Luce e Design Giugno 2020

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ISSN 1722-7402 • Bimestrale - n. 3 - Giugno 2020 - e 3,90

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www.lucenews.it

INCHIESTA

I LIGHTING DESIGNER OLTRE COVID-19

INCONTRI

SEBASTIANO ROMANO La forma scenica della luce

Parolediluceedesign. Smart City. Luci della città connessa. Product Design. Fra tecnologie ottiche e Design. Dossier. Servizi smart e gestione: le nuove frontiere della luce urbana. Exterior Design & Landscape. Copenhagen. Un termovalorizzatore verde per sciare in città. Key Light. Summertime. La luce della giovinezza. Laboratorio & Università Formazione. Università di Palermo. Un legame importante fra ricerca e didattica. Scenari. La nuova luce urbana: luce e servizi innovativi per l’utente


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La luce è l’anima dell’architettura Spettacolare illuminazione radente e scenografica per donare personalità agli edifici LINEARlight Rigid FINESSE mette in risalto il carattere degli edifici con una potente illuminazione radente e scenografica per le pareti. Diverse lenti e ottiche consentono la massima flessibilità per mostrare facciate ed evidenziare strutture architettoniche. I sottili blocchi modulari a LED si fondono nell‘architettura per creare affascinanti effetti visivi.

La luce è OSRAM


E Eclipse L’arte di illuminare l’arte Da XS fino a XL: 5 grandezze con diametro a partire da 32mm

Lente Darklight «magica» per comfort visivo più elevato 6 spettri di luce oltre a tunable white ed RGBW 11 distribuzioni della luce intercambiabili Accessori illuminotecnici combinabili

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In copertina:

Sebastiano Romano - “Lumina Minervae”, installazione, Giardino della Minerva, Salerno - Luci d’Artista 2017 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

22 PAROLE di luceedesign Smart City Luci della città connessa A cura di Dario Scodeller

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Servizi Smart A Fidenza la luce dalla parte dell’utente

A cura di Massimo M. Villa – Redazione, con contributi e video di IvorySense, CONCEPTO, Licht Kunst Licht, Cannata & Partners Lighting Design Communication, Jesper Kongshaus Lighting Design, LiDS Lighting Design Studio

Dossier Le nuove frontiere della luce urbana

a cura di Restart Progetti

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Editoriale Oltre Covid-19 per un nuovo rapporto fra luce e benessere Alberto Apostoli

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In questo numero

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Luce e Design News

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Product Design GMR Enlights – Apparecchio stradale urbano ‘Izar’ Fra tecnologie ottiche e Design Lisa Marchesi

le forme del progetto

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Incontri Sebastiano Romano La forma scenica della luce

Gestione Sul monitoraggio e telecontrollo degli impianti di P.I.

a cura di Massimo M. Villa - Redazione

Mirella Guerra

n.3/2020

Inchiesta Il progetto oltre Covid-19 I lighting designer e la risorsa luce


Il Nuovo Comitato di Redazione di LUCE E DESIGN

Seguici anche sulla nostra pagina Facebook Visita https://www.facebook.com/Luce. Design.Rivista

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Laboratorio & Università Landscape lighting Il progetto di illuminazione del paesaggio negli atenei italiani Sara Berta

Luce e Design è anche sul WEB! Visita il sito https://www.lucenews.it

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Light

Luce e Cinema

La rivista ha costituito un nuovo Comitato di Redazione, definito attorno a competenze fortemente interdisciplinari. Questi sono i suoi componenti:

Filippo Cannata. Lighting designer, svolge un’intensa attività di progettazione e ricerca nel campo della luce da circa 20 anni e ha realizzato interventi ed installazioni artistiche di pregio in diverse città tra le più importanti del mondo. Edison Award of Merit, è membro di PLDA, IES, AIDI e APIL.

Edoardo Colzani. Designer, nasce a Cantù nel 1973, e inizia nel 2000 la sua carriera professionale a Milano, aprendo nel 2001il proprio studio occupandosi di design industriale. Fra i numerosi riconoscimenti conseguiti, la presenza nel 2016 alla Biennale di Venezia e il Premio Internazionale di Design ‘A’ Design Award’ nel 2018 con la lampada ‘Globe’.

Silvio De Ponte. Architetto, product e lighting designer, ha lavorato diversi anni in teatro in qualità di scenografo, collaborando con diverse compagnie internazionali e numerosi registi, tra i quali anche Giorgio Strehler. Tiene lezioni e workshop presso prestigiose istituzioni universitarie.

Maria Grazia Maglione. Dopo la laurea in Fisica conseguita presso l’Università di Napoli ed un dottorato in Tecnologie Innovative, diviene ricercatrice in ENEA dal 2009, per lo studio di dispositivi elettronici organici innovativi (OLED, OPV, OTFT). Fino al 2009, è stata anche team leader per l’attività OLED in STMicroelectronics.

Vincenzo Reda. Dopo diversi anni di esperienza nei settori dell’elettronica di potenza, medicale e militare, dal 1994 inizia a operare nella optoelettronica , collaborando con Sharp ed Osram Optoelettronica. Nel 2006 inizia ad occuparsi dei LED ad alta potenza con Lamina Ceramics. Nel 2007 fonda l’ufficio Italiano di Universal Science in qualità di Amministratore.

Alessandra Reggiani. Architetto, Lighting Designer. La sua attività professionale è mirata principalmente al settore dei Beni Culturali con la realizzazione di numerosi progetti illuminotecnici per monumenti, aree archeologiche, esposizioni, musei, biblioteche, senza tuttavia trascurare altri ambiti di intervento, in particolare appartamenti, giardini, uffici e negozi. Svolge attività didattica presso lo IED di Firenze, e lo lED di Roma.

Matteo Seraceni. Progettista illuminotecnico, dal 2013 è responsabile dell’ufficio ingegneria e innovazione di Hera Luce, la società del gruppo Hera che progetta, realizza e gestisce impianti di pubblica illuminazione e servizi a valore aggiunto per il territorio. Fornisce consulenza a diversi Enti ed Istituzioni nell’ambito dell’illuminazione.

Paola Urbano. Lighting designer e architetto, ha seguito il Dottorato di Ricerca presso il Reparto di Fotometria dello I.E.N. “G. Ferraris” di Torino, sede italiana della CIE. Dal 1993 è docente di “Lighting Design” presso Istituto Europeo di Design (IED) di Torino. Si occupa professionalmente di progettazione della luce dal 1989 ed è tra i membri fondatori di APIL.

Enrico Zanoni. È dal 1993 professore ordinario di Elettronica all’Università di Padova. Dal 1999, in collaborazione con varie industrie, svolge ricerche sulle proprietà ottiche ed elettriche e sull’affidabilità di LED per illuminazione. Ha partecipato alla creazione di LightCube, uno spin-off dedicato alle applicazioni dei LED e allo sviluppo di light engines.

Summertime. La luce della giovinezza di Stefano Di Leo - a cura di Alessandro Bernabucci

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Exterior Design & Landscape Copenhagen - Copenhill Un termovalorizzatore verde per sciare in città Giordana Arcesilai

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Laboratorio & Università Formazione Università di Palermo Un legame importante fra ricerca e didattica a cura di Sara Berta

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Interior Design Showcase Bari. Spazio Archimake Sinergie creative per architettura, luce, arte e design Giordana Arcesilai

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Scenari La nuova luce urbana: luce e servizi innovativi per l’utente Alberto Ricci Petitoni

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Indice inserzionisti

I nuovi spazi informativi della rivista

Per seguire sempre meglio la domanda da parte del mercato il giornale propone una serie di nuovi spazi e rubriche: • la rubrica Key Light, nuovo spazio a cura di Alessandro Bernabucci dedicato al lavoro e alle tecniche di illuminazione sul set di alcuni dei più importanti Direttori della Fotografia, proposti ogni volta con il commento di un autorevole DoP italiano; • la rubrica Tendenze, a cura di Alessandra Reggiani, dedicata a presentare un nuovo ambito tecnologico e applicativo nelle sue implicazioni di progetto e di prodotto; • Tecnologia LED, lo spazio a cura di Enrico Zanoni, dove saranno sviluppati e approfonditi gli aspetti evolutivi legati alla ricerca in atto sulla tecnologia dei LED; • Exterior design & landscape. Una sezione dedicata a presentare il progetto di luce nel paesaggio urbano e naturale; • Strumenti di Misura, a cura di Maurizio Messa, articolata su una serie di voci, con risposta al lettore; • Scenari, uno spazio di opinione a chiusura del giornale.


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LA NUOVA


Editoriale

Alberto Apostoli

Oltre Covid-19 per un nuovo rapporto fra luce e benessere

Studio Apostoli

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L’aspetto degli impianti è di fondamentale importanza - le canalizzazioni dell’aria e dell’acqua devono essere continuamente sanificate, al fine di non veicolare il virus ma anche la componente illuminotecnica non è affatto secondaria. Abbiamo sempre immaginato le SPA come ambienti nei quali il benessere psicofisico della persona è reso possibile anche dalla luce soffusa, da spazi spesso scarsamente illuminati per far emergere, al contrario, gli stimoli provenienti dagli altri sensi. Con lo scenario post Covid-19 ci sarà un parziale ribaltamento della prospettiva: la luce dovrà infatti trasmettere allo stesso tempo emozione

e sicurezza, soprattutto in termini di igiene. I fruitori dei centri benessere dovranno essere certi che le superfici siano sanificate, che ciò che toccano o su cui si siedono sia perfettamente pulito e in questo senso - oltre all’utilizzo di materiali antibatterici - il lighting design svolgerà un compito fondamentale. A questo proposito, abbiamo recentemente avviato una collaborazione con Voltaire Lighting Design per lo sviluppo del centro benessere di Palazzo Bernasconi: lo storico edificio milanese, risalente ai primi anni del ‘900, è infatti stato oggetto di un investimento immobiliare da parte del gruppo Cipriani che aprirà nel 2021 un hotel di lusso, con due ristoranti e una SPA di circa 1.000 m2. Con Jacopo Acciaro, titolare dello studio Voltaire, stiamo quindi ragionando su quali compiti dovrà assolvere la luce e sull’effetto che dovrà avere nei differenti ambiti dell’intervento. Una sfida interessante e concreta, quella della luce, che sarà parte integrante di certificazioni specifiche rivolte alle strutture wellness, che stiamo tuttora studiando insieme ad un comitato scientifico. Sono proprio le certificazioni alcuni degli obiettivi imprescindibili del prossimo futuro: aiuteranno a stabilire criteri chiave che dovranno essere rispettati, in primis, dalle nuove strutture e quindi da quelle già esistenti che man mano dovranno adeguarsi. Questo ci fa capire che la flessibilità di un progetto è essenziale e gli spazi devono poter essere facilmente ri-configurati a seconda delle necessità: e tra queste quelle determinate dall’emergenza Covid-19 sono tra le più urgenti.

le forme del progetto

Da sempre, quando parliamo di benessere nella sua accezione più completa intendiamo il benessere della persona, ma anche la sua tutela e la possibilità di offrire soluzioni progettuali al cui centro ci sia sempre, appunto, l’individuo. In questo senso l’emergenza sanitaria non farà altro che accentuare l’obiettivo e spingere ad un’ulteriore specializzazione chi lavora - come noi - al project management e all’Interior Design, con competenze sempre più evolute per tutte le figure coinvolte nel progetto. Se da una parte è ovvio che gli spazi del benessere subiranno necessariamente un maggior frazionamento, con l’individuazione di zone più piccole in grado di assorbire delle ‘Private SPA’ o ‘Suite SPA’ all’interno di strutture più ampie, dall’altro saranno indispensabili gli apporti di impiantisti e professionisti dell’illuminazione nonché degli stessi gestori, che dovranno saper guidare una macchina complessa, creando e rispettando protocolli definiti.

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Inquestonumero

Editoriale. Guardare oltre le problematiche causate dalla pandemia per una nuova dimensione del nostro benessere. Le soluzioni progettuali e i nuovi approcci da intraprendere nelle parole di uno specialista del settore Alberto Apostoli

Incontri. Dalla dimensione della scena teatrale alle installazioni in ambito urbano: il lavoro sviluppato attraverso la luce dallo scenografo e light artist Sebastiano Romano

Product Design. Fra tecnologie ottiche e Design: il lavoro di progettazione e lo sviluppo condotto da GMR Enlights per la definizione di “Izar”, una soluzione innovativa di illuminazione per applicazioni stradali e per ambienti urbani Lisa Marchesi

Dossier. Le nuove frontiere della luce urbana: fra servizi smart per l’illuminazione e a proposito di monitoraggio e telecontrollo degli impianti Restart Progetti, Mirella Guerra

Inchiesta. Il progetto oltre Covid-19. I lighting designer e la risorsa luce. Abbiamo chiesto ad alcuni importanti studi di lighting design di parlarci del loro lavoro durante questa difficile fase di emergenza, e di darci una loro testimonianza video sulla visione dei temi e dei valori futuri del progetto di luce e sull’attività del lighting designer. Helena Gentili – IvorySense, Juliette Maricourt, Tobias Larsen, Elisa Rothenbühler – CONCEPTO, Andreas Schulz – Licht Kunst Licht, Filippo Cannata – Cannata & Partners Lighting Design Communication, Jesper Kongshaus – Jesper Kongshaus Lighting Design, Ksenia Kononenko – LiDS Lighting Design Studio Exterior Design & Landscape. Copenhagen – CopenHill. Un termovalorizzatore verde per sciare in città. L’edificio industriale diventa paesaggio urbano e la luce contribuisce in modo significativo alla sua valorizzazione architettonica oltre che funzionale. Nel nostro articolo il progetto degli architetti del paesaggio e i temi del progetto di lighting Giordana Arcesilai

le forme del progetto

Laboratorio & Università Formazione. Università di Palermo. Un legame importante fra ricerca e didattica. Il tema dell’illuminazione trova ampio spazio di approfondimento nelle attività didattiche e di ricerca svolte dai Dipartimenti di Ingegneria e di Architettura dell’Università Sara Berta

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design Lorenzo Querci finitura prodotto

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news Indoor Lighting Con Discovery Space una nuova regia per la luce in ufficio Negli spazi indoor come negli studi professionali e negli uffici che prevedono open space con postazioni individuali di lavoro una nuova visione della propria personale dimensione operativa appare ormai necessaria in questa fase pandemica post Covid-19. Una risposta coerente e puntuale a questa esigenza di ri-progettazione degli spazi la possiamo trovare nel contesto della famiglia “Discovery”, disegnata da Ernesto Gismondi per Artemide e già vincitrice del Compasso d’Oro 2018. “Discovery” è un elemento d’arredo che non invade l’ambiente, assente e smaterializzato definisce la sua presenza soltanto quando è acceso grazie alla luce che disegna la sua superficie luminosa emittente centrale. Dopo la presentazione di versioni circolari a sospensione orizzontale, e verticali in tre diametri diversi, o da parete con luce bianca regolabile in intensità, con “Discovery Space” il sistema diventa ora un frame quadrato o rettangolare, capace di realizzare fra presenza e assenza quinte di separazione per modellare gli spazi attraverso differenti gradienti di trasparenza. L’introduzione della luce colorata e della tecnologia Tunable White rendono inoltre ancora più scenografica questa versione del sistema, grazie alla combinazione di LED RGBW (red, green, blu, white) che permettono di ottenere qualsiasi tonalità e saturazione cromatica oltre al bianco puro (nella versione Tunable White la temperatura di colore varia dal bianco caldo al bianco freddo). Sul piano costruttivo, questo elemento luminoso è definito da un profilo

leggerissimo in alluminio che ospita una strip LED che emette lateralmente la luce in una superficie di PMMA trasparente, strutturata con un pattern di microincisioni distribuite per ottenere la massima efficienza ed uniformità di emissione luminosa. L’estrazione della luce è precisa con un bilanciamento dei flussi rispetto alla superficie emittente per assicurare un ottimale comfort visivo e una diffusione luminosa avvolgente e costante sui due lati del pannello. Le performance illuminotecniche del sistema ed i flussi luminosi sono elevati ma l’effetto è assolutamente confortevole, in piena conformità alle norme UGR per gli ambienti di lavoro in qualsiasi posizione di installazione. E’ ormai dagli anni ‘90 che Artemide lavora sulla Human Light seguendo un itinerario innovativo nel modo di interpretare la luce e la sua relazione con l‘uomo e introducendo non solo l’uso della luce colorata ma una diversa relazione con l’oggetto luce. Con “Discovery Space” aggiunge una nuova dimensione percettiva, dove la luce diventa materiale costruttivo dello spazio, ne delimita la territorialità e influenza gli stati d’animo, supporta i nostri comportamenti e una corretta visione delle nostre diverse attività. Il sistema “Discovery” è controllabile

“Discovery Space” per nuove dimensioni della luce in ufficio (cortesia: Artemide Group)

con Artemide App, affinchè ognuno sia sempre più libero di modificare i propri scenari in modo attivo e consapevole a favore sia di un benessere psicologico e fisiologico personale che di una progettazione di spazi dinamici e coinvolgenti. Anche questo sistema per illuminare conferma il risultato innovativo raggiunto da una grande competenza optoelettronica unita ad una profonda cultura del progetto.

https://www.artemide. com/it/subfamily/2357859/ discovery-space

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le forme del progetto

https://www.lucenews.it/NT4VX

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(cortesia: Artemide Group)



news Innovazioni I nostri passi per accendere la luce Produrre energia attraverso un pavimento smart capace di convertire l’energia cinetica in elettricità. La soluzione esiste ed è stata messa a punto da una società inglese, Pavegen, che – sviluppando un concept ideato dal suo CEO, l’imprenditore Laurence KemballCook – ha studiato e realizzato un sistema di pavimentazione che attraverso i nostri passi è capace di

generare fino a 1000 W di elettricità per ogni singolo passo compiuto sulla sua superficie. Il sistema di pavimentazione, al cui progetto si è da subito interessato il Gruppo Volkswagen, è definito da piastrelle modulari che si connettono fra loro senza fughe, attraverso un sistema a scatto molto semplice ed il cui funzionamento è garantito per 20 anni. Sono state già realizzate

Il sistema di pavimentazione smart realizzato da Pavegen a Londra in Bird Street (courtesy photo: Pavegen)

circa 200 installazioni in diversi Paesi, e alcune applicazioni progettuali di questo sistema a Londra, presso Bird Street – una traversa di Oxford Street – in un centro commerciale di Londra e negli Stati Uniti a Washington nei pressi della Casa Bianca, producendo e immagazzinando energia pulita per illuminazione, generazione di suoni e raccolta di dati. Il sistema permette infatti di decidere dove inviare l’energia generata attraverso una APP. Uno sviluppo ulteriore è quello legato al settore automotive, pensando ad esempio al grande

potenziale di energia generabile dalle automobili ferme agli stop e ai semafori urbani. Le possibilità applicative sono differenti, sia in esterni come in interni, dai centri commerciali ai negozi, dalle stazioni alle strade pubbliche, ma anche in ambiti come gli stadi o gli aeroporti, o le palestre e le discoteche.

https://pavegen.com/

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La pavimentazione intelligente è installata anche presso il grande centro commerciale Westfield Stratford City di Londra (courtesy photo: Pavegen)

https://www.lucenews.it/Pasnu

Ricerca OLED. Alla ricerca di nuovi materiali per fare luce

I ricercatori dell’istituto svizzero PSI Paul Scherrer Institute stanno lavorando su un nuovo materiale per la produzione di luce con diodi organici (OLED), caratterizzato da elevate rese luminose e costi contenuti per produzioni su grande scala. Si tratta di un composto elettroluminescente su base rame (più ecologico dei metalli utilizzati fino ad ora per gli OLED come l’iridio) che promette anche potenzialità di utilizzo su superfici di emissione più estese di quelle realizzabili attualmente. Il composto CuPCP è stato testato in collaborazione con le due strutture di ricerca del PSI Paul Scherrer Institute – la Swiss Light Source SLS e con il laser a elettroni liberi a raggi X SwissFEL, oltre che presso l’European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble – e tutte le misurazioni effettuate hanno confermato come le proprietà chimiche quantistiche di questo composto permetttano l’ottenimento di un’elevata resa luminosa. Questi stessi studi dovrebbero aiutare anche i ricercatori a comprendere quali elementi delle molecole del composto sono di ostacolo all’ottenimento di elevate efficienze nell’emissione di luce, e quindi a come selezionare e migliorare ulteriormente le componenti del composto per aumentare le sue prestazioni luminose. Per saperne di più

le forme del progetto

https://www.nature.com/articles/s41467-020-15998-z

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Il composto elettroluminescente CuPCP produce un’intensa emissione luminosa verde quando viene applicata la corrente e anche alla luce UV (photo credit: Università di Brema – Matthias Vogt)

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https://www.lucenews.it/ERoL8


Termoli - “Nanda Vigo Light Project 2020” - MACTE – Museo di Arte Contemporanea (Credits photo: ©Courtesy of Lara Facco P&C)

Arte in Luce Al MACTE di Termoli per ricordare Nanda Vigo

Per ulteriori informazioni MACTE – Museo di Arte Contemporanea, Termoli Via Giappone – Termoli (CB)

https://www.fondazionemacte.com

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https://www.lucenews.it/bSlzR

le forme del progetto

Ha riaperto il 20 maggio fino al 13 settembre 2020 presso il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli (CB) la mostra “Nanda Vigo Light Project 2020” per ricordare e celebrare la grande opera della light artist Nanda Vigo, scomparsa purtroppo nei giorni della pandemia. La mostra ripercorre la ricerca e le opere più importanti di Nanda Vigo dagli anni ’70 ad oggi, rivolgendo attenzione ovviamente anche alla sua partecipazione al Premio Termoli, da lei vinto nel 1976 con l’opera ‘Sintagma’, realizzata in vetro, specchio e neon, ora proposta fra le opere centrali di questa rassegna. Una prima sezione delle opere in mostra, dedicate al lavoro degli anni Settanta (‘Trigger of the Space’), propongono i risultati della ricerca dell’artista attorno alle dimensioni dello Spazio e del Tempo, sculture di luce e giochi di riflessioni speculari che rappresentano la personale ricerca iconologica della Vigo verso la definizione di nuovi linguaggi estetici fra scultura e architettura. Una seconda sezione dei lavori in mostra comprende invece le opere dei decenni successivi, fra le quali ‘Light Progressions, Trilogy: Omaggio a Giò Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni’ del 1993, in vetro e neon, omaggio al lavoro di due artisti e di un architetto. L’allestimento realizzato presso il Museo MACTE ha scelto di porre il linguaggio estetico e luminoso di queste opere come solo interlocutore dello spazio, nel rapporto che questo istituisce con il visitatore. Nel buio le opere emergono e qualificano i valori di senso dello spazio, in un rapporto diretto e immediato. La mostra “Nanda Vigo Light Project 2020” presso il Museo MACTE di Termoli, a cura di Laura Cherubini in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo è visibile fino al prossimo 13 settembre 2020, è prevista la possibilità di ingresso gratuito per tutti fino al 30 giugno. Il Museo MACTE sarà aperto da mercoledì a domenica, con orari dalle ore 17.00 alle 20.00 fino al 31 maggio 2020.

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news Torino. Circolo del Design: dai progettisti idee nuove per il quotidiano

È nata a Torino una piattaforma multimediale di scambio culturale, aperta al pubblico, voluta dal Circolo del Design di Torino che - grazie ad un coinvolgimento di alcuni dei protagonisti italiani della nostra cultura di progetto, quali architetti, designer, critici, curatori di istituzioni museali - ha aperto una ampia riflessione sugli scenari futuri del nostro abitare e della nostra quotidianità, oltre che offrire spunti interpretativi e indicazioni su come i differenti approcci e atteggiamenti culturali del Design potranno ridefinire percorsi nuovi nel futuro del nostro vivere e dei nostri spazi. Così la piattaforma ha raccolto e sta raccogliendo da un lato - oltre ai punti di vista di autorevoli nomi italiani e non della cultura, quali Joseph Grima, direttore creativo della Design Academy di Eindhoven, o l’information designer Giorgia Lupi, Ugo La Pietra, artista, architetto e designer, Pippo Ciorra, senior curator del museo MAXXI di Roma, o Beatrice Leanza, direttore esecutivo del MAAT Museu de Arte, Arquitetura e Tecnologia di Lisbona - una riflessione e rilettura della nostra attualità, prendendo in analisi tutti i processi culturali, industriali e sociali ora in atto, per metterli in discussione e formulare nuove ipotesi operative con riferimento ai nostri meccanismi relazionali e produttivi. La piattaforma di lavoro e di condivisione si chiama WPAC, acronimo di “Welcome to the post-analog condition”, e la sua attività work in progress è consultabile online sul sito del Circolo del Design di Torino. Come sostiene il suo direttore Sara Fortunati “..La prima missione del Circolo del Design di Torino è quella di alimentare e diffondere la cultura del progetto”, in linea con l’obiettivo primario ricordato da Elisabetta Donati de Conti, curatrice del progetto WPAC, di dare uno strumento ai designer per “..contribuire attivamente all’immaginazione di nuove modalità di esistere e di nuovi codici culturali”.

La sede del Circolo del Design a Torino (photo: Andrea Macchia)

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https://www.lucenews.it/K1KT9

http://www.circolodeldesign.it/

Normative Nasce il National Committee CIE Italia

le forme del progetto

Nasce il National Committee CIE Italia, che sarà rappresentato per il nostro Paese da AIDI (Associazione Italiana di Illuminazione), associazione non profit la cui mission principale è quella di promuovere la cultura della luce nel nostro Paese. CIE-Commission Internationale de Éclairage è il referente tecnico a livello mondiale per il dettato normativo in ambito illuminotecnico e l’obiettivo di NC CIE Italia, quale membership della CIE – Commission Internationale de l’Éclairage sarà la promozione sul territorio nazionale - in ambito scientifico, tecnico e culturale - delle attività proposte dalla commissione

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internazionale, oltre a fornire supporto allo scambio di informazioni tra i paesi membri nei settori della luce e dell’illuminazione, collaborando allo sviluppo di nuove norme e procedure di base della metrologia, oltre che di relazioni e pubblicazioni. È stato già definito un organigramma del Gruppo di Lavoro, che si articola in un Comitato Direttivo, una struttura di coordinamento scientifico e sei divisioni che saranno speculari a quelle CIE (Vision and Colour, Physical Measurement of Light and Radiation, Interior Environment and Lighting Design, Transportation and Exterior Applications, Photobiology and Photochemistry,

Per maggiori informazioni su CIE

Per maggiori informazioni sul National Committee CIE Italia

www.cie.co.at

www.aidiluce.it

Il nuovo marchio del National Committee CIE Italia

Image Technology). National Committee CIE Italia nasce dalla collaborazione fra ASSIL e AIDI ed è il risultato del lavoro congiunto tra le due associazioni che ne consolida il loro ruolo all’interno di tutto il comparto dell’illuminazione italiana. Leggi questa news anche su

https://www.lucenews.it/HAq47


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Incontri

Sebastiano Romano

La forma scenica della luce Dalla dimensione della scena teatrale alle installazioni in ambito urbano: il percorso di uno scenografo e light artist che ha ricercato la sua cifra espressiva attraverso una personale interpretazione in chiave pittorica delle architetture degli spazi A cura di Massimo M. Villa - Redazione

le forme del progetto

Lo scenografo e light designer Sebastiano Romano (cortesia dell’Autore)

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Sebastiano Romano (1953) è uno scenografo, regista teatrale e light designer che ha posto il tema della luce e del suo utilizzo come strumento centrale del suo lavoro, nei contesti di un’attività artistica articolata e sicuramente eclettica sul piano dei linguaggi. Abbiamo parlato con lui dei rapporti fra teatro e scenografia, scenografia urbana e light art.

Da Emanuele Luzzati all’Arena di Verona: scena come figura e architettura Qual è stato il tuo percorso di formazione nel quale hai focalizzato i temi operativi della tua attuale attività artistica e professionale? Nel mio percorso formativo è stato di fondamentale importanza l’incontro, nel 1970, con lo scenografo Emanuele Luzza-


“Aida” di Giuseppe Verdi, Arena di Verona, 1990 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

altro incontro importante nel mio percorso formativo è stato quello con lo scenografo Luciano Damiani che mi ha dato la possibilità di seguire il suo lavoro alla Scala e al Piccolo Teatro dove ho appreso una nuova configurazione dello spazio scenico. Fin dagli esordi la tua ricerca sembra essersi sviluppata sull’individuazione di architetture di allestimento che po-

nessero in rilievo la forza comunicativa dell’integrazione fra scenografia e luce, già a partire dal tuo periodo di collaborazione con Vittorio Rossi all’Arena di Verona... Il Teatro Greco di Siracusa, sicuramente, è il luogo d’elezione che segna il mio percorso artistico. Nel 1980 inizia, con l’allestimento della tragedia “Le Baccanti” di Euripide, la collaborazione professionale le forme del progetto

ti per l’allestimento degli spettacoli classici nel Teatro Greco di Siracusa. Questo incontro per me, giovane studente della Scuola D’Arte, ha determinato definitivamente quella che sarebbe stata la mia scelta professionale. Gli studi successivi all’Accademia di Brera e gli anni di formazione presso il Teatro alla Scala a Milano mi hanno fornito nuovi strumenti per arricchire altre conoscenze e consolidare questa scelta. Un

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Incontri “Misery non deve morire”, da Stephen King, in tournée in teatri di prosa nazionali, 1995 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

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con lo scenografo Vittorio Rossi che continua con molti spettacoli di prosa, lirica e balletto. Gli allestimenti delle varie produzioni, realizzati in tanti teatri nazionali e internazionali, sono sempre stati connotati da originali architetture sceniche esaltate da un sapiente disegno luci. Uno degli esempi più pregnanti è la realizzazione delle opere “Aida” e “Nabucco” all’Arena di Verona e nel Palais Omnisport di Bercy a Parigi. Ed è proprio questo lavoro sullo spazio scenico che mi permette in quegli anni di acquisire altri strumenti per progettare i miei lavori. Vorrei citare l’allestimento dello spettacolo “La Città Morta” di Gabriele D’Annunzio realizzata nella Corte del vecchio Tribunale di Ortigia a Siracusa nel 1987. In quel lavoro la scelta del luogo si rivela infatti di fon-

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damentale importanza e gli elementi scenografici interagiscono perfettamente con l’azione teatrale creando uno spazio ideale dove la luce gioca un ruolo fondamentale. Scena teatrale, architetture e light design Ed è ancora negli anni successivi e dal lavoro sugli allestimenti in ambito teatrale e nel contesto del teatro lirico che Romano traduce e arriva a declinare la sua visione della scenografia verso forme di installazione sempre più aperte all’utilizzo delle architetture come scene “pittoriche” dinamiche. La tua attività nell’ambito del teatro di prosa vede numerosi allestimenti nel corso degli anni, alternando lavori teatrali con allestimenti per il balletto. Sul piano del progetto di light design quale dei tuoi lavori dello scorso decennio vorresti segnalarci e per quali

ragioni tecniche e espressive? Tra i vari spettacoli che ho realizzato nel corso della mia lunga carriera vorrei citarne alcuni che dimostrano gli effetti a mio vedere del rapporto tra spazio e luce: “Misery non deve morire”, uno spettacolo di prosa tratto dal romanzo di Stephen King realizzato nel 1995 e “La Terra degli Ulivi Parlanti”, di Chiara Giordano, uno spettacolo di parole, musica e danza realizzato nel 2015 nel Parco Archeologico di Scolacium a Catanzaro. Nel primo dei due la luce disegna la scena a prospettiva centrale creando un inquietante tunnel onirico. I proiettori collocati in americana generano un gioco di rifrazioni determinato dal materiale che riveste le superfici degli archi scenici. Nel secondo invece cinque proiettori motorizzati con gobos dipingono le antiche pietre del Teatro Romano dalle quali emergono i danzatori come fossero corpi fatti della stessa materia.


“La Terra degli Ulivi Parlanti”, di Chiara Giordano, Parco Archeologico di Scolacium, Catanzaro 2015 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

tiva realizzata, una sorta di tableau vivant dove i personaggi interagiscono con lo spazio suggerito da pochi elementi scenici fortemente connotati da un incisivo disegno luce. Qualche anno dopo un’esperienza simile si è ripetuta nell’ambito di “Orta Opera Festival”. Nei luoghi più attrattivi di Orta San Giulio ho infatti realizzato vari allestimenti tra cui “Le Nozze di Figaro” di W.A.Mozart, opera rappresentata in versione da ‘camera’, nelle stanze e nel giardino di Villa Tallone nel cuore dell’isola San Giulio. Ha preso forma in quell’occasione un fascinoso spettacolo a lume di candela molto amato dagli spettatori. Scenografie di luce come installazioni Sempre a Baveno prende poi spazio l’evoluzione del tuo approccio agli

“Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, Festival “Umberto Giordano”, Baveno 2003 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

le forme del progetto

Altri due momenti nel tuo lavoro mi sembrano interessanti, perché ti hanno messo in grado di coniugare il lavoro di scenografo e light designer a quello del regista. Parliamo di teatro d’opera e il riferimento è alla direzione artistica assunta nell’ambito del Festival “Umberto Giordano” a Baveno e nel contesto dell’”Orta Opera Festival”.. Alla fine degli anni Novanta ho iniziato una nuova esperienza a Baveno sul Lago Maggiore nell’ambito del “Festival Umberto Giordano”. Nel giardino della villa che fu residenza estiva del compositore foggiano è stato allestito uno spazio scenico coperto da una tensostruttura per rappresentare gli spettacoli. Al mio lavoro di scenografo si viene ad aggiungere in quell’occasione anche quello di regista di alcune opere. Tra le varie produzioni proposte, la “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni messa in scena nel 2003, è l’opera più rappresenta-

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Incontri le forme del progetto

allestimenti scenografici verso le forme di allestimenti di luce. Vuoi parlarci di come è nata l’idea di questo tuo nuovo approccio allo spazio scenografico? Quali tecniche e strumentazioni hai iniziato ad adottare in quegli anni in questo ambito? Dopo otto anni il “Festival Umberto Giordano” chiude il suo primo ciclo e rinasce nel 2006 con una nuova veste che mira soprattutto al coinvolgimento del territorio. Da qui nasce la mia idea di trasformare i luoghi della città in spazi teatrali, così il Sagrato della Chiesa SS. Gervaso e Protaso,

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lo specchio d’acqua del Lago e le Cave di Granito diventano palcoscenici ideali dove si materializzano scenografie di luce per concerti ed eventi teatrali. Nel concerto “The Interpretation of Dreams” messo in scena nel 2012 all’interno dello Stabilimento minerario delle Cave di Granito gli strumenti tecnici utilizzati sono i sagomatori e i proiettori per lampade Par che trasformano le macchine della lavorazione delle pietre in scenografie, mentre per mezzo del Video Proiettore si genera la narrazione visiva sul fondale dello spazio scenico. Gli stessi strumenti vengono poi utilizzati per

la realizzazione del concerto nel Sagrato della Chiesa “Suoni e Visioni fra le antiche pietre” nel 2014. In questo grande ‘palcoscenico’ lo spettatore partecipa allo spettacolo in una nuova dimensione. Negli ultimi anni i tuoi lavori mostrano un equilibrio armonico fra il codice del light design della scena teatrale e quello del light design per l’installazione urbana. Penso all’allestimento per la ‘Carmen’ del 2017 e nello stesso anno all’installazione ‘Lumina Minervae” in occasione di Luci d’ Artista a


“The Interpretation of Dreams”, Stabilimento minerario delle Cave di Granito, Baveno 2012 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

della luce. L’installazione “Lumina Minervae”, realizzata a Salerno nel 2017 per ‘Luci d’Artista’, è in questa direzione un altro esempio di un nuovo modo di trasformare i luoghi in ‘spazi teatrali’. La luce che inonda il ‘Giardino della Minerva’ traccia il percorso dei visitatori accompagnato da una fascinosa atmosfera musicale. Anche in questo caso sono stati utilizzati proiettori motorizzati e apparecchi con lampade Par con cambi luce che permettono una sequenza luminosa pittorica di grande effetto. Infine l’installazione “Trame di luce” realizzata a Roma nel 2019 ha previsto l’utilizzo dei proiettori motorizzati con gobos che - con i loro disegni - trasformano la morfologia dell’antico Acquedotto romano in un fondale scenografico pronto ad un possibile evento.

“Suoni e visioni tra le antiche pietre”, Sagrato della Chiesa SS. Gervaso e Protaso, Baveno 2014 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

le forme del progetto

Salerno. O ancora a “Trame di luce” con l’illuminazione scenografica urbana dell’Acquedotto Alessandrino a Roma, per la quarta edizione dell’RGB Light Experience.. Nell’ultimo decennio il mio lavoro è stato caratterizzato ancora di più dalla realizzazione di scenografie luminose che diventano anche singolari effetti scenici, come nell’opera “Carmen” di Georges Bizet del 2017. Il monumentale fondale di pietra nel Parco di Scolacium diventa l’ideale schermo su cui proiettare gli elementi scenografici che interagiscono con gli effetti pittorici

Alcune considerazioni tecniche/ Una dimensione urbana per il teatro post-Covid 19? Parliamo ora del tuo approccio tecnico e degli strumenti di luce che preferisci utilizzare. Come valuti l’attuale livello raggiunto dai LED? Ci sono nuove soluzioni tecnologiche alle quali stai guardando e che vorresti utilizzare nel tuo lavoro? La mia attenzione è rivolta prevalentemente a materiali di uso teatrale e la mia costante ricerca è attratta dalla dimensione pittorica della luce. La nuova generazione di proiettori a LED certamente presenta notevoli vantaggi, soprattutto dal punto di vista energetico, anche se la qualità della luce ha meno impatto emozionale. Preferisco quindi utilizzare proiettori motorizzati

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Incontri

“Lumina Minervae”, installazione, Giardino della Minerva, Salerno – Luci d’Artista 2017 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

con lampade a scarica perché danno una luce più vivida e intensa. Nella mia costante ricerca vorrei trovare dei nuovi strumenti che mi permettano di ottenere delle ‘iridescenze luminose’. La situazione di fermo e di crisi connessa a Covid-19 che sta attraversando in questa fase il mondo dello spettacolo e dell’entertainment - oltre a costituire un grave problema economico per tutte le professionalità coinvolte - ci metterà forse di fronte anche ad una riflessione e ad una “ri-progettazione” dei modi di fruire gli spettacoli e della nostra interazione con gli spazi classici del teatro. Qual è il tuo pensiero al proposito? Lo spettacolo dal vivo ha come condizione fondamentale la partecipazione del pubblico quindi non credo molto a soluzioni in cui non ci sia questa possibilità ed è il grosso problema dei teatri chiusi. Le installazioni urbane, sulle quali ho maturato una notevole esperienza, realizzate in grandi luoghi come Arene all’aperto, Parchi archeologici e Giardini di ville storiche possono diventare nuovi spazi teatrali alternativi in questo particolare e difficile momento storico.

le forme del progetto

“Trame di Luce”, Acquedotto Alessandrino, Roma – RGB Light Experience Festival 2019 (cortesia foto: Sebastiano Romano)

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http://www.sebastianoromano.com/



PAROLE di luceedesign Uno spazio che propone una serie di casi esemplari della relazione fra luce e design, declinati ogni volta da una parola guida

SMART CITY

Luci della città connessa a cura di Dario Scodeller*

Due paradigmi, sostenibilità e connettività, hanno assunto negli ultimi anni una sempre maggiore rilevanza nella trasformazione dei modelli produttivi, distributivi e di relazione. Oggi, costretta da un virus pandemico a riconfigurare provvisoriamente i propri modelli di lavoro, trasporto, consumo, convivenza ed educazione, la società mondiale si trova a riflettere se un’economia basata su un miglior utilizzo delle risorse (secondo i principi della circular economy) non possa rappresentare un valido model-

F. Quadrella e L. Corvaglia – Progetto “Kamui” - Sistema di smart light per parchi urbani (cortesia dell’Autore)

lo alternativo mentre la sua resilienza è generata da una dimensione smart e iperconnessa che utilizza potenzialità di rete rimaste in gran parte inesplorate. Se la “socialità senza corpo” teorizzata per decenni dagli studiosi della connettività si presenta all’improvviso con la sua carica di possibilità e incertezze, la Smart City appare il teatro di un cam-

biamento epocale, in cui si fa strada la consapevolezza che il vivere connessi possa portare al miglioramento della qualità della vita urbana come dei territori marginali, progettando nuove relazioni tra la dimensione fisica e i servizi che essi offrono. Il binomio luce e città ha da sempre rappresentato un campo di verifica di entrambi i termini del problema: sostenibilità, intesa come risparmio energetico e di costi per la collettività e connettività come potenzialità dei sistemi a rete di generare feedback. L’illuminazione pubblica accesa automaticamente da interruttori crepuscolari – frutto delle ricerche ottocentesche di Augusto Righi sulla fotoelettricità – è forse uno dei primi esempi di smart light urbana per il carattere di connessione tra sistemaservizio e condizione variabile dell’ambiente atmosferico.

le forme del progetto

F. Quadrella e L. Corvaglia – Progetto “Kamui” - Sistema di smart light per parchi urbani (cortesia dell’Autore)

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Alcune esperienze Quali strade possa esplorare il design della luce diventando aggregatore di servizi per gli spazi pubblici è stato oggetto di un’esperienza didattica da me tenuta presso il Corso di Laurea Magistrale


in Innovation Design dell’Università di Ferrara sul tema della luce per la città connessa, che illustro brevemente come esempio propedeutico ad una serie di casi studio che ci proponiamo di individuare e far emergere in questa rivista. Un’esperienza didattica non è certamente paragonabile ad una attività di ricerca, ma permette agevolmente d’indagare alcune prospettive che la dimensione sinaptica può aprire nel rapporto tra

L. Bosso, A. Caporale, A. Motteran, L. Poggiana – Progetto “Lalalight” - Sistema di smart light UX (cortesia dell’Autore)

design della luce e dimensione urbana nella Smart City. Il corso ha preso l’avvio da due workshop tenuti il primo presso l’azienda veneta Turnlights e il secondo presso lo studio

so nell’ambito dei Beni Culturali, degli edifici e degli spazi pubblici. Da questo confronto professionale su casi studio realistici, gli studenti hanno identificato

milanese di progettazione della luce Rossi Bianchi Lighting Design. Il primo ha permesso agli studenti di dialogare con un imprenditore del settore illuminotecnico (Nereo Bianchi) condividendo esperienze e problemi ed entrando nella dimensione di una realtà produttiva di apparecchi e sistemi custom; il secondo ha offerto agli studenti la possibilità di confrontarsi con una serie di temi progettuali concreti che i lighting designer Nicoletta Rossi e Guido Bianchi hanno messo a loro disposizione in chiave sperimentale, relativi ad esperienze in cor-

quattro temi sviluppati sul doppio registro di interattività e connettività. Gli studenti L. Bosso, A. Caporale, A. Motteran, L. Poggiana hanno affrontato il tema degli spazi di studio e di ritrovo di una sede universitaria, ipotizzando un uso nelle ore diurne e serali in cui dispositivi di luce connessa permettessero attraverso una APP una gestione autonoma e programmata della presenza degli studenti anche durante le ore serali, agevolando un’autogestione democratica e non sorvegliata degli spazi. Gli studenti F. Quadrella e L. Corvaglia

luminose una migliore celerità nel ritiro e consegna del cibo da asporto. Emergono da questi progetti alcune potenzialità della relazione tra lighting design e dimensione digitale, che permette di considerare la luce come attore di situazioni urbane a cui possano essere associati servizi per un uso più consapevole, democratico e partecipato degli spazi perché, come ricordava Ugo La Pietra, “..abitare significa sentirsi ovunque a casa propria.” *Dario Scodeller – critico e storico del design, Venezia

le forme del progetto

L. Bosso, A. Caporale, A. Motteran, L. Poggiana – Progetto “Lalalight” - Sistema di smart light per spazi di studio e relax universitari - Modello di studio (cortesia dell’Autore)

hanno lavorato invece sul tema del verde pubblico e del modo in cui la smart light potrebbe favorire la fruizione dei parchi in ore serali da parte di famiglie e gruppi attraverso la progettazione di “isole di luce” prenotabili e interattive che favoriscano una convivialità rassicurante attraverso la riappropriazione della dimensione notturna dello spazio pubblico. K. Mandini e V. Roda hanno lavorato sul tema molto esplorato, ma per questo più complesso, del lampione connesso come nodo di un sistema di sicurezza stradale urbana ed extraurbana arrivando alla definizione esecutiva del progetto e infine A. Baldo e F. Poli hanno esplorato il tema degli apparati di illuminazione per il food delivery capaci di aumentare da un lato la sicurezza del ciclista, permettendo dall’altro attraverso interfacce

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Product Design

GMR ENLIGHTS – Apparecchio stradale urbano ‘Izar’

Fra tecnologie ottiche e Design Sviluppare un apparecchio di illuminazione con una tecnologia a riflessione è stato l’obiettivo che ha guidato GMR ENLIGHTS quando ha iniziato a pensare ad un nuovo corpo illuminante: ‘Izar’ nasce quindi dalla volontà di rispondere alle sempre più crescenti richieste del mercato, come un prodotto capace di ampliare in modo mirato l’offerta di soluzioni ottiche di Lisa Marchesi lighting designer – mldlab, Milano

le forme del progetto

* arch. Giordana Arceselai, lighting designer - Bologna

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Apparecchio “Izar” – Edge Pole. Rendering con una possibile ambientazione urbana dell’apparecchio, nella versione 500 (cortesia: GMR ENLIGHTS)

Il concept di ‘Izar’ può essere raccontato come il risultato di una duplice visione. La prima è la visione del costruttore, che lo vede strettamente riconducibile alla soddisfazione di vincoli tecnici, quali le dimensioni del sistema ottico e dell’apparecchio stesso, con il vano ottico separato dal vano componenti, e la possibilità di utilizzare lo snodo regolabile universale per garantire una quasi totalità di installazioni. La seconda è invece la visione degli architetti, che pone l’attenzione sull’idea che si nasconde dietro alla nascita di questo prodotto. Per i progettisti e designer dello Studio Ceredi (arch.tti Paolo e Francesco Ceredi) il nome

scelto, “Izar”, è quello di un vocabolo che in lingua basca significa ‘stella’, e a questo si ispirano le linee futuribili dell’apparecchio che rievocano navigazioni degli spazi siderali che hanno ispirato tanta letteratura fantascientifica. “..Il corpo illuminante è concepito in due parti cromaticamente distinte: la parte posteriore racchiude la componentistica ed ha una forma compatta, liscia, caratterizzata da un’ampia poppa rotonda. La parte anteriore, dove è contenuta l’ottica, prosegue la sezione di innesto e diventa invece più tecnica, quasi scabra. Il rigore estetico è ribadito nei dettagli”.

le forme del progetto

Apparecchio “Izar” 500 a testapalo (design: arch.tti Paolo e Francesco Ceredi, Studio Ceredi per GMR ENLIGHTS) (cortesia foto: GMR ENLIGHTS)

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“Izar” nella versione 400 testapalo (design: arch.tti Paolo e Francesco Ceredi, Studio Ceredi per GMR ENLIGHTS) (cortesia foto: GMR ENLIGHTS)

‘Izar’: le fasi di sviluppo e progettazione Le fasi di progettazione e di engineering che si sono succedute alla fase di ideazione del concept sono state condotte con attività di continuo confronto tra gli architetti e l’azienda, per cercare di mediare le esigenze estetiche con quelle più pragmatiche e di fattibilità. Dopo una fase di progettazione dell’ottica - nella quale sono stati analizzati nel dettaglio le posizioni

le forme del progetto

“Izar”. Un dettaglio del sistema ottico a riflessione “Reflexa” (cortesia foto: GMR ENLIGHTS)

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dei LED, il dimensionamento, lo studio dei materiali - si è passati alla progettazione meccanica del nuovo apparecchio, finalizzata alla definizione di soluzioni in grado di garantire la facilità di montaggio e installazione, così come la semplificazione della manutenzione. La modellazione tridimensionale è stata affiancata alla realizzazione di campioni tramite prototipazione rapida, per uno studio diretto dei dettagli e delle soluzioni ipotizzate. Dopo una serie di


APPARECCHIO PER ILLUMINAZIONE STRADALE E URBANA ‘IZAR’ DI GMR ENLIGHTS

analisi, attraverso software specifici, e di successivi test in laboratorio eseguiti internamente all’azienda, si è passati alle prove di montaggio e assemblaggio per arrivare alla release finale del prodotto. Il sistema ottico a riflessione Tutti gli sforzi progettuali si sono concentrati principalmente sullo studio di un sistema ottico a riflessione. “Reflexa” – questo il nome del particolare sistema ottico - è composto da single-chip LED, riflettore in alluminio extra-puro e vetro extra chiaro temperato. Il riflettore subisce un trattamento PVD che ne incrementa notevolmente la durevolezza, la resistenza all’usura e al graffio e conferisce un’alta resistenza all’azione aggressiva degli agenti atmosferici. In questo modo è assicurato l’ottenimento di una tecnologia ottica ad alta efficienza (con elevata resa lumen/Watt) in un sistema estremamente resistente. Oltre al sistema ottico ad alta efficienza, ‘Izar’ presenta una elevata resistenza alla corrosione (test nebbia salina 8000 h - ISO 9227) e all’invecchiamento, facilità di accessibilità e manutenzione e un’altissima qualità dei sistemi di fissaggio (tanto da superare il vibration test - IEC 60068-2-6). Il nuovo

regionali sull’inquinamento luminoso, e all’attenzione che l’azienda pone alla sostenibilità aziendale e al rispetto dell’economia circolare, l’apparecchio si propone come un sistema Smart, caratterizzato da ottiche intercambiabili in grado di rispondere alle attuali esigenze illuminotecniche. Si tratta di un apparecchio predisposto per soluzioni di telegestione che possono essere calibrate per situazioni e casi specifici, e presenta anche il grande vantaggio di poter essere facilmente implementato con nuove soluzioni ottiche per particolari esigenze applicative.

apparecchio dispone di un’efficace protezione contro le scariche elettrostatiche e di sovratensione fino a 12 kV, e sul piano dei LED utilizzati si avvale di selezionati chip LED di alta qualità ponendo massima attenzione all’efficienza ed alla coerenza e consistenza cromatica della luce emessa (≤ entro 3 step dell’ellisse di MacADAM), per un elevato comfort visivo e la massima durata di vita utile dell’apparecchio. Le caratteristiche tecniche e applicative Grazie a queste particolari caratteristiche tecniche, ed al suo design accattivante, ‘Izar’ si rivela una soluzione molto indicata per applicazioni stradali ed urbane, e per altezze di installazione fino a 10 metri: è disponibile una collezione completa di configurazioni applicative, dalla possibilità di montaggio su palo o a mensola a muro. Di dimensioni contenute (Izar 400: 430x261x70 mm, Izar 500: 530x261x70 mm) l’apparecchio è interamente realizzato in pressofusione di alluminio e vetro. L’apparecchio è previsto con sorgenti LED ad alta efficienza (fino a 180 lm/W), in tre differenti temperature colore (3000-40005700 K), con CRI >=70. E’ previsto in due

Un’altra versione per attacco a parete, “Izar” Edge Wall Bracket (cortesia: GMR ENLIGHTS)

potenze massime, 75 W (Izar 400) e 150 W (Izar 500). L’apparecchio è disponibile con più distribuzioni ottiche per rispondere alle esigenze di differenti geometrie di installazione e con molteplici soluzioni di dimmerazione e telegestione. Oltre ad un particolare e semplificato sistema di fissaggio - su palo o su mensola, con orientabilità regolabile per step di 5° - l’apparecchio è apribile e aggiornabile senza utilizzo di utensili. La versione per applicazione a palo propone altezze differenti, da 3 fino a 10 metri, con possibilità di testapalo e installazione con sbraccio singolo o doppio. Nelle due esecuzioni ‘Izar Ring Pole’ e ‘Izar Edge Pole’, che differiscono per il design dei componenti di fissaggio (palo, sbracci e mensola), l’apparecchio è caratterizzato dalla possibilità di assolvere pienamente a tutta una serie di necessità progettuali che si possono riscontrare in strade e ambienti urbani. Il prodotto si colloca in una fascia medio alta, è già a catalogo e ordinabile da giugno.

www.gmrenlights.com

le forme del progetto

‘Izar’ nasce per applicazioni stradali ed urbane, presenta un design molto accattivante declinato in una collezione di prodotti su palo e mensole, e presenta caratteristiche tecniche molto interessanti. Il sistema ottico al suo interno è stato progettato per assicurare un elevato comfort visivo e minimizzare l’effetto puntiforme tipico dei LED, un requisito fondamentale soprattutto per la sua applicazione stradale e nelle aree urbane e residenziali dove i punti luce sono ad altezze basse. Grazie anche alle particolari ottiche che lo rendono conforme alle leggi

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Dossier

Le nuove frontiere della luce urbana

Servizi Smart. A Fidenza la luce dalla parte dell’utente La cittĂ di Fidenza si è dotata di una serie di rilevanti interventi di riqualificazione dei sistemi di illuminazione pubblica, ripensando ad un tempo alla valorizzazione tessuto urbano con un approccio rivolto ai servizi Smart a cura di Restart Progetti*

le forme del progetto

* Restart Progetti - Novellara (RE)

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Fidenza. Un’immagine del centro storico, dove sono state preferite soluzioni con temperatura colore a 3000 K (cortesia: Cariboni Group)

Con la nuova illuminazione pubblica urbana realizzata a Fidenza, la storia recente di Cariboni Group ha avuto l’occasione di riallacciare per la seconda volta, dopo 26 anni, i suoi rapporti con la cultura industriale della città emiliana, antico centro d’arte e cultura in provincia di Parma collocato sulla via Francigena. Nel 1993 aveva avuto luogo infatti a Fidenza l’acquisizione di Fivep, importante realtà del settore illuminotecnico, nata dalla fusione tra Fidenza Vetraria, specializzata in apparecchi d’alta qualità destinati all’illuminazione esterna ed urbana, e Pollice Illuminazione, un nome di riferimento nella produzione di apparecchi ad elevato contenuto tecnologico e prestazionale.

le forme del progetto

Illuminare la città nel rispetto del territorio Nel 2019 la città di Fidenza ha iniziato a sviluppare importanti interventi di riqualificazione del sistema di pubblica illuminazione e di valorizzazione del territorio in un’ottica Smart City. Una parte rilevante e integrante di questo progetto è stata definita con la consulenza diretta dei responsabili della progettazione di Cariboni Group e con l’installazione di molti apparecchi di illuminazione urbana. Sono stati infatti messi in opera 1079 apparecchi di arredo urbano “Orao”, 945 apparecchi per illuminazione urbana e residenziale “Kalos”, 196 lanterne per l’arredo storico urbano “Agathos”, 156 apparecchi “Kosmos”, 98 proiettori per l’illuminazione architetturale “Levante” e 14 proiettori “Cube Flood”, che nei loro differenti ambiti di applicazione, e con le loro caratteristiche prestazionali sul piano illuminotecnico costituiscono oggi il nuovo cuore luminoso della città.

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Dossier

Le nuove frontiere della luce urbana Fidenza. Con la nuova illuminazione, gli spazi urbani di particolare interesse sono stati interamente riqualificati. Nell’immagine, alcuni punti luce equipaggiati con apparecchi “Kosmos” a testa palo (cortesia: Cariboni Group)

Apparecchio “Kosmos”. Disponibile con differenti ottiche (rotosimmetriche, simmetriche, asimmetriche e stradali, oltre che per attraversamenti pedonali e manti stradali bagnati (cortesia: Cariboni Group)

La nuova illuminazione è stata definita nel rispetto delle differenti aree del territorio urbano e delle sue peculiarità: per il centro storico sono state preferite soluzioni con temperatura colore a 3000 K, mentre alcune versioni della linea “Orao” sono state personalizzate,

per consentirne l’installazione sui bracci esistenti, realizzati appositamente per la città di Fidenza. Gli spazi urbani di particolare interesse sono stati interamente riqualificati e illuminati con gli apparecchi “Agathos”, “Kosmos”, “Kalos”, “Levante” e “Cube Flood”.

Le caratteristiche tecniche del nuovo progetto Per la dimmerazione del flusso luminoso – regolata in modo dinamico in relazione alla presenza di persone all’interno dell’area monitorata, grazie ad un sistema di telecamere con rilevatori di

FIDENZA – SERVIZI SMART E NUOVA ILLUMINAZIONE PUBBLICA URBANA Progettazione: Studio tecnico Restart Progetti – Novellara (RE) Apparecchi di illuminazione: lanterna per arredo storico urbano “Agathos” - versione Testa Palo e parete, apparecchi “Kosmos” - versione Testa Palo, apparecchi per illuminazione urbana e residenziale “Kalos” – versione Testa Palo, apparecchi di arredo urbano “Orao” – versione Lato Palo, di Cariboni Group Sistemi di telecontrollo wireless degli impianti di illuminazione: Reverberi Enetec

le forme del progetto

https://www.restart-progetti.it/

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https://www.caribonigroup. com/en/

L’apparecchio di arredo urbano “Orao” – versione Lato palo, molto versatile e innovativo sul piano dei sistemi ottici, utilizzato in questo progetto in differenti contesti applicativi (cortesia: Cariboni Group)

https://www.reverberi.it/it


Fidenza. In una via del centro storico, alcune delle lanterne per l’arredo storico urbano “Agathos”, qui nella versione a parete (cortesia: Cariboni Group)

Fidenza. Parco De Gasperi. Una pista ciclabile illuminata con una serie di apparecchi per l’illuminazione residenziale “Kalos”, in versione testa palo (cortesia: Cariboni Group)

le forme del progetto

presenza - è stato scelto un sistema di telecontrollo wireless degli impianti (realizzato con la collaborazione di Reverberi), che permette di modificare a distanza i parametri di funzionamento dei regolatori di flusso luminoso, centralizzati o puntuali, modulando la luce in base alla presenza o meno di persone all’interno dell’area interessata. Questo sistema permette inoltre di diagnosticare da remoto eventuali malfunzionamenti, per ottimizzare gli interventi di manutenzione, e di integrare sensori e altri dispositivi ai punti luce per l’erogazione di nuovi servizi alla città e ai cittadini. La città di Fidenza dispone infatti di connessione Wi-Fi pubblica (FidenzaWiFi), e sta via via implementando una serie di stazioni di ricarica delle auto elettriche, oltre che un servizio di smart parking. Si stima che l’intervento produrrà un risparmio energetico del 62%.

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Dossier

Le nuove frontiere della luce urbana

Gestione

Sul monitoraggio e telecontrollo degli impianti di P.I. La gestione degli impianti di Pubblica Illuminazione è in una fase di profonda e rapida trasformazione, innescata dalla necessità di ottimizzare i consumi energetici ed esplosa per la disponibilità di sorgenti luminose a LED caratterizzate da elevate rese luminose ed ampia flessibilità di utilizzo. Tuttavia, se abbiamo da un lato sorgenti luminose, sensori e dispositivi di telecontrollo puntuale sempre più tecnologici e sofisticati, dall’altro l’infrastruttura di questi impianti è più tradizionale, e spesso, per motivi economici e contingenti, risulta trascurata

le forme del progetto

da anni di manutenzioni lacunose e/o eseguite in emergenza...

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Mirella Guerra* *Sales Manager Italia – Intellilight Sesto Fiorentino (FI)


(cortesia: Intellienergy Tech)

Il monitoraggio e telecontrollo visti come opportunità di gestione rapida e da remoto Oggi solo una piccola parte dei quadri di pubblica illuminazione sia in Italia che all’estero è dotata di sistemi di monitoraggio e telecontrollo e spesso si tratta di sistemi obsoleti che presentano molte limitazioni. Monitorare i consumi e/o disporre della segnalazione di eventi quali la mancanza di tensione sulla linea o lo scatto di un differenziale ha infatti senso e reale utilità soltanto se l’operatore viene a conoscenza di queste informazioni da remoto e in tem-

pi rapidi: solo se sono soddisfatte queste condizioni il telecontrollo apporta benefici tangibili in termini economici e di servizio, riducendo i tempi di ripristino dei malfunzionamenti e gli sprechi. In questo articolo presentiamo una soluzione che risponde a queste esigenze in modo versatile, adattando le configurazioni sia ad impianti piccoli che ad impianti più complessi, offrendo funzioni che superano i limiti delle modalità di gestione tradizionali e fino ad oggi difficilmente realizzabili a costi contenuti. Alle due principali esigenze di monitoraggio le forme del progetto

Parlare di monitoraggio e telecontrollo dei quadri di PI, in un contesto nel quale l’attenzione si focalizza molto su Smart City e IoT, può sembrare un approccio “povero” in termini di contenuti. Il paradosso risiede invece proprio nel fatto che senza una adeguata affidabilità dell’infrastruttura non può esserci Smart City e il telecontrollo dei quadri è una componente fondamentale. Spesso chi gestisce gli impianti raramente ne conosce la storia e lo stato di fatto, e molte situazioni di instabilità e pericolo non sono facilmente rilevabili e a volte nemmeno immediatamente risolvibili.

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Dossier

Le nuove frontiere della luce urbana IMPIANTI & TELECONTROLLO: DUE ESEMPI OPERATIVI Nel riquadro riportiamo due esempi di impianti telecontrollati con i dispositivi della serie ICON di Intellienergy tech®, un costruttore italiano che ha portato la vasta esperienza nel telecontrollo e monitoraggio degli edifici, con oltre un milione di punti

controllati, al servizio del telecontrollo degli impianti IP. Il primo caso (Impianto 1) è relativo ad un impianto con alimentazione trifase con 98 punti luce a LED, in cui il controllore (ICON30) utilizza una delle due uscite digitali a relè per

comandare il teleruttore generale, mentre i due ingressi digitali sono utilizzati per acquisire lo stato del differenziale e lo stato della linea (presenza di tensione) a valle del teleruttore e la porta RS485 per acquisire le misure del multimetro digitale (figura a).

IMPIANTO 1 Impianto 1 con alimentazione trifase con 98 punti luce a LED, con controllore ICON30 (modem GSM e WiFi integrati, multimetro digitale MID ModBus esterno). Sono presenti qui le funzioni attive di monitoraggio meter trifase, acquisizione stato differenziale luci, acquisizione presenza tensione linea, orologio astronomico con offset alba/ tramonto, comando ON/OFF automatico, comando manuale da remoto REAL TIME, segnalazione consumi, correnti, tensioni sopra/sotto soglia, misure, allarmi e segnalazioni sono REAL TIME (cortesia: Intellienergy tech®)

APP ON GO CMS INTELLICITY

APP ON GO

CMS INTELLICITY

Acquisizione stati REAL TIME presenza tensione linea + stato relè differenziali Acquisizione stati REAL TIME presenza tensione linea + stato relè differenziali

Alimentazione ausiliaria

Alimentazione ausiliaria

Alimentazione Principale

RS485

Comando ON/OFF

RS485

Comando ON/OFF

Multimetro digitale

Alimentazione Principale

Multimetro digitale

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Martedi, 14 Apr, 09:40 1_l_1_CORRENTE_F1 2.37 1_l_2_CORRENTE_F2 13.86 1_l_3_CORRENTE_F3 3.11

10

5

0 16:00

14 Apr

08:00

13 Apr

16:00

15 Apr

08:00

20 Apr

(figura a) Report correnti trifase con segnalazione anomalia e andamento delle correnti per le tre fasi dell’impianto in occasione di un guasto che ha interessato una parte delle linee; si possono notare gli assorbimenti ridotti, l’accensione dell’impianto durante le operazioni di ripristino e la ripresa del corretto funzionamento durante la notte successiva alla riparazione (cortesia: Intellienergy tech®)

27 Apr

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le forme del progetto

Esempio di impostazione delle soglie di monitoraggio della corrente. In evidenza le soglie di corrente impostate per le tre fasi, che tengono conto dell’andamento del consumo notturno, che varia in base al profilo di regolazione applicato dai dispositivi punto punto (cortesia: Intellienergy tech®)

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Martedi, 27 Apr, 20:00 1_l_1_CORRENTE_F1 5.35 1_l_2_CORRENTE_F2 7.07 1_l_3_CORRENTE_F3 8.47

7.5 .5 2.5 0

16:00

18:00

21:00

28 Apr

03:00

06:00

09:00

SOGLIE CORRENTI FASE3 SOGLIE CORRENTI FASE2 SOGLIE CORRENTI FASE1


IMPIANTO 2

Comandi ON/OFF su ogni circuito (uscita digitale a relè applicata ad ogni teleruttore)

RS485

Miltimetri digitali

16 uscite digitali a relè

Monitoraggio corrente guasto a terra

LINEE PUBBLICA ILLUMINAZIONE

CARICHI ESOGENI (mercato, irrigazione, videosorveglianza)

14 Ingressi digitali Acquisizione stati REAL TIME presenza tensione linea + stato relè differenziali

Impianto 2 con controllore tipo ICON100 con 20 I/O (+ modem GSM esterno, 2 multimetri trifase MID ModBus e relè differenziale ModBus) che comanda separatamente 6 circuiti, di cui 4 sono dedicati alla pubblica illuminazione e alimentano un totale di 279 punti luce. In questo secondo esempio di impianto, per via del maggior numero di I/O richiesti è stato utilizzato un controllore dotato di 20 I/O, configurati come 14 Ingressi Digitali e 6 Uscite Digitali a relè. Sono presenti funzioni aggiuntive di monitoraggio con due meter trifase, uno dedicato ai circuiti di Pubblica Illuminazione, uno ai circuiti che alimentano carichi esogeni, monitoraggio e controllo corrente differenziale a terra con impostazione da remoto dei set point e del ritardo di intervento. Ogni circuito ha la propria logica di comando ON/OFF (con/senza orologio astronomico e con offset diversi), acquisizione dei singoli stati del differenziale e della presenza di tensione linea e il proprio comando manuale da remoto Real Time (cortesia: Intellienergy tech®) 15 15 10 10

Giovedi, 14 Mag, 18:30 1_l_1_CORRENTE_F1 Giovedi, 14 Mag, 18:3011.3A 1_l_2_CORRENTE_F2 11.3A 13.05A 1_l_1_CORRENTE_F1 1_l_3_CORRENTE_F311.11A 1_l_2_CORRENTE_F2 13.05A 2_l_1_CORRENTE_F1 10.77A 1_l_3_CORRENTE_F311.11A 2_l_2_CORRENTE_F2 10.77A 11.13A 2_l_1_CORRENTE_F1 2_l_3_CORRENTE_F3 11.13A 12.54A 2_l_2_CORRENTE_F2 2_l_3_CORRENTE_F3 12.54A 15:00 15:00

20 Mag 20 Mag

120.000 120.000 100.000 100.000 80.000 80.000 60.000 60.000 40.000 40.000 20.000 20.000 0 0

18:00 18:00

5 5

21:00 21:00

15 Mag 15 Mag

4 Mag 4 Mag

03:00 03:00

05:00 05:00

0 0

11 Mag 11 Mag

ASSORBIMENTO GIORNALIERO ASSORBIMENTO GIORNALIERO

15 15 /0 /0 1/ 1/ 22 22202 202 /0 /0 0 0 1/ 1/ 2 2 29 29020 020 /0 /0 1/ 1/ 2 2 05 05020 020 /0 /0 2/ 2/ 2 2 12 12020 020 /0 /0 2/ 2/ 2 2 19 19020 020 /0 /0 2/ 2/ 2 2 26 26020 020 /0 /0 2/ 2/ 2 2 04 04020 020 /0 /0 3/ 3/ 11 12102 202 /0 /0 0 0 3/ 3/ 2 2 18 18020 020 /0 /0 3/ 3/ 2 2 25 2502 02 /0 /0 0 0 3/ 3/ 2 2 01 01020 020 /0 /0 4/ 4/ 08 02802 202 /0 /0 0 0 4/ 4/ 2 2 15 15020 020 /0 /0 4/ 4/ 2 2 22 22020 020 /0 /0 4/ 4/ 2 2 29 29020 020 /0 /0 4/ 4/ 2 2 06 06020 020 /0 /0 5/ 5/ 2 2 13 13020 020 /0 /0 5/ 5/ 20 20 20 20

(figura b) Andamento delle correnti sulle tre fasi per il meter 1 e 2 con il grafico degli assorbimenti giornalieri (cortesia: Intellienergy tech®)

le forme del progetto

Nel secondo caso (Impianto 2) il controllore ICON 100 con 20 I/O comanda separatamente 6 circuiti, di cui 4 sono dedicati alla pubblica illuminazione e alimentano un totale di 279 punti luce, mentre altri 2 sono destinati ad altri usi (mercato rionale, irrigazione parco, videosorveglianza). Sono presenti due meter, per misurare sia i consumi delle linee IP che i consumi dei circuiti dedicati agli altri carichi, denominati per l’appunto esogeni (figura b). In entrambi i casi sono presenti sui punti luce dispositivi di telecontrollo puntuale wireless, nel primo caso in tutti i 98 punti luce, nel secondo sono installati su 106 dei 279 punti luce totali. I meter utilizzati in questi esempi sono multimetri digitali trifase a inserzione diretta MID, che comunicano con il controllore via RS485 su protocollo ModBus e sono compatibili per esempio con le specifiche richieste per l’ottenimento dei certificati bianchi e con i requisiti di contratti come quelli del servizio Consip Luce. Il sistema di telecontrollo quadro descritto in queste pagine è al servizio del corretto funzionamento di tutto l’impianto e si integra con il telecontrollo puntuale e con gli altri impianti eventualmente collegati, come quelli alimentati dai due circuiti del secondo esempio. Le configurazioni riportate negli esempi permettono di monitorare in tempo reale la situazione degli impianti, verificare gli effettivi consumi e conoscere immediatamente situazioni di consumo anomalo a causa di una dispersione o di un guasto, scatti del differenziale o mancanza di tensione sulle linee. Il sistema è anche in grado di gestire i motori di riarmo e sensori di corrente differenziale a terra impostando da remoti le soglie di allarme e anche di scatto per protezione. La disponibilità di più soluzioni di visualizzazione e gestione – via web, APP e PC – semplifica l’utilizzo sia da parte dei manutentori che dei Site Manager e la possibilità di aggiornare le configurazioni parzialmente o completamente anche da remoto e post installazione permette di ampliare le funzionalità della soluzione di telecontrollo nel tempo insieme all’evoluzione dell’impianto.

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Dossier

Le nuove frontiere della luce urbana

e controllo degli impianti di PI, che sono riassumibili in: a) Monitoraggio dei consumi (riscontro con consumi previsti da progetto e con le fatture di energia elettrica); b)Controllo orari ON/OFF solitamente effettuati con orologio astronomico

le forme del progetto

I gestori di impianti aggiungono spesso le seguenti: c) Monitoraggio remoto in tempo reale di anomalie e malfunzionamenti (p.e rilevazione scatti di MT e differenziali, valori di correnti/tensioni/consumi/fattori di potenza superiori o inferiori a soglie personalizzabili) d) Gestione di accensioni e spegnimenti anche con offset personalizzabili in base a calendario e situazioni specifiche,

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quali posizioni particolari dell’impianto (es. all’ombra di un rilievo o in posizione elevata o per orientamento nord/sud di una strada con edifici alti) o condizioni meteo (es. visibilità ridotta) che si vorrebbe poter modificare in tempo reale anche da remoto e) Monitoraggio remoto e in tempo reale dei parametri elettrici e dei consumi, differenziando all’occorrenza i consumi relativi ai carichi esogeni (p.e. per certificati bianchi o per specifiche contrattuali) f) Gestione remota di sistemi di riarmo e di controllo correnti differenziali La necessità di disporre della massima affidabilità nei dispositivi di controllo Per realizzare in modo concreto e affidabile

funzioni quali quelle sopra citate, servono dispositivi di controllo con caratteristiche adeguate in termini di processore e memoria, che siano sufficientemente robusti da operare per molti anni in ambienti difficili come i quadri elettrici stradali e - aspetto questo spesso sottovalutato ma sensibile offrire una connettività robusta e affidabile, a costi accettabili, che renda possibile non solo il semplice monitoraggio da remoto ma anche e soprattutto il monitoraggio e il comando a distanza in tempo reale. In queste pagine presentiamo due esempi applicativi.

https://www.intellilight.it/


Inchiesta Il progetto oltre Covid-19

I lighting designer e la risorsa luce Gli effetti della pandemia legata a Covid-19 hanno segnato dapprima un fermo e poi sicuramente un cambio di paradigma nell’approccio alla professione e ai rapporti di filiera intrattenuti dai lighting designer con i propri interlocutori, clienti e referenti sul mercato. Questa condizione ha però di fatto innescato da parte di tanti una riflessione profonda sui ruoli e sugli obiettivi prioritari che la progettazione della luce riveste nella nostra realtà, e anche su come possano essere letti gli scenari operativi ed i bisogni prioritari cui offrire risposte articolate e nuove dopo questa fase di distanziamento forzato. Quanto segue è quindi il risultato di una Inchiesta e di una richiesta rivolta in modo diretto ad alcuni importanti studi di lighting design, a proposito del loro lavoro e della gestione delle attività durante questa difficile fase di emergenza, e attraverso una testimonianza video sui possibili ruoli e sulla visione di quali potranno e dovranno essere i contenuti del progetto di luce e l’attività del lighting designer negli scenari post Covid-19.

le forme del progetto

A cura di Massimo M. Villa – Redazione, con contributi e video di IvorySense, CONCEPTO, Licht Kunst Licht, Cannata & Partners Lighting Design Communication, Jesper Kongshaus Lighting Design, LiDS Lighting Design Studio

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Inchiesta

India – IVORYSENSE, Bangalore Ivorysense è uno studio di progettazione integrata con sede a Bangalore, India. Il nostro obiettivo è quello di supportare le diverse esigenze del progetto attraverso la nostra incessante sensibilità al design. Siamo un team multidisciplinare nato per creare spazi di unici e

personalizzati per i nostri clienti. Crediamo che la tecnologia sia un fattore abilitante maggiore e abbia il potere di semplificare le cose, migliorando al contempo la qualità delle esperienze dell’utente. Ivorysense integra il processo delle persone nella costruzione di sistemi che arricchiscono l’esperienza dell’utente coniugando la tecnologia nell’architettura. Dai progetti aziendali agli hotel, alle case residenziali delle sale conferenze, Ivorysense è specializzata in illuminazione e controlli, sistemi

di gestione degli edifici, networking e IoT, comunicazioni unificate e AV. Prendiamo il design, lo uniamo alla tecnologia e ariamo il campo fertile dell’immaginazione umana. E in questa capsula di pensiero, infondiamo sfumature di novità che possono sostenere nel tempo.

https://www.linkedin.com/company/ ivorysense

Sumanth Sarangapani – CEO Chief Executive Officer - IvorySense Helena Gentili – Lighting Designer Director - IvorySense

Un esempio progettuale

HMG Stone Gallery – Bangalore La HMG Stone Gallery di Bangalore è la prima galleria internazionale di pietre in India. La galleria stessa è un nuovo punto di riferimento nell’industria lapidea in tutto il paese. Il progetto architettonico della galleria di 600 m2 è stato affidato allo studio italiano di design e architettura Studio Milani ed è stato ispirato dal guscio di tartaruga. Utilizzando la fusione estetica di tecnologia e design, Ivorysense ha creato un’esperienza superiore di vendita al dettaglio delle pietre utilizzando un processo integrato focalizzato sui parametri della buona progettazione illuminotecnica e sull’esperienza dell’utente. I servizi integrati

le forme del progetto

Bangalore, India. HMG Stone Gallery (courtesy photo: IvorySense)

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proposti sono stati la progettazione dell’illuminazione e dei suoi controlli, networking, AV e servizi per la sorveglianza, tutti progettati per accogliere gli ospiti in qualsiasi scenario nello showroom, con la semplice pressione di un pulsante e di facile utilizzo e manuten-

zione. Le sfide all’illuminazione erano numerose a causa delle diverse proprietà delle pietre, per la necessità di controllare la luce diurna e l’illuminazione artificiale, ad esempio, e quindi le soluzioni sono state trovate negli apparecchi di illuminazione personalizzati garantendo

nel contempo che le qualità dei prodotti delle pietre fossero preservate mantenendo al contempo un impatto visivo minimo. La galleria di pietre HMG è diventato un esempio miliare grazie al nuovo concetto audace basato sull’uso di tecniche e assemblaggi all’avanguardia.


I TEMI DEL NOSTRO BENESSERE E DELLA PERSONALIZZAZIONE DELLA LUCE COME SCENARI FUTURI

“I’m Helena Gentili, an Italian-Brazilian architect and lighting designer currently working as director for Lighting Solutions at Ivorysense a design oriented base studio here in Bangalore, India. I believe this lockdown situation is making people understand what really matters, because that’s the nature of any emergency situation is that they put in surface acute questions about our way of life, social structure and infrastructures. For many of us, this lockdown situation makes us to realise how our houses are not ready to be adaptive for an emergency not to make us feel neither safe and comfort. Therefore, I believe that for the next future, its actually already happening, we will perceive a shift for many projects which will prioritize methods and standards for the sake of our health and wellbeing which lighting plays a fundamental role because we know that the right light at the right time at the right levels can influence everything from our sleep to how we feel and perform. More than ever lighting designers will be an important figure to rethink the way we design our daily spaces because lighting

Guarda il video https://vimeo.com/423615634

designer are those professionals which bring focus into on both the visual and non-visual effects of the lighting. People need not only light to perform visual tasks, but light is also an important “time-reference” for our internal clock for example, or to enhance our perception, finally it can influence our behaviour and therefore our health and wellbeing. I think we should look at this opportunity to review our normative and standards, how do we collaborate with different disciplines to really consolidate a multidisciplinary approach to lighting design. Because as we have experienced during the quarantine at our homes, lighting is not the same for everyone, from young to elderly people, the amount of daylight available in the space, so Personalization of lighting is the next big thing combined to integrated solution with Sensorbased and deep learning lighting systems for example. But before that, we need to start thinking how we define quality for our projects? What we do choose as parameters will matter for public/private activities and political context, it could have a great impact on the recognition of our profession as well”.

le forme del progetto

Helena Gentili, lighting designer

al momento giusto e ai giusti livelli può influenzare tutto, dal nostro sonno, a come ci sentiamo e come ci rendiamo produttivi quindi io direi che più che mai il lighting designer sarà una figura importante per ripensare i modi in cui progettiamo i nostri spazi della quotidianità. I lighting designer sono quei professionisti che si concentrano sugli effetti visivi e non visivi dell’illuminazione. Le persone non hanno bisogno della luce solo per svolgere un compito visivo ma la luce è anche un importante riferimento temporale per il nostro orologio interno, per migliorare la nostra percezione, infine può influenzare il nostro comportamento e quindi la nostra salute e il nostro benessere. Io penso che dovremo cogliere questa occasione per rivedere le normative e gli standard, rivedere il modo in cui collaboriamo con diverse discipline per consolidare questo approccio multidisciplinare che è il lighting design, perché io direi anche che come abbiamo sperimentato durante questa quarantena nelle nostre case la luce non è la stessa per tutti, dai giovani agli anziani abbiamo bisogni diversi, la quantità di luce diurna disponibile nello spazio può influenzare come ci sentiamo, come lavoriamo e insomma io direi che la personalizzazione dell’illuminazione sarà una prossima grande frontiera che dovrà essere studiata però prima di tutto dobbiamo iniziare a pensare come definiamo la qualità per i nostri progetti, da questo punto di vista. Perché ciò che scegliamo come parametri sarà poi importante per le attività pubbliche private, per il contesto politico, perché potrebbe avere un grande impatto sul riconoscimento della nostra professione. Vi ringrazio tantissimo”.

LA TESTIMONIANZA VIDEO

“Sono Helena Gentili, sono un architetto e lighting designer italobrasiliano. Attualmente lavoro come direttore per il lighting design in IvorySense che è uno studio di progettazione integrata qui a Bangalore in India. Io credo che questa situazione di blocco stia facendo capire alle persone ciò che conta davvero perché la natura di qualsiasi situazione di emergenza ci porta in superficie delle domande più acute sul nostro modo di vivere, sulle infrastrutture sociali che abbiamo disponibili. Per molti di noi questa situazione di blocco ci ha reso consapevoli del fatto che le nostre case non sono pronte per essere adatte alle emergenze e nemmeno per farci sentire sicuri e a nostro agio ad esempio. Io credo che per un futuro prossimo – in realtà sta già accadendo per alcuni dei nostri progetti – percepiremo un cambiamento forte e tanti daranno priorità agli standard legati ai beni della salute e del benessere in cui l’illuminazione gioca un ruolo fondamentale, perché sappiamo che la luce giusta

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Inchiesta

Francia – CONCEPTO, Parigi CONCEPTO è uno studio di lighting design che opera in Francia e nel mondo da più di trent’anni. CONCEPTO realizza progetti di luce e per gli ambienti notturni urbani, per paesaggi notturni, per l’illuminazione architettonica e del patrimonio storico. Lo studio CONCEPTO applica anche il suo know-how nella progettazione di ambienti di luce nei contesti dell’Interior Design. L’obiettivo della ricerca condotta dallo studio è nello sviluppo di scenari di luce innovativi in sinergia e coerenza con le tematiche proposte dalle problematiche sociali. Dal

momento che i progetti dedicati allo sviluppo urbano devono anche essere progettati per la dimensione notturna, già alla fine del 1980, lo studio CONCEPTO era un pioniere nei contesti applicativi dell’illuminazione urbana e dei paesaggi notturni. Negli anni ‘90 lo studio ha sviluppato numerosi piani della luce, con approcci sempre più moderni, integrando gli abitanti e le loro esigenze all’interno dei processi progettuali, evidenziando l’uso eccessivo della luce e il riflesso negativo di tutto questo sulla conservazione del buio della notte, attività culminate – a partire dal 2010 – con la messa a punto di una vera e propria metodologia per la pro-

gettazione del buio in aggiunta alle esistenti metodologie di progettazione per l’illuminazione del verde e dell’acqua. Lo sviluppo di strategie di illuminazione su larga scala caratterizza il lavoro dello Studio. CONCEPTO è una realtà professionale formata da una squadra di 11 persone, con formazioni differenti ma che combinano fra loro doti di complementarietà, sensibilità e originalità.

http://www.concepto.fr/

Sara Castagné, Lighting designer, Director & associate con Roger Narboni, Lighting designer, President & founder (courtesy: CONCEPTO)

Un esempio progettuale

Parigi – Campus universitario urbano – Saclay

le forme del progetto

Parigi. Saclay. Un’immagine dell’illuminazione notturna di una delle aree del Campus (courtesy: CONCEPTO)

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La parte sud dell’altopiano di Saclay, a sud di Parigi, fa parte di un grande territorio (che comprende 49 città) con notevoli qualità dal punto di vista na-

ni notturni e di ambienti luminosi per ospitare in modo gradevole gli studenti e i futuri abitanti del Campus. L’intero progetto è stato anche guidato dalla

turale e paesaggistiche. Questa grande area di 600 ettari ospiterà a partire dal 2025 il più grande campus universitario europeo. Nel corso dei nostri studi per definire la Lighting Strategy per l’area sud di questo altipiano i risultati dell’analisi hanno messo in evidenza molte problematiche e i potenziali rischi esistenti come il mantenimento dell’oscurità nell’area, la riscoperta e la messa in evidenza dell’ambiente paesaggistico, la creazione di una grande catena di scene notturne – facendo eco a quella sviluppata per il giorno dallo studio del paesaggio – l’istituzione di spazi urba-

volontà di inventare un’illuminazione intelligente e su misura dedicata a questo Campus in pieno sviluppo. Gli obiettivi legati alla progettazione del buio, sulla scala dell’intero territorio, dovevano condurre ad una coerenza generale per l’immagine notturna del campus in fase di sviluppo e per contribuire a renderlo un territorio eccezionale oltre le ore del giorno, sia in termini innovativi che di esemplarità sul piano ecologico, e nell’ottica di limitare l’inquinamento luminoso, rispettando l’ambiente e preservando la biodiversità notturna.


UN’OCCASIONE PER IL CIELO NOTTURNO / UNA NUOVA RESILIENZA SUL MERCATO PROGETTARE IL NOSTRO BENESSERE

“Siamo qui allo studio CONCEPTO e stiamo vedendo la sede di Arcueil, una località molto vicina a Parigi. Normalmente abbiamo quattordici persone che lavorano nello studio, ma ora siamo soltanto in 6 (…) mentre gli altri a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19 lavorano principalmente da casa. In questo ufficio progettiamo i piani della luce e facciamo la progettazione dedicata per le aree di buio per le grandi aree territoriali in Francia e nel mondo. In questo ambiente invece noi ci dedichiamo a tutto il progetto illuminotecnico e prendiamo in carico la parte dedicata alla progettazione del paesaggio e a quella architettonica come quella della messa a fuoco degli spazi pubblici e di quelli urbani.

Tutti questi sono spazi creativi e di scambio culturale dove noi possiamo progettare anche soluzioni per illuminare gli ambienti interni con i nostri partner di progetto. Qui invece possiamo vedere una situazione dove abbiamo già definito un ‘libro bianco’ dedicato ad una progettazione custom personalizzata per il cliente in un’ottica ecologica e sostenibile: e siamo testimoni in questo senso di una conversazione in videochiamata fra Julienne Maricourt, Rogier Narboni e Floriane ed il cliente a proposito delle fasi di sviluppo di un piano della luce interessato dall’utilizzo di tecnologie digitali per l’illuminazione di Annecy in Francia. Tutto questo per dare un’idea del nostro lavoro durante la pandemia”

LA TESTIMONIANZA VIDEO

Lo studio CONCEPTO ha scelto di realizzare con il video una presentazione corale divisa in due parti, la prima dedicata alle attività dello studio, ai contenuti e alle modalità di lavoro utilizzate in questa fase di distanziamento per l’emergenza Covid-19, e una seconda parte che raccoglie le testimonianze di alcuni dei lighting designer componenti del team, a proposito dei possibili scenari futuri di azione del lighting design. Nel video, in lingua inglese, compaiono Sara Castagné (Lighting Designer, Managing Director), Roger Narboni (Founding Partner), Juliane Hosxe (Lighting Designer, Junior Project Manager), Noémie Riou (Lighting Designer, Junior Project Manager) e Marie Chamard (Office Manager), e ascoltiamo le testimonianze di Juliette Maricourt (Lighting Designer. Junior Project Manager), Tobias Larsen (Lighting Designer, Junior Project Manager) e di Elisa Rothenbühler (Lighting Designer. Project Manager). Proponiamo qui a seguire la prima parte del video tradotta in italiano e per la seconda parte rimandiamo il lettore alla visione del video originale con le opinioni dei lighting designer tradotte in italiano nel supporto ‘descrizione’ al video.

Guarda il video nell’originale inglese https://vimeo.com/423625583

Lighting strategy e progettazione del buio in tutta l’area del Campus, Lighting Master Plan per il distretto di Moulon, per il distretto della Scuola Politecnica e consulenza illuminotecnica per tutti gli spazi pubblici e per i progetti di illuminazione architettonica: CONCEPTO Committente: EPA Paris Saclay. Progetto sviluppato in collaborazione con Michel Desvigne Landscape architects e XDGA Architetti

le forme del progetto

Parigi. Saclay - Campus Universitario. Dark infrastructure e Lighting MasterPlan (courtesy: CONCEPTO)

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Inchiesta

Germania – LICHT KUNST LICHT, Bonn – Berlino Lo studio LICHT KUNST LICHT Ag è stato fondato in contemporanea da Andreas Schulz nelle due sedi di Bonn e Berlino. Dalla sua creazione, lo studio ha operato in oltre 800 progetti in

Europa e nel mondo. Gli ambiti di intervento comprendono uffici ed edifici amministrativi, musei e siti culturali, progetti in ambito governativo, stazioni e aeroporti, parchi commerciali e edifici residenziali. Lo studio di progettazione è stato recensito in oltre 450 pubblicazioni e ha ricevuto

numerosi premi internazionali nel campo del lighting design.

https://www.lichtkunstlicht.com

Il lighting designer Andreas Schulz, fondatore e CEO (courtesy: LICHT KUNST LICHT Ag)

Un esempio progettuale

Doha. Qatar National Museum

Doha. Qatar National Museum. Una vista esterna di insieme del volume architettonico (courtesy: LICHT KUNST LICHT)

le forme del progetto

Il National Museum del Qatar a Doha è stato aperto nel marzo 2019 dopo più di 10 anni di progettazione e opere di costruzione. La sua architettura mozzafiato è stata ispirata dall’immagine di una Rosa del Deserto. Per l’esposizione permanente, lo studio Licht Kunst Licht ha sviluppato un progetto di lighting di tipo narrativo integrato al progetto di

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architettura che accompagna in un percorso emozionale il visitatore attraverso la storia naturale e culturale del Paese. L’allestimento è caratterizzato da una presentazione attraverso vetrine espositive differenziate, videoproiezioni e schermi. Il visitatore si muove attraverso ambiti molto diversi ma tra loro adiacenti, che hanno richiesto e richiedono

una efficace regia dei materiali esposti e degli spazi. Da ciò è nato il concept progettuale di realizzare due distinti livelli per la luce: il lighting design assicurato dalla presenza di apparecchi di illuminazione regolabili con dispositivi antiabbagliamento a soffitto si accoppia ad una illuminazione di accento dedicata ad oggetti singoli in vetri-

ne espositive realizzata attraverso apparecchi miniaturizzati integrati, in grande misura invisibili. Ogni soluzione di illuminazione è stata attentamente studiata ed adottata in relazione alla posizione della vetrina nell’itinerario di visita e al contenuto espositivo. Alcuni schermi occupano intere pareti, mentre altri si intersecano con pareti e pavimenti o


LAVORARE “DA FERMI” UN FUTURO DA COSTRUIRE SU RINNOVATE RELAZIONI INTERPERSONALI

LA TESTIMONIANZA VIDEO

“Così volete sapere quale possa essere la mia idea circa uno scenario post Covid-19. Realmente non saprei. È la prima volta che succede una cosa del genere e non so cosa potrà accadere. Noi ci troviamo ora ancora nel mezzo di questa situazione, sono passati soltanto tre mesi e un sacco di cose sono cambiate nelle nostre vite. È incredibile quanto è successo! Io sono qui in ufficio da quasi tre mesi senza i miei viaggi di lavoro, una situazione che è la prima volta che accade da quando faccio questo lavoro. Così io sono ‘bloccato’ in ufficio e sviluppiamo un sacco di cose in modo digitale e ci sono domande per nuovi lavori e noi stiamo lavorando bene ai progetti via video e attraverso gli strumenti di comunicazione online. Noi siamo molto attrezzati in questo momento ma realmente non saprei dire che cosa potrebbe accadere dopo perché forse alcuni dei nostri clienti possono non esserci più, mentre altri restano ancora ma (potrebbero avere) un diverso comportamento (verso il mercato). Non è una cosa facile da prevedere. Ad oggi non posso dire nulla. Sembra tutto normale perché siamo abbastanza impegnati, noi siamo ancora in 32 persone che lavorano su tutti i tipi di progetti. È abbastanza ambizioso ma non so cosa succederà nel futuro. Personalmente, sono comunque ottimista e penso di doverlo essere ma in generale sto cercando di capire che cosa mi porterà il futuro. Forse alcuni dei cambiamenti si prevedono sul lungo periodo. Probabilmente ci prenderemo più cura del nostro ambiente, forse di prenderemo più cura delle persone accanto a noi. Questo potrebbe essere un effetto collaterale positivo, ma non posso prevedere che cosa farà il Governo (..). Speriamo di avere un posto per rilassarci, non lo sappiamo ancora, ma speriamo già (a partire) dal nostro incontro qui (……) (Speriamo) entro la fine dell’anno di avere il nostro sguardo su un tempo senza Coronavirus”

Guarda il video nell’originale inglese https://vimeo.com/423642112

Andreas Schulz, lighting designer

diventano come grandi scaffali a ripiani. Nel complesso, la regia dei differenti contenuti proposti coinvolge tutti i sensi dei visitatori, che vengono completamente assorbiti nella mostra dalla qualità dell’abbondanza di impressioni ricevute.

le forme del progetto

Doha. Qatar National Museum. Uno degli ambienti espositivi (courtesy: LICHT KUNST LICHT)

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Inchiesta

Italia – CANNATA & PARTNERS LIGHTING DESIGN COMMUNICATION, Benevento Filippo Cannata e Gianfranca Tremigliozzi fondano nel 1992 lo studio Cannata & Partners lighting design con base a Benevento. Lo studio possiede una solida esperienza n e ll a p ro g e tta zione della luce, avvalendosi di un

team internazionale di collaboratori tra architetti, ingegneri e grafici. Nel 2001 lo studio si evolve in quello attuale e nasce così Cannata & Partners Lighting Design Comunication, laboratorio di ricerca che approfondisce argomenti e contenuti correlati alla luce nell’architettura, alla sua evoluzione per mezzo della tecnologia e del design, alle sue manifestazioni in natura e utilizzo in ogni ambito professionale ed artistico. Un’officina di

idee che punta a creare un progetto di Luce come manifesto di Comunicazione che genera Emozioni ed esperienze Sensoriali affondando le sue radici nel territorio, nella storia e nelle tradizioni della cultura del Mediterraneo.

https://www.cannatalight.com/

Filippo Cannata, lighting designer e founder – Cannata & Partners Lighting Design Communication arch. Gianfranca Tremigliozzi – co-founder – Cannata & Partners Lighting Design Communication

Un esempio progettuale

Milano. De Castillia 23 – Gruppo Unipol Il desiderata espresso dal committente “Vogliamo rendere evidente l’orgoglio e il sostegno al nostro Paese anche nel nostro marchio e nel nostro quartier generale, che ora vivranno una edizione tricolore” si propone in questo progetto in piena coerenza all’impegno collettivo espresso nella frase “Insieme ce la faremo” rappresentata dal tricolore italiano come segno di speranza e di unione sociale. Rivedendo le immagini della sede Unipol abbiamo pensato che sia finalmente arrivato il momento di riflettere e soprattutto di agire pensando alla luce non solo come strumento tecnico ma soprattutto in quanto comuni-

le forme del progetto

Milano. De Castilla 23 – Gruppo Unipol (courtesy photo: Marco Garofalo per Urban Up|Unipol)

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cazione. In questa nuova visione del mondo post pandemia, dove l’immagine della nostra bandiera ci unisce in un senso di appartenenza di orgoglio e di società, la luce diventa uno strumento di straordinaria importanza per le nostre città,

per i nostri monumenti, per le nostre bellezze architettoniche e paesaggistiche che devono diventare amplificatori della nostra cultura nel mondo, una opportunità possibile solo con il supporto di professionisti lighting designer

Milano. De Castilla 23 – Gruppo Unipol

Committente: Gruppo Unipol Architetto: Massimo Roj, Progetto CMR Lighting Designer: Filippo Cannata


LUCE COME COMUNICAZIONE LIGHTING DESIGN PER UN’ECONOMIA DELLA CULTURA

“The reality we are living in is extremely new and paradoxical. This period lived not yet concluded (…) it gave me the opportunity to reflect on the delicacy of our business system. All the weaknesses of a system that seems to be disconnected from reality or better yet from the future have emerged. (…) This period gave us the opportunity through time to reflect on some important aspects of our profession. A reflection and at the same time a provocation I would like to make and that of a government strategy on the enhancement of Italy illuminating the masterpieces, the most beautiful monuments that we have and then communicate them to the rest of the world. (…) Shortly, an economy of culture through light. In Italy (…)

Guarda il video https://vimeo.com/423650996

it’s necessary to improve the communication of the lighting designer role on the market and increase market awareness on the importance of lighting project and the importance of using a professional lighting designer (…..) Still, interpreting light more and more as an important communication tool. (…) It came back to me one of our most recent works realized with Unipol, a building in Via de Castilla, Milan. (…) Seeing it illuminated in this period with the colors of our Italian flag in some ways made me rejoice because it’s has if the customer had taken possession of technology, understood the great power of light and had used the tool to communicate also in this moment a very important news (…)”.

le forme del progetto

Filippo Cannata, lighting designer

nuova ricchezza e dare il corretto valore alla luce (…) non capisco perché non dobbiamo avere (…) una visione comune di azione sul mercato. Ancora, interpretare la luce sempre più come un importante strumento di comunicazione. (…) Vedere i monumenti illuminati con la bandiera italiana ha fatto scattare in noi un senso di orgoglio, un senso di appartenenza, un senso di comunità, un senso di società. Bene, mi è ritornato alla mente subito uno dei nostri più recenti lavori realizzati con una delle più grandi compagnie di assicurazioni, Unipol, un edificio in Via de Castilla a Milano. (…) Abbiamo utilizzato delle tecnologie innovative, abbiamo programmato delle scene luminose in sincrono con le quattro fasi lunari, con attenzione all’inquinamento luminoso, con una scenografia per utilizzare la facciata di quell’edificio per comunicare all’esterno una serie di eventi che sarebbe stato possibile vivere all’interno. Vederlo in questo periodo illuminato con la bandiera italiana, per certi versi mi ha fatto gioire perché è come se il cliente si fosse impossessato della tecnologia, avesse compreso il grande potere della luce e avesse sfruttato lo strumento per comunicare anch’egli in questo momento preciso una notizia importantissima. (…) Credo che oggi più che mai si debba pensare alla luce come reale strumento di comunicazione: non solo quindi dare una risposta tecnica e progettuale ma pensare all’enorme valore e potenziale che la luce ha nel rispondere, nel relazionarsi con il cliente e con il mercato”.

LA TESTIMONIANZA VIDEO

“La realtà che stiamo affrontando è quanto mai inedita e paradossale. Questo periodo vissuto non ancora concluso (…) mi ha dato l’opportunità di riflettere sulla delicatezza del nostro sistema economico imprenditoriale. Sono emerse tutte le debolezze di un sistema che sembra essere scollegato dalla realtà o meglio ancora dal futuro. (…) Questo periodo ci ha dato l’opportunità attraverso il tempo di riflettere su alcuni aspetti importanti della nostra professione. Una riflessione e al tempo stesso una provocazione vorrei fare ed è quella di una strategia governativa sulla valorizzazione del paese Italia illuminando i capolavori, i monumenti più belli che abbiamo in modo esemplare e poi comunicarli al resto del mondo. (…) Insomma, un’economia della cultura attraverso la luce. (…) In Italia (…) occorre migliorare la comunicazione del lighting designer sul mercato e aumentare la consapevolezza del mercato dell’importanza del progetto di illuminazione e dell’importanza di avvalersi di un professionista della luce, quindi di un lighting designer. Ancora, dare dignità alla nostra professione attraverso un riconoscimento ufficiale del lighting designer. (…) Credo che le aziende produttrici di corpi illuminanti debbano rivedere il loro modello di business e pensare che forse è arrivato il momento di lavorare di più in rete per creare una

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Inchiesta

Danimarca – JESPER KONGSHAUG LIGHTING DESIGN, Copenhagen Jesper Kongshaug è un lighting designer premiato con numerosi riconoscimenti internazionali che lavora negli ambiti dell’architettura e dell’arte, considerato come uno dei più radicali e innovativi progettisti nell’ambito del lighting. Kongshaug ha sviluppato e fornisce consulenza sull’illuminazione architettonica per

una serie di importanti studi di architettura, come BIG – Bjarke Ingels Group, 3XN, Dorte Mandrup e Henning Larsen Architects. La luce è cruciale per come percepiamo uno spazio o un edificio. La luce non influenza solo l’ambiente circostante e il clima, ma ha anche un impatto sulle nostre emozioni e sul nostro comportamento – sia a livello conscio che inconscio. La creazione di un design illuminotecnico con un con-

cetto forte aggiunge qualità ed atmosfera agli spazi con cui interagiamo. Una luce giusta attrae e accoglie le persone, mentre la luce sbagliata indebolisce la narrazione e può generare insicurezza.

http://www.jesperkongshaug.com/

Jesper Kongshaug (courtesy: Jesper Kongshaug Lighting Design)

Un esempio progettuale

Losanna – Svizzera. Olympic House Headquarter

le forme del progetto

Losanna. Olympic House Headquarter (courtesy photo: Jesper Kongshaug Lighting Design)

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Un forte impegno per la sostenibilità, compresa la messa in evidenza della qualità del progetto di illuminazione, per i livelli di comfort e di risparmio energetico, sono state le priorità seguite per creare la soluzione di lighting adatta per il Comitato Internazionale Olimpico per il suo nuovo headquarter a

Losanna, in Svizzera, progettato da 3XN architects. L’Olympic House ha ricevuto tre delle più rigorose certificazioni per l’edilizia sostenibile che la rendono una delle costruzioni più sostenibili al mondo, fra le quali la LEED Platinum, il più alto livello della certificazione previsto dallo


IL VALORE TECNICO DELLA SOSTENIBILITÀ GESTIRE LA LUCE IN MODO INDIVIDUALE

il più alto punteggio (93) di qualsiasi altro nuovo progetto di edificio certificato con LEED v4 in quel periodo. L’edificio è stato realizzato in stretta collaborazione con il progettista lighting designer Jesper Kongshaug – che ha sviluppato le soluzioni di illuminazione adottate che

Jesper Kongshaug, lighting designer

Guarda il video nell’originale inglese https://vimeo.com/423664844

avrebbero potuto soddisfare i nuovi criteri richiesti dalla certificazione LEED v4 e stabilire un nuovo standard per il controllo dell’abbagliamento per il mercato europeo, diventato successivamente un prodotto standard.

le forme del progetto

standard internazionale LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) Green Building Programme. In conformità con quanto previsto dal U.S. Green Building Council (USGBC), l’organizzazione che ha sviluppato e coordina la certificazione LEED, l’Olympic House ha ricevuto

LA TESTIMONIANZA VIDEO

“Grazie per questa tua richiesta, è molto interessante. Mi chiamo Jesper Kongshaus e dopo aver pensato a questo tema ho deciso di parlarti del lavoro sviluppato per la nuova Olympic House, il nuovo quartier generale del Comitato Olimpico a Losanna, in Svizzera. Noi abbiamo realizzato il lighting design per quell’edificio che aveva in primo luogo un concept innovativo e sostenibile, e che poi doveva essere una soluzione realmente flessibile nell’utilizzo negli spazi uffici, enormi spazi di lavoro, e per tutte le aree comuni di relazione. E che fosse flessibile nell’uso e nel posizionamento dei mobili e così via. Ci siamo attenuti ai requisiti progettuali richiesti da LEED (Leadership in Energy and Environmental Design specifications – versione 4) che è un sistema completo per creare un buon ambiente illuminato per le persone che devono lavorare al suo interno, oltre che dare indicazioni su come sfruttare al meglio l’energia e offrire alta qualità di illuminazione, creando spazi individuali che forniscono una sensazione di comfort personale anche se ci si trova in grandi spazi. Questo è un perfetto esempio di come sarà il futuro, e prima di tutto da parte delle persone, che vorranno avere livelli di comfort personali e individuali, gestire controlli locali, e anche lo stesso controllo dell’edificio ed il sistema di gestione dovrà essere in grado di adattare l’intensità luminosa in base all’utilizzo richiesto. Per questo progetto abbiamo anche sviluppato una soluzione di lighting che è una modifica dell’apparecchio di illuminazione, che permette di avere una luce del tutto priva di abbagliamenti su un angolo di emissione di 45°, oltre che un ridotto consumo di energia con un elevato indice di resa cromatica, ed è stato complesso fare questo all’interno di “Minergie” (standard di qualità svizzero per edifici a ridotto consumo energetico), uno standard che prevede il carico totale di energia elettrica connesso, dal momento che non potevamo collegare tutte le lampade solo in attesa del segnale di controllo. Noi dovevamo avere un bilanciamento ottimale fra il carico connesso e l’uso della potenza elettrica. Così fornendo questo sistema e fornendo lampada e controllo individuali che dispongono di una funzione timer da tavolo noi combiniamo l’individualità e anche la flessibilità di utilizzo degli spazi, rendendo il sistema sostenibile. Per questo abbiamo conseguito il LEED Platinum Award per questo edificio, e soltanto altri due edifici nel mondo lo hanno vinto”

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Inchiesta

Russia – LiDS LIGHTING DESIGN STUDIO, Mosca LiDS Lighting Design Studio è stato fondato a Mosca nel 2011 dal lighting designer Sergei Sizy. Lo studio opera su numerosi progetti in Russia e in tutto il mondo, sia negli ambiti dell’exterior come nell’Interior lighting. I progetti includono quindi l’illuminazione urbana, la realizzazione di Masterplan, progetti in ambito architetturale o di illuminazione

del paesaggio. Nell’ambito dell’Interior lighting, lo Studio opera nell’ambito dell’illuminazione di spazi pubblici e commerciali, quali uffici, negozi, ristoranti, alberghi. LiDS Lighting Design Studio si occupa anche dell’organizzazione dei più importanti festival della luce oltre che di altri eventi pubblici. Sul piano dell’impostazione, Sergei Sizy fa riferimento ad un concept di progettazione di tipo emozionale che prende in considerazione non soltanto gli

aspetti funzionali, ma anche l’esperienza percettiva degli utilizzatori, i loro sentimenti ed emozioni. Lo Studio gestisce anche una scuola di illuminazione nella quale si incontrano professionisti esperti che condividono le loro esperienze.

https://www.lidstudio.org/

Sergei Sizy, lighting designer - founder (courtesy: LiDS Lighting Design Studio)

Un esempio progettuale

Palekh – Landscape lighting project

le forme del progetto

Il progetto di illuminazione del paesaggio realizzato nel 2018 per la città di Palekh, nella regione di Ivanovo, per l’area urbana con la piazza ubica-

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ta sulla Lenin street, propone nel suo concept progettuale un’associazione alla pittura tradizionale laccata a mano che presenta tonalità oro su sfondo

nero e verde. Questo concetto, tradotto nel reale, è un buon esempio di come la luce può risolvere non soltanto compiti di sicurezza e comfort, ma

anche servire come strumento per creare una varietà di emozioni e rimandi nelle percezioni dell’utente.


LUCE COME CODICE E CULTURA VISIVA DELLA NOSTRA SICUREZZA crediamo che con l’aiuto del lighting designer noi possiamo creare città che saranno sicure e la cui sicurezza sarà comprensibile per le persone. Dove le persone possono percepire ciò che esse conoscono, dove sanno quanto stanno facendo, dove sanno in quale direzione si stanno muovendo e più di ogni altra cosa dove sanno quale sia un luogo sicuro dove stare”

LA TESTIMONIANZA VIDEO

“Mi chiamo Ksenia Kononenko e rappresento qui Sergei Sizy e il LiDS Lighting Design Studio con sede a Mosca, Russia. Il lighting design è più importante che mai in questi giorni nel mondo e ora è arrivato il momento nel quale tutta la filiera del progetto ha necessità di convergere sui contenuti innovativi e sulle tecniche che possano aiutarci a salvare il pianeta e anche aggiungere un po’ di bellezza al nostro mondo. Come la luce rossa, verde e gialla ha salvato e sta salvando e proteggendo i pedoni quando attraversano le strade, ora il lighting design può aiutare le persone a mantenere il distanziamento sociale e restare protette, a restare in zone protette e non muoversi verso aree urbane per loro pericolose. Prima utilizzavamo metodologie diverse mentre ora dobbiamo cambiare il nostro approccio perché se prima abbiamo realizzato luoghi più più attrattivi e funzionali, al giorno d’oggi la prima cosa alla quale dobbiamo pensare è la sicurezza. Nel nostro Studio stiamo provando a trovare nuove idee in tal senso e a sviluppare metodologie e tecnologie per farlo. Per esempio, invece di utilizzare un’illuminazione uniforme che illumina l’intera area per renderla sicura per le persone noi stiamo pensando di illuminare ed evidenziare le aree sicure e tenere invece le aree pericolose al buio. Tutti noi sappiamo che la luce (è un messaggio che) viaggia più velocemente del suono ed è più semplice qualche volta seguire la luce che prestare attenzione a delle istruzioni vocali. Prestare attenzione alla luce come prima cosa, perché noi

Ksenia Kononenko - lighting designer

Guarda il video nell’originale inglese https://vimeo.com/423959845

le forme del progetto

Palekh. Un’immagine del progetto di landscape lighting. A destra, un interno del Business centre Pavlovsky (courtesy photo: LiDS Lighting Design Studio)

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Laboratorio & Università

Landscape lighting

Il progetto d’illuminazione del paesaggio negli atenei italiani Il tema del landscape design è molto vasto, comprende il progetto del paesaggio, dei giardini, delle grandi aree urbane, ed è studiato ed analizzato con diverse modalità in quasi tutti gli atenei italiani, infatti solo i master dedicati sono più di dieci. Lo studio dell’illuminazione, nello specifico, è invece affrontato spesso in relazione alle altre discipline, come complemento imprescindibile per lo sviluppo completo di una proposta progettuale

le forme del progetto

A Venezia, il Master di II livello in architettura del paesaggio e del giardino dello IUAV, (www.masterpaesaggiogiardino.it/), responsabile scientifico Andrés Holguín, avvalendosi dell’esperienza pluriennale maturata dall’Università IUAV di Venezia nell’ambito della Laurea specialistica in Paesaggio, si propone di fornire gli strumenti tecnici e metodologici inerenti la progettazione nell’ambito del paesaggio e del giardino, orientata sia ai contesti storici che contemporanei. Il master è composto da quattro moduli: primo modulo, paesaggio, tecniche e strumenti; secondo modulo, giardino, storia e progetto; terzo modulo, dedicato al progetto contemporaneo ed infine il quarto modulo prevede il tirocinio e la tesi. All’interno del primo modulo, quello di supporto tecnico, è inserito il tema del landscape lighting in forma di conferenze ed incontri con professionisti di eccellenza, come negli anni Rogier Narboni e Pietro Palladino che hanno contribuito con la loro esperienza ad arricchire di contenuti fon-

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di Sara Berta*

danti il percorso di apprendimento di un progetto così articolato, come quello del paesaggio. Nei progetti degli studenti per il laboratorio sull’Isola della Certosa, con il supporto di Rogier Narboni, l’illuminazione è stata parte del progetto finale, definendo i diversi livelli di percezione degli interventi. Il tema sviluppato sulla luce, molto contemporaneo ed innovativo, è stato quello della riduzione della luce e della sua assenza. Come l’uso sempre minore dell’acqua rappresenta nel progetto contemporaneo una poetica nuova, che risponde alla scarsità di risorse del territorio ed alla necessità di un minor impatto ambientale, così la riduzione della luce e addirittura la sua assenza creano una nuova visione dei luoghi, facendo diventare le normative sull’inquinamento luminoso ed il risparmio energetico una nuova possibilità espressiva e non più meri vincoli progettuali. Infatti, nel progetto per l’Isola La Certosa a Venezia, l’illuminazione funzionale della zona d’approdo

Venezia. Master di II livello in architettura del paesaggio e del giardino dello IUAV (cortesia: IUAV)

dei traghetti lascia spazio ad una riduzione dell’intensità della luce verso l’interno fino a scomparire nel centro dell’isola, come a sottolineare la visione sempre meno pubblica e sempre più intima dei luoghi. Le immagini dei lavori sono degli studenti Eleonora Capriotti, Roberto Fulciniti, Ilaria Odoguardi, Giuliana Vallone. Final jury:


Venezia. Master di II livello in architettura del paesaggio e del giardino dello IUAV (cortesia: IUAV)

A Roma, l’Associazione Culturale ”architetto Simonetta Bastelli” da gennaio 2017, ogni anno, istituisce un Master di II livello in “Landscape Design - Master in Progettazione Del Paesaggio – PDP” (www.simonettabastelli.com/master) insieme a CURSA (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente), organismo di diritto pubblico riconosciuto dal MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, tra le università del Molise, della Tuscia di Viterbo e di Ferrara. Il Master è gestito da quest’ultimo con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (AIAPP) e dell’Associazione Costruttori Edili di Roma e Provincia (ACER). Si svolge prevalentemente a Roma, presso la sede

del Cursa; ma con possibilità di altre sedi italiane e straniere. Il Master è strutturato come “laboratorio intensivo” e risponde alla richiesta attuale sempre più elevata di esperti in grado di operare, progettare e gestire il progetto di paesaggio, sia in ambito pubblico che privato, attraverso la redazione di elaborati specifici, che a diverse scale approfondiscano metodologie progettuali e modalità di rappresentazione dell’idea e del progetto di paesaggio, in tutte le sue fasi, sino a quella esecutiva. Il programma prevede lezioni frontali, laboratori progettuali ed interventi di paesaggisti ed esperti riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale. All’interno delle diverse discipline il laboratorio “Luce nel paesaggio”, curato dalla prof.ssa arch. Donatella Pino, si occupa di sviluppare il tema del progetto di luce dalle basi fondanti dello studio della “grammatica” del lighting design, e quindi le basi tecnico-teoriche, fino allo sviluppo

Roma. Master di II livello in “Landscape Design - Master in Progettazione Del Paesaggio – PDP”. Una tavola con il lavoro di Maria Teresa Tomassetti e sotto di Margherita Capitani (cortesia: Associazione Culturale “arch. Simonetta Bastelli”)

di un concept e di un progetto esecutivo, legato ad un lavoro di progettazione oppure ad un case history specifico assegnato. Gli studenti frequentano prima delle lezioni strutturate in due parti, una teorica, l’altra di confronto con progetti realizzati, in modo da acquisire gli strumenti funzionali e poetici dell’argomento, e contemporaneamente capirne le applicazioni reali; poi nella fase progettuale si segue lo sviluppo di un progetto fino ad un elaborato esecutivo (quest’anno dedicato al tema del paesaggio di Ripalvella, San Venanzo (TR), un lavoro commissionato all’Associazione stessa e quindi occasione unica di confronto per gli studenti con una significativa esperienza lavorativa). Le immagini dei lavori sono una selezione fra quelle dei progetti degli studenti Giulio Bernardini, Margherita Capitani, Ilaria Gnesivo, Maria Teresa Tomassetti, Valeria Troisi.

*arch. Sara Berta Borzelli & Berta Architetti, Roma

le forme del progetto

Henri Bava (Agence TER), Mariapia Cunico, Enrico Fontanari, Andrés Holguín, Luigi Latini, Daniela Moderini, Giuseppe Rallo, Alberto Sonino.

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ExteriorDesign&Landscape

Copenhagen - Copenhill

Un termovalorizzatore verde per sciare in città

Copenhagen. L’edificio di CopenHill (cortesia: iGuzzini) (photo: Tomas Majewski)

A Copenhagen la collina dello sci è un termovalorizzatore a emissioni zero: si tratta di CopenHill, noto anche come Amager Bakke. Situato sull’isola di Amager, collocata tra la terraferma e la vicina Malmö, è una meta molto frequentata dagli amanti dello sport e della natura di Giordana Arcesilai*

le forme del progetto

* arch. Giordana Arcesilai, lighting designer - Bologna

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Con un progetto unico al mondo, firmato da BIG Bjarke Ingels Group e da SLA Landscape Architects, il termovalorizzatore Copenhill di Copenhagen scrive una pagina importante nella storia della tecnologia applicata alla sostenibilità, al design e alla cultura sportiva. Questo progetto, esito di un concorso internazionale del 2011 per sostituire il vecchio e superato inceneritore attivo da oltre 40 anni, ha trasformato l’edificio in un parco urbano che diventa espressione di un concept che sarebbe rimasto da quel momento invisibile. Si tratta infatti di un termovalorizzatore su un’area totale di 41.000 m2 talmente “pulito” da

poter ospitare attività all’aria aperta sotto la sua ciminiera. La città di Copenaghen, sempre attenta all’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici, ambisce a diventare la prima città al mondo ad emissioni zero entro il 2025 e questo impianto waste-toenergy di ultima generazione è fra i più avanzati al mondo ed è stato progettato dagli ingegneri di Ramboll, assicurando elevata efficienza e minime emissioni. Copenhill produce calore per scaldare l’acqua, ed elettricità, che viene immessa nella rete. Inoltre percentuali del 15% - 20% dei rifiuti inceneriti vengono ulteriormente utilizzati per la costruzione di strade.


L’edificio che diventa un paesaggio urbano Quello che rende assolutamente innovativo questo impianto è la sua copertura verde, costituita da una discesa lunga circa 600 m che, partendo da un’altezza di 85 metri, arriva a livello del terreno disegnando una sorta di U. Gli architetti del paesaggio di SLA Architects hanno infatti riprodotto una parte di montagna con il pendio, la terra, l’erba, le rocce, gli alberi e piccoli arbusti, fra i quali è possibile praticare diversi sport in tutte le stagioni: sci, hiking, corsa in salita e passeggiate, ma anche arrampicata all’aperto sulla parete attrezzata realizzata su

una porzione dell’involucro esterno. La pista da sci che occupa gran parte della discesa ha tre percorsi con differenti gradi di difficoltà ed è servita da due impianti di risalita utilizzabili tutto l’anno, poiché il manto sintetico con cui è ricoperta permette di sciare anche senza neve. La cima dell’edificio ospita anche una terrazza panoramica e un caffè che lo rendono una meta per passare piacevolmente del tempo anche non praticando sport. Nella parte inferiore della pista da sci, un bar après-ski di 600 m2 accoglie gente del posto e visitatori a rilassarsi dopo aver tolto gli scarponi. Questo nuovo elemento urbano è ubicato

sul lungomare industriale di Amager, dove le strutture industriali non trasformate sono diventate il luogo per sport estremi dal wakeboard alle gare di go-kart. Durante il giorno, la luce naturale penetra all’interno dell’involucro traforato del termovalorizzatore, costituito da elementi rettangolari in acciaio inox alti 1,2 m e larghi 3,3 m, che ricoprono il volume dell’edificio e che si ispirano sul piano formale al design dei macchinari che dovevano essere presenti al suo interno. Nei lunghi periodi di buio l’illuminazione artificiale ha lo scopo di rendere perfettamente riconoscibile l’edificio nel paesaggio.

le forme del progetto

Copenhagen. Il complesso di CopenHill in una vista diurna dall’alto (cortesia: BIG – Bjarke Ingels Group) (photo: Rasmus Hjortshoj)

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ExteriorDesign&Landscape

Copenhagen. CopenHill. Tra il verde delle piante, la pista da sci in un’immagine diurna (cortesia foto: SLA Landscape Architects)

All’interno del termovalorizzatore di CopenHill forni ronzanti, vapore e turbine trasformano ogni anno 440.000 tonnellate di rifiuti in sufficiente energia pulita per fornire elettricità e teleriscaldamento per 150.000 case. Le esigenze della centrale elettrica di completare questo compito, dalle prese di ventilazione alle prese d’aria, aiutano a rappresentare in questo edificio la variegata topografia di una montagna: un paesaggio creato dall’uomo mettendo insieme le necessità quotidiane che si svolgono di sotto al suo

le forme del progetto

Copenhagen. L’edificio di CopenHill con una delle piste di sci (cortesia: iGuzzini) (photo: Tomas Majewski)

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(cortesia: iGuzzini) (photo: Tomas Majewski)

COPENHAGEN. COPENHILL Anno: 2019 Committente: The Amager Bakke Foundation

https://www.a-r-c.dk/welcome-toarc/contact/copenhill

Progetto architettonico: BIG – Bjarke Ingels Group

https://big.dk

Il lighting design Il progetto di lighting è ad opera dei lighting designer Silla Herbst e Je sper Kongshaug dello studio Jesper Kongshaug Lighting Design di Copenhagen. Un’architettura innovativa ha richiesto un progetto fortemente innovativo anche sul piano del lighting. Al centro del concept sviluppato per questo progetto vi è la fonte di illuminazione primaria: la ciminiera, segnale urbano di giorno e di notte. La pista da sci è in alcuni punti ripida, con una pendenza vicino ai 30 gradi e l’illuminazione guida gli sciatori nel loro percorso consentendo al tempo stesso la vista della città e del lungomare.

Architettura del paesaggio: SLA Landscape Architects – Copenhagen

https://www.sla.dk

Consulting Engineer: Moe A / S Lighting design: Jesper Kongshaug LightingDesign - Copenhagen

http://www.jesperkongshaug.com/

Installatore elettrico: Ibsen El-Anlæg A / S Impianti: Ramboll

https://ramboll.com/

Contractor: Züblin A / S Area: 17.000 m2 Apparecchi di illuminazione: iGuzzini – per la pista da sci: ‘Platea Pro’ – tc 4000 K, LED, DALI; per le altre aree verdi: ‘Miniwoody’ su paletto, tc 3000 K, LED, DALI

le forme del progetto

interno con i desideri e le aspirazioni ludiche fuori al di sopra. Dieci piani di spazio amministrativo sono occupati dagli uffici aziendali del team di ARC – I/S Amager Ressourcecenter, oltre ad un centro educativo di 600 m2 per visite accademiche, seminari e conferenze sulla sostenibilità.

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ExteriorDesign&Landscape le forme del progetto

Copenhagen. CopenHill in una vista zenitale dal drone (cortesia: BIG – Bjarke Ingels Group) (photo: Rasmus Hjortshoj)

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Copenhagen. CopenHill . Un’altra vista notturna della pista da sci (cortesia: iGuzzini) (photo: Tomas Majewski)

posizionati per distribuire in modo uniforme la luce in tutta l’area della pista da sci: a differenza della classica illuminazione a bordo pista, la luce invece qui “segue” lo sciatore. Gli apparecchi posizionati lateralmente avrebbero infatti causato abbagliamento precludendo la visione della città e del lungomare mentre la luce posteriore offre buone condizioni agli sciatori per orientarsi. Gli sciatori esperti si orientano da 20 a 50 m in avanti sulle piste verso il basso e hanno una velocità maggiore rispetto a quelli meno esperti e la soluzione adottata non genera fastidiose ombre portate, poiché sono diverse le macchie di luce di 7,2 m lungo il percorso che si sovrappongono sull’area illuminata. In questo modo si evitano le ombre scure degli sciatori. L’altezza della ciminiera inoltre fa sì che gli apparecchi di illuminazione non generino ombre superiori ai 9 m in qualsiasi punto di questo primo tratto.

L’area inferiore con la pista principianti è caratterizzata dal fatto che la luce in quest’area arriva prevalentemente dagli apparecchi posizionati lungo il bordo superiore della facciata. Questo tipo di illuminazione genera ombre minime in zona, dove i principali utenti si orientano prevalentemente restando nell’area circostante. Il livello d’illuminamento è qui leggermente più alto che in quello della pista superiore, essendo frequentata da un numero maggiore di sciatori e meno esperti. I proiettori utilizzati, disposti a gruppi di 5 e installati sulla copertura dell’edificio (con un mix di ottiche diverse, a 4°,12° e a 28°, con schermi antiabbagliamento, e sistemi di aggancio realizzati appositamente) hanno reso possibile un’illuminazione omogenea delle piste offrendo a tutti gli utenti la massima leggibilità dei percorsi. le forme del progetto

La pista da sci è divisa in tre zone con la pista nera/rossa per i sciatori esperti in alto e la pista blu / verde per principianti al centro e nella parte inferiore della pista. L’illuminazione sulla parte superiore della pista da sci proviene da un’altezza di 200 m, nel punto più alto lungo il bordo superiore della ciminiera, un’ambiziosa sfida tecnica. Gli apparecchi utilizzati (proiettori “Platea Pro” di iGuzzini – design: P. Castiglioni e M. Cucinella) sono direzionali per cui non percepibili da lontano e con un fascio di emissione molto stretto, con ottica di precisione. Fra i prerequisiti di progetto, era inoltre fondamentale che l’illuminazione non creasse un senso di abbagliamento per gli sciatori e gli escursionisti sulla pista da sci /collina, o generasse interferenze con il traffico aereo da e verso l’aeroporto di Copenaghen. Per questi motivi, gli apparecchi sono stati

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ExteriorDesign&Landscape

CopenHill: per chi ama lo sci e anche per chi vuole fare piccole escurisioni a piedi (cortesia: BIG – Bjarke Ingels Group) (photo: Rasmus Hjortshoj – Laurian Ghinitoiu)

Per quanto riguarda le scelte effettuate con riferimento all’area verde ricreativa i lighting designer hanno preferito un livello di illuminamento più basso e focalizzato sulla valorizzazione della vegetazione che caratterizza fortemente quest’area. In questo modo lungo i sentieri che permettono di arrivare anche passeggiando sulla sommità dell’edificio la luce è meno diffusa con accenti sul verde: piccoli spot su paletti sono l’unica sorgente diretta nell’area lungo la parte superiore della pista da sci, pensati per evidenziare il variare delle stagioni (in questo caso, sono stati utilizzzati proiettori ‘Miniwoody’, iGuzzini, con ottica flood a 40° e applicati su pali speciali, installati con controcasse che ne hanno permesso l’adattamento all’ inclinazione della collina). In caso di emergenza il livello d’illuminamento scende al 10%, innescato dalla sala di comando. Tutte le attività sciistiche vengono fermate evitando in questo modo la collisione tra sciatori e altri utenti su slittino o moto. Sono state inoltre installate scale di emergenza con illuminazione nei corrimano sul lato opposto del sistema di risalita.

https://www.copenhill.dk/en

le forme del progetto

https://youtu.be/kdWsEj25dqE

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InteriorDesign

Showcase

Bari. Spazio Archimake

Sinergie creative per architettura, luce, arte e design Lo spazio contenitore di questa interessante sinergia in cui molteplici sono le possibilità di interazione è un luminoso open space nel centro di Bari: un ambiente espositivo altamente tecnologico, concepito ad hoc per valorizzare le opere di architetti, designer, artisti e aziende

le forme del progetto

di Giordana Arcesilai*

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* arch. Giordana Arcesilai, lighting designer - Bologna


Bari. Archimake. A destra nell’immagine, l’elemento lineare che corre sopra le scrivanie e che supporta le soluzioni di illuminazione (cortesia foto: Valentina Misceo)

Bari. Archimake. La sala meeting (cortesia foto: Valentina Misceo)

d’uomo e le altre forme di linguaggio con interscambi multidisciplinari. Archimake è quindi un network di professionisti (architetti, designer, artisti) maestranze e aziende referenti in un ambiente inclusivo, con molteplici possibilità di interazione e di crescita, in un coworking di figure fra loro complementari. Uno spazio flessibile e in continua trasformazione pensato per la gestione totale di un progetto nella sua completezza, in ambienti studiati ad hoc nell’articolazione degli arredi sul piano dell’Interior Design e del progetto di illuminazione.

La struttura architettonica e le scelte dell’Interior Design Lo spazio si sviluppa su 140m2 interni e 60 m2 esterni e nasce dalla ristrutturazione di un esercizio commerciale ubicato su piano strada e situato in posizione strategica a livello urbano. Si compone di un open space per 12 postazioni di lavoro e zona espositiva, di una sala meeting di 25m2, un archivio, una zona pausa con angolo ristoro, oltre ad una zona tecnica e i servizi. A completare lo spazio, l’importante presenza all’esterno di una corte giardino di 60m2. le forme del progetto

Archimake nasce dall’idea dei due soci fondatori, gli architetti Sebastiano Canzano e Francesco Marella, di creare uno spazio fisico trasparente e visibile dove architettura, arte e design potessero coesistere sinergicamente e dove esaltare la dinamicità delle relazioni e le connessioni della community che ne supporta e condivide i principi fondativi. Uno spazio open source caratterizzato da un work in progress dinamico, che si plasma attraverso l’apporto di nuove idee e competenze. Un luogo dove favorire il confronto e lo scambio tra l’architettura a misura

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InteriorDesign

Questo luogo di lavoro è al tempo stesso anche un laboratorio che mostra ai clienti finiture e materiali: le pareti ad esempio sono montate con sistema a secco in cartongesso con effetto cemento realizzato in opera (Knauf). Gli arredi sono invece su misura in multistrato laminato bianco. L’elemento di arredo della panca contenitiva è in pannelli di osb, in quanto non si è voluta privilegiare nessuna essenza in particolare. Fortemente caratterizzante per la restituzione della percezione della lunghezza dello spazio è la presenza di una fascia in legno artigianale retroilluminata che nasconde l’illuminazione per le scrivanie e l’illuminazione indiretta delle opere e delle foto sulla parete, oltre a supportare l’utilizzo di lampade ‘Tolomeo’ (Artemide) e di prese varie. Alcune pareti sono rivestite con piastrelle in ceramica (Fuggo 01 e Fuggo 02, di Fittile Ceramica incontro), progettate dagli stessi architetti dello studio, vincitori dell’ADI design Award all’ultima edzione del Cersaie di Bologna. Il pavimento in gres porcellanato è caratterizzato da grandi piastrelle di dimensione 120x120 a effetto cemento e sulle pareti è stata ugualmente utilizzata una tinta con una finitura a effetto cemento. Il lighting design In Archimake la luce è posta a servizio dello spazio, calibrata, ma mai protagonista assoluta, a sottolineare forme, linee e funzioni. Il lungo segno illuminato in controluce a parete di cui abbiamo già accennato sopra che restituisce il senso della profondità dello spazio, presenta un triplice ruolo sul piano del progetto di illuminazione:

le forme del progetto

1) illuminare le scrivanie verso il basso (tramite stripLED con tc 3000 K e potenza di 19,9 W/m fissa, di Elcom) 2) illuminare verso l’alto a radenza le opere e le foto esposte (anche in questo caso con stripLED di Elcom, temperatura colore

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Un altro dettaglio dell’elemento lineare a parete e dell’effetto di illuminazione prodotto sul muro e sulle scrivanie (cortesia foto: Valentina Misceo)


3000 K, potenza di 19,9 W/m dimmerabile e gestita in domotica). 3) offrire un supporto per illuminare in modo puntuale il piano di lavoro delle scrivanie (con lampade a braccio ‘Tolomeo’, di Artemide, gestibili in domotica con sistema Philips Hue e dimmerabili RGB e bianco dinamico). Anche nella veletta a plafone sono stati inseriti profili con stripLED (tc 3000 K e potenza di 19,9 W/m dimmerabili, di Elcom, gestiti in domotica). Il soffitto ribassato ospita invece proiettori spot da incasso (‘Spy’, con ottiche a 33° come angolo di emissione, 3000 K, di Deltalight). Lateralmente, la presenza di un telo termoteso in PVC spezza visivamente la lunghezza dello spazio creando un finto lucernario con una porzione di parete sottostante (altezza totale di 4,80 m).

ARCHIMAKE - SPAZIO DI COWORKING Dove: Bari Committente: Archimake Progettazione architettonica e Interior Design: arch. Sebastiano Canzano, arch. Francesco Marella Collaboratori: arch. Valentina Misceo; arch. Alessia Macrì (Product Design) Consulenza per il Lighting Design: Talamona Agenti associati Gestione domotica: Etek Apparecchi di illuminazione: Artemide, Deltalight, Elcom, Simes, Flos Fornitura rivestimenti: Barili Fotografie: Valentina Misceo

Ceramica italiana. Tutte le forme dell'avanguardia*. * essere all’avanguardia: anticipare (o precorrere) i tempi. treccani

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le forme del progetto

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InteriorDesign

Bari. Archimake. Dettaglio del soffitto ribassato con alcuni dei proiettori spot ad incasso (cortesia foto: Valentina Misceo)

All’interno, l’illuminazione è stata qui ancora una volta realizzata con stripLED (con tc 3000 K e potenza di 19W/m di Elcom dimmerabili e gestite in domotica e in versione RGB, con potenza di 10,5 W/m, gestibili con controller remoto). A plafone nell’area di ingresso e nella zona esposizione, è stata invece prevista la presenza di un sistema a binario con proiettori spot orientabili (‘Spy’ di Deltalight, ottica 33°, tc 3000 K su binario Deltalight M35). Nella sala meeting il progetto di illuminazione ha previsto l’inserimento dell’intramontabile lampada da terra ‘Arco’ di Flos, equipaggiata con sorgente a luce LED Philips Hue gestibile da smartphone e di alcuni apparecchi downlight (‘Deep Ringo’, di Deltalight, ottica 33° e tc 3000K, gestibili in domotica). Il sistema di gestione All’interno dello spazio Archimake, è stato utilizzato un controller multistandard (Control4), in grado di interfacciarsi con i principali protocolli a livello mondiale (quali KNX – Bacnet - DALI - Modbus - Zigbee), oltre che con sistemi proprietari (quali SCS di Bticino, By-me di VIMAR, Philips HUE), rendendo possibili infinite programmazioni di scenari per le diverse necessità e capace di controllare illuminazione, automazione, termoregolazione, videocitofonia, gestione energia e audiovideo. Nello specifico, per gli spazi di Archimake

le forme del progetto

Bari. Archimake. La zona esposizione. Qui l’illuminazione ha previsto la presenza di un sistema a binario con proiettori spot orientabili (cortesia foto: Valentina Misceo)

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la supervisione di Control4 è stata implementata per il controllo luci del sistema MyHome di Bticino (protocollo SCS), di Philips HUE e DALI. L’esigenza operativa, richiesta all’azienda Etek srl, partner di Archimake, era quella di rendere autonomi tutti i coworker alla gestione in locale tramite touch screen su scenari predefiniti e consentire ai gestori dello spazio il controllo da remoto trami-

te smartphone, tablet e PC. Il controller multistandard utilizzato si interfaccia completamente per le funzioni dei differenti componenti gestiti su smartphone, tablet e TVC.

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KeyLight

Summertime. Un frame con la protagonista Summer (courtesy: ©NETFLIX)

Luce e Cinema

Summertime. La luce della giovinezza i rapporti fra la luce e le tecniche di illuminazione sul set e l’immagine cinematografica. Nella rubrica il lettore di LUCE E DESIGN troverà interessanti schede dedicate ogni volta ai set di opere cinematografiche premiate e/o al lavoro dei più importanti Direttori della Fotografia, con un’intervista

Ispirata al libro “Tre metri sopra il cielo” di Federico Moccia, la serie Summertime, prodotta da Cattleya per Netflix Original, integra progetti italiani di grande successo come Suburra e Baby ed è seguita in 190 Paesi. Il target è lo stesso del libro, quello che prende il nome di Young Adult (YA), una narrativa che nasce per gli adolescenti ma di fatto propone un modo di raccontare seguito un po’ da tutti.

al DoP ed un suo approfondimento sull’immagine e le scelte per la luce adottate

di Stefano Di Leo* a cura di Alessandro Bernabucci* *Stefano Di Leo - Teaching supervisor Shot Academy - a cura di Alessandro Bernabucci Education manager Shot Academy

Il plot della storia Summer (interpretata da Rebecca Coco Edogamhe) è una ragazza dal carattere indipendente e solitario, determinata e responsabile, che odia l’estate e lavora per mettere da parte qualche soldo nella speranza di poter prendere il volo e lasciare per sempre la riviera romagnola. Ale invece è una promessa del motociclismo, costretto a prendersi una pausa dopo un incidente. Ha

un carattere ribelle che confligge con quello del padre che vorrebbe vederlo ancora correre in moto. Summer e Ale si incontrano durante una festa in piscina in una notte colorata e luminosa di balli e provocanti ammiccamenti. Ed è Colpo di fulmine. Il tema centrale della serie è l’amore estivo ma è anche quello dell’innocenza e della purezza da riconoscere e tutelare. Attorno alla storia d’amore tra Summer e Ale ruotano poi le vite degli amici e i familiari. Federico Schlatter, il direttore della fotografia, inizia come fotografo naturalista e, dopo aver maturato esperienza nei videoclip e nei commercial, debutta nel film Cuba Libre di David Riondino. Realizza diverse serie televisive tra cui Nebbie e delitti, Raccontami e poi, nel 2012 il film Razza bastarda di Alessandro Gassmann con cui 5 anni dopo collabora a Il premio con Gigi Proietti e lo stesso Gassmann. le forme del progetto

Uno spazio dedicato a rappresentare

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KeyLight Luce e Cinema

Summertime. Un’immagine di un momento delle riprese sul set. Visibili alcuni pannelli ‘fill negative’ (courtesy: ©NETFLIX) (photo: Stefania Rosini)

Summertime, girata nell’estate 2019, è una serie di 8 puntate. Il mood fotografico è basato sulla ricchezza di luce: le scene sono colorate, mai tristi. Il risultato è solido e curato: i colori sono vividi ed è denso il segno delle ombre; un look che, nell’insieme, tiene adeguatamente il passo con autorevoli prodotti transgenerazionali come Stranger Things, Sex Education, The Kissing Booth. Il progetto si basa su una scrupolosa progettazione del workflow, grazie anche al sostegno di Cattleya, la società di produzione. Si è arrivati a stabilire, in fase di pre-produzione, il taglio della lente per tipicizzare il look dei personaggi nelle diverse situazioni. Per quanto riguarda il workflow, invece, ci si è orientati verso l’ampio spazio colore ACES1 e il sistema HDR per estendere la latitudine di posa. La serie Summertime è ambientata tra Marina di Ravenna e Cesenatico ma ha anche location a Roma. Coinvolge lo spettatore in

le forme del progetto

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un’alternanza di stati d’animo: le puntate virano generalmente verso una tinta calda, che sfiora il magenta, soprattutto nelle scene romantiche mentre in quelle che inquadrano il mondo di Alex i colori sono aspri, verde/ciano, con un alto contrasto di gamma. Nelle scene ambientate al mare,la palette presenta colori saturi, vividi, con l’azzurro del mare, il blu, l’arancio e il rosso dei costumi, delle sdraio e degli ombrelloni. Le notti sono brillanti e colorate con le luci ambientali all’interno delle inquadrature e i colori in movimento. Ne parliamo con il direttore della fotografia. Una serie TV con carta d’identità italiana Summertime è una serie Netflix seguita in 190 Paesi, fotografarla è stata una bella responsabilità… Assolutamente, ma direi che, oltre alla re-

sponsabilità di supportare uno show che verrà visto potenzialmente da più di 200 milioni di persone, è stata anche una bella sfida, visto il successo delle serie Netflix italiane che hanno preceduto la nostra. Quindi la spinta a fare bene, se non meglio, è stata alta. Quali sono state le tue fonti di ispirazione? Il mio approccio è quello classico. Leggo gli script e già durante la lettura il mondo raccontato comincia a delinearsi per immagini. Poi il mondo “fantastico” si evolve e si racconta praticamente da solo. Durante lo scambio e il confronto con la controparte creativa (autori, sceneggiatori, direttore artistico o show runner) uso anche riferimenti musicali o letterari perché credo che a volte la musica o aggettivi appropriati possono aiutare a definire il mondo che si sta costruendo.

ACES: Academy Color Encoding System. Sistema di codifica del colore dedicato alle immagini cinematografiche ad alta qualità.

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Hai condiviso l’idea fotografica con i registi Francesco Lagi e Lorenzo Sportiello? Certo, anche se in questo progetto ho raccolto piuttosto i desiderata dei due registi per rielaborarli in una terza via che legasse le due visioni e facesse da ponte per dare vita al mondo di Summertime. Il lavoro fotografico brillante che caratterizza Summertime, il tono in “high key light”, è un tratto che sposa il tuo stile? Non direi. Credo però sia fondamentale rinnovarsi ed essere pronti a raccontare qualsiasi storia, sempre con la propria sensibilità. Ho al mio attivo drama dark e film in bianco e nero come “Razza bastarda”, che sono diametralmente opposti a storie come quella di Summertime. Le tecniche di ripresa: una MdP con ampia latitudine di posa In termini più tecnici, quali sono state

le scelte per concretizzare un mood così brillante e gioioso? Innanzitutto la ricerca di un sensore che avesse con un’ampia latitudine e che permettesse di rappresentare un mondo trasposto in “high key light”, senza perdere il dettaglio e la definizione. Alla fine abbiamo scelto la Sony Venice, una macchina dalla tecnologia modernissima e solida, con una color science di altissima gamma e un’ottima ergonomia. E, soprattutto, con il grande vantaggio del sensore Full Frame, vista la delivery in 4K richiesta dal Network. La camera è stata abbinata alle nuove ottiche Cooke S7, obiettivi che coniugano una grande pulizia visiva, oltre a coprire il grande formato del sensore 6k. Il ruolo del Digital Imaging Technician e del Colorist Hai lavorato con il DIT Marco Coradin. Che tipo di LUT avete progettato?

In tutte queste fasi sono stato affiancato da Marco con cui lavoro molto proficuamente da qualche tempo. Per lo sviluppo del look di questa serie ho ripescato dalla mia esperienza di fotografo. Abbiamo utilizzato uno scan per trasporre in digitale la densità e la cromia di una pellicola Fuji ormai fuori produzione di cui ricordavo con piacere la particolare resa cromatica e che mi sembrava potersi ben adattare al racconto. Oltre a questo, sono riuscito ad ottenere l’inclusione nel gruppo di lavoro del colorist Valerio Liberatore sin da queste prime fasi di sviluppo con le sue solide conoscenze di color science. Le scelte per l’illuminazione del set Quale lighting equipment hai utilizzato? Niente di particolarmente strano: 50% di luce LED, tra cui soprattutto Skypanels, spaziando dal S360-C all’S30. Ho utilizzato

le forme del progetto

Summertime. Un esempio dell’utilizzo dei colori primari sottrattivi nelle scene girate presso la location del Motel (courtesy: ©NETFLIX)

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KeyLight Luce e Cinema

questi apparecchi LED quasi sempre in unione alle sorgenti al tungsteno portate a 3600 4000K: dagli Aircraft ai proiettori Fresnel. Gli elementi di arredo scenografici non hanno quasi mai contribuito all’illuminazione ma hanno fornito piuttosto una punteggiatura cromatica spesso in contrapposizione alle Keys Lights. Ho usato raramente sorgenti Daylight tranne che per i proiettori open face (Arri serie M) rimbalzate su panni riflettenti e corrette a 5000 K. Ho fatto infine un uso estensivo di coperture e pannelli ‘Fill Negative’ per gli esterni giorno, utilizzando prevalentemente un mix di luce naturale e artificiale. Ci sembra che tu abbia diversificato le situazioni della serie variando la color palette e il contrasto. Come sei arrivato a questo risultato? Quando ho interiorizzato lo script, ho capito che poteva essere giusto immaginare un mondo parallelo, un po’ iperreale, che esaltasse alcuni aspetti visivi cancellandone

Il regista Lorenzo Sportiello

o alterandone altri. Quello che ho fatto, in pratica, è alterare il blu del cielo rendendolo un po’ più leggero e ho manipolato il colore dorato della sabbia per avere un tono più pulito e brillante. Per quanto riguarda il sole, ho cercato di renderlo più nordico, ma anche brillante e caldo; questo per accentuare il fatto che la storia è ambientata nel nord Italia ma anche nella briosa e festaiola riviera romagnola. Per il mare, invece, ho pensato di renderlo meno verdastro e più caraibico. Più in generale, per le scene in spiaggia, ho proposto una palette dai colori freschi come il celeste e il giallo chiaro, escludendo i marroni, i grigi e via dicendo. Naturalmente queste scelte sono state totalmente condivise dal team di scenografia di Gaspare De Pascali e da quello dei costumi guidato dalla bravissima Sara Fanelli. Puoi chiarire l’uso dei primari sottrattivi per illuminare le scene?

le forme del progetto

Summertime. Un altro frame con una scena dalla serie (courtesy: ©NETFLIX)

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Il DoP Federico Schlatter (courtesy: ©NETFLIX) (photo: Stefania Rosini)

SUMMERTIME Directors: Francesco Lagi e Lorenzo Sportiello Cinematographer: Federico Schlatter Technical specifications Camera: Sony Venice - HDR Color encoding: ACES Lenses: Cooke S7 Full Frame Plus Primes (spherical) – Lensbaby Plastic Glass


Una scena che si presta bene è quella in cui Ale incontra la team manager spagnola in gran segreto al motel. L’aspetto della location, così come l’avevamo trovata, ci avrebbe portato fuori dal look di Summertime. Il motel era giallo-ocra e, per ovvi motivi, non era pensabile ridipingerlo completamente. Ho chiesto al reparto scenografia di preparare un’insegna al neon rosso fiamma e di collocare un monitor freddo all’interno della casetta del custode. Ho usato questi elementi e l’illuminazione stradale come sorgenti diegetiche e come suggestioni per costruire uno schema a colori primari sottrattivi che dava forma a frange di colori

tranne che sulle posizioni degli attori, dove non volevo alterare lo skin-tone. Per farlo, ho posizionato 3 Scissor Lift con tre coppie di proiettori Fresnel a 3200 K e ho filtrato le sorgenti di giallo, magenta e ciano. Gli Scissor Lift erano posizionati ad una

certa distanza dalla scena, in modo di avere, nel contempo, le frange colorate e il bianco per mescolanza sottrattiva. Poi, sul fondo, ho usato un proiettore di 10 kW a 4500 K come Fill Light, ma anche per arricchire le silhouettes con un colore bianco-freddo.

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le forme del progetto

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Laboratorio & Università Formazione le forme del progetto

Università di Palermo, Facoltà di Architettura (cortesia: Università di Palermo, Facoltà di Architettura) (photo: Claudia Sajeva)

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Università di Palermo

Un legame importante fra ricerca e didattica Il tema dell’illuminazione trova ampio spazio di approfondimento nelle attività didattiche e di ricerca svolte dai Dipartimenti di Ingegneria e di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo. Gli obiettivi - complementari fra loro - sono legati ad individuare e sperimentare soluzioni per il conseguimento di significativi risparmi energetici, il raggiungimento dei requisiti di comfort visivo e di qualità della luce sia in spazi interni che esterni

La ricerca. Il tema dell’influenza dei pattern luminosi sul comportamento degli utenti è stato introdotto nella ricerca “UP3. Social housing per la terza età” coordinata dal prof. Giuseppe De Giovanni. Il prof. ing. M. Beccali e l’arch. M. Bonomolo hanno progettato soluzioni ed accorgimenti atti a raggiungere adeguate condizioni di comfort psicologico negli spazi abitati da persone con disagi psichici.

Tra i progetti di ricerca più rilevanti degli ultimi anni in cui la luce è stata protagonista vi è inoltre iNext, finanziato dal MIUR nell’ambito del programma Smart Cities and Innovation. In questo ambito, l’attività denominata “Sperimentazione di un’infrastruttura di illuminazione pubblica polivalente (SS)” ha previsto la progettazione e sperimentazione di pali intelligenti multifunzionali controllabili da

A cura di Sara Berta* *arch. Sara Berta – Borzella & Berti Architetti, Roma

remoto da un Centro Servizi, ed ha incluso l’implementazione di altri servizi all’utente come Hot Spot Wi-fi, videosorveglianza ed interazione con una piattaforma di servizi di alert con informazioni sul meteo e sulla disponibilità di parcheggi. Il sistema garantiva la regolazione dell’intensità luminosa da remoto e locale (motion detection tramite videocamera) e la misurazione di grandezze illuminotecniche sia a livello di

le forme del progetto

(figura 1) Progetto “iNext”, finanziato dal MIUR nell’ambito del programma Smart Cities and Innovation. Vista di uno dei pali installati presso l’Università degli Studi di Palermo (cortesia: Università di Palermo, Facoltà di Architettura)

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Laboratorio & Università Formazione

(figura 2) Progetto “iNext”, finanziato dal MIUR nell’ambito del programma Smart Cities and Innovation. Rendering a colori sfalsati di un’area della cittadella universitaria (cortesia: Università di Palermo, Facoltà di Architettura)

singolo palo che di insieme (figura 1, 3). Il confronto delle misure prelevate durante il funzionamento dei nuovi pali con i consumi misurati ante intervento ha dimostrato che il risparmio è stato di circa il 33% se l’on/ off dei LED è controllato esclusivamente da un timer e di circa il 76% se i LED sono controllati e dimmerati dal sistema iNext. Durante lo svolgimento del progetto è stata implementata una piattaforma GIS dell’intero sistema di illuminazione del Campus Universitario per individuarne tutte le informazioni utili (figura 2).

le forme del progetto

Sempre nell’ambito del progetto iNext si sono sviluppati studi e ricerche sull’illuminazione in ambiente indoor. Nell’ambito delle attività mirate all’ottimizzazione della gestione energetica di edifici dotati di sistemi di controllo smart, è stato realizzato un sistema di illuminazione programmabile con apparecchi ad alta efficienza. Al fine di simulare le reali condizioni di esercizio di un’unità abitativa residenziale, il laboratorio dell’ex DEIM (Dipartimento Energia, Ingegneria dell’Informazione e Modelli Matematici) è stato suddiviso in diverse “zone”, ingresso, living, sala da pranzo, cucina e stanza da letto. In ciascuna zona

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sono state implementate diverse funzioni di controllo manuali e automatizzate secondo lo schema CEI Guide 205-18. Il progetto ha previsto l’installazione di quattro apparecchi a LED a sospensione e di un sistema di controllo composto da sensori di presenza e illuminamento, un programmatore di scenari, attuatori dimmer e manuali. Il laboratorio descritto e il setup sperimentale stanno subendo ulteriori implementazioni al fine di effettuare altri studi come quello che si sta svolgendo in collaborazione con ENEA sui sistemi evoluti ed efficienti per l’illuminazione (figura 4). Ricerche sui temi della luce sviluppate con altri atenei Dalla collaborazione con altri atenei italiani sono nate ulteriori ricerche legate al tema della luce. Insieme al prof. ing. Gaetano Zizzo e al gruppo di ricerca dell’Università di Napoli Federico II della prof. Laura Bellia e dell’arch. Francesca Fragliasso è stato condotto uno studio che esamina l’impatto sulle smart grid di due diverse misure di controllo della luce artificiale come strumenti per la riduzione dei picchi di potenza elettrica assorbita dalla rete (power shaving) in determinate ore “cruciali” della

giornata. Da un lato, il cambiamento della temperatura di colore correlata della sorgente luminosa e, dall’altro, la regolazione del suo flusso luminoso sono stati utilizzati per definire alcuni programmi giornalieri di gestione dell’illuminazione per cui è stato valutato il corrispondente risparmio energetico durante alcune fasce orarie critiche. I risultati hanno mostrato che in tutti i casi è possibile ottenere una rilevante riduzione della potenza assorbita e un conseguente incremento del risparmio energetico (fino al 59%) anche in specifici intervalli temporali, continuando a garantire i requisiti di comfort visivo dell’utente. Con l’Università degli Studi del Salento ed in particolare con il gruppo di ricerca del prof. ing. Paolo Maria Congedo e della dott. ing. Cristina Baglivo, è stata condotta invece un’analisi della luce diurna ottenuta da diverse configurazioni di semplici modelli di tunnel solari, ovvero condotti che veicolano la luce naturale dall’ambiente esterno a quello interno. Per far ciò, sono stati implementati modelli virtuali in un ambiente DAYSIM. Questo ha consentito di calcolare la disponibilità annuale di luce diurna in conformità al raytracer RADIANCE.


Insieme al gruppo di ricerca dell’Università di Pisa del prof. Francesco Leccese si stanno conducendo ricerche che riguardano principalmente gli spazi outdoor. Tra le ultime, quella riguardante lo sviluppo di un metodo alternativo per l’associazione delle classi di traffico stradale basato su un approccio di sintassi spaziale. Il metodo è stato applicato al caso studio di Pontedera (Italia) per l’analisi del traffico pedonale e motorizzato e mostra una buona correlazione tra i volumi di traffico misurati e stimati, dimostrando come la metodologia, con una stima precisa e rapida dei volumi di traffico, possa contribuire ad una progettazione adeguata dell’infrastruttura di illuminazione, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi energetici e di evitare sistemi di illuminazione sovradimensionati.

(figura 4) Progetto “iNext”, finanziato dal MIUR nell’ambito del programma Smart Cities and Innovation. Una tavola sulla parte della ricerca dedicata agli ambienti indoor: planimetria con la distribuzione degli apparecchi di illuminazione e delle componenti dell’impianto di automazione (cortesia: Università di Palermo, Facoltà di Architettura)

Arch. Pasquale Culotta, Arch. Giuseppe Leone, Arch. Giuseppe Laudicina, Arch. T. Marras - Università di Palermo, Facoltà di Architettura (cortesia foto: Francesco Taddeo)

https://www.unipa.it/ dipartimenti/architettura

le forme del progetto

(figura 3) Progetto “iNext”, finanziato dal MIUR nell’ambito del programma Smart Cities and Innovation. Vista notturna dei pali installati presso l’Università degli Studi di Palermo (cortesia: Università di Palermo, Facoltà di Architettura)

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Laboratorio & Università Formazione

Le Tesi del Corso di Laurea in Architettura. Qualche esempio 1.TESI DI LAUREA DI MARINA BONOMOLO RELATORE: PROF. ING. MARCO BECCALI Correlatori: arch. Emanuela Pulvirenti; prof. Rosario Scaduto, arch. Annalisa Contato Nell’ambito della corretta integrazione della luce nell’ambiente costruito un esempio è la tesi di laurea che ha visto come caso studio Bagheria. Nata come luogo di villeggiatura dei nobili palermitani, che costruivano qui le sfarzose dimore settecentesche, Bagheria ha visto nel dopoguerra un rapido sviluppo edilizio. In questo contesto, la tesi di laurea ha avuto come obiettivo la riqualificazione della fruizione del patrimonio delle Ville e degli assi principali di ingresso ad esse, oggi strade principali della cittadina, attraverso l’installazione di Stairlight, un palo intelligente modulare e multifunzionale.

1 le forme del progetto

Marina Bonomolo – Tesi di laurea. Esploso del palo ‘Stairlight’ (cortesia dell’Autore)

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2. TESI DI DOTTORATO DELL’ARCH. MARINA BONOMOLO TUTOR: PROF. ING. MARCO BECCALI

All’interno del setup sperimentale descritto nell’ambito del progetto iNext riguardo gli studi e ricerche sull’illuminazione in ambiente indoor, la tesi dell’arch. M. Bonomolo ha condotto le analisi necessarie per valutare le reali performance dei sistemi di controllo di illuminazione indoor. Di particolare importanza è la fase di progettazione e di analisi ex ante

dell’ambiente luminoso. La tesi analizza le tecniche necessarie per quantificare e valutare l’apporto di illuminazione naturale e i potenziali risparmi ad essa legati (es. modelli matematici e indici, simulazioni, reti neurali, metodi tabellari, etc.) e le tecnologie ad oggi disponibili per il controllo dell’illuminazione artificiale (es. componentistica, le architetture, i protocolli, le strategie

applicabili, etc.), e presenta metodologie per ottimizzare, anche da un punto di vista economico, l’installazione di apparecchi e dei relativi sistemi di controllo. Uno dei risultati di maggior rilevo della tesi è la definizione di un metodo di valutazione di sistemi di illuminazione automatizzati basato su un set di indici di prestazione utili a valutare le reali performance del sistema.

le forme del progetto

Arch. Marina Bonomolo – Tesi di dottorato. Schema di alcuni indici presentati nella tesi per studiare le reali performance dei sistemi di controllo dell’illuminazione (cortesia dell’Autore)

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3. TESI DI LAUREA DI ANTONELLA CASAMASSIMA E MARCO SAITTA RELATORE: PROF. ING. MARCO BECCALI

Laboratorio & Università Formazione

Correlatori: arch. Emanuela Pulvirenti, arch. Alessandra Galatioto, arch. Barbara Lino, arch. Daniele Ronsivalle La riqualificazione urbana attraverso la luce: il caso di via Francesco Crispi e via Emerico Amari Le tesi prendono in esame una parte del tessuto storico della città di Palermo che identifica l’espansione della città fuori le mura, avvenuta con la realizzazione del nuovo molo e il congiungimento dell’asse mare-monte della zona di nuova espansione della città. Obiettivo delle tesi era in primo luogo la valorizzazione e la riconfigurazione dell’elemento di connessione tra la cosiddetta “Cala”, un ampio molo vicino il porto di Palermo, e la struttura portuale in continua evoluzione e l’ingresso alla città dall’asse rettilineo di Via Amari che conduce sino alla piazza luogo del maestoso Teatro Politeama. Per far ciò, si è definito una nuova identità sia dal punto di vista di percorrenza veicolare in termini di sicurezza, sia di valorizzazione del patrimonio artistico-monumentale, cercando di uniformare il contesto in cui insiste così da definire una nuova percezione visiva. È risultato opportuno, non solo prevedere la sostituzione degli

apparecchi di illuminazione che presentano caratteristiche non idonee alla corretta illuminazione stradale, ma la progettazione di un nuovo apparecchio destinato alle arterie

principali rispettando i consumi energetici dettati dalla normative in vigore e cercando di ridare una nuova visione alle due torri che rappresentano l’ingresso alla città.

3

Tesi di M. Saitta. Render a colori reali dello stato attuale del Waterfront e render a colori reali del progetto dell’ingresso di Via Amari (cortesia dell’Autore)

le forme del progetto

Tesi di laurea di Antonella Casamassima: una tavola di progettto (cortesia dell’Autore)

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Tesi di M. Saitta. Render a colori reali dello stato attuale dell’impianto urbano di Via Amari (cortesia dell’Autore)


4 Tesi di laurea di Jessica Maria Sacco. Pianta del piano terra e sezioni con la collocazione degli apparecchi di illuminazione (cortesia dell’Autore)

4. TESI DI LAUREA DI JESSICA MARIA SACCO RELATORE: PROF. ARCH. CESARE AJROLDI, PROF. ING. MARCO BECCALI Correlatore: arch. Marina Bonomolo realizzare uno studio illuminotecnico adeguato alle esigenze del museo. In primo luogo, lo studio effettuato ha riguardato sia la luce naturale con i grandi lucernari che caratterizzavano il progetto, supportato da approfondite analisi solari del sito di progetto che hanno consentito di individuare i giorni e le ore più critici

semplificando le operazioni di simulazione illuminotecnica. Dopo aver dimensionato il progetto rispetto alla luce naturale, è stata analizzata, in alcune delle sale espositive, poste al piano terra, l’illuminazione artificiale, studiando l’illuminazione più adeguata agli oggetti esposti sia in termini espositivi che di rispetto dei materiali.

le forme del progetto

Il nuovo museo del mare: la luce e l’ombra All’interno di un ambito di ricerca architettonica indoor la tesi ha sviluppato l’obiettivo di progettare un’illuminazione rispettosa della normativa in vigore, in materia di conservazione dei beni artistici e culturali. Le analisi approfondite del progetto architettonico hanno permesso di

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Laboratorio & Università Formazione

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5. TESI DI LAUREA DI ARIANNA LAURA PRIZZI RELATORE: PROF. ING. MARCO BECCALI, PROF. ARCH. GIUSEPPE MARSALA Correlatore: arch. Marina Bonomolo

Il progetto e la luce: un’illuminazione strumentale alle finalità didattiche e al benessere dell’utenza Nella tesi la luce è stata utilizzata a supporto della regolazione dei ritmi circadiani dei bambini. Oggetto principale della tesi è stato la riconfigurazione architettonico-spaziale della zona limitrofa ai Cantieri Culturali della Zisa, il tutto improntato ai criteri della progettazione sostenibile nella quale un fabbricato di circa 600 m2, faceva da luogo di progetto della struttura scolastica pensata come servizio pubblico dedicato alle famiglie del quartiere. Secondo le scelte progettuali, il tetto di questa struttura rappresentava “la piazza” vera e propria di un interstizio urbano, un luogo d’incontro per gli abitanti della zona e per le case immediatamente adiacenti, nonché un luogo accessorio della scuola, dove svolgere attività ludiche per i

bambini. La tesi si è sviluppata seguendo come leitmotiv l’imprescindibile connubio tra progettazione architettonica e progettazione illuminotecnica. Lo studio si è focalizzato, oltre alla scelta dei corpi illuminanti, sull’applicazione dei sistemi

di dimmeraggio per la luce artificiale e sui controlli delle opportune schermature delle superfici trasparenti, adottando, al posto delle tradizionali schermature, una particolare tipologia di vetro auto adattiva, ossia i vetri elettrocromici.

Tesi di laurea di Arianna Laura Prizzi. Foto del plastico del quartiere utilizzato per la progettazione architettonica e per lo studio del contributo di illuminazione naturale (cortesia dell’Autore)

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SO.LO Sonepar Lighting Office è il dipartimento di Sonepar Italia studiato per offrire ai propri clienti un servizio di consulenza specialistica pre e post vendita. SO.LO supporta progettisti e installatori nella definizione e messa in opera degli impianti tramite visualizzazioni degli effetti luminosi, prove dal vivo, verifiche illuminotecniche, proposte commerciali e stime energetiche in collaborazione con ESCO accreditate.

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Scenari Alberto Ricci Petitoni i-dea società di ingegneria – Imola (BO)

La nuova luce urbana: luce e servizi innovativi per l’utente per migliorare la qualità delle nostre vite. E la luce? La luce diventerà uno strumento di comunicazione in tutti i sensi: da una parte assolverà ancora la sua funzione come servizio pubblico - suddivisa tra illuminazione funzionale, architettonica, light art - dall’altra interpreterà nuovi ruoli in qualità di vettore e rete di dati trasmessi alla massima velocità. In questo quadro, anche il contesto normativo dovrà diventare più flessibile e veloce nel recepire i cambiamenti e le evoluzioni tecnologiche in continuo sviluppo. Per permettere a tutti gli attori presenti sul mercato - imprese, produttori, progettisti e anche investitori - di operare in questo settore le future prescrizioni dovranno infatti tradursi sempre più in inquadramenti generali e linee guida, mentre le eventuali norme che definiscono valori di riferimento minimi o massimi da applicare alla progettazione dovranno avere margini più ampi di flessibilità in funzione dell’evoluzione tecnologica. Il lighting designer già ora ma soprattutto in futuro dovrà obbligatoriamente essere parte di un team multidisciplinare. Con tutta probabilità si tratterà infatti di un professionista specialista che opererà con altri specialisti che offrono le loro capacità, idee e competenze per migliorare la città: ingegneri elettronici, ingegneri elettrici, illuminotecnici, informatici, specialisti dell’ambiente, architetti, urbanisti, paesaggisti, sociologi, antropologi, economisti, light artist, e con loro anche medici, che porteranno al centro della futura progettazione il concetto di HCL Human Centric Lighting e della Smart Cities.

le forme del progetto

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Quali sono i nuovi possibili scenari della luce pubblica urbana nei prossimi anni? Prima di pensare a come sarà il futuro, analizziamo brevemente il passato. La luce pubblica è nata alla fine del XIX secolo come servizio per rischiarare le città, poi con l’avvento dell’energia elettrica si è diffusa capillarmente sull’intero territorio nazionale nel corso del XX secolo. L’esigenza di avere città, monumenti e strade illuminate nasce sia dalla paura ancestrale del buio sia dallo sviluppo e dall’applicazione delle nuove tecnologie nate con la rivoluzione industriale, in particolare il gas e l’energia elettrica. E oggi? Se ci riflettiamo vediamo che le esigenze sono sempre quelle di allora ma aggiornate al nuovo secolo: sicurezza ambientale e nuove soluzioni tecnologiche, soprattutto di tipo digitale e smart. Tutti noi come cittadini e utenti vogliamo “benessere”, tranquillità, una città sicura, ben illuminata, che ci trasmetta emozioni ma anche una città intelligente. Come ci ha insegnato questo ultimo periodo per migliorare la qualità della nostra vita le città possono e devono evolversi anche verso la raccolta e l’analisi sistematica di dati, grazie a sensori installabili sulle reti esistenti o che si potranno realizzare nel futuro. Come per gli uomini nei secoli passati immaginare le strade illuminate di notte o la possibilità di sentire la voce di una persona a migliaia di chilometri di distanza erano viste come semplici utopie, anche noi oggi possiamo solo immaginare come si svilupperanno le città di domani grazie a miliardi di dati digitali provenienti da sensori di ogni tipo, rilevati, memorizzati e analizzati

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Indice inserzionisti (Azienda, Pagina)

CARIBONI GROUP

Anno 31 – N° 3 Giugno 2020 Editore/Publisher: Tecniche Nuove spa - Milano Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità/Head Office, Editorial office, subscription, Administration and advertising: Casa Editrice/Publishing firm © Tecniche Nuove spa - Via Eritrea, 21 20157 Milano - Telefono 02390901

III di copertina

CREE LIGHTING EUROPE

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EDI.CER.

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ELECTRO-GROUP

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ERCO LEUCHTEN

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Direttore Responsabile/Publisher: Ivo Alfonso Nardella Coordinamento editoriale area Impianti: Marco Cardinetti - marco.cardinetti@tecnichenuove.com Redazione/Senior Editor: Massimo Villa tel. 0239090353 - massimo.villa@tecnichenuove.com Comitato di redazione/Editorial Committee: Filippo Cannata, lighting designer; Edoardo Colzani, Designer; Silvio De Ponte, architetto e interior designer; Maria Grazia Maglione, ricercatrice ENEA Portici Research Center; Vincenzo Reda, esperto in elettronica industriale, optoelettronica e tecnologia LED, Universal Science; Alessandra Reggiani, progettista e lighting designer; Matteo Seraceni. progettista illuminotecnico, responsabile dell’ufficio ingegneria e innovazione di Hera Luce; Paola Urbano, architetto e lighting designer; Enrico Zanoni, professore ordinario di Elettronica – Università di Padova Coordinamento stampa e pubblicità/Printing coordination and advertising: Fabrizio Lubner (responsabile); Debora Malatino tel. 0239090263 - fax 0239090236 Direttore commerciale/Sales manager: Cesare Gnocchi (cesare.gnocchi@tecnichenuove.com)

EXENIA

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FORMA LIGHTING ITALIA

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GMR ENLIGHTS

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II di copertina

SONEPAR ITALIA

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WELT ELECTRONIC

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IV di copertina

Abbonamenti/Subscriptions: Giuseppe Cariulo (responsabile) e-mail: giuseppe.cariulo@tecnichenuove.com Alessandra Caltagirone tel. 0239090256 e-mail:alessandra.caltagirone@tecnichenuove.com Fax 0239090335 e-mail: abbonamenti@tecnichenuove.com Hanno collaborato a questo numero/Contributors to this edition: Alberto Apostoli, Giordana Arcesilai, Alessandro Bernabucci, Sara Berta, Filippo Cannata, Helena Gentili, Mirella Guerra, Jesper Kongshaus, Ksenia Kononenko, Stefano Di Leo, Tobias Larsen, Lisa Marchesi, Juliette Maricourt, Restart Progetti, Alberto Ricci Petitoni, Elisa Rothenbühler, Dario Scodeller, Andreas Schulz Abbonamenti/Subscriptions: Tariffe per l’Italia: Cartaceo Annuale € 30,00; Cartaceo Biennale € 50,00; Digitale Annuale € 20,00 IVA compresa. Tariffe per l’Estero: Digitale Annuale € 20,00 IVA compresa. Per abbonarsi a Luce e Design è sufficiente versare l’importo sul conto corrente postale n° 394270 oppure a mezzo vaglia o assegno bancario intestati alla Casa Editrice Tecniche Nuove spa, Via Eritrea 21, 20157 Milano. Gli abbonamenti decorrono dal mese successivo al ricevimento del pagamento. Costo copia singola € 3,90 (presso l’editore, fiere e manifestazioni). Costo copia arretrata (se disponibile) € 5,00. Poste Italiane spa - Sped. abb. Postale - D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 n°. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Milano. Ufficio Commerciale-vendita spazi pubblicitari/Commercial department-sales of advertising spaces: Milano, Via Eritrea 21 - tel. 0239090283-0239090272 - fax 0239090411 Uffici regionali/Regional offices: Bologna, Via di Corticella 181/3 - tel. 051325511 - fax 051324647 Vicenza, Contrà S. Caterina 29 - tel. 0444540233 - fax 0444540270 e-mail: commerciale@tecnichenuove.com Impaginazione/Layout: Grafica Quadrifoglio srl - Milano Stampa/Printing: Logo srl – Via Marco Polo, 8 – Borgoricco (PD) Service Provider: OVH Srl - San Donato Milanese Responsabilità/Responsabilità: La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della casa editrice. I manoscritti e le illustrazioni consegnati alla casa editrice non saranno restituiti anche se pubblicati e la casa editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati e di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista.

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Tecniche Nuove pubblica inoltre le seguenti riviste/Tecniche Nuove also publish the following magazines: Automazione Integrata, Commercio Idrotermosanitario, Costruire in Laterizio, Cucina Naturale, DM Il Dentista Moderno, Eldomtrade, Elettro, Dermakos, Farmacia News, Fluid Trasmissioni di Potenza, Fonderia - Pressofusione, GEC Il Giornale del Cartolaio, GT Il Giornale del Termoidraulico, HA Factory, Hotel Domani, Il Commercio Edile, Il Latte, Il Pediatra, Il Progettista Industriale, Il Tuo elettrodomestico, Imbottigliamento, Imprese Edili, Industria della Carta, Industrie 4.0, Italia Grafica, Kosmetica, Lamiera, L’Erborista, L’Impianto Elettrico, Logistica, Luce e Design, Macchine Agricole, Macchine Edili, Macchine Utensili, Medicina Integrata, Nautech, NCF Notiziario Chimico Farmaceutico, Oleodinamica Pneumatica, Organi di Trasmissione, Ortopedici e Sanitari, Plastix, RCI, Serramenti + Design, Stampi Progettazione e Costruzione, Subfornitura News, Technofashion, Tecnica Calzaturiera, Tecnica Ospedaliera, Tecnologie del Filo, Tema Farmacia, TF Trattamenti e Finiture, Utensili e attrezzature, VVQ - Vigne, Vini e Qualità, ZeroSottoZero.


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