Storie e intrecci ai tempi del a Notte di San Bartolomeo…. ● La donna in televisione ● L’oroscopo del ’amore
52 Anno 2 N. 52 / Giugno 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.
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Terremoto dell’Emilia: patrimonio distrutto
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Daniela Brancati |
Donne e televisione
sommario
Tanya D’Antoni |
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Il vento dell’illusione
rubriche
Pennellate di Parole |
di Giovanna Vannini
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12 di Rossana de Grisantis Letture in semibreve | 14 di Laura e Paola Caponetti La Bottega Editoriale | 18 di Claudia Capogreco Non solo pietre | 20 di Natale Barca Penne e tulipani | 24 di Giuseppe Raudino Pollicino | 26 di Pina Varriale Book To Movie | 28 di Giorgio Ginelli Tra le righe degli autori | 32 di Michela Lai L’oroscopo dell’amore | 36 L’angolo della poesia |
di Federica Farini Eventi |
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Eventi per i vostri cinque sensi
editoriale Il dovere dei giornalisti è quello di fare cronaca, di mostrare, documentare, approfondire, sviscerare gli argomenti e fornire punti di vista molteplici. Ma si tratta di racconti dettati dall’urgenza. Quella di un avvenimento tragico, come il terremoto in Emilia Romagna, che ci lascia ammutoliti, addolorati, perché non siamo più abituati agli eventi che non possiamo controllare. Un terremoto che ci fa capire quanto siamo inermi di fronte alla forza della natura, impotenti e poco preparati. La prospettiva ce la fornisce il tempo. Ci abbiamo messo anni per metabolizzare, diciamo così, il terremoto dell’Aquila, a far emergere le storie e intrecci. Quel terremoto è divenuto musica, è divenuto iniziativa, è divenuto romanzo. Questo no, è una ferita profonda che ci lacera. Sono giornalista, ma in casi come questi condanno chi aspetta un evento tragico per specularci su, e ammiro lo sguardo in prospettiva dello storico, del pensatore e di voi scrittori. Perché dietro agli eventi ci sono sempre e di nuovo gli uomini. Quelli che voi sapete raccontare. Sabrina Carrozza
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Autrice e n o i s i v e l e t e Donne Cosa ti ha portata a scrivere? Sono giornalista: dal giornalismo alla saggistica il passo è breve. Nell’articolo come nel saggio necessità e piacere convivono in proporzione che varia secondo l’argomento, la fretta, l’editore. Invece scrivo un racconto o un romanzo per me stessa, perché ne sento l’urgenza. Il desiderio di vederlo in libreria viene a lavoro finito. Quando hai deciso di scrivere il tuo primo libro? Come tutti, da adolescente. Però, per scriverlo veramente, ho aspettato i quaranta. È stato facile trovare un Editore, ti sei affidata ad un agente letterario? Descrivi il tuo percorso per arrivare alla pubblicazione. L’editoria è il mio ambiente: non è stato difficile trovare da sola un editore per nessuno dei miei lavori. Ora però ritengo che l’agente sia un valore aggiunto. La crisi economica colpisce il libro come gli altri consumi. Ma il colpo ferale viene dai libri di ‘cassetta’. E non mi riferisco ai romanzi popolari o alle opere divulgative, che hanno un ruolo importante. Penso alle cataste di libri senz’anima che
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invadono le librerie solo perché l’autore è un volto noto della tv. Un tempo bisognava aver scritto dei libri per arrivare in televisione. Oggi, al contrario, bisogna fare televisione per pubblicare dei libri. Spesso inutili, pagine e pagine senza un’idea, a volte mal scritte, o già pubblicate, riassemblate, appena spolverate e rimesse in circolo. Un autore qualunque non può concorrere con uno che alza il telefono e s’impone in ogni contenitore tv e radio per presentare il suo libro! D’altra par-
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Daniela Brancati
è giornalista professionista e dirigente d’azienda nel settore della comunicazione, saggista e scrittrice. Prima donna direttore di un telegiornale nazionale in Italia, nel 1991 ha creato il Tg di Videomusic e nel 1994 ha diretto il Tg3. te il libraio non è un missionario: espone ciò che di sicuro vende. E vende ciò che espone. A scapito di opere interessanti, che restano, ignorate, negli scaffali o addirittura nei pacchi. E allora si deve lavorare diversamente, di promozione intelligente. L’agente dovrebbe condividere con l’autore la passione per il libro, esserne il secondo padre/madre, curarlo e accompagnarlo come si accompagna un figlio alla maggiore età. L’agente con l’autore, per non combattere da soli per la sopravvivenza della qualità. Come nascono i tuoi libri? I saggi sono legati all’attualità. Prendiamo l’ultimo: Occhi di maschio, uscito a settembre dello scorso anno, è alla sua seconda edizione. L’ho presentato in oltre sessanta iniziative, spesso affollatissime, sempre interessanti. Segno che il tema – la prima storia della televisione italiana dal punto di vista delle donne - è all’attenzione di tanti. Il romanzo invece, qualunque sia l’ambiente, la storia, i protagonisti, parla sempre di me, delle mie emozioni e gioie e sofferenze. Perciò ha una lunghissima gestazione. Parte da dentro ma per uscire cerca la storia giusta e il modo di raccontarla.
Come ti descriveresti? Non mi descrivo: è rischioso. Ho ricoperto ruoli che mi hanno esposto al giudizio di colleghi e del pubblico, perciò moltissime persone mi odiavano senza conoscermi e altrettante mi amavano. Non si amministra un potere piccolo o grande restando indifferenti al mondo. Ma capisco che i giudizi su di me siano tanto diversi: non tollero l’arroganza, in presenza della quale ho reazioni anche eccessive. Per il resto ho un carattere mite. Amo la generosità e detesto la tirchieria di animo come di tasca, che non sono mai in rapporto con la ricchezza. A ogni situazione reagisco in modo differente e mostro un diverso aspetto di me. Il tuo motto personale? È male non averne uno? Vivi per… Per il bello: nell’arte, nella musica, nelle persone. Per i miei figli. Per le mie rose. Per un tramonto imperdibile. Per il mare. Per l’equilibrio nello stare al mondo. Per la giustizia. Perché acquistare la tua opera? Chiedilo a chi l’ha già letta, te lo spiega meglio di quanto potrei fare io. ●
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Autrice Daniela Brancati 52 Occhio di maschio
Titolo: Occhi di Maschio Autore: Daniela Brancati Editore: Donzelli Editore ISBN: 9788860366344 Euro: 18,50 Pagine: 230 Anno: 2011
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dalle ore 21,15 alle ore 22,30. Dedicati a tre grandi Autori della Musica Classica:
Durante i tre Sabati d’Autore, la tradizionale visita al Ninfeo con i suoi giochi d’acqua, alle Grotte e parte del Giardino, verrà dedicata a tre grandi Autori della musica classica: Minkus, Strauss e Tchaikovsky. Tale visita sarà allietata dalle allieve della Scuola di Danza “Music
Dance and Mimic Art” di Desirèe Motta che interpreteranno alcuni balletti coreografati sulle musiche dell’Autore. Le serate saranno così strutturate:
Sabato 16 giugno: Minkus Sabato 21 luglio: Strauss Sabato 22 settembre: Tchaikovsky All’interno del Ninfeo, nelle serate del 16 giugno e 22 settembre, si potrà anche ascoltare l’esibizione delle pianiste Sonia Vettorato e Estella Noris, e della flautista Mimma La Monica, le quali interpreteranno dei brani a tema.
Foto by Marilù Giussani – FOTOINFUGA
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pennellate di parole Come ogni sera… Quella sera, un crepuscolo limpido e l’aria più mite, gli avrebbero dato una mano nel suo solito sbirciare. Come ogni sera da almeno mezz’ora, Lui aveva preso posto in fondo alla piazza sul lato sinistro, dove le fronde rigogliose di due lecci antichi, si toccavano, facendo dell’ombra una macchia ancora più scura. In testa un Borsalino nero, il trench sbottonato, le mani affondate nelle tasche, gli occhi guardinghi, che in direzione della finestra di Lei e l’angolo destro opposto della piazza, alternavano il loro osservare... Ignara di quella costante presenza, Lei, come ogni sera, trascorreva quei minuti in affaccio, immersa nel mormorio sottostante di vita altrui e la luce calante del giorno. Ancora pochi istanti, poi come ogni sera, il respiro di Lui si sarebbe fatto corto e i battiti del cuore avrebbero preso a pulsargli nel collo. Presagio quello, della solita emozione in arrivo. Non appena lo scarmigliato fanciullo avrebbe fatto ingresso nello sguardo di Lei, la finestra si sarebbe chiusa, la luce della stanza spenta e il serale quotidiano fatto spazio. Come ogni sera. Quella sera Lui, sarebbe voluto uscire dall’ombra, dalla macchia scura delle fronde e lasciare che la luce del lampione vicino, lo illuminasse, agitare con una mano il Borsalino nero per farsi vedere e
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Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una partecipazione ad un antologia, ha intrapreso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la conoscerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capolavori di varie correnti artistiche.
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con l’altra affondare dolcemente le dita in quella chioma scarmigliata, non appena gli fosse stato vicino. E insieme tutti e tre riempire, lo spazio quotidiano della sera. Con un lungo respiro raccolse l’emozione, con un sorriso sulle labbra e sull’anima se ne andò.
Edward Hopper 1935 Casa al crepuscolo olio su tela Collezione privata
Come, ogni, sera…
Giovanna Vannini
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Autrice e n o i s u l l i ’ l l e d o t n e Il v i ai tempi della
c c e r t in e ie r Sto o e m lo o t r a B n Notte di Sa
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anya D’Antoni nasce il 28 settembre del 1970 a Messina. Fin da bambina ha sempre avuto una fervida immaginazione, le passioni per la lettura e il teatro le vengono trasmesse dalla madre. In particolare ama le opere di William Shakespeare. A 16 anni inizia a scrivere poesie. Dopo la scuola nel 1990 cerca lavoro come promotrice per varie ditte. Nel 1991 un grosso incidente le cambierà la vita, entrando nel vortice della depressione, che durerà anni. Ne esce completamente nel 2009 iniziando a lavorare a Lipari dove diventa Volontaria del Soccorso della Croce Rossa Italiana. Nel 2010 intraprende la strada nell’assistenza all’infanzia, ma la passione per la scrittura ancora c’è, decidendo in quello stesso anno d’intraprendere quella via. Effettua ricerche dei luoghi, eventi storici e date da collegare, tutto ciò durerà circa un anno e mezzo e finalmente ha il primo romanzo tra le mani, dal titolo “Il vento dell’illusione” edito dalla casa editrice il 20 novembre 2011 “La Riflessione” di Davide Zedda. Adoravo sin da bambina scrivere, iniziando con le poesie per poi imbattermi in qualcosa che mi dava
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più soddisfazione, entrare in mondi diversi, con personaggi diversi, andando avanti e indietro nel tempo e in mondi completamente differenti; è bello scrivere perchè la fantasia ti catapulta in mondi dove tu non puoi arrivare. Ho iniziato a scrivere il mio primo libro nel 2010, ma per collegare le date ai personaggi e alla storia c’è voluto un anno. I miei libri nascono tutti per la passione su un periodo, su delle curiosità o prendono spunto da una leggenda. Poi appena finita l’opera ho iniziato a mandare a diverse case editrici, purtroppo sono stata presa in giro da una in particolare, ma non mi sono abbattuta e ho continuato a cercare finchè non mi è arrivato un contratto da una casa editrice. Non ci credevo, avevano accettato il mio primo romanzo, ho telefonato ed era proprio vero! Decido di pubblicare con loro La Riflessione di Davide Zedda. Mi descrivo come una persona solare, romantica, impulsiva, un po’
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Tanya D’Antoni Sinosse
Nel corso della storia reale le notti sono purtroppo legate ad avvenimenti tragici che hanno segnato inevitabilmente e tristemente il cammino dell’umanità. Con “Il vento dell’illusione” si narrano le vicende di Chantal, che, immersa in una vita agiata, si scontra all’improvviso con la realtà degli eventi di quell’epoca. Attraverso le peripezie della protagonista, il lettore giungerà fino all’epilogo con la strage della notte di San Bartolomeo. In un contesto reale sono stati inseriti dei personaggi di fantasia, cercando di rendere piacevole e stimolante la lettura, narrando con dovizia di particolari gli avvenimenti e le cause che portarono al massacro. ribelle e un po’ sognatrice. Il mio motto è una frase mia: l’amore è come la tempesta ti porta via anche il cuore. Vivo per la voglia di vivere e per scrivere. Per questo motivo non mi piace convincere qualcuno a comprare, vorrei solo fornire alle persone uno spunto di riflessione, proprio perchè scrivo per passione e non certo per diventare qualcuno. ♥
Il vento dell’illusione Autore: Tanya D’Antoni Editore: La Riflessione ISBN: 8862117132 ISBN-13: 9788862117135 Anno: 2011 Pagine: 106
Blog: http://ilventodellillusione.blogspot.com/ http://romannticland.jimdo.com/
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l’angolo della poesia LIBERTA’ Cospargi il tuo seme sulla terra arida arsa e pietrificata dove i sogni son calpestati… Cospargi il tuo seme di piena Libertà nella terra che fu origine di uomini macchiati di omertà… Cospargi il tuo seme ed il frutto solo Amore diffonderà!
Rossana De Grisantis nasce il 28 Giugno 1969 in un piccolo centro della provincia di Bari, Turi. Cresce in una famiglia in cui saldi sono i valori di sacrificio, onestà e lealtà. Bimba sensibile e ricettiva, assorbe nel bene e nel male ogni sfumatura dell’ambiente in cui vive.
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Letture in Semibreve ...il giusto mix di parole e musica
di
Laura
Caponetti “Il libro di Blanche e Marie” di Per Olov Enquist
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l libro di Blanche e Marie” è un libro appassionato e appassionante in cui la capacità d’amare delle donne è la vera protagonista. Blanche è la paziente preferita del dottor Charcot, trascorse quasi vent’anni nella clinica Salpetriere a Parigi. In questa clinica si cercava di curare una malattia che allora veniva chiamata “isteria”, una via di mezzo tra la depressione e l’esaurimento nervoso. Alla Salpetriere però, ci finivano solo le donne, perché l’isteria era considerata una malattia prettamente femminile, e ci finivano per i più svariati motivi, dalla semplice malinconia al reale mal di vivere. Le donne venivano ricoverate e studiate, il Dottore Charcot fu il precursore della moderna neurologia, tra i metodi da lui utilizzati alla Salpetriere ci fu anche l’ipnosi, e a questa sottoponeva Blanche in sedute pubbliche alle quali
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partecipavano eminenti nomi della medicina, tra i quali lo stesso Freud. Marie è invece Marie Curie, la prima donna a ricevere un premio Nobel e la prima a riceverne due e in due ambiti distinti, la fisica e la chimica. Scoprì il radio e ne intuì l’utilizzo in medicina. Passò la vita a studiare, finchè non s’innamorò. Ma, andiamo con ordine. Blanche va via dalla Salpetriere perché Charcot è morto e lui era stato il suo amante per molti anni. Una volta uscita dalla clinica Blanche diventa assistente di Marie. Tra loro nascerà una profonda amicizia che durerà fino alla loro morte. Marie rimane vedova e dopo qualche anno intraprenderà una relazione con un uomo sposato, Paul Langevin, un collega, come del resto lo era stato suo marito con il quale condivise il primo Nobel. Per Olov Enquist traccia in questo romanzo il ritratto di due donne straordinarie per intelligenza e carattere, e scatta anche una fotografia di quel tempo - il primo decennio del Novecento - in cui era a dir poco difficile avere problemi di salute ed essere donna, essere innamorate ed essere donna, essere intelligenti ed essere donna. Lo spettacolo delle isteriche alla Salpêtrière e delle cure loro riservate è sconvolgente, così come esagerata è la reazione
pubblica alla relazione tra Paul Langevin e Marie Curie: una donna ebrea che ruba il marito di un’altra, la straniera che rovina una famiglia. La Svezia invita Marie a non presentarsi a ritirare il Nobel (lei ci andrà ugualmente). Le due donne passeranno gli ultimi anni della loro vita a prendersi cura l’una dell’altra, gli effetti delle radiazioni sui loro corpi è stato devastante e le costringe a subire orribili mutilazioni. Con il loro vissuto confuteranno l’antica tesi secondo cui l’amore vince sempre. Non è stato così per loro, anche se hanno lottato e certe volte hanno pure vinto. Nell’intensa postfazione di Dacia Maraini si legge: “Non sappiamo che cos’abbia inventato Enquist in questa storia basata su personaggi realmente esistiti, ma non ci importa, importante è che lo stile così personale e plastico dell’autore ci prenda per mano e ci accompagni durante tutto il racconto senza mai allentare la presa”. ●
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Letture in Semibreve
...il giusto mix di parole e musica paola 4 quarti
questa settimana consiglia l’ascolto di Charles Aznavour, album Mes Amours, (1998)
Autore: Per Olov Enquist Titolo: Il libro di Blanche e Marie Editore: Iperborea Isbn: 9788870911459 Pag.: 251 Prezzo: â‚Ź 15,00
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Consigliato da Donne divise tra coraggio e amore Giovanna Moscato nel suo primo romanzo racconta una storia di grande coraggio. Nel suo “Ritratto in bianco e nero” (Aracne editrice, pp. 196, € 9,00) sono le donne ad avere un ruolo decisivo, molto diverse tra loro, ma tutte determinanti nello sviluppo degli eventi. La storia è ambientata in un piccolo paese immaginario: Citrone. Le vicende narrate sono quelle della famiglia Molello, poveri contadini dediti al lavoro, la cui vita s’intreccia con quella di Donna Franceschina Giannoni, ricca proprietaria terriera, divenuta nobile per aver sposato un marchese. L’incontro-scontro che coinvolgerà i protagonisti ha origine con l’amore tra Paolo e Maria. Il primo è il rampollo della famiglia Giannoni, Maria invece è la quinta di nove figli nati e cresciuti in un contesto di estrema povertà e miseria. Il loro destino segnato dalle scelte fatte da altri al loro posto, non impedirà a questi due giovani di amarsi per sempre, tra mille ostacoli e difficoltà. Non mancano i colpi di scena quando Maria scopre di essere rimasta incinta, la voce si sparge in paese, il suo è considerato un atto spregiudicato, il disonore ricopre la giovane ragazza proprio perché i suoi l’avevano promessa in matrimonio e da questo momento non sarà più considerata rispettabile da nessun altro uomo e
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La Bottega Editoriale Un’Agenzia letteraria che offre servizi per l’editoria, la comunicazione e il giornalismo. Supporta gli autori per approdare alla pubblicazione (attraverso la valutazione degli inediti, l’editing, la rappresentanza presso gli editori, ecc.) e alla sua successiva diffusione (attraverso il marketing editoriale: promozione stampa, organizzazioni di eventi letterari, ecc.). Collabora, inoltre, con le case editrici nell’affrontare i serrati ritmi del mercato editoriale. È anche editore di due riviste on-line: Bottega Scriptamanent e Direfarescrivere, mensili dedicati a recensioni librarie, articoli e approfondimenti culturali e di attualità. In Un libro da raccontare diamo spazio ai migliori libri scelti per Io come autore. Il direttore di, la bottega editoriale, è il giornalista e saggista Fulvio Mazza.
sarà destinata a rimanere sola. Maria è costretta per il bene della sua famiglia e del suo amato ad abbandonare il paese. Questa decisione viene anche caldeggiata da Donna Franceschina che, da sempre ostile a quell’amore illegittimo, non desidera altro che liberarsi di Maria, questo anche contro la volontà di suo figlio. L’amore e l’odio sono i sentimenti predominanti di questo racconto, il primo permette ai protagonisti di cancellare le barriere sociali ed economiche, il secondo invece è frutto di pregiudizi che non consentono di andare oltre le apparenze e comprendere a fondo la realtà delle cose. Lo sfondo su cui si sviluppano le vicende appartiene a un tempo remoto, ormai passato, in cui si lasciava poco spazio alle scelte personali, le decisioni prese da altri s’imponevano a tal punto da diventare un ostacolo alla felicità personale. La scrittrice assegna alla protagonista il compito di riscattarsi, un atto di rivalsa che arriva dritto al cuore del lettore, che si ribella alle ingiustizie e ai pregiudizi decidendo di portare avanti la sua gravidanza. Si tratta di una storia appassionante che si fa leggere tutta d’un fiato; tra mille peripezie, solo il finale riporta la pace, sia per i protagonisti sia per il lettore, e solo a questo punto ogni cosa assume la giusta dimensione. Claudia Capogreco
Titolo: Ritratto in bianco e nero Autore: Giovanna Moscato Editore: Aracne editrice Data di Pubblicazione: 2009 ISBN-13: 9788854828711 Pagine: 196 Euro: 9,00
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Non solo vecchie pietre
Su Saliagos e sul perche’ insisto sulla Grecia Nei numeri scorsi di questa rubrica ho parlato più volte della Grecia, prendendo spunto, via via, dai Greci in Occidente, dal Cammino di Samarià (Creta occidentale), dalla bella Età del Bronzo e dal suo sconvolgente epilogo, dalla diffusione della civiltà Minoica al di fuori della sua zona d’origine (sito archeologico di Akrotiri a TheraSantorini). L’ultima volta ho citato incidentalmente il volume “Excavations at Saliagos near Antiparos”, di John D. Evans e Colin Renfrew, pubblicato da Thames & Hudson nel 1968 (ultima edizione: 1990). Si tratta di un libro che dà conto dell’attività di ricerca sul terreno svolta dagli Inglesi a Saliagos, un isolotto situato nel canale fra Paros e Antiparos (Isole Cicladi, Mar Egeo meridionale). A Saliagos è stato scavato un villaggio di pescatori che risale all’Età Neolitica, con la scoperta di strutture, figurine antropomorfe in marmo, strumenti di pietra scheggiata, ossidiane d’importazione, ossa di pesci pelasgici (tonni). A quei tempi Saliagos era la parte sommitale di un basso promontorio marittimo. Il successivo innalzamento del livello meL’isolotto di Saliagos, nel canale fra Paros e dio marino ha alterato Antiparos (Isole Cicladi, Mar Egeo in profondità lo stato dei meridionale). Visto di fronte. luoghi. Saliagos è una località situata al di fuori degli itinerari turistici. Bisogna andarci di proposito. Non c’è approdo. La sola forma di vita presente sul posto è una colonia di uccelli marini, che riempie l’aria con le sue grida stridule. Sparsi e frammisti alla terra dello strato superficiale giacciono al
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Natale Barca
Natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei popoli antichi. Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Sahara orientale, fino all’Asia occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica (www.natalebarca.it).
suolo frammenti di ceramica e di ossidiana scheggiata. Ho raggiunto Saliagos a bordo di un peschereccio e ho usato un canotto per sbarcare. Ho gironzolato per una mezz’ora, non c’era molto da vedere. Ciò che mi ha colpito di più è la totale solitudine del luogo e il fatto che l’isolotto è di marmo. Proprio così: è tutto di marmo. Il “lychnites”, marmo di Paros, famoso per la sua alta trasparenza alla luce, superiore a quella di tutti gli altri tipi di marmo, molto apprezzato nell’antichità. In Grecia si hanno vari tipi di marmo, ma i più famosi sono quello di Paros, presente a Paros, Antiparos e Tinos, e quello Pentelico, estratto dalle cave sul monte Pentele presso Atene. Del primo sono fatti, per esem-
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Non solo vecchie pietre di Natale Barca
pio, le celebri statuette del Neolitico delle Cicladi e il portale dell’antico tempio sull’isolotto di Stronghilé all’imboccatura del porto di Parikìa a Paros; del secondo, per esempio, è fatto il Partenone, il grande tempio di Atena, sull’Acropoli di Atene. Perché insisto a parlare della Grecia in questa rubrica? Per molti motivi. Perché vi sono stato molte volte per turismo, ritrovando ogni volta lo stesso incanto; perché la mia formazione intellettuale deve molto alla civiltà della Grecia classica; perché le antichità della Grecia sono quelle che hanno acceso la mia passione per la storia e la civiltà dei popoli antichi, e uno dei miei libri parla ampiamente della Grecia dell’Età del Bronzo. Ma anche e sopratutto per un altro motivo. Ricordare in queste pagine la Grecia preistorica e antica è il mio modo di riproporre all’attenzione l’attuale situazione di questo paese, con la speranza che il pensiero di chi legge possa passare per associazione di idee dalla Grecia delle origini alla Grecia di oggi e alle sue difficoltà economiche e sociali. Lo faccio inoltre per dire che sono d’accordo con chi pensa che non possa esistere un’Unione Europea senza la Grecia; sarebbe una contraddizione in termini. Perché la civiltà Occidentale si fonda sulla civiltà della Grecia classica. La Grecia ci abbraccia tutti, è la madre Suonatore di lira (circa 2000 a.C.), del mondo occidentale. La Grecia non è statuetta in marmo da Keros, Museo un socio dell’Europa dei mercanti: la GreArcheologico Nazionale, Atene. cia è l’Europa. Lo stesso nome Europa è di origine greca. “Ich bin ein Berliner”, “Io sono Berlinese”, ha detto John F. K. Kennedy, Presidente degli Stati Uniti d’America, in un famoso discorso tenuto a Berlino Ovest ai tempi della Guerra Fredda. Mi piacerebbe se Angela Merkel, Cancelliere della Germania, parafrasando Kennedy e ricordandosi della solidarietà di cui i Tedeschi hanno allora beneficiato sull’onda di quelle parole, dicesse oggi con convinzione: “Io sono Greca”.
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L’isolotto di Saliagos, nel canale fra Paros e Antiparos (Isole Cicladi, Mar Egeo meridionale). Visto dall’alto.
Lo stesso discorso andrebbe fatto nel caso in cui, per somma disgrazia, l’Italia dovesse trovarsi in difficoltà analoghe a quelle della Grecia. Perché il mondo occidentale ha nei confronti dell’antica Roma e della civiltà Greca un debito che non potrà mai pagare. ● John F. Kennedy, discorso “Ich bin ein Berliner”, Rathaus Shoneberg, 26 giugno 1963
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Penne e tulipani:
appunti di scrittura mediatica
Il fascino dello scrittore Creare – artisticamente parlando – sembra una necessità dell’uomo. Leggevo qualche giorno fa un pezzo sulla pagina culturale della Stampa, nel quale ci si domandava perché tra tante arti e discipline come la danza, la pittura, il teatro e al musica, quasi tutti vogliano diventare scrittori per soddisfare questo ancestrale bisogno. La risposta era abbastanza semplice: la scrittura è alla portata di tutti, visto che chiunque può mettere alcune lettere in successione, mentre per dipingere o comporre una melodia ci vogliono più impegno, fatica e conoscenza. La scrittura, insomma, è qualcosa che tutti sentono di padroneggiare. Io penso che oltre a questo valido motivo ci sia anche un’altra ragione, ovvero l’idea stereotipata della vita interessante e avventurosa dello scrittore. Sono in molti a credere che fare lo scrittore di professione sia fantastico perché non hai né orari né capi a cui dover dare conto. Scrivere è, nell’immaginario comune, un’attività che non richiede costanza o disciplina (basta cavalcare l’ispirazione, quando arriva) e che un romanzo di duecentocinquanta cartelle lo si scrive così, senza pensarci troppo, tra una lunga vacanza e l’al-
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tra. Scrivere – lo sappiamo bene – richiede ricerca, progettualità, riflessione: è un processo di tentativo ed errore che va provato e riprovato, perché nessuno scrive romanzi o saggi direttamente in bella copia. Il problema e che sono in molti a credere di poterlo fare e, quando non c’è un editore che li ascolta, si lamentano del tempo che stanno perdendo perché sarebbe già ora di trovarsi nei salotti televisivi, sulla terza pagina del Corriere o ai tropici con il primo assegno frutto dei diritti d’autore. Scrivere, dunque, richiede disciplina, come Moravia che scriveva in orari fissi da ufficio, Lucarelli che lavora solo di pomeriggio, Camilleri che si mette alla scrivania tutte le mattine alla stessa ora e Salgari, che dalla scrivania non si schiodava finché non aveva raggiunto il numero di pagine giornaliere prestabilito. E poi? Cos’altro è uno scrittore? Essere scrittore vuol dire essere per definizione interessanti e godere di una fama vasta seppur non intrusiva, perché lo scrittore può passeggiare per le vie del centro senza essere assalito dagli adulatori come acadrebbe per una rock star e senza rinunciare a una buona parte della propria privacy che altre persone famose possono solo sognarsi. E poi uno scrittore è anche un avventuriero, un tipo tosto che tira tardi bevendo whisky nei
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di Giuseppe Raudino Giuseppe Raudino è docente di Teoria dei Media presso l’Università di Scienze Applicate Hanze di Groningen, Olanda. Lavora anche come giornalista freelance e ha pubblicato diverse opere di narrativa. Il suo romanzo L’isola del tempo è disponibile su Lulu.com e la sua home page è www.raudino.webs.com
locali più malfamati, circondato e apprezzato da tipi poco raccomandabili, le cui caratteristiche vengono minuziosamente riprodotte e incarnate dai personaggi dei suoi libri. Ma è anche uno che frequenta eventi e cerimonie di gala, tra champagne, caviale e belle donne che, innanzi a lui, hanno voglia di liberarsi dei loro Armani dalla scollatura generosa e dalla schiena scoperta. Infine lo scrittore è un intellettuale che rappresenta il punto di riferimento per molti, una bussola che guida l’opinione della gente, un termometro che misura le emozioni della folla, un incantatore che ottiene tutto quello che vuole con la magia della parola.
Lo scrittore viaggia, conosce, ricerca, participa ai salotti, tiene rubriche sui giornali, concede interviste, critica, osserva, ammonisce, recensisce, profetizza, ipotizza, risolve, dibatte, controbatte, lotta, vive, muore ma rinasce, si diverte, beve fino alla feccia, si prodiga, si rintana, riflette, ama, soffre, spezza i cuori, conquista, ha successo in amore. Davanti a tante minuzia di dettagli, solo una domanda sullo scrittore resta senza risposta: quando trova, secondo l’immaginario comune, il tempo di scrivere?. ● Giuseppe Raudino
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Pollicino per non perdersi tra i libri
L’ingrediente fantasia S
criveva Achille Campanile: “i lettori sono personaggi immaginari creati dalla fantasia dello scrittore”. Questa affermazione mi trova d’accordo ma solo in parte. Se è vero infatti che, nella mente di ogni autore, c’è un pubblico di lettori che spesso non coincide con la realtà ma si adatta e si trasforma a seconda dei propri desiderata, d’altro canto bisogna tenere conto che il lettore -tutt’altro che immaginario- ha un ruolo attivo nel testo.
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artificiosa, addirittura una forzatura. La verosimiglianza, sia pure nel rispetto dei fatti, rende l’argomento molto più “credibile” e mette in azione il secondo, imprescindibile elemento del processo: la fantasia del lettore.
In che modo? La risposta è semplice se teniamo presente che è alla base della creatività c’è sempre e comunque la fantasia: quella dell’autore e quella del lettore. “I nostri pensieri danno forma a ciò che noi supponiamo sia la realtà”. Nota Isabel Allende, autrice non solo di capolavori per adulti ma di interessanti libri per ragazzi.
Un libro è considerato “bello” quando lo scrittore riesce a suscitare la curiosità e l’attenzione al punto che i necessari “vuoti” narrativi, vengono colmati, fatti propri e resi unici e originali dal lettore. In molti testi, ad esempio, non sono affatto descritte le caratteristiche fisiche dei personaggi ma non c’è lettore che non elabori una propria personale “immagine” dei protagonisti del libro. Si tratta, per ciascuno, di versioni differenti e peculiari che, se tenute nella debita considerazione, possono aiutare l’insegnante e i genitori a sviluppare nei ragazzi l’amore per la lettura.
La realtà, in un testo letterario che “funziona” diventa fantasia che genera una verosimiglianza e non è mai la fredda cronaca dei fatti. Non è un paradosso affermare che la realtà, se esposta così com’è, apparirebbe incredibile e
è importante lasciare spazio alla fantasia, stimolarla, incoraggiarla. Ben lo sanno quegli educatori che fanno del “progetto lettura” organizzato dalla scuola, un momento per dare vita a iniziative diversissime tra loro ma che han-
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di Pina Varriale
no in comune lo stesso elemento: la fantasia. Ecco allora che dalla lettura di un testo, si arriva alla produzione di un filmato, alla drammatizzazione di un momento narrativo, alla trasposizione in versi di un sentimento suscitato dalla lettura di un brano. Scrivono Carmen Chiara Russo e Francesca Catano, della scuola media “G.Bovio” di Foggia: Il mondo che vorrei è stupendo, come un bambino che sta ridendo. Non è inquinato e neanche rovinato. è un mondo senza guerra, senza odio e rancore dove regna solo pace e amore. è tutto colorato e anche profumato. è un mondo bello dove ciascuno ha il suo spazio/senza pagare alcun dazio. è un mondo dove nessuno può comandare e ognuno è libero di sognare. In quel mondo allegro e divertente è vietato litigare ed è obbligatorio giocare. Questi versi sono nati dopo aver letto un libro che parlava di diritti negati, di bambini a cui viene tolto perfino la libertà di giocare. è solo un esempio di ciò che può accadere quando, la lettura di un libro non è un arido “compito in classe”
ma un momento per stimolare e incoraggiare la fantasia dei ragazzi, il loro senso critico, la capacità di esprimersi. Certo, è faticoso, molto più che assegnare un riassunto o un questionario sul testo, è un lavoro che richiede passione, impegno e tempo. Mi piace però pensare come Pennac: “Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”. E non temo smentite. Buona lettura.
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bookTOmovie Vampirandia
Futuro di sangue
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l I vampiri sono esseri che arrivano dalle profondità della storia dell’uomo ed è logico supporre che non ce ne libereremo facilmente. Con le dovute trasformazioni, ben s’intende. E sia letteratura che fumetto e cinema ci stanno lavorando. Nel 1976 uno scrittore britannico avvezzo a scrivere un po’ di tutto, dalla saggistica scientifica ai romanzi, pensando di fare cosa gradita scrive una storia che proietta i vampiri al di là del tempo e dello spazio. Il romanzo “The Space Vampires” di Colin Wilson è ambientato praticamente quasi ai giorni nostri, in un XXI secolo nel quale forse è stata portata una visione eccessivamente ottimistica riguardo alla nostra reale capacità nello spostarsi all’interno del sistema solare. Durante il primo viaggio esplorativo di una navicella spaziale viene ritrovata un’astronave aliena all’interno della quale ci sono dei corpi umani in stato di coma, tre dei quali vengono riportati sulla Terra. Per farla breve: i tre hanno il potere di succhiare energicamente la vita agli altri esseri e per fermarli i protagonisti sono costretti a ripercorrere le origini del vampirismo. Un romanzo decisamente istruttivo, che nel 1985 Tobe Hooper trasforma nel film “Lifeforce” con la complicità dello stesso Colin Wilson. Complicità che non è bastata per frame un film di successo,
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soprattutto per la marcata differenza con il romanzo. Ciò che sta alla base sia del romanzo che del film, è la trasformazione operata sui futuri vampiri, i quali saranno più orientati a prelevare l’energia vitale che non il sangue; del resto anche nelle moderne trasfusioni di sangue non si usa certo più il sangue, ma bensì il plasma. Ma anche altri autori sono andati oltre, ben al di là delle consuete forme di vampirismo, direttamente riconducibili ai sanguigni protagonisti delle saghe più canoniche. Ma per farlo dobbiamo spostare la nostra attenzione dalla letteratura al fumetto. Marv Wolfman nel 1973, affidandosi alla matita di Gene Colan, crea per la Marvel “Blade l’uccisore di vampiri”, che diviene nel 1998 una saga che vede protago-
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Giorgio Ginelli
nista Wesley Snipes anche per altri due film. L’originalità di questo personaggio inizia proprio dalla sua nascita, in quanto un vampiro infetta la madre che dà così alla luce un vampiro “purosangue” il quale diventerà il temibile ammazzavampiri che prende il nome di Blade. La sua condizione di metà umano e metà vampiro gli consente di operare sia alla luce del sole che nelle tenebre, mettendo alla dura prova tutto coloro che incontra sul suo cammino: è l’apoteosi finale, l’estinzione della specie vampira per mano della specie stessa. Più avanti nel tempo è invece la figura di Ivan Isaak, un prete che opera in diversi periodi storici – dal tempo delle Crociate al selvaggio West – disegnato con tratto particolare dal coreano Hyung Min Woo nel 1998 nella serie di graphic novel “Priest”. Si tenta di trasformarlo in pellicola una
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bookTOmovie
Saga La saga di Blade è ispirata all’omonimo personaggio dei fumetti della Marvel che compare come comprimario nella serie “The Tomb of Dracula” (luglio 1973), ma al quale poi in seguito venne dedicata una serie da protagonista. La trasposizione in pellicola vede una saga in tre capitoli, di cui l’ultimo è il conclusivo. 1998 - Blade, regia di Stephen Norrington. 2002 - Blade II, regia di Guillermo del Toro. 2004 - Blade: Trinity, regi di David S. Goyer.
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prima volta nel 2009, con un progetto che però viene abbandonato; nel 2011 diviene un film diretto da Scott Stewart, che mette in scena la fine di una guerra secolare tra uomini e vampiri – i quali hanno presto il posto della razza di angeli caduti della versione disegnata – ambientata in un futuro nel quale il mondo conosciuto è completamente scomparso e la Chiesa ha il controllo di ogni cosa per mezzo di un ordine, del quale fa appunto parte il prete protagonista. La letteratura, si sa, è fatta di parole, ma volte le parole non bastano. Così si usano le immagini. E le immagini si disegnano e molte alla fin fine divengono cinema. Ma tutto parte da un’idea, da uno stereotipo. Un po’ come per i vampiri. Nascono come idea ancestrale e si tra-
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sformano con il passare del tempo, assumendo le connotazioni che più rispondono ai bisogni della società. Quello che non cambia, paradossalmente, è la natura umana. ●
Priest Il fumetto coreano (manhwa) è forse meno conosciuto di quello giapponese, ma non meno caratteristico, come appunto la graphic novel di genere horror “Priest”, della quale dal 1998 ad oggi sono stati pubblicati parecchi volumi in differenti edizioni. Da quelle storie prende il nome l’omonimo film del 2011, che pur presentando delle differenze, ha avuto l’approvazione del suo creatore, il disegnatore Min-Woo. 2011 - Priest, regia di Scott Stewart.2011 - Priest, regia di Scott Stewart.
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Tra le righe degli autori
Venivamo tutte per mare H
o acquistato “Venivamo tutte per mare” di Julie Otsuka quasi a scatola chiusa, infatti del libro sapevo solamente che raccontava la storia delle “spose in fotografia”, le donne giapponesi che all’inizio del Novecento partirono alla volta dell’America per incontrare i loro futuri mariti, uomini che non avevano mai conosciuto e dei quali possedevano solo una fotografia. Poi la sorpresa delle prime pagine, la scoperta di un metodo narrativo particolarissimo e coinvolgente, più che un romanzo sembra una lunga poesia che utilizza tante voci come fossero una sola. Una potente voce corale racconta le speranze e i timori delle giovani giapponesi che con coraggio e molte aspettative lasciarono la loro casa e la loro terra per andare incontro ad una nuova vita. è inutile cercare un unico protagonista, le storie di tutte le giapponesi partite alla volta dell’America sono racchiuse in questo piccolo libro, tutte le loro vite sono riassunte in poco più di cento pagine. Partirono perché convinte che ad attenderle ci sarebbe stato un grande amore e una vita meravigliosa, perché erano troppo
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Mi chiamo Michela, 35 anni, leggo da quando sono una bambina e se è possibile amo i libri anche da prima...
Titolo: Venivamo tutte per mare Autore: Julie Otsuka Mastrofranco Editore: Bollati Boringhieri ISBN: 9788833922751 Pagine: 133 Euro: 13,00
povere per sopravvivere da sole o perché erano troppo ricche per rimanere nella loro terra, perché avevano un passato da dimenticare e un futuro da costruire. Lasciarono il Giappone per dimenticare un amore impossibile, per rincorrere il principe azzurro conosciuto per corrispondenza, per cercare di dimenticare i figli avuti al di fuori del matrimonio e costrette ad abbandonare, partirono perché convinte di non avere alternative.
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Michela Lai
Alcune erano impazienti di arrivare e altre non ebbero la forza di concludere il viaggio, alcune partirono incinta e altre concepirono su quella nave. Arrivate in America molte non riconobbero i loro mariti, altre li maledissero per averle sposate con la menzogna e altre ancora pensarono che sarebbero state amate e avrebbero amato con tutto il cuore. Lavorarono duramente e si ambientarono nella nuova terra mentre altre non impararono neppure la lingua. Poi arrivò la guerra e dopo l’attacco a Pearl Harbour i giapponesi iniziarono ad essere considerati nemici ed improvvisamente scomparirono tutti, donne, uomini e bambini. Dove? Qualche vicino si pose la domanda senza troppa convinzione, altri pensarono che da traditori erano stati rimpatriati in Giappone, oggi sappiamo che furono deportati nei campi di prigionia sino alla fine della Guerra solo perché avevano la stessa faccia e provenivano dalla stessa terra dei piloti che per primi attaccarono il suolo americano. Quest’ultima parte viene raccontata non più dalle giapponesi ma dagli americani, gli stessi vicini di casa che non ebbero il coraggio di fare le domande giuste al momento opportuno. Partirono con tante speranze, arrivarono in solitudine e scomparvero nell’ indifferenza.! ●
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re o m ’A ll e d o p o c s o r ’o L di giugno Ariete
Montoni zodiacali cavallette saltellanti per l’amore di giugno. Eros canterino trovasi. Il cuore matto riuscirà a squagliare anche il più restio del vostro gregge celeste, merito di freccia-Venere e Cupido-Mercurio, tutti in traiettoria Gemelli. Seconda metà del mese amore folle, a onore-causa di gigolò Giove. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: true blue! ♥
Toro
Bovini stellari in genuino ormone d.o.p. per il mese di giugno. Aperi-gossip con gli amici? Via libera all’amore light. Marte frivolo in amica Vergine vi alcolizza di incontri meglio che una bottiglia di grappa. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: cin cin! ♥
Gemelli
Bimbi celesti giugno trucco & belletto per il vostro eros. Un’indigestione di pianeti, ammassati per elogiarvi, posteggerà sotto il vostro balcone. Affacciati alla finestra, Gemello mio! Dall’ 11 Giove-fortunello salterà a gamba tesa nel vostro cuore. Venere cucci-cucci tra le vostre coperte. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: miao (le fusa)! ♥
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Cancro
Cielo di giugno ad amore veloce come un canguro in corsa. Danze illecite a tutto spiano con Marte in balletto Vergine: viaggi e incontri a impennato tasso ormonale. Il firmamento di fine mese vi elargirà una paghetta extra di nome Mercurio in Cancro. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: fregola pazza! ♥
Leone
A giugno gattoni stellari giro in Corvette. Agghindati con fashion Gemelli, ascendente d’oro sul vostro amore. Giove-Cartier, prezioso dall’11 di giugno, centrifugherà l’eros che è una meraviglia. Venere, occhiolino da casa Gemelli, proporrà un’adunata di bocconcini amorosi. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: amore vero! ♥
Vergine
Pupe celesti giugno sete di amore come drink sotto sole torrido. Marte Mister Muscolo Vergine e Mastro Lindo Mercurio in Cancro spingeranno la pompa ormonale. Proposte indecenti da rincorrere. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: voglia matta! ♥
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Bilancia
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di Federica Farini
Capricorno
Pese del firmamento amore supercalifragilistichemeraviglioso. Venere, fata Turchina in Gemelli, curerà il vostro cuoricino palpitante fra le braccia di Aladino o Cenerentola. Giove principe delle soap in planata sugli amati Gemelli: occasioni sexy come un paio di decoltè Manolo Blanik. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: charme! ♥
Caprette celesti amore a tutta ripresa. Sì a una preda bionda oggi e un bocconcino moro domani. Marte accompagnatrice in Vergine suggerisce amori leggeri e cool, come la collezione di borse di Posh Spice. Da fine mese Mercurio monello nell’opposto Cancro: lingua biforcuta anche no. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: full immersion! ♥
Aracnidi stellari eros camaleontico sotto la volta celeste di giugno. Amore Barbapapà dalle mille forme, dimensioni e colori. Marte pozione Vergine e da fine mese anche di Mercurio maghetto in Cancro-Potter vogliono gli ormoni bradi e free lance. Dall’11 Giove in visita diplomatica si sposterà da rompino Toro, lasciando repirare l’amour. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: amore in decollo! ♥
Mese di giugno lavelli stellari meglio delle Frecce Tricolore. Venere, Giove (dall’11) e Sole, disposti in casato Gemelli, agiranno come i tre porcellini per glassare il vostro amore con fiumi di cioccolata. Capitan Saturno e Generale Mercurio si impegneranno a dare forma ai vostri sogni. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: dream on! ♥
Scorpione
Sagittario
Arcieri stellari amore in volo pindarico per il mese di giugno. Eros ansante post maratona. Soffi di corrente in amore, con Venere pernacchia in Gemelli. Panettiere, ragazza della porta accanto e rock star in combutta: due di picche in agguato. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: ormone a stecchetto! ♥
Acquario
Pesci
Pinne stellari amore tempesta tra le stelle di giugno. Temporali Venere, Giove e Mercurio, ventosi negli sciroccati Gemelli: guerra santa, contro il vostro amore! Munitevi come provetti fantini e preparatevi a saltare sugli ostacoli del cuore. Mercurio da fine mese festaiolo in Cancro, salverà i vostri ormoni. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: all’arrembaggio! ♥
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I nostri eventi per Ascolta! Umbria Jazz Festival
dal 6 al 15 luglio Perugia
La manifestazione, nata nel 1973, offre ancora oggi molti spunti di riflessioni sulla capacità comunicativa e aggregativa di un genere musicale solitamente considerato un po’ di nicchia. L’enorme e inaspettato successo della prima e lontana edizione ha condotto l’Umbria Jazz Festival fino ai giorni nostri come un’occasione imprescindibile per ascoltare buona musica rigorosamente live, rivivendo la straordinaria atmosfera medievale che una città come Perugia può offrire. Un momento di incontro e di confronto tra pubblico e artisti, tra produzione di sonorità e loro ascolto, tra presente e passato in continuo dialogo. Da sempre sinonimo di libertà espressiva il jazz sarà ancora una volta di scena grazie alla partecipazione sia di musicisti noti che emergenti, di cui vi illustriamo subito un breve elenco: da Stefano Bollani a Enrico Rava, da Erykah Badu a Pat Metheny, da Sonny Rollins a Rita Marley (moglie di Bob Marley) e infine Sting, il quale terrà un concerto proprio la serata conclusiva dell’intero evento (festeggiando inoltre i suoi personali 25 anni di attività da solista). Jazz, reggae ma anche rimandi pop con un tributo esclusivo a Michael Jackson. stilefemminile.it
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i vostri 5 sensi 52 Annusa! 23 e 24 giugno
Festa delle fragole Val Martello (BZ) Tutti gli anni si festeggia la Festa delle fragole. La profumatissima festa segnala l’inizio della raccolta delle fragole nella zona più alta con coltivazione di piccoli frutti. Ogni anno migliaia di ospiti partecipano all’ampio programma e a godere delle specialità gastronomiche. Il programma su www.festadellefragole.it
Gusta! 2-3 giugno
D’Olio e Divino Castelnuovo Magra (SP)
Due giorni di degustazioni dei prodotti delle terre circostanti la cittadina ligure, due giorni per acquistare le eccellenze della terra, per imparare, ascoltare, passeggiare tra i vigneti.
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I nostri eventi per Osserva! Museo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli” Pontedera (PI)
Dal 1 giugno al 28 luglio 2012 Dopo New York, Washington, Parigi, Beirut, Berlino, Firenze, Napoli, l’artista toscano di fama internazionale Giampaolo Talani “approda” al Museo Piaggio di Pontedera con la mostra “Bottega Talani: un viaggio nell’affresco”. Una sequenza di dipinti, sculture in bronzo in cui i concetti di tempo e di spazio si integrano con quelli più vasti e complessi dei linguaggi dell’arte in un susseguirsi di immagini nostalgiche, colori delicati che alludono a figure esili mosse da un vento capace di sovvertire in qualsiasi momento i nostri precari equilibri. Questo modo di percepire e di tradurre la realtà, Talani, l’ha trasmesso con grande passione agli studenti dell’Istituto Superiore XXV Aprile che hanno frequentato la “sua” bottega d’arte coordinata dalla professoressa Anna Ferretti. In questo luogo Massimo Callossi, artista che collabora con il Maestro, ha condotto i ragazzi nella tecnica dell’affresco con grande perizia mentre Talani li ha introdotti in quel meraviglioso mondo della sua pittura a fresco donando chiavi possibili per leggersi dentro, per libere realizzazioni secondo estri e motivazioni personali.
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i vostri 5 sensi 52 Tocca! Dal 2 al 17 giugno Palio dei Castelli San Severino Marche (MC) La città di San Severino Marche si tuffa di nuovo nel passato in occasione della rievocazione storica del Palio dei Castelli. Ai giochi in programma nelle due settimane di festeggiamenti prenderanno parte i castelli e le contrade di Colleluce, Cesolo, Serralta, rione Di Contro e Septempeda, hanno ideato, presso la sede dell’associazione, un progetto molto interessante dal titolo: “La storia toccata con mano” che si concretizza in una mostra evento basata sulla ricostruzione storica dei pezzi esposti e su attività laboratori ali che coinvolgono il visitatore rendendolo protagonista. Per informazioni ci si può rivolgere a Matteo tel. 3483155692. 2 giugno alle h 17 con il Palio dei Bambini in piazza Del Popolo. 3 giugno nel centro storico dalle 16,30 alle 24 “Il Medioevo dietro l’angolo”, disfide di archi e balestre ed apertura delle taverne. 5 giugno dalle h 21 “Disfida dei castelli”. 7 giugno a Castello al Monte “Luminaria”, processione notturna con fiaccole e veglia in onore del Patrono con benedizione degli stendardi ed Offerta dei Ceri. 8 giugno alle 11 messa solenne al Castello e, dalle 21, corteo storico con arrivo in piazza Del Popolo. Nel corso della serata arrivo della Fiamma della Pace. 9 giugno Corsa delle Torri e Palio e, a mezzanotte, spettacolo pirotecnico. 15 giugno a Castello grande festa per l’arrivo del vicario imperiale con spettacoli di falconeria, duelli di scherma antica, tiro con l’arco e balestra, menestrelli, giocolieri, mercatino medioevale. 16 giugno “Il mestiere delle armi” con arruolamento ed investitura del cavaliere e, dalle 22,30, la “Guerra a Camerino”. 17 giugno gran finale con “La vittoria” con spettacoli vari e combattimenti che continueranno dalle 16 fino a tarda notte. Per le serate medioevali del 15, 16 e 17 sarà disponibile un bus navetta gratuito con partenza da piazzale San Domenico.
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Io come Autore
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