Centro di eccellenza ospedaliera all’equatore Approccio innovativo alla scelta delle apparecchiature HVAC Le proprietà dell’acqua nel controllo degli incendi Pompe di calore per reti di grande taglia
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OTT2021
ISSN 2039-4225 • Mensile - anno XLVII
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SOMMARIO ottobre 2021
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30 MERCATO
7 L’OPINIONE
BIOMASSE LEGNOSE: TRAMONTO DI UN MITO Giacomino Redondi
8 ATTUALITÀ
RCI
ottobre 2021
16 REALIZZAZIONI
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L’OSPEDALE ALL’EQUATORE Giuseppe La Franca
30 MERCATO
UN APPROCCIO INNOVATIVO PER LA SCELTA DELLE APPARECCHIATURE HVAC Luca Stefanutti
44 PROGETTAZIONE
POMPE DI CALORE PER LE RETI ENERGETICHE DI QUARTIERE Luca Stefanutti
44 PROGETTAZIONE
58 TECNOLOGIA
Giacomino Redondi
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76 VETRINA 88 ELENCO AZIENDE
ottobre 2021
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70 INDUSTRIA NEWS
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L'opinione
RCI
La legge europea sul clima, recentemente adottata in via definitiva e divenuta “Regolamento 2021/1119/UE”, sancisce formalmente l’obiettivo della neutralità climatica al 2050, nonché il traguardo vincolante per il 2030 di una riduzione netta delle emissioni di gas ad effetto sera (emissioni al netto degli assorbimenti), di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, tramite una crescita decisamente sostenuta di tutte le energie rinnovabili. Tra le fonti di energia rinnovabile l’UE ha inserito anche le biomasse legnose, nonostante la loro combustione non sia così sostenibile come affermano le politiche dell’Unione in materia di clima ed energia. La combustione del legno costituisce infatti il 35% di ciò che l’UE considera il suo mix di energie rinnovabili per riscaldamento ed elettricità su larga scala. La percezione comune inoltre considera la combustione domestica dei prodotti legnosi una pratica tradizionale, quasi naturale e quindi innocua per la salute. Le evidenze scientifiche mostrano però un quadro molto diverso. Il motivo per cui gli Stati dell’Unione incentivano l’impiego della legna a scopi energetici, risiede nel Ing. Giacomino Redondi considerare le biomasse legnose una fonte di energia neutra rispetto alle emissioni di gas serra. Anche se è vero che il biossido di carbonio (CO2) emesso durante la combustione della legna è pari a quella assorbita nel corso della vita vegetativa della pianta di provenienza, è altrettanto vero che il carbonio accumulato in anni e decenni nel legno, con la combustione viene emesso sotto forma di CO2 istantaneamente in aria, aggiungendosi a quella fossile già presente o di nuova produzione da altre combustioni. Ciò determina per l’atmosfera un aumento netto di CO2, nell’attesa della ricrescita arborea e quindi del riassorbimento dell’anidride carbonica emessa. L’inquinamento pregresso non migliora, anzi. Altre sono le strategie da mettere in campo per garantire una reale diminuzione delle emissioni climalteranti ed una “pulizia dell’atUna cosa è sfruttare le foreste in modo sostenibile per la bioedilizia e Certamente importante è mosfera”. gli arredi, realizzando oggetti che bloccheranno per decenni o secoli il carbonio lo sforzo intrapreso dalle contenuto nelle piante, altra cosa è bruciarle in stufe e caldaie. imprese della filiera legno- Una nuova consapevolezza dell’Unione in questo ambito, anche se ancora timienergia di promuovere una da, è stata sollecitata dalle osservazioni di varie organizzazioni ambientaliste. È promettente strategia con infatti in fase di revisione la direttiva Energie rinnovabili (direttiva UE 2018/2001) l’obiettivo di ridurre del 70% nota fra gli addetti ai lavori con la sigla RED II, che di fatto ha favorito il sovrale emissioni di particolato sfruttamento delle biomasse, in particolare quelle provenienti dalle foreste naturali anche extra UE. Come ampiamente noto e dimostrato, il processo di combudagli apparecchi alimentati stione di biomasse legnose produce polveri sottili e benzo(a)pirene in quantità con biomasse legnose variabili a seconda della tecnologia di combustione, dei generatori utilizzati, della qualità dei combustibili legnosi, dello stato di manutenzione periodica su apparecchi ed impianti. Studi e rilievi effettuati in Pianura Padana confermano che gli apparecchi a legna, anche i più efficienti, hanno emissioni sia di polveri fini ed ultrafini che di composti pericolosi per la salute umana, alquanto superiori ad esempio a quelle del gas metano. Certamente importante è lo sforzo intrapreso dalle imprese della filiera legno-energia, di promuovere una promettente strategia (“Rottamare ed educare”) con l’obiettivo di ridurre del 70% in 10 anni le emissioni di particolato dagli apparecchi alimentati con biomasse legnose. Un recente rapporto (progetto Life Prepair) ha però evidenziato come la riduzione di una sola parte degli inquinanti, non sia sufficiente a determinare una variazione apprezzabile nella formazione del particolato secondario in un bacino come quello padano: è indispensabile un efficace coordinamento riguardante tutte le attività che concorrono alla produzione dei precursori. Il 2030 è dietro l’angolo e da subito sono necessarie azioni coraggiose ed incisive, come l’eliminazione di tutti i sussidi per la combustione del legno, la limitazione all’uso energetico delle biomasse nel rispetto della filiera corta e nelle zone montane non servite da reti energetiche, la reale attuazione attentamente vigilata del principio di priorità (cascading principle).
ottobre 2021
Biomasse legnose: tramonto di un mito
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attualità a cura della redazione
Studio sulle energie rinnovabili
RCI
ottobre 2021
L’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (Irena) ha recentemente pubblicato lo studio “World Energy Transitions Outlook”, secondo il quale nel prossimo decennio l’accelerazione delle transizioni energetiche in un percorso verso la sicurezza climatica può far crescere l’economia mondiale del 2,4% rispetto a quella prevista dai piani attuali. Per il 2050, la transizione 1,5 °C dell’Agenzia prevede la creazione di 122 milioni di posti di lavoro legati all’energia, vale a dire più del doppio degli attuali 58 milioni. L’energia rinnovabile da sola rappresenterà più di un terzo di tutti i posti di lavoro nel settore energetico, con un’occupazione di 43 milioni di persone a livello globale, e contribuirà a sostenere la ripresa post-Covid e la crescita economica a lungo termine. Secondo il World Energy Transitions Outlook, i sistemi energetici basati sulle energie rinnovabili provocheranno profondi cambiamenti che si rifletteranno su tutte le economie e società.
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Per allineare l’energia imprimendole una traiettoria economica e ambientale positiva - sostiene l’Irena - sono necessari forti aggiustamenti nei flussi di capitale e un riorientamento degli investimenti. Politiche lungimiranti possono accelerare la transizione, mitigare le incertezze e assicurare i massimi benefici della transizione energetica. L’investimento annuale necessario, pari in media a 4.400 miliardi di dollari, è elevato ma è fattibile ed equivale a circa il 5% del PIL globale nel 2019. Il prossimo decennio - continua Irena - sarà decisivo per raggiungere gli obiettivi di Parigi e di sviluppo sostenibile. Qualsiasi ritardo ci porterà nella direzione di un ulteriore riscaldamento, con conseguenze economiche e umanitarie profonde e irreversibili. La graduale eliminazione del carbone, la limitazione degli investimenti in petrolio e gas per favorire
un più rapido abbandono e una transizione controllata, così come l’adozione di soluzioni tecnologiche, politiche e di mercato sostenibili, metterà il sistema energetico globale sulla strada verso una transizione di 1,5 °C. Entro il 2050, è richiesto un totale di 33.000 miliardi di dollari di investimenti aggiuntivi in efficienza, energie rinnovabili, elettrificazione in impieghi finali, reti elettriche, flessibilità, idrogeno e innovazioni. I benefici, tuttavia, superano di gran lunga i costi degli investimenti. Se si considerano l’inquinamento dell’aria, la salute umana e gli effetti indotti dal cambiamento climatico, il ritorno è ancora superiore, con ogni dollaro speso per la transizione energetica che aggiunge benefici valutati tra i 2 e i 5,5 dollari, che in termini cumulativi equivalgono a una cifra compresa tra i 61.000 e i 164.000 miliardi di dollari entro la metà del secolo. L’Outlook di Irena individua la transizione energetica come una grande opportunità di business per più parti interessate, compreso il settore privato, spostando il finanziamento dal capitale azionario al capitale di debito privato. Quest’ultimo crescerà dal 44% nel 2019 al 57% nel 2050, un aumento di quasi il 20% rispetto alle politiche previste. Per le tecnologie di transizione energetica nei prossimi anni sarà più facile ottenere un finanziamento accessibile del debito a lungo termine, mentre gli asset dei combustibili fossili saranno sempre più evitati dai finanziatori privati e quindi costretti a fare affidamento sul finanziamento di capitale proprio dagli utili non distribuiti e dalle nuove emissioni di azioni. Ma il finanziamento pubblico - sostiene Irena - rimarrà cruciale per una transizione energetica rapida, giusta e inclusiva e per catalizzare i finanziamenti privati. Nel 2019, il settore pubblico ha fornito circa 450 miliardi di dollari attraverso capitale pubblico e prestiti delle istituzioni finanziarie per lo sviluppo. Nello scenario 1,5 °C di Irena, questi investimenti raddoppieranno quasi fino a circa 780 miliardi di dollari. Il finanziamento del debito pubblico sarà un importante facilitatore per altri prestatori, specialmente nei mercati in via di sviluppo. Poiché è improbabile che i mercati da soli si muovano alla velocità necessaria, i responsabili politici dovranno incentivare la transizione e intervenire per eliminare le distorsioni del mercato che favoriscono i combustibili fossili e far evolvere le strutture di finanziamento. Questo comporterà la graduale eliminazione delle sovvenzioni ai combustibili fossili e l’aggiustamento dei sistemi fiscali per riflettere i costi ambientali, sanitari e sociali negativi dei combustibili fossili. Le politiche monetarie e fiscali, compreso il carbon pricing, miglioreranno la competitività e creeranno condizioni paritarie. Saranno fondamentali - conclude l’Irena - una maggiore collaborazione internazionale e un pacchetto completo di politiche per guidare il più ampio cambiamento strutturale verso economie e società resilienti. Se mal gestita, la transizione energetica rischia di tradursi in risultati iniqui, uno sviluppo a doppio binario e un rallentamento generale del progresso. Per realizzare il pieno potenziale della transizione energetica sono fondamentali politiche eque e integrate.
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attualità Incentivi per la sostituzione di impianti a biomassa
La Giunta regionale dell’Emilia Romagna ha pubblicato un bando per incentivare il ricambio di impianti di calore alimentati a biomassa legnosa - camino aperto, stufa a legna/pellet, caldaia a legna/pellet - di potenza inferiore o uguale a 35 kW e con classificazione emissiva fino a 4 stelle con nuovi generatori a 5 stelle o pompe di calore. I fondi stanziati ammontano a 11,5 milioni di euro: 3 milioni e 450mila euro per il 2021, 3 milioni e 105mila euro per il 2022 e 4 milioni e 945mila euro sul 2023. Si tratta di una misura prevista dal Piano Aria integrato regionale (PAIR2020) e in linea con gli obiettivi del Piano Energetico
Regionale (PER) per ridurre l’impatto emissivo attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, con particolare attenzione per il settore termico. Le risorse sono state assegnate all’Emilia-Romagna dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare per il miglioramento della qualità nel territorio delle Regioni del Bacino Padano. Il provvedimento è rivolto ai cittadini residenti nei Comuni delle zone di pianura dell’Emilia-Romagna già assegnatari del contributo del “Conto termico” - il fondo per incentivare la produzione di energia termica e per sostenere gli interventi mirati al miglioramento dell’efficienza energetica di edifici e abitazioni - da parte del Gestore Servizi Energetici, con decorrenza dal 7 gennaio 2021. L’incentivo regionale consiste in una percentuale aggiuntiva rispetto a quella rilasciata dal Gse e può coprire fino al 100% della spesa ammissibile. Sono ammesse le spese relative all’acquisto e all’installazione di nuovi generatori in sostituzione di quelli obsoleti, ma non i casi di nuova installazione. Gli incentivi saranno erogati ai richiedenti in possesso dei requisiti fino a esaurimento fondi e secondo l’ordine cronologico di ricezione delle domande. È possibile fare domanda fino 31 dicembre 2023 attraverso la piattaforma telematica predisposta dalla Regione all’indirizzo: https://servizifederati.regione.emilia-romagna.it/BandoCaldaie.
RCI
ottobre 2021
Monitoraggio dei mercati elettrico e del gas
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Una nota dell’Arera informa della pubblicazione del primo “Rapporto monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas”, previsto dal decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 30 dicembre 2020 (“Prime modalità per favorire l’ingresso consapevole dei clienti finali nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas”). L’analisi, trasmessa al Ministro della Transizione ecologica e alle Commissioni parlamentari competenti, fotografa l’attuale situazione della vendita da diversi punti di vista: azioni di cambio di fornitore, evoluzione del comportamento dei clienti finali, andamento dei prezzi offerti, trasparenza e pubblicità delle offerte e dei servizi connessi, misure regolatorie per rafforzare l’efficacia degli strumenti per la confrontabilità delle offerte. Le analisi si concentrano sui clienti aventi diritto alla maggior tutela nel settore elettrico, domestici e Altri usi connessi in Bassa Tensione (BT Altri usi), e al servizio di tutela nel settore del gas naturale, Domestici e Condominio uso domestico con consumo fino a 200 mila Smc/anno. Prosegue a ritmo costante - rivela l’Arera - la progressiva uscita dei clienti finali dalle tutele. Secondo l’ultimo aggiornamento di marzo 2021 sono nel mercato libero (e proiettando tale andamento su tutto l’anno 2021): nel settore elettrico, il 57,3% dei clienti domestici e il 68,0% dei clienti altri usi in Bassa Tensione; nel settore del gas, il 60,2% dei clienti domestici e il 69,9% dei condomini uso domestico con consumi inferiori ai 200 mila Smc. Da una analisi di dettaglio del settore
elettrico, per i domestici - prosegue l’Arera - il mercato libero è scelto in misura maggiore dai più giovani: l’81% dei contratti siglati da clienti tra i 18 e 29 anni. Per tutte le tipologie di cliente e per entrambi i settori si conferma che la stragrande maggioranza dei passaggi avviene nell’ambito del mercato libero, ed è quindi attuata da clienti che erano usciti dalla tutela già in precedenza. Inoltre, la quota di clienti in uscita dalla maggior tutela che scelgono un contratto di libero mercato con lo stesso venditore che esercisce anche la maggior tutela, o con un collegato, è molto elevata e continua a mantenersi al di sopra del 50%. Non sembra essere scalfito pertanto il vantaggio competitivo nell’acquisire clienti sul libero in capo ai gruppi che operano anche nel servizio di maggior tutela.
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attualità L’andamento delle emissioni inquinanti in Europa Il briefing dell’Agenzia europea dell’ambiente “National Emission reduction Commitments (NEC) Directive reporting status 2021”, recentemente pubblicato, fornisce un aggiornamento annuale che valuta i progressi degli Stati membri dell’UE nella riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici. Il briefing rileva che, sebbene la maggior parte degli Stati membri abbia raggiunto i rispettivi limiti nel 2019, sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere gli impegni di riduzione fissati per il periodo 2020-29 e per il 2030 e oltre. Sulla base degli ultimi inventari nazionali degli inquinanti atmosferici, tutti gli Stati membri hanno rispettato i rispettivi limiti nazionali di emissione per gli ossidi di azoto (NOX), i composti organici volatili non metanici (COVNM) e l’anidride solforosa (SO2), mentre quattro Stati membri - Croazia, Cechia , Irlanda e Spagna - hanno superato il limite per l’ammoniaca (NH3 ). L’Agenzia prevede che le misure di blocco attuate in tutta Europa per ridurre la trasmissione di Covid-19 e la conseguente riduzione dell’attività economica nel 2020 abbiano avuto un impatto sulle emissioni di alcuni inquinanti. L’impatto delle misure sulle emissioni nel 2020 diventerà chiaro solo quando gli inventari nazionali degli inquinanti atmosferici per il 2020 saranno comunicati a metà del 2022. In prospettiva, nove Stati membri hanno già ottenuto riduzioni delle emissioni fissate per il periodo 2020-2029 per tutti e cinque i principali inquinanti, compreso il particolato fine (PM 2,5 ). Tuttavia, per raggiungere gli impegni per il 2030, tutti gli Stati membri, tranne l’Estonia, devono ridurre le emissioni di NOX , 22 Stati membri devono ridurre le emissioni di NH3 e 18 Stati membri devono ridurre le emissioni di COVNM. In termini di emissioni di PM 2,5 , - il principale inquinante che causa morte prematura e malattie dovute all’inquinamento atmosferico - le emissioni dell’UE sono diminuite del 29 % dal 2005 al 2019. Tuttavia - sottolinea l’Agenzia - sono necessari sforzi significativi per raggiungere gli impegni di riduzione fissati per questo inquinante dal 2030 in poi . In particolare, tre Stati membri
- Cechia, Ungheria e Romania - dovranno ridurre le proprie emissioni di oltre il 50 % e 10 Stati membri di oltre il 30 %. I cambiamenti nel settore energetico - ricorda l’Aea - saranno cruciali per rispettare gli impegni di riduzione 2020-29 e 2030 per il PM 2,5 , con particolare attenzione alla riduzione dell’uso di biomassa e carbone nel riscaldamento residenziale necessario in alcuni Stati membri. Anche l’ammoniaca (NH 3 ) contribuisce alla formazione di PM 2,5 nell’atmosfera, con ulteriori azioni necessarie per ridurne le emissioni. Insieme al briefing sulla direttiva NEC, l’Aea ha pubblicato il rapporto sull’inventario delle emissioni dell’Unione europea 1990-2019, che esamina le emissioni di inquinanti atmosferici riportate nell’ambito della Convenzione Unece sull’aria. Il rapporto mostra riduzioni considerevoli nelle emissioni 1990-2019 di cinque inquinanti chiave: monossido di carbonio (CO), NH3 , NOX , COVNM e ossidi di zolfo (SOX ). Le emissioni di ossidi di zolfo sono diminuite del 92 % dal 1990, grazie al passaggio da combustibili ad alto tenore di zolfo a quelli a basso contenuto di zolfo, all’uso di tecnologie di riduzione delle emissioni e all’aumento dell’efficienza energetica nell’industria, negli edifici commerciali e istituzionali e nelle abitazioni.
RCI
ottobre 2021
La situazione energetica nazionale
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Il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato la “Relazione sulla situazione energetica nazionale” redatta da un gruppo di lavoro appositamente costituito presso la Direzione Generale per le Infrastrutture e la Sicurezza dei Sistemi Energetici e Geominerari, formato da rappresentanze istituzionali e settoriali con esperienza riguardo ai temi trattati. Dal documento si rileva che, nel 2020, la domanda primaria di energia è stata pari a 143,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (MTep), con una diminuzione del 9,2% rispetto all’anno precedente. La dipendenza energetica dall’estero rimane elevata, infatti il 73% del fabbisogno è soddisfatto dalle importazioni nette.
L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40% dal gas naturale, per il 33% dal petrolio e per il 20% dalle fonti energetiche rinnovabili. Rispetto al 2019 è aumentato il ruolo delle energie rinnovabili e del gas naturale mentre diminuisce pesantemente quello del petrolio. Gli impieghi finali di energia diminuiscono per gli usi residenziali (-2,5%), che si confermano il primo settore di consumo finale, per i servizi (-9,4%) e per il settore industriale (-5,4%). La diminuzione maggiore si registra però nel settore trasporti dove si ha un -15,7%. La Relazione contiene anche un approfondimento dedicato ai rischi climatici, alla transizione ecologica e al ruolo della finanza.
Marcello Bonfanti
realizzazioni
Il Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica di Entebbe visto da ovest: si notano le spesse murature in terra cruda, che schermano le facciate continue, e la doppia copertura che sostiene i campi fotovoltaici
L’OSPEDALE ALL’EQUATORE Giuseppe La Franca
RCI
ottobre 2021
LA NUOVA STRUTTURA PER LA CHIRURGIA PEDIATRICA DI EMERGENCY METTE A SISTEMA TECNOLOGIE COSTRUTTIVE E IMPIANTISTICHE DECLINATE PER LE PECULIARITÀ DEL CONTESTO SOCIALE E AMBIENTALE AFRICANO, CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ
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E
ntrato in funzione nell’aprile 2021, il Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica di Entebbe (Uganda) è il secondo ospedale dell’African Network for Medical Excellence (ANME) realizzato dalla NGO italiana Emergency che conta già tre cliniche pediatriche in Sudan - tra cui, dal 2007, il Centro Salam per la Cardiochirurgia pediatrica
a Khartoum. Si tratta di un ospedale specializzato che, di fatto, triplica la disponibilità dei posti letto per la chirurgia pediatrica dello stato africano e, al contempo, si propone come polo per la formazione professionale degli operatori sanitari locali. Principale obiettivo dell’iniziativa è garantire ai pazienti pediatrici cure chirurgiche gratuite, con gli stessi standard degli ospedali
italiani, in un contesto in cui la mortalità infantile sotto i 5 anni di età è nell’ordine di 49 bambini ogni 1.000 nati vivi. L’ospedale sarà perciò un importante centro di riferimento per i piccoli pazienti con necessità chirurgiche, provenienti dall’Uganda e da tutto il continente.
Aspetti generali del progetto
Il Centro di eccellenza è un esempio di progettazione olistica, mirato a offrire risposte semplici e pragmatiche ai problemi socio-ambientali contemporanei, sul duplice fronte di una visione inclusiva e partecipativa, nell’interesse delle generazioni presenti e future, e dell’innovazione dei processi costruttivi, secondo principi bio-ecologici. Il tema della resilienza è al centro del progetto: l’ospedale propone infatti soluzioni integrate anche alle sfide poste dall’emergenza climatica, focalizzate sull’autosufficienza energetica e idrica, attraverso un edificio flessibile capace di adattarsi e di reagire positivamente alle sollecitazioni esterne. La progettazione architettonica è stata sviluppata dal Renzo Piano Building Workshop assieme allo Studio TAMassociati, con la Building Division di Emergency e con i professionisti sanitari
IL SITO E IL CLIMA Il Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica si trova alla periferia di Entebbe (circa latitudine 0°03’ N; altitudine quasi 1.150 m s.l.m.), a breve distanza dalle rive del Lago Vittoria, nelle vicinanze dell’aeroporto internazionale e a circa 35 km dalla capitale Kampala. La posizione geografica del sito, praticamente all’equatore, rende la lunghezza delle giornate pressoché uniforme durante tutto l’anno (circa 12 ore al giorno), con un’inclinazione solare praticamente perpendicolare rispetto al suolo. L’altitudine e la vicinanza del lago comportano condizioni di vento costante, con velocità medie nell’ordine di 8÷13,1 km/h e direzione variabile. Il clima è di tipo è tropicale umido: la temperatura media (22,2 °C) fa registrare minime variazioni durante l’arco dell’anno (±2,5 °C), ma l’umidità è costantemente sopra il 75% (punte medie mensili del 83% in aprile e novembre), con una piovosità media significativa (max 238 mm in aprile) estesa anche ai mesi più secchi (min 43 mm in luglio). Il periodo più umido dura dalla fine di agosto alla fine di giugno e rende il clima classificabile con un livello di comfort afoso per almeno il 59% del tempo. Di conseguenza gli impianti di climatizzazione sono stati progettati per abbattere carichi latenti molto rilevanti, specie negli ambienti serviti da ventilazione a tutta aria esterna.
ottobre 2021
Marcello Bonfanti
SOTTO L’impiego di tendaggi tecnici permette di proteggere le superfici trasparenti dall’irraggiamento solare, a vantaggio del contenimento dei consumi per la climatizzazione
Committente: Emergency NGO Onlus Building Division: Roberto Crestan, Carlo Maisano Progettazione architettonica: Renzo Piano Building Workshop: G. Grandi (partner in charge), P. Carrera, A. Peschiera, D. Piano, Z. Sawaya, D. Ardant (modelli), F. Cappellini (modelli), I. Corsaro (modelli), D. Lange (modelli), F. Terranova (modelli). Studio TAMassociati: R. Pantaleo, M. Lepore, S. Sfriso, V. Milan, L. Candelpergher, E. Vianello, M. Gerardi Progettazione impiantistica: Prisma Engineering: Luciano Viero, Daniela Scarpa, Nicola Sacchetto, Paola Trevisani, Ivan Mischiatti, Enrico Millozzi Strutture: Milan Ingegneria Paesaggio: Franco e Simona Giorgetta Architetti Paesaggisti Antincendio: GAE Engineering Project & construction management: J&A Consultants Local architect: Studio FH Architects Local engineer: MBW Consulting I fornitori PDC, gruppo frigorifero, ventilconvettori, UTA: Climaveneta Diffusori: Sagicofim Collettori solari termici, caldaie a gasolio: Riello Elettropompe: KSB Sistemi di scarico: Valsir Serramenti, facciate continue: Thema Sistemi per serramenti e facciate: Schüco Italia Vetrate: AGC Quadri elettrici: Schneider Electric Tende tecniche: Resstende Oscuranti interni: Pellinindustrie
RCI
Emmanuel Museruka, Malaika Media
SOPRA Composto da 2.464 moduli a film sottile (289,24 kWp), l’impianto fotovoltaico si estende sulle coperture dei volumi in linea dell’ospedale
I protagonisti dell’impianto
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La hall d’ingresso all’ospedale si trova nella zona dedicata ai pazienti esteri, che distribuisce gli ambulatori e la diagnostica per immagini
Emmanuel Museruka, Malaika Media
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In corrispondenza degli accessi all’edificio, la presenza di barriere a lama d’aria minimizza gli scambi termici con l’esterno e ostacola l’ingresso di insetti
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L’ospedale: funzioni e percorsi
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Il connettivo interno dell’edificio centrale è equipaggiato con ventilconvettori da incasso a controsoffitto e diffusori dell’impianto ad aria primaria
già operanti nella zona. La società di ingegneria multidisciplinare Prisma Engineering ha curato la progettazione degli impianti termomeccanici ed elettrici/speciali, con l’obiettivo di garantire il massimo livello di funzionalità, igiene, sicurezza, efficienza energetica e comfort termoigrometrico. In generale tutte le principali apparecchiature e componenti impiantistiche sono state selezionate per abbinare un’elevata efficienza energetica con caratteristiche di semplicità di installazione, utilizzo e manutenzione, puntando anche a minimizzare la quantità di pezzi di ricambio necessari al loro mantenimento nelle migliori condizioni operative.
Il Centro di eccellenza in Chirurgia pediatrica sorge all’interno di un lotto ampio circa 120.000 m2, messo a disposizione dal Governo ugandese che ha fornito supporto anche durante la costruzione dell’ospedale e nella ricerca e formazione professionale del personale locale. Il complesso (circa 9.700 m2) è composto da 6 fabbricati immersi nel verde, prevalentemente organizzati in linea lungo l’asse est-ovest. Preceduto da un parcheggio, il piccolo edificio d’ingresso svolge sia la funzione di selezionare l’accesso all’ospedale di persone e veicoli, sia di accoglienza e triage nei confronti dei piccoli pazienti e dei loro familiari. I percorsi veicolari sono diretti alla vicina area diagnostica (ambulanze) e al piazzale logistico interno, dal quale si accede a tutti gli altri edifici. L’ospedale vero è proprio è composto da 3 volumi disposti su 2 livelli, alcuni dei quali parzialmente ipogei per effetto del dislivello del terreno, che gravitano attorno al giardino interno: - il corpo A (a sud, prossimo all’edificio d’ingresso) ospita laboratorio con emoteca e magazzini (piano interrato), la hall con sala d’attesa, 6 ambulatori e la diagnostica per immagini, con sale per radiologia e TAC (piano terreno); - il corpo B (al centro) è destinato alla farmacia, agli spogliatoi e ai locali tecnici (piano seminterrato), al blocco operatorio (3 sale chirurgiche più l’open space per osservazione e stabilizzazione) e alla terapia intensiva con 6 posti letto (piano rialzato); - il corpo C (a nord) accoglie le aree amministrative, gli altri servizi sanitari e generali più alcuni spazi tecnici (piano terreno), gli
IMPIANTI DI NUOVA GENERAZIONE A PULSIONE AVANZATA RIDUZIONE DEL COSTO DELL’IMPIANTO
RISPARMIO ENERGETICO: - 80% sul consumo elettrico dei ventilatori. - 70% sul costo di sostituzione dei filtri.
ELIMINAZIONE TOTALE: Della stratificazione del calore. Dei canali di ripresa. Del rischio di correnti d’aria. Dell’isolamento termico dei canali.
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MAGGIORI PRESTAZIONI: Altezza massima d’installazione 40 m. Lanci fino a 100 m di distanza. Portata variabile fino a 20/100 %. Massima omogeneità delle temperature. Riduzione delle portate d’aria. Meno canali in ambiente. Meno peso sulle strutture. Maggior longevità degli impianti. Maggior sicurezza di funzionamento. Minor tempo di messa a regime. Free-cooling invernale fino a -15 °C. Riqualificazione energetica totale.
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LA PAROLA AL PROGETTISTA
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L’ing. Luciano Viero (Prisma Engineering) ha curato la progettazione degli impianti termomeccanici: «Abbiamo ottenuto la commessa grazie all’esperienza nella progettazione impiantistica a elevata efficienza energetica nel settore ospedaliero, anche in ambiti molto particolari come i laboratori ad elevato rischio biologico e gli ospedali per infettivi. Il percorso progettuale è stato estremamente interessante, sia per la partecipazione di un architetto dello spessore di Renzo Piano, sia per la stretta collaborazione con i tecnici di Emergency, che hanno trasferito al nostro team le reali esigenze - raccolte nel tempo nei loro ospedali in tutto il mondo - ottenendo così un sistema che risponde alle particolari esigenze di determinati territori e agli standard ospedalieri più evoluti. Efficienza, contenimento dei consumi energetici, semplicità, pulizia e linearità degli impianti sono stati i nostri obiettivi principali. Anche il vincolo estetico è stato molto forte: in un contesto architettonico di tale importanza, l’integrazione degli impianti è stata una delle maggiori difficoltà, risolta egregiamente grazie alla progettazione sviluppata interamente in BIM. Abbiamo sviluppato layout impiantistici innovativi, in modo da lasciare a vista solamente le parti esteticamente gradevoli (ad esempio l’“altana” soprastante il blocco operatorio, sulla quale sono installate le UTA) e nascondendo quasi completamente le distribuzioni, senza pregiudizio per l’accessibilità. Il principio della semplicità impiantistica ha permesso di assicurare tutti i servizi necessari con impianti di facile installazione e, soprattutto, molto intuitivi in sede di manutenzione, utilizzando componenti il più possibile standardizzati. Ad esempio, i compressori delle macchine frigorifere sono tutti uguali, quindi ricorrendo a un solo pezzo di ricambio si potrà ripristinare il normale funzionamento del sistema. Paradossalmente, la ricerca della massima semplicità è stata facilitata da una tecnologia avanzata - quella della pompa di calore polivalente - che ha permesso di realizzare una rete distributiva dei fluidi tanto semplice quanto efficace. Allo stesso modo sono state selezionate le pompe, che presentano taglie e modelli ridotti a poche tipologie. La rete è composta da un unico circuito a 4 tubi, alimentato da un solo set di pompe per il lato caldo e da solo set di pompe per il lato freddo, senza distinzione tra circuito primario e secondario. Nelle UTA, inoltre, abbiamo inserito il sistema di recupero rigenerativo, con un recuperatore a doppia batteria (run around coil) installato a monte e a valle della batteria di raffreddamento e deumidificazione. In questo modo il calore sensibile assorbito dalla batteria di raffreddamento si trasferisce direttamente al post-riscaldamento e viceversa, ottenendo quindi un notevole risparmio energetico e un ragguardevole abbassamento delle potenze frigorifere di picco». Ing. Luciano Viero, Prisma Engineering
studi medici con aule per la formazione e le degenze di tipo ordinario, con 50 posti letto più sale ricreative e spazi per il gioco e lo svago dei bambini, e di terapia sub-intensiva, con 16 posti letto (primo piano). La dotazione è completata dalla foresteria e dalla centrale tecnologica. La prima è situata a settentrione rispetto al corpo C: si tratta di un edificio ipogeo in linea, che dispone di camere per 36 fra parenti e accompagnatori dei piccoli pazienti. Facilmente accessibile dai flussi veicolari e pedonali, la centrale tecnologica si trova a levante rispetto all’ospedale ed è articolata su un unico livello. Gli edifici ospedalieri in linea sono organizzati secondo una sezione a corpo triplo, con connettivo centrale. Gli accessi e i percorsi interni all’ospedale consentono un razionale sviluppo dei flussi, separando anche dal punto di vista altimetrico quelli d’ambito sanitario (personale e pazienti interni, pazienti esterni, ecc.) da quelli dei materiali e dei servizi ausiliari.
L’edificio in sintesi
Progettata per garantire sicurezza e senso di protezione, la costruzione integra sistemi costruttivi tradizionali e tecnologie contemporanee. Sulle fondazioni in calcestruzzo armato sono impostate le murature portanti perimetrali, realizzate in terra cruda con la tecnica cosiddetta “pisè”, i pilastri intermedi interni agli edifici e le strutture esterne, in elevazione, che sostengono le parti aggettanti della copertura. Le murature in pisé formano l’involucro edilizio lungo i fronti nord e sud degli edifici principali: il materiale costruttivo è stato ottenuto riutilizzando il terreno di risulta ottenuto dagli scavi effettuati per la costruzione dei livelli ipogei. La tradizionale miscela di argilla, sabbia, ghiaia e acqua, pressata all’interno di casseforme in legno, è stata rinforzata con leganti di ultima generazione che rendono la struttura stabile, sicura e durevole. In questo modo le murature in terra cruda possono sopportare i carichi trasmessi dal reticolo strutturale in acciaio che sorregge la copertura e, grazie al notevole spessore (circa 60 cm) e all’inerzia termica dei paramenti murari, gli spazi interni godono di una notevole stabilità della temperatura. In corrispondenza delle finestre, la strombatura esterna delle aperture facilita la penetrazione della luce naturale negli ambienti. Le testate degli edifici principali, esposte a est e ovest, sono invece costruite con facciate continue trasparenti, appositamente disegnate per rispondere a precise esigenze statiche, prestazionali ed estetiche. La configurazione dei profili in alluminio forma un corpo unico con la struttura in carpenteria d’acciaio, restituendo adeguati livelli di tenuta all’aria e all’acqua. La presenza di tende tecniche esterne e, nei serramenti, di veneziane orientabili e impacchettabili, consente di regolare l’irraggiamento solare sulle superfici vetrate e la luminosità all’interno degli ambienti. Gli spazi connettivi ai piani superiori, posti all’interno degli edifici, ricevono luce zenitale attraverso lucernari schermati dalle griglie soprastanti. L’ospedale dispone di un intelligente sistema a doppia copertura, concepito per minimizzare l’irraggiamento solare delle falde,
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È il sistema radiante piano che abbina una particolare superficie con forma a piramidi inverse, allo strato riflettente in PVC+alluminio. L’elevata diffusione migliora la resa termica, fa dimuire la temperatura di mandata, risultando ottimale anche per le pompe di calore. Ottima resistenza al fuoco e attenuazione acustica.
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raccogliere l’acqua piovana e massimizzare la superficie esposta del campo fotovoltaico. Le falde costituiscono la parte inferiore della copertura: sono realizzate con normali solai in lamiera grecata e getto di calcestruzzo integrativo, sormontati da uno strato termoisolante e rivestiti con pannelli metallici in lamiera zincata. La parte superiore della copertura è sorretta dalle strutture in
L’accesso al reparto di degenza ordinaria: il principale compito dell’impianto di ventilazione consiste nell’abbattimento dei carichi latenti
tubolari d’acciaio che fuoriescono dalla fascia piana del colmo, dove sono installati i lucernari, e dai pilastri disposti ai lati degli edifici. Si tratta di un vero e proprio schermo solare, realizzato con lamiere metalliche - che ombreggiano le falde durante il giorno - sormontate dai moduli fotovoltaici. L’unica parte permeabile alla luce è costituita dal percorso tecnico sopraelevato, in grigliato metallico, posto sulla verticale dei lucernari.
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Alimentazione e sicurezza elettrica
La zona relax nell’area amministrativa dispone di un impianto di ventilazione a tutt’aria, con immissione attraverso ugelli orientabili
Situata su lato opposto del piazzale logistico rispetto al corpo B, la centrale tecnologica accoglie la cabina di trasformazione, i quadri elettrici principali, i gruppi elettrogeni, le centrali idrico-sanitaria, termofrigorifera e antincendio e l’officina. Gli impianti elettrici sono alimentati dalla rete di distribuzione, previa trasformazione MT/BT tramite 1 trasformatore a secco in resina epossidica, del tipo “a perdite ridotte” (1.000 kVA) con sistema fisso di rifasamento locale. Un UPS (1.000 VA) provvede all’alimentazione in assoluta continuità dei circuiti ausiliari interni a cabina e sala quadri MT. Oltre al power center, la sala quadri BT ospita il sistema di rifasamento automatico, 1 stabilizzatore di tensione elettrodinamico (1.000 kVA, con predisposizione per l’installazione di un secondo stabilizzatore) e 1 UPS (6.000 VA) per i circuiti ausiliari interni. Durante il giorno, il fabbisogno elettrico è parzialmente coperto dall’impianto fotovoltaico (289,24 kWp) esteso sulle coperture dei volumi in linea dell’ospedale, collegato al lato BT tramite un interruttore di interfaccia. Il campo fotovoltaico è composto complessivamente da 2.464 moduli a film sottile, di cui 1.176 da 120 Wp e 1.288 x 115 Wp), suddivisi in 4 sottocampi attestati su altrettanti inverter trifase (2 da 91,4 kW e 2 da 43,6 kW) installati nella centrale tecnologica.
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Prisma Engineering
L’interno di una delle 3 sale operatorie: le tecnologie installate presentano gli stessi standard degli ospedali italiani anche sotto il profilo della qualità dell’aria
Gli impianti sono ispirati alla massima semplicità, per facilitare l’installazione e la manutenzione, e sono realizzati con componenti il più possibile standardizzati
Nonostante la potenza specifica inferiore rispetto ai moduli al silicio cristallino, la tecnologia fotovoltaica a film sottile è più adatta alla produzione di elettricità nelle condizioni di illuminazione diffusa che caratterizzano i periodi di pioggia e cielo coperto. Inoltre, le superfici captanti operano una schermatura passiva delle lamiere sottostanti, che riduce sostanzialmente il surriscaldamento del tetto a opera dei raggi solari. Tutte le utenze con alimentazione prioritaria sono collegate a UPS dedicati: - 2 ridondanti (60 kVA; autonomia 1 h) funzionanti in parallelo, per le utenze mediche;
- 1 (80 kVA; 15 min) per il Laboratorio analisi e gli utenti PC; - 1 (80 kVA; 1 h) per l’impianto dei gas medicali; - 1 (20 kVA; 1 h) per il CED; - 1 (125 kVA; 10 min.) per la diagnostica TC Scan. L’alimentazione d’emergenza è affidata a 2 generatori con alimentazione a gasolio (ciascuno 1.150 kVA LTP), entrambi in grado di fronteggiare il fabbisogno energetico dell’intero ospedale. Un ulteriore generatore diesel (450 kVA LTP) provvede all’erogazione dell’elettricità durante la notte. Per garantire la massima continuità del servizio, tutti i sistemi di continuità sono caricati anche dai generatori.
Prisma Engineering
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Il campo solare termico contribuisce alla produzione dell’ACS: è composto da 28 collettori installati sulla copertura della centrale tecnologica
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Caldaia a gas a condensazione con aerotermo
Pompa di calore ibrida con caldaia a gas
Destratificatore d’aria
Sistema di raffrescamento evaporativo
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realizzazioni CLIMATIZZAZIONE E VENTILAZIONE I terminali in ambiente dell’impianto idronico sono costituiti da: - b atterie di post-riscaldamento, al servizio di tutti gli ambienti dotati di ventilazione meccanica a tutta aria, compresi il blocco operatorio e le “clean area” ad alta intensità di cura (ICU); - v entilconvettori regolati da valvole a 3 vie, prevalentemente del tipo da incasso a controsoffitto, negli altri ambienti ad alto carico sensibile interno; - b arriere a lama d’aria situate sopra gli ingressi principali, la cui funzione non ha una stretta attinenza con la climatizzazione, ma risponde allo scopo impedire l’intrusione degli insetti volanti mediante il ricircolo forzato dell’aria in ambiente, senza alcun trattamento termico. Studiato per garantire sia il massimo comfort, sia un elevatissimo grado di controllo dei contaminanti aerodispersi nelle sale operatorie e nelle clean areas, l’impianto aeraulico è attestato su 5 UTA ad altissima efficienza, al servizio degli impianti a tutta aria esterna. Installate sulla copertura del corpo centrale e all’interno della struttura nei corpi A e C, le UTA per gli ambienti standard trattano l’aria a 20 °C (U.r. 36,4%) in inverno e a 16 °C (U.r. 99%) in estate, con filtrazione G4 + F7, e processano rispettivamente: - 1 4.080 m3/h (mandata) e 13.980 m3/h (ripresa) per i corpi A e B (livelli 0 e 1); - 3 0.440 m3/h e 30.907 m3/h per il corpo A (livelli 0 e 1). Le UTA destinate alle clean area trattano l’aria a 22 °C (U.r. 32,2%) in inverno e a 13 °C (U.r. 99%) in estate, con filtrazione G4 + F9 (H14 per le sale chirurgiche) e processano: - 1 2.964 m3/h e 12.790 m3/h per il blocco operatorio; - 7 .740 m3/h e 5.418 m3/h per la terapia intensiva; - 6 .831 m3/h (mandata e ripresa) per l’area di diagnostica strumentale. In generale la distribuzione dell’aria è affidata a canalizzazioni con sezione rettangolare, realizzate in pannelli sandwich preisolati, celate nei controsoffitti e dotate di diffusori di mandata selezionati puntualmente per ciascun locale (lineare nelle degenze, ugelli ad alta induzione orientabili negli spazi ampi) in funzione delle necessità di lancio, del comfort termoacustico e dell’impatto estetico. Nelle sale operatorie l’aria di mandata è immessa attraverso plafoni filtranti a soffitto, ad ampia superficie, ed è estratta mediante le griglie di ripresa disposte nei quattro angoli della sala, con suddivisione della portata d’aria nei canonici 2/3 in basso e 1/3 in alto. Nelle clean area, invece, l’aria è immessa tramite diffusori di mandata a flusso laminare con filtro assoluto H14.
Centrali termomeccaniche
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L’acqua utilizzata nell’ospedale è fornita dall’acquedotto pubblico ed è stoccata in 2 cisterne ipogee (100 m3 ciascuna), dotate di sistemi per il ricircolo, la filtrazione e il dosaggio di prodotti disinfettanti. A valle delle cisterne si trovano la centrale di pressurizzazione della rete antincendio (elettropompa, motopompa e pompa jockey) e la sezione di trattamento dell’acqua potabile, così articolata: - 2 filtri a sabbia con sistema di controlavaggio, 2 addolcitori e dosatore di disinfettante, per l’acqua fredda e calda sanitaria;
L’impianto aeraulico è attestato su 5 UTA ad altissima efficienza, al servizio degli impianti a tutta aria esterna, Installate sulla copertura del corpo centrale e all’interno della struttura nei corpi A e C
- un ulteriore dosatore di prodotti antincrostanti, per la preparazione dell’acqua per usi tecnici. La produzione dei fluidi termovettori a 45÷40 °C e a 7÷12 °C è appannaggio di: - 1 pompa di calore polivalente (198 kWt; 177 kWf) che utilizza R410a per la produzione dell’acqua calda (COP 2,92) e refrigerata (EER 2,26) destinate al circuito idronico, equipaggiata con 4 compressori scroll e 4 ventilatori; - 1 gruppo frigorifero (208 kWt) per la sola acqua refrigerata (EER 2,62), che utilizza R410a, anch’esso dotato di 4 compressori scroll e di 4 ventilatori, più la predisposizione per l’installazione di un secondo chiller della stessa potenza. La produzione dell’ACS è affidata a: - un campo solare termico composto da 28 collettori (orientamento sud; inclinazione 15°; superficie captante complessiva 70 m2), installato sulla copertura della centrale tecnologica; - 1 caldaia (115 kW) alimentata a gasolio, che funge anche da backup nei confronti della pompa di calore. Lo stoccaggio avviene in 2 bollitori ad accumulo (3.000 l ciascuno) con doppio serpentino, in vista della distribuzione dell’ACS in una rete dotata di ricircolo. Per semplificare l’impianto, le reti per la distribuzione dell’acqua fredda potabile e dell’ACS sono del tipo a portata costante, attestate su elettropompe ad altissima efficienza.
Impianti elettrici e speciali
A valle del power center, i circuiti si diramano verso i quadri locali secondari, mediante tubazioni interrate contenenti linee in cavo
realizzazioni
Schema funzionale della UTA destinata al reparto di diagnostica per immagini (Prisma Engineering)
completamente ridondanti. In particolare: - le sale operatorie dispongono di quadri con trasformatori di isolamento dedicati (ciascuno 7,5 kVA); - tutte le utenze degli impianti meccanici, comprese le connessioni elettriche per il sistema di controllo, sono collegate direttamente. L’impianto di terra collega tutte le strutture metalliche interne all’edificio (armature strutturali, tubazioni, canalizzazioni, ap-
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RECUPERO DEL CALORE
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Per attuare una rigorosa separazione fra le canalizzazioni aerauliche, ai fini igienico-sanitari, e coniugare semplicità di installazione con facilità nella manutenzione, le UTA sono equipaggiate con un sistema di recupero del calore del tipo “run-around coil”. Si tratta di dispositivi semplici dal punto di vista costruttivo, composti essenzialmente da: - b atterie per lo scambio termico situate nei canali di adduzione ed espulsione dell’aria; - c ircuiti idronici (caldo e freddo) di collegamento, equipaggiati con un’elettropompa; - v aso d’espansione, valvola a 3 vie, sonda di temperatura, ecc. A fronte di un’efficienza energetica superiore al 50%, questi scambiatori mantengono nettamente separati i flussi dell’aria, a vantaggio della salubrità dell’aria immessa negli ambienti, e sono perciò idonei alle applicazioni mirate a un’elevata qualità dell’aria interna. La possibilità di modificare la portata dell’aria e di invertire il flusso del fluido di scambio termico permette di pre-raffreddare efficacemente l’aria esterna durante le stagioni calde.
parecchiature, ecc.) all’impianto equipotenziale. In tutti i locali sono presenti prese universali da incasso (da 16 A e da 10 A) con trattamento superficiale antibatterico, tranne: - nelle sale operatorie, che sono dotate di propri quadri con interruttore dedicato a ciascuna presa (16 A; IP55); - nei locali con postazioni per pc, dotati di scatole di derivazione con prese interbloccate protette da fusibili (16 A); - nei locali tecnici e nei magazzini, che dispongono di prese a vista. L’illuminazione artificiale è appannaggio di lampade a LED installate in apparecchi chiusi (tipo IP4x), del tipo UGR<19 per gli uffici e per tutti gli ambienti dove si utilizzano pc. Un sistema per l’alimentazione centralizzata dell’illuminazione d’emergenza (14,5 kW; 2 h) collega i relativi apparecchi, sempre di tipo LED, con cavi resistenti al fuoco. Sono stati inoltre installati i seguenti impianti speciali: - rilevazione degli incendi, con pulsanti e rilevatori di fumo ottici indirizzabili dotati di segnale luminoso in tutti i locali, tranne quelli tecnici che sono forniti di rilevatori di calore, più pannello di allarme visivo-acustico e avvisatore acustico esterno; - rilevazione delle fughe di gas metano, con rilevatori e pannello di allarme visivo-acustico; - chiamata infermieri esteso a camere di degenza, locale per paziente isolato in terapia intensiva, servizi igienici; - T VCC per il monitoraggio delle aree di accesso, degli ingressi principali, di servizio dell’edificio e in generale di tutte le aree comuni e pubbliche, mediante telecamere impermeabili ad alta risoluzione dotate di sensori di movimento.
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MERCATO
Un approccio innovativo per la scelta delle APPARECCHIATURE HVAC RCI
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Luca Stefanutti
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NELLA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO COM’È POSSIBILE GARANTIRE ELEVATI LIVELLI DI QUALITÀ E DI PRESTAZIONI DELLE PRINCIPALI APPARECCHIATURE E QUINDI DELL’INTERO IMPIANTO? LA SOLUZIONE PUÒ VENIRE DA UN METODO INNOVATIVO BASATO SU UNA PROCEDURA DI SELEZIONE GIÀ IN FASE DI PROGETTAZIONE
U
n tema molto delicato e spesso dibattuto è la difficoltà di operare in un mercato che quasi sempre si basa sull’appalto delle opere al prezzo di più basso, compromettendo così la qualità e le prestazioni degli impianti HVAC. Un aspetto chiave del progetto è il metodo adottato per effettuare la selezione di marca e modello delle apparecchiature. Idealmente, la scelta dovrebbe essere basata sul costo totale del ciclo di vita, ma raramente è così. Più comunemente, una macchina viene scelta dal progettista e dall’installatore in base all’esperienza passata, alla familiarità con il prodotto oppure per il basso prezzo. Esiste però un approccio migliore, e più trasparente, per la selezione che è in grado di garantire il controllo del costo d’investimento e, al tempo stesso, delle caratteristiche e delle prestazioni delle apparecchiature.
Il metodo tradizionale
mente più costoso delle alternative, le imprese propongono la sua sostituzione, ma ciò può comportare discussioni con il progettista in merito a che cosa sia davvero “equivalente”, oltre a rendere più complessa e onerosa, in termini di tempo, l’elaborazione delle schede di sottomissione e del progetto costruttivo da parte dell’impresa, che sarà diverso da quello elaborato dal progettista. In definitiva, con questo approccio è improbabile che l’apparecchiatura selezionata sia la scelta migliore per il progetto o che venga acquistata al miglior prezzo. Questo non è quindi il modo ottimale per scegliere un prodotto. Nel caso in cui la progettazione esecutiva venga eseguita dall’impresa dopo l’appalto (design/build), se essa si basa su un progetto definitivo con specifiche dettagliate, è probabile che marca e modello dell’apparecchiatura siano state già selezionate dal progettista, con gli stessi svantaggi descritti in precedenza per i progetti tradizionali. Se invece i documenti di offerta non contengono indicazioni specifiche e l’appaltatore viene scelto in base all’offerta più bassa, di solito anche l’apparecchiatura verrà selezionata in base al prezzo. Anche in questo caso, la scelta non sarà quella ottimale per il progetto.
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Fig. 1 - La selezione dei chiller di tipo centrifugo risulta complessa dato che sono molti i parametri da considerare
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In un progetto tradizionale che prevede, nell’ordine, le fasi di progettazione, appalto e costruzione (definito nei paesi anglosassoni come “design/bid/build”), basato quindi su un progetto esecutivo e specifiche tecniche, la scelta di marca e modello dei principali componenti è solitamente molto arbitraria. Il progettista tende infatti a utilizzare un prodotto con cui ha familiarità in base a precedenti esperienze su progetti simili, oppure viene influenzato da articoli pubblicati su riviste specializzate o da consigli ricevuti da un costruttore o da un rappresentante. I documenti di progetto (computo metrico, disegni, specifiche tecniche) vengono quindi sviluppati in base a quel determinato prodotto, salvo indicare, per ogni tipologia di apparecchiatura, almeno 3 produttori nell’elenco marche e includere la dizione “o equivalente approvato”, per non vincolare l’appaltatore a una scelta obbligata. Questo metodo presenta una serie di difetti. In primo luogo, non esiste mai nella realtà un prodotto del tutto equivalente in termini di prestazioni, dimensioni e/o affidabilità. Inoltre, raramente il costo dell’apparecchiatura viene valutato nel modo corretto in fase di progetto, dato che le offerte dei rappresentanti di un costruttore prevedono un “prezzo da progettista”, sempre superiore a quello concesso all’installatore. Una volta inserito nei documenti, il prodotto diventa infatti immediatamente più costoso di quanto potrebbe altrimenti essere dato che, nella maggior parte dei casi, le apparecchiature indicate come riferimento nei documenti di progetto finiscono per essere acquistate dall’installatore. Questo avviene perché l’impresa non vuole assumersi la responsabilità di proporre una marca alternativa in sostituzione di quella specificata, considerando anche gli effetti collaterali legati alle modifiche del progetto in termini di dimensioni, pesi o potenza elettrica assorbita. I rappresentanti ne sono consapevoli, quindi l’apparecchiatura prevista dal progettista può essere venduta a un prezzo più alto. Se il prodotto è unico nel suo genere, il prezzo dell’apparecchiatura aumenta ancora di più. Soltanto nel caso in cui il modello specificato sia significativa-
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MERCATO
Fig. 2 - Le UTA di grande taglia possono beneficiare in modo significativo del metodo di selezione in fase di progetto dato che si tratta generalmente di prodotti sviluppati su misura
Un approccio diverso
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Un metodo migliore consiste nel considerare la selezione delle principali apparecchiature come un lavoro di squadra che vede coinvolti appaltatore, progettista, committente e ogni altro membro del team di progettazione, utilizzando in modo trasparente tutti i dati relativi a prestazioni e prezzi. Queste informazioni vengono raccolte richiedendo le offerte per le apparecchiature mediante l’impiego di un modulo che include i dati sulle prestazioni e un prezzo fisso finale. Il team di progettazione e costruzione può quindi discutere e valutare in modo trasparente i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna opzione, in termini di prezzo, prestazioni energetiche, rumore, dimensioni, ed effettuare la selezione finale.
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Fig. 3 - La selezione del prodotto in fase di progetto può riguardare anche componenti che hanno un impatto estetico come i soffitti radianti (MWH)
Questo approccio è efficace per la selezione di qualsiasi apparecchiatura, ma è ideale quando si verifica una delle seguenti condizioni: • i l prodotto specificato è unico nel suo genere; • vi sono molte caratteristiche diverse tra i produttori disponibili che non possono essere facilmente valutate senza conoscere e valutare i costi; • vi sono variazioni significative nelle prestazioni rispetto al prezzo, quindi l’impostazione arbitraria di una singola prestazione di progetto nei documenti di offerta potrebbe non portare alla selezione migliore; • vi sono altri aspetti per cui un confronto consente una selezione migliore rispetto all’offerta più bassa. È consigliabile adottare la selezione in fase di progetto per i componenti più complessi e costosi di un impianto HVAC, quali gruppi refrigeratori di elevata potenza, come i chiller con compressore a vite o centrifugo (figura 1), unità di trattamento dell’aria di grande taglia (figura 2) e sistemi VRF. Il metodo, tuttavia, può essere impiegato in modo utile anche per effettuare la scelta della tipologia dei terminali in ambiente, quali fan-coil, travi fredde o soffitti radianti (figura 3), coinvolgendo ovviamente in questo caso nel team e nel processo decisionale anche l’architetto, data l’importanza dell’aspetto estetico. La procedura può essere implementata in due modi: durante la fase di progettazione oppure dopo il completamento del progetto.
Selezione in fase di progettazione
La scelta durante la fase di progettazione è l’opzione migliore poiché consente di sviluppare il progetto in base a marca e modello selezionati senza preoccuparsi delle varianti che potrebbero essere necessarie se l’appaltatore proponesse delle sostituzioni. La richiesta d’offerta dovrebbe avvenire quando le prestazioni dell’apparecchiatura sono state definite e sono relativamente congelate, in genere proprio all’inizio del progetto esecutivo. La procedura si articola su una serie di fasi successive: 1. Decidere per quali componenti sarà richiesta l’offerta utilizzando questo approccio. 2. Preparare le specifiche tecniche dell’apparecchiatura, come per qualsiasi progetto. In generale, esse non dovrebbero imporre prestazioni troppo dettagliate, come ad esempio l’efficienza di un gruppo refrigeratore, che sarà valutata in seguito insieme agli altri criteri di selezione. Tuttavia, è consigliabile specificare i livelli massimi di potenza sonora poiché vi sono diversi modi per valutare il rumore, come si vedrà nell’esempio di selezione dell’unità di trattamento dell’aria. 3. Preparare un modulo di offerta per ogni tipo di apparecchiatura. Il modulo deve includere dati su prezzo e prestazioni, oltre ad altre informazioni su dati elettrici, pesi, tempi di consegna, ecc. Di seguito vengono illustrati due esempi relativi alla selezione di un gruppo refrigeratore e di un’unità di trattamento dell’aria di grande taglia. 4. Inviare le specifiche e i moduli di offerta ai rappresentanti dei produttori selezionati con un tempo prefissato per l’invio
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Azienda italiana dal 1956
MERCATO Appalti a carte scoperte
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Un metodo alternativo per risolvere il problema dell’appalto delle opere al prezzo più basso consiste nell’adottare il sistema Open Book, già da anni diffuso nei paesi anglosassoni. Il sistema “a libro aperto”, noto anche come contratto “Cost-plusfee”, ovvero costi più ricavi, è da anni utilizzato negli Stati Uniti principalmente in settori ad alto contenuto tecnologico (ad esempio industria e ricerca) dove le priorità sono la qualità e i tempi di realizzazione. Un esempio sono i contratti che riguardano gli appalti in campo militare oppure aerospaziale. A differenza del classico appalto in cui il committente lancia una gara selezionando un gruppo di general contractor per formulare l’offerta chiavi in mano sulla base di un capitolato, il sistema Open Book si traduce in un contratto stipulato a 4 mani tra il cliente e una sola impresa generale, con il quale si definisce il budget, o meglio si definisce il costo di costruzione e il margine riconosciuto all’impresa. Il tutto avviene condividendo la scelta dei subappaltatori e dei prodotti sui quali si dovrà basare il progetto e che quindi dovranno essere utilizzati. In pratica si tratta di un gentlement agreement che porta alla creazione di una cordata di imprese avente un comune obiettivo, con costi e ricavi predefiniti per ogni membro. Questo metodo presenta, o dovrebbe presentare, un vantaggio per tutte le parti in gioco. Il cliente si assicura infatti la qualità finale dell’opera in quanto può decidere di utilizzare prodotti e soluzioni che garantiscono le migliori prestazioni. Ad esempio, per un edificio direzionale qualità significa benessere e qualità dell’aria ambiente, con un aumento della produttività, e/o un risparmio energetico con minori costi gestionali e un maggiore valore dell’immobile sul mercato. Ne godono un beneficio anche installatori e produttori di apparecchiature, che non sono più costretti a ridurre eccessivamente i prezzi (e quindi i ricavi) pur di aggiudicarsi le commesse. Il metodo consente inoltre di superare un grande limite all’innovazione finora rappresentato dal vincolo per i progettisti di specificare prodotti per i quali debba per forza esistere un “equivalente approvato” al prodotto di riferimento. Questo vincolo è stato da sempre imposto dai committenti come forma di tutela per contenere i costi di costruzione, tuttavia comporta l’impossibilità di impiegare le tecnologie più innovative per le quali non esistano ancora concorrenti sul mercato. Per quale motivo allora, a fronte di tali vantaggi, questa strategia è stata adottata soltanto in modo sporadico? La risposta è semplice: nel nostro paese finora per il settore del real estate la qualità degli edifici non è stata una priorità e quindi è stata sacrificata in nome del profitto a breve termine. Il mercato, tuttavia, sta rapidamente cambiando e penalizza ormai gli edifici che non funzionano correttamente, dove le persone si lamentano per le condizioni ambientali, o che sono afflitti da elevati costi gestionali.
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dell’offerta, in genere di due settimane. Le specifiche e i moduli di solito includono la possibilità di eliminare o di aggiungere eventuali funzioni che il team di progettazione piò prendere in considerazione. Dovrebbe essere incoraggiata la proposta di alternative da parte degli offerenti, in particolare per i chiller di grande potenza, che sono apparecchiature particolari con una gamma estremamente ampia di prezzi e prestazioni. 5. Se il progettista conduce la procedura, è essenziale che egli chiarisca molto bene che questa offerta è l’unica per l’apparecchiatura in questione, ovvero che non ci sarà alcuna altra possibilità di rifare un’offerta quando il progetto sarà consegnato per la gara d’appalto dei general contractor. I rappresentanti che non hanno esperienza con questo approccio potrebbero considerare l’offerta come un “budget” e quindi fornire prezzi non competitivi, pensando erroneamente che in seguito ci sarà un’altra opportunità per formulare la “vera offerta” alle imprese. Inoltre, dovrebbe essere consentito di deviare dalle specifiche, a condizione che le differenze siano specificate nel modulo di offerta. Ciò garantisce che il processo di selezione non sia sbilanciato verso un singolo prodotto. Le deviazioni dalle specifiche vengono prese in considerazione durante la valutazione dell’offerta, proprio come qualsiasi altro parametro di selezione.
6. Valutare se ci sono impatti collaterali sui costi di alcune opzioni. Ad esempio, i chiller dotati di compressore centrifugo di tipo aperto richiedono l’installazione di un fan-coil nella centrale tecnica a causa del carico termico emesso dal motore, mentre la maggior parte delle caldaie a basso contenuto d’acqua richiede un bypass di portata minima. È da notare che il costo rappresenta soltanto uno dei parametri, quindi queste valutazioni possono essere delle stime approssimative dell’ordine di grandezza. 7. Raccogliere le offerte e inserirle in un’unica tabella per effettuare la tabulazione delle varie caratteristiche. Di solito, il progettista provvede a inserire nella tabella anche informazioni soggettive aggiuntive, come i costi di manutenzione e le esperienze precedenti con ciascun prodotto o marca. 8. Incontrare tutti i membri del team che desiderano partecipare alla procedura, per valutare le offerte ed effettuare la selezione. In un progetto tradizionale in cui gli appaltatori non sono ancora a bordo, l’incontro riguarda in genere solo il progettista e i rappresentanti del committente. In un progetto design/build, all’incontro partecipano invece anche le imprese. La selezione avviene soppesando in modo soggettivo e oggettivo i pro e i contro di ciascuna opzione, a volte con il supporto di calcoli più dettagliati dei costi energetici.
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MERCATO TAB. 1 - ESEMPIO DI TABULAZIONE DELLE OFFERTE PER LA SELEZIONE DI UN CHILLER (©TAYLOR) OPZIONE
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PREZZO SIGLA CH1 - CH2 CH1 - CH2 CH1 - CH2 CH1 - CH2 CH1 - CH2 CH1 - CH2 Prezzo per entrambi i chiller (incl. trasporto) 206.000 238.000 201.000 318.000 241.000 232.000 CARATTERISTICHE GENERALI Centrifugo Centrifugo Tipo di compressore Vite Centrifugo Centrifugo Vite aperto doppio Refrigerante 134a 134a 134a 134a 134a 134a Cuscinetti Standard Magnetici Standard Magnetici Magnetici Standard Peso in funzione (kg) 8110 5482 8770 5700 7486 7232 Carica refrigerante (kg) 344 250 499 430 362 215 Inverter (SI/NO) SI SI SI SI SI SI CARATTERISTICHE OPERATIVE Capacità (% valore nominale) sotto la quale opera il by-pass a gas caldo 10% – – 10% – – Capacità (% valore nominale) minima di parzializzazione 12% 12% 15% – 14% 20% EVAPORATORE Resa frigorifera (kW) 1055 1055 1055 1055 1055 1055 3 Portata (m /h) 65,4 65,4 65,4 65,4 65,4 65,4 Temp. uscita (°C ) 5,5 5,5 5,5 5,5 5,5 5,5 Temp. ingresso (°C ) 19,4 19,4 19,4 19,4 19,4 19,4 Passaggi 3 3 3 2 2 3 Perdita di carico (m) 4,8 4.4 3,8 2,2 1,4 0 3 Portata minima (m /h) 25,8 25,2 25,4 31,8 41,8 61 Portata minima in percentuale (%) 40% 39% 39% 49% 64% 93% CONDENSATORE 3 Portata (m /h) 136,2 136,2 136,2 136,2 136,2 136,2 Temp. ingresso (°C ) 25 25 25 25 25 25 Temp. uscita (°C ) 32,6 32,6 32,6 32,6 32,6 32,6 Passaggi 2 2 2 2 2 2 Perdita di carico (m) 3,5 3,2 4,4 2,7 1,4 2,3 PRESTAZIONI Potenza Sonora dB(A) 84 75 80 100 79 83 Corrente a pieno carico (A) 270 233 230 253 227 313 Efficienza a carico parziale (NPLV) 0.34 0.37 0.41 0.38 0.37 0.45 Potenza assorbita (kW elettrici) 166,4 178,4 160,3 182,5 174,5 206,7 Efficienza a pieno carico (kW/kW) 6,34 5,91 6,58 5,78 6,04 5,10
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9. Inserire marca e modello selezionati nei computi metrici e nei disegni di progetto. L’apparecchiatura può essere completamente coordinata con gli altri componenti del progetto seguendo le istruzioni di installazione del produttore senza preoccuparsi di una successiva sostituzione. Nelle specifiche tecniche si dovrà indicare la sigla dell’apparecchiatura sele-
zionata con il relativo prezzo, esplicitando in modo chiaro che nessuna proposta aggiuntiva sarà presa in considerazione quando il progetto verrà emesso per la gara d’appalto dei general contractor. Nella scheda tecnica dell’apparecchiatura si dovrà quindi indicare il nome del costruttore e la sigla completa del modello con l’indicazione “nessun equivalente ammes-
MERCATO so”. Le specifiche dovranno inoltre includere una descrizione dettagliata dell’apparecchiatura selezionata. Ciò consentirà all’appaltatore di coordinare movimentazione e installazione, aspetto particolarmente importante per le apparecchiature che vengono consegnate e trasportate smontate in più sezioni componibili, come le UTA di grande taglia.
Selezione in fase di costruzione
A volte non è possibile attuare questo metodo per selezionare l’apparecchiatura prima dell’assegnazione dell’appalto all’impresa. Ciò si verifica, per esempio, in questi casi: • I progetti pubblici possono avere regole d’appalto che non consentono al team di progettazione di mettere in gara i diversi produttori per la selezione dell’apparecchiatura. • Alcuni committenti privati non consentono ai progettisti di chiedere offerte per le apparecchiature perché ritengono che il prezzo non sarà competitivo. Questa è una preoccupazione valida, come già illustrato in precedenza. Per questo motivo i rappresentanti del prodotto in questione devono capire che avranno solo una possibilità di fare l’offerta. • In alcuni casi, specialmente nei progetti pubblici, il livello e altre caratteristiche degli appaltatori che partecipano alla gara possono variare in modo tale che i rappresentanti di vendita non siano disposti a formulare lo stesso prezzo a tutti gli offerenti, quindi non è possibile ottenere un prezzo prefissato finché l’appaltatore non è noto. • I progetti design/build spesso vengono messi in appalto molto presto nel processo di progettazione, ad esempio, dopo la progettazione preliminare, quando il progetto del sistema HVAC e le caratteristiche delle apparecchiature non sono ancora definite abbastanza bene per ottenere offerte a un prezzo bloccato. Anche in questi casi è comunque ancora possibile utilizzare la procedura sopra descritta con alcune modifiche: 1. Decidere per quale componente sarà richiesta l’offerta utilizzando questo approccio. 2. Definire un prezzo di budget per l’apparecchiatura di riferimento per il progetto. Non è importante ottenere un prezzo preciso poiché l’importo del contratto potrà essere adeguato una volta effettuate la scelta finale. 3. Non includere il nome del produttore e la sigla del modello nelle schede delle apparecchiature, in modo che sia chiaro che la scelta finale non è stata ancora effettuata.
TAB. 2 - LIVELLI MASSIMI DI POTENZA SONORA DI UNA UTA (©TAYLOR)
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dB
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Frequenza UTA 1 – UTA 2
63 125 250 500 1000 2000 4000 Mandata aria 90
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Ripresa aria
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4. Indicare il prezzo di budget dell’apparecchiatura nelle specifiche tecniche come descritto nel passaggio 9 della procedura di selezione in fase di progettazione, chiarendo che questo prezzo deve essere utilizzato nelle offerte degli appaltatori, che dovranno indicare la percentuale di ricarico che sarà applicata a questo prezzo. 5. Dopo la definizione dell’appaltatore, richiedere l’offerta e selezionare il prodotto come descritto nei passaggi da 2 a 7 della procedura di selezione in fase di progettazione. 6. Modificare il progetto, se necessario, per adattarlo alla scelta finale dell’apparecchiatura. Il rischio di revisioni del progetto rappresenta il principale svantaggio della procedura in fase di costruzione. 7. Adeguare il prezzo del contratto delle opere meccaniche, sostituendo il prezzo di budget dell’apparecchiatura con quello finale, comprensivo del ricarico dell’appaltatore.
Selezione di un chiller centrifugo
I gruppi refrigeratori di grande taglia sono le apparecchiature più difficili da selezionare perché sono prodotti personalizzati con centinaia di combinazioni di scelta, quindi ci sono molte variabili da considerare. L’approccio più rigoroso dovrebbe essere basato sul costo del ciclo di vita per la selezione dei chiller, come descritto nel manuale ASHRAE Fundamentals of Design and Control of Central Chilled-Water Plants. Questo metodo è il migliore se i tempi di progettazione (e la parcella) lo consentono, ma richiede tempo sia per il progettista che per i rappresentanti di vendita. Esso delinea anche una procedura di acquisto semplificata che risulta allineata con la procedura sopra descritta, ed è consigliato per la maggior parte dei progetti poiché il livello di sforzo aggiuntivo richiesto rispetto alla pratica convenzionale è minimo. La tabella 1 mostra i risultati della procedura di offerta per un progetto di un edificio per uffici con due gruppi refrigeratori e un sistema di distribuzione con circuito primario a portata variabile. Un modulo di offerta reale può includere molte più informazioni di quelle indicate nella tabella. I campi contrassegnati in verde sono caratteristiche positive mentre quelli contrassegnati in rosso sono elementi negativi. I criteri più importanti sono: • Prezzo. • NPLV, indice utilizzato dai costruttori americani, pari al rapporto tra potenza assorbita (in kW) e potenza frigorifera (in ton), che misura l’efficienza su base annuale, più indicativo rispetto all’efficienza nominale poiché i chiller raramente funzionano a pieno carico. • Capacità di parzializzazione, ovvero a quale carico minimo il gruppo refrigeratore può funzionare stabilmente. • Portata minima evaporatore. Con un sistema di distribuzione a portata variabile, un valore minimo inferiore avrà un impatto maggiore sul consumo energetico della pompa dell’acqua refrigerata rispetto alla perdita di carico di progetto dell’evaporatore.
MERCATO TAB. 3 - ESEMPIO DI TABULAZIONE DELLE OFFERTE PER LA SELEZIONE DI UNA UTA DI GRANDE TAGLIA (©TAYLOR)
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OPZIONE Sigla Prezzi per entrambe le UTA (incl. trasporto)
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1 2 UTA 1 – UTA 2 UTA 1 – UTA 2 936.400 1.158.800 CARATTERISTICHE GENERALI (PER OGNI UTA) Numero di sezioni per il trasporto 5 5 Peso totale in funzione, per tutte le sezioni (kg) 43.674 35.058 PRESTAZIONI SEZIONE VENTILANTE DI MANDATA (PER OGNI UTA) Numero ventilatori (Quantità in larghezza x altezza) 7×3 7×3 Quantità di inverter 3 3 3 Portata (m /h) 246.000 246.000 Pressione statica esterna (Pa) 622 622 Pressione statica totale (Pa) 1337 1275 Potenza assorbita (kW) 134 130 PRESTAZIONI SEZIONE VENTILANTE DI RIPRESA (PER OGNI UTA) Espulsione Posizione (ripresa o espulsione) Espulsione Numero ventilatori (Quantità in larghezza x altezza) 7×3 7×3 Quantità di inverter 3 3 3 Portata (m /h) 212.000 212.000 Pressione statica esterna (Pa) 124 124 Pressione statica totale (Pa) 211 256 Potenza assorbita (kW) 24 30,2 PRESTAZIONI BATTERIA FREDDA (PER OGNI UTA) Acqua in ingresso (°C) 5,5 5,5 Aria in ingresso – bulbo secco (°C) 25 25 Aria in ingresso – bulbo umido (°C) 17,2 17,2 Aria in uscita – bulbo secco (°C) 11,6 11,6 Velocità di attraversamento (m/s) 2,80 2,68 Ranghi batteria 8 8 3 Portata acqua (m /h) 84,6 86,9 Perdita di carico acqua (kPa) 41,8 23,9 Perdita di carico aria (Pa) 348 256 Acqua in uscita (°C) 17,7 17,4 PRESTAZIONI FILTRI (PER OGNI UTA) 246.356 Portata (m3/h) 246.356 Velocità di attraversamento (m/s) 2,72 2,50 Tipo prefiltro Celle ondulate Celle ondulate Efficienza minima prefiltro G4 G4 Perdita di carico prefiltro pulito (Pa) 77 72 Tipo filtro finale Tasche rigide Tasche rigide Efficienza minima filtro finale F7 F7 Perdita di carico filtro finale pulito (Pa) 99 119 PRESTAZIONI SILENZIATORI Lunghezza silenziatore ripresa (cm) Non richiesta Non richiesta Perdita di carico silenziatore ripresa (Pa) – – Lunghezza silenziatore mandata (cm) 61 91 Perdita di carico silenziatore mandata (Pa) 37 78
3 UTA 1 – UTA 2 1.069.820 5 39.594 8×3 3 246.000 622 1165 114,3 Espulsione 8×3 3 212.000 124 214 26,7 5,5 25 17,2 11,6 2,75 8 77,2 36,7 251 18,9 246.356 2,45 Celle ondulate G4 69 Tasche rigide F7 84 Non richiesta – Non richiesta –
MERCATO • Perdita di carico del condensatore. Se le pompe dell’acqua del condensatore sono a portata costante, la perdita di carico influenza il consumo di energia della pompa. • Refrigerante. Questo è un importante criterio di selezione considerando la necessità di abbandonare l’impiego di refrigeranti con un alto potenziale di riscaldamento globale (GWP). • Tipo di compressore. Altri fattori come lo spazio richiesto, la potenza sonora e il peso, possono anche essere importanti in alcuni progetti. In questo caso, il team di progettazione ha selezionato l’opzione n.1 per i seguenti motivi (tabella 1): • Costo inferiore per acquisto e installazione. L’opzione n.3 presenta il prezzo più basso per il chiller che però è dotato di compressore di tipo aperto, quindi comporta un costo aggiuntivo da sostenere per il raffreddamento della centrale tecnica. • Opzione più efficiente dal punto di vista energetico perché ha il NPLV più basso, parzializza bene e ha una bassa portata minima all’evaporatore, sebbene in qualche modo ciò sia compensato da un maggiore consumo di energia per la pompa dell’acqua del condensatore. • È dotato di compressori a vite, che generalmente sono meno costosi da mantenere rispetto ai compressori centrifughi, soprattutto quelli senza cuscinetti magnetici.
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Selezione di una UTA di grande taglia
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Le unità di trattamento dell’aria (UTA) di grande taglia beneficiano in modo significativo del metodo di selezione basato sulle prestazioni perché presentano tante opzioni diverse di progettazione. Le specifiche dell’offerta devono includere alcuni limiti, ad esempio velocità massima di attraversamento delle batterie e del filtro, numero minimo di ventilatori nelle sezioni ventilanti, numero minimo di inverter, dimensioni massime in larghezza, lunghezza e altezza, ecc. Un altro elemento chiave da specificare è la potenza sonora massima per banda d’ottava all’ingresso dell’aria di ripresa à e all’uscita dell’aria di mandata, dato determinato dal consulente acustico in base all’effettiva posizione della UTA e alla vicinanza agli spazi occupati (tabella 2). I produttori di UTA possono soddisfare gli obiettivi acustici in molti modi, come un maggior numero di ventilatori, l’aumento delle dimensioni dei diversi componenti, come batterie, filtri, serrande, aperture per l’aria, ecc., per ridurre al minimo la perdita di carico interna, oppure l’aggiunta di attenuatori acustici. Il raggiungimento degli obiettivi acustici ha avuto un ruolo importante nell’offerta dell’UTA riassunta nella tabella 3. Il costruttore dell’opzione n.3 ha probabilmente modificato il numero di ventilatori, le dimensioni delle apparecchiature interne e le perdite di carico fino a quando l’UTA è stata in grado di soddisfare i limiti di potenza sonora specificati senza richiedere un silenziatore sul lato di mandata aria. Il risultato è stato quello di ottenere un’UTA a un prezzo ragionevole con prestazioni energetiche migliori rispetto alla concorrenza.
L’opzione n.1 aveva il prezzo più basso ma prestazioni energetiche significativamente inferiori a causa principalmente delle maggiori perdite di carico dei componenti interni, compreso quello di un silenziatore sulla mandata. Il team di progetto ha scelto di conseguenza di selezionare l’opzione n.3.
Conclusioni
La selezione di marca e modello delle apparecchiature HVAC mediante una procedura d’offerta in fase di progetto presenta numerosi vantaggi: • L’apparecchiatura può essere selezionata non solo in base al prezzo, ma anche alle caratteristiche e alle prestazioni che il team di progettazione e il committente ritengono possano giustificare l’aumento del costo. L’efficienza energetica e la reputazione del produttore sono, per esempio, parametri che non possono essere valutati rigorosamente con la procedura di selezione convenzionale. • La concorrenza migliora in quanto si elimina la scelta arbitraria di un’apparecchiatura come riferimento per il progetto, il che può comportare un prezzo maggiore a causa dei costi e dei rischi delle sostituzioni. • Le caratteristiche peculiari di un prodotto possono essere considerate senza preoccuparsi che il prezzo venga gonfiato perché i rappresentanti di vendita sanno che esse sono uniche. Per mantenere la concorrenza in un’offerta convenzionale, non è possibile specificare le caratteristiche uniche di un prodotto, perdendo i potenziali miglioramenti al progetto. • Se l’apparecchiatura viene selezionata in fase di progettazione, può essere completamente integrata nel progetto, ottimizzando gli ingombri (dato che non è necessario prevedere più spazio per dare la possibilità di considerare prodotti alternativi al momento dell’offerta), eliminando apparecchiature correlate che potrebbero non essere necessarie con il prodotto selezionato (come attenuatori acustici installati sul campo o bypass di portata minima) ed evitando i costi di riprogettazione che spesso si verificano nel caso di un cambiamento significativo nella selezione dell’apparecchiatura dopo l’offerta. • Per gli appaltatori questo approccio è conveniente perché tutti i prezzi delle principali apparecchiature sono prefissati e non è più necessario trovare l’offerta più bassa e determinare se il prodotto proposto soddisfa le specifiche. Inoltre, questo approccio consente di completare rapidamente lo sviluppo del progetto costruttivo, senza sostituzioni e relative perdite di tempo. Rispetto al metodo tradizionale, questa procedura garantisce massima flessibilità nella scelta del prodotto giusto per il progetto, concorrenza leale tra i produttori (garantendo il giusto prezzo di mercato), nessuno conflitto tra progettista e imprese, riduzione dei tempi di realizzazione.
Bibliografia S. Taylor, Value-Based HVAC Equipment Selection, ASHRAE Journal, dicembre 2019.
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Progettazione
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LA COMBINAZIONE DI POMPE DI CALORE E RETI DI DISTRIBUZIONE DI ENERGIA TERMICA RAPPRESENTA LA SOLUZIONE OTTIMALE PER RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA DEGLI INTERVENTI DI SVILUPPO DI EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE E DI RIQUALIFICAZIONE, COME DIMOSTRANO DUE PROGETTI IN FASE DI REALIZZAZIONE NEL REGNO UNITO
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hi opera nel settore delle costruzioni, e in particolare in quello degli impianti per gli edifici, ha sperimentato negli ultimi anni una discreta varietà di politiche in campo ambientale e di nuove tendenze tecnologiche. Tuttavia, nessuna è stata così significativa come la transizione energetica che stiamo vivendo che vede protagoniste le pompe di calore. Affermatesi già da anni negli impianti autonomi di piccola e media taglia, esse sono sempre di più impiegate anche per la pro-
duzione di energia termica (e spesso anche frigorifera) per reti di distribuzione di grande taglia. In questo ambito esse hanno ormai reso obsoleti i sistemi di cogenerazione di calore ed elettricità, che potranno tornare ad essere un’opzione valida soltanto nel momento in cui l’idrogeno verde potrà sostituire il gas come combustibile. L’altra tendenza che si va consolidando nei nuovi interventi di sviluppo immobiliare vede la prevalenza dei sistemi di riscaldamento di tipo centralizzato, rispetto all’impiego di sistemi autonomi.
DIFFFERENZA TRA LA TEMPERATURA MEDIA DEL RADIATORE E LA TEMPERATURA AMBIENTE (20 °C)
Indiretto VS diretto Può raddoppiare le dimensioni del radiatore
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60/40 °C 55/45 °C
140% 120%
70/40 °C 35
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Per fornire agli utenti un servizio affidabile e conveniente, la sfida consiste nell’integrare in modo efficiente la tecnologia delle pompe di calore nelle reti di distribuzione, e ciò richiede in primo luogo l’ottimizzazione della progettazione delle reti di distribuzione del calore a bassa temperatura. Un sistema integrato di questo tipo è composto generalmente da: • una rete di distribuzione di energia a livello di sito o di quartiere che fornisce i servizi di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria agli utenti finali attraverso unità di interfaccia termica che separano la rete dai sistemi di riscaldamento e di produzione istantanea di acqua calda sanitaria della singola abitazione; • una centrale energetica contenente l’impianto di generazione e distribuzione che serve la rete di distribuzione con acqua calda a bassa temperatura di mandata (55-60 °C) e di ritorno (25-30 °C).
È tutta questione di temperatura
Per garantire un’elevata efficienza di una rete di distribuzione l’aspetto chiave è costituito dalla progettazione e dal funzionamento con acqua calda a bassa temperatura, in modo da ridurre le dispersioni di calore e i rischi di surriscaldamento, tipici invece dei sistemi che funzionano con temperature di 70 °C e oltre. Una rete di distribuzione può fornire riscaldamento e acqua calda sanitaria per soddisfare le esigenze degli utenti con temperature di mandata di 55-60 °C, ma ciò richiede una concezione integrata tra l’impianto della singola abitazione e il progetto della rete. Con l’introduzione delle pompe di calore, è doppiamente importante che le temperature di esercizio siano le più basse possibili, dato che esse funzionano in modo più efficiente con ridotte temperature di mandata. Un aspetto forse ancora più impegnativo è costituito dal fatto che la maggior parte dei modelli di pompe di calore disponibili sul mercato non sono ottimizzati per il funzionamento in modalità di riscaldamento, essendo in realtà dei gruppi refrigeratori che funzionano a ciclo inverso.
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Fig.1 - Aumento delle dimensioni dei radiatori in base alle temperature di esercizio
Le poche pompe di calore ad alta temperatura disponibili presentano un coefficiente di prestazione (COP) che generalmente inizia a essere compromesso con temperature di uscita superiori a 60 °C, il che pone un limite alla massima temperatura di esercizio delle reti di distribuzione del calore. Per far funzionare in modo efficiente una rete con una temperatura di mandata di 60 °C è necessario adottare un più elevato “approccio” termico (ovvero la differenza di temperatura tra l’acqua calda in entrata e in uscita) attraverso il satellite di utenza per trasferire il calore dalla rete all’abitazione. Se questa differenza di temperatura è ridotta, gli scambiatori di calore a piastre diventano troppo grandi e la stabilità del controllo può essere compromessa. Per la produzione di acqua calda sanitaria, si consiglia di utilizzare un approccio di 5 °C, mentre per il riscaldamento dell’ambiente, esso dovrebbe essere compreso tra 7 e 10 °C a seconda del satellite selezionato. Il satellite deve anche fornire acqua calda sanitaria a temperature sufficienti per soddisfare i requisiti per il controllo della Legionella. È necessario chiarire bene come questo concetto debba essere applicato ai satelliti che producono acqua calda in modo istantaneo, rispetto ai bollitori di acqua calda, per i quali il rischio è molto maggiore a causa della presenza di acqua accumulata. I satelliti che erogano acqua calda istantaneamente sono da considerarsi sistemi a basso rischio e sono tenuti ad erogare una temperatura minima di 50 °C in uscita o immediatamente a monte di qualsiasi valvola miscelatrice. Il satellite dovrà inoltre garantire una temperatura dell’acqua calda per il riscaldamento dell’ambiente che sia sufficiente per ottenere le condizioni di progetto in base al tipo di terminale di emissione. I sistemi di riscaldamento a pavimento, grazie alla grande superficie dei circuiti, funzionano con temperature molto basse, tipicamente di 40-45 °C, e ciò li rende la tecnologia ideale, in quanto non influenzano la temperatura minima di esercizio della rete principale, che è invece determinata dal set point dell’ACS.
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Progettazione NUMERO CUMULATIVO DI ORE ANNUE CON UN DETERMINATO CARICO 1200
carico termico (kW)
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90% del carico termico sotto il 45% del carico di punta
800
80% del carico termico sotto il 35% del carico di punta
600 400
50% del carico termico sotto il 20% del carico di punta
200 0
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Fig. 2 - Profilo del fabbisogno orario per un progetto di 500 abitazioni
9000
NUMERO CUMULATIVO DI ORE ANNUE CON UN DETERMINATO CARICO 1200
carico termico (kW)
1000
Caldaia a gas per coprire il 5% del fabbisogno termico
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Accumulo termico per coprire il 95% del fabbisogno termico
400
Potenza pompa di calore 350 kW
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Fig. 3 - Contributo dei vari componenti di un sistema di tipo ibrido
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1000
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Ciò consente alle reti di funzionare con temperature di mandata di rete fino a 55 °C. Per i sistemi di riscaldamento che utilizzano radiatori, la soluzione di progetto diventa invece un compromesso tra basse temperature e maggiori dimensioni dei terminali. I radiatori tradizionali funzionano con una temperatura di mandata di 60-70 °C, mentre questa dovrà scendere a circa 50 °C nella rete di distribuzione. Ciò richiede un aumento delle dimensioni del radiatore che può essere problematico per il design dell’abitazione, dovendo installare apparecchi più larghi o profondi che possono risultare esteticamente sgradevoli (figura 1). Il progetto dell’abitazione è quindi intrinsecamente legato alla fattibilità di una rete basata sulle pompe di calore. Ciò richiede che nel processo di progettazione venga effettuata fin da subito una valutazione e un allineamento tra le diverse parti coinvolte. Negli ultimi anni per gli edifici di nuova costruzione si è assistito a un significativo passaggio ai sistemi di riscaldamento a pavimento da parte degli sviluppatori, motivato proprio dai vantaggi che essi offrono in rapporto alle temperature di esercizio delle reti e alla semplicità di messa in servizio rispetto ai radiatori. Diverso è il caso degli edifici esistenti dotati generalmente di radiatori.
3000
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5000
6000
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Accumulo termico: il miglior amico delle pompe di calore
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Le richieste di riscaldamento e acqua calda sanitaria hanno una caratteristica molto problematica per i progettisti delle reti di distribuzione: il carico termico di punta che il sistema deve essere in grado di soddisfare si verifica infatti raramente e per brevi periodi. Il più delle volte, il carico è significativamente inferiore al suo valore di punta. Ciò è illustrato dalla figura 2, che mostra il profilo di carico orario per un progetto residenziale ad alta densità con 500 abitazioni: il 50% del fabbisogno annuale di calore si verifica al di sotto del 20% del carico di punta. Le pompe di calore sono una tecnologia costosa: una pompa di calore ad aria può infatti costare tra 500 e 800 euro per kW di capacità. Di conseguenza, se si trasferisce completamente sulle pompe di calore la richiesta di punta di una rete, si avranno sistemi molto costosi. Per un sistema da 1 MW, il costo può essere compreso tra 500 e 800 mila euro soltanto per le pompe di calore. Un approccio alternativo per limitare la capacità richiesta dalle pompe di calore è costituito dalla loro combinazione con sistemi di accumulo termico e con caldaie a gas per coprire le punte di carico.
I sistemi di accumulo termico sono indispensabili per sfruttare al massimo il contributo in termini di kWh per ogni kW di potenza della pompa di calore. In considerazione di questo impatto, essi rappresentano un fattore chiave per ridurre il costo totale del sistema, quindi dovrebbero essere considerati il prima possibile nel processo di progettazione in modo da garantire che venga fornito uno spazio sufficiente per la loro installazione. La figura 3 mostra come, per lo stesso progetto di 500 unità abitative di figura 3, una pompa di calore da 350 kW, abbinata a un accumulo termico di 30 m3, possa fornire il 95% del fabbisogno termico annuale, mentre il restante 5% è coperto da caldaie a gas. Dal punto di vista della riduzione dell’impronta carbonica, il risultato è paragonabile a un sistema completamente a pompa di calore, ma con diversi vantaggi. Il costo di investimento risulta infatti inferiore di circa il 50%, e il sistema può anche collegarsi a una vicina rete di teleriscaldamento implementando una strategia di gestione che determina se conviene far funzionare le pompe di calore in loco oppure utilizzare la fornitura della rete, in base all’impronta carbonica, al costo dell’energia o alla combinazione dei due fattori.
Scegliere tra più opzioni
Fondamentale in fase di progettazione, in particolare con l’introduzione di nuove tecnologie in un contesto politico e normativo incerto, in continuo mutamento, è l’attività di optioneering, ovvero la valutazione tra le diverse opzioni disponibili di strategia energetica. Sotto questo aspetto sono due le questioni fondamentali da affrontare, tra loro correlati: • Che tipo di pompe di calore scegliere: ad aria o ad acqua (figura 4). • Dove installare le pompe di calore. Per quanto riguarda il primo aspetto, l’impiego di pompe di calore ad acqua di tipo geotermico (a circuito aperto o chiuso) viene spesso considerato più costoso, complesso e rischioso. Non c’è dubbio che, a causa dei requisiti delle sonde a circuito chiuso o dei pozzi a circuito aperto, i sistemi geotermici presentano un maggiore costo di investimento in termini di euro/kW rispetto a quelli basati su pompe di calore ad aria. Tuttavia, il loro impiego può essere conveniente in termini di minori costi operativi e quando lo spazio a terra o sulla copertura ha un valore particolarmente elevato, dato che potrebbe essere
Fig. 4 - Le pompe di calore ad aria rappresentano la soluzione più semplice quando è disponibile spazio sulla copertura o a terra
utilizzato per altre funzioni, oppure se il progetto è ampio e deve essere realizzato in più fasi. A differenza di quanto talvolta si creda, i sistemi geotermici a ciclo chiuso non richiedono alcuna autorizzazione di tipo ambientale, che invece è sempre richiesta per i sistemi a ciclo aperto. È infatti possibile installare sonde fino a 200 metri di profondità, il che significa che anche gli sviluppi urbani ad alta densità garantiscono spesso un’impronta sufficiente per un sistema con pompe di calore geotermiche in grado di soddisfare il carico di base. Per effettuare la scelta è sempre consigliabile eseguire sempre una due diligence tecnica e non escludere mai una soluzione in modo prematuro o sulla base di informazioni errate. Quando si tratta invece di valutare dove installare le pompe di calore, il fatto di ignorare frettolosamente le diverse opzioni alternative può portare a dover rifare il progetto con una strategia che inizialmente è stata erroneamente esclusa. Per i sistemi ad aria, che prevedono l’installazione delle macchine all’esterno, può essere ottimale posizionare l’intero impianto sulla copertura, liberando spazio a livello terra e semplificando il coordinamento generale. In conclusione, realizzare edifici carbon neutral rappresenta una sfida molto complessa e la combinazione delle pompe di calore con le reti di distribuzione di energia a bassa temperatura svolgerà un ruolo decisivo in questo scenario.
ebbene vi sia ormai un generale consenso per l’impiego delle pompe di calore per progetti di nuova costruzione, esse non sempre sono considerate adatte per il retrofit di edifici dotati di sistemi di riscaldamento di tipo tradizionale. Una progettazione a regola d’arte, tuttavia, le rende una soluzione valida anche per questo tipo di interventi, come dimostra il progetto Queens Quay di Glasgow, commissionato dal West Dunbartonshire Council, una combinazione di edifici di nuova costruzione e di riqualifi-
cazione di edifici esistenti. Il cuore della soluzione energetica a basse emissioni di carbonio è costituito dall’Energy Centre (figura 5) che ospita due pompe di calore ad acqua ad ammoniaca da 2,65 MW (figura 6), un accumulo termico da 130 m3, due caldaie a gas da 7 MW e la sala di controllo. Le pompe di calore e l’accumulo termico forniscono circa l’80% del fabbisogno annuale di 51.000 MWh, mentre il resto è coperto dalle caldaie a gas che fungono anche da backup.
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CASO DI STUDIO N.1 – QUEENS QUAY DI GLASGOW
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Progettazione SCHEDA DI PROGETTO Committente: West Dunbartonshire Council Sviluppatore: CRL & Dawn Developments Completamento previsto: 2022 Architetti Energy centre: Cooper Cromar Architects Concept design: Howley Energy and Water Specifiche di progetto: Ramboll Progetto e installazione: Vital Energi Costruttore pompe di calore: Star Refrigeration Progetto strutturale: Goodson Associates General Contractor: Muir Associates Costo di costruzione: 20 milioni di sterline
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È stata anche prevista la possibilità di aggiungere altre due pompe di calore nel corso della costruzione se la richiesta di calore dovesse aumentare. Il camino alto 30 metri contiene il sistema di ventilazione delle pompe di calore e il sistema di spurgo di emergenza dell’ammoniaca, che garantisce un’adeguata dispersione e nessun impatto in caso di fughe. Nel camino sono convogliate anche le canne fumarie delle caldaie. Nella centrale sono installate anche le pompe di emungimento (figura 7) che prelevano l’acqua dal fiume Clyde e la fanno circolare attraverso le pompe di calore, prima di restituirla al fiume, con il vincolo che essa non può essere scaricata a una temperatura inferiore di più di 3 gradi rispetto a quella di presa. La pompa di calore produce acqua calda che viene distribuita tramite una rete di teleriscaldamento lunga 2,5 km a servizio dell’area che si sviluppa su 23 ettari. Al termine dei lavori essa servirà 1.200 abitazioni e le infrastrutture di servizio, come centri sanitari e commerciali.
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Fig. 6 - Per il progetto di Queens Quay sono state utilizzate due pompe di calore ad acqua ad ammoniaca con potenza termica di 2,65 MW
Fig. 5 - L’Energy Centre del progetto Qeens Quay in costruzione a Glasgow, con il camino alto 30 metri
Un sistema di teleriscaldamento di tipo ibrido
Sebbene le pompe di calore fossero in grado di fornire calore a 80 °C, il progetto si è posto come obiettivo quello di abbassare il più possibile la temperatura di mandata dell’acqua calda adottando un sistema di distribuzione a bassa temperatura, dato che ogni riduzione di 1 K avrebbe portato a un aumento dell’efficienza della pompa di calore di 1,5 %. Ciò ha creato un dilemma per i progettisti, che avrebbero dovuto mantenere temperature relativamente alte per soddisfare le esigenze degli edifici esistenti, ma sufficientemente basse per ot-
Fig. 7 - Le pompe di estrazione attingono acqua dal fiume Clyde
7,000
18.00 16.00
6,000
14.00 12.00
4,000
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*C/COP
MWh
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6.00
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Ago
Set
Produzione pompa di calore (MWh) Fabbisogno calore (MWh)
Ott
Nov
Dic
Gen
Feb
Consumo elettrico pompa di calore (MWh) COP
Mar
Apr
Mag
Giu
Temp. acqua di fiume (°C)
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Fig. 8 - Profilo del fabbisogno e della produzione termica dell’impianto
tenere la massima efficienza dalla pompa di calore. Gli impianti tradizionali di riscaldamento serviti da caldaie a gas funzionano con temperature di mandata di 80 °C con ritorno a 70 °C, il che significa che temperature di mandata fino a 90°C sono comunemente utilizzate nelle reti di teleriscaldamento per soddisfare questo requisito mediante uno scambiatore di calore a piastre. Una verifica dettagliata dei sistemi esistenti ha concluso che questi edifici possono funzionare a 75 °C di mandata e 60 °C di ritorno, mentre i nuovi edifici sono stati progettati per funzionare a 70 °C e 45 °C di ritorno. Grazie alla compensazione climatica è possibile ridurre la temperatura per ottenere ulteriori vantaggi in termini di efficienza. La temperatura di mandata deve essere sufficientemente alta da soddisfare le esigenze di retrofit dei quattro edifici esistenti ma, poiché questi rappresentano soltanto il 10% della richiesta, essi non influenzano la temperatura complessiva di distribuzione della rete e ciò consente di dare la priorità all’efficienza complessiva del sistema. La riduzione della temperatura tramite compensazione climatica è importante per garantire che il sistema possa soddisfare la produzione di acqua calda sanitaria, nonché eventuali specifiche esigenze, come lo shock termico dell’acqua calda sanitaria. Con questa combinazione di nuove costruzioni e di ristrutturazione, i progettisti hanno raggiunto un COP di 3,1, rendendo il sistema notevolmente più efficiente rispetto alle soluzioni tradizionali, come le caldaie a gas o la cogenerazione.
con l’opportunità di alimentare anche 140 appartamenti e attività commerciali esistenti. Prevedere con precisione quale sarà il fabbisogno energetico di uno sviluppo edilizio di questa entità risulta difficile ma necessario perché detta il dimensionamento dell’impianto, delle apparecchiature e della rete di distribuzione del calore. Per le nuove costruzioni, calcolare la richiesta termica in base alle caratteristiche dell’involucro degli edifici, come la trasmittanza, è relativamente semplice, tuttavia gli occupanti possono consumare l’energia in vari modi, il che influisce sulla richiesta e sul fabbisogno su base annua. I dati energetici degli edifici esistenti raramente sono invece disponibili nella granularità richiesta per costruire profili dettagliati, quindi i calcoli spesso si basano sull’esperienza in modo da trovare una soluzione con una flessibilità intrinseca in grado di affrontare tutti i possibili scenari. Calcolare i picchi di carico per dimensionare la taglia dell’impianto è fondamentale. La vera sfida, tuttavia, è valutare i diversi profili energetici attraverso la rete per selezionare le pompe di calore e l’accumulo termico più appropriati. Ciò significa prevedere con precisione il fabbisogno di energia per tutti gli edifici connessi, oltre al fattore di contemporaneità della rete (figura 8). Senza questi dati, le pompe di calore ad acqua potrebbero essere dimensionate in modo errato: se fossero di taglia troppo grande non funzionerebbero in modo efficiente, mentre se fossero troppo piccole, non si potrebbe ottenere il massimo risparmio in termini di emissioni di carbonio.
Costruire il modello di dati
Una soluzione flessibile
La fase iniziale del progetto di sviluppo immobiliare prevede la costruzione di una serie di edifici: l’Aurora Building, che ospiterà gli uffici pubblici del Council, il Clydebank College, il Titan Enterprise Centre, un centro ricreativo e una residenza per anziani, la Queens Quay Care Home. In futuro il sistema servirà una struttura sanitaria e 1200 abitazioni di nuova costruzione, ma
Progettare nuovi edifici da collegare a un sistema di teleriscaldamento che opera a temperature più basse è relativamente semplice. I regolamenti edilizi hanno contribuito a ridurre le dispersioni di calore migliorando i valori di trasmittanza e riducendo i tassi di infiltrazione, il che significa che il comfort termico può essere raggiunto con temperature inferiori dell’acqua calda.
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Progettazione Gli edifici esistenti, in particolare quelli obsoleti, hanno invece solitamente maggiori dispersioni e infiltrazioni, quindi sono necessarie temperature più elevate per raggiungere gli stessi livelli di benessere. Il collegamento di questi edifici a una rete con basse temperature di esercizio può essere effettuato solo dopo una valutazione completa dei sistemi di emissione termica, come radiatori, ventilconvettori e batterie per unità di trattamento dell’aria, per garantire la compensazione delle dispersioni di calore. Sebbene non fosse necessario per il progetto Queens Quay, i miglioramenti alle prestazioni dell’involucro, grazie all’isolamento termico e alla sostituzione degli infissi, da vetro singolo a doppi vetri, contribuiscono a ridurre le perdite di calore e rappresentano solitamente un buon punto di partenza. Spesso, i sistemi di distribuzione esistenti prevedono pompe a volume costante e valvole di regolazione a 3 vie. Ciò può portare a elevate temperature di ritorno alla centrale termica con il sistema che non funziona come previsto o che si spegne. Ciò, a sua volta, può comportare un aumento delle perdite di rete e un maggiore contributo delle caldaie a gas. La conversione a valvole a 2 vie, del tipo indipendente dalla pressione, garantisce un buon controllo e basse temperature di ritorno, anche se generalmente risulta necessaria una modifica nella filosofia di controllo delle pompe, da portata costante a variabile, che richiede l’installazione di inverter.
Un satellite ottimizzato per la pompa di calore
La maggior parte delle unità di interfaccia termica di tipo tradizionale non sono in grado di funzionare in modo efficiente con basse temperature. Il progetto di Queens Quay può funzionare con temperature di mandata fino a 80 °C ma questa condizione accade di rado e nei mesi estivi più caldi, quando la richiesta di riscaldamento è ridotta, i valori scendono fino a 60 °C. Per garantire la massima efficienza con questi parametri, è stato
necessario progettare un satellite già ottimizzato per la pompa di calore, in grado di monitorare le variazioni della temperatura di mandata e della temperatura dell’acqua calda sanitaria ed effettuare una compensazione. Sono stati impiegati due anni per sviluppare una nuova tecnologia in grado di soddisfare questi requisiti. Sebbene sia stato progettato pensando ai sistemi di teleriscaldamento di nuova generazione, il satellite può funzionare in modo efficiente anche a temperature più elevate. Grazie alla sua capacità di reagire alle variazioni di temperatura, esso resta ottimizzato al variare delle portate durante la stagione, garantendo elevate prestazioni in tempo reale. Basse temperature si traducono in perdite ridotte e, sebbene i valori ottenuti con un singolo satellite siano relativamente modesti, quando si moltiplicano per le 1200 abitazioni e si considerano in un periodo di 20 anni, si possono ottenere risparmi significativi nei costi operativi e nella riduzione dell’impronta carbonica.
Prestazioni per il retrofit e le nuove costruzioni
Un’accurata verifica del sistema di riscaldamento di un edificio esistente, unitamente all’analisi dei dati storici dei consumi energetici, è essenziale per comprendere le modifiche necessarie per renderlo compatibile con una rete di distribuzione a bassa temperatura. Tuttavia spesso le modifiche da apportare al sistema di riscaldamento risultano minime grazie al sovradimensionamento dei corpi scaldanti e alla semplice sostituzione dei sistemi di regolazione. Gli interventi di riqualificazione richiedono maggiore attenzione in fase di progettazione, ma l’intervento di Queens Quay dimostra che le pompe di calore sono una soluzione praticabile per edifici di tutte le età. L’abbassamento della temperatura dell’acqua calda, in combinazione con interventi sull’isolamento termico, sui terminali e sui sistemi di controllo, rappresenta una soluzione energetica estremamente efficiente.
CASO DI STUDIO N.2 – PEMBROKE COLLEGE, CAMBRIDGE
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elettricità sta ormai sostituendo il gas come fonte di calore pulita. La diffusione delle energie rinnovabili, come l’eolico e il solare, ha reso infatti l’elettricità di rete come la fonte a più basse emissioni di carbonio e più economica per il riscaldamen-
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SCHEDA DI PROGETTO
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Committente: Pembroke College Completamento previsto: 2022 Architetti: Haworth Tompkins Concept design: Max Fordham Progetto esecutivo: Joel Gustafsson
to. Le transizioni energetiche non sono una novità: il gas naturale è stato ampiamente utilizzato come sostituto del gasolio e del carbone, per eliminare lo smog prodotto dalle emissioni. A sua volta il carbone, grazie al suo elevato contenuto termico, aveva sostituito durante la rivoluzione industriale il legno, che era stato bruciato per fornire calore per migliaia di anni. Tutte queste transizioni energetiche hanno avuto luogo a Cambridge, dove il Pembroke College sta intraprendendo il progetto di espansione di Mill Lane nel centro storico della città, in un sito posto vicino al fiume Cam. Il College è il terzo più antico dell’università, essendo stato fondato nel 1347 da Marie de St Pol, contessa di Pembroke. Il progetto di riqualificazione prevede la demolizione di alcuni edifici non significativi e la loro sostituzione con una nuova struttura che ospiterà gli alloggi per gli studenti, il restauro di edifici storici
Progettazione Alloggi per studenti Spazi comuni Spazi per studenti Spazi per spettacoli e conferenze Edifici pubblici Edifici esistenti KENMARE GARDEN
DOLBY COURT
Fig. 9 - Gli edifici del Pembroke College di Cambridge saranno serviti da un impianto con pompe di calore
che saranno dedicati a didattica, riunioni e seminari, e la creazione di nuovi spazi per spettacoli e conferenze nella Emmanuel Reformed Church (figura 9).
Strategie passive
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Il miglioramento della prestazione energetica dell’involucro degli edifici sarà fondamentale per il successo del progetto. Le aree di nuova costruzione, come il blocco per alloggi della Dolby Court (figura 10), avranno sin dall’inizio elevati standard prestazionali, mentre quelle degli elementi esistenti che verranno conservati verranno migliorate in modo significativo. Lavorando con l’architetto, è stato intrapreso un audit completo sulla sostenibilità, che ha portato a migliorare la tenuta all’aria degli edifici, aumentare la quantità di pannelli fotovoltaici sui tetti, incrementare i livelli di isolamento termico e ridurre il carbonio incorporato nei materiali.
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Per sviluppare il design della facciata ed evitare il surriscaldamento delle stanze degli studenti nel blocco principale degli alloggi, è stata utilizzata una combinazione di specifiche stratigrafie. Sfortunatamente la Dolby Court è posizionata sulla trafficata Mill Lane. Il rumore proveniente dalla strada ha impedito l’apertura delle finestre che si affacciano sulla via principale per attivare la ventilazione naturale e raggiungere livelli accettabili di comfort. Gli ambienti saranno quindi dotati di sistemi di raffrescamento e di ventilazione meccanica con recupero di calore.
Strategie attive
Il riscaldamento è a pavimento, con tubazioni annegate nel massetto, mentre il raffreddamento è fornito da tubi incorporati nel soffitto in cemento, per quella che può essere definita come “una strategia passiva aumentata”. Le temperature del sistema di raffreddamento, progettate per funzionare a 14 °C di man-
Fig. 10 - Il blocco della Dolby Court sarà destinato a nuovi alloggi per gli studenti
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Progettazione RISCALDAMENTO E PRODUZIONE ACS
OPZIONE A: sistema con pompe di calore a 2 stadi OPZIONE B: pompe di calore con refrigerante naturale
Acqua 45 °C pompa di calore primaria
Acqua 65 °C pompa di calore secondaria solo OPZIONE A
Produttore ACS
OPZIONE B Refrigerante naturale Acqua calda 65 °C
ACS 60 °C
Acqua calda 45 °C
Acqua refrigerata 14 °C Fig. 11 - Schema dell‘impianto nelle due opzioni a singolo e doppio stadio
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data e 18 °C di ritorno, potranno essere ridotte se le condizioni esterne fossero molto calde. Sia il caldo che il freddo sono forniti da una rete di distribuzione alimentata da pompe di calore ad aria elettriche alloggiate nel locale tecnico al piano terra, sotto il Dolby Court. Il progetto di base prevede tre pompe di calore, ciascuna con la capacità di fornire fino a 150 kW termici per il riscaldamento degli ambienti e 135 kW frigoriferi, che servono la rete a livello di sito (figura 11). Il circuito primario caldo è predisposto per funzionare a una temperatura di 45 °C di mandata e 40 °C di ritorno. Il sistema è del tipo a doppio stadio, con una pompa di calore secondaria che porterà la temperatura dell’acqua da 45 a 65 °C per alimentare i bollitori di acqua calda sanitaria, situati in un locale tecnico seminterrato accanto al locale tecnico principale. Il circuito di acqua refrigerata funzionerà invece a 14 °C di mandata e 18 °C di ritorno per fornire raffreddamento alla Dolby Court e a una sala di proiezione posta al piano interrato, a una galleria d’arte e a spazi didattici. Gli ambienti dell’ex chiesa saranno invece trattati in modo passivo poiché la ventilazione naturale dell’edificio di epoca vittoriana consente di soddisfare gli standard imposti dalla normativa per l’impiego per conferenze e spettacoli. Lo sviluppo del progetto è ancora in fase di finalizzazione.
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Riscaldamento
Modalità bilanciata
I progettisti stanno studiando la possibilità di utilizzare pompe di calore con refrigerante naturale, dato che il cliente è desideroso di comprendere i possibili guadagni in termini di efficienza e di impatto ambientale. In questo caso sarà possibile produrre direttamente l’acqua calda a 65 °C. Inizialmente, è stata anche considerata una soluzione con una pompa di calore di tipo geotermico da affiancare alle unità ad aria. Tuttavia, dati i vincoli spaziali del sito, il campo geotermico sarebbe stato limitato a una singola coppia di sonde, con una potenza stimata di circa 100 kW, pari al 20% della potenza di picco. Si è quindi valutato che il costo e la complessità per il funzionamento di due sistemi in simultanea non erano giustificati, quindi l’idea è stata abbandonata. La rete di riscaldamento a bassa temperatura rende più difficile fornire calore agli edifici ristrutturati del sito. Originariamente erano riscaldati con caldaie a gas tradizionali con circuiti che funzionavano a temperature di circa 80 °C in mandata e 70 °C di ritorno. I nuovi circuiti a bassa temperatura richiedono corpi scaldanti più efficienti. Per la chiesa, per esempio, al momento sono previsti terminali sottili nascosti dietro pannelli che verranno mantenuti, quindi si prevede l’utilizzo di radiatori in alluminio dotati di un piccolo ventilatore per favorire la trasmissione di calore.
Raffreddamento Fig. 12 - Modalità operative delle pompe di calore a recupero
Elevate performance ed architettura IoT. modulo 6
SAUTER modulo 6 definisce il nuovo standard per la building automation. Performance Compatto ma potente Elevata capacità di memoria dati Elevata velocità di processo Integrazione Protocollo BACnet/IP Possibilità di integrare differenti bus di campo: Modbus, M-Bus, KNX, BACnet MSTP Integra sottosistemi di riscaldamento,condizionamento ed elettrici per creare un sistema stabile ed affidabile
Intefaccia operatore Web server integrato moduWeb Unity Commissioning e manutenzione tramite smartphone via Bluetooth Gestione delle principali informazioni tramite “LOI” - terminale operatore locale con display a colori ad alta risoluzione (EN ISO 16484-2) IoT e Cloud Integrazione IoT con protocollo MQTT Backup dati via MQTT in cloud Servizi Cloud per la regolazione, la gestione e l’engineering Protezione dell’investimento
Sicurezza Separazione tra rete dati e rete internet Web server con comunicazione BACnet SC criptata Audit trail e autentificazione degli utenti integrata
Piena compatibilità con la famiglia modulo 5 Permette l’ammodernamento degli impianti esistenti con la massima flessibilità ed a costi contenuti Disponibilità a lungo termine Per maggiori informazioni: www.sauteritalia.it Systems Components Services Facility Services
Progettazione quantità verrà scaricata automaticamente quando l’acqua nelle tubazioni supererà i 15 °C. Ciò garantirà sempre la disponibilità di acqua fredda a bassa temperatura in ogni punto di utenza, indipendentemente dai profili di utilizzo o dalla temperatura ambiente. Il sistema presenta l’ulteriore vantaggio di eliminare lo spreco d’acqua associato al flussaggio del sistema per gestire il rischio di Legionella.
Passato, presente e futuro
Fig. 13 - L’ormai demolito King’s Mill era alimentato dal fiume Cam
Le tre pompe di calore sono dimensionate per soddisfare il carico totale. Non è stata prevista un’unità di riserva poiché si è valutato sufficiente il livello di resilienza. In caso di guasto di una pompa di calore, andrà perso al massimo un terzo del carico di picco. Nella maggior parte delle situazioni, il sistema avrà ancora una capacità sufficiente per garantire un livello ragionevole di servizio per il tempo necessario alla riparazione o alla sostituzione. Inoltre, ogni pompa di calore ha una resilienza intrinseca poiché dispone di due compressori e quattro ventilatori; in caso di guasto di un ventilatore o di un compressore, essa è ancora in grado di soddisfare almeno la metà del carico. Le pompe di calore hanno tre modalità di funzionamento (figura 12): • riscaldamento, con le unità che estraggono calore dall’aria ambiente; • raffreddamento, in cui il calore viene scaricato nell’aria ambiente; • bilanciata, con richiesta di calore equivalente al calore sottratto dal sistema di raffreddamento. L’utilizzo di pompe di calore ad aria con recupero di calore consente di prelevare il calore dagli ambienti che ne hanno in eccesso e sfruttarlo per il riscaldamento e/o per l’acqua calda sanitaria, e ciò riduce il consumo di energia. Il progetto prevede anche l’utilizzo di serbatoi di accumulo per massimizzare il tempo in cui il sistema funziona in modalità bilanciata.
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Il raffreddamento dell’acqua sanitaria
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Il progetto prevede l’impiego di un piccolo chiller per mantenere fredda l’acqua sanitaria. Le alte temperature stanno diventando un problema crescente per i sistemi di adduzione dell’acqua fredda, in particolare negli edifici universitari. Con l’aumento della temperatura, la gestione del rischio Legionella diventa più onerosa. Per ovviare al problema, il chiller provvederà a raffreddare l’acqua contenuta nel serbatoio di accumulo in modo che essa sia sempre al di sotto di un set point di circa 10 °C. La modesta quantità di calore prodotta dal condensatore del chiller verrà trasferita ai serbatoi dell’acqua calda. Inoltre, verrà monitorata la temperatura dell’acqua in tutto il sistema e una ridotta
Nel 19° secolo il sito del Pembroke College era il cuore industriale di Cambridge in quanto ospitava un grande mulino ad acqua (figura 13) per la macinazione del grano proveniente dai terreni agricoli circostanti. Successivamente, il sito ospitò il Bailey Grundy Barrett Building (ora in fase di demolizione per far posto alla Dolby Court), quartier generale della Cambridge Electric Supply Company che gestiva la prima centrale elettrica della città utilizzando il carbone trasportato dalle chiatte sul fiume Cam. La centrale ha generato elettricità dal 1893 fino alla nazionalizzazione nel 1947. Oltre a produrre energia, il carbone veniva bruciato per fornire calore in molti degli edifici, come testimoniano i numerosi camini. Le centrali a carbone sono state poi sostituite dalle caldaie a gas più economiche e convenienti, ma presto anche queste scompariranno, sostituite dalle pompe di calore elettriche. Per fornire elettricità al progetto, la sottostazione elettrica esistente, che ora si trova nel Bailey Grundy Barrett Building che sarà presto demolito, è in fase di trasferimento. L’edificio che ospiterà la nuova sottostazione sarà costruito utilizzando i mattoni recuperati dalla demolizione dell’ex sede della prima società elettrica di Cambridge. Oltre a progettare per il presente, si sta pensando già alle future generazioni di studenti. Per garantire che la centrale tecnica possa ospitare le apparecchiature di cui avrà bisogno per soddisfare la prossima transizione energetica, qualunque essa sia, il team di progettazione ha previsto uno spazio aggiuntivo. con la possibilità di ospitare anche batterie di accumulo, che consentiranno al college di acquistare elettricità dalla rete quando essa viene venduta a un prezzo conveniente e di immagazzinare l’energia generata dagli impianti fotovoltaici presenti nel sito. Il sistema di accumulo consentirà di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale del progetto, dato che l’elettricità è a basse emissioni di carbonio quando è venduta a basso prezzo o autoprodotta. I lavori per il progetto dovrebbero iniziare nel 2021 con la demolizione di alcuni edifici non sottoposti a vincolo, mentre la costruzione dei nuovi edifici dovrebbe iniziare nel 2022. Quando saranno installate le pompe di calore, l’ultima transizione energetica del sito sarà completata.
Bibliografia - Michael Ridge, Designing community heat pumps systems for heat networks – CIBSE Journal, April 2021 - Lee Moran, A new era for heat: Queens Quay heat pump, CIBSE Journal, July 2021 - Andy Pearson, Fuel for thought: Cambridge College plans for heat pump transition, CIBSE Journal, April 2021
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Giacomino Redondi
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È
noto che il fuoco è la manifestazione della reazione chimica di combustione, con emissione di luce e di calore. La combustione è una reazione di ossidoriduzione di tipo esotermica, tra una sostanza suscettibile di essere ossidata (combustibile), ed una in grado di agire come agente ossidante (comburente).
Si rammenta che la combustione non è una reazione spontanea ma, affinché avvenga, è necessario che la miscela combustibile-comburente consegua un determinato livello energetico, detto di attivazione, che può essere raggiunto solo per il tramite di un apporto esterno che si configura come innesco. La combustione è simbolicamente rappresentata dal famoso
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IL TRIANGOLO DI KINSLEY RAMMENTA CHE LA COMBUSTIONE AVVIENE SOLO CON LA CONCOMITANZA DI TRE ELEMENTI FONDAMENTALI: COMBUSTIBILECOMBURENTE-ENERGIA DI INNESCO
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O SC NE ’IN ED NT FO
“Triangolo del fuoco” o triangolo di Kinsley che, in termini elementari, rammenta che lo sviluppo della reazione di combustione è possibile solo con l’azione contemporanea di combustibile-comburente-energia di innesco. Analogamente, l’interruzione o rottura del triangolo del fuoco per la mancanza di uno degli elementi (o lato del triangolo stesso), determina il blocco della reazione. Quindi l’estinzione di un fenomeno di combustione presuppone una delle seguenti azioni: • Allontanamento del combustibile dal focolaio (effetto di separazione). • Separazione del combustibile dal comburente o riduzione della concentrazione di comburente (effetto di soffocamento). • Sottrazione di calore fino al raggiungimento di una tempera-
CO MB UR EN TE
Museo del Palazzo di Pechino, la più grande struttura in legno conservata al mondo. Intervento di estinzione di un principio di incendio nel 2016
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TECNOLOGIA CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI SECONDO LA NORMA UNI EN 2:2005 IN RELAZIONE AL TIPO DI COMBUSTIBILE. È STATA ELIMINATA LA CLASSE E IN CUI RIENTRAVANO I FUOCHI PROVENIENTI DA APPARECCHIATURE ELETTRICHE, IN QUANTO RICONDUCIBILI ALLE CLASSI A E B (INNOVA)
CLASSE A fuochi da solidi
CLASSE B fuochi da liquidi
CLASSE C fuochi da gas
tura inferiore a quella minima di accensione o autoignizione (effetto raffreddamento). A queste circostanze cosiddette “tradizionali” si aggiunge anche l’inibizione chimica o effetto anticatalisi, che consiste in una azione di rallentamento o di blocco della reazione di combustione, determinata da sostanze in grado di neutralizzare i prodotti intermedi attivi (radicali liberi) del processo chimico.
L’azione estinguente dell’acqua
Le misure di protezione attiva contro gli incendi si basano sull’impiego di una serie di sostanze, capaci idi interrompere la combustione. È evidente che i prodotti impiegati e le relative modalità di utilizzo, devono essere commisurati alla natura degli elementi che hanno preso fuoco ed all’entità dell’incendio. È quindi necessario conoscere accuratamente le caratteristiche delle sostanze estinguenti, al fine di ottenere dalla protezione attiva risultati sempre congruenti e positivi; scelte errate possono amplificare inaspettatamente l’entità degli incidenti. Tra le sostanze antiche quanto l’uomo, l’acqua costituisce da sempre l’estinguente maggiormente impiegato nei processi di combustione, per la facile reperibilità, il basso costo, la semplicità nell’uso e la non tossicità.
DINAMICA DI UN INCENDIO TIPO: SI INDIVIDUANO LE QUATTRO FASI CARATTERISTICHE. AL PUNTO DI FLASH OVER L’INCENDIO È GENERALIZZATO E NON È PIÙ CONTROLLABILE
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Temperatura
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(flash-over)
Tempo Ignizione
Propagazione
Incendio generalizzato Estinzione
CLASSE D fuochi da metalli
CLASSE F fuochi da mezzi di cottura
È particolarmente indicata per gli incendi da combustibili solidi (classe A secondo la norma UNI EN 2:2005 “Classificazione dei fuochi”), con esclusione delle sostanze incompatibili quali sodio e potassio, che a contatto con l’acqua liberano idrogeno, e carburi che con l’acqua formano acetilene. Può essere usata anche su fuochi di classe B, solo quando il combustibile coinvolto abbia una densità superiore a quella dell’acqua. Sono inoltre noti i limiti relativi all’impiego su apparecchiature elettriche ed elettroniche, in quanto buon conduttore elettrico. Le proprietà che determinano la capacità estinguente dell’acqua, sono essenzialmente: • Elevato valore del calore specifico (4186 J/kg°K). • Ottimo valore del calore latente di vaporizzazione corrispondente a 2,272∙106 J/kg a pressione atmosferica). Questi fattori da soli conferiscono all’acqua una elevata capacità di assorbimento del calore. Durante le operazioni di estinzione di una combustione, l’evaporazione dell’acqua determinata dalle elevate temperature della reazione produce una notevole quantità di vapore (con un aumento volumetrico di circa 1700 volte il volume iniziale), che origina un effettivo spostamento del comburente e la conseguente creazione di un’atmosfera inerte. Quando è proiettata con sufficiente energia sulle superfici dei materiali soggetti a combustione, l’acqua esercita una efficace azione di “rottura” del contatto tra combustibile e comburente. Non è da sottovalutare infine la proprietà di diluire le sostanze infiammabili solubili in acqua, in modo da renderle inadatte a sostenere un processo di combustione. Le prerogative estinguenti dell’acqua si possono quindi riassumere nelle seguenti capacità: - di raffreddamento (finalizzare la temperatura del combustibile ad un livello inferiore a quello della sua temperatura di infiammabilità); - di soffocamento (allontanamento del comburente dal combustibile); - di rottura (azione meccanica di interruzione del contatto combustibile-comburente); - di diluizione di combustibili solubili in acqua.
Per incrementare la capacità estinguente è preferibile utilizzare l’acqua con getto frazionato o nebulizzato piuttosto che con un getto pieno, in quanto quest’ultimo aumenta la quota d’acqua residua non coinvolta in effetti termici utili. L’assorbimento di calore da parte dell’acqua, infatti, è tanto più efficace quanto più elevata è la superficie di scambio termico: suddividendo il getto liquido in minute goccioline con diametro compreso tra 0,5 e 1,0 mm, la superficie di scambio viene sensibilmente aumentata conseguendo una particolare efficienza da questo punto di vista. A tali dimensioni, inoltre, le particelle di acqua hanno ancora una buona inerzia per consentire gittate accettabili, in grado di raggiungere spesso anche focolai nascosti, inaccessibili al getto tradizionale pieno. Le sottili gocce d’acqua, infine, si combinano agevolmente con le particelle di fumo e fuliggine, facendole precipitare.
Acqua con additivi
Per migliorare la capacità di penetrazione ed adesione sui materiali soggetti a combustione, si possono aggiungere all’acqua sostanze con effetto tensioattivo, in modo da abbassare la tensione superficiale dell’acqua ed aumentare la capacità di “bagnare” le superfici investite. Nella lotta contro gli incendi di boschi e vegetazioni in genere, si possono aggiungere nell’acqua degli agenti ritardanti a base di fosfati, borati, carbonati, ammonio, potassio, ecc. Consentono di ritardare l’ignizione della vegetazione di sottobosco e delle essenze arboree, per effetto del calore irradiato dal fronte di fiamma dei focolai in rapido movimento e di quelli non totalmente estinti, anche dopo l’evaporazione dell’acqua in cui si trovano in soluzione.
Proiettata con sufficiente energia sui materiali coinvolti in una combustione, l’acqua esercita anche una efficace azione di rottura del contatto tra combustibile e comburente
Le alimentazioni idriche
Sistema di nebulizzazione d’acqua a turbina. Aumentando sensibilmente la superficie di scambio termico, l’acqua nebulizzata incrementa nettamente l’assorbimento di calore ed il conseguente effetto raffreddante dei focolai di incendio (Emicontrols)
È molto spesso la soluzione più economica, ma necessita della assicurazione di un aspetto qualitativo fondamentale di disponibilità ed affidabilità, oltre a quello prestazionale in termini di portata e pressione rese disponibili all’impianto antincendio collegato. Per le aree con: - livello di pericolosità 1 ossia aree con basso pericolo di incendio come, ad esempio, attività di tipo residenziale, uffici, ecc. a basso carico di incendio, e comunque assimilate a quelle definite di classe LH ed OH 1 dalla UNI EN 12845; - livello di pericolosità 2, ovvero aree in cui c’è una presenza non trascurabile di materiali combustibili, ma che presentano un
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Acquedotti
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Le alimentazioni idriche al servizio degli impianti antincendio rappresentano sicuramente uno degli aspetti più importanti che il progettista deve considerare, soprattutto per l’affidabilità richiesta. Una adeguata alimentazione deve infatti essere in grado di assicurare la quantità d’acqua necessaria, per il tempo stabilito dal cosiddetto “livello di pericolosità” così come definito dalla norma UNI 10779/2021 “Impianti di estinzione degli incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio”, nonché la pressione in grado di assicurare ai dispositivi erogatori (naspi, idranti) la prescritta pressione residua. L’appendice A della UNI 10779 stabilisce i requisiti che devono possedere le alimentazioni idriche, per la cui realizzazione rimanda alle prescrizioni della UNI EN 12845/2020 “Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione”, la quale prevede a sua volta le seguenti tipologie: • Acquedotto • Serbatoi di accumulo • Sorgenti inesauribili • Serbatoi a pressione
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TECNOLOGIA moderato pericolo di incendio, come ad es. attività di lavorazione in genere che non presentano accumuli particolari di merci combustibili, assimilabili a quelle definite di classe OH 2, 3 e 4 dalla UNI EN 12845. La UNI 10779 ammette una continuità del servizio da parte degli acquedotti, allorquando nell’area in cui è inserito l’impianto, l’indisponibilità per manutenzione sia inferiore a 60 ore/anno, attestabile mediante dati statistici relativi agli anni precedenti. Relativamente all’adeguatezza delle prestazioni dell’acquedotto nel punto di allacciamento di un impianto idrico antincendio, la norma UNI EN 12845 al p.to 4.4.4.3 prevede la costruzione della “curva caratteristica pressione/portata” dell’acquedotto in quel punto, ricavata tramite rilievi eseguiti in un momento di punta della domanda idrica. Sono prescritte almeno tre misurazioni effettuate in tempi diversi, al fine di disporre di un dato che abbia un minimo valore statistico.
Serbatoi di accumulo
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Essendo i serbatoi idrici a gravità sempre meno utilizzati per gli elevati costi di investimento, si accenna di seguito al sistema di alimentazione idrica antincendio privata più comune nel nostro Paese, cioè alle riserve idriche in serbatoi di accumulo, corredati con una o più unità di pompaggio ad avviamento automatico. Gli accumuli idrici antincendio sono costituiti da vasche o serbatoi da interro o da superficie. La soluzione di una vasca di accumulo interrata è solitamente determinata da limiti nello spazio disponibile o da restrizioni per impatto architettonico o ambientale. Gli accumuli interrati vengono sempre più raramente realizzati in calcestruzzo gettato in opera, in quanto la tendenza negli ultimi anni consiste nell’impiego di elementi modulari prefabbricati in cls, o di sistemi monoblocco in acciaio che, potendo essere collegati tra loro, consentono di realizzare accumuli di grande capacità. L’accumulo deve essere completato con i gruppi di pressurizzazione e relativi dispositivi di controllo alloggiati in apposito vano
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tecnico, realizzato secondo la norma UNI EN 12845 e la norma UNI 11292 “Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio – Caratteristiche costruttive e funzionali”. Anche tale locale di servizio può essere interrato oppure installato fuori terra e, nei serbatoi metallici interrati può essere ricavato in una sezione dello stesso. È opportuno segnalare che la UNI 11292 al p.to 4.1.2 ammette i vani tecnici interrati, ma precisa che: “Non è ammessa la realizzazione di locali interrati nelle aree a rischio di inondazione e nelle zone comunque esposte a rischio di allagamento”. Nella relazione del progetto di un sistema con locale tecnico interrato, deve quindi essere contenuta una analisi del sito di installazione, al fine di valutare i possibili rischi di allagamento. In assenza di questa valutazione, non dovrebbe essere possibile realizzare un vano tecnico antincendio interrato. Rilevato altresì che il rischio di alluvioni e frane interessa il 70% dei Comuni italiani, i locali tecnici interrati dovrebbero essere un’eccezione e non la prima scelta progettuale, per evitare l’allagamento di un vano così importante come il locale pompe. La riserva idrica antincendio fuori terra è una soluzione particolarmente indicata per insediamenti industriali e produttivi in genere, dove si può fare astrazione da problemi di impatto architettonico. Anche per la realizzazione di una riserva idrica antincendio fuori terra, si impiegano moduli prefabbricati in cls o serbatoi metallici zincati a forma cilindrica. In questi casi un aspetto non trascurabile riguarda la resistenza meccanica del suolo su cui sarà realizzata la platea di sostegno del serbatoio, unitamente alla verifica del rischio sismico secondo le NTC 2018. Si evidenzia che una riserva idrica antincendio fuori terra consente la realizzazione del vano tecnico complanare all’accumulo stesso, per cui, oltre a contenere i disagi conseguenti ad eventuali perdite dalle tubazioni e ad agevolare la ventilazione della sala macchine, è privilegiata l’installazione di pompe centrifughe ordinarie ad asse orizzontale operanti sotto battente, come raccomandato dalla UNI EN 12845.
I tensioattivi aggiunti all’acqua, ne migliorano la capacità di bagnatura. L’angolo di contatto tra un liquido ed una superficie solida determina la misura della bagnabilità della superficie stessa. L’angolo di contatto è correlato alla tensione superficiale ed all’equilibrio termodinamico delle due fasi a contatto. Con angoli minori di 90° le superfici si considerano idrofile (Hydrophile), mentre per angoli maggiori di 90° sono idrorepellenti o idrofobiche (Hydrophobe). Per angoli nulli la bagnatura è perfetta (Perfect wetting) (FKV)
Rizzotto
Fiore Technologies
Accumulo idrico antincendio a cilindro verticale fuori terra, con vano tecnico integrato alla base. Risolve le situazioni in cui si hanno a disposizione spazi ristretti
Serbatoio di accumulo idrico antincendio fuori terra di grande capacità da 1190 m3. È costituito da pannelli in lamiera di acciaio fissati tramite giunzioni bullonate e da una membrana interna in pvc armato antistrappo. La struttura deve garantire la resistenza all’azione contemporanea di agenti esterni come sismi, carico della neve, sollecitazioni del vento
Serbatoi in pressione
Tra le alimentazioni idriche antincendio che sono previste dalla norma UNI EN 12845 rientrano anche i serbatoi in pressione, che per mantenere la pressione di erogazione dell’acqua entro limiti accettabili, sfruttano il meccanismo proprio delle autoclavi a cuscino d’aria o a membrana. Per un impianto antincendio con una notevole richiesta idrica tale sistema non appare essere una soluzione appropriata, in quanto i livelli di pressione necessari per garantire le prestazioni della rete idrica collegata (anche superiori a 8,0 bar), comportano materiali e spessori dei componenti tali da determinare costi di impianto e di manutenzione alquanto elevati. I serbatoi in pressione possono risultare utili per l’alimentazione di impianti idrici antincendio di piccole dimensioni, per la protezione da bassi rischi.
Conclusioni
L’acqua è un formidabile agente di disattivazione della reazione
di combustione, tuttavia deve essere utilizzata nelle giuste quantità, sui materiali con essa compatibili e nei luoghi più opportuni, al fine di conseguire una efficace azione di contrasto ad un incendio. L’impianto idrico antincendio è molto diffuso in quanto utilizza un elemento che ha il pregio di essere economico ed utilizzabile in grandi quantità. Essendo un presidio permanente di protezione attiva, l’impianto deve essere efficiente in qualsiasi momento: per tale motivo è indispensabile non sottovalutare l’importanza di verifiche e controlli periodici. Se relativamente ai dispositivi di controllo ed ai gruppi di pompaggio il servizio di verifica e manutenzione è ordinariamente alquanto puntuale ed efficace, nei confronti di vasche e serbatoi risulta molto spesso superficiale se non addirittura assente. Si rammenta che la UNI EN 12845 su questi manufatti prescrive dettagliati controlli triennali e decennali, finalizzati a mantenerne l’integrità e la funzionalità nel tempo.
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Climatec Antincendio
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Serbatoio di accumulo antincendio interrato, al cui interno è ricavato il vano tecnico di alloggiamento del gruppo di pressurizzazione, conforme alla norma UNI EN 12845
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RCI PER Aermec
CPS
PIÙ SEMPLICE. PIÙ COMPATTA. PIÙ ECOLOGICA.
La soluzione innovativa per gli impianti idronici a più livelli di temperatura.
L’
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edilizia si evolve verso gli edifici ad energia quasi zero, con prescrizioni sempre più stringenti in termini di riduzione dei consumi e di impiego di energie rinnovabili. In ambito civile, ad esempio, molti edifici richiedono, per gran parte dell’anno, la disponibilità di riscaldamento e raffrescamento contemporaneamente su molti ambienti serviti. AERMEC, sempre al passo con i tempi, presenta CPS, la nuova soluzione che rivoluziona il modo di realizzare le centrali termo-frigorifere e che risponde a queste nuove richieste del mercato. Le nuove unità della serie CPS raffrescano, riscaldano a diversi livelli di temperatura e producono acqua calda sanitaria con unità unica ad elevata efficienza per applicazioni alberghiere, residenziali, industriali e del terziario.
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CPS è un’unità compatta monoblocco che unisce l’efficienza della nuova polivalente aria-acqua serie NRP, con struttura V-block e in versione 4 tubi e le prestazioni delle pompe di calore booster WWB ad altissima temperatura. Da questa unione nasce una nuova polivalente che garantisce il raffrescamento, riscaldamento a diversi livelli di temperatura ed acqua calda sanitaria per applicazioni alberghiere, residenziali, industriali e del terziario. CPS produce acqua fino a 73 °C, con impiego prevalente del recupero termico in presenza di richiesta di raffrescamento. Permette di operare in spazi ridotti, con considerevole risparmio nei tempi di progettazione ed installazione, e con logiche di gestione ottimizzate e collaudate per avere un sistema plug and play di elevata affidabilità ed efficienza. Come tutte le soluzioni che Aermec propone CPS ha come priorità il rispetto dell’ambiente. Per soddisfare le esigenze
Le nuove unità polivalenti della serie CPS
progettuali richieste dall’impianto, infatti, permette di sfruttare in larga misura fonti di energia rinnovabile sia per la climatizzazione che per la produzione di acqua calda sanitaria. È pertanto la soluzione idonea per soddisfare i requisiti sempre più stringenti dei nuovi edifici NZEB, gli edifici ad energia quasi zero che prevedono la riduzione dei consumi e l’impiego di energie rinnovabili. Diverse tipologie di edifici richiedono contemporaneamente la richiesta di carico
caldo/freddo lato impianto: - Uffici con strutture leggere; - Strutture ricettive moderne; -C entri polifunzionali; -S trutture industriali. Questi edifici sono climatizzati con caldaia e refrigeratori oppure, negli impianti più evoluti, tramite polivalenti a 4 tubi. In diverse applicazioni la richiesta di riscaldamento viene fatta su due livelli di temperatura differenti (produzione di caldo per l’impianto ed ACS in strutture ricetti-
CPS taglia 1000
CPS taglia 1805
Diverse sono le modalità di funzionamento che CPS offre: - Solo freddo - Solo caldo media temperatura - Solo caldo alta temperatura - Freddo più caldo media temperatura - Freddo più caldo alta temperatura - Caldo media e alta temperatura - Freddo più caldo media e alta temperatura Disponibile in 3 taglie con potenza da 164 a 490 kW in potenza frigorifera, CPS
È formata da 4 circuiti frigoriferi: • 2 circuiti (C1/C2) con gas R410A • 2 circuiti (C2/C3) con gas R134a e da 3 scambiatori a piastre • 1 Scambiatore a piastre per l’acqua refrigerata • 1 Scambiatore a piastre per l’acqua calda a media temperatura • 1 Scambiatore a piastre in inox ispezionabile per l’acqua calda ad alta temperatura (A.C.S.) Il basamento la struttura e la pannellatura sono in acciaio zincato trattato con vernici poliestere. CPS è equipaggiato di gruppi di pompaggio in line a singola pompa o doppia pompa (pompa + riserva) sugli scambiatori freddo e caldo a media temperatura, evaporatore del booster dotato di propria pompa e valvola miscelatrice per il controllo delle condizioni di lavoro, pompa a velocità variabile ed accumulo tecnico stabilizzatore lato condensatore del booster, scambiatore A.C.S. intermedio a piastre ispezionabile. La regolazione di cui CPS è dotato è a microprocessore, completa di una tastiera Touch screen da 7” per navigare in modo
semplice e intuitivo fra le varie schermate, permettendo di modificare i parametri operativi e di visualizzare in forma grafica l’andamento in tempo reale di alcune grandezze, e una completa gestione degli allarmi e il loro storico. È possibile controllare due unità in parallelo Master - Slave. La presenza di un orologio programmatore permette d’impostare delle fasce orarie di funzionamento ed un eventuale secondo set-point. La termoregolazione avviene con la logica proporzionale integrale, in base alla temperatura di uscita dell’acqua. La modalità “Controllo HP flottante” permette con la modulazione continua dei ventilatori di ottimizzare il funzionamento dell’unità in qualsiasi punto di lavoro, garantendo un incremento dell’efficienza energetica ai carichi parziali. È prevista inoltre anche la “Modalità Night Mode” grazie alla quale è possibile impostare un profilo di funzionamento silenziato. Opzione perfetta, ad esempio, per il funzionamento notturno, perché garantisce un maggior confort acustico nelle ore serali, e una efficienza elevata nelle ore di maggior carico.
AERMEC SPA
Via Roma 996 37040 Bevilacqua (VR) Tel. 0442 633111 marketing@aermec.com www.aermec.com
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CPS, è una combinazione altamente performante e rappresenta una soluzione ideale per questo tipo di impianti. L’efficienza della nuova polivalente aria-acqua NRP permette di sfruttare il recupero termico nella produzione contemporanea di caldo e freddo. L’impiego di parte del calore proveniente dalla polivalente per la preparazione di acqua calda sanitaria, grazie all’innalzamento della temperatura effettuato dalla seconda pompa di calore booster WWB, permette di sfruttare la contemporaneità per produrre acqua calda sanitaria con recupero termico, soprattutto nella stagione estiva.
garantisce un’alta efficienza energetica anche ai carichi parziali. La presenza in un’unica piattaforma di due unità ad elevatissimo contenuto tecnologico ed elevatissime prestazioni, collegate idraulicamente tra loro e dotate di regolazione ottimizzata per la gestione del sistema, permette di ridurre drasticamente i tempi di progettazione ed installazione dell’impianto e gli spazi richiesti.
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ve, 2 livelli di acqua calda in diversi settori dell’industria alimentare e plastica, ecc.). Tanti impianti per questo tipo di applicazioni sono oggi realizzati con polivalente (NRP-NXP) più PDC dedicata (generalmente NRK-WRK) oppure polivalente (NRP-NXP) più booster (WWB); in entrambi i casi la scelta è tecnicamente ed energeticamente valida, ma determina una pur minima complessità di progettazione ed installazione.
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DALL’INDUSTRIA
DIGITAL TWIN per edifici più intelligenti e sicuri Francesco Giaccio, Managing Director Johnson Controls Italia
IL DIGITAL TWIN RAPPRESENTA UN NUOVO PROGRESSO NELLA TECNOLOGIA IOT, CHE PERMETTE DI SFRUTTARE E RENDERE ACCESSIBILI DATI E SIMULAZIONI PER RIDURRE I COSTI OPERATIVI, AUMENTARE IL RISPARMIO ENERGETICO E MIGLIORARE LA SALUTE DELLE PERSONE
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er i Facility Manager, la riduzione delle spese degli edifici e il contestuale aumento dell’efficienza dei dati rappresentano un impegno continuo. Specialmente in ambito HVAC, dove la voce di spesa più importante su cui ricade il maggior numero di manutenzioni, riparazioni e operazioni è rappresentata dai sistemi di riscaldamento e raffreddamento, il desiderio di ridurre i costi operativi rappresenta una
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sfida costante. Il sistema HVAC gioca anche un ruolo crescente nella creazione di edifici più sani per gli utenti, in particolare sulla scia delle problematiche legate al Covid-19, a seguito del quale un ambiente di lavoro salutare è un obiettivo ancor più prioritario per le aziende. In questo scenario, i nuovi sviluppi dell’Internet of Things (IoT) hanno reso gli edifici più intelligenti, migliorandone i sistemi antincendio, di sicurezza, illuminazione, di gestione
dell’energia e HVAC, attraverso l’ottimizzazione dell’efficienza ed elevando la salute e la sicurezza degli utenti. Ciononostante, esiste ancora un problema: queste soluzioni sono spesso pensate a silos e non tengono conto di come queste attività possano interagire tra loro. Con il Digital Twin, invece, è possibile connettere e integrare a livello digitale tutti i sistemi dell’edificio in un’applicazione unificata, per garantire che le apparecchiature HVAC siano completamente ottimizzate con gli altri sistemi.
Digital Twin ed edifici
Affinché un Digital Twin sia impiegato con successo, le informazioni devono provenire da una varietà di fonti, come i sensori integrati (compresi quelli in un’unità HVAC), le reti di sensori wireless, il BIM (Building Information Modeling) e previsioni meteo. Utilizzando un modello schematico 3D, il Digital Twin può collegare una moltitudine di dati sulle prestazioni dell’intero edificio tra cui posizione, eventi, beni e persone - e integrarsi con scenari predefiniti per creare set di informazioni ricchi di contesto in tutto l’edificio “vivente”. La piattaforma di gestione dei dati, inoltre, potrà fornire approfondimenti “context-aware” automatizzati, a conferma dell’integrità e della precisione dei dati per i modelli di machine learning.
Digital Twin per i sistemi HVAC in ottica Covid-19
I Digital Twin possono supportare i programmi di ritorno nei luoghi di lavoro nel contesto post pandemia creando un profilo patogeno dell’edificio al fine di migliorare la circolazione dell’aria, minimizzando al contempo il consumo energetico. Come soluzione a lungo termine, invece, sono in grado di sovrapporre e tracciare il posizionamento degli utenti per studiare come influenzano la qualità dell’aria interna e il consumo energetico. Le macchine HVAC meno recenti, inoltre, possono usare piattaforme edge “bridge” - un gateway low-cost - per collegare i dispositivi di ambienti inutilizzati ed effettuare il retrofit di apparati più datati in base ai dati messi a disposizione dai suddetti sistemi.
Implementare il ROI nel ciclo di vita HVAC
Secondo il National Institute of Standards and Technology de-
Ideale per edifici vecchi e nuovi
Il Digital Twin può essere usato sia nelle nuove costruzioni che in edifici già esistenti e, a differenza dei progetti architettonici, può evolvere durante la progettazione, la costruzione e la messa in servizio. È, infatti, in grado di passare attraverso migliaia di modifiche e milioni di simulazioni prima della costruzione dell’edificio reale. Nelle le strutture già realizzate, invece, si evolve man mano che vengono misurati o acquisiti più dati e vengono integrati ulteriori sensori. Gli edifici che utilizzano già una soluzione di gestione aziendale possono ottenere benefici immediati da un Digital Twin. La modellazione e le simulazioni sono implementabili negli edifici dagli utilizzi più disparati, quali uffici, catene di alberghi, campus universitari, ospedali, banche, stadi e strutture sanitarie, mentre è possibile raccogliere e analizzare i dati HVAC per ogni struttura e regolarli di conseguenza. Il Digital Twin accompagna gli edifici nel loro viaggio verso l’intelligenza: riunisce tutti i dati necessari per gli algoritmi predittivi e i sistemi di intelligenza artificiale, dalle previsioni dei guasti agli apparati fino all’utilizzo e all’ottimizzazione continui della struttura. È questo il principale vantaggio del Digital Twin: dopo la sua implementazione, gli edifici diverranno sempre più intelligenti, sicuri e salubri.
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Raccogliere i dati per l’integrazione dei sistemi
gli Stati Uniti, l’industria del Real Estate perde a livello mondiale circa 15 miliardi di dollari all’anno a causa della mancanza di modelli di dati comuni per applicazioni e sistemi all’interno di un edificio. In quest’ottica, i Digital Twin possono aiutare a creare edifici più intelligenti automatizzando i processi attraverso il machine learning, permettendo così agli operatori di selezionare i sistemi HVAC ottimali attraverso la simulazione, l’analisi “what-if” e le procedure operative standard (SOP) per ogni sistema selezionato. In altri termini, i Digital Twin fungono da “cervello” che aiuta a rendere l’edificio consapevole di sé.
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Il Digital Twin è una replica digitale connessa di un prodotto fisico, un bene o un sistema, utilizzata per rappresentarne lo stato passato e presente e simulare, testare e prevedere i processi futuri di molteplici scenari “what if”. I n passato, i Digital Twin operavano come entità separate, concentrandosi su un singolo sistema dell’edificio - HVAC, sicurezza o illuminazione - ma oggi possono essere implementati a livello aziendale, fornendo una rappresentazione digitale completa dell’ambiente fisico e una visione olistica di tutte le operazioni dell’edificio nel cloud. Sono, infatti, in grado di raggruppare i dati derivanti da esso, generando informazioni utili per applicazioni e machine learning.
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RCI PER Ventilclima
GALILEO
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“CHI MIRA PIÙ IN ALTO SI DIFFERENZIA PIÙ ALTAMENTE”
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IL NUOVO VENTILCONVETTORE A PARETE, 100% MADE IN ITALY
A GROUP S.p.A.
31020 San Zenone degli Ezzelini (TV) – Italy Tel. +39 0423 969037 info@ventilclima.com www.ventilclima.com
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L’ottimale distribuzione dell’aria è garantita invece mediante due alette longitudinali a profilo aerodinamico in alluminio verniciato dello stesso colore del mobile e da una serie di deflettori trasversali interni regolabili manualmente. L’unità è predisposta per varie tipologie di controlli dal termostato a parete al telecomando a raggi infrarossi con funzioni speciali, oppure per una gestione centralizzata con protocolli di comunicazione Modbus, Bacnet e non ultimo KNX favorendo così la possibilità di inserirsi anche nel mondo della domotica. Il controllo è dotato di un consenso per l’accensione o spegnimento di un’unità esterna peculiarità tipica degli impianti ad espansione diretta. VENTICLIMA da sempre orientata alla flessibilità ed alla personalizzazione ha dotato la serie GALILEO di un’ampia gamma di accessori fornibili anche già installati a bordo, tra cui la pompa di scarico condensa, le valvole di regolazione a 2 vie, 3 vie del tipo on/off, flottanti e modulanti o valvole di bilanciamento a due vie, che consentono di semplificare e ridurre i tempi di installazione soprattutto nei grandi impianti. Il terminale idronico è stato sviluppato su due grandezze dimensionali ed un range di 4 taglie di potenza da 1,3 a 3,8 kW frigoriferi con motori asincroni o a basso consumo ECM Brushless.
RCI
“Chi mira più in alto si differenzia più altamente”, scriveva così Galileo Galilei al Serenissimo Gran Duca di Toscana nella prefazione al suo celeberrimo trattato Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. VENTILCLIMA, ispirata dal grande padre della scienza moderna e con l’ambizione di creare un prodotto differenziante ed esclusivo sul mercato sia dal lato estetico che da quello prestazionale ha voluto puntare in alto anche con questa nuova serie di ventilconvettore a parete GALILEO, segnando così un ulteriore passo avanti sul mercato dei terminali idronici estetici per ambito residenziale e commerciale. Negli ultimi anni la richiesta di questi terminali è cresciuta ininterrottamente soprattutto nel contesto residenziale, grazie soprattutto all’introduzione delle pompe di calore idroniche, rivalutando così maggiormente questa soluzione rispetto ai tradizionali sistemi ad espansione diretta. Questa nuova serie di ventilconvettori interamente progettata e prodotta negli stabilimenti di San Zenone degli Ezzelini (TV) si caratterizza infatti per una linea che esce dai tradizionali canoni estetici tipici di questa tipologia di terminali, assecondando le sempre maggiori esigenze di una rigorosa pulizia formale e di un design minimale, coniugato ad elevate performance termo-acustiche. Lo spessore ridotto di soli 185mm ed il casing frontale frutto di una sapiente combinazione di acciaio verniciato ed ABS, garantisce ampia flessibilità di personalizzazione cromatica: al classico colore bianco opaco, sono stati affiancati di serie i colori nero opaco ed alluminio per tutti quegli ambienti moderni ove si voglia ricercare l’invisibilità oppure, al contrario, si ricerchi un’esaltazione delle forme. In aggiunta, per installazioni specifiche è possibile richiedere finiture custom secondo l’ampia scala colori RAL.
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industria news a cura della Redazione
SAIE Bari: il punto di riferimento per la filiera dell’edilizia Secondo la fotografia di SAIE Bari - la principale fiera delle costruzioni in Italia (dal 7 al 9 ottobre 2021 presso la Nuova Fiera del Levante di Bari) - sulla base dei dati elaborati dall’ANCE, dei 222 miliardi di euro di investimenti del PNRR, quasi metà (48%) riguardano il settore delle costruzioni. Parliamo di 107,7 miliardi destinati interamente all’edilizia per accompagnare l’Italia verso la rivoluzione verde e digitale delle infrastrutture. Allo stesso tempo, si fanno sentire gli effetti del Superbonus 110%, grazie agli oltre 24 mila interventi effettuati al 1° luglio per un valore totale di quasi 3,5 miliardi di euro (+39,7% rispetto a maggio). Ammontano a 107,7 miliardi di euro gli investimenti che interessano il settore, di cui 63,5 miliardi che riguardano nuovi interventi. Si tratta, appunto, di circa la metà (48%) dell’intero piano, come nessuno tra i maggiori paesi europei. Nel periodo 2021-2026 si prevede poi che il PNRR possa determinare per il comparto costruzioni una crescita di 3,3 punti percentuali: nessun altro settore godrà di un effetto positivo così forte. Gli interventi previsti riguardano soprattutto l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici (29,55 miliardi di euro) e l’alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0 (28,3 miliardi di euro). Ma, tra gli altri, ci sono anche fondi per la digitalizzazione, la sicurezza sismica e l’edilizia scolastica. Per quanto riguarda il Superbonus 110%, secondo i dati EneaMise, al 1 luglio 2021, risultano 24.503 interventi legati al Superbonus per un valore di quasi 3,5 miliardi di euro. Rispetto al monitoraggio di maggio emerge inoltre un aumento del +32% in termini di numero e del +39,7% nell’importo. Gli interventi su edifici condominiali determinano il 43% circa del valore degli interventi - e sono caratterizzati da un importo medio che supera i 500mila euro - gli edifici unifamiliari il 35% e le unità immobiliari indipendenti (22%).
La priorità, adesso, è rendere il Superbonus sempre più sistemico con una proroga almeno fino al 2023. Solo così si potrà evitare di perdere importanti opportunità, incentivare nuove iniziative e, soprattutto, coinvolgere nella maniera più efficace gli istituti bancari, essenziali per finanziare gli interventi. Proprio questi saranno i temi che animeranno il convegno inaugurale di SAIE dal titolo “Stati Generali del Superbonus 110% e degli altri incentivi fiscali” e tanti altri momenti di condivisione e approfondimento. Inoltre, grazie al suo format innovativo che combina esposizione, workshop e convegni, per le imprese la fiera sarà il momento ideale per promuovere tutte le soluzioni che permettono di accedere al Superbonus 110% e agli altri bonus. Il Direttore di SAIE, Emilio Bianchi, ha commentato: «Da quando è tornata centrale nell’agenda politica, la filiera delle costruzioni ha dimostrato di poter fare da traino all’economa del Paese. Il 2021 sarà un anno fondamentale per la ripartenza e per gettare le basi per il prossimo quinquennio. Con il PNRR e il Superbonus 110%, le Istituzioni puntano decisamente sull’edilizia per rinnovare e rendere più green e digitale il parco infrastrutturale pubblico e privato. Non a caso sostenibilità, efficientamento energetico, innovazioni tecnologiche e trasformazione digitale sono proprio i focus principali della nuova edizione barese di SAIE, la storica fiera delle costruzioni in Italia. La nostra prima volta a Bari, nel 2019, è stato un grande successo e quindi torniamo con la certezza della risposta della Puglia e del Sud d’Italia, cruciali per gli investimenti del PNRR, per inaugurare una nuova stagione. SAIE Bari vuole essere il luogo in cui Istituzioni, associazioni, imprese e professionisti si incontrano per discutere, approfondire e mostrare il meglio del Made in Italy per l’edilizia.» https://www.rcinews.it/82864
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Prodotti antivirali KME all’aeroporto di Linate
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KME ha avviato un progetto pilota con SEA all’interno dell’aeroporto di Linate volto a valorizzare il rame in un contesto, come quello post-pandemico, in cui è necessario ripensare gli spazi in ottica di sostenibilità e sicurezza. In particolare, è stata avviata l’implementazione della gamma SaCup su tutte le superfici a maggior contatto in ottica antimicrobica: i corrimani presenti lungo le scale, le maniglie dei carrelli porta bagagli e i sostegni nei bus interni all’aeroporto saranno tutti rivestiti in rame. La linea SaCup comprende una serie di prodotti finiti e semilavorati pensati per essere applicati in svariati settori e ambienti. «La collaborazione di KME con SEA ha permesso di applicare la gamma SaCup in un contesto ad alta frequentazione come l’aeroporto di Milano Linate, che è stato interessato
da un nuovo progetto architettonico volto ad assicurare ai passeggeri un’esperienza piacevole, innovativa e sempre più sicura», dichiara Claudio Pinassi, CEO di KME Italy SpA. https://www.rcinews.it/57445
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industria news Accordo di collaborazione tra Viessmann e GKSD ESCo Viessmann Italia e GKSD ESCo, l’Energy Service Company del Gruppo San Donato, primo gruppo ospedaliero privato italiano, hanno siglato un importante accordo che dà il via a una partnership nel campo dell’efficienza energetica, della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica. Il campo di attività principale di GKSD ESCo è la diagnosi, l’ideazione, la progettazione, la realizzazione, la gestione, il monitoraggio di servizi energetici integrati finalizzati all’uso razionale dell’energia nel rispetto della sostenibilità ambientale, nonché il supporto consulenziale sui meccanismi di incentivazione e, in particolare, l’ottenimento dei Certificati Bianchi e la loro gestione, compresa la vendita. GKSD ESCo, in linea con i principi guida di GSD “Umanità, innovazione e sostenibilità”, si prefigge l’obiettivo di guidare il Gruppo San Donato e, in generale, le aziende pubbliche e private del settore della sanità e del real estate nel processo di transizione energetica e ambientale. Questi
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Enginia entra a far parte del gruppo Carel
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Enginia, società attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di serrande e altri componenti plastici e metallici per unità di trattamento dell’aria, con soluzioni dedicate a una clientela OEM è entrata a fare parte del gruppo Carel. Carel, attraverso la sua controllata Recuperator, ha acquisito il 100% del capitale sociale di Enginia. L’integrazione con Enginia consentirà di ampliare l’offerta del portafoglio prodotti nel mercato Hvac, consolidando il ruolo di Carel come fornitore di soluzioni complete anche nei confronti dei produttori di centrali di trattamento dell’aria attraverso tecnologie avanzate dal punto di vista delle prestazioni e dell’efficienza energetica. La combinazione tra la tecnologia utilizzata da Enginia con il know-how e la capillare rete vendite di Carel permetteranno un rafforzamento della leadership del Gruppo nelle proprie nicchie di mercato e la realizzazione di importanti sinergie tecnologiche e commerciali. Sono inoltre attese economie di scopo e sinergie logistiche con la vicina Recuperator. https://www.rcinews.it/17883
principi sono in sintonia con la mission di Viessmann di creare spazi abitativi per le generazioni future, quindi di migliorare la qualità di vita delle persone attraverso soluzioni di climatizzazione integrate che consapevolmente minimizzano l’impatto delle emissioni. Con l’accordo siglato, le due società intendono porre le basi per aumentare le reciproche possibilità di collaborazione, consapevoli che gli interventi e le misure di cui si fanno promotrici nell’ambito dell’efficienza energetica e dell’innovazione tecnologica concorrono a rendere più salubre l’ambiente in cui viviamo. Esempi concreti di questa sinergia sono le recenti riqualificazioni termiche di vari ospedali del Gruppo San Donato: l’ospedale privato Villa Erbosa a Bologna, la Clinica San Siro di Milano, gli Istituti clinici Zucchi di Carate Brianza e di Monza e il Policlinico San Marco Zingonia (BG). https://www.rcinews.it/03610
Wavin Italia partner di UniZEB Wavin Italia partecipa in qualità di sponsor a UniZEB, il primo Living Lab sugli Zero Energy Buildings (ZEB) dell’Università degli Studi di Padova. Il progetto si configura come un vero e proprio prototipo di edificio a zero consumo energetico in cui ricercatori e aziende potranno testare, in condizioni di esercizio reale, alcune tra le soluzioni tecnologiche più innovative nel settore dell’edilizia. Le prestazioni dell’involucro edilizio, l’impatto della raccolta e della depurazione delle acque piovane, il comfort degli ambienti interni, la regolazione della pompa di calore e molto altro saranno sottoposti a un costante monitoraggio da parte degli stessi membri del team, che verranno ospitati nel building secondo periodi di residenza prestabiliti. Nello specifico, Wavin Italia ha messo a disposizione del progetto Tigris M5, l’innovativo raccordo a pressare per tubi multistrato per la realizzazione di impianti di adduzione idrica e di riscaldamento. La naturale evoluzione del raccordo Tigris M1 è impreziosita dalla funzione Acoustic Leak Alert, che durante i test di collaudo con aria avvisa l’installatore con un potente allarme acustico in caso di mancata pressatura. https://www.rcinews.it/19626
Nuovo Presidente e Amministratore Delegato Daikin Italy
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Nonostante la pandemia da Covid - sottolinea Daikin Italy - , l’Italia è tornata a crescere in maniera significativa, soprattutto per quanto riguarda le soluzioni di climatizzazione residenziale. Daikin Italy sta consolidando con ottimi risultati altre aree di business che diventeranno sempre più strategiche per l’azienda: i settori del riscaldamento e della purificazione dell’aria registrano, infatti, una crescita importante ed è su questi che si concentreranno i prossimi sforzi strategici dell’azienda. Un altro punto di attenzione è legato al tema del Global Warming. Il riscaldamento ha un forte impatto sull’equilibrio ambientale, per questo Daikin offre il proprio supporto ponendosi l’ambizioso obiettivo di diventare un’azienda carbon neutral entro il 2050. Gli effetti si stanno già vedendo: nel settore è stata, infatti, già ridotta notevolmente la quantità di CO2 emessa. «L’obiettivo dei prossimi anni - ha concluso Geert Vos - è quello di mantenere la posizione di leadership nel mercato del condizionamento, ma vogliamo anche crescere nel mercato del riscaldamento e come fornitore di soluzioni integrate. Vogliamo muoverci verso un sistema digitalizzato, sia internamente che all’esterno dell’azienda, e intendiamo per questo sviluppare una strategia digitale che possa distinguerci dai competitor in modo significativo». https://www.rcinews.it/17077
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Daikin Italy annuncia la nomina di Geert Vos a nuovo Presidente e Amministratore Delegato. L’ingegner Vos prende il timone da Mr Takayuki Kamekawa, che ha ricoperto questo ruolo negli ultimi sette anni e che è stato nominato Vice President di Daikin Europe. L’esperienza di Vos in Daikin inizia nel 1989 e questo nuovo incarico rappresenta per lui un ritorno in Italia, dove nei primi anni 2000 ha ricoperto ruoli di responsabilità nelle vendite. In seguito, ha assunto altri ruoli strategici nell’headquarter dell’azienda, tra cui Deputy General Manager Sales e General Manager European Supply Division, operando in diversi Paesi d’Europa. «Ho sempre lavorato per la stessa azienda, ma in Daikin - dichiara Geert Vos - ho potuto ricoprire tanti ruoli diversi e l’ho fatto all’interno di una realtà in continua evoluzione e crescita: da 25 milioni a 4 miliardi di euro. Questo mi ha permesso di maturare un’esperienza lavorativa molto ampia ed è come se avessi lavorato in dieci aziende diverse; per questo sono molto favorevole alle politiche di change management e di job rotation e credo che favoriscano la produttività e la creatività in azienda.»
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industria news LU-VE Group: consegnati in Cina 500 evaporatori
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LU-VE Group annuncia di aver ultimato la consegna di 500 evaporatori per l’ampliamento del Nansha International Logistics Center, uno dei più grandi poli logistici del mondo, presso il porto di Nansha che serve l’area di Guangzhou. Dopo circa due anni di lavori, è stato realizzato un mega complesso composto da sei edifici per lo stoccaggio delle merci refrigerate, con una capacità di circa 500 mila tonnellate, che va ad ampliare il Porto di Nansha, una delle cinque più grandi infrastrutture al mondo per il traffico di container. Il complesso servirà la catena del freddo (ispezione, conservazione, lavorazione, impacchettamento e distribuzione) del Jiangnan Fruit Market di Guangzhou e tutti i grandi agglomerati urbani da Shenzen a Hong Kong e Macao, servirà per la frutta e per gli ortaggi freschi importati in Cina da tutto il mondo, soprattutto da Nord e Sud America, e per i prodotti congelati destinati invece all’export (in larga parte prodotti ittici). «A gennaio 2020, il nostro stabilimento di Tianmen - dichiara Iginio
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Liberali, presidente di LU-VE Group - fu il primo del Gruppo a subire gli effetti negativi della pandemia. Riaprì a marzo e da allora la nostra produzione ha continuato ad accelerare, per poter servire un mercato in rapida e costante crescita. La nostra presenza in Cina è centrale per la strategia di internazionalizzazione di LU-VE, per le sue grandi potenzialità di espansione. Questo nuovo contratto è un eccellente viatico per le nostre operazioni nel Paese. Il mio plauso va a tutto il team cinese che ha saputo vincere le difficoltà, tornando più forte e performante di prima.» La maggior parte degli evaporatori (450) forniti dallo stabilimento di LU-VE Tianmen (provincia dello Hubei) appartiene alla gamma industriale LHS (Large Hitech Surface): questi modelli “green” usano l’acqua glicolata come fluido refrigerante e sono destinati alle celle per la conservazione di prodotti con elevato contenuto di umidità e per il congelamento (temperature tra -10 e -30 °C). Altri evaporatori compatti della gamma commerciale FHC (funzionamento silenzioso e basso consumo energetico) sono invece installati nelle celle per prodotti freschi (temperature positive) oppure surgelati (temperature inferiori o uguali a -18 °C). https://www.rcinews.it/88301
Olimpia Splendid in crescita Olimpia Splendid ha chiuso l’anno con un incremento del 3% nel fatturato consolidato, passato da 81,9 a 84,3 milioni di euro.L’EBITDA si attesta a 9,3 milioni di euro (11,1% del fatturato) in crescita del Roberto Saccone, Marco Saccone, 29% rispetto all’anno Presidente Olimpia Consigliere Delegato del Gruppo passato. In forte crescita Splendid anche la quota del fatturato estero, che si attesta intorno al 53% sul totale. Le performance registrate nel 2020 chiudono positivamente un piano triennale, impostato nel 2018, che ha visto il rafforzamento della governance, grazie all’ingresso di Alto Partners SGR nell’azionariato, un’importante acquisizione e una crescita organica nei mercati più rilevanti del settore HVAC. Il nuovo piano triennale 2021-23 è fondato su: sostenibilità, innovazione ed internazionalizzazione. «Accanto al rafforzamento della nostra presenza commerciale e l’affermazione del brand sui mercati internazionali - afferma Marco Saccone, Consigliere Delegato del Gruppo - abbiamo concentrato le energie sullo sviluppo di nuove tecnologie per un comfort domestico più efficiente e sostenibile, e questi pilastri rimangono la nostra bussola per lo sviluppo del medio periodo». Moltissime risorse sono state dedicate all’innovazione tecnologica, oltre che di prodotto, di processo. All’interno dell’R&D Department di Olimpia Splendid sono stati potenziati i sistemi hardware e software per la simulazione e la prototipizzazione avanzata ed è stata introdotta la figura chiave dell’Innovation Manager che lavora in sinergia con l’engineering (dipartimento che ha visto crescere il numero degli addetti di circa il 25% negli ultimi anni) e con poli accademici e centri di ricerca, con l’obiettivo di migliorare costantemente l’efficienza e la sostenibilità dei prodotti. Importanti sono stati, inoltre, gli investimenti sostenuti nel padiglione produttivo di Cellatica (BS), oggi completamente rinnovato in chiave 4.0 con l’introduzione di linee automatizzate multi-gas, progettate per la gestione in sicurezza di refrigeranti a basso GWP e magazzini logistici automatizzati, il tutto alimentato da fonti rinnovabili per una quota intorno al 40%. «Siamo orgogliosi di questo risultato e lo siamo ancor di più se guardiamo alle motivazioni che ci hanno consentito di raggiungerlo. Investire in innovazione tecnologica per un comfort più sostenibile è una scelta che crea valore non solo per la nostra azienda, ma per tutti gli stakeholder: i clienti in primis, da sempre al centro dei nostri pensieri, ma anche i dipendenti, i nostri fornitori e partner, gli azionisti, le istituzioni e - più in generale - il territorio di cui facciamo parte. Per il piano industriale 2021-23 abbiamo obiettivi ancora più ambiziosi e i dati del bilancio 2020 ci spingono a mantenere i nostri investimenti in questa direzione.», ha commentato l’Ing. Roberto Saccone, Presidente del gruppo Olimpia Splendid. https://www.rcinews.it/38698
essenziali del flusso ma non protagonisti dello spazio, a suggerire una loro possibile collocazione discreta anche nei contesti storici più pregiati. Il percorso si snoda attraverso una zona di prima accoglienza che porta verso uno spazio organizzato per la relazione diretta con i visitatori, oppure verso un luogo di apparente passaggio, flessibile, di possibile relazione o di operatività semplice. All’interno degli spazi i sistemi RBM MORE si declinano in più varianti, da soluzioni a pavimento con rivestimenti in parquet, a quelle a parete in cartongesso, a sistemi posizionati nella zoccolatura o nel controsoffitto. Una scala porta poi verso il piano interrato, da dove si può accedere ad una stanza vetrata esperienziale, in cui gli impianti a vista ed in azione permettono di provare sul proprio corpo l’esperienza diretta del caldo, del freddo, della profumazione, del ricircolo dell’aria, del silenzio. Di fronte a questa uno spazio tecnico-pratico, il box di inerzia termica, è pensato per far provare ai visitatori i sistemi ed interagire con essi in prima persona. Sei tipologie di impianto radiante, tre a pavimento e tre a soffitto, vengono allestite in parte con tubazioni a vista per mostrarne la reale stratigrafia, per permettere di apprezzare la versatilità dei sistemi RBM MORE sia sotto l’aspetto tecnico prestazionale che sotto quello architettonico, dando la piena libertà all’architetto di utilizzare spazi che normalmente sono occupati dagli impianti tradizionali. I sistemi a vista sono integrati da un’illuminazione bluastra o aranciata, portando il visitatore a pensare che in un dato ambiente ci sia una temperatura tendente al fresco o al caldo. Alle pareti pannelli radianti idraulici o elettrici, coperti da materiali diversi, per rendere più efficace il messaggio che gli impianti RBM MORE possono interagire indifferentemente con ceramica, parquet, cemento, argilla e persino sughero, materiale isolante per eccellenza che, nonostante le sue caratteristiche, non limita le prestazioni dei sistemi RBM MORE. Anche nei bagni sono presenti impianti radianti elettrici dietro gli specchi e sistemi che recuperano il calore dall’aria in aspirazione. Lo scopo di un’esperienza di questo tipo è offrire agli studi di architettura ed ai progettisti la possibilità di comprendere meglio il funzionamento ed i pregi degli impianti RBM MORE, per permettere loro di relazionarsi sapientemente con gli impiantisti, e soprattutto con i loro clienti. https://www.rcinews.it/95902
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Inaugurato a Milano lo showroom milanese di RBM MORE, nuova unità operativa di R.B.M., azienda bresciana azienda attiva nel settore idrotermico con quattro stabilimenti di produzione in Italia, cinque filiali in Europa e Stati Uniti, e più di 250 dipendenti nel mondo. RBM MORE rappresenta un insieme integrato articolato in sei sistemi: FTA Series, sistema di climatizzazione radiante estiva ed invernale ad alta efficienza e basso spessore, installabile a pavimento, parete o soffitto; BLT Series sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante perimetrale; PDA Series, tappetino radiante a bassa tensione in tecnopolimero sia per interno che per esterno in grado di autolimitare la propria temperatura massima di esercizio; VMC Series, sistema di rinnovo costante e controllato dell’aria all’interno degli ambienti; DEA Series, dispositivo di climatizzazione ad aria complementare che permette di superare i limiti dei sistemi radianti tradizionali offrendo al contempo una ventilazione discreta e non invadente per portare rapidamente negli ambienti le condizioni di comfort desiderate; FIL Series: gamma completa di cassette a scomparsa per collettori sia per impianto sanitario che per impianto di climatizzazione. Pensato come se fosse una galleria d’arte, il progetto di allestimento del nuovo spazio è stato curato da Marco Carini: «Per la realizzazione dello spazio di RBM MORE mi sono ispirato alle performance artistiche di Dan Flavin, l’artista minimalista newyorkese che negli anni ’70 voleva far provare sensazioni dirette attraverso i suoi lavori, così come all’installazione sitespecific di Olafur Eliasson per la Tate Modern di Londra del 2003, che faceva sperimentare ai visitatori sul proprio corpo il passare delle stagioni. Ogni spazio è diverso dall’ altro e ognuno ha una propria personalità, una propria storia: RBM MORE è un invito a pensare e progettare gli spazi da abitare nel rispetto di ogni esigenza individuale, offrendo soluzioni perfettamente calibrate e un ambiente abitativo salubre e confortevole, grazie alla sinergia tra i diversi sistemi. Caldo come il sole che scalda la terra, leggero come il vento che porta freschezza, fluido come l’acqua, spontaneo e silenzioso come la vita». Il progetto di Carini si sviluppa lungo un percorso in cui gli ospiti interagiscono direttamente con gli impianti e le tecnologie di RBM MORE. Esposto a vista come un quadro di una galleria, o perfettamente celato nell’architettura, ogni sistema RBM MORE è reso parte integrante della struttura caratterizzata dalle volte a mattoni dell’800: una comprensione facile per i visitatori del funzionamento dei sistemi, parti
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Il nuovo showroom RBM MORE
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vetrina ROCCHEGGIANI
Unità stand alone per recupero calore Nell’aria che respiriamo in casa, a scuola e in ufficio, alloggiano composti organici volatili, muffe, batteri, spore, virus e odori, che oltre certi livelli di concentrazione creano un ambiente malsano. L’unità stand-alone Roccheggiani (Camerano, AN) SRU, progettata per il ricambio, la sterilizzazione e la disinfezione dell’aria, rappresenta la soluzione ideale per combinare ventilazione meccanica controllata e sanificazione in ambienti sprovvisti di idonei impianti ventilazione. L’unità SRU è concepita per essere installata in modo rapido e non invasivo in scuole, uffici, ristoranti, palestre e negozi, producendo i seguenti effetti: - r icambio aria con filtrazione in mandata ePM1 80% (ex F9); - r ecupero e risparmio energetico (efficienze di recupero >85%);
LIRA
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Kit sifone + piletta
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Lira (Valduggia, VC) propone il Kit Spazio 1NT + Piletta Basket Mini Gattinara. Il sifone Spazio 1NT, grazie alla sua particolare conformazione aderisce alla parete di fondo, abbinato alla Piletta Basket Mini Gattinara, dall’esigua altezza di soli 64 mm, la zona sottolavello diventa così utilizzabile come vano. Spazio 1NT è ispezionabile: presenta un’apertura nella parte anteriore che consente, semplicemente svitando il tappo di chiusura, di rimuovere i residui accumulati nello scarico del sifone. Basket Mini Gattinara è installabile esclusivamente in lavelli da cucina in ceramica con foro scarico da cm 6 ( 2”), è realizzata in polipropilene e ha la griglia in acciaio inox disponibile in una ricca gamma di finiture lucide, satinate, perlate. È dotata di tappogriglia asportabile e facilmente pulibile. Il tappogriglia è estremamente pratico in quanto in posizione “ griglia aperta” rimane a filo piletta e non occupa
spazio nella vasca del lavello. La versatilità del sifone Spazio 1NT permette molteplici possibilità di installazione. Il braccio del sifone può avere una lunghezza ed un orientamento differente a seconda delle necessità, adattandosi perfettamente ad ogni struttura del sottolavello. Realizzato in polipropilene è disponibile nei colori bianco e grigio metallizzato. Entrambi i prodotti sono Made in Italy. https://www.rcinews.it/91986
- sterilizzazione con lampade UV-C ad altissimo dosaggio; - disinfezione grazie all’esclusiva tecnologia Roccheggiani Steri-Lite: l’interazione tra luce UV-C e strutture interne trattate con speciale rivestimento fotocatalitico genera ioni ad elevato potere ossidante, innocui nei confronti dell’uomo, ma efficaci contro batteri, virus, inquinanti nocivi (NOx) e odori. L’unità SRU opera con portate fino a 1.000 m3/h ed è dotata di controllo integrato Plug&Play. https://www.rcinews.it/75101
CONDAIR
Valvole di distribuzione del vapore in pressione Le valvole di distribuzione del vapore in pressione ESCO di Condair (Cinisello Balsamo, MI) sono la soluzione ideale per umidificare grandi portate d’aria utilizzando il vapore prodotto da una centrale termica. Il sistema può essere alimentato con pressione tra i 0,2 e i 4 bar ed è composta da corpo valvola (a scelta tra ghisa e INOX AISI 304) con scaricatore di condensa (a sfera o a secchiello rovesciato), valvola ceramica a controllo tramite attuatore (elettromeccanico modulante oppure pneumatico) e lance di distribuzione in INOX AISI 304 con ugelli microiniettori che permettono l’assorbimento del vapore nella minima distanza possibile. Disponibile in 4 versioni: ESCO 5 (fino a 127 kg/h di vapore); ESCO 10 (fino a 250 kg/h di vapore); ESCO 20 (fino a 500 kg/h di vapore); ESCO 30 (fino a 1000 kg/h di vapore). https://www.rcinews.it/18469
APEN GROUP
RESIDEO
Cronotermostato con funzione geofencing Resideo (Monza, MB) propone il cronotermostato Honeywell Home T6, che permette anche il controllo da remoto. Compatibile con i sistemi iOS, Android, Amazon Alexa, e Apple Homekit e IFTTT, T6 apprende la routine dell’utilizzatore. Inoltre, T6 possiede l’innovativa funzione geofencing, che lo avverte quando gli abitanti della casa stanno per tornare e fa trovare loro il clima ideale. Il cronotermostato T6 può essere integrato con la maggior parte degli impianti di riscaldamento, da quelli centralizzati a quelli a pavimento, e può inoltre gestire anche le valvole di zona. Inoltre, in maniera del tutto automatica e intelligente, gestisce anche le caldaie Open Therm. Infine, T6 è un prodotto facile da installare grazie all’Honeywell Home App e all’utilizzo di un tablet o smartphone. L’app possiede un’interfaccia user friendly. https://www.rcinews.it/48106
Caldaie a condensazione per esterno Apen Group (Pessano con Bornago, MI) presenta le caldaie a condensazione AKY, disponibili in cinque modelli da 32 kW a 100 kW, abbinate agli aerotermi serie AB, soluzione ideale per riscaldare ambienti industriali e commerciali. Lo scambiatore di calore ad alta efficienza e la nuova tecnologia del bruciatore Blue Jet permettono di garantire elevati risparmi energetici (rendimenti utili fino al 109%) e basse emissioni di NOx. Il controllo SMART Touch Screen gestisce ed ottimizza il funzionamento delle unità singole od a gruppi. Attraverso il collegamento ad una rete intranet è possibile effettuare la completa gestione dell’impianto da remoto via browser su computer o via indirizzo http. L’elettronica sviluppata riporta lo storico del funzionamento e dei relativi parametri più importanti. L’utilizzo di AKY, in caso di sostituzione dell’impianto di riscaldamento, consente di accedere alla detrazione fiscale prevista. https://www.rcinews.it/89590
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vetrina CALEFFI HYDRONIC SOLUTIONS
Dosatore di polifosfati sottocaldaia
Le incrostazioni causate dalla durezza dell’acqua sanitaria sono un problema molto frequente, specialmente in alcune zone d’Italia. Il calcare provoca danni agli impianti e alle apparecchiature riduce in maniera significativa lo scambio termico e causa rotture e malfunzionamenti, oltre a lasciare tracce antiestetiche difficili da rimuovere. Il dosatore di polifosfati sottocaldaia Caleffi XP serie 5459 è la soluzione proposta da Caleffi Hydronic Solutions (Fontaneto d’Agogna, NO):
installato sulla tubazione dell’acqua fredda sanitaria che alimenta l’impianto per la produzione di A.C.S., limita la formazione di calcare nell’impianto stesso. Caleffi XP contiene polifosfati alimentari di sodio e di potassio in cristalli che, uniti agli ioni di calcio e magnesio, formano un composto che scherma le tubazioni e impedisce la formazione di depositi di calcare. Caleffi XP garantisce anche un altro requisito fondamentale: la potabilità. L’innovativo sistema proporzionale a doppio Venturi permette un dosaggio molto accurato dei polifosfati e la grande precisione fa la differenza. https://www.rcinews.it/29674
CLIVET
Pompe di calore inverter Presentata da Clivet (Feltre, BL), Sphera Evo 2.0, da 4 a 16 kW, è la serie di pompe di calore inverter splittate a vista (Tower e box) e da incasso, nella doppia configurazione full-electric o ibrida, per riscaldamento condizionamento e produzione di A.C.S. in ambito residenziale. Le unità Sphera Evo 2.0 si caratterizzano per l’efficienza in classe A+++ con acqua a 35 °C e classe A++ con acqua a 55 °C, livelli sonori molto bassi, ampio campo di funzionamento da -25 °C a +43 °C di temperatura aria esterna, temperatura dell’acqua fino a 65 °C, produzione di acqua a 60 °C fino a -15 °C di aria esterna. Inoltre, presentano: - Accumulo per A.C.S. da 190 e 250 l integrato nella versione Tower, esterno nella versione BOX (la versione da incasso dispone di un serbatoio integrato da 150 l). - Possibilità di integrazione con solare termico o fotovoltaico. - Refrigerante ecologico R-32. L’App dedicata permette di gestire le funzionalità principali come schedulazione dell’impianto e dell’A.C.S. dal proprio smartphone. https://www.rcinews.it/82165
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Ventilatori centrifughi di nuova generazione
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I ventilatori impiegati in impianti di ventilazione e condizionamento sono in costante evoluzione per le sempre più esigenti richieste degli utenti, soprattutto in materia di efficienza energetica e connettività. Nuovi requisiti legali, maggior sensibilità ambientale e risparmio sono i fattori chiave di questo trend. In tale contesto, i ventilatori centrifughi di ebm-papst (Mozzate, CO) diventano un vero punto di riferimento. Grazie ad un’aerodinamica ottimizzata, materiali innovativi, design sofisticato e motori EC altamente efficienti e caratterizzati da sistemi di controllo intelligente, i nuovi
RadiPac non sono semplicemente molto più performanti dei loro predecessori, ma si contraddistinguono anche per silenziosità, efficienza e compattezza. Questa nuova generazione di ventilatori
centrifughi offre livelli di efficienza più elevati. Velocità più alte assicurano un flusso d’aria e un incremento di pressione statica (oltre 2000 Pa) maggiori, garantendo allo stesso tempo una riduzione della sonorità (dai 3 ai 7 dB(A) meno della serie precedente). Presentano una girante all’avanguardia caratterizzata da cinque pale aerodinamiche, materiali high-tech in fibra di vetro altamente resistenti e motori GreenTech EC da 500 W a 8 kW flessibili e compatti. https://www.rcinews.it/10225
EDILTEC
Canali pre-isolati per il trasporto d’aria Con un know-how di oltre trent’anni, Ediltec (Modena) è uno dei punti di riferimento nel settore delle schiume poliuretaniche. La competenza maturata e la continua ricerca hanno permesso di sviluppare Poliiso Air, il sistema per la realizzazione di canali pre-isolati per il trasporto d’aria basato sui pannelli in
poliuretano espanso, corredati da accessori e utensili funzionali per costruzione e installazione. Il catalogo dei prodotti Ediltec è costituito da pannelli per interno, esterno e pannelli con superfici trattate, dalle dimensioni standard 4000x1200 mm. Poliiso Air Indoor è racchiuso tra rivestimenti in alluminio goffrato o liscio ed è disponibile negli spessori da 20,5 mm. Per le zone esterne c’è Poliiso Air Outdoor: lo spessore dell’alluminio goffrato o liscio varia da 80 a 200 micron e viene presentato nello spessore di 30,5 mm. La gamma si completa con Poliiso Air Care, caratterizzato da superfici e accessori con trattamento antibatterico, testati secondo ISO 22196 ottenendo ottimi risultati contro i più diffusi agenti patogeni. Gli spessori di Poliiso Air sono personalizzabili, dal pannello ai rivestimenti e tra le sue possibili applicazioni troviamo: settore ospedaliero, culturale, comparto commerciale, ristorazione e GDO, uffici e centri direzionali. https://www.rcinews.it/83896
Motoventole e ventilatori assiali EC Versione 2020
Esperienza, afdabilità e una ricerca costante dell’eccellenza qualitativa sono, da oltre 30 anni, il cuore che batte nei nostri prodotti. Ventilatori assiali e motoventole radiali con proli palari e motori EC di ultima generazione a misura di ogni esigenza del mercato HVAC. ERGY SAVING EN
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ottobre 2021
Rosenberg muove il tuo freddo per vocazione. L‘aria è la nostra professione.
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vetrina LU-VE GROUP
Igienizzatore d’aria Igea è la nuova soluzione per igienizzare l’aria applicabile agli evaporatori commerciali doppio flusso di LU-VE Exchangers e Alfa LU-VE (Uboldo, VA). L’accessorio è disponibile anche come retrofit. Il filtro si basa sul principio della fotocatalisi. Sfrutta l’effetto antibatterico del filtro attivato dalla luce led e garantisce un basso impatto ambientale, bassi consumi energetici, manutenzione ridotta e un lungo ciclo di vita. Il materiale fotocatalizzatore presente nel filtro agisce solo come attivatore di processo, non perdendo le proprie proprietà nel tempo, rimanendo disponibile per successivi cicli di fotocatalisi. I test condotti dall’Ospedale San Raffaele di Milano evidenziano l’efficacia di Igea sulla carica virale del Sars-Cov-2, neutralizzandola completamente in soli trenta minuti, mentre test condotti dall’Università del Salento dimostrano che l’uso di Igea prolunga la durata di conservazione dei frutti climaterici fino a 10/15 giorni in più. Test condotti nei laboratori LU-VE Group dimostrano il mantenimento delle performance dell’evaporatore (solo -2% della quantità d’aria, rispetto alla stessa macchina senza filtro). https://www.rcinews.it/88860
OLIMPIA SPLENDID
Sistema integrato SiOS è il sistema integrato di Olimpia Splendid (Cellatica, BS) per gestire il comfort di casa a ciclo annuale e la produzione di A.C.S. all’interno di un impianto semplice ed efficiente. Per ottimizzare i consumi, favorire l’utilizzo di fonti rinnovabili e aumentare il comfort percepito, il sistema si basa sull’utilizzo di pompe di calore aria-acqua in abbinamento a terminali del tipo a ventilradiatori e soluzioni di VMC decentralizzate: una configurazione-modello per gli impianti di nuova generazione, che si distingue per le tecnologie e il design esclusivi di Olimpia Splendid. Le pompe di calore sono appositamente studiate per garantire in ciascuna zona climatica la massima efficienza (fino alla classe A+++) e racchiudono un doppio circuito frigorifero brevettato, per raffrescare, riscaldare e produrre A.C.S. fino a 75 °C in contemporanea e in modo autonomo. Anche i ventilradiatori sono soluzioni uniche: spessori ridotti fino a 12,9 cm, estetica minimale premiata a livello internazionale e massima silenziosità, grazie ad un pannello radiante che rende possibile il funzionamento statico del ventilradiatore, per una completa assenza di rumore. https://www.rcinews.it/72631
RDZ
RCI
ottobre 2021
Unità di ventilazione meccanica controllata
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Il Superbonus al 110% allarga il suo giro. Infatti, stando a quanto pubblicato dall’Agenzia Enea, la ventilazione meccanica controllata è ammessa alla detrazione dell’ecobonus se costituisce una soluzione tecnica per prevenire il pericolo di formazione di muffe o condense interstiziali negli edifici di nuova costruzione, in ristrutturazione o sottoposti a riqualificazione energetica. Il sistema di VMC deve essere però realizzato congiuntamente agli interventi di coibentazione delle superfici
opache, nei limiti di spesa, detrazione e costo specifico a quest’ultimi riservati. L’intervento deve inoltre essere accompagnato da una relazione di un tecnico abilitato che segua le asseverazioni, nella quale oltre a verificare le condizioni sopra riportate, dimostri che l’impianto di ventilazione meccanica installato permette di ottenere un risparmio energetico. Per questa ragione, possono essere ammessi alla detrazione esclusivamente i sistemi di VMC dotati di recupero di calore. In questo contesto si inserisce WHR 150 di RDZ (Sacile, PN): un’unità di ventilazione meccanica controllata verticale a parete con sistema di recupero del calore in controcorrente ad alta efficienza (90%), specifica per ambienti del settore residenziale. Le dimensioni compatte (640x630x400 mm) ne consentono l’installazione all’interno di nicchie e spazi che abbiano le dimensioni adeguate o in locali tecnici dedicati. https://www.rcinews.it/65628
AERMEC
ROBUR
I refrigeratori Aermec (Bevilacqua, VR) WFGN e WFGI offrono valori di Seer estremamente elevati grazie a compressori e scambiatori ottimizzati per sfruttare al meglio le caratteristiche del refrigerante Solstice ZE (R-1234ze) a basso GWP. Sono inoltre stati estesi i limiti operativi attribuendo a questa linea una grande versatilità nel rispetto dei severi requisiti del TIER 2 del Regolamento Europeo 2281/2016. Ogni unità è dotata di regolazione a microprocessore, accessibile tramite tastiera e display Lcd. Sono disponibili anche con il fluido R515B per offrire immutate prestazioni con refrigerante di classe A1 (non infiammabile) e basso GWP. Le serie WFGN e WFGI affiancano le serie WFN e WFI con refrigeranti R134a e R513A. e sono equipaggiate rispettivamente con compressori a vite on off e inverter, ottimizzati per applicazioni con basse temperature di condensazione. https://www.rcinews.it/63031
K18 di Robur (Verdellino/Zingonia, BG) è una pompa di calore modulante ad assorbimento con alimentazione metano/GPL + energia rinnovabile aerotermica studiata per le esigenze di riscaldamento e di produzione dell’Acqua Calda Sanitaria degli edifici residenziali e commerciali di medie dimensioni. Tra i vantaggi di K18 c’è l’elevata efficienza fino al 169%, ottenuta grazie alla capacità di prelevare calore dall’aria esterna anche se questa è a temperatura negativa (fino a -20 °C), sommando l’energia ottenuta dalla combustione del gas a quella rinnovabile catturata dall’ambiente. Ciò si traduce in una sensibile riduzione del consumo di gas per il riscaldamento, con un notevole risparmio annuale sulle bollette. La gamma comprende Simplygas, con un range di modulazione da 9 a 18 kW, e Hybrigas, con caldaia integrata e un range di modulazione da 2,8 a 38 kW. https://www.rcinews.it/81430
Serie di refrigeratori acqua-acqua
Riscaldamento e acs con energia rinnovabile
Presto fatto con Sylomer®! Isolatori Isotop per macchine e impianti tecnici edili.
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ottobre 2021
I nuovi super talenti: Isotop SE light Isotop SE pro
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vetrina TEMPLARI
La gestione del fabbisogno termico dell’abitazione
Templari Building Automation è il sistema per la gestione e il controllo del fabbisogno termico dell’abitazione. Il sistema si compone di una serie di componenti elettronici guidati da un software Templari
(Rubano, PD), in grado di garantire pieno controllo dei livelli di temperatura e umidità dell’ambiente abitato, e di gestire nel modo più efficiente anche la pompa di calore. Grazie alle sue caratteristiche di potenza e precisione, beneficia degli incentivi economici previsti dal Superbonus 110%, per i sistemi di Building Automation, rientrando nella classe B “Advanced”. Templari Building Automation è in grado di mostrare il consumo e la potenza termica prodotti dalla pompa di calore, tenere registrazione di consumi e potenze termiche prodotte, registrare le informazioni in server remoto protetto per una consultazione ed eventuale
elaborazione successiva. Il sistema è composto da pannello touch da 9,7” che permette all’utente il controllo dei set-point, delle prestazioni e dei consumi del sistema di condizionamento con pompa di calore Kita Templari; schede di comando (Floor, C-Mix) che consentono la comunicazione tra i vari dispositivi di impianto; sensori Room che informano costantemente il sistema su temperature e livelli di umidità degli ambienti. Tutti i componenti del sistema comunicano in protocollo Modbus RTU. https://www.rcinews.it/92916
GEORG FISCHER
Tecnologia per impianti di refrigerazione
VALSIR
RCI
ottobre 2021
Gamma multistrato per impianti radianti
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Mixal di Valsir (Vestone, BS) è un sistema di tubazioni multistrato realizzate in polietilene reticolato e alluminio saldato testatesta, che trova ideale applicazione, oltre che negli impianti di distribuzione di acqua potabile, nell’installazione di sistemi radianti. La soluzione multistrato rappresenta una sintesi perfetta dei vantaggi dei materiali sintetici e del metallo: lo strato più esterno – in HDPE – protegge meccanicamente e chimicamente lo strato di alluminio intermedio, fondamentale per la totale impermeabilità a luce e ossigeno e per ottimizzare la posa grazie a flessibilità, resistenza meccanica e stabilità di forma; infine, lo strato più interno - in polietilene reticolato PEXb - evita la formazione di calcare e mantiene ridotte nel tempo le perdite di carico. Le tubazioni Mixal vantano un’eccezionale resistenza alla corrosione (sono pensate anche per l’impiego in ambito industriale): ma il polietilene reticolato è un’ottima soluzione anche per l’assorbimento delle vibrazioni e, quindi, per l’isolamento acustico; per le stesse ragioni, Mixal è ideale anche in aree interessate da fenomeni sismici. È disponibile nei diametri da 14 a 32 mm, in versione nuda o provvisto di guaina isolante. https://www.rcinews.it/45122
Presentata da Georg Fischer (Agrate Brianza, MB), Cool-Fit è una tecnologia all’avanguardia progettata per un utilizzo versatile negli impianti di refrigerazione. Unisce componenti non soggetti a corrosione e a manutenzione zero con un pre-isolamento di fabbrica, per un sistema efficiente ed affidabile. Sicuro e veloce da installare, tale sistema è ideale per i settori della produzione e stoccaggio di alimenti e bevande, nonché per le applicazioni Hvac. Il materiale del tubo interno in PE100 adibito al trasporto del fluido garantisce l’assenza di corrosioni e incrostazioni nell’impianto. Il sistema è disponibile nelle dimensioni da d32 fino a d450 e può resistere a pressioni fino a 16bar (ad una temperatura del fluido di 20 °C). A seconda delle dimensioni del tubo e delle temperature di esercizio, lo spessore della schiuma isolante GF HE varia tra 22 mm e 40 mm. L’isolante garantisce una regolazione affidabile della temperatura da -50 °C fino a +60 °C. Il rivestimento esterno in Hdpe dei tubi Cool-Fit rende il sistema di tubazione molto robusto, proteggendo la schiuma isolante GF HE e fornendo un ulteriore strato di isolamento. https://www.rcinews.it/51906
COMPARATO NELLO
Nuovo modulo di contabilizzazione diretta
ottobre 2021
intelligente: una o più unità Conter R (in funzione della dimensione e del carico termico dell’unità abitativa) si collega all’impianto di distribuzione in sostituzione di altrettanti radiatori e consente di: - contabilizzare in modo diretto l’energia realmente prelevata dalla rete centralizzata grazie al contatore di calore presente al suo interno; - separare l’impianto dell’unità abitativa dall’impianto centralizzato, mediante scambiatore a piastre, in modo da preservarlo dalla impurità; - regolare la temperatura di mandata all’impianto a pannelli radianti grazie alla valvola di modulazione Sintesi ed alla centralina elettronica di gestione. Il contatore di calore, dotato d’interfaccia di comunicazione Wireless M-Bus, garantisce la compatibilità con i sistemi di raccolta dati Walk-By già utilizzati per i ripartitori esistenti. Conter R è disponibile con installazione ad incasso, in sostituzione dei radiatori, con o senza collettore di distribuzione. Entrambe le soluzioni includono filtro, vaso di espansione, manometro, valvola di sicurezza, valvola per il carico manuale, circolatore e termostato di sicurezza. https://www.rcinews.it/41440
RCI
Comparato Nello (Cairo Montenotte, SV) propone Conter R, il modulo di contabilizzazione diretta progettato per le ristrutturazioni di appartamenti negli edifici dotati di impianto centralizzato e contabilizzazione del calore mediante ripartitori. Negli edifici con impianto di riscaldamento centralizzato, il DL 102/2014 ha reso obbligatoria la misurazione individuale del calore mediante contabilizzazione diretta o, nel caso non tecnicamente possibile e/o economicamente conveniente, mediante contabilizzazione indiretta. Nello specifico, per gli edifici dotati di distribuzione verticale a colonne montanti, l’utilizzo dei cosiddetti ripartitori sui radiatori - contabilizzazione indiretta - è una scelta obbligata. Date queste premesse, necessitando di passare da impianto a radiatori ad impianto a pannelli radianti, la contabilizzazione indiretta mediante i ripartitori non è tecnicamente applicabile. È proprio in questo contesto che il nuovo modulo Conter R offre una soluzione
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vetrina GALLETTI
Tecnologia al plasma freddo nei terminali idronici Per mantenere un livello ottimale di IAQ (Indoor Air Quality) è indispensabile la sanificazione. Galletti (Bentivoglio, BO) ha scelto, pertanto, di applicare alla sua gamma di terminali idronici la più evoluta tecnologia di sanificazione: Non Thermal Plasma Technology di Jonix. La Non Thermal Plasma Technology è costituita da appositi generatori che, attraverso l’energia elettrica, forniscono all’aria un potere decontaminante. Considerati i
INTELLIENERGY TECH
Nuovo controllore
RCI
ottobre 2021
Intellienergy Tech (Sesto Fiorentino, FI) presenta il nuovo controllore Edge IEC9. Intellienergy Tech è un’azienda italiana, che progetta e produce soluzioni e sistemi di telecontrollo e monitoraggio per smart building e smart city, conta ad oggi oltre 25mila edifici gestiti ed oltre un milione di punti controllati, annoverando tra i propri Clienti le più importanti Società nazionali ed internazionali per l’efficientamento energetico. IEC9 (Intellienergy Edge Controller) avrà a bordo potenza, sistemi operativi real-time e Linux, interoperabilità con tutti i protocolli standard (Modbus, BACnet, KNX, Dali, ecc.), 28 I/O configurabili, 3 porte ethernet LAN/ WAN, micro-SD, connettività 4G, 2 porte RS485 per connessione diretta al sistema LoRa Intellienergy Tech. Con Flower Plus, la nuova piattaforma di gestione integrata del sistema Intellienergy Tech, che integra il framework FIN di J2Innovation, permetterà la gestione di edifici complessi e multi-sito distribuiti sul territorio, semplice, potente e scalabile. I nuovi dispositivi della famiglia IEC permetteranno la gestione dei sistemi Legacy ICON ed IMC, proteggendo gli investimenti dei propri Clienti. https://www.rcinews.it/02739
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numerosi vantaggi e benefici che offrono rispetto alle altre soluzioni presenti sul mercato, Galletti ha scelto da tempo di includere questi dispositivi (sorgenti plasma DBD) all’interno dei propri prodotti. Il sistema, infatti, aggrega le polveri sottili, facendoli precipitare riducendo così la loro concentrazione in aria, decompone gli inquinanti nocivi e gli odori presenti in ambienti interni, sanificando aria e superfici da muffe, spore, inquinanti organici e batteri. La tecnologia al plasma freddo Jonix utilizzata da Galletti nei suoi terminali idronici, inoltre, non utilizza né produce durante l’esercizio NTP sostanze chimiche residue, ma riproduce un fenomeno presente in natura rendendola una tecnologia adatta per funzionare in presenza di persone o animali. https://www.rcinews.it/63063
INNOVA
Ventilconvettore a incasso rasomuro AirLeaf DC Inverter è il ventilconvettore presentato da Innova (Storo, TN). Oltre alle tipologie già disponibili ad incasso (SLI, SLS, RSI) con cassaforma e pannello estetico frontale con cornice, la gamma AirLeaf è arricchita dalla versione Rasomuro, una soluzione dal design moderno che permette di incassare a muro i terminali, per erogare il massimo livello di comfort estivo e invernale senza occupare prezioso spazio utile a pavimento. Grazie alla profondità ridotta, il modello ad incasso AirLeaf SLI si inserisce in qualsiasi nicchia a parete e nel controsoffitto. La cassaforma in lamiera è infatti dotata di una rete porta intonaco, mentre il pannello estetico frontale di copertura Rasomuro assicura un effetto a scomparsa totale, complanare alla muratura. L’innovativa soluzione con pannello radiante frontale è disponibile anche per i modelli AirLeaf RSI a incasso in modo che i fancoil installati a muro possano trasmettere il piacevole tepore frontale direttamente sulla parete di chiusura della cassaforma. Grazie alla sua altezza contenuta, nella versione ribassata AirLeaf SLSI, può essere incassato anche negli spazi più ridotti. https://www.rcinews.it/01048
GEBERIT
Dispositivi antiristagno Il dispositivo antiristagno Geberit (Manno, Svizzera) assicura il flusso continuo dell’acqua nell’impianto di adduzione e il suo ricambio automatico nelle parti a rischio ristagno, tramite il prelievo diretto dall’impianto idrico e lo scarico in rete fognaria. Ideale in edifici a utilizzo discontinuo, sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni, il sistema garantisce la massima versatilità di funzionamento grazie alla possibilità di selezionare diversi programmi di risciacquo, con controllo e programmazione tramite app per smartphone. https://www.rcinews.it/60666
SIFONE ULTRAPIATTO ISPEZIONABILE CON DOPPIO ATTACCO PER SCARICHI CONDENSA
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Pompa di calore aria-acqua di classe A+++
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ottobre 2021
PAD. 4 - STAND C28
RCI
La gamma di pompe di calore Estia R32 di Toshiba (Milano) garantisce il massimo livello di comfort negli ambienti residenziali per tutto l’anno. Grazie al nuovo compressore rotativo di Toshiba con tecnologia all’avanguardia e a iniezione di liquido, la pompa di calore Estia R32 di classe A+++ fornisce acqua alla rete di riscaldamento a temperature che garantiscono il comfort per tutto l’anno, anche in climi eccezionalmente freddi (acqua a 62 °C con una temperatura esterna di -25 °C). Abbinati a queste eccellenti prestazioni anche i valori di rumorosità e di efficienza energetica sono ugualmente di elevato livello: la bassa rumorosità e le credenziali ambientali dei quattro modelli della gamma Estia R32 (da 4 a 11 kW) sono i migliori della categoria. Lo stesso vale per la produzione di acqua calda sanitaria, per la quale Toshiba offre un modulo idronico All-In-One che utilizza un serbatoio integrato da 210 litri sia per il riscaldamento che per la produzione di acqua calda sanitaria. https://www.rcinews.it/94009
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vetrina WATTS
Valvole di bilanciamento statiche e dinamiche La valvola statica di bilanciamento, Serie CF. prodotto della famiglia iDROSET, è l’ideale per tutte le applicazioni di riscaldamento, raffrescamento ed acqua sanitaria. La tecnologia brevettata Watts (Biassono, MB) consente, con una semplice rotazione del volantino, la taratura e lettura immediata su quadrante della portata fluente con un risparmio di tempo del 80% rispetto ad una valvola statica tradizionale. In presenza di impianti con distribuzione a collettore, la portata complessiva dei circuiti idronici può variare in base al raggiungimento della temperatura impostata in un determinato ambiente ed alla conseguente apertura/chiusura del ramo del circuito mediante l’attuatore elettrotermico. Le buone prestazioni dell’impianto a portata variabile introducono però gli inconvenienti dovuti alle variazioni dinamiche delle pressioni differenziali. La soluzione tecnica innovativa e brevettata proposta da Watts con la valvola Serie MH di regolazione della pressione differenziale (DPCV) annulla queste variazioni a monte del collettore di distribuzione. Mediante l’uso di tale valvola, quando un circuito si chiude, la portata sugli altri circuiti rimane costante. Allo stesso tempo compensa eventuali variazioni idrauliche a monte (variazioni in altri collettori) mantenendo costante la pressione in uscita (a valle). https://www.rcinews.it/34863
KESSEL
Impianto di sollevamento ibrido Kessel (Calderara di Reno, BO) presenta la stazione di sollevamento Ecolift XL, un sistema innovativo ed ecologico pensato per gli edifici commerciali, che protegge i locali interrati dal riflusso e che entra in azione solo quando è necessario, consentendo un notevole risparmio energetico. Ecolift XL è in grado di smaltire grandi quantità di acqua. Nel normale e quotidiano funzionamento, esso sfrutta l’efficienza della pendenza naturale smaltendo le acque di scarico attraverso la condotta principale. Le pompe si attivano quindi solo in presenza di riflusso, garantendo una maggiore efficienza energetica rispetto ad un classico sistema di sollevamento, con conseguente riduzione dei costi di manutenzione. Le valvole di chiusura motorizzate garantiscono la completa protezione dell’edificio in caso di riflusso, grazie alla rilevazione pneumatica del livello ed alla sonda ottica. https://www.rcinews.it/50315
PANASONIC HEATING & COOLING SOLUTIONS
RCI
ottobre 2021
Pompa di calore da incasso
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Panasonic Heating & Cooling Solutions (MI) presenta il modello da incasso abbinato alla pompa di calore Aquarea, salvaspazio, versatile e sostenibile. Tra i molti vantaggi offerti vi è la facilità di installazione resa possibile dalla sua stessa struttura che racchiude tutta la tecnologia in soli 36 cm di profondità. La soluzione prevede la possibilità del prodotto a kit in funzione delle esigenze del progetto in essere. La versione base comprende l’unità
interna della pompa di calore, un bollitore da 160 litri e la valvola by pass tarabile. La soluzione più completa, invece, include la versione base con l’aggiunta di un puffer di acqua tecnica con una zona diretta. Infine, per esigenze impiantistiche particolari, come ad esempio l’utilizzo di due terminali a temperature differenti dell’acqua, è disponibile un ulteriore kit che prevede una zona miscelata. https://www.rcinews.it/82286
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elenco aziende A GROUP........................................ 68
KME............................................... 70
AERMEC...................I DI COP. - 64 - 81
KSB............................................... 17
AERTESI......................................... 83
LIRA........................................ 76 - 85
APEN GROUP.......................... 25 - 77 AR RISCALDAMENTO...................... 11 B METERS........................... IV DI COP.
LOVATO ............................... II DI COP. LU-VE GROUP.......................... 74 - 80 NOBEL........................................... 77
CALEFFI........................ II DI COP. - 78 CAREL............................................ 72 CLIMATEC ANTINCENDIO................ 58 CLIMAVENETA................................ 17 CLIVET...................................... 2 - 78
OLIMPIA SPLENDID......... 33 - 74 – 80 PANASONIC.................................... 86 RBM MORE.................................... 75 RDZ........................................ 15 - 80
COMPARATO NELLO................. 73 - 83
RESIDEO................................... 1 - 77
CONDAIR....................................... 76
RIELLO........................................... 17
DAIKIN AIR CONDITIONING ITALY......... 35 - 73
RIZZOTTO....................................... 58
EBM-PAPST............................. 27 - 78 EDILTEC.................................. 13 - 79
EVOTEK.......................................... 21
SAGICOFIM............................... 3 - 17
FIERA SAIE.............................. 57 - 70
SAUTER ITALIA............................... 55
GEBERIT........................................ 85
SCHNEIDER ELECTRIC.................... 17 SINTRA.......................................... 19 TECNAIR LV.................................... 41 TECO............................................. 53
GEORG FISCHER...................... 29 - 82 GETZNER WERKSTOFFE.................. 81 INNOVA................................... 58 - 84
RCI
ottobre 2021
INTELLIENERGY TECH.............. 12 - 84
88
E-mail: commerciale@tecnichenuove.com Internet: http://www.tecnichenuove.com
Direttore responsabile/Publisher: Ivo Alfonso Nardella
Stampa/Printing: Logo srl Via Marco Polo, 8 - Borgoricco (PD)
Coordinamento editoriale area impianti: Marco Cardinetti marco.cardinetti@tecnichenuove.com
Responsabilità/Responsibility: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista.
Redazione/Editorial staff: Carlo Cozzi (Tel. 0239090339 - Fax 0239090331 carlo.cozzi@tecnichenuove.com) Comitato scientifico/Scientific Committeef: Dott. Ing. Franco Dindo, Prof. Ing. Enrico Lorenzini, Dott. Ing. Laurent Maillard, Prof. Ing. Ernesto Pedrocchi.
ROBUR.................................... 37 - 81
ROSENBERG ITALIA........................ 79
TEMPLARI................................. 9 - 82 TOSHIBA........................................ 85 VALSIR............................... 6 - 17 - 82
ISTA ITALIA..................................... 23
VIESSMANN................................... 72
JOHNSON CONTROL ITALIA............. 66
WATTS........................................... 86
KESSEL.......................................... 86
WAVIN ITALIA................................. 72
Uffici regionali/Regional offices: Bologna - Via di Corticella, 181/3 Tel. 051325511 - Tel. 051324647 Vicenza - Contrà S. Caterina, 29 Tel. 0444540233 - Fax 0444540270
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EURO MOTORS ITALIA..................... 43
GALLETTI....................................... 84
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EMICONTROLS............................... 58
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ROBERT BOSCH.............................. 39
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FIORE TECHNOLOGIES.................... 58
Anno XLVII - Numero 9 - ottobre 2021
Coordinamento stampa e pubblicità/Printing and Advertising coordination: Fabrizio Lubner (responsabile), Alessandra Della Cerra tel. 0239090227
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