Instability_tavole (vol.4)

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INSTABILITY Paesaggi di trasformazione verso il paradigma della resilienza

— E L A BO R AT I G R A F I C I —


Z

Il lavoro, frutto di un’esperienza corale, è costituito da tre volumi - l’Antologia, l’Archivio e il Dossier Sicilia - accompagnati da un progetto. La tesi dal titolo INSTABILE parla di Instabilità e prova a sperimentare i suoi influssi vitali all’interno del progetto di Architettura, rispolverando l’atteggiamento progettuale distillato nella dimensione corporea dell’architettura minore. Cos’è l’instabilità? La condizione instabile non è caratterizzata dalla mancanza di equilibrio, ma dalla stabilità mutevole (IN_STABILE), ovvero dalla stabilità nel tempo. Così come l’inutile non è il dis-utile, ma l’utile nel tempo; l’indeterminato non è il non determinato, ma il determinato nel tempo e l’incertezza non è la mancanza di sicurezze, ma la certezza nel tempo, legata alle interruzioni, ai cambiamenti e agli elementi di resistenza. Tutti questi IN hanno a che fare con il progetto instabile. L’instabilità in architettura mette in evidenza due dimensioni temporali. La prima è la stabilità mutevole (l’in_stability) fatta da equilibri dinamici pronti al cambiamento, con i quali è possibile dialogare attraverso l’apprendimento, ovvero la conoscenza originale - il progetto - che intreccia passato e futuro, tempi e mondi appartenenti al tempo storico collettivo. La seconda è l’abilità del momento istantanea - (l’inst_ability) caratterizzata dal susseguirsi di osservazioni e azioni nel tempo della vita del singolo, il presente della progett-azione. L’ibridazione operativa di queste dimensioni

(praticata da realtà didattiche come i Rural studio, Valparaìso e l’AA di Londra nel campus di Hooke Park) allontana l’architetto dall’ingenua prospettiva del perfezionismo che annulla l’opportunità dell’errore, fattore scatenante per l’innovazione, e affievolisce le potenzialità della pratica come attività cognitiva. L’instabilità, principio ecologico fondamentale, è indicatore di vitalità e di natura. Noi usiamo questo termine, nell’antica accezione ricordata da Ivan Illich - la natura (quasi) nascitura dicitur - la natura come concetto, idea, esperienza derivanti dal generare. Naturale è ciò che è nato ed è vivo. La triade concetto, idea e esperienza caratterizza il progetto instabile, costituito dall’alternarsi di osservazione e azione, progetto e progettazione. La precisazione sul termine natura, scardina una delle dicotomie che strutturano la ricerca: NATURA / ARTIFICIO e ci consente di dar forza al modello paradigmatico dell’oasi, testimonianza fisica del nuovo/antico, atteggiamento progettuale. Infatti, se consideriamo la natura come polarità nella dialettica guerresca uomo-natura, allora le oasi sono puro artificio, ma questo suona come un paradosso, perché le oasi sono a tutti gli effetti un’ecosistema vivente. Se adottiamo la logica non-duale, dove il dialogo tra le polarità porta ad un arricchimento reciproco, l’oasi è natura, nata dall’artificio della cultura dei popoli del Sahara. Cultura dinamica, per necessità, tanto quanto gli ecosistemi. Il nuovo paradigma del progetto, guar-

da all’oasi, abbandonando l’approccio risolutivo (un problema - una soluzione) per concentrarsi sull’approccio sistemico. Opera come un processo in cui cambiamenti, attività e azioni sono interconnessi. Le soluzioni così trovate non sono mai definitive e riescono a rispondere simultaneamente a più esigenze: ecologiche, economiche, sociali e simboliche. Il progetto è usato come strumento d’indagine per mettere a punto la sceneggiatura, ovvero il copione che fissa ingredienti di relazione e strategie essenziali agli strumenti operativi della progett-azione. Il progetto instabile è vicino al sentire e all’operato dell’architettura minore, si prepara al confronto con le contingenze corporee soggette a mutamenti ciclici e talvolta repentini, trova soluzioni sub-ottimali quindi non definitive ma aperte ad un perfezionamento continuo, si presta alle esigenze temporanee. Il progetto instabile demolisce le pretese di ottimalità e di controllo rigido della realizzazione, tipiche del progetto moderno che crede di poter bloccare la resa finale dell’architettura su carta, esaurendo tutte le possibilità legate a prefigurazioni future dell’abitare, del comportamento e della vita in genere. La stabilità mutevole spinge all’indagine utilizzando il progetto come strumento di conoscenza originale, come fase preparatoria alla progett-azione dell’indeterminato, impossibile se allo stesso tempo non si pratica.


ABSTRACT


Guida alla lettura Layout esposizione


LETTURE A

ISTANTANEE 1

Abecedario delle criticità

4

Acqua

2

Eco-nomia

5

Suolo

3

Foto

6

Clima

1

2

A0

841x1189 3

3

3

7

Natura/Artificio D

4

5

6

7

16

Modello

19

Dispositivi

17

Connessioni

20

Giardini

18

Sezioni narrative

16

17

17

17

3

3 3

3

DISSEZIONI B

8

Sezioni + Microtopografie

11

Stato di fatto

9

Panoramica

12

Foto

10

Tracce

18

17

18

18

18

18

17

8

12

11

12

12 12 12

12

12 12 9

12

10

10

10

10

10

10

10

10

10

12 10 19

20

20

STRATEGIA C

13

Connessioni

14

Palinsesto

15

Dispositivi 15

13

14

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

20

20

20

18

18



LETTURE

















STRATEGIA







DISPOSITIVI

















ISTANTANEE


Infrastrutture territoriali 1 Trazzere. Connessioni all’entroterra





Infrastrutture territoriali 2 Canali adduttori e linea ferrata. Connessioni al bacino






Assi interni Saje e Deserto







GIARDINI










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