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ISSN: 2499-8613 N.3 - giugno 2021 Bimestrale - anno XXXV
GRANDI IMPIANTI PROGETTI TECNOLOGIE NORMATIVE
AGGIORNAMENTO L’evoluzione dei Data Center
EFFICIENZA Un futuro smart per Livorno
NORME E LEGGI Gli impianti utente per le comunicazioni
La nuova era per la gestione dell‘energia termica sta arrivando
Il 10 Giugno 2021 Belimo presenta online la nuova era per la gestione integrata dell‘energia termica. Iscriviti e prendi parte a questa emozionante transizione.
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MERCATO Segnali positivi per le costruzioni
LifEx, il cambio di paradigma dellʼilluminazione.
Abbiamo ridotto le dimensioni, abbassato il peso, accorciato i tempi di installazione, rimosso ogni tipo di rischio, diminuito gli eventuali interventi di manutenzione, evitato il 70% dei componenti e risparmiato tonnellate di CO2. Abbiamo eliminato anche la possibilità di migliorarla. www.cortemgroup.com
SOMMARIO giugno 2021
BELIMO Via Zanica 19H 24050 Grassobbio (BG) Tel. 035 5788700 Fax 035 670200 www.belimo.it
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EDITORIALE DATA CENTER, TRA ATTUALITÀ E FUTURO Domenico Trisciuoglio
ATTUALITÀ
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE IL PROGETTO DI UN DATA CENTER
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I LIVELLI DELL’INFRASTRUTTURA ELETTRICA IN UN CENTRO ELABORAZIONE DATI
Domenico Trisciuoglio
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IL DATA CENTER INNOVATION DAY
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ENERGIE RINNOVABILI ACCUMULI ELETTROCHIMICI: REALTÀ E PROSPETTIVE
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LA CARICA DEGLI SMART ECOBUILDING
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PROGETTAZIONE CABINE ELETTRICHE “SMART” PER INCREMENTARE LA QUALITÀ DEI SERVIZI
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Antonia Lanari
Anna Zucchelli
Giuseppe La Franca
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SOVRATENSIONI: LA PROTEZIONE DI DATA CENTER E DCS
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MERCATO IL FUTURO DELL’ENERGIA E DELLA SOSTENIBILITÀ
Enrico Novi
Enrico Novi
Anna Zucchelli
Gina Bortuzzi giugno 2021
l’impiantoelettrico
Damiano Quinci
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BUILDING AUTOMATION BATTUTA DI ARRESTO, MA NON TROPPO, PER L’IOT
EFFICIENZA ENERGETICA FUTURO SMART PER LIVORNO Fabrizio Corbe
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OSSERVATORIO SAIE. SEGNALI POSITIVI PER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Cesare Banto
IL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO DE “L’IMPIANTO ELETTRICO” Ing. Domenico Trisciuoglio (Direttore Scientifico) Progettista e consulente di impianti elettrici Membro CT CEI 64 e CT CEI 81
Ing. Angelo Baggini Docente Università degli Studi di Bergamo Segretario del TC14 Cenelec, membro CT CEI 14 e CT CEI 64 e del SMB-SG1 IEC. Ing. Antonio Albasi Progettista e consulente di impianti elettrici
Dott.ssa Silvia Berri, Dirigente comunicazione e ufficio stampa CEI
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NORME E LEGGI IL RISCHIO ELETTRICO: CAUSE E SOLUZIONI
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L’EVOLUZIONE DEGLI IMPIANTI UTENTE PER LE COMUNICAZIONI
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E-MOBILITY: DUE CORSI DI FORMAZIONE E UN NUOVO TAVOLO DI CONFRONTO CEI
Micol Consoli
Silvia Berri
A cura del CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano
Ing. Franco Bua Progettista di impianti elettrici Segretario CT CEI 311 SCb, membro CT CEI 31 e CT CEI 311 e del SMB-SG1 IEC Stefano Garoni Progettista di impianti elettrici Membro del CT CEI 317
Claudio Manfredini Progettista di impianti elettrici Segretario del Collegio dei Periti di Milano e Lodi Ing. Giuseppe Milanesi Progettista e consulenza di impianti elettrici Membro CT CEI 99
Ing. Daniele Pennati Membro CT CEI 64, CT CEI 205, CT CEI 32 CT UNI 033 Ing. Damiano Quinci Progettista di impianti elettrici
62 VETRINA 66 DALL’INDUSTRIA 70 IL FUTURO DIETRO L’ANGOLO
Ing. Ernesto Santini Ambassador SBA Smart Buildings Alliance for Smart Cities
Ing. Angelo Selis Progettista di impianti elettrici
l’impiantoelettrico
58 SENTENZE
Dott. Roberto Rizzo Giornalista scientifico EGE (Esperto in Gestione dell’Energia)
giugno 2021
56 QUESITI DEI LETTORI
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EDITORIALE
DOMENICO TRISCIUOGLIO
DATA CENTER
l’impiantoelettrico 4
giugno 2021
Direttore scientifico de “L’impianto elettrico”
tra attualità e futuro I data center proseguono la loro espansione sia in termini quantitativi che qualitativi. Dalla piccola struttura composta da un po’ di uffici all’azienda multinazionale con centri dislocati in varie parti del mondo. L’emergenza sanitaria ha segnato poi il punto di non ritorno: oggi la profezia di Alec Ross secondo il quale “i dati saranno il petrolio del futuro” si sta avverando nella sua completezza. Insieme a questo mercato cresce naturalmente la richiesta di specifiche professionalità che includano tutta una serie di conoscenze distinte, diversificate ma, alla fine, confluenti in un unico enorme calderone dal quale estrarre il Data Center “perfetto”. Non è facile perché l’ evoluzione tecnologica è stata più veloce di quanto gli uomini prevedessero e quindi spesso, chi si trova ad affrontare queste problematiche, non è sufficientemente preparato. Non è un caso che Tecniche Nuove, in ossequio al suo nome e alla sua mission, già da tre anni ha iniziato a dedicare un intero convegno al settore specifico, “costruendo” una storia recente che ancora non ha pari sul mercato italiano. È infatti giunto alla terza edizione Il Data Center Innovation Day, l’evento virtuale che si terrà il prossimo 23 giugno (a pagina 20 una sintesi dei contenuti e il link per iscriversi all’evento gratuito). A fare da sponda al Data Center Innovation Day, numerosi articoli pubblicati negli anni e ora, un numero “monografico” avente come oggetto proprio i Data Center, le problematiche connesse e le relative soluzioni. Quali sono le caratteristiche cui deve rispondere un Data Center moderno? Che peso ha l’efficienza energetica dei Data Center, i cui consumi nel 2025 saranno pari ad un quinto dell’energia globale generata dal pianeta? Quali sono i criteri di sicurezza e funzionalità cui deve rispondere un Data Center? E infine, quali sono le normative da seguire, le condizioni da rispettare, gli enti certificatori e le procedure da seguire dall’analisi dei rischi iniziale in fase di progettazione, al momento finale della realizzazione, con “l’accensione” della CPU? A questi interrogativi abbiamo cercato di dare risposta, scandagliando tutte le problematiche che si presentano al progettista, al realizzatore e al futuro gestore di qualsiasi Data Center. Leggendo gli articoli contenuti in questa rivista il nostro lettore potrà affrontare tutte le problematiche che gli si presenteranno in questo specifico settore affrontandolo nel migliore dei modi. Buona lettura.
Insieme a questo mercato cresce naturalmente la richiesta di specifiche professionalità che includano tutta una serie di conoscenze distinte, diversificate ma, alla fine, confluenti in un unico enorme calderone dal quale estrarre il Data Center “perfetto”
ATTUALITÀ Chiara Alessi
Quinta edizione
White Paper di Repower sulla mobilità sostenibile Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, presenta la quinta edizione del White Paper “La mobilità sostenibile e veicoli elettrici”, la pubblicazione che fa il punto sul settore a livello mondiale. Dal documento si evince come nel 2020 siano crollate le immatricolazioni di veicoli, che hanno registrato un -28% (il dato peggiore dagli anni ’70), una contrazione pari a 535.000 vetture, di cui -40,2% diesel -38,7% benzina, -31,1 % GPL, -18,1 % metano. Sale il numero di veicoli elettrici (full electric e plug in hybrid) immatricolati: nel 2020 BEV e PHEV insieme hanno visto 59.900 nuove immatricolazioni contro le 17.065 nel 2019. In termini percentuali, l’aumento complessivo del 2020 per entrambe le categorie è del 250% rispetto all’anno precedente, anche grazie agli incentivi governativi e regionali. Resiste e anzi cresce il settore dell’e-bike: i numeri del 2020 ci dicono che il mercato si attesta già a un +23% nonostante diversi mesi di negozi di bici chiusi in molti Paesi. Inquadra il QR CODE e scarica il white paper
“Salto della specie” è il tema scelto per il 2021 da M’illumino di Meno, la Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili lanciata da Caterpillar e Radio2 nel 2005 e che quest’anno è stata celebrata venerdì 26 marzo. L’obiettivo è tracciare i piccoli e i grandi salti di specie, singoli e collettivi, verso un’evoluzione ecologica consapevole e concreta. È un salto di specie, ad esempio, l’economia circolare nelle aziende, nel riuso e nel riciclo. Anche il consorzio Ecolamp, specializzato nel recupero dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), sostiene il tema dell’iniziativa e sottolinea l’importanza di una corretta raccolta differenziata per contribuire ad un’economia di tipo circolare. “L’economia circolare è senza dubbio un salto di specie, un balzo in avanti verso uno stile di vita e un modo di concepire i processi economici più sostenibile – spiega Fabrizio D’Amico, Direttore Generale del consorzio Ecolamp –. Uno degli anelli fondamentali nella catena della circolarità è la gestione virtuosa dei prodotti giunti alla fine della loro vita utile. In questa fase il comportamento virtuoso dei cittadini e l’impegno della filiera del riciclo contribuiscono in maniera decisiva a “chiudere il cerchio” e far sì che il rifiuto si trasformi in risorsa...”.
Indagine di Assoclima
Climatizzazione 2020, tiene il residenziale
Luca Binaghi, Presidente di Assoclima Costruttori Sistemi di Climatizzazione, ha aperto il webinar organizzato recentemente dall’Associazione nell’ambito di MCE Live+Digital e dedicato alla presentazione dei risultati dell’indagine statistica annuale sul mercato dei componenti per sistemi di climatizzazione. L’indagine statistica di Assoclima prende in considerazione i dati di produzione, importazione, esportazione e mercato Italia di climatizzatori monoblocco, monosplit e multisplit, sistemi VRF, roof top, unità di trattamento aria, gruppi frigoriferi con condensazione ad aria e ad acqua, pompe di calore, unità terminali e aerotermi. L’edizione 2020, alla quale hanno partecipato quarantuno aziende, ha evidenziato un valore del mercato Italia di poco superiore al miliardo e mezzo di Euro, in calo del 7,7% rispetto all’anno precedente, e una diminuzione della produzione nazionale, passata da 762 milioni di Euro nel 2019 a 712,3 nel 2020. Dopo cinque anni di crescita, il 2020 ha quindi visto un generale rallentamento del fatturato Italia, con perdite percentuali più o meno rilevanti in funzione delle tipologie di prodotti e delle taglie di potenza.
l’impiantoelettrico
Ecolamp: i RAEE devono diventare nuove risorse
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Risparmio energetico
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ATTUALITÀ In ambito domestico
Ricarica di veicoli elettrici: sperimentazione ANIE/ARERA Al via i lavori per la sperimentazione di ARERA sulla ricarica dei veicoli elettrici in ambito domestico a cui ha contribuito ANIE Federazione con il Gruppo E-mobility. Il Gruppo E-mobility, all’interno della Federazione, promuove lo sviluppo della mobilità elettrica e sta giocando un ruolo attivo nella sperimentazione di ARERA che consentirà a tutti gli utenti che hanno già installato o installeranno una colonnina di ricarica privata – tra quelle previste a catalogo – di poter usufruire, senza alcun costo, di una maggiore disponibilità di potenza prelevabile nella fascia oraria notturna/festiva per la ricarica dei veicoli elettrici. Sfruttando le potenzialità offerte dai misuratori elettronici installati presso clienti connessi in bassa tensione sarà possibile ricaricare la propria auto elettrica avendo la disponibilità di una potenza di circa 6 kW di notte, di domenica e negli altri giorni festivi senza dover richiedere un aumento di potenza al proprio fornitore di energia elettrica. Tale possibilità in via sperimentale varrà per il periodo dal 1 luglio 2021 al 31 dicembre 2023.
Community collaborativa
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Forum del Futuro Quotidiano 2021 Il Forum del Futuro Quotidiano 2021 entra nel vivo del sistema integrato con l’individuo sempre al centro, per analizzare quali dati sono alla base della trasformazione e quali tipi di tecnologie sono necessarie per rilevarli e analizzarli. “Il futuro quotidiano “pop”, alla portata di tutti - come è stato definito da Paolo Ferrari, AD di Comoli Ferrari promotore del Forum- è un mix di esperienze fisiche e digitali che necessitano di nuovi punti di osservazione, che permettano di costruire intorno all’individuo quel che abbiamo identificato come “canale multiesperienza” su cui operatori pubblici e privati possono inserire i loro servizi.” L’obiettivo dichiarato del progetto nato nel 2019, e che a conclusione della stagione 2020 ha portato all’ideazione del Polo del Well Living, è di costruire una community collaborativa che definisca un modello condiviso per integrare tecnologie e sviluppare soluzioni sostenibili. Il modello ha nella rilevazione e nella analisi dei dati il punto di partenza. “È un impegno importante perché richiede un cambio di mindset – commenta Paolo Ferrari – ma è una opportunità che possiamo cogliere come imprenditori, istituzioni, e soprattutto come paese per sviluppare la capacità di affermarci come player internazionale...”.
Sicurezza informatica
Tavolo di Confronto CEI “Cybersecurity”
Il CEI costituisce un nuovo Tavolo di Confronto tra esperti dedicato al tema della sicurezza informatica. Nel 2021 il CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano ha istituito una nuova modalità di collaborazione tra esperti, che si va ad affiancare a Comitati e SottoComitati Tecnici: il Tavolo di Confronto (TdC). Dopo il primo Tavolo di Confronto dedicato all’E-Mobility (TdC 1 “E-Mobility”), è stato istituito il nuovo TdC 2 “Cybersecurity”, che ha l’obiettivo di facilitare il confronto tra i diversi attori intorno al tema della sicurezza informatica al fine di identificare le diverse necessità in chiave normativa. Lo scopo di qualsiasi strategia di sicurezza informatica è proteggere il maggior numero di risorse possibili e in particolar modo le più importanti. La Cybersecurity costituisce una tematica chiave in un mondo sempre più interconnesso, in cui la trasformazione digitale ha un impatto sulle attività quotidiane di cittadini e imprese. In quanto tematica orizzontale, la normazione relativa alla sicurezza informatica è strutturata a più livelli. Il Comitato Tecnico congiunto ISO/IEC JTC1 ha sviluppato la serie di Norme ISO/IEC 27000 per i sistemi informatici (IT), mentre il Comitato Tecnico IEC 65 (TC 65) ha pubblicato la IEC 62443 per le tecnologie operanti nelle infrastrutture industriali e critiche, inclusi i sistemi e gli impianti di alimentazioni, sistemi di gestione dell’acqua, assistenza sanitaria e sistemi di trasporto. Queste norme orizzontali, note anche come “norme di base”, sono indipendenti dalla tecnologia e possono essere applicate in molte aree tecniche. A queste si aggiungono le norme verticali, che sono progettate per soddisfare esigenze tecniche specifiche, ad esempio nel settore energetico, manifatturiero, sanitario o marittimo.
Nel segno della continuità
Strumenti hi-tech
Comunità energetiche, da ENEA soluzioni e modelli innovativi Promuovere modelli innovativi e replicabili di gestione delle comunità energetiche attraverso strumenti hi-tech, nuove collaborazioni con enti locali e istituzioni sul territorio nazionale e la creazione di un tavolo di confronto sul tema. Questa la proposta elaborata da ENEA per la governance delle comunità energetiche basata su un insieme coordinato di interventi tecnologici, economici e sociali per migliorare la sostenibilità ambientale, la qualità della vita dei cittadini e la coesione sociale. “Nell’ambito della Divisione Smart Energy del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA abbiamo maturato competenze che ci consentono di rendere disponibili alle comunità interessate un insieme di piattaforme urbane di condivisione di dati e di servizi per il monitoraggio di infrastrutture pubbliche ad alto consumo di energia”, evidenzia Stefano Pizzuti, responsabile del Laboratorio Smart Cities and Communities dell’ENEA. “Inoltre siamo in prima linea nel campo dell’Internet of Things, dei Big Data e della Blockchain per migliorare l’efficienza energetica, la competitività, l’accettabilità sociale, la penetrabilità nel mercato e soddisfare al meglio i bisogni di comunità, cittadini, amministrazioni pubbliche e imprese”, aggiunge. Per supportare e favorire lo sviluppo di nuove Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), ENEA ha sviluppato RECON, uno strumento innovativo, di facile utilizzo e disponibile online (https://recon.smartenergycommunity.enea.it/), che consente di effettuare analisi preliminari di tipo energetico, economico e finanziario in ambito residenziale.
Assistal, Carlini confermato presidente per il prossimo biennio
L’Assemblea dei Soci Assistal, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria, riunitasi in videoconferenza ha confermato Angelo Carlini alla Presidenza per il prossimo biennio. “Ringrazio tutti i Soci” – ha dichiarato il Presidente Angelo Carlini – “che hanno rinnovato la fiducia nel mio mandato, di cui sono onorato. L’Assemblea ha compiuto una scelta nel segno della continuità, consapevoli delle sfide che ci attendono in un momento storico molto delicato. Il mio impegno, insieme a quello del Consiglio Direttivo, sarà di proseguire e rafforzare il percorso di rinnovamento intrapreso negli ultimi anni. Con maggiore forza e determinazione porteremo avanti le istanze della base associativa di ASSISTAL con l’obiettivo di consolidare la rappresentanza del settore nelle relazioni istituzionali e nei confronti degli stakeholder.” “Ci ritroviamo ad operare” – ha concluso Carlini – “in un contesto economico e sociale inedito, per le criticità imposte dalla pandemia Covid, ma anche per l’unicità delle opportunità che arriveranno dal Recovery Plan. L’efficacia del Piano richiede una strategia organica e sistemica che passa attraverso l’attuazione di riforme importanti che riguardano la Giustizia, il Lavoro, il Fisco e la Pubblica Amministrazione. Un primo passo significativo e coerente con le prospettive europee sarebbe quello di procedere alla stabilizzazione dell’Ecobonus e del Superbonus perché tali misure, associate alla modalità della cessione del credito e dello sconto in fattura, ci permettono di far ripartire i cantieri rilanciando in modo concreto l’economia italiana, provata dall’emergenza Covid.
Osservatorio FER marzo 2021
approccio nella valutazione dei progetti FER ai fini autorizzativi non si riusciranno a traguardare al 2030 gli obiettivi del PNIEC con i soli impianti di taglia inferiore ad 1 MW, che costituiscono l’85% della potenza dei nuovi impianti entrati in esercizio nel 1° trimestre 2021. Considerando l’attuale capacità FER installata di circa 56,5 GW, con questo ritmo di nuove installazioni occorreranno non meno di 53 anni per traguardare gli obiettivi del PNIEC, senza considerare l’incremento atteso degli obiettivi per il Green New Deal. L’auspicio è che l’avvento del nuovo Ministero della transizione ecologica porti ad un
cambiamento. Dopo il DL Semplificazioni del MISE di settembre 2020, il governo è dovuto intervenire con un nuovo DL Semplificazioni del MITE, pubblicato lo scorso 31 maggio 2021. Seppur quest’ultimo provvedimento legislativo intervenga in modo più organico ed incisivo in materia di FER e Accumuli, si auspica che nella fase di conversione in legge si intervenga per ulteriori semplificazioni e soprattutto per determinare la gestione del transitorio ed ammodernare i parametri della vincolistica allo scopo di dare maggior forza propulsiva alla decarbonizzazione del settore elettrico.
l’impiantoelettrico
Secondo l’Osservatorio FER realizzato da ANIE Rinnovabili, associazione di ANIE Federazione, sulla base dei dati Gaudì di Terna del 1° trimestre 2021 le nuove installazioni di fotovoltaico, eolico, idroelettrico raggiungono complessivamente 181 MW di potenza (+2% rispetto al 1° trimestre 2020) con andamenti diversificati: positivo fotovoltaico (+32%) e negativi per l’idroelettrico (-79%%) ed eolico (-31%). C’è da considerare, però, che il consistente incremento del fotovoltaico è da attribuirsi parzialmente anche agli effetti del lockdown di marzo 2020. I pessimi esiti dell’ultimo bando del GSE evidenziano che senza un radicale cambio di
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Prosegue la crescita del fotovoltaico
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Domenico Trisciuoglio
Il progetto di un
Data Center
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LO SCOPO PRECIPUO DI QUESTO ARTICOLO È DI ILLUSTRARE AL PROGETTISTA LE PROBLEMATICHE, TANTE E COMPLESSE, CHE GLI SI PRESENTERANNO NELL’ACCINGERSI A PROGETTARE UN DATA CENTER E CERCARE DI INDIRIZZARLO ALLA META IN MANIERA SEMPLICE E COERENTE
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Si è già detto tutto sull’importanza dei Data Center, e della loro crescita esponenziale sia in numero che in potenzialità, dovuta alla pandemia che ha costretto tutti a lavorare molto più tempo con il pc e quindi moltiplicando a dismisura i numeri di dati che viaggiano in rete. “I dati saranno il nuovo petrolio” disse Alec Ross, uno dei guru delle moderne tecnologie. Già oggi, specialmente a causa della pandemia, questa sua profezia è diventata realtà. I Data
Center, Centri Elaborazione Dati in italiano, stanno moltiplicandosi in numero ed ampliandosi in dimensioni. Sempre più frequentemente sia i professionisti che le imprese vengono chiamati per progettarne o realizzarne uno. Le aspettative sono tante, il tempo è poco e le normative, oltre che l’esperienza, sono ancora insufficienti. Di seguito illustriamo alcuni criteri che possono risultare utili per una corretta progettazione.
Le apparecchiature di un Data Center
Un Data Center, qualunque siano le sue dimensioni, comprende • i server, ossia i componenti informatici che elaborano e gestiscono un traffico di informazioni e che forniscono qualsiasi servizio ad altri componenti che si chiamano client (clienti) che richiedono questi servizi, attraverso dei computer oppure all’interno di un sistema informatico;
to i componenti elettronici che si trovano nel Data Center. Una volta descritti i componenti principali che compongono un Data Center, vediamo quali sono i criteri fondamentali da seguire per sviluppare un progetto valido ed eseguibile.
gli storage ossia i supporti hardware dove vengono memorizzate le informazioni ed i software destinati a farli funzionare; • i router o instradatori cioè quei dispositivi di rete che nell’ambito della rete informatica si occupano di instradare i dati sotto reti diverse. Tutti questi elementi sono tra loro interconnessi attraverso delle connessioni fisiche sicure e molto spesso ridondanti. È quindi
evidente che nel Data Center debba esistere una alimentazione elettrica che serve ad alimentare tutti i componenti suddetti nonché quegli impianti indispensabili alla fruizione dei locali in cui il CED è realizzato. Ci riferiamo in particolare agli impianti di illuminazione, agli impianti di sicurezza antincendio, agli impianti di antiintrusione e infine, ma non ultimo per importanza, all’impianto di climatizzazione che serve a mantenere alle temperature richieste soprattut-
l’impiantoelettrico
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Un Data Center deve rispondere ad alcuni criteri basilari: deve essere affidabile, scalabile ed efficiente. • L’affidabilità viene demandata, solitamente, alla ridondanza delle apparecchiature, accoppiata alla affidabilità intrinseca di un sistema di alimentazione elettrico di tipo ridondante; • La scalabilità del Data Center che serve a garantire due criteri sostanziali: in primo luogo la possibilità di ampliare le capacità del CED, laddove ve ne fosse bisogno, sia in termini di potenza che in termini di spazi disponibili; in secondo luogo evitare, almeno in fase di prima realizzazione, strutture iper-dimensionate senza una vera necessità, aggravandone inutilmente i costi. • L’efficienza, infine, assume una importanza fondamentale ed è determinata dalla scelta di tutti i componenti del Data Center, risultando chiaro che componenti a maggiore efficienza energetica, garantiscono un risultato totale in linea con le aspettative generali. Questi criteri vanno tenuti in conto quando iniziamo la fase progettuale di un Data Center. L’analisi dei carichi è l’altro fondamentale parametro di cui occorre tenere conto, come in qualsiasi altro tipo di progettazione. Circa questa analisi, si può dire che le tipologie di carichi da tener presenti, sono essenzialmente tre: • Il Carico Critico; • Gli impianti di climatizzazione; • altri carichi generici. Il Carico Critico è costituito da tutte le apparecchiature indispensabili al funzionamento del CED, quali Server, Router, Computer, Storage, Dispositivi di Archiviazione, Apparecchiature di Telecomunicazione, Sistemi di Sicurezza e Monitoraggio. Tutti questi componenti informatici non devono essere valutati soltanto in relazione al-
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I criteri basilari
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE la velocità di funzionamento, elemento fondamentale per la funzionalità “elettronica” del Data Center, ma anche in termini di assorbimento di energia; insieme agli altri carichi presenti nella Sala Ced, essi trasformano parte dell’energia assorbita in calore che va ovviamente dissipato. Pertanto è fondamentale, nella progettazione, scegliere questi macchinari tra i più performanti possibili, ottenendo in questo modo sia una loro maggiore efficienza sia, attraverso la diminuzione di calore generato, un minore impegno per gli impianti di climatizzazione. Per la funzionalità ottimale di un Data Center, si sottolinea l’importanza del sistema di climatizzazione che va valutato nell’insieme dello stesso Carico Critico, ai fini della funzionalità del CED. Vi sono poi altri impianti al servizio del Data Center che possono definirsi come “Carichi Generici” quali ad esempio impianti di illuminazione, di fm ordinaria, di apparati di videosorveglianza, ecc. Sulla scorta delle esperienze maturate fino ad oggi si può affermare che il Carico Critico di un Data Center di medie dimensioni assorbe il 50% della potenza totale, il raffreddamento rappresenta il 30% della potenza totale mentre l’alimentazione dei servizi di illuminazione e di altri impianti accessori può arrivare fino al 20%. L’esatta valutazione del Carico Critico è di fondamentale importanza per il dimensionamento di tutte le componenti elettriche e di climatizzazione nonché per la valutazione dell’efficienza energetica del Data Center.
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L’efficienza energetica del Data Center
Uno dei parametri più significativi di un Data Center è costituito dalla sua Efficienza Energetica, vale a dire quel parametro che indica quanta potenza elettrica viene fornita al Ced e quanta effettivamente viene utilizzata dagli apparati IT (Information Tecnology). A livello internazionale, per valutare l’efficienza energetica di un CED, si è optato per un indice definito PUE (Power Usage Effectiveness) che misura quanto sia efficiente un Data Center nell’utilizzo dell’energia elettrica che lo alimenta. Il suo valore massimo teorico è naturalmente pari a 1, quando cioè tutta l’energia assorbita dal Data Center è utilizzata per il Ca-
rico Critico, situazione difficilmente realizzabile in quanto vi sono anche altri carichi da tenere in conto. A oggi le valutazioni sui Data Center, effettuate dalla Uptime Institute, dicono che un Data Center tipico ha un valore di PUE pari a 2,5 e ciò significa che per ogni 2,5 W in ingresso solo un Watt viene erogato al carico critico; sempre Uptime Institute stima che la maggior parte delle strutture potrebbe raggiungere un valore di 1,6 attraverso una migliore progettazione e l’utilizzo di attrezzature e tecnologie più efficienti. È chiaro quindi che il valore del PUE diventa un elemento fondamentale nella valutazione sia della progettazione che della successiva realizzazione di un centro elaborazione dati. Ecco perché la scelta dei componenti e delle apparecchiature ai fini del consumo energetico è estremamente importante. Sotto questo aspetto è fondamentale da parte del progettista valutare l’analisi dei costi del ciclo di vita delle singole apparecchiature. Potrebbe verificarsi infatti, che si opti inizial-
mente per apparecchiature meno costose per contenere i costi di investimento iniziali, scoprendo poi che i costi generati da tali apparecchiature nel corso della loro vita utile risultano maggiori rispetto allo stesso costo iniziale. Va pertanto valutato questo parametro se cioè convenga dotare il CED di apparecchiature di minore costo iniziale ma di costi di vita decisamente maggiori o viceversa investire inizialmente di più per recuperare in minor tempo tali costi grazie all’efficienza energetica delle singole apparecchiature. Altre apparecchiature di cui vanno valutate l’efficienza funzionale ed energetica sono gli UPS, uno degli elementi più importanti di un CED. Esistono infatti sia UPS statici sia UPS dinamici o rotanti. Gli UPS statici, quindi dotati di batterie, possono funzionare con modalità diverse: quando il segnale in arrivo e abbastanza puro, l’UPS esclude automaticamente il passaggio sia nel raddrizzatore che nell’inverter e funziona in via diretta. In questa circostanza, si hanno bassissime perdite e quindi elevatissimo rendimento.
La ridondanza totale
È chiaro che tutti i dispositivi IP cioè costituenti il carico critico devono poter funzionare senza soluzione di continuità e, soprattutto, che questa continuità venga garanti-
Oltre alla ridondanza elettrica è necessario valutare anche la ridondanza meccanica, intesa come impianti di climatizzazione. Infatti, un Data Center riesce a funzio-
Indipendenza delle linee
Sempre in relazione alla richiesta “ridondanza” degli impianti elettrici e meccanici, essa si ottiene non solo con la duplicazione delle apparecchiature ma anche delle linee, elettriche o meccaniche, le quali devono essere inoltre assolutamente “indipendenti” l’una dall’altra. Per indipendenza si intende la caratteristica di queste linee di non essere mutuamente interferenti. Supponiamo di avere una linea elettrica che congiunge due quadri A e B. Per effetto della “ridondanza” avremo due quadri A1 e B1 esattamente uguali ai primi, connessi da una linea elettrica denominata A1-B1. Ebbene, i due quadri e, ancor più le due linee devono essere distanti tra loro e, nel caso delle linee in cavo, le stesse devono essere posate in canaline assolutamente distanti tra loro o, in alternativa, compartimentate tra loro. Il concetto generale è quello che, se accade qualcosa ad uno dei quadri A-B o alla loro linea elettrica di connessione, questo problema non possa influenzare in alcun modo il corretto funzionamento tra il quadro A1 e B1, nonché della linea di connessione A1-B1.
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La continuità di servizio
nare bene se la temperatura e l’umidità al proprio interno rimangono costanti ed entro i range previsti per le apparecchiature in esso ubicate. Nel momento in cui avviene un guasto nell’impianto di climatizzazione, tale da pregiudicarne il funzionamento, in breve il CED potrebbe andare in sofferenza e gli apparati bloccarsi. In questo caso, si comprende come gli impianti di climatizzazione debbano essere sempre in grado di funzionare garantendo i parametri richiesti di temperatura ed umidità. Ne consegue che, oltre a dover sempre garantire l’alimentazione elettrica, è indispensabile che, in caso di guasto di un componente, il sistema sia in grado di sopperire attraverso un impianto separato dal primo e perfettamente coincidente. Quindi occorrerà creare un sistema di climatizzazione base ed un secondo, perfettamente simile, di soccorso in caso di mancanza del primo. Si comprende dunque che oltre alla ridondanza dell’alimentazione elettrica, è richiesta anche la ridondanza dell’impianto meccanico.
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Se, al contrario, l’alimentazione non è così pulita, l’UPS statico preferirà lavorare attraverso il raddrizzatore e l’inverter situazione nella quale si avrà sicuramente la massima protezione del carico ma altrettanto certamente una minore efficienza energetica. Una soluzione totalmente differente, può essere invece l’utilizzo di gruppi rotanti i quali fanno a meno delle batterie garantendo la continuità di alimentazione per circa 10/15 secondi fino a quando partono i gruppi elettrogeni che garantiscono la copertura del carico. In questi casi gli UPS dinamici hanno rendimenti elevatissimi intorno al 96-97%; quindi è chiaro che il progettista anche per quanto riguarda la scelta dei sistemi di alimentazione di continuità assoluta debba fare una riflessione su questi due tipi di apparecchiature.
ta ai livelli massimi ed in qualsiasi circostanza normalmente prevedibile. Questo aspetto introduce un altro parametro fondamentale nella valutazione di un Data Center sia come progettazione che come successiva esecuzione vale a dire la garanzia di continuità assoluta della energia elettrica che alimenta i carichi IT. Il primo “livello” di protezione a questi fini è l’utilizzo di sorgenti alternative alla rete principale e quindi, oltre ad avere una alimentazione “ordinaria” proveniente dal distributore locale vanno previsti gruppi di continuità e gruppi elettrogeni. Questa è certamente una soluzione necessaria ma non sufficiente; potrebbe infatti accadere che nonostante la presenza di gruppi di continuità o di gruppi elettrogeni, in caso di necessità, qualcuno di questi elementi possa non funzionare o non funzionare correttamente, lasciando il CED senza alimentazione per periodi più o meno lunghi. Per garantire, anche in questo caso, la continuità di alimentazione al carico critico, entra in gioco il concetto di ridondanza; questo concetto si estrinseca nel poter disporre di due strade per il trasporto dell’energia, completamente indipendenti tra di loro, sia come componentistica sia come percorsi delle connessioni, che dovranno essere posate in maniera da restare totalmente separate e indipendenti l’una dall’altra. Laddove al Carico Critico venisse a mancare l’alimentazione anche per un solo componente di una catena di alimentazione, si deve fare in modo che intervenga immediatamente un’altra catena di alimentazione, esattamente uguale alla prima. Questo significa avere una ridondanza totale di tutta la rete elettrica di alimentazione che garantisca quindi in qualunque circostanza l’alimentazione al Carico Critico. Oltre a questo concetto che si presenta come “onnicomprensivo” circa la possibilità di ridondare i sistemi, occorre tener presente alcuni aspetti pratici e concreti, che si illustrano di seguito.
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Lo stesso concetto vige per gli impianti meccanici, con le relative tubazioni. Va dunque da sé che, al di là dei criteri principali dettati dalle norme di sicurezza vigenti, il progettista dovrà dettagliare tutti i percorsi di tutte le linee citate, cercando quelli che possano risultare indipendenti dalle omologhe e assolutamente non interferenti con nessuna altra. In poche parole, un guasto, un errore umano, un intervento intempestivo, qualunque ulteriore evento, non deve mai essere tale da interrompere il regolare funzionamento del Ced, qualunque siano le condizioni al contorno.
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Lo Standard di riferimento per i Data Center
Tutti i principi ricordati nell’articolo, sono solo una breve sintesi di documenti ufficiali che dettano gli standard qualitativi per i Data Center. In relazione alle tipologie di circuiti adottati, del tipo di catena impiantistica a monte del carico critico IT, dei livelli di ridondanza previsti e di tanti altri fattori di dettaglio, i Data Center vengono “classificati” per categorie ciascuna delle quali codifica il livello prestazionale di disponibilità e di affidabilità raggiunto da quello specifico Data Center. Quando si parla di “sicurezza informatica” si parla di tutti i componenti che consentono l’erogazione dei servizi al Data Center: va da sé che per disponibilità deve intendersi non solo la qualità dei server, dei sistemi operativi e delle altre componenti elettroniche del Data Center, ma anche le cosiddette “infrastrutture di base” che consentono al Data Center di funzionare senza problemi. Per fare un po’ di chiarezza su questo aspetto, ancora oggi estremamente dibattuto e controverso, precisiamo che, quando si parla degli “standard” internazionali che qualificano i Data Center si intende un metodo riconosciuto, o localmente o globalmente, di realizzare qualcosa, ad esempio fornire un servizio o produrre un oggetto. Gli “standard” per essere definiti e riconosciuti, dovrebbero avere la caratteristica di essere “pubblici”. Al contrario, il più conosciuto e diffuso, an-
che perché nato per primo, è lo “Standard Tier Topology” di Uptime Institute, nato nel 1993 per iniziativa privatistica, come consorzio di società ed impegnato nello sviluppo di corsi e consulenze relative ai Data Center. Esso manca della caratteristica di essere “pubblico” essendo invece di tipo privatistico. Tuttavia per tradizione e per valenza, è riconosciuto in tutto il mondo ed è, ad oggi, l’organizzazione che effettua attività di certificazione. In particolare Uptime Institute rilascia sia una certificazione sul progetto (Design Certification), sia una certificazione finale sul “come realizzato”, definita Facility Certification. In base a questo standard, i Data Center vengono classificati su 4 livelli (Tiers) prestazionali classificati con numeri romani da 1 a 4 (TIER I, II, III, IV). Un secondo standard per i Data Center è la cosiddetta TIA, che ha presentato nel 2005 la norma ANSI/TIA-942 denominata “Telecommunications Infrastructure Standard for Data Center”. Essa nasce come norma per certificare il cablaggio strutturato e le infrastrutture di telecomunicazione più che le infrastrutture meccaniche ed elettriche. Nel tempo essa ha iniziato a far riferimento anche a queste, attraverso l’allegato F ed altri che tuttavia, come specificato, non sono da ritenersi come “standard”. Anche per TIA i livelli di certificabilità sono 4 indicati come Rating 1, 2, 3, 4 con caratteristiche analogamente crescenti da 1 a 4. Ulteriori standard sono nati nel tempo anche in Europa, in particolare EN 50600 ed ISO 22237. Il termine “EN” identifica le norme elaborate dal CEN (Comité Européen de Normalisation) che è l’ente di normazione europea: tutti i paesi membri devono quindi recepire le normative europee ed applicarle. Tali norme quindi diventano, per i paesi europei, cogenti, anche se non c’è ancora una linea di accreditamento consolidata ma documenti che forniscono le linee guida per la realizzazione di Data Center. In particolare la EN 50600 e la ISO 22237 classificano i Data Center con tre parametri e precisamente la disponibilità, la sicurezza e l’efficientamento energetico.
Disponibilità Si intende riferita agli impianti meccanici ed elettrici e definisce 4 classi denominate “Availability Class” che vanno da 1 a 4 dove la Class 1 è la base e la classe 4 qualifica i Data Center con caratteristiche di “fault tolerance”. Sicurezza Fa riferimento alla sicurezza fisica (accesso, intrusione, protezione su eventi esterni, protezione su eventi interni) e dà una classificazione in 4 zone, da zona 1, la meno sicura, a zona 4 con la massima sicurezza. Questi livelli sono completamente indipendenti rispetto ai precedenti di “Disponibilità”. Efficientamento energetico I Data Center, per questa voce, vengono classificati in 3 livelli di cui il “Level 1” rappresenta il meno efficiente ed il Level 3” il più efficiente. L’impostazione di base dei due Standard Europei, segue una metodologia consolidata in Europa e che, al di là delle differenze tra i vari standard, deve essere la guida per chiunque si accinga a progettare e a realizzare un Data Center: esse presuppongono infatti in partenza l’analisi dei rischi. Indipendentemente da ciò che è scritto in tutti i documenti dei vari standard internazionali, il progettista di un Data Center deve effettuare una analisi dei rischi in relazione al contenuto e alla funzionalità del Data Center. Quindi dovrà definire: • la classe di “disponibilità” in base ai risultati dell’analisi dei rischi; • il livello di “sicurezza” in base ai risultati dell’analisi dei rischi; • il livello di efficienza energetica, in relazione a tutte le componenti che la determinano. Anche se oggi le due certificazioni Uptime Institute e TIA-942 sono quelle più consolidate, i due standard europei sono ormai maturi per diventare un notevole punto di riferimento con dei plus, rispetto alle altre, relativi all’efficientamento energetico e all’analisi dei rischi che consente di valutare ogni tipo di rischio esterno e interno e prendere le conseguenti misure precauzionali.
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Damiano Quinci
I livelli dell’infrastruttura elettrica in un
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Centro Elaborazione Dati L’ ARTICOLO DESCRIVE I LIVELLI DELL’IMPIANTO ELETTRICO NELLA PROGETTAZIONE E NELL’ESERCIZIO DEI CED SECONDO LO STANDARD DI RIFERIMENTO CHE È LA NORMA AMERICANA ANSI/TIA 942-A
I
Il primo record di archiviazione elettronica dei dati nel cloud, risale agli anni ‘60 negli Stati Uniti, quando il governo americano fece un’audace proposta ai suoi cittadini, con lo scopo di archiviare dati relativi a impronte digitali, documenti fiscali, documenti scolastici, informazioni sui casellari giudiziari e altre informazioni importanti. Queste informazioni potevano essere facilmente recuperate dalle autorità quando necessario, e venivano conservate su nastri magnetici come in un database
elettronico. Apparvero così i Centri di elaborazioni dati (CED) detti Data Center in inglese. Da quel momento fino a oggi, l’idea di base non è molto cambiata; l’archiviazione nei CED consente sia ai funzionari governativi che alle aziende o agli utenti ordinari di accedere ai dati archiviati in questi luoghi. Con il progresso della tecnologia dell’informazione e della comunicazione digitale, un server di rete oggi è indispensabile in qualsiasi ambito, sia esso statale, aziendale, bancario o persona-
I metodi di comunicazione tradizionali (posta, telefax, telefono analogico) stanno scomparendo e vengono via via sostituiti da servizi online come e-mail e VoIP. È opportuno che tutta la tecnologia disponibile provenga da computer, o più in particolare, computer server. Lo spazio fisico in cui si trova l’infrastruttura informatica è chiamato Data Center, o CED, ed è un luogo o edificio con caratteristiche specifiche che fornisce le condizioni di sicurezza e ambientali necessarie affinché possa operare 24 ore su 24, 365 giorni all’anno con un’affidabilità e una disponibilità del (o quasi) 100%. I data center sono costruzioni complesse e costose, i loro componenti devono essere progettati in modo equilibrato, consentendo, quindi, l’elaborazione e l’archiviazione di informazioni importanti per l’azienda “ospitata”. In questa configurazione di equilibrio la climatizzazione interna e l’alimentazione elettrica sono considerati sistemi critici, perché oltre a essere cruciali, sono quelli che più consumano energia nel loro insieme; inoltre sono di fondamentale importanza, in quanto archiviano dati provenienti da diversi settori dell’economia: energia, illuminazione, telecomunicazioni, Internet, trasporti, traffico urbano, banche, sistemi di sicurezza, sanità pubblica. Dal punto di vista della sicurezza, in genere, questi ambienti sono monitorati 24 ore su 24 e hanno sistemi di accesso controllati tramite biometria. La costruzione dei data center è complessa, in quanto occorre tenere conto dell’ambiente, rispettare standard internazionali che non sempre possono essere rispettati in tutti i Paesi e, soprattutto, devono seguire la classificazione in livello (TIER) definita dalla società americana Uptime Institute.
La struttura dei data center
Il data center è un insieme integrato di componenti di alta tecnologia che consentono la fornitura di servizi di infrastruttura di tecnologia dell’informazione a valore aggiunto. I data center sono noti come ambienti critici, responsabili dell’ar-
chiviazione di varie strutture e apparecchiature, destinati all’elaborazione, all’archiviazione e alla protezione di informazioni vitali per la sequenza aziendale e, di conseguenza, per la continuità delle operazioni di un’organizzazione. Dalla diffusione di internet, all’inizio degli anni 2000, i sistemi (IT), di tecnologia dell’informazione e dei data center hanno assunto un ruolo sempre più importante nelle attività delle aziende. D’altra parte, i servizi IT continueranno a crescere senza precedenti e saranno sempre più allineati con il business.
Le categorie dei data center
Tra le caratteristiche dei data center, possiamo citare due categorie principali, i data center aziendali (EDC) e il data center Internet (IDC). I data center che hanno caratteristiche EDC sono gestiti da società private, istituzioni o enti governativi al fine di memorizzare i dati elaborati internamente e le applicazioni che servono i loro utenti su Internet. Questo modello di data center è il più comune. La categoria IDC appartiene generalmente a fornitori di telecomunicazioni, operatori di reti telefoniche commerciali o altri tipi di fornitori di servizi di telecomunicazioni. Il fulcro di questo modello è la comunicazione con Internet, ovvero la fornitura di vari tipi di servizi di connessione, archiviazione ed elaborazione.
La classificazione elettrica dei centri di elaborazione dati
L’infrastruttura elettrica di un CED deve essere altamente affidabile e disponibile. Maggiore è la qualità e il livello di ridondanza di questo sistema, minore è la sua vulnerabilità ai guasti. Il progettista deve fornire spazi per contenere tutte le apparecchiature elettriche. Anche le partenze elettriche devono avere i loro spazi pianificati per essere allocati nella più breve distanza possibile dai quadri elettrici (QE), tutto questo per ridurre la quantità di cavi elettrici, il costo e la quantità di calore. In situazioni in cui vi è la possibilità di fornire energia elettrica da diverse alimentazioni,
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L’importanza dei data center
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le. Senza dischi rigidi o dischi flash collegati in cloud, è impossibile gestire e archiviare i dati e continuare a fidarsi dell’archiviazione sui computer locali. I data center hanno la missione di risolvere questo problema, garantendo la fiducia necessaria per questo tipo di servizio. L’infrastruttura fisica per l’archiviazione dovrebbe consentire agli utenti di essere in grado di cercare i dati archiviati in qualsiasi parte del mondo quando lo richiedono alla velocità della rete disponibile. Affinché ci sia fiducia nel servizio di Information Technology (IT), la parte cruciale e critica è il sistema elettrico, quindi deve essere garantita un’elevata disponibilità. Perché ciò sia possibile, è necessaria l’implementazione di diversi standard, quali: quadri di distribuzione, configurazione degli impianti elettrici, coordinamento e selettività e altri fattori legati all’affidabilità del sistema. Con la crescita di questi servizi, c’è un aumento del numero di data center costruiti, quindi un conseguente innalzamento del consumo energetico. I data center consumano fino al 3% della produzione mondiale di energia elettrica e nei prossimi anni si prevede un aumento del doppio ogni 5 anni, con un consumo che potrebbe raggiungere l’8% dell’energia elettrica prodotta nel mondo. Per garantire una disponibilità il più vicino possibile al 100%, ai componenti della distribuzione convenzionale vengono aggiunti gruppi elettrogeni diesel, sistemi UPS, batterie, commutatori di trasferimento, stabilizzatori, trasformatori e unità di distribuzione dell’alimentazione. I data center possono essere considerati affidabili, purché costruiti con caratteristiche che soddisfano il criterio della continuità dell’energia elettrica. I livelli dell’impianto elettrico nella progettazione e nell’esercizio dei CED sono definiti dalla norma americana ANSI/TIA 942A. Nel documento 942, la Telecommunication Industry Association, propone una classificazione dei CED su 4 livelli, in funzione delle specifiche necessità di impiego e disponibilità. In particolare saranno evidenziati i livelli di ridondanza elettrica.
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Fig.1 Schema base di fornitura di energia elettrica per un CED di livello I Alimentazione in Media Tensione
Quadro generale
Alimentazione in Media Tensione
Gruppo elettrogeno
Trasformatore
Quadro generale
Quadro utenze privilegiate
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Gruppo elettrogeno
Gruppo elettrogeno
Trasformatore
Quadro di scambio
Quadro CDZ
Fig. 2 Schema base di fornitura di energia elettrica per un CED di livello II
Quadro di scambio
Quadro di scambio
Quadro utenze privilegiate
UPS
Quadro CDZ
UPS
Quadro UPS
Quadro UPS
Quadro CED
Quadro CED
è inoltre necessario che vi siano due vie di alimentazioni per percorsi ridondanti ed è comunque consigliabile che il distributore principale sia vicino all’ingresso principale del data center. Di seguito vengono presentate alcune di queste apparecchiature che compongono l’impianto elettrico: a) ingresso dell’impianto elettrico; b) sottostazione; c) quadri elettrici; d) gruppo elettrogeno; e) sistemi UPS; f) batterie tra gli altri componenti. È facile capire che, dopo l’installazione,
è molto più difficile e costoso incorporare miglioramenti in un circuito. Il progettista, in fase di progettazione, dovrà studiare il modo migliore affinché la progettazione della distribuzione dell’impianto elettrico sia efficiente e restituisca benefici per l’installazione dell’alimentazione nei data center. I CED sono classificati in 4 tipi di topologie, che vanno da I a IV in base alla loro affidabilità, ridondanza e disponibilità, che rappresenta una classificazione per quanto riguarda i loro possibili guasti o resilienza della rete; in altre parole indica
UPS
quanto sono preparati ad affrontare i guasti dei loro elementi chiave e quanto sono solide le loro infrastrutture. Il sistema è estremamente importante perché costituisce un riconoscimento di qualità in tutto il mondo. Questo sistema è di natura progressiva, poiché ogni livello include i requisiti del livello precedente. La classificazione è suddivisa in quattro livelli, in cui vengono descritte le caratteristiche di base per l’assegnazione di ciascun livello. Questo sistema non impone requisiti funzionali, si riferisce ai requisiti minimi richiesti per appartenere a un certo livel-
Fig. 3 Schema base di fornitura di energia elettrica per un CED di livello IV Alimentazione in Media Tensione
Alimentazione in Media Tensione Gruppo elettrogeno
Gruppo elettrogeno
Quadro di scambio
Quadro generale
Quadro di scambio
Quadro utenze privilegiate
UPS
Quadro di scambio
Gruppo elettrogeno
Quadro di scambio
Quadro utenze privilegiate
UPS
Quadro CDZ
Quadro CDZ
UPS
Quadro UPS
Quadro UPS
Quadro CED
Quadro CED
lo. Tuttavia, è necessario tenere presente che un CED deve disporre di un sistema di protezione antincendio e di un sistema di controllo degli accessi molto sicuro indipendentemente dal suo livello. Questi due requisiti sono di grande importanza perché oltre alla necessità di proteggere apparecchiature di alto valore, è obbligatorio garantire la protezione dei dati che possono essere unici e /o riservati.
Livello di ridondanza elettrica TIER I
Un’installazione di livello 1 fornisce il livello minimo di distribuzione dell’alimen-
tazione per soddisfare i requisiti di carico elettrico, con ridondanza minima o nulla. Gli impianti elettrici hanno un solo percorso, quindi quando c’è un guasto o è necessaria una manutenzione, che provocherà un’interruzione parziale o totale delle operazioni. Per ottenere la capacità di alimentazione, i generatori possono essere installati come unità singole o in parallelo, ma non è richiesta la ridondanza. Per rilevare la perdita di energia normale, è possibile utilizzare una o più quadri di trasferimento automatico e quindi poter trasferire il carico al generatore, ma
UPS
non è obbligatorio. Il gruppo di continuità UPS può essere installato come unità singola o in parallelo per aumentare la capacità, è richiesta la compatibilità tra il sistema del generatore e l’UPS; quest’ultimo deve avere una funzione di bypass per consentire il funzionamento continuo durante la manutenzione del sistema UPS. Trasformatori di separazione sono accettabili per la distribuzione dell’alimentazione ai carichi elettronici critici in questi tipi data center; inoltre devono essere progettati per gestire carichi non lineari. L’apparecchiatura di condizionamento dell’a-
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Quadro generale
Gruppo elettrogeno
Trasformatore
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Trasformatore
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE ria verrà collegata prima dell’UPS come mostrato nella figura 1. Il guasto di qualsiasi componente (UPS, linea di distribuzione o apparecchiatura di condizionamento d’aria) influirà sul servizio del CED. Se è necessario eseguire un lavoro programmato sulla scheda di uscita dell’UPS, o sul quadro di distribuzione, o sull’aria condizionata, sarà necessario coordinare preventivamente un’interruzione delle apparecchiature del centro di elaborazione dati poiché queste saranno interessate (esso andrà fuori servizio dopo circa 1 ora a causa della temperatura elevata, se il condizionatore d’aria non funziona). Il sistema è anche suscettibile a guasti imprevisti (esempio: mancata accensione del gruppo elettrogeno GE in caso di interruzione di rete, guasto di un interruttore automatico nel QED, ecc.) dato che vi sono diversi semplici punti di guasto, e il monitoraggio degli impianti elettrici e meccanici sono opzionali.
re fornito un pulsante di arresto di emergenza. Nello schema di figura 2 si osserva che il guasto di una qualsiasi linea di distribuzione elettrica influirà sul servizio del data center. Se è necessario eseguire un lavoro programmato sul quadro di uscita dell’UPS, sarà necessario disalimentare l’apparecchiatura CED, sebbene possa essere fatto sul quadro generale (accendendo il gruppo elettrogeno). Il sistema è anche suscettibile di guasti imprevisti, sebbene meno di un livello I, poiché ci sono ancora diversi semplici punti di guasto. Sono leggermente meno suscettibili alle interruzioni rispetto al Livello I da attività pianificate e non pianificate, la progettazione di UPS e generatori richiede una ridondanza N + 1, ma hanno un unico percorso di distribuzione, il mantenimento di percorsi di alimentazione critici e altre parti dell’infrastruttura richiederanno un processo di chiusura.
Livello TIER II
Gli impianti di livello III devono soddisfare tutti i requisiti di livello II; inoltre devono soddisfare i requisiti aggiuntivi specificati di seguito: devono avere almeno una ridondanza N + 1 nel percorso elettrico del il sistema compreso il generatore e i sistemi UPS, il sistema di distribuzione e tutte le alimentazioni di distribuzione. Questo livello di ridondanza può essere ottenuto fornendo due fonti di alimentazione a ciascuna unità di condizionamento dell’aria oppure suddividendo l’apparecchiatura di condizionamento tra più fonti di alimentazione. Le alimentazioni e i quadri di distribuzione sono a due vie, quindi il guasto o la manutenzione di un cavo o di un pannello non causerà l’interruzione delle operazioni. È necessario fornire una ridondanza sufficiente per consentire l’isolamento di qualsiasi apparecchiatura meccanica o elettrica, come richiesto per la manutenzione essenziale senza influenzare i servizi forniti con il raffreddamento. Utilizzando una configurazione ridondante distribuita, i singoli punti di guasto vengono virtualmente eliminati. Devono essere forniti almeno due alimentazioni pubbliche per servire il data center in
Le installazioni di livello II devono soddisfare chiaramente tutti i requisiti del livello 1. Inoltre, le installazioni di livello II devono soddisfare i requisiti aggiuntivi specificati di seguito. È necessario un sistema generatore dimensionato per gestire tutti i carichi del CED, sebbene non siano necessari gruppi elettrogeni ridondanti o linee di distribuzione ridondanti. I quadri elettrici di distribuzione devono essere utilizzate per distribuire l’alimentazione ai carichi elettronici critici. Dovrebbero essere fornite due quadri elettrici ridondanti, ciascuno alimentata preferibilmente da un sistema UPS separato, per alimentare ogni quadro rack delle apparecchiature informatiche. Nella figura 2 è mostrata un’installazione elettrica di livello II. È caratterizzata da una ridondanza a livello dei principali componenti di rincalzo dell’alimentazione (UPS e GE) e nel sistema di condizionamento, ma la distribuzione dell’alimentazione non è ridondante (percorso singolo). Il sistema di messa a terra dell’edificio deve essere progettato e testato per fornire una resistenza molto bassa e deve esse-
Livello TIER III
media o alta tensione (superiore a 400 V). La configurazione dell’alimentazione deve essere primaria selettiva, utilizzando quadri di trasferimento automatico, e si possono utilizzare sottostazioni o trasformatori di distribuzione a secco. I trasformatori devono essere configurati per la ridondanza N + 1 o 2N e devono essere dimensionati in base ai valori nominali esterni. È necessario utilizzare un sistema generatore in standby per fornire alimentazione al gruppo di continuità UPS e al sistema meccanico. La partita di carburante deve essere dimensionata per fornire un minimo di 72 ore di funzionamento del generatore che alimenta l’intero carico. Devono essere previste quadri di trasferimento automatico in modo che quando rilevano la perdita di potenza normale avviano l’avvio del generatore e il carico passi al sistema del generatore. I serbatoi e le tubazioni del carburante devono essere ridondanti e isolati per garantire che la contaminazione o il guasto del sistema di alimentazione meccanico non influisca sull’intero sistema di generazione. È necessario fornire un sistema di messa a terra per il data center del data center. Gli scaricatori di sovratensioni transitorie devono essere installati a tutti i livelli del sistema di distribuzione dell’alimentazione che servono carichi elettronici critici. Normalmente è progettato con la possibilità di diventare di Livello IV quando le operazioni del cliente lo richiedono. Nella figura 3 è mostrata un impianto elettrico di livello 3. Ha ridondanza N + 1 in componenti di backup di alimentazione, trasformatori di sottostazioni e percorsi di distribuzione dell’alimentazione multipli. In generale, solo uno dei percorsi sarà attivo, l’altro sarà un backup. La ridondanza dovrebbe consentire di eseguire qualsiasi lavoro di manutenzione senza influire sulle apparecchiature critiche. Tutte le apparecchiature del centro di elaborazione devono ammettere un doppio ingresso di alimentazione e quelle che non lo ammettono devono essere alimentate tramite un quadro di scambio statico a 2 ingressi e 1 uscita.
Gli impianti di livello IV devono soddisfare tutti i requisiti di livello III. Gli impianti di livello IV devono essere progettate in una configurazione “2 (N + 1)” in tutti i moduli, sistemi e percorsi. Tutte le alimentazioni e le apparecchiature devono essere in grado di fornire manutenzione manuale o bypass di guasto. Qualsiasi guasto trasferirà automaticamente l’alimentazione, per il carico di sistema critico guasto, al sistema alternativo senza interruzione di corrente ai carichi elettronici critici. E deve fornire un sistema di monitoraggio della batteria in grado di monitorare e determinare individualmente l’impedenza o resistenza di ogni cella e la temperatura di ogni pacco batterie e dare allarmi in caso di imminente guasto di esse. L’edificio deve avere almeno due alimentazioni pubbliche da diverse sottostazioni pubbliche per la ridondanza ed entrambe le alimentazioni devono essere attive tutto il tempo. Nella figura 4 è mostrata un’installazione elettrica di livello IV. Ha una ridondanza 2x (N + 1) nei componenti dell’alimentazione di ripristino e più percorsi di distribuzione dell’alimentazione attiva. Detti cavi di alimentazione devono essere installati in canaline diverse in luoghi separati, al fine di evitare incidenti che possono influenzare i due percorsi di distribuzione dell’alimentazione. Come nel livello precedente, la ridondanza deve consentire di eseguire qualsiasi lavoro di manutenzione senza influire sulle apparecchiature critiche. Tutte le apparecchiature del CED devono ammettere il doppio ingresso di potenza e quelle che non lo ammettono
• Il progetto del Data Center deve rispettare una disponibilità del 99,98% in ciascuno dei suoi sottosistemi secondo i parametri richiesti dallo standard normativo e fornire così sicurezza all’utente della disponibilità dei suoi servizi. • Il Data Center deve considerare le ridondanze necessarie per avere una progettazione e implementazione alla tolleranza di guasto con ridondanze interne a livello di percorsi e attrezzature. • La base fondamentale del sistema di condizionamento è che gestisce i parametri di temperatura e umidità all’interno del Data Center. • L’impianto elettrico così come il sistema di condizionamento devono essere correlati dalla capacità delle apparecchiature da installare, dipende dal numero di apparecchiature e dal consumo di ciascuna di esse per determinare la potenza e la capacità frigorifera necessarie per il Data Center. • Si raccomanda inoltre, dopo aver installato completamente l’impianto elettrico, di eseguire prove di continuità elettrica, misura di correnti in diversi punti dell’impianto, prove per l’adeguata attivazione dei banchi batterie di una scansione termica di connessioni, schede e apparecchiature. Occorre inoltre stabilire una routine di revisione annuale per convalidare la validità dei risultati ottenuti. • Effettuare le opportune regolazioni al sistema di climatizzazione prima di installare l’apparecchiatura informatiche e verificare le condizioni di temperatura e umidità relativa nell’ambiente e sotto il Pavimento Tecnico. Apparecchiature per aria condizionata Devono mantenere una variazione massima di 2ºC di temperatura e del 5% di umidità relativa. • Conoscere a fondo il sistema di sicurezza, il corretto utilizzo e le funzioni che svolge. Devono essere programmati i corsi di formazione e aggiornamento delle conoscenze almeno ogni anno, occupandosi principalmente di situazioni di emergenza, in modo tale che prima di ogni incidente agiscano con precisione e rapidità. • Se in futuro è necessario installare nuove tubazioni per le comunicazioni, non devono ostacolare il flusso di aria di precisione per il raffreddamento delle apparecchiature dati. • Eseguire test delle prestazioni al 100% del cablaggio bilanciato al termine della sua installazione (da parte di un team di test qualificato), nonché test di perdita di inserzione, lunghezza e polarità dei cavi con collegamenti in fibra ottica. • Una volta completate le strutture di Comunicazione, occorre documentare in formato cartaceo e digitale: schemi di disposizione dei pannelli, delle apparecchiature e degli accessori negli armadi; percorsi e condotti di cablaggio; disegni di disposizione dei cavi e condotti sotto il pavimento sopraelevato e sopra il soffitto; identificazione di cavi, pannelli e conduttori.
devono essere alimentate tramite un quadro di scambio di trasferimento statico con 2 ingressi e 1 uscita. Lo standard richiede che un guasto imprevisto in qualsiasi parte dell’impianto elettrico non influisca sul servizio alle apparecchiature critiche. Molte delle cose che dovrebbero essere considerate a questo livello coincidono con il livello precedente, e all’interno di quelle di questo livello, una di queste è che l’ingresso dell’alimentazione deve essere diversa per ogni trasformatore oltre
che esclusiva. Ciò significa che se avremo la nostra sottostazione con i due trasformatori, dovremo avere due contratti di fornitura per la posa di 2 linee MT esclusive da diverse stazioni di trasformazione. Fornisce la sicurezza di nessuna interruzione nei carichi critici durante le attività pianificate o meno. Mantiene la ridondanza anche durante i lavori di manutenzione su una delle alimentazioni. L’unico modo per avere una interruzione è attivare il pulsante di arresto di emergenza.
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Livello TIER IV (infrastruttura tollerante ai guasti)
LE BUONE PRASSI IN SINTESI
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Tra le tante cose che devono essere considerate a questo livello, alcune sono: doppia batteria di avviamento con caricatori singoli in gruppi di generatori, autonomia carburante 72h per essi, sistemi di controllo per apparecchiature di refrigerazione alimentate da UPS, doppia batteria di batterie per UPS, doppia alimentazione (anche se è ammesso che sia una sola se proviene da un sistema ad anello di media tensione).
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AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Enrico Novi
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SI AVVICINA IL TERZO DATA CENTER INNOVATION DAY ORGANIZZATO DAL GRUPPO TECNICHE NUOVE. IL CONVEGNO VIRTUALE GRATUITO SI TERRÀ MERCOLEDÌ 23 GIUGNO 2021 ALLE 14:30 Continuità elettrica, cooling, gestione dati e sicurezza nei data center: il regno dei dati, delle applicazioni e delle infrastrutture di connessione che fanno girare l’economia. Come vengono gestite le operazioni IT cruciali per l’efficienza, la conservazione e il backup dei dati, le strutture di alimentazione, le connessioni, i controlli ambientali, i sistemi di raffrescamento e antincendio, i dispositivi di sicurezza, i sistemi di gestione energetica. 5G, container, edge, intelligenza artificiale: dentro i data center ci sono tutte le tecnologie che muovono il mondo digitale. Questi e molti altri temi verranno illustrati durante la terza edizione del Data Center Innovation Day, il convegno virtuale organizzato dalle riviste RCI, L’Impianto Elettrico, Ambiente&Sicurezza e dal portale 01net.it., che si svolgerà il prossimo 23 giugno alle ore 14.30
Green Data Center, una tavola rotonda L’evento ospiterà una tavola rotonda organizzata dalle riviste RCI e L’Impianto Elettrico dal titolo “Green Data Center - Dal progetto all’installazione, ricerca e sviluppo al centro della transizione ecologica”. L’Ing. Domenico Trisciuoglio, titolare dell’omonimo Studio – progettista di impianti elettrici e direttore scientifico della rivista L’Impianto Elettrico e l’Ing. Luca Stefanutti di Arcadis Italia progettista di impianti meccanici autore di numerosi articoli e manuali tecnici legati alla rivista RCI si confronteranno sui temi relativi alla continuità elettrica, al cooling e a un’efficiente gestione dell’energia. Di seguito alcuni dei temi che saranno oggetto di confronto. Quali sono i trend e le soluzioni più innovative che riguardano la progettazione dei data center dal punto di vista meccanico ed elettrico?
Perché è importante per rendere più efficienti le infrastrutture attraverso l’integrazione dei diversi impianti? Quali sono gli enti preposti a certificare l’efficienza e la sicurezza del data center? Al termine della tavola rotonda sarà possibile assistere ai wokshop proposti dagli sponsor dell’evento che faranno il punto sull’innovazione raggiunta nei diversi ambiti.
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Accumuli elettrochimici:
realtà e prospettive
e alla fornitura di riserva ultra rapida di frequenza». Al riguardo Maurizio Delfanti (Amministratore delegato RSE) ha affermato che: «L’accumulo elettrochimico è una tecnologia matura, che continuiamo a definire “nuova” dal punto di vista sistemico ma che, in prospettiva, sarà una componente sempre più integrata nel nostro sistema energetico. Questo non solo in ragione delle sue ulteriori evoluzioni tecnologiche, ma anche per effetto dell’auspicata riduzione dei costi e del progressivo adattamento a questi dispositivi da parte del sistema stesso, attraverso lo sviluppo di specifiche modalità di regolazione».
l’impiantoelettrico
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La presentazione online del Libro bianco sugli accumuli elettrochimici è stata introdotta da Federica Guidi (Presidente ANIE-Energia): «Le precedenti edizioni sono state un importante strumento di confronto fra gli attori e di crescita del settore, che ha condotto anche a importanti collaborazioni. L’ultima edizione si focalizza sugli accumuli elettrochimici integrati agli impianti ibridi a ciclo combinato e a quelli alimentati da fonti rinnovabili non programmabili (FRNP), all’autoconsumo collettivo e all’aggregazione di piccoli sistemi di accumulo per fornire servizi alla rete. Abbiamo anche inserito sezioni dedicate al Vehicle to Grid
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REALIZZATO DA ANIE E RSE, IL LIBRO BIANCO 3.0 “L’ACCUMULO ELETTROCHIMICO DI ENERGIA. NUOVE REGOLE, NUOVE OPPORTUNITÀ” PROSEGUE IL LAVORO CONGIUNTO SUI SISTEMI DI ACCUMULO DI ENERGIA E SULLE PROSPETTIVE DI SVILUPPO DEL SETTORE
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ENERGIE RINNOVABILI
Chi è ANIE-ENERGIA
ANIE Federazione è l’organizzazione di rappresentanza di circa 1.500 aziende italiane del settore elettrotecnico ed elettronico, espressione dell’eccellenza tecnologica del made in Italy. Le aziende associate occupano circa 500.000 addetti, con un fatturato aggregato nel 2019 pari a 84 miliardi di euro. Dai settori ANIE proviene circa il 30% della spesa privata in ricerca e innovazione investita ogni anno nel nostro paese. ANIE-Energia rappresenta circa 250 aziende con sede in Italia (oltre 30.000 addetti; fatturato complessivo 2019 pari a 7,3 miliardi di euro) che producono, distribuiscono e installano apparecchiature, componenti e sistemi per la generazione, trasmissione, distribuzione, utilizzo e accumulo dell’energia elettrica e per il suo utilizzo efficiente nelle applicazioni industriali e civili.
Federica Guidi,
Presidente di ANIE Energia
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Il punto della situazione
Fabio Zanellini,
Presidente Commissione Tecnica Gruppo Sistemi di Accumulo di ANIE
Nel primo intervento Fabio Zanellini (ANIE) ha affrontato l’argomento dei risultati raggiunti e delle nuove sfide dell’accumulo elettrochimico: «In Italia, dal punto di vista normativo, gli impianti di accumulo fanno parte degli impianti di produzione dell’energia. In generale possiamo distinguere fra applicazioni orientate a: - utilities, quali Transmission System Operator (TSO: energy/power intensive) e Distribution system operators (DSO: in CP, lungo feeder MT, in CS); - utenti “grid connected”, quali Sistemi di Accumulo (SdA) accoppiati a impianti di produzione, o di utenza, o prosumers, anche nel caso di installazioni stand alone (fornitore di servizi di flessibilità); - altre tipologie (microgrid, offgrid, ecc.). Numerosi sono i progetti già attivati, ad esempio da parte di Terna negli ambiti “storage”, per incrementare la sicurezza della
Chi è RSE
RSE SpA - Ricerca sul Sistema Energetico - sviluppa attività di ricerca nel settore elettro-energetico, con particolare riferimento ai progetti strategici nazionali, di interesse pubblico generale, finanziati con il Fondo per la Ricerca di Sistema. Fa parte del Gruppo GSE SpA, interamente a capitale pubblico. RSE implementa attività congiunte con il sistema della pubblica amministrazione centrale e locale, con il sistema produttivo, nella sua più ampia articolazione, con le associazioni e le organizzazioni delle imprese e dei consumatori. RSE realizza attività di ricerca e sviluppo per l´intera filiera elettro-energetica in un´ottica essenzialmente applicativa e sperimentale, assicurando la prosecuzione coerente delle attività di ricerca in corso e lo sviluppo di nuove iniziative, sia per scelte interne sia in risposta a sollecitazioni esterne. A questo progetto hanno lavorato ricercatori del Dipartimento Tecnologie di Generazione e Materiali e del Dipartimento Sviluppo Sistemi Energetici.
Luigi Mazzocchi,
Direttore del Dipartimento Sistemi di Generazione di RSE
Maurizio Delfanti,
Amministratore delegato di RSE
rete, e “large scale”, per la riduzione delle congestioni di rete. Anche e-distribuzione ha attivato importanti progetti (G4EU, LV Pilots, Isernia Project e POI Project), anche in media e bassa tensione. Altri progetti interessanti riguardano le piccole isole, ad esempio l’ibridazione della centrale a gasolio dell’isola di Ventotene, con un SdA (Li-Ion da 300 kW e 600 kWh) alimentato da fonti rinnovabili per ridurre il consumo di combustibile fossile e aumentare la stabilità della rete. Sul fronte delle utenze di rete in Italia registriamo la presenza di quasi 37.000 SdA connessi (dato ottobre 2020), per circa 170 MW e 267 MWh. Questi impianti sono installati prevalentemente in Lombardia (oltre 11.300), Veneto (oltre 6.200) e in Emilia Romagna (oltre 3.800). La capacità è prevalentemente abbinata a edifici residenziali (pochi kWh) e al piccolo terziario (qualche decina di kWh), con la tecnologia Li-Ion dominante (oltre 35.400 casi)».
Luigi Mazzocchi, Direttore del Dipartimento Sistemi di Generazione di RSE, si è invece concentrato sulle prospettive degli accumuli elettrochimici nell’ottica della de-carbonizzazione: «Nei prossimi anni assisteremo a un forte aumento della produzione di energia da FRNP, con due effetti principali: - l’incertezza nella previsione della produzione comporta la necessità di una maggiore riserva; - la maggiore capacità non programmabile renderà più frequenti gli eccessi di produzione. Il PNIEC prevede nuovi 10 GW di SdA al 2030, di cui 6 GW di grande taglia (batterie e pompaggi) e 4 GW di batterie distribuite. Gli accumuli elettrochimici rappresentano pertanto uno degli strumenti principali per incrementare la flessibilità del sistema ed esistono diverse opzioni. In un caso di studio (piccolo condominio con autoconsumo collettivo annuo di 11.000 kWh), con tetto fotovoltaico da 20
kWp e SdA elettrochimico nelle taglie da 15 a 60 kWh, abbiamo riscontrato come l’accumulo di taglia minima (15 kWh) sia risultato più conveniente rispetto a quelli di taglia maggiore, principalmente a causa del costo iniziale, con un payback time nell’ordine di 11 anni. Nel caso di numerose utenze residenziali aggregate, con più generatori e SdA di piccola taglia (complessivamente: 3 MW; 9 MWh), il payback time è nell’ordine di 3-4 anni ma esistono ancora dei limiti, fra cui la necessità di equiparare le batterie di piccola taglia a un grande accumulo e l’assenza di una norma tecnica sui requisiti minimi di comunicazione fra sistemi di gestione e apparecchiature lato utente. In ogni caso le detrazioni fiscali – compresa l’opportunità offerta dal Superbonus 110% - rappresentano oggi una situazione particolarmente favorevole sia al fotovoltaico e ai SdA elettrochimici».
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Futuro in evoluzione
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Distribuzione dei sistemi di accumulo per range di capacità in Italia al 31/10/2020 (Fonte ANIE Rinnovabili, elaborazione dati Terna)
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EFFICIENZA ENERGETICA Fabrizio Corbe
Futuro smart per Livorno CON IL PROGETTO PER L’INCREMENTO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E LA GESTIONE IN REMOTO DEGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE, LA MUNICIPALITÀ TOSCANA SI PONE ALL’AVANGUARDIA TECNOLOGICA IN ITALIA: ENGIE E INTELLIENERGY TECH SONO PROTAGONISTI
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L’ing. Marco Massaria di ENGIE Italia
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Grandi e piccole città ospitano in tutto il mondo circa la metà della popolazione mondiale, consumano circa il 75% dell’energia prodotta e rilasciano circa l’80% della CO2 emessa dalle attività antropiche. Rendere le città più efficienti dal punto di vista energetico e ambientale è la vera sfida dei prossimi anni. In Italia, il Comune di Livorno è fra le amministrazioni che per prime hanno compreso l’importanza strategica della gestione dell’energia e dei servizi connessi, puntando a diventare la prima “smart city” del paese. Il percorso è iniziato nel 2017, con un progetto per la gestione intelligente della rete della pubblica illuminazione, e prosegue tutt’ora sul fronte della gestione integrata dell’energia per gli edifici comunali.
Il Comune di Livorno è fra i primi in Italia in tema di gestione digitalizzata degli edifici e dell’illuminazione pubblici e ambisce a diventare la prima smart city italiana (Foto: Lucarelli)
Aggiudicato a ENGIE Italia – uno dei principali player nazionali attivo sull’intera catena del valore dell’energia, particolarmente attenta all’innovazione tecnologica e gestionale – l’appalto per il servizio energia utilizza soluzioni e prodotti sviluppati e fabbricati da Intellienergy Tech – azienda di riferimento nel settore dei sistemi di rilevazione e trasmissione dei dati. L’ing. Marco Massaria - Direttore Area Centro PA & B2T di ENGIE Italia – ci spiega come è stata ottenuta la commessa: «Vantiamo una consolidata presenza ed esperienza nel territorio di Livorno, perciò nel 2019 abbiamo partecipato al bando di gara per l’adeguamento e l’efficientamento energetico degli edifici della municipalità». Quali sono gli obiettivi e i vantaggi attesi per il committente? «L’appalto interessa principalmente scuole fino alle medie, palestre, uffici, biblioteche e musei, presso i quali eroghiamo il servizio integrato di energia, per gli impianti termici, e di
manutenzione, per la climatizzazione estiva. Oltre a una serie di interventi mirati al miglioramento dell’efficienza energetica, è prevista la fornitura di un nuovo sistema gestionale integrato, che si occupa di tutte le attività - dalla semplice gestione delle chiamate al monitoraggio degli impianti, fino all’archiviazione documentale di dati e documenti. Questo progetto si aggiunge a quello già avviato nell’estate del 2017, sempre per il Comune di Livorno, finalizzato alla riqualificazione, alla raccolta dati e al monitoraggio digitale dell’illuminazione pubblica, a favore della riduzione dei consumi energetici e sicurezza urbana».
Gestione in remoto delle informazioni
Il nuovo sistema di supervisione, regolazione e telecontrollo realizzato da Intellienergy Tech è stato realizzato in completa sostituzione e in ampliamento dell’infrastruttura preesistente, con l’obiettivo di rivoluzionare la gestione di ogni singolo
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Un sistema integrato
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Sviluppata da ENGIE, la piattaforma Clara Domus Project renderà “smart” la gestione degli impianti degli edifici pubblici del Comune di Livorno
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EFFICIENZA ENERGETICA
FUNZIONALITÀ PER LA REGOLAZIONE I controllori Intellienergy Tech ICON100 sono stati impiegati per il monitoraggio degli edifici della municipalità di Livorno. Si tratta di dispositivi DDC (Direct Digital Controller) multifunzionali a libera programmazione, scalabili (da 4 a 36 I/O, espandibili fino a 500 I/O). Le funzioni di regolazione climatica sono realizzabili sia con logiche PID, sia con
funzionalità di fuzzy logic. Sono inoltre disponibili funzioni di tipo adattivo e predittivo, per l’ottimizzazione degli orari di comfort, e per eseguire configurazioni evolute grazie alla memoria flash interna. Semplice e intuitiva, l’interfaccia utente dispone di un display LCD e di tasti funzionali, per la configurazione del controllore e l’accesso alle
informazioni più importanti. Ogni controllore è dotato di un web server integrato che permette anche la gestione locale del dispositivo tramite l’app “Regola”, scaricabile da Google Play. La connettività Ethernet 100Mbit dei controllori e 4G dei routers Intellienergy Tech consente la gestione di strutture di BMS avanzate e di impianti distribuiti a livello territoriale.
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I controllori Intellienergy Tech ICON100 sono dispositivi DDC multifunzionali, a libera programmazione, con I/O multiconfigurabili: le soluzioni Intellienergy Tech sono scalabili da 4 a 36 I/O ed espandibili fino a 500 I/O
edificio, dalla periferia sino al cuore dell’impianto. Il funzionamento di tutti i generatori termici ed elettrici - dalle caldaie alle nuove pompe di calore, dagli impianti solari termici ai campi fotovoltaici – è controllato e comandato dagli innovativi DDC serie ICON, che mettono a disposizione un’ampia gamma di applicazioni di tipo tradizionale (riscaldamento, ventilazione, condizionamento) e avanzate (gestione energia, avvio/arresto ottimizzato, raffrescamento notturno, misurazione real time calore ed energia, ecc..). Il nuovo sistema si occupa anche del rilevamento dei dati ambientali (temperature interna ed esterna, umidità dell’aria e livelli di CO2 e VOC), integrando anche le altre applicazioni presenti nei diversi fabbricati (alimentazione elettrica dalla rete, consumi idrici, ecc.). Edificio per edificio, le informazioni sono gestite dal nuovo controller ethernet locale, integrato in maniera semplice ed efficace nell’architettura d’impianto esistente, che le invia al sistema di telecontrollo e poi alla piattaforma Clara Domus, completamente sviluppata da ENGIE, che realizza la completa interconnessione del
patrimonio edificato della municipalità livornese. In questo modo tutti gli impianti risultano completamente gestibili anche da remoto, in modo semplice, affidabile ed energeticamente efficiente. Oltre a mettere a disposizione i dati per la regolazione climatica dell’edificio, il monitoraggio realtime consente la lettura, l’analisi, l’elaborazione, la registrazione e la correlazione con gli altri dati rilevati nell’edificio, favorendo l’effettuazione rapida di azioni correttive sull’asset di impostazione dei parametri.
Piattaforme per la sostenibilità
Clara Domus coadiuva il personale tecnico nell’identificazione delle azioni migliorative mirate alla riduzione dei consumi e al monitoraggio del comfort sulla base delle informazioni climatiche. L’applicativo consente infatti di acquisire dati direttamente dalla piattaforma Flower+ di Intellienergy Tech, che implementa un protocollo di interoperabilità progettato appositamente per i sistemi di building intelligence Haystack.
Anche attraverso report incrociati, il confronto fra i consumi energetici storici e le informazioni sulle caratteristiche tecniche dei componenti impiantistici, il software elabora e analizza i dati inserendoli nei modelli energetici degli edifici, per fornire un’analisi del risparmio realizzabile. Protetto dai più severi protocolli di cyber security, l’accesso via web garantisce la possibilità di connessioni simultanee con tecnologia “Responsive”, adattabile a ogni singolo dispositivo mobile. Il sistema prevede infatti l’invio di notifiche e allarmi, via email ed sms, a destinatari definiti, ai fini del miglioramento della manutenzione preventiva dei componenti. Grazie all’interoperabilità tra Clara Domus e la piattaforma Livin’ in corso di realizzazione nel Comune di Livorno - la gestione dei dati degli edifici confluirà sulla piattaforma unica “Livorno Smart City Platform”, che aggregherà tutti dati relativi ai servizi per la collettività. La municipalità sarà così la prima smart city italiana a 360 gradi, che include non solo la gestione smart degli edifici ma anche quella della pubblica illuminazione e degli altri servizi connessi.
Un progetto in divenire
Quali attività sono già in corso e quali saranno i prossimi passi? «Nella fase iniziale del contratto – riprende l’ing. Massaria - abbiamo impegnato complessivamente 20 persone, tra personale interno al RTI e i subappaltatori. Le criticità iniziali sono legate allo stato di fatto degli impianti presi in consegna,
Le sonde wireless Intellienergy Tech WSLR00-T acquisiscono e trasmettono i dati ambientali di temperatura ed umidità relativa con tecnologia LoRa ad ampia copertura
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Le sonde wireless Intellienergy Tech WSLR00 provvedono all’acquisizione e alla trasmissione dei dati ambientali di temperatura e umidità relativa, utilizzando la tecnologia di trasmissione prevista dallo standard LoRa ad ampia copertura. In questo modo un solo ricevitore è in grado di coprire agevolmente la rete delle sonde anche in edifici di grandi dimensioni. Tutti i dispositivi prevedono la funzionalità Data Logger, per memorizzare le grandezze acquisite a intervalli configurabili, salvandoli anche sulla scheda Data Flash interna (fino a 500.000 record). Segnalazioni a LED e un contatto Reed costituiscono l’interfaccia utente, ma è possibile anche la configurazione a distanza, tramite una chiavetta wireless LoRa su USB. La semplicissima interfaccia utente (led e reed magnetico) permette di svolgere tutte le funzionalità operative (associazione e sostituzione, configurazione, stato operativo e qualità del segnale), senza alcuno strumento o software aggiuntivo.
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MONITORAGGIO DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI
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EFFICIENZA ENERGETICA
Con oltre 6.000 punti controllati in oltre 120 edifici, i sistemi Intellienergy Tech forniti a ENGIE Italia provvedono alla misurazione dei parametri ambientali e di funzionamento impiantistico
Luca Focardi Intellienergy Tech
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VERSO UN MONDO PIÙ SOSTENIBILE «Il progetto per Livorno dimostra che cittadini, imprese e amministrazioni possono essere una concreta parte attiva nella costruzione di un mondo più sostenibile. Intellienergy Tech è orgogliosa di dare il proprio contributo a ENGIE, che sta lavorando per trasformare la città toscana nella prima smart city italiana, fornendo i sistemi di regolazione climatica, telecontrollo e monitoraggio ambientale wireless perfettamente integrati alla loro piattaforma»
per cui è stata organizzata una task-force con team dedicati a ogni sotto processo di start-up della gestione: da qui l’elevato numero delle risorse messe in campo nella prima fase. Purtroppo i lavori di riqualificazione hanno subito un rallentamento a causa dell’emergenza pandemica: il termine per l’installazione del sistema di telecontrollo è previsto entro maggio 2021, mentre gli altri interventi di adeguamento normativo e riqualificazione energetica saranno terminati entro la fine dell’anno». Infine l’ing. Massaria illustra motivi hanno orientato la scelta dei sistemi Intellienergy Tech: «Abbiamo analizzato e valutato lo stato di fatto del sistema TLC esistente e, in collaborazione con il nostro servizio interno, abbiamo gestito in emergenza l’integrazione sulla piattaforma aziendale, ai fini di un controllo centralizzato che garantisse un risparmio energetico evitando disservizi. Per il nuovo sistema di telecontrollo e monitoraggio abbiamo individuato in Intellienergy Tech il partner che, per flessibilità e modularità dei prodotti, oltre che per l’interoperabilità con la nostra piattaforma aziendale, ci ha consentito di rendere vincente la nostra scelta sotto il profilo temporale e dell’efficienza. Ad oggi abbiamo messo in campo il servizio di manutenzione degli impianti e abbiamo stabilizzato il sistema di comunicazione e intervento per le attività straordinarie. Il prossimo step è imminente: si tratterà della messa in linea del telecontrollo - fondamentale anche per il monitoraggio in tempo reale degli impianti - così da poter agire prontamente alle modifiche necessarie al servizio erogato e poter ricevere i guasti generati dai sensori in campo».
BARI 7/9 ottobre 2021
IMPIANTI TECNICI IN EDILIZIA Climatizzazione, Idrosanitaria, Elettrotecnica, Building Automation e Illuminotecnica per l’integrazione edificio/impianto
PARTECIPARE COME ESPOSITORE SIGNIFICA: IL PARERE DEGLI ESPOSITORI DI SAIE BARI 2019
Incontrare professionisti che non partecipano agli eventi verticali del settore impianti.
Promuovere soluzioni che permettono di accedere al Superbonus 110% e agli altri bonus edilizi.
95%
Si dichiara soddisfatto
Presentare novità di prodotto e tecnologie dedicate all’innovazione.
Progetto e direzione
90%
Ha incontrato visitatori qualificati
I NUMERI DEL 2019
350 20.137 116 Espositori
Dare nuova visibilità al proprio brand nell’importante mercato del Centro Sud.
82%
Consiglierebbe la partecipazione ad aziende dello stesso settore
Visitatori
12
8
Iniziative Delegazioni estere Convegni speciali
SAIE è la fiera in cui gli impianti tecnici si integrano con i processi costruttivi. Un percorso espositivo e dimostrativo dove le aziende possono illustrare le proprie soluzioni in un contesto dedicato all’integrazione edificio/impianto. Richiedi informazioni a info@saiebari.it oppure scansiona il QR Code. In collaborazione con
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BUILDING AUTOMATION Antonia Lanari
Battuta di arresto, ma non troppo, per l’IoT
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I giugno 2021
l’impiantoelettrico
SEPPUR CONTENUTA, NEL 2020 LA CRESCITA DELLA CULTURA DIGITALE DELLE IMPRESE HA FAVORITO LO SVILUPPO DI UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DEI COSTI E DEI BENEFICI ABILITATI DALLE TECNOLOGIE IOT, SIA NEL BREVE SIA NEL LUNGO PERIODO I risultati della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano parlano chiaro: nel 2020 il mercato Internet of Things (IoT) in Italia si assesta sui 6 miliardi di euro, per un totale di 93 milioni di connessioni IoT attive. Anche se la pandemia non ha permesso di confermare il trend di crescita che si era osservato negli anni precedenti, il mercato Internet of Things (IoT) in Italia ha tenuto, facendo registrare solo una lieve flessione (-3%) rispetto al 2019, con sempre più aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi, grazie ai quali integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. L’andamento risulta allineato a quello di altri Paesi occidentali, nei quali le variazioni si assestano tra il -5% e il +8%. Che l’Internet of Things sia una delle tecnologie chiave della trasformazione digitale è giustificata, oltre che dai numeri di mercato, anche dai numerosi benefici che è in
grado di abilitare per aziende, enti pubblici e consumatori. Una forte spinta arriva anche dalla componente dei servizi collegati agli oggetti connessi, con un valore di 2,4 miliardi di euro e una crescita del 4%, in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato. Il Covid spinge anche la Smart City: nel 2020 è rilevante per l’89% dei comuni, per il 47% ancora più prioritaria con la pandemia. il 59% ha avviato progetti negli ultimi tre anni, ma il 46% di questi è ancora in fase pilota.
Lo Smart Metering è il settore trainante
In continuità con quanto osservato negli scorsi anni, una quota significativa del mercato IoT in Italia è generata dagli obblighi normativi che riguardano lo Smart Metering gas ed elettrico. Nel 2020 sono stati installati altri 2,7 milioni di contatori gas connessi presso utenze domestiche, portando la diffusione al
Il mercato IoT 2020 per settore SMART METERING & SAM (UTILITY) 1.490 MILIONI € -13% SMART CAR 1.180 MILIONI € SMART BUILDING 685 MILIONI €
-2%
+2% SMART LOGISTICS 610 MILIONI € +4% SMART CITY 560 MILIONI €
Il valore dell’Internet of Things in ambito consumer
Il consumatore che acquista prodotti connessi può sempre più gestirne le funzionalità da remoto e accedere a nuovi servizi, come il monitoraggio in tempo reale del proprio stato di salute e la riduzione dei consumi energetici della propria abitazione. Dalla ricerca emerge infatti come la presenza di dispositivi smart per la sicurezza domestica riduca il livello di rischio di furto e, conseguentemente, porti a una riduzione del premio assicurativo. In ambito consumer le applicazioni
SMART FACTORY 385 MILIONI € +10%
SMART AGRICULTURE 140 MILIONI € +17%
SMART HOME 505 MILIONI € -5%
SMART ASSET MANAGEMENT 265 MILIONI € -20%
ALTRO 180 MILIONI €
per la Smart Home hanno dimostrato di poter consentire di ottenere risparmi legati alla riduzione dei consumi energetici della propria abitazione che si attestano tra il -16% e il -28%. Oltre a ciò, la Smart Home permette di abilitare anche numerosi benefici per le persone fragili e gli anziani presenti in casa, con applicazioni smart per il controllo e il monitoraggio a distanza di parametri vitali e clinici e con servizi di pronto intervento in caso di emergenza. Per ultimo, una terza area che presenta notevoli opportunità fa riferimento alla possibilità di stipulare polizze assicurative per la casa in cui il premio varia sulla base del livello di “smartness” dell’abitazione.
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69% del parco complessivo, e ben 4,8 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione, raggiungendo il 50% del totale dei contatori elettrici. In termini assoluti, si assiste a una decrescita del valore di mercato dello Smart Metering nel 2020 – in particolare quelle relative al gas, dal momento che le nuove installazioni risultano in calo rispetto ai dodici mesi precedenti: le applicazioni in ambito utility passano così da 1,7 miliardi di euro nel 2019 a poco meno di 1,5 miliardi nel 2020 (-13%), confermandosi comunque come il principale segmento del mercato IoT (25% del totale). Tra gli ambiti che presentano tassi di crescita più rilevanti vi è quello della Smart Factory (385 milioni di euro, +10%), che continua a crescere per la richiesta di sistemi per l’ottimizzazione della produzione e per l’energy management e che rientra nel processo di innovazione che stanno vivendo i sistemi produttivi con il paradigma dell’Industria 4.0. Buoni anche i risultati per l’ambito dello Smart Building, che vale 685 milioni di euro (+2%) ed è legato prevalentemente alla videosorveglianza e alla gestione dei consumi energetici all’interno dell’edificio.
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+8%
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BUILDING AUTOMATION Ripartizione del mercato IoT in Italia per ambito applicativo e confronto 2019-2020 Mercato IoT (mln €) 1.705
Smart Metering & Smart Asset Management (Utility)
6,2 mln €
-13%
-2%
+2% +4% +8% -5% +10% -20% +17%
1.180
685
610 560 505 385 265 140 180
Smart Agriculture Altro
Fonte: Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Gestionale
2,0 mld
2,8 mld
3,7 mld
5,0 mld
6,2 mld
6 mld
SMART HOME & INSURANCE riferito al mercato americano a fronte di un premio iniziale di 352 $/anno
PRESENZA DI DISPOSITIVI SMART PER LA SICUREZZA DOMESTICA
SMART FACTORY ipotizzando una vita utile del macchinario di 10 anni
SMART METERING ACQUA ipotizzando 10 anni e due scenari di roll-out da 50.000 e 160.000 contatori installati
ATTTIVITÀ MANUTENTIVA DI TIPO PREDITTIVO, CON SERVIZIO “PAY PER USE”
MAGGIOR ACCURATEZZA DELLA BOLLETTA RILEVAMENTO FRODI IDENTIFICAZIONE DI GUASTI LETTURA DA REMOTO
RIDUZIONE RISCHIO DI FURTO -8,5% DECREMENTO PREMIO ASSICURATIVO -30,5 $/ANNO
RISPARMIO COMPLESSIVO 42,7 MLD $
RIDUZIONE COSTI E TEMPI DI INATTIVITÀ DEL MACCHINARIO
RIPARMIO ENERGETICO 14.000 - 44.000 kWh/anno RISPARMIO IDRICO 0,9 - 3,4 MLN m3
NET PRESENT VALUE (NPV) 230.000 € PAY BACK TIME (PBT) 17 MESI
Fonte: Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Gestionale
2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 I servizi raggiungono quota 2,4 miliardi di € (+4% rispetto al 2019) * La stima non comprende: wearable consumer, sistemi cablati in campo industriale e domotico, Samrt TV stand-alone, soluzioni RFID passive in ambito logistico
Alcuni possibili esempi di benefici dell’Internet of Things
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1,5 mld
Smart Asset Mng
1.490
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+29%
Smart City
Smart Factory
6,0 mld €
32
+32%
-3%
+35%
Smart Logistics
Smart Home
2020
+24%
+40%
Smart Car Smart Building
-3%
Fatturato a clienti finali in Italia, al netto dell’IVA Mercato IoT* (mld €)
1.210 670 585 520 530 350 330 120 180
2019
IL MERCATO IoT (2014 -2020)
NET PRESENT VALUE (NPV) 4 - 16 MLN € PAY BACK TIME (PBT) 4 - 5 ANNI
Con l’Industrial IoT la manutenzione ci guadagna
Per quanto riguarda l’ambito delle imprese, l’adozione di soluzioni IoT consente una migliore gestione delle attività di manutenzione, passando da una logica correttiva a un approccio di tipo predittivo che anticipa il malfunzionamento e ottimizza l’attività manutentiva in sé, riducendo tempi e costi legati all’inattività del macchinario. Ipotizzando una vita utile del macchinario di 10 anni, l’Osservatorio ha stimato per il passaggio a un sistema di manutenzione predittiva un Pay Back Time (PBT) di 17 mesi. Tali valutazioni includono anche i benefici legati alla sottoscrizione del servizio di manutenzione con una logica “pay per use”. Il monitoraggio e l’analisi in tempo reale dei dati raccolti dal singolo macchinario permettono infatti al fornitore di intervenire tempestivamente per ridurre i tempi di inattività, e di fornire così il servizio manutentivo con una logica in cui il cliente paga solo per l’effettivo utilizzo dei macchinari. I benefici che le tecnologie IoT possono abilitare non sono però solo di carattere economico. Tra le applicazioni più diffuse legate alla gestione della fabbrica vi sono quelle per il controllo in tempo reale della produzione e dei consumi energetici (Smart Factory 66%), quelle di supporto alla logistica (Smart Logistics 27%), guidate dalla tracciabilità dei beni nel magazzino o lungo la filiera, e lo Smart Lifecycle (7%), con progetti per migliorare lo sviluppo di nuovi modelli e l’aggiornamento dei prodotti.
Il lato sostenibile dell’IoT
Un contributo importante può essere generato anche guardando alla sfera della sostenibilità ambientale, poiché i contatori idrici connessi (Smart Metering acqua) installati portano benefici per i gestori della rete idrica e per i cittadini sia dal punto vista economico sia ambientale. Le quantità di acqua ed energia risparmiate risultano infatti piuttosto consistenti, con valori che variano tra 0,9 a 3,4 milioni di m3/anno (ca. 18-20 m3/anno risparmiati da ogni famiglia) per quanto riguarda la risorsa idrica, e tra 14.000 a 44.000 KWh/anno con riferimento alla componente energetica. Le città, infine, possono migliorare la gestione del patrimonio pubblico ed erogare nuovi servizi ai cittadini grazie all’impiego di soluzioni IoT sul proprio territorio.
BUILDING AUTOMATION Anna Zucchelli
La carica degli
smart ecobuilding
produzione da fonti rinnovabili abbiano rappresentato i temi preponderanti nel paradigma degli Smart Building. Dopo il rallentamento dovuto alla crisi pandemica, si registrerà una crescita degli investimenti già nel corso del 2021, per ritornare a valori pre Covid entro il prossimo triennio. Saranno diversi i fattori che condurranno a un significativo ampliamento del mercato, tra i quali la diffusione del modello delle Energy Communities e l’introduzione e il prolungamento di incentivi relativi alle tecnologie di efficienza energetica, quali il Superbonus e l’Ecobonus.
l’impiantoelettrico
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Gli edifici diventano sempre più smart, non solo carbon neutral, ma produttori di energia da fonti rinnovabili che sanno gestire in maniera intelligente i carichi. Gli impianti, gestiti in maniera sempre più automatizzata con sistemi di controllo e monitoraggio da remoto, innescano negli utenti processi di conoscenza e consapevolezza che generano ulteriore risparmio energetico, consentendo una gestione evoluta, digitale e integrata, dell’energia. Nel 2019, 3 mld di euro dei circa 5,47 mld investiti sono stati riferibili al settore Energy, a conferma di come il tema dell’efficienza energetica e della
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SI AFFERMA SEMPRE DI PIÙ UNA NUOVA CONCEZIONE DI CASA CHE SPOSA IL CONCETTO DI SMART HOME E LA SUA CAPACITÀ DI SEMPLIFICARE LA VITA QUOTIDIANA. LA TECNOLOGIA, LA SENSORISTICA, I SOFTWARE DI GESTIONE E I PROTOCOLLI DI COMUNICAZIONE CONSENTONO DI GESTIRE I CONSUMI DI ENERGIA E DI USUFRUIRE DEI BENEFICI E DEI SERVIZI INSITI IN UNO SMART BUILDING
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BUILDING AUTOMATION Confronto del trend di crescita degli impianti costituiti da fonti di energia rinnovabile e sistemi di accumulo (Fonte Anie)
Le Direttive che cambieranno il volto dell’energia
A livello europeo, la Direttiva rinnovabili fissa al 32% l’obiettivo vincolante di quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia dell’Unione Europea al 2030, che insieme alla direttiva sul mercato elettrico, ha lo scopo di rendere il mercato dell’energia elettrica dell’UE più interconnesso, flessibile e orientato al consumatore. In Italia, il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) ha definito l’obiettivo al 2030 di soddisfare il fabbisogno elettrico mediante una quota da fonte rinnovabile pari al 55,4%, prevedendo che la quasi totalità del contributo delle fonti rinnovabili elettriche provenga da fotovoltaico ed eolico rispettivamente con 30 GW e 10 GW di ulteriore nuova potenza nei prossimi 10 anni. Nel triennio 2017/2019 il trend delle nuove installazioni fotovoltaiche è stato pari a una media di circa 0,5 GW/anno costituiti prevalentemente da impianti di piccola/media taglia
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POTENZA ESPRESSA IN MW INSTALLATA AL 2020 E PREVISIONE PER IL 2030 (Fonte Anie) Tecnologia
2020
2030
Idroelettrico
19.020
19.200
Geotermoelettrico
813
950
Eolico
10.757
19.300
Bioenergie
4.122
3.760
Fotovoltaico
21.124
52.000
Totale FER
55.836
95.210
Storage Distribuito Elettrochimico
80
4.500
Storage Centralizzato Elettrochimico
60
3.035
Totale STORAGE
140
7.535
(P <1 MW), mentre il trend di quelle eoliche è stato pari a una media di circa 0,4 GW/anno. La diffusione delle fonti rinnovabili cambierà completamente l’attuale sistema di produzione della generazione programmabile che finora ha consentito il trasferimento di energia dal produttore al consumatore. I nuovi sistemi di generazione di energia rinnovabile e non programmabile porterà in futuro a situazioni di overgeneration in cui saranno fondamentali i sistemi di storage. Ultimamente si nota come il 100% degli investimenti in fotovoltaico associato a un sistema di accumulo siano realizzati in ottica smart. Risultano essere ormai completamente digitalizzati e gestiti in modo smart anche gli impianti di cogenerazione installati. Nel complesso, su un totale di circa 830 mln di euro di investimenti effettuati in tecnologie di generazione di energia, solamente 242 mln di euro sono riconducibili a impianti smart (29,2%, percentuale in crescita del +3% rispetto ai valori del 2018).
Il passaggio da indipendenti a integrati degli edifici
Nel 2019 il valore degli investimenti riferiti alle tecnologie di efficienza energetica nel comparto degli edifici è stato di circa 2,2 mld di euro, dei quali oltre 1,5 mld di euro rappresentano gli investimenti in pompe di calore. Le soluzioni integrate che partono dal riscaldamento e dalla climatizzazione tendono a offrire una proposta più ampia per realizzare una casa connessa di nuova generazione garantendo risparmio energetico attraverso l’utilizzo di intelligenza artificiale e di praticità operativa. Come nell’esempio di un’abitazione ristrutturata dove le tecnologie connesse hanno trasformato impianti preesistenti
in soluzioni automatizzate, monitorabili e caratterizzate da un’alta efficienza energetica. L’edificio in questione riguarda un antico casolare situato a Cingoli, in provincia di Macerata, dove l’idea progettuale prevedeva una pompa di calore aria-acqua con bollitore integrato da 180 litri, per soddisfare le esigenze di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua calda sanitaria dei 3 bagni. La case history ha evidenziato le potenzialità della connettività per la gestione della temperatura in ogni ambiente e i vantaggi offerti dall’installazione di una pompa di calore splittata che tramite l’utilizzo di una app permette di gestire, programmare e monitorare costantemente temperatura e consumi energetici.
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Un esempio di edificio autosufficiente e monitorato
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Gli edifici che rappresentavano solo il punto di assorbimento di energia dalla rete saranno destinati a diventare parte attiva del sistema energetico all’interno di una infrastruttura smart. Ma la strada per ottenere questo sistema è ancora lunga. Nonostante i progressi, lo stato dell’arte presenta ancora una configurazione degli edifici smart in ottica di silos verticali, non integrati e non interoperabili in termini di tecnologie, piattaforme e servizi offerti. Questa condizione porta a una gestione complessa delle dinamiche dell’edificio sia lato facility management sia lato utente finale. Un approccio da utilizzare per far evolvere gli Smart Building è quello di spostarsi da una soluzione a silos (una piattaforma gestisce le proprie applicazioni e le proprie tecnologie e non «parla» con il resto dell’edificio) a una soluzione integrata modulare. Questa sfida risulterà più complicata nel settore residenziale rispetto al settore terziario per due motivi: da un lato la maggiore consapevolezza degli attori del terziario per quanto riguarda i benefici legati a uno sviluppo integrato delle soluzioni, dall’altro il potere decisionale meno frammentato e normalmente più risoluto. Questa trasformazione permetterà di sviluppare una visione e una gestione integrata dei servizi dell’edificio. La visione condivisa dagli operatori del settore è che, a tendere, si arriverà ad avere piattaforme modulabili che possano essere integrate con altre piattaforme, interoperabili tra di loro. La tecnologia sarà fondamentale in questo percorso: partendo da strumenti di gestione automatizzata del building, soluzioni di asset management, soluzioni di gestione degli accessi e della sicurezza dell’edificio costituiti sia da soluzioni hardware che software, che convergano sempre più verso un unico ecosistema che, grazie a sistemi di data analytics e intelligenza artificiale, permetterà di sovrintendere a tutte le funzioni e servizi, garantendo finalità predittive e di gestione real time. L’evoluzione degli Smart Building e la loro importanza a livello di sviluppo del settore edilizio, andrà sempre più considerata all’interno di una filiera fondamentale nel futuro dell’energia e degli edifici e che passerà prima dal concetto di smart district e poi di smart city e che vedrà un forte ruolo giocato da dati e metadati da utilizzare per un’innumerevole serie di servizi e funzioni utili ai cittadini e agli operatori di settore.
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PROGETTAZIONE Giuseppe La Franca
Cabine elettriche “smart” per incrementare la qualità dei servizi
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LA GUIDA SULLA PROGETTAZIONE DELLE CABINE ELETTRICHE È UNO STRUMENTO EFFICACE E AGGIORNATO, CHE RIASSUME LE PRINCIPALI INNOVAZIONI TECNICHE E NORMATIVE SU UN TEMA DI GRANDE IMPORTANZA PER L’ASSETTO FUTURO DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE
L
L’evoluzione e l’aggiornamento delle normative tecniche ha conosciuto un significativo incremento negli ultimi anni. Nel settore della progettazione e realizzazione delle cabine elettriche MT/BT, ad esempio, sono state emanate nuove regole per la connessione alla rete e la realizzazione delle cabine (CEI 99-4), oltre al D.M. del 15/7/2014 sulla prevenzione degli incendi nel caso di macchine elettriche fisse con presenza di liquidi isolanti combustibili. Per incontrare le esigenze degli addetti ai lavori, nel marzo scorso ANIE Energia ha pubblicato la guida “Cabine elettriche MT/BT – Progettazione del manufatto e dei principali
componenti installati”, che in una settantina di pagine condensa il know-how e l’esperienza dei costruttori associati, specializzati nella progettazione e costruzione delle cabine elettriche di distribuzione e dei relativi componenti. Oltre a indicare e approfondire tutti i riferimenti normativi, la guida fornisce importanti indicazioni progettuali circa le cabine elettriche, prefabbricate e non, affrontando tutti i temi rilevanti (progettazione, caratteristiche dell’involucro, protezione e sicurezza, dimensionamento delle apparecchiature, prove e della documentazione, condizioni di esercizio, messa a terra, manutenzione, ecc.).
UN SETTORE STRATEGICO All’interno di ANIE Confindustria (oltre 1.500 aziende associate, circa 500.000 occupati, fatturato aggregato di 84 miliardi di euro a fine 2020), ANIE Energia rappresenta le aziende che producono, distribuiscono e installano apparecchiature, componenti e sistemi per la generazione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, per applicazioni industriali e civili. Si tratta di uno dei settori strategici e fra i più avanzati dell’industria italiana: le aziende aderenti ad ANIE Confindustria investono infatti il 4% del fatturato in ricerca e sviluppo, pari a oltre il 30% dell’intero investimento in R&D effettuato dai privati in Italia. La guida tecnica “Cabine elettriche MT/BT – Progettazione del manufatto e dei principali componenti installati” è stata curata dai seguenti sottogruppi di ANIE Energia: - Cabine Elettriche MT/BT (19 aziende, in rappresentanza di circa l’80% del mercato); - Trasformatori Elettrici (17 aziende, oltre 80% del mercato); - Apparecchiature MT (21 aziende, più del 75% del mercato); - Quadri BT (30 aziende, pari al 70% del mercato). La guida è scaricabile in versione pdf dal sito www.anie.it, nella sezione: Servizi / Pubblicazioni tecniche / Pubblicazioni tecniche e studi.
Monitoraggio e controllo
I rapidi cambiamenti imposti dalla transizione energetica sono riconducibili a tre tendenze da tempo in atto: decarbonizzazione, per minimizzare l’impatto ambientale delle attività antropiche; digitalizzazione, per ottimizzare la gestione ai fini del migliore uso delle risorse disponibili; decentralizzazione, con aumento del contributo da fonti rinnovabili e conseguente spostamento della produzione stessa verso le reti in media e bassa tensione. Si tratta di scenari in rapida evoluzione, che comportano un radicale cambio di paradigma rispetto al passato. In questo contesto, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede l’aumento al 32% della quota di fonti rinnovabili sul totale dell’elettricità prodotta, entro il 2030. In pratica, nei prossimi anni assisteremo alla progressiva elettrificazione dei consumi anche nei settori della climatizzazione degli edifici e del trasporto su gomma.
La qualità dei servizi offerti al mercato sarà perciò una delle variabili più importanti per un sistema elettrico tendenzialmente sempre più sotto stress. Il ruolo dei sistemi di monitoraggio e controllo risulterà centrale: le cabine elettriche dovranno essere equipaggiate con tecnologie in grado sia di raccogliere e scambiare dati, sia di inviare allarmi e suggerimenti, per migliorare l’efficienza del servizio e prolungare la vita delle apparecchiature. La digitalizzazione dei componenti installati nelle cabine elettriche, a partire dalla trasformazione dei quadri BT dei singoli utenti in vero e propri “power center intelligenti”, comporterà l’integrazione di dispositivi sempre on-line e avrà un impatto positivo anche sulle procedure di controllo e manutenzione. Lo stesso concetto sarà applicato ai quadri MT che, già oggi, possono essere equipaggiati con gateway in grado di comunicare all’utente informazioni sullo stato dei componenti. Anche in questo caso, l’implementazione dei sistemi di monitoraggio e diagnostica saranno fondamentali per i programmi di manutenzione predittiva o controllata. Ai fini della prevenzione dei disservizi, il monitoraggio dell’impianto elettrico può essere affidato al collegamento diretto fra ogni apparecchio con il web, in modalità IoT (Internet of Things) tramite apposite cassette dotate di connettori UP.
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La guida fornisce informazioni anche sui principali componenti da installare (quadri MT e BT, trasformatore, collegamenti in cavi o in condotti sbarre, ecc.) e su alcuni temi emergenti, quali le tecnologie “smart” per le cosiddette “cabine intelligenti” e l’inquinamento elettromagnetico. Alcuni di questi argomenti sono sintetizzati di seguito.
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“Cabine elettriche MT/BT – Progettazione del manufatto e dei principali componenti installati” è la guida recentemente pubblicata da ANIE Energia
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PROGETTAZIONE Funzionalità da implementare
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Sul fronte delle cabine elettriche “smart”, gli ambiti di sviluppo tecnologico interessano diverse funzionalità. Impianti evoluti e flessibili hanno infatti come principale obiettivo la continuità del servizio, che necessita del monitoraggio di consumi, disponibilità al funzionamento dei componenti, condizioni ambientali e d’esercizio delle apparecchiature, accesso ai locali da parte del personale o di altre persone. Altrettanto importante è la riduzione al minimo dei tempi di ripristino, senza interventi complessi e onerosi. Questo significa minimizzare le perdite economiche causate da guasti e la durata del periodo in cui l’impianto è esposto a condizioni di rischio, massimizzando la velocità e la semplicità nel ritorno alle normali condizioni di esercizio. Tutte le attività devono svolgersi nel rispetto degli obblighi normativi, in conformità alle regole vigenti ai fini della sicurezza e dell’efficienza energetica. Di conseguenza è necessario controllare le proprie manutenzioni, programmare e registrare gli interventi, monitorare e registrare l’andamento del consumo e operare in condizioni di sicurezza. Massimizzare la durata delle apparecchiature consente di ammortizzare gli investimenti in un più ampio orizzonte temporale, disporre di sistemi caratterizzati da una maggiore aspettativa di vita, riducendo al contempo l’impiego delle risorse impegnate (energia, materie prime, componentistica e ricambi). Il monitoraggio dei consumi energetici anche ai fini della loro ottimizzazione significa infine contenere i costi di produzione e poter confrontare tendenze e andamenti di consumo con i dati storici.
Nell’ambito di un sistema elettrico tendenzialmente sempre più sotto stress, il ruolo dei sistemi di monitoraggio e controllo risulterà centrale per la qualità dei servizi offerti al mercato Massimizzare la durata delle apparecchiature consente di ammortizzare gli investimenti in un più ampio orizzonte temporale, disporre di sistemi caratterizzati da una maggiore aspettativa di vita, riducendo al contempo l’impiego delle risorse impegnate
SMART GRID
Apparecchi industriali: SMART ASSEMBLY BT Comando dell’alimentazione Comando dei carichi Misurazioni Monitoraggio Analisi Alimentazione a commutazione Protezione da cortocircuito Contattore Protezione da sovratensione Variatori di velocità Sistema di raffreddamento Sistema di allarme Inputs sulla disponibilità di energia Inputs su obiettivi di eficienza energetica, legislazione….
Carico
Inputs dai carichi Esigenze dell’utilizzatore Obiettivi economici Obiettivi di continuità di servizio Prescrizioni sulla manutenzione
Schema di comunicazione fra i componenti della cabina e le utenze, attraverso la rete web
Le cabine elettriche “smart” collaborano attivamente alle funzionalità della rete, comunicando dati e informazioni raccolti dai dispositivi per il monitoraggio
Prevenzione del rischio elettromagnetico
elettromagnetiche” è la soluzione che consente di minimizzare il rischio. Si tratta di trasformatori nei quali: - la sorgente emittente è realizzata con materiali ad altissima permeabilità elettromagnetica; - il box di contenimento è caratterizzato da adeguate prestazioni schermanti; - l’accoppiamento tra i componenti è studiato per ridurre l’emissione. La conoscenza della mappatura di emissione dei componenti della cabina consente di dimensionare adeguatamente gli spazi relativi, specie se la cabina è situata dentro un edificio e, in particolare, se nei locali adiacenti si svolgono attività lavorative o con presenza continuativa di persone. In questo caso, infatti, la legislazione impone limiti specifici. Un altro aspetto significativo riguarda la connessione delle linee BT in uscita dal trasformatore: in questo caso, l’attenta disposizione dei cavi con ridotta distanza tra le fasi, oppure l’installazione di un condotto sbarre, permettono di minimizzare le emissioni.
La compatibilità elettromagnetica delle cabine elettriche – intesa come capacità di funzionare senza generare disturbi al funzionamento di altri sistemi e senza nuocere agli esseri viventi - è uno degli aspetti più interessanti affrontati dalla guida, che affronta l’argomento focalizzando l’attenzione soprattutto sulla protezione dai rischi. In generale, infatti, i fenomeni elettromagnetici che si manifestano nelle cabine MT/BT presentano campi di frequenza estremamente basse (ELF: Extra Low Frequency). Sebbene questi ultimi possano perturbare il corpo umano, non è dimostrato che la perturbazione si traduca in un effetto biologico, né che l’effetto biologico comporti necessariamente un danno. In una cabina MT/BT, il trasformatore è la sorgente più critica di emissione elettromagnetica, seguito dalle linee di distribuzione (cavi o condotti sbarre) in bassa tensione. L’emissione massima di campo magnetico del trasformatore e nel suo intorno si ha per la massima corrente che può percorrere gli avvolgimenti. L’impiego di trasformatori cosiddetti “a basse emissioni
l’impiantoelettrico
COMUNICAZIONE
Carico
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ENERGIA
Carico
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PROGETTAZIONE Enrico Novi
Sovratensioni:
la protezione di Data center
e DCS
LE SOLUZIONI ZOTUP PER LA PROTEZIONE DA SOVRATENSIONI GENERATE DA SCARICHE DIRETTE E INDIRETTE E PER L’ATTENUAZIONE DEI DISTURBI ELETTROMAGNETICI IN ALTA FREQUENZA PER CED E DCS
Z
ZOTUP, nata nel 1986, si propone al mercato attraverso la produzione di sistemi qualificati nell’ambito della protezione dai fulmini e della protezione da sovratensioni di apparecchiature elettriche ed elettroniche orgogliosamente Made In Italy. L’attenzione rivolta alle nuove richieste del mercato e la capacità di anticipare esigenze nonché nuove tendenze nel settore dell’elettrotecnica, hanno fatto registrare all’azienda un forte sviluppo, determinando una posizione di primo piano nel mercato nazionale e internazionale. ZOTUP, infatti, in qualità di unico produttore italiano di limitatori di sovratensioni (SPD), si distingue per l’elevato grado d’innovazione, per l’esemplare preparazione tecnologica e per il continuo confronto con progettisti, distributori e con utilizzatori finali. La gamma ZOTUP è protetta da ben quattro brevetti internazionali, è basata su una tecnologia sviluppata in quattro anni e mezzo di ricerca e sviluppo ed è supportata da oltre 330 test in laboratorio.
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La protezione da sovratensioni
ZOTUP ha sempre fatto dell’innovazione tecnologica il fulcro della propria attività di ricerca al fine di garantire non soltanto una protezione estremamente efficace e affidabile contro le scariche atmosferiche dirette, indirette e le sovratensioni da commutazione, ma anche attenuare i disturbi condotti ad alta frequenza, riducendo in modo significativo i malfunzionamenti e i guasti delle apparecchiature elettroniche dovuti alle armoniche associate a tutti i fenomeni impulsivi. Quest’ultima tipologia di disturbi rientra in una specifica normativa che è quella della compatibilità elettromagnetica (EMC). Le sovratensioni di origine atmosferica, così come i disturbi elettromagnetici ad alta
Esempio di protezione di un quadro CED di medie dimensioni con scaricatori ILF 4P 250
frequenza, concorrono in modo importante a generare eventi le cui conclusioni sono spesso “catastrofiche”. Le fulminazioni dirette, infatti, sono le principali sorgenti di effetti distruttivi mentre scariche indirette e disturbi elettromagnetici sono causa di danni di entità estremamente elevata, la cui origine spesso non è facile da indentificare. Quando le apparecchiature da proteggere sono server collocati all’interno di CED, impianti di TLC o DCS per la supervisione e il controllo dei processi industriali dove la continuità di servizio e l’integrità del dato sono elementi fondamentali, la tutela diventa imprescindibile. Analizzando l’entità dei danni dovuti ai fuori servizio di Data Center, infatti, è stata imposta l’adozione di misure di protezione specifiche sempre più importanti. Alla luce di tali problematiche è essenziale inserire in questi impianti dispositivi di protezione preposti non solo alla gestione delle scariche dirette o indirette (SPD di prestazioni elevate), ma è indispensabile inserire anche dei filtri ad ampio spettro in grado di attenuare i disturbi elettromagnetici condotti che, nella definizione più conservativa, coprono un intervallo di frequenza da 150 kHz a 30 MHz. L’offerta di SPD firmati ZOTUP per adempiere a tale compito è estremamente ampia. La famiglia degli Zotupfilter si estende, infatti, dai sistemi monofase fino a quelli trifase. La scelta corretta del tipo di filtro viene effettuata in base alla corrente nominale del carico. Questo dato risulta importante per poter ottenere la massima efficacia del
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Gli scaricatori Zotupfilter ILF 4P 250 400 oltre alla gestione delle scariche dirette o indirette svolgono anche funzione di filtri ad ampio spettro in grado di attenuare i disturbi elettromagnetici
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Esempio di protezione di un quadro CED di grandi dimensioni con scaricatori ILF 4P 400
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PROGETTAZIONE
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Esempio tipico d’installazione in un quadro Control Room CED
filtro EMC, poiché quest’ultimo viene progettato e dimensionato proprio in base alla corrente nominale del carico. Il modello ILF 2P - con corrente nominale a carico 40 A, 63 A e 80 A- e il modello ILF 2P DIN (disponibile anche con contatto di telesegnalazione) - con corrente IL 10 A, 16 A e 25 A - sono tipicamente associati ai sistemi monofase; il modello ILF 4P con corrente nominale a carico di 40 A, 63 A, 80 A, 125 A, 250 A e 400 A, è invece associati ai sistemi trifase con neutro. Nello specifico, gli scaricatori Zotupfilter modello ILF 4P 250 e ILF 4P 400 (cod. 219 374 e cod. 219 344) realizzati per elevate correnti nominali (rispettivamente di 250 e 400 A), sono apparecchiature che assolvono a tutte le funzioni precedentemente indicate. Sono inoltre provati in classe di prova I, II e III secondo la normativa IEC 61643-11 Ed. 1 (2011-03) e tipo T1, T2 e T3 secondo EN 61643-11 (2012-10). Per comprendere l’elevato grado delle prestazioni di queste apparecchiature nei confronti del LEMP (Impulso elettromagnetico del fulmine), dei disturbi elettromagnetici in alta frequenza e di come
brillantemente affrontano e superano le sollecitazioni generate dalla stessa rete di alimentazione (quali le sovratensioni temporanee e gli impulsi di Commutazione) è fondamentale conoscere e valutare i seguenti parametri: • sovratensioni e sovracorrenti di origine atmosferica e da commutazione; • sovratensioni temporanee TOV; • livelli di protezione; • tenuta alla corrente di corto circuito; • capacità d’estinguere autonomamente la corrente seguente Ifi alla tensione Uc; • tempo d’intervento; • attenuazione dei disturbi di modo comune (attenuazione asimmetrica); • attenuazione dei disturbi di modo differenziale (attenuazione simmetrica). L’utilizzo di tali apparecchiature di protezione ZOTUP consente una protezione a 360° dalle interferenze elettromagnetiche, sia ad alto e basso contenuto energetico sia da quelle in alta frequenza presenti sulle nostre reti. Gli Zotupfilter ILF 4P 250 e ILF 4P 400 possono essere anche impiegati brillantemente in sostituzione dei trasformatori di isolamento (quando adottati con la funzione di filtro). Secondo l’inserzione classica, l’introduzione del trasformatore d’isolamento modifica il sistema di distribuzione dell’energia generando a valle un sistema IT che costringe all’adozione di complesse misure per il controllo dell’isolamento. L’adozione degli ILF consente di evitare questa problematica, in quanto il sistema di distribuzione TN non viene modificato. Questa famiglia di scaricatori di sovratensione ZOTUP, confrontata con i trasformatori d’isolamento, consente anche una minor dissipazione di energia con un conseguente risparmio economico. Solitamente, infatti, il rendimento di un trasformatore di isolamento è di circa 96%-97%; mentre i rendimenti degli ILF 4P 250 e 400 si attestano attorno al 99%. Un ulteriore passo in avanti è costituito dal fatto che essi si rendono adatti e idonei alla protezione contro sovratensioni delle apparecchiature elettroniche in categoria I alla prova d’impulsi (secondo IEC 664) e sono certificati con classe di prova III (secondo IEC 61643-11) o tipo 3 (secondo EN 61643-11). Essi sono particolarmente adatti ed efficaci quando vengono installati come protezione locale, cioè dedicati alle singole apparecchiature da proteggere in coordinamento con scaricatori testati per la protezione da scariche dirette e indirette. Tale famiglia è stata inoltre pensata per offrire una soluzione di protezione da scariche indirette e da disturbi ad alta frequenza in modo da offrire una protezione fine, efficace e affidabile. Le costanti di attenuazione simmetriche e asimmetriche offrono un’ampia gamma di frequenza all’interno della quale riescono a garantire ottimi livelli di attenuazione del disturbo. L’ampia gamma di limitatori di sovratensione ZOTUP permette di effettuare in maniera efficace ed efficiente un coordinamento per la protezione da sovratensioni a partire dall’arrivo linea fino alla protezione finale, dedicata alle singole apparecchiature.
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MERCATO Anna Zucchelli
Il futuro dell’energia
e della sostenibilità
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IL GRUPPO DKC HA VOLUTO RACCONTARE CON UN EVENTO GLI OLTRE 20 ANNI DI STORIA E DI CRESCITA DI UNA SQUADRA AFFIATATA CHE HA CONSENTITO DI AFFERMARSI QUALE PLAYER DI RIFERIMENTO NEL SETTORE DELLA PROGETTAZIONE E DELLA PRODUZIONE DI SISTEMI PORTACAVI, NONCHÉ DI SOLUZIONI PER LA PROTEZIONE, TRASMISSIONE, DISTRIBUZIONE E STORAGE DI ENERGIA
I
In oltre 20 anni di attività, DKC ha aumentato lo spazio produttivo e la gamma di soluzioni offerte nell’elettronica di potenza, rimanendo sempre fedele ai valori che l’hanno creata. Fondata nel 1988, oggi l’azienda vanta USD 440 milioni di fatturato consolidato, un organico di oltre 3.700 risorse, 40 stabilimenti e magazzini nel mondo, 22 sedi in 8 nazioni di cui 14 in Italia e USD 90 milioni di investimenti negli ultimi 3 anni. Nuovi prodotti e maggiore servizio sono i punti fondamentali di una politica di sviluppo continuo
che caratterizza il Gruppo. Il recente evento chiamato “Battito”, presentato da Fabio Volo e da Maurizio Melis, è stato voluto dal management per celebrare un percorso che ha fatto dell’evoluzione la sua parola d’ordine, e anche per ringraziare chi, ogni giorno, è parte attiva grazie alla passione e alla professionalità. Rispondono alle nostre domande Luca Minetto, Direttore Marketing DKC e Gian Luca Marchi Boschini, Membro del Consiglio di Amministrazione DKC.
Il palco dell’evento “Battito” per festeggiare gli oltre 20 anni di storia dell’azienda
Luca Minetto, Direttore Marketing di DKC
La linea Net One DKC offre una soluzione basata su un armadio rack indipendente da sistemi di condizionamento aggiuntivi che lo rendono versatile e adatto per differenti soluzioni di installazione, garantendo continuità e sicurezza anche in ambienti gravosi. Sicuro e affidabile è un’ottima soluzione per ridurre i tempi di installazione delle infrastrutture IT
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GianLuca Marchi Boschini, Membro del Consiglio di Amministrazione di DKC
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Con quali azioni concrete avete affrontato questo periodo? «Le linee guida che da sempre governano la gestione di DKC ci hanno permesso di affrontare un momento assolutamente imprevedibile e dirompente negli aspetti lavorativi e personali della vita. Abbiamo puntato sulla nostra capacità organizzativa, abbiamo attuato importanti provvedimenti di sicurezza e una corretta gestione degli spazi, procedendo con la sanificazione costante degli uffici e degli stabilimenti e disponendo le misure di distanziamento necessarie per permettere a tutti i nostri collaboratori di lavorare nella migliore condizione di protezione. In questo modo siamo riusciti a superare l’inevitabile forte disorientamento che il lockdown ha causato in tutti noi, imponendoci anche il blocco delle macchine per alcune settimane. A metà del 2021, possiamo dire con orgoglio che l’impegno, la professionalità e il coraggio dimostrati da tutta la squadra di DKC ci hanno permesso di recuperare l’anno di grande difficoltà e di puntare nuovamente al futuro con lungimiranza: abbiamo addirittura stanziato un budget decisamente ambizioso per integrare nuove figure professionali all’interno del nostro staff».
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MERCATO La linea Combitech DKC è composta di una serie completa di canale e di accessori per la protezione dei cavi. La versatilità è la caratteristica principali che gli permette di essere applicabile in diversi settori tra cui: industriale, commerciale, marino, civile, informatico, agricolo e elettrico
In che modo siete riusciti a stare accanto ai vostri clienti progettisti? «Gli studi di progettazione hanno sempre basato la loro attività su un approccio empirico, con visite sui cantieri, cataloghi da sfogliare, prodotti da vedere e toccare. Ovviamente la pandemia ha modificato questo metodo di lavorare e ha spinto tanto i progettisti quanto le aziende a sviluppare soluzioni digital oriented, in grado di sopperire il più possibile alle carenze di contatto fisico e visivo. Abbiamo quindi potenziato e aggiornato il nostro sistema di newsletter, abbiamo realizzato focus ad hoc sui nostri prodotti, corredandoli di video, animazioni e di supporti virtuali il più evoluti possibili».
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La linea RamBatt DKC comprende una completa gamma di gruppi statici di continuità - UPS, monofase e trifase caratterizzati da una tecnologia in costante evoluzione; applicabile nelle varie aree dell’informazione, elettromedicale e infrastrutture
Che andamento prevedete per il 2021? «Il bilancio del primo trimestre attesta un andamento in linea con gli obiettivi che ci siamo preposti e un fatturato rassicurante. Merito sicuramente anche delle ultime due acquisizioni di Sati e RGM che hanno portato il loro know how nel Gruppo consentendoci di consolidare ulteriormente la nostra offerta, di presenziare i più importanti mercati internazionali con soluzioni sempre più complete e performanti e di investire in importanti progetti verso la transizione energetica e l’innovazione tecnologica. Il 2021 si prospetta come anno molto intenso, sicuramente condizionato dall’andamento delle materie prime ma sempre indirizzato a obiettivi di crescita su tutte le linee di prodotto». Quali risorse vengono destinate da DKC alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni innovative? «L’innovazione è sicuramente il principale carburante che da sempre sostiene il motore di DKC, e negli ultimi tre anni abbiamo stanziato circa 90 milioni di USD in tecnologie produttive all’avanguardia. Credere nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni avveniristiche è stato fin dagli inizi quanto ci ha permesso di affrontare tutte le sfide di mercato, superando le crisi economiche e posizionandoci quali leader di mercato nel nostro settore. Per questo abbiamo sempre avvallato una importante politica di investimento in ricerca&sviluppo, e l’acquisizione di RGM nel novembre del 2019 ne è stato un importante tassello, che ci ha permesso di fare uno step evolutivo in ambito tecnologico di grande rilevanza». In che modo aiutate gli studi di progettazione a scegliere e a comprendere il valore aggiunto del vostro “ecosistema” (trasporto energia, UPS, armadi rack climatizzati)? «Il valore e le presentazioni che fino a poco fa venivano veicolati dalle visite in azienda o in occasione delle fiere di settore, oggi lo stiamo ripensando e proponendo attraverso lo studio di uno “Stand Virtuale”, un progetto in fase di studio proprio in questi giorni che ci sta dando ottime prospettive. Inoltre, stiamo portando a termine un portale di configuratori per varie linee di prodotto, per poter offrire quei tools ormai indispensabili per i progettisti e i professionisti del settore».
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NORME E LEGGI Micol Consoli
Il rischio elettrico:
cause e soluzioni
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PALAZZOLI HA INTERPELLATO L’AVVOCATO GIULIA BENVENUTI, IN QUALITÀ DI ESPERTA DEL SETTORE E MEMBRO DEL CEI, PER SPIEGARE E RACCONTARE I RISCHI DA ELETTROCUZIONE E DELL’IMPORTANZA DI DOTARE GLI IMPIANTI DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE SICURE, CONFORMI E IDONEE
Nel mondo d’oggi l’elettricità è presente in ogni ambiente, sia domestico sia industriale. Senza la corrente elettrica, ogni attività, produttiva, casalinga e comunicativa verrebbe interrotta. Tutti ormai utilizzano quotidianamente apparecchi elettrici come Pc, cellulari, tablet o la televisione; tuttavia, non tutti sono consapevoli del fatto che l’uso degli apparecchi elettrici esponga al cosiddetto rischio elettrico.
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L’elettrocuzione
«Il rischio elettrico - racconta l’Avvocato Giulia Benvenuti, interpellata da Palazzoli - è costituito, oltreché dal rischio di incendi ed esplosioni, anche e, nella maggior parte dei casi, dal rischio da “scossa elettrica” - o, meglio, elettrocuzione - dovuta al passaggio di corrente nel corpo umano. Inoltre, è da considerare poi la circostanza in cui l’elettricità, di norma, non viene né percepita né vista (tranne in alcuni casi particolari, come nello sviluppo di archi elettrici) e ciò la rende particolarmente temibile. Il rischio elettrico non deve, dunque, essere sottovalutato poiché gli infortuni di natura elettrica costituiscono ancora oggi un fenomeno piuttosto rilevante».
Gli infortuni
L’avvocato Benvenuti continua citando alcuni dati statistici raccolti dall’INAIL, dove emerge che nei Paesi dell’Unione Europea si sono verificati nel 2018 complessivamente: 7.657 infortuni legati all’elettricità e al gas. Nello specifico, in Francia si sono verificati 299 infortuni, in Spagna 271, nel Regno Unito 455, in Danimarca 78, in Ungheria 125. La Germania detiene il record negativo, avendo denunciato più di 3.000 infortuni, seguita dall’Italia con 784 infortuni. I dati raccolti dall’INAIL, pur essendo relativi ai soli infortuni professionali, sono abbastanza rappresentativi dell’andamento generale annuale degli infortuni elettrici in Italia, dove si verificano, di norma, più del doppio degli infortuni rispetto alla media dei Paesi europei. Inoltre, risulta che in Italia gli infortuni causati dall’elettricità con esito mortale abbiano una percentuale molto più alta rispetto a quella corrispondente all’insieme degli infortuni non elettrici. Considerando l’incidenza così numerosa appare legittimo chiedersi quali ne siano le cause.
ROTOR, LA PRESA ANTINFORTUNIO
Per rispondere al bisogno di sicurezza Palazzoli ha realizzato la presa mobile interbloccata ROTOR, l’unica con dispositivo antinfortunio che evita il contatto con parti in tensione e l’innesco di un incendio. Il suo funzionamento è molto semplice; s’inserisce la spina nella presa non alimentata, si ruota l’anello di sicurezza in senso orario e l’interruttore scatta automaticamente. In questo modo si preleva l’energia in totale sicurezza. Per togliere la spina si ruota l’anello di sicurezza in senso antiorario, l’interruttore disalimenta la presa e si estrae la spina in totale sicurezza. Il dispositivo antinfortunio garantisce lo scatto indipendente dell’interruttore, aprendo o chiudendo i contatti in modo automatico e contemporaneo.
ROTOR di Palazzoli e i test di laboratorio sulle prese industriali effettuati dal laboratorio INRIM di Torino
Inquadra il QR code con il tuo dispositivo https://youtu.be/sNnM3YScMI4
Le condanne
Si riscontra - sempre secondo i dati INAIL - che le folgorazioni Ancora troppo frequenti sono le condanne inflitte dai tribunali che si verificano in Italia siano causate soprattutto da: ai datori di lavoro poiché gli stessi non mettono a disposizione • impianti elettrici non a norma; dei propri dipendenti attrezzature conformi alla normativa e • l’utilizzo di componenti di scarsa qualità; adeguate al lavoro da svolgere, oltre a non assicurare la corretta • sovraccarichi di tensione sulle connessioni. formazione. Tale comportamento negligente causa, purtroppo In merito alle connessioni quali prese industriali, multiple, non di rado, infortuni letali. Stante il quadro generale, diventa adattatori e prolunghe, sempre l’INAIL specifica necessario cercare di prevenire o comunque ridurre che tali dispositivi risultano: […] «tra gli infortuni elettrici. Per perseguire tale i punti maggiormente critici ai fini finalità, appaiono fondamentali, come della protezione dagli incendi e dai previsto dalla normativa generale e contatti con le parti in tensione» di settore, le verifiche periodiche La prolunga ROTOR di Palazzoli in quanto generalmente non e le relative certificazioni dello sono dotati di dispositivi stato di ogni elemento, anche in di protezione contro considerazione dei carichi elettrici le “sovracorrenti”; che un impianto deve sopportare. pertanto, la loro Inoltre, al fine di ridurre la componente sicurezza deve essere di rischio risulta essenziale fornire agli garantita principalmente operatori la dotazione di apparecchiature attraverso il corretto uso. elettriche sicure, conformi e idonee.
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Le cause
GUARDA IL VIDEO
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Il grave pericolo dovuto alle prese industriali è stato ampiamente documentato dal laboratorio INRIM di Torino. Infortuni e incendi si manifestano in modo subdolo quando si connettono prese a spine con un guasto a valle
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NORME E LEGGI A cura di Silvia Berri- CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano
L’evoluzione degli impianti utente
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per le comunicazioni LE POSSIBILITÀ E LE ESIGENZE DI COMUNICAZIONE SONO IN RAPIDO DIVENIRE E, DOPO ALCUNI DECENNI IN CUI HANNO INTERESSATO SOPRATTUTTO GLI IMPIANTI AL SERVIZIO DEL TERZIARIO, SONO ORA DI INTERESSE CRESCENTE PER IL COMPARTO RESIDENZIALE
N
Nel 2020 è stata pubblicata la nuova edizione della Guida CEI 306-2 “Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali” dedicata a un contesto impiantistico e tecnologico in rapida evoluzione e di grande interesse. Riportiamo di seguito i principali riferimenti normativi tecnici e legislativi ed esaminiamo i contenuti della nuova guida.
Leggi, norme e guide tecniche Leggi Oltre al più noto DM 37/08, le principali leggi di interesse per gli impianti di comunicazione sono: • DPR 380/01 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”;
• • •
D.Lgs. 1 agosto 2003, n. 259 “Codice delle comunicazioni elettroniche”; Legge 11 novembre 2014, n.164 “Recepimento con conversione del Decreto 133/2014 (Sblocca Italia)”; D.Lgs. 15 febbraio 2016, n. 33 “Attuazione della direttiva 2014/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, recante misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità”.
Norme tecniche di impianto
La serie EN 50173 “Tecnologia dell’informazione - Sistemi di cablaggio strutturato” contiene le prescrizioni generali che si applicano ad un sistema di cablaggio strutturato e definisce: • la struttura e la configurazione dei sistemi di cablaggio strutturato all’interno di vari tipi di locali; • gli elementi funzionali; • le realizzazioni di riferimento; • le classi di prestazione; • le prestazioni che un sistema di cablaggio strutturato deve garantire in funzione di ciascuna classe di prestazione. • La serie EN 50174 “Tecnologia dell’informazione – Installazione del cablaggio” specifica le prescrizioni per l’installazione del cablaggio strutturato e si compone di 3 parti: • EN 50174-1 “Tecnologia dell’informazione – Installazione del cablaggio – Specifiche dell’installazione e assicurazione della qualità”; • EN 50174-2 “Tecnologia dell’informazione – Installazione del cablaggio – Pianificazione e criteri di installazione all’interno degli edifici”; • EN 50174-3 “Tecnologia dell’informazione – Installazione del cablaggio – Pianificazione e criteri di installazione all’esterno degli edifici”.
La Guida CEI 306-2
Scopo della Guida CEI 306-2 “Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali” è fornire le raccomandazioni per la progettazione, la realizzazione e la verifica di impianti di comunicazioni elettroniche (dati, fonia, video) e la relativa infrastruttura fisica multiservizio passiva, a partire dal punto di consegna in unità immobiliari ad uso residenziale in conformità alle norme tecniche applicabili e alle disposizioni legislative correnti. Sono escluse le infrastrutture e gli impianti elettrici: • per i quali il riferimento normativo è costituito dalla Norma CEI 64-8 (Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione) e Guide correlate (ad esempio CEI 64-53); • per l’Automazione integrata dei servizi di edificio, per i quali il riferimento Normativo è costituito dalle Norme della serie CEI EN 50491 e Guida CEI 205-14; • di comunicazione elettronica non pertinenti all’edificio. • La nuova edizione sostituisce completamente le Guide CEI 306-2:2014-02 e CEI 306-22:2015-05 “Disposizioni per l’infrastrutturazione degli edifici con impianti di comunicazione elettronica – Linee guida per l’applicazione della Legge 11 novembre 2014, n. 164”1 il cui contenuto viene interamente recepito all’interno. • Il DPR 380/01 e s.m.i. stabilisce obblighi in termini di: • infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all’edificio; • punto di accesso; • obblighi differenziati per edifici nuovi ed esistenti che operativamente possono essere soddisfatte seguendo le indicazioni della CEI 306-2 in combinazione con la serie CEI 64-100.
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Oltre alla già citata CEI 306-2 “Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali” – che vedremo di seguito nel dettaglio – le principali guide tecniche di impianto in tema di comunicazioni sono le seguenti: • CEI 306-10 “Sistemi di cablaggio strutturato. Guida alla realizzazione e norme tecniche”; • CEI 64-100/1, 2, 3 “Edilizia residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni”; • CEI 306-17 “La casa digitale (digital home)”; • CEI 100-7 “Guida per l’applicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva”; • CEI 100-140 “Guida per la scelta e l’installazione dei sostegni d’antenna per la ricezione televisiva”.
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Guide tecniche di impianto
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NORME E LEGGI TAB. 1 - SPAZIO PER IL TERMINALE DI TESTA (CEI 306-2 in caso di complessità non nota) UI
Spazio (LxPxH)
≤ 12
1 x 0,2 x 0,7 m
> 12
2 x 0,2 x 1,4 m
TAB.2 - SPAZIO PER IL TERMINALE DI TESTA (CEI 64-100/1) Prese
Armadi (1x2x0,7 m)
≤ 40
1
> 40
2
TAB.3 - DIMENSIONI PER OGNI VANO SCALA ≤ 32 UI (CEI 64-100/1 esclusi i contenitori) H (m)
L (m)
P (m)
³ 2,7
1,8
1
1,7 £ H < 2,7
2
2
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TAB. 4 - NUMERO DI TUBI DEI MONTANTI (CEI 64-100/1) Piani
UI/piano
Tubi TV
Tel/dati
2
2o4
3
1
4
2
3
1
4
4
3
2
6
2
3
2
6
4
4
2
8
2
3
2
8
4
4
3
Il DPR codifica anche l’etichetta volontaria di Edificio predisposto per la banda (ultra)larga facendo riferimento esplicito alle indicazioni della CEI 306-2. L’infrastruttura fisica multiservizio (CEI 306-2 art. 3.7) è rappresentata da “adeguati spazi installativi” (vani, tubi, canali, cavedi) idonei ad accogliere le diverse tipologie di impianti di comunicazione elettronica che gli utenti sceglieranno di installare (ad esempio impianto d’antenna centralizzato terrestre e satellitare, impianto telefonico, impianto dati a banda larga e/o ultralarga FTTH, ecc.). Il punto di accesso (CEI 306-2 CEI 64-100/1, 2 e 3) è il punto fisico situato all’interno o all’esterno dell’edificio accessibile alle imprese autorizzate a fornire reti pubbliche di comunicazione che consente la connessione con l’infrastruttura interna all’edificio.
L’accesso può essere: • via radio o cablato; • in sommità o alla base dell’edificio. Il punto di accesso può essere unico o multiplo, ma in ogni caso per svolgere la propria funzione deve obbligatoriamente essere: • collegato ai montanti; • accessibile senza servitù; • tale da consentire manutenzione e futuri ampliamenti. Il punto di accesso dalla sommità dell’edificio si concretizza in: • ancoraggio per l’eventuale antenna; • vie cavi; • spazio per terminale di testa. Lo spazio per il terminale di testa è definito, in modo leggermente diverso dalla Guida CEI 306-2 (tabella 1) e dalla Guida CEI 64-100/1 (tabella 2), in funzione: • del numero di UI; • dell’impianto; • del sistema ricevente. Un punto di accesso alla base dell’edificio deve prevedere, per ogni vano scala (tabella 3), verso il pozzetto in suolo pubblico due tubi DN 63 mm (uno per la rete in rame, l’altro per la rete ottica). Se la distanza del pozzetto in suolo pubblico è elevata, occorre prevedere lungo il percorso un opportuno numero di pozzetti rompitratta (ca 550 x 550 mm). A completamento di ogni punto di accesso deve essere previsto un locale tecnico, uno spazio o un contenitore per la collocazione delle apparecchiature necessarie che, essendo un punto per definizione privo di dimensioni, si suggerisce di definire “volume di accesso”, anche se né la Guida né la disposizione legislativa adottano tale sottigliezza. Questo volume può essere: • interno o esterno; • in alto o in basso. Per garantire la possibilità di manutenzione e futuri ampliamenti, deve garantire l’accesso ad almeno 1 operatore in rame e 2 operatori in fibra ottica: • senza servitù, in parti comuni; • in prossimità dei montanti. Per distribuire i segnali provenienti dal sottosuolo e via radio, occorre prevedere un numero adeguato di tubazioni in relazione al numero di piani dell’edificio e delle unità immobiliari per piano (tabella 4). Per il numero e le dimensioni delle vie cavi, la guida CEI 306-2 rimanda alla guida CEI 64-100/1. Ad ogni piano, occorre prevedere a circa 30 cm dal pavimento o dal soffitto una cassetta di derivazione (tabella 5) per ciascun montante (TV e ICT) a cui attestare i diversi tubi, per effettuare i collegamenti alle singole unità immobiliari. Nota: * CEI 306-2 indica sempre 400 mm x 215 mm x 65 mm, ferma restando la possibilità di contenere in modo agevole e sicuro i cablaggi e le eventuali apparecchiature necessarie una cassetta può essere sostituita da più cassette di dimensioni minori. In ogni unità abitativa i montanti fanno capo al quadro per la distribuzione dei segnali (QDSA2), ovvero del centro stella del sistema
TV 400x215x65 mm
ICT ≤ 2 P e 4 UI
200x150x50 mm*
> 2 P e ≤ 8 UI (≤ 32 UI)
300x180x50 mm*
TAB. 6 - NUMERO MINIMO DI PUNTI PRESA ICT (CEI 64-8)
Considerazioni conclusive
I riferimenti legislativi e normativi tecnici in tema sono diversi, e con immancabili problemi interpretativi. La disponibilità di un’infrastruttura fisica per gli impianti di comunicazione è il primo, ma anche il più determinante elemento che garantisce nel tempo la possibilità di comunicazione. Se da un lato l’aumento di costo legato all’infrastruttura fisica o a un dimensionamento di questa maggiore di quello strettamente necessario nel momento dell’installazione è percentualmente molto basso rispetto al costo totale dell’operazione immobiliare, dall’altro lo stesso costo in un momento successivo potrebbe essere molto maggiore di quello dell’impianto stesso. La Guida CEI 306-2 fornisce raccomandazioni per la progettazione, la realizzazione e la verifica dell’infrastruttura fisica multiservizio passiva in conformità alle norme tecniche applicabili e alle disposizioni legislative correnti. La Guida CEI 306-22 era stata pubblicata a valle della modifica dell’art. 135bis da parte della Legge 164/2014 in luogo di revisionare la 306-2 che vi viene citata. 2 Anche se l’acronimo scelto QDSA sta per Quadro Distribuzione Segnali di Appartamento, e per la verità è un po’ orientato verso una specifica tipologia abitativa, il concetto rappresentato ha una validità generale. 3 Il quadro può essere sostituito anche da una sezione, adeguatamente separata, del quadro elettrico. 4 Anche in questo caso vale quanto riportato nella nota a proposito del QDSA. 1
Superficie UI (m2)
Livelli 1-2
Livello 3
< 50
1
1
50-100
2
3
> 100
3
4
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TAB. 5 - CARATTERISTICHE DELLE CASSETTE DI DERIVAZIONE DEI MONTANTI (CEI 64-100/1)
vicinanze, deve essere installata la scatola di terminazione ottica di appartamento (STOA4). La Guida CEI 64-100/2 non stabilisce un numero minimo di punti presa all’interno dell’unità abitativa, cosa che invece fa la Norma CEI 64-8 in funzione del livello dell’impianto e delle dimensioni (1 punto TV per locale e punti ICT come da tabella 6).
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gerarchicamente inferiore del cablaggio strutturato per accogliere: • le terminazioni delle linee per la distribuzione dei segnali televisivi e di rete ITC; • gli apparati attivi (router, switch, ecc.). Le dimensioni minime suggerite dalla Guida CEI 306-2 per il QDSA sono 30 x 10 x 50 cm (L x P x H) se in unica soluzione. Se il quadro dei segnali e quello elettrico sono separati3, occorre comunque realizzare un collegamento tra i due, per consentire l’alimentazione elettrica degli apparati attivi e l’accesso alla rete di telecomunicazioni per gli apparecchi elettrici per eventuali controlli remoti o allarmi. Il quadro deve essere collegato alla scatola di derivazione di piano del montante tramite almeno un tubo ø 32 mm (oppure due tubi da 25 mm) di colore verde. Nel quadro per la distribuzione dei segnali, o nelle immediate
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NORME E LEGGI A cura del CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano
E-Mobility:
due corsi di formazione e un nuovo tavolo di confronto CEI
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l’impiantoelettrico
L’ARTICOLO DELINEA IL QUADRO LEGISLATIVO E NORMATIVO VIGENTE PER PROGETTARE E REALIZZARE IN SICUREZZA GLI IMPIANTI PER LA RICARICA DEI VEICOLI ELETTRICI
La mobilità elettrica rappresenta già oggi una realtà per quanto riguarda i mezzi di trasporto su rotaia, mentre muove i suoi primi passi verso un inevitabile futuro nel campo dei veicoli elettrici e ibridi plug in a batteria, che risultano più efficienti e rispettosi dell’ambiente rispetto ai veicoli diesel e benzina, in particolare in ambito urbano. Nel recente rapporto dell’International Energy Agency (IEA) in tema di Electric and Plug‐In Hybrid Vehicles Roadmap viene descritto come lo sviluppo massivo dei veicoli elettrici ed ibridi potrà ridurre la dipendenza dal petrolio e le emissioni di anidride carbonica CO2 nell’atmosfera nel periodo 2030‐2050. La diffusione dei veicoli elettrici e ibridi plug‐in riguarderà non solo il numero degli esemplari realizzati, ma anche la varietà dei modelli e delle tecnologie utilizzate sia per le batterie che per le colonnine di ricarica standard, rapide e ultrarapide. Si stima che entro il 2025 saranno installati in Italia oltre 100.000
infrastrutture di ricarica dei veicoli elettici ed ibridi plug in. Per i progettisti di impianti elettrici e per gli operatori del settore automotive diviene quindi obbligatoria la conoscenza del quadro legislativo e normativo vigente per progettare e realizzare in sicurezza gli impianti elettrici per la ricarica dei veicoli elettrici; si deve pensare che la tensione delle batterie in DC assume ormai valori di parecchie centinaia di Volt e il rischio di shock elettrici, ustioni ed archi elettrici non è trascurabile.
Il Corso CEI E-Mobility
Il Corso CEI E-Mobility “Alimentazione dei veicoli elettrici secondo la Norma 64-8 sezione 722” illustra le leggi e le norme in ambito elettrico, ma soprattutto una metodologia per individuare il percorso normativo-legislativo corretto. Obiettivo del corso è arricchire la cultura della sicurezza dei progettisti di impianti elettrici, dei professionisti addetti alle
Il Corso CEI 11-27 Veicoli “Criteri di sicurezza per manutenzione e riparazione di Veicoli Elettrici e Ibridi. Qualifiche PES-PAV” offre un percorso formativo dedicato al personale che svolge i lavori elettrici correlati alla manutenzione e alla riparazione dei veicoli elettrici ed ibridi. La manutenzione e riparazione dei veicoli elettrici e ibridi rientra per sua natura tra i lavori elettrici, così come sono definiti dalla Norma CEI 11‐27 IV edizione e pertanto, in assenza di norme specifiche del settore automotive, per tutelare i lavoratori contro l’esposizione al rischio elettrico si deve fare riferimento alle procedure di lavoro prescritte dalla suddetta Norma CEI 11-27, che consistono essenzialmente nell’utilizzo corretto di idonei DPI (dispositivi di protezione individuali), di attrezzi isolati e di apposita strumentazione di misura dei parametri elettrici. I temi trattati durante il corso riguardano le conoscenze di base e i principali aspetti tecnici relativi alle batterie, alle apparecchiature ed equipaggiamenti elettrici, con particolare riguardo alla formazione del personale in tema di sicurezza elettrica durante i lavori di manutenzione e riparazione dei veicoli elettrici e ibridi. L’obiettivo del corso è di arricchire la cultura della sicurezza del personale tecnico addetto, di fornire gli elementi di completamento alla preparazione del personale preposto alla conduzione e all’esecuzione in sicurezza dei lavori elettrici e dei lavori non elettrici, con particolare attenzione all’apprendimento delle conoscenze teoriche e delle modalità di organizzazione e conduzione dei lavori, corredate da esempi descrittivi e pratici riconducibili a situazioni impiantistiche reali su un veicolo
Per far fronte sempre di più alle esigenze dei propri stakeholders, il CEI ha recentemente istituito una nuova modalità di collaborazione tra esperti, che si va ad affiancare ai Comitati e SottoComitati Tecnici CEI: il Tavolo di Confronto (TdC). In un’ottica di sistema, il Tavolo di Confronto CEI ha lo scopo di facilitare lo scambio di informazioni tra i diversi soggetti al fine di identificare le esigenze di standardizzazione di uno specifico settore. Il TdC – che non ha compiti di sviluppo normativo – avrà un collegamento diretto con i Comitati Tecnici preposti allo sviluppo delle norme, gli Enti di normazione internazionali (IEC e CENELEC), le Istituzioni e le principali Associazioni del settore. Al Tavolo partecipano esperti designati dai Soci CEI, rappresentanti dei diversi Comitati Tecnici, delle Istituzioni e delle Associazioni. Il primo Tavolo di Confronto creato all’interno del CEI è il TdC “E-Mobility” che avrà l’obiettivo di coordinare i diversi attori intorno al tema della mobilità elettrica al fine di identificare le diverse necessità in chiave normativa. In particolare, il Tavolo è collegato ai seguenti Comitati Tecnici CEI: CT 312 “Componenti e sistemi elettrici ed elettronici per veicoli elettrici e/o ibridi per la trazione elettrica stradale”; CT 2 “Macchine rotanti”; CT 13 “Misura e controllo dell’energia elettrica”; CT 20 “Cavi elettrici”; CT 21/35 “Accumulatori a pile”; CT 23 “Apparecchiatura a bassa tensione”; CT 69 “Macchine elettriche dei veicoli stradali elettrici”; CT 105 “Celle a combustibile”; CT 111 “Aspetti ambientali di prodotti elettrici ed elettronici”; CT 316 “Regole di connessione alle reti”. Il TdC CEI “E-Mobility” garantirà inoltre il collegamento con il network di AVERE (https://www.avere.org/), l’Associazione europea per l’elettromobilità, organizzata in 16 Sezioni Nazionali con oltre 1.000 operatori industriali e istituzionali. Per qualsiasi informazione contattare: DT@ceinorme.it
elettrico o ibrido dimostrativo. Il corso, della durata di due giornate, è rivolto ai tecnici della manutenzione e riparazione, ai professionisti, agli agenti di vendita, ai periti assicurativi, alle carrozzerie, alle officine meccaniche per autoriparazioni, agli elettrauto, ai concessionari, agli operatori del soccorso stradale, ai Vigili del Fuoco e più in generale agli operatori del settore veicoli elettrici e ibridi. La prossima edizione si terrà il 28-29 giugno in diretta streaming. Per maggiori informazioni, e scoprire tutte le edizioni del corso, è possibile visitare la piattaforma “MyCorsi” (mycorsi.ceinorme.it) o digitare direttamente il seguente link: https://mycorsi.ceinorme.it/corso/265.
Per informazioni: formazione@ceinorme.it – 02.21006.280-281-286
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Il corso CEI 11-27 veicoli
IL TAVOLO DI CONFRONTO CEI “E-MOBILITY”
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verifiche ai sensi del DPR 462/01, dei tecnici e Vigili del Fuoco che si occupano di prevenzione incendi, degli operatori del settore automotive e dei servizi di soccorso stradale, dei periti assicurativi ed infine ma non per questo meno importanti, dei rivenditori di sistemi di ricarica per veicoli elettrici (Norma CEI 64-8 sez. 722). I temi trattati durante il corso riguardano anche le conoscenze di base e i principali aspetti tecnici relativi ai veicoli elettrici ed ibridi, ad esclusione della formazione del personale che svolge i lavori elettrici correlati alla manutenzione e alla riparazione dei veicoli stessi, cui è dedicato un apposito corso: il Corso CEI 11-27 Veicoli. Il corso CEI E-Mobility ha la durata di un’intera giornata; rilascia 8 crediti CFP per i Periti industriali e sono stati richiesti anche i crediti per ingegneri. Tutti i partecipanti riceveranno l’attestato di partecipazione e il materiale didattico del corso. La prossima edizione si terrà il 24 giugno in diretta streaming. Per maggiori informazioni, e scoprire tutte le edizioni del corso, è possibile visitare la piattaforma “MyCorsi” (mycorsi.ceinorme.it) o digitare direttamente il seguente link: https://mycorsi.ceinorme.it/corso/440.
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QUESITI DEI LETTORI
SCRIVETE ALLA REDAZIONE
Angelo Baggini
Avete dei quesiti sulla tecnica e sulla normativa degli impianti elettrici da sottoporre alla Redazione? Scriveteci all’indirizzo
impianto.elettrico@tecnichenuove.com
La disciplina per l’efficienza energetica degli edifici
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Gli edifici industriali, artigianali e rurali, in quanto espressamente esclusi dall’ambito di applicazione della disciplina per l’efficienza energetica degli edifici (punto 3,2, lettere a) e b) del decreto 18546/2019), sono anche esclusi dagli obblighi di cui all’allegato 3 del d.lgs. 28/2011, relativo agli obblighi di copertura di parte del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili? O.P. - Milano È un dubbio abbastanza ricorrente chiarito recentemente anche in una nota della Regione Lombardia alla C.R.O.I.L. Consulta Regionale Ordine degli Ingegneri della Lombardia, che tanto vale riprendere. Innanzitutto occorre osservare che: • il decreto 18546/2019, nel citare le suddette esclusioni, specifica le condizioni di esclusione dall’ambito di applicazione del medesimo decreto, riconducendole alla climatizzazione per esigenze del processo produttivo o all’utilizzo di reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili o alla mancanza di impianti di climatizzazione; • l’art. 11, comma 1, del d.lgs. 28/2011, prevede l’obbligo di copertura di parte del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, indicato nell’allegato 3 del decreto medesimo, per “I progetti di edifici di nuova costruzione ed i progetti di ristrutturazioni rilevanti degli edifici esistenti”, senza introdurre distinzione in base alla loro destinazione d’uso; • l’allegato 3 al d.lgs. 28/2011 precisa ai commi 1 e 2 l’obbligo di copertura di parte dei consumi energetici previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento; al comma 3, invece, viene disposto l’obbligo di installare un impianto per la produzione di energia elettrica in relazione alla superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata in m2 .
Ne derivano le seguenti considerazioni: • il decreto 18546/2019, in analogia con il d.lgs. 192/2005 ed i decreti ministeriali del 26.6.2015, disciplina i requisiti del sistema “edificio-impianto”, al fine di assicurare la disponibilità dei servizi necessari per il comfort delle persone (acqua calda sanitaria, climatizzazione, illuminazione e ascensori) restando al di sotto di determinate soglie di fabbisogno energetico; • gli edifici che sono climatizzati per esigenze del processo produttivo (e non del comfort delle persone), che utilizzano reflui energetici non altrimenti utilizzabili (per i quali, quindi, non si pone la necessità di ridurre il loro uso) o che sono privi di impianti di climatizzazione, non debbono essere assoggettati ai requisiti previsti dal decreto 18546/2019 dal momento che viene meno la necessità di assicurare i servizi di cui alla lettera a), entro determinate soglie di fabbisogno energetico; • negli edifici che, per la loro destinazione d’uso, non necessitano di acqua calda
sanitaria, riscaldamento e raffrescamento per il comfort delle persone, non è necessario produrre energia da fonti rinnovabili per rispettare gli obblighi di copertura di cui all’allegato 3, commi 1 e 2, del d.lgs. 28/2011; tuttavia, l’obbligo di cui al comma 3 dello stesso allegato non è in funzione dello specifico fabbisogno di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento ma è commisurato solo alla “superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno”. Per questi motivi, la Regione Lombardia ritiene che l’obbligo di installare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, prevista dal d.lgs. 28/2011 non debba essere ricondotta ai soli casi a cui si applicano le norme che derivano dal d.lgs. 192/2005 ma che occorra assicurare (per gli edifici di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione rilevante) l’installazione di una potenza elettrica commisurata alla superficie in pianta dell’edificio (come indicato dal suddetto comma 3), a prescindere dal fabbisogno energetico dell’edificio stesso.
Le norme che tutelano i cittadini dell’aggressione da rumore sono numerose e complesse, in ogni caso la struttura normativa fa riferimento in particolare all’art. 844 del codice civile ed all’articolo 659 del codice penale che prevede anche il reato di “disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone” (punito con l’arresto fino a tre mesi o con un’ammenda). Gli impianti di allarme intrusione vengono normalmente dotati di “sirene”. Per evitare di incorrere in reati per disturbo è necessario che i segnalatori acustici (sirene) siano costruiti conformemente alle norme CEI e quindi siano dotati degli accorgimenti
impianto ad un centro di pronto intervento autorizzato e di aver sottoscritto un contratto di manutenzione. Le precauzioni idonee per bloccare l’emissione sonora disturbante potrebbe essere ad per esempio lasciare in evidenza il proprio recapito o un recapito di un fiduciario in grado di intervenire tempestivamente.
La tensione induttiva del collegamento dell’SPD Dove posso trovare una formula per calcolare la tensione induttiva del collegamento dell’SPD? E.F. - Trapani Bella domanda. La caduta di tensione induttiva per unità di lunghezza del collegamento dell’SPD non si riesce a stimare semplicemente, ma la norma CEI 81-10/4 assume: – UΔ= 1 kV/m per i collegamenti di SPD destinati a scaricare corrente di fulmine; – UΔ= 0 nel caso di SPD che scaricano correnti generate da tensioni indotte.
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In qualità di progettista dell’impianto elettrico come posso cautelarmi per evitare possibili problemi di disturbo dovuti alla sirena dell’impianto antintrusione che devo comprendere nell’impianto di un appartamento? R.H. - Bologna
elettronici che, in caso di mal funzionamento dell’impianto, bloccano l’emissione sonora. Nella prospettiva del progettista dell’impianto la risposta dovrebbe esaurirsi qui Ciò nonostante, se un proprietario viene accusato di aver molestato, con il suo impianto, il riposo del vicinato, egli deve dimostrare all’autorità giudiziaria di aver adottato ogni accorgimento per impedire tale molestia: per incorrere nel reato non è necessario che vi sia intenzionalità da parte del proprietario dell’impianto, ma è sufficiente la presunzione di una condotta negligente (sentenza 11868 del 04.12.1995 Corte Cassazione). Quindi non basta acquistare delle apparecchiature, costruite conformemente alle norme di buona tecnica, ma è necessario che il proprietario di un impianto antiintrusione dimostri di aver adottato precauzioni idonee per bloccare l’emissione sonora disturbante e che dimostri di aver fatto periodicamente controllare e manutenere l’impianto da un’azienda qualificata o meglio di aver provveduto a collegare il suo
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La sirena dell’impianto antintrusione
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SENTENZE A cura dello Studio Legale Avv. Silvia Panzeri - Avv. Silvia Ventarola
Videosorveglianza in condominio: quando le riprese sono utilizzabili? Nel caso in esame la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21027 del 2020, è tornata a esprimersi sul controverso tema delle videoregistrazioni effettuate da privati e la sua utilizzabilità in un eventuale giudizio penale. Nella fattispecie concreta Tizio ricorreva in Cassazione eccependo in primo luogo l’inutilizzabilità delle riprese video effettuate in quanto svolte in dimora privata. Infatti la telecamera installata
riprendeva costantemente parte del lastrico solare e del giardino di sua pertinenza esclusiva, motivo per il quale le riprese sarebbero state effettuate in violazione dell’art 14 cost (inviolabilità del domicilio) e dell’art 615 –bis. cod.pen. La Corte di Cassazione, rigettava tale eccezione. Riteneva infatti che tali riprese, seppur eseguite da telecamere installate da privati, per mere esigenze di sicurezza, riprendevano al contrario
parti comuni dell’edificio condominiale. Di conseguenza alcuna violazione è stata riscontrata dalla Corte di Cassazione la quale ha ritenute utilizzabili nel giudizio penale le riprese video effettuate. In linea generale si può pertanto ritenere utilizzabili in un giudizio penale le riprese effettuate dalle telecamere condominiali purché si limitino alle parti comuni e non violino la proprietà privata dei soggetti.
Fotovoltaico
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e limiti del controllo da parte del GSE
Il TAR del Lazio, con la recente sentenza n. 2888/2021, ha precisato i limiti di verifica e di controllo attribuiti al Gestore dei Servizi Energetici dichiarando pertanto illegittimo un provvedimento con il quale il Gestore aveva disposto la decadenza degli incentivi per un impianto fotovoltaico realizzato su un terreno di proprietà della pubblica amministrazione. Ha affermato infatti che: “è esclusa la sindacabilità o il potere di disapplicazione da parte del GSE degli atti e provvedimenti adottati da altre amministrazioni, in particolare dagli enti locali; in tale ambito il controllo operato dal GSE possiede dunque solo carattere formale, limitato all’accertamento della sussistenza del titolo, non potendosi spingere sino alla verifica della legittimità dello stesso a pena di stravolgimento del riparto di competenze fissato dal legislatore”. Per meglio comprendere il Comune Alfa aveva acquistato dei terreni sul quale, in seguito aveva costituito un diritto di superficie con la società Beta, la quale fu autorizzata dal comune ad utilizzare detti terreni per l’installazione di un impianto fotovoltaico. La società Beta pertanto, chiedeva al GSE il riconoscimento delle tariffe incentivanti cui al DM 5 maggio 2011 essendo l’impianto costruito su aree di proprietà della pubblica amministrazione. Tuttavia il GSE ritenne il carattere elusivo degli atti posti in essere tra il Comune e Beta costituiti
con l’unico intento di accedere alle tariffe incentivanti, cosa che non sarebbe stata consentita alla società Beta senza la fattuale interposizione del Comune. Infatti, secondo quanto previsto dal provvedimento del GSE, nel caso concreto lo scopo delle parti non era quello di concretizzare un interesse pubblico in termini di efficientamento energetico e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico con conseguente riduzione della spesa, motivo per il quale il DM 5 maggio 2011 prevede degli incentivi e procedure agevolate. Tuttavia investito della vicenda il TAR dichiarò illegittimo tale provvedimento in quanto compito del Gestore è limitarsi alla sola verifica dell’esistenza dei requisiti formali per l’accesso agli incentivi e non può spingersi a sindacare sulla legittimità del titolo che attribuisce alle parti il diritto a tali agevolazioni.
PUBBLIREDAZIONALE
Sicuri, affidabili e a prova di futuro Siemens presenta i nuovi interruttori aperti 3WA Ciclo vita digitale end-to-end Per un’ingegnerizzazione semplice e priva di errori, i dati CAx possono essere usati per realizzare i cosiddetti gemelli digitali degli interruttori aperti 3WA. L’intuitivo software “powerconfig” si usa per la parametrizzazione. Proprio come la app associata, il software “powerconfig” consente il monitoraggio da remoto dei contatti di stato e dei sensori di tutti gli interruttori per una rilevazione guasti precoce. La comunicazione integrata e le funzioni di misura raccolgono i dati energetici e li trasferiscono alle piattaforme di automazione di gestione dell’energia basate su cloud oltre che ai sistemi di media tensione. La funzionalità Switched Ethernet rende possibile l’uso di protocolli di comunicazione multipli quali Profinet e Modbus TCP allo stesso tempo, consentendo così agli utenti di trarre benefici dal trasferimento dati rapido e potente. È inoltre possibile impiegare sull’interruttore due interfacce di comunicazione Profinet e Modbus TCP COM190 contemporaneamente. Gli interruttori aperti 3WA sono disponibili in tre grandezze costruttive con correnti nominali dai 630 ai 6.300 A per le applicazioni AC con poteri di interruzione Icu da 55 kA a 150 kA a 500 V AC. Sono disponibili per applicazioni DC, in una grandezza, con correnti nominali di 1.000, 2.000 e 4.000 A. Grazie al design modulare degli accessori e alle nuove funzioni digitali è possibile adattare le funzionalità in modo semplice. La lunga durata e i bassi requisiti di manutenzione completano il quadro per offrire un‘affidabilità a lungo termine.
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logici, integrare nuove funzionalità all’interno delle unità elettroniche trip unit ETU600 installate negli interruttori aperti 3WA è semplice utilizzando il software di messa in servizio Sentron “powerconfig” e la porta di comunicazione USB-C o l’interfaccia Bluetooth o l’interfaccia di comunicazione COM190 Profinet/Modbus TCP. Tutto ciò è possibile grazie al doppio processore dello sganciatore elettronico ETU600. Un processore è dedicato alle applicazioni, per poter ampliare le funzioni di protezione avanzate e le misure PMF (Power Metering Functions). L’altro processore di protezione è progettato per la sicurezza ed è dedicato alle funzioni di protezione di base che non devono essere modificabili. Le funzionalità sono disponibili online e costantemente ampliate da Siemens. Un’ulteriore garanzia a protezione dell’investimento per gli utenti.
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Con la nuova serie 3WA, Siemens aggiorna il portfolio di interrutori aperti Sentron. Componenti fondamentali dei quadri elettrici di bassa tensione, questi dispositivi proteggono in modo affidabile le installazioni elettriche all’interno di edifici, infrastrutture e siti industriali da possibili guasti causati da cortocircuiti, sovraccarichi o guasti a terra. Al tempo stesso, i nuovi interruttori aperti 3WA soddisfano tutti i requisiti richiesti nell’ambito della distribuzione di energia in bassa tensione negli ambienti digitali. Supportano pianificazione e ingegneria basata su software, test e monitoraggio digitali e la completa integrazione nei sistemi IoT e di automazione. Per la prima volta, gli aggiornamenti si potranno eseguire al 100% in modo digitale. Gli utenti potranno scaricare le nuove funzionalità da Internet e integrarle attraverso l’uso di una app. Qualora ci siano dei cambiamenti in termini di requisiti tecno-
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MERCATO Cesare Banto
Osservatorio SAIE
Segnali positivi per il settore delle costruzioni EFFETTO RIPARTENZA: AUMENTA LA FIDUCIA DELLA FILIERA EDILE E IMPRESE DI PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE E SERVIZI PER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI SI ASPETTANO UN 2021 DI CRESCITA E PUNTANO SU RIFORMA DELLA BUROCRAZIA E INCENTIVI PER ACCELERARE
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Dopo un anno complesso, che aveva determinato un calo delle performance di 8 aziende su 10, diversi settori della filiera edile proseguono lungo la strada della ripartenza e guardano ai prossimi mesi con grande fiducia. Dall’Osservatorio SAIE, realizzato da Senaf su un panel di aziende di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni in occasione di SAIE Bari (dal 7 al 9 ottobre 2021 presso la Nuova Fiera del Levante), emerge un comparto che nutre forti aspettative per il futuro, tendenzialmente soddisfatto del presente e con le idee chiare sulle criticità e sulle soluzioni da adottare. Tra queste, una spinta potrebbe arrivare dagli incentivi, come il Bonus ristrutturazione e l’Ecobonus, che già rappresentano una certezza, e dal Superbonus 110%, i cui effetti iniziano a vedersi.
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Le aspettative sul fatturato
Partiamo dalle aspettative sul fatturato. Il dato lascia ben sperare: 2 aziende su 3 (66%) sono sicure di chiudere il 2021 con una crescita. Tra questi sono molti (il 32% del totale) a prevedere un aumento del giro d’affari compreso tra il +5% e il +25%. Solo un’azienda su dieci circa (12%) crede che il proprio fatturato subirà un calo, mentre per il 22% rimarrà stabile. Ma come sono andate le cose nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2020? Anche stavolta i numeri sono positivi: per il 57% delle imprese i ricavi sono aumentati, per il 24% sono rimasti stabili e per il 19% sono diminuiti. È il segno di una filiera in ripresa, che prova a mettersi alle spalle le difficoltà del 2020. Basti pensare che la precedente
edizione dell’Osservatorio SAIE, aveva registrato un crollo del giro d’affari per il 61% delle aziende rispetto allo stesso periodo del 2019. Inoltre, a conferma della fiducia delle imprese ci sono le aspettative sull’andamento generale del mercato per i prossimi tre anni: ben l’86% prevede una crescita del settore. Alla stessa domanda, nel 2020, aveva risposto così solo il 56%. Aumentano rispetto allo scorso anno, seppur di poco, anche le aziende che prevedono di assumere nuove figure nel prossimo trimestre (55% contro il 53% del 2020). Un altro segnale importante arriva dalla soddisfazione sull’andamento complessivo della propria azienda. Il 66% degli intervistati si dice soddisfatto, il 31% lo è mediamente, mentre solo il 3% non lo è affatto.
Quasi nove aziende su dieci (86%) ritengono, inoltre, di avere un portafoglio ordini adeguato a sostenere finanziariamente l’impresa (contro il 74% del 2020). Ma quali sono i fattori critici che frenano il settore? In cima c’è sempre la burocrazia/tempi giudiziari in caso di controversia (elemento “abbastanza” o “molto critico” per il 75% del campione), l’incertezza normativa (56%), gli aspetti fiscali (48%), e il costo della forza lavoro (32%). Non a caso, per rilanciare il settore, le imprese guardano soprattutto alla riforma della burocrazia/sburocratizzazione (66%), agli incentivi governativi (54%), allo sblocco dei cantieri (50%), all’abbassamento del cuneo fiscale (33%) e ad un piano di investimenti per l’edilizia pubblica (18%).
50%” per il 2%. Cosa disinnesca il potenziale del Superbonus 110% nella visione delle imprese? Soprattutto alcuni aspetti: l’iter burocratico, che non soddisfa il 77% degli intervistati, la chiarezza della norma (55%), la scadenza del bonus prevista a giugno 2022 (53%) e i requisiti di accesso (48%). Quindi cosa manca alla norma per produrre tutti gli effetti positivi? Per il 49% occorre ridurre la burocrazia/documentazione richiesta, per il 38% maggiore chiarezza/trasparenza, per il 26% prolungare la durata temporale del bonus, per il 19% dovrebbe avere vincoli meno restrittivi per l’accesso, per il 14% bisogna allargarlo ad altri tipi di interventi. Tra i trend più importanti del costruire ci sono poi sicuramente l’attenzione alla sostenibilità e la digitalizzazione. L’aspetto su cui gli imprenditori stanno investendo maggiormente è l’attenzione all’inquinamento e all’impatto ambientale (54%), seguito dall’ecosostenibilità dei prodotti (44%) e dalla riduzione dei consumi (43%). Sono tante, inoltre, le imprese che ritengono di aver intrapreso un percorso di trasformazione digitale negli ultimi anni, specialmente quelle più grandi. Lo hanno fatto “molto o abbastanza” quasi 8 aziende su 10 (78%) tra quelle con un organico “superiore a 250 addetti”, il 75% delle aziende con un numero di dipendenti “compreso tra 50 e 249” e il 37% sia di quelle che contano “da 10 a 49 addetti” che “fino a 9 addetti”. Il 61% delle imprese prevede poi di investire in ricerca e innovazione “meno del 10%” del fatturato, il 18% “tra 11% e 20%”, il 3% “tra 21% e 30%”, il 2% “oltre il 30%”, con un 16% che non prevede alcun investimento. Trasformazione digitale ed innovazione nell’edilizia fanno rima con BIM (Building Information Modeling). Come lo giudicano le imprese? Il 34% lo conosce e lo ritiene molto utile, il 30% lo conosce ma ancora non l’ha implementato, mentre il 36% non lo conosce.
Il capitolo incentivi
Gli incentivi meritano un capitolo a parte: il più utile secondo le imprese è il Bonus ristrutturazione (giudicato positivamente dal 63%), seguito dall’Ecobonus (62%), dal Superbonus 110% (59%) e dal Sismabonus (56%). Che peso potrebbe avere il Superbonus 110% sul fatturato 2021? Le aspettative sono: “meno del 10%” per il 57% del campione, “tra il 10% e il 25%” per il 38%, “tra il 25% e il 50%” per il 4% e “oltre il
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Proprio il rapporto con la Pubblica Amministrazione presenta alcuni aspetti critici: innanzitutto l’iter burocratico (ritenuto “abbastanza” o “molto critico” dal 59%), seguito dall’accesso ai bandi (42%) e dagli investimenti pubblici (32%).
Chiudiamo con la vocazione all’export. A esportare sono il 54% delle aziende – principalmente nel resto dell’Unione Europea (68%), in paesi europei extra UE (22%), in Medio Oriente (12%), Asia e Nord America (entrambe 10%) - con il 6% che fattura all’estero oltre il 70% dei propri ricavi. I temi più salienti dell’edilizia e dell’ambiente costruito saranno protagonisti di SAIE Bari 2021. La fiera delle costruzioni, che torna nel capoluogo pugliese dopo il successo dell’edizione 2019, sarà l’occasione ideale per approfondire i macrotrend del settore, oltre che un’importante opportunità di business e networking. Al centro, i tre pilastri del costruire - progettazione, edilizia, impianti – che animeranno il format unico di SAIE, pensato per unire la parte espositiva con un ricco programma di convegni e workshop. Fiore all’occhiello della manifestazione, le iniziative speciali, che mostreranno le eccellenze del “saper fare” italiano attraverso il racconto di progetti di successo e soluzioni innovative.
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L’export
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VETRINA Alessandra Lanzini
Phoenix Contact
Connettori per sistemi di accumulo di energia Con i connettori a innesto per Energy Storage, Phoenix Contact offre una tecnologia di connessione sicura e che consente risparmio di tempo per i sistemi di stoccaggio dell’energia. La gamma include connettori per il collegamento di barre collettrici e connettori monopolari per batteria, per applicazioni fino a 1.500 volt. I connettori della serie BBC per il collegamento su barra collettrice facilitano l’installazione di sistemi plug-in, sul lato posteriore, nei sistemi di accumulo di energia, eliminando la necessità di cablaggio, mentre i connettori della serie BPC, protetti contro l’inversione di polarità, si inseriscono sul lato frontale del modulo. La struttura modulare consente diverse intensità di corrente e quindi una vasta gamma di applicazioni. Per il lato batteria, sono disponibili connettori per cavi e connettori da pannello con diverse tecniche di connessione.
Steab
Scatola di connessione IP68 L’ampia famiglia di connettori IP68 di Steab include anche il Paguro della serie Maxi denominato Paguro 5652. Si tratta di una vera e propria scatola di connessione le cui dimensioni interne (90 x 90 x 30 mm circa) sono adatte a una molteplicità di utilizzi e versatilità negli usi; infatti, è possibile alloggiare diversi tipi di connettori permettendo la giunzione di cavi fino a 22 mm di diametro esterno. Steab può anche fornire una morsettiera dedicata per connessioni di cavi fino a 5 x 6 mmq, ma spesso la scatola, grazie al gel siliconico contenuto nelle due semi-cocce, viene utilizzata per l’isolamento di schede elettroniche e sensori. Il prodotto, in fase di progettazione, ha raccolto la consolidata esperienza di tutti i connettori della famiglia Paguro portandone l’affidabilità, la facilità di utilizzo e la versatilità anche in applicazioni diverse dalla classica giunzione elettrica.
https://www.elettronews.com/38577
https://www.elettronews.com/59392
Chint
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Interruttori magnetotermici e relè passo passo Chint propone diverse tipologie di protezione per gli uffici e gli ambienti dotati di postazioni di lavoro: - interruttori magnetotermici DZ158 e NB1, per la protezione del quadro generale e sottoquadri; - interruttori magnetotermici differenziali NB1L1 in Classe A, per la protezione di prese, UPS, postazioni PC, CED, sistemi di illuminazione e condizionamento; - relè passo passo NJMC1 e contattori modulari NCH8 e NCH8M, per il controllo dell’illuminazione. Gli interruttori magnetotermici DZ158 e NB1 presentano portate, rispettivamente, fino a 125A e 63A e sono disponibili nelle configurazioni da 1 a 4 poli, in curva C (serie DZ158) e B, C, D (serie NB1). Tali dispositivi sono in grado di gestire correnti elevate, risultano pertanto particolarmente idonei all’applicazione all’interno di quadri generali e sottoquadri.
https://www.elettronews.com/58709
Vimar
Soluzioni smart per il controllo accessi Ideali per le piccole e medie strutture ricettive come agriturismi o B&B, le novità smart Vimar per il controllo accessi comprendono due dispositivi: un lettore fuori porta NFC/RFID che visualizza lo stato della camera e permette l’accesso solo alle persone autorizzate – e una tasca NFC/RFID da interno che riconosce la smart card e abilita l’energia di camera. Nella modalità smart, aggiungendo il gateway IoT Bluetooth WiFi, il sistema diventa connesso, consentendo tramite App View l’apertura del varco da remoto, la supervisione della presenza in camera, il dialogo con altri dispositivi connessi per il controllo delle luci, l’azionamento delle eventuali tapparelle e la regolazione automatica della temperatura nella stanza, oltre alla creazione di scenari personalizzati. Nella versione stand alone, attraverso l’app View Wireless, l’installatore procede alla messa in funzione del sistema. Per maggiori informazioni: www.vimar.com.
https://www.elettronews.com/80821
Riello UPS, brand del gruppo Riello Elettronica, amplia la famiglia di UPS modulari Multi Power (MPW-MPX), con il nuovo Combo Cabinet da 75 kW (MPX 75 CBC). Questo modello Multi Power, che può ospitare tre moduli da 15 kW o 25 kW (i moduli devono essere della stessa potenza), è la soluzione ideale per applicazioni IoT ed Edge computing, ove il carico non è eccessivamente elevato, ma sono richiesti ingombri ridotti, massima densità di potenza, ridondanza e autonomia. L’ultima combinazione di cabinet è stata creata come la soluzione modulare ideale per tutte le applicazioni di piccola-media potenza, ove i costi di capitale (CapEx) influenzano in maggior misura la scelta tra UPS modulari o monolitici. Questa soluzione garantisce ridondanza dell’UPS (MPX 75 CBC è ottimizzato per sistemi ridondanti 1+1 o 2+1) e autonomia di batteria, in ingombri estremamente ridotti.
https://www.elettronews.com/36208
Gewiss
Apparecchi a Led per terziario e industria Elia (Easy Light & Installation Application), la linea di apparecchi a Led di Gewiss pensati per le strutture terziarie, manifatturiere e logistiche, si completa di due nuove versioni, perfette per illuminare i contesti esterni e in grado di garantire ottimizzazione dei consumi, investimenti contenuti e tempi rapidi di installazione. La gamma completa comprende dieci tipologie di soluzioni adatte ad ogni area di lavoro, che ora prevede due novità, le versioni Bollar Led e Outdoor Led. Elia BL - Bollard Led è un elegante apparecchio in alluminio pressofuso per montaggio a terra, ideale per l’illuminazione architetturale di giardini e luoghi di passaggio. Elia OL - Outdoor Led è realizzato in alluminio pressofuso per montaggio a parete, ideale per l’illuminazione architetturale di interni ed esterni, grazie alla sua linea pura ed essenziale.
https://www.elettronews.com/83039
DKC
Condizionatori per quadri elettrici DKC integra la linea di condizionatori RamKlima per rispondere in modo ancora più performante alle differenti necessità del mercato europeo e americano. Design, efficienza e versatilità per il raffreddamento, l’areazione dei quadri elettrici sono alcune delle principali caratteristiche della linea. Nuove versioni con tensione a 230 V sono state pensate per i condizionatori da parete Indoor, da tetto e Slim, nelle versioni da 3000 e 4000 W. La gamma di condizionatori per il mercato americano, certificati UL Listed, si arricchisce delle potenze 800 e 1000 W per quelli a tetto, mentre nella recente gamma di condizionatori outdoor per ambienti gravosi si aggiunge la versione 1500 W. Una linea sempre più completa che garantisce la corretta climatizzazione dei quadri elettrici, assicurando al contempo elevata protezione contro acqua, polvere e sostanze chimiche in un range di temperature che vanno da -20 a + 55 °C.
https://www.elettronews.com/13628
Hager Bocchiotti
Colonnine di ricarica veicoli elettrici Hager Bocchiotti presenta le colonnine di ricarica Witty. I sistemi di ricarica Witty sono disponibili in tre versioni - Prise, Premium o Park - per rispondere alle esigenze di qualsiasi tipo di mezzo elettrico: autoveicoli, scooter e biciclette elettriche. La gamma è composta da diverse soluzioni, tutte da esterno, in modo da venire incontro alle esigenze residenziali private così come a un utilizzo di natura commerciale. Premium e Park sono le due soluzioni in corrente alternata della famiglia Witty con potenze regolabili fino a 7 kW monofase e 22 kW trifase e possono essere installate a parete e su colonna. Sono tutte dotate di prese shutter di tipo 2 per ricarica in modo 3 e sono disponibili anche in versione con controllo degli accessi tramite card Rfid oltre che con connessione IP attraverso il protocollo standard OCPP (Open Charge Point Protocol).
https://www.elettronews.com/08650
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Ups per applicazioni IoT
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Riello UPS
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VETRINA Socomec
Sistema di conversione e accumulo dell’energia Sunsys PCS² di Socomec è un sistema di conversione e accumulo dell’energia, che permette di attenuare le differenze tra l’energia disponibile e la domanda. Si distingue per la capacità di soddisfare le esigenze di molteplici applicazioni. Nato per favorire la massimizzazione dell’autoconsumo in reti Smart Grid, il dispositivo provvede infatti anche a gestire il profilo di produzione degli impianti rinnovabili basati su fonti non prevedibili e funge da supporto della rete e dei servizi ausiliari. Per assicurare questa funzionalità, quando la produzione di energia rinnovabile è superiore alla domanda, Sunsys PCS² carica le batterie mantenendo i valori di frequenza all’interno delle soglie di tolleranza. Se la domanda è superiore all’energia prodotta disponibile, Sunsys PCS² inietta in rete l’energia precedentemente accumulata nelle batterie.
AVE
Ventilazione industriale: una gamma completa
AVE offre una gamma completa dedicata alla ventilazione industriale, composta da ventilatori elicoidali, torrini centrifughi, ventilatori assiali per destratificazione e ventilatori cassonati. In ambito lavorativo l’adozione di un appropriato sistema di ventilazione è indispensabile, oltre che utile nella prevenzione di disturbi quali allergie, asma, bruciore agli occhi, cefalee, eccessiva sudorazione. Per andare incontro a queste esigenze AVE propone DomusAir, marchio di riferimento per la ventilazione dell’azienda bresciana. I ventilatori elicoidali per applicazioni a parete o pannello, per esempio, sono ideali per muovere grandi volumi d’aria a pressione contenuta e perciò adatti per applicazioni in ambienti commerciali, stabilimenti, magazzini, palestre, allevamenti e per il raffreddamento di apparecchiature elettriche.
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Lovato Electric
FAAC
Rapidità di installazione e logistica semplificata sono esigenze importanti per quadristi, grossisti e OEM. Le richieste per la fornitura di interruttori commutatori assemblati e di kit di sezionatori pronti all’uso sono sempre più frequenti. Per rispondere a tali necessità Lovato Electric (Gorle, BG) amplia la sua offerta di prodotti in ambito di sezionamento. - Interruttori commutatori assemblati: dodici codici per coprire le principali esigenze applicative da 25A a 160A, i nuovi GA assemblati coniugano prestazioni e semplicità di utilizzo. Questi commutatori sono forniti in versione 3P e 4P coprendo applicazioni fino a 63A AC21 con la prima taglia dimensionale e fino a 160A AC21 con la seconda taglia dimensionale. - Kit per il sezionamento: Lovato Electric ha unito in un unico codice e un’unica confezione i quattro componenti necessari per il sezionamento di un quadro elettrico.
FAAC presenta S2500I, la sua prima automazione integrata per cancelli a battente ad uso residenziale e condominiale. S2500I si compone, per ciascuna anta, di tre elementi principali. Un gruppo cerniera con lampeggiante integrato, che sostituisce totalmente la cerniera superiore del cancello, da installare alla sommità del pilastro portante mediante quattro punti di fissaggio; un gruppo automazione che si innesta sul gruppo cerniera; una cover in alluminio, disponibile in due varianti, una verniciata RAL 7021 e una neutra, personalizzabile in vari colori. Tra i punti di forza spicca l’ampia versatilità applicativa. L’attuatore si adatta a colonne di 15, 12 e 10 cm, in acciaio o alluminio, ed è compatibile con ante fino a 250 kg di peso e larghe fino a 2,5 metri. Può anche essere utilizzato su cancelli esistenti perché si installa sul profilo portante del cancello.
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Interruttori commutatori assemblati e in kit
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Automazione integrata per cancelli a battente
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Per proteggere gli impianti fotovoltaici, Zotup propone lo Zotuplimiter L 3/40 PV Y 1000 ff - cod. 210 110, un SPD a 1000 V dotato di varistore con tempi di intervento inferiori ai 25 ns tipicamente installato vicino all’inverter, al generatore del fotovoltaico e/o nelle cassette di stringa. Esso si differenzia dai normali scaricatori per applicazioni PV grazie a: - Classificazione per la prova all’impulso: Tipo 2 secondo IEC 61643-31 Ed. 1 (2018-01) ed EN 61643-31 (2019-05); - Elevata corrente di corto circuito senza fusibile di protezione di back-up sino a Iscpv = 1000 A secondo IEC 61643-31 e con test addizionali basati su IEC/EN 61643-11; - Indicatore di stato a tre colori con indicazione progressiva della prestazione. Lo stesso modello è disponibile anche con contatto di telesegnalazione Zotuplimiter L 3/40 PV Y 1000 t ff - cod. 210 126 per un monitoraggio da remoto delle prestazioni dell’SPD.
Televés
Gestione centralizzata dei misuratori di campo MyCloud di Televés consente di avere in un’unica interfaccia accessibile da qualsiasi dispositivo, la gestione centralizzata e la configurazione di tutti i misuratori di campo. Se si dispone di una flotta di misuratori di campo appartenenti a utenti diversi, MyCloud è lo strumento per poter avere una gestione coordinata di tutti i dispositivi. Inoltre, ogni utente può godere della comodità e dalla flessibilità di gestire il proprio misuratore in qualsiasi momento. MyCloud offre un ambiente web, accessibile da qualsiasi dispositivo con connessione internet, dal quale è possibile consultare e configurare tutti i misuratori registrati con lo stesso account utente. MyCloud fornisce l’accesso illimitato a tutti i misuratori MOSAIQ6 in tempo reale o sui dati dell’ultima sincronizzazione del misuratore quando era online.
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Schneider Electric
Quadro di bassa tensione Schneider Electric presenta la nuova generazione del quadro di bassa tensione Okken, una soluzione allo stato dell’arte che risponde all’esigenza di assoluta sicurezza operativa nel settore delle applicazioni elettriche BT a elevate performance. Okken è dotato di un centro di controllo iPMCC (Intelligent Power and Motor Control Center): una soluzione smart evoluta e molto potente per la prevenzione dei guasti, la protezione, il riarmo automatico dell’impianto. Sicurezza e affidabilità sono molto migliorate grazie ai sensori di temperatura e umidità per il monitoraggio termico di nuova introduzione. Questo sistema di monitoraggio termico permanente utilizza piccoli sensori che estendono il ciclo di vita della manutenzione e mitigano rischi di sicurezza come incendi scatenati da problemi di natura elettrica.
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Eaton
Trasformatori di distribuzione elettrica MT/BT Eaton presenta le due famiglie di trasformatori di distribuzione MT/ BT, in resina e in liquido isolante. I trasformatori con avvolgimenti inglobati in resina sono progettati per ridurre al minimo il rischio di incendio e possono funzionare in sicurezza e in condizioni difficili. Sono, inoltre, conformi alla classe E2, C2, F1, poiché resistono ad ambienti caratterizzati da condensazione frequente, temperature fino a -25 °C e sono adatti agli ambienti a rischio d’incendio grazie alla loro struttura autoestinguente e alla bassa emissione di sostanze tossiche e fumi opachi. I trasformatori con avvolgimenti immersi in un liquido isolante, principalmente olio minerale, sono molto performanti e impiegati generalmente in ambienti industriali e nella distribuzione dell’energia all’interno delle sottostazioni.
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l’impiantoelettrico
Scaricatori di sovratensioni per impianti fotovoltaici
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Zotup
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DALL’INDUSTRIA Chiara Alessi
Tecnologia integrata
Giotto, l’agro-building ecosostenibile con Siemens L’Organizzazione di Produttori Giotto (Gruppo Aop Luce), che raggruppa circa quaranta aziende agricole localizzate in Campania e in altre regioni del Centro e Sud Italia vocate alla frutticultura, sceglie la tecnologia integrata Siemens per realizzare un nuovo agrobuilding completamente ecosostenibile, in grado di produrre energia da fonte rinnovabile e di ottimizzare tutti i propri impianti per ridurre al minimo l’impatto ambientale sul territorio campano. Con un ampio progetto di ottimizzazione energetica, il sito produttivo Giotto ha digitalizzato e interconnesso tutti i macchinari per la lavorazione dell’ortofrutta, l’impianto fotovoltaico installato sul tetto e gli uffici in loco, realizzando così una vera e propria smart factory efficiente e sostenibile. Sono stati installati quadri di media tensione Simosec con interruttori in vuoto 3AH completi di relè di protezione Reyrolle e quadri di bassa tensione, Sivacon S4 (per i principali) con interruttori elettronici 3WL/3VA e quadri Alpha (per i secondari) con interruttori modulari 5SL/5SM: tecnologie integrate al 100% Siemens che garantiscono i più alti livelli di protezione per le persone, per i cavi e per gli impianti.
Programma di formazione
Academy Vortice per una “cultura” dell’aria
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Dal patrimonio di competenze di oltre sessant’anni di esperienza nel settore del Trattamento dell’Aria, nasce Academy Vortice, un programma strutturato e organizzato di formazione su prodotti, tematiche tecniche ed installative, normative e su argomenti di interesse per il settore. “Metteremo tanta esperienza sul campo”, racconta Stefano Guantieri, Direttore Generale di Vortice S.p.A. “Sarà una formazione non solo tecnica e specializzata ma anche culturale per generare maggiore consapevolezza sull’importanza di avere cura dell’aria negli ambienti in cui viviamo da cui dipende la nostra salute e il nostro benessere.” Avvalendosi di tecnici ed esperti interni all’Azienda, che lavorano quotidianamente per risolvere le problematiche inerenti il miglioramento della qualità dell’aria negli edifici, Vortice ha studiato dei percorsi di formazione (per il momento online) a supporto del lavoro di Installatori, Progettisti, Grossisti e Attori della filiera in generale. L’Academy ha mosso i primi passi nei mesi di maggio, per proseguire a giugno e luglio, con i primi tre corsi online.
Lotta al riscaldamento globale
Phoenix Contact sostenitrice della Fondazione 2°
Phoenix Contact punta all’azione responsabile attiva per fermare il riscaldamento globale e realizzare la transizione energetica. La strategia aziendale si ispira al modello della “All Electric Society”, secondo la cui visione è possibile generare sufficiente energia da fonti rinnovabili per fermare il riscaldamento globale attraverso un’estesa elettrificazione del mondo. Phoenix Contact sta orientando in questo senso la sua gamma di componenti e soluzioni, considerandosi pioniere nel raggiungimento della protezione del clima attraverso la digitalizzazione ed è diventata sostenitrice della Fondazione 2°. Tale iniziativa, del fondatore dott. Michael Otto (Otto Group Hamburg), persegue l’obiettivo di sollecitare la politica a stabilire condizioni economiche quadro efficaci per la protezione del clima. “Le tecnologie abilitanti per la mobilità elettrica, le energie rinnovabili e gli edifici intelligenti sono ciò di cui abbiamo urgentemente bisogno per ridurre le emissioni di CO2 nelle aree economiche e sociali cruciali nei prossimi anni”, ha dichiarato Sabine Nallinger, direttrice esecutiva di Fondazione 2°.
Direzione commerciale
Nuova nomina in Socomec Italia
Socomec Italia ha affidato a Marco Ghirlanda l’incarico di nuovo Direttore Commerciale delle divisioni Power Conversion ed Expert Services. Ingegnere elettronico, Marco Ghirlanda lavora in Socomec dal 2014, dove ha ricoperto inizialmente il ruolo di Service Area Manager Centro Nord e poi, dal 2017, quello di Responsabile Nazionale per la vendita dei Servizi. Marco Ghirlanda è pronto a guidare il suo gruppo di lavoro verso le sfide imposte dall’emergenza sanitaria attuale e dal passaggio alle nuove tecnologie digitali. “Il mio intento, come Direttore Commerciale Power Conversion ed Expert Services, sarà quello di fare in modo che Socomec proponga un pacchetto di soluzioni integrate che sfruttino le nuove tecnologie smart, spinte dall’Internet of Things, con prodotti sempre più connessi, in grado di comunicare fra loro e capaci di fornire dati che possano poi essere utilizzati in modo consapevole e corretto da parte dei nostri clienti. Si tratta di soluzioni già pronte, di cui abbiamo in atto anche alcune best practice...”, spiega Ghirlanda.
Acquisizione in Portogallo
Il Gruppo Scame si consolida nell’e-mobility
Scame Parre S.p.A. ha finalizzato l’acquisizione dell’85% di Magnum Cap Lda, società portoghese dedita alla produzione e distribuzione di sistemi di ricarica per il veicolo elettrico. L’accordo è stato firmato dall’Ing. Stefano Scainelli, AD di Scame Parre S.p.A., e l’Ing. José Henriques, AD e fondatore nel 2009 della società Magnum Cap Lda. L’acquisizione si inquadra nella più ampia strategia di Scame Parre S.p.A. volta a rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di primo piano nel settore dei sistemi e delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici. “Scame Parre S.p.A. – spiega Scainelli - fu tra le primissime aziende a credere in un diverso concetto di mobilità, presentando nel 1999 il primo connettore a livello mondiale specificatamente progettato e realizzato per la ricarica dei veicoli elettrici. L’acquisizione si inserisce dunque in un solco tracciato anni fa e che intendiamo seguire con sempre maggior determinazione negli anni a venire, così da governare il cambiamento senza subirlo, anticipando le esigenze del mercato grazie alle capacità, in termini di visione e di ricerca e sviluppo, delle due aziende congiunte”.
Nuova apertura
per far conoscere tutti i servizi qualificati che Sonepar Italia offre ai propri clienti...”. “Questa inaugurazione – dichiara Sergio Novello, Presidente e AD di Sonepar Italia – è il primo passo per conoscere più a fondo questo territorio, che è già da tempo nel nostro perimetro commerciale. L’ufficio di Bolzano simboleggia il nostro primo ingresso ufficiale in Alto
Adige; ci interessa entrare nel vivo delle dinamiche che caratterizzano i settori di nostra competenza qui. Inoltre se, come ben auspichiamo, il territorio si mostra recettivo, e noi saremo in grado di affrontare le sfide legate all’ingresso in nuovo mercato, non mancheremo di aprire prossimamente dei punti vendita, il primo sicuramente a Bolzano”.
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È stato inaugurato a Bolzano, in via Innsbruck 31, nell’edificio Kampill Center, un nuovo ufficio commerciale di Sonepar Italia. Si tratta della prima apertura in Alto Adige da parte dell’azienda leader in Italia nella distribuzione di materiale elettrico. “Da oggi – dice Gabriel Hofer, Responsabile dell’ufficio commerciale a Bolzano di Sonepar Italia - siamo pronti
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Sonepar Italia approda in Alto Adige
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DALL’INDUSTRIA Fidelizzazione
Farfisa Talks, una nuova risorsa per i partner Farfisa intraprende nuovi percorsi comunicativi con l’obiettivo di coinvolgere sempre più dall’interno e fare rete. Si conferma ancora una volta che fidelizzare il cliente è possibile, se dietro è presente una struttura affidabile che ti ascolta. In questa nuova modalità ci si è interrogati su come comunicare, quali strumenti utilizzare, quali argomenti selezionare. È nato così il progetto “Farfisa Talks”, una nuova e inestimabile risorsa dedicata a partner e clienti direttamente dalla viva voce dei
dirigenti, dei manager e degli esperti Farfisa. Nella forma di brevi clip si potranno infatti acquisire conoscenze e punti di vista specifici e profondi su temi strategici e tecnici. Un’ulteriore consapevolezza e una forza competitiva che nascono da un nuovo modello di relazione scelto da Farfisa e che propone oggi: marchio internazionale inclusivo, orizzonte condiviso, squadra di prossimità. Le interviste della rubrica Farfisa Talks sono disponibili sul canale youtube e sul sito (www.farfisa.com).
Illuminazione
Riluce Palazzo Maffei, gioiello barocco di Verona
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Tra gli edifici più iconici che compongono lo straordinario mosaico di facciate di Piazza delle Erbe a Verona, Palazzo Maffei si fa emblema della Verona barocca, con la sua caratteristica facciata ornata di elementi preziosi e decorativi. Considerato un unicum nel panorama architettonico cittadino, l’imponente edificio di tre piani delimita, assieme alla Torre del Gardello, il lato nord-occidentale dell’antico Foro romano di Verona, l’attuale Piazza delle Erbe, di cui è lo scenografico fondale. In occasione del progetto di restauro
conservativo avviato dall’imprenditore veronese Luigi Carlon sotto la direzione dello studio Baldessari e Baldessari Architetti e Designers, Performance iN Lighting ne ha curato la progettazione illuminotecnica. Il progetto di restauro architettonico ha ricercato un’illuminazione in grado di fondere la visione dell’opera artistica e l’ambiente circostante con l’obiettivo di valorizzare contestualmente il pregevole edificio, di cui è stata riportata all’originale splendore anche la facciata principale, e la storica piazza antistante.
Progetto di revamping
Acer Bologna sceglie gli inverter Fimer
Per il progetto di revamping commissionato da Acer Bologna, relativo agli impianti fotovoltaici installati dall’Azienda Casa nel 2008 sui tetti di 67 immobili di edilizia residenziale pubblica, sono stati installati 356 inverter Fimer di nuova generazione così da migliorare sensibilmente le performance nel tempo dei pannelli fotovoltaici esistenti e allungare il ciclo di vita degli stessi. Gli impianti, che ogni anno generano circa 2.000 MWh di elettricità pulita, sono composti da oltre 11.500 pannelli fotovoltaici installati da Acer Bologna con il primo conto energia circa undici anni fa e distribuiti su una superficie totale di 41.900 mq. I lavori per la sostituzione degli inverter sono stati eseguiti da SieBo Soluzioni Impiantistiche Elettriche che, nello specifico, ha scelto di utilizzare soprattutto il modello Uno-Dm-Tl6.0-Plus-Sb-G-Q da 6 kW e, in misura minore, il modello Uno-Dm-Tl-4.0-Plus-Sb-Q da 4 kW. Questi inverter di stringa monofase, ad elevata efficienza, sono dotati di protezione ambientale IP65 e, quindi, particolarmente adatti ad un uso esterno, in grado di resistere alle condizioni ambientali più estreme.
Sistemi di parcheggio
Came acquisisce la brasiliana Nepos Sistemas
Came, azienda trevigiana leader nella fornitura di soluzioni tecnologiche integrate per l’automazione e il controllo di ambienti residenziali, pubblici e urbani, ha acquisito l’azienda brasiliana Nepos Sistemas, specializzata nella fornitura di sistemi di parcheggio per aeroporti, centri commerciali, supermercati, ospedali ed altre realtà pubbliche. Nepos Sistemas si unisce così a Came Parkare ed entra nella Divisione Parcheggi di Came S.p.A. rafforzando in maniera significativa il ruolo di Came nel mercato globale delle soluzioni per l’industria dei parcheggi e permettendo all’azienda di cogliere nuove opportunità di business. “Con l’acquisizione della Nepos Sistemas – commenta Andrea Menuzzo, Presidente di Came S.p.A. – Came lancia un importante segnale di crescita e consolidamento del business dei parcheggi. Per anni abbiamo prestato particolare attenzione all’evoluzione degli stili di vita nelle città e negli spazi collettivi, focalizzandoci soprattutto sul ruolo giocato dai sistemi di parcheggio nell’ecosistema della mobilità, contribuendo così a migliorare la parking user experience”.
Riqualificazione energetica
Ecobonus: accordo E.ON e BNL Gruppo BNP Paribas
E.ON e BNL Gruppo BNP Paribas hanno siglato un accordo per favorire la riqualificazione energetica degli edifici, attraverso la cessione dei crediti di imposta, mettendo a disposizione dei clienti tutti i vantaggi derivanti dall’introduzione del Decreto Rilancio 2020. La collaborazione tra E.ON e BNL, tra le prime nei rispettivi settori di riferimento ad attivarsi sul fronte Ecobonus e Superbonus, permetterà ai clienti che desiderano migliorare la propria abitazione e renderla più efficiente di affidarsi a partner qualificati e di poter contare sull’esperienza e competenza di solide realtà internazionali. In particolare, privati e famiglie interessati a realizzare interventi di efficientamento energetico degli immobili potranno rivolgersi a E.ON avvalendosi così dei servizi di progettualità e della consulenza sugli aspetti tecnici, fiscali e normativi per la gestione delle pratiche. Sul fronte economico-finanziario, invece, anche grazie a Ifitalia, società di factoring del Gruppo BNP Paribas, si potrà ottenere l’immediato smobilizzo dei crediti d’imposta derivanti dalle agevolazioni fiscali previste nell’ambito di tali lavori di ristrutturazione.
Donazione
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Riello UPS, brand del gruppo Riello Elettronica, ha donato i propri Ups per garantire continuità e qualità dell’alimentazione elettrica ai servizi ospedalieri critici, come sale operatorie, laboratori di analisi e diagnostica del Centro di eccellenza per la chirurgia pediatrica di Emergency ad Entebbe, Uganda. Il Centro di Entebbe, sulle rive del Lago Victoria, garantisce cure gratuite di elevato livello in chirurgia pediatrica, con l’obiettivo di fungere da punto di riferimento per i pazienti ugandesi e per i bambini provenienti da tutta l’Africa con necessità di interventi chirurgici. In particolare, le sale operatorie sono state dotate di due Multi Sentry MST 60 kVA in parallelo con autonomia di sessanta minuti; i laboratori di analisi e i relativi sistemi informatici connessi tra loro sono stati protetti con un Multi Sentry MST 125 kVA; la diagnostica (TAC) può contare su di un Multi Sentry MST 80 kVA, gli impianti di distribuzione dei gas medicali sono protetti da un Master MPS (MPT) 80 kVA e il CED opera in tutta sicurezza grazie ad un Multi Sentry MST 20 kVA.
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Riello UPS sostiene Emergency in Uganda
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IL FUTURO DIETRO L’ANGOLO Giulio Garaboldi
Fulmini Nei prossimi decenni la sfida della decarbonizzazione dell’economia si giocherà non solo a livello locale, con le smart grid, ma anche su scala globale, con la costruzione di reti di distribuzione Ultra High Voltage (UHV) in grado di trasferire l’elettricità a grandissime distanze, da aree remote con alto potenziale per le rinnovabili verso le grandi aree urbane, minimizzando le perdite e riducendo la necessità di stoccaggi massivi. Il gruppo spagnolo Arteche è fra i principali player di questo settore in rapida evoluzione: sviluppa e produce apparecchiature primarie, per la gestione della generazione, trasmissione e distribuzione dell’energia, e sistemi di alimentazione industriale. Nel suo UHV Lab situato a Mungia, nei pressi di Bilbao, si effettuano fra l’altro i collaudi dei trasformatori dielettrici con tensione fino a 1.200 kV. Il laboratorio è a tutti gli effetti un’enorme gabbia di Faraday equipaggiata con le tecnologie più avanzate del settore, che permette misurazioni estremamente precise. Oltre alle prove di routine tipiche e speciali sui trasformatori, secondo qualsiasi norma o regolamento, il laboratorio può ospitare anche i test di impulso, risonanza e sulle apparecchiature che utilizzano il gas SF6.
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Azienda Dimensioni interne laboratorio
Arteche Group
Intensità max Precisione delle misurazioni Collaudo trasformatori Voltaggio per test a impulso Voltaggio per test di risonanza
10.000 A
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NEL DETTAGLIO lunghezza 57 m larghezza 30 m altezza 27 m ≤ 0,001% max 1.200 kV max 4.800 kV max 1.500 kV (AC)
Foto: Arteche Group
l’impiantoelettrico
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IN LABORATORIO
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INDICE INSERZIONISTI E AZIENDE CITATE Azienda
pag Azienda pag
AVE...................................................................................................................... 64
PALAZZOLI ................................................................................. IV di copertina - 48
BELIMO ITALIA ..................................................................................... I di copertina
PERFORMANCE IN LIGHTING................................................................................ 68
CAME................................................................................................................... 69
PHOENIX CONTACT........................................................................................ 62 - 66
CHINT ITALIA............................................................................... III di copertina - 62
RPS ....................................................................................................... 13 - 63 -69
CORTEM ............................................................................................. II di copertina
SAIE..................................................................................................................... 29
DKC............................................................................................................... 44 - 63
SCAME................................................................................................................. 67
EATON.................................................................................................................. 65
SCHNEIDER ELECTRIC.......................................................................................... 65
E.ON..................................................................................................................... 69
SIEMENS ..................................................................................................... 59 - 66
FAAC.................................................................................................................... 64
SOCOMEC...................................................................................................... 64 - 67
FARFISA............................................................................................................... 68
SONEPAR ITALIA................................................................................................... 67
FIMER................................................................................................................... 68
STEAB.................................................................................................................. 62
GEWISS................................................................................................................ 63
TELEVES............................................................................................................... 65
HAGER BOCCHIOTTI............................................................................................. 63
VIMAR.................................................................................................................. 62
INTELLIENERGY.................................................................................................... 24
VORTICE............................................................................................................... 66
LOVATO ELECTRIC................................................................................................ 64
ZOTUP .................................................................................................... 1 - 40 - 65
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l’impiantoelettrico
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