numero 1
www.iocome.it
indira fassioni: domanda igor zanti: risponde gabriele de risi: commenta dina nerino: osserva
una leggenda e una realtà: Karim Rashid
se provocare vuol dire far riflettere: Max papeschi c’è riuscito!
“i mondi impossibili”: Silvio Zangarini e i suoi capolavori
Titolo opera: Hitler n°5
Anno 1/N. 01-luglio 2011 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.
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ilsommario numero
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Boudoir
di Indira Fassoni
Domande irriverenti a Xena Zupanic
Situazione Critica di Igor Zanti
Domande risposte e approfondimenti su arte, artisti e mercato dell’arte
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Eventi del ½ mese
- LIVE! Art meets rock
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Se provocare vuol dire far riflettere:
Max Papeschi c’è riuscito!
“I mondi impossibili”
di Silvio Zangarini
Nè in cielo Nè in terra
di Gabriele de Risi Storie di ordinaria follia.
The Waves
di Dina Nerino Visioni distorte
di Luca Beatrice e Marco Bazzini - Based in Berlin
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Una leggenda e una realtà: Karim Rashid
e
Q
giacomo momo gallina
uando una visione soggettiva prende il sopravvento sui numeri e conquista la maggioranza degli spettatori, si comincia a parlare di moda e, quindi di oggettività. Non è ancora finito il dibattito tra il bello oggettivo e quello soggettivo, non si possono distruggere i confini culturali e le memorie ancestrali, gli archetipi e gli usi e costumi che ne conseguono. Ci si rassegna. Ci si imbatte in una visone della realtà del tutto arbitraria e, nella speranza che sia condivisa dai più, si procede. La stessa cosa vale per la definizione di etica e di morale, di bene e di male. Una buona dose di coraggio e di autostima ti suggeriscono di non porti più queste insidiose domande e ti consigliano di marciare su tutto e su tutti avente per bandiera il tuo insindacabile giudizio. In questa maniera Max Papeschi coglie una realtà terrificante e la trasforma, tramite il sarcasmo e l’ironia, in uno specchio terribilmente divertente e crudele. Karim Rashid vuole e vede un mondo in rosa, perfetto, da favola. Silvio Zangarini, geniale nella composizione fotografica, ci impone un dictat:” togliete il velo di Maya e vi mostro tutto ma proprio tutto, oltrepassando le leggi della fisica e della prospettiva e poi, decidete voi cosa vedere e cosa guardare” Buona visione, Ops Buona lettura!
“L’arte rende tollerabile la vista della vita ponendo su di essa il velo del pensiero non puro”. Nietzsche Friedrich, Umano, troppo umano, I Adelphi, Milano 19772, p. 123.
editoriale
X
ena Zupanic “X come XENA. XENA
come straniera.
Straniera a me stessa, esiliata dalla parte diurna del mio essere. Le mie performances sono delle esplosioni, passioni della notte dove il negativo, l’eccesso, mi portano al di la dei limiti della mia esistenza temporale. L’ essenza del mio agire non e soltanto nel mio trasformarsi ma di più nelle trasformazioni dell’energia altrui.
Indira Fassioni www.rosaspinto.net
Essa e il mio cibo cannibalesco, il mio sangue vampiresco, la mia saliva camaleontesca.
Nata a Labin in Croazia, laureata in Filosofia e Storia dell’Arte all’Università di Zara.
Altri, il pubblico, sono IO elevato alla potenza. Sono un animale in caccia perenne, mai la preda tenera.
Diplomata all’Accademia dell’arte Drammatica di Zagabria.
Xena, l’ente urlante, il grido formante. Il grido che nientifica il ni-ente, abbassa abissalmente. Privata di tutto, anche della brama di patire, spogliata di ogni intendimento e di ogni interesse, lei è l’aborto derelitto che chiude il lume sopra il suo niente. Il lume levante in luna calante.”
Scuola Superiore di Cinema e televisione di Zagabria. Scuola di recitazione “Quelli di Grock” di Milano. Numerose le esperienze in teatro, radio, televisione, cinema, pubblicità, moda, videoclip, video arte e musica.
Boudoir
Indira Fassioni
intervistando
Xena Zupanic
autoscatto Xena Zupanic
Che cos’è per te l’erotismo, cosa significa? Che relazioni dirette o perverse assume con l’amore nella tua esperienza? L’erotismo è la forza più ricca, potente e veloce che cambia il nostro stato d’animo ordinario. Il dio Eros ci possiede orientando tutta la nostra attenzione verso il soggetto amoroso. E’ il desiderio mai sazio che apre il nostro destino verso gli abissi immaginabili. E’ un terremoto selvaggio che niente lascia in piedi, un consumarsi insonne senza risparmio, un vertiginoso brivido che dura un’eternità. In rapporto anche alle tue attività artistiche, qual è il senso, tra i cinque, che utilizzi maggiormente per ricevere vibrazioni erotiche? La vista che cattura lo sguardo dell’altro. E’ la vista il senso che sdoppia la propria funzione conoscitiva: vedendo se stesso nell’altro, scrutando amante e amato nello stesso istante. Quanto e quali tipo di pulsioni erotiche sublimi nelle tue attività artistiche? Tutte quelle che riguardano ambedue sessi. Femminile e maschile portati a un punto di aderenza indistinguibile. Che cosa accende la tua fantasia erotica? Quale particolare ti colpisce di più, eroticamente, in una per-
sona del tuo stesso sesso, e in una del sesso opposto? Oppure si tratta di situazioni particolari? I dettagli nei quali si annida il dio Eros: il colore degli occhi che pulsa nello sguardo imprigionato nella zona dell’ombelico, le dita che scivolano sopra gli oggetti del mondo, il candore del lembo della pelle scoperta che è una vera radura nel bosco misterioso. Hai mai messo in pratica alcune delle tue fantasie più inconfessabili? come è stato? Si. Le fantasie inconfessabili sono il fuoco infernale che divora senza sosta. Sono delle regine dei mondi sotterranei, dove entrano i duri a perire. Qual è, secondo te, il rapporto tra erotismo cerebrale e quello carnale? Il cervello aiuta a non smarrirsi: ci guida sopra e sotto la superficie della corporeità che è un continente a se, pieno d’incognite e sorprese. Ogni artista è un voyeur: cosa ne pensi? L’artista è “colui che guarda”, dunque voyeur per antonomasia. Guarda per imparare a distinguere e non sbagliare nella forma che crea. Quali sono secondo te, le “vere” perversioni erotiche? Di quali subisci il fascino, artisticamente parlando?
Le vere perversioni per me sono le cose ordinarie portate a un punto di estrema sofisticazione. Sono le attenzioni corporee dove il corpo trae il massimo godimento senza vergogna, libero e lieve. In quale atmosfera trovi più fecondo creare dal punto di vista artistico e in quale preferisci fare l’amore? Ci sono punti di contatto tra le due o le pulsioni richiedono stimoli dfferenti? All’artista serve il corpo del pubblico, agli amanti solo il loro stesso corpo. L’atmosfera d’attesa dove si sta per svelare il mistero sacro della creatività e della sensualità. 10. Seconde te esiste la volgarità nell’erotismo? Nell’amore non esiste la volgarità. La volgarità è un impulso degradante, meccanicistico nella sessualità senza sentimenti. Come passava le giornate? Fuori nel Il senso del peccato o, all’opposto estremo, il libertinaggio più sfrenato, rendono la vita erotica e creativa migliori? Il senso del peccato è utile in quanto il suo peso porta verso la terra. Elaborando mi libro verso l’orizzonte lucente ed energetico. Il libertinaggio sconfina nelle terre oscure e paludose, dove il mio corpo esita a entrare. Manderò l’anima a sorvolare veloce per dovere d’ufficio e tornare presto senza parole.
Boudoir
Indira Fassioni
situazione
critica
Si è conclusa la kermesse. I mega yacht hanno lasciato la laguna. Migliaia di bottiglie di prosecco, champagne, vino bianco, vino rosso giacciono vuote e dimenticate nelle campane della raccolta del vetro. Borse e borsine con loghi, titoli, serigrafie, slogan, sono riposte negli armadi o riciclate come sporte della spesa. L’inaugurazione della Biennale è terminata. Cinque giorni caldi, confusionari, accalcati, tra buffet presi d’assalto da miriadi di intellettuali formiche, feste, festine, festini. Tanta arte, troppa arte, tanto da non lasciare spazio al ricordo.
Igor Zanti
Si è visto tutto e si ricorda poco. Il padiglione italiano è il paradigma di una Biennale dove tutti volevano esserci col rischio di risultare tutti, contemporaneamente, assenti. I piccioni di Cattelan veglieranno per cinque mesi ancora sui non encomiabili, sforzi curatoriali di Frau
IGOR ZANTI
e ...tanta
arte, troppa arte, tanto da non lasciare spazio al ricordo... I
Bice, e l’unico vero artista contemporaneo risulta essere Tintoretto, che domina silente e spavaldo questo confusionario, caciarone, incasinato circo veneziano. Si ripensa ad Alberto Sordi ed ad Anna Longhi e si programmano vacanze intelligenti lontano da tutto questo. Si ritornerà a settembre, con l’eco dei commenti a caldo, dalla ressa, dei vaporetti affollati, che si spegne in una memoria ingombra di immagini affastellate come in un collage di Hanna Hoch.
E quindi uscimmo a riveder le stelle...
GOR ZANT
Gentile Dott.Zanti, secondo lei perchè l’arte in Italia è così poco apprezzata rispetto all’estero? Monica,Torino Perché poco apprezzata? Oramai qualsiasi città che superi i 60.000 abitanti se non ha una metropolitana ed una fiera d’arte si sente poco più di uno slum di Calcutta. Direi che è apprezzata, forse troppo apprezzata. Se la sua domanda, invece, si riferisce al fatto che vi sia un ridotto intervento da parte delle istituzioni nel supportare il contemporaneo, questo è vero e c’è un motivo molto preciso. Secondo l’Unesco in Italia è custodito circa il 70 per cento del patrimonio storico artistico mondiale. Questo dato comporta che la spesa per il mantenimento ( crolli di case pompeiane a parte) di un così grande patrimonio implichi, da parte delle istituzioni, l’utilizzo di quasi la totalità dei fondi a disposizione per l’arte e la cultura. Per il contemporaneo non vi sono soldi, purtroppo, o comunque ve ne sono in quantità ridotta. L’arte contemporanea sopravvive in Italia solo perché esistono i privati (gallerie, fondazioni, collezionisti) che la sostengono, se non ci fossero loro anche io dovrei riciclarmi nella coltivazione delle peonie (che comunque non è una cattiva idea)…
All’attenzione del critico Zanti. Qual è, l’arte più nobile? secondo quali parametri, riesce a darmi una risposta? William Giroletti, Milano Non c’è arte più o meno nobile, soprattutto in un periodo in cui le differenze di genere sono sempre più sfumate. L’idea di un’arte più nobile è un’idea leggermente vecchia e superata. Esiste buona o cattiva arte, indipendentemente dai media che si utilizzano. Siamo nell’epoca dell’arte trans gender…
situazione
critica
evento
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nazionale
eventi del ½ mese La mostra racconta attraverso un suggestivo punto di vista come la storia dell’arte contemporanea e la storia del rock siano andate di pari passo contribuendo alla costruzione dell’universo culturale degli ultimi quarant’anni. Arti visive e musica, che nel tempo si sono incrociate e sovrapposte dando vita a un panorama coerente e unitario, sono infatti accomunate nella dimensione della performance che di volta in volta assume i contorni di una mostra o di un concerto. LIVE! propone una lettura parallela e originale di alcuni di questi grandi eventi attraverso l’esposizione di dipinti, sculture, installazioni, videoclip, artworks, LP, opere grafiche, fotografie, riviste e film. In occasione della mostra sarà presentato il libro Live! con testi di Luca Beatrice e Marco Bazzini, edito da Rizzoli. La mostra è realizzata con il contributo di Ceres, Fender – M. Casale Bauer e con la partnership di MTV Classic (canale 705 di SKY).
LIVE!
Art meets rock curated by Luca Beatrice and Marco Bazzini Centro per l’arte contemporanea
JAMIE REID Sid Vicious Action Man (1978) Vintage colour photocopy, 297 x 210mm Courtesy Isis Gallery London
Dal 21 maggio al 7 agosto 2011 Location: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Viale della Repubblica 277, Prato Tel. +39 0574 5317 Orari: Tutti i giorni dalle 16 alle 24, martedì chiuso Ingresso: libero. Informazioni: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci Viale della Repubblica 277, Prato Ph. +39 0574 5317 Ufficio Stampa: Studio Pesci di Federico Palazzoli Press office: Via San Vitale 27, 40125 Bologna Ph. + 39 051 269267 | Fax + 39 051 2960748 info@studiopesci.it | www.studiopesci.it
eventi del ½ mese evento
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internazionale
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Based in Berlin N.D.R.
From 8 June – 24 July,
Berlin presents work by eighty local artists for “Based in Berlin: Exhibition of Berlin Contemporary Art.” The city-run, multi-media, showcase will include lectures, studio visits and an array of shows throughout the city. Here are our ten top highlights of contributing artists, events and satellite exhibitions from the extraordinary program at http://www.basedinberlin.com/
Una leggenda e una realtà: Karim Rashid
Karim Rashid
Karim Rashid è uno dei designer più prolifici della sua generazione. Oltre 3000 progetti sono in produzione, ha vinto 300 premi in 35 paesi che hanno definito la leggenda di Karim nel mondo del design Karim offre una versatilità incredibile fondendo idee, materiali, comportamenti, attraversando orizzonti del consumatore e ampliando i confini. Il suo premiato design include interni quali il ristorante Morimoto di Philadelphia e l’hotel Semiramis di Atene, mostre per Deutsche Bank e Audi. Karim ha collaborato con i clienti per creare design democratico per Method e Devil Dirt, mobili per Artemide e Magis, identità di marca per Citibank e Hyundai, prodotti di alta tecnologia per LaCie e Samsung, e beni di lusso per Veuve Clicquot e Swarovski, solo per citarne alcuni.
Karim Rashid
DESIGNER
Agatha Ruiz de la Prada, NYC by Karim Rashid
Karim Space, Belgrade by Karim Rashid
Il lavoro di Karim è anche in 20 collezioni permanenti esposte in gallerie di tutto il mondo. Inoltre è un perenne vincitore del premio Red Dot di Chicago Athenaeum Good Design Award, ID Magazine Annual Design Review, IDSA premio Industrial Design Excellence. Ha conseguito lauree ad honorem dall’ Ontario College of Art & Design e Corcoran College of Art & Design. Più di recente, Karim ha curato la mostra Totally Rad: Karim Rashid fa Radiatori per il Museo di Arte e Design di New York City. E’ un docente e ospite abituale presso le università e conferenze di livello mondiale per diffondere l’importanza del design nella vita quotidiana. Karim è stato descritto in riviste e libri tra cui Time, Financial Times, New York Times, Esquire, GQ e più numerosi. Nel 2009 Rizzoli ha rilasciato “KarimSpace” l’ultima sua monografia, con 36 disegni di Karim riguardo architettura d’interni.
BLINE SNOOP by Karim Rashid
Altri libri includono la guida sul vivere di Rashid, ‘Design Your Self’ (Harper Collins, 2006), ‘Digipop’, una esplorazione digitale della computer grafica (Taschen, 2005), il portafoglio compatto edito da Chronicle Books (2004), oltre a due monografie dal titolo ‘Evolution’ (Universe, 2004) e ‘I Want to Change the World’ (Rizzoli, 2001). Nel suo tempo libero Karim flirta con il pluralismo DJing, l’arte e la moda ed è determinata a toccare ogni aspetto creativo del nostro paesaggio fisico.
Karim Rashid
DESIGNER
www.karimrashid.com
Nhow aussen upper tower, Berlin by Karim Rashid
KOMBHouse, il Cairo by Karim Rashid
Karim Rashid is one of the most prolific designers of his generation. Over 3000 designs in production, over 300 awards and working in over 35 countries attest to Karim’s legend of design. Karim’s diversity affords him the ability to cross-pollinate ideas, materials, behaviors, aesthetics from one typology to the next, crossing boundaries and broadening consumer horizons. His award winning designs include democratic objects such as the ubiquitous Garbo waste can and Oh Chair for Umbra, interiors such as the Morimoto restaurant, Philadelphia and Semiramis hotel, Athens and exhibitions for Deutsche Bank and Audi. Karim has collaborated with clients to create democratic design for Method and Dirt Devil, furniture for Artemide and Magis, brand identity for Citibank and Hyundai, high tech products for LaCie and Samsung, and luxury goods for Veuve Clicquot and Swarovski, to name a few.
Karim Rashid
DESIGNER
Karim’s work is featured in 20 permanent collections and he exhibits art in galleries world wide. Karim is a perennial winner of the Red Dot award, Chicago Athenaeum Good Design award, I.D. Magazine Annual Design Review, IDSA Industrial Design Excellence award. He holds honorary doctorates from the Ontario college of Art & Design and Corcoran College of Art & Design. 2007highlighted Karim’s largest retrospective to date at the Instituto Tomie Ohtake, in Sao Paolo, Brazil. Most recently, Karim curated the exhibition Totally Rad: Karim Rashid does Radiators for Museum of Art and Design in New York City. Karim is a frequent guest lecturer at universities and conferences globally disseminating the importance of design in everyday life. Karim’s has been featured in magazine and books including Time, Financial Times, NY Times, Esquire, GQ and countless more. In 2009 Rizzoli released Karim’s latest monograph KarimSpace, featuring 36 of Karim’s interior architecture designs. Other books include Karim’s guide to living, ‘Design Your Self’ (Harper Collins, 2006), ‘Digipop’, a digital exploration of computer graphics (Taschen, 2005), compact portfolio published by Chronicle Books (2004), as well as two monographs titled ‘Evolution’ (Universe, 2004) and ‘I Want to Change the World’ (Rizzoli, 2001). In his spare time Karim’s pluralism flirts with DJing, art and fashion and is determined to creatively touch every aspect of our physical landscape.
Hellraiser, ALESSI by Karim Rashid
EMPIRICO by Karim Rashid
Se provocare vuol dire far riflettere: Max Papeschi c’è riuscito! Max Papeschi
Arriva alla digital-art dopo l’esperienza da autore e regista in ambito teatrale, televisivo e cinematografico. Come artista figurativo il suo approccio con l’ArtWorld è stato d’immediato successo sia di pubblico sia di critica. Il suo lavoro Politically-Scorrect, mostra una società globalizzata e consumista rivelandone i suoi orrori in maniera ironicamente realistica. Dal Topolino Nazista al Ronald McDonald Macellaio le icone cult perdono il loro effetto tranquillizzante per trasformarsi in un incubo collettivo. Ha esposto i suoi lavori in molte gallerie in giro per l’Europa.
Max Papeschi Artista
After an experience as author and director for theatre, Tv and cinema, Max Papeschi starts with digital-art. As figurative artist his approach with Art-World was an immediate success among the critics and the public. His work Politically-Incorrect shows a globalized and consumerist Life and reveals in a realistic ironical way all the horror of this life style. From the Nazi-Micky Mouse to the Ronald McDonald Butcher the cult icons loose their reassuring effect and change into a collective nightmare. He has exhibit his works in many galleries around Europe. Titolo opera: Heil america
Titolo opera: My sexy Adolf
Max Papeschi Artista
Titolo opera: United colors of Disneyland
Titolo opera: Sold Out
Max Papeschi Artista
Titolo opera: We ♼ Hiroshima
www.maxpapeschi.com
ihcsepaP xaM atsitrA
Photo by Simona Boccedi
“i mondi impossibili”: i capolavori di Silvio Zangarini “Solamente a partire dal caos si può generare un ordine equilibrato”. Silvio Zangarini ha esposto in diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Silvio Zangarini
Nucleo portante della sue fotografie è il caos, inteso come fulcro di ogni creazione ben riuscita. a partire dalla caoticità genera un nuovo ordine riequilibrato. Al contrario di chi ha voluto cercare l’ordine all’interno della natura, ritiene che all’origine della natura ci sia un disordine fondativo, che lo sguardo dell’autore dispone secondo un suo ordine personale e del tutto umano. Fotografando esprime il suo personale punto di vista sul mondo, e in questo modo pone il soggetto che osserva (e fotografa) in una posizione preminente rispetto all’oggetto fotografato. Le sue opere comunicano il senso di meraviglia, di stupore, di mistero che pervade l’uomo che osserva il mondo. Vive e lavora tra Torino e Silkeborg (DK) silviozangarini@ymail.com
Silvio Zangarini fotografo
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Only from the chaos you can create a balanced order Silvio Zangarini has exhibited in several solo and group exhibitions in Italy and foreign countries. Main core of his photographs is chaos, understood as the aim of every successful creation. From the chaos it creates a new order rebalanced. as opposed to those who wanted to look up the order within nature, Silvio believes the origin of nature there is a founding disorder, which the author disposes according to his personal and human order. He takes pictures to expresse his personal views on the world, and thus he puts the person who observes (and in the meanwhile he photographs him) in a prominent position to the object photographed. His works communicate a sense of wonder, awe, of mystery that pervades the man who observes the world. He lives and works between Turin and Silkeborg (DK)
silviozangarini@ymail.com Dalla Serie Deserti di pietra
Dalla Serie Deserti di pietra
Photo by Silvio Zangarini Dalla Serie Deserti di pietra
Dalla serie Vertical Shift
Dalla serie Vertical Shift
Photo by Silvio Zangarini Dalla serie Vertical Shift
Dalla serie Vertical Shift
Visioni distorte Dina Nerino
Quando si è in giro per le grandi città e tutto sembra cadere in un lungo “letargo estivo”, se si è fortunati, nei posti meno impensabili, lì dove ti nascondi per affondare il naso nei libri ma anche per ripararti dal caldo afoso, si possono trovare inaspettatamente piccole gioie per i propri occhi. E’ il caso della Fnac di Milano in Via Torino , in cui giorni fa son stata travolta piacevolmente dalla forza espressiva delle immagini di Viktoria Sorochinski ,giovane fotografa russa, in mostra con il progetto Anna&Eve,2005-2010. Nel 2005 a Montreal, Viktoria comincia a fotografare una bambina (Eve), che all’epoca ha 3 anni, e la madre(Anna) di 23. Emigrate in Canada dalla Russia, le due si portano dietro un bagaglio culturale fatto di miti e leggende, folklore e mondi onirici destinati ad essere il filo conduttore che le lega durante l’infanzia della più piccola. Anna ed Eve ripropongono, all’apparenza, azioni di quotidiana routine: dal mangiare un melograno allo
Dina Nerino The Waves
Photo by Dina Nerino: Emulazioni sincroniche
stendersi insieme, teneramente, sul letto. Tutto suggerirebbe lo svolgersi di un menage nella norma se non fosse per la presenza ambigua di Eve che piÚ volte decentra le aspettative dello spettatore, il quale, di solito. è portato a credere che sia la figura adulta a dover gestire il gioco di potere nel rapporto. Quello tra Anna ed Eve diventa, invece, uno scambio interpolare di ruoli e di presenze, dove è quasi impercettibile la linea di confine che permette, paradossalmente, ad Anna di trasportare la piccola nel mondo fatato delle sue tradizioni russe e ad Eve di incarnare, quasi come in uno gioco di specchi, nel suo piccolo corpicino, il ruolo della donna emancipata che sola regge le trame di un rapporto complicatissimo e primordiale. La figura del gomitolo, posta magistralmente, in una delle foto, nelle mani di Eve, diventa allora un principale indizio, collante della storia fotografica, ma anche un rinvio archetipico. Da Teseo alla mitologia russa, il filo e il gomitolo sono sempre intervenuti nella scena per indicare la strada da dover seguire per ritornare sulla retta via. Ma se in amnios qualcosa si fosse invertito,
Dina Nerino The Waves
se il filo fosse stato affidato non ad Anna, bensì ad Eve, il mondo sarebbe preparato a reinterpretare con occhi nuovi quelle che da sempre, nel reale, sono figure fisse e rigide?
C’è chi risponderebbe che si tratta di visioni distorte, di un processo che l’arte e la letteratura tendono ad idealizzare e a stravolgere.
Photo by Dina Merino
Eppure io continuo ad avere i miei dubbi.
Nè in cielo Nè in terra Gabriele de Risi
Caro direttore mi ha dato il nomignolo di “battitore libero,” mi aveva dato carta bianca e invece, come quei golosi di Hansel e Gretel, sono caduto nella sua trappola. Come la maestra che punisce il bulletto di turno mi ha legato in un tema prestabilito e ora rischio di fare la figura dell’inetto di fianco ai suoi collaboratori. Visioni distorte è il sentiero da seguire. Come faceva a sapere che per colpa di queste visoni la mia vita ha avuto traumi causati dall’arte? La prima volta è stata quando la mia ossessiva insegnante delle medie mi faceva ridipingere, a suon di bacchettate e insulti, i quadri di Monet. Dalle vedute di Bordighera, alle donne in giardino fino a quei maledetti papaveri rossi. Quante litigate per quelle “Visioni Deformate” che avevo. Ridisegnavo tulipani al posto dei papaveri, prosti-
Ruolo:“libero”
Gabriele de Risi
tute nei parchi e infine quel patetico paesaggio che mi ha portato il cinque in pagella. “Ti sembra Bordighera?” “Sì! Dopo cinque Campari!” Non me l’ha mai perdonato! Oppure quando ero stato scelto come rappresentante della mostra dei lavoretti di Natale della scuola e il mio faceva talmente schifo da vincere il premio “Pietà per te e per i tuoi cari”. Allora nella mia mente contorta è scattato il momento “Visioni Distorte”. E’ bastato far surriscaldare i caloriferi per far crepare quelle patetiche statuette a forma di pastorella, mentre la mia rimaneva al fresco dentro un armadio. Non sono neanche stato menzionato quell’anno, perché per gli insegnanti interpretare il Natale con una testa di renna mozzata era troppo “Visione Cervellotica”. L’arte è stata il mio tallone d’Achille, l’unghia incarnita della mia vita, il callo del mio cammino. Io cercavo di metterci talento ma nessuno mi capiva, neanche quando dipingevo nudi femminili. “Ti sembra una donna?” “Sì! Dopo una cura di ormoni maschili!” Sono stato punito per essere stato un bambino non convenzionale. Ma non c’era nessun mecenate pronto a prendere sottobraccio un minorenne visionario. Caro direttore per colpa sua non dormirò stanotte, gli incubi della mia pubertà torneranno a trovarmi per ricordare quando avevo messo tutte le foto dei professori nei corridoi come se fossero morti, con tanto di fiorellini di campo ed epitaffi “la matematica non mi ha salva-
to”, “la morte ti viene a trovare anche se sai l’inglese”. Qualche professore aveva apprezzato la mia “concept art” ma non il preside, che mi ha rifilato una punizione tra le peggiori, ovvero dipingere un trompe l’oeil all’ingresso della scuola, insieme a quella pazza della prof di francese. Piuttosto mi sarei bucato un timpano con un cotton fioc.
Ma quel virus latitante che avevo nel corpo era pronto a riprendersi la rivincita. Ogni volta che la prof dalle banali velleità artistiche si distraeva, io disegnavo una mosca su i suoi glicini rampicanti, cerume nelle orecchie sulle brutte copie dei cherubini di Raffaello e infine quello che ha causato l’allontanamento coatto dalla scuola. “Ti sembra un gattino?” “Sì! Dopo una visita di un Rottweiler!”
Caro direttore per colpa delle mie “Visioni Distorte” ho avuto un’infanzia difficile, ma sono un sopravvissuto e per questo alla fine devo ringraziarla per avere dato libero sfogo alle mie sofferenze. Un’ultima cosa, non poteva darmi la posta del cuore come rubrica? Lo fanno ancora su alcuni giornali, se vuole può scrivermi lei per primo, sarei felicissimo di darle la mia visione distorta sulla sua vita! Gabriele de Risi Portinaio d’altri Mondi
Ruolo:“libero”
Gabriele de Risi
Gabriele de Risi
Ăˆ una rivista di Ebookservice Srl Redazione Direttore Responsabile: Giorgio Ginelli Responsabile Editoriale: Giacomo momo Gallina Approfondimenti eventi: Lena Guizzi Ufficio stampa: Comunicarsi Responsabile ufficio stampa: Marika Barbanti Art Director: Simona Gornati Graphic Designer: Laura Rinaldi Collaboratori fissi Organizzatrice eventi: Indira Fassioni Critico: Igor Zanti Fotografa e scrittrice: Dina Nerino Blogger: Gabriele de Risi
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