autore
Il mistero della vita che resiste all’estinzione ● Se pensate che il mestiere del bancario sia monotono… ● I bimbi e l’allattamento ● Una poetica malinconia ● Sulle orme di Samarago ● Alla scoperta di mondi virtuali ● Parole e musica, quando hanno tutti ragione
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Anno 2 N. 45 / marzo 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.
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livio moana fotografo. Nato a Como nel 1969. Studia fotografia pubblicitaria specializzandosi in Moda all’Istituto Europeo di Design. In pochi anni inizia a collaborare con artisti del settore dello spettacolo realizzando ritratti, campagne pubblicitarie e copertine di dischi. Amante delle sfide in campo professionale inizia la realizzazione di una serie di fotografie di nudo in bianco e nero che diventeranno conosciute a livello internazionale. Vivendo la fotografia a 360° per Livio le fonti di ispirazione e di studio sono molteplici, dagli episodi di vita quotidiana al cinema, per indirizzare l’attenzione su ciò che reputa più importante: le emozioni. Tutto ciò gli permette di passare dalla fotografia di moda al reportage di matrimonio, dalla fotografia per il sociale al ritratto per privati e artisti, fino al nudo in bianco e nero. www.phl.it
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autori
Mehdi Ben Temime |
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Giampaolo Creazza |
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sommario
Il mistero della vita che resiste all’estinzione Se pensate che il mestiere del bancario sia monotono‌
rubriche
Letture in semibreve |
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Blogger per passione |
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di Laura e Paola Caponetti di Serena Amoretti
Penne e tulipani |
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di Giuseppe Raudino
Tra le righe degli autori |
di Michela Lai Pollicino |
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di Pina Varriale
L’angolo della poesia |
di Paola Concilio Eventi |
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Eventi per i vostri cinque sensi
editoriale «Le tue parole fanno male, sono pungenti come spine». Lo dice una canzone di Cesare Cremonini, ed è una grande verità. Quante volte ci sentiamo feriti da parole dette accidentalmente o, al contrario, con preciso proposito. Feriti tanto da sentirne, spesso, il male fisico. Anche se la semiotica, all’università, insegna che il messaggio che si vuole trasmettere al proprio interlocutore perde parte del significato già quando da pensiero si trasforma in parola. Un po’ come succede per le automobili, quando le acquisti, che iniziano a valere di meno al primo giro di ruota fuori dal cancello del concessionario. Chissà dunque quale sarebbe la forza dirompente dei nostri pensieri se potessero trattenere al loro interno tutta la vis originaria... questa forza che resta intatta dentro di noi. Ma la parola ha comunque un grande pregio: quella di lasciarsi interpretare. Quella scritta ha in più il potere incredibile di restare in circolo, come il pulviscolo che si vede in certi bellissimi tramonti estivi, e di scaldare il nostro animo. A tutti, da ieri, un buon inizio di primavera! Sabrina Carrozza
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Autore e i m s a t Fan i a i c c a i gh Il mistero della vita che resiste all’estinzione Mehdi Ben Temime, nato a Firenze il 31 Luglio 1986. Di origini tunisine, ha vissuto nelle zone più fiorentine della città, San Frediano e successivamente Via de’ Bardi. Ama scrivere da quand’è piccolo, ma la professoressa d’Italiano delle medie, la scrittrice di gialli Marika Patroni Griffi, lo incoraggerà a intraprendere seriamente questa strada. Dopo un concorso dell’Unicef dedicato al problema dello sfruttamento minorile cui Mehdi partecipò grazie alla professoressa, frequenta il liceo classico Galileo. Negli anni dell’adolescenza scriverà molto tra racconti e brevi romanzi, ma mai con l’intenzione di pubblicarli. Si appassiona di cinema fino ad arrivare ad una conoscenza che gli permette di scrivere recensioni su siti di cinema e blog, riscuotendo consensi. Si innamora di Isaac Asimov, Philip K. Dick e Stephen King, dai quali resterà in-
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fluenzato. Sarà solo nel 2007 che terminerà un breve romanzo con la consapevolezza di doverlo pubblicare. Nel frattempo però la sua vita ha preso una piega. Non riuscendo a terminare gli studi per aiutare la famiglia economicamente, trova un impiego come metalmeccanico, che lo occuperà per quattro anni. è in questo periodo che scrive il breve romanzo, che intitolerà “Fantasmi e Ghiacciai”, ispirato da fatti di cronaca ed esperienze personali e che dedica alla professoressa delle medie. L’ispirazione per un racconto o un romanzo nasce sempre da una particolare esperienza unita al desiderio di esplorare un genere, che nel caso di “Fantasmi e Ghiacciai” trattasi della fantascienza, ma che pura fantascienza non è. Sarebbe
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Mehdi Ben Temime
semmai un dramma politico a sfondo fantascientifico. Mehdi non scrive mai se non partendo da un chiaro messaggio che intende inviare al lettore, si considera uno scrittore che ama variare genere e che possa indurre il lettore nella riflessione e nell’evasione al contempo. Fantasmi e Ghiacciai ad esempio è una riflessione sul problema del contatto fisico, sull’integrazione degli extracomunitari e sul riscaldamento globale col ritmo di un thrilling fantascientifico, un inno al valore dei sentimenti che vengono prima di tutto. Questo è uno dei suoi motti personali. Nel 2009, per caso, legge sul giornale l’inserzione di un concorso della casa editrice Albatros e vi partecipa senza molte aspettative: la proposta di un contratto editoriale arriva neanche due settimane dopo, lasciandolo di sorpresa e spingendolo così a rimettersi a scrivere con maggior impeto. Dall’altra parte però ama anche scrivere, filmare e montare i propri corti, dividendosi tra scrittura e telecamera. Mentre “Fantasmi e Ghiacciai” viene pubblicato, Mehdi si cimenta anche col teatro, dal quale ricava un’esperienza per lui indimenticabile e fondamentale e decide di non separarsi più, unendosi al regista teatrale Massimo Stinco. Senza però scordare la scrittura, che resterà sempre al primo posto, e la passione per il cinema. ●
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Mehdi Ben Temime
Fantasmi e ghiacciai Su una Terra devastata in maniera irreversibile dall’inquinamento e dall’effetto serra, anche il genere umano sembra destinato a una progressiva e inesorabile estinzione. Uomini e donne sopravvivono privi di sentimenti e di anima, hanno accettato la loro condizione incuranti che il senso di vuoto si è impadronito di loro portandoli a rispettare una legge che condanna chi osa semplicemente toccare un altro essere umano. Enrico Bovak è uno degli ultimi umani che scopre di appartenere a una razza fatta di carne e ossa, che ha bisogno dell’amore e dei sentimenti, anche quelli più brutali, per sentirsi vivo. Non tutto è perduto però... Fantasmi e ghiacciai è un romanzo d’esordio di effetto e profonde riflessioni, dominato da un linguaggio autentico e sincero.
Editore: Gruppo Albatros Il Filo srl ISBN: 978-88-567-4589-4 Pagine: 131 - € 13,50 www.amazon.it
Letture in Semibreve ...il giusto mix di parole e musica
di
Laura
Caponetti “Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino
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redo che ormai sia chiaro che queste che vi scrivo non sono delle vere e proprie recensioni, anzi, smetto subito di chiamarle così. Diciamo che vi racconto cosa mi hanno lasciato le parole di un libro dopo che mi hanno attraversato. Del resto se cercassimo nel dizionario il termine recensire troveremmo “Esaminare e valutare criticamente un’opera”; a questo punto cerchiamo anche la definizione di “criticare” e cioè “Sottoporre qualcosa ad analisi critica, esprimendo perlopiù un giudizio negativo”. Detto ciò è facile costatare come quasi mai chi vi sottopone un libro o un film, in realtà, lo sta esaminando criticamente, ma ve lo sta, altresì consigliando in maniera appassionata. Stabilito ciò possiamo andare avanti. Questa settimana ho scelto di parlarvi del primo libro di Paolo Sorrentino dal titolo “Hanno tutti ragione”.
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Per quei pochi che non lo sapessero Sorrentino è stato il regista de “Le conseguenze dell’amore”, “Il Divo”, tanto per citarne alcuni. Il protagonista del libro Tony Pagoda, cantante melodico napoletano, è un personaggio con il quale Sorrentino aveva già avuto a che fare nel 2001 nel film “L’uomo in più”. Nel clou del successo Pagoda arriva a dire di se stesso “Se a Sinatra la voce l’ha mandata il Signore, allora a me, più modestamente, l’ha mandata San Gennaro.” Il libro, ambientato negli anni ottanta, è tutto raccontato in prima persona da Tony, che vive per la sua musica e per la cocaina, ne fa uso ormai da vent’anni, ma la gestisce benissimo, anche se nessuno riesce a spiegarsi come faccia. Oltre a far scorpacciate di droga non disdegna le donne e il sesso, ma, ha una fissazione solo per una, Beatrice. Lo ha lasciato vent’anni fa ma quell’abbandono brucia ancora. E’ per lei che canta, ed è per questo che “quando canta urla”. Il pubblico sa che il suo dolore è vero, sul palco Tony non si nasconde, i suoi nervi cedono di fronte ai ricordi di quelle giornate a Capri, e piange, piange non per ciò che canta, ma per ciò che ricorda, perché ancora lo stomaco gli si stringe, allora beve e tira di coca, ma non cambia nulla. Lei è piantata lì al centro del suo cuore, come uno spillone conficcato in una bambola voodoo. Tony ritorna in Italia dopo una lunga e fortunata tournée americana e torna nella sua Napoli e da sua moglie. In realtà Napoli è rimasta sempre la stessa, sua moglie no. Quella donna che era stata il suo punto
fermo adesso è stanca di lui e vuole il divorzio. Di fronte a questo moto di autonomia Tony resta allibito, fa le valige e decide di andare via, via da quella casa, da Napoli, da Beatrice, da tutto. Qui mi fermo perché non posso raccontarvi tutto, qui comincia il resto della vita di Tony, se la caverà, come se la cava chi crede nel potere della parola, nell’opportunità di poter vivere tutte le vite che si vogliono senza fermarsi a quella più comoda e come tutti quelli che non vogliono svegliarsi dai loro sogni. Tony Pagoda è una roccia fragilissima, un equilibrista ubriaco, è il testone più caparbio che ci sia, Tony è un passo indietro al tempo che passa, è in un posto ma in realtà non c’è perché la sua mente è sempre altrove. Mettetevi una matita in mano prima di cominciare a leggere, resterà, vedrete, ben poco non sottolineato. ●
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Letture in Semibreve
...il giusto mix di parole e musica paola 4 quarti
questa settimana consiglia Chet Baker, album “Candy” (1985).
Autore: Paolo Sorrentino Titolo: Hanno tutti ragione Editore: Feltrinelli Isbn 13: 978-8807018091 Pag.: 319 Prezzo: € 18,00
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Blogger per passione
Allattamento al seno: sfatiamo i falsi miti! In questo nostro terzo appuntamento desidero fornire a tutte le future mamme delle linee guida utili per evitare grossolani errori che possono compromettere una delle più grandi gioie della maternità: l’allattamento al seno. Cominciamo con il dire che, un immediato avviamento dell’allattamento è fondamentale per garantire la montata lattea e adeguare la produzione di latte alle esigenze nutritive del bambino, pertanto il piccolo deve essere attaccato al seno il prima possibile. Per garantire tale immediatezza, vi consiglio di manifestare chiaramente al personale medico dell’ospedale in cui volete partorire, la volontà di attaccare il piccolo al seno subito dopo il parto.
Analizziamo i luoghi comuni più ricorrenti:
Il seno sgonfio Durante la montata lattea, il seno si gonfia e rimane teso per alcune settimane. Dopo tale periodo, la produzione si assesta sulle specifiche richieste del piccolo e il seno smette di essere teso e dolente ritornando alle sue dimensioni originarie. Tale ridimensionamento disorienta le giovani mamme che, se non sono adeguatamente
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Mi chiamo Serena, ho 37 anni e sono mamma di due bambini. Sono una web writer e, oltre a scrivere per vari portali, gestisco i miei blog. Durante le mie gravidanze mi sono fatta una vera e propria cultura sul mondo della maternità e su questa rubrica voglio condividere con voi tutta la mia esperienza di mamma. ❥ gioiedimamma.blogspot.com/ gioie di mamma ❥ mammaperte.blogspot.com/ mamma per te.
a e r m o u Cdi mam
informate, pensando di non avere più latte, abbandonano l’idea di allattare al seno ripiegando sul biberon. Sappiate che il seno non è un recipiente da riempire, soltanto il 30% del latte assunto durante la poppata è contenuto nel seno, il restante 70% è prodotto all’istante ed è quello più ricco di grassi e proteine. Latte Leggero Care mamme non esiste il latte leggero! Se la donna segue un regime alimentare sano e completo, il latte materno è l’alimento perfetto per il neonato, e nessun latte artificiale potrà mai raggiungere tale perfezione.
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Serena Amoretti
Allattamento a orario è assurdo pensare di allattare un bambino al seno seguendo uno schema a orari fissi. In primo luogo il latte materno varia la sua composizione e consistenza più volte durante l’arco della stessa giornata, in seconda battuta, per assestare la produzione sulla giusta quantità di latte necessaria, si deve permettere al piccolo di avere libero accesso al seno materno ogni volta che ne manifesta la volontà, non si possono quindi porre limiti di orario. Alcuni consigli utili Limitate l’uso del biberon, riservandolo esclusivamente ai casi di vera necessità. Ci sono alcuni bambini, infatti, che, una volta provato il biberon, trovandolo meno faticoso, decidono di abbandonare il seno. Non utilizzate ciucci per i primi tre mesi di vita del neonato, poiché il succhietto può generare confusione e pregiudicare il corretto attacco del bambino al seno. Ricordate, infine, che il latte materno soddisfa tutte le esigenze nutritive del vostro piccolo fino al compimento del sesto mese di vita, per cui non c’è alcun bisogno di anticipare lo svezzamento. Inoltre, anche dopo lo svezzamento, è consigliabile continuare con l’allattamento al seno almeno fino ai dodici mesi di vita del bambino. ❤ Serena Amoretti
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Autore Quando anche la routine non è una certezza…
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volte mi domando che cosa ci faccia un bancario nel mondo dei libri. A essere sincero non sono mai riuscito a dare una risposta che abbia una logica, forse perché una logica non c’è. Il titolo del mio secondo romanzo “Un Bancario scomodo”, in un certo senso sembra voler proporre una sorta di chiave di lettura: probabilmente sono un personaggio anomalo. Un elemento fuori luogo in ogni caso nel mondo letterario e nel mondo bancario. Ma tutto ciò, come è potuto accadere? Penso sia successo per una serie di circostanze fortuite, ma cominciamo dall’inizio… Ho iniziato, come tutte le persona normali a leggere, l’esperienza mi è piaciuta e ho continuato a farlo, un hobby importante durante la mia attività lavorativa. La banca a chi la osserva da fuori può apparire come un mondo opaco, grigio, inquadrato e regolato da norme precise ed affidabili. Posso garantirvi che non è così! Il fattore umano, vera ricchezza di queste strutture, è quando di più strano e imprevedibile si possa immaginare, basta avere voglia di guardarsi attorno. In lunghi anni di lavoro ho avuto la possibilità di guardare e vedere fatti e persone che ritengo degni di essere raccontati. Nella mia catalogazione, ho volutamente escluso le persone normali, quelle che diligentemente fanno il loro dovere e ho puntato la mia attenzione sulle schegge impazzite, le mine vaganti.
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Un bancario scomodo Tutto inizia il giorno in cui il direttore di una banca popolare convoca una riunione per chiarire l’andamento irregolare di alcuni mutui. Le verifiche permettono di scoprire che la banca è stata vittima di una ingente truffa. La vicenda diventa un caso poliziesco. Molti dubbi inducono un bancario ad abbandonare la sua normale attività per inventarsi investigatore alla ricerca della verità in un mondo in cui, a volte, i mutui si pagano con il sangue. Il romanzo porta in un viaggio imprevedibile nell’ovattato mondo di una banca locale in cui si pensa non possa accadere mai nulla, purtroppo non sempre è così.
eBook Editore: Absolutely Free Edizioni ISBN: 9788897057475 Anno: 2011
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Giampaolo Creazza
nell’esperimento letterario, nasceva così il secondo romanzo. Da questa attenzione non potevano nascere che storie dalle marcate connotazioni “thriller/noir”. Dopo essermi classificato tra i quattro finalisti del concorso letterario “IV Pensieri d’inchiostro”, nel 2010, dopo non poche difficoltà per trovare un editore, vede la luce il mio primo romanzo “Un Tramonto sul Verbano”. Nonostante il titolo possa evocare situazioni idilliache, è un romanzo giallo, a volte duro, di ampie dimensioni, con evidenti risvolti autobiografici. Visto la buona accoglienza, mi sono sentito autorizzato a proseguire
Consigliato da un amico ho proposto il testo a un nuovo editore, è piaciuto e agevolmente è stato pubblicato nel novembre del 2011 “Un Bancario scomodo” da Absolutely Free Edizioni. Attualmente sono in lavorazione ancora un paio di storie, il materiale non manca … Se devo essere sincero, nel mio caso, ritengo sia più facile scrivere un romanzo che trovare un editore disposto a pubblicarlo. In questi ultimi anni ho cominciato a capire che scrivere mi piace, lo trovo molto divertente soprattutto quando ho l’opportunità di confrontarmi con gli amici sull’intreccio e sulle vicende narrate nei miei romanzi. La soddisfazione massima la provo quando colgo nelle loro parole l’apprezzamento di quanto hanno letto e soprattutto quando mi manifestano la sorpresa del finale. Per me il racconto è una partita a scacchi con il lettore, devo spiazzarlo e sorprenderlo quando pensa di aver capito tutto. Penso che ciò sia riuscito bene nel secondo romanzo “Un bancario scomodo” ed è questo uno dei motivi per cui mi è particolarmente caro, oltre alla presenza di un personaggio che forse un po’ mi somiglia… il effetti Piazza è un po’ come me, incasinato, testardo, pasticcione e che non riesce mai a stare rinchiuso nel proprio ruolo. Comunque scrivere non è la sola cosa importante nella mia vita, ci sono, oltre alla mia splendida famiglia, anche i viaggi, la lettura e la fotografia. ●
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Penne e tulipani:
appunti di scrittura mediatica
One minute paper Quante parole, frasi, concetti si possono scrivere in un minuto? Ovviamente dipende da un’innumerevole quantità di circostanze: l’umore, la stanchezza, l’interesse per ciò di cui si scrive, la conoscenza dell’argomento, le precedenti riflessioni...
riunione. Di solito si dà un foglio di carta completamente bianco e si chiede ai partecipanti di scrivere liberamente tutto quello che passa loro per la testa, come idee, suggerimenti, collegamenti, critiche, emozioni. Tutto è permesso, tutto è consentito. L’unica regola è che si abbia un solo minuto a disposizione, dopodiché i fogli vengono ritirati. La quantità e la ricchezza di informazioni che si può ricavare da un solo minuto di brainstorm è sorprendente, ma l’aspetto che mi interessa qui è un altro: la limitazione del tempo di scrittura.
I risultati del test sarebbero diversi se ai partecipanti venisse dato un giorno di tempo. Immagino che il foglio sarebbe riempito completamente, le frasi sarebbero meno frammentarie, le liste sparirebbero per dare posto a pensieri più elaborati, non solo grammaticalmente. Eppure si tratta delLa faccenda diventa più interessan- le stesse persone, con le medesime te se ci domandiamo, invece, a cosa emozioni e pensieri personalissimi. serve scrivere qualcosa in un solo miChe effetto ha, dunque, la costrizionuto. ne temporale sulla scrittura? E ancoAnzitutto puntualizziamo che si trat- ra: a cosa serve scrivere qualcosa in ta di una tecnica abbastanza diffusa un solo minuto? tra docenti, istruttori, leader e quanti altri abbiano a che fare con gruppi A rischio di sembrare banali, la rispodi persone, da cui si vuole ricevere sta è che si tratta di un allenamento un’impressione generale riguardo a di creatività e sintesi che ci forza a una lezione, una presentazione, una giocare con i tempi della modernità.
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di Giuseppe Raudino Giuseppe Raudino è docente di Teoria dei Media presso l’Università di Scienze Applicate Hanze di Groningen, Olanda. Lavora anche come giornalista freelance e ha pubblicato diverse opere di narrativa. Il suo romanzo L’isola del tempo è disponibile su Lulu.com e la sua home page è www.raudino.webs.com
In rete il biogno di essere brevi e creativi si è ormai consolidato negli ultimi anni. Ha poco senso, infatti, reagire a un tweet dopo diversi giorni, perché una discussione può esaurirsi già solo dopo un paio di ore. Ecco perché il tempo è cruciale: bisogna ribattere immediatamente. Allo stesso modo, i tempi stretti di questa frenetica interazione hanno bisogno di contenuti validi, in grado di catturare l’attenzione e colpire nel segno. Questo bisogno è dovuto anche alla sensazione di smarrimento di cui il lettore digitale può fare esperienza in rete, quando è sommerso
da troppa informazione che vuole in qualche modo selezionare. L’ansia di voler abbracciare quanto più possibile farà sì che verranno preferiti i testi brevi e concisi, estremamente informativi e di ridotte dimensioni. Per questo darsi un limite di tempo per organizzare i propri pensieri e metterli nero su bianco può essere utile. Magari all’inizio i risultati saranno deludenti ma, a forza di persistere, prima o poi si diventa dei perfetti scrittori digitali. ● Giuseppe Raudino
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Tra le righe degli autori
Non si legge solo con gli occhi C
osa accadrebbe alla nostra vita se in questo preciso momento smettessimo di vedere? E se invece fossimo gli unici a poter continuare ad usufruire di questo importantissimo senso? Un giorno qualunque, in una città qualsiasi, un uomo senza nome in macchina davanti ad un semaforo, diventò cieco, anzi, cominciò a vedere tutto bianco, un bianco luminoso e lattiginoso come all’interno di un banco di nebbia o meglio, in un mare di latte. Inizia così per il genere umano una veloce e terrificante discesa verso gli inferi che metterà in discussione tutti i principi e le regole proprie della società civile. Leggendo queste pagine ci si imbatte in un crogiolo di personaggi interessantissimi e fondamentali, speciali e unici nel loro genere, rappresentativi di una o più parti dell’animo umano. Nessuno di loro ha un nome, i ciechi non hanno bisogno di nomi, non sono queste formali consuetudini che differenziano e classificano le persone, sono sufficienti i loro gesti e le loro parole per dare un nome a quello che sono diventati o a quello che possono diventare. Per cercare di capire cosa possa esserci all’origine dell’epidemia di cecità, il governo decide di trasferire i contagiati in un ex manicomio, adibito per l’occasione a presidio per la
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Mi chiamo Michela, 35 anni, leggo da quando sono una bambina e se è possibile amo i libri anche da prima...
quarantena. Tutti i ciechi, impossibilitati ad avere contatti con l’esterno, verranno costretti ad una vita di clausura e convivenza forzata dimenticando le più elementari leggi del vivere sociale, complici le terribili condizioni di vita e la totale assenza di controllo; vivranno nel più totale imbarbarimento, passeranno accanto all’orrore senza vederlo, forse a volte solo intuendone la presenza. «Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono» (La moglie del medico). La moglie del medico inspiegabilmente sarà l’unica a non dover fare i conti con la cecità bianca, ma questo privilegio non preserverà i suoi sentimenti e le sue azioni dal bieco abbru-
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Michela Lai
timento generale e dal degrado delle singole azioni. Quasi alla fine della storia fa la sua comparsa un cosiddetto personaggio minore, ma ricco di un profondo significato simbolico che infonde tenerezza e speranza: lo scrittore. Quest’uomo pur non vedendo cerca di documentare tutto quello che sente e che percepisce anche grazie alle esperienze altrui, scrivendo nonostante le difficoltà e sovrapponendo spesso una riga sull’altra. «Uno scrittore è una persona come un’altra, non può sapere tutto né vivere tutto, deve domandare e immaginare» (Lo scrittore) Nonostante la presenza di tutti questi interessantissimi personaggi, a mio avviso il vero protagonista di questa storia è sicuramente il lettore. Mentre i personaggi del libro non vedranno l’orrore che prende forma e cresce attorno a loro e anche dentro di loro a noi lettori tutto questo non verrà risparmiato; vedremo con gli occhi della moglie del medico e percepiremo con il nostro stomaco la violenza, le umiliazioni e le soprafazioni forse simili ad altre lette in passato in altri libri, ma ci sembrerà di vederle e capirle per la prima volta. Noi “vedremo” come si perde l’etica, il rispetto, la dignità e come nascono i soprusi e la violenza. In un mondo di ciechi forse si vedono gli angoli bui della mente umana molto più chiaramente. Leggere Cecità è stato come ricevere un pugno nello stomaco, come camminare sui carboni ardenti prima di rinfrescarsi nelle gelide acque dell’oceano. Cecità non si legge solo con gli occhi.. ●
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Pollicino per non perdersi tra i libri
Alla scoperta dei mondi virtuali
ovvero storia di un coniglio investigatore
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hi di noi non ha mai sentito parlare di Facebook e dei social network? Certo, lo sappiamo che si tratta di un fenomeno di dimensioni planetarie e che riguarda sia i giovani che i meno giovani. Non è questa la sede per tentare, sia pure a modo nostro, una indagine sugli aspetti psicologici e sociali che inducono le persone a trascorrere tanto tempo attaccate a un computer, preferendo talvolta, la compagnia di amici “virtuali” a quella più concreta e gratificante di un essere umano in carne ed ossa. Se è vero che i social network hanno avuto l’indiscusso pregio di far giungere in ogni angolo del mondo e in tempo reale, immagini e notizie di fatti ed eventi di ogni tipo (si pensi al ruolo dei blogger nelle proteste di piazza contro i regimi o all’allerta lanciato dai navigatori del web in occasione di disastri e calamità naturali) è anche vero che quello di Facebook & Co. è un “mondo” nel quale ci si può perdere.
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Harpo, coniglio attento e molto più intelligente di tanti esseri umani, si trova di fronte proprio a un dilemma di questo tipo. Che fine ha fatto la sua adorata padroncina? Arianna è scomparsa subito dopo avere portato un regalo ad Harpo. Be’, è ovvio, per il coniglio è un giorno speciale visto che festeggia il compleanno. Ma dopo avere apprezzato la cibaria che Arianna gli ha preparato, Harpo è perplesso. Nella stanza di Arianna c’è il computer acceso ma non c’è traccia della ragazza. L’ultima pagina visitata da Arianna è quella di Facebook, è questo l’unico indizio per il coniglio che, all’improvviso, si trova a dover ricoprire il ruolo di investigatore. La prima mossa è iscriversi a Facebook, il “mondo” con cui Arianna ha avuto gli ultimi contatti e che potrebbe, chissà perché, chissà come, averla accalappiata. Il pretesto, tra l’altro godibilissimo, dell’indagine poliziesca, segna l’inizio non solo di una avven-
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di Pina Varriale
Autore: Luca Martello Titolo: Harpo il coniglio e il mistero di Facebook Editore: Zeitgeist ISBN: 978-88-96665-43-5 Pagine: 144 Anno: 2012 Prezzo: € 13,50
tura divertente ma l’occasione per leggere, in modo differente, aspetti e atteggiamenti più diffusi di quanto si creda e che, ahinoi, potrebbero vederci addirittura protagonisti.
Una buona prova di scrittura intelligente questa di Luca Martello col suo “Harpo il coniglio e il mistero di Facebook” edito da Piano B. Da leggere… per riflettere!. ●
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La tua mancanza è così viva in me Torno a casa con la speranza di vederti mentre penso al piatto di pasta che mi hai cucinato. Penso a un altro pomeriggio che affronteremo tra litigi o risate tra gioia o pianto tra critiche o apprezzamenti ma apro la porta e non ti vedo. Un vuoto mi assale, una strana malinconia, uno strano dolore… la tua mancanza è così viva in me. Le tue parole rimbombano in me, i tuoi gesti, le tue risate, anche i tuoi pianti. Ancora non ci credo, ancora non me ne rendo conto, eppure non ci sei…più. Paola Concilio
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l’angolo della poesia
Paola Concilio Cos’è la poesia Cos’è in realtà la poesia? Non lo so. La poesia è un’arte, può essere. La poesia è inconscio, può essere. La poesia è amore, può essere. Cos’è, cos’è la poesia? Molti me lo chiedono e do sempre una risposta soggettiva… Ecco, la poesia è soggettiva: nella poesia si esprimono pensieri soggettivi. è vero, la poesia è la culla dell’inconscio, dove sei libero di esprimere tutti i tuoi pensieri più intimi e profondi. Per molti la poesia è amore, per altri è dolore, per altri ancora è sfogo, per altri invece è emozioni… Per me è tutto questo. Nella poesia risiede l’animo più nobile dell’autore, dove lui si spoglia davanti agli altri esprimendo le proprie riflessioni, i propri ricordi, le proprie paure. La poesia è la medicina più efficacie contro il dolore, è la pillola più utile per la felicità. Per molti la poesia è un modo di vivere, un modo di vedere le cose. La poesia può essere tutto e può essere niente… Ma una cosa è certa, anche se inconsapevolmente, la poesia fa parte di tutti.
Paola Concilio nasce a Mercato San Severino, in provincia di Salerno, il 10-101994. Da poco partecipa a concorsi letterari, vincendo già vari premi e pubblicazioni. Ha ricevuto i complimenti da parte di artisti come Mogol e Carotenuto. Oltre che alla poesia si dedica anche al giornalismo.
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I nostri eventi per Ascolta! “Il mio inquilino scomodo”
Sabato 24 marzo
libreria MelBookStore, via de’ Cerretani, 16.
Firenze
Alle ore 16.30 sarà presentato il libro di Giampaolo Taiti. All’incontro realizzato in collaborazione con AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, linfomi e mieloma ) saranno presenti insieme all’autore il Prof. Pierluigi Rossi Ferrini, Presidente Onorario AIL Firenze, Professore Onorario di Ematologia nell’Università di Firenze e Silvio Fusari - Presidente AIL Sezione di Firenze. La vendita del libro sarà totalmente devoluta all’Associazione. Vita quotidiana e convivenza con una malattia che, a parte tutte le sfumature medico scientifiche, talvolta anche pittoresche, alla fin fine si chiama “cancro”… e fa paura”. Giampaolo Taiti riesce a far volare nella vecchia Europa e a trascinarlo nella lontana e calda Tunisia il suo “inquilino scomodo”. La presentazione de libro è stata concepita all’interno della Campagna Nazionale di sensibilizzazione Uova di Pasqua AIL, che si svolgerà dal 23 al 25 Marzo.
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i vostri 5 sensi 44 Osserva! “Equilibri astrali”
23 marzo - 6 aprile
Complesso Monumentale dei Dioscuri, Quirinale
Roma
Dal 23 marzo, a Roma, omaggio a Paola Romano con la mostra “Equilibri astrali”, in programma nella splendida cornice di Via Piacenza 1 (dal lunedì al sabato, ore 10.00-18.00, e domenica, 10.00-13.00, ingresso libero). L’esposizione offre la possibilità al grande pubblico di ammirare da vicino i lavori di un’artista che ha raggiunto un ruolo di primo piano nell’arte contemporanea italiana e internazionale e ottenuto riconoscimenti significativi. Da lenovae.it
Annusa! dal 21 al 25 marzo
Sagra della seppia - Cervia Sulla riviera romagnola la primavera si saluta respirando di nuovo il mare e i suoi tesori. A Cervia la stagione arriva insieme alla Sagra della seppia, il periodo migliore per la pesca: sapore eccellente e delicato ne fanno un re della cucina di mare. Spettacoli della tradizione romagnola, concerti, il mercato dei prodotti dell’artigianato e il colorato mercato dei fiori, con i loro delicati profumi, fanno da cornice i momenti di degustazione.
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I nostri eventi per Gusta! dal 25 al 28 marzo Veronafiere, Verona
“Salone internazionale dei vini e dei distillati” Nuova programmazione, nuova strategia. La 46esima edizione del Salone quest’anno slitta e si condensa, scommettendo sul business. Si passa da cinque a quattro giorni di apertura, dal tradizionale giovedì-lunedì a domenica-mercoledì. A inaugurare le degustazioni, domenica 25 marzo alle 11, saranno i 375 vincitori dei Tre Bicchieri dal Gambero Rosso, per la prima volta tutti insieme. E quest’anno Vinitaly dedica ai vini naturali prodotti con agricoltura biologica e biodinamica il nuovo salone ViViT. Da ilsole24ore.com
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i vostri 5 sensi 44 Tocca!
Fino al 4 aprile Vietato Non Sfogliare Archivio di Stato Piazza Castello 209 Torino
Si tratta di un percorso espositivo che si snoda fra 80 libri per l’infanzia dedicati al tema dell’handicap e i libri accessibili realizzati per i bambini con disabilità ma di straordinario interesse per tutto il pubblico dei piccoli lettori. La mostra è stata progettata e realizzata da Area onlus, associazione che dal 1982 a Torino costituisce un punto di riferimento per bambini e ragazzi con disabilità e per le loro famiglie, con l’intento di valorizzare i linguaggi artistici come strumenti di scambio e inclusione. E’ rivolta a un pubblico ampio, in particolare allievi delle scuole elementari e medie, studenti e docenti delle facoltà di Lettere, Scienze della Formazione, Dams e Psicologia, Neuropsichiatri infantili, operatori sanitari e sociosanitari che si occupano di bambini, educatori, ecc. Vietato Non Sfogliare è visitabile gratuitamente, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17. Per le prenotazioni è attivo nei giorni di lunedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 17 il numero dedicato 331 9895549 della Redazione Di.To di Area onlus. Si può anche inviare una mail a vietatononsfogliare@areato.org Da dito.areato.org
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Io come Autore
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