizzazione di banchetti privati nelle sale dedicate, l’instancabile Christian Baldowski con l’ausilio di un sous-chef italiano, Luciano Pulcinelli. Esperto chef e manager organizzatissimo, Baldowski coordina tutti gli aspetti del food and beverage nell’hotel, dai menù agli acquisti, multiplicando costantemente l’offerta di piatti ed alimenti, ottimizzando i tempi del servizio in cucina e facendo si che l’esperienza gastronomica sia parte
integrante del soggiorno. Alcuni esempi? Un indimenticabile gazpacho, ricchissime colazioni a base di frutta e succhi freschi, un’ampia offerta di salumi e formaggi locali e molto altro, inclusa una lista di cocktail creativi preparati dal barman dello snack bar. Chi preferisse un soggiorno più intimo ma altrettanto confortevole può scegliere un altro NH, il Castellar, che offre anche una piccola SpA (prodotti a base di vino). Anche qui ottimo cibo e un contesto verdeggiate, la vicina area del Parque Nacional de los Alcornocales (il nome deriva dagli alberi da sughero che vi crescono spontanei): 170.000 ettari di verde protetti e in larga parte coltivati, dove è possibile prenotare escursioni a piedi o in 4x4 nella riserva della Finca la Almoraima, popolata di daini, cervi, mufloni, lepri, maiali selvatici e molto altro. Nell’area del parco, il delizioso borgo di Castellar, racchiuso da una cinta muraria, accoglie piccoli negozi e locali fra cui l’atelier di un giovanissimo pittore italiano, Riccardo Pasquini: microsculture in pasta di ceramica e quadri realizzati con le sabbie di tutto il mondo.
Quest’angolo di Andalusia offre anche molti altri spunti di interesse culturale, primo fra tutti le vestigia della città romana di Carteia, che fu importante sito fenicio, cartaginese e romano, i cui resti più preziosi sono raccolti nel bel museo di San Roque. Quest’ultima, fondata dagli spagnoli esiliati da Gibilterra ad opera degli inglesi, nel XIV secolo, è da allora il principale centro culturale della zona: vi si trovano una bella plaza de toros (l’arena ancor oggi utilizzata per le corride), un curioso museo del walkie talkie (utilizzato per comunicare clandestinamente quando la frontiera con Gibilterra era chiusa) e un piccolo, delizioso centro storico. A poco più di mezz’ora di macchina, Tarifa si affaccia proprio all’inizio dell’Atlantico: bella cittadina fortificata battuta dal vento, sulle cui spiagge si affollano gli appassionati di kite surf per gli allenamenti e per il campionato mondiale di Bolonia Beach. Anche qui la gastronomia è un aspetto interessante, che si sviluppa ad esempio nei numerosi bar o nei chiringuitos sulla spiaggia, famosi per le tapas, da gustare con un bicchiere di cervesa per brindare ad un’ottima vacanza! ◆
Info GuIde Hotel NH Almenara e NH Castellar www.nh-hotels.com Ufficio del turismo San Roque www.sanroque.es/turismo Ufficio del turismo Castellar www.castellargp.es Finca La Almoraima www.laalmoraima.com
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I Park Hotel Kenmare
Irlanda, un via g gio nel l ’isola d i sm eraldo
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Kerry Landscape
in unA strAordinAriA tAvolozzA di colori dove il verde vAntA diverse sfumAture, l’irlAndA conquistA il viAggiAtore Anche con l’ospitAlità delle sue dimore storiche di Alessandra Vittoria Fanelli Cows on Ring of Kerry
l primo pit-stop è senz’altro a Dublino, città dinamica e culturalmente vivace dove si percepisce l’Irish mood ben espresso dai suoi famosi scrittori, da George Bernard Shaw a Oscar Wilde, da Samuel Beckett fino a James Joyce, uno dei più grandi autori di narrativa del XX secolo, che ha magistralmente interpretato nel suo romanzo ‘Gente di Dublino’ storie di vita quotidiana dei dubliners. Lasciata Dublino si entra subito nell’Irlanda dei contrasti, da una parte le scogliere scintillanti dell’Atlantico dall’altra le attrattive naturali dell’isola verde contrassegnata da abbazie, castelli, dimore di incomparabile bellezza, seguendo il fil rouge di Irish Country Houses e Historic Hotels, non tralasciando l’aspetto gastronomico, che gode di un’ottima reputazione a livello europeo, e la calda accoglienza irlandese. Nei Midlands, cuore verde d’Irlanda dopo una visita al Rock of Cashel, o di quello che resta dell’imponente abbazia di architettura medievale di arte celtica sovrastata dalla Torre Rotonda risalente all’anno Mille, si prosegue verso il sud est dell’isola e arrivare, attraversando pittoreschi centri storici quali Kildare e Tipperary, a Mallow per sostare in una delle dimore
Mallow - Rock of Cashel
Kerry Lakes
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più affascinanti d’Irlanda. Si tratta di Longueville country house and restaurant, immersa in un parco di 500 ettari, ideale per un soggiorno romantico ma anche per gustare alcuni piatti tipici della gastronomia irlandese tra cui il famoso salmone appena pescato nel vicino fiume Blackwater (pesca sportiva aperta anche dagli ospiti dell’hotel) e personalmente cucinato da William O’Callaghan, chef/proprietario di Longueville. Proseguendo verso il Kerry, regione selvaggia di aspre scogliere, acque trasparenti, spiagge inviolate e paradisi per gli appassionati di sport acquatici, si arriva Kenmare, piccolo villaggio di pescatori prospiciente l’oceano dove è d’obbligo una sosta al Park Hotel Kenmare, un resort ricavato da una dimora storica del 1897 circondato da un vasto giardino che sovrasta l’intera baia. Diretto con squisita professionalità dai fratelli Francis e John Brennan che hanno individuato nel benessere il valore aggiunto, l’hotel ora dispone di una attrezzata Spa, la Saˉmas Experience dove vengono effettuati trattamenti individuali, di una piscina indoor di 25 metri e di una sala relax indoor/outdoor con deck sospeso sul parco da cui si gode dell’incantevole vista sulla baia: un vero piacere per il corpo, la mente e l’anima! Longueville Country House
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Castle Durrow
Lasciata Kinmare si prosegue verso Cork, non dopo aver attraversato il Killarney National Park, uno dei siti più preziosi dell’habitat irlandese. Il parco è infatti una vera oasi di pace nascosta all’interno di un selvaggio panorama montano di cime aspre, boschi secolari, spettacolari cascate e laghi tranquilli che contrastano con la natura selvaggia del luogo. Risalendo verso la contea di Laois si incontra la cittadina di Durrow, un pezzo di storia irlandese rappresentato dal magnifico Castle Durrow. Costruito nel 1712 dall’allora famiglia Flower, poi baroni di Durrow, una famiglia protestante aristocratica come loro dimora, dopo diverse vicissitudini il castello, edificio massiccio di gusto sobrio ma di grande eleganza, è ora un resort destinato principalmente ad importanti cerimonie pubbliche e private come convention, anniversari e matrimoni di varie celebrities, grazie alla vastità e alla ricchezza degli arredi originali dei suoi saloni, dei ristoranti, delle suites e dal magnifico giardino di cui è circondato. Un luogo dove soggiornare
per respirare l’autentico fascino dell’aristocrazia irlandese e sentirsi parte di essa. Risalendo verso le Midlands ecco Barberstown Castle, altro autentico gioiello dove trascorrere alcuni giorni di vacanza. Una storica dimora-fortezza irlandese costruita nel 13° secolo, che ha mantenuto l’originale architettura militare medievale nonché la merlatura a coronare le mura perimetrali. Circondato da 20 ettari di parco, il Barberstown Castle, situato a circa venti minuti dalla città di Dublino, è perfetto per un soggiorno romantico per l’ospitalità offerta alle coppie che possono scegliere tra le dieci indipendenti guest-house o una delle raffinate suite contraddistinte da letti a baldacchino e preziosi arredi. I più gourmand possono anche trascorrere una serata nella severa e antica ala del castello adibita a ristorante dove vengono proposti menu a tema della cucina locale. E, attenzione, è molto probabile che in questo resort si incontrino personaggi famosi come Eric Clapton, Sean Connery e Mick Jagger… ◆
Info Guide Turismo Irlandese Italia www.irlanda-travel.com Viaggiare da Roma e Milano per Dublino con Air Lingus www.airlingus.com da Roma e Bergamo Orio al Serio per Cork e Ireland West Knock con Ryan Air www.ryanair.com
Barberstown Castle
Alloggiare e Cenare Longueville Country House www.longuevillehouse.eu Park Hotel Kenmare www.parkKenmare.com Castel Durrow www.castledurrow.com Barberstown Castle www.barberstowncastle.eu www.irelandbluebook.com www.historichotelsofeurope.com Il circuito Historic Hotels d’Europe raggruppa da oltre 12 anni circa 700 dimore storiche ricavate da castelli, monasteri, abbazie presenti in 19 paesi Europei dove la struttura architettonica fa rima con il confort, la gastronomia e l’ospitalità.
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Roberto, la crisi paralizza ogni settore. Come la percepisce un protagonista del mondo dello spettacolo? “Il mio lavoro è a rischio, come qualunque altro lavoro. Sono un potenziale disoccupato. E non ti nascondo che ho una enorme rabbia, dentro: siamo in un periodo storico condizionato e condizionante in cui, drammaticamente, continua a governare la logica dell’ ‘appoggio’, della raccomandazione”. Cioè? “Senza il sostegno di una parte politica, non si cammina certo lungo corsie preferenziali. Mi è capitato di essere ad un passo da un traguardo professionale importante e di veder sbucare all’improvviso uno sconosciuto da una traversa laterale, che tagliava la linea prima di me grazie ad uno ‘spintone’ provvidenziale. Nessun merito, nessuna qualità. Che amarezza! In un attimo, impegno vanificato, incognita del futuro e molte ferite da leccare…”. Hai un carattere che ti consente di reagire alle delusioni, o ti demoralizzi facilmente? “Spesso penso che le mie doti intellettuali non siano tali da consentirmi un crollo psicologico - sorride - le grandi menti combattono contro il male oscuro, io mi limito al mal di stomaco. Però serve un sacco di coraggio per non mollare. Indispensabile, la stima di chi ti sta accanto: nel mio caso una moglie, Theodora, ed un figlio, Jacopo, capaci di sostenere e di comprendere”.
ROBERTO CIUFOLI
NON SONO ABBASTANZA INTELLIGENTE PER POTER ESSERE DEPRESSO di Carlotta Miceli Picardi - ph Gloria Fegiz
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upero i tornelli, scavalco una serie di borsoni griffati ed arrivo al banco delle informazioni. Intorno a me, ragazzi diversamente affrescati sui bicipiti possenti, trascinano infradito grandi quanto zattere, agitando integratori variopinti, come fossero maracas. Olio di cocco sulla pelle, corolle di hibiscus sui bermuda, tripudio di Ray-Ban sulle facce. Oltre la vetrata, ciuffi di palme immobili, che denunciano l’assenza totale di vento. No, non mi trovo nello scalo di un aeroporto caraibico, ma nella climatizzatissima hall di un circolo sportivo di Roma nord. Fuori è l’inferno: quaranta gradi all’ombra e un tasso di umidità così alto, che persino le palpebre sudano ad ogni battito di ciglia. Uno spietato ‘Caronte’ traghetta sotto il suo fiato rovente i propri dannati in giacca e cravatta - per lo più impiegati - sull’asfalto infuocato del raccordo anulare, verso
Sei abituato a muoverti con disinvoltura tra ruoli brillanti ed altri decisamente impegnativi, con testi di autori quali Slawomir Mrozek, per esempio, su temi forti e scomodi. Per un interprete è più gratificante riuscire a divertire oppure a commuovere? “Con il senso dell’umorismo ci si nasce. Io sono venuto al mondo di martedì grasso, figurati! - scherza - Bisogna saper consegnare la propria leggerezza o la propria emozione a chi hai di fronte con onestà, perché siano lette nel modo migliore. Si tratta di prestare saltuariamente la propria anima per raccontarne un’altra, con allegria o con disperazione, toccando le corde che cuore, inclinazione e fantasia ti consentono di attivare”. La tua definizione di ‘fantasia’? “Un dono. Una libertà infinita. Talento, se sai adoperarla. La creatività è privilegio assoluto. Ho sempre ritenuto che i creativi debbano essere una specie protetta, da allevare in un’area video-sorvegliata per evitare contaminazioni con la banalità. Purtroppo viviamo, invece, una fase di appiattimento delle idee, di assenza dei contenuti, di cancellazione della cultura. Gli attuali trattati di sociologia vertono su ‘gruppi antagonisti all’interno della casa del Grande Fratello’, suppongo!”.
i consueti luoghi di fatica e frustrazione. Io, decisamente più fortunata, seguo le indicazioni della reception e raggiungo il bar. Soltanto la prospettiva di un appuntamento piacevole avrebbe potuto spingermi ad uscire di casa, oggi: Roberto Ciufoli, attore e doppiatore, trent’anni di carriera alle spalle magnificamente portati, mi aspetta nella sala. Lo trovo in perfetta forma. Non tutti sono al corrente della sua passione per il gioco del polo, che pratica da tempo, e di quel diploma dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica, poi lasciato in fondo al cassetto. Elegante, con la camicia color tabacco a fiori stilizzati sui pantaloni beige. Nelle scarpe in pendant, lo so già, qualche sassolino da togliere. Ci sediamo in un angolo. Di fronte a noi, un signore nascosto dietro le pagine di un quotidiano che mostra a caratteri cubitali la parola ‘crisi’ in prima pagina.
Un velato attacco al reality? - lo provoco “Non al reality, ma alla tipologia di soggetti televisivi che il reality ha prodotto via, via, nella necessità di interessare con dinamiche sempre più azzardate e cadute di stile inaccettabili. Un’ode compiaciuta al pessimo gusto. Un inno all’abbattimento del freno inibitorio in nome dell’audience, insomma. E all’esaltazione di individui disposti a rinunciare alla propria dignità pur di apparire, facendosi magari spazio in TV, senza alcuna capacità… Nel 2005 partecipai alla seconda edizione de ‘La talpa’, che si svolse in Kenya. Si trattava di un meccanismo di gioco diverso, incentrato su prove di abilità in location affascinanti. Molta competizione, qualche provocazione, nessuna morbosità, allora…”. Cosa faresti volentieri, domani? “Un film. E… l’attore, se fosse ancora un mestiere” ◆
interview
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GIoIeLLeRIA Bon Via Nomentana, 614 (Fonte Nuova) - Roma tel. 06 9059116
BoCCAdAMo e GIoIeLLeRIA Bon: QueSTIone dI STILe
Alla portata di tutti sono sicuramente i gioielli Boccadamo, sinonimo di qualità a prezzi accessibili. Quando è iniziata la vostra collaborazione? Il rapporto è ormai storico, collaboriamo fin dalle origini. Ci siamo affezionati al design, alla serietà, all’originalità che contraddistingue le collezioni e non abbiamo mai interrotto la nostra collaborazione.
“A LeGARCI ALLA MAISon Sono eLeGAnZA, SoBRIeTÀ e ATTenZIone AL deSIGn”
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uestione di feeling, cantava Mina. Questione di stile, invece, è la sinfonia unica che lega due voci illustri nel mondo dei gioielli: l’azienda Boccadamo e la gioielleria Bon. Insider Magazine ha incontrato il titolare di quest’ultima, Francesco Bon, che sottolinea subito due aspetti: l’importanza della collaborazione con la maison e la sua propensione per le gemme, di cui non è un semplice appassionato, ma un attento studioso. da cosa dipende il valore delle gemme? Non è facile semplificare perché il valore è legato ad aspetti molteplici. Volendo sintetizzare al massimo, possiamo dire che la rarità è l’elemento determinante. Come si diventa gemmologi? Ho studiato all’Istituto di ricerca gemmologica di Rosà, in provincia di Padova. In seguito ho lavorato al credito sul pegno della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, dove svolgevo il ruolo di estimatore. Tornato a Roma, ho superato gli esami alla Camera di Commercio come perito ed esperto nella categoria Preziosi. Poi, mi sono iscritto all’albo dei Consulenti Tecnici di Ufficio del Tribunale di Tivoli. Ma
Ci sono punti in comune tra la gioielleria Bon e l’azienda Boccadamo? Sicuramente lo stile. Quello di Boccadamo è elegante, sobrio, attento al design, tutti aspetti che contano molto anche per noi.
le mie attuali conoscenze sono anche il frutto del lavoro di ricerca, acquisto e vendita svolto all’estero. Ho avuto la fortuna di vivere da protagonista i più grandi palcoscenici gemmologici mondiali: Hong Kong, Dubai, Doha, Basilea, Bangkok, New York, Londra.
Cosa colpisce delle linee che l’azienda propone? L’accostamento cromatico tra gli argenti e le pietre, la cura per i dettagli, la modernità delle proposte che sono sempre al passo con i tempi.
e la gioielleria? È di famiglia: l’ha aperta mio padre a Fonte Nuova nel 1964. non c’è il rischio che la gemma non sia per tutte le tasche? Sicuramente non è per tutti, ma si possono creare budget personalizzati e più accessibili. Immaginiamo di voler acquistare un diamante. I parametri che ne stabiliscono il valore sono 4, le così dette 4 C (per la loro iniziale comune in inglese): Caratura, Colore, Purezza, Taglio. Un esperto gemmologo può consigliare il suo cliente nell’acquisto trascurando fattori costosi in quanto rari, ma quasi impossibili da stabilire per un occhio meno esperto. L’importante è che non si decida mai di acquistare un diamante non tagliato perfettamente: la perfezione del taglio è l’elemento fondamentale per la brillantezza, scintillio e fuoco. Nozione che al nostro negozio abbiamo subito acquisito e, proprio per questo, i diamanti che proponiamo sono i più luminosi.
Torniamo alle gemme. Ce ne è una che predilige su tutte? Amo la perla. Mi affascina esaminare l’evoluzione di un nucleo composto di conchiglia che cresce all’interno di un essere vivente. È fantastico immergersi con lo sguardo tra colori di tono e di sovratono, per poi meravigliarsi della scomposizione della luce nei colori dell’arcobaleno (quello che con termini tecnici si dice ‘oriente’). Ogni perla, come ogni donna, è diversa l’una dall’altra: ogni perla, uguale solo a se stessa, può essere legata soltanto ad una persona. Qual è, invece, quella più apprezzata dai suoi clienti? Il diamante. Quale donna non lo amerebbe?
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Al di là del valore di cui abbiamo già parlato, come si fa a capire la bellezza di una pietra? La bellezza non si può trovare in una gemma, ma bisogna cercarla negli occhi della persona che la guarda ◆
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Che sera sarà
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di Luisa Espanet
estate è la stagione in cui si vive di più la sera e si ha anche più voglia di “vestirsi”. Mises che in inverno si indossano solo a party “cravatta nera” o prime dell’opera, in luglio e agosto sono perfette per cene tra amici, in città come sulla spiaggia. Mentre per la sera d’inverno la scelta dei tessuti è limitata e contempla quelli più preziosi, in estate l’abito lungo può essere realizzato nel più raffinato materiale come nella più semplice cotonina fantasia. Un’altra caratteristica della sera estiva è l’assenza di una tendenza unica. Gli stilisti, infatti, vedono l’abito da sera come una palestra dove esprimersi. L’abito diventa l’esemplificazione, il simbolo del loro stile. Ecco da Lanvin abiti sofisticati in chiffon azzurro o beige, dove la leggerezza rimanda a immagini di dee greche. Giochi di drappeggi anche nel lungo rosa di Normaluisa, che insiste su un’immagine soft della donna. Ancora drappeggi per Atélier Siviglia, in alternativa all’abito da sirena rosso fuoco. Fluttuanti veli per l’incredibile fata di Gareth Pugh. Emilio Pucci, per cui gli stampati sono da sempre il fiore all’occhiello, propone in un inedito disegno Kashmir un insieme gipsy gonnellona-brassière. Stampe colorate e volants da Missoni. Volants, ma in toni e disegni delicati, per Kristina T. Edizione Tremila della “Primavera del Botticella” per Blugirl. Fiori, ipercolorati, ovviamente, per l’abito a uovo
fontanagioielli centro commerciale naturale borgiano Via G. Matteotti, 34a - 01036 - Nepi (VT) Tel. 0761 555284 - Mobile 334 9370716 fontanagioielli@gmail.com
Byblos Fisico
C’N’C’ Frankie Morello Roberto Cavalli
di Custo Barcelona. Stampa pitone di gusto etnico da Michael Kors. Di grande effetto, as usual, il lungo di Viktor & Rolf in una versione futuribile di damascato. Stampe barocche e lavorazioni importanti per l’abito da diva di Francesco Scognamiglio. Ricami bianchi per la romantica donna Louis Vuitton. Inserti di pizzo per il lungo di Fisico. Per la sera D-Squared propone una nuova squaw. Frankie Morello, sempre sul filo dell’ironia, stampa la torre di Pisa sul lungo in chiffon verde acqua. Chiffon giallo paglierino per l’abito ieratico di Max Mara. Varianti del bianco da Calvin Klein, con l’immancabile flash di nero. Nera e femminile, la sera di Byblos. È in seta verde la tuta extralarge di C’N’C. Hakaan osa l’oro per il corto un po’spaziale. Oro anche per la sera di Roberto Cavalli che, accanto ai lunghi da red carpet, propone il completo con aderenti pantaloni ricamati.
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Les chaussons de la Belle
kids
Louis Vuitton
on ha senso parlare di abbigliamento da sera per il bambino, si può parlare di cerimonie, matrimoni, battesimi, comunioni. Frequenti in primavera, più rare in estate. Esistono però, esclusivamente per le bambine, abiti e completi da poter usare sia nelle occasioni importanti, sia nella normalità. Uno dei temi dominanti della stagione sono i volants e le balze, con qualche flash sul pizzo. Ecco l’abito di Miss Blumarine in un tenue rosa pastello con balze che partono a metà del corpino. Con i sandali è perfetto per il mare, con le ballerine diventa subito più elegante. Balze irregolari, quasi con un effetto volants, per il prendisole in cotone bianco di Ki 6?. Un insolito lilla per l’abito senza maniche di Parrot. Decisamente più importante il vestitino di Elsy in pizzo écru. Che diventa “per tutti i giorni” con la giacca di gabardine. Per il maschio non esistono capi corrispondenti, anche se pantaloni e giubbotto bianchi, come quelli di Ki 6?, possono in qualche modo considerarsi tali ◆
Ki 6?
Miu Miu
N N
Ki 6?
Elsy
Varietà anche negli accessori. In alternativa ai sandali gioiello Les chaussons de la Belle, che sembrano usciti dai saloni di Versailles. Oltre alle clutch imperversano le borsine con manico. Trapuntata, con manico-forchetta quella di Moschino Cheap and Chic. Ricoperta di cristalli, con manico di tejus quella di Miu Miu ◆
Miss Blumarine
Moschino Cheap and Chic
M AGA ZINE
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Roberto Cavalli
Viktor & Rolf
Per lui
Roberto Cavalli
Roberto Cavalli
Dolce & Gabbana
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er l’uomo il discorso è diverso. Per la sera lo smoking o il dinner jacket sono richiesti solo per feste, cene importanti, prime dell’opera, peraltro abbastanza rare in estate, escluso qualche programmazione nelle arene. Per i party è sufficiente un completo o addirittura, specie al mare, camicia e pantaloni. Si possono includere quindi nel guardaroba da sera dei completi, magari con qualche caratteristica di pregio in più o di un colore particolare. Roberto Cavalli, per esempio, ha molte proposte in questo senso. A cominciare dall’abito con giacca doppiopetto tinta fragola, da abbinare con camicia a righe, ovviamente senza cravatta. Lo stilista presenta anche proposte after eight più nella consuetudine. Come il completo grigio, con giacca dal collo sciallato, dove i revers sono rivestiti di un tessuto a disegni geometrici d’ispirazione russa. Molta importanza è data alla camicia, in un azzurro in nuance, e al papillon. La prima diventa l’elemento personalizzante e da sera nel caso del completo grigio dal taglio classico. È invece una camicia senza collo, tipo guru che sdrammatizza il tuxedo più nella norma. Anche Moschino abbandona il classico smoking e propende per abiti dal taglio o dal colore particolare. Uno è bianco con pantaloni aderenti e profili neri sulle tasche, da completare con camicia fantasia in perfetto stile Elvis Presley.
Moschino Moschino
Un altro, per i piÚ audaci, ha pantaloni neri ed effetto ombra sulla giacca bianca. Si porta con camicia e papillon rosso fuoco. L’uomo Dolce & Gabbana la sera veste un completo con giacca leggermente sciancrata e piccoli revers. Unica concessione sulla camicia immacolata la sottile cravatta scura. Viktor & Rolf propongono il tuxedo classico, con camicia bianca e papillon, ma al nero sostituiscono il bluette e invece che con la stringata di vernice, lo accessoriano con sandalo da frate e calze bianche. Per non smentirsi ◆
Piazza del Parlamento, 8 - 00186 Roma Tel\fax +39 0668192661 - Cell +39 3927883245 info@sartoria-al-corso.roma.it - www.sartoria-al-corso.roma.it
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A TUTTA VESPA!
IN TEMPO DI CRISI ANCHE LA STORICA DUE RUOTE ESCE IN VERSIONE CONSUMI RIDOTTI di Francesco Mantica
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on si tratta di una mera propaganda pubblicitaria: in tempi difficili come questi, risparmiare nei consumi è d’obbligo e questo vale per qualsiasi mezzo di locomozione, anche per le vantaggiosissime motociclette. A Pontedera, sede della Piaggio, gli ingegneri che lavorano allo sviluppo tecnologico dei prodotti a due ruote hanno sempre avuto ben chiaro questo concetto e nell’applicarlo hanno pensato di partire proprio dal modello più venduto: la Vespa, che fino a 150 cc ha un motore ad aria, perfetto per traghettare un cambiamento del genere. È nato così il nuovo motore a tre valvole, un gioiello silenzioso, piacevole, con i giri un po’ più bassi ma dotato di uguali prestazioni rispetto ai modelli precedenti. Secondo il dipartimento Ricerca e Sviluppo della Piaggio il nuovo motore a 3 valvole consuma quasi il 29% in meno e consente
di allungare parecchio le visite dal benzinaio e i tempi da dedicare alla manutenzione, oltre ad avere una brillantezza paragonabile a quella di qualche 300cc. Gran parte di questo merito prestazionale va ai cosiddetti condotti Tumble, capaci di generare una combustione rapida e omogenea: un vero passo avanti, compiuto anche grazie allo sviluppo di sistemi di calcolo sviluppati ad hoc per monitorarne il rendimento. Il nuovo motore 3V è per ora equipaggiato sulle serie LX ed S, ma non è da escludere che presto venga esteso ad altri modelli a ruota bassa e, a lungo termine, su quelli a ruota alta. Provata dai collaudatori tanto in Finlandia a -28 gradi come in Africa, sotto il caldo torrido dell’equatore, la Vespa è ancora oggi un’intramontabile certezza: una moto in grado di soddisfare qualunque tipo di utenza e capace di combinare come poche altri lo status symbol che rappresenta da decenni con prestazioni di alto livello e comfort sulle due ruote che l’epoca moderna esigono. Non a caso nei paesi del nord Europa è in assoluto lo scooter più venduto, mentre in Italia detiene una quota di mercato di oltre il 50% tra i 50cc. Sono numeri che non stupiscono, considerando anche l’immaginario collettivo che si è creato nel tempo e che ha reso la Vespa la moto più amata dagli italiani e non solo ◆
più veloce, più economica e più green
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Nel giard ino incantato
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Solex e Smart: il ritorno della bici elettrica
Il motorino elettrico e la bicicletta a pedalata assistita sembrano tornare di moda. Una azienda automobilistica come Mercedes Benz e una storica casa produttrice come Solex (ri)entrano con importanti aspettative sul mercato delle due ruote
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Le caratteristiche distintive dei modelli Solex sono tre: tecnologia pulita, grazie ai motori elettrici; grande appeal, per via del marchio vintage e stiloso; e infine linea ultracontemporanea. Tre i modelli che proprio di recente hanno aperto Solex a nuove rotte, in particolare urbane e di breve e medio raggio: E-Solex, Solexity e Velosolex. Se Solex si muove, nemmeno gli altri stanno a guardare, a testimonianza che si sta aprendo un nuovo spazio di mercato per mezzi di trasporto differenti. Smart ha recentemente lanciato sul mercato la sua bicicletta elettrica, la eBike, contraddistinta dai tratti salienti ritrovabili sulle vetture della popolare city car del Gruppo Mercedes-Benz, quali ad esempio l’utilizzo di due materiali e due cromatismi contrapposti per le varie componenti strutturali. In questo caso, oltre al design e all’attenzione per l’ecologia, Smart punta forte sulla tecnologia: la Smart eBike è equipaggiata con un sistema di infotainment dotato di interfaccia USB per il collegamento dei dispositivi tecnologici. Basata su un telaio realizzato in lega di alluminio, la eBike è dotata di ruote a 26 pollici e gruppo ottico posteriore e LED, con un’autonomia variabile dai 30 ai 90 km. Il motorino elettrico e la bicicletta a pedalata assistita sono comodi, veloci, “total green” ed economici. Aggiungere a questo l’esclusività del marchio e una linea trendy sembra essere la scommessa del futuro ◆ F.M. La bici elettrica attira anche le amministrazioni pubbliche: a Roma il XVII Municipio (Prati), attraverso il bando della Provincia, ne ha appena vinte 12 da usare come mezzo di trasporto interno per sopralluoghi e per il bike-sharing al costo di 5 euro (giornaliero), 20 (settimanale) o 70 (mensile).
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rrivare all’imbrunire è uno spettacolo delizioso: il tramonto colora di rosa il cielo creando luci suggestive nel bel giardino. Un angolo verde in cui fermarsi per un aperitivo e per la cena, tra piante odorose e dettagli curatissimi, nessun palazzo a ricordarci che la città, con il suo stress, è a un passo. Qui al Picchio Rosso ogni momento può trasformarsi in un evento speciale. Raffinato ed esclusivo, ha il calore di un casale di campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca regalano una sensazione intima e avvolgente. Come ritrovarsi in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta una storia di intimità, e un’accogliente ospitalità si respira nei molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a conversare, la sala, la stanza con il pianoforte che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia, ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul parco e infine la saletta privata col caminetto, solo per due. Tutto intorno, con apparente casualità, lampade, foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali circondano l’ospite per accompagnarlo in una cena speciale, in cui la semplicità sposa la qualità e la tecnica artigianale: pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca, tutto viene realizzato personalmente dallo chef. Un omaggio alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che alleggerisce la cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima, dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci, alla selezione di cereali e legumi. Tra gli antipasti del menu di estivo, rinnovato proprio in que-
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ra il 1946 quando Marcel Menneson e Maurice Goddard lanciarono sul mercato il Solex, una bici a motore concepita durante la Seconda Guerra Mondiale. Il difficile dopoguerra in Francia imponeva infatti la necessità di un mezzo di trasporto economico e il Solex, grazie al prezzo inferiore alla media e al ridottissimo consumo di carburante, si adattava perfettamente a queste necessità. Mentre l’automobile stava appena iniziando a diffondersi, la bici Solex, che si distingueva per la collocazione del motore al di sopra della ruota anteriore, si è subito affermata come mezzo di trasporto di massa. Economicamente abbordabile, esteticamente piacevole, facile da guidare e sicura, ebbe subito un grande successo e sarebbe in futuro diventata una leggenda, occupando una posizione di prim’ordine nella storia dei mezzi di trasporto grazie agli 8 milioni di mezzi venduti fra il 1946 e il 1988. Successivamente, a seguito del boom economico, “la bici che va da sola” ha conosciuto un normale declino, rimanendo soltanto nella memoria di generazioni. Ma oggi, con la crisi e crescente richiesta di mezzi di trasporto ecosostenibili, la bici a motore sembra essere tornata di moda. In pieno 2012, Solex ha così lanciato dei modelli che si adattano perfettamente al mondo contemporaneo, con opzione elettrica ecologica e design innovativo, nati in particolare dalla collaborazione con Pininfarina.
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sto mese, l’insalata di salicornia, gamberi rossi di Sicilia con confit di prugne, il sushi di vacca vecia con lattuga di mare e infuso di parmigiano, per stuzzicare l’appetito. Per continuare poi con la chitarra verde al ragout di gamberi e pesto mandorlato o, per chi preferisce la cucina di terra, le pepite di segale con speck e stracciatella di bufala. Tra i secondi il rotolino rombo, astice e fili di patate o la tagliata di scamone di agnello con pistu di melanzane e ‘nduja. Tanto il pesce nelle preparazioni più classiche e molti fuori menu, secondo il mercato. Rilettura dei classici nei dolci, come la cassatina in crosta con salsa di smeraldino o la caprese di limone amalfitano con gelato di vaniglia. Una scelta di piatti raffinati da accompagnare ad una delle 500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità e discrezione.
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MODENA CENTO ORE CLASSIC
Chiusa l’edizione 2012 riservata a tutte le auto storiche costruite entro il 1976. Ancora una volta protagonista il fascino della velocità tra autodromi, strade, paesaggi e passione
Ferrari 365 Daytona 1970
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Ferrari 250 TR 1957
i sono tanti modi di possedere, o meglio “vivere”, le auto storiche. C’è chi le tiene chiuse in un garage, coccolandole e proteggendole dagli sguardi indiscreti; c’è chi le sfoggia con i famosi ad appuntamenti motoristici o fiere; e c’è, infine, una particolare categoria di pubblico che vive la sua passione per le auto d’epoca anche sotto l’aspetto culturale, turistico e, perché no, enogastronomico. È questo il caso della Modena Cento Ore Classic, arrivata all’undicesima edizione: una gara di velocità e regolarità su pista e su strada, organizzata dalla Scuderia Tricolore di Reggio Emilia e riservata ad auto storiche costruite entro il 1976. La sua formula strutturale, fatta di piste, strada, paesaggi e momenti conviviali gradevoli e ricercati al tempo stesso, è particolarmente apprezzata non solo dagli italiani, ma anche e soprattutto dagli stranieri, che la vivono all’insegna del viaggio attraverso l’italica bellezza e il mito della dolce vita. La manifestazione, ormai entrata nella leggenda, ha una formula unica nel suo genere: è una gara di velocità che abbina numerose prove speciali in montagna con prove in pista con partenza in griglia, seguita da una gara di regolarità che segue lo stesso percorso. Percorso che, scelto dopo un’intensa opera di ricerca e tante ricognizioni, si è snodato
lungo strade davvero panoramiche e circuiti internazionali: dalle salite più classiche della storia dei rally in Appennino Reggiano, ai tornanti, ai colli bolognesi e toscani, alle piazze cittadine, per approdare ogni giorno in un diverso circuito: Modena, Misano e Mugello. Un mix, quello tra gara e viaggio turistico, che, accompagnato da sole e temperature miti, ha regalato ai partecipanti un viaggio per le colline del emiliane e toscane quanto mai suggestivo. Dovere di cronaca impone di dare un piccolo spazio alle premiazioni, svoltesi a fine giugno alla presenza degli invitati che hanno applaudito con calore i vincitori. Nella sezione velocità il podio della classifica generale è andato a MasselliValmassoi, seguiti da Wunderlich-Kristek e da Joy-Konig. Per la classifica fino al 1965, podio a Studer-Wäspe, seguiti da Allen-Mountford e dal reggiano Francesco “Ragastas” Ferretti navigato da Emanuele Filini. Nella regolarità si sono imposti i modenesi Bortolotti-Bortolotti davanti a LinwoodLinwood e a Barbieri-Ovi. I motori delle auto sono ormai spenti, ma rimangono accesi quelli della macchina organizzativa che già inizia i preparativi per il 2013: la Modena Cento ore Classic tornerà infatti ad avere cadenza annuale. L’appuntamento per il prossimo anno sarà per giugno, per altri 1.000 esaltanti chilometri nel cuore di Modena ◆ F.M.
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hi tech
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di Fabrizio Lodi
MICROSOFT Surface lancia il guanto di sfida all’iPad sony xperia La neonata Sony Mobile Communications lancia un nuovo smartphone della serie Xperia. Si chiama Xperia Miro e promette una migliore esperienza social grazie all’integrazione totale con Facebook. Gli utenti sono informati dei messaggi in arrivo e degli aggiornamenti tramite segnali luminosi colorati. È possibile videochattare usando la fotocamera frontale. Il lettore musicale sfrutta la tecnologia Sony’s xLOUD e il servizio Music Unlimited di Sony Entertainment Network è precaricato. Lo smartphone viene lanciato con l’ultima piattaforma di Android, Ice Cream Sandwich e sarà in vendita in Italia a partire dal 3° trimestre di quest’anno a 199 euro. Le caratteristiche principali: display da 3.5”, S.O. Android 4.0 (Ice Cream Sandwich), fotocamera da 5MP, tecnologia audio xLOU di Sony, camera frontale per video chat, connettività DLNA, batteria per 24 ore di gioco, disponibile nei colori nero, nero/rosa, bianco e bianco/oro.
Microsoft lancia la grande sfida a Apple con un suo tablet, chiamato Surface. Anzi: con due suoi tablet, uno simile alla tavoletta della “mela”, l’altro per una clientela professionale. I 2 modelli Surface avranno un involucro in lega di magnesio, molto leggero, e uno schermo da 10,6 pollici, con risoluzione Hd da 1080p. Nel case è integrato un supporto per mantenerlo in posizione eretta mentre la cover - in numerosi colori - ha una doppia funzione: protezione dello schermo quando è chiusa e tastiera Qwerty con track pad quando è aperta. Prevista una doppia antenna, potrà essere utilizzato sia con il touch delle dita o con un pennino, e supporta la tecnologia Digital Ink (a 600 punti per pollice) per disegnare e scrivere. Il tablet sarà disponibile in due configurazioni: una per processori Arm, quelli dei dispositivi portatili, meno potenti ma con minore consumo di energia e una per processori Intel x86, quelli classici dei computer. Diverso il sistema operativo: la versione per Arm avrà Windows RT, mentre la versione per processori Inter avrà installato Windows 8 Professional. A cambiare saranno peso e dimensioni: Surface per Arm sarà in commercio con 32 o 64 gigabyte di memoria, mentre la sua versione business avrà o 64 o 128 gigabyte. Surface per Arm avrà un prezzo in linea con quello di altri tablet (6-700 euro), mentre Surface con W8 avrà prezzi in linea con un personal computer (intorno ai 1.000 euro). La Microsoft quindi si lancia anche nel mondo hardware e ci tiene a sottolineare che Surface è un prodotto tutto interno all’azienda ◆
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The Race: Jaguar a Pitti Uomo
Conte of Florence firma la terza tappa della Jaguar Excellence Academy sull’Arno, in occasione della rassegna di moda maschile fiorentina di Marco Callai
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l tributo di una città a uno dei suoi gioielli. Martedì 19 giugno Francesco Fossi abbraccia Firenze nella serata The Race, firmata Conte of Florence e Canottieri Firenze, nell’ambito della terza tappa della Jaguar Excellence Academy, il progetto lanciato a gennaio dalla Federazione Italiana Canottaggio e dalla nota casa automobilistica inglese specializzata nelle auto di lusso e sportive per la ricerca dell’eccellenza, investendo nella formazione degli atleti emergenti e nella crescita sportiva e professionale. L’evento si è svolto nell’ambito dell’edizione 2012 della rassegna di moda Pitti Immagine Uomo. Sul fiume Arno, con partenza dal Ponte alle Grazie e arrivo davanti alla sede della Canottieri Firenze a pochi metri dal Ponte Vecchio, il piatto forte della serata è stata la gara sprint dove a vincere, contro le giovani promesse fiorentine (in finale Lucrezia Fossi e Niccolò Borino n.d.r.), ben preparate dal DT Luigi De Lucia e dai suoi collaboratori, è stato il doppio JEA di Laura Schiavone (CC Irno) e Giuseppe Alberti (CUS Pavia), entrambi espressione dell’eccellenza del College Remiero Universitario di Pavia. Una serata di attenzioni, interviste e fotografie per loro e, ovviamente, per Francesco Fossi. A fargli l’in bocca al lupo, c’erano le autorità istituzionali di Firenze e della Toscana, come il membro di giunta Coni Marcello Marchioni ed il Presidente del Coni Toscana Eugenio Giani, ed i vertici Jaguar: il Direttore Generale Marco Santucci ed il Direttore Marketing Fabio Romano. Per la Federazione Italiana Canottaggio, il vicepresidente Stefano Comellini ha sottolineato il forte legame e la condivisione di valori tra la Federazione e Jaguar evidenziando anche “l’ottimo lavoro condotto dalla Canottieri Firenze e dal suo nuovo e giovane Presidente Cristiano Calussi nel supporto all’organizzazione di eventi che fanno brillare il canottaggio come “The Race” e, a fine marzo, Rai Screenings”.
Poi la parola, mentre sul fiume scendevano in acqua la barca dei Renaioli ed il dragon boat, è andata al finanziere Francesco Fossi, reduce dal terzo posto in Coppa del Mondo a Monaco di Baviera nella specialità del quattro di coppia. “Essere al centro dell’attenzione prima delle Olimpiadi, grazie alla Jaguar Excellence Academy, è una grande soddisfazione perché vengono riconosciuti anni di sforzi e sacrifici. Ringrazio tutti colori che, alla Canottieri Firenze, alle Fiamme Gialle ed in Nazionale, mi hanno aiutato a coronare il sogno di partecipare alla mia prima Olimpiade”. La storia dice che Fossi sarà il quarto biancorosso, dopo Alvaro Banchi e Maurizio Clerici a Melbourne nel 1956 e Filippo Soffici bronzo a Barcellona 1992. A festeggiarlo, i ragazzi della Canottieri Firenze: Fossi, Muccini, Corenich e Pola parteciperanno alla Coupe de la Jeunesse, la seconda manifestazione a livello continentale per nazionali Junior, le prime due sul quattro senza femminile, i secondi sul quattro con; Borino ha vinto tre ori (due sull’otto e uno sul quattro con, categoria Ragazzi) e un argento (quattro con Ragazzi) ai due Meeting Nazionali disputati (Piediluco a marzo, Varese ad aprile). Ferrara ha vinto l’argento sull’otto femminile ai Campionati Europei Junior ed è in lizza per una maglia ai Mondiali. Dopo Firenze, ci saranno altri due eventi e, in autunno, Jaguar designerà i due atleti che avranno diritto ai “premi” della Jaguar Excellence Academy: una borsa di studio che consentirà di arricchire la propria formazione con un Master in Management Sportivo o un corso di Public Speaking o Self Management oltre ad un corso d’inglese nella città d’appartenenza e trenta giorni in Inghilterra con il British Council. Oltre a Francesco Fossi e Laura Schiavone, gli altri tre finalisti sono Sara Bertolasi (Can. Lario), Livio La Padula (Fiamme Oro) e Andrea Palmisano (CC Aniene) ◆
Graham-McDowell
RAnGe RoVeR GoLf CHALLenGe: LA SfIdA è A duBAI IL TRofeo PARTITo IL 19 MAGGIo SI SVoLGe SuI CAMPI PIù PReSTIGIoSI d’ITALIA, VeRSo LA fInALe ARABA A GennAIo 2013 di Francesco Mantica
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opo il grande successo delle passate tre edizioni, anche quest’anno ha preso il via il Range Rover Golf Challenge, un trofeo che conta sempre numeri di altissimo rispetto: più di 3.000 giocatori si sono in passato sfidati sui vari green dove ha avuto luogo il torneo e altrettanti sono attesi nelle 12 tappe del Challenge 2012, che quest’anno offre la possibilità a tutti i dilettanti di vincere un magnifico viaggio con destinazione Dubai. L’edizione 2012 ha toccato e toccherà alcuni dei più prestigiosi circoli italiani: iniziato il 19 maggio con la prima gara al Margara Golf Club di Alessandria e proseguito il 2 giugno al Poggio dei Medici Gof Club di Firenze, il 16 giugno al Molinetto Country Club di Milano ed il 30 giugno al Paradiso Del Garda Golf Club di Verona, il torneo vedrà nei prossimi mesi interessanti sfide sui campi più famosi di tutta Italia. La Finale, promossa sotto il marchio IGV, si svolgerà a Dubai e vedrà invitati i giocatori primi netti classificati di ogni
categoria per ciascuna tappa italiana. Anche per quest’anno i main sponsor dell’evento sono Range Rover, I Grandi Viaggi e Conte of Florence. Immancabile poi la presenza di main partners di prestigio come Chris Gioielli, Barclays, Mavala. Sempre presenti il gruppo Sole 24 Ore, Golf e Turismo, Callaway, Nikon, Ausonia IT. Il Range Rover Golf Challenge 2012 si disputa con la formula 18 buche Stableford (3 categorie). Per le gare di qualificazione vengono premiati 1° e 2° Netto per le tre Categorie, 1° Lordo di Categoria, 1° Lady e 1° Senior. Le tappe sono inoltre caratterizzate da numerosi premi di buca: “Nearest to the pin” by Marchesato degli Aleramici e Conte of Florence, “Driving Contest” by Callaway e il premio di buca “Callaway bet on tour”. Il torneo si concluderà il 14 ottobre al Circolo del Golf Roma Acquasanta. La finale, invece, si terrà nel mese di gennaio 2013, tra le dune e le costruzioni avveniristiche della capitale degli Emirati Arabi Uniti ◆
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VITToRIA PAnIZZon, fIoRe AZZuRRo deL ConCoRSo CoMPLeTo
“fAr AmAre Al cAvAllo il proprio mestiere, soltAnto cosÌ dArà il meglio”
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Nome: Vittoria Panizzon Nata il: 14 settembre 1983 Luogo di Nascita: Roma Disciplina: Concorso Completo - gruppo sportivo Aeronautica Militare Debutto in gare nazionali: 8 anni Debutto in gare internazionali: 12 anni
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volte il destino impiega del tempo prima di manifestarsi, altre volte - invece - si mostra senza indugi e in tutta la sua completezza. E proprio trasparente come un specchio d’acqua deve essere apparso all’aviere capo Vittoria Panizzon, fiore all’occhiello del Concorso Completo nazionale, che non ha esitato ad afferrare le redini del suo per guidarlo verso le Olimpiadi, ormai alle porte. Ma chi la conosce bene, sa che Vittoria ha iniziato a preparare la valigia per Londra molti anni fa, quando - ancora in sella ai pony - saliva sul gradino più alto del podio, dimostrando quell’attitudine vincente e quella determinazione sfacciata che non l’hanno mai abbandonata. La Rosa inizia così: se Vittoria fosse un fiore, quale sarebbe? Un agapanthus, o comunque un fiore azzurro. domanda diretta: perché proprio il Concorso completo? Mi piace andare veloce e saltare.
La rosa dei talenti
di Ester Maria Lorido - ph Marco Proli
Qual è il salto tecnicamente più difficile in un percorso di campagna? In passato avevo un blocco mentale su combinazioni di angoli in curva, più che altro perchè ho avuto cavalli forti e quindi temevo di non girare bene. Però spero di essere migliorata!
di nove anni con cui ho ottenuto risultati fantastici. Non mi sarei aspettata di poterla portare a Londra, ma è maturata molto e ha fatto grandi progressi in campo gara. Ha molto carattere, requisito importante per un cavallo: al di là del talento, è quello che lo fa vincere e che gli fa dare quel qualcosa in più.
Sei italiana ma da anni vivi e ti alleni in Inghilterra. Come hai incontrato sul tuo percorso (tanto per rimanere in tema) l’Aeronautica militare? L’aviazione è stata parte della mia infanzia, mio padre ne faceva parte. Sono entrata nel Gruppo sportivo dell’Aeronautica militare perché, per fortuna, in quel periodo cercavano anche completisti. In questa avventura mi ha seguito passo dopo passo il capitano Andrea Colotti, e spero continuerà a farlo in futuro. Far parte di quest’Arma è un grande aiuto perché per gli sportivi italiani è difficile ricevere sostegno da altre fonti, ad esempio dalla Lotteria, come invece accade in Inghilterra. E poi la divisa ha i pantaloni blu, che in gara sono fantastici perchè non si vede lo sporco!
Come stai vivendo l’attesa? Sei emotiva o riesci a rimanere fredda? Cerco di non pensarci troppo perché con i cavalli non si sa mai, meglio non avere troppe aspettative.
Sul tuo profilo facebook, alla voce ‘religione’ si legge ‘Bug’. Vogliamo spiegare a cosa o, meglio, a chi ti riferisci? Bug è il soprannome di Rock Model, il cavallo che mi ha portato a fare gare internazionali in tutto il mondo, persino ad Hong Kong. Ci fidiamo l’uno dell’altro, gli devo moltissimo.
Per l’occasione, inaugurerai anche un rito scaramantico? Mi limiterò a non usare cose nuove.
Sarà lui ad accompagnarti alle olimpiadi di Londra? Con lui ho debuttato alle Olimpiadi di Pechino, questa volta invece mi accompagnerà Borough Pennyz, una cavalla grigia
Come ci si prepara ad una olimpiade: ci si allena fino alla fine o è meglio concedersi qualche giorno di vacanza prima? Le vacanze sono poche durante l’estate, anche perchè ci sono tanti altri cavalli in lavoro. Cercherò di non programmare troppi impegni agonistici per concentrarmi meglio. Quale sarà il tuo motto per le olimpiadi? Divertirsi e conoscere tutti gli altri sport.
Hai la possibilità di inviare un messaggio a un’amazzone. Chi sceglieresti? Nessuna in particolare, ma direi a tutte le amazzoni di continuare a mirare in alto e di fare amare ai cavalli il loro mestiere, perché soltanto così danno il meglio. Il cavallo deve essere sempre dalla tua parte ◆
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Salto ostacoli: a San Patrignano l’anteprima dei Giochi Olimpici di Londra
Il 16° Concorso Ippico internazionale vedrà in gara cavalieri e amazzoni di notevole valore, compresa la squadra azzurra che a Piazza di Siena ha ottenuto il quarto posto nella Coppa delle Nazioni 2012
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I vincitori 2011 Chicago 84 con Emanuele Gaudiano saranno in gara pure quest’anno a San Patrignano
an Patrignano, hinterland di Londra, sperando che a Greenwich l’erba sia verde come nella Comunità. Ai XXX Giochi Olimpici in Gran Bretagna mancheranno sei giorni - il 16° Concorso Ippico andrà dal 20 al 22 luglio, il 28 l’equitazione inizierà le gare olimpiche - ma un bel numero di cavalieri, che poi voleranno oltre Manica coi loro cavalli, saranno ugualmente in gara sul rettangolo di Coriano, nell’entroterra riminese dove Vincenzo Muccioli trasformò sassose vigne di famiglia nella cittadella della redenzione. Il compagno di viaggio, lavoro, guerra e sport è diventato per l’uomo, nella Comunità, consolatore e sostegno, e i ragazzi di San Patrignano l’hanno ricambiato organizzando quello che nel 2010 è stato definito il miglior concorso di salto ad ostacoli del mondo (ricevendo dalla Federazione Internazionale il FEI Award) e da anni si attesta fra i migliori cinque eventi del calendario mondiale.
Le presenze straniere andranno da uno straordinario lotto di cavalieri olimpionici - il tedesco Ludger Beerbaum, il canadese Eric Lamaze, il brasiliano Rodrigo Pessoa, l’olandese Jerome Dubbeldam - ai rappresentanti dell’Ucraina Cassio Rivetti (nato in Sud America) e Katharina Offel (germanica di natali), il colombiano Daniel Bluman e la nordamericana Tiffany Foster. L’Italia schiererà una squadra di notevole efficacia a partire dal team completo - Natale Chiaudani, Juan Carlos Garcia, Francesca Capponi, Luca Marziani - che ha raggiunto a Piazza di Siena il quarto posto nella Coppa delle Nazioni. Inoltre sarà al via il dominatore dell’edizione 2011 e vincitore del Challenge Vincenzo Muccioli, Emanuele Gaudiano, oltre al decano degli azzurri Roberto Arioldi. Poi il nuovo terzetto dell’Esercito con Lucia Vizzini, Simone Coata e Alberto Zorzi, e le amazzoni Giulia Martinengo e Chiara Arrighetti, quest’ultima con i colori della scuderia della Comunità ed i saltatori Asha di San Patrignano e Utopia di San Patrignano ◆
Un attacco di Equitatus nella partita disputata contro US Assn
Roma Summer Polo: seconda Gold Cup all’Audi di Luca D’Orazio
Al secondo posto US Assn e al terzo Le Piazze Toscane: belle partite, buon pubblico, gioco avvincente di Enrico Tonali - ph Ramirez
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Il capitano dell’Audi, il romano Luca D’Orazio, durante un azione nella finale con US Assn
on nove partite frizzantine, bon ton e un paio di trofei che farebbero la felicità di qualsiasi giocatore europeo, il Roma Summer Polo ha battuto l’anticiclone sahariano Scipione e l’innata ritrosia del generone capitolino a mettere il naso fuori di casa quando l’aria bolle. Ma il Roma Polo Club all’Acqua Acetosa ha il fresco coloniale del polo giocato all’ora giusta, pur se la tensione è rimasta rovente in ogni incontro, sul rettangolo erboso che da sessant’anni sopporta pallate e zoccolate. Due gironi di tre squadre ciascuno e un terzetto di finali per stabilire la classifica finale dal 1° al 6° posto; vietato sbagliare ma anche trasgredire le regole, l’arbitro Internazionale Federico Martelli (italo-argentino con
nonni liguri) è stato al solito inflessibile. I team erano Audi (capitano Luca D’Orazio, Stefania Annunziata, Juan Josè Storni, Juan Ruiz Guinazu), Equitatus (capitano Francesco Palestrini alternato a Boris Bignoli, Ginevra D’Orazio, Ivan Gaona, Pedro Llorente), Le Piazze Toscane (capitano Roberto Marraffa alternato ad Antonio Matella, Patricio Rattagan, Silvestre Fanelli, Fabrizio Bulgarini), Ruinart (capitano Fabio Acampora, Stefano Ottaviani, Francisco Guinazu, Josè Ortiz), Tevere (Giuseppe Partini alternato a Ranieri Passalacqua, Diego White, Terence Cusmano, capitano Stefano Pisa) e US Assn (Federico Coria, Tommy Luchessa, capitano Edoardo Ferrari, Martin Inchauspe). Le loro azioni, marcature e lisciate sono state commentate
Il team Audi vincitore della Roma Summer Polo 2012 (da dx D’Orazio, Storni, Ruiz Guinazu, Annunziata)
dagli speaker Claudio Giorgiutti (anche organizzatore del torneo con Maurizio Zuliani) e Gian Luca Magini. Sono bastate le prime partite per capire che la finale l’avrebbero disputata la granitica Audi e la rampante US Assn, peraltro dotate entrambe di un’ottima ‘cavalleria’, molto veloce - a volte imprendibile per gli avversari - nelle discese lungo le tavole. Le classiche maglie rosse della casa auto di Ingolstadt sono una compagine che viene da lontano ed ha trovato nel capitano-imprenditore romano Luca D’Orazio un patron altrettanto abile nel casting quanto nel gioco, tanto da risultare imbattibile - nel Gold Cup Circuit - da due anni su neve (Cortina), sabbia (Forte dei Marmi) ed erba (Roma). Il quartetto con il nome della più antica associazione
polistica statunitense ha invece unito classe e irruenza di tre giovani ventenni con l’esperienza di un bravo professionista argentino (ne ha giocati 10 nel Roma Summer Polo). Ha vinto l’Audi (Gold Cup e Coppa Duca d’Aosta), secondo US Assn (Silver Cup), terzi i romani de Le Piazze Toscane (Trofeo Ruinart) del capitano romano Roberto Marraffa, seguiti da Ruinart, Equitatus e Tevere. Ma i risultati non sono tutti qui. Tra i cavalli è apparso qualche buon soggetto nato in Italia, come il sauro Baluffo (ci ha giocato Inchauspe) allevato da Paolo Grillini a Magliano Sabino e figlio di un ex-galoppatore di Capannelle, Distinti Saluti, infortunatosi e destinato al macello ma recuperato come ottimo stallone ◆
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Guerra 1940-43: rancio al posto di combattimento
Il panificio di bordo
Il rancio di bordo: da Noè alle portaerei
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di Capitano di Vascello Alessandro Pini Foto storiche gentilmente concesse dall’Ufficio Storico della Marina Militare Italiana
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angiare in mare non è cosa semplice. Noè, il primo “marinaio” della Storia, sopravvisse a 40 L’ambiente particolarissimo, un giorni di diluvio universale seguendo le “istruzioni” che clima spesso infido, le difficoltà Dio “in persona” gli aveva dato: “Quanto a te, prenditi ogni di conservazione e la mancanza di vivande fresche hanno sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di costituito le principali sfide dei marinai di ogni epoca e tutti nutrimento per te e per loro”. Nei “Testi dei messaggeri” dei gli autori di narrazioni di mare Sumeri (fine III millennio a.C.), hanno evidenziato la semplicità troviamo tutte le informazioni e la frugalità dei marinai, sul vettovagliamento per la Il termine “rancio” proviene dallo spagnolo caratterizzati dalla galletta navigazione fluviale, mentre dal “rancho”, “rancharse” e dal francese “se ranger”, immersa nella zuppa, dall’odore Papiro di Harris (XIII sec. a.C.) disporsi in fila e, nel tempo, ha indicato non solo il di cucina che li rivestiva, conosciamo l’uso egiziano della pasto in sé, ma anche il gruppo di marinai che lo dal rhum sempre vicino, dal focaccia (“rehes”), della carne consuma a turno e anche chi doveva apparecchiare, mangiare scomodo, rapido, secca e di ben trenta tipi diversi cuocere e scodellare il rancio stesso. senza concessioni alla gola. di pane. Anche sulle Navi dei
Rancio all’aperto su Torpediniera, 1915
Fenici i pasti erano costituiti da legumi, olio di oliva, vino, miele e il grano e l’orzo venivano consumati sotto forma di focacce o di pane lievitato. Tucidide, nella “Guerra del Peloponneso”, raccomanda agli Ateniesi in partenza per la conquista della Sicilia di mantenere la propria superiorità navale, portando con sé frumento e orzo abbrustolito. Roma ebbe una flotta stabile tardi e le sue Navi non avevano cabine, ma solo due ripostigli, uno a prora (per le vivande) e uno a poppa (per l’acqua e per il “foculus”). Plinio il Vecchio, nella sua “Naturalis historia”, parla del “panis nauticus” o “buccellatum” e fornisce informazioni preziose sul vitto dei marinai, che prevedeva formaggio, vite e vino, olivo e olio, miele e sale. A bordo, l’alimentazione comprendeva la
“maza” (zuppa di farina, acqua, olio o vino, sale, miele) e il “moretum” (farina, formaggio, aglio, ruta, aceto, olio e uova). Nel Medioevo (XIII-XIV secolo), si assiste ad una vera e propria “Rivoluzione nautica”, dovuta all’introduzione della bussola, alla navigazione “a stima”, alla matematica applicata alla navigazione e cambia l’organizzazione di bordo: si naviga tutto l’anno, salgono sulle navi anche viaggiatori e pellegrini diretti ai Luoghi Santi e emerge la figura del cuoco di bordo. La dieta prevede biscotto, zuppe, carne e lardo, formaggi, sardine, vino e olio, per un apporto calorico di circa 4.000/5.000 Kcal, metà del quale proveniente dai carboidrati. Tra le Repubbliche marinare, Genova e Pisa furono le prime a spingersi fino a Londra e l’alimento base a bordo era il “pane cotto due volte (bis-cotto), per impedire di ammuffire e in grado di mantenersi duro e commestibile per un anno”. Sulle navi genovesi, oltre a brodo di pesce, zuppe, cappon magro, capponata (galletta, acciughe salate, mosciame, olive, olio e sale) e “mesciua” (ceci, fagioli, granfano), ogni membro dell’equipaggio doveva ricevere almeno 800 grammi al giorno di biscotti e i panettieri erano tenuti a giurare che avrebbero consegnato un biscotto “bonus et idoneus”. I condannati sulle galee (galeotti) della Serenissima Repubblica di Venezia, ricevevano una libbra e mezza di gallette al giorno (circa mezzo chilo) e uno speciale “Provveditore del biscotto” si prendeva cura della produzione delle gallette. La Razione del 1320 per un’armata navale prevedeva gallette, maiale salato, fave, formaggio e vino, per un totale di circa 3.900 Kcal. Con i grandi navigatori iniziano i viaggi lunghi, con i problemi ad essi connessi (l’acqua in primis) e sulle caravelle
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Prova rancio - Nave Zara
Guerra 1940-43: rancio al posto di combattimento
Ritiro del vino con piccole damigiane
Cucina Nave Cavour
Pelatura patate in navigazione
Il “lavagamelle”
di Colombo in partenza da Palos furono imbarcati farina, vino e “bizcocho” (o “pan biscocho”), oltre all’acqua e alla legna, per una dieta che prevedeva: tre mestoli di vino rosso al mattino e 3 alla sera; ogni giorno una razione consistente di gallette, doppia la Domenica; a pranzo: carne essiccata, zuppa calda di ceci, fave, lenticchie, con olio, aceto, cipolle e moltissimo aglio (in funzione antiscorbuto); a cena: formaggio, lardo, pesce salato, con rucola, senape e aglio. Magellano, nel 1521, per la sua ciurma di 265 uomini di varie nazionalità (tra cui 24 italiani), aveva fatto caricare i cinque velieri di 21.000 libbre di gallette (circa 8.400 Kg), 6.000 libbre di carne fresca (2.400 Kg), 984 forme di cacio, 200 botti di sardine e poi vino, farina, riso, legumi, e perfino 7 vacche (che non dovettero campare a lungo…). James Cook, con un’équipe di scienziati al seguito, fece fare
grandi progressi all’alimentazione di bordo e all’equipaggio della “Resolution” distribuì estratto di malto, cavoli salati e crauti, perché antiscorbutici, mostarda, marmellata di carote, sciroppo di limone e arance, mosto di birra e le “tavolette di brodo trasportabili” (“portable broth”), che precorrevano l’estratto di carne del barone tedesco Justus von Liebig. Ma è con Napoleone che avviene la svolta nel sistema delle provviste di bordo e nasce la Logistica moderna, grazie anche alla scoperta del pasticciere Nicolas Appert e al suo metodo per la conservazione ermetica dei cibi, cento anni prima che Louis Pasteur dimostrasse che il calore era in grado di uccidere i batteri. Nel contratto di fornitura dei viveri del 1810, si nominano le razioni di giornaliere, di campagna, di mozzo, di truppa, di prigioniero di guerra, di Guarda ciurme, di forzato al lavoro, di forzato senza lavoro, di forzato invalido e
si raccomanda che nessuna derrata venga imbarcata prima di essere stata riconosciuta conforme da apposita Commissione, di cui faceva parte il Comandante, l’Amministratore, l’Officiale di Sanità, un Sottufficiale e un marinaio. Con la Regia Marina, il 1/1/1866 vengono adottate tavole e panche per i ranci sulle Navi, si introducono i primi lavagamelle e nella tabella di composizione viveri del marinaio a terra e a bordo compare il primo menu a rotazione settimanale. Nel 1913 viene istituita la “prova” del rancio, fatta dal Comandante o dal Comandante in II e nel 1951, nell’ormai nata Marina Militare Italiana, vengono introdotti i vassoi sagomati per il rancio della truppa, passaggio obbligato per l’abolizione, nel 1962, delle stoviglie in alluminio, a favore di scodelle e piatti in vetro china, bicchieri in vetro pressato e bottiglie di mezzo cristallo.
Distributorio Nave Cavour
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Portaerei Cavour
Il Capitano di Vascello Dottor Alessandro Pini, è stato Rappresentante Nazionale Italiano presso l’ONU, nel Gruppo di Lavoro Internazionale per la revisione della razione alimentare delle truppe ONU e presso la NATO, nel Gruppo di Lavoro Internazionale per la standardizzazione dei requisiti alimentari ai fini della realizzazione di una nuova razione da combattimento per la “Nato Response Force”. Esperto di alimentazione militare, ha collaborato/ collabora con: Nato Research & Technology Organization; NATO/COMEDS Food and Water Safety and Veterinary Support Expert Panel; ■ Natick Soldier System Center (U.S.A.); ■ Bundesamt für Wehrtechnick und Beschaffung (Germania); ■ Heereslogistikschule (Austria); ■ Università di Wageningen (Olanda); ■ Defence Food Services (U.K.); ■ Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione (I.N.R.A.N.); ■ Dipartimento di Fisiopatologia Medica (Sezione Scienza dell’Alimentazione), Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università La Sapienza, Roma; ■ Facoltà di Medicina dell’Università di Palermo; ■ RAI; ■ Mediaset; ■ Sole 24 ore. ■ ■
Attualmente, pur se le moderne tecnologie assicurano certamente un livello di igiene alimentare molto elevato, nella sua sostanza il mangiare a bordo ha mantenuto alcuni caratteri che lo contraddistinguono e lo rendono unico: la necessità di essere preparato in spazi ristretti; il condizionamento dei fattori atmosferici; l’essere consumato nell’intervallo tra un turno di guardia e l’altro; il suo carattere di convivialità, in un ambiente ristretto qual è la Nave, dove le attività sociali vengono drasticamente ridotte e, forse più importante di tutti, il fatto che il mangiare rimane una delle poche attività piacevoli possibili a bordo e assume un ruolo compensativo di un complesso di “vuoti”, determinati dal distacco dal proprio consueto ambiente di vita ◆
Portaerei Garibaldi
È autore di numerosi articoli e scritti, tra i quali: “Guida esplicativa sulla razione viveri speciali da combattimento italiana” - 2008; ■ “Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Difesa e l’I.N.R.A.N.”, per lo sviluppo e l’identificazione delle strategie poste alla base dell’identificazione delle migliori scelte nutrizionali in materia di alimentazione militare e per lo studio e l’identificazione di standard nutrizionali specifici per le FF.AA. italiane” - 2008; ■ “Vademecum per una corretta nutrizione del personale a bordo delle Unità della M.M. Linee Guida per i Comandanti e il personale addetto” - 2009. ■
Foto stato Maggiore della Marina
Nave Scuola Amerigo Vespucci
Le Vele d’Epoca a Napoli Trofeo Banca Aletti IX edizione: cronaca di un successo di Veronica Cardella - ph Francesco Rastrelli
Tuiga
Regata retro nel mare d’Imperia
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apoli, è tempo di vela. Di spostare lo sguardo dalla terra al mare e accorgersi che tra le onde del Golfo quello stesso tempo si è fermato. Cinque giorni di regate e una storia che è tornata ad essere protagonista del paesaggio partenopeo. Le Vele d’Epoca a Napoli Trofeo Banca Aletti sono state questo e tanto altro. La nona edizione dell’evento, che richiama ogni anno appassionati e velisti, si è conclusa domenica 1 luglio. Il Trofeo Banca Aletti è stato assegnato a Cholita - Marconi sloop del 1937 del RYCCS, guidato da Marilinda Nettis vincitore nella categoria Yacht d’Epoca, seguito da Sirius di Fabio Mangione e Emilia, costruito dal cantiere Costaguta di Genova Voltri nel 1930 su committenza del Senatore Giovanni Agnelli, guidato da Gastaldi e Sicotte. All’equipaggio di Emilia è stato inoltre assegnato il Premio Eleganza Marina Yachting.
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Cholita vincitrice del Trofeo Banca Aletti
Nella categoria Yacht Classici >15 ha trionfato la Marina Militare Italiana, con Stella Polare in cima alla classifica e prima nella flotta, seguita dalla nave immagine Chaplin e da Corsaro II. Primo tra gli Yacht Classici <15 Naif, Marconi sloop del 1973 condotto da Ivan Gardini, secondo posto per Chaplin della Marina Militare e terzo per Corsaro II della Marina Militare. Grande spettacolo nella giornata di domenica 1 luglio, con la parata navale che ha visto sfilare tutte le imbarcazioni presenti, da Santa Lucia fino alla Rotonda Diaz. Vincitrice della parata l’ospite d’onore de Le Vele d’Epoca a Napoli 2012, la nave scuola Palinuro, gioiello della Marina Militare Italiana varato nel 1934, che oggi svolge il servizio di nave scuola per gli allievi sottufficiali della Maddalena. A Orianda, il veliero danese di Thomas de Vargas, è andato il Trofeo Angelo Lattarulo.
foto di Francesco e Roberta Rastrelli XVII edizione delle Vele d’Epoca - nonché prestigiosa tappa del Circuito Panerai Classic Yachts Challenge 2012 - l’evento velico internazionale organizzato da Assonautica Provinciale di Imperia grazie al contributo di Officine Panerai e di molti altri, che attrae attorno a sé tutti gli appassionati del settore. Protagonisti antichi gioielli del mare, capolavori flottanti che hanno scritto pagine di storia della nautica mondiale e che dal 5 al 9 settembre solcheranno le onde del mare ligure. Sono vele storiche provenienti da Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Francia, Russia, Malta, Italia, Mar dei Caraibi e Principato di Monaco. Fra le altre barche ricche di fascino e tradizione il cutter francese Pen Duick del 1898 (114 anni), le quattro sorelle centenarie Tuiga, Mariska, Hispania e The Lady Anne la storica Eilean, con ‘soli’ 75 anni di vita, un ketch bermudiano progettato del 1936 dello scozzese William Fife III, acquistato nel 2006 in stato di degrado ad Antigua e recuperata grazie all’intervento di Officine Panerai per essere sottoposto a un perfetto restauro che l’ha riconsegnato alle origini. www.paneraiclassicyachtschallenge.com Presenti anche i dragoni classici - reduci dalle Regate Internazionali di Napoli che si sono svolte nel Golfo dal 21 al 24 giugno scorso - che si sono sfidati per conquistare la Coppa d’Oro Eduardo Pepe. Primo posto per Buriana, con al timone Francesco Spirito, secondo per i tedeschi di Vivian, dragone guidato da Reisacher Gunter; terzo gradino del podio per Tergeste di Marco Gallo, vincitore nel 2011. Tra i ritorni di quest’anno il Marconi cutter Ocean Anemone, dalle inconfondibili vele azzurre; Draumen, un Colin Archer di 37 piedi; il Marconi cutter Manta del 1935; Dalgra III, quinto alle Olimpiadi di Napoli del 1960; il Marconi yawl Paulena del 1966; Tampasìa, racer course-croisière del cantiere Gino d’Este; Lunic e Tintoo VI, disegnati dallo studio newyorchese Sparkman & Stephens. New entry, tra gli yacht classici, Grifone, classificato quarto alle olimpiadi di Tokyo 1964;
Vacan z e in città... m a non trop po
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Il Comandante della Palinuro saluta le imbarcazioni durante la parata navale
Il Presidente Dalla Vecchia con Giulia Gavotto (Marina Yachting) alla sinistra e Gabriella Di Salvo (Banca Aletti) a destra
il Marconi cutter Ea del 1950; e Pilgrim, un 14 metri dei cantieri Carlini di Viareggio di proprietà del Presidente del RYCC Savoia Pippo dalla Vecchia. Il Presidente Dalla Vecchia, che ha consegnato i premi alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare l’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e del Comandante Bruno Buzone Bifulco, ha commentato: “Sono ormai nove anni che le Signore del mare invadono pacificamente il Borgo Marinari. Le Vele d’Epoca a Napoli è una manifestazione con due genitori: il circolo Savoia e la Marina Militare Italiana, che partecipa sempre con passione e grande impegno alla realizzazione di questo evento straordinario. Grazie come sempre a Banca Aletti per il sostegno che ci dà insieme al Side Sponsor Marina Yachting e agli Official Supplier Ferrarelle, Birrificio Sorrento e Leopoldo”. Appuntamento dunque alla prossima edizione, la numero dieci del raduno Le Vele d’Epoca a Napoli Trofeo Banca Aletti ◆ Per tutte le anticipazioni sull’edizione 2013 e per la gallery delle foto di questa edizione: www.leveledepoca.it - www.facebook.com/leveledepoca
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Orianda
uglio e agosto, mesi di vacanza, di partenze e di relax… ma è ancora così? In molti ormai per scelta o necessità trascorrono i mesi “caldi” in città per concedersi poi vacanze fuori stagione. Per loro e per chi invece vuole prolungare la bella sensazione di essere in ferie c’è una soluzione perfetta per sentirsi in vacanza pur andando al lavoro. Pochi minuti ed ecco un parco in cui trascorrere qualche giornata, svegliandosi tra gli aromi della campagna in fiore. Immerso nella natura, il Veio Resident permette di vivere momenti di vacanza senza lunghe trasferte. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di una sistemazione temporanea, durante un trasloco o una ristrutturazione, o per chi si trova in città solo per qualche settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena fuori porta o chi decide che, pur non
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Faccia a faccia tra Arianna Passamonti e Andrea Orlando
A tutta dritta per gli Europei di vela
I due tredicenni si sono battuti per il titolo continentale a Lignano Sabbiadoro dall’1 all’8 luglio
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tessa età, stessa passione, stessa determinazione. E anche stesso vento a favore, quello che li ha spinti fino ai Campionati Europei Optimis, riservati all’imbarcazione a vela di appena 2,30 metri di lunghezza utilizzata dai giovani dai 9 ai 15 anni. Arianna Passamonti e Andrea Orlando, dopo aver superato le selezioni nazionali tra i 160 migliori velisti di tutta Italia, sono pronti a battersi a suon di virate a Lignano Sabbiadoro, dove verrà assegnato il titolo continentale nella prima settimana di luglio. Nell’attesa, si raccontano a Insider Magazine con la freschezza e l’audacia tipica della loro età.
Arianna Passamonti ◆ Andrea Orlando ◆
Come hai conosciuto la vela? ◆ Ho fatto una settimana di vela quando avevo otto anni. ◆ Durante un corso estivo di una settimana iniziato nelle scuole all’età di 8 anni, mi è piaciuto e da allora non ho più smesso con la vela. A che età hai fatto la prima gara? ◆ A 9 anni.
di Ester Maria Lorido
A 9 anni, a Cervia: era la regata ‘Coppa Primavela’, a cui partecipavano tutti i ragazzi della stessa età. È stata molto divertente, una prima esperienza che non si dimentica. ◆
Quante volte a settimana ti alleni? ◆ Due volte a settimane d’inverno e quattro d’estate. ◆ Dipende dalla stagione: d’inverno nel fine settimana e, a volte, un allenamento infrasettimanale; nel periodo estivo quasi tutti i giorni. Adesso, in vista dell’europeo, mi alleno ogni giorno. Da quanto tempo conosci l’altro? ◆ Abbiamo fatto le elementari insieme. ◆ Dalla prima elementare, ma ci siamo conosciuti meglio dopo il corso estivo perchè abbiamo iniziato l’attività agonistica insieme. Un pregio e un difetto dell’altro in mare. ◆ Un difetto forse è che punta un po’ troppo sul risultato, anche se non vedo in questo un grande difetto; un pregio è che è molto sportivo: ad esempio, se io vinco viene subito a complimentarsi. ◆ Un pregio è che non si arrende mai, è sempre molto tenace; forse un difetto è che a volte è un po’ attaccata al risultato.
E qual è il tuo più grande pregio e difetto? ◆ Il mio più grande difetto è che mi scoraggio molto: a volte prima della gara penso di non farcela e questo mi penalizza; il pregio è la mia passione per la vela: questo, invece, è un vantaggio. ◆ Un pregio è che in acqua sono solidale con gli avversari; un difetto è che mi manca un po’ di cattiveria agonistica quando gareggio contro gli amici. Facci un pronostico sul Campionato europeo Optimist. Come andrà a finire? ◆ Spero di fare il meglio possibile, considerando che non ci sarà vento. Cercherò di dare il massimo, ma sono già più che contenta di essere arrivata all’Europeo. ◆ Spero nel meglio, ma non so come andrà a finire perché non ho mai avuto un’esperienza di questo tipo. Scegli: avere il vento a favore agli Europei oppure avere il vento a favore agli esami di terza media? ◆ Agli Europei, agli esami basta studiare! ◆ Forse agli esami di terza media, anche se preferirei dividere il vento: un po’ da una parte e un po’ dall’altra. Scegli: cazzare la vela in un giorno senza vento, oppure essere ‘cazziato’ dai tuoi genitori nel giorno in cui hai marinato la scuola? ◆ Cazzare la vela senza vento! ◆ Cazzare la vela, che alla fine è quello che preferisco.
face to face
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Hai uno spot di dieci secondi per convincermi ad avvicinarmi alla vela. Cosa dici? ◆ È uno sport che fa sentire liberi. Quando sei in barca, in alto mare, è come se tutti i pensieri sparissero. ◆ La vela crea forti legami e porta a compiere scelte istantanee e decise. È uno sport divertente, che permette di scaricare tutte le tensioni accumulate durante gli impegni scolastici o il lavoro, e questo fa passare sopra al fatto che, a volte, bisogna scegliere tra amicizie e livello agonistico. Un grazie a chi lo dici? ◆ Alla mia allenatrice Carlotta Crocetti. ◆ Al mio istruttore Simone Ricci, che mi ha sempre sostenuto anche quando le cose non andavano per il verso giusto, dandomi la carica necessaria. E poi a Mario Siano, fondatore del Nauticlub Castelfusano: devo molto ai suoi consigli preziosi. Non so se l’ha voluto il destino, ma 40 anni fa Siano è stato l’allenatore di mio zio, che ha vinto varie volte ai Campionati di Optimist e ha partecipato anche ad alcune edizioni dei mondiali. Qual è il tuo sogno nel cassetto? ◆ Riuscire a continuare una carriera nella vela anche dopo l’Optimist. ◆ Ottenere un buon risultato a questo europeo e riuscirmi a qualificare per i campionati mondiali. Poi, magari, raggiungere le Olimpiadi con le classi più avanzate ◆
feRReTTI: 170 AnnI Ben PoRTATI Lo SToRICo BRAnd deL GRuPPo RIVA CeLeBRA Con CInQue GIoRnI dI eVenTI
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randi festeggiamenti in casa Ferretti: lo storico brand del Gruppo Riva, leader della nautica di lusso a livello mondiale, ha recentemente compiuto 170 anni- L’evento è stato celebrato con una 5 giorni di eventi di alta classe che hanno avuto luogo tra la Riviera Ligure e la Costa Azzurra tra il 27 giugno e il 1 luglio. Così, il 27 e il 28 giugno, nel Golfo della Spezia, meglio conosciuto come Golfo dei Poeti, è stata presentata la nuova imbarcazione della serie, il 63’ Virtus, uno yacht con cui Riva reinterpreta il concetto di open con una barca dal tipico stile mediterraneo che conserva l’eleganza inconfondibile di tutti i suoi modelli: classe, raffinatezza e pulizia delle forme.
Riva 63’ Virtus
Il giorno successivo, a St. tropez, ha preso il via il “Riva Trophy” successivamente al quale ha avuto luogo la prestigiosa serata di gala riservata agli Armatori Riva. La suggestiva cornice della diga di St. tropez ha ospitato, per l’occasione, armatori provenienti da tutto il mondo, che hanno potuto ammirare in anteprima esclusiva il nuovo Riva 63’ Virtus e assistere il giorno seguente alle prove in mare dell’imbarcazione. Il primo giorno di luglio, infine, ha chiuso questa prestigiosa rassegna la “Parata degli Acquarama”, una sfilata alle porte dello Yacht Club di Monaco aperta proprio dal 63’ Virtus al fine di rendere omaggio ai 50 anni di Aquarama, icona del cantiere e simbolo del nome Riva negli anni
Riva 63’ Virtus
indimenticabili della “dolce vita”. Creato seguendo le linee del Vertigo, un classico Riva di grande successo, il 63’ Virtus è frutto della collaborazione tra Officina Italiana Design, lo studio che si occupa in esclusiva della progettazione di tutte le imbarcazioni della gamma Riva, AYT - Advanced Yacht Technology, centro di ricerca e progettazione navale del Gruppo Ferretti, e il team di architetti e designer del Centro Stile Ferrettigroup. Il nuovo modello è pensato come un’imbarcazione dalle caratteristiche sportive, con un carattere forte ed immediatamente riconoscibile, creata per l’armatore che ama vivere il mare in prima persona ◆ F.M.
Cucina tradizionale di carne e di pesce preparata con ingredienti genuini e naturali. La pizza rigorosamente bassa e croccante e per finire i dolci di produzione propria.
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ACIDO MANDELICO E OSSIDO DI RAME IN SINERGIA CONTRO L’INVECCHIAMENTO DELLA PELLE
e tecniche della medicina estetica proliferano e offrono sempre più mezzi al medico per contrastare e trattare i vari inestetismi del volto, ma altrettanto importante è la creazione di una terapia domiciliare di integrazione e mantenimento delle pratiche professionali. È per questo motivo, che nella nostra esperienza, abbiamo ormai consolidato una serie di prodotti professionali ad esclusivo uso medico e di una linea domiciliare che si integra con quella professionale per una completa azione sinergica per il trattamento dell’invecchiamento cutaneo. Dato che ci troviamo in estate inoltrata, occorre ricordare che una delle maggiori cause dell’invecchiamento cutaneo è l’esposizione ai raggi ultravioletti. Per ovviare a questo
Ma si sa, la tecnologia e la scienza stanno facendo passi da gigante e ciò ha permesso la creazione di materiali contenenti particelle di ossido di rame che possono migliorare l’aspetto generale della nostra pelle. Come? Più semplice a farsi che a dirsi, basta indossare delle mascherine o dei calzini della linea Cupron, o ancora addormentarsi su di una delicata federa. Ebbene si, ad oggi si può trarre beneficio da una sinergia di questa nuova ed innovativa tecnologia con la linea domiciliare da noi proposta. Vi domanderete “perché il rame?”, il rame è un minerale essenziale nel corpo umano, con particolari effetti antimicrobici in grado di uccidere funghi, batteri e virus, causa di cattivi odori, macchie e infezioni; e in grado di agire contro gli acari della polvere che provocano allergie Mandel Active
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problema sarebbe necessario evitare qualsiasi esposizione al sole, ma provate voi a dire ad una donna che sarebbe meglio non passare delle piacevoli ore su di una comodo lettino in riva al mare o in piscina. Non osiamo immaginare la risposta. Oggi, fortunatamente , è possibile essere abbronzati senza avere danno per la nostra cute, grazie alla messa a punto di prodotti contenenti principi attivi capaci di bloccare il danno solare e al contempo di contrastare l’invecchiamento cutaneo. Dopo una serie di studi, sono stati creati una serie di protocolli che indirizzino i nostri clienti verso un corretto uso dei prodotti, affinchè questi possano giovare appieno delle caratteristiche della nostra linea domiciliare, abbronzandosi e allo stesso tempo contrastando i danni dovuti dai raggi UVA e UVB.
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ed asma, trasformando un ambiente da allergenico ad ipoallergenico. Esso, inoltre, riesce a stimolare la produzione di collagene e di altre proteine fondamentali, migliorando l’aspetto della pelle e contribuendo alla cicatrizzazione della stessa. La tecnologia Cupron è stata in grado di incorporare in modo omogeneo le particelle di ossido di rame all’interno di alcuni materiali polimerici. Attraverso una serie di studi clinici sono stati individuati numerosi benefici, tra i quali, l’attenuazione di rughe del volto e delle mani , delle linee di espressione e delle macchie di iperpigmentazione, non solo, ma anche la protezione da funghi, batteri e virus e un miglioramento globale della pelle in quattro settimane.
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La tecnologia brevettata Cupron, basata su un processo di incorporazione dell’Ossido di Rame nelle fibre del tessuto, contribuisce a migliorare l’aspetto e il benessere della pelle, in sole 4 settimane. Il sogno di rendere la pelle più bella, semplicemente dormendo, ora è realtà.
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una m ela al giorno
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male che hai, frutto che trovi
I poteri taumaturgici del più sano degli alimenti
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immi che problema hai, ti dirò cosa mangiare. Facile, perché in molti casi la risposta sembra essere la stessa: la frutta. È l’ideale per pasti ipocalorici: l’85-90 percento del suo peso è formato da acqua e l’apporto di proteine e di grassi è del tutto trascurabile. Nonostante il sapore dolce, gli zuccheri (glucosio e fruttosio) sono presenti in percentuali modeste (dal 3 al 9 percento). Con un etto di anguria assumiamo solo 15 calorie, 65 con la ‘calorica’ banana: niente se confrontate con quelle di un etto di pane, che ne ha circa 280. Difficoltà a digerire? Le fibre, presenti soprattutto nella buccia, oltre a ottimizzare la motilità intestinale, facilitano la digestione grazie all’azione di una di esse in particolare, la pectina. Per questo è poi il caso di sfatare la leggenda metropolitana che consiglia di mangiare la frutta lontano dai pasti: un frutto, specie se non sbucciato è una buona regola per evitare i gonfiori e i sensi di peso dopo una mangiata abbondante. A regolare il metabolismo e a prevenire numerose malattie ci pensano poi le vitamine: l’alimentazione più ricca ed equilibrata dell’era moderna ha allontanato lo spettro di alcune di esse, diffuse specialmente tra i bambini, quali la pellagra, lo scorbuto e il beri-beri. La frutta fresca è la fonte principale di vitamina C, E e di beta
carotene, precursore della vitamina A. Per quanto riguarda quest’ultima, importante per la pelle e la vista, ad esserne ricca è l’albicocca, dotata anche virtù antianemiche; la mela e la castagna combattono la stanchezza fisica e mentale, mentre la pesca stimola la funzionalità renale e intestinale. Il limone, vero mattatore del regno vegetale, ci protegge dai reumatismi, dalla gotta, dalle infezioni, dall’ipertensione arteriosa, dalle emorragie, dal diabete. Età che avanza non ti temo, sempre grazie ai super poteri delle vitamine: alcune di quelle che ritroviamo specie nella frutta possiedono potenti capacità antiossidanti che permettono di contrastare gli effetti negativi dei radicali liberi, quali l’invecchiamento cellulare, la riduzione dei poteri immunitari, lo sviluppo di neoplasie e di malattie cardiovascolari. A confermarlo è un recente studio dell’INRAM (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), che ha individuato nella frutta quantità abbondanti di potenti antiossidanti quali polifenoli, anticianine, luteina e cumarine. Gli esperti ricordano, però, che come succede per le vitamine e per i sali minerali, queste sostanze vengono distrutte dall’ebollizione, dall’essiccazione e da ogni mezzo fisico o chimico di conservazione. Meglio i frutti come natura li ha fatti: freschi e solo di stagione ◆ E.M.L.
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CORTONA ON THE MOVE
EDIZIONE 2012: FOTOGRAFIA IN VIAGGIO di Maria Laura Perilli
Gianni Hermit For Love Into The Silence - ph Carlo Bevilacqua
Vincent Fournier
Giulio Di Sturco
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in dal XVII secolo i ricchi giovani dell’aristocrazia europea intraprendevano il Grand Tour che li avrebbe portati, attraverso il continente europeo, in Francia, Grecia ed Italia. Un percorso, allora, finalizzato alla conoscenza di cultura, arte ed antichità del vecchio continente. Il modo di viaggiare e l’atteggiamento mentale davano ampia ragione alla frase di Voltaire: “Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”. Nel tempo la possibilità di viaggiare si è generalizzata, coinvolgendo masse di popolazione sempre più ampie, ma, come osservava Eugenio Turri nel suo testo sull’antropologia del paesaggio, le masse conoscono tutto del Taj Mahal e ben poco sanno della sapienza del paesaggio agrario padano, dei ritmi ancora oggi rintracciabili in esso, dettati dalla ‘centuriatio romana’. Ciò che è venuto meno nell’uomo odierno, sempre più distratto dal vivere vorticoso, è la capacità di guardare nei luoghi e nelle cose, di interpretare quei segni che l’uomo stesso è venuto stratificando sull’ambiente, attraverso i secoli, per mezzo delle sue attività. I segni, nel bene e nel male,
Alessandro Grassani Mongolia
misurano il livello della sensibilità di una comunità; sono la testimonianza storica della sua capacità di apprezzare ed amare i “luoghi”. In questo senso l’edizione 2012 di Cortona on the Move, curata da Arianna Rinaldo, ha il merito di sollevare, al di là dell’elevato ed indiscusso valore tecnico ed artistico delle testimonianze fotografiche esposte, l’esigenza di recupero dell’approccio analitico all’esperienza del viaggio. L’uso del mezzo fotografico si assume l’onere, qui, di fissare usi, costumi e contraddizioni di un mondo sempre più lacerato e dibattuto tra esigenze di sviluppo, conservazione di antichi valori e loro riscoperta. Aerotropolis di Silvio Di Sturco coglie il contrasto tra l’avanzare del tessuto urbano, emblema di un’economia della crescita, ed i residui di una natura in disfacimento simboleggiata da sculture di balenotteri spiaggiati per disorientamento. Un’immagine che richiama quanto recentemente detto dal biologo Ferdinando Boero: “Il progresso fuori dall’ambiente non è progresso e un’economia senza natura è solo una truffa… se infrangiamo le leggi della natura a favore di quelle dell’economia, la natura ce la farà pagare cara, carissima”. Massimo Siragusa, invece,
Anoek Steketee China
focalizza la sua attenzione sulla piazza: vuole sottolineare l’esistenza di un’entità urbana nata come isola felice e distribuita capillarmente dai nostri padri in tutti i centri urbani d’Italia. È, tuttavia, un’isola sempre più degradata da luogo a localizzazione, a slargo utile ad ospitare dei garage a cielo aperto. Viene così testimoniato quel perduto senso delle relazioni umane che, proprio nelle piazze era tessuto e protetto dai ritmi del tempo ciclico, oggi scalzato dal tempo segmentato ed utilitaristico. Monika Bulaj coglie, in una foschia polverosa, da atmosfera rarefatta, l’incontro di uomini che sembrano attendere alla pratica di antiche ritualità cosmiche, quasi a preannunciare l’immagine di Vincent Fournier; immagine che pone, con immediatezza, un duplice interrogativo: l’uomo in tuta spaziale in prossimità di una faglia è il colonizzatore di pianeti altri o soltanto un sopravvissuto che viaggia, ormai, su una terra depauperata di ogni suo elemento vitale? Sono foto che tentano di recuperare il vero senso del viaggio, ormai troppo spesso limitato a stereotipate visioni da cartolina; l’occasione del viaggio, quindi, come possibilità per ognuno di mettersi in posizione di ascolto, comprensione
Massimo Siragusa La Piazza
ed osmosi con quanto sta visitando. Gli artisti di Cortona on the Move sembrano accogliere, così, in pieno, le parole di Josè Saramago: “...bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini” ◆
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what’s on what’s
Via g giare con la fantasia
CASAMATTA
triennale desiGn MuseuM , fino al 2 setteMbre Triennale Design Museum presenta una mostra che svela un aspetto inedito e meno indagato del lavoro dell’artista designer cileno Sebastián Matta (1911-2002). Casamatta, curata da Johnny Dell’Orto, riproduce simbolicamente gli interni della casa di Matta arredata esclusivamente con le sue creazioni a cavallo fra arte, design e artigianato. Sedie, divani, panche, tavolini, armadi, letti, lampade, realizzati sperimentando diversi materiali come legno, resina e metallo, dialogano con oggetti d’uso quotidiano in ceramica, posate, piatti, vasi decorati e piccole sculture. Tra le sue mostre più importanti, vanno ricordate le retrospettive tenute al Museum of Modern Art di New York nel 1957 e al centro Pompidou a Parigi nel 1985. www.triennaledesignmuseum.org
milano
Catalogo Corraini Edizioni
SUSAN PHILIPSZ | CLOSE TO ME
palazzo reale e Cappella palatina, fino al 23 setteMbre Una delle caratteristiche dei lavori di Susan Philipsz è quella di creare opere sonore, senza l’introduzione di nuovi elementi materiali se non il suono, sfruttando le potenzialità architettoniche e paesaggistiche del contesto in cui si collocano. In questo caso le installazioni dell’artista dialogano con gli spazi straordinari di Palazzo Reale, della sua corte e dell’attigua chiesa di San Gottardo, la cappella palatina del Palazzo. www.comune.milano.it
ELAD LASSRY
paC padiGlione d’arte ConteMporanea, fino al 16 setteMbre Inaugurata lo scorso 6 luglio il PAC di Milano la prima mostra monografica che un’istituzione dedica al lavoro dell’israeliano Elad Lassry. Il lavoro dell’artista è caratterizzato da una riflessione sull’ubiquità dell’immagine nella società contemporanea e sulla possibilità di ridefinire codici visivi conosciuti e abitudini interpretative. In questa mostra verranno presentati un’ampia selezione di opere a parete, quattro film, nuove opere di scultura e un’installazione che fonde fotografia, scultura e architettura realizzata appositamente per il PAC. A partire dalla sua recente comparsa sulla scena internazionale, il lavoro di Elad Lassry ha attratto l’attenzione di pubblico e critica tanto per la forza visiva quanto per il rigore concettuale che lo contraddistinguono. www.comune.milano.it/pac
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Museo Cantonale di Mendrisio, sVizzera fino al 26 aGosto Una mostra a cura di Paolo Campiglio in collaborazione con l’Associazione Filippo De Pisis con il Museo d’Arte di Mendrisio che presenta circa 50 opere di De Pisis, tra olii su tela e chine acquerellate, e circa 40 carte dipinte e incise di Montale, in un percorso che si sviluppa per alcune principali aree tematiche: il paesaggio mediterraneo e il rapporto con gli elementi naturali, la poetica dell’oggetto e la reificazione dell’io, il motivo degli uccelli impagliati o degli animali tragici, il ritratto come presenza evanescente, la città. Gli anni e il clima sono quelli degli Ossi di seppia e delle Occasioni di Montale. Spunto iniziale e perno dell’esposizione è l’opera Il beccaccino (1932) di De Pisis, il quadro regalato a Montale nel 1940 per ringraziare il poeta dell’epigramma a lui dedicato nella prima edizione delle Occasioni (1939) dono che testimonia l’affetto e la stima tra il pittore, che aveva esordito come letterato, e il poeta, che coltivava segretamente e poi pubblicamente una passione per la pittura. (A.F.) www.mendrisio.ch/museo www.deangelispress.it
svizzera
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DE PISIS E MONTALE LE OCCASIONI TRA POESIA E PITTURA
n anno caldissimo, con il sole che infuoca città e campagne, ricordando nelle ore più roventi immagini di praterie lontane che accendono la fantasia. Per chi ama lo stile dei cowboy il far west non è così lontano:: una distesa verde con un bosco naturale e graziosi laghetti. Wild West: un angolo di quel lontano mondo dei nativi d’america e dei pionieri, di frontiera e d’avventura. Ci si arriva per un aperitivo al tramonto, si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati dall’atmosfera da film e dalla bellezza sorprendente di questo parco appena fuori dal caos della città. Un cancello segna il confine verso l’ovest, con un toro a grandezza naturale che accoglie gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia dei film di cow boy: la banca e la prigione (che ospita un tavolo per piccole comitive) e ovunque selle, vecchie Colt,
cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti pezzi originali che accompagnano in questo viaggio che parte dalla buona tavola. Il menu, naturalmente, non può che cedere al richiamo della carne, con una vasta selezione italiana e straniera da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC, alette e coscette di pollo. Una cucina robusta e saporita che non dimentica antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude in dolcezza, con crostatine e dolci caldi dello Chef, scaldati dalla stufa al centro dalla sala o ospitati dall’ampio spazio all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che faranno la gioia dei più piccoli. Per chi non resiste al vizio del fumo, una sala riservata da cui godere della vista incantevole del parco.
WILd WeST - STeAK HouSe Via della Giustiniana, 906 Tel. +39 0630207222 Aperto tutti i giorni dalle 19, sabato e domenica anche a pranzo Chiuso il lunedì
www.wildweststeakhouse.it
what’s on what’s
Bontà al fresco
LUX IN ARCANA. L’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO SI RIVELA
Musei Capitolini, fino a settembre Nel IV° Centenario della fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano, in mostra l’archivio dei papi, con l’obiettivo di rendere visibile le fonti, ovvero i fondamenti su cui basa la storia. Cento documenti rari e preziosi, mai usciti dalla città pontificia, offerti al pubblico nella loro unicità: codici, pergamene, filze, registri e manoscritti che vanno dal VIII secolo al XX, a testimoniare gli intrecci e i legami tra Roma e il Papato e tra questi e l’Italia, l’Europa e il mondo intero. www.luxinarcana.org
AVANGUARDIE RUSSE
Museo dell’Ara Pacis, fino al 2 settembre Mostra essenzialmente didattica: settanta opere dai più importanti musei russi, esposte in otto sezioni che vedono protagonisti pittori come Vasilij Kandinskij e Marc Chagall, e correnti come Cubofuturismo, Astrattismo, Costruttivismo. L’esposizione, arricchita dall’installazione dell’artista Pablo Echaurren e di alcuni video sul contesto storico, mira a sottolineare l’influenza che questi movimenti ebbero sullo sviluppo delle arti nel ventesimo secolo: pittura, musica, teatro, poesia e cinema. www.arapacis.it
Warhol: Headlines
GNAM, fino al 9 settembre Mostra dedicata alle opere di Andy Warhol (1928-1987) che trovano origine nella carta stampata: dipinti, disegni, fotografie, sculture, film, stampe, video e televisione illustrano il sensazionalismo dominante dei media e l’influenza che questi hanno da sempre sui singoli individui. È il titolo “urlato” che interessa l’artista che, con tecniche varie e strumenti diversi, trasforma l’elemento editoriale in un’opera d’arte. Ottanta i lavori esposti, a testimoniare l’attività di uno dei maggiori esponenti della pop art americana divenuto, con i suoi comportamenti eccentrici, a sua volta icona e simbolo di un’epoca. www.gnam.beniculturali.it
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I VETRI A ROMA
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di Laura Mocci
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Curia Iulia - Foro romano, fino al 16 settembre “Personalmente preferisco il vetro, che non ha nessun sapore. Se solo non fosse fragile, lo preferirei anche all’oro” (Satyricon, 50, 7). Così Petronio nel I secolo d.C. si riferiva allo straordinario materiale diffusosi, in seguito allo sviluppo delle rotte commerciali, in tutto il bacino del Mediterraneo. Artigiani specializzati e tecniche raffinatissime di matrice orientale furono alla base dell’arte del vetro romano che per raffinatezza d’esecuzione arriverà a rivaleggiare con l’argenteria. Trecento pezzi a partire dal II sec. a.C (vasellame, gioielli e mosaici), lungo un percorso cronologico attraverso le tecniche di lavorazione, illustrano la varietà della produzione. www.archeoroma.beniculturali.it/mostre/vetri-roma
na cena in allegria, semplice e gustosa, adatta per grandi e picccini. Uno spazio accogliente dove trascorrere ore in allegria, immersi nel verde e nel fresco della campagna romana. Questo assicura il Corvo Allegro. Ideale per chi, finito di lavorare, non vede l’ora di allentare la cravatta e godere di una cena informale, in un ambiente accogliente e circondato dal verde. Bastano pochi minuti di macchina dopo l’ufficio per giungere a destinazione, e godere, magari, delle ultime ore di luce immersi nella natura. Basta dare uno sguardo al parco: otto ettari rigogliosi in ogni stagione dove lo sguardo trova finalmente un panorama libero dai palazzi della città. In un tale scenario è impossibile non trovare immediatamente il buonumore, confortati da sapori veri, con un menu che è un inno alla grande tradizione della cuci-
na italiana, dove emergono con forza i sapori di una materia prima scelta con cura ed elaborata con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta alla griglia, senza tralasciare una bella scelta di dolci, un goloso carosello che non poteva certo dimenticare la pizza cotta nel forno a legna. Un menu che riesce a soddisfare anche i palati più capricciosi, mettendo d’accordo grandi e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento musicale. Il corvo allegro infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista sul parco, anche uno spazio disco pub, perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi, e quelle serali dei più grandi: basta prenotare per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di festa e di vacanza.
Il corvo allegro Seven Hills Village Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751 (dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana Domenica aperto anche a pranzo
info@ilcorvoallegro.it www.ilcorvoallegro.it
what’s on what’s Grandi Concerti in cavea
AUDITORIUM Almeno due segnalazioni nell’ambito della ricca programmazione estiva dell’Auditorium: la limpida voce di Norah Jones lunedì 17 e l’imperdibile duo Danilo Rea (pianoforte) - Gino Paoli (voce) venerdì 28 luglio. www.auditorium.com
roma D.C.
I SOLISTI DEL TEATRO
GIARDINI DELLA FILARMONICA, fino al 1 agosto XIX edizione per il Festival teatrale che include monologhi, sperimentazioni e testi inediti messi in scena da volti storici e giovani leve. Il cartellone della rassegna include musica, letteratura, teatro, cronaca e nomi come Stefania Rocca, Francesca Reggiani, Stefano Benni, Giorgio Tirabassi. In chiusura Voci nel Deserto, il primo esperimento di rave teatrale costruito su Frammenti di Libertà di Pensiero dal passato che, riassemblati, compongono una narrazione tematica del presente. www.filarmonicaromana.org
GIULIO CESARE
GLOBE THEATER, dal 9 al 26 agosto Sulla traduzione di Masolino d’Amico, Giorgio Albertazzi diretto da Daniele Salvo interpreta il Julius Caesar di Shakespeare nel suggestivo spazio del Globe Theater. Spettacolo a lume di torce e bracieri con 16 attori, 15 figuranti e 30 maschere di cera. Costruito sul modello architettonico dello storico teatro scoperto elisabettiano di Londra, il Globe è immerso nella verde cornice di Villa Borghese ed ospita una rassegna estiva di opere rigorosamente shakespeariane sotto la direzione artistica di Gigi Proietti. www.globetheatreroma.com
Notti d’Estate a Castel Sant’Angelo
Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo fino al 9 settembre Due mesi di aperture straordinarie, visite guidate e concerti per consentire la visita del suggestivo monumento sul Tevere. Durante la manifestazione sono accessibili spazi normalmente chiusi al pubblico, e la sera sono previsti 27 concerti di musica classica, lirica, pop e jazz nel Cortile della Balestra. Tutto gratuito. www.nottiacastelsantangelo.it
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M AGA ZINE
Moshi Moshi (I narratori)
Books
Cinque Terre con le pinne - guida allo snorkeling per tutti Guida completa allo snorkeling, ricca di foto e informazioni indispensabili per vivere un turismo diverso alle Cinque Terre. Tutto il background essenziale per apprendere i fondamentali di questa attività e imparare a riconoscere le principali specie viventi lungo gli itinerari sommersi che chiunque può seguire, con l’ausilio di pinne, maschera e boccaglio. Autore: Leonardo D’Imporzano Editore: Magenes
VILLA ARDEATINA
Nel territorio della narrativa fatta di sentimenti ed emozioni, dalla più nota autrice giapponese contemporanea un nuovo romanzo che racconta del rapporto tra una madre e una figlia, del dolore che le unisce e delle piccole felicità che sono sempre dietro l’angolo. Autore: Banana Yoshimoto Editore: Feltrinelli
La casa sopra i portici Autoritratto sorprendente, tenero ed esilarante. Dalla giovinezza nella mitica casa paterna all’incontro con Vittorio De Sica e con il cinema: dai primi passi al Centro Sperimentale sotto la guida di Roberto Rossellini, alla genesi dei film, con retroscena e aneddoti. Quindi le amicizie che hanno segnato la sua vita: Sergio Leone, Federico Fellini e Massimo Troisi. E poi il grande amore per la musica: Beatles e Who, gli incontri con David Bowie, David Gilmour e Led Zeppelin. Autobiografia inedita di un artista che in trent’anni di carriera ha tracciato un disincantato ritratto del nostro paese. Autore: Carlo Verdone Editore: Bompani
I complici
ooks
Ennesimo giallo dell’anima dal prolifico autore francese. Storia tra un uomo e la sua segretaria: un’intesa che non è né amore né passione, ma prima la condivisione di un gioco segreto e poi la complicità in un crimine. Finchè la loro esistenza diventa una fuga da tutti gli esseri mediocri, che il personaggio disprezza come disprezza la sua stessa vita. Con il fine ultimo di salvare quei momenti che lo attraggono in modo enigmatico: così come enigmatico, e misterioso, è il piacere della donna. Autore Georges Simenon Editore: Adelphi
CASA DI RIPOSO
“Un’oasi verde immersa nel cuore dell’Eur” ➤ ➤
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Il boss delle torte: storie e ricette della ‘mia famiglia’
Le torte di Buddy Valastro sono leggendarie, così come lo è stata la vita di suo padre, abile pasticciere, scomparso quando Buddy aveva solo 17 anni, lasciando a lui il compito di mandare avanti l’azienda. Il libro di memorie di un italoamericano e della sua famiglia, riuscita ad affermarsi negli Stati Uniti, dove il boss delle torte ha realizzato il suo sogno: portare la sua pasticceria ai massimi livelli, migliorando le ricette tradizionali e lanciando le torte a tema che l’hanno reso famoso in tutto il mondo. Le sue creazioni pluripremiate sono state presentate in numerosi servizi sulla stampa americana e in popolari trasmissioni televisive. In Italia il canale Real Time gli dedica ben tre programmi. Autore: Buddy Valastro Editore: Vallardi A.
Ferro Sette Al suo primo romanzo dopo qualche decina di racconti e svariati premi, Francesco Troccoli esplora il mondo del fantastico misurandosi con un testo che è stato giudicato “innovativo e dai risvolti sensazionali” ed uno stile “scorrevole e attento allo stesso tempo, che rende la sua opera unica e avanguardia di una nuova frontiera della narrativa moderna”. Futuro remoto: in un paese non più libero due vecchi commilitoni si ritrovano, nemici. Il primo è l’ignara pedina di un potere occulto; il secondo si ribella a quella che sembra l’unica vita possibile e si aggrega ad un sorprendente gruppo che difende la propria libertà. Lo scontro tra le due parti è inevitabile, perché la ribellione scaturisce dalla natura più segreta e preziosa dell’essere umano. Autore: Francesco Troccoli Editore: Curcio Editore
PENSIONE COMPLETA ASSISTENZA INFERMIERISTICA GIORNALIERA ATTIVITÀ OCCUPAZIONALE IGIENE E PULIZIA QUOTIDIANA DELLA CAMERA
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RoMA CAPITALe deL GuSTo! A SeTTeMBRe LA PRIMA edIZIone
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re edizioni di grande successo a Milano, migliaia di appassionati alla buona tavola conquistati in tutto il mondo: a settembre arriva a Roma il Taste Festival, la celebrazione della cucina di eccellenza. L'evento sarà ospitato nei giardini pensili dell'Auditorium Parco della Musica, dove il più grande ristorante del mondo aprirà per quattro giorni di assaggi e degustazioni a cura di 12 fra i migliori ristoranti della città per la prima volta insieme per proporre alta cucina al grande pubblico. Chef stellati e non usciranno dal regno delle loro cucine per lavorare gomito a gomito durante quattro intense giornate all'insegna del gusto, per incontrare i fans, svelare segreti e ricette, e, perché no, divertirsi cucinando a cielo aperto! Dalla tradizionale cucina italiana a quella tipica romana e regionale, con sconfinamenti nella cucina creativa e sperimentale, showcooking e corsi di cucina: un palcoscenico en plein air in cui ogni ristorante proporrà tre piatti ideati per l'occasione in versione “taste”, ad un prezzo compreso tra i 4 e i 6 euro. Un'occasione rara per i gourmet, che potranno appagare le curiosità culinarie, e per chi vuole avvicinarsi in modo divertente e informale all'alta cucina. Durante l'evento sarà infatti possibile degustare le specialità dei grandi chef e dei migliori ristoranti della città in un contesto unico e di grande fascino. Taste of Roma sarà la vetrina della ristorazione romana d'eccellenza e il Parco della Musica lo scenario che ospiterà gli chef a rappresentarla ◆
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www.tasteofroma.it
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IL dReAM TeAM dI TASTe of RoMA 2012 Acquolina Hostaria in Roma (chef: Giulio Terrinoni) Agata e Romeo (chef: Agata Parisella) All’oro (chef: Riccardo Di Giacinto) Giuda Ballerino (chef: Andrea Fusco) Glass Hostaria (chef: Cristina Bowerman) Il Convivio Troiani (chef: Angelo Troiani) Il Pagliaccio (chef: Anthony Genovese) Imàgo - Hassler Hotel (chef: Francesco Apreda) L’Arcangelo (chef: Arcangelo Dandini) Magnolia - Jumeirah Grand Hotel (chef: Kotaro Noda) Ristorante Metamorfosi (chef: Roy Caceres) Ristorante Pipero al Rex (chef: Luciano Monosilio)
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InConTRo SeMISeRIo Con GIAnfRAnCo PASCuCCI
perchÉ semiserio? per le risAte, i sorrisi e il gioco continuo che hA condito lA nostrA intervistA. per il resto, lA cucinA, lA ricercA, lA storiA di questo chef, tutto è serissimo di Antonella De Santis
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a quanto tempo c’è il Porticciolo? Circa quindici anni, ma Vanessa ed io non teniamo il conto, né del matrimonio, né del fidanzamento, né del ristorante. Quindi tutto è partito insieme? Si, c’è stato un cammino comune: fidanzamento, ristorante, matrimonio, figli, stanze e di nuovo noi. Cosa è cambiato in 15 anni? È cambiato tanto e non è cambiato niente. La cosa diversa è forse la consapevolezza di poter creare qualcosa insieme, ognuno per quello che sa fare e può ancora imparare, ognuno nel suo settore, rispettandosi tanto. Aiutandoci reciprocamente per individuare punti forti o deboli. Cos’altro? È cambiato anche l’approccio al cliente, alla cucina, all’ingrediente, alla nostra cultura e a noi stessi. Il modo di rapportarci con noi e poi con gli altri, ma è stato un cambiamento che è partito da una base che c’era già. Avevamo voglia di rivalsa e di riscatto, volevamo capire chi eravamo e cosa potevamo fare, non ci piaceva l’ambiente e la nostra realtà di allora e ne volevamo costruire una nuova. In questo cammino abbiamo trovato tanti amici che la pensano come noi, o la pensano in maniera diversa ma sono comunque sulla stessa linea. Un mondo di persone che senti vicine e che magari hanno fatto lo stesso percorso. Cosa c’è oggi che c’era anche all’inizio? La rabbia. La voglia di farcela e superare ostacoli inutili, per poter ragionare in maniera diversa e più ampia.
Invece nei piatti? Nei piatti è cambiato tanto ma qualcosa c’era già: la materia prima, la voglia di non rovinarla, ma esaltarla. L’idea di fare delle semplici operazioni e portare in tavola qualcosa per cui il cliente possa dire: “è buono, mi piace”, invece di “sei stato bravo”. Quello che mi piace di più è che il cliente si accorga che quella grande materia prima è stata cucinata da me. Quali sono state le tappe fondamentali da quando hai iniziato? Intanto la voglia di lavorare solo con pescato locale invece di pesce allevato o importato. Poi il desiderio di esprimerci. Siamo un locale familiare, quindi più noi riusciamo a crescere, più crescono i nostri piatti. Abbiamo diminuito i coperti, pian piano. Poi ci sono stati gli incontri: tante persone piene di passione, chef ma non solo, grazie alle quali c’è stata una grande crescita. Vedere che alcuni piatti, che facevamo pur pensando che fossero difficili, sono stati invece ben accolti e capiti, ci ha dato la forza per continuare. Il giudizio altrui ti aiuta a correggere un piatto? Le idee di persone che stimi in cui vedi spessore e sensibilità (magari anche nella loro semplicità) aiutano a posizionare il piatto su un livello diverso. Ma senza stravolgerlo. Perché ho le mie idee e quelle devono essere trasmesse. Se qualche particolare aiuta a comunicare meglio un concetto lo apprezzo, se lo trasforma, no. Non sarebbe corretto.
a qualcosa. Quando a un ragazzo chiedi 30 o 40 operazioni che sembrano inutili e non danno risultati può pensare che stai sbagliando. Questo riscontro è stato un grosso sollievo. I nuovi ragazzi hanno una base da cui non possono dissociarsi, quello che dicevamo è pienamente rispettato, oltre che eseguito. Siamo partiti facendo cose impensabili per un posto come il nostro e per Fiumicino, poi pian piano con le guide e la stella tutto questo è stato legittimato. La persona da cui hai imparato di più Alberto Zafrani, il mio primo cuoco: grande mano, appassionato della vita, affascinante, sempre contorniato di persone, donne, situazioni incredibili. Poi Pierangelini, Bottura e molti altri, ho riflettuto tanto dopo aver parlato con loro. Infine ci sono i libri, la grande cucina italiana e francese. Lo studio. I tre piatti che hanno segnato il tuo cammino. Il calamaro fritto con la composta di arancia e cipolla, volevo cambiare il classico fritto di Fiumicino. Ci sono 20 diversi passaggi per arrivare a quel fritto, volevo poi fare un abbinamento diverso dal classico limone. Ha segnato un cambiamento. Poi c’è stata la linguina Mancini aglio olio peperoncino e battuto di gambero rosso al lime, che univa il concetto di una carbonara, con la testa del gambero lavorata fuori dal fuoco come l’uovo, e dell’aglio e olio. Ho potuto studiare e riflettere su questi concetti. Poi è stato il momento del raviolo umami: nuovi obiettivi, pulizia del piatto, concentrazione dei sapori e ricerca di un gusto insolito.
gourmet
Poi c’è stata la stella Michelin C’è stata la ricerca della stella: ne sentivamo l’esigenza.
è cambiato qualcosa dopo la Michelin? Di nuovo consapevolezza, di quello che eravamo riusciti a raggiungere con Vanessa e con tutto lo staff, che ha visto come le cose che gli facevamo fare, soprattutto in cucina, portavano
Raccontaci di questo piatto È un raviolo di fegato di rana pescatrice con brodo ristretto ai semi di pomodoro. Il concetto base è l’umami, il 5° gusto, che volevo portare anche a Fiumicino, un piatto in consueto perché qui il fegato di pescatrice non si usa molto.
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RAVIoLo uMAMI
La risposta del pubblico quale è stata? All’inizio non piaceva a tanti, poi più se ne è parlato e si è riuscito a trovare le parole per raccontarlo, più è piaciuto. Rappresenta per noi una nuova porta aperta: la possibilità di coinvolgere le persone e di essere in grado di spiegare come approcciare a una ricetta. Quanto è importante la comunicazione in un ristorante come il tuo? Fondamentale. Non so se basta fare bene il proprio lavoro, non mi chiedo mai se qualche cosa possa essere migliore o peggiore. Faccio quel che mi piace nel modo in cui mi piace. Amo cucinare e parlare con la gente. In cucina mi diverto molto, ma non riesco a fare solo quello, divento triste. Mi manca il rapporto con le persone che sono in sala, cerco uno scambio emozionale. Siete uno dei riferimenti romani per un certo tipo di cucina, la misura di ciò che è giusto fare e investire. Perché piace tanto Pascucci? Non so, forse perché facciamo davvero il massimo, e a fine serata abbiamo dato tutto quello che potevamo. Non mentiamo, facciamo qualcosa che va oltre la semplice ristorazione e ci coinvolge a livello emotivo e interpersonale. Alcuni si accorgono di questo, perché magari fanno lo stesso nostro percorso, c’è una comunione di intenti e sensibilità. Credo sia questo. La cosa bella è far capire che abbiamo portato avanti le idee in cui credevamo. In alcuni momenti ci sono stati dubbi, perché magari queste idee sono più difficili, lunghe, non portano sempre lo stesso risultato. Per esempio cucinando il pesce espresso, senza ausilio di sottovuoti e di tecniche di questo tipo, è difficile avere risultati uniformi. C’è una specie di eccesso della cucina espressa, che però
dà la possibilità di essere sempre creativi, una sorta di improvvisazione, un gioco che è importante non trascurare. Ma che non basta, ovviamente. Mi piace pensare di essere sempre convinto di quel che faccio, altrimenti tradirei me stesso e le persone che mi seguono nel lavoro. Ingredienti di cui non si può fare a meno? Materia prima, tecnica passione. Non si può cucinare bene con un ingrediente non all’altezza. Non usare una materia prima buona è come suonare con uno strumento scordato. Cosa diresti al cuoco di domani? Essere attuale, vivere nel mondo di domani, senza paura. E lasciarsi capire. La voglia di rinchiudersi e non spiegarsi finirà. C’è bisogno che ognuno porti la propria personalità in questo settore: identità e cultura sono fondamentali ◆ Pasccucci al Porticciolo Viale Traiano, 85 00054 Fiumicino - 06 65029204 www.pascuccialporticciolo.com
uMAMI: IL GuSTo nASCoSTo
gourmet
Volevo riunire i 5 gusti insieme: dolce, acido, salato, amaro e umami. È un piatto in cui cerco una base non solo emotiva, ma anche concettuale più ampia. Può coinvolgere persone che cercano piatti diversi e non solo alcuni ormai collaudati. C’è la voglia di cambiare, ma sempre giocando col gusto, che è molto intenso. A me piace molto, il miglior raviolo che ho fatto fino ad oggi.
Ingredienti per quattro persone Per la pasta 150 grammi di farina 00 150 grammi di semola 9 uova Per il ripieno del raviolo 120 grammi di fegato di pescatrice al cartoccio 1 un cucchiaino abbondante di parmigiano 36 mesi 4 foglie di basilico 4 grani di pepe nero 30 grammi di patate al burro 3 foglioline di timo 30 grammi di cipolla ripassata in lardo e alloro sale qb Frullare tutti gli ingredienti, passare al setaccio fine e mettere in sacca da pasticcere, freddare a 4 gradi e preparare 12 ravioli servendosi di un coppapasta di piccole dimensioni
Ci hanno sempre insegnato che i gusti fondamentali percepiti sulla lingua sono quattro: amaro, dolce, acido e salato. In realtà a questi se ne deve aggiungere un quinto, detto “umami”, che in giapponese significa saporito (attenzione: è ben diverso da ‘salato’). Benché ancora oggetto di studi - il primo simposio internazionale sull’umami risale al 1985 - il ‘quinto gusto’ è stato individuato in Giappone nel 1908. Oggi si sa molto sulla sua fisiologia e il funzionamento, incredibilmente si tratta di conoscenze ignote alla maggior parte delle persone, ma ben note all’industria alimentare. Certo è che il gusto umami è differente e completamente indipendente dagli altri quattro e chimicamente identificabile. Fondamentalmente è un insaporitore, indica il sapore del glutammato ed è presente in moltissimi cibi, soprattutto quelli ricchi di proteine, per esempio il parmigiano, il prosciutto stagionato, ma anche l’acqua dei pomodori, la salsa di soia, la pasta d’acciughe, la colatura di alici e altri condimenti a base di pesce. È un sapore che conosciamo ma che non riconosciamo, anche perché è più percepibile dopo la deglutizione. Un sapore fondamentale per la scoperta dei sapori.
Per il fegato di pescatrice al cartoccio 200 grammi di fegato fresco di pescatrice 1 spicchio di aglio, rametti di rosmarino, sale e pepe 1 stecca di cannella, latte Pulire da eventuali tracce di sangue il fegato della pescatrice. Marinarlo nel latte e cannella per circa due ore. Cucinare al cartoccio con olio, pepe, aglio e rosmarino in forno a 180 gradi per 20minuti. Una volta cotto freddare il cartoccio in abbattitore. Per l’infuso uMAMI Fumetto di pesce 3 foglie di acetosella fiori di rosmarino soia vino bianco semi di pomodoro piennolo Realizzare un fumetto di pesce avendo cura di tostare in forno la lisca della pescatrice. Unire quattro parti di brodo di pescatrice con una parte di salsa di soia ed una parte di vino bianco. Scaldare il fumetto senza raggiungere l’ebollizione. Mettere in infusione le foglie di acetosella, i fiori di rosmarino ed i semi del pomodoro piennolo. finitura e presentazione Cuocere i ravioli lasciando la pasta molto al dente, disporre l’infuso nelle fondine, adagiare tre ravioli e guarnire con buccia di melanzana fritta, i semi di pomodoro, foglie di basilico e condire con olio extravergine di oliva. Gianfranco Pascucci
il tigl io
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el Ponentino della sera aleggia dolcissimo e forte il profumo dei tigli in fiore: per alcuni è piacere, per altri allergia. Madre Natura ci delizia e ci punisce secondo il proprio estro. Tilia cordata è il nome botanico di questa pianta perfetto simbolo del femminile. Per i greci era sacra ad Afrodite, fra i Germani accompagnava Freia, Dea della fertilità. Il tiglio può vivere fino a mille anni, perciò nel sogno possiamo associarlo alla longevità. E tanto basterebbe. Ma altrettanto bene si associa all’amore coniugale, visto che nella leggenda di Filemone e Bauci il marito si trasforma in quercia, tipico albero maschile, mentre la moglie diventa un dolce tiglio. E non possiamo tacere delle sue virtù medicinali e divinatorie: l’infuso dei fiori, raccolti rigorosamente nella notte di S. Giovanni, ha proprietà sedative e leggermente ipnotiche, rimedio ideale per l’insonnia; dalla corteccia suddivisa in piccole strisce avvolte e svolte tra le dita si traevano e ancora si traggono vaticini, dalle parti della Siria. Infine il tiglio del sogno potrebbe evocare un viaggio, in una città europea dove Unter der Linden è il nome di una strada lunga 1.2 km e larga 60 metri e dove i tigli sono disposti su quattro file. Quelli che vediamo oggi non hanno più di 55 anni, quelli antichi furono abbattuti dai nazisti per adattare il viale alle sfilate militari. Hanno solo 55 anni ma il loro profumo aleggia dolcissimo e forte nelle notti d’estate, a Berlino ◆
Renata Biserni Psicoterapeuta rbiserni@tiscali.it
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L e gustose ricette
d i Fabio Cam pol i
Risotto con prosciutto, melone e mozzarella
insalata di orzo perlato, con tonno fresco al succo di agrumi
Ingredienti per 4 persone un l di brodo vegetale 400 g di tonno fresco 100 g di orzo perlato succo di un pompelmo rosa, di un limone e di un’arancia 100 g di funghi champignon 100 g di carote 100 g di zucchine 20 g d’aceto di vino bianco 20 g di peperone 40 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato delicato pepe nero in grani sale qb Per prima cosa passo velocemente l’orzo sotto l’acqua corrente, lo faccio cuocere nel brodo vegetale e lo porto a bollore: occorreranno circa trenta, trentacinque minuti. Appena pronto, lo lascio raffreddare nella sua acqua. Taglio il tonno fresco, precedentemente tenuto in congelatore per tre ore circa, e già pulito a cubetti molto piccoli, di mezzo centimetro di lato circa, e li dispongo in una pirofila, condisco con un po’ di sale fino, aceto e metà del succo degli agrumi: lascio marinare per cinque, dieci minuti. Trascorso questo tempo, scolo e tengo coperto in frigorifero. Pulisco gli champignon che devono essere piccoli e sodi, li lavo col cappello rivolto verso l’alto, li taglio a cubetti e li salto in padella con dieci grammi d’olio e, appena pronti, li tengo da parte in un piatto. Preparo un recipiente con dell’acqua fredda, ghiaccio e il rimanente succo di agrumi; lavo le zucchine e ne taglio la buccia a julienne sottilissima per metterla a bagno in questa soluzione. Pulisco le carote, taglio anch’esse a julienne (devono assomigliare quasi a dei capellini) e le aggiungo alle zucchine. Al momento di preparare l’insalata, scolo bene l’orzo bollito, lo metto in un recipiente capiente e lo condisco con pochissimo peperone tritato, il tonno, i funghi, le zucchine e le carote scolate; regolo di sale, se necessario, e aggiungo un po’ di pepe nero macinato al momento. Termino con un giro d’olio extravergine d’oliva. È una ricetta estiva, valida alternativa ad altre insalate più comuni, oltre che esempio classico di cottura a freddo perché tutti gli ingredienti, tranne l’orzo, vengono messi in una marinata di agrumi, aceto, sale e acqua che produce una sorta di cottura.
Ingredienti per 4 persone un l di brodo vegetale 280 g di riso Carnaroli 200 g di melone un bicchiere di Prosecco di Valdobbiadene Doc Brut 100 g di fior di latte 2 fette di prosciutto crudo 30 g di burro 30 g di cipolla 4 ciuffi di prezzemolo sale qb In una padella faccio un fondo con metà burro e metà cipolla e lascio cuocere. Aggiungo poi il melone già mondato tagliato a cubetti, regolo di sale e faccio insaporire per un minuto. Riduco, quindi, il prosciutto a listarelle, lo metto in una padella antiaderente e lascio cuocere fin quando non diventa croccante. A parte, in una casseruola preparo un fondo con il burro e la cipolla rimanente e, quando è ben dorato, aggiungo il riso, che tosto, bagno con un bicchiere di Prosecco, riservandone due cucchiai per dopo, lasciando evaporare bene l’alcol. Poi unisco il brodo vegetale bollente e continuo la cottura a fuoco moderato per una dozzina di minuti. A questo punto, metto il melone e faccio terminare la cottura per altri due minuti. Spengo il fuoco e incorporo il fior di latte spezzettato grossolanamente. In ultimo, aggiungo il rimanente spumante per dare al risotto una nota aspra che contrasta col melone. Servo il risotto all’onda, cosparso di prosciutto croccante e prezzemolo finemente tritato al momento.
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WHo’S WHo
IL RISo nASCe dALL’ACQuA Avrete visto dal vivo o nelle immagini di documentari o film (come dimenticare le mondine di ‘Riso Amaro’?) le risaie: distese di campi sommersi d’acqua per proteggere i semi dagli sbalzi termici tra giorno e notte. Quei 5-10 centimetri di acqua difendono le pianticelle dalla nascita fino al diserbo. In agosto il riso da verde diventa giallo per poi acquistare sfumature dorate poco prima del raccolto, tra settembre e l’inizio di ottobre. Il riso greggio, o risone, ancora col suo rivestimento, ancora ricco d’acqua, deve essere essiccato per essere conservato. Eliminare impurità e corteccia è il primo passaggio della pulitura: si ottiene da un lato la lolla, il rivestimento più esterno, dall’altro il riso semigreggio o integrale, ancora con
cereAle nutriente, ingrediente bAse delle cucine AsiAtiche e AmpiAmente coltivAto Anche in itAliA di Antonella De Santis
una pellicola grigina poi eliminata per abrasione per ottenere il riso decorticato e raffinato, poi selezionato e spazzolato dalle polveri residue. Così “brillato” il riso perde grassi, proteine e sali minerali. Sostanzialmente composto da amido, ricco di carboidrati ma privo di cellulosa, è molto digeribile e nutriente, per questo spesso consigliato durante le malattie. Il gusto, la capacità di assorbimento dei sapori, la collosità, la consistenza, sono fattori legati alla qualità e al tipo di riso.
SuSHI. PASSIone CHe VIene dA LonTAno Il riso (Gohan) per il sushi è bianco, di qualità Japonica, dolce e a grano corto, che ha una consistenza diversa da quelle usate altrove. È indispensabile una buona coesione dei chicchi: né troppo appiccicoso (sarebbe dolciastro), né troppo poco (risulterebbe secco). Prima della cottura deve essere lavato in acqua fredda (fino a che questa non risulti limpida) per eliminare la “farina” che lo renderebbe troppo appiccicoso. Deve poi scolare almeno mezz’ora prima di metterlo insieme all’acqua fredda (con una proporzione di 1 volume di riso e 1,5 di acqua) in una pentola con fondo alto. Deve cuocere praticamente al vapore, assorbendo l’acqua nella pentola. Portato a ebollizione, si scopre e si cuoce a fiamma bassa per 15 minuti o finché l’acqua non si sarà assorbita, mescolando di tanto in tanto. Spento il fornello, coperto con un panno da cucina, deve terminare la cottura nel suo vapore per altri 10 minuti. Il riso si condisce con aceto di riso, zucchero, sale, Kombu e sake. Il riso è un elemento tanto fondamentale nella cucina nipponica, che il ristorante Rokko di Roma ha scelto di produrlo in proprio a Vercelli, impiantando la speciale varietà proveniente da Akita. Per la sua ottima qualità e per le caratteristiche organolettiche, il prodotto viene esportato anche nelle più importanti comunità giapponesi presenti in Europa ◆
La Japonica è la sottospecie maggiormente coltivata in Italia, si divide in 4 tipologie: RISI oRIGInARI o CoMunI a chicco chiaro e perlato, poco resistenti alla cottura. Ricchi di amido, ideali per realizzare zuppe, minestre e dolci. Appartengono a questa categoria il Balilla, il Raffaello e il Poirot. RISI SeMIfInI a chicco di media grossezza e tondeggiante. Tengono discretamente la cottura, indicati per minestre in brodo, risotti, sartù, supplì. Tra questi il Vialone Nano. RISI fInI a chicco lungo e affusolato, mantengono discretamente la cottura, perfetti per i risotti. Il Roma è il semifino più comune. RISI SuPeRfInI a chicchi grossi e molto lunghi, tengono molto bene la cottura e i chicchi rimangono perfettamente separati. Ideali per realizzare riso pilaf e insalate di riso. L’Arborio e il Carnaroli sono tra i più noti.
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ole, spaghetti e mandolino... ma è proprio così? L’Italia patria della pasta è, in realtà anche la patria del riso, visto che il nostro paese è il maggior produttore in Europa, con risaie che testimoniano cinque secoli di bonifiche, tecniche agricole, selezioni, tradizioni. In una parola: civiltà. Un cereale versatile, sia per le molte varietà esistenti, sia perché si adatta a moltissime preparazioni, dall’antipasto al dolce, dai piatti più tradizionali a quelli innovativi, senza dimenticare i ricettari etnici. Questo cereale, protagonista delle tavole di tutto il mondo, in Cina, India, Giappone è protagonista di molte leggende e tradizioni. Mentre in Asia sin dall’antichità il riso è stato un alimento molto diffuso (e in Cina è stato addirittura moneta corrente per molto tempo), nel Mediterraneo a lungo fu utilizzato come medicamento o spezia pregiata, importato soprattutto dall’India. Arrivato in Europa, solo nel Rinascimento la sua coltivazione si è diffusa. Oggi il triangolo d’oro del riso, in Italia, è quello compreso tra Vercelli, Novara, Alessandria, ma produzioni si trovano anche in Lombardia, Emilia, Veneto, Puglia, Sardegna.
Riso da am are
Tre le sottospecie: IndICA tipica dei climi tropicali, alto valore di mercato, lunga e sottile, coltivata in India, Cina Meridionale, Filippine, USA meridionale, Italia. JAPonICA tipica dei climi temperati, alta produttività, corta e arrotondata, basso valore di mercato, coltivata in Giappone, Corea, Cina settentrionale, Brasile, USA, Egitto, Italia. JAVAnICA di minore importanza.
ToP Ten
VIALone nAno chicchi bianchi di media grandezza, a forma tonda e semilunga con dente pronunciato. È ideale per risotti e cuoce in 13/14 minuti. CARnARoLI simile al Vialone Nano, con chicchi grossi e affusolati che assorbono salse e condimenti. Ideale per minestre e risotti cuoce in circa 14 minuti. ARBoRIo tra li più conosciuti e apprezzati. Ad alto contenuto di amido, mantiene la cottura ed è ideale nei risotti. Cuoce in 15minuti circa. RoMA chicchi grandi e tondeggianti, estremamente versatile: buono nelle minestre e nelle cotture al forno. Cuoce in 14 minuti. InTeGRALe non subisce il processo di sbiancamento e raffinamento per questo mantiene integre le sue proprietà nutritive. Perfetto per zuppe o anche semplicemente bollito. Cuoce in 40/45 minuti o 20/25 in pentola a pressione. VeneRe (nero) nasce in Cina ma da anni è coltivato anche in Pianura Padana. Tiene perfettamente la cottura, i chicchi rimangono divisi. Ideale per accompagnare carni, pesce, verdure o in insalata. BASMATI sottile e allungato, nasce in India nella regione del Panjab. In cottura sprigiona un aroma di sandalo e nocciole. Cuoce in poca acqua in 10/12 minuti. THAILAndeSe ha un chicco lungo e cristallino, in cottura libera un profumo di spezie. Adatto per accompagnare piatti di carne, pesce o verdure come nell’uso orientale. Cuoce in 20/25 minuti. RoSSo chicco lungo o e dal tipico colore rosso rubino. Nonostante la cottura molto lunga rimane croccante: ideale per le insalate di riso o magari da aggiungere in quelle miste. Cuoce in 40/45 minuti. SeLVAGGIo non è un riso ma una graminacea che cresce spontaneamente nelle paludi, i suoi chicchi sono lunghi, sottili, marroni tendenti al nero. Ha un sapore molto forte ed aromatico. Cuoce in 35/45 minuti.
il giappone nel cuore di roma Passeggiata di Ripetta, 15 - 00186 Roma Tel. +39 063223414 info@ristoranterokko.com www.ristoranterokko.com
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eATALy A RoMA
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cchi sgranati e bocche spalancate: è questo l’effetto che fa il nuovo Eataly a Roma, paese dei balocchi per gli amanti del cibo italiano e non solo. Una celebrazione delle eccellenze enogastronomiche del nostro paese da lasciare, appunto, a bocca aperta: 4 piani, 17.000 mq, 23 luoghi di ristoro, 40 aree didattiche, 8 aule per i corsi, 14.000 prodotti in vendita, 500 collaboratori, 8 punti di produzione a vista, 2 sale riunioni, 1 area expo e 1 centro congressi. Il segreto? Lo leggiamo all’ingresso: “il cliente non ha sempre ragione; neppure Eataly ha sempre ragione; da questo meraviglioso dubbio nascerà la nostra armonia”. È questo l’obiettivo del presidente Oscar Farinetti, imprenditore geniale ed illuminato, che racconta come alla base dell’armonia vi sia il valore positivo del dubbio, fonte di felicità e serenità. “Il valore del dubbio è cosmico, perché coerente con la nostra condizione naturale di esseri imperfetti” leggiamo nel Manifesto dell’Armonia che chiude con “Abbiamo perfino il dubbio che questo manifesto sia sbagliato”. A Roma, Eataly è dedicato alla bellezza: la bellezza dell’agroalimentare, dell’arte, della musica e dell’ironia. Ed è tangibile e visibile in ogni piccolo dettaglio come la location scelta, il Terminal Ostiense tornato a nuova vita dopo 20 anni di degrado, o i carrelli e cestini per la spesa, realizzati dalla fusione di migliaia di bottiglie in plastica usate. Fiore all’occhiello la produzione a vista. Si può osservare dal vivo come si produce una birra (e degustarne oltre 100), si impastano le farine biologiche per fare il pane (se ne sfornano
circa 70 diversi formati) oppure vedere come una cagliata di bufala si trasforma in mozzarella, come esperti sfoglini fanno la pasta a mano, come si tosta il caffè o si producono le creme spalmabili alla gianduia e al fondente (che poi si gustano ancora calde). Sempre a vista c’è la produzione pasticcera, la lavorazione del pesce, della carne, dei salumi e dei formaggi. Ma Eataly è anche 23 punti di ristoro che hanno come colonna sonora la grande musica italiana dal ‘700 ai giorni nostri. Si potrà mangiare la piadina dei fratelli Maioli ascoltando un’ouverture di Rossini oppure scegliere la pizzeria napoletana, la friggitoria di Pasquale Torrente, l’aperitivo Vino Libero (libero da concimi chimici, diserbanti e troppi solfiti aggiunti: dose massima ammessa meno del 40% di quella consentita per legge), l’osteria romana che a rotazione ospita le migliori del Lazio, la rosticceria, il ristorante Italia dedicato a Modigliani con 3 opere autentiche esposte e il Tavolo dei 10 Fortunati. Da settembre, una volta al mese per un anno, 12 tra i più grandi chef del mondo realizzeranno una cena per 10 persone che riusciranno a prenotare tramite un’asta su eataly.it. L’intero ricavato sarà devoluto ad iniziative scelte di volta in volta. I nomi degli chef? Ancora segretissimi. Sempre da settembre, il programma “Ora vi faccio mangiare io”, dedicato a tutti coloro che pensano di saper cucinare alla grande e potranno dimostrarlo dal vivo a chi acquisterà (prezzo modico stavolta) il proprio posto a tavola. Eataly è ancora tanto, tanto altro. A voi scoprire il resto ◆
Giò Ristorante Caffè
Tre sole lettere per raccontare un indirizzo che accoglie i suoi ospiti dalla colazione del mattino, con una proposta di lieviti e dolci fatti in casa, e li accompagna in ogni momento della giornata con gusto e grande attenzione alla materia prima. Selezioni di qualità, proposte fresche e golose, con uno sguardo alla migliore cucina di tradizione della nostra cucina e una cantina frutto di ricerca e passione. Dal pranzo veloce alla pausa caffè, fino all’aperitivo, alla cena e ancora oltre. Dal mattino a sera, Giò è un indirizzo sicuro nel centro di Roma, ideale per trascorrere momenti di relax e gusto. Giò Ristorante Caffè Via dei Filippini 4/7 - 00186 Roma - T/F +39 06 68301747 info@gioristorante.it - www.gioristorante.it
photo by Sheila McKinnon
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Azienda Agricola Melotti Giuseppe & C. s.s. è una impresa a gestione familiare che si è sviluppata con successo grazie alle scelte lungimiranti di un uomo innamorato della sua terra, che ha la fortuna di condividere questa passione oltre che con la moglie Rosa, anche con i giovani figli Luca, Gianmaria e Francesca che lo affiancano nel lavoro dell'azienda. Da generazioni l'Azienda Melotti è orientata sulla produzione cerealicola, ma durante la prima metà degli anni '80, in seguito all'evolversi delle situazioni di produzione ed alla crisi del settore agricolo, il titolare Giuseppe Melotti ha ritenuto opportuno cercare nuove soluzioni per aumentare la redditività della propria impresa decidendo così di introdurre nel proprio ordinamento colturale il riso Vialone Nano, prodotto tipico del basso veronese. Quindi dal 1986 l'Azienda Agricola Melotti oltre a mais, soia, frumento, orzo e colza si è specializzata nella produzione, lavorazione e vendita diretta del Riso Vialone Nano Veronese e fin dall'inizio ha scelto di produrre e lavorare con i massimi criteri di qualità; decisione dimostratasi coraggiosa in quanto il mercato di massa spingeva e spinge i consumatori verso prodotti mediocri ed a basso costo. Questa scelta rivelatasi un vero e proprio successo, ha spinto l'impresa a forti investimenti strutturali, tanto che in vent’anni l'azienda è passata da un ettaro di risaia agli attuali 200 con una produzione di circa 11.000/12.000 quintali di Riso Vialone Nano Veronese all'anno. Nonostante la forte crescita dell'attività aziendale, che ha indotto l'impresa ad attrezzarsi di moderne strutture ed attrezzature di supporto per il lavoro manuale, i criteri di lavorazione sono rimasti artigianali come centinaia di anni fa quando nacquero in questa zona le prime risaie. Ed è proprio il 2011 a segnare, per la famiglia Melotti, un traguardo non da poco: 25 anni di attività dedicati alla coltivazione del riso. L'Azienda Agricola Melotti nel corso degli anni ha aumentato la gamma dei suoi prodotti. Dal 1993 oltre al Riso Vialone Nano Veronese nelle tre diverse lavorazioni classico, semilavorato, integrale, produce (con marchio esclusivo) anche il Riso Vialone Nano Novello, coltivato solo in terreni "nuovi-vergini" da risaia e fiore all'occhiello di tutta la produzione e il riso Carnaroli.
photo by Sheila McKinnon
di Monia Innocenti
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IL fRuTTeTo In BALCone
cogliere unA pescA dAl rAmo e gustArne il profumo freschissimo: un piAcere rAro che puÒ essere sempre A portAtA di mAno. A pAtto di Avere un piccolo spAzio esterno ben esposto
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on è un sogno proibito: le fragoline crescono meravigliosamente in cassetta, ma anche altri frutti fragranti e succosi si possono coltivare in vaso nelle versioni nane. I frutti mantengono la dimensione reale e il gusto intatto, sostituendo egregiamente le più belle piante ornamentali con un valore aggiunto indiscutibile per il palato. Insomma, il frutteto in terrazzo è un bene prezioso facilmente accessibile. Le piante da frutto nane non raggiungono i 2 metri d’altezza, fioriscono abbondantemente e fruttificano facilmente. Gli unici accorgimenti riguardano l’esposizione, che è conditio sine qua non, e l’attenzione a usare antiparassitari rigorosamente naturali. Ciò premesso, la gamma di possibilità è vastissima: susino, melo, pero, ciliegio, fico, albicocco, kiwi, ma anche mandorlo e vite, solo per citarne alcuni. Gli agrumi, tutti disponibili in versione mini, hanno la peculiarità di profumatissime foglie, oltre che fiori. Mentre i frutti di
di Donatella Codonesu
bosco presentano il vantaggio di una produzione continuata durante i mesi estivi. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti, l’importante è scegliere la pianta giusta rispetto alle condizioni del terrazzo: alcune sono più ‘facili’ (kiwi e susino, per esempio), altre richiedono il freddo (melo, pero, ciliegio), altre climi miti (fico e albicocco) o addirittura caldi (gli agrumi in genere). Ci sono poi altri aspetti da considerare caso per caso, come la dimensione del vaso, la distanza fra una pianta e l’altra, la necessità di sostegni e le modalità di riproduzione. In generale è preferibile posizionare gli alberelli al sole, in punti ventilati e lontano da fonti di inquinamento, riparandoli nella stagione fredda, irrigando e concimando a dovere e potando bene in inverno per rinvigorire la pianta. Con le dovute attenzioni, inclusa quella di cogliere i frutti solo a piena maturazione, si potrà godere del privilegio di un raccolto genuino e gustoso. Ecco un sito specializzato per trovare indicazioni, attrezzi e materiali vari: www.ortosulterrazzo.it/shop/home ◆
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all’ultimo Salone del Mobile (aprile 2012) è emerso chiaramente che la separazione tra indoor e outdoor sta progressivamente riducendosi e la tendenza è che gli spazi si collegano ampliandone le funzioni: il soggiorno si trasforma in un giardino d’inverno, la lounge si sposta in terrazza, lo spazio relax diventa un tutt’uno con la camera da letto. Senza più separazioni. L’outdoor è il nuovo territorio da esplorare, scoprire e ridisegnare con infinite possibilità espressive e compositive. Insomma, il design diventa fluido in vista di un benessere assoluto senza confini.
Gandia Blasco - Flat arena by Mario Ruiz
Leader di questo nuovo mood di vivere l’outdoor è il gruppo Zucchetti. Kos ha presentato una nuova collezione esteticamente accattivante e funzionalmente all’avanguardia. Disegnata da Ludovica+Roberto Palomba, universalmente riconosciuti per aver rivoluzionato le regole del bathroom design, ecco ora Minipool, una mini piscina a sfioro dalla scultorea geometria il cui bordo si fonde con la superficie dell’acqua, dotata di idromassaggio e con sistema di riscaldamento dell’acqua per apprezzare pienamente il benessere all’aria aperta. Pensata sempre per la lunga, calda estate e per immergersi nel relax totale ecco la vasca di idromassaggio Opalia prodotta da Jacuzzi dalle forme arrotondate e armoniose realizzata in Corian®, materiale resistente e allo stesso tempo piacevole al tatto dall’esclusivo design capace di donare momenti di assoluta armonia: un esempio fluido di interno/esterno che diventa protagonista dell’ambiente. Gandia Blasco, azienda spagnola di outdoor design, ha proposto con 365 Giorni le nuove soluzioni per vivere gli spazi in ogni periodo dell’anno e in ogni luogo. Sempre di Blasco anche l’elegante collezione Flat disegnata da Mario Ruiz, dalla struttura leggera come un volo di rondine, già vincitrice del prestigioso premio Red Dot Design. Samuele Mazza, fashion designer sofisticato e onirico, già creatore del marchio Visionnaire, ha firmato con il suo nome la sua nuova avventura outdoor Siderale, prodotta e distribuita da Dolcefarniente, presentata negli spazi esterni di
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Siderale by Samuele Mazza - Gazebo
Maison Moschino, uno degli ultimi hotel di lusso realizzati a Milano, dove l’installazione del gazebo realizzato in acciaio ricco di tendaggi in tulle che vibrano nello spazio e relativa chaise longue hanno segnato con eleganza gli spazi antistanti dell’hotel per tutto il periodo del salone. Disegnata invece da Giuseppe Viganò per Visionnaire outdoor la neonata chaise longue Sveva dall’intrigante sapore chic parigino che ricorda le rinomate spiagge di Deauville dalla seducente cappottina in pizzo e seduta in capitonné in rigoroso total deep blue che si aggiudica tra i must have della stagione appena iniziata. Coloratissime invece come sempre le collezione di chaise longue Girandole di Rosita Missoni per Missoni Home, dai colori mutanti e sfumature prismatiche fiabesche che invitano ad allungarsi al sole e catturarne i caldi raggi. Dedon, altra azienda leader di arredi per esterni ha presentato Nestrest, in pratica una navicella spaziale che grazie alla sua struttura armoniosa, accogliente e protettiva trasforma il tipico divano da giardino in una mini architettura da posizionare in un luogo sospeso, appartato e avvolgente che rassicura come in un abbraccio. Pensata da Daniel Pouzet e Fred Frety, due intrepidi designer parigini, questa ‘navicella sospesa’ è ideale per momenti di relax, meditazione e conversazione in plein air. Prandina, marchio italiano che opera dal 1982 nel design dell’illuminazione per interni/esterni orientato alla definizione di apparecchi illuminanti dal segno riconoscibile, propone per gli spazi aperti dell’estate una versione aggiornata di Room F55, una famiglia di lampade outdoor a sospensione, terra e appoggio firmata dalle berlinesi Katja Hettler e Jüla Tullmann, il cui diffusore in opaline bianco diventa un oggetto luminoso nello spazio che crea suggestive atmosfere. Dedon Nestrest by Pouzet + Frety
Barovier&Toso -The Secret Garden by Paola Navone e Zaha Hadid
Più oniriche invece le atmosfere del giardino segreto realizzato all’Orto Botanico di Milano, nell’ambito di Brera Outdoor Village, altro significativo evento di Milano Design Week, da due importanti aziende del settore dell’arredamento: Barovier & Toso che ha fornito il vetro soffiato a Paola Navone, una delle più eclettiche interior designer internazionali mentre a Zaha Hadid, altra leggenda dell’architettura contemporanea Citco ha fornito il marmo intarsiato, le quali, con The Secret Garden hanno raccontato al pubblico internazionale, la maestria di due aziende nel produrre, ciascuna nella propria peculiare specificità, una nella lavorazione del vetro soffiato, l’altra del marmo intarsiato, dei manufatti di straordinaria bellezza. Altro evento che ha interpretato l’outdoor in versione eco è stata la proposta di Ortofabbrica che ha presentato una ecoserra di vasi in terracotta disegnati da Angelo Grassi per la Terracotte S. Rocco di Val di Chiana: in pratica una serra per arredare terrazzi, balconi e giardini ottimizzando le risorse energetiche naturali. Per vivere momenti di convivialità all’aria aperta infine ecco le soluzioni scenografiche di Villeroy & Boch dal sapore fresco e romantico e il divertente e inusuale tagliere Occhiata realizzata dall’artista designer Angelo Soldani, da esibire sia come vassoio di portata per il sushi sia come supporto per servire fritti o altri piatti creativi purché rigorosamente di mare, o anche più semplicemente anche come oggetto di design: un’occhiata profonda per godere Visionnaire - Sveva pienamente l’estate all’aperto ◆ by Giuseppe Viganï
L’Antica Pietrara B&B, per la sua bellezza e per le sue caratteristiche è anche il luogo ideale per ricevimenti, meeting ed incontri di lavoro
Prandina Outdoor by Hettler + Tullmann
Via di Santa Cornelia, Via della Pietrara, 4 - 00060 Formello - Roma - Tel/fax 06 90405013 - 06 90400846 - info@anticapietrara.com www.anticapietrara.com
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Estate,
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TEMPO DI CASA AL MARE a cura di Cafelab - Emanuela Carratoni e Fabio Cipriano
3. Bohemian Style
5. Palettes naturali
4. Legno grezzo L’utilizzo di un pavimento in assi di legno a finitura grezza,
1. Total White È questo il caso in cui vengono versati litri e litri di vernice bianca, su pareti, e perchè no, anche sui pavimenti (ad esempio, se di legno possono essere appositamente trattati e verniciati). Questa palette, sbiancata dal sole, ha il potere di creare un ambiente pulito, arioso. Ma bianco all’interno deve fare eco con bianco all’esterno, per creare uno spazio senza soluzione di continuità. Per sottolineare i panorami mozzafiato (si spera...) all’esterno, unici colori ammessi qualche macchia di colore molto saturo, a partire dal classico azzurro oltremare.
2. Righe, righe, righe... Utilizzate nelle textures delle imbottitture dei lettini a bordo piscina e negli asciugamani, nei colori classici blu navy
All’interno, per portare le textures della spiaggia in casa e creare un’atmosfera soft e rilassata, non c’è niente di meglio dell’utilizzo di tessuti in fibre grezze come il lino, la juta e il cotone in colori neutri. Qualche accessorio invecchiato dal tempo o un dettaglio in corda andrà a sottolineare ancora di più la vocazione marinara della casa, in uno stile semplice all’apparenza ma volutamente ricercato, sofisticato e casual allo stesso tempo. Come accessori e complementi d’arredo conchiglie e stelle marine per esaltare l’effetto naturale, insieme a qualche accenno di azzurro e verde acqua ◆
design
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piacevole da calpestare a piedi scalzi, è ottimo per ricreare un ‘effetto bungalow’ in una casa al mare, sullo stile delle Coastal Houses americane. Senza esagerare per evitare l’atmosfera da mercatino, nell’arredo si possono inserire mobili e complementi in legno di riciclo, per un effetto vintage e vissuto o creati con objets trouvés, portati dal mare.
Tessuti batik, mobili in vimini, cuscini dalle textures esotiche, ombrelloni con le frange che oscillano nel dolce vento del tramonto... insomma la casa al mare come un prezioso angolo di relax del tipo “Don’t worry, be happy”, per sentirsi trasportati subito in un’isola lontana. In questo caso, tutto sarà permeato da un ‘sapore di viaggio’ che renderà la vacanza un po’ gipsy.
Royal Botania Shady Xcentric Ninix
rredare una casa al mare con stile impone la scelta di un look sofisticato ma casual, dove attraverso l’incontro fra spazi interni e spazi esterni, il vecchio e il nuovo si fondono in un mix rilassato ed elegante. Inoltre, l’uso intenso che se ne fa per periodi relativamente brevi, indirizza verso una estetica coniugata necessariamente alla funzionalità. La scelta degli elementi di base fa la differenza: molta luce naturale, palettes neutre o con colore predominante il bianco, inserimento di tocchi di colore nelle tonalità del mare, uso di superfici riflettenti che veicolino all’interno la luce e sopratutto l’atmosfera estiva, e infine l’inserimento di elementi presi a prestito dall’arredamento nautico. Ecco alcuni accorgimenti adattabili per qualsiasi casa al mare:
e bianco, rappresentano la tradizione nelle case al mare e sono davvero intramontabili; per enfatizzare lo stile nautico si possono accostare a questo tipo di pattern lampade in metallo brunito, più o meno contemporanee e mobili e pavimenti in legno lucido nelle tonalità scure, ad esempio il teak, il legno nautico per eccellenza.
Il tem po d el le grigl iate di Francesca Volino
bAstA un piccolo giArdino o uno spAzio All’Aperto per Accendere un bArbecue e AssAporAre cibi gustosi in compAgniA. tutto stA nel dotArsi dellA strumentAzione giustA
MASSIMA PRATICITÀ Un’altra utile proposta della collezione I Genietti di Ipac: il cucchiaio per raccogliere salse e condimenti vari. www.ipacitaly.it
effICIenZA Su RuoTe Tutto ciò che serve per cucinare è a disposizione, su ruote da 190 cm. L’elemento cottura contiene piastra in acciaio, fuoco a gas singolo con tripla corona e friggitrice elettrica. www.alpesinox.com
design
GRAnde PReCISIone
eLeGAnTe e AffILATo
Il pennello è uno strumento particolarmente indicato per le pietanze cucinate sul grill. Ipac lo propone con le setole di un bell’arancione vivace. www.ipacitaly.it
Anche il pratico coltello è un elemento della serie I Genietti del marchio Ipac. www.ipacitaly.it
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1 FIAMME TONDEGGIANTI Palla di Fuoco è una serie di barbecue in metallo laccato dalla forma sbarazzina e i colori sgargianti, firmata Maiuguali. www.maiuguali.it
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2 GLI INDISPENSABILI Il set per griglia in acciaio di Maiuguali comprende tre accessori e un accendino con manico lungo. www.maiuguali.it
3 IL BBQ CHE TI SEGUE OVUNQUE 3
Trasportabile e facile da usare il barbecue pieghevole in acciaio inox, disponibile in rosso fiammante e nero, prodotto dallâ&#x20AC;&#x2122;azienda Kuchenprofi e distribuito da Schoenhuber. www.schoenhuber.com
4 VOGLIA DI STUZZICHINI Da usare al posto dei tradizionali stuzzicadenti per raccogliere appetizer e mini antipasti da aperitivo. www.ipacitaly.it
5 SPIEDINI FANTASIOSI Sfizioso e originale lo spiedino barbecue flessibile del marchio Kuchenprofi, distribuito da Schoenhuber. www.schoenhuber.com
Collezione Galatea richardginori1735.com
IdeALe PeR Le Cene Con GLI AMICI Piastra Regina è dotata di un fondo bugnato in grado di garantire una cottura perfetta e uniforme di tutti i cibi. La sua capienza permette di cuocere molte pietanze insieme. www.accademiamugnano.it
SuPeR AdeRenTe La piastra antiaderente Hamburger Mia, di Accademia Mugnano, permette di cuocere svariati alimenti senza la necessità di aggiungere grassi. www.accademiamugnano.it
unITÀ MoBILe e CoMPATTA Una cucina che diventa palcoscenico e che consente di ammirare gli chef. Libero Point di Electrolux ProfessionaL è una macchina performante, funzionale e tecnologica. www.electrolux.com
PICCoLo ALLeATo Bella figura garantita con l’affetta formaggi della serie I Genietti, di Ipac. Un arnese per nulla ingombrante e che dà una gran mano in cucina. www.ipacitaly.it
eSSenZIALe e funZIonALe Caddie è provvisto di una struttura solida e affidabile, completamente in acciaio inox. Prodotto da Steel, è dotato di utili ripiani laterali in acciaio e di un diffusore di calore a parte. www.steel-cucine.com
AffIdABILe neL TeMPo In conglomerato cementizio, Lanzarote 2 di Palazzetti è solido e resistente alle intemperie. Il piano di lavoro è in Marmotech, materiale ad alta resistenza termica. www.palazzetti.it
IGIene e CoMfoRT Nel forno Arcos, di Sunday, la camera di cottura a tre piani è costruita interamente in acciaio inox, per assicurare igiene e massima durata nel tempo. www.sundaygrill.com
CoTTuRA IMPeCCABILe Premium è un forno per la cottura da esterno firmato Sunday che garantisce una temperatura sempre costante e controllata grazie al sistema Heatcontrol. www.sundaygrill.com
ALL InCLuSIVe Melody è una cucina da esterno basata su un sistema modulare, versatile e accessibile, che comprende bbq, fornello, lavello e piani di appoggio. www.sundaygrill.com
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Mauro Di Marco artigianato e design
Oasi d ’om bra
leggere un libro, schiAcciAre un pisolino, conversAre con gli Amici. sono numerose le Attività piAcevoli cui dedicArsi All’Aperto durAnte i mesi estivi. l’importAnte è ricAvArsi unA preziosA zonA d’ombrA e di relAx di Francesca Volino
Realizzazioni in serie limitata, creazioni artigianali in ferro, vetro e legno. Mobili e oggetti pensati appositamente per fare di ogni casa la propria casa, unica e irripetibile. Ogni soluzione viene ideata da Mauro Di Marco in accordo con il cliente, che troverà un’inesauribile fonte di possibilità e alternative tra cui scegliere. LeTTI InnoVATIVI Il paradiso è in terra, sdraiati su questi eleganti letti dotati di parasole per proteggersi dai raggi nocivi. Il disegno si ispira alla forma del quarzo cristallizzato. Le raffinate creazioni sono firmate Vondom. www.vondom.com
MAURO DI MARCO [t] +39 328 6931716 info@maurodimarco.it • www.maurodimarco.com
STILe e PeRfoRMAnCe
ph Alessandro Paderni
Gli ombrelloni Shady di Royal Botania hanno un look sofisticato e caratteristiche di qualità, come il palo in acciaio inossidabile e le stecche in alluminio. www.royalbotania.com
SoLuZIone PeR TuTTI
CAndIdA ACCoGLIenZA
L’ombrellone quadrato 4x4 metri Contract di Greenwood si adatta a numerosi contesti, offre un’ampia zona ombra, si apre con facilità e occupa uno spazio ridotto una volta chiuso. www.greenwoodcollection.it
La pergola Demetra Libera (parte della collezione Tartaruga di Pircher), ha un’estetica lineare, moderna e accattivante. La struttura è in legno lamellare di abete certificato CE. www.pircher.eu
oMBRA Su MISuRA ModeLLo AddoSSATo L’ampia gamma delle pergole Pircher include il modello in foto: Laria addossata. La bella struttura è montata su una parete e presenta un profilo squadrato. www.pircher.eu
design
Qui proposta nella colorazione rovere, la pergola Minerva Libera di Pircher è particolarmente apprezzata per la sua solidità e per la possibilità di essere realizzata su misura. www.pircher.eu
SeMPLICITÀ e CoLoRe Le poltrone della serie Luxembourg, prodotte da Fermob, sono allegre e vivaci come la tenda millerighe montata per creare una rinfrescante zona relax. www.fermob.com
IndIPendenTe e SICuRA Ombramobil è una tenda autoportante prodotta da Stobag che fornisce un ombreggiamento flessibile e mobile, dal fissaggio e la tenuta sicura. L’azionamento può essere con asta di manovra manuale oppure con motore. www.stobag.com
CoMBInAZIone InGeGnoSA Sorprendente il tavolo Tablabri del marchio Fermob, che comprende una copertura solare in stoffa sostenuta da quattro aste in legno (queste ultime all’occorrenza scivolano discretamente in un piano sotto il tavolo). www.fermob.com
oMBRA GARAnTITA oVunQue Uno dei vantaggi principali delle tende autoportanti è che sono indipendenti dall’edificio. Le varie opzioni di appoggio e di fissaggio di Ombramobil, prodotta da Stobag, garantiscono una tenuta certa. www.stobag.com
MInIMAL & CHIC La pergola Diana, nella versione addossata, è una funzionale proposta di Pircher. Il deflusso dell’acqua è favorito dal profilo arrotondato dei montanti, delle travi e degli arcarecci. www.pircher.eu
eRRATA CoRRIGe Sul numero 31 di INSIDER magazine a pagina 98 la foto pubblicata attribuita al tavolo Gauss by Bartoli design prodotto da Fiam è invece il tavolo LLT (Long Long Table) progettato da Dante O. Benini - Luca Gonzo. Ci scusiamo con i lettori e con gli interessati.