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Val Ga Gardena Gar rdena Magazine

Pubblicazione di cultura ed informazione turistica Anno 20 - N°21/2020

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entrando così nel magico mondo della realtà aumentata

IMPRESSUM Gennaio / Januar / January 2020 Nr. 21 - Year 20 Cover: Cecilia Bernardis Miss Trentino-Alto Adige

PUBLISHER: SNOW EVENTS www.valgardenamagazine.it, info@valgardenamagazine.it EDITORS-IN-CHIEF: Alex Pitscheider COORDINATION: Renè Venturini (Tourist info)

Foto: Alan Bianchi

EDITORS: Leo Senoner, Ludovica Pineider, Filly Vilardi, Sara Senoner, Isabella Penzo, Mandella Quilici, Angelika Schrott, Franco Salghetti Drioli, Angela Stabilini & Fiorenzo Vecchio, Luciano Montrucoli PHOTOS: Alan Bianchi Photography, Dolomites Val Gardena, Ass. Turistica Selva, Diego Moroder, Renè Gruber, Hero, Luca Ribuoli, Bruno Walpoth, Christoph Vinatzer, Vàclav Šedý, Sunpana, Angela Stabilini, Franco Salghetti Drioli, Luciano Montrucoli, Saslong Classic, Foto Planinschek, Snow Events GRAPHIC, DESIGN & PRINT: Grafiche Futura Srl, www.grafichefutura.it

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Ela le straordinaria novità non finiscono qui … è in edicola “I vent’anni raccolta ildilibro tutti i numeridel Val Gardena Magazine” la strausciti dal 1999 al 2019. ordinaria raccolta di tutti i numeri Un’edizione usciti dal 1999 eccezionale al 2019.

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Vent’anni di notizie, curiosità, storia, personaggi, eventi e ricordi della nostra splendida valle; vent’anni durante i quali il “magazine” si è affermato come riferimento utile ai turisti perché ha sempre puntato ad un’informazione di qualità, fatta di argomenti diversi e stimolanti, mantenendo vivo il contatto con la gente e con le tradizioni della valle fino a diventarne il portavoce.

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INDEX 150 anni dalla prima scalata del Sassolungo TUTTO È INIZIATO COSI…

4 Da locanda postale Grand Hotel: 1970: I MONDIALI DI aSCI Il Cavallino Bianco APPRODANO IN VAL GARDENA 6 INFOGARDENA 8 INFOGardena VAL GARDENA: INNAMORERAI 10 Croce Rossa: daTI50 anni in Val Gardena UNA FUNICOLARE PER La Ladinia e il sogno di Olimpia SANTA CRISTINA- MONTE PANA? 12 Il Rifugio Comici DEL TEMPO DEI NONNI SELVA: MEMORIE 14 PINOCCHIO 16 Antichi sapori dell’Alto Adige PILAT - SCIARE FINO IN CENTRO La favola di Nicol Delago A ORTISEI DIVENTA REALTÀ 17 OspitiVINATZER, raccontanoFUORICLASSE DELLO SCI ALEX 18 Dolomitale: il mondo del cinema in Val Gardena PERCHÉ VACANZE IN VAL GARDENA PER UNA VITA? UNESCO Geotrail 20 Nuovo Dolomites MASI DELLA VAL GARDENA... 22 Highlights 2019 HIGHLIGHTS 2020 26 Il trampolino XTREME UP della Vallunga 28 Val Gardena ieriYESTERDAY e oggi VALGARDENA: AND TODAY 30


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TUTTO È INIZIATO COSI…

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uest’anno ricorre un anniversario importante per la Val Gardena, un anniversario che non puo’ passare inosservato, non solo perché, come in tutti i compleanni che si rispettino, si tratta di una cifra tonda, ma anche perché si tratta di un avvenimento che ha influenzato notevolmente lo sviluppo turistico del luogo: il 50° anniversario dei mondiali di sci del 1970. L’evento rappresentò una pagina gloriosa della storia gardenese, determinante per l’ascesa turistica del luogo, fino ad allora legata a strutture ancora rudimentali. A confermare questa realtà è il gar-

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denese Erich Demetz, del Comitato organizzatore dei mondiali: “Prima dei Mondiali del ’70 la vetta del Ciampinëi, da dove si diramano oggi le piste da sci più importanti della valle, era raggiungibile solo a piedi. Alberghi tradizionali, come lo storico hotel Oswald di Selva, chiudevano a gennaio per mancanza assoluta di prenotazioni e i maestri di sci, nello stesso periodo, occupavano il proprio tempo per trasportare dai prati e dai boschi fieno e legna su rudimentali slittoni di legno. Le rare chiamate telefoniche internazionali dovevano essere prenotate attraverso un centralino e per il collegamento si

attendevano ore. Per l’uso dei pochi impianti di risalita, appartenenti a società o imprese familiari distinte, si doveva pagare le corse separatamente. Un sistema di abbonamento generale non era neppure immaginabile e, a causa del campanilismo, un progetto unitario di promozione turistica fra i tre comuni della valle (Ortisei, S. Cristina e Selva) non era neppure pensabile” (Maurizio Ferrandi “Quando tutto incominciò). Nonostante tutto, un piccolo gruppo di operatori turistici e sportivi, capitanati proprio da Erich Demetz, Tschucky Kerschbaumer e Edmund Dellago, condusse una grande bat-


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taglia per l’assegnazione di questo importante evento sportivo. Memori di quello che era avvenuto nel Tirolo austriaco, con le olimpiadi invernali, che aveva visto la realizzazione di nuovi impianti e nuove strutture sportive, determinanti per lo sviluppo della regione; per non parlare poi della grande risonanza mediatica che l’evento aveva avuto a livello internazionale. L’assegnazione ci fu, a dispetto di chi parteggiava per Sestriere e dei movimenti ambientalisti che osteggiavano l’operazione, La macchina organizzativa si mise subito all’opera e, complici una serie di circostanze positive, verificatesi

proprio in quegli anni e che coinvolsero l’intera economia altoatesina, fu possibile giungere ad un modello organizzativo eccellente e ad un profondo cambiamento economico, tanto da portare la provincia ad una situazione di ricchezza e benessere. Queste “circostanze” favorevoli furono senza dubbio l’entrata in vigore della nuova Autonomia (1972) che assegnava a Bolzano forti competenze e massicce risorse finanziarie e il completamento e, l’entrata definitiva in funzione, della A22 (aprile 1974 con l’apertura dell’ultimo tratto Bolzano-Chiusa). La vetrina dei mondiali rappresentò per la val Gardena il trampolino di lancio verso il successo internazionale e consolidò l’appuntamento annuale delle gare di coppa del mondo,

da tenersi a metà dicembre: periodo determinante per assicurare all’intero comprensorio una enorme pubblicità. L’operazione del Superski, voluta fortemente da un gruppo di pionieri, capitanati da Gianni Marzola, fu un altro tassello importante per l’ascesa economica e turistica. Non è stato un percorso facile, ma la determinazione e la volontà di persone, che hanno creduto e voluto il cambiamento, non arrendendosi davanti ai molteplici ostacoli, unita ai grossi cambiamenti avvenuti proprio in quel periodo, hanno fatto sì che la Val Gardena si posizionasse ai primissimi posti nella classifica delle zone sciistiche del mondo. Filly Vilardi

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1970: I MONDIALI DI SCI APPRODANO IN VAL GARDENA

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al 7 al 15 febbraio 1970, la Val Gardena ha fatto da sfondo alla 21a edizione dei Mondiali di sci. Già nel 1966, i tre comuni valligiani di Selva, S. Cristina e Ortisei avevano deciso di candidarsi come sede di quest’evento sportivo, in lizza con alcuni famosi comprensori invernali, quali Davos (Svizzera), Garmisch-Partenkirchen (Germania), Kitzbühl (Austria), Banff (Canada), Naeba (Giappone) e Jackson Hole (USA). Il 20 maggio 1967, nell’ambito del congresso FIS tenutosi a Beirut (Li6 | VAL GARDENA | DOLOMITES |

bano), la scelta cadde sulla Val Gardena. Tra le autorità promotrici impegnatesi in tal senso si contava all’epoca, accanto agli atleti locali, anche Erich Demetz, futuro vicepresidente FISI, commissario CO. SCU.MA ed ex presidente del comitato FIS World Cup, nonché Tschucky Kerschbaumer e Edmund Dellago. A quei Mondiali parteciparono sciatori di 28 nazioni e, sulle piste della Val Gardena, vennero disputate sei gare: sulla Ronc di Ortisei lo slalom maschile e femminile, sull’attuale tracciato Ciam-

pinoi 3 lo slalom gigante maschile e femminile, sulla Cir del Dantercepies con traguardo in Vallunga la discesa libera femminile e, infine, sulla Saslong la discesa libera maschile. In queste due ultime gare, la vittoria andò alla Svizzera con Bernhard Russi e Annerösli Zyrd. Lo slalom gigante maschile fu vinto dall’austriaco Karl Schranz e quello femminile dalla canadese Betsy Clifford, mentre Jean-Noel Augert e Ingrid Lafforgue si aggiudicarono rispettivamente lo slalom maschile e quello femminile.


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I Mondiali di sci svoltisi nel 1970 non hanno solo gettato le basi della storia dello sport gardenese, ma si sono rivelati soprattutto una tappa determinante in tema di organizzazione dei grandi eventi sportivi, anche perché, per la prima volta nella storia dello sci, venne impiegata l’elaborazione elettronica dei dati

allo scopo di trasmetterli nel modo più rapido e corretto possibile, consentendo a pubblico, stampa e TV di essere informati sulle classifiche in un decimo di secondo: uno straordinario passo avanti per l’epoca! Oltre ad accendere i riflettori sull’eccellente configurazione paesaggistica e socioeconomica,

quest’evento sportivo dall’incredibile successo ha sottolineato soprattutto le capacità organizzative dei gardenesi. Il dovizioso e accurato lavoro del comitato organizzativo, in collaborazione con gli enti, le associazioni e i volontari locali, ha garantito un perfetto svolgimento della manifestazione, spingendo la Féderation Internationale du Ski (FIS) a portare altri eventi sciistici sulle piste di questa vallata. La discesa Saslonch, ormai irrinunciabile in Coppa del Mondo è, da allora, un appuntamento fisso nel calendario di gara. I Mondiali di sci del 1970 hanno dato un impulso allo sviluppo turistico della Val Gardena che, nel corso di pochi decenni, da remota valle dolomitica si è trasformata in un’apprezzata e meravigliosa meta del turismo invernale. Sara Senoner

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INFOGardena PATTINAGGIO SU GHIACCIO Selva: Stadio del ghiaccio Pranives, Tel. 0471 794 265 S. Cristina: Centro Sportivo Iman, Tel. 0471 777 800 (solo inverno) Ortisei: Parcheggio Setil (solo inverno)

TENNIS Selva: Tennis Center S. Cristina: Centro Sportivo Iman, Tel. 0471 793 525 Ortisei: Tennis Center Roncadizza, Tel. 0471 797 275

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EQUITAZIONE Selva: Centro Equitazione Pozzamanigoni La Selva, Tel. 0471 794 138 S. Cristina: Maneggio e campo giochi Monte Pana Ortisei: Centro Equitazione Gardena Cowboy Ranch, Tel. 338 243 09 00

PISCINA E WELLNESS Ortisei: “Mardolomit” Piscina coperta e scoperta, Tel. 0471 797 131


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94,2 / 92,6 MhZ RADIO GHERDËINA Ortisei: Via Rezia 116, Tel. 0471 797 415

MUSEO GHERDËINA Ortisei: Via Rezia, Tel. 0471 797 554

PARCO AVVENTURA Ortisei: Emozion Col de Flam Tel. 333 880 60 80 (solo estate)

VAL GARDENA ACTIVE Selva: Tel. 0471 777 906 S. Cristina: Tel. 0471 777 800 Ortisei: Tel. 0471 777 600

FITNESS-CENTER Ortisei: Fit 181, Tel. 0471 797 006

PALESTRA D’ARRAMPICATA Selva: Piazza Nives, Tel. 0471 794 133 S. Cristina: Centro Sportivo Iman, Tel. 0471 777 800 Ortisei: Tennis Center Roncadizza, Tel. 0471 797 275

ELIKOS FLYING OVER THE TOP www.elikos.com, Tel. 335 788 01 49 / 335 788 01 50

SLITTINO Ortisei: Resciesa

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VAL GARDENA: TI INNAMORERAI “VITA IN FUGA”, LA NUOVA FICTION RAI AMBIENTATA IN VAL GARDENA

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ui ho trovato tutto quello che serviva al racconto. Sia in bellezza e varietà del territorio, che in strutture architettoniche”. Descrive così la Val Gardena il regista Luca Ribuoli, che l’anno scorso ha ambientato parte delle riprese della

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serie tv “Vite in fuga” fra Ortisei, Santa Cristina, Selva, Passo Sella. “Una valle dell’Alto Adige che non conoscevo”, ma che l’ha conquistato “anche per la grande ospitalità degli abitanti”. “Vite in fuga”, family thriller in 6 serate, è una coproduzione Rai Fiction-PayperMoon Italia, prodotta da Mario Mauri, scritta da Filippo Gravino, Guido Iuculano, Giacomo Bendotti, Eleonora Cimpanelli, Flaminia Gressi, Davide Serino. Nel cast, Claudio Gioè, Anna Valle, Barbara Bobulova, Francesco Arca, Giorgio Colangeli, Tobia De Angelis, Tecla Insolia. Nella storia, Claudio e Silvia fuggono da Roma e sotto identità fittizie si rifugiano in Alto Adige, dove cominciano da zero una nuova vita.

La Val Gardena diviene dunque parte integrante e viva del racconto, dipinto naturale, luogo ove la famiglia Caruana, lontana dagli agi di Roma, ricomincia a conoscersi e volersi bene. Le riprese sono state effettuate ad aprile e maggio, un periodo definito


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“fuori stagione”, ma che permette di vivere le montagne in tranquillità e goderne a pieno la bellezza. Nonostante molte strutture fossero chiuse, in tanti non hanno esitato a riaprire le loro attività e ad offrire il loro supporto alla troupe della serie tv. “Abbiamo avuto la fortuna di effettuare le riprese in un periodo lontano dalla stagione turistica, e in questo modo abbiamo potuto apprezzare l’essenza della valle stessa”

racconta sempre Ribuoli “E’ come se la valle fosse tua, tu la puoi ascoltare, lei ascolta te”. La montagna in primavera è infatti un tripudio di colori, profumi e con-

tinue trasformazioni. Chi ha avuto modo di viverla in quel periodo, non può dimenticarla. Mandella Quilici

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UNA FUNICOLARE PER SANTA CRISTINA- MONTE PANA?

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na funicolare in grado di trasportare fino a 1800 persone l’ora alla meta turistica di Monte Pana: è questa l’idea di un gruppo imprenditoriale di Santa Cristina, composto da cinque persone. Il progetto “Sunpana”, che prevede un collegamento tra l’abitato (centro sportivo Iman) e la vicina area turistica, ha lo scopo di attirare più visitatori su Monte Pana, accrescendo al contempo l’attrattiva di Santa Cristina e migliorando la mobilità locale.

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La scelta del mezzo di trasporto è caduta su una funicolare, ossia su un sistema su rotaie azionato da un cavo e reindirizzato da un argano collocato presso la stazione a monte. La lunghezza del tracciato, con la stazione a valle in zona Iman e quella a monte su Monte Pana, è di 960 m. Pensata come collegamento diretto alla seggiovia “Mont Sëura”, deve consentire l’allacciamento al

Sellaronda. Stando al progetto, per l’attraversamento della strada e del torrente è previsto un ponte di 180 m, mentre la deviazione dell’esistente via Pana sarà realizzata con un sottopassaggio di 200 m. Inoltre, per la funicolare a doppio convoglio è previsto uno scambio con stazione intermedia nel punto d’incrocio. La stazione a monte sarà edificata al livello della stazione a valle della

seggiovia, così da essere integrata il più armoniosamente nel paesaggio. Per la realizzazione della stazione a valle è stato pensato un collegamento alle infrastrutture esistenti e all’anfiteatro. L’impianto dovrebbe entrare in funzione durante l’inverno 2023/24. Sara Senoner

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SELVA: MEMORIE DEL TEMPO DEI NONNI

Io sono il figlio maggiore accanto a mio padre

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bitavamo a Milano e ricordo ancora la prima sirena degli allarmi che avvisavano la popolazione dei bombardamenti che avrebbero poi semidistrutto la città. Eravamo nel 1940, proprio all’inizio della guerra, e proprio per starne lontani, in un posto sicuro, i miei genitori acquistarono a Selva una casa in posizione magnifica sul sentiero che porta al rifugio Firenze, poco lontano dal vecchio centro del paese. Frequentai la seconda classe della scuola 14 | VAL GARDENA | DOLOMITES |

elementare mentre mio padre era a combattere in Dalmazia, la terra d’origine della mia famiglia. Rimanemmo a Selva fino al 1943 quando fu deciso di riunirci con mia nonna che aveva una villa sul lago di Como. Tornammo a Selva nel ’46 e regolarmente, d’inverno e d’estate, appena chiudevano le scuole, riaprivamo casa… fino al 1965 quando la casa fu venduta. Si arrivava a Selva con un trenino sbuffante che raggiungeva la stazione in una breve rincorsa fra i

prati attorno alla chiesa. I bambini con le guance rosse salutavano e i passeggeri rispondevano affacciati ai finestrini. Lontano c’era la guerra con i suoi fragori e le sue distruzioni. Erano gli anni ’40 del secolo scorso e Selva era per me un meraviglioso e pacifico mondo tutto da esplorare. I suoi abitanti parlavano il ladino, una lingua misteriosa e le loro vite erano le stesse, secolari, dei loro avi. La terra dava segale, rape e fieno per gli animali. La sera le mucche, le capre e le pecore tor-


VAL GARDENA MAGAZINE navano dalla meravigliosa Vallunga in un concerto di campanacci e schiocchi di frusta del pastore e ritrovavano per istinto ognuna la propria stalla. In autunno volavano le cornacchie e risuonavano nella valle i batacchi con i quali veniva trebbiata la segale. E se c’era un temporale con i tuoni che rimbalzavano moltiplicati contro le rocce del Sella, il sagrestano Anselmo correva alla chiesa, giorno o notte che fosse, a suonare le campane per “proteggere” il paese dai fulmini. La scuola era al secondo piano, sopra al municipio. Le aule erano due: una per le prime tre classi, l’altra per la quarta e la quinta. Sulla parete accanto al crocifisso c’erano i ritratti di re Vittorio Emanuele III in divisa generalizia con medaglie, di Mussolini con mascella prorompente e del papa Pio XII enigmatico e con lo zuccotto bianco in testa. All’inizio delle lezioni si cantavano in coro orribili canzoni fasciste come Vincere, vincere, vincere! E Fischia il sasso, il nome squilla, dell’intrepido Balilla. La maestra esaminava la pulizia delle mani. Chi non le aveva pulite veniva spedito a lavarsele alla fontana davanti alla chiesa nell’acqua gelata e, d’inverno, con candelotti di ghiaccio. Mio compagno di scuola era Corrado Senoner, poi diventato prete, poi parroco di Santa Cristina e poi di un paesino sopra Salorno. Con lui facevo ritorno a casa. Ci scambia-

vamo degli insulti in ladino: “tën la musa pitl mut”, una specie di “taci bamboccio”, insulto davvero mite anche per quei tempi. Corrado era il terzo figlio di Cristiano e Elisabetta. Il padre aveva pochi denti in bocca e parlava prevalentemente del tempo: “…bel tempo ogi…sci… sci” oppure “bruto tempo ogi…sci… sci”. La madre aveva anche lei una dentatura problematica, ma era più ciarliera. Da loro veniva il latte per il nostro fabbisogno. Abitavano in cima alla collina proprio dietro la nostra casa. Il pane, lo zucchero, la pasta, il caffè, la carne erano razionati e si compravano con la “tessera annonaria” distribuita dal Comune, da cui il negoziante ritagliava man mano i bollini. A giugno e a settembre c’era il taglio dell’erba. Su tutti i prati gli uomini avanzavano passo dopo

passo con le falci, seguiti dalle donne e dagli anziani con le forche a sparpagliare l’erba. Il profumo dell’erba appena tagliata e il sibilo ritmato delle falci riempivano l’aria. Suonavano le campane e gli uomini interrompevano il lavoro, si levavano il cappello e le donne si facevano il segno della croce. I bambini, e io fra loro, correvano a salutare il treno che arrivava ormai stracco alla casetta della stazione, sbarcava i passeggeri, riprendeva fiato per ripartire per l’ultima volata verso Plan, il capolinea. Antonio Mussner e Battista Demetz, veri signori della neve, sono stati i miei maestri di sci nell’immediato dopoguerra. In estate tornavano ai loro lavori: il primo intagliava il legno, il secondo curava le sue bestie che pascolavano in val Chedul. Due pilastri indelebili nella memoria per genuinità, gentilezza e pazienza affettuosa. E così come loro, nella memoria, conservo la visione delle montagne, il Sassolungo, il Sella, i Pizzes da Cir…quando, al tramonto si vestono di un incredibile rosa che a poco a poco svanisce nel violetto. Franco Salghetti Drioli Il testo è stato ripreso dal libro “I miei 400 anni e altri viaggi” | DOLOMITES | VAL GARDENA | 15


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PINOCCHIO

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tornato sugli schermi dallo scorso dicembre la favola che ha emozionato intere generazioni e che ancora oggi è diffusa in tutto il mondo e tradotta in varie lingue. Parlo di Pinocchio, il famoso burattino di legno che, da birbante matricolato, si trasforma poi in un bravo e studioso bambino. Ma quello che ci stupisce di più, è che nella moderna versione del film girato da Matteo Garrone che sta incantando gli italiani, il protagonista è... gardenese! Infatti, il burattino che Roberto Benigni - nelle vesti di Geppetto - intaglia nel legno, è opera dell’artista gardenese Bruno Walpoth, di cui per un attimo si intravedono anche le mani mentre lavorano. È stato intervistato da Francesca Gonzato del giornale Alto Adige e ha dichiarato che recitare insieme a Benigni è

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stata un’emozione incredibile. Il regista Matteo Garrone, molto meticoloso e pignolo, è arrivato – dopo accurate ricerche di artisti specializzati in sculture dalla grande resa umana - a scegliere proprio Bruno Walpoth e di questo il nostro gardenese è molto orgoglioso. Come legno per creare Pinocchio è stato scelto il rovere, della famiglia delle querce, che cresce in zone prealpine ed è di colore bruno tendente al giallo, proprio come lo si vede nel film. Ed ecco che la nostra Val Gardena si rende ancora una volta famosa per aver dato vita ad una nuova versione di Pinocchio – più moderna ma sempre attinente alla vecchia fiaba - con una verità spesso dimenticata ma sempre molto attuale, vale a dire quella di rinunciare nel corso della vita ad essere dei burattini, per diventare degli uomini veri. Ludovica Pineider


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PILAT - SCIARE FINO IN CENTRO A ORTISEI DIVENTA REALTÀ

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a storica pista che scende dall’Alpe di Siusi ed arriva nel centro di Ortisei sarà ripristinata. Sono iniziati nell’autunno 2019 i lavori di sistemazione della vecchia pista da sci che discende dalla stazione a monte dell’Alpe di Siusi per ricongiungersi con il paese nel comprensorio sciistico di Ronc e Palmer. Il progetto presentato dall’associazione turistica di Ortisei e supportato dall’amministrazione locale ha avuto il via libera dalla Giunta Provinciale di Bolzano. La nuova pista di fatto ripercorre quella già esistente, abbandonata a se stessa da qualche decennio. Eccetto un breve tratto nella parte centrale si scierà dunque sulle pendenze del tracciato originale, dove generazioni intere di sciatori del posto si sono approcciati a questo sport. Il proget-

to valorizzerà la zona, che diventerà un punto di riferimento importante per lo sviluppo degli impianti e delle strutture sciistiche nel centro di Ortisei, migliorando anche l’immagine turistica nel suo insieme. Lungo i 3900 metri della pista verranno realizzati 7 ponti per una lunghezza totale di 700 metri. La spesa totale del rifacimento della Pilat dovrebbe aggirarsi intorno ai 7 milioni di Euro, escluso il sistema di innevamento. Grande la soddisfazione dei promotori e dell’intero popolo dello sci, per il quale la riapertura della Pilat rappresenta un passo fondamentale per continuare ad appassionare le generazioni future allo sport dello sci. L’apertura della pista Pilat al pubblico è prevista per la stagione invernale 2022. Leo Senoner | DOLOMITES | VAL GARDENA | 17


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ALEX VINATZER, FUORICLASSE DELLO SCI MOTIVATO, SPIRITOSO E VELOCE COME UN BOLIDE

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n Val Gardena lo conoscono tutti. Da quando, nel 2019, si è aggiudicato il titolo di campione del mondo juniores nello slalom e si è piazzato ai primi posti anche in Coppa del Mondo, Alex Vinatzer si è fatto un nome tra i discesisti di punta ben oltre i confini provinciali. Insieme alle sue due colleghe gardenesi Nicole Delago e Nadja Delago, il 20enne di Selva è una promessa della nazionale italiana nel circo bianco mondiale. In quest’intervista a Gardena Magazine ci svela qualche aneddoto privato, ma naturalmente

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parla anche di sci. Gardena Magazine. Sportivo professionista e atleta fuoriclasse: suona come il lavoro più bello del mondo, coronato da fama e successo. Quali sono gli aspetti che contano davvero per piazzarsi ai primi posti in una gara? Alex Vinatzer. Sono necessari una buona preparazione e molto allenamento, altrimenti è impossibile arrivare sul podio.

non ti capita mai di avere paura? Alex Vinatzer. Assolutamente no, altrimenti non lo farei.

Gardena Magazine. Quando ti lanci in una discesa a tutta velocità,

Gardena Magazine. A che cosa è sottoposto il corpo di uno sciatore?

Gardena Magazine. Le aspettative nei confronti dei giovani della nazionale sono molto elevate. Percepisci questa pressione? Alex Vinatzer. È normale che i giornalisti facciano un po’ di pressione e che le attese siano elevate, ma bisogna saperci convivere.


VAL GARDENA MAGAZINE gliorare i miei tempi. Gardena Magazine. Quando hai indossato per la prima volta gli sci e a quale età risale la tua prima vittoria? Alex Vinatzer. Ho cominciato a sciare a tre anni e, se non ricordo male, ho celebrato la prima vittoria a sette. Gardena Magazine. C’è una pista che ti è particolarmente cara tra le circa 80 del circuito della Val Gardena? Alex Vinatzer. Le tre piste del Ciampinoi.

Alex Vinatzer. In primo luogo, a molte ore di allenamento tutte le settimane e, talvolta, a qualche caduta. Gardena Magazine. Quali attività ti aiutano a rilassarti? Alex Vinatzer. La lettura e le camminate. Gardena Magazine. Che cosa hai pensato quando, durante lo slalom di Coppa del Mondo a Schladming, la modella statunitense Kinsey Wolanski si è messa a correre davanti a te e ha tagliato il traguardo, facendo scattare la fotocellula del cronometro? Alex Vinatzer. Inizialmente non me n’ero nemmeno accorto, dopo l’ho trovato divertente! Gardena Magazine. L’ironia sembra essere uno dei tuoi punti di forza. Quali altre tre caratteristiche descrivono meglio la tua personalità? Alex Vinatzer. Sono tranquillo, positivo e motivato. Gardena Magazine. Ti ricordi di altri “fuoriprogramma” emozionanti o spiritosi durante le tue gare? Alex Vinatzer. A me non erano mai successi episodi simili. Kristian Ghedina, invece, una volta ha visto

un capriolo attraversargli la pista. Gardena Magazine. Dove trovi la motivazione prima di una gara? Alex Vinatzer. A dire il vero sono sempre motivato, senza bisogno di fare nulla di particolare. Gardena Magazine. Essere uno sciatore significa soprattutto moltissimo allenamento. Quale insegnamento ne trai per la tua vita? Alex Vinatzer. Anche se sono ancora giovane, posso dire di aver imparato una cosa: se vuoi raggiungere un obiettivo, devi lavorare sodo! Gardena Magazine. E l’estate? Alex Vinatzer. In estate mi alleno sei giorni la settimana, al mattino e al pomeriggio. Quindi, non ho molto tempo da dedicare alle vacanze! Gardena Magazine. Quali sono i successi sportivi di cui vai particolarmente fiero? Alex Vinatzer. Sicuramente la vittoria ai Mondiali juniores del 2019. Gardena Magazine. Ti alleni solo per lo slalom o stai pensando di cominciare anche con altre discipline? Alex Vinatzer. Mi alleno anche per il gigante, dove spero in futuro di mi-

Gardena Magazine. La cucina sudtirolese è famosa per le sue prelibatezze: qual è il tuo piatto preferito?

Alex Vinatzer. A dire il vero, mi piace un po’ tutto della nostra cucina, quindi faccio fatica a scegliere.

Gardena Magazine. Gli sciatori possono mangiare di tutto? Alex Vinatzer. Sì, anche se non sempre è salutare. In realtà, stiamo abbastanza attenti alla nostra alimentazione. Gardena Magazine. Riesci a immaginarti una carriera diversa da quella dello sciatore? Alex Vinatzer. Al momento, no. Gardena Magazine. Essendo un atleta di spicco, sei sempre in giro per il mondo. Perché torni sempre volentieri in Val Gardena? Alex Vinatzer. Perché è la mia terra ed è semplicemente meravigliosa. Gardena Magazine. Val Gardena, meglio d’estate o d’inverno? Alex Vinatzer. D’inverno. Gardena Magazine. C’è un motto a cui ti ispiri? Alex Vinatzer. Mai prendersi troppo sul serio! Intervista a cura di Angelika Schrott | DOLOMITES | VAL GARDENA | 19


VAL GARDENA MAGAZINE I NOSTRI OSPITI RACCONTANO...

PERCHÉ VACANZE IN VAL GARDENA PER UNA VITA?

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na storia di una famiglia che, come tante, vengono in valle da 10, 20.... 60 anni! Sì, ce ne sono tante, più di quante si possa immaginare. Ovviamente non si tratta più di quello che di solito si considera semplicemente “turismo”, si tratta di vero amore per la Val Gardena, trasmesso poi a nostra figlia Sara e di conseguenza a sua figlia Giorgia! Il nostro rapporto con la Val Gardena inizia nel 1982, arriviamo al Belmont con nostra figlia Sara di 3 anni, la prima impressionante immagine del Sassolungo è quella che ci condizionerà per sempre, fino ad oggi. I primi anni, sempre in agosto, sono stati ovviamente dedicati a conoscere tutta la zona, i sentieri, i rifugi e poi pian piano, mediante le varie traversate, anche le rocce. Da subito però era scattata una mol-

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la dentro di noi che ci spronava a fare sempre di più, ad andare sempre più in alto. Studiavamo sulla carta dei sentieri i tragitti che ci avrebbero poi impegnato per intere giornate: la tra-

versata del Sella in entrambi i sensi (passo Pordoi - passo Gardena); la traversata del Sassolungo attraverso la forcella Demetz, il giro de Sassolungo e Sassopiatto, il giro al Puez in tutti i sensi (dalla Vallunga, dal passo

1982 con nostra figlia Sara

2020 con la nipotina Giorgia, figlia di Sara


VAL GARDENA MAGAZINE Gardena, dal rifugio Firenze), e poi allo Stevia, al Resciesa, alla Malga Brogles e attraverso la forcella Pana all’alpe Mastlè, all’alpe di Siusi con ritorno a Monte Pana, e tante altre più semplici ma ricchissime di storia ed arte come la chiesetta di San Giacomo e gli antichi masi, ricchissime di bellezza e di natura come qualsiasi altro sentiero si imbocchi. La ricchezza della natura in questa valle è talmente grande che ancora oggi, dopo 37 anni di intensa frequentazione riusciamo a stupirci per nuove scoperte, tanti laghetti semisconosciuti dell’alpe Cisles e Mastlè, specchi d’acqua dove Sassolungo, Sella ed Odle al tramonto, infuocati, riflettono tutta la loro magnificenza. Recentemente abbiamo inoltre arricchito il nostro rapporto con le montagne della Val Gardena iniziando, all’alba dei 60 anni, a praticare le vie ferrate (Tridentina, Schuster, Sass Rigais, Piz Duleda, piccolo e grande Cir ed altre fuori valle) dove il contatto con la Dolomia trasmette una carica ed una energia positiva. Anche eventuali timori nell’affrontare l’impresa, sembra impossibile, ma al momento del contatto con la roccia svaniscono come per incanto! Negli ultimi anni abbiamo anche avuto la fortuna di poter intensificare le nostre “capatine” in valle, praticamente in tutte le stagioni, circa una volta al mese facciamo volentieri i 385 chilometri (da Pavia) per conoscere la valle in tutte le sue meravigliose sfumature stagionali. Queste nuove visite ci permettono di vedere la valle al momento della rinascita della vita in primavera, subito dopo lo sciogliersi della neve esplodono i colori dei crocus, delle pulsatille, delle primule e poi delle genziane, delle aquilegie. Anche sulle pendici del Sassolungo, del Sella e dei Cir sono presenti tantissime macchie di fiori, silene a cuscinetto, camedrio alpino, il papavero alpino, il raponzolo dello Stevia e molte altre varietà ancora. Sembra impossibile che fra le rocce

Renè Gruber

di queste bellissime cattedrali naturali, pulsi tanta vita all’estremo dell’esistenza! Per non parlare poi dell’estate, quando non esistono più tracce di neve, se non in qualche canalone in alta quota, si ha la possibilità di spaziare ovunque e aumenta l’imbarazzo sulla scelta delle escursioni da fare. In autunno i colori principali dei boschi sono il verde degli abeti e l’oro degli aghi dei larici prima di cadere; in quei giorni può capitare che in mezzo al bosco ci si trovi avvolti da nuvole di aghi dorati create dal vento e aleggia nell’aria un’atmosfera magica. Frequentiamo la Val Gardena anche d’inverno, noi non sciamo ma riusciamo a fare quasi tutte le passeggiate che facciamo d’estate; il paesaggio è ovviamente diverso, comunque molto suggestivo, ma meno accessibile. L’atmosfera Natalizia dei mercatini con il profumo di cannella, anice, chiodi di garofano e le calde luci che mettono in risalto le casette di legno, allestite con raffinato gusto, particolari oggetti artigianali e squi-

siti dolci…… amplificano la magìa della val Gardena facendola diventare la valle del Natale. Passeggiare per i mercatini di Santa Cristina, Selva ed Ortisei è facile farsi trasportare da questa atmosfera magica e tornare bambini. L’amore per la val Gardena è come un boomerang, torna amplificato carico di grandi emozioni, diverse in ogni stagione. A completare ed intensificare questo legame con la val Gardena sono le molte amicizie con i gardenesi, nate perché hanno capito il nostro desiderio di vivere più tempo possibile il “quotidiano” della valle, un caloroso GRAZIE a tutti loro! Proprio per poter essere vicini alla val Gardena anche a distanza, abbiamo formato un Gruppo Facebook che ci permette, con la condivisione di foto, filmati, commenti, esperienze ed emozioni, di parlare anche tutti i giorni di questa meravigliosa Valle con altri amici che la amano come noi.

Fiorenzo Vecchio & Angela Stabilini | DOLOMITES | VAL GARDENA | 21


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MASI DELLA VAL GARDENA LA MEMORIA DI UN PAESAGGIO

Maso Biei, XIII secolo (Foto Vàclav Šedý)

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n Val Gardena una mostra dedicata ai masi: mejes in ladino. Più di 70 foto del fotografo Vaclav Sedy in bianco e nero per meglio evidenziare le caratteristiche architettoniche di questi edifici. Sono foto attuali, la mostra non è una retrospettiva, ma parla al futuro con lo scopo di richiamare l’attenzione sul valore dei masi antichi. I masi sono una ricchezza architettonica che fa parte del paesaggio, li ammiriamo immersi nel verde dei prati e dei boschi in estate o nel bianco della neve in inverno. I criteri con cui sono stati costruiti erano dettati dalla natura e i materiali provenivano dall’ambiente circostante

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come legno, pietra, sabbia, assemblati da mani sapienti, in funzione delle esigenze della vita del luogo. Questi edifici sono il prodotto dell’abilità costruttiva dei secoli passati e la funzionalità e l’essenzialità ne determinano il fascino ancora oggi, in un tutt’uno armonioso con il paesaggio. Si trovano tra i 1.200 e i 1.700 metri di altitudine, specie sul lato destro della valle esposto a sud. Il maso è costituito da una parte abitativa e un rustico, a volte le due parti sono unite in un singolo edificio, altre separate in due costruzioni distinte, disposte a seconda della morfologia del terreno su cui sorgono. La vita al maso era dura, non esiste-

va nessuna delle comodità che oggi diamo per scontate, ma per gli abitanti era tutto normale, era una vita in simbiosi con la natura, scandita dall’alternarsi delle stagioni e dalle feste religiose. Così, le condizioni ambientali e climatiche hanno determinato le soluzioni architettoniche per costruire i masi. La Stube era il cuore dell’abitazione: qui, specie nei mesi invernali, convivevano tutti i membri della famiglia attorno all’unica stufa della casa e in questo ambiente ebbe inizio la storia delle sculture in legno, poi esportate in tutto il mondo, che resero la valle una delle più ricche dell’arco alpino.


VAL GARDENA MAGAZINE Importanti per il sostentamento erano la cucina e la cantina, ma anche l’officina, poiché il maso doveva essere il più possibile autosufficiente. La conservazione di questi masi non riguarda solo gli edifici in sé, ma in senso più ampio la storia della Valle: testimoniano come il territorio veniva amministrato e abitato fin dal Medioevo. I più antichi infatti risalgono al XIII secolo, lo stupore viene dallo scoprire che alcuni documenti antichi parlano di semplici costruzioni rurali immerse nella natura: è il caso di Peza che troviamo nel prato appena usciti dal sentiero nel bosco a San Giacomo. La conferma che i masi giunti fino a noi sono molto antichi si basa sull’indagine dendrocronologica che analizza il legno impiegato per la costruzione, determinandone la data di utilizzo. Nel secolo scorso il progresso ha portato allo sviluppo che ha tenuto poco conto del valore dei masi. In base agli standard attuali molti di questi edifici oggi non sono abitabili ed essendo pochi di essi posti sotto tutela, rischiano di essere silenziosamente demoliti, contribuendo alla perdita di identità storico-culturale della valle. La pubblicazione della Carta dei Masi, ad opera del Museum Gherdëina nel 2015, certifica purtroppo questo andamento. Evidenziare il valore dei masi con questa mostra è l’obiettivo di Paulina Moroder, direttrice del Museum Gherdëina e dell’architetto specializzato in conservazione di edifici storici

Maso Peza, XIII secolo (Foto Vàclav Šedý)

Maso Paratoni, stube (Foto Vàclav Šedý)

Maso Mëune, cucina (Foto Vàclav Šedý)

Wolfgang von Klebelsberg, ideatore del progetto. Per la realizzazione del catalogo illustrato, hanno contribuito altri studiosi della materia tra cui l’antropologo Annibale Salsa, membro della Fondazione Dolomiti UNESCO, una delle istituzioni che patrocinano la mostra a conferma del suo valore. Il progetto è anche più ampio: si sono svolte visite guidate ai masi durante piacevoli passeggiate e conferenze per sensibilizzare l’opinione pubblica e sviluppare nei proprietari dei masi la consapevolezza di possedere un grande valore, il maso non deve evocare il ricordo di un passato difficile, ma essere piuttosto motivo di orgoglio anche per le generazioni future. L’obiettivo della mostra è la conservazione del patrimonio, quindi la ricerca di un’alternativa alla demolizione e di un nuovo utilizzo dei masi dopo un restauro. In Val Gardena abbiamo già alcuni bellissimi esempi di riqualificazione e ci auguriamo di poterne vedere ancora altri nelle prossime passeggiate tra i prati e le strade della valle. Isabella Penzo | DOLOMITES | VAL GARDENA | 23



Piazza Chiesa 39048 Selva - Val Gardena Tel.: +39 0471 795 392 Piazza S. Antonio 39046 Ortisei - Val Gardena Tel.: +39 0471 786 504 web: www.extremefashion.it E-mail: info@extremefashion.it


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HIGHLIGHTS 2020 www.valgardena.it

Inverno 2019/2020

01.02.2020

Hockey su ghiaccio Alps Hockey League

Dolomites Val Gardena - Xtreme Up

22/29.03.2020

21.03.2020

Rock the Dolomites Winter Musik Festival nelle Dolomiti

Spring Race Party

04.04.2020

Estate 2020

Südtirol Gardenissima & Südtirol Gardenissima Kids

Aperitivi e serate lunghe

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VAL GARDENA MAGAZINE 20.06.2020

27.06.2020

HERO Kids & HERO SĂźdtirol Dolomites Maratona di mountain-bike

Sella Ronda Bike Day Giornata della bici con i passi chiusi

Agosto 2020

Estate 2020

Val Gardena in costume

Idea Unika Ortisei

Ottobre 2020

Dicembre 2020 SCAN

Sparkasse Apt Challenger maschile & femminile

Val Gardena Valle di Natale delle Dolomiti

18/19.12.2020

27/30.12.2020

FIS Ski World Cup Val Gardena GrĂśden: Super G e discesa libera maschile

Concorso di sculture sulla neve

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XTREME UP

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l pittoresco paese di Selva di Val Gardena si contraddistingue per la sua anima sportiva. Esso è infatti una meta fissa per gli amanti dello sport e dell’aria aperta,

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sia estiva che invernale. A gennaio, proprio a Selva, subito dopo la classica Coppa del mondo di sci di dicembre e prima della Gardenissima , esattamente il 01.02.2020

i migliori atleti hanno dato prova della loro resistenza alla XTREM UP DOLOMITES VAL GARDENA circuito VERTICAL UP. Il circuito comprende 3 tappe : Selva Val Gardena, Madonna di Campiglio e Kitzbühel, un legame importante che dà ancora più valore e prestigio a tutti i partecipanti La gara è nata da un’idea dell’Ufficio Turistico di Selva in collaborazione con Luciano Montrucoli (Saltos Mountain Xtream) per portare nella nostra meravigliosa valle un diverso e nuovo evento sportivo. L’obiettivo della XTREAM UP DOLOMITES VAL GARDENA è quello di conquistare nel minor tempo possibile la pista 3 Ciampinoi, risalendo verticalmente i 720 metri di disli-


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vello e i 2320 metri di lunghezza. La particolarità è chiara : dal basso verso l’alto...... una bella faticaccia !! Al vincitore dell’edizione 2019, Michael Zemmer bastarono26:45 minuti per completare l’ascesa, prima delle donne, Birgit Klammer ne impiegò35:41....pazzesco. Nell’edizione di quest’anno, 2020, gli atleti sono riusciti incredibilmente ad abbassare ancora di più il tempo. Vincitore nella categoria Speed uomini sempre Michael Zemmer con un tempo di 26:06 , secondo Moser Christian e terzo Schneider Martin tutti e tre Italiani, prima invece delle donne l’austriaca Susanne Mair con il tempo di 29:18, seconda classificata la Slovena Koligar Mojica e

terza Penker Marlies sempre austriaca. La classifica premia anche la categoria disabili, dei veri superman. Abbiamo cercato di organizzare una gara che soddisfi le aspettative degli atlei Racer più tecnici, ma che sia anche in grado di dare divertimento a chi vuole solo mettersi in gioco. Credo che partecipare ad una competizione come questa, nella categoria Speed o Zaino che sia, abbia sempre un sapore particolare; la bellezza del paesaggio della nostra valle, della pista, la particolarità della notte, le luci, le fiaccole, la fatica, la sfida con se stessi e con gli altri, con gli amici o con i compagni di squadra, diano una soddisfazione improvabile indipendentemente dal

piazzamento. Partenza zona Pra da Freina 1560 m ed il traguardo da raggiungere alla Ciampinoi 2280 m. Le due categorie, Speed e Zaino, non avranno regole quindi potranno scegliere traiettorie e materiali, purchè riescano a farcela con le proprie forze. Al più veloce verrà aggiudicata la vittoria nella categoria Speed, per chi invece affonterà il percorso per divertimento, categoria Zaino , sarà premiato il partecipante che si avvicinerà di più al tempo medio impiegato da tutti i partecipanti della categoria Per chi affronterà i 4 muri della n.3 Ciampinoi ci sarà bisogno di una condizione fisica ottimale, la pendenza del Crep dla Trei, prima del ristoro, metterà a dura prova anche i migliori atlei che si potranno appena riprendere lungo i 200m di rettilineo del Pra da Ronch. Ma non è finita, bisognerà infatti tener conto che subito dopo si dovrà affrontare il ripido schuss finale. Vi aspettiamo tutti in val Gardena per la prossima edizione: il 30 gennaio 2021. Luciano Montrucoli | DOLOMITES | VAL GARDENA | 29


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KAPI D E ROB DI E B O R TIJËI R U AP A K P P E A B K O I ED ËI R J B I O T R R I PP U A Ë J A K I P I T P D R A U E DI K OB PPA R E A I B K Ë I O J I D R TIJË T I E R R Ë B U J U I O I A T R D P R BE AU IJËI KAP PA URT TIJËI DI KAPP A URTIJËI RO IJËI ROBE DI PP UR RT A U A K P A I 31 P P D A P K E A B K I O D R SCAN IJËI OBE T R R I U Ë J I A P L URT ASUA SCAN SCAN

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