Instability_archivio (vol 2)

Page 1

— A RCH IV IO —

Pa e s a ggi di t ra s f o r m a z i o n e v e r s o il p a ra d i g m a d e lla re s i l i e n za

L ilia n a A d a m o Simo n a Ca m p i o n e Floriana Roccasalva G iu s e p p e S c i rè Ba n c h i t t a Ch ia ra To rri s i





Liliana Adamo Simona Campione Floriana Roccasalva Giuseppe Scirè Banchitta Chiara Torrisi relatore prof. arch. Marco Navarra correlatore prof. ing. Vito Martelliano



Agli inizi del trecento Ambrogio Lorenzetti affresca nella stanza dei Nove a Siena tre pareti con le Allegorie ed effetti del Buono e Cattivo Governo. Una straordinaria sequenza di immagini e figure allegoriche dà vita ad una prima rappresentazione “realistica” di un paesaggio urbano e di un paesaggio agricolo e naturale. «Molti studiosi hanno decifrato per noi il significato complesso degli emblemi che rappresentano le due Allegorie ed effetti del Buono e Cattivo Governo (1337-1339), tracciandone la complessa genealogia. Ciò che più sorprende l’occhio contemporaneo è la presenza massiccia di città, paesaggi, animali, mercanti, danzatori, e di come luce e spazio vengano rappresentati in maniera ubiqua. Il Cattivo Governo non viene illustrato semplicemente con la diabolica figura della Discordia, ma anche dal buio, dalla città distrutta, dal paesaggio devastato, e dalla gente accalcata. Neanche il Buon Governo viene personificato soltanto dai vari emblemi di virtù e Concordia, ma anche dalla trasparenza della luce, da un’architettura ben conservata, da un paesaggio curato, dalla diversità degli animali, la facilità delle sue relazioni commerciali, la sua arte fiorente. Non si tratta di semplice decorazione, l’affresco richiama la nostra attenzione verso la sottile ecologia del Buon e del Cattivo Governo.» Bruno Latour, Dingpolitik. Come rendere le cose pubbliche, Postmedia, Milano 2011, p. 11. Come ha evidenziato Bruno Latour, parlando della “maniera ubiqua” in cui “luce e spazio vengono rappresentati”, il dipinto di Lorenzetti mostra un’inestricabile connessione tra le azioni degli uomini e l’ambiente costruito naturale e agricolo. Nella rappresentazione del Buon Governo la bellezza e la felicità si percepiscono in ogni dettaglio e sembra che le sorti individuali non possano essere separate da quelle collettive. Nel caso del Cattivo Governo al contrario ogni elemento appare drasticamente separato da tutto il resto ed il dissesto drammatico dell’ambiente naturale e agricolo è accompagnato dai ruderi minacciosi che lacerano la città. Per tali ragioni qualcuno ha visto in queste figure una primigenia forma di visione ecologica. Le strette relazioni richiamano con forza le responsabilità degli uomini in quanto soggetti consapevoli e agenti. Il titolo stesso sottolinea come il Cattivo e il Buon Governo dipendano dalle condizioni politiche ma anche dall’esercizio di alcuni strumenti conoscitivi e operativi che, in un’azione continua, permettono la pratica del governo. Le Allegorie di Lorenzetti richiamano tra le righe la responsabilità del progetto come strumento privilegiato usato dagli uomini per governare le trasformazioni e soprattutto l’indissolubile legame tra conoscenza e azione di trasformazione che lo caratterizza.

CAOS E GRANDI ERRORI PER PICCOLI SPOSTAMENTI DECISIVI Marco Navarra


Nello spazio sottile che divide e tiene insieme i capitoli di questo racconto si aprono una serie di domande decisive. Di che tipo di progetto ha bisogno il buon governo? Quale diverso paradigma del progetto bisogna delineare soprattutto oggi dopo che il cattivo governo sembra aver avuto la meglio? La ricerca In_stability/Inst_ability. Paesaggi di trasformazione verso il paradigma della resilienza, costituisce la coraggiosa esplorazione di una frontiera confusa e incomprensibile, resa ancor più caotica dalla crisi che da alcuni anni ha colpito il mondo. La lucida definizione di un campo teorico si accompagna alla necessaria e paziente ricerca sul campo attraverso la pratica del progetto su un caso studio specifico e preciso. La rigorosa costruzione di concetti e idee si unisce alla definizione e sperimentazione di nuovi strumenti di progetto capaci di esplorare con lucidità contraddizioni e terre sconosciute. La vastità della ricerca è corroborata dalla precisione con cui sono stati scelti i frammenti e le parti su cui si è esercitata l’intelligenza interpretativa e l’immaginazione inventiva. La temerarietà e il coraggio hanno permesso di affrontare frontalmente il caos e le difficoltà tipiche di chi naviga in mari sconosciuti trasformando gli errori in un materiale prezioso su cui far maturare un pensiero originale. Si tratta di un lavoro di ricerca ancora aperto – e questa è la sua forza – ma che ha prodotto uno spostamento decisivo: mostrarci l’urgenza e la necessità di ripensare il ruolo e gli strumenti dell’architettura e di conseguenza anche il modo di insegnarla nelle nostre scuole.


La tesi dal titolo INSTABILE parla di Instabilità e prova a sperimentare i suoi influssi vitali all’interno del progetto di Architettura, rispolverando l’atteggiamento progettuale distillato nella dimensione corporea dell’architettura minore. Il lavoro, frutto di un’esperienza corale, è costituito da tre volumi – l’Antologia, l’Archivio e il Dossier Sicilia – accompagnati da un progetto. Il progetto diventa un’occasione per sperimentare il metodo d’indagine e l’atteggiamento progettuale, trasferibili su alcune delle situazioni più critiche esistenti in Sicilia. Antologia e Archivio, resoconti della ricerca in divenire L’Archivio raccoglie i testi che hanno corroborato la tesi, realizzando uno zapping letterario sulle argomentazioni cardine come: Sperimentazione vs Specialismo, Riuso integrale, Paesaggio tra economia e immagine, Retroinnovazione e Traduzione. La post produzione dei testi – decontestualizzati dall’opera di riferimento e montati in ordine cronologico – mostrano una panoramica sulle convergenze e le divergenze relative ad alcune delle parole chiave del nuovo paradigma olistico. Il montaggio dei testi pone l’accento sul plagio come strumento necessario al progresso e sul détournement come linguaggio fluido dell’anti-ideologia, che sa di non detenere alcuna garanzia definitiva1. L’Antologia ricostruisce lo scenario di riferimento, fatto da comportamenti emergenti, azioni e progetti relativi a situazioni diffuse glocalmente (in quanto stanno sperimentando l’efficacia delle azioni locali e della condivisione globale dei risultati). Queste situazioni trovano nel nuovo paradigma olistico il comune denominatore. Per entrare a far parte del nuovo paradigma bisogna scardinare il pensiero duale che procede per dicotomie conflittuali, riconoscendo l’importanza del dialogo tra le polarità e il suo potere generativo. La raccolta suddivide lo scenario di riferimento in quattro macro temi, ognuno dei quali dimostra l’inconsistenza di una (f)rigida dicotomia.

IN_STABILITY INST_ABILITY Paesaggi di trasformazione verso il paradigma della resilienza Liliana Adamo Simona Campione Floriana Roccasalva Giuseppe Scirè Banchitta Chiara Torrisi

1. Guy Debord, La società dello spettacolo, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2008, pp. 174-175.

1. Retribalizzazione – Nomade vs Stanziale 2. Deserto – Vita vs Morte 3. Agritettura – Città vs Campagna 4. Terzo paradiso – Natura vs Artificio Emblematico è il conflitto distruttivo tra città e campagna che ha portato allo “sfacelo simultaneo dei due termini”2, oggi così evidente da stimolare innovative forme di dialogo che amplificano la tensione attrattiva e creativa tra i due opposti complementari. La divisione della tesi in quattro macro temi è un espediente che facilita la messa a fuoco delle questioni portanti, senza celare i punti di contatto tra di essi. Le interazioni più forti si hanno tra la Retribalizzazione e il Terzo paradiso, e tra il Deserto e l’Agritettura. Le prime due sono accomunate dal ritorno di categorie comportamentali

2. Guy Debord, La società dello spettacolo, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2008, p. 155. Si trova tra i testi dell’Archivio.


3. G. Borella, Dentro il “progresso scorsoio”, in Lo Straniero,n°164, Febbraio 2014, p. 80.

profonde, ritorno che vede il precisarsi, in modalità innovative, di vocazioni e desideri repressi dai pregiudizi. L’uomo ritorna a pensare a se stesso come parte dell’intero – il pianeta terra – che ha un’intelligenza superiore a quella delle singole parti, riconoscendo l’importanza che la sua capacità inventiva tecnologica può avere all’interno del sistema. Questi ritorni dimostrano la non linearità del pensiero e della storia. La non linearità è sottolineata, in alcune delle sue istanze fisiche, da un ingranaggio dell’antologia – gli orologi “conTEMPOraneo” – che supportano una lettura verticale dei frammenti che compongono lo scenario di riferimento. I frammenti, appartenenti a tempi storici e contingenze diverse, vengono collegati con nessi retroattivi che scardinano la dicotomia noto/innovativo concedendo al futuro e all’innovazione una dimensione pregressa. Un esempio è il nesso tra chinampas e acquaponica. Deserto e Agritettura sono accomunate dall’attenzione verso i sistemi autopoietici, ovvero quei sistemi in grado di preservare la propria integrità adattandosi ai cambiamenti delle contingenze esterne, grazie all’uso di feedback positivi e negativi. Un sistema autopoietico è il paesaggio, che se ben gestito può ritornare ad essere vitale attivando “un’economia concreta del paesaggio”3 lontana dall’immaginario bidimensionale da cartolina. La traversata dalla civiltà del Logos a quella di Holos L’Olismo, matrice del nuovo paradigma, si sostituisce alla vecchia logica lineare, necessaria ma superata, che ci ha resi sempre più influenti nei cambiamenti strutturali del pianeta, trasformando la nostra capacità creativa in capacità atomica che frammentando può scatenare energie distruttive. La nuova visione diventa sempre più virale con l’accentuarsi della crisi ultimativa, crisi non solo ambientale ma anche sociale, economica e individuale. Sulla fine del mondo – che forse non a caso è una locuzione associata ad un’esperienza di estremo piacere – possiamo sorvolare guardando alle due mappe globali:

4. La ricostruzione si trova a p. 94 dell’Antologia In_stability/ Inst_ability, sezione Deserto. 5. La mappa della Nasa post prodotta si trova alle pp. 104105 dell’Antologia In_stability/ Inst_ability, sezione Deserto.

1. la ricostruzione dello scenario peggiore presentato dall’IPCC-Pannello Intergovernativo sui cambiamenti climatici, pubblicata sulla rivista New Scientist4 che vede il trasformarsi di alcuni paesaggi, attualmente vivi tra cui la Sicilia, in paesaggi energetici invivibili. 2. la mappa della Nasa sulle zone morte degli oceani e dei mari, post prodotta con l’inserimento delle 5 isole di rifiuti plastici che costituiscono lo stato federale The Garbage Patch State5. Tra l’altro le ultime notizie su uno dei problemi più scottanti, l’esaurimento delle riserve idriche, parlano dell’Ominiprocessor, il macchinario finanziato in Senegal dalla Bill & Melinda Gates Foundation per produrre 86000 litri di acqua al giorno e 260 Kw di energia dagli escrementi di 100000 persone. Sembra che ci sia sempre una salvezza di alt(r)a tecnologia dietro l’angolo.


Gli effetti negativi della vecchia visione offuscano i benefici raggiunti dalla civiltà della macchina, accelerando così il passaggio dal controllo forzato e semplicistico del nostro ambiente – guidato da analisi, soluzioni immediate, interesse per il risultato e il profitto – alla strategia della riparazione e della resilienza, che inizia a ricomporre la complessità per comprendere l’importanza delle interazioni e delle contingenze storiche. Questa transizione viene argomentata nella sezione dell’antologia “Terzo Paradiso” che in Architettura è il principio chiave del Movimento Metabolista. Kisho Kurokawa, filosofo e architetto dei Metabolisti, prevede il passaggio dall’Era della macchina all’Era della vita6 basata sul pensiero olistico e sulla simbiosi, concepita come zona fertile tra opposti complementari: Tradizione e Modernità, Vita e Morte, Occidente e Oriente, Scienza e Arte. Per i Metabolisti l’Ise Shrine – il santuario ricostruito ogni 20 anni dal 690 d.C. – diventa emblema dell’impermanenza, considerata la quintessenza del movimento. Così, “l’avanguardia Tradizionale”7 dei Metabolisti anticipa l’attuale cambio di paradigma guidato dall’instabilità, oggi riconosciuta come principio ecologico fondamentale, in quanto indicatore di vitalità e di natura. Il termine natura è vittima dell’abuso che ne ha compromesso l’uso concettuale ed estetico, ma noi ci riferiamo all’antica accezione ricordata da Ivan Illich – la natura (quasi) nascitura dicitur8 – la natura come concetto, idea, esperienza derivanti dal generare. Naturale è ciò che è nato ed è vivo. La triade concetto, idea e esperienza caratterizza il nuovo atteggiamento progettuale, costituito dall’alternarsi di osservazione e azione. La precisazione sul termine natura, scardina una delle dicotomie che strutturano la ricerca: NATURA / ARTIFICIO e ci consente di dar forza al modello paradigmatico dell’oasi, visto da P. Laureano come modello per una gestione sostenibile della terra, e da noi utilizzato come testimonianza fisica del nuovo, e allo stesso tempo antico, atteggiamento progettuale. Infatti, se consideriamo la natura come polarità nella dialettica guerresca uomo-natura, allora le oasi sono puro artificio, ma questo suona come un paradosso, perché le oasi sono a tutti gli effetti un ecosistema vivente. Se adottiamo la logica non-duale, dove il dialogo tra le polarità porta ad un arricchimento reciproco, l’oasi è natura, nata dall’artificio della cultura dei popoli del Sahara. Cultura dinamica, per necessità, tanto quanto gli ecosistemi. L’instabilità e l’abilità istantanea nel nuovo paradigma progettuale Il nuovo paradigma del progetto, guardando all’oasi, abbandona l’approccio risolutivo (un problema – una soluzione) per concentrarsi sull’approccio sistemico che guarda alla complessità e opera come un processo in cui cambiamenti, attività e azioni sono interconnessi. Le soluzioni così trovate non sono mai definitive e riescono a rispondere simultaneamente a più esigenze: ecologiche, economiche, sociali e simboliche. Si torna ad utilizzare il progetto – spesso corale – come strumento d’indagine per mettere a punto la sceneggiatura, ovvero il copione che fissa ingredienti di relazione e strategie essenziali agli strumenti operativi

6. Kisho Kurokawa, The Philosophy of Symbiosis, John Wiley & Sons; seconda edizione, 1994. 7. Ossimoro utilizzato da Hans Ulrich Obrist in Project Japan. Metabolism talks..., Taschen, 2011, p. 19.

8. Ivan Illich, I fiumi a nord del futuro, Quodlibet, Macerata, 2009.


9. Per il termine “progettazione” leggere il terzo testo tratto da documenti nel frammento “Valparaìso” dell’Antologia In_stability/ Inst_ability, sezione Retribalizzazione.

della progett-azione. Si individuano, così, due dimensioni che dialogano: quella relativa alla conoscenza originale e alle idee (progetto) e quella legata al corporeo, all’intuizione e all’azione (progett-azione). L’ibridazione operativa di queste dimensioni (praticata da realtà didattiche come i Rural studio, Valparaìso e l’AA di Londra nel campus di Hooke Park) allontana l’architetto dall’ingenua prospettiva del perfezionismo che annulla l’opportunità dell’errore, fattore scatenante per l’innovazione, e affievolisce le potenzialità della pratica come attività cognitiva. Le realtà didattiche studiate affrontano empiricamente le riflessioni sul ruolo dell’architetto, oggi sempre più marginalizzato, rendendo evidenti le sue capacità dovute all’assimilazione di un sapere contrario alla specializzazione, all’esercizio continuo di proiezione verso il futuro e all’abitudine di affrontare situazioni ibride e rese complesse dall’incertezza. Quest’ultima è la certezza nel tempo, legata alle interruzioni, ai cambiamenti e agli elementi di resistenza del tempo. L’instabilità, anche nel progetto, è accompagnata da altri IN: l’indeterminato, l’inutile. L’inutile non è il dis-utile ma l’utile nel tempo, così come l’indeterminato – al quale guarda l’architettura lo-fi a bassa definizione – non è il non determinato ma il determinato nel tempo. L’instabilità in architettura mette in evidenza due dimensioni del tempo. La prima è la stabilità mutevole (l’in_stability) fatta da equilibri dinamici pronti al cambiamento, con i quali è possibile dialogare attraverso l’apprendimento, ovvero la conoscenza originale – il progetto – che intreccia passato e futuro, tempi e mondi appartenenti al tempo storico collettivo. La seconda è l’abilità del momento – istantanea – (l’inst_ability) caratterizzata dal susseguirsi di osservazioni e azioni nel tempo della vita del singolo, il presente della progett-azione9.


In questo modo si torna a pensare all’Architettura come disciplina indiziaria, qualitativa, che ha a che fare con casi, situazioni, documenti individuali e che presta particolare attenzione per i dettagli marginali. Le discipline indiziarie, come sottolinea Carlo Ginzburg10, non rientrano nei criteri di scientificità desumibili dal paradigma galileiano, al contrario praticano la nuova visione che ha segnato il passaggio dalla civiltà del Logos alla civiltà di Holos11. Il metodo indiziario procede sperimentalmente – provando e riprovando – provare vuol dire convalidare e tentare allo stesso tempo, creando una simbiosi tra il mondo delle idee e dell’esperienza. Il progetto

10. Carlo Ginzburg, Spie. Radici di un paradigma indiziario, in Miti, emblemi e spie. Morfologia e storia, Einaudi, 2000, p. 170. 11. Ervin László, Cambiare o non cambiare, in Verso la città territorio. L’esperienza di Danilo Dolci, a cura di G. Corsani, L. Guidi, G. Pizziolo, Alinea Editrice, 2012. Si trova tra i testi dell’Archivio.


instabile è vicino al sentire e all’operato dell’architettura minore, si prepara al confronto con le contingenze corporee soggette a mutamenti ciclici e talvolta repentini, trova soluzioni sub-ottimali quindi non definitive ma aperte ad un perfezionamento continuo, si presta alle esigenze temporanee. Il progetto instabile demolisce le pretese di ottimalità e di controllo rigido della realizzazione, tipiche del progetto moderno che crede di poter bloccare la resa finale dell’architettura su carta, esaurendo tutte le possibilità legate a prefigurazioni future dell’abitare, del comportamento e della vita in genere. Emblematico è il progetto di Le Corbusier per gli alloggi operai a Pessac, considerato un fallimento per via delle modifiche kitsch consentite agli inquilini dalla modularità di ciascun edificio, composto da elementi standard che si incastrano come tessere nella griglia della pianta libera. L’idea che l’autorialità pura e cubica di Le Corbusier fosse stata sfregiata dagli operai di Pessac, fu smantellata dallo studio dell’architetto Philippe Boudon – Pessac de Le Corbusier – nel 1969, sino ad arrivare all’architettura vissuta di Elemental. «Una volta Le Corbusier disse, in un’affermazione solitamente usata contro di lui “Sapete, è sempre la vita ad avere ragione e l’architetto ad avere torto.” Non era la confessione di un errore. Era il riconoscimento della validità del processo rispetto alla santità dell’ideologia.» Ada Louise Huxtable La stabilità mutevole spinge all’indagine utilizzando il progetto come strumento di conoscenza originale, come fase preparatoria alla progett-azione dell’indeterminato, impossibile se allo stesso tempo non si pratica. Il Progetto e il Paradigma indiziario come dispositivi per una conoscenza originale del nostro Laboratorio, La Sicilia Il progetto sul bacino idrografico del Simeto, ha tratto linfa vitale dalla vita e dall’architettura vissuta. Ha imparato da esempi di gruppi di ricerca progettuale che guidano la didattica con esperienze reali e collettive di progetto. L’operato tra teoria e azione della scuola di Architettura di Valparaìso, dell’aula didattica pubblica dei Rural Studio e del campus di Hooke Park dell’AA di Londra. Da Valparaìso abbiamo appreso l’importanza del lavoro collettivo “en ronda” (attraverso il quale si condividono osservazioni, riflessioni, necessità di approfondimento sul progetto, preservando l’individualità dell’esperienza) e l’uso della parola (la capacità di nominare l’essenza dei luoghi come rilievo del reale e allo stesso tempo come prefigurazione progettuale). I Rural Studio sono un buon esempio di risultati estetici soddisfacenti ottenuti attraverso l’uso di tecnologie intermedie e materiali poveri. Il campus di Hooke Park è esemplare in quanto riesce a guidare le questioni estetico-formali attraverso questioni strategiche legate all’economia concreta del bosco. Il Dossier Sicilia, dopo un excursus tra le estensioni geografiche, storiche e sociali della Sicilia, mette in evidenza il metodo e gli strumenti relativi,


utilizzati nel progetto sul bacino idrografico del Simeto. La Sicilia è il nostro laboratorio per due motivi preponderanti. La Sicilia è al centro del Mediterraneo, da sempre ambiente arido che ha spinto le popolazioni ad ingegnarsi, suscitando cultura e edificando i suoi paesaggi. L’isola potrebbe svegliarsi e diventare un esempio di rinascita dalla crisi. In caso contrario sarà la prossima vittima del deserto, in quanto prossima geograficamente, orograficamente e culturalmente alla mezzaluna (in)fertile. Toccata per prima dal suo pacchetto alimentare e dalla sua agricoltura destinata allo sfruttamento intensivo. La Sicilia fa da cerniera tra i paesi in via di sviluppo e la cultura nord-euro centrica. Proprio per la sua origine, come il Cile di Valparaìso, potrebbe avviare la sua personale Ricerca del Nord, acquistando autonomia culturale dall’idea di sviluppo e di tecnologia imperante. Il nostro progetto tenta la sperimentazione di strumenti idonei ad ottenere una conoscenza originale, che diffida di se stessa e del sapere specialistico. Come uno scettico empirico, procede per prova ed errore, consapevole dei limiti della razionalità. Attraverso un atteggiamento indiziario, ha tentato di ricostruire una lettura originale del bacino combinando dettagli spesso marginali. Il progetto è suddiviso in quattro sezioni: la lettura del bacino e del luogo, le dissezioni territoriali, le strategie operative, le istantanee del progetto. La lettura ha incontrato difficoltà maggiori nel ricostruire una visione generica dello stato di salute dell’isola, a causa del tentativo di lavorare per livelli sovrapponibili. I livelli estratti da cartografie elaborate da saperi settorializzati in ambiti del sapere infinitesimali, a volte presentano incongruenze con il resoconto da noi fatto per alcune aree. Un esempio è la carta elaborata da Agrimed Quality sullo stato dell’agricoltura siciliana, che campisce l’area del pachinese – industrializzata a cielo aperto dalle serre – come zona ad agricoltura intermedia e non intensiva. O la difficoltà di trovare testimonianze cartografiche sui boschi che ricoprivano la Sicilia, le cui tracce si ritrovano nella toponomastica araba di alcuni terreni della costa meridionale dell’isola12. Utilizzando tre scale diverse comparate nello stesso momento e combinando dettagli cartografici a resoconti scritti (come nel caso della permeabilità dei suoli, dove la carta a scala regionale è stata realizzata mixando una carta litologica – di lettura difficile a un non specialista – con il paragrafo descrittivo di Serafino Scrofani13) la lettura ha iniziato ad assumere un atteggiamento originale. La lettura parla dell’ECO-NOMIA del bacino, delle regole che ne gestiscono la casa, dunque le risorse idriche, il rapporto con la vegetazione, con le monocolture. Lo schema in tre dimensioni fa una sintesi dei diversi sistemi di paesaggio che partecipano all’essenza di Paternò, cerniera dell’intervento, e ne codifica gli schemi di edificazione che vanno dalla monocoltura degli agrumeti che sale dalla piana di Catania, al sistema nudo degli Erei, alle coltivazioni arboree delle pendici dell’Etna che sfumano in riserve abitate da piante relitte da proteggere dall’agire antropico. Dalla ricostruzione Natura vs Artificio alla scala del bacino si vede la sovrapposizione di molte aree SIC E ZPS con il perimetro degli invasi, opere idroelettriche rigide e

12. Carmelo Trasselli, Necessità di una storia della agricoltura siciliana, in LaTerza Sponda 2, Antonio Vento Editore, 1955, p. 114. Si trova tra i testi dell’Archivio. 13. Serafino Scrofani, Sicilia. Utilizzazione del suolo nella storia, nei redditi e nelle prospettive, E.S.A., Palermo, 1962, Seconda Parte - La Sicilia dell’albero differente di quella del maggese nudo, che ci viene imposto ancora dal clima, pp. 174-176.


intrappolate nel paradosso di aver rilocalizzato le aree umide asciugate dalla bonifica, senza la possibilità di dialogare con loro. La foto scattata durante un sopralluogo alla traversa di Ponte Barca mostra come il livello dell’oasi si abbassa in maniera drastica a causa della necessaria manutenzione delle condotte che portano l’acqua del Simeto al Biviere di Lentini. In queste occasioni, soprattutto quando coincidono con la nidificazione, la fauna viene disturbata. Tra gli abitanti il pollo sultano, frutto di una operazione di reinserimento ben riuscita. La rigidità dei grandi impianti centralizzati è sottolineata anche dalla previsione del rischio esondazione, in quanto queste infrastrutture sono soggette a collassi improvvisi o a normali manovre di scarico (dettaglio marginale cucito da più cartografie specifiche ad ogni invaso). Se ci caliamo al 20.000 nell’area di progetto che va da Pietralunga alla traversa di Ponte Barca, il punto di vista cambia e si manifesta l’invisibile che corrisponde alla zona bianca ai piedi dell’Etna nella carta a scala bacino. Al 20.000 abbiamo evidenziato il reticolo idrografico superficiale delle saje, che come fiumi – ma artificiali – scorrono tra gli agrumi sfociando come affluenti nel Simeto. La carta sul suolo evidenzia lo stato del suolo e dell’agricoltura. L’incontro tra la Sicilia nuda (o meglio denudata) delle argille e la Sicilia dell’albero della piana alluvionale. Le argille denudate dei boschi vengono dilavate dal violento ruscellamento invernale, apportando fango e detriti al fiume invece che acqua trattenuta, in parte, dalla riserva idrica del bosco. Le dissezioni territoriali esaltano il paradigma indiziario, accumulando indizi che vanno dai disegni dei Benedettini scovati all’Archivio di Stato di Catania; alla scoperta di un territorio vivace tra aziende didattiche, woofer e comunità intenzionali (testimonianza da sopralluogo – la foto della cupola geodetica di Saja Project); allo studio di carte storiche per registrare l’instabilità del fiume spesso dovuta ad azioni dell’uomo (scoperta del Gornalunga come affluente solo dal 1621); alla ricostruzione della nuova orografia della collina partendo da una base cartografica – sui calanchi, ruscellamenti, frane, colamenti, scarpate torrentizie – arricchita dal ricalco dell’ortofoto e dall’uso di google earth storia (sequenza fotografica estrapolata da google earth storia che mostra un colamento ancora non dichiarato cartograficamente); al ridisegno dei tre assi che attraversano il sistema trasversalmente, passando dagli agrumeti alla collina, sovrapposto alla sezione geologica; alle sezioni lobotomiche sul fiume e su porzioni più ampie di territorio. Tutti questi indizi confluiscono nella rappresentazione dello stato di fatto, che tenta di avvicinarsi alla qualità informativa dei disegni più datati, evidenziando la diversa densità degli agrumeti e i fossi di ruscellamento della collina (disegno che potrebbe essere migliorato, in tal senso, imparando dalla qualità di rappresentazione dell’Istituto Geografico Militare e dall’essenzialità dei disegni dei Benedettini). Le Strategie Operative vengono rappresentate: da una carta del bacino che evidenzia la posizione strategica dell’area di progetto, tracciando gli assi che attraversano il bacino e che se resi accessibili potrebbero trasformarsi nelle sue articolazioni per lo spostamento delle persone; dal programma potenziale d’insieme che mette in risalto l’approccio sistemico e


i tempi del progetto; dai dispositivi che fissano gli ingredienti di relazione essenziali ai processi d’innesco della strategia. I dispositivi provano a dare risposte istantanee alle esigenze impellenti, senza trincerarsi in posizioni rigide ma aprendosi a configurazioni future suscitate dal gioco combinatorio degli elementi eterogenei che descrivono l’essenza della rete dei dispositivi. Michel Foucault, che ha introdotto la nozione di dispositivo, ne evidenzia il senso e la funzione metodologica in 3 luoghi14: «Ciò che io cerco di individuare con questo nome è, in primo luogo, un insieme assolutamente eterogeneo che implica discorsi, istituzioni, strutture architettoniche, decisioni regolative, leggi, misure amministrative, enunciati scientifici, proposizioni filosofiche, morali e filantropiche, in breve: tanto del detto che del non-detto, ecco gli elementi del dispositivo. Il dispositivo esso stesso è la rete che si stabilisce fra questi elementi. In secondo luogo, quello che cerco di individuare nel dispositivo è precisamente la natura del legame che può esistere tra questi elementi eterogenei. (…) In breve, fra questi elementi, discorsivi o meno, c’è una specie di gioco, di cambi di posizione, di modificazione di funzioni che possono, anche loro, essere molto differenti. In terzo luogo per dispositivo intendo una specie, diciamo, di formazione che, in un dato momento storico, ha avuto per funzione maggiore quella di rispondere a una urgenza. Il dispositivo ha dunque una funzione strategica dominante. (…)» I nostri dispositivi nascono da urgenze, sono insiemi eterogenei che legano le singole unità in una rete capace di tenere in maggior conto gli eventi e i vincoli locali alle quali le unità sono soggette. I dispositivi sono uno strumento essenziale all’approccio sistemico che rivisita la logica del masterplan per farla dialogare con la diversità del luogo specifico, diversità che è possibile riscontrare in raggi di pochi metri. La loro rappresentazione usa disegni fuori scala per evidenziare i processi e le relazioni tra le misure. I dispositivi hanno a che fare con le dinamiche del sapere, contrapposto “alla sveglia meccanica dell’educazione”15 e alle dottrine disciplinari. Mettono in gioco una grammatica generativa pronta ad essere utilizzata da chiunque voglia tornare ad apprendere da se stesso, senza aspettare di essere educato all’azione. Fissano ingredienti di relazione legati agli obiettivi da raggiungere, per sperimentarli con intuito sul campo della progett-azione. Le istantanee del progetto sono un tentativo di fare un fermo immagine su una delle possibili configurazioni del parco, che può saltar fuori dalla combinazione delle strategie e degli strumenti operativi fissati dall’indagine del progetto. Le istantanee sono in attesa di essere calibrate e convalidate dalla progett-azione e hanno il ruolo di definire uno scenario plausibile ma non veritiero, in quanto rappresentazione di scenari non vivi.

14. Frammento dell’intervista del 1977 intitolata Le Jeu de Michel Foucault, estratto dall’articolo Che cos’è un dispositivo di Amos Bianchi pubblicato nella rivista Adversus, anno X, n°25, del Dicembre 2013, pp. 223-224.

15. Ivan Illich, La convivialità: una proposta libertaria per una politica dei limiti dello sviluppo, Red Edizioni, Trento, 2013, p. 85.


ISTRUZIONE ALLA LETTURA ESTRATTO DEL CONTRIBUTO DI RIFERIMENTO

COPERTINA DEL CONTRIBUTO DI RIFERIMENTO

ARGOMENTAZIONI CARDINE

Anno di prima pubblicazione

Oggetto . . . Autore . . . Editore . . . Luogo, Anno . . .

TITOLO CONTRIBUTO Sottotitolo DATI DEL CONTRIBUTO DI RIFERIMENTO

MACROTEMI

PAGINA DEL CONTRIBUTO DI RIFERIMENTO

13

13

13

13


ARCHIVIO In_stability Paesaggi di trasformazione verso il paradigma della resilienza a cura di Liliana Adamo Simona Campione Giuseppe Scirè Banchitta Floriana Roccasalva Chiara Torrisi


1934

Oggetto Libro Autore Lewis Mumford Editore NET - Nuove Edizioni Tascabili Luogo, Anno Milano, 2005

TECNICA E CULTURA Storia della macchina e dei suoi effetti sull’uomo

18

194 19 4


TECNICA E CULTURA Storia della macchina e dei suoi effetti sull’uomo 4322 43

19


TECNICA E CULTURA Storia della macchina e dei suoi effetti sull’uomo

20

433 433


TECNICA E CULTURA Storia della macchina e dei suoi effetti sull’uomo 434 434

21


TECNICA E CULTURA Storia della macchina e dei suoi effetti sull’uomo

22

4355 43


1955

Oggetto Rivista - La Terza Sponda 2 Contributo Articolo Autore Carmelo Trasselli Editore Antonio Vento Editore Luogo, Anno Trapani, 1955

NECESSITĂ€ DI UNA STORIA DELLA AGRICOLTURA SICILIANA 110 110

23


NECESSITÀ DI UNA STORIA DELLA AGRICOLTURA SICILIANA

24

111 111


NECESSITÀ DI UNA STORIA DELLA AGRICOLTURA SICILIANA 112 112

25


NECESSITÀ DI UNA STORIA DELLA AGRICOLTURA SICILIANA

26

113 113


NECESSITÀ DI UNA STORIA DELLA AGRICOLTURA SICILIANA 114 114

27


NECESSITÀ DI UNA STORIA DELLA AGRICOLTURA SICILIANA

28

115 115


NECESSITÀ DI UNA STORIA DELLA AGRICOLTURA SICILIANA 116 116

29


1961

Oggetto Libro Autore Emilio Sereni Editore Editori Laterza Luogo, Anno Bari, 2010

STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO

30

38 8


STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO 39

31


STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO

32

44


STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO 45

33


STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO

34

100


1964

Oggetto Libro Autore Marshall McLuhan Editore Il Saggiatore Luogo, Anno Milano, 2008

CAPIRE I MEDIA Gli strumenti del comunicare 24

35


CAPIRE I MEDIA Gli strumenti del comunicare

36

124 124


1970

Oggetto Libro Autore Andrea Branzi Editore Editions HYX Luogo, Anno OrlĂŠans, 2006

NO-STOP CITY Archizoom Associati 150 15 0

37


NO-STOP CITY Archizoom Associati

38

151 151


1971

Oggetto Libro Autore Henri Laborit Editore Arnoldo Mondadori Editore Luogo, Anno Vicenza, 1973

L’UOMO E LA CITTÀ Il fenomeno urbano come organismo vivente: strutture, servizi, informazione 128 128

39


L’UOMO E LA CITTÀ Il fenomeno urbano come organismo vivente: strutture, servizi, informazione

40

129 129


1975

Oggetto Libro Autore Masanobu Fukuoka Editore Libreria Editrice Fiorentina Luogo, Anno Pisa, 2011

LA RIVOLUZIONE DEL FILO DI PAGLIA Un’introduzione all’agricoltura naturale 8

41


LA RIVOLUZIONE DEL FILO DI PAGLIA Un’introduzione all’agricoltura naturale

42

9


LA RIVOLUZIONE DEL FILO DI PAGLIA Un’introduzione all’agricoltura naturale 10

43


1976

Oggetto Libro Autore Steven Runciman Editore Biblioteca Universale Rizzoli Luogo, Anno Milano, 1976

I VESPRI SICILIANI Storia del mondo mediterraneo alla ďŹ ne del XIII secolo

44

10


I VESPRI SICILIANI Storia del mondo mediterraneo alla ďŹ ne del XIII secolo 11

45


I VESPRI SICILIANI Storia del mondo mediterraneo alla ďŹ ne del XIII secolo

46

12


1976

Oggetto Libro Autore Guido Petter Editore Giunti Marzocco Luogo, Anno Firenze, 1976

L’EQUILIBRIO ECOLOGICO È UN PUNTO DI ARRIVO 16

47


L’EQUILIBRIO ECOLOGICO È UN PUNTO DI ARRIVO

48

17


L’EQUILIBRIO ECOLOGICO È UN PUNTO DI ARRIVO 18 8

49


L’EQUILIBRIO ECOLOGICO È UN PUNTO DI ARRIVO

50

20


1977

Oggetto Rivista - Sapere 797 Contributo Articolo Autore Floriano Calvino Editore Edizioni Dedalo Luogo, Anno Bari, 1977

SOCIETĂ€ E ASSETTO DEL TERRITORIO 6

51


SOCIETÀ E ASSETTO DEL TERRITORIO

52

7


SOCIETÀ E ASSETTO DEL TERRITORIO 8

53


SOCIETÀ E ASSETTO DEL TERRITORIO

54

9


SOCIETÀ E ASSETTO DEL TERRITORIO 10

55


SOCIETÀ E ASSETTO DEL TERRITORIO

56

11


SOCIETÀ E ASSETTO DEL TERRITORIO 12

57


1977

Oggetto Rivista - Casabella 426 Contributo Editoriale Autore Tomรกs Maldonado Editore Gruppo Editoriale Electa Luogo, Anno Milano, 1977

AGRICOLTURA: UN APPUNTAMENTO MANCATO

58

9


Oggetto Rivista - Casabella 426 Contributo Articolo Autore Alessandro Toccolini Editore Gruppo Editoriale Electa Luogo, Anno Milano, 1977

TERRITORIO AGRICOLO E PIANIFICAZIONE Le comunitĂ montane 29

59


Oggetto Rivista - Casabella 426 Contributo Articolo Autore Giorgio Nebbia Editore Gruppo Editoriale Electa Luogo, Anno Milano, 1977

LA CHEMIURGIA

60

14


LA CHEMIURGIA 15

61


1985

Oggetto Rivista - Casabella 516 Contributo Articolo Autore AndrĂŠ Corboz Editore Arnoldo Mondadori Editore Luogo, Anno Milano, 1985

IL TERRITORIO COME PALINSESTO

62

22


IL TERRITORIO COME PALINSESTO 23

63


IL TERRITORIO COME PALINSESTO

64

24


IL TERRITORIO COME PALINSESTO 25

65


IL TERRITORIO COME PALINSESTO

66

26 6


IL TERRITORIO COME PALINSESTO 27

67


1985

Oggetto Libro Autore Bob Black Editore Nautilus Luogo, Anno Torino, 2007

L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

68

4


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 5

69


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

70

6


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 7

71


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

72

8


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 9

73


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

74

10


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 11

75


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

76

12


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 13

77


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

78

14


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 15

79


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

80

16 6


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 17

81


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

82

18 8


L’ABOLIZIONE DEL LAVORO 19

83


1987

Oggetto Libro Autore Fernand Braudel Editore Bompiani Luogo, Anno Milano, 1987

IL MEDITERRANEO Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni

84

19


IL MEDITERRANEO Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni 20

85


IL MEDITERRANEO Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni

86

50


IL MEDITERRANEO Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni 51

87


1990

Oggetto Rivista - Spazio e SocietĂ 50 Contributo Articolo Autore Yona Friedman, Eda Schaur Editore Le Lettere Luogo, Anno Milano, 1990

ARCHITETTURE PER LA GENTE

88

57


ARCHITETTURE PER LA GENTE 58 8

89


ARCHITETTURE PER LA GENTE

90

60 60


ARCHITETTURE PER LA GENTE 64 64

91


1992

Oggetto Libro Autore Guy Debord Editore Baldini Castoldi Dalai Luogo, Anno Milano, 2008

LA SOCIETĂ€ DELLO SPETTACOLO

92

154 15 4


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO 1555 15

93


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO

94

161 16 61


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO 162 16 62

95


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO

96

193 193


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO 194 194

97


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO

98

195 195


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO 196 196

99


LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO

100

197 197


1993

Oggetto Libro Autori Gianluca Bocchi, Mauro Ceruti Editore Feltrinelli Luogo, Anno Milano, 2009

ORIGINI DI STORIE 247 247

101


ORIGINI DI STORIE

102

248 248


ORIGINI DI STORIE 249 249

103


ORIGINI DI STORIE

104

250 250


ORIGINI DI STORIE 251 251

105


ORIGINI DI STORIE

106

252 252


ORIGINI DI STORIE 253 253

107


ORIGINI DI STORIE

108

254 254


ORIGINI DI STORIE 255 255

109


ORIGINI DI STORIE

110

256 256


ORIGINI DI STORIE 277 277

111


ORIGINI DI STORIE

112

278 278


ORIGINI DI STORIE 279 279

113


ORIGINI DI STORIE

114

280 28 80


ORIGINI DI STORIE 281 28 81

115


ORIGINI DI STORIE

116

282 28 82


ORIGINI DI STORIE 283 28 83

117


ORIGINI DI STORIE

118

284 28 84


ORIGINI DI STORIE 285 28 85

119


ORIGINI DI STORIE

120

286 28 86


ORIGINI DI STORIE 287 28 87

121


1995

Oggetto Libro Autore Mauro Ceruti Editore Laterza & Figli Luogo, Anno Bari, 1995

EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO

122

38 8


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO 39

123


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO

124

40


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO 41

125


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO

126

42


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO 43

127


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO

128

49


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO 50

129


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO

130

51


EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO 52

131


1995

Oggetto Libro Autore Pietro Laureano Editore Bollati Boringhieri Luogo, Anno Torino, 2013

LA PIRAMIDE ROVESCIATA Il modello dell’oasi per il pianeta Terra

132

23


LA PIRAMIDE ROVESCIATA Il modello dell’oasi per il pianeta Terra 24

133


LA PIRAMIDE ROVESCIATA Il modello dell’oasi per il pianeta Terra

134

61 61


LA PIRAMIDE ROVESCIATA Il modello dell’oasi per il pianeta Terra 62 62

135


LA PIRAMIDE ROVESCIATA Il modello dell’oasi per il pianeta Terra

136

63 63


1997

Oggetto Libro Autore Jared Diamond Editore Einaudi Luogo, Anno Trento, 2000

ARMI, ACCIAIO E MALATTIE Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni 78 8

137


ARMI, ACCIAIO E MALATTIE Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni

138

79


ARMI, ACCIAIO E MALATTIE Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni 316 316

139


ARMI, ACCIAIO E MALATTIE Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni

140

317 317


1997

Oggetto Libro Autore Manuel De Landa Editore Instar Libri Luogo, Anno Torino, 2003

MILLE ANNI DI STORIA NON LINEARE Rocce, germi e parole 2

141


MILLE ANNI DI STORIA NON LINEARE Rocce, germi e parole

142

3


MILLE ANNI DI STORIA NON LINEARE Rocce, germi e parole 4

143


MILLE ANNI DI STORIA NON LINEARE Rocce, germi e parole

144

5


2000

Oggetto Libro Autore John R. McNeill Editore Einaudi Luogo, Anno Piacenza, 2002

QUALCOSA DI NUOVO SOTTO IL SOLE Storia dell’ambiente nel XX secolo 26 6

145


QUALCOSA DI NUOVO SOTTO IL SOLE Storia dell’ambiente nel XX secolo

146

27


QUALCOSA DI NUOVO SOTTO IL SOLE Storia dell’ambiente nel XX secolo 61 61

147


QUALCOSA DI NUOVO SOTTO IL SOLE Storia dell’ambiente nel XX secolo

148

189 18 89


QUALCOSA DI NUOVO SOTTO IL SOLE Storia dell’ambiente nel XX secolo 194 194

149


2000

Oggetto Rivista - Territorio 15 Contributo Articolo Autore Augusto Perelli, Andrea Tosi Editore Franco Angeli Editore Luogo, Anno Milano, 2000

INSEDIAMENTI UMANI E PAESAGGI AGRARI NEL MEDITERRANEO

150

44


INSEDIAMENTI UMANI E PAESAGGI AGRARI NEL MEDITERRANEO 47

151


2001

Oggetto Libro Autore Alberto Magnaghi Editore Alinea Editrice Luogo, Anno Firenze, 2001

UNA METODOLOGIA ANALITICA PER LA PROGETTAZIONE IDENTITARIA DEL TERRITORIO

152

1


UNA METODOLOGIA ANALITICA PER LA PROGETTAZIONE IDENTITARIA DEL TERRITORIO 15

153


UNA METODOLOGIA ANALITICA PER LA PROGETTAZIONE IDENTITARIA DEL TERRITORIO

154

16 6


UNA METODOLOGIA ANALITICA PER LA PROGETTAZIONE IDENTITARIA DEL TERRITORIO 20

155


UNA METODOLOGIA ANALITICA PER LA PROGETTAZIONE IDENTITARIA DEL TERRITORIO

156

25


2001

Oggetto Libro Autore Pietro Laureano Editore Bollati Boringhieri Luogo, Anno Torino, 2001

ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtiďŹ cazione 20

157


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

158

22


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 27

159


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

160

33


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 34

161


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

162

35


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 55

163


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

164

56 6


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 57

165


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

166

91


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 94

167


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

168

123 123


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 125 125

169


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

170

126 126


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 137 137

171


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

172

155 155


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 176 176

173


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

174

208 208


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 225 225

175


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

176

269 26 69


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 270 270

177


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

178

271 271


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione 272 272

179


ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

180

358 358


3 Lo studio sistematico dei resti 3.1 I qanat Di rilevante importanza e interesse risultano le ricerche e la scoperta di un elevato numero di qanat nel sottosuolo delle campagne, oggi urbanizzate, e della città di Palermo. I qanat sono delle gallerie sotterranee che consentono di effettuare la captazione delle risorse idriche disponibili con tecniche talvolta straordinarie che hanno remotissime origini. Rileva infatti Laureano che " Le prime iscrizioni documentarie sui qanat risalgono al re assiro Sargon II che nel VII secolo a. C, durante una campagna in Persia, descrive il rinvenimento di canali sotterranei per l'acqua (...) Lo storico greco Polibio, vissuto nel II secolo a. C, racconta dei pozzi e canali sotterranei scavati nel deserto dell'Asia Minore in tali quantità che «al giorno d'oggi chi usa tali acque non sa donde sgorghino e siano state condotte» " (1995, pag. 57-58). Queste gallerie sotterranee sono diffuse in diverse aree geografiche nelle quali prevale la caratteristica climatica comune della forte aridità. In ciascuna di queste aree, a secondo del tipo di risorsa idrica disponibile in relazione alle caratteristiche del bacino idrico, i cunicoli captano l'acqua con tecniche diverse che richiedono l'applicazione di principi fisici differenti. Nel deserto del Sahara, nel contesto geografico del wadi Saoura le gallerie sotterranee vengono chiamate foggara, nell'area persiana qanat o kariz, in quella del Marocco khottara e in Andalusia madjirat; nella penisola arabica canali di adduzione con tratti superficiali che si alternano a tratti interrati prendono il nome di falaj. I qanat di tipo persiano, da un pozzo principale di rinvenimento della falda, trasportano l'acqua fino al punto di utilizzazione, coprendo distanze talvolta lunghissime. La galleria sotterranea procede lungo il sottosuolo con una pendenza minima, tale da assicurare un lento e costante movimento del liquido senza causare l'erosione delle pareti e del fondo del manufatto. In tal modo l'acqua mantiene 21

2002

11-13

Oggetto Libro Autore Massimo Pizzuto Antinoro Ente Regione Siciliana, Assessorato agricoltura e foreste - IX Servizio Regionale, Assistenza Tecnica, Sperimentazione, Ricerca Applicata e Divulgazione Luogo, Anno Palermo, 2002

GLI ARABI IN SICILIA E IL MODELLO IRRIGUO DELLA CONCA D’ORO 21

181


11. Funzioni dei qanat della Conca d'Oro. L'acqua della falda viene intercettata a monte e incanalata nel cunicolo sotterraneo 1 . Man mano che il percorso si sviluppa lungo il sottosuolo della pianura, volumi corposi d'acqua vengono sollevati in superficie con le senie 2 e utilizzati per l'irrigazione delle colture. Volumi d'acqua minori vengono emunti dai pozzi seriali per mezzo di secchi e carrucole e utilizzati per uso domestico 3. Infine il cunicolo si raccorda alla quota del piano urbano, emerge in superficie e alimenta con flusso costante una fonte o un giardino della città 4 .

la purezza e la temperatura della falda. Il cunicolo sotterraneo comunica con la superficie attraverso pozzetti verticali equidistanti. Tali pozzetti seriali, oltre a consentire il prelevamento dell'acqua, venivano praticati al momento di realizzazione della galleria per consentire l'estrazione in superficie della notevole mole di materiale dello scavo. In prossimità del punto di utilizzo (un'oasi, una fonte, un giardino) il cunicolo affiora dal sottosuolo con pendenza raccordata, fornendo un deflusso perpetuo e costante. I foggara sahariani, invece, si sviluppano per lunghezze notevoli a una profondità che non scende mai oltre il livello superiore delle falde acquifere e non penetrano mai nella falda. Vengono così liberati i microflussi imprigionati nelle rocce e poiché il cunicolo emunge soltanto l'acqua che risale nella parte superiore del bacino, non provoca l'abbassamento della falda e non viene mai effettuato un prelievo superiore alla capacità di rinnovo. Questi microflussi sono generati sia dalla percolazione dovuta alle scarse e sporadiche precipitazioni che si verificano nelle zone desertiche (mai superiori ai 5-10 millimetri per anno), sia dalla percolazione, dovuta alle piogge riversate sulle montagne del nord distanti migliaia di chilometri dal deserto; poiché il deflusso avviene molto lentamente nel sottosuolo, tanto che occorrono fino a 5000 anni perché raggiunga il substrato interessato dai cunicoli, viene emunta l'acqua delle piogge verificatesi nella preistoria. Inoltre all'interno di queste gallerie è garantita un'abbondante circolazione dell'aria, attraverso i pozzetti seriali che nei foggara, rispetto ai qanat, sono molto più numerosi e

GLI ARABI IN SICILIA E IL MODELLO IRRIGUO DELLA CONCA D’ORO

182

22

22


Ma la sistemazione del terreno secondo questo modello prevede ancora un altro accorgimento di fondamentale importanza, che consente di raggiungere una notevole efficienza dell'irrigazione. Ciò sia per quanto concerne il tempo occorrente al singolo intervento irriguo, che risulta ridotto al minimo, sia per quanto concerne la quantità d'acqua somministrata alle piante, che non risulta mai in eccesso. Infatti all'interno di ogni singola "casedda" vengono approntati i "wattali". 60, 62-10 Si tratta di tumuli in terra, ricavata sempre dall'interno della "casedda", alti all'incirca 15 cm. che hanno pianta rettangolare e sezione trapezia. Sono simmetrici e vengono disposti in parallelo, secondo l'asse minore della "casedda", e in posizione sfalsata e legati alternativamente a due furre opposte. Date la dimensione e la disposizione di questi manufatti si vengono a costituire all'interno della "casedda" delle isolette che non vengono mai sommerse e viene imposto all'acqua un percorso sinusoidale obbligato, consistente nel solco che si viene a creare tra i "wattali" e le "furre". I "wattali" consentono, in primo luogo, un notevole risparmio di acqua. Infatti occupano una buona parte del volume dell'intera "casedda" e la quantità d'acqua che occorre a riempire il solco sinusoidale creato è di gran lunga inferiore a quella che occorrerebbe per riempire l'intero volume dell'aiuola priva di "wattali". In secondo luogo vengono velocizzati al massimo i tempi di irrigazione della singola "casedda". Appare evidente che il riempimento del solco richiede un tempo di gran lunga inferiore a quello che occorrerebbe alla sommersione dell'intera "casedda". Questo sistema, inoltre, assicura al terreno un umettamento sufficiente evitando la somministrazione di volumi eccessivi e il conseguente percolamento dell'acqua in strati profondi non esplorati dalle radici. Nel contempo viene favorito il mantenimento dell'umidità nel substrato, essendo ridotte le perdite per evaporazione. Infatti l'acqua si infiltra nel terreno attraverso il fondo e le pareti del solco. Il moto dell'acqua assorbita segue due direzioni: una direzione verticale discendente, dovuta alla forza di gravità, e una direzione laterale. Quest'ultima è dovuta alla granulometria del terreno, cui conseguono interstizi vuoti con lume di diverse dimensioni e con disposizione casuale secondo tutte le direzioni, che, riempiendosi, provocano lo spostamento del liquido anche in verso laterale. E così che, al di sotto del solco percorso dall'acqua, si inumidisce una porzione di terreno che si espande oltre la proiezione del solco stesso e si viene a creare una zona umettata che interessa un volume con forma caratteristica, assimilabile a quella di una carota o 63 di una cipolla a secondo che il suolo sia di tipo sabbioso o argilloso. Dato il percorso sinusoidale dei solchi, creato dai "wattali", le zone sotterranee umettate si uniscono, sovrapponendosi talvolta, andando a interessare quasi totalmente il suolo esplorato dalle radici delle piante. Infine il sistema consente di evitare il costipamento del terreno irrigato. I "wattali" si inumidiscono lateralmente e non vengono mai sommersi; l'acqua non 75

75

GLI ARABI IN SICILIA E IL MODELLO IRRIGUO DELLA CONCA D’ORO

183


mali e, dopo, sfruttando un salto di livello che genera energia, aziona la ruota alettata di un mulino per essere immessa, infine, nella rete fluviale. Si tratta di un modello che prevede l'utilizzazione per molteplici fini dell'acqua proveniente da una determinata e unica fonte, di superfìcie o di falda, caratterizzata da una portata limitata e/o comunque soggetta a variazioni stagionali. Il limitato e prezioso volume disponibile nell'unità di tempo viene captato e incanalato, parzialmente o totalmente, trasportato per gravita a distanze spesso notevoli senza perdita alcuna e impiegato come fonte di energia, sfruttando i salti di livello creati coi canali. Quindi lo stesso corpo d'acqua viene impiegato per l'irrigazione dei campi o dei giardini ornamentali e per soddisfare i fabbisogni civili. Gli anziani siciliani conservano bene in memoria questi principi di gestione e utilizzazione delle acque. Un vecchio ed esperto contadino, dopo avere descritto il funzionamento di una rete di canali con duplice funzione (alimentazione di un mulino e irrigazione), affinchè gli astanti potessero recepire senza dubbi che quel sistema si basava sul principio della totale utilizzazione e per più usi di un unico e solo corpo d'acqua disponibile, affermava: "'ccà amma ffari tuttu cu n'acqua sula" (nella nostra terra dobbiamo fare tutto con una sola acqua)". Questo modello è stato concepito in quelle zone geografiche dove l'acqua, soprattutto quella di superficie, è una risorsa estremamente limitata e preziosa. L'espressione massima del modello si riscontra nelle regioni aride della Mesopotamia, della Persia, della Penisola Arabica, del Sahara e del Nord Africa, dove nelle zone desertiche si sono originate, sviluppate e stanziate stabilmente quelle 69, comunità autosuffìcienti che hanno concepito e realizzato quei particolari ed 68-69, 72,74 74 eccezionali ecosistemi noti come oasi. Sono queste delle porzioni di sterile deserto che l'uomo, grazie a ingegnose e straordinarie opere per la raccolta e l'utilizzo delle rare e limitate risorse idriche disponibili, rende fertili e abitabili. Già in epoca preislamica il popolo del deserto si appropria di spazi circoscritti in contesti climatici estremamente ostili e lotta contro le avverse condizioni della natura per comporre insediamenti vitali e autosuffìcienti. L'oasi rappresenta, forse, il primo esempio di intervento compiuto dall'umanità volto al ripristino e al restauro di condizioni ambientali naturali che hanno subito un processo di degrado devastante. Le migliaia di graffiti rupestri che si rinvengono in numerose zone del 75-77 77 Sahara rappresentano le immagini di un ambiente ricco di acque e di vegetazione, dove l'uomo conduce un'esistenza tutt'altro che stentata. Le incisioni sulle rupi mostrano l'evoluzione delle attività antropiche volte, in una prima era, alla caccia e allo sfruttamento dei prodotti naturali e, successivamente, all'agricoltura e all'allevamento del bestiame. Furono queste due ultime attività, probabilmente, a causare e, comunque, ad accelerare il processo di desertificazione: il taglio delle foreste, attuato per dare spazio all'agricoltura e la costituzione di pascoli, privò il suolo della protezione contro gli inclementi agenti atmosferici, escursioni termiche,

GLI ARABI IN SICILIA E IL MODELLO IRRIGUO DELLA CONCA D’ORO

184

81

81


2002

Oggetto Libro Autore Paola Barbera Editore Sellerio Editore Luogo, Anno Palermo, 2002

ARCHITETTURA IN SICILIA TRA LE DUE GUERRE 1433 14

185


ARCHITETTURA IN SICILIA TRA LE DUE GUERRE

186

144 14 4


ARCHITETTURA IN SICILIA TRA LE DUE GUERRE 148 14 8

187


2003

Oggetto Libro Autore Hansjörg Küster Editore Bollati Boringhieri Luogo, Anno Torino, 2009

STORIA DEI BOSCHI Dalle origini a oggi

188

80 80


STORIA DEI BOSCHI Dalle origini a oggi 81 81

189


STORIA DEI BOSCHI Dalle origini a oggi

190

91


STORIA DEI BOSCHI Dalle origini a oggi 92

191


STORIA DEI BOSCHI Dalle origini a oggi

192

102 102


STORIA DEI BOSCHI Dalle origini a oggi 103 103

193


2003

Oggetto Libro Autore Cedric Price Editore LetteraVentidue Edizioni Luogo, Anno Palermo, 2011

Re:CP

194

90


Re:CP 91

195


Re:CP

196

96 6


Re:CP 97

197


Re:CP

198

98 8


Re:CP 136 136

199


2003

Oggetto Libro Autore Yona Friedman Editore Bollati Boringhieri Luogo, Anno Torino, 2009

L’ARCHITETTURA DI SOPRAVVIVENZA Una filosofia della povertà

200

7


L’ARCHITETTURA DI SOPRAVVIVENZA 8

201


L’ARCHITETTURA DI SOPRAVVIVENZA

202

85 85


L’ARCHITETTURA DI SOPRAVVIVENZA 95

203


2004

Oggetto Libro Autore Gilles ClĂŠment Editore 22 Publishing Luogo, Anno Milano, 2008

IL GIARDINIERE PLANETARIO

204

31


2005

Oggetto Libro Autore Carmelo Strano Editore Mursia Luogo, Anno Bari, 2005

IL SEGNO DELLA DEVIANZA Teoria e segni del linguaggio trasgressivo Dalla grecia alla Modernità e alla nuova Classicità. 45

205


2006

Oggetto Libro Autore Andrea Branzi Editore Skira Luogo, Anno Milano, 2006

MODERNITÀ DEBOLE E DIFFUSA Il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo

206

19


MODERNITÀ DEBOLE E DIFFUSA Il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo 116 116

207


2006

Oggetto Libro Autore Piero Bevilacqua Editore Editori Laterza Luogo, Anno Bari, 2011

LA TERRA È FINITA Breve storia dell’ambiente

208

36 6


LA TERRA È FINITA Breve storia dell’ambiente 37

209


CAP. 1 | INTRODUZIONE

1. Introduzione

2006

La deserti cazione è uno dei più allarmanti processi di degradazione ambientale a scala globale e l’Italia (inclusa nei Paesi dell’Annesso IV della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla deserti cazione, UNCCD) ne è direttamente interessata. Il termine deserti cazione rimanda subito all’immagine di deserto. Tuttavia, i deserti sono ecosistemi naturali che si espandono e retrocedono nel corso di anni, o addirittura secoli. Quando si parla di deserti cazione, invece, non ci si riferisce alla espansione naturale dei deserti (desertizzazione), ma a quei processi ë originati da fattori sociali ed economici e tipici delle zone aride e subaride ë attraverso i quali le risorse naturali e il potenziale vitale dei terreni vengono degradati per una inadeguata gestione del territorio da parte dell’uomo (NICOLIA, 2005). La lotta alla deserti cazione ha sempre visto le misure forestali come strumento fondamentale. Anzi, è stato affermato che le pratiche forestali (gestione razionale dei boschi, difesa dagli incendi, rimboschimenti) siano nate proprio dall’osservazione che l’utilizzazione incontrollata delle risorse boschive si è tradotta inesorabilmente in processi degradativi che, in zone aride e subaride, possono portare a una sterilità dif cilmente reversibile dei terreni.

Oggetto Rapporto Autori Piermaria Corona, Barbara Ferrari, Marco Marchetti, Anna Barbati Ente CNLSD & Università della Tuscia Luogo, Anno Roma, 2006

La UNCCD riconosce un ruolo di primaria importanza alla scienza e alla tecnologia nella lotta alla deserti cazione. Sotto questo pro lo, occorre: da un lato, favorire un’approfondita conoscenza del fenomeno; dall’altro, legare tale conoscenza a proposte operative ef caci sotto il pro lo delle soluzioni gestionali. In questa prospettiva, obiettivo principale del presente saggio monogra co è di illustrare il ruolo della gestione forestale nella lotta alla deserti cazione in Italia e di proporre una strategia di prevenzione, contrasto e mitigazione attraverso standard programmatici, appositamente elaborati (vd. § 6). La strategia proposta è basata su misure di gestione sostenibile calibrate sulle caratteristiche e sulle condizioni del patrimonio silvo-pastorale

RISORSE FORESTALI E RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE IN ITALIA Standard programmatici di gestione

210

15

13


CORONA ET AL. | RISORSE FORESTALI E RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE IN ITALIA

Le Regioni più esposte alle diverse forme di rischio di degradazione del suolo sono Sicilia, Puglia, Sardegna, Basilicata e Calabria. In particolare, i risultati di questo studio indicano la Sicilia e la Sardegna come le Regioni in cui i processi di degrado sono più avanzati, per la scarsa copertura forestale, la presenza di aree naturali denudate e la dominanza di pascoli eccessivamente sfruttati (Foto 3). Altre esperienze cartogra che sono state realizzate a scala regionale in Sardegna (MOTRONI et al., 2003), Basilicata (FERRARA et al., 2005), Toscana (vd. Progetto DESERTNET7) e Calabria (IOVINO et al., 2005). Tutte queste esperienze fanno riferimento alla metodologia ESA, che però è stata applicata introducendo opzioni differenti rispetto al modello originale per meglio tener conto delle caratteristiche di vulnerabilità speci che di ciascun territorio regionale. A esempio, la Toscana, pur avendo una presenza trascurabile di zone considerate aride su base annuale, ha ritenuto opportuno tenere conto dell’elevata incidenza stagionale di fenomeni d’aridità (primavera-estate) nella valutazione dell’indice di qualità climatica. Si sottolinea inoltre che per la stima di un parametro fondamentale per la caratterizzazione dei fenomeni di deserti cazione, quale

Foto 3 - Sardegna (Monte Estibu, Bolotana, Prov. di Nuoro): ambiente caratterizzato da elevata pressione da pascolamento, come evidenziato dalla presenza di pascoli eccessivamente sfruttati, boschi e pascoli arborati a copertura scarsa e lacunosa e aree denudate (©Google/DigitalGlobe). 7

Vd. http://www.ibimet.cnr.it/Case/desertnet/cartogra a.php.

32

32

RISORSE FORESTALI E RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE IN ITALIA Standard programmatici di gestione

211


2006

Oggetto Libro Autore Michael Pollan Editore Adelphi Edizioni Luogo, Anno Milano, 2013

IL DILEMMA DELL’ONNIVORO

212

15


16 6

213


214

241 241


242 242

215


216

243 243


244 244

217


2006

Oggetto Libro Autore Miguel Amorós Editore Nautilus Luogo, Anno Torino, 2009

LA CITTÀ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio

218

9


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio 10

219


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio

220

11


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio 12

221


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio

222

13


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio 43

223


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio

224

44


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio 45

225


LA CITTĂ€ TOTALITARIA Urbanizzazione e difesa del territorio

226

46 6


2007

Oggetto Libro Autore Bill Mollison, Reny Mia Slay Editore Terra Nuova Edizioni Luogo, Anno Firenze, 2007

INTRODUZIONE ALLA PERMACULTURA 7

227


INTRODUZIONE ALLA PERMACULTURA

228

8


INTRODUZIONE ALLA PERMACULTURA 9

229


2007

Oggetto Libro Autore Touring Club Italiano Editore Touring Editore Luogo, Anno Milano, 2007

GUIDA D’ITALIA Sicilia

230

20


GUIDA D’ITALIA SICILIA 21

231


2007

Oggetto Libro Autore Sergio Ghirardi Editore Nautilus Luogo, Anno Torino, 2007

LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

232

102 102


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 103 103

233


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

234

110 110


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 111 111

235


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

236

116 116


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 117 117

237


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

238

118 118


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 119 119

239


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

240

120 120


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 121 121

241


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

242

122 122


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 123 123

243


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

244

124 124


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 125 125

245


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono

246

126 126


LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI Dall’economia della catastrofe alla società del dono 127 127

247


2007

Oggetto Libro Autore Mirko Zardini Editori Canadian Centre for Architecture, Corraini Edizioni Luogo, Anno Verona, 2007

THINK DIFFERENT

248

41


SORRY OUT OF GAS 42

249


SORRY OUT OF GAS

250

43


SORRY OUT OF GAS 44

251


SORRY OUT OF GAS

252

45


SORRY OUT OF GAS 46 6

253


SORRY OUT OF GAS

254

47


SORRY OUT OF GAS 48 8

255


SORRY OUT OF GAS

256

49


SORRY OUT OF GAS 115 115

257


2008

Oggetto Libro Autore Antonio Pennacchi Editore Editori Laterza Luogo, Anno Bari, 2010

FASCIO E MARTELLO Viaggio per le cittĂ del Duce

258

5


FASCIO E MARTELLO Viaggio per le città del Duce 6

259


FASCIO E MARTELLO Viaggio per le città del Duce

260

7


FASCIO E MARTELLO Viaggio per le città del Duce 8

261


2008

Oggetto Libro Autore Wendell Berry Editore Libreria Editrice Fiorentina Luogo, Anno Firenze, 2008

LA RIVOLUZIONE DEL CONTADINO IMPAZZITO

262

VII VII


LA RIVOLUZIONE DEL CONTADINO IMPAZZITO 4

263


2009

Oggetto Rivista - Lotus 140 / Sustainability? Contributo Progetto Autore Hiroshi Iguchi Editore Editoriale Lotus Luogo, Anno Milano, 2009

MILLENNIUM CITY, CHIBA, JAPAN, 2008

264

34


Oggetto Rivista - Lotus 140 / Sustainability? Contributo Articolo Autore Richard Ingersoll Editore Editoriale Lotus Luogo, Anno Milano, 2009

QUESTIONE ECOLOGICA IN ARCHITETTURA 3 36

265


QUESTIONE ECOLOGICA IN ARCHITETTURA

266

37


QUESTIONE ECOLOGICA IN ARCHITETTURA 3 38

267


2009

Oggetto Libro Autore Andrea Calori (a cura di) Editori Altraeconomia, Terre di mezzo Editore Luogo, Anno Milano, 2009

COLTIVARE LA CITTĂ€ Giro del mondo in dieci progetti di filiera corta

268

5


COLTIVARE LA CITTĂ€ Giro del mondo in dieci progetti di filiera corta 6

269


COLTIVARE LA CITTĂ€ Giro del mondo in dieci progetti di filiera corta

270

7


COLTIVARE LA CITTĂ€ Giro del mondo in dieci progetti di filiera corta 8

271


2009

Oggetto PDF - Blue in architecture 09 Autore Paola Viganò Editore IUAV Digital Library Luogo, Anno Venezia, 2009

WATER DESIGNS Within a new form of metropolis: the project of isotropy

272

4


WATER DESIGNS Within a new form of metropolis: the project of isotropy 5

273


WATER DESIGNS Within a new form of metropolis: the project of isotropy

274

6


WATER DESIGNS Within a new form of metropolis: the project of isotropy 7

275


2010

Oggetto Libro Autore Sara Marini Editore Quodlibet Luogo, Anno Macerata, 2010

NUOVE TERRE Architetture e paesaggi dello scarto

276

26 6


NUOVE TERRE Architetture e paesaggi dello scarto 28 8

277


2010

Oggetto Libro Autore Vincenzo Sapienza Editore Edizioni LussograďŹ ca Luogo, Anno Caltanissetta, 2010

LA COLONIZZAZIONE DEL LATIFONDO SICILIANO Esiti e possibili sviluppi

278

18 8


LA COLONIZZAZIONE DEL LATIFONDO SICILIANO Esiti e possibili sviluppi 19

279


2010

Oggetto Libro Autore IaN+ Editore Libria Luogo, Anno Lavello, 2010

MODELLI

280

21


MODELLI 32

281


MODELLI

282

33


2010

Oggetto Libro Contributo Prefazione Autore Anthony Reid Editore Rizzoli Luogo, Anno Milano, 2010

ARCHITETTURA SENZA ARCHITETTI Guida alle costruzioni spontanee di tutto il mondo 6

283


Oggetto Libro Contributo Introduzione Autore John May Editore Rizzoli Luogo, Anno Milano, 2010

ARCHITETTURA SENZA ARCHITETTI Guida alle costruzioni spontanee di tutto il mondo

284

42


ARCHITETTURA SENZA ARCHITETTI Guida alle costruzioni spontanee di tutto il mondo 43

285


Premessa La desertificazione può essere definita come “il degrado del territorio nelle zone aride,

2011

semi-aride e sub-umide secche attribuite a varie cause, fra le quali variazioni climatiche ed attività umane”.(UNCCD) Il degrado è il risultato di condizioni climatiche (siccità, aridità, regimi di precipitazioni irregolari e intense) e di attività umane (deforestazione, pascolamento eccessivo, deterioramento della struttura suolo) che determinano l’incapacità del territorio ad assicurare le proprie funzioni. La desertificazione è la conseguenza di una serie d’importanti processi che sono attivi in ambienti aridi o semi-aridi, dove l’acqua è il fattore limitante principale per il rendimento del suolo. Negli ambienti del Mediterraneo una causa fondamentale è giocata dalla perdita fisica di suolo, causata dall’erosione idrica e, la conseguente perdita d’elementi nutritivi. In alcune aree ulteriore attenzione va posta per i problemi di salinizzazione. Più in particolare, il fenomeno della desertificazione in ambiente mediterraneo, come evidenziato dalla letteratura scientifica, è un processo complesso determinato dalla concomitanza di fattori climatici, litologici, vegetazionali e di gestione del territorio. Per tale ragione la

Oggetto Rapporto Autori F. Calvi - P. Catena - F. Dolce - F. Gendusa - R. Giordano - M. Perricone (Dipartimento Regionale Ambiente), A. Cirasa (SITR), R. Cibella - A. Ganci (Comando Corpo Forestale), A. Drago - A. Lo Bello - M. T. Noto (Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti), V. Ferraro - F. Guaitoli - M. G. Matranga (Dipartimento Interventi Infrastrutturali per l’Agricoltura), D. Galvano - A. Granata (ARPA) Luogo, Anno Palermo, 2011

CARTA DELLA SENSIBILITÀ ALLA DESERTIFICAZIONE IN SICILIA (Environmentally Sensitive Areas to Desertification, ESAs)

286

valutazione nel tempo dei fenomeni di desertificazione di un territorio può svolgersi solo attraverso lo studio dei molteplici fattori che lo determinano e quindi attraverso un monitoraggio integrato delle diverse matrici ambientali coinvolte nel processo grazie a strumenti metodologici capaci di trasformare i dati raccolti in informazioni sul grado di vulnerabilità alla desertificazione del territorio e quindi in strumenti di supporto alle decisioni. I processi degenerativi si verificano in modo particolare laddove sussistono fattori predisponenti legati a tipologie territoriali e caratteristiche ambientali, quali: •

ECOSISTEMI FRAGILI (tutte quelle aree caratterizzate da delicati equilibri bio-fisici, quali ambienti di transizione, lagune e stagni costieri, aree dunari e retrodunari, aree calanchive etc.)

LITOLOGIA (formazioni sedimentarie argilloso - sabbiose, formazioni gessoso - solfifere etc.)

IDROLOGIA (aree di ricarica degli acquiferi, falde superficiali, aree costiere, etc.)

PEDOLOGIA (scarsa profondità radicabile del suolo, struttura assente o debolmente sviluppata, scarsa dotazione in sostanza organica, bassa permeabilità, etc.)

4


MORFOLOGIA (forte acclività, esposizione dei versanti agli agenti atmosferici, etc.)

VEGETAZIONE (terreni privi o con scarsa copertura vegetale, etc.)

AREE GIA’ COMPROMESSE (aree disboscate, aree già sottoposte ad attività estrattive, discariche, siti contaminati, etc.). Per quanto concerne l’aspetto relativo alle attività umane, le principali pressioni antropiche

che possono incidere sulla desertificazione sono legate alle attività produttive e ai loro impatti: agricoltura,

zootecnica,

gestione

delle

risorse

forestali,

incendi

boschivi,

industria,

urbanizzazione, turismo ed altre.

CARTA DELLA SENSIBILITÀ ALLA DESERTIFICAZIONE IN SICILIA (Environmentally Sensitive Areas to Desertification, ESAs) 5

287


2011

Oggetto Libro Autori Hans U. Obrist, Rem Koolhaas Editore Taschen Luogo, Anno Spagna, 2011

PROJECT JAPAN Metabolism talks...

288

20


PROJECT JAPAN Metabolism talks... 21

289


2011

Oggetto Rivista - Wired 24 Contributo Articolo Autori Daniele Cassandro, Gianfranco Chicco Editore Edizioni CondĂŠ Nast Luogo, Anno Milano, 2011

INSETTIVORI Le vie del gusto sono [in]ďŹ nite

290

50


INSETTIVORI Le vie del gusto sono [in]ďŹ nite 51

291


INSETTIVORI Le vie del gusto sono [in]ďŹ nite

292

52


INSETTIVORI Le vie del gusto sono [in]ďŹ nite 53

293


INSETTIVORI Le vie del gusto sono [in]ďŹ nite

294

59


INSETTIVORI Le vie del gusto sono [in]ďŹ nite 138 138

295


2011

Oggetto Libro Autore Gilles ClĂŠment Editore Quodlibet Luogo, Anno Macerata, 2012

BREVE STORIA DEL GIARDINO

296

21


BREVE STORIA DEL GIARDINO 22

297


BREVE STORIA DEL GIARDINO

298

27


BREVE STORIA DEL GIARDINO 45

299


BREVE STORIA DEL GIARDINO

300

46


2012

Oggetto Libro Autore Ervin László Editore Alinea

CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA 139 13 9

301


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA

302

140 140


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA 141 141

303


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA

304

142 142


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA 143 143

305


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA

306

144 144


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA 145 145

307


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA

308

146 146


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA 147 147

309


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA

310

148 148


CAMBIARE O NON CAMBIARE: QUESTO NON È IL PROBLEMA 149 149

311


2012

Oggetto Libro Autore Virginie Raisson Editore Slow Food Editore Luogo, Anno Torino, 2012

2033. ATLANTE DEI FUTURI DEL MONDO Migrazioni, agricoltura, acqua, clima...

312


2033. ATLANTE DEI FUTURI DEL MONDO Migrazioni, agricoltura, acqua, clima... 11

313


2033. ATLANTE DEI FUTURI DEL MONDO Migrazioni, agricoltura, acqua, clima...

314


2033. ATLANTE DEI FUTURI DEL MONDO Migrazioni, agricoltura, acqua, clima... 12

315


2033. ATLANTE DEI FUTURI DEL MONDO Migrazioni, agricoltura, acqua, clima...

316


2033. ATLANTE DEI FUTURI DEL MONDO Migrazioni, agricoltura, acqua, clima... 13

317


2012

Oggetto Libro Autore Maurizio Corrado Editore Franco Angeli Luogo, Anno Milano, 2012

IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA

318

14


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA 15

319


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA

320

16 6


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA 55

321


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA

322

56 6


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA 57

323


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA

324

59


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA 60 60

325


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA

326

61 61


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA 68

327


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA

328

69 69


IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA 70

329


2012

Oggetto Rivista - Lotus 149 / Lotus in the ďŹ eld Contributo Progetto Autore School of High Technology for Human Welfare Editore Editoriale Lotus Luogo, Anno Milano, 2012

PASONA URBAN FARM

330

14


PASONA URBAN FARM 15

331


2012

Oggetto PDF - Planum, The Journal of Urbanism 25, vol. 2/2012 Contributo Articolo Autore Danilo Capasso Editore Planum Publisher Luogo, Anno Milano, 2012

ATELIER COLOCO E LA QUARTA DIMENSIONE DEL PROGETTO

332

1


ATELIER COLOCO E LA QUARTA DIMENSIONE DEL PROGETTO 3

333


ATELIER COLOCO E LA QUARTA DIMENSIONE DEL PROGETTO

334

5


2012

Oggetto Libro Autore Amelia Crisantino Editore Di Girolamo Editore Luogo, Anno Palermo, 2013

BREVE STORIA DELLA SICILIA Le radici antiche dei problemi di oggi 38 8

335


BREVE STORIA DELLA SICILIA Le radici antiche dei problemi di oggi

336

39


BREVE STORIA DELLA SICILIA Le radici antiche dei problemi di oggi 48 8

337


BREVE STORIA DELLA SICILIA Le radici antiche dei problemi di oggi

338

49


2012

Oggetto Libro Autore Marco Navarra Editore Il Melangolo Luogo, Anno Genova, 2012

ABIURA DAL PAESAGGIO Architettura come trasposizione 35

339


ABIURA DAL PAESAGGIO

340

51


2012

Oggetto Rivista - Lotus 151 / Italian Theory 2012 Contributo Articolo Autore Giacomo Borella Editore Editoriale Lotus Luogo, Anno Milano, 2012

PER UNA NUOVA ARCHITETTURA MINORE 121 121

341


PER UNA NUOVA ARCHITETTURA MINORE

342

122 122


A ottant’anni dal New Deal1 Un uomo di cinquant’anni, colpito dodici anni prima da un attacco di poliomielite, scende dalla carrozzella e, pallidissimo, percorre faticosamente a piedi, appoggiandosi al braccio del figlio, i trenta metri che lo separano dal podio in cui lo attende il Giudice Supremo degli Stati Uniti per accogliere il suo giuramento di presidente degli Stati Uniti. È il 4 marzo del 1933, una fredda e piovosa mattinata di Washington, e il nuovo presidente è Franklin Delano Roosevelt. L’America - che lo ha eletto più per sfiducia nei confronti del suo predecessore, il repubblicano Hoover, che per convinta ammirazione per il democratico Roosevelt - è un paese senza fiducia. Rigurgiti di consumismo sfacciato si alternano con la disperazione di milioni di disoccupati pieni di debiti; l’agricoltura è allo sbando, con i silos pieni di cereali e di cotone che nessuno compera e con le famiglie rurali alla fame; il divieto di consumo degli alcolici ha dato vita a bande criminali organizzate di spacciatori, di distillatori clandestini di alcol, di importatori di bevande alcoliche che prosperano con la copertura della diffusa corruzione di funzionari e uomini politici.

2013

L’America lasciata da Hoover non era soltanto quella delle banche e delle borse dissestate, del debito pubblico avanzante, ma si presentava con il suolo impoverito da decenni di sfruttamento, esposto all’erosione dovuta alle piogge e al vento, con le foreste devastate da incendi, con paesi e città senza fogne e senza discariche dei rifiuti, con città violente e inquinate, solcate da lunghe code di disoccupati pieni di debiti. Nell’America ereditata da Roosevelt era crollata la produzione di acciaio, di alimenti, di automobili, di petrolio. I negozi contenevano merci contaminate con residui di pesticidi e con sostanze velenose, al punto che due giornalisti, Kallet e Schlink, potevano scrivere un libro di successo, intitolato: Cento milioni di cavie, per denunciare le frodi alimentari. Roosevelt aveva impostato la sua campagna promettendo un nuovo patto, un “nuovo corso”- il “New Deal” - per sconfiggere depressione e sfiducia, e cominciò il suo discorso di investitura con le celebri parole: “L’unica cosa di cui si deve avere paura è la paura stessa”. Gli eventi di quel 4 marzo 1933, raccontati da Arthur Schlesinger nei tre volumi del libro: Il New Deal, pubblicati da Il Mulino nel 1959-65, ritornano alla mente in questi primi turbolenti anni del XXI secolo, perché forse le azioni politiche - nei settori dell’agricoltura, della produzione industriale, delle merci, dell’ambiente dell’amministrazione Roosevelt negli anni Trenta del Novecento potrebbero suggerire qualche idea sulle cose da fare per lanciare un vero nuovo corso politico ed economico nel nostro paese. ROOSEVELT E LE RISORSE NATURALI Il programma “ecologico” di Roosevelt, riletto a ottanta anni di distanza, pensando che allora non si parlava di ecologia, di ambientalismo e di verdi, ha molti aspetti sorprendenti. Intanto va ricordato che agli inizi del secolo Theodore Roosevelt (solo un 1 “eddyburg” 21.3.2013, www.eddyburg.it/2013/03/a-ottantanni-dal-new-deal.html, consultato il 5.5.2014.

Oggetto Rivista telematica I quaderni di Altronovecento 4 / Giorgio Nebbia. Scritti di storia dell’ambiente e dell’ambientalismo 19702013 Contributo Articolo Autore Giorgio Nebbia Editore Fondazione Luigi Micheletti Anno 2013

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL 1422 14

343


143 lontano parente di Franklin Delano), presidente dal 1901 al 1908, nel 1905 aveva già varato un grande programma governativo americano di conservazione della natura. F. D. Roosevelt capì che la salvezza dell’America dipendeva anche dalla regolazione del corso dei fiumi e dalla lotta all’erosione, dalla ricostruzione della fertilità dei suoli agricoli e dei pascoli e dalla regolamentazione dell’estrazione di minerali, carbone e petrolio, da una nuova politica urbanistica e da un nuovo rapporto città-campagna, da un controllo della produzione delle merci e dalla lotta alle frodi praticate a danno dei consumatori, dalla salvaguardia delle foreste e dall’estensione dei parchi. Tutte le competenze nel campo delle risorse naturali - acqua, foreste, difesa del suolo, opere pubbliche, urbanistica, parchi, miniere, rifiuti, eccetera - furono concentrate in due ministeri, quello dell’agricoltura e quello dell’interno, affidati a due persone, H. A. Wallace e Harold L. Ickes, singolari come competenze e devozione al loro mandato. E quanto sia opportuna una politica coordinata nel campo delle risorse naturali lo dimostrano la lentezza e l’inefficacia delle azioni dei nostri governi, sparpagliate fra le competenze dei ministeri dell’ambiente, delle infrastrutture, dell’agricoltura, dell’economia, continuamente mutevoli non solo per il succedersi delle persone e dei funzionari e dei nomi, uniti solo nella mancanza di una linea politica, dispersione comoda al fine di moltiplicare uffici e appalti, ma catastrofica per la difesa della natura e dell’ambiente. ACQUA Gli anni che precedettero la vittoria di Roosevelt erano stati caratterizzati da un seguito di siccità e di degrado del suolo. I lavori intrapresi dalle amministrazioni precedenti per la regolazione del corso dei fiumi andavano a rilento: era stata completata soltanto la grande diga Hoover sul Colorado. La nuova amministrazione affrontò subito il problema della regolazione del corso dei fiumi. L’aumento e la razionale utilizzazione delle risorse idriche, la lotta alla siccità e all’erosione, potevano essere condotti soltanto per grandi bacini idrografici: poiché questi si stendevano attraverso i confini di vari stati, le relative opere erano di competenza e responsabilità federale. Uno dei più grandi fiumi e bacini idrografici del Nord America è il Tennessee che scorre dalle montagne innevate ai campi esposti all’erosione, fino a immettersi nell’Ohio poco prima che questo si getti nel Mississippi. Sul Tennessee erano state costruite, durante la Prima guerra mondiale, delle dighe per la produzione dell’energia idroelettrica che serviva a produrre acido nitrico sintetico per l’industria degli esplosivi.

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

344

Il governo del New Deal decise di affrontare la regolazione delle acque della valle del Tennessee costruendo una serie di dighe e di centrali idroelettriche, realizzando la prima industria elettrica di proprietà del governo federale. Il 18 maggio 1933, due mesi dopo l’insediamento di Roosevelt alla Casa Bianca, fu creata una speciale agenzia, la Tennessee Valley Authority, il più noto esempio di pianificazione territoriale e industriale del New Deal. La costruzione delle dighe attirò nella zona lavoratori

143 143


144 disoccupati da tutta l’America; fu rettificato il corso del fiume, furono fatte opere per fermare l’erosione del suolo e per il rimboschimento delle valli. L’elettricità “governativa” permise di alimentare fabbriche, pure di proprietà del governo federale, per il trattamento dei minerali fosfatici e per la produzione di concimi: concimi di stato da distribuire agli agricoltori a prezzi politici per ridare fertilità alle terre impoverite dall’erosione. Curiosamente il New Deal fece uscire l’America dalla crisi, fra l’altro, con iniziative di “nazionalizzazione” proprio in direzione contraria alla privatizzazione delle industrie statali e delle imprese pubbliche che si pratica oggi in Italia. BOSCHI E OCCUPAZIONE Lo stato di erosione del suolo dell’America richiedeva interventi immediati e le opere di regolazione del corso dei fiumi sarebbero state vanificate se non fossero state accompagnate da una vasta azione di rimboschimento delle valli. Roosevelt aveva sottolineato, fin dalla campagna elettorale, l’importanza delle foreste. “Gli alberi - disse - trattengono la terra fertile sui declivi e l’umidità del suolo, regolano il fluire delle acque nei ruscelli, moderano i grandi freddi e i grandi caldi: sono i ‘polmoni’ dell’America perché purificano l’aria e danno nuova forza agli Americani”. Il 14 marzo 1933, dieci giorni dopo essersi insediato alla Casa Bianca, Roosevelt predispose un grande progetto per impiegare un esercito di giovani disoccupati al lavoro nelle foreste. Nell’estate del 1933 300.000 americani, celibi, dai 18 ai 25 anni, figli di famiglie assistite, organizzati nei Civilian Conservation Corps, erano nei boschi, impegnati nei lavori di difesa del suolo che da molti anni erano stati trascurati. Negli anni successivi, in varie campagne, due milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, prepararono laghetti artificiali per la pesca, costruirono dighe, scavarono canali per l’irrigazione, costruirono ponti e torri antincendio, combatterono le malattie dei pini e degli olmi, ripulirono spiagge e terreni per campeggi. Nell’aprile 1935 fu creato il Soil Conservation Service col compito di difendere il suolo, anche se era di proprietà privata, per conto della collettività. TERRENI DEMANIALI All’inizio del New Deal l’America aveva ancora vasti terreni demaniali; nei decenni precedenti il governo non aveva esitato a vendere a prezzi irrisori molti terreni di proprietà federale a chi voleva aprire miniere, installare pozzi petroliferi, utilizzare i pascoli. Nelle terre demaniali residue gli allevatori dell’ovest da sempre avevano portato a pascolare il bestiame senza alcun controllo nè pagamento, con la conseguenza che l’eccessivo pascolo aveva distrutto l’erba e aveva fatto avanzare l’erosione e il deserto. Nel 1933 il governo decise di far pagare un affitto a coloro che usavano risorse naturali - pascoli o miniere - demaniali e di fermare la svendita dei terreni collettivi. Ancora una volta un’azione che va in direzione esattamente contraria a quella, in corso

144 144

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

345


145 in Italia dalla fine del Novecento, caratterizzata proprio dalla svendita ai privati dei beni collettivi, come sono gli spazi demaniali o le terre soggette a usi civici. AGRICOLTURA E MATERIE PRIME Nell’America della Grande crisi c’era sovrabbondanza di raccolti ma prezzi così bassi che gli agricoltori soffrivano la fame. L’erosione del suolo dovuta alle acque e al vento aveva spinto milioni di piccoli proprietari o affittuari ad abbandonare le proprie terre per andare a lavorare come miserabili salariati nelle terre ancora fertili. Le grandi compagnie finanziarie compravano a prezzi stracciati i terreni dei piccoli coltivatori soffocati dai debiti. La drammatica situazione è descritta, fra l’altro, nel libro Furore di Steinbeck, del 1939, da cui l’anno dopo fu tratto un celebre film. Il 12 marzo 1933 il governo Roosevelt propose una serie di incentivi finanziari intesi a trattenere nei campi i piccoli coltivatori e a difendere i prezzi. “Distruggere un raccolto va contro i migliori istinti della natura umana”, sosteneva il ministro dell’agricoltura H. A. Wallace, e così furono organizzate le distribuzioni, alle classi meno abbienti e povere urbane, di cibo acquistato dal governo e furono incentivati i mezzi per risollevare il mercato. Fra questi ultimi va ricordato lo sforzo per la utilizzazione industriale dei prodotti e sottoprodotti agricoli. La chimica avrebbe avuto un ruolo fondamentale e William Hale coniò il termine “chemiurgia” per indicare le tecniche capaci di trasformare le materie di origine agricola, zootecnica e forestale in merci: dall’alcol etilico, da usare come carburante e come materia prima per la gomma sintetica, alla cellulosa e alle proteine per ottenere fibre artificiali, dall’amido alle materie plastiche. Le stesse proposte odierne di manufatti di plastica “ecologica”, a base di amido, erano già state elaborate negli anni Trenta del secolo scorso. Il successo delle merci ottenute dal petrolio ha oscurato un insieme di realizzazioni che ancora oggi potrebbero dare lavoro e reddito all’agricoltura. Il Dipartimento dell’agricoltura fin dal 1933 creò una rete di stazioni di sperimentazione che furono all’avanguardia nelle tecniche di chemiurgia e incoraggiarono nuove coltivazioni e industrie. Furono studiate nuove materie agroindustriali, che sono state “riscoperte”, alla fine del Novecento, alla luce dell’ecologia: dalle cere ricavate dalla jojoba, alla gomma guayule, dalle fibre tessili cellulosiche naturali ottenute da ginestra, canapa, yucca, a nuove materie cellulosiche industriali, eccetera. In questo periodo venne lanciata la campagna per ridare orgoglio agli agricoltori, ridivenuti consci del ruolo primario del loro lavoro: “I’m proud to be a farmer” (Sono orgoglioso di essere un agricoltore), si leggeva nelle fattorie in quegli anni. Questo orgoglio era indispensabile per coinvolgere gli agricoltori nelle opere di difesa del suolo, di rimboschimento, di innovazione nelle colture. LA LOTTA ALLE FRODI

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

346

Il Dipartimento dell’agricoltura assunse anche un ruolo vigoroso nella lotta contro le frodi. Proprio come nel 1906 il libro La giungla dello scrittore Upton Sinclair aveva

145 145


146 denunciato le drammatiche condizioni di lavoro nelle grandi fabbriche di carne in scatola, il libro: Cento milioni di cavie denunciava i pericoli per la salute di molti prodotti alimentari, medicinali, cosmetici. Uno degli autori, F. J. Schlink, pochi anni prima aveva fondato la Consumers’ Research Inc., per effettuare analisi delle merci nell’interesse dei consumatori, che cominciarono a diventare soggetti e protagonisti politici. Tugwell, sottosegretario all’agricoltura del governo Roosevelt, subito nella primavera del 1933 decise di abbassare da 1,3 a 0,9 milligrammi per chilogrammo la massima quantità di arseniato di piombo, un antiparassitario, tollerata negli alimenti. La Food and Drug Administration, una agenzia del Dipartimento dell’agricoltura fino allora sonnacchiosa, organizzò, per ordine di Tugwell, una mostra delle frodi e dei veleni che finivano sulla tavola degli americani. Naturalmente le proposte di riforme merceologiche incontrarono la forte opposizione dei produttori industriali e solo nel 1938 fu approvata la nuova legge sulla purezza di alimenti, cosmetici e medicinali, il Pure Food, Drug and Cosmetic Act. LA COMUNITÀ E LA CITTÀ La rinascita delle città fu un altro dei punti importanti del New Deal: come risposta alla congestione urbana e alla sua violenza fu avviato un progetto per portare al di fuori dei ghetti urbani la popolazione povera, in modo che gli abitanti potessero vivere alla luce del sole, respirare aria buona e anche avere una piccola superficie di terreno da coltivare. Furono così costruiti quartieri residenziali autosufficienti nei quali le famiglie, ridotte sul lastrico dalla povertà urbana e rurale, potessero trovare rifugio occupandosi di artigianato, di coltivazione della terra anche per trarne il proprio cibo. Il progetto prevedeva di localizzare le fabbriche in zone aperte e distanti fra loro, di sviluppare un nuovo tipo di città industriale suburbana, resa possibile dall’era dell’automobile. Queste idee ebbero fra l’altro il sostegno di un architetto-pensatore come Lewis Mumford che, proprio nel 1934, scrisse: Tecnica e cultura, proponendo la transizione ad una società “neotecnica”, meno violenta ed inquinata. Il programma rimase in gran parte sulla carta, ma mostra l’ambiente culturale dei primi anni dell’amministrazione Roosevelt e la vivacità degli studiosi, urbanisti, progettisti che riuscì a mobilitare. Comunque il governo del New Deal avviò un processo di bonifica urbana, opere di edilizia popolare, sia nelle città, sia nelle campagne, per eliminare le abitazioni malsane e fatiscenti e ridare così, con case adeguate, anche una dignità alle famiglie dei diseredati. Una pagina dei conflitti fra il nuovo corso urbanistico e le forze frenanti della speculazione edilizia si ha nel film La vita è meravigliosa. MERCI E AMBIENTE Roosevelt capì che la crisi economica e dell’occupazione dipendeva anche dalla mancanza di un coordinamento e di pianificazione nella produzione delle merci.

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL 146 146

347


147 Negli anni Venti una scelta merceologica ispirata ad un finto moralismo aveva provocato, con il divieto della vendita di bevande alcoliche, un commercio clandestino di alcolici e quindi la crescita della più grande organizzazione criminale e di corruzione pubblica mai vista fino allora, e certamente lontana progenitrice di quella criminalità organizzata con cui ci dobbiamo confrontare oggi in Italia. Roosevelt comprese che solo mettendo un freno a questa violenza il paese avrebbe potuto affrontare la crisi. Il lunedi 13 marzo 1933, nove giorni dopo il suo insediamento, propose una legge che autorizzava la produzione e la vendita della birra a 3,2 gradi alcolici. Il venerdì successivo la proposta era già approvata dal Congresso; non era ancora la legalizzazione delle bevande alcoliche, ma l’inizio e il segnale di una politica antiproibizionistica che diede un grave colpo alla criminalità e alla corruzione. Il 16 giugno 1933 fu approvata la legge che creava la National Recovery Administration, un organismo con funzioni di studio e di proposta nel campo della pianificazione delle opere pubbliche e della produzione industriale. Per sconfiggere la povertà e la disoccupazione occorreva concordare con gli imprenditori orari di lavoro e salari tali da consentire la ripresa della produzione dell’industria e dei consumi delle famiglie. Le aziende che aderivano all’accordo potevano contrassegnare i loro prodotti e merci con l’“Aquila blu” (“Blue Eagle”), un marchio che assicurava i consumatori che le aziende stesse contribuivano, anche con sacrifici dei propri profitti, allo sforzo di ricostruzione del paese e che pertanto i loro prodotti andavano preferiti. La ripresa della produzione, industriale ed agricola, assicurata dalla politica di pianificazione, diede di nuovo fiducia anche alla ricerca e all’innovazione. Attraverso una simbiosi con la ricerca universitaria, negli anni dell’amministrazione Roosevelt furono fatte alcune scoperte industriali di grande importanza. Solo per citarne alcune: furono messi a punto dei processi per la produzione della gomma sintetica partendo sia da sottoprodotti agricoli, sia da prodotti petroliferi. Furono messe a punto benzine ad alto numero di ottano che consentirono lo sviluppo dell’aviazione e dei trasporti aerei civili. Furono messi a punto processi per la produzione di fibre tessili artificiali, dalle proteine del latte, della soia e dell’arachide, dai residui della lavorazione del cotone, e furono inventate fibre tessili sintetiche destinate a rivoluzionare l’industria e il modo di vivere e di consumare di tutto il mondo, come il nylon presentato ai consumatori nel 1938. In questa atmosfera ebbe sviluppo anche la ricerca universitaria “pura”; gli scienziati ebrei sfuggiti alle persecuzioni razziali in Europa trovarono in America non solo libertà d’insegnamento, ma anche apparecchiature e mezzi finanziari che portarono a scoperte destinate ad avere effetti lontani. Non tutto, nell’era di Roosevelt, andò liscio. Molti progetti non furono realizzati, ma di certo l’epoca del New Deal fu un periodo di speranze e di fiducia nel futuro a cui si può guardare ancora oggi. IL NEW DEAL E L’ITALIA

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

348

Il New Deal di Roosevelt fu seguito con attenzione in Italia fin dai tempi fascisti. Gli anni Trenta sono stati anni di crisi anche in Europa e in Italia e gli economisti e gli

147 147


148 studiosi che conoscevano l’America prestarono attenzione a questo strano esperimento di pianificazione nella democrazia, di intervento dello Stato nel rispetto della libera iniziativa. Non si deve dimenticare che sono gli anni della pianificazione sovietica e Roosevelt fu accusato, dalle forze conservatrici americane, di essere un comunista, o, peggio, un bolscevico. Anche sotto l’influenza sollecitata dal New Deal americano nel 1933 fu creato in Italia l’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) con fini di coordinamento e di intervento statale nei settori disastrati dell’industria. Ma l’interesse scientifico e politico per il New Deal si fecero sentire soprattutto negli anni dopo la Liberazione, quando si trattava di ricostruire l’Italia uscita dalla guerra e di colmare gli squilibri fra Nord industriale e Sud agricolo. Gli intellettuali radicali e socialisti antifascisti, rientrati in Italia dagli Stati Uniti portarono la conoscenza e l’interesse per il New Deal in un’Italia rimasta, anche nella sua nuova classe dirigente, provinciale ed esclusa dal grande giro internazionale. Adriano Olivetti, con il suo movimento di “Comunità”, fece conoscere in Italia le opere del New Deal e di Mumford, le nuove correnti di pensiero sulla pianificazione democratica e su una nuova urbanistica. Al New Deal si ispirarono coloro che proposero i grandi programmi di opere pubbliche e una struttura di finanziamento e pianificazione dell’uso delle risorse naturali nel Mezzogiorno, quella che divenne poi, nel bene e nel male, la Cassa per il Mezzogiorno. Al New Deal si ispirarono coloro che, nel primo centro-sinistra, si batterono per la nazionalizzazione delle imprese elettriche e per l’estensione al ministero del bilancio di competenze anche nel campo della programmazione, con la creazione di un apposito ufficio. A dire la verità le attività della programmazione italiana (il più celebre documento è il “Progetto ottanta”, predisposto alla fine degli anni Sessanta) erano più attente agli aspetti economici che alla salvaguardia e alla valorizzazione delle risorse naturali o alle scelte produttive e merceologiche. Ciò forse perché la classe dominante era costituita da economisti e giuristi, più che da studiosi di agricoltura, chimici, forestali, urbanisti, ingegneri. Ogni tanto gli economisti e alcuni uomini politici hanno dichiarato l’opportunità di fare di nuovo riferimento al New Deal, che sarebbe necessario un New Deal italiano, ma le buone intenzioni non hanno fermato il degrado morale ed economico, e anche ambientale, quest’ultimo, del resto, figlio dei primi due e della crisi del senso dello Stato. Il successo del New Deal di Roosevelt era invece proprio basato sul recupero del senso della comunità e dello Stato. Si potrebbe pensare adesso, in questo inizio del XXI secolo, di far uscire l’Italia dalla crisi economica e morale con un “nuovo corso”? Se nascesse una nuova classe dirigente con un nuovo senso dello Stato quali azioni dovrebbe intraprendere? Immaginiamo che improvvisamente le autorità centrali e regionali mettano da parte i cavilli giuridici e “istituzionali” (dietro cui spesso si nascondono gelosie di centri di potere e di affari) ed avviino un grande programma di sistemazione delle acque, di

148 148

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

349


149 difesa del suolo contro l’erosione, di rimboschimento. Tale programma può essere condotto soltanto nell’ambito dei bacini idrografici che devono diventare - come del resto prescrive la legge italiana - le nuove unità geografico-politiche in cui svolgere le azioni di pianificazione territoriale e di difesa delle risorse naturali. In ciascun bacino idrografico la “autorità” prevista dalla legge dovrebbe predisporre opere per fermare l’erosione attraverso la pulizia e la sistemazione degli argini e del greto dei fiumi, il rimboschimento dei pendii delle valli. La forza delle acque fluenti potrebbe essere utilizzata per ottenere energia idroelettrica - una fonte di energia rinnovabile - attraverso la costruzione di bacini artificiali e centrali progettate non per massimizzare i profitti delle imprese elettriche, ma a fini multipli, per regolare il moto delle acque, assicurare riserve di acqua nei mesi di scarse piogge, e creare spazi per attività ricreative. Una pianificazione di questo genere presuppone di far cessare l’appropriazione privata delle golene e delle rive dei fiumi, di regolare (e anche vietare, in certe zone) i prelevamenti di sabbia e ghiaia dal greto dei fiumi; una vera autorità di bacino dovrebbe avere il potere di intervenire sulla proprietà privata e sull’iniziativa privata quando queste assumono carattere speculativo e di rapina e danneggiano i beni collettivi. Difesa del suolo significa soprattutto ricostruzione del manto vegetale nelle sue varie forme, attraverso il rimboschimento con alberi, la ricostruzione della macchia, attraverso tecniche colturali che impediscano l’asportazione della terra fertile e consentano la protezione e formazione dell’humus, che è l’unico modo in cui può essere rallentato il moto violento ed erosivo delle acque. La difesa del suolo presuppone una lungimirante politica di riutilizzo delle zone in cui sono state sospese o sono scoraggiate le coltivazioni agricole tradizionali. Significa una nuova cultura forestale popolare diffusa. Eserciti di “forestali” sono stati messi, nei decenni passati, al lavoro in varie zone d’Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, spesso tollerando che gli stessi disoccupati, per poter essere ingaggiati l’anno successivo, lasciassero degradare o magari divorare dal fuoco le giovani piante. In un New Deal italiano del XXI secolo l’agricoltura dovrebbe tornare ad essere il settore “primario” dell’economia. La libera circolazione delle merci e dei servizi in Europa e una nuova disciplina contro gli sprechi imposta dall’Unione Europea porteranno a limitare sempre più le sovvenzioni alle produzioni agricole eccedentarie. Invece di continuare a piagnucolare per ottenere la proroga delle protezioni, un New Deal agricolo potrebbe pensare ad un ritorno dell’agricoltura al suo ruolo primario nella gestione delle risorse naturali.

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

350

Le opere di razionale sistemazione delle risorse idriche e di difesa del suolo contro l’erosione potrebbero creare proprio nella collina e nella montagna disponibilità di materie prime agricole, zootecniche e forestali suscettibili di trasformazione sul posto, grazie anche a nuove fonti di energia idroelettrica, con operazioni di “chemiurgia”, in nuove materie prime e merci: carburanti alternativi al petrolio (come l’alcol etilico), fibre tessili artificiali, materie prime per la produzione della carta, materiali da costruzione ottenuti dal legno, fonti di proteine alimentari. Chi sa che un giorno non si

149 149


150 legga anche nelle case di campagna italiane la scritta: “Sono orgoglioso di essere un agricoltore”? Ad un New Deal di questo genere aveva del resto pensato Adriano Olivetti negli anni Cinquanta del Novecento col suo progetto di integrazione della fabbrica e dell’agricoltura nelle zone povere di collina o nel Mezzogiorno; e è già avvenuto, in questa direzione, anche se in forma spontanea e non pianificata e spesso piena di contraddizioni, in certe zone (Veneto, Marche) del cosiddetto NEC (Nord-Est-Centro). L’operazione sarebbe di particolare importanza nel Mezzogiorno e nelle isole dove solo il lavoro e la produzione agricola e industriale di merci, basata sulle risorse naturali locali, può sconfiggere la criminalità organizzata che attecchisce solo nello sconforto. In senso contrario ad un New Deal vanno le iniziative per far abbandonare la coltivazione di grandi estensioni delle nostre colline e montagne, addirittura finanziando l’abbandono con soldi della Comunità europea; oppure i grandi insediamenti con effetti sconvolgenti sull’agricoltura, sulle acque, sulle colline, con avanzata dell’erosione del suolo. Nel senso del New Deal andrebbe una nuova moralità nell’uso dei beni collettivi; la privatizzazione, in corso in Italia, di coste, spiagge, rive dei fiumi, spazi demaniali, non fa invece che accelerare il degrado territoriale, l’erosione delle spiagge, la distruzione delle foreste e delle dune, che sono poi le protezioni naturali dell’entroterra. Un New Deal dovrebbe recuperare all’uso pubblico e pianificato proprio pascoli, terre e spazi demaniali e collettivi, oggi ancora soggetti ad usi civici, le acque. La salvezza potrebbe essere cercata in un ministero delle risorse naturali, con competenze ben diverse da quelle dell’attuale ministero dell’ambiente che finisce per essere il ministero dei depuratori e delle discariche. Un nuovo corso italiano richiederebbe il recupero della cultura e del gusto dell’urbanistica, intesa come scienza della pianificazione degli insediamenti, delle vie di comunicazione, dei modi di trasporto. Ad una politica della città e della mobilità, oggi governata dalla case automobilistiche, della compagnie petrolifere e dagli speculatori immobiliari, dovrebbe essere contrapposto un reale potenziamento dei trasporti collettivi basati non sullo spreco - come l’“alta velocità”- ma sui reali bisogni della popolazione, anche ai fini del decentramento delle attività produttive e dei servizi. Un Deal Deal ecologico presuppone dei controlli e una pianificazione sulla produzione, sulla quantità e sul tipo delle merci, alla luce dei vincoli posti dalla necessità di diminuire sprechi di risorse naturali scarse, inquinamenti e rifiuti. Da qui la necessità di uffici governativi per gli standard di qualità delle merci, per il controllo di tale qualità, di uffici di analisi e di controllo contro le frodi, di attività di previsione e di scrutinio delle scelte anche legislative. Negli Stati Uniti nel 1970 è stato creato, presso il Congresso, un ufficio per lo scrutinio tecnologico (l’Office of Technology Assessment) che avvertiva i parlamentari e il governo sugli effetti tecnici, ecologici, sociali delle scelte legislative. Ad esempio: il finanziamento di una rete ferroviaria ad alta velocità quali conseguenze può avere sul

150 150

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

351


151 territorio, sul trasporto aereo, sulla sicurezza delle persone? Scrutinio tecnologico è molto più della semplice valutazione dell’impatto ambientale, da noi ridotta a mascheratura di scelte prese al di fuori del Parlamento. Infine il New Deal qui prospettato - o sognato? - comporterebbe il coinvolgimento dell’Università e della ricerca in progetti socialmente ben definiti e compatibili con la difesa e la valorizzazione delle risorse naturali. Inutile dire che i progetti sopra accennati richiedono lavoratori e specialisti dall’ingegneria all’ecologia, dall’economia alla chimica, alle scienze agrarie e forestali. Sarebbe anche questo un modo per sollecitare nei giovani laureati un senso di servizio della collettività, oggi così labile, per farli sentire, come i giovani intellettuali del 1933, orgogliosi di lavorare per lo Stato e non per un governo o per una struttura di partito e di clientele.

A OTTANT’ANNI DAL NEW DEAL

352

151 151


2013

Oggetto Libro Contributo Articolo Autore Tiziana Villari Editore Associazione Culturale Eterotopia Luogo, Anno Milano, 2013

LIBIDO E ARCHITETTURA: COME DISFARE LO SPAZIO DELLA SELEZIONE UMANA. Per un’ecosofia critica 11

353


LIBIDO E ARCHITETTURA: COME DISFARE LO SPAZIO DELLA SELEZIONE UMANA. Per un’ecosofia critica

354

12


LIBIDO E ARCHITETTURA: COME DISFARE LO SPAZIO DELLA SELEZIONE UMANA. Per un’ecosofia critica 13

355


LIBIDO E ARCHITETTURA: COME DISFARE LO SPAZIO DELLA SELEZIONE UMANA. Per un’ecosofia critica

356

14


LIBIDO E ARCHITETTURA: COME DISFARE LO SPAZIO DELLA SELEZIONE UMANA. Per un’ecosofia critica 15

357


LIBIDO E ARCHITETTURA: COME DISFARE LO SPAZIO DELLA SELEZIONE UMANA. Per un’ecosofia critica

358

16 6


Soleri peraltro non è solo spettatore di quel mondo produttivo. A Vietri è venuto per imparare il mestiere del ceramista, mestiere che per lungo tempo sarà la sua fonte principale di sussistenza, e che influenzerà i suoi esperimenti di architettura, manipolazioni senza intermediari di materia. Come qualcuno sostiene, “se di questa prima e unica architettura italiana si fosse subito dato il dovuto riconoscimento, da essa avrebbe quasi certamente preso avvio un diverso destino per Paolo, e l’Italia ne sarebbe uscita arricchita e rivitalizzata”10. Invece, Solimene non viene capito. Nel 1954 Soleri conclude il soggiorno in Italia, questa volta in modo definitivo. Sceglie di stabilirsi in Arizona, nella Paradise Valley a pochi chilometri da Phoenix, e di continuare il suo vagabondaggio interiore in un isolamento ascetico, quasi monacale. Come un tumbleweed – l’arbusto che per chilometri rotola in quei deserti – passerà il resto della sua lunga esistenza in un perenne “movimento seminativo” nel corso del quale ha preso forma una concezione filosofico-architettonica coerente, dove pratica architettonica e filosofia di vita non sono più distinguibili, dove l’impegno politico e le scelte formali diventano la stessa cosa. La scelta del deserto, dunque, non è casuale. “La sfida di un arido altopiano è la premessa coerente per il fiorire di vita multiforme”11 e Soleri lo adotta come laboratorio di sperimentazione, usando le avversità per elaborare creativamente forme di adattamento materiale, organizzativo e professionale. Decide infatti di procedere con il suo progetto di vita e di ricerca senza la “rete di sicurezza” di una committenza: senza mezzi dunque, costretto a inventare soluzioni costruttive a basso costo, sistemi di crescita autosostenibili e auto-adattivi. Nasce così nel 1955 Cosanti a Scottsdale, primo laboratorio urbano, e più tardi – dal 1970, quando Cosanti prende la sua forma definitiva – Arcosanti, città sperimentale a 90 km da Phoenix. Cosanti e Arcosanti – entrambi cantieri di autocostruzione – sono prototipi di un’intensa speculazione teorica, cominciata negli stessi anni – metà degli anni ’50 – con il progetto di Mesa City, la città compatta del deserto, e che evolverà nel 1969 in un’opera concettuale molto più ampia, divulgata con il libro Arcology: The city in the Image of Man12 (Arcologia: La città a Immagine dell’Uomo). In questo breve racconto tralasceremo le pagine che, a partire dagli anni ’60, storici, critici e studiosi dell’architettura hanno dedicato alla figura di Paolo Soleri13. È bene sapere, tuttavia, che per lo più Soleri è stato poco compreso, anche se oggi tutti riconoscono in lui uno degli architetti più significativi, originali e intellettualmente fecondi della seconda metà del Novecento.

2013

Oggetto Libro Autori Pippo Ciorra, Caterina Padoa Schioppa Editore Quodlibet Luogo, Anno Macerata, 2013

ERASMUS EFFECT Architetti italiani all’estero

359


iii

Contents Foreword ................................................................................................................... ix Abbreviations ............................................................................................................. x Authors’ preface ....................................................................................................... xi Acknowledgements ................................................................................................. xii Executive Summary ................................................................................................. xiii

1. Introduction.................................................................................................... 1 1.1 1.2

Why eat insects? ............................................................................................... 2 Why FAO? .......................................................................................................... 2

2. The role of insects.......................................................................................... 5

2013

2.1 2.2 2.3 2.4

Beneficial roles of insects for nature and humans ......................................... 5 Entomophagy around the world ..................................................................... 9 Examples of important insect species consumed ......................................... 20 Important insect products ............................................................................. 29

3. Culture, religion and the history of entomophagy ................................... 35 3.1 3.2 3.3 3.4

Why are insects not eaten in Western countries? ........................................ 35 Why were insects never domesticated for food? ......................................... 37 Negative attitudes towards insects ............................................................... 39 History of entomophagy ................................................................................ 40

4. Edible insects as a natural resource ........................................................... 45 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5

Edible insect ecology ...................................................................................... 45 Collecting from the wild: potential threats and solutions........................... 45 Conservation and management of edible insect resources ........................ 48 Semi-cultivation of edible insects .................................................................. 51 Pest management ........................................................................................... 55

5. Environmental opportunities of insect rearing for food and feed .......... 59

Oggetto Rapporto FAO Autori Arnold van Huis, Joost Van Itterbeeck, Harmke Klunder, Esther Mertens, Afton Halloran, Giulia Muir, Paul Vantomme Editore FAO Forestry Paper Luogo, Anno Roma, 2013

EDIBLE INSECT Future prospect for food and feed security

360

5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8

Feed conversion .............................................................................................. 60 Organic side streams ...................................................................................... 60 Greenhouse gas and ammonia emissions ..................................................... 62 Water use ........................................................................................................ 64 Life cycle analysis ............................................................................................ 64 Animal welfare ............................................................................................... 65 Risk of zoonotic infections ............................................................................. 65 “One Health” concept .................................................................................... 66

6. Nutritional value of insects for human consumption ................................67 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5

Nutritional composition ................................................................................. 67 Beef versus insects: an example of the mealworm ...................................... 74 Insects as part of diets ................................................................................... 76 Sustainable diets ............................................................................................. 79 Edible insects in emergency relief programmes ........................................... 79

iii iii


iv

7. Insects as animal feed .................................................................................. 89 7.1 7.2 7.3

Overview ......................................................................................................... 89 Poultry and fish fed with insects ................................................................... 90 Key insect species used as feed ..................................................................... 93

8. Farming insects ............................................................................................ 99 8.1 8.2 8.3 8.4 8.5

Definitions and concepts ............................................................................... 99 Insect farming ................................................................................................. 99 Insect farming for human consumption ..................................................... 101 Insect farming for feed ................................................................................ 103 Recommendations on insect farming ......................................................... 103

9. Processing edible insects for food and feed .............................................107 9.1 9.2

Different types of consumable products .................................................... 107 Industrial scale processing.............................................................................110

10. Food safety and preservation ..................................................................117 10.1 Preservation and storage ..............................................................................117 10.2 Insect features, food safety and antimicrobial compounds .......................119 10.3 Allergies ......................................................................................................... 123

11. Edible insects as an engine for improving livelihoods ...........................125 11.1 11.2 11.3 11.4

Insects as a part of the minilivestock sector ............................................... 125 Improving local diets .................................................................................... 126 Access, tenure and rights to natural capital ............................................... 127 Inclusion of women ...................................................................................... 128

12. Economics: cash income, enterprise development, markets and trade....................................................................................................131 12.1 12.2 12.3 12.4 12.5

Cash income ...................................................................................................131 Enterprise development ............................................................................... 133 Developing markets for insect products ..................................................... 135 Market strategies .......................................................................................... 137 Trade .............................................................................................................. 138

13. Promoting insects as feed and food........................................................141 13.1 The disgust factor ..........................................................................................141 13.2 Drawing on traditional knowledge ............................................................. 147 13.3 Role of stakeholders ..................................................................................... 149

14. Regulatory frameworks governing the use of insects for food security ..............................................................................................153 14.1 Major barriers faced ..................................................................................... 154 14.2 Legal framework and standardization ........................................................ 156

15. The way forward ......................................................................................161 References .......................................................................................................163 Further reading ..............................................................................................187

iv iv

EDIBLE INSECT Future prospect for food and feed security

361


v

Boxes 1.1

What are insects? .............................................................................................. 1

2.1

Outbreaks of the brown planthopper ............................................................. 5

2.2 Common insect products and services............................................................. 6 2.3 Examples of cultural entomology .................................................................... 7 2.4 Example of national insect diversity: species eaten in the Central African Republic ................................................................................. 10 2.5

Use of sound in harvesting larvae...................................................................11

2.6

Maguey worms ................................................................................................ 12

2.7

Beekeeping around the world ....................................................................... 13

2.8 Ahuahutle, Mexican caviar ............................................................................. 15 2.9

Wild food consumption by the Popoloca people of Los Reyes Metzontla Puebla, Mexico ............................................................................. 19

2.10 Yansi sayings, Democratic Republic of the Congo ........................................ 21 2.11 Red palm weevil .............................................................................................. 22 2.12 Merging traditional knowledge and new technologies for termite harvesting in Kenya ........................................................................................ 24 2.13 Power cuts harm Uganda’s edible grasshopper business ............................. 28 2.14 Controversial use of cochineal........................................................................ 30 2.15 Using scale insects to enhance honey production ........................................ 31 3.1

Sky prawns and sea crickets ............................................................................ 36

3.2 Examples from Mali and the United States ................................................... 38 3.3 Entomophagy and modern-day Christianity ................................................. 40 3.4 Edible insects through the centuries.............................................................. 41 4.1

Lao People’s Democratic Republic ................................................................. 46

4.2 Wild harvesting in Asia and the Pacific: past, present and future .............. 46 4.3 Mopane and other African caterpillars ......................................................... 47 4.4 Insects and biodiversity in Brazil .................................................................... 50 4.5 Effect of fire management and shifting cultivation on caterpillar populations ...................................................................................................... 53 4.6 The case of the cockchafer bug: from agricultural pest to delicacy to conservation controversy ........................................................................... 55 5.1

Ecodiptera project ........................................................................................... 61

6.1

The FAO/INFOODS food composition database for biodiversity ................. 67

6.2 Proteins and amino acids (“food chemistry”) ............................................... 68 6.3 Fatty acids ........................................................................................................ 71 6.4 Witchetty grub ............................................................................................... 71 6.5 Don Bugito: creative and traditional Mexican food cart ............................. 77

EDIBLE INSECT Future prospect for food and feed security

362

6.6

WinFood: alleviating childhood malnutrition by improved use of traditional foods ............................................................................................. 80

7.1

International Feed Industry Federation and FAO: looking for new, safe proteins .................................................................................................... 89

7.2

Fish for non-food uses .................................................................................... 90

7.3

Which insects are currently used in animal feed?......................................... 91

v


vi

7.4

Chicken consumption leading to human infection with highly drug-resistant ESBL strains ............................................................................. 91

7.5

Increasing the sustainability of freshwater prawn production in Ohio ............................................................................................................. 94

8.1

Dual production systems (fibre and food): the example of the silkworm .................................................................................................... 99

8.2 Biological control and natural pollination................................................... 100 8.3 Insect proteins in space ................................................................................. 102 8.4 Difficulties in rearing crickets in the Netherlands....................................... 104 9.1

Termites: processing techniques in East and West Africa........................... 109

9.2

Environmental economics ..............................................................................113

9.3

Application of edible insects: insects as the missing link in designing a circular economy ........................................................................114

10.1 Processing the mopane caterpillar for human consumption ......................118 10.2 The stink bug Nezara robusta in southern Africa ........................................121 10.3 Bogong moths in Australia ........................................................................... 122 10.4 The allergy–hygiene hypothesis ................................................................... 124 11.1 The red palm weevil (Rynchophorous ferrugineus) as an important source of nutrition and livelihood in New Guinea...................................... 127 11.2 Cambodian spiders ........................................................................................ 128 11.3 Edible insect consumption and indigenous peoples .................................. 129 12.1 Harvesting, processing and trade of mopane caterpillars ......................... 132 12.2 Wholesale markets in Thailand .................................................................... 133 12.3 Feasibility study before starting a street-food business ............................. 133 12.4 The Dutch Insect Farmers Association ......................................................... 134 12.5 FAO Diversification Booklet 18, Selling Street and Snack Food ................. 136 12.6 Ethnic foods through migration: the export of caterpillars from Africa to France and Belgium ....................................................................... 139 12.7 Japanese trade in wasps ............................................................................... 139 13.1 How can people with an aversion to insects understand and accept that insects are palatable? .............................................................................141 13.2 Edible insect cookbooks ............................................................................... 142 13.3 Established approaches used in education for sustainable development.................................................................................................. 143 13.4 The Food Insects Newsletter ........................................................................ 144 13.5 International knowledge-sharing between developing countries on the use of edible insects in diets............................................................. 148 13.6 The Nordic Food Lab ..................................................................................... 150 13.7 Konchu Ryori Kenkyukai ................................................................................151 14.1 FAOLEX........................................................................................................... 153 14.2 Barriers to market establishment in the European Union.......................... 155 14.3 Codex Alimentarius ....................................................................................... 156 14.4 Definition of novel food by the European Commission ............................. 158

EDIBLE INSECT Future prospect for food and feed security vii

363


vii

Figures 2.1

Recorded number of edible insect species, by country .................................. 9

2.2 Number of insect species, by order, consumed worldwide .......................... 10 2.3 Monthly rainfall (top) and monthly occurrence of meals of fish, caterpillars and game in 15 consecutive months in the Lake Tumba region, Democratic Republic of the Congo ................................................... 16 2.4 Temporal availability of edible insects, wild plants and subsistence crops for the Popoloca people of Los Reyes Metzontla Puebla, Mexico ..... 20 4.1

Distribution of insects, by order, Brazil ......................................................... 50

4.2 Geographic distribution of Oecophylla species ............................................ 57 5.1

Efficiencies of production of conventional meat and crickets ..................... 60

5.2 Use of insects in the animal feed chain ......................................................... 61 5.3 Relative GHG contributions along the livestock food chain ......................... 62 5.4

Production of GHGs and ammonia per kg of mass gain for three insect species, pigs and beef cattle ................................................................ 63

5.5

Greenhouse gas production (global warming potential), energy use and land use due to the production of 1 kg of protein from mealworms, milk, pork, chicken and beef..................................................... 64

7.1

International wholesale market price for fish oil and fishmeal, CIF Hamburg .................................................................................................... 90

7.2

The proportional use of different types of feed by Ugandan fish farmers ...................................................................................................... 92

9.1

Agriprotein fly protein production process..................................................111

9.2

Agriprotein value/production chain .............................................................112

9.3

Insects as the missing link: ecology designs a circular economy .................115

Tables 2.1

Abundance of caterpillars in Central Africa .................................................. 17

2.2 Availability of edible insects, Lao People’s Democratic Republic, by month.......................................................................................................... 17 2.3 Availability of edible insects in Thailand, by month ..................................... 18 2.4 Available insect and insect products for the Popoloca people of Los Reyes Metzontla Puebla, Mexico ............................................................. 19 4.1

Edible species considered as pests of global or local importance in agro-ecosystems, which could be controlled through strategies of alternative management and used widely for human consumption .......... 56

5.1

The animal sector‘s contribution to GHG emissions ..................................... 62

6.1

Examples of energy content of differently processed insect species, by region .......................................................................................................... 68

6.2 Crude protein content, by insect order ......................................................... 69 6.3 Comparison of average protein content among insects, reptiles, fish and mammals ........................................................................................... 69 6.4 Variation in insect protein along subsequent metamorphosis phases of the variegated grasshopper, Zonocerus variegatus (raw), Ogun state, Nigeria ....................................................................................... 70

EDIBLE INSECT Future prospect for food and feed security

364

6.5 Fat content and randomly selected fatty acids of several edible insect species consumed in Cameroon .......................................................... 72

vii vi ii


viii

6.6

Recommended intake of essential minerals per day compared with the mopane caterpillar (Imbrasia belina) ...................................................... 73

6.7

Average approximate analysis of selected Tenebrio molitor and beef as a percentage of dry matter except for moisture content ............... 75

6.8 Average amino acid content of Tenebrio molitor and beef (amounts in g/kg dry matter unless stated otherwise) ................................ 75 6.9

Fatty acid content of Tenebrio molitor and beef on a dry matter basis ..... 76

6.10 Annual consumption of invertebrates in the Tukanoan village of Iapu (Rio Papuri, Vaupes, Columbia), composed of about 100 people ....... 78 6.11 Traditional food items of four indigenous communities from different parts of the world: the Awajun (Peru), the Ingano (Colombia), the Karen (Thailand) and the Igbo (Nigeria) ................................................ 79 8.1

Favourable characteristics of insects for automated production systems ....................................................................................... 103

9.1

Important aspects of large-scale production of edible insects ..................110

14.1 Maximum permissible levels of insect contamination in food products .... 154

EDIBLE INSECT Future prospect for food and feed security viii vi iii

365


2013

Oggetto Libro Autore Federica Doglio, Piergiorgio Tosoni Editore LetteraVentidue Edizioni Luogo, Anno Palermo, 2013

PAOLO SOLERI. PAESAGGI ENERGETICI Arcologie in terre marginali

366

15


16 6

367


PAOLO SOLERI. PAESAGGI ENERGETICI Arcologie in terre marginali

368

21


PAOLO SOLERI. PAESAGGI ENERGETICI Arcologie in terre marginali 22

369


PAOLO SOLERI. PAESAGGI ENERGETICI Arcologie in terre marginali

370

47


PAOLO SOLERI. PAESAGGI ENERGETICI Arcologie in terre marginali 53

371


2013

Oggetto Libro Autore Carlo Scoccianti Editore LetteraVentidue Edizioni Luogo, Anno Siracusa, 2013

CREARE PAESAGGI VIVENTI PER RESTITUIRE IDENTITÀ AL TERRITORIO

372

78 8


CREARE PAESAGGI VIVENTI PER RESTITUIRE IDENTITÀ AL TERRITORIO 79

373


2013

Oggetto Rivista - San Rocco 8 / What’s wrong with the primitive hut? Contributo Articolo Autore 2A+P/A Editore Matteo Ghidoni Luogo, Anno Venezia, 2013

“LA COSCIENZA DI ZENO”: NOTES ON A WORK BY SUPERSTUDIO

374

6


“LA COSCIENZA DI ZENO”: NOTES ON A WORK BY SUPERSTUDIO 7

375


“LA COSCIENZA DI ZENO”: NOTES ON A WORK BY SUPERSTUDIO

376

8


“LA COSCIENZA DI ZENO”: NOTES ON A WORK BY SUPERSTUDIO 9

377


“LA COSCIENZA DI ZENO”: NOTES ON A WORK BY SUPERSTUDIO

378

10


“LA COSCIENZA DI ZENO”: NOTES ON A WORK BY SUPERSTUDIO 11

379


“LA COSCIENZA DI ZENO”: NOTES ON A WORK BY SUPERSTUDIO

380

12


2014

Oggetto Libro Autore Ugo Mattei Editore Editori Laterza Luogo, Anno Bari, 2014

“SENZA PROPRIETÀ NON C’È LIBERTÀ” FALSO! 76 6

381


“SENZA PROPRIETÀ NON C’È LIBERTÀ” FALSO!

382

77


“SENZA PROPRIETÀ NON C’È LIBERTÀ” FALSO! 78 8

383


2014

Oggetto Rivista - Lotus 155 / Geography in motion Contributo Articolo Autore Kongjian Yu Editore Editoriale Lotus Luogo, Anno Milano, 2014

PROGETTARE NUOVE INFRASTRUTTURE IDRICHE

384

28 8


PROGETTARE NUOVE INFRASTRUTTURE IDRICHE 3 30

385


Oggetto Rivista - Lotus 155 / Geography in motion Contributo Articolo Autore Pierluigi Nicolin Editore Editoriale Lotus Luogo, Anno Milano, 2014

LA PROPRIETĂ€ DELLA RESILIENZA

386

52


PROGETTARE NUOVE INFRASTRUTTURE IDRICHE 53

387


2014

Oggetto Rivista - Lo straniero 164 Contributo Articolo Autore Giacomo Borella Editore Contrasto Luogo, Anno Milano, 2014

DENTRO IL “PROGRESSO SCORSOIO”

388

77


DENTRO IL “PROGRESSO SCORSOIO” 78 8

389


DENTRO IL “PROGRESSO SCORSOIO”

390

79


DENTRO IL “PROGRESSO SCORSOIO” 80 80

391




18 —

23 —

30 —

35 —

TECNICA E CULTURA Storia della macchina e dei suoi effetti sull’uomo

La terza sponda 2

STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ITALIANO

CAPIRE I MEDIA Gli strumenti del comunicare

Emilio Sereni

Marshall McLuhan

Henri Laborit

Masanobu Fukuoka

Steven Runciman

Archizoom Associati NO-STOP CITY

Il fenomeno urbano come organismo vivente: strutture, servizi, informazione L’UOMO E LA CITTÀ

LA RIVOLUZIONE DEL FILO DI PAGLIA Un’introduzione all’agricoltura naturale

Storia del mondo mediterraneo alla fine del XIII secolo I VESPRI SICILIANI

— 37

— 39

— 41

— 44

Lewis Mumford

Andrea Branzi


47 —

51 —

58 —

62 —

EQUILIBRIO ECOLOGICO

Sapere 797/1977 LA RAPINA DEL SUOLO

Casabella 426/1977 AGRICOLTURA: UN APPUNTAMENTO MANCATO

Casabella 516/1985

Guido Petter (a cura di) con Beatrice Garau

Fernand Braudel

Guy Debord

L’ABOLIZIONE DEL LAVORO

Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni IL MEDITERRANEO

Spazio e Società 50/1990

LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO

— 68

— 84

— 88

Bob Black

— 92


101 —

122 —

132 —

137 —

ORIGINI DI STORIE

EVOLUZIONE SENZA FONDAMENTO

LA PIRAMIDE ROVESCIATA Il modello dell’oasi per il pianeta Terra

ARMI, ACCIAIO E MALATTIE Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni

Pietro Laureano

Jared Diamond

Gianluca Bocchi Mauro Ceruti

Manuel De Landa

Mauro Ceruti

John R. McNeill

Rocce, germi e parole MILLE ANNI DI STORIA NON LINEARE

Storia dell’ambiente nel XX secolo QUALCOSA DI NUOVO SOTTO IL SOLE

Territorio 15/2000

Metodi e tecniche RAPPRESENTARE I LUOGHI

— 143

— 145

— 148

— 152

Alberto Magnaghi (a cura di)


157 —

161 —

185 —

188 —

ATLANTE D’ACQUA Conoscenze tradizionali per la lotta alla deserrtificazione

GLI ARABI IN SICILIA E IL MODELLO IRRIGUO DELLA CONCA D’ORO

ARCHITETTURA IN SICILIA TRA LE DUE GUERRE

STORIA DEI BOSCHI Dalle origini a oggi

Pietro Laureano

Massimo Pizzuto Antinoro

Paola Barbera

Hansjörg Küster

Carmelo Strano Yona Friedman Gilles Clément

Re:CP

Una filosofia della povertà L’ARCHITETTURA DI SOPRAVVIVENZA

— 194

— 200

— 204

a cura di Hans Ulrich Obrist

IL GIARDINIERE PLANETARIO

Teoria e segni del linguaggio trasgressivo Dalla grecia alla Modernità e alla nuova Classicità IL SEGNO DELLA DEVIANZA

— 205


206 —

208 —

210 —

212 —

MODERNITÀ DEBOLE E DIFFUSA Il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo

LA TERRA È FINITA Breve storia dell’ambiente

RISORSE FORESTALI E RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE IN ITALIA Standard programmatici di gestione

IL DILEMMA DELL’ONNIVORO

Piero Bevilacqua

Andrea Branzi

Michael Pollan

Piermaria Corona Barbara Ferrari Marco Marchetti Anna Barbati

Sergio Ghirardi Miguel Amorós Urbanizzazione e difesa del territorio LA CITTÀ TOTALITARIA

— 218

Bill Mollison Reny Mia Slay

Touring Club Italiano

INTRODUZIONE ALLA PERMACULTURA

GUIDA D’ITALIA Sicilia

Dall’economia della catastrofe alla società del dono LETTERA APERTA AI SOPRAVVISSUTI

— 227

— 230

— 232


248 —

258 —

262 —

264 —

SORRY OUT OF GAS

FASCIO E MARTELLO Viaggio per le città del Duce

LA RIVOLUZIONE DEL CONTADINO IMPAZZITO

Lotus 140/2009 SUSTAINABILITY?

Giovanna Borasi Mirko Zardini

Antonio Pennacchi

Wendell Berry

Università I.U.A.V. di Venezia Sara Marini

Vincenzo Sapienza

Giro del mondo in dieci progetti di filiera corta COLTIVARE LA CITTÀ

Focus and debates on a fluid and sustainable future WATER, CLIMATE CHANGE AND ARCHITECTURE Blue in architecture 09

NUOVE TERRE Architetture e paesaggi dello scarto

LA COLONIZZAZIONE DEL LATIFONDO SICILIANO Esiti e possibili sviluppi

— 268

— 272

— 276

— 278

Andrea Calori (a cura di)


280 —

283 —

286 —

288 —

MODELLI

ARCHITETTURA SENZA ARCHITETTI Guida alle costruzioni spontanee di tutto il mondo

CARTA DELLA SENSIBILITÀ ALLA DESERTIFICAZIONE IN SICILIA (Environmentally Sensitive Areas to Desertification, ESAs)

PROJECT JAPAN Metabolism talks...

IaN+

Anthony Reid

Hans U. Obrist Rem Koolhaas

AA.VV.

Gabriele Corsani Laura Guidi Giorgio Pizziolo (a cura di)

Virginie Raisson

Wired 24/2011

BREVE STORIA DEL GIARDINO

L’esperienza di Danilo Dolci VERSO LA CITTÀ TERRITORIO

Migrazioni, agricoltura, acqua, clima... 2033. ATLANTE DEI FUTURI DEL MONDO

— 290

— 296

— 301

— 312

Gilles Clément


318 —

330 —

332 —

335 —

IL SENTIERO DELL’ARCHITETTURA PORTA NELLA FORESTA

Lotus 149/2012 LOTUS IN THE FIELD

Planum 25 vol. 2/2012 L’URBANISTICA CHE CAMBIA. RISCHI E VALORI

BREVE STORIA DELLA SICILIA Le radici antiche dei problemi di oggi

Maurizio Corrado

Amelia Crisantino

Luigi Piccioni (a cura di)

Architettura come trasposizione ABIURA DAL PAESAGGIO

Lotus 151/2012 ITALIAN THEORY 2012

GIORGIO NEBBIA. SCRITTI DI STORIA DELL’AMBIENTE E DELL’AMBIENTALISMO 1970-2013 I quaderni di Altronovecento 4/2013

— 339

— 341

— 343

Marco Navarra

AA.VV.

— 353

CARTOGRAFIE DEL DESIDERIO PER LA CREAZIONE DI UNA NUOVA POLIS


359 —

360 —

366 —

372 —

ERASMUS EFFECT Architetti italiani all’estero

EDIBLE INSECT Future prospect for food and feed security

PAOLO SOLERI. PAESAGGI ENERGETICI Arcologie in terre marginali

TRASFORMAZIONI Storie di paesaggi contemporanei

AA.VV.

Federica Doglio Piergiorgio Tosoni

(a cura di) Michela De Poli Guido Incerti

Pippo Ciorra Caterina Padoa Schioppa

WHAT’S WRONG WITH THE PRIMITIVE HUT? San Rocco 8/2013

— 374

Ugo Mattei “SENZA PROPRIETÀ NON C’È LIBERTÀ” FALSO!

GEOGRAPHY IN MOTION Lotus 155/2014

Lo straniero 164/2014

— 381

— 384

— 388


BIBLIOGRAFIA SECONDARIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28.

Raoul Vaneigem, Traité de savoir-vivre à l’usage des jeunes générations, Gallimard, 1967. Paolo Cacciari, Decrescita o barbarie, CC, 2008. Brunetto De Batté, Giovanna Santinolli, Utopia e comunità. Antologia, 2009. Marshall McLuhan, Quentin Fiore, Il medium è il massaggio, Corraini Edizioni, 2011. Amber Hickey, A guidebook of alternative nows. The journal of aesthetics and protest press, 2012. Giorgio Agamben, Signatura rerum. Sul metodo, Bollati Boringhieri, 2008. Pierre Donadieu, Campagne urbane. Una nuova proposta di paesaggio della città, Donzelli Editore, 2013. Site, De-architetturizzazione. Progetti e teorie 1969-1978, Edizioni Dedalo, 2002. Paul Crutzen, Benvenuti nell’Antropocene. L’uomo ha cambiato il clima, la Terra entra in una nuova era, Mondadori, 2005. Gilles Clemént, Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, 2005. Giancarlo Sturloni, Il pianeta tossico. Sopravviveremo a noi stessi?, Piano B Edizioni, 2014. Livio de Santoli, Angelo Consoli, Territorio Zero. Per una società a emissioni zero, rifiuti zero e chilometri zero, Minimum Fax, 2013. Carlo Petrini, Slow Food Revolution. Da Arcigola a Terra Madre. Una nuova cultura del cibo e della vita, Rizzoli, 2005. John Zernan, Pensare primitivo. Elementi di una catastrofe, Bepress, 2010. Giorgio Agamben, Che cos’è il contemporaneo?, Nottetempo, 2008. Guy Debord, Il pianeta malato, Nautilus, 2005. Rory Hide, Future Practice. Conversations from the edge of architecture, Routledge, 2013. Maurizio Pallante, Mario Palazzetti, L’uso razionale dell’energia. Teoria e pratica del negawattora, Bollati Boringhieri, 1997. Ivan Illich, Esperti di troppo. Il paradosso delle professioni disabilitanti, Edizioni Erickson, 2008. Guy Debord, Introduzione a una critica della geografia urbana, Nautilus, 2013. Stefano Boeri, Biomilano. Glossario di idee per una metropoli della biodiversità, Corraini Edizioni, 2011. Raoul Vaneigem, Elogio della pigrizia affinata, Nautilus, 1998. Laura Zampieri, Per un progetto nel paesaggio, Quodlibet, 2012. Félix Guattari, Architettura della sparizione, Mimesis, 2013 Andrea Oppenheimer Dean, Timothy Hursley, Proceed and be bold: Rural Studio after Samuel Mockbee, Princeton Architectural Press, 2005. Reyner Banham, Megastructure: urban futures of the recent past, Harper & Row Publishers, 1976. Bernard Rudofsky, Architecture without architects: a short introduction to non-pedigreed architecture, The University of New Mexico Press, 1987. Jared Diamond, Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo

imparare dalle società tradizionali?, Einaudi, 2013. 29. Irénée Scalbert, 6a Architects, Never Modern, Park Books, 2013. 30. Henri Laborit, Elogio della fuga, Oscar Mondadori, 2011. 31. Philip K. Dick, La penultima verità, Fanucci Editore, 2008. 32. Martin Van Schaik, Otakar Macel, Exit Utopia: architectural provocations, 1956-76, Prestel Publishing, 2005. 33. Gilles Clément, Il giardino in movimento, Quodlibet, 2011. 34. Gilles Clément, Ho costruito una casa da giardiniere, Quodlibet, 2014. 35. Rem Koolhaas, Junkspace, Quodlibet, 2006. 36. Timur Vermes, Lui è tornato, Bompiani, 2013. 37. Roberto Gargiani, Beatrice Lampariello, Superstudio, Editori Laterza, 2010. 38. Luis Sepùlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, Guanda, 2013. 39. Maurizio Pallante, La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal PIL, Editori Riuniti, 2007. 40. Aldo Cibic, Rethinking happiness. Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, Corraini Edizioni, 2010. 41. Vandana Shiva, Ritorno alla terra. La fine dell’ecoimperialismo, Fazi Editore, 2009. 42. Timothy Morton, Ecology without nature: rethinking environmental aesthetics, Harvard University Press, 2009. 43. Angelo Ortisi, Il Bosco e la sua protezione, Scienza e Lavoro – Quaderni di divulgazione scientifica, Brescia 1953. 44. A. Magnaghi, Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo, Bollati Boringhieri, 2010. 45. Ivan Illich, La convivialità, Boroli Editore, 2005. 46. Salvatore Spataro, Needs. Architetture nei paesi in via di sviluppo, LetteraVentidue Edizioni, 2011. 47. Carlo Trigilia, Sviluppo Locale. Un progetto per l’Italia, Editori Laterza, 2005. 48. Federico Rampini, Slow Economy. Rinascere con saggezza, Oscar Mondadori, 2009. 49. Salvatore Di Benedetto, Architettura spontanea della civiltà contadina, Ila Palma, 1992. 50. Stefano Caserini, A qualcuno piace caldo. Errori e leggende sul clima che cambia, Edizioni Ambiente, 2008. 51. Institution of mechanical engineers, global food. Waste not, want not, 2013 (report pdf). 52. Nikos A. Salingaros, No alle Archistar: il Manifesto contro le avanguardie, Libreria Editrice Fiorentina, 2009. 53. Paola Viganò, I territori dell’urbanistica. Il progetto come produttore di conoscenza, Officina Edizioni, 2010. 54. Carlo Doglio, Leonardo Urbani, La fionda sicula, Il Mulino, 1972. 55. Zygmunt Bauman, Modus vivendi. Inferno e utopia del mondo liquido, Editori Laterza, 2009. 56. Raffaele Solarino, La Contea di Modica. Ricerche storiche, pubblicazione interna del Comune di Ragusa, 1981. 57. Anna Maria Atripaldi, Il paesaggio: teoria, pratica e progetto. Esperienze francesi contemporanee, Gangemi Editore, 2007. 58. Reyner Banham, Deserti Americani, Einaudi, 2006. 59. Derrick De Kerckhove, Psicotecnologie Connettive, Egea, 2014. 60. Rossana Raiteri, Progettare progettisti. Un paradigma della formazione contemporanea, Quodlibet, 2014. 61. Wolfang Behringer, Storia culturale del clima. Dall’era


glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri, 2013. 62. Giuseppe Barbieri, Lucio Gambi, La casa rurale in Italia, Leo S. Olschki, 1970. 63. Wolfgang Schivelbusch, Tre New Deal. Parallelismi fra gli Stati Uniti di Roosevelt, l’Italia di Mussolini e la Germania di Hitler. 1933-1939, Marco Tropea Editore, 2008. 64. Frank Herbert, Dune, Editrice Nord, 1973. 65. Lev Manovich, Il linguaggio dei nuovi media, Edizioni Olivares, 2002. 66. Evgeny Morozov, Internet non salverà il mondo, Mondadori, 2014. 67. Emilia Hazelip, Agricoltura sinergica. Le origini, l’esperienza, la pratica, Terra Nuova Edizioni, 2014. 68. Qingyun Ma, Shoupin Zhang, C.A.N. A project of agriurbanism, XIV Mostra Internazionale di Architettura, Padiglione Cina, 2014. 69. Michael Pawlyn, Biomimicry in Architecture, RIBA Publishing, 2011. 70. Maurizio Corrado, Vegetecture, Sistemi Editoriali, 2011. 71. Nassim Nicholas Taleb, Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita, Il Saggiatore, 2008. 72. Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, 2000. 73. Yona Friedman, Utopie realizzabili, Quodlibet, 2008. 74. Danilo Zolo, Globalizzazione. Una mappa dei problemi, Editori Laterza, 2006. 75. AA.VV., Manifesto degli economisti sgomenti. Capire e superare la crisi, Minimum Fax, 2013. 76. Francesco Leni di Spadafora, Storia dei Siciliani, Tecnicografica Editoriale Vaccaro, 1991. 77. Nino Cirnigliaro, Sichilia. Storia di un’Isola su cui continua a passare l’Umanità, Genius Loci Editrice, 2013. 78. Fulco Pratesi, Franco Tassi, Guida alla Natura della Sicilia, Arnoldo Mondadori Editore, 1974. 79. Vincenzo Bonaventura, La Sicilia al tempo del Grand Tour. L’isola vista dai viaggiatori stranieri della seconda metà del Settecento, Edizioni GBM, 2009. 80. Mario Di Fidio, Architettura del paesaggio, Pirola Editore, 1990. 81. Pietro Todaro, Seminario Internazionale “Giardini Islamici”, allegato alla rivista Paysage 16, Franco Angeli Editore, 2006. 82. Olinda Curia, Tecniche di costruzione in terra cruda. Tradizione e innovazione in Italia, Documento di ricerca e didattica, Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, Dipartimento di Arte Scienza e Tecnica del costruire, 2008. 83. Ada Cavazzani, Innovazione sociale e strategie di gestione delle reti alimentari alternative, in Sociologia urbana e rurale 87 / Sicurezza. Sovranità alimentare, Franco Angeli, 2012. 84. Alessandra Corrado, Semi, contadini e mercati: le reti per un’altra agricoltura, in Sociologia urbana e rurale 87 / Sicurezza. Sovranità alimentare, Franco Angeli, 2012 85. Yona Friedman, Arquitectura con la gente, por la gente, para la gente, Actar Editorial, 2011. 86. J. Meyrowitz, Oltre il senso del luogo. Come i media elettronici influenzano il comportamento sociale, Baskerville, 1995. 87. Annachiara Leardini, L’internazionale situazionista. Un sogno di libertà, articolo accademico on-line visitabile:

http://polimi.academia.edu, visitato il 30/01/2015. 88. Daniele Vitale, Augusto Angelini, Angelo Lorenzi (a cura di), Per una costruzione poetica dell’architettura. La scuola di Valparaíso, in occasione delle lezioni tenute a Milano dal professor Salvador Zahr Maluk, decano della Scuola di Valparaíso, il 27 ottobre 2004. Politecnico di Milano Facoltà di Architettura Civile Laurea specialistica in Architettura e Dottorato in Composizione architettonica, articolo accademico (uploaded by A. Angelini) on-line visitabile: http://polimi.academia.edu, visitato il 30/01/2015. 89. Alan Berger, Lars Lerup, Drosscape.Wasting Land in Urban America, Princeton Architectural Press, 2007. 90. Ervin Laszlo, The Chaos Point: the world at the crossroads, Hampton Roads, 2006. 91. Francesco Careri, Costant. New Babylon una città nomade, Testo & Immagine, 2001. 92. Jean-Clarence Lambert, New Babylon: art et utopie, Édition Cercle d’art, 1997. 93. Kazys Varnelis, Technology is our modernity, in Domus 971, Editoriale Domus, 2013. 94. Free Architecture, Boundaries International Architectural Magazine 7, 2013. 95. Naomi Klein, Una rivoluzione ci salverà. Perché il capitalismo non è sostenibile, Rizzoli, 2015. 96. Mario Lupano, Luca Emanueli, Marco Navarra, Lo-FI. Architettura come pratica curatoriale, Marsilio Editori, 2010. 97. Hawken Paul, Lovins Amory B., Lovins Hunter L., Capitalismo naturale. La prossima rivoluzione industriale, editore Ambiente, 2011. 98. McDonough William, Braungart Michael, Dalla culla alla culla, Blu Edizioni, 2003. 99. Amory B. Lovins, Energia dolce, Bompiani, 1979. 100. Schumacher Ernst F.,Piccolo è bello. Uno studio di economia come se la gente contasse qualcosa, Ugo Mursia Editore, 2011. 101. Jean-Philippe Garric, Vers une agritecture. Architecture des costructions agricoles (1789-1950), Mardaga, 2014. 102. Kisho Kurokawa, The philosophy of symbiosis, Academy Editions, 1994. 103. Fumihiko Maki, Investigations in collective form, 1964. 104. Carlo Ratti, Architettura Open Source, Giulio Einaudi Editore, 2014. 105. Dominique Laporte, Histoire de la merde, Christian Bourgois, 1993. 106.Bruno Latour, Non siamo mai stati moderni, Elèuthera, 2015. 107. Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, 1977.


FILMOGRAFIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29.

Kelly Nyks e Jared P. Scott, Disruption: Climate. Change, USA 2014, documentario. Yann Arthus-Bertrand, Home, Francia 2009, documentario. Markus Imhoof, More than honey, Svizzera 2012, film documentario. Pierre Barougier e Olivier Bourgeois, Nous resterons sur Terre, Francia 2009, documentario. Jeremy Irons e Candida Brady, Trashed. Verso rifiuti zero, Gran Bretagna 2012, documentario. Hugo Berkeley e Osvalde Lewat, Land Rush, Mali 2012, documentario. Waste Land, Lucy Walker, Gran Bretagna-Brasile 2010, documentario. Werner Herzog, Dove sognano le formiche verdi, GermaniaAustralia 1984, drammatico. Richard Fleischer, Soylent Green, USA 1973, fantascienza. Coline Serreau, Il pianeta verde, Francia 1996, fantasticocommedia. Yann Arthus-Bertrand, La Terra vista dal cielo, Francia 2004, serie televisiva documentaria. James Cameron, Jerry Weintraub, Arnold Schwarzenegger, Daniel Abbasi, Years of living dangerously, USA 2014, serie tv documentaria. Futurama. A Big Piece of Garbage, st.1 ep. 8, USA 1999, serie televisiva animazione. Steve Cutts, Man, Gran Bretagna 2012, cortometraggioanimazione. Josh Fox, Gasland, USA 2010, documentario. Nicola Dall’Olio, Il suolo minacciato, Italia 2013, documentario. Daniele Mazzocca e Cristiano Bortone, L’erba proibita, Italia 2002, documentario. Ron Fricke, Samsara, USA 2011, documentario. Christopher Nolan, Interstellar, USA-Gran Bretagna 2014, fantascienza. Emilia Hazelip, Il giardino di Emilia Hazelip, Spagna 2011, cortometraggio-documentario. Masanobu Fukuoka, Non far niente è il miglior metodo agricolo, Giappone 2007, cortometraggio-documentario. Rebecca Hosking, Farm for the future, BBC Documentary Film, Gran Bretagna 2009, documentario. Franny Armstrong, The age of stupid, Gran Bretagna 2009, documentario. Gregory Greene, The end of Suburbia. Oil depletion and the collapse of the American Dream, USA 2004, documentario. Leila Conners Petersen e Nadia Conners, L’undicesima ora, USA 2007, documentario. Gary Hustwit, Urbanized, USA-Gran Bretagna 2011, documentario. Andrew Hasse, Edible City. Grow the Revolution, USA 2014, documentario. Dennis Kelly, Utopia, Gran Bretagna 2013-2014, serie tv. Dorothy Todd Hénaut, The New Alchemists, USA 1974, documentario.



SI RINGRAZIANO: Marco Navarra per averci guidato a “bassa definizione”; per la sua presenza ubiqua, che ci ha accompagnato durante il nostro percorso universitario e per averci sorpreso con la sua prefazione alla tesi. Vito Martelliano per i suoi consigli precisi e critici, per la sua disponibilità al dialogo, per aver aperto interessanti dibattiti sul rapporto tra architettura e urbanistica. Raffaello Buccheri per il supporto editoriale e per aver sopportato estenuanti discorsi. Gianluca il “mercenario” per aver condiviso i momenti di intensa convivenza dell’ultimo anno. Salvo Ferlito e Giulio Doria (Studio Macro) per averci seguito con attenzione e interesse. Giovanni Basile ed il suo “rinoceronte”. Emanuele Feltri per averci accompagnato sull’impenetrabile collina della Poira. Il geologo Orazio Caruso per averci scortato durante l’ultima piena del Simeto. Stuzzicadenti Street Food per i pranzi a base di puppette. Il plotter siculo-cinese di V.le Teocrito 71. Google Inc, Wikipedia e Spotify. Peppe di Caffè e Latte per averci tenuti svegli. Tutti coloro che abbiamo disturbato e che ci hanno trasfuso consigli, informazioni, documenti, esperienze. Un ringraziamento speciale va agli SPONSOR, le nostre famiglie, senza le quali sarebbe stata impossibile la realizzazione della tesi.





Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.