Io Come Autore

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Autori emergenti: alla scoper ta del Giveight. ● Eros in tavola ● Pennellate di parole

Anno 2 N. 54 / LUGLIO 2012 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.


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Francesca Panzacchi |

Le ricette del desiderio Collettivo Giveight |

sommario

8 Autori

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rubriche Pennellate di Parole |

di Giovanna Vannini

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La Bottega Editoriale |

di Claudia Capogreco

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Tra le righe degli autori |

di Michela Lai

Non solo pietre |

di Natale Barca

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autori

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L’angolo della poesia |

di Rossana de Grisantis Penne e tulipani |

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di Giuseppe Raudino Pollicino |

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di Pina Varriale

Book To Movie |

di Giorgio Ginelli Intervistando |

di Isa Voi

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Oroscopo dell’amore |

di Federica Farini Eventi |

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Eventi per i vostri cinque sensi


editoriale D’estate è quanto mai difficile, tra gossip onnipresenti e avvicendamenti di cicloni di mitologica memoria, scovare qualche articolo interessante. Forse è anche per questo che la notizia del rapporto di Symbola e Unioncamere diramata in questi giorni spicca ancor più tra le altre: in Italia la cultura “frutta” al Paese il 5,5% della ricchezza prodotta, dando lavoro a un milione e 400 mila persone, il 5,6% degli occupati, superando il settore primario e il comparto meccanico. La cultura, a dispetto dei continui tagli e lifting proposti dai governi, è in progressiva crescita ed è, tra indotto e turismo, quel sfama quasi un quinto degli occupati nazionali. Quel che non si dice in questo rapporto è che questi dati sono solo la punta dell’iceberg: sotto quelle che sembrano già cifre di tutto rispetto, c’è un universo di appassionati operatori volontari che contribuiscono a consolidare il sistema, lavorando in maniera attiva, costante e gratuita. La passione è il loro vero motore. Passione per quello che leggono, per il mondo in cui vivono, per quello che vedono, per quello che vorrebbero cambiare. Senza incensi e senza allori, senza ritorni economici, con la sola voglia di condividere e stimolare. Io Come Autore vive di questa passione: di collaboratori perseveranti, di interventi curiosi, di autori entusiasti e di lettori voraci. Questo numero della rivista, denso di autori e rubriche, serve a darvi quel po’ di ossigeno che speriamo vi basti per arrivare a settembre: concediamo un po’ di vacanza ai nostri redattori per accogliervi al rientro pronti ad affrontare la nuova stagione con tutta la passione che noi e voi sappiamo mettere. Buona estate, buona passione! Daniela Villa

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Autrice del Le ricette desiderio

L’abbiamo conosciuta tra queste pagine un anno fa con il suo romanzo La casa di Sveva. Francesca Panzacchi torna a trovarci con un ricettario dalle tinte piccanti. Il termine afrodisiaco deriva dal mito di Afrodite, dea greca dell’amore, che uscì dal mare dentro a una conchiglia d’ostrica. L’origine di questi cibi è antichissima e affonda le proprie radici nella cultura greca, romana ed egizia. Oggi, anche la scienza ha riconosciuto il potenziale di alcuni alimenti, tuttavia una ricetta può davvero considerarsi afrodisiaca soltanto quando è in grado di stimolare tutti i sensi: per raggiungere la massima efficacia le proprietà nutrizionali dei cibi devono infatti legarsi ai colori, ai profumi e all’atmosfera magica che riuscirete a creare. Perché questo libro di ricette afrodisiache? Mi sono sempre piaciuti i libri che trattano di cibi afrodisiaci e credo che in fondo questo particolare argomento sia in grado di suscitare l’interesse di tutti, anche dei più scettici. Definisci “Le ricette del desiderio” con tre aggettivi. Intrigante, appetitoso, colorato.

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Biografia

Francesca Panzacchi si è laureata in Scienze Politiche all’Università di Bologna con una tesi su Goffman. Scrittrice e fotografa, ha ottenuto importanti riconoscimenti in alcuni concorsi letterari. Ha collaborato con Il Resto del Carlino e ha pubblicato due audiolibri di fiabe per TreeBook Audioeditore. Con Ciesse Edizioni ha pubblicato “La casa di Sveva” (2010), “Il Normanno” (2011), “Delitti al castello”, “Le ricette del desiderio” (2012) e il libro fotografico D’ombra e di luce. Dal 2011 è direttore delle Collane Light e Blue della Ciesse Edizioni.


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Francesca Panzacchi

Titolo: LE RICETTE DEL DESIDERIO Autore: Francesca Panzacchi Editore: CIESSE EDIZIONI ISBN: 978-88-6660-030-5 Anno di pubblicazione: 2012 Pagine: 128

Fragole audaci 200g di cioccolato al peperoncino 15g di burro 1 cestino di fragole

Esistono cibi realmente afrodisiaci? Certo che sì. Non si tratta chiaramente di chissà quale misteriosa alchimia, ma di proprietà nutrizionali che agiscono sul cervello stimolando i sensi. Quali sono i punti di forza del libro? E’ di facile consultazione, molto colorato e gradevole. E poi le ricette in esso contenute sono realizzabili da tutti, anche da chi non è espertissimo in cucina. Che colore ha il desiderio? Banalmente potrei rispondere il rosso, in realtà il desiderio ha moltissimi colori e altrettante sfumature. E quando questi colori si uniranno ai sapori dei cibi, ecco che l’atmosfera si farà magica… ●

Lavate e asciugate perfettamente le fragole. Fate fondere il cioccolato al peperoncino in una ciotola posta su una pentola di acqua che bolle o nel forno a microonde per un minuto. Fuori dal fuoco, incorporate al cioccolato la noce di burro e mescolate bene in modo da ottenere una crema fluida e liscia. Immergete le fragole, ognuna infilzata in uno spiedino di legno, nel cioccolato fuso e fatele asciugare all’aria. Quando il cioccolato si sarà ben solidificato, potete riporle in frigorifero fino al momento di servirle.

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pennellate di parole Lorenzo… Con il pallone tra le mani, il portoncino di casa aperto e Filippo, amico fraterno, che dal fondo delle scale lo esortava a raggiungerlo, Lorenzo rimaneva comunque perplesso ad osservare la sorella Ginevra, acciambellata sul suo letto come un gatto, rapita e sprofondata nell’ennesimo libro. Che non si trattava di quello della settimana precedente, Lorenzo se ne accorse dalla copertina; colori più cupi, titolo più corto. “Dai Lory scendiiii…!” gridava intanto dall’androne del palazzo Filippo. “Un attimo arrivo!“ rispose Lorenzo sporgendosi dalla ringhiera delle scale e rientrando poi fulmineo in casa per continuare a sbirciare Ginevra. Non si capacitava Lorenzo e scuoteva la testa, pensando a come fosse possibile che la sorella impiegasse il suo tempo libero, a mettere in fila con gli occhi e a legarle con la mente, tutte quelle parole… Neanche l’aria appagata e serafica che le si leggeva sul volto, riusciva a convincerlo del contrario. Dalla cucina la mamma Lucia tra un colpo di ferro e l’altro, non si era lasciata sfuggire quella scenetta, di certo banale per molti ma non per lei, e prima che Lorenzo si scapicollasse giù per le scale, ilare sentenziò dalla sua postazione di stiro: “ A volte fa paura, essere attirati da ciò che si disprezza e allora lo si fugge…” “Eh?... Ma che cavolo dici mamma!!!” mentre rosso in volto raggiungeva Filippo. Tra un compito di lettere da correggere, un paio di libri ammezzati sul comodino e un manoscritto in un cassetto, in attesa di buon editore, trovate Lorenzo…

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Giovanna Vannini

Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una partecipazione ad un antologia, ha intrapreso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la conoscerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capolavori di varie correnti artistiche.


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Jean-HonorĂŠ Fragonard: Donna che legge.(Periodo 1773-76). National Gallery of Art, Washington

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Consigliato da Se la politica s’intreccia con la religione è guerra santa Chi vuole comprendere le ragioni del movimento terroristico, dagli anni Sessanta tormento dell’Islam e del suo popolo, non potrà fare a meno di leggere “Islam tra pace e guerra” di Antonella Colonna Vilasi. Nell’introduzione Rosario Priore lo descrive come un trattato che compie un’analisi profonda sulle organizzazioni terroristiche arabo-islamiche. La prefazione, a cura di Vittorfranco Pisano, ci spiega come sia utile un volume del genere per la comprensione di un fenomeno così complesso come il terrorismo. Il libro pubblicato da Città del Sole (pp. 240, € 12,00) parte proprio con una chiara definizione del movimento. I capitoli successivi sono, invece, dedicati al fondamentalismo e all’integralismo con l’elenco dei gruppi emergenti come i “Fratelli Musulmani”, il sunnismo, lo sciismo, il wahhabismo, i talebani ecc. È descritto, in seguito, il conflitto tra Arabi ed Ebrei dagli anni Venti fino alla nascita dell’OLP e Fatah. Non manca poi il riferimento ad Al Qaeda e una ricostruzione delle sue aree d’azione, la sua politica, gli attentati rivendicati come quello passato alla storia dell’11 settembre 2001. Per finire, com’è inevitabile, nel testo vengono riportate le biografie dei principali esponenti, da Osama Bin Laden a Musab al-Zarqawi. Questo saggio della Vilasi raccoglie

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La Bottega Editoriale Un’Agenzia letteraria che offre servizi per l’editoria, la comunicazione e il giornalismo. Supporta gli autori per approdare alla pubblicazione (attraverso la valutazione degli inediti, l’editing, la rappresentanza presso gli editori, ecc.) e alla sua successiva diffusione (attraverso il marketing editoriale: promozione stampa, organizzazioni di eventi letterari, ecc.). Collabora, inoltre, con le case editrici nell’affrontare i serrati ritmi del mercato editoriale. È anche editore di due riviste on-line: Bottega Scriptamanent e Direfarescrivere, mensili dedicati a recensioni librarie, articoli e approfondimenti culturali e di attualità. In Un libro da raccontare diamo spazio ai migliori libri scelti per Io come autore. Il direttore di, la bottega editoriale, è il giornalista e saggista Fulvio Mazza.


una serie d’importanti documenti sull’analisi del fenomeno terroristico offrendo al lettore un quadro storico generale, che va dai primi del Novecento agli ultimi attentati in Europa e nei paesi islamici, tutti portati a termine nel tentativo di raggiungere quello che è un ideale di stato islamico unitario sia dal punto di vista culturale che religioso. Oltre alla descrizione precisa di quelli che sono aspetti propriamente tecnici del movimento, l’autrice va a fondo alla questione toccando argomenti come quello del “martirio islamico”. Sconvolge l’idea di come sia possibile che, nell’arco della storia, numerosi bambini siano stati educati a essere bombe umane per farsi esplodere in mezzo ad altri loro coetanei. La morte, infatti, è usata per raggiungere la felicità eterna, la salvezza e il Paradiso. È uno strumento di lotta estrema ma utile per punire l’apostasia, per contrastare la corruzione dell’Islam e per conseguire la vittoria rivoluzionaria in Iran. Questo tipo di descrizione di ogni singolo aspetto del terrorismo è uno strumento utile: offre la possibilità, attraverso la conoscenza, di contrastare ogni fondamentalismo e permette di non far degenerare la questione in una psicosi occidentale che vorrebbe contrastare l’intero Islam. La questione che va messa in luce è quella delle associazioni terroristiche che con tutte le loro divisioni e contrasti non fanno che dimostrare la debolezza del loro scopo e la poca vicinanza a quella che è la giusta interpretazione del Corano.

Titolo: Islam tra pace e guerra Autore: Islam tra pace e guerra Editore: Città del Sole Edizioni Data di Pubblicazione: 2011 ISBN-13: 978-88-7351-469-5 Pagine: 240

Claudia Capogreco

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Autori

? t h g i e v i G l i Cos’è

Il Giveight è un gruppo di scrittori no profit dedito alla promozione degli autori emergenti. Presente sui canali web Facebook, aNobii e Youtube in soli quattro mesi il team del G8 ha dato voce a molti autori, questa è la loro avventura! Essere o non essere? Il dilemma dei nuovi talenti. Il controllo del mercato editoriale è esercitato dalle case editrici più influenti, ma ciò non consente loro, in realtà, di detenere un potere assoluto e di garantire una qualità certa alle pubblicazioni. Tante volte ci siamo ritrovati a leggere Autori in erba e a pensare inconsciamente: “Ma è veramente un’ opera prima questa?”. Tornando a noi, il “Giveight” è costituito da diverse realtà, lingue, vite, dal Nord al Sud, dalla Spagna all’America che lavorano per raggiungere uno scopo comune e aiutarsi reciprocamente. Un tempo esistevano le “corporazioni” oggi esiste il “G8” che non detiene presuntuosamente l’etichetta del giusto in assoluto, ma che, basandosi sul principio del mutuo soccorso, vuole sovvertire una realtà che sempre più ghettizza l’autore “non affermato”. Il G8 racchiude vite, storie, destini. Noi tutti ci siamo mai chiesti perché un autore emergente debba sgomitare nell’affollato settore editoriale per emergere? Solo con la volontà e la voglia di farsi conoscere, giorno dopo giorno, e, quindi, di farsi apprezzare si può riuscire nell’intento. Girovaghiamo in un mercato dove le case editrici pensano sempre ai loro profitti e non certo a puntare su ogni singola opera degli autori.

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Quando nasce? Anche se sembra leggenda, non lo è! Il “Giveight” nasce a Londra, tra le maestose mura del British Museum quando Gaetano Barreca, eletto Autore dell’anno 2011 dal sito letterario “Il Romanziere”, inizia a riunire otto autori emergenti scelti dal social network Facebook. Dopo aver accantonato l’idea di un semplice giveaway collettivo (insensatamente fuori legge, da tipico burocratismo italiano), Gaetano e il suo team hanno trasformato il G8 in un programma radio, dove due autori a settimana hanno raccontato il loro rapporto con la scrittura e le loro vite. Il 4 aprile 2012 il Giveight va in onda, per la prima volta, su “Radio Autori Emergenti”! Nel Web, le distanze non esistono e così, grazie a Facebook, si crea immediatamente un collegamento tra le varie città dei protagonisti di questa iniziativa: Roma, Madrid, Londra, Bologna, Cuneo e molte altre città Italiane, sino ad arrivare, col tempo, in Irlanda e in Ecuador. L’interesse suscitato negli scrittori e nelle case editrici, ancora prima di andare in onda, è stato incredibile e già dalla seconda puntata il team ha dato vita a un gruppo Facebook “Il “Comitato lettori del Giveight”, dove gli otto autori componenti il gruppo hanno offerto la possibilità ad altri emergenti di mettersi in mostra, attraverso un semplice concorso di recensioni: premio per i primi due classificati un’intervista web-radio. Le quattro puntate previste per la trasmissione radio del “Giveight” si sono protratte poi con degli speciali fino a giungere al concorso internazionale di poesia “Libera


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Giveight Espressione 2012/Premio Erica Angelini”, patrocinato dal comune di Buonconvento di Siena. La continua approvazione del pubblico ha trasformato il piccolo gruppo di 8 autori in un team che conta oggi sedici persone tra scrittori, lettori e collaborazioni esterne con altri gruppi no profit, quali Evolutive Press, il portale di informazione Kaleidoscopia.it e il blog Scrittura-mania, il video blogger Barkusen e ultima arrivata la rivista online “Libro Aperto”. Secondo Gaetano Barreca, difatti, esistono già associazioni no profit con cui poter collaborare e sarebbe, pertanto, inutile essersi vicendevolmente di intralcio, piuttosto occorre unire le forze per un obiettivo comune. Gli 8 moschettieri, spiegano cosi il loro intento iniziale Il Giveight, G8 degli autori emergenti nasce per unire i nostri talenti e sfidare la società odierna e le sue leggi editoriali, anche se per molti potrebbe sembrare completamente folle! Noi abbiamo voluto provarci. Crediamo che ognuno di noi abbia un sogno da realizzare e vedere il proprio libro valorizzato quanto merita e non denigrato , escluso perché è di un emergente. è il nostro sogno a spingerci in questa avventura in cui ci siamo imbarcati con il mare mosso ma sempre convinti di scorgere presto l’isola, il sogno. Il valore di ogni scrittore deve essere rivalutato e ognuno di noi nella sua arte deve avere almeno una possibilità di emergere, in questo mondo sempre più crudo e meno fertile per noi giovani autori. Ecco perché ci siamo

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Autori

riuniti con lo stesso desiderio. Provando, con le nostre sole forze, a cambiare il modo di vedere degli emergenti, per far sì che tutti noi autori possiamo avere le porte aperte, oramai destinate, in genere, solo ai media e ai grandi nomi, senza poter dare al lettore nuovi modi per conoscere la scrittura. Per questo il “Giveight” va avanti, battendosi per il diritto dell’autore alla sua libertà di esprimersi e a farsi conoscere dai lettori. Canoni richiesti: sensibilità, spirito di gruppo e intraprendenza Il G8 degli autori emergenti nasce da un’esperienza precedente, quando tre degli otto autori crearono il gruppo “Autori da Favola”. Riunendosi per un intero anno in un gruppo segreto di Facebook, diedero vita al libro didattico “Favole Racconti e Dintorni”, un piccolo successo editoriale. Il libro ha avuto un grande riscontro di pubblico e ed è stato accolto come libro di testo in alcune scuole e asili. Un ottimo lavoro di gruppo e di marketing che ha coinvolto gli autori in prima perso-

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Giveight

na, che si sono dedicati con amore al progetto, creando valore per le generazioni future. Un sentito ringraziamento è arrivato personalmente anche dal maestro Ermanno Olmi. Alba Maria Cataleta, Anna Maria Mustica Raffaele e Gaetano Barreca sono stati in prima linea, nell’ambito di questa iniziativa. Mariel Sandrolini, la tenera nonna bolognese, non ha tardato ad arrivare, seguita dalla poetessa Elisabetta Bagli e il talentuoso scrittore Filippo Gigante. Non ultime ad unirsi al gruppo la giornalista e scrittrice Sara Stefanini e la madre autrice Monica Pasero. Ciliegina sulla torta la conduttrice di Radio Autori Emergenti Irene Daisy Raisi! Il Comitato dei lettori è risaputo che il lettore incarna la persona capace di decantare e demonizzare il successo editoriale di un libro. Il Giveight non ha badato all’età e ha chiamato alle armi gli occhi vispi del diciannovenne Gino Centofante, già amministratore del gruppo “Il dia-


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rio dei lettori”, è stato promosso a direttore dei lavori del gruppo “Comitato Lettori del Giveight”. Il suo compito principale, arruolare lettori a cui far scegliere i libri proposti dagli emergenti sul gruppo Facebook creato e recensirli. Tra i tanti libri presentati con sinossi e copertina del libro, due le vincitrici Kenia Cedeno con la sua silloge poetica “Gocce di memoria” e Marisa Provenzano con il suo romanzo “Baliva”, premio la prima puntata radio dello speciale del Giveight che ha visto le due vincitrici raccontarsi in diretta radio con semplicità e amore per il loro lavoro di educatrici delle nuove generazioni. Entrambe entrate a fare parte di diritto, con il mitico Gino, nel gruppo amministrativo e segreto del Giveight. ●


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o s r o c n o c l e d i ic Vincitr t h ig e iv G i r o t t e L o t Comita Kenia Cedeño

Nata nell’Ecuador nel 1973 residente in Italia dal 1994, sposata e madre di tre splendidi figli Bryan, Andrey e Stephanie. Appassionata d’arte e pittura, collabora d’anni presso vari comuni della Lombardia nel riciclo ambientale, realizzando laboratori e mostre di riciclo. Il suo primo libro “L’Altra Donna”, pubblicato nel 2010, è amato e odiato in egual misura dal pubblico. Nel 2011 riceve una “Gran Menzione d’Onore” nel Premio Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa “L’Integrazione Culturale per un Mondo Migliore” a Milano. La silloge poetica “Gocce di Memoria”, pubblicata nel 2012, racconta tutte le tappe della vita di una donna, perché donna in fondo è poetessa della propria vita, con le sue poesie vuole rappresentare la voce dell’anima, nelle lunghe tappe della vita, la poesia come valore nell’uomo, come scuola di vita, di umanità e amore verso ogni essere umano. Primo classificato nel sito Comitato lettore G8 con Marisa Provenzano. Gran Menzione d’Onore nel Premio Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa “L’integrazione Culturale attraverso la Letteratura 2012”.

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o n a z n e v o r P a is Mar La scrittura. Non ho avuto una sola passione nella mia vita, ma ho vissuto sempre la mia vita come la mia passione. Poiché degli astri, che amo tutti, la Luna mi è spesso compagna nel mio vagabondare del cuore, amo sentirmi a lei vicina nel descrivermi. La Luna è sempre stata per i popoli La Grande Madre e nell’immaginario si diversificava nelle tre stagioni: la vergine primavera, l’estate ninfale e infine quella invernale, vecchia e calva. Ma cosa c’entra tutto ciò con la scrittura? La passione di scrivere mi ha accompagnato sin dall’infanzia e scrivere non è mai stato un traguardo ma il filo conduttore della mia vita ‘fatta di parole’, poiché le ‘parole’ sono strumento per manifestare ogni nostra emozione o pensiero, quindi momento fondamentale per ‘collegare’ l’anima al mondo. Ho alle spalle la vergine primavera e sto forse completando l’estate ninfale, mi attende quella invernale vecchia e calva, ma non per questo non altrettanto tumultuosamente affiorante! La mia età dovrebbe consigliarmi ‘saggezza’, razionalità, ma il mio cuore è ancora pieno di sogni, e mi domando se chi sogna non sia ugualmente saggio. In fondo il sogno ti libera dagli inganni, dalle ansie e ti lascia scivolare sulle ali del vento, all’incontro di arcobaleni! Vorrei essere aquilone, a fianco delle rondini e lì incontrare chi ci ha lasciato, sorridere, e raccontare le nostre povere storie fatte di dolore, raccogliere il messaggio delle stelle e lanciarlo oltre gli orizzonti, ascoltare il silenzio della memoria e poi scivolare ancora sulle ali del vento, diventare farfalla che incontra il profumo di un fiore! Senza la scrittura questa ‘magia’ non potrà avvenire: ecco perché scrivo.

Un brano tratto da “Baliva” Come sempre la gente cammina in fretta, ognuno con i suoi pensieri, ed io non mi accorgo di essermi fermato dinnanzi alla vecchia Chiesa. C’è un fagottino di stracci, che sembra essere stato abbandonato sulla gradinata. Si tratta di una bambina di forse cinque anni. Osservo con curiosità quegli occhi neri e profondi come la notte orfana di luna, le mani che si tendono ai passanti, l’abito leggero su gambe magre, i piedi nudi e le ginocchia ossute. Il vento abbassa le cime degli alti alberi. La bimba non chiede nulla e attende. La folla esce dalla funzione del mattino e ognuno stringe addosso il suo cappotto, il viso sprofondato nelle sciarpe e la fretta di raggiungere la casa. Pochi passanti guardano e solo uno porge una moneta. [...]

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Sara Stefanini

Il mio motto è “Se vuoi, puoi” e lo porto con me in ogni momento della mia vita. Ognuno è destinato ed io sin da piccola amavo scrivere e mi incuriosivo di tutto. Pensandoci ora, ogni mossa anche inconscia era rivolta al giornalismo. In quinta elementare ho presentato la recita di fine anno. Frequentai il liceo linguistico con ben quattro lingue: inglese, francese, tedesco e spagnolo. Cosa c’entra? Beh, se nel futuro diventerò inviata di guerra o corrispondente, non avrò problemi con le lingue. Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione col massimo dei voti e iniziai a collaborare per vari giornali (Abitare A, Italia Sera, Ottavo News), radio (Radio Meridiano 12, Radio InBlu, Radio1, TeleRadioStereo 2) e tv (Tv2000). Ora gestisco Kaleidoscopia.it, il primo portale vocale dell’informazione, collaboro per AgoraVox, Fanpage e sono praticante giornalista alla scuola di giornalismo della Lumsa di Roma. “Giornalismo partecipativo o narcisismo digitale?” Il giornalismo partecipativo dà voce a quei cittadini considerati da sempre passivi e avvolti dalla grande spirale neumanniana del silenzio. Il narcisismo digitale è che l’altra faccia della medaglia. Chiamato anche egosurfing, è presente nell’Oxford English Dictionary già dal 1998 ed indica il presenzialismo su Internet. Ormai, l’informazione si costruisce insieme, nel piccolo grande villaggio globale, unito dalla Rete e diventato glocale, eliminando le distanze e dimezzando i tempi. Sarà sicuramente utile ed interessante per tutti i curiosi del web, del giornalismo e dei social network. Non ci sono molti libri in italiano che trattano questo tema. Anche questo mi ha spinto a pubblicarlo, benché fossi così giovane. E come dice Marshall Mc Luhan, un nuovo media non elimina mai gli altri, ma arricchisce se stesso e gli strumenti passati. ISBN 978-88-548-4583-1 Aracne Editrice 10€.

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Alba Cataleta

Scrivere mi ha sempre affascinata. Scrivo perché l’ho sempre fatto. Era destino che lo facessi. Ovunque io mi aggiri nella mia casa e nella casa paterna, i miei scritti escono da ogni parte: un foglio caduto dalla mensola, un altro trovato in un libro, alcuni fogli arrotolati sotto il vocabolario di greco, insomma l’ho sempre fatto. Descrizioni di soli, di albe sul mare, di gente che tira le reti stracolme di pesci, di lacrime, sacrifici e gioie e tormenti. Ogni avvenimento vissuto è utile per tirare fuori osservazioni e riflessioni, nel mentre mi libro lontana in terre e cieli sconosciuti in cui ritrovo però me stessa che osservando e descrivendo vivo. Mi propongo di essere portavoce di chi non ha voce: gente semplice che ha vissuto, sofferto, lavorato, come bestie e, infine, morta senza croci.

Anna Maria Mustica Raf faele Mi sono appassionata alla scrittura da ragazzina. In particolare amo scrivere poesie e racconti. Il posto d’onore spetta alla poesia. I miei componimenti, che figurano in varie antologie, sono incentrati sull’amore, sentimento totalizzante; l’amore in grado di farci vivere, sognare, gioire, ma spesso anche lottare e soffrire. La scrittura mi consente di evadere dalla realtà. Essa ha la grande capacità di trasportarmi altrove, in un mondo diverso da quello reale ma così vivo e vibrante, mi fa dimenticare ansie e impegni quotidiani, sa incantarmi ed emozionarmi. Quando scrivo lascio navigare la mente, viaggio con la fantasia. Scrivere per me è una passione e lo faccio nei pochi momenti liberi che con molta fatica riesco a ritagliarmi. Molti lettori mi chiedono se i miei scritti pervasi da una vena sentimentale hanno carattere autobiografico. Certo molto di ciò che scrivo viene filtrato dalle mie esperienze, dalle emozioni, dai ricordi. In quello che scrivo ce’ sempre un po’ del mio essere più profondo, del mio vissuto poiché l’amore è un sentimento universale, comune a tutti gli esseri umani.

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Filippo Gigante

Giveight

Nato il 10 Febbraio 1983 ad Alberobello (la famosa Capitale dei trulli!), mi presento come un appassionato lettore, scrittore, editor e giornalista freelance con quel pizzico di sana follia e di buon umore che mi piace trasmettere ai miei amici. Ho partecipato a numerosi concorsi, vincendone alcuni di poesia ed altri dedicati al racconto breve. Nell’aprile 2011 ho pubblicato il mio romanzo d’esordio: “Bianco e nero” edito da Photocity Edizioni e adesso sono al lavoro per originali progetti “fuori dal comune”. Sono felice di aver trasmesso sano ottimismo a molti lettori e nonostante le mie numerose passioni, sono alla ricerca di un lavoro stabile. Sono convinto che siano “sempre le tempeste a smuovere le nostre vite” e che nessuno resta da solo e che se pur lontano, c’è una forza che supera tutto e ti resta accanto. “Il riflesso perduto” Tra gli svariati appunti, le sue matite ridotte a piccoli bozzoli di legno e quella sua vecchia lampada da tavola dalla fioca luce c’era spazio anche per il suo tesoro: montagne smisurate di libri rendevano inospitale, per qualsiasi altra cosa, quella sua antica scrivania di legno di faggio. Non c’erano lettere d’amore, né estratti conto nei suoi tiretti e le persiane delle finestre della sua oscura camera erano sempre chiuse. Sembrava non dare importanza a quelle poche cartoline impolverate gettate sul grande tappeto persiano… erano lì già da molto tempo e d’altrettanti giorni non sembrava aver cambiato i suoi pregiudizi col resto del mondo. Non vi erano specchi, né bottiglie di vetro e neanche altri tipi di oggetti che permettessero a chiunque entrasse di vedere un riflesso del proprio corpo. Ogni stanza della sua casa era buia o a malapena illuminata, ogni suo pensiero era privo di altri interessi. Erano passati molti anni dall’ultima visita e ormai non conosceva più nessuno che si permetteva di andarlo a trovare. Per l’anziano professore lo studio, il sapere, la voglia inarrestabile di conoscenza erano tutta la sua vita, il riflesso della sua identità. Tutto restò invariato, fino ad una fredda mattina d’inverno. La neve si posava leggera sulla strada che l’attempato professore percorreva ogni mattina al nascere del sole, per raggiungere il cassonetto dei rifiuti e cercare qualche vecchia rivista o libro mal ridotto dal tempo, che qualcuno aveva deciso “inconsciamente” di buttare via. Un sole che quella mattina sembrava essere più pallido del solito, una mattina più fredda delle altre.[...]

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a c e r r a B o n ta e a G

Il fatto che io viva a Londra e mi chiami Gaetano, non significa che faccia il pizzaiolo! In una simpatica intervista su TRSradio, il 7 dicembre 2011, lo speaker parlando degli autori del libro Favole Racconti e Dintorni pensava questo di me. Un simpatico e bizzarro pensiero da 2+2! Cosa ci faccio in Inghilterra? Semplice! In Italia non avevo più nulla da fare, non avevo più ispirazione per la mia scrittura e la mia vita. A quasi tre anni dal mio arrivo nel Regno Unito e quattro libri all’attivo, posso usare la mia laurea in Storia dell’Arte e Archeologia facendo volontariato come Assistente di Galleria all’Estorick Collection of Modern Italian Art e lavorando nel dipartimento Visitor Host del British Museum. I sogni non possono avverarsi? Non siete mai venuti a Londra! Dal 2010 a Canterbury (Kent) mi son fatto conoscere come “The Italian Writer from London“, questo un appellativo che accompagna la mia crescita professionale. Con tre titoli vincitori del Libro del Mese di giugno, novembre e dicembre 2011, Il sito letterario Il Romanziere mi investe dell’onorificenza di Autore dell’anno 2011. Nello stesso anno entro a far parte della rosa degli Autori da Favola, pubblicando il libro Favole Racconti e Dintorni. Nel 2012 creo la trasmissione radiofonica di successo Giveight, in collaborazione con Radio Autori Emergenti e Kaleidoscopia.it, scegliendo otto autori emergenti del web e in onda per tutto il mese di aprile. Pubblicazioni 2008 Sbcedizioni: “L’amuleto dell’Essere, lettere dal mio mondo interiore” 2010 Boopen editore: “Martini Bias Crime, Io sono Amore“. 2011 Eracle edizioni: “Favole, Racconti e Dintorni“ 2011 Lulu.com: “Inquietudini di Cera“ www.gaetanobarreca.com Estratto da “Inquietudini di cera” Dal tuo sguardo schivo colgo che anche tu hai negato alcuni aspetti del tuo essere speciale. A quanto pare, se vuoi vivere serenamente in società, devi rinunciare a te stesso, conformarti alle regole e diventare un bamboccio senza autonomia di pensiero e valutazione. Se davvero riuscissimo in questo, ad adeguarci all’imposizione dei luoghi comuni e a divenire creature omologate come gli altri ci desiderano, se, e allor quando riusciremo in tutto ciò, saremo realmente felici? O vagheremo storditi, come sulle rive dell’Acheronte, anime senza meta per il resto della nostra esistenza? Io non voglio fare finta, io voglio essere e sentirmi vivo, è un desiderio così semplice! Cos’è la felicità se non il vivere in armonia con se stessi e con il mondo circostante, senza dover essere costretti a rinchiudersi nella propria solitudine o in mondi interiori per sopravvivere? E ai visionari come noi domando ancora: “siamo nati nell’epoca giusta?” [...]

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o n a z n e v o r P a is r a M

La scrittura. Non ho avuto una sola passione nella mia vita, ma ho vissuto sempre la mia vita come la mia passione. Poiché degli astri, che amo tutti, la Luna mi è spesso compagna nel mio vagabondare del cuore, amo sentirmi a lei vicina nel descrivermi. La Luna è sempre stata per i popoli La Grande Madre e nell’immaginario si diversificava nelle tre stagioni: la vergine primavera, l’estate ninfale e infine quella invernale, vecchia e calva. Ma cosa c’entra tutto ciò con la scrittura? La passione di scrivere mi ha accompagnato sin dall’infanzia e scrivere non è mai stato un traguardo ma il filo conduttore della mia vita ‘fatta di parole’, poiché le ‘parole’ sono strumento per manifestare ogni nostra emozione o pensiero, quindi momento fondamentale per ‘collegare’ l’anima al mondo. Ho alle spalle la vergine primavera e sto forse completando l’estate ninfale, mi attende quella invernale vecchia e calva, ma non per questo non altrettanto tumultuosamente affiorante! La mia età dovrebbe consigliarmi ‘saggezza’, razionalità, ma il mio cuore è ancora pieno di sogni, e mi domando se chi sogna non sia ugualmente saggio. In fondo il sogno ti libera dagli inganni, dalle ansie e ti lascia scivolare sulle ali del vento, all’incontro di arcobaleni! Vorrei essere aquilone, a fianco delle rondini e lì incontrare chi ci ha lasciato, sorridere, e raccontare le nostre povere storie fatte di dolore, raccogliere il messaggio delle stelle e lanciarlo oltre gli orizzonti, ascoltare il silenzio della memoria e poi scivolare ancora sulle ali del vento, diventare farfalla che incontra il profumo di un fiore! Senza la scrittura questa ‘magia’ non potrà avvenire: ecco perché scrivo. Un brano tratto da “Baliva” Come sempre la gente cammina in fretta, ognuno con i suoi pensieri, ed io non mi accorgo di essermi fermato dinnanzi alla vecchia Chiesa. C’è un fagottino di stracci, che sembra essere stato abbandonato sulla gradinata. Si tratta di una bambina di forse cinque anni. Osservo con curiosità quegli occhi neri e profondi come la notte orfana di luna, le mani che si tendono ai passanti, l’abito leggero su gambe magre, i piedi nudi e le ginocchia ossute. Il vento abbassa le cime degli alti alberi. La bimba non chiede nulla e attende. La folla esce dalla funzione del mattino e ognuno stringe addosso il suo cappotto, il viso sprofondato nelle sciarpe e la fretta di raggiungere la casa. Pochi passanti guardano e solo uno porge una moneta. [...]

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Giveight i n li o r d n a S l ie r a M

Bolognese di nascita, salese di adozione. Una laurea nel sociale, autrice di cinque romanzi e due silloge di poesie. La mia vita è scandita da priorità: la famiglia, i figli, i nipoti e il mio impegno nel volontariato. Poi le mie grande passioni, cui non posso dedicarmi quanto vorrei: leggere e scrivere. Io e i libri: letti, scritti, annusati, accarezzati siamo una cosa sola. Non ho un ricordo di me senza questa passione. Credo sia nato tutto molto velocemente, perché la mia memoria risale ai primissimi anni di vita, e già allora non potevo stare senza un libro. Quel misterioso mondo di righe mi attraeva moltissimo, adoravo fantasticare e inventare storie mie, spesso folli come sono folli certi sogni, e non appena ho imparato a leggere e scrivere, ho iniziato a mettere su carta i miei sentimenti, le mie emozioni. In prima media ho vinto il primo premio a livello nazionale su un tema proposto a tutte le scuole medie Italiane. Quello è stato il punto di partenza, spronata anche dai miei insegnanti, e da allora non ho più smesso di scrivere. Ho saputo amalgamare la poesia con la prosa, con semplicità ho saputo farmi amare, conoscere ed apprezzare. Provando a raccontare i sapori, i colori, gli odori, le storie e le vicende di un Paese che si è trasformato nel tempo, che è cambiato, passando da un secolo all’altro, è nato così il primo libro “Le Ragazze del Circolo Mela“: su testo autobiografico racconto gli anni del collegio, l’impatto traumatico con la realtà del quotidiano. Pubblicazioni: 2009 Ismeca “Le Ragazze del Circolo Mela“ 2010 Pendragon Edizioni “Le Scelte di Erica” 2011 E. Lui Edizioni “Le stagioni dell’anima” 2012 Pendragon Edizioni “La mia vendetta avrà la tu firma”

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Giveight Monica Pasero

Mi chiamo Monica Pasero, ho 39 anni, professione “mamma”, che include: domestica, segretaria, autista, infermiera ed insegnante e molto altro ancora. La mia vita si basa sulla mia famiglia e sui miei due figli “Diversamente speciali”come amo definirli. Due ragazzi bisognosi come tutti di tanto amore, ma forse loro un pochino di più. E così da quando sono nati, la mia vita l’ho dedicata a loro. Qualche anno fa, dopo la perdita di mia nonna, ho scoperto un nuovo mondo e inconsapevolmente ne sono entrata a far parte. Quando d’una persona ti resta solo più il suo ricordo, la sua voce pian piano scompare, il suo profumo svanisce e i momenti insieme sono sempre più lontani, c’è solo un modo per trattenerli: metterli su carta e riviverli ogni qualvolta il cuore lo richieda. Così ho fatto! Scrivendo la mia infanzia e soprattutto raccontando il mio rapporto speciale con la persona che ho amato di più al mondo, mia nonna. Una giornata come tante presa nelle faccende domestiche, ritrovo in un vecchio baule impolverato il mio diario pieno di ricordi d’un tempo lontano. Ormai donna rileggo quelle pagine ingiallite e mi tuffo con lui in un passato che profuma d’amore, di gioia e sopratutto di tanta spensieratezza. Parte così il mio viaggio a ritroso, dove i ricordi si susseguono e mi trascinano con loro nella mia infanzia. Dove ogni giorno un’emozione in più accompagna la mia crescita. Così nasce “E come diceva sempre mia nonna” edito da l’Autore Libri Firenze. Il mio libro d’esordio che mi ha dato davvero tanto e mi ha fatto conoscere ed amare il magnifico mondo dello scrivere. La fantasia non mi manca, diciamo che ho un po’ di follia sparsa qua e là nel mio dna e così, dopo poco, nella mia testa frulla una nuova idea e nel marzo 2011 viene alla luce “Lungo viaggio verso il ritorno” edito dal Gruppo Edicom di Legnano. Sempre nel 2011 una mail cambierà nuovamente il mio percorso: mi si chiede di scrivere una storia, ma questa volta non si parla di fantasia, ma di cruda realtà. Così nasce il mio terzo libro “L’abbandono”, edito dal Gruppo Edicom, nel quale racconterò attraverso gli occhi della protagonista, la sua vita, i suoi tormenti, i suoi dolori e le sue speranze. Per scrivere occorre a avere cuore, emozione, sensibilità con cui carpire ogni riga e intingerla del tuo essere, per far rivivere nel lettore le tue stesse emozioni.

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Eliasbetta Bagli

Sono nata a Roma nel 1970 e vivo a Madrid dal 2002. Sono sposata con un ragazzo spagnolo e ho due figli. Sono laureata in “Economia e Commercio” all’Università degli Studi di Roma, “La Sapienza”. Lavoro come insegnante di italiano per stranieri all’Accademia di lingue, www.booklane.es. Inoltre, sono anche traduttrice dall’italiano allo spagnolo e all’inglese nella stessa Booklane edición y aprendizaje. Nonostante i miei studi accademici di formazione economico-giuridica, ho sempre avuto una grande passione per la letteratura, sia per quella classica italiana e straniera che per la contemporanea e moderna. La mia esperienza di vita mi ha portato a vivere all’estero, lontano dalla mia terra natale e tale condizione mi ha spinto a riflettere sulla mia condizione di donna e sulle decisioni che mi hanno fatto perdere il contatto diretto con il mio mondo di origine, quel mondo che vive fortemente radicato in me. Vivo in una realtà aperta a qualsiasi novità della vita senza mai dimenticarmi che “sono quel che sono perché sono stata”. Espansiva e cordiale con il mondo che mi circonda, dopo aver cresciuto i miei figli fino all’età scolare, ho trovato tempo per poter ascoltare la mia Voce, per alimentare la mia analisi introspettiva, per poter descrivere le mie emozioni, i miei dubbi, la mia identità che non ho mai perso, sui fogli bianchi di quel quaderno che, come una premonizione, mi venne regalato il giorno della mia laurea. Così, grazie a una sfida con un amico, ho iniziato a scrivere poesie e racconti brevi e a settembre del 2011 ho pubblicato il mio primo libro di poesie in italiano, “Voce”, nel sito web del www.ilmiolibro.it per partecipare a un concorso di poesia indetto dallo stesso sito in collaborazione con la Scuola Holden. La presentazione del mio libro è stata fatta a Roma il 12 novembre 2011 con la partecipazione di Nicoletta Oralndi Posti, giornalista della testata nazionale “Libero”. Qualche mese fa ho fatto anche un’intervista con la giornalista Nicole Cascione del “Quotidiano di Bari” nel sito web www.voglioviverecosi.com. Tra l’aprile e il giugno del 2010 ho partecipato a un concorso indetto dalla Scuola Holden in collaborazione con Müller www.blusubianco.it, arrivando a pubblicare nel sito 7 degli 8 racconti inviati, con lo pseudonimo di Eli70. Nel febbraio 2012 ho partecipato al concorso nazionale di poesie indetto dal blog “Occhio della dea”, con la mia poesia inedita “Piccola luce” che è arrivata al terzo posto. Collaboro con i blogs www.edicionyaprendizaje. com, evolutivepress.jimdo.com, ilmondodelloscrittore.wordpress.com Molti sono i progetti che ho da realizzare e spero davvero di poter prendere per mano i miei lettori e portarli nel mio mondo, fatto di vita, di amore e di sguardi. Spero che ognuno di loro possa ascoltare la mia “Voce”, leggendo le mie poesie e i miei scritti.

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Tra le righe degli autori

Stirpe V

ogliamo tutti lasciare qualcosa di noi nel mondo, è un desiderio comune lasciare qualcosa come scia del nostro passaggio, le menti più aperte e fantasiose regalano le loro invenzioni, le scoperte, le opere culturali e artistiche, qualcuno scrive libri che rimangono nel cuore e nella mente di chi li legge, indissolubili negli anni. La maggior parte delle persone lascia un segno del proprio passaggio attraverso il sangue: figli che generano altri figli e così via all’infinito, questa è una Stirpe! Michele Angelo ha nove anni quando Giuseppe Mundula decide di prenderlo in affido, si scelgono senza alcun obbligo di sangue, solamente perché sono simili, due solitudini messe vicine che diventano padre e figlio nel principio piuttosto che nella carne. Michele Angelo Chironi e Mercede Lai, due giovani senza radici certe, figli di nessuno sulla carta, si incontrano e si scelgono come compagni di vita senza scegliersi veramente, si guardano negli occhi e tutto quello che avviene dopo è inevitabile. La stirpe dei Chironi è frutto di reietti, di due negazioni che si affermano, ma, proprio per questo, temeraria (Pag. 16). Tutto ha inizio con loro, prima di loro nulla. Nove mesi dopo nacquero i gemelli Pietro e Paolo; Giovanni Maria nato morto; Franceschina nata morta; Gavino partito in Australia; Luigi Ippolito morto in Guerra; Marianna… La fortuna è stata generosa con i Chi-

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Mi chiamo Michela, 35 anni, leggo da quando sono una bambina e se è possibile amo i libri anche da prima...

Titolo: Stirpe Autore: Marcello Fois Editore: Einaudi ISBN: 9788806157739 Pagine: 250 - € 19,00


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Michela Lai roni, ma al momento opportuno ha presentato un caro conto da pagare, quel che viene tolto violentemente viene poi ridato amorevolmente, la vita è così. Quando dà abbondantemente è importante godere di quelle ricchezze con discrezione e umiltà perché prima o poi dovranno essere restituite alla vita stessa, è un ciclo inarrestabile e ineluttabile, bisogna solo imparare ad accettarlo! Michele Angelo lo sa bene, l’ha imparato a proprie spese, infatti ha sempre cercato di trovare la giusta via di mezzo, se realmente esiste, tra il dare e il ricevere, quella misura grazie alla quale è riuscito a superare tragedie che avrebbero piegato la schiena di chiunque, ma non la sua, quella di un uomo che è a conoscenza di un segreto che è proprio solo dei saggi e degli umili. Con timore reverenziale, che non ha nulla della superstizione passiva, costruisce con fatica e sudore per lasciare qualcosa di sé senza la presunzione di non dover pagare il proprio conto. Sa che la fortuna è permalosa ed esige rispetto, premia gli umili e punisce gli spavaldi. Con passione e tenacia è deciso a vivere la propria vita nonostante le difficoltà, in gioventù così come nella vecchiaia perché ora è arrivato il suo turno, ha dato così tanto e ora, alla fine, tocca a lui prendersi una rivincita sulla fortuna, ma la fine non è una fine, si ricomincia tutto daccapo! ●

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Alle

origini dell’Egitto: il

Popolo

delle

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Non solo vecchie pietre

Stelle

Situata nell’Egitto sud-occidentale, circa 100 km a ovest di Abu Simbel, la regione di Nabta Playa è quasi piatta, sabbiosa, con poche increspature e qualche cespuglio color verde-spento, ed è disseminata di depressioni, relitti di antichi laghi. Prima di 5.300/5.200 anni fa, il paesaggio era differente, poiché il clima era diverso. C’erano una savana, o un paesaggio semi-desertico, e un lago. Quest’ultimo era lungo 10 km e largo 7 km, aveva la forma di un rene ed era alimentato da un immissario; si espandeva con le maggiori piogge e si contraeva con la siccità e l’evaporazione. Talvolta si prosciugava, poi si ricostituiva. Una missione scientifica internazionale, diretta da Fred Wendorf e Romuald Schild, ha esplorato la regione di Nabta Playa nel corso degli anni ‘70 e ‘80 del NovecenDeserto Occidentale egiziano. Nabta Playa. Veduta panoramica del sito. to. Verso il fondo del bacino ha Fonte: University of Colorado-Press Release trovato resti di piante che crescono nelle zone umide. Più in alto, sui pendii, ha localizzato e talvolta scavato numerosi siti archeologici, che documentano una sequenza di occupazioni stagionali o continuative, comunque intervallate da lunghi abbandoni. I ritrovamenti documentano il Neolitico del Deserto Occidentale egiziano, suddiviso in quattro periodi (Antico, Medio, Recente, Finale), ognuno dei quali coincide con una o più oscillazioni climatiche semi-aride ed è separato dal periodo semi-arido successivo da una fase di abbandono, corrispondente a un’oscillazione iper-arida. L’evidenza disponibile, per quanto riguarda le fasi neolitiche finali, si riferisce a una sequenza di generazioni di uomini e donne, appartenenti al cosiddetto Popolo di Nabta Playa (qualcuno usa con lo stesso significato un’espressione più romantica: “Popolo delle Stelle”; andando avanti nella lettura di questo articolo si

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Natale Barca

Natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei popoli antichi. Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Sahara orientale e all’Asia Occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica (www.natalebarca.it). blog: http://natalebarca.blogspot.it

capirà il perché). Il Popolo di Nabta Playa coltivava vegetali, allevava bovini, raccoglieva piante e frutti spontanei, cacciava, pescava; scavava pozzi artesiani, costruiva case, tombe e monumenti di pietra, produceva “arte”, possedeva una particolare attitudine a osservare, misurare e predire i movimenti dei corpi celesti; aveva intuito l’esistenza di un rapporto tra il movimento delle stelle e l’andamento climatico, da cui dipendeva la disponibilità d’acqua. Sono stati infatti trovati semi di cereali, chicchi di sorgo selvatico e di miglio, noccioli di frutti selvatici, tracce di tuberi, ossa di lepre, gazzella, resti di serpenti e uccelli, ossa, raffigurazioni e sepoltu-

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Non solo vecchie pietre di Natale Barca

re di bovini. Questi ultimi reperti, in particolare, indicano che il Popolo di Nabta Playa allevava l’uro (precursore selvatico del bue domestico) e che questo aveva implicazioni nel sistema di miti e credenze, e nel complesso delle usanze e degli atti per mezzo dei quali si esprime il sentimento religioso.

Le rovine del santuario minoico di Anemospilià a Creta. Circa 1700 a.C.

Inoltre, nel sito E 75-8, sono stati rinvenuti i re- Nabta Playa. Localizzazione del sito. sti di costruzioni che uti- Distribuzione dei monumenti megalitici. lizzano massi informi o blocchi di pietra sbozzati, talvolta di enormi dimensioni e pesanti oltre una tonnellata, cavati da una località distante alcuni chilometri. Si tratta di un circolo, alcuni monoliti, diversi allineamenti di menhir (pietrefitte, massi infissi verticalmente al suolo), diversi tumuli circolari, tracce di costruzioni in elevato e sotterranee. Evidentemente i costruttori disponevano di una numerosa forzalavoro e possedevano un’organizzazione del lavoro così evoluta da consentire il prelievo, il trasporto e la collocazione in sito di pesanti blocchi di pietra. Numerose strutture in pietra sono state trovate anche sull’alto di una collina di arenaria, che si erge sul bordo settentrionale del bacino disseccato, chiamata Gebel Nabta.

Nabta Playa.

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è interessante notare che il Circolo e gli allineamenti di menhir (fra questi ultimi, cinque si sviluppano radialmente dal Circolo) sono orientati secondo i punti cardinali e secondo la distribu-


zione delle stelle nel cielo di Nabta Playa quale si offriva alla vista tra il 4500 e il 3500 a.C. La struttura più interessante è il Circolo. In origine aveva un diametro di 4 m. Era formato da lastre di pietra infisse verticalmente nel suolo (una delle quali pesava 2,5 tonnellate e recava un’immagine scolpita, forse la raffigurazione di un bovide) e racchiudeva sei grossi menhir, allineati a serie di tre. Lungo la sua circonferenza si aprivano quattro “cancelli”, formati ognuno da una coppia di lastre, leggermente più grandi e più ravvicinate delle altre: due cancelli si fronteggiavano dai lati opposti del Circolo, su un asse disposto in direzione nordNabta Playa. Il monolite. sud; gli altri due erano allineati a 62° nord-est, in direzione del sorgere del sole il 21 giugno; o meglio, guardavano verso lo zenit del solstizio d’estate del V millennio a.C. è possibile che gli allineamenti di menhir servissero a misurare le variazioni delle acque del lago. Non vi è dubbio, invece, che il Circolo servisse a misurare il tempo, in particolare a segnalare l’atteso passaggio dalla stagione secca a quella umida. Il 21 giugno di ogni anno, il primo raggio del sole nascente passava attraverso i cancelli orientati sull’asse nord-est. Il fenomeno annunciava che le agognate piogge stavano per arrivare. Quando è stato costruito il Circolo? Sicuramente prima del 4800 a.C. Infatti è questa l’età di alcuni carboni e pezzi di legno prelevati dai focolari intorno alla struttura e misurati con il metodo del C14. Ne deriva che il Circolo di Nabta Playa è il più antico orologio solare finora documentato; più antico di oltre 1.500 anni della fase costruttiva iniziale del complesso megalitico di Stonehenge, una località situata nell’Inghilterra meridionale. Secondo Wendorf e Schild, gli occupanti del sito E-75-8 avrebbero maturato un sostanziale progresso verso la società complessa, con ruoli e funzioni chiaramente stabiliti e accettati da tutti; e

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Non solo vecchie pietre di Natale Barca

avrebbero posseduto un elevato grado di organizzazione e controllo. Forse il loro modello organizzativo era caratterizzato da una forma di gestione centralizzata. Il sito avrebbe ospitato un centro cerimoniale regionale connesso al culto dell’acqua e avrebbe registrato una maggiore intensità di vita alla vigilia e dopo il solstizio d’estate. Quando, con l’avanzare della siccità, i pascoli lontani dalle acque superficiali erano stati sfruttati al massimo, molti gruppi di allevatori/pastori nomadi convergevano contemporaneamente a Nabta Playa per celebrare riti sacri e matrimoni, scambiarsi doni, riaffermare i legami di solidarietà politica e sociale.

Nabta Playa. Il Circolo.

Intorno al 3500 a.C., vicino ai monumenti megalitici, fu costruita una sepoltura a pozzo, sigillata da una copertura di pietra. Gli archeologi, poiché la struttura conteneva il cranio di un ragazzino o bambino, probabile discendente di una famiglia altolocata nella zona, l’hanno chiamata Tomba del Piccolo Lord. è possibile che, in origine, oltre il corpo dell’inumato, abbia contenuto anche alcuni oggetti preziosi, poi trafugati.

Nel 3300/3200 a.C., l’ennesimo movimento del pendolo climatico trasformò la savana sahariana nel deserto caldo e iper-arido più grande del mondo, quello che noi oggi conosciamo. Il Popolo di Nabta Paya, poiché la Natura era divenuta matrigna, abbandonò la sua zona d’origine e si suddivise in due colonne, di cui l’una s’incamminò verso il Nilo e l’altra verso il Niger. Quando i migranti raggiunsero il Nilo, si stabilirono sulle sue rive all’altezza dell’ansa di Qena; si mescolarono fisicamente ai nativi, alle cui conoscenze, esperienze e tradizioni unirono le loro. è così che l’uso delle costruzioni in pietra orientate con i pianeti e le stelle, e il culto del toro, entrarono a fare parte del patrimonio culturale delle genti della Valle. ●

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LA SUA VOCE

La sua voce velluto. Le sue parole seta che scivolavano nel mio sogno, un lago di quiete schiudeva beatitudine. Sensazione meravigliosa. Dinanzi la strada, non polvere, la mia strada. Il cammino interiore diverso per ogni destino, sfumava la realtà, il dolore... E musica, solo musica, incisa sulle pareti dell’anima, come fuoco nel legno.

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l’angolo della poesia

Rossana De Grisantis nasce il 28 Giugno 1969 in un piccolo centro della provincia di Bari, Turi. Cresce in una famiglia in cui saldi sono i valori di sacrificio, onestà e lealtà. Bimba sensibile e ricettiva, assorbe nel bene e nel male ogni sfumatura dell’ambiente in cui vive.

Rossana De Grisantis

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Penne e tulipani:

appunti di scrittura mediatica Scrivere attraverso i sensi: verso una nuova multimedialità L’altro giorno, durante le mie maldestre attività di giardinaggio, mi sono avvicinato inavvertitamente a una Lantana Camara, che è una pianta originaria del Sud America ma della quale (anche) la Sicilia è piena. Quando studiavo all’università ho dovu ovviamente qui in Olanda cresce in vaso, perché d’inverno morirebbe dopo la prima gelata, eppure si tratta della stessa pianta, con gli stessi fiori gialli e rossi, oppure nella varietà rosa e gialla. Se la guardo in una giornata di raro sole olandese, i colori sono scintillanti come quelli delle aiuole della mia infanzia, che facevano da sfondo a pomeriggi passati in un grande cortile a giocare a calcio sull’asfalto chiaro e consumato. Eppure, mentre facevo giardinaggio, non sono stati i colori a risvegliare la memoria, bensì l’odore. La Lantana Camara non è particolarmente profumata. A livello olfattivo si percepisce una sensazione pungente e acre, come l’arbusto di pomodoro inacidito dal

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sole. Gli odori e i sapori, questo lo sanno tutti, sono difficili da descrivere. Spesso bisogna ricorrere a delle metafore o ad ardue similitudini, ragion per cui un bravo scrittore può essere sempre scovato dai dettagli che riserva alla sfera olfattiva e degustativa. Se portata alle estreme conseguenze, le figure retoriche utilizzate per la descrizione di odori e sapori possono raggiungere ambiti iperbolici fino a rasentare il ridicolo, come su certe etichette di vino, il cui testo viene spesso curato da esaltati e visionari. Al di là di ogni esagerazione, resta comunque il fatto che chi scrive sia autorizzato ad accostamenti ardui, poiché spesso se ne può apprezzare anche il paradosso semantico o la destrezza linguistica con cui si costruisce la descrizione di un odore. Dunque odori e sapori possono essere il banco di prova per stabilire (o per lo meno avere forti indizi) che lo scrittore in questione sia valido e sappia fare il suo mestiere. Un altro aspetto interessante degli odori, forse ancora più interessante di quello linguistico, è quello evocativo. Chi ha letto Proust si è accorto come la sua ricerca passi anche attraverso il ricordo sprigionato dall’odore. Certi odori, a differenza delle immagini che passano per la vista, lasciano un segno più intimo nei nostri ricordi. Mentre la vista dello stesso paesaggio o dello stesso oggetto vengono sovrascritte in continuazione, un odore o un sapore tendono ad attaccarsi a un momento unico


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54 di Giuseppe Raudino Giuseppe Raudino è docente di Teoria dei Media presso l’Università di Scienze Applicate Hanze di Groningen, Olanda. Lavora anche come giornalista freelance e ha pubblicato diverse opere di narrativa. Il suo romanzo L’isola del tempo è disponibile su Lulu.com e la sua home page è www.raudino.webs.com

e precisamente collocato nel tempo. Provate a guardare una foto del liceo e poi provate a mettere piede nella stessa aula di quel tempo a occhi chiusi, a respirare il gesso, il legno ammiffito dei banchi e il detergente usato per pulire i pavimenti: su quale sarà l’impatto più forte non penso che ci possano essere dubbi. Come tradurre, a questo punto, l’importanza degli odori e dei sapori in termini di scrittura digitale? Il primo punto è quello di coinvolgere nella scrittura, quando possibile, tutti i sensi e non solo la vista e l’udito (che corrispondono a descrizioni e dialoghi). Un blog avrà più successo se le descrizioni saranno amplificate dal potere imaginifico delle evocazioni olfattive, tattili e gustative. E questo non vale solo per i blog sulla gastronomia. In secondo luogo, ma si tratta di un’ipotesi futuristica, dobbiamo aspettare che

venga inventata e prodotta una periferica da collegare al computer in grado di creare degli odori attraverso la combinazione e reazione chimica di diversi elementi, proprio come una stampante può cerare un’immagine mischiando dei colori in diverse quantità e proporzioni. A quel punto, ogni “testo” potrà essere associato a (o integrato da) una particolare fragranza, proprio come oggi avviene con i sottofondi musicali. Ogni autore si trasformerà anche in alchimista e, oltre alle comuni nuances quali tuberose, limone, cannella, vaniglia, eccetera, lo scrittore alle prese con questa nuova multimedialità potrà sperimentare pressoché infinite variazioni. Nel frattempo, però, finché questo diabolico marchingegno non verrà inventato, sarà bene allenarsi a rendere sapori e odori attraverso il solo uso delle parole. ●

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Pollicino per non perdersi tra i libri

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Il posto giusto

i è capitato, di recente, di ascoltare durante una conferenza degli “esperti” che disquisivano su quale debba essere il posto ideale per leggere. Ma come, mi sono chiesta, non basta avere un libro, trovarsi un angolo quieto per poi tuffarsi in una bella lettura? La felicità è fatta di cose semplici e poche cose sono semplici come questa. Ebbene, mi sbagliavo. A sentire gli “addetti ai lavori” sembra che non sia sufficiente avere tra le mani un buon libro, sedersi su una poltrona e amen. Ci vuole di più, molto di più! Pare, infatti, che le biblioteche comunali (e dove sono? Ne ho viste ben poche viaggiando per l’Italia) siano da considerarsi il posto di elezione, l’angolo privilegiato, il sospirato Eden dove il lettore può trovare il suo libro e sentirsi appagato. Non esisterebbe, dicono gli esperti, alcun altro luogo dove il fatidico incontro può verificarsi generando quella magia che rende l’esperienza del leggere assolutamente meravigliosa. Ma quali sono gli elementi fondamentali affinché l’incontro lettorelibro sia un successo? Innanzitutto serve una biblioteca moderna e super accessoriata, provvista di snack bar, di salotto dove le signore possano, che ne so, lavorare all’uncinetto o scambiarsi ricet-

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te di cucina. Non devono inoltre mancare un piccolo ristorante e una sala-ricreazione provvista di computer e di giochi interattivi. Punto di incontro e di aggregazione, la nuova biblioteca comunale diventa la rivisitazione del vecchio oratorio, la succursale del pronto soccorso psicologico, il punto di convergenza di esigenze differenti che, un tempo, erano di competenza dello psicologo o dell’assistente sociale. Oggi, il novello bibliotecario auspicato dagli addetti ai lavori si configura come un tuttologo in grado di capire, fin dalla prima occhiata, non solo qual è il libro più adatto a voi o al vostro pargoletto, ma è anche capace di diagnosticarvi eventuali turbe psicosomatiche o squilibri ormonali. è tutto chiaro? Invece no, perché sul fronte opposto, ci sono quelli che puntano sull’incontro fatale tra autore e lettore nell’ambito di un fantastico, fantasmagorico e chiassoso festival letteratura. Non si tratta, ahinoi, di un evento sporadico e isolato: il festival letteratura si annovera ormai tra i mali nostrani, come la recessione economica, l’enorme peso fiscale e la disoccupazione galoppante. Non c’è borgo, paesino o contrada per quanto sperduta che non ospiti, almeno una volta l’anno, una


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di Pina Varriale kermesse dedicata agli autori dei vostri libri preferiti. Già. Ma se i libri non li avete mai letti, come riuscirete ad avere un autore preferito? Che sempliciotti! Il festival serve per l’appunto a questo: a fare incontrare l’autore con il potenziale lettore. Uno sguardo, una stretta di mano ed ecco nascere un “feeling” che durerà fino al termine dei vostri giorni. Lo scrittore-gadget, ormai da tempo abbinato al libro, è disponibile su ogni piazza d’Italia e a tutte le ore. Del resto, non essendo né remunerato (e talvolta neppure rifocillato) al povero Autore non resta che piegarsi alla dura legge del mercato. Incontri a go-go coi potenziali (e annoiati) lettori, nella speranza di vendere (hai visto mai?) qualche copia del proprio libro. Peccato che spesso, ai festival letteratura, a parte

i palloncini, la banda musicale, i panini e la Coca Cola, non c’è altro e, di sicuro, non ci sono i libri. Che fare? Da quale parte vi conviene stare? Siete per l’ipotesi biblioteca-centro di accoglienza o per il festival-si salvi chi può? Lo so, la questione è complessa e delicata, ma vi lascerò il tempo per riflettere. Per quanto mi riguarda, penso che nessun bibliotecario, nessun libraio, nessun organizzatore di festival, potrà mai sostituirsi al lavoro di docenti e genitori nel far appassionare i ragazzi alla lettura. Il vizio di leggere, sapete, si prende a scuola e se c’è la collaborazione di genitori la “malattia” diventerà presto inguaribile. Il posto per leggere? Non conosco le vostre preferenze. Volete una poltrona, un divano comodo, un’amaca tra gli alberi? Fate come vi pare, a me basta un libro per volare lontano. E riesco a farlo anche in tram, in autobus e in metropolitana. Questione di gusti e non certo di posti.. Buona lettura.

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bookTOmovie 200 stagioni di ragnatele

C

i sono personaggio che ovunque li metti stano bene. Perché hanno qualcosa da dire. E niente ci obbliga a cercarli solo nelle pagine della letteratura “ufficiale”. Negli anni ’60, dopo essersi occupato a più riprese di fantascienza, fantasy, horror e fumetti di genere romantico, un poliedrico sceneggiatore americano di nome Stan Lee apre le menti dell’altra metà degli adolescenti di quei tempi – quelli che non erano impegnati a protestare, ben s’intende – rivoluzionando il modo di intendere i fumetti, e in particolare quelli dei super-eroi in calzamaglia nati tra gli anni ’30 e ’40. Difficile trovare un personaggio di quelli creati da Stan Lee in quel periodo che non sia diventato subito famoso e non lo sia ancora oggi, segno indubbio che siamo ben al di là del semplice fenomeno di moda. Dal 1962 sono passati i fatidici 50 anni, età che a tutti fa sempre una certa impressione, e il nostro personaggio – che non ci vuole molto a capire chi sia – ha visto un bel po’ di trasformazioni sia tra le pagine colorate dei fumetti, che nelle sceneggiature dei film basati sulle serie di albi che escono ininterrottamente dal 1963 pubblicati dalla Marvel Comics. L’avventuroso Uomo Ragno (come arriva in Italia nel 1970) conosce subito delle serie televisive e cartoni animati, ma siamo ben

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lontani dal vero successo che arriva con il nuovo millennio, grazie alla trilogia firmata da Sam Raimi, alla quale si affianca ora il nuovo capitolo firmato da Marc Webb, che re-inizia come di consueto dall’inizio le avventure del famoso tessiragnatele, con un nuovo cast e con un bel po’ di cambiamenti nella struttura narrativa rispetto alle storie originali sulla carta. La questione dei cambiamenti, nella trasposizione dei fumetti al cinema, è una questione decisamente più evidente e necessaria di quanto non succeda negli adattamenti delle opere letterarie classiche. Ed è una caratteristica che comunque ha una sua chiara necessità imperniata sulla caratteristica “pop” del fumetto. Se rimane pressoché inva-

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Giorgio Ginelli

riato l’universo nel quale si muovono i personaggi, deve essere costantemente aggiornato il rapporto che i personaggi hanno con la società in cui vivono. Soprattutto nel caso dei personaggi creati da Stan Lee, che sono affetti da un “realismo” che i super-eroi precedenti non conoscevano. Ecco allora che periodicamente anche nel fumetto il personaggio viene “reinventato”. Spiderman ha conosciuto almeno due rinascite, con relativi cambiamenti nello stile e nei personaggi (nel 1986 e nel 2000) con anche delle versioni in universi alternativi (nel 1992) e in numerose altre caratterizzazioni. La necessità di base è chiara: affezionare le nuove generazioni al personaggio, puntando su ciò che è alla base del suo successo con i lettori.

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bookTOmovie Giorgio Ginelli

Per gli adolescenti degli anni ’60, Peter Parker (alias Spiderman) è un timido studente quindicenne coinvolto in una vicenda più grande di lui, che rappresentava il ragazzo in cui molti si identificavano: secchione e sfigato, timido con ragazze e amici, perennemente in bolletta, occhialuto e gracile. E nel 2000, nella nuova edizione firmata Joe Quesada che apre anche verso la stagione cinematografica, viene tutto trasportato al presente, con internet e computer, jeans sdruciti e fast food. Ciò che rimane invariato è l’appeal della storia di base, perfetta fin dall’inizio, impossibile da non amare. Che non dimostra e né li dimostrerà mai gli anni che ha sulle spalle. Live action Non sono in tanti a ricordarseli e ancor meno ad averli visti, ma l’avventura del tessiragnatele sul grande schermo inizia negli anni ’70 con tre pellicole girate per la televisione e poi adattate per il cinema. Questi pittoreschi live catino forse rappresentano i più fedeli esempi di trasposizione del personaggio basato sui fumetti della Marvel Comics creati nel 1962 da Stan Lee e Steve Ditko. Star incontrastata nei panni del giovane Peter Parker era un eccessivamente ingrigito Nick Hammond, alla sua prima opera importante dopo aver interpretato nel 1971 il giovanissimo Friedrich in The Sound of Music (Tutti insieme appassionatamente) e una serie infinita di parti in numerosi telefilm. ● The Amazing Spider-Man (L’Uomo Ragno) è un film del 1977, diretto da E.W.Swackhamer. ● Spider Man Strikes Back (L’Uomo Ragno colpisce ancora) è un film per la televisione del 1978 diretto da Ron Satlof. ● Spider-Man: The Dragon’s Challenge (L’Uomo Ragno sfida il Drago) è un film del 1979, diretto da Don McDougall.

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Spiderman firmato Raimi Il nuovo millennio rappresenta per il tessirgnatele una nuova rinascita, sia sulla carta che in pellicola, grazie ai tre film diretti da Sam Raimi in cui compaiono attori di un certo peso, un budget di tutto rispetto e soprattutto degli effetti speciali che hanno soddisfatto tutti. Il protagonista è interpretato da Tobey Maguire, ma nel cast sono presenti attori del calibro di Willem Dafoe, Kirsten Dunst e Alfred Molina. • Spider-Man è un film del 2002. • Spider-Man-2 è un film del 2004. • Spider-Man-3 è un film del 2007.


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Stan Lee “Alla gente i ragni non piacciono! Stan, come t’è venuta in mente una storia con un ragno?” Così tuonava nel 1962 l’editore Martin Goodman (classe 1908) contro il giovane Stan Lee (classe 1922), agli albori di quello che sarà il periodo di maggior successo della Marvel Comics, nata nel 1939 come Timely Comics e dal 2009 confluita nel calderone Disney. Il sodalizio dei due era iniziato già alla fine degli anni ’50 quando a Stan Lee fu affidato il compito di creare un nuovo gruppo di super-eroi per la loro casa editrice, da contrapporre a quello ormai famosissimo della DC Comics (Superman, Batman e Co.). Nacquero così a raffica dal 1961 al 1963 tutta una serie di personaggi che a fatica si può far finta di non conoscere: Fantastici Quattro, Hulk, Thor, Uomo Ragno, Iron Man, X-Men, Daredevil. Caratteristica vincente dei suoi personaggi la conflittualità tra l’uomo e l’eroe messo sul piano nella vita quotidiana.

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o d n a t s i v Inter

di

Isa Voi

● Di cosa tratta il suo romanzo? Il mio romanzo “Dio ingannatore” ha questo titolo un po’ pesante che lo presenta con l’idea di uno scritto teologico. Nulla di tutto questo! “Dio ingannatore” è un romanzo di taglio biografico che tratta il tema dell’emarginazione e della disabilità mentale. Il protagonista è un ragazzo mentalmente minorato che immagina la propria realtà diversa da quella reale: crede che la sua mamma sia partita per lavoro, che il quaderno che gli ha lasciato indichi solo alcune regole su come affrontare la vita durante la sua assenza, che i soldi che percepisce dalla sua pensione d’invalidità bastino per pagare la propria casa e che il nuovo anziano vicino

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è entrato in scena in punta di piedi con il suo romanzo “Dio ingannatore” e con sorpresa ha svegliato l’interesse di critici e lettori che lo stanno confermando uno degli scrittori emergenti più amati. è Maurizio Asquini, novarese, di giorno operaio in fabbrica e nel tempo libero scrittore; conosciamolo meglio. che vive in estrema segretezza possa essere suo padre, che è tornato per aiutarlo a pagarsi la casa. Ma la realtà della storia è che la mamma del protagonista (una ragazza madre) è morta di cancro, gli ha lasciato un quaderno con scritte alcune regole su come poter vivere con la sola pensione sfidando quel Dio in cui lei ha sempre creduto, e che l’anziano vicino è un ex-criminale nazista agli arresti domiciliari, che si approfitterà dello stato mentale del giovane protagonista e lo spingerà


Maurizio Asquini a svolgere un viaggio a propri scopi. “Dio ingannatore” ha vinto e continua a vincere premi letterari; un libro che lascia il segno nell’animo dei lettori e della critica letteraria, dunque? Il primo premio che ha ricevuto, L’alabarda d’oro per la narrativa inedita, mi ha aperto subito le porte all’editoria, e malgrado le varie difficoltà legate a un esordiente (tra cui farsi conoscere al pubblico e riuscire a distribuire il libro in maniera capillare) il romanzo è andato abbastanza bene. In seguito sono arrivati altri premi legati alla narrativa edita, tra cui il Garcia Lorca e il Trofeo Penna D’autore, che hanno segnato positivamente la qualità del romanzo. A distanza di tre anni dalla pubblicazione ricevo nuovamente delle segnalazioni di merito e altre classificazioni. Certamente quando lo avevo scritto non avrei minimamente immaginato tutti questi riconoscimenti. Credo che la tematica e lo stile narrativo molto caratteristico abbiano influito a porre dei giudizi positivi da parte delle giurie dei premi a cui ha partecipato. Ciò che ha invece radicalmen-

Dio Ingannatore Autore: Maurizio Asquini Editore: Caputo Edizioni ISBN - 13: 9788896474006 Formato: Ebook Anno: 2010 Euro: 6,99 te migliorato le vendite del romanzo è stato l’inserimento nel catalogo degli eBook che ha risolto ogni problema legato alla distribuzione e ai costi di stampa. Lo scorso anno il romanzo è stato in vetta alla classifica di Bookrepublic che si occupa appunto nella vendita di libri in formato digitale. ● Dalla fabbrica alla scrittura, come è avvenuto questo passaggio? All’inizio ero interessato a scrivere sceneggiature, poi per un caso assurdo, ho convertito una

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o d n a t s i v Inter

Maurizio Asquini

bozza in romanzo ritrovandomi inaspettatamente lanciato sulla strada dell’editoria. Secondo me i libri crescono mentre si scrivono, tenendo presente che quando scriviamo stiamo parlando con un lettore che spesso si annoia; allora bisogna mantenere la sua attenzione, farlo gioire e commuovere, prenderlo per mano e accompagnarlo nella lettura. ● Altri progetti letterari per il futuro? A breve uscirà il mio nuovo romanzo esclusivamente in formato eBook, “Io non rispondo”, menzionato con diploma d’onore nel 2007 al Salone del Libro di Torino per il premio Il Camaleonte Città di Chieri, quando non credevo ancora ai successi e per la prima volta mi presentavo a una cerimonia di premiazione. Sto già lavorando per organizzare alcuni aperitivi letterari per la presentazione del nuovo romanzo... ● Cosa consiglierebbe agli scrittori emergenti? Oggi pubblicare è molto semplice. Ci sono centinaia di nuove case editrici tra cui quelle che richiedono un contributo per la pubblicazione. Si pubblica in self-publishing sia cartaceo che Per approfondimenti:

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digitale. Ma alla fine si entra in un labirinto di esordienti che cercano anche nelle maniere più assurde di pubblicizzare il proprio romanzo. Purtroppo finché dei giornalisti o dei mass media non ti prestano una particolare attenzione o il tuo editore non ha un grosso potere di vendite, la situazione resta molto precaria. Bisogna evitare di fare scelte disperate pur di pubblicare e, una volta raggiunto tale scopo, agire consapevolmente cercando nei migliori dei modi di farsi conoscere..

www.maurizioasquini.com


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re o m ’A ll e d o p o c s o r ’o L Ariete

Caproni celesti agosto amore in canicola. Il caos ormonale regnerà sovrano, causa Venere in partner Cancro: scompiglio e ritirata della vostra metà. Marte e Saturno, sberleffi nell’opposta Bilancia, centrifugheranno il vostro amore. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: frullato d’amore! ♥

Toro

Bovi della Via Lattea eros di agosto alla pappa reale. Ormoni sfamati come neonati in fasce da una Venereamore sdolcinata in Cancro. Da fine mese Marte in burla Scorpione potrebbe generare grilli per la testa. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: amore melenso! ♥

Gemelli

Monelli celesti agosto eros fantasioso. Venere e Mercurio, equi solidali in charleston Gemelli e Leone, vi accenderanno di brio. Migiralatesta. Girotondi d’amore? Notti stellate? Passione brada? Agosto, amore mio non ti conosco: alla cieca, quello che viene, viene. Marte, gallo cedrone in Bilancia, suggerisce incontri agitati. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: ansia d’amore! ♥

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Cancro

Chele stellari agosto eros impaludato. Venere-fioretto si scaglierà contro gli sgarbi celesti: con l’amore si ottiene tutto! Marte, studente ribelle in Bilancia, vi regalerà la giusta dose di sale in zucca per scansare disastri nell’eros. Da fine mese gli incontri azzeccheranno la via grazie a navigatore Scorpione. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: cuore girovago! ♥

Leone

Micioni celesti fregole a tinte forti per il mese di agosto. Mercurio accoccolato sul sofà rinsalderà l’eros, allettante come un fresco gelato a tutti i frutti. Venere amore in Cancro tranquillizzerà anche i più caparbi dei ruggiti. Marte scirocco in Bilancia ripulirà dal vecchio. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: amore new-age! ♥

Vergine

Pulzelle stellari amore insalata di riso sana e saporita per il mese di agosto. Venere abile cuoca in Cancro uguale degustazione di mille ghiottonerie amorose su tavola imbandita. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: abbuffata d’amore! ♥


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di Federica Farini

Capricorno

Bilancia

Pese stellate agosto amore sceneggiato da drama-queen. Belletto Venere, infilato nella vostra pochette, si trasferirà in trousse Cancro: come una cresta punk su look classico. Basterà voltare l’angolo per trovare la via del cuore (suggerisce Pollicino). Mercurio appassionato in Leone garantisce incontri fertilizzante per i vostri ormoni. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: sex-appeal! ♥

Scorpione

Aracnidi aculeati agosto amore in svago. Venere mon-amour in Cancro canterà la serenata più adatta da intonare, appollaiati sotto la finestra della vostra metà: rap? Classica? Neo-melodico? Su e giù dalla scala del pentagramma. Ormone in salto in lungo e in alto. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: shake d’amore! ♥

Sagittario

Fauni stellati agosto ormone cuor di leone. Liberi da Venere stalker soffocante in Bilancia, l’amore si farà lecca-lecca in Cancro: fuggifuggi in trulli e su catamarani. Sole e Mercurio felini leonini tuteleranno il vostro appeal. Ormone stuzzicato da Marte piuma Bilancia. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: solletico d’amore ♥

Caprette zodiacali agosto amore bernoccolo. Stelle inquiete capeggiate da Marte, in ribellione Bilancia, che soffierà per impaurirvi come un gatto furibondo. Eros in pericolo causa trappole di formaggio avvelenato disseminate sulla strada. Anche Venere, di luna storta ne allocata nell’opposto Cancro, farà stizzire il vostro ormone. Ma a fine mese salvatore Marte in Scorpione vi porterà in crociera. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: viaggio esotico! ♥

Acquario

Lavandini stellari ormoni con canditi sotto il sole di agosto. Venere morbida e gentile vi stringerà, rendendovi coccolosi. Ormone morbido. Marte p.r. Bilancia vi surferà sulla lunga onda degli incontri gustosi come succosa frutta di stagione. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: chiaro di luna! ♥

Pesci

Pinne della Via Lattea amore in vasca idromassaggio per il mese di agosto. Getto benefico Venere, in ammollo in acqua termale Cancro, smuove l’eros a ritmo intonato come un coro gospel. Marte carezza in Scorpione farà rinascere l’ormone, pronto alla ruspante rimonta. Dalla cima dell’Olimpo si mormora: danza caliente! ♥

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I nostri eventi per Ascolta! OTRANTO JAZZ FESTIVAL

Dal 28 luglio al 2 agosto 2012 Castro, Maglie, Minervino, Lecce, Otranto, Alessano

Musica in Salento tra jazz e sonorità world. Noa e molti altri artisti di fama internazionale sfilano sul palco. Una conferenza e un concerto per ricordare Luigi Tenco e un premio per la pace dedicato a don Tonino Bello. L’Otranto Jazz Festival, la manifestazione in programma dal 28 luglio al 2 agosto, quest’anno vede tra gli ospiti Noa, una delle cantanti cosmopolite più apprezzate dalla scena internazionale, si apre a Maglie per poi spostarsi a Minervino, Otranto, Lecce e Alessano, cinque gioielli della riviera e dell’entroterra salentino. Giocato tra jazz e contaminazioni, OJF propone l’esplorazione di panorami sonori diversi tra loro, ma anche incontri con personaggi del mondo dello spettacolo e del giornalismo. E’ Otranto, nel penultimo giorno della manifestazione, ad ospitare la serata dedicata a Luigi Tenco, che rende omaggio all’artista con la musica ma anche con una conferenza. Tra le novità del festival alcune promesse del jazz tra cui il sassofonista Mattia Cigalini, presente con il quartetto State of Tension. Si chiude il 2 agosto, ad Alessano, con il concerto di Noa, l’edizione 2012 di OJF. Per info biglietti: www.otrantojazzfestival.it

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i vostri 5 sensi 54 Osserva! Enrico Baj I funerali dell’anarchico Pinelli

Fino al 2 settembre

Palazzo Reale, Milano Una composizione gremita di figure dinamiche dai toni drammatici che ricordano Guernica di Picasso, ricrea con il linguaggio particolare di Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli” del 1972. Tra i lavori più celebri e discussi dell’artista milanese (1924-2003), l’opera ritorna dopo quarant’anni nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, nello stesso luogo dove era stata esposta in una mostra mai aperta, a causa dell’omicidio del Commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio 1972, commesso nello stesso giorno dell’inaugurazione. L’opera è composta da un grande pannello di legno di betulla di tre metri per uno, suddiviso in tredici parti, “simili alle tessere di un gigantesco puzzle” che accoglie le forme stilizzate dei personaggi, realizzati con collage e acrilici e divisi in due gruppi, i militari “ringhianti” e gli anarchici “dolenti”. Il riferimento è quello a Guernica (1937) di Picasso e al futurismo di Carrà de I funerali dell’anarchico Galli (1911) nell’esigenza forte di restituire una testimonianza dell’emozione e dello sdegno, e di condividere, attraverso l’arte, il dolore di fronte a fatti violenti che hanno coinvolto l’intera società civile. La mostra, promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura e Palazzo Reale, segna un ritorno carico di significato nella sala della reggia milanese per la quale era stata in origine concepita e mai esposta. Ingresso gratuito. Per info: www.comune.milano.it/palazzoreale

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I nostri eventi per Gusta! Cortona Mix Festival

dal 28 luglio al 5 agosto

Cortona (AR)

Appagare il gusto con i sapori della cucina toscana senza niente togliere a tutti gli altri sensi? Decisamente possibile dal 28 luglio al 5 agosto a Cortona. La cittadina della Val di Chiana si trasforma in un laboratorio sperimentale dove può capitare di ascoltare il rock balcanico del regista Emir Kusturica e della sua The No Smoking Orchestra, di lasciarsi cullare dal matrimonio tra jazz e classica celebrato sul pianoforte di Stefano Bollani, di assistere alla magia della grande danza con Eleonora Abbagnato e gli altri ballerini ... Un mix lungo nove giorni: tutto si mescola, all’interno di un cocktail nel quale convivono la freschezza dell’intrattenimento e l’alta qualità della cultura. Per ulteriori informazioni: www.mixfestival.it

Annusa! SESTRIERE FILM FESTIVAL

Dal 4 agosto al 11 agosto 2012 Sestriere (TO) Aria di Montagna a 2035 metri per il “Sestriere Film Festival - dalle montagne olimpiche... uno sguardo sul mondo - Festival internazionale del film di montagna”, l’evento cinematografico internazionale organizzato dall’Associazione Montagna Italia. Il Festival, interamente dedicato al cinema e alla cultura di montagna è aperto a tutti i film, i documentari, i film d’animazione, i corto o lungometraggi dedicati alle “Terre alte del Mondo”. L’esplorazione, le escursioni, l’alpinismo, la verticalità, la montagna saranno al centro delle tematiche affrontate dal Festival. In più, tutte le opere che parteciperanno al concorso andranno a costituire la Cineteca del “Sestriere Film Festival”.

Ingresso libero tutte le sere, dalle ore 21.00 alle ore 24.00 Cinema Fraiteve - sala di proiezione Piazza Fraiteve, 5 - Sestriere (To)

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i vostri 5 sensi 54 Tocca! UNIKA 2012 Arte in Val Gardena Ortisei (BZ)

Dal 23 al 26 agosto Potrete toccare con mano le diverse forme di UNIKA, la rassegna degli scultori gardenesi che presentano l’arte dello scolpire nel legno. Diversi scultori e pittori, tutti membri del gruppo UNIKA, presentano nell’ambito della diciassettesima edizione di Gardena scultori in Fiera le loro nuove creazioni artisitiche in un’esposizione di 130 sculture e pitture. L’evento più significativo della manifestazione UNIKA 2012 è una scultura gigante, una testa lignea di 6 metri, composta da 50 elementi. Da un modello dello scultore Christian Verginer, tutti i membri dell’UNIKA hanno scolpito in un lavoro comunitario questa scultura gigante. UNIKA nasce nel 1994 dalla collaborazione di vari artigiani artistici locali con lo scopo di promuovere le loro opere e presentare i maestri appartenenti all’artigianato artistico locale. UNIKA sta per l’unicità delle sculture e delle pitture realizzate in Val Gardena. Del gruppo UNIKA fanno parte 40 artisti e circa 30 di loro partecipano ogni anno alla manifestazione che si tiene di norma il primo fine settimana di settembre. Per ulteriori informazioni: www.unika.org

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Io come Autore


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Io Come Autore È una rivista di Ebookservice Srl Redazione-Amministrazione Direttore Responsabile: Giorgio Ginelli Responsabile Approfondimenti: Daniela Villa Art Director: L@simo Via Po, 44 - 20010 Pregnana Milanese Tel. 02/93590424 - Fax 02/93595614 redazione@iocome.it Ufficio Pubblicità: Tel 02/93590424 - Fax 02/93595614 commerciale@iocome.it

Si ringrazia per la collaborazione: Collettivo Giveight: Alba Cataleta, Anna Maria Mustica Raffaele, Filippo Gigante, Gaetano Barreca, Kenia Cedeño, Mariel Sandrolini, Marisa Provenzano, Monica Pasero, Elisabetta Bagli, Sara Stefanini Natale Barca Federica Farini (oroscopo) Rossana De Grisantis Giorgio Ginelli Michela Lai Giuseppe Raudino Francesca Panzacchi Giovanna Vannini Isa Voi Claudia Capogreco (La Bottega Editoriale)

Avvertenza Ebookservice Srl non si assume la responsabilità sul con-

tenuto degli articoli che resta a carico degli autori, i quali lo inviano a titolo gratuito senza ricevere alcuna ricompensa in merito. In caso di pubblicazioni parziali del testo, resta l’impegno della Redazione di non modificare i dati o distorcerne il significato. Ebookservice Srl sarà libera di non pubblicare testi in contrasto con le leggi italiane vigenti.

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Tutti i diritti di proprietà intellettuali relativi ai contributi inviati alla Redazione (testi e immagini); sono soggetti al copyright dei rispettivi autori e delle Case Editrici che ne detengono i diritti. Testi e fotografie non saranno restituiti.

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