Se vivi da bullo non vivi il bello

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SE VIVI DA BULLO NON VIVI IL BELLO

Tommy era un bambino sensibile, creativo, dotato di molta fantasia. Ogni pomeriggio, terminati i compiti, era solito incontrare i suoi amici, proponendo loro avventure e giochi sempre nuovi. I suoi compagni di classe trascorrevano il tempo libero tra cellulare e play station.


La mattina sonnecchiavano sui banchi di scuola, cercando la posizione migliore per dormire indisturbati, al riparo dallo sguardo della maestra.

Tommy amava la natura, le farfalle, gli piacevano i libri di avventura e sognava di girare il mondo e diventare uno scrittore di libri per ragazzi.


Quando a scuola si presentò l’occasione di partecipare ad un concorso di scrittura, Tommy non esitò un momento, desideroso di dar vita ad un racconto che potesse coinvolgere bambini e ragazzi.

Un giorno, Ernesto, suo compagno di banco, guardandolo con aria minacciosa gli disse: “Fatti da parte! Sarò io il vincitore del concorso!”


Tommaso trascorse un periodo molto triste, buio. Era forte il desiderio di partecipare a quel concorso ma le parole di Ernesto lo avevano turbato e rattristato. Una domenica decise di fare una passeggiata all’aria aperta, il sole illuminava il sentiero che percorreva speditamente insieme al suo adorato cane, compagno di mille avventure.


Si fermò per riposare all’ombra di un albero, circondato da un tappeto di fiori colorati e si mise in ascolto dei suoni della natura che, sin da quando era piccolo, avevano il potere di rilassarlo e confortarlo. Estrasse il quadernino e la penna che aveva preso al volo uscendo di casa e iniziò a scrivere il suo racconto.

Il giorno seguente, Tommy lesse il proprio scritto dinnanzi alla maestra ed ai compagni in ascolto. Così fecero anche Ernesto e poi, uno dopo l’altro, tutti gli alunni.


Il racconto di Tommy era fresco, vivace, esprimeva gioia, delicatezza, vi era dentro un po' di quella bellezza che tanto amava ammirare nella natura. Tutta la classe lo ascoltò con grande attenzione e lo applaudì con entusiasmo, ringraziandolo per le belle sensazioni che aveva trasmesso loro attraverso quello scritto, nato per caso durante una splendida giornata di sole.


Ernesto si fece scuro in viso, i suoi lineamenti erano duri, tesi, la sua postura rigida, il suo animo agitato, pieno di rabbia. Lesse la sua composizione velocemente, incutendo paura e tensione nei piccoli uditori.


Qualche settimana dopo, arrivato il momento di conoscere il vincitore del concorso, Ernesto scoppiò in un pianto irrefrenabile. Circondato dai compagni, confessò di sentirsi solo, fragile e di aver compreso gli errori commessi.


Era molto pentito di aver minacciato ed impaurito Tommaso a cui si avvicinò per porgere le proprie scuse. Tommaso rientrò a casa raggiante, aveva vinto il concorso di scrittura ma ciò che più lo rendeva felice era il dono di un nuovo amico.

Testo della D.ssa Anna Maria Scuderi, @psicologa_anna_scuderi Illustrazioni di @ioviandante Iscrivetevi al canale you tube LE FAVOLE DI NONNA BICE



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