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Le terapie con cellule CAR T mostrano risultati promettenti se utilizzate precocemente nel mieloma #WHEREISDRJOE
Dott. Joseph Mikhael Direttore Medico IMF
La terapia a base di cellule T esprimenti il recettore chimerico per l’antigene (CAR) sta già avendo un profondo impatto su molti tumori del sangue, mieloma incluso. La Food and Drug Administration (FDA, Agenzia per gli alimenti e i medicinali”) statunitense ha già approvato due terapie con cellule CAR T per l’uso nel mieloma.
Nel marzo 2021, Abecma® (nome generico “idecabtagene vicleucel” o “ide-cel” in breve) è diventata la prima terapia a base di cellule CAR T approvata dalla FDA per i pazienti affetti da mieloma ed è la prima terapia a cellule CAR T che prende come bersaglio l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA), una proteina coinvolta nella crescita e nella sopravvivenza delle cellule del mieloma. Abecma è approvato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma recidivante o refrattario dopo quattro o più linee di trattamento precedenti, incluso un agente immunomodulatore, un inibitore del proteasoma, e un anticorpo monoclonale anti-CD38.
Nel febbraio 2022, la FDA ha poi approvato Carvykti® (“ciltacabtagene autoleucel” o “cilta-cel” in breve) per il trattamento degli adulti con mieloma recidivante o refrattario che hanno ricevuto quattro o più precedenti linee di terapia, compresi un inibitore del proteasoma, un agente immunomodulante e un anticorpo monoclonale anti-CD38.
L’approccio delle cellule CAR T al trattamento del mieloma è un’immunoterapia che potenzia il sistema immunitario, la difesa naturale del nostro organismo progettata per distruggere le cellule infette e maligne (cancerose) e per rimuovere i detriti cellulari. La terapia con cellule CAR T prende le cellule T del paziente e le ingegnerizza per attaccare e distruggere le cellule del mieloma. Per raggiungere questo obiettivo, le cellule T vengono “raccolte” dal flusso sanguigno dei pazienti e inviate a un laboratorio di produzione altamente specializzato dove vengono ingegnerizzate e moltiplicate fino a produrre un numero di cellule T attive sufficiente a rendere efficace la terapia. Il prodotto a base di cellule T viene quindi somministrato al paziente mediante infusione. Le cellule T infuse iniziano immediatamente ad attaccare le cellule del mieloma.
Stiamo osservando tassi di risposta anche di 3 volte superiori rispetto alle terapie precedenti nel mieloma pesantemente pretrattato, addirittura fino a quasi il 100%! Ma i tassi di risposta non sono solo elevati, ma producono anche risposte che durano molto a lungo. Alcuni pazienti hanno mostrato risposte durature per anni. Tuttavia, sia Abecma che Carvykti sono approvati dalla FDA per l’uso in pazienti con almeno quattro precedenti linee di terapia. Questo potrebbe presto cambiare. Due ampi studi clinici, uno con Abecma e uno con Carvykti, stanno utilizzando la terapia con cellule CAR T in contesti di trattamento di prima linea, incluso il mieloma di nuova diagnosi.
Lo studio clinico KarMMa-3 sta valutando Abecma in pazienti con 2-4 linee di terapia precedenti, confrontandolo con uno dei 5 regimi standard di cura (SOC) attualmente utilizzati nel mieloma recidivato:
1. Darzalex® (daratumumab) + Pomalyst® (pomalidomide) + desametasone (DPd),
2. Darzalex + Velcade® (bortezomib) + desametasone (DVd),
3. Ninlaro® (ixazomib) + Revlimid® (lenalidomide) + desametasone (IRd),
4. Kyprolis® (carfilzomib) + desametasone (Kd), o
5. Empliciti® (elotuzumab) + Pomalyst + desametasone (EPd).
Con un follow-up di poco più di 18 mesi, la sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS) è stata di 13,3 mesi nel braccio di studio Abecma contro 4,4 mesi nel braccio di studio SOC e il tasso di risposta è stato rispettivamente del 71% contro il 42%. Si tratta di una differenza davvero notevole a favore della terapia con cellule CAR T.
I dati dello studio clinico CARTITUDE-4 su Carvykti sono stati recentemente presentati ai meeting annuali dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO, Società americana di oncologia clinica) e dell’European Hematology Association (EHA, Associazione europea di ematologia). Carvykti è stato valutato in pazienti con 1-3 linee di terapia precedenti rispetto ai regimi SOC DPd e DVd. Con circa 16 mesi di follow-up, la PFS per il braccio di studio con regimi SOC è stata di 11,8 mesi rispetto al braccio di studio con Carvykti, dove la PFS non è ancora stata raggiunta. La differenza nelle curve di PFS è piuttosto evidente. C’è stata anche una differenza significativa