il Cittadino n. 189

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n째 189 anno XIII - 28 gennaio 2015 r.g. Salvatore Forestieri

il Cittadino www.ilcittadinodimessina.it

io c r e m m i Co d a r e m - Ca a n i s s Me

i s r e g Rivol Sicilia e n o i g Re


Asterisco di Lillo Zaffino

“Commercio di Camere”

A

ncora un consulto davanti al capezzale di un’istituzione stori territorio: la Camera di Commercio. La questione a prima vist

spending review il Governo nazionale ha d no un determinato numero di iscritti: l’asticella del lim In pieno clima di

stra una numero di circa sessantanovemila, e pertanto è destinat L’obiettivo non è quello di raggiungere dimensioni medio-alte, ma è previsto fondo perequativo in grado di mantenere in equilibrio il prec In Sicilia la situazione naturalmente si complica in quanto a carico d te previste per il pagamento degli stipendi e pensioni dei dipendent ciarsi a Catania, a Enna o rimanere autonomi. Con la prima, a pare realtà etnea molto più forte e assorbente; la seconda, più percorrib vista ennese; la terza, più complessa perché si tratterebbe di rinunc litanità” della città e spererebbe in un abbassamento alla propria Su questi temi si sono confrontati tutti gli attori che giocano un ruolo cati dalla Presidente in un’assemblea aperta in Consiglio Comunale Un dato è emerso chiaramente nel corso del dibattito: per salvare associati si riprendano le redini dell’Ente, ripristinando immedia ne commissariale. Un’anomalia che è stata rilevata recentemente se e rigettando le osservazioni dell’Assessorato regionale che inte (forse tre) delle Camere di Commercio siciliane. In questi ultimi giorni, grazie anche all’azione della deputazione regio tati a recepire la decisione del Tar sull’elezione del direttivo e ridete scelte delle aree metropolitane già costituite. Non sfugge a nessuno, l’importanza della partita in gioco: troppe le f tiva marginalizzazione subiti negli anni da Messina. Non possiamo abbassare né la guardia né l’attenzione. Il rischio è q il rilancio economico del territorio. Non possiamo permetterci di vedere affisso sull’entrata di Palazzo d

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ca e fondamentale per lo sviluppo economico del nostro martoriato ta è abbastanza chiara.

deciso di accorpare le Camere di Commercio che non superamite è stato fissato a ottantamila associati. La realtà messinese regita a unificarsi con altre per raggiungere la quota di iscritti prevista. una mera esigenza legata all’acquisizione del diritto di accedere al cario sistema economico degli Enti. del Bilancio delle Camere di Commercio sono iscritte anche le partii. In questo quadro, si cominciano a concretare delle ipotesi : assoere di molti osservatori , si rischierebbe di essere “stritolati” da una bile per i messinesi, registrerebbe le stesse perplessità dal punto di iare, allo stato, al fondo perequativo, punterebbe alla “metropoa portata del limite di iscritti. o di rappresentanza politica e organizzativa, opportunamente convoe. e l’istituzione della Camera di Commercio è necessario che gli atamente gli Organi di governo e ponendo fine all’attuale gestiodallo stesso Tar di Catania accogliendo il ricorso dell’Ente messinendeva rinviare le elezioni a dopo il ridimensionamento del numero

onale messinese, sembrerebbe che i vertici della regione siano orienerminare i territori di influenza degli Enti camerali in sintonia con le

ferite, ancora non rimarginate, determinate dagli “scippi” e dalla rela-

quello di ridimensionare il proprio ruolo in un comparto strategico per

di Piazza Cavallotti il cartello

affittasi.

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Primo Piano a cura di Marilena Faranda

Conferenza indetta dalla Presidente Barrile. La nota dell'On. Picciolo

Tutti uniti contro l’accorpamento con Catania

L

a presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, ha convocato nell’ Aula Consiliare di Palazzo Zanca, un tavolo tecnico per affrontare le tematiche relative al futuro della Camera di Commercio di Messina. Alla riunione hanno preso parte il Sindaco, Renato Accorinti, gli Assessori, il presidente dell´ARS, Giovanni Ardizzone, la deputazione messinese regionale (il presidente Ardizzone e gli onorevoli Laccoto, Panarello, Rinaldi, Picciolo, Greco, Formica), assente la deputazione nazionale, per ovvi motivi, che comunque ha mandato una comunicazione, i vicepresidenti del Consiglio comunale, i capigruppo consiliari ed i presidenti di Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Confindustria, Sada Casa e Alces. Il presidente Ardizzone asserisce che l’accorpamento delle Camere di Commercio è solo un’ipotesi, sicuramente Messina non si accorperà con Catania che ci schiaccerebbe. Il Presidente dell’ARS, propone l’accorpamento della nostra Camera di Commercio a quella di Enna che potrebbe essere una risorsa. Enna, però ha rifiutato di volersi unire, ma ancora non c’era stata la proposta della nostra città. Si dovrà pensare sicuramente ad un piano B, nel caso in cui, non sia disposta a farlo. Intanto, su disposizione del TAR si dovranno eleggere gli organi camerali, che andranno a sostituire il Commissario Franco De Francesco. Nessuna soluzione, quindi, ma solo la certezza di non volersi unire a Catania. Messina, potrebbe anche decidere di restare da sola, ma il rischio è di perdere il fondo perequativo.

La nota dell´On. Picciolo “Sicuramente apprezzabile è lo sforzo di questi giorni per ricomporre una querelle tutta interna alle sigle che rappresentano le forze produttive del nostro territorio. Dall’incontro di stamane – ha ricordato l’on. Giuseppe Picciolo – dobbiamo comunque trarre un importante insegnamento: le parole e le buon intenzioni non bastano quando fuori le mura della casa bruciano. Personalmente ha – continuato il deputato regionale del Patto dei democratici per le riforme – auspico da sempre una Camera di Commercio di Messina in grado di continuare in autonomia la propria luminosa storia, arrivando a mettere insieme il numero d’imprese previste dalla legge per non subire tagli o accorpamenti, ma al momento questo aspetto appare secondario se è vero che si vuole fare lo sforzo di contrattare unitariamente la propria libertà. Per fa questo – ha esortato Picciolo – è necessario mettere da parte le sterili divisioni e pensare a di procedere immediatamente a libere elezioni (come peraltro già evidenziato dal commissario Franco De Francesco); solo così - ha concluso il capogruppo del PDR all’Ars – Messina, terza città metropolita dell’Isola - potrà difendere la propria storia facendo saltare , ove ve ne fossero, i progetti annessionistici, nazionali e regionali, di altre realtà territorialmente a noi vicine, come Catania, che invece hanno sempre fatto della comunione d’intenti l’arma invincibile per portare alla propria comunità grandi benefici economici. Il rischio concreto è che si continui a litigare tra le varie Categorie Camerali per poi fare la fine dei polli di Renzo di manzoniana memoria.”

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“Porre fine al commissariamento della Camera di Commercio” Picciolo e Greco (pdr), a Messina si torni alla gestione ordinaria per la Camera di Commercio, governo regionale ponga fine al commissariamento per consentire rinnovo vertici

Si torni alla gestione ordinaria per la Camera di Commercio di Messina, attualmente commissariata. Si proceda al rinnovo degli organi finora bloccato dall’assessorato alle Attività Produttive tenendo conto finalmente della recente sentenza del TAR di Catania. Va garantita la rappresentanza democratica dell’istituzione camerale con l'elezione del Consiglio Camerale. Ad oggi nonostante una nomina che doveva avere effetti per sei mesi, la Camera di Commercio di Messina è ancora amministrata da un commissario. Se in tempi brevi si procederà alle elezioni degli organi, la Camera di Commercio di Messina potrà anche porre in atto una serie di provvedimenti utili ad evitare la soppressione atteso che le imprese iscritte sono 69 mila e quindi al di sotto del limite fissato in 80 mila dal governo nazionale. La Camera di Commercio di Messina è almeno potenzialmente in grado di continuare in autonomia e con autodeterminazione unitaria la propria luminosa storia, (e di recente anche l’Arcivescovo ha auspicato la risoluzione e il superamento delle difficoltà mantenendo l’autonomia) arrivando a mettere insieme, in un triennio, il numero d’imprese previste dalla legge per non subire tagli o accorpamenti. Ma affinché avvenga questo è necessario eleggere i vertici, così da poter tentare di difendere la propria storia facendo saltare, ove ve ne fossero, i progetti annessionistici, nazionali e regionali, di altre realtà territorialmente vicine. Sull’argomento è stato direttamente interessato il Governatore Rosario Crocetta, che si è detto convintissimo della necessità porre fine al commissariamento facendosi carico di interloquire personalmente con l’assessore competente Linda Vancheri per la risoluzione del problema”. Lo affermano Giuseppe Picciolo e Marcello Greco, capogruppo e deputato del Patto dei Democratici per le Riforme all’Ars e firmatari di una interrogazione parlamentare sulla situazione della Camera di Commercio di Messina. WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Alfredo Schipani sulla vicenda della Camera di Commercio

Gli esatti riferimenti e l’innegabile realtà

S

i sta purtroppo verificando ciò che Confindustria Messina aveva da tempo segnalato, il paventato accorpamento della Camera di Commercio di Messina a quelle della Sicilia Orientale. Alla luce dell’incontro avuto con il Commissario Dott. De Francesco, infatti, risulta chiaro che la scelta è vincolata, non solo dai tempi ridotti, ma soprattutto dalla imprescindibile sostenibilità economica dell’Ente. Questi fattori non consentono al momento di vagliare altre soluzioni. Il solo auspicio possibile è che non si tratti di un processo irreversibile. Sugli aspetti finanziari è necessario fare chiarezza. Le direttive dell’Assessorato alle Attività produttive raccomandano, com’è corretto, di mantenere il bacino occupazionale. La Camera di Commercio di Messina può contare al momento su circa cinque milioni di euro di entrate da diritti camerali, che vengono ridotti nel corso di quest’anno del 35%, del 50% il prossimo anno, a cui va aggiunto il calo fisiologico delle cancellazioni che si attesto a circa l’8% annuo. A fronte di queste entrate gravano sul bilancio camerale un milione e seicentomila euro di stipendi e circa quattro milioni di pensioni. Risulta, quindi, imprescindibile accedere alle risorse integrative del Fondo perequativo di Unioncamere nazionale, la cui fruizione è vincolata ai processi di accorpamento. Ci troviamo di fronte ad un’ulteriore anomalia derivante dallo Statuto autonomo della Regione Sicilia, che, differentemente da quanto avviene per le altre Camere di Commercio d’Italia, ha consentito alla Camere siciliane di non destinare ad appositi fondi le pensioni dei dipendenti. Si tratta di una discrasia normativa che in questo caso colpisce gli Enti camerali, che dovrebbero creare sviluppo, ma che, invece, vengono resi incapaci di operare, dovendo sostenere costi che con lo sviluppo e l’impresa non hanno nulla a che vedere.Ciò che bisogna chiedere alla politica sono interventi volti a sanare questa insidiosa situazione, che consentano di spostare agli enti deputati l’onere e la gestione delle pensioni, per rendere sostenibili, autonome ed efficienti le Camere di

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Commercio regionali. Va anche evidenziato che la Riforma delle Camere di Commercio è nata viziata: sia perché non ha tenuto in alcun conto la necessaria correlazione tra Enti camerali e Città Metropolitane, sia perché dimezza nell’arco di tre anni i diritti camerali lasciando inalterati i costi, situazione che penalizza, quasi irreversibilmente, le CCIAA regionali. Riguardo al costituendo Consiglio camerale, ci preme segnalare che Confindustria Messina è la prima ad essere danneggiata dal modo in cui si è sviluppato il procedimento, in quanto, nel pieno rispetto delle direttive dell’Assessorato competente, ha fornito, nei tempi prescritti, le posizioni associative corrette e veritiere. Anche per questo ci aspettiamo il pronto insediamento di un Consiglio Camerale che sia, non solo scevro da vizi e ricorsi, ma soprattutto composto sulla base delle corrette ed effettive posizioni di rappresentanza e orientato a riavviare progettualità per la promozione del territorio e delle sue imprese, azione necessaria e da tanto attesa. Questi che abbiamo declinato sono gli esatti riferimenti della situazione, e la realtà è incontrovertibile. Non raccogliamo nessuno spunto polemico convinti che i fatti e la linearità dei nostri comportamenti non possano dare adito a dubbi o a interpretazioni speculative.

Messina - Piazza Cavallotti foto Peppe Saya WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Sommario

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Attualità “I bambini e la Shoah” Le “generazioni” attraverso i secoli “Il Mare d’Inverno”

numero 189 anno XIII 28 Gennaio 2015

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Cultura Lucia Annibali e la sua storia di non amore

48-49 Dietro le quinte 100-101 Mangiare Sano 52

Settegiorni Cronaca della settimana

60-61 Città Cronache urbane

62-63 Provincia Servizio trasporti

Le rubriche 50-51 In&Out 94-95 La corazzata Potemkin

96-97 Da Beethoven 68-73 Sicilia Formazione, allarme sociale

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a Kurt Cobain

98-99 Parole in blu


il Cittadino Direttore editoriale: Lillo Zaffino Direttore responsabile: Carmelo Arena Vicedirettori: Tiziana Zaffino, Gabriella Giannetto Coordinamento Maria Cristina Rocchetti, Giuseppe Zaffino Redazione Enza Di Vita, Marilena Faranda, Francesco Certo, Giuseppe Micali Collaboratori Cristina D’Arrigo, Dario Buonfiglio, Gino Morabito, Antonio Grasso, Marina Pagano, Alessia Vanaria Rubriche Enzo Caruso, Michele Giunta, Ignazio Rao, Mimmo Saccà Art Director Salvatore Forestieri Ricerca fotografica Peppe Saya, Orazio D'Arrigo, Antonio De Felice, Gianmarco Vetrano Pubblicità contatti: 3473640274 e-mail: info@ilcittadinodimessina.it Amministrazione Mario De Marco, Giuseppe Pagano e Franco Rossellini Web master sito Fabio Lombardo Il Cittadino digitale sarà pubblicato sul giornale on line e inviato gratuitamente ai lettori direttamente nella posta elettronica e sarà condiviso in rete attraverso Facebook

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immagine

di Michele Giunta

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Annunci utili a cura di Pippo Previti

NUOVE OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI E IL LAVORO

Johnson & Johnson Lavora con noi, come candidarsi Siete alla ricerca di un impiego nel settore farmaceutico e vi piacerebbe lavorare in Johnson & Johnson? Ecco le offerte di lavoro in Italia, come candidarsi e informazioni utili sulle selezioni. Concorso Guardia di Finanza: 50 Allievi Ufficiali 2015 – 2016 La Guardia di Finanza ha aperto un concorso per diplomati per l’ammissione al primo anno del 115° corso dell’Accademia della GF. Il bando 2015 – 2016 prevede il reclutamento di 50 Allievi Ufficiali del ruolo normale. Concorso Unione Europea: 40 Agenti, Responsabili di Immobili Aperto un concorso EPSO per la copertura di 40 posti di lavoro in Europa. L’Unione Europea seleziona Agenti contrattuali con la mansione di Responsabili di Immobili, per partecipare al bando. Concorsi Azienda speciale Angri Eco Servizi: 17 assunzioni Concorsi e posti di lavoro in Campania per diplomati e candidati con licenza media. L’Azienda speciale Angri Eco Servizi ha aperto nuovi bandi per 17 assunzioni in provincia di Salerno e per eventuali prossimi inserimenti. AFORIS Puglia: corso gratuito per tecnico Ambientale AFORIS, Impresa Sociale, Agenzia di Formazione e Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile, organizza il corso di qualifica per Tecnico della progettazione e gestione di interventi di ripristino e recupero ambientale e del territorio. 18

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28 Gennaio 2015 Assunzioni Mondo Convenienza: lavoro nell’arredamento Nuove opportunità di lavoro nel settore dell’arredamento. Mondo Convenienza ha aperto varie selezioni di personale in vista di assunzioni. Sedi di lavoro in tutta Italia. Si cercano addetti vendita. MIBACT: concorso per Direttori dei Musei italiani Aperto un bando del MIBACT per Direttori, per la copertura di posti di lavoro nei Musei italiani. Il concorso per lavorare nei beni culturali è rivolto a laureati. Premio Cartier 2015: finanziamenti per Imprenditrici Al via le iscrizioni per il Cartier Women’s Initiative Award, la competizione internazionale che coinvolge donne a capo di imprese creative in tutti i paesi e i settori. Optima Italia Lavora con noi: posizioni aperte Assunzioni e stage per diplomati e giovani senza esperienza con Optima Italia. La società di servizi seleziona varie figure per la copertura di posti di lavoro in Italia. Casting Programma RAI 1 “Senza Parole” Aperti nuovi casting per un Programma che andrà in onda su RAI 1, “Senza Parole”. La trasmissione sarà dedicata televisiva dedicata a chi ha qualcosa da dire ad un proprio caro e non l’ha ancora fatto. Comune di Narni: concorso per Agenti di Polizia Nuovi posti di lavoro in Umbria: il Comune di Narni, in provincia di Terni, ha indetto un concorso pubblico per due posti di Agente di Polizia Municipale. Assunzione a tempo indeterminato per entrambe. WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Per info e per sostenere l’iniziativa rivolgersi al M.C.L (Movimento Cristiano Lavoratori) via Romagnosi n.2 Messina tel.09046535 e-mail:segreteria@mcl.messina.it


Cgil Messina

Gravi i silenzi sui piani di dismissione del Gruppo Ferrovie “Ci duole constatare un’amara realtà, sino a venerdì scorso pensavamo che la classe politica regionale e messinese fosse stata circuita dal ministero dei Trasporti, relativamente ai collegamenti tra le sponde dello Stretto, circuita perché con uno specchietto per le allodole il Ministro Lupi lo scorso dicembre finge di attenzionare l’area dello Stretto promettendo dopo anni di proroghe un nuovo bando per il servizio “metromare” con un finanziamento di 30 milioni di euro, già presenti ed insufficienti per il bando precedente; oggi scopriamo che tutto il gruppo dirigente della politica siciliana evidentemente ne era al corrente”, è questo il duro commento della Cgil di Messina sui silenzi della politica rispetto al piano di dismissione del Gruppo Ferrovie. “Si evince solo adesso – fa presente Giovanna Caridi, segretaria confederale - perché dopo l’assemblea di venerdì 23 alla quale erano stati invitati onorevoli, sindaci dei principali capoluoghi e presidente della Regione, gli stessi non solo hanno disertato l’incontro ma a tutt’oggi non hanno preso posizione rispetto alla drammatica prospettiva di non avere più la possibilità di trasportare merci e persone su rotaia”. “È la prima volta – evidenzia - che su questa vertenza il sindacato chiede il conto alla politica e non la semplice sponda su FSI; negli anni il Gruppo ci aveva abituati a continui tentativi mai appoggiati però dal governo nazionale, che questa volta avendo intravisto la possibilità di un notevole risparmio ha dato mano libera ad Rfi di riarticolare a proprio piacimento il servizio. Ovviamente il sindacato non aspetterà l'incontro del 2 febbraio per poi prendere atto delle decisioni prese, ma avverte che per l’importanza della vertenza ha già messo in allarme ferrovieri e cittadini, che come venerdì scorso spiegheranno meglio alla politica cosa vuol dire governare”.

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Comitato pendolari Siciliani

I treni non superano lo Stretto e l’Assessore Pizzo pensa ai grossi investimenti In mancanza di investimenti, di ammodernamento/velocizzazione delle attuali linee ferrate la Regione Sicilia è cauta e punta su obiettivi precisi. L’Assessore Pizzo ai microfoni del Tgr Sicilia dichiara: - “Avere dei servizi moderni e migliori di quelli attuali e quindi più efficienti ed efficaci e quindi minori tempi. L’attraversamento dello Stretto è una rottura di carico che dura tra le 2 ore e le 2 ore e mezzo, quindi è inutile fare l’alta velocità. Poi quando ci siano dei tempi di percorrenza che complicano a fermarsi. Noi dobbiamo puntare a servizi migliori non spaventandoci dei cambiamenti e delle modernità”. Continua l’assessore Pizzo (dice il cronista) che ricorda il progetto dei 5 miliardi per la CT-PA-ME e sulla volontà da parte di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) di non penalizzare la Sicilia. E sull’attraversamento dello Stretto continua: - “Ciò sarebbe antinomico, assurdo e contraddittorio che se in cambio di questo grossissimo investimento in infrastruttura si avesse una diminuzione dei servizi". Dichiarazioni che riteniamo senza un senso logico e senza una presa di posizione a tutela dei posti di lavoro e per salvaguardare quei cinque treni rimasti che ci collegano al “Continente Italia” nel rispetto della “Continuità Territoriale” e dell’art. 3 della Costituzione Italiana. E che qualcuno spieghi ai Siciliani quali sono gli obiettivi della Regione in ordine alla mobilità per l’attraversamento dello Stretto.

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Giuseppe Laccoto, Deputato Regione Sicilia

“Basta penalizzazioni” “I viaggiatori siciliani non possono subire ulteriori penalizzazioni in nome di non meglio precisate strategie aziendali. Il governo regionale deve pretendere un trasporto ferroviario moderno ed efficiente in grado di fornire un servizio che risponda alle legittime istanze dei viaggiatori”. Per Laccoto, “l’attraversamento dello Stretto, poi, deve essere garantito in ogni modo: non si può pensare di abbandonare alle stazioni di Messina o Villa San Giovanni anziani e disabili con bagagli al seguito. Piuttosto che tagliare gli ultimi treni a lunga percorrenza, Trenitalia dovrebbe pensare a rendere più “umana” ed europea la tratta ferroviaria che collega Messina a Palermo. Il governo nazionale e quello regionale uniscano gli sforzi per realizzare il completamento del raddoppio ferroviario che potrebbe far compiere un deciso salto di qualità al trasporto su rotaia”. Il deputato Regionale ha presentato una interrogazione all’Assessore alla Infrastrutture in cui ricorda la firma, nello scorso ottobre, dell’Accordo di Programma Quadro tra la Regione Sicilia, il Ministero per le Infrastrutture e il Ministero dell’Economia, «per l’attuazione e il trasferimento delle funzioni e dei compiti di programmazione e amministrazione relativamente ai servizi ferroviari di interesse regionale e locale». Grazie all’Apq la Sicilia dovrebbe ricevere ogni anno 111milioni di euro per garantire la regia di tutto il sistema trasporti nell'Isola e migliorare i servizi legati ai trasporti anche su rotaia. Nella stessa interrogazione, Laccoto chiede di rendere operativa la Continuità Territoriale “che finora è rimasta lettera morta”e di impegnarsi con atti concreti per impedire ulteriori penalizzazioni ai viaggiatori.

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Il Senatore del Gruppo Area Popolare Bruno Mancuso e la Senatrice Venera Padua hanno

Presentata un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi “Con la scusante della carenza di passeggeri – si legge nell’interrogazione – si rischia fattivamente, con l'introduzione del nuovo orario estivo che dovrebbe portare ulteriori tagli, un'esclusione della Sicilia dal collegamento ferroviario con il resto del Paese ancor più considerevole. Appare inadeguato operare un’ulteriore riduzione dei treni a lunga percorrenza, ipotesi che produrrebbe null'altro se non ulteriori disservizi a cittadini già penalizzati dall'assenza di un sistema integrato efficiente in materia di trasporto pubblico”. Mancuso e Padua ribadiscono inoltre come l’insufficienza dei collegamenti ferroviari in Sicilia e la mancanza della linea ad alta velocità rendano l'intero sistema regionale neanche paragonabile con quello di altre regioni italiane. “La carenza di collegamenti ferroviari efficienti – affermano – risulta oltremodo penalizzante rispetto alla prospettiva di un rilancio del sistema di mobilità pubblica regionale”. I Senatori Mancuso e Padua chiedono dunque al Ministro che venga assicurata la continuità territoriale siciliana, perlomeno salvaguardando le tratte ferroviarie tuttora presenti, e di intervenire altresì con Ferrovie italiane e Regione Siciliana sugli indirizzi futuri relativi al potenziamento ed ai collegamenti della rete isolana.

Stazione di Taormina - Giardini

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Rapporto del Comitato Pendolari Siciliani

Situazone trasporto ferroviario pendolare

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ochi fenomeni sono più rappresentativi bene in costante crescita, e nel contesto va dei cambiamenti avvenuti nel territorio evidenziato il rapporto di 10 a 1 tra passeggee nella società italiana, nel lavoro e ri trasportati sulle linee regionali e quelli sulle nella domanda di mobilità, come il pendolari- linee a lunga percorrenza. smo. Ogni giorno – secondo i dati del Censis Un forte e moderno servizio ferroviario è indi– oltre 15 milioni di persone si spostano per spensabile per costruire un sistema dei tramotivi di lavoro e studio verso le principali sporti efficiente nelle aree metropolitane. Tra città. È un processo che di fatto riguarda in l’altro c’è un’altra questione che dovrebbe far particolare gli ultimi due decenni perchè in riflettere in un periodo difficile per tante famirapida crescita, visto che all’inizio del secolo glie, come la possibilità di ridurre i costi di sponon arrivavano a 10 milioni. Purtroppo poco stamento utilizzando i mezzi collettivi che per più di 3 milioni sono coloro tra questi che si tante persone può rappresentare una vera muovono in treno, una quota minoritaria, seb- boccata di ossigeno, oltre che un migliora-

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mento significativo della qualità della vita. Ed è significativo constatare quanto stia crescendo l’organizzazione della rappresentanza dei pendolari, con comitati oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane, che chiedono più treni, puntuali, nuovi, puliti. Dare risposta a questa domanda è quanto mai strategico per un Paese come l’Italia, e per questa nostra regione, la Sicilia. La spiegazione delle difficoltà dello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città siciliane è semplice, basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio, l’acquisto di materiale rotabile e le infrastrutture. Qualcosa di più è stato fatto negli scorsi anni acquistando nuovi treni “Minuetto”, condizione fondamentale non solo per migliorare la qualità del viaggio per i pendolari ma anche per aumentarne il numero in circolazione e migliorare la puntualità (i ritardi dipendono anche dal sovraffollamento delle carrozze).

L’obiettivo è di Sensibilizzare Regione Siciliana e Trenitalia a rilanciare gli investimenti sull’ammodernamento delle infrastrutture e su un progetto di introduzione di nuovi treni pendolari più veloci e puntuali, per dare risposte ai bisogni di mobilità dei cittadini e di vivibilità delle aree urbane, conseguentemente attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra

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Attualità

“I bambini e la Shoah”, settanta anni dopo

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ono trascorsi 70 anni da quando il 27 gennaio del 1945 i soldati dell’Armata Rossa varcarono i cancelli di Auschwitz rivelando al mondo intero il più atroce orrore della storia dell’umanità, la Shoah. Niente più urla in quel campo di concentramento, niente più morte, niente più fumo dai forni crematori, a regnare solo il silenzio. Un silenzio che come dice la prof.ssa Maria Licia Schepis “custodisce macerie, ferite e che si confonde spesso con il non senso”. I sopravvissuti da quel momento hanno lasciato pagine di testi-

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monianza da consegnare alle generazioni future affinché una simile atrocità non si verifichi più. La memoria va custodita, preservata, perché per quanto preziosa è fragile. Ricordare per non dimenticare, “se noi diamo la parola ai sopravvissuti, dice Nino Carabellò docente del Liceo “La Farina”, costoro a partire da Primo Levi ci dicono che bisogna farlo sia per i morti che per i vivi. Per i morti perché non hanno lasciato alcuna traccia, non hanno una fossa dove qualcuno li può andare a trovare. Per i vivi perché bisogna riflettere sul


perché questa fabbrica di morte”. Il 27 gennaio da 15 anni è dichiarato Giorno della Memoria infatti la legge del 2000 recita così “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Fra il 1939 e il 1945, milioni di persone furono trucidate dai nazisti per il solo fatto di essere ebrei, tra questi anche tanti bambini. Un milione e mezzo i bambini vittime della Shoah, il 90% di questi erano ebrei. I bambini non furono risparmiati perché sarebbero diventati adulti, si sarebbero sposati e avrebbero dato al mondo altri ebrei. Ad essi fu strappata l’infanzia, furono negati i diritti, fu tolta l’identità ma non la creatività. In quello scenario di morte essi riuscirono a trasformare quell’esperienza in altro che ci è stato consegnato nei disegni e nelle poesie. E poi ci sono anche i bambini nascosti che hanno trovato riparo nei conventi, nei monasteri che sono stati costretti a convertirsi, a dimenticare il proprio nome come se fossero figli di un Dio minore. “I bambini e la Shoah” è stato proprio il tema di un incontro che si è svolto nell’Aula Magna dell’Ateneo. All’incontro, dopo i saluti del Prorettore alla Didattica, prof. Pietro Perconti, del prof. Mario Bolognari, Direttore del Dicam e del Dirigente scolastico del Liceo “La Farina”, prof.ssa Giuseppa Prestipino, sono intervenuti i professori Antonio Baglio e Maria Licia Schepis, docenti dell’Ateneo e Nino Carabellò , docente del Liceo “La Farina”. L’evento moderato dalla prof.ssa Paola Ricci Sindoni ha preso spunto dal libro di Sara Valentina Di Palma, “Se questo è un bambino. Infanzia e Shoah” (Giuntina, Firenze), che

esamina proprio le vicende dei minori coinvolti nella più grande tragedia del XX secolo. L’obiettivo dell’autrice è quello di ricostruire la memoria dei bambini durante e dopo la Shoah. “Mancava una ricerca specifica sulle vicende dei bambini coinvolti in questa tragedia, ha detto la prof.ssa Ricci Sindoni, perché in passato si riteneva che essi fossero quasi privi di memoria significativa e la loro esperienza non potesse essere riconosciuta attendibile come una fonte utile per la ricerca ma le vicende raccontate in questo libro dimostrano che non è così”. Dopo la Shoah riappropriarsi o meglio ricostruire la propria vita fu difficile, i bambini non erano più numeri o cose, tornavano ad essere uomini. Cristina D’Arrigo

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Le “generazioni” attrave

foto di Giuseppe Aloisi

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libri costituiscono un patrimonio inestimabile, conservano ciò che il tempo disperde, aiutano a tramandare tutto quel sistema di conoscenze che fa parte della nostra identità e che, senza la loro esistenza, sarebbe andato perduto già da tempo. Un sapere ampio e complesso acquisito via dalle generazioni che si sono succedute sulla terra. È proprio su un tema caldo ed attuale come quello delle generazioni che verte il nuovo libro del filosofo Remo Bodei, che ha incontrato lo scorso venerdì, nell’auditorium del Palacultura Antonello da Messina, l’istituto “La Farina-Basile”. A dargli il benvenuto è stata, ovviamente, la preside Giuseppa Prestipino che ha ringraziato la Libreria Bonanzinga, organizzatrice dell’evento, per aver fatto al liceo un così bel “dono”. Il suddetto istituto è diventato, ormai, un importante presidio culturale grazie a convegni, manifestazioni varie ma anche grazie al progetto lettura, avviato con una circolare che risale al lontano 1995. Quest’ultima è stata “interpretata” sempre in grande da Daniela Bonanzinga, con l’intento di creare eventi utili alla formazione degli studenti. È bello potersi confrontare, anche, con testi più difficili come quello di Bodei, è bello poter dire, tra dieci o venti anni, “io c’ero. Io ho incontrato Bodei”. Sono esperienze che incidono, notevolmente, nell’esperienza del lettore, del giovane studente. Dopo aver mostrato un trailer da loro realizzato, i

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erso i secoli

Il liceo “La Farina- Basile” incontra Bodei ragazzi hanno lasciato la parola al loro ospite. Bodei, attualmente professore di Filosofia alla University of California, prima di entrare nel dettaglio delle “generazioni” ha mirato a sottolinearne l’importanza. Ognuno di noi nascendo trova un mondo già creato, ben confezionato dai nostri avi. Ci troviamo sin da subito a parlare di famiglia, di stato, di religione. In tempi brevi e forzati siamo chiamati ad impadronirci di tutta questa cultura per prendere una strada nella vita, scegliere il nostro mestiere. Siamo eredi di una lunga storia che ha inizio in una realtà molto diversa con protagonista il nostro più antico antenato: l’uomo di Neanderthal. Bodei invita a guardare alle generazioni proprio da questo punto di vista, pensando alla “catena della vita”. I nostri neuroni, quando veniamo al mondo, non sono collegati tra loro ma è la nostra memoria, l’esperienza a far sì che essi generino le sinapsi. Si forma, così, passo dopo passo la nostra identità, vale a dire ciò che caratterizza ciascuno di noi, rendendolo un individuo unico. Tutto, ovviamente, avviene gradualmente nell’arco di quelle tre fasi della vita, magistralmente

È bello potersi confrontare, anche, con testi più difficili come quello di Bodei, è bello poter dire, tra dieci o venti anni, “io c’ero. Io ho incontrato Bodei”. Sono esperienze che incidono, notevolmente, nell’esperienza del lettore, del giovane studente foto di Giuseppe Aloisi WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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individuate dal filosofo greco Aristotele giovinezza, maturità e vecchiaia. “Tra gioventù e vecchiaia esiste”, sottolinea Bodei, “una simmetria inversa: i giovani hanno poco passato alle spalle e tanto futuro davanti; i vecchi, al contrario, hanno tanto passato alle spalle e poco futuro davanti”. Aristotele eleggeva come età migliore la maturità in quanto caratterizzata dal perfetto equilibrio tra la forza, l’istinto dei giovani e l’esperienza accumulata prima che il corpo si deperisca con la vecchiaia. A caratterizzare i giovani, inoltre, secondo Aristotele, era la speranza mentre tipica degli anziani era la nostalgia nei confronti del passato. Oggi nessuna delle due affermazioni, secondo Bodei, risulta veritiera. I primi, infatti, perdono, spesso, la speranza inseguendo sogni irrealizzabili, i secondi non sono solo proiettati verso la morte e senza potere. Nella realtà attuale la maturità sta perdendo terreno: la giovinezza si prolunga perché i ragazzi abbandonano sempre più tardi la dimora dei genitori e i vecchi ricorrono a trapianti, creme

“Tra gioventù e vecchiaia esiste”, sottolinea Bodei, “una simmetria inversa: i giovani hanno poco passato alle spalle e tanto futuro davanti; i vecchi, al contrario, hanno tanto passato alle spalle e poco futuro davanti”

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ed altri espedienti per evitare di invecchiare. Un altro elemento, inoltre, differenzia l’ottica delle generazioni moderna da quella antica. Un tempo era la famiglia chiamata a farsi carico dell’età della vita, ad occuparsi dei figli fino a quel che Dante definiva il “mezzo del cammin”. Da questo stadio si è passato al Welfare State, che oggi si sta sempre più sgretolando e la famiglia deve nuovamente occuparsi di ciò che prima era prerogativa dello stadio. Bodei ci accompagna, così, in un cammino alla scoperta delle generazioni, alla scoperta di noi stessi e della nostra identità. Ripercorriamo i giudizi espressi sulle fasi della vita dal mondo antico fino al Seicento, e dal Seicento ai giorni nostri. Nulla è andato perduto ma fa parte di ciascuno di noi, che non è altro, come dice Bodei, “che il risultato di una sequenza ininterrotta di eventi”. Alessia Vanaria

foto di Giuseppe Aloisi WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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foto di Antonio De Felice

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Anno giudiziario 2015

La chiamano giustizia

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’ stato inaugurato l’anno giudiziario, tanti gli interventi che si sono susseguiti, tra grossi esponenti della giustizia, la dott.ssa Cassaniti Mastrojeni, Presidente nazionale dell’Associazione Vittime della Strada. Il primo ad inaugurare l’anno, Mario Zumbo, presidente facente funzioni della Corte d´Appello di Messina, che a distanza di un anno ha presentato una situazione della giustizia per nulla migliorata rispetto all’anno precedente. Presenti le autorità civili, militari e religiose, fra di esse anche il Sindaco, che rispetto all’anno scorso e alla situazione corrente

è riuscito, almeno da parte dei “Giudici” a scansare le polemiche. Pare, infatti, che finalmente si sia trovato un accordo sulla sede del nuovo Palagiustizia, nell’edificio dell’ex Caserma Zuccarello, come ha confermato fra gli altri la presidente dell’AIGA Simona Giuffrida. Fra gli intervenuti anche il procuratore Giovanni D’Angelo, il quale ha rappresentato fra l’altro, l’aumento del racket estorsivo molto alto nella nostra città, soprattutto se raffrontato alla situazione di crisi. Marilena Faranda

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“Alleanza lavoro - economia - solidariet

A fianco dei lavorator

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inanzi ai problemi sociali e lavorativi in continuo aumento sentiamo urgente dire una parola come Chiesa per dare voce a chi non ha voce. Il nostro Arcivescovo, Mons. Calogero La Piana, in questo Anno Pastorale, ci invita a “un profondo radicamento nel vissuto umano, una presenza solidale e discreta nella vita concreta dell’uomo”. Ecco perché come Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro sentiamo il dovere di esprimere la vicinanza a tutti i lavoratori che vedono spesso calpestata la dignità della persona umana. Tra i tanti, pensiamo ai dipendenti della Aicon, che dal 31 gennaio non avranno più un sussidio di mobilità e resteranno soli e disperati; ma ci sono anche i lavoratori della Edipower che non conoscono il futuro della loro azienda; così come quelli della Esi che si trovano improvvisamente in cassa integrazione; infine non possiamo dimenticare i numerosi lavoratori che attendono da mesi stipendi arretrati. Ci sta a cuore ogni singola persona con la sua dignità, consapevoli che la mancanza di lavoro spesso porta al fallimento del progetto familiare. Quello che chiediamo è che le Istituzioni facciano il possibile per loro, che si mettano in ascolto di ogni persona, nel rispetto della condizione di ognuno e che favoriscano politiche attive di lavoro e di sviluppo con incentivi per poter ancora oggi scommettere sul lavoro specie dei giovani. È incredibile l’abbandono della zona industriale Irsap (ex Asi) di Giammoro e delle altre attività industriali di Messina. Quali le politiche di sviluppo?

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tà” per rigenerare la società messinese

ri e delle loro famiglie

Da venti anni la Chiesa italiana, attraverso il Progetto Policoro, è a disposizione gratuitamente anche nella nostra Arcidiocesi (Centro servizi diocesano: martedì ore 10-12, via I Settembre 117) per accompagnare i giovani nella riscoperta del lavoro e nella creazione d’impresa. Purtroppo manca la disponibilità di accesso al credito o la possibilità di creare un fondo per le imprese e per chi non ha credito. Urge un’alleanza per salvare la nostra Città e il nostro territorio. Spesso si assiste a sterili battaglie di basso profilo, a troppe polemiche. Abbiamo bisogno di professionisti competenti che ogni giorno si impegnano per il bene comune. Il nostro unico desiderio è quello di lanciare un appello, insieme all’Ufficio Diocesano di Pastorale della Famiglia e alla Consulta per le Aggregazioni Laicali, perche si costituisca una “Alleanza lavoro - economia - solidarietà” per sostenere la collaborazione tra le forze vive della società così come auspicato da più parti. La Chiesa di Messina con questa iniziativa non vuole sostituirsi a nessun tavolo istituzionale ma offrire occasione di dialogo per le varie realtà che non hanno trovato attenzione adeguata. Siamo certi che - come sottolinea Papa Francesco - “il vero problema non sono i soldi, ma le persone: non possiamo chiedere ai soldi quello che solo le persone possono fare o creare. I soldi da soli non creano sviluppo, per creare sviluppo occorrono persone che hanno il coraggio di prendere l'iniziativa”. Abbiamo fiducia che con l’impegno di tutti possiamo rigenerare il nostro territorio. WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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XXIII edizione

“Il Mare d’Inverno” 44

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l 25 gennaio 2015, a cura dei Coordinamenti Comunale e Provinciale di “Fare Verde Messina”, si è tenuta la tradizionale azione ambientalista denominata “Il Mare d’Inverno” per l’anno 2013, giunta alla sua ventitreesima edizione (la diciottesima a Messina). Il Mare d’Inverno è un’iniziativa condotta a livello nazionale per sensibilizzare la cittadinanza al concetto che le spiagge vengano mantenute pulite anche nella stagione delle piogge e del freddo. In quest’ottica, volontari e liberi cittadini “armati” di guanti e sacchetti, hanno ripulito simbolicamente una porzione del litorale messinese. Per quest’anno, come già avvenuto in passato, il luogo oggetto di intervento a Messina è stato quello del litorale della Zona Falcata, dove sono stati complessivamente raccolti, con il metodo della differenziata, 11 sacchi grandi (80x120 cm), contenenti rifiuti di vetro, plastica, carta e rifiuti organici. Si segnala una presenza particolarmente significativa di copertoni di automobile e/o di mezzi pesanti, nonché di materiale ferroso e di rame. Al termine dell’azione, è stato contattato il servizio dell’A.T.O. n. 3 Me, al quale è stata segnalata la giacenza dei predetti rifiuti affinché vengano tempestivamente rimossi dalle competenti squadre di operai. L’Associazione coglie inoltre l’occasione per segnalare lo stato di degrado in cui versa l’area della Falcata, già denunciato con relazione di sopralluogo del 17 gennaio u.s.: tutta l’area circostante la Real Cittadella appare infatti sempre di più come una “discarica a cielo aperto” in “regolare attività”. Ed infatti, nelle immediate vicinanze dell'inceneritore si riscontrano: numerose guaine di cavi, evidentemente residuo di furti di rame, nonché rifiuti di vario tipo (principalmente laterizi e materiale di risulta). Anche sulla spiaggia e tutto intorno alle mura della Real Cittadella, proliferano cumuli di rifiuti di ogni genere.

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dietro le quinte di Francesco Certo

Differenze di qualità

Le battaglie dimenticate

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a settimana scorsa avevamo analizzato le accuse a Renato Accorinti, reo di non aver dato spazio al genere femminile nella sua Giunta. Nei giorni che precedevano la nomina al successore di Filippo Cucinotta, infatti, non era impossibile pensare che la scelta definitiva potesse cadere su una donna, Lucy Fenech nello specifico, nella speranza che la decisione, però, fosse dettata dalla qualità della consigliera di CMDB e non dal suo genere. Alla fine così non è stato, al posto di Cucinotta è arrivato Sebastiano Pino, già comandante Rfi, che prende oltre ai compiti del vecchio assessore anche le deleghe al risanamento e quelle allo sport; ma un sottofondo di polemiche, sul genere, non mancano. Non si mette in discussione il valore dell’assessore ma, più che altro, si sottolinea la decisione di Accorinti di non affidarsi ad una donna. Il sindaco respinge e nega preclusioni di genere, come ovvio, ma ormai la miccia è accesa e, anche solo per una frase ad effetto, le critiche non mancano. Indubbiamente la presenza rosa in Giunta è minima, Patrizia Panarello unico assessore donna, ma la polemica di genere rimane una delle pagine più tristi del femminismo retorico. Il rischio, infatti, è quello di combattere una mera battaglia di rappresentanza qualunquistica dimenticando meriti e competenze.

C

he l’Orsa si ponga in primo piano contro la soppressione, possibile, delle navi ferroviarie ci pare un’ovvietà. Che l’Orsa difenda il diritto di continuità territoriale ci pare una battaglia di legalità propria; che debba fare tutto senza l’appoggio concreto, reale e fisico dell’amministrazione Accorinti ci pare una stranezza. Le parole passano e sono passate, la protesta dell’Orsa non è una di quelle cose da dimenticare e archiviare tra le tante; il trattamento che i viaggiatori siciliani stanno subendo e subiranno non è più giustificabile, i treni a lunga percorrenza hanno già visto importanti tagli e la loro soppressione definitiva sembra prossima, se si aggiunge quella delle navi ferroviarie allora il quadro è completo e la Sicilia diventerebbe periferia vera e propria di uno Stato inospitale. Che solo il sindacato se ne curi in prima linea risulta strano, ovvio che dall’amministrazione l’appoggio non manchi, ma ora servono i fatti concreti da parte di chi queste battaglie di civiltà le ha sempre affrontate in prima linea.

Integrazione reale Il grande libro dell’integrazione si riempie di un’altra pagina, un libro ancora scarno e, spesso, riempito di banali esercizi di finta correttezza politica. A Messina si prova ad aprire le porte all’Islam, porte importanti; quelle di un cimitero. Infatti, nella struttura di San Filippo, la comunità islamica siciliana potrà seppellire i propri morti grazie all’accordo che nei prossimi giorni verrà firmato con l’amministrazione comunale. La comunità islamica ha risposto al bando per la concessione di alcuni lotti nel cimitero di San Filippo, un accordo della durata di 99 anni dopo regolare gara al prezzo di 26 mila euro. Burocrazia a parte, spesso ci si riempie la bocca di parole vuote sull’integrazione, questo passaggio dovrà essere accompagnato dall’assenza di chiacchiere inutili e occhiatacce agli avventori del cimitero. Non vogliamo romperci la testa prima di rompercela, ma non possiamo nasconderci dietro il famoso dito per poi urlare ad intolleranza avvenuta. Le strutture cimiteriali non sono gestite dalle autorità religiose ma comunali, ovvio che gli “ospiti” presenti non siano, quindi, esclusivi di questa o quella fede.

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Rimpastino, di delega in delega

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ncora una volta Renato Accorinti modifica la sua giunta, non lo fa fisicamente se non con l’arrivo del comandante Sebastiano Pino al posto di Filippo Cucinotta, che lascia la giunta ma non del tutto dato che sarà esperto esterno a titolo gratuito. Dicevamo, cambia la giunta perché modifica le deleghe; lascia lo sport al nuovo arrivo al quale, oltre a quelle del predecessore, vanno i pastosi risanamento e patrimonio; gatte da pelare non da poco per il nuovo acquisto. Sergio De Cola, lasciato il risanamento al comandante prende la protezione civile, ma tiene i lavori pubblici in contrasto alla sua fallimentare gestione del caso “via don Blasco”. Antonino Mantineo, discusso assessore senza peli sulla lingua, tiene le politiche sociali e continuerà, immaginiamo, la sua battaglia contro “l’amato” Prefetto Trotta. Per Ialacqua cambia poco o quasi nulla, a lui la gestione del dimenticato Acquario comunale, se avrà il trattamento di arredo urbano e verde pubblico non lo riscoprirà nessuno. Perna rimane alla cultura, ma entra nel fantastico mondo del decentramento e delle politiche giovanili; altro assessore che dovrà cominciare a lasciare tracce di sé. Signorino, Panarello e Cacciola senza novità all’orizzonte; il sindaco Accorinti, invece, molla tutto e tiene per sé le politiche della Pace, insomma nulla cosmico vieni a me.

Il palagiustizia della discordia

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utto era stato risolto, ci aveva pensato la perentorietà del sindaco Accorinti, dopo mesi di parole era arrivato lui a dirimere la situazione. Il secondo palagiustizia sarebbe sorto in un’area ex militare, per l’esattezza alla caserma Crisafulli - Zuccarello. Tutto bello e tutti contenti, la mania di dar per scontato che le parole siano legati ad una futura realtà, però, ha tradito ancora una volta l’amministrazione. Infatti, dopo l’invito al ministero della Difesa di dare risposta definitiva all’ipotesi accorintiana, i delegati del ministero hanno, finalmente, dato il loro parere che, ovviamente, risulta negativo. La caserma in questione è al centro di varie problematiche, dai locali ristretti al fatto che ospita già alcuni corpi dell’esercito rimasti a corto di sede. Insomma, lo champagne si è stappato abbondantemente prima della mezzanotte, il capodanno è lontano da venire. L’invito, modesto, è quello di lasciar perdere annunci e soluzioni estemporanee, se si vuol risolvere la vicenda la si ponga al centro di attenta analisi.

Lo scirocco che verrà

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rmai sta diventando refrain insopportabile. Telenovela alla quale avremmo fatto a meno di dover assistere. Il porto di Tremestieri riapre, quasi 3 mesi dopo, lo fa alla fine di infiniti giorni di costosi lavori necessari allo sbancamento della sabbia raccolta a causa di maltempo e scirocco. Ma i discoli maltempo e scirocco se ne fregano, dopo aver rallentato i lavori come in un’infinita tela di Penelope, in barba a fastidi, costi e posti di lavoro loro torneranno e saremo punto e daccapo. Il porto non ha problemi, è un problema, nato male, realizzato in un luogo inadatto e che ha trovato come nemico spietato. Vi rimandiamo alle prossime folate per l’ennesima chiusura. Intanto con la riapertura, sempre che il mare non sia troppo grosso, i tir tornano al confine della città, lasciano il centro e gli imbarcaderi privati. Ma i problemi sono anche legali, i 36 lavoratori del terminal preannunciano uno sciopero di 12 ore, rischiano il loro posto con l’arrivo del prossimo concessionario. Non c’è pace e mai ci sarà. WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Habemus assessorem

Habemus assessorem”: Questa la frase che da ieri mattina sembra sentir risuonare nella nostra Messina. Dopo più di un mese, infatti, dalle dimissioni dell’assessore Filippo Cucinotta, solo ieri si è individuato un successore “gradito a tutti”. Una lunga storia che sembra, finalmente, aver trovato il suo epilogo. Tutto inizia il 7 gennaio quando il sindaco Accorinti comunica ufficialmente la nomina di Elio Conti Nibali, quale nuovo assessore della Giunta Municipale. È la battuta d’inizio di una pioggia di polemiche che porteranno il “nominato” a rinunciare ante tempus al suo incarico. Da quel momento è partito il “toto-assessore”: ognuno ha elaborato ipotesi e previsioni. Tutto si è concluso, ieri, con la nomina di Sebastiano Pino, a cui sono state attribuite le deleghe relative alle Risorse del mare, Patrimonio, Politiche della casa e Politiche dello sport. “Sono particolarmente felice di fare parte di questa squadra, che già seguivo con apprezzamento e stima per il lavoro che sta portando avanti e con la quale già avevo avviato un percorso di collaborazione. Mi dedicherò col massimo impegno per risolvere le problematiche inerenti alle mie deleghe e ripagare la fiducia del sindaco Accorinti che mi ha scelto e al quale mi lega un antichissimo rapporto di amicizia”. Queste le prime parole dell’assessore Pino, che dimessosi dal sindacato e dalle RSU 32 della navigazione, si metterà da subito a lavoro per migliorare i trasporti marittimi siciliani. Tra i primi obiettivi: flotta comunale e porto cittadino. “Gli approdi di Tremestieri” ha detto il neo assessore “non si possono chiamare porto, dovremo cercare solo di accelerare il processo del Porto. Ormai si può realizzare un porto ovunque, l’importante è avere le giuste misure di sicurezza.” Sembra avere le idee chiare, anche, per quanto concerne sport e patrimonio. L’intento è quello di proseguire il lavoro già avviato da Cucinotta, che continuerà a collaborare con la Giunta come esperto a titolo gratuito. All’assessore Pino rivolgiamo, intanto, i nostri migliori auguri, con la speranza che possa realizzare tutti i suoi obiettivi e operare per il bene della città. Affidiamo, anche a lui, questa “povera nave” impegnata, per adesso, in manovre anti-naufragio con l’augurio che domani possa navigare in acque migliori.

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IN

di Alessia Vanaria


di Francesco Certo

OUT

Legalizzala Qualche settimana fa ci eravamo interessati all’ultima manifestazione di protesta dei cosiddetti “pinellini”, ovvero, l’occupazione dell’ex scuola Foscolo. Lo avevamo fatto lanciando una provocazione all’amministrazione, cioè, quella di legalizzare il “Pinelli”, nato sulle ceneri del Teatro in Fiera, continuato all’ex Casa del Portuale ed, infine, zingaro nel far riscoprire alla città tutti i luoghi abbandonati dalla politica e dalla società, ultima, proprio la scuola Foscolo. La nostra idea, che cozza con chi li giudica quattro “figli di papà” perdigiorno o cazzate simili, non strizza l’occhio alle loro idee o convinzioni a prescindere, ma vuol porre l’accento sull’unicità di questo gruppo di persone che, rompendo gli schemi, lottano per la propria realtà locale, in barba alla retorica della burocrazia e delle regole, talvolta, stupide. Indubbiamente le occupazioni non sono atti legali, indubbiamente è uso comune denunciare questi atti come sbagliati, ma occupare nel loro modo è diverso. Non si occupa per fini propri, si denuncia e sposta l’attenzione, si punta un faro sull’abbandono e lo si fa per la comunità. Perché è la comunità a ricevere la parte migliore dell’occupazione. Non bisogna confondere questi gesti, spesso simbolici, con centri sociali fini a se stessi o senza un vero costrutto sociale. Tutt’altro, si vive e si dona alla cittadinanza; certo che esiste un qualche inclinazione politica ma sarebbe ipocrita definirsi al contrario, dato che ognuno di noi fa politica in ogni sua scelta, spesso inconsapevolmente. La Foscolo occupata è stata appoggiata prima, denunciata poi, motivo di contrasto interno alla V circoscrizione con Presidente e consiglieri in posizioni opposte. Ora è arrivata una squallida saldatura, sigilli comunali per liberare dai liberatori; chiusura che già divide tra chi accusa i dirigenti e vuol salvaguardare l’amministrazione e chi non può dividere le due anime. Impossibile accusare e scansarsi dal problema, chi amministra decide e basta con gli scarica barile. Occupare può vivere nell’anima ma non nella legalità? Benissimo, legalizziamo il “Pinelli”, sicuramente occuperanno ancora anche con un casa propria, e lo faranno per risvegliare dal torpore, ma non facciamo finta che non esistano bollandoli come minoranza illegale. WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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settegiorni a cura di Cristina D’Arrigo

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Gennaio 2015

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Nuova “social card 2015” Il consigliere comunale Libero Gioveni, interviene sulla social card 2015. A Catania e Palermo si e a Messina no. I cittadini messinesi in grave difficoltà economica potrebbero beneficiare di questo piccolo ma pur sempre prezioso sussidio.

Turismo come futuro per la città Il vicepresidente del Consiglio comunale, Nino Interdonato, e il consigliere comunale, Santi Daniele Zuccarello, nel corso di una conferenza stampa hanno illustrato il regolamento sugli orari dei locali di pubblico spettacolo e di pubblico esercizio.

Inaugurata l’Aula Luigi Michaud Nell’edificio principale del Dipartimento di Scienze Biologiche e Ambientali, è stata inaugurata l’Aula “Luigi Michaud”, ricercatore scomparso il 17 gennaio di un anno fa in Antartide, a seguito di un’immersione nel tratto di mare che si trova davanti alla base italiana “Mario Zucchelli”.

Presentato il movimento “#diventeràbellissima” Nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, è stato presentato alla cittadinanza messinese il movimento di opinione “#diventeràbellissima”, recentemente sorto attorno al Presidente della Commissione regionale Antimafia e giunto alla sua terza tappa siciliana.

Messina vince il derby dello Stretto Torna il derby dello Stretto, al San Filippo, il Messina vince per 4 a 1. Riparte la corsa salvezza per la squadra di Grassadonia, con l’euforia da derby che può diventare un fattore decisivo per allontanarsi dalla zona play out.

Onore al Merito Il Sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, on. Davide Faraone, ha premiato gli studenti vincitori delle borse di studio alla carriera (1.000 euro ciascuna), assegnate dall’Ateneo attraverso il programma “Onore al Merito”.

Nuovo assessore comunale, Sebastiano Pino E' stato presentato dal sindaco, Renato Accorinti, e da una rappresentanza della Giunta municipale, il nuovo assessore comunale, che subentra a Filippo Cucinotta, e si occuperà delle deleghe relative alle Risorse del mare, Patrimonio, Politiche della casa e Politiche dello sport.



Circoscrizioni a cura di Alessia Vanaria

II CIRCOSCRIZIONE

Disservizi postali

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iungono lamentele da parte degli abitanti di diverse zone della II circoscrizione in relazione a disservizi postali che si verificano da almeno un mese nella consegna della corrispondenza. Il servizio fornito da Poste Italiane è un servizio importantissimo per la comunità ed i disagi lamentati dall´utenza sono più che giustificati in quanto non vengono distribuite le fatture per il pagamento delle bollette, le cui scadenze rappresentano un problema non potendo versare entro i termini gli importi agli enti che riforniscono luce, gas o servizi di telefonia, utenze idriche, oltre ai bollettini di pagamento TARI e RAI. I residenti spesso si ritrovano a dover subire il rischio del distacco del servizio oltre al pagamento delle conseguenti morosità per il ripristino degli stessi Il consigliere Rosario Santoro nel mese di maggio 2014 ha inviato un fax alla Direzione Provinciale Poste con cui si lamentavano gli inconvenienti a cui è seguita un’interrogazione in merito alla problematica in oggetto, dato che gli inconvenienti si tornano a ripetere. Oggi, Santoro, pur non potendo entrare nelle logiche e nelle dinamiche di un Ente esterno all’amministrazione Comunale, dato che fino adesso la situazione dei servizi di recapito postale non ha avuto riscontri positivi nel tempo, tranne un periodo dove furono assunti dei lavoratori trimestrali, chiede al presidente della II circoscrizione Antonino Zullo di intervenire presso la Direzione Provinciale Poste e l´Ufficio Recapito delle Poste di Pistunina affinché l’ente possa trovare quei provvedimenti utili per risolvere un problema di rilevanza sociale per i cittadini, nei cui confronti la qualità del servizio dovrebbe essere ottimale in quanto rappresenta un dovere verso la collettività.

IV CIRCOSCRIZIONE

Viale Principe Umberto nel degrado assoluto

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l consigliere della IV circoscrizione Antonio Giannetto ha inviato al Commissario di Messinambiente Alessio Ciacci e all´assessore all´ambiente Daniele Ialacqua una nota avente come oggetto la richiesta di un intervento massiccio di scerbatura in Viale Principe Umberto. Notevole è, infatti, lo stato di degrado in cui versa da anni la zona della scarpata, situata nel Viale Principe Umberto presso la piazzuola panoramica. È indecoroso che si trovi in queste condizioni, come ha avuto modo di constatare Giannetto a seguito di un sopralluogo, una delle aree più caratteristiche della nostra bella città. Numerosi, infatti, sono i turisti che ogni anno visitano la zona interessata ed ammirano il panorama proprio nel punto indicato. Lo spettacolo, inoltre, risulta sicuramente non consono anche per i cittadini delle palazzine che si trovano nella zona antistante quella in oggetto. Si richiede pertanto un intervento immediato, al fine di riqualificare tale zona, in modo da renderla decorosa e civile.

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V CIRCOSCRIZIONE

La V Circoscrizione chiede la restituzione dell’ex scuola ‘Foscolo’

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Consiglieri della V Circoscrizione Fama, Tavilla, D’Alì, Laimo, Cannistraci, Barbera, Capillo, Bucalo, Cutè, Alessi, Anastasi, Giubrone e Scognamiglio firmano una delibera di indirizzo, votata e approvata in aula di Consiglio, rivolta al Prefetto, al Sindaco e al Comandante della Polizia Municipale. Il Consiglio della V circoscrizione, avendo come intendimento la restituzione alla cittadinanza dei beni pubblici non più utilizzati al fine di creare attività sociali, culturali, artistiche e ricreative, aveva attenzionato la struttura dell’ex scuola ‘Foscolo’, ormai interdetta alle attività didattiche dal marzo 2013. Purtroppo, nonostante le richieste, le interrogazioni susseguitesi e la proposta di progetto presentata, l’amministrazione Comunale non ha fornito alcuna risposta, disattendendo più volte al regolamento Comunale che prevede un termine massimo di 30 giorni per rispondere, lasciando all’abbandono e al vandalismo la struttura tutta, nonostante vi siano parti agibili ove all’interno esistono diversi arredi scolastici, strumenti musicali e attrezzature informatiche funzionanti facenti parte di un laboratorio autorizzato dal Ministero. Nelle scorse settimane, un collettivo definitosi ‘teatro Pinelli Occupato’, ha proceduto all’occupazione abusiva della struttura, pur ritenendo valido e condivisibile il fine degli occupanti di restituire alla cittadinanza gli immobili pubblici dismessi che possono essere riacquisiti alla pubblica fruizione e destinati ad una nuova funzione sociale, culturale e artistica con l’utilizzo di percorsi innovativi e sperimentali, non si può non tener conto che l’occupazione abusiva di stabili comunali è un atto illegale, in quanto viola norme del codice penale, oltre allo sciupio di risorse economiche pubbliche in quanto risultano ancora attive le utenze elettriche, idriche e telefoniche.

Ad oggi, l’Amministrazione Comunale, nonostante sollecitata da più parti, non ha preso posizione alcuna in merito alla problematica e non ha ancora predisposto un regolamento sui beni comuni che disciplini l’utilizzo e l’affidamento, mediante bando pubblico nella massima trasparenza, dei beni pubblici in dismissione o non più utilizzati.Per quanto succitato, nell’agire nel rispetto della legalità e della trasparenza, il Consiglio della V Circoscrizione Delibera di impegnare gli Organi in indirizzo a disporre: 1. Lo sgombero dell’ex plesso scolastico ‘Foscolo’ mediante l’Autorità preposta all’Ordine Pubblico; 2. La pubblicazione di un bando pubblico per l’assegnazione dell’ex plesso scolastico ‘Foscolo’, al fine di operare nella massima trasparenza, destinato alle associazioni che sono intenzionate a portare avanti progetti concreti sul territorio relativi alla cultura, all’arte, all’istruzione e alla formazione, in sinergia con il Consiglio Circoscrizionale. 3. La predisposizione con deliberazione, da parte della Giunta Comunale, di un regolamento che disciplini i beni pubblici comunali in dismissione o non utilizzati, al fine di restituirli, nei dovuti modi, alla collettività cittadina.

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Nuova segnalazione dalla III circoscrizione

Una storia triste

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ggi vogliamo raccontare ai nostri lettori una storia triste, ma che speriamo un giorno possa trovare un lieto fine. Protagonista è una povera anziana residente in Via Comunale a Camaro Superiore, che si trova a fare i conti, in caso di pioggia, con una realtà davvero agghiacciante. Bastano poche gocce d’acqua, infatti, perché la sua dimora, come testimoniato dalle foto, si trasformi in un lago. Il consigliere della III circoscrizione Nunzio Signorino ha spesso segnalato il fatto, ma nulla ad oggi è stato fatto. L’AMAM sostiene che in zona esista un abusivismo in quanto risultano convogliate acque bianche e acque nere. Sia vero o meno ciò, bisogna riconoscere che ad oggi, come sottolinea il consigliere Signorino, l’AMAM potendo contare su una solo ditta, risulta, spesso, impotente ed incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini. Premesso ciò, mentre si gioca a “scaricabarile” senza pensare ad alcun intervento concreto, a rimet-

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terci è una donna anziana, per altro sofferente. Non è ammissibile né tanto meno giusto, vivere guardando con ansia il cielo, temendo nuove piogge. Non è ammissibile vedere la propria casa riempirsi puntualmente d’acqua senza poter far nulla, se non limitarsi a raccoglierla e inviare segnalazioni agli organi competenti. Per tutte queste ragioni abbiamo scelto di denunciare questa triste realtà, con la speranza che le foto scuotano la mente di chi è chiamato ad intervenire, lo aiutino a comprendere che è finito il “tempo delle parole”. È ora di agire, è ora di dare a questa storia il suo lieto fine.

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Foto notizia di Peppe Saya

Tavolo permanente presieduto dall'Assessore Panarello

Nonostante le assenze: contrasto ed informazione su tutti i fronti

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i è tenuto il primo incontro del Tavolo permanente contro l’Omofobia, convocato dall’Assessore Panarello, alla presenza del Sindaco Accorinti, della Consigliera Lucy Fenech, del Consigliere di quartiere Ciccio Mucciardi e del Presidente dell’Arci gay Rosario Duca. Non hanno risposto all’invito gli altri Consiglieri, con a capo la Presidente Barrile, i Consigli di quartiere e l’Università, spiega amareggiata l’Assessore. Un reazione di totale sgomento quella del Sindaco. Mi attaccano su tutto, sarebbe mia la colpa di ogni cosa che avviene in questa città, ma quando poi si tratta di affrontare problemi reali, invitati non partecipano. Invita, quindi, l’Assessore, evitando polemiche, a invitarli nuovamente per la prossima riunione.

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città a cura di Marilena Faranda

Giunta Comunale

Il comandante Pino sulla rotta del rilancio Galleria Vittorio Emanuele

foto Peppe Saya

Incendiata una bancarella

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’ stata transennata dai vigili del fuoco, l’area della Galleria Vittorio Emanuele, in cui è stata bruciata una bancarella, probabilmente abusiva cosa su cui sta indagando l’Annona, in cui si vendevano libri, cartoline e occhiali. Una brava persona, ci dice Mimmo Cecere, proprietario del locale all’ingresso della stessa galleria, non dava fastidio a nessuno e nella notte fra sabato e domenica gli hanno bruciato tutto, causando anche il crollo di buona parte del tetto. Mi dispiace per lui, continua, e se sono stati dei balordi mi dispiace anche per loro, perché vuol dire che non sanno stare nel Mondo se fanno queste cose e mi domando, che futuro avranno nella vita. Le indagini restano ancora in corso. Viene, però spontaneo un commento amaro, che nonostante gli sforzi fatti dal Consigliere Zuccarello e dalle associazioni che l’hanno sostenuto, nel progetto di sensibilizzare la cittadinanza, per una riqualificazione di un edificio storico del centro cittadino, ancora i vandali qui la fanno da padroni.

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ella scelta di un Assessore dobbiamo contemplare più cose, afferma il Sindaco Accorinti, durante la conferenza stampa di presentazione del neo Assessore, Sebastiano Pino, dalla affinità di percorso, dalla condivisone di intenti, allo spirito, non è facile trovare tutte queste qualità in un uomo solo. Questo profilo l’ho individuato in Pino, Segretario del SASMANT fino a ieri. Lo dico con orgoglio, raramente c’è una condivisione a 360 gradi, se l’è conquistata con la sua serenità. Invito, tutti partiti, sindacati e associazioni di lavorare per la città. Al neo assessore Pino sono state attribuite le deleghe: alle Risorse del mare, al Patrimonio, Politiche della casa e Politiche dello Sport. Ho nominato esperto a titolo gratuito Filippo Cucinotta, afferma il Sindaco, che si occuperà della consulenza nelle politiche di sviluppo del territorio, del mare e delle attività cantieristiche. Ho accettato l’offerta di Renato, spiega Pino, perché

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mi sembra importante che la sua esperienza venga rinvigorita. è indispensabile che questa Amministrazione si confronti col territorio, per capire le cose che sono importanti. Ieri mi sono dimesso dal sindacato e dalle RSU 32 della navigazione, già da domani incontrerò le associazioni, dobbiamo attuare un rilancio con un ammodernamento. La flotta comunale fa ancora parte del nostro programma, avevamo fatto un gruppo di lavoro con RESET ed M5S, ed ora continueremo a portarlo avanti. Gli approdi di Tremestieri non si possono chiamare porto, dovremo cercare solo di accelerare il processo del Porto. Ormai si può realizzare un porto ovunque, l’importante è avere le giuste misure di sicurezza. Per lo sport già da giovedì ci confronteremo in Commissione, perché è un settore importante, in cui ci sono parecchie emergenze. Per quanto riguarda il settore del Patrimonio, ci lavoreremo.


Giustizia

Aree Mercatali

Inaugurazione anno giudiziario Tavolo tecnico

sul mercato Zaera

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’ stato inaugurato l’anno giudiziario, tanti gli interventi che si sono susseguiti, tra grossi esponenti della giustizia, i radicali che hanno ancora una volta denunciato le gravi condizioni di degrado delle carceri, troppo affollate, e la dott.ssa Cassaniti Mastrojeni, che denuncia l’ingiustizia della Giustizia che dovrebbero avere le vittime degli incidenti stradali. Il primo ad inaugurare l’anno, Mario Zumbo, presidente facente funzioni della Corte d'Appello di Messina, che a distanza di un anno ha presentato una situazione della giustizia per nulla migliorata rispetto all’anno

L foto Antonio De Felice

precedente, caratterizzata, soprattutto, dalla lentezza nei processi e dalla carenza di personale. Presenti le autorità civili, militari e religiose. Unica nota positiva l’ accordo sulla sede del nuovo Palagiustizia, nell’edificio dell’ex Caserma Zuccarello.

Servizi Sociali

Convocazione degli Stati Generali

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el corso di una conferenza stampa nella Sala Falcone Borsellino di Palazzo Zanca, l’assessore ai Servizi sociali, Nino Mantineo, ha illustrato ragioni, finalità e obiettivi che hanno indotto l’Amministrazione comunale a convocare il 10 e l'11 aprile gli “Stati generali dei servizi sociali”, al fine di analizzare, discutere e condividere insieme ad attori istituzionali, del privato sociale e delle imprese, le linee portanti della pro-

unedì 9 febbraio, dalle ore 9 alle 12, nella Sala Falcone Borsellino di Palazzo Zanca, si terrà inoltre un tavolo tecnico sulle problematiche del mercato Zaera, cui prenderanno parte l’assessore ai Lavori pubblici, Sergio De Cola, il ragioniere generale, Antonino Cama, il segretario generale, Antonio Le Donne, e rappresentanti degli uffici di Presidenza, del Consiglio comunale, della Commissione Bilancio e della Commissione Commercio.

Viabilità

Lavori di messa in sicurezza

S grammazione e gestione nel presente e nell’immediato futuro del “welfare della comunità cittadina e distrettuale” di Messina. Fino ad oggi, purtroppo afferma l’assessore Mantineo, ci siamo trovati a tamponare le emergenze e fare proroghe. Ora ci stiamo dedicando ad una programmazione condivisa.

ono state disposte limitazioni viarie a Briga Superiore, nell'ambito dei lavori per la messa in sicurezza di un'area lungo la via Scavello, a monte del Centro sociale, e di demolizione dell'immobile danneggiato da un evento franoso. Da mercoledì 28, sino al 27 aprile, sarà chiuso al transito veicolare e pedonale un tratto della via Comunale.

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Foto notizia di Peppe Saya

Messina - 26 Gennaio 2014 - Galleria Vittorio Emanuele

Bruciata una bancarella di libri, cartoline e occhiali

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Provincia a cura di Marilena Faranda

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i è svolto a Palazzo dei Leoni l’incontro tra il Commissario Straordinario, dott. Filippo Romano, ed i rappresentanti sindacali per fare il punto sull'attuale situazione relativa alla gestione dell’affidamento dei servizi di assistenza igienico personale e trasporto degli studenti disabili delle scuole secondarie della provincia di Messina. Al confronto hanno preso parte la Dirigente della X Direzione, dott.ssa Schachter, i funzionari del Servizio Politiche Sociali ed una delegazione di lavoratori che ha esposto le varie problematiche lavorative. L’incontro è stato sollecitato dai Sindacati CGIL, CISL e FIADEL per stigmatizzare le disfunzioni rilevate che interessano sia i lavoratori che l’utenza: per quanto riguarda i primi vengono evidenziate varie inadempienze contrattuali, più volte rese note dalle parti sindacali sia con i datori di lavoro che con l’Ente appaltante; per ciò che interessa l’utenza, sia da parte delle famiglie che delle Scuole sono pervenute ripetute segnalazioni circa disfunzioni e disservizi, soprattutto inerenti il servizio di trasporto. Al riguardo gli uffici provinciali preposti hanno evidenziato che, a fronte di ampie discussioni e

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chiarimenti, forniti in occasioni di precedenti incontri con i Sindacati e le Cooperative nonché di ripetute note di precisazioni e segnalazione di disservizi, le Cooperative hanno proseguito la gestione ignorando le indicazioni impartite sull’impiego dei lavoratori previsto dal capitolato, agendo spesso in senso peggiorativo sulla qualità dei servizi. Inoltre, non hanno garantito fin qui la regolarità del pagamento degli stipendi e non hanno stipulato ancora i nuovi contratti, mentre hanno proceduto alla riduzione delle ore di lavoro con la motivazione infondata che ciò era stato richiesto dall’Ente appaltante. Nel corso della riunione odierna i responsabili di Palazzo dei Leoni hanno evidenziato che i procedimenti di aggiudicazione delle cinque gare non sono stati ancora definiti e che, pertanto, non si può non tenere conto in questa fase delle disfunzioni e dei disservizi evidenziati, per cui è stata prospettata l'adozione di opportuni ed inderogabili provvedimenti a tutela del servizio e degli stessi lavoratori. A fronte di tale situazione, sia le parti sindacali che l'Ente Provincia concordano nel ritenere indispensabile una revisione degli appalti, aggiudicati in via provvisoria alle ditte su menzionate, nonché la necessità di procedere direttamente al pagamento delle spettanze dei lavoratori per i servizi resi.

Incontro con i sindacati

Ancora disservizi e disfunzioni nel servizio trasporti WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Fai Cisl

Rilancio dell’agroalimentare “In provincia di messina settore che impiega circa 50mila lavoratori”

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n settore che solo in provincia di Messina coinvolge circa 50mila lavoratori. L’agroalimentare è in crisi, per questo la Fai Cisl intende rilanciare la mobilitazione a livello nazionale e locale. A Messina previsto un sit-in presso la sede della Prefettura venerdì 30 gennaio dalle ore 10 per consegnare un documento esplicativo dei numeri della vertenza e delle preoccupazioni del sindacato sulla crisi dei diversi settori di pertinenza della Fai. La mobilitazione, infatti, coinvolge braccianti agricoli, forestali, pescatori, allevatori. “Serve – aggiunge Calogero Cipriano – anche un rilancio dell’industria alimentare con la definizione di un nuovo Piano industriale Italia che generi recupero di produttività e incentivi il lavoro, il rilancio della filiera dell’agrumicolo e della zootecnica, oltre al rifinanziamento delle risorse assegnate al sistema degli allevatori”. Per il segretario provinciale della Fai, un ruolo determinante deve essere svolto dai Consorzi di Bonifica. “Serve una partecipazione attiva alla loro riorganizzazione – sottolinea – ma soprattutto dobbiamo puntare su una forestazione produttiva e sostenibile attraverso la definizione di un Piano Nazionale per la messa in sicurezza del territorio e la ricostituzione della Cabina di Regia presso il Ministero delle Politiche Agricole e, come previsto da una delibera di Giunta, anche a livello regionale”. La Fai Cisl, inoltre, chiede l’approvazione in tempi brevi della proposta di Legge Quadro sulla “Rete del Lavoro in Agricoltura” ed è contraria all’estensione dei voucher. La mobilitazione di venerdì 30 s’inserisce in una serie di iniziative che la Cisl ha avviato già dallo scorso mese di dicembre e che vedrà il prossimo 13 febbraio una grande manifestazione a Rosarno contro il lavoro nero.

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Sicila a cura di Dario Buonfiglio

"La Sicilia non è una terra irredim

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Non è affatto vero - ha precisato Crocetta - che la Sicilia è una terra irredimibile e senza speranza. I siciliani sono un grande popolo, hanno una grande storia e una grande cultura, vivono nell'isola più bella del mondo e sapranno superare l'attuale momento difficile che attraversa il Paese e l'intera Europa". "La salvezza dell'Italia - ha aggiunto il presidente - è legata fortemente alle politiche di sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno. Ciò può avvenire se, insieme al consolidamento delle linee di cambiamento che stanno coinvolgendo la nostra Regione, ci sarà una nuova attenzione europea nei confronti delle politiche di sviluppo del Sud". Alle prese con la definizione delle riforme da inserire nella legge di stabilità per il 2015 e ritenute essenziali da Roma per poter aprire le trattative con la Regione su materie fiscali e compartecipazione alla spesa sanitaria, Crocetta lancia il suo monito: "Alla luce degli scandali sull'Expo e su 'Mafia Capitale' è fuori dubbio che le lezioncine moralistiche che arrivavano dal

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mibile e senza speranza"

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"La Sicilia ce la farà, come ce l'ha sempre fatta perché quello siciliano è un grande popolo, ha una grande storia e una grande cultura, vive nell'isola più bella del mondo e saprà superare l'attuale momento difficile che attraversa il Paese e l'intera Europa"

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Nord non sono più credibili". "Mentre in Sicilia si comincia a fare sul serio sulla questione morale - dice Crocetta - al Nord sono molto disattenti". E avverte: "Da Roma non accettiamo lezioni ma contributi sei in un rapporto di collaborazione per lo sviluppo della Sicilia e di rigore legato alla crescita". Perché, aggiunge, "il rigore senza crescita è soltanto depressione". "Sono sicuro - prosegue - che noi siciliani ce la faremo". E rivendica il ruolo autonomistico dell'isola. "Ci sono ragioni storiche per le quali lo Stato non ha mai attribuito le prerogative che spettano alla Sicilia in virtù del proprio statuto - sostiene il governatore - e le responsabilità politiche sono gravi". Per il governatore ci sono tutte le condizioni per avviare una grande politica di risanamento dei conti: "La Sicilia ce la farà, come ce l'ha sempre fatta perché quello siciliano è un grande popolo, ha una grande storia e una grande cultura, vive nell'isola più bella del mondo e saprà superare l'attuale momento difficile che attraversa il Paese e l'intera Europa". Crocetta difende ancora una volta il lavoro fatto dai suoi governi e attribuisce a chi ha gestito in passato le responsabilità. "Abbiamo tagliato sprechi per 2,9 miliardi, abbiamo cominciato a pagare i debiti e abbiamo chiuso l'ultimo bilancio con un avanzo positivo afferma - Negli ultimi due anni abbiamo fatto le migliori performance tra le regioni in materia di spesa sanitaria, le entrate effettive della Regione non sono diminuite soprattutto per effetto della spesa dei fondi Ue che il mio governo ha rilancia-

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to rispetto a un passato nefasto". I principi guida delle norme inserite nella legge di stabilità saranno abolizione dei privilegi, a cominciare da quelli dei dirigenti della Regione, giustizia ed equità sociale, recupero dell'efficienza. Su tutti una norma che va incontro ai rilievi mossi più volte dalla Corte dei Conti: il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione in Sicilia. Crocetta bolla come "disdicevole" chi "ha fatto trapelare notizie alla stampa attorno a un testo non definitivamente chiuso dalla Presidenza e dall'assessorato all'Economia" e che hanno creato non pochi malumori nella coalizione. "C'è una fase in cui si discute su alcune questioni ed è normale che ci possano essere punti di vista diversi", aggiunge il governatore. Che su alcuni temi mostra fermezza, come quello sul pubblico impiego: "Io sono per il blocco delle assunzioni per 5 anni, altri sono contrari ma lo vadano a spiegare alla Corte dei Conti". Il riferimento è al numero eccessivo di dirigenti, 1.600 circa. Crocetta parla anche di norme in finanziaria per l'abbattimento delle spese clientelari e improduttive e per il risanamento del bilancio "senza perdere di vista la solidarietà sociale". Il governo insiste su un punto: "La politica del rigore si dovrà sposare con politiche di sviluppo". E uno dei nodi indicati dal governatore è l'accesso al credito, "uno degli scippi più gravi". "I siciliani risparmiano - sottolinea Crocetta - ma poi hanno difficoltà enormi per avere credito, su questo interverremo con la programmazione dei fondi Ue". Impulso sarà dato anche al turismo e all'agroalimentare di tipo biologico, settori, sostiene, "che sono avviati verso un trend positivo, segno che le nostre eccellenze possono decollare".

Altro nodo irrisolto, per Crocetta, è quello dei trasporti. "Un tedesco da Berlino raggiunge in poche ore la riviera romagnola dice - mentre da Milano e da Roma per raggiungere la Sicilia ci sono costi esorbitanti. E lo stesso vale per il trasporto delle merci"

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Cascio e Lo Sciuto (NCD)

Formazione, allarme sociale

Per l’ennesima volta l’assessore regionale alla Formazione, Mariella Lo Bello, diserta la seduta della V commissione dell’Ars, dimostrando totale disinteresse nei confronti di 4mila lavoratori in atto disoccupati e privi di ammortizzatori sociali, che rimangono drammaticamente in sospeso, nell’attesa di una qualche ricollocazione”. Lo affermano il coord. regionale di NCD, Francesco Cascio, e il deputato del medesimo gruppo parlamentare all’Ars, Giovanni Lo Sciuto, intervenendo sulle delicate questioni della formazione sociale. “Non sappiamo ancora - continuano Cascio e Lo Sciuto - che fine faranno i 700 lavoratori del progetto “Prometeo” istituito dal CIAPI; quelli del CEFOP, che rimangono senza lavoro dopo il passaggio di vendita dello stesso CEFOP al CERF senza che l’assessore abbia

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messo in campo soluzioni alternative”. “Inoltre - aggiungono - non parte l’annualità 2014-2015 relativa all’obbligo formativo relativo alla dispersione scolastica dei minori”. “Non conosciamo - precisano Cascio e Lo Sciuto - quale sia la pianificazione dell’assessore riguardo ai lavoratori degli Enti a cui è stato revocato l’accreditamento”. Cascio e Lo Sciuto sottolineano: “Di fronte a questa confusione e all’esasperazione di lavoratori e famiglie, l’assessore Lo Bello, invece di occuparsi di risolvere i problemi del proprio assessorato, gioca a fare il vicepresidente della Regione” e concludono: “ Crocetta e il suo governo capiscano, una volta per tutte, che i siciliani non possono essere trattati come pupazzi nelle loro mani e invertano la rotta che ci sta portando a sbattere”.


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News r

ISAF Regional Comma Contingente M

Diario A

23 gennaio 2015 - Herat

Il Comandante di Resolute Support visita il TAAC-W Il Generale John Campbell, Comandante della Missione Resolute Support (RSM) in Afghanistan, si è recato in visita al Train Advise Assist Command West (TAAC-W) di Herat. Il Comandante di RSM (missione che ha sostituito ISAF dal 1° gennaio) accompagnato dall’Ambasciatore Ismail Aramaz, Senior Civilian Representative della NATO in Afghanistan, è stato accolto dal Generale di Brigata Maurizio Angelo Scardino, Comandante di TAAC W, il Comando multinazionale ed interforze su base Brigata bersaglieri “Garibaldi”. L’alto ufficiale statunitense è stato aggiornato sulle operazioni svolte dal TAAC-W: attività basate esclusivamente sull’addestramento, la consulenza e l’assistenza a favore delle Forze di Sicurezza Afghane e finalizzate a rendere queste ultime completamente auto-sostenibili. A tal proposito, il Generale Campbell, accompagnato dal Generale Scardino, ha visitato il 207° Corpo d’Armata dell’Afghan National Army (ANA), guidato dal Generale Taj Mohammad Jahed, constatando il livello di addestramento e di operatività raggiunto. Il Generale Campbell ha poi visitato il nuovo Forensic Lab di Herat, struttura deputata alla formazione del personale di polizia scientifica ed allo sviluppo delle indagini forensi, e che anche grazie al contributo degli advisors del TAAC W costituisce uno strumento fondamentale nella lotta strutturata al terrorismo. Prima di lasciare Herat alla volta di Kabul, il Comandante di RS ha espresso grande soddisfazione per l’ottimo lavoro svolto dal TAAC-W.

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release

and West – Afghanistan Militare Italiano

Afghano

Dall’Italia un mammografo per il Maternity Hospital di Herat

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News r

ISAF Regional Comma Contingente M

Diario A

27 gennaio 2015 - Herat

Dall’Italia un mammografo per il Maternity Hospital di Herat I militari italiani del Train Advise Assist Command West (TAAC W) nei giorni scorsi hanno consegnato un mammografo al Maternity Hospital di Herat. L’apparato, che permette di rilevare lesioni mammarie in fase precoce, è stato donato dalla “Fondazione Veronesi”, con il contributo economico della Banca Nazionale del Lavoro, ed è stato trasportato dall’Italia tramite i velivoli dell’Aeronautica Militare che assicurano i collegamenti tra l’Afghanistan e l’Italia. L’attività rientra tra le iniziative di sostegno e supporto alla popolazione civile afgana svolte dal TAAC W di Herat, comando a guida italiana su base Brigata bersaglieri “Garibaldi”, agli ordini del Generale di Brigata Maurizio Angelo Scardino. Il progetto è stato completato da un corso formativo per il personale locale incaricato del successivo impiego dell’apparecchio medicale, tenuto dall’Ingegner Carlo Pozzuoli, esperto di apparecchiature elettromedicali, designato dalla Fondazione Veronesi per illustrare ai tecnici afgani il funzionamento e l’impiego del mammografo. Il corso è stato tenuto presso il Conference and Training Center del TAAC-W. Alla cerimonia di fine corso hanno partecipato il Capo dipartimento della salute pubblica di Herat, Dottor Asef Kabir, e la Direttrice dell’Ospedale Regionale di Herat, Dottoressa Malika Paigham, che hanno espresso gratitudine per il concreto contributo fornito dall’Italia alla sanità locale nel corso degli anni, grazie al quale molti cittadini locali riescono ad accedere a cure mediche ed indagini diagnostiche prima non disponibili.

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release

and West – Afghanistan Militare Italiano

Afghano

Il Comandante di Resolute Support visita il TAAC-W

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Galleria d’arte di Vittoria Arena

Intervista

IN ARTE LIBERTAS di Antonello Bonanno Conti Nota bliografica di Antonello Bonanno L’attenzione di Antonello Bonanno Conti alla dinamicità e al movimento fa si che i suoi soggetti prediletti siano le faccine dallo sfondo bianco, significative nelle sue opere, e i cavalli, elementi questi che vengono tratti dalla mitologia quali Pegaso e Il Centauro, secondo una logica dell’arte attraverso cui l’astrazione geometrica ne traccia architetture fantastiche. L’artista intraprende una capillare ricerca sulla struttura funzionale dell’immagine, cogliendo l’accentuato carattere di pittura colta, cerebrale e concettuale, riprende tagli e collage fortemente incisivi con pennellate in oro al fine di ottenere la massima luminosità. Bonanno Conti vuole sottolineare la sua totale adesione alla contemporaneità, in una vertigine di forme e emozioni verso cui è possibile soltanto che rimanere in silenziosa contemplazione.

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Sant’ Ino e Sant’Oro, opere che rivelano una catena di ironia, a cosa pensavi nell’eseguirle? E’ stata una sorta di provocazione, perché avevo capito che dalle conseguenze di un gioco fatto da alcuni ragazzi, le persone avevano bisogno di fede e di Santi. La tua prima Installazione? Risale al 2004 realizzata con rete e polvere di marmo, alta due metri, collocata in via Lepanto, raffigurava una persona seduta con un gabbiano che gli attraversava la testa, mi divertiva la gente nel modo in cui osservava questa installazione. A quale corrente di avanguardia ti senti più accostato? Ti senti dentro i simbolisti o i futuristi? Parto da Mimmo Paladino per poi arrivare ai simbolisti, mantenendo ferma l’idea della dinamicità. Un gesto chic che ripeti spesso? Forse le decorazioni nei miei dipinti, in tale ambito anche le faccine sempre presenti, comunque adoro lavorare con pennelli grandi. ‘’Bisogna sapere dove far leva’’ cosa ti ispira questo cartellone? Mi ispira a cercare le direzioni dovute e scavare dentro le giuste risposte. Il Genio quando si scopre? Penso che ancora non si è scoperto. Sono fiero che il comune di Platì, in provincia di


Reggio Calabria mi abbia commissionato due monumenti. Ti ritieni coscienzioso nel tuo operare? No, manco di metodo, il tutto è legato alla gestione del tempo. Cosa ti prende per la gola? Un buon Martini cocktail e dico anche un opera che mi colpisce per la sua bellezza. Una cosa bella nell’essere di te? Credo di essere una persona sensibile con tutte le conseguenze possibili, a volte trascendo nel ‘cattivo’ ma forse dipende dal mio segno zodiacale.

foto di Antonio De Felice

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Cultura

Lucia Annibali e la sua storia

Gli anni che verranno saranno quelli di un’altra Lucia. La donna che sono stata finora non esiste più e non è che la rinneghi. è che davanti allo specchio ce n’è una nuova più consapevole, più forte, più determinata, più coraggiosa e, anche se potrà sembrare strano, più bella. Mi sento bella della mia dignità e del mio orgoglio; amo il mio viso più di quanto non lo amassi quand’era perfetto, lo amo perché mi sono sudata ogni piccolo, piccolissimo passo avanti per vederlo migliorare…”. Recita così la quarta di copertina del libro “Io ci sono. La mia storia di non amore” di Lucia Annibali scritto a quattro mani con la giornalista Giusi Fasano (Rizzoli) che questo pomeriggio al Feltrinelli point hanno incontrato e risposto alle domande poste dagli studenti del liceo Archimede e dell’Istituto Don Bosco di Messina. Lucia è una donna forte, positiva, ironica, autoironica che racconta con grande lucidità e grinta la sua storia. La sera del 16 aprile 2013 per Lucia Annibali giovane avvocatessa di Pesaro non è stata una sera qualunque, è stata la sera che gli ha cambiato la vita. Lucia stava tornando a casa dopo essere stata in piscina quando dentro il suo appartamento trova un uomo incappucciato che le tira nel giro di pochi secondi in faccia dell’acido, dal basso verso l’alto, da destra verso sinistra, sfigurandola. Oggi quel volto che è la storia di un “non amore”, è diventato l’icona della lotta al femminicidio, simbolo di forza e coraggio per tutte le altre donne che cadono vittime della forza omicida dei loro partner. Viene arrestato infatti quella stessa notte come mandante dell’aggressione Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una relazione tormentata troncata da lei nell’agosto del 2012 e che, secondo la magistratura aveva

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“Volevo raccontare la mia storia nel modo più sincero possibile”

foto di Antonio De Felice

a di non amore assoldato per l’agguato due sicari albanesi, pure loro poi arrestati. “Ricostruire una vita è più difficile che ricostruire questa faccia, piuttosto perché voglio che sia una vita dove veramente sarò felice. Non voglio tornare indietro ed essere insoddisfatta di me. Scrivere questo libro, dice Lucia Annibali, è stato facile, volevo raccontare la mia storia nel modo più sincero possibile, volevo che le persone mi conoscessero per quello che ho vissuto perché in realtà si sapeva molto poco della mia storia, dei miei dolori, del mio trascorso di come ho vissuto in ospedale, delle persone che per me sono state importanti. Dopo questo avvenimento ho capito che cosa dovrebbe essere l’amore. Prima soffrivo molto per questa persona mi sentivo sola e vivevo questo dolore in solitudine per cercare di risparmiare agli altri la mia sofferenza, invece dopo l’aggressione in ospedale

paradossalmente non mi sentivo più una persona sola c’erano tante persone anche sconosciute che pregavano per me. Mi ricordo che mi sentivo forte e sostenuta, anche con le mie amiche ho condiviso qualsiasi momento nonostante la stanchezza, io cercavo di stare su per loro addirittura davo dei consigli. Il rapporto con lo staff medico è stato bellissimo anzi penso di essere un complemento d’arredo dell’ospedale. Per me l’ospedale è un luogo di ritrovo con me stessa, mi ricorda ogni volta che io ce l’ho fatta è un luogo sicuro, una casa. I medici fanno parte della mia vita, sono persone umanamente indispensabili. Certo i primi giorni sono stati difficili soffrivo molto per ogni piccola cosa, mi ricordo che avevo sete bevevo ma in realtà siccome l’acido mi era entrato un po’ anche in bocca mi si asciugava subito e non riuscivo a dissetarmi, non riuscivo a dormire, rivivevo quella scena e li ho provato che cosa è l’angoscia che ti prende fisicamente come se stessi cadendo in un buco nero in quell’istante ho detto “no pensa ad altro, pensa positivo non ti concentrare su questo”. Ho cercato di coltivare la speranza di guarire, non bisogna mai scoraggiarsi, bisogna crederci molto perché quello in cui credi prima o poi si realizza. è una storia che insegna quanto importante sia la forza di volontà, quanto davvero la vita non finisce se non sei tu a decidere, di come si possa essere pur in una situazione estrema artefici di un destino meraviglioso”. Cristina D’Arrigo WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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u iniziativa delle associazioni Piccola Comunità Nuovi Orizzonti, Terra e Cielo, Associazione Ecumenica S.A.E., Intervolumina e Un Popolo in Cammino, venerdì 30 gennaio 2015 alle ore 17, presso la chiesa di Santa Maria Alemanna, sarà presentato il libro di Giovanni Franzoni «Autobiografia di un cattolico marginale», editore Rubbettino. Introdurrà Dea Santonico della Comunità di S. Paolo – Roma. Sarà presente l’autore. Giovanni Franzoni, nato a Varna (Bulgaria) nel 1928, dopo l’età giovanile, trascorsa a Firenze nel periodo fascista e della guerra, completa i suoi studi a Roma. Ordinato sacerdote nel 1955, nell’ordine benedettino, eletto nel 1964 abate della basilica di S. Paolo fuori le mura, partecipa alle ultime due sessioni del Concilio Vaticano II, risultando il più giovane tra i padri conciliari. In quegli anni avvia l'esperienza della comunità cristiana di base di San Paolo, in cui si coniuga l'ascolto del Vangelo con la lettura delle situazioni politiche ed ecclesiali e la presa di posizione in senso progressista e marxista. Alcune scelte, come l'opposizione al

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concordato tra Stato e Chiesa, la condanna verso la guerra in Vietnam e la solidarietà con le lotte operaie dell'autunno caldo, gli procurano la contrarietà della Santa Sede che nel 1973 lo invita a dimettersi dalla carica di abate. Nel 1974 prende apertamente posizione per la libertà di voto dei cattolici al referendum sul divorzio e viene sospeso "a divinis". Nel 1976, dopo il suo dichiarato appoggio al PCI durante la campagna elettorale, viene ridotto allo stato laicale. Continua, da allora, la sua attività di animatore della comunità di San Paolo e del coordinamento nazionale delle comunità cristiane di base, cui affianca una feconda attività di riflessione in campo ecumenico e solidale, tramite numerose pubblicazioni e la collaborazione alla rivista "Confronti", da lui fondata nel 1973 con il nome di "Com-Nuovi tempi". È uno dei protagonisti del dialogo dei cristiani con i movimenti di liberazione in America Latina; impegnato nel movimento per la pace, fonda nel 2003 l'associazione "Amicizia Italia-Iraq L'Iraq agli iracheni".


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Musica

BRANCHES Il ritorno

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gni viaggio che si rispetti ha una partenza, a cui segue la strada, e un ritorno, preceduto da un cammino. L’andare è assai bello: plurime sono le storie che raccontano l’ebbrezza della novità, il piacere della scoperta, la fatica del non arrendersi, di andare avanti. Tuttavia, non inferiori sono i racconti del ritorno, che parlano della saggezza accumulata, dell’evoluzione compiuta, del profumo di casa propria, sempre sognata e, d’improvviso, abbracciata. Per i Branches, storica formazione dark wave messinese, è stato più o meno così. Quattro anni sono passati, girovagando tra le pieghe della musica infinita, lontani dai palchi che li hanno accolti sempre con benevolenza, dal pubblico con cui hanno instaurato una piacevole amicizia. Eppure, ci sono delle priorità nella vita: per Enrico Russo, Giovanni Scuderi, Giampiero De Francesco e Francesco Forestiere, ciò che più ha contato, in questo accenno di lustro, è stato il ricercare, lo sperimentare, il trovare una forma adatta alla sostanza che affolla le mani e le orecchie. Contro tutti gli impedimenti di cui questa nostra esistenza è colma, nonostante le difficoltà del caso e i rallentamenti che, per nostra natura, colgono i piedi che abbiamo attaccati alle caviglie, hanno avuto la prontezza di far nascere “Old forgottene pla-

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foto Mauro Kuma

Quattro anni sono passati, girovagando tra le pieghe della musica infinita, lontani dai palchi che li hanno accolti sempre con benevolenza, dal pubblico con cui hanno instaurato una piacevole amicizia

ces”, ultimo lavoro della band messinese, figlia di The Cure & Joy Division e del calore del Sud. Questo viaggio o, sarebbe meglio, una delle tappe di chissà quale rocambolesca avventura, si colloca sul palco del Retronouveau, la sera di sabato 24 gennaio, tra gli amici di una vita, e non solo. Con estrema umiltà poggiano le piante dei piedi sul legno scuro di Via Crocerossa 33, e nessuna parola si sente proferire dai corpi mezzo della musica: tramite un intro spaziale, la navicella Branches approda alle orecchie degli astanti; l’armonia di synth, timpani, basso sempreverde e pastoso, si miscela al delay della voce, non scordando di accogliere tra le sue volute una chitarra onesta e sporadiche presenze di drum machine. I tappeti di tastiere hanno un risvolto onirico ben amalgamato da quelle cinque corde spesse che sono una gioia per l’udito. Ai dialoghi più intimi, ai silenzi tecnici, si alternano atmosfere scatenanti, a cui il pubblico risponde facendosi plasmare dal beat. Si può gustare, così, ridendo dell’energia che le spalle in movimento consigliano, una musica fatta unicamente per il piacere di comporla, suonarla, viverla. Non ci sono sogni di gloria, o intrighi strani volti all’accrescimento di qualche ego: i Branches suonano e producono musica disinteressatamente, per sé. È proprio questo, in fondo, a renderli speciali, e doppiamente meritevoli di attenzione. Alla fine, dopo un bis e un tris, Enrico Russo, ironizzando, dice con un sorriso, dopo il consueto ringraziamento: «beh, ci vediamo tra quattro anni, ragazzi!». In cuor nostro, speriamo che non sia così: questo ritorno potrebbe, chissà, farsi nuova partenza. Marina Pagano WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Spettacoli

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a voce unica di Antonella Ruggiero accompagnata dall’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, diretta dal maestro Valter Sivilotti, ha guidato, nei giorni scorsi, il pubblico messinese in un viaggio alla scoperta di mondi e culture diverse. L’uso della musica come strumento per indagare nuove realtà non sorprende da parte di un’artista come la Ruggiero che è stata, sempre, caratterizzata da una grande curiosità, dal desiderio di non chiudersi in quello che poteva essere il suo piccolo mondo. Per tale ragione ha scelto, in passato, di abbandonare i Matia Bazar per iniziare una carriera da solista che le avrebbe riservato grandi soddisfazioni. Significativo, senza dubbio, il titolo del suo primo album “Libera”: libera di esprimersi, di dare vita a nuove esperienze musicali, ad uno strano connubio tra ritmiche occidentali e suoni dell’antico Oriente. Tanti gli artisti conosciuti, altrettanti i “mondi” musicali e culturali esplorati a partire da quell’ormai lontano 1996 al punto da poter divenire, oggi, protagonista di un viaggio-spettacolo unico nel suo genere. Punto di partenza è stato il Portogallo, cui è stata dedicata la “Balada do Sino” appartenente alla tradizione popolare, ci si è spostati, poi, in Africa con “Kirie”, in Sardegna con “Non potho reposare”, nell’Isola di Capoverde con “Linda Mimosa”, omaggio alle donne di tutte le età, e in Friuli con “Oh tu stele”, antico canto di una ragazza in attesa che il fidanzato torni dalla Prima guerra mondiale. Molto suggestivi, anche, i brani dedicati alla nostra Sicilia: dalla celebre “Echi di infinito” scritta da Mario Venuti e Giuseppe

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Antonella Ruggiero al Te

Note dal

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eatro Vittorio Emanuele

l mondo

foto Antonio De Felice

Rinaldi, in arte Kaballà, alle due ninna nanne in dialetto siciliano. Spazio, inoltre, in prossimità del triste anniversario, al ricordo delle vittime della Shoah con la canzone di un poeta-falegname, che vissuto e morto nel ghetto di Cracovia ricorda i momenti felici legati all’infanzia. Da Cracovia si è giunti in Italia, con due brani che hanno reso omaggio ad una penisola che sembra distante anni luce dalla tecnologica terra attuale, dove il popolo celebra con “L’uccellino della radio” l’avvento del nuovo mezzo di comunicazione. Non sono mancati, ovviamente, i brani che hanno portato la Ruggiero al successo come “Occhi di bambino”, “Nuova Terra”, o le senza-tempo “Ti sento”, “Vacanze romane” e “Cavallo Bianco”. Tappa finale, poi, di questo splendido tour musicale è stata l’isola di Cuba, ricordata con la celebre canzone popolare “Guantanamera”. Una prova, sicuramente, pregevole ed ineccepibile quella della Ruggiero che è stata accompagnata dalla straordinaria orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, che ha suonato all’unisono tutti i vari brani. Un insieme magico che ha dimostrato, ancora una volta, il grande potere della musica, capace di condurre gli ascoltatori in terre lontane e sconosciute. Conoscere nuove realtà, nuove culture, avvicinarsi all’ “altro” è una premessa fondamentale per conoscere meglio sé stessi, il proprio “ego”, i propri sogni. Per fare tutto ciò non è necessario fare chissà quale periglioso viaggio ma bastano, talvolta, anche delle semplice e magiche “note dal mondo”. Alessia Vanaria

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Saija tra polemiche e precisazioni Conferenza stampa del Sovrintendente nella Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele

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l Teatro Vittorio Emanuele si trova, gira e rigira, sempre al centro di polemiche, talvolta interne ma molto più spesso esterne all’Ente. Di questa natura la querelle che ha tenuto banco negli ultimi giorni e che è nata a seguito delle accuse fatte in conferenza stampa dal candidato sindaco non eletto Felice Calabrò e da alcuni consiglieri comunali aderenti alle liste Città di Messina, PD, Progressisti Democratici e Felice per Messina. Costoro hanno invitato il Teatro, attraverso una nota, a verificare i requisiti artistici del sovrintendente Antonio Saija, che, secondo il loro parere, non avrebbe esperienza in ambito artistico. Accuse pesanti quelle del PD che finiscono per screditare, non solo, l’attività dell’Ente teatro, ma anche, in primo luogo, l’immagine e la dignità del sovrintendente Saija. Quest’ultimo non poteva non replicare e per farlo ha scelto di convocare, qualche giorno fa, una conferenza stampa nella Sala Sinopoli del Teatro Vittorio

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Emanuele. “Non sono arrabbiato, ma molto mortificato, preoccupato del clima creatosi, dell’iterazione di questi attacchi alla persona e all’istituzione del Teatro. Questi attacchi sono un esempio di degrado istituzionale, di “cattiva politica”. In tale ambito rientra, pienamente, l’azione condotta dal Pd e dalle liste collegate: non si pensa al bene della città ma solo a delegittimare alcuni soggetti”. Con queste parole ha esordito il sovrintendente, che ha, poi, voluto rispondere punto per punto alle accuse rivoltegli nella nota del Pd, in cui si afferma, peraltro, che il suo curriculum non sarebbe veritiero, riferendosi, nello specifico, all’esperienza maturata dal soggetto nei teatri di Parma e Livorno. In entrambi Saija dichiara di aver ricoperto il ruolo di Segretario generale: a Parma dal 1991 al 1993, a Livorno dal 1993 al 1999 con funzioni anche di Direttore Generale. “Gli accusatori affermano di essere stati rimandati per la richiesta di informazioni ai rispettivi Comuni. Il sig. Egidio Bernava, si


rivolge, ad esempio, al Comune di Livorno con una richiesta di accesso in data 21 novembre 2014. Ne sono a conoscenza” afferma Saija “non per oscuri canali, ma poiché la normativa in materia prevede la notifica degli atti ai controinteressati. Non mi oppongo e intorno alla metà di dicembre il Comune di Livorno comunica che sono a disposizione gli atti a cui si può accedere ed eventualmente richiederne copia. Cosa fa il nostro strenuo ricercatore della verità? Se ne disinteressa. Quali siano i motivi non è dato sapere, forse a lui ed al gruppo a cui fa riferimento non conviene, scoprirebbero che quanto da me dichiarato corrisponde a verità”. Il sovrintendente ha parlato, poi, ai presenti del suo ruolo presso il Teatro Regio di Parma, che è stato sin dal 1994 sotto la diretta gestione del Comune e, quindi, sotto la sovrintendenza alle funzioni del suo dirigente ed al coordinamento della sua attività del Segretario Generale, vale a dire di Saija. “Ho assunto la responsabilità di sovrintendere e coordinare l’attività di direzione del Teatro Regio di Parma ed il progetto dell’istituzione del nuovo Ente”. Per quanto attiene, invece, le funzioni del soggetto al Comune di Livorno Saija ha dichiarato “ho assunto la sovrintendenza e la responsabilità amministrativa del progetto di recupero e di successiva organizzazione e gestione del teatro Goldoni per il Comune di Livorno”. Il teatro Goldoni è stato inaugurato nel 2004, cioè a cinque anni di distanza dalla cessazione dell’incarico di Saija come Segretario Generale. “La dichiarazione è chiara e non si presta ad equivoci e si riferisce alle attività di recupero e del progetto di organizzazione e gestione del Teatro”. Il Pd giudica nella sua nota le funzioni svolte da Saija presso gli enti sopra citati come meramente formali e non implicanti “una vera e propria direzione artistica”. “Il settore della cultura” ha replicato il sovrintendente “è stato uno di quelli cui ho sempre sostanzialmente dedicato il mio impegno, così come risulta dal mio curriculum, che anzi rammenta solo le

“Non sono arrabbiato, ma molto mortificato, preoccupato del clima creatosi, dell’iterazione di questi attacchi alla persona e all’istituzione del Teatro. Questi attacchi sono un esempio di degrado istituzionale, di “cattiva politica”. In tale ambito rientra, pienamente, l’azione condotta dal Pd e dalle liste collegate: non si pensa al bene della città ma solo a delegittimare alcuni soggetti”

cose più rilevanti, trascurandone tante altre, le quali hanno, tuttavia, concorso alla mia crescita professionale e personale nel campo della cultura e nel mondo dello spettacolo. Non sono estraneo a questo mondo”. La mancanza delle suddette competenze, secondo il Pd, non permetterebbe al curriculum di Saija di soddisfare a pieno i requisiti previsti dalla legge. Il candidato sindaco Calabrò, infatti, ha affermato, in conferenza stampa, che al sovrintendente del Teatro spettano funzioni di direzione artistica, al punto che si potrebbero eliminare i direttori artistici risparmiando sul bilancio. “Se avesse letto le norme della legge istitutiva e dello Statuto si sarebbe sicuramente reso conto che al Sovrintendente sono affidati compiti in campo economico, finanziario, di organizzazione delle risorse umane e strumentali, istruttorie ed attuative, il coordinamento delle direzioni artistiche cui in autonomia sono affidate le funzioni di programmazione artistica”. Saija, a parere del Pd, non farebbe nulla di ciò, dal momento che sin dalla sua elezione ha fatto parlare non per motivi artistici ma per gli scarsi risultati prodotti. “Basta col WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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discorso che il teatro non ha fatto pressoché nulla. In meno di sei mesi si è riaperto un Teatro chiuso da più di un anno, avviando una stagione teatrale che sta riscuotendo grande successo, si sono rimessi in ordine i conti, si è dato vita ad una importante stagione di regolamentazione, introducendo all’interno dell’Ente regole prima inesistenti per il conferimento degli incarichi. Si è avviato un processo di espansione territoriale con l’assunzione del Teatro di Barcellona. Il Teatro ha affrontato e dato risposte concrete alle difficili tematiche degli orchestrali e delle maestranze tecniche, ha rivitalizzato la sua immagine con interventi nella reception e la riapertura del bar”. Dopo aver risposto alle singole accuse Saija ha invitato gli accusatori a “venire a teatro, a informarsi prima di gettare discredito. Se si desideravano chiarimenti si doveva inviare prima la nota e, poi, tenere la conferenza stampa.” Un modo di procedere quello del Pd che ha profondamente offeso Saija, che si è visto bersaglio di pesanti accuse. “Nei sistemi democratici dignitosi e civili chi viene sconfitto va a dare la mano al vincitore, nei sistemi degradati e politicamente poco dignitosi, si cerca in tutti i modi e con tutti gli strumenti, anche falsi ed indecorosi di delegittimare il vincitore, nel migliore dei casi per subentrargli, ed in subordine per vendicarsi”. Parole che portano a riflettere sulla nostra Messina, dove, forse, troppo spesso, nascono polemiche che vedono al centro del mirino le principali istituzioni. Sarebbe il momento, come ha sottolineato anche Saija, che chi ha realmente a cuore le sorti della città pensi al bene delle sue istituzioni e non ad insinuare dubbi sull’operato dei soggetti interessati e a gettare discredito. Questo dovrebbe essere l’intento comune a meno che non si voglia tornare allo “stato di natura” ed essere come diceva Hobbes: “Homo homini lupus.” Alessia Vanaria

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Spettacolo di tango argentino

GAUCHOS

dal 31 Gennaio al 2 Febbraio al Teatro Vittorio Emanuele Sarà un viaggio nelle tradizioni dell’Argentina, la terra del tango, del gaucho, del mate e di tante altre danze che conquistano il pubblico per i loro movimenti e ritmi. Una di queste è il malambo, danza dei gauchos inizialmente riservata ai soli uomini, in cui il battito dei piedi è protagonista di una danza fra ballerini che si sfidano con destrezza e abilità in un vorticoso gioco di gambe che evoca le infinite sfumature del passo del cavallo. Da quando negli anni '40 è stato concesso di ballarlo anche alle donne, il malambo si è arricchito e trasformato in una seducente, impetuosa, affascinante danza di corteggiamento. Ricco di ritmi sostenuti e balli scatenati, vetrina luminosa e appassionata di quanto valorizza la cultura argentina - dai Tamburi al Malambo, dai balli dei Gauchos alla magia degli esperti di Boleadoras Gauchos è uno spettacolo firmato da Adrian Aragon e Erica Boaglio, per celebrare la ricchezza culturale dell’Argentina. Sfida, seduzione, allegria, ritmo, festa: tutto questo è Gauchos. Adrian Aragon e Erica Boaglio danzatori-coreografi e direttori della Pasiones Company, hanno ottenuto da tempo la qualifica di star internazionali. Attraversando i palcoscenici dei quattro angoli del pianeta, hanno ricevuto numerosi riconoscimenti nelle maggiori competizioni mondali e catturato con le loro performance il cuore degli spettatori.

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La corazzata Potemkin a cura di Francesco Certo

Il nome del figlio Liberamente ispirato a “Le prénom” (Cena tra amici), pellicola francese che mesi fa definimmo come un gioiellino cinematografico, il film di Francesca Archibugi, “Il nome del figlio” cancella l’originalità e il colto parlarsi addosso dell’originale francese per dare vita ad un ritratto sociale dell’Italia che era, è e sarà. Come in “Le prénom” la scintilla è il nome del bambino che la coppia Paolo e Simona stanno aspettando, un nome che sconvolgerà e spaccherà la tranquilla cena tra amici che va a svolgersi. Fare paragoni tra i due film sarebbe un errore, e lo sarebbe perché la Archibugi del film francese prende solo lo spunto, e crea una commedia italiana che lascia per strada i colti riferimenti per dar vita a personaggi che sfiorano la macchietta e sconfinano nel volgare. Analizzare il film solo per quello che è ci viene impossibile, di per sé la scelta del cast e dei personaggi non è errata e compone una pellicola di buon valore; ma per noi che abbiamo adorato “Le prénom” non possiamo dimenticare da dove si parte. Dal cast in poi, il nostro naso comincia a storcersi, da Patrick Bruel a Alessandro Gassman passa un mondo di eleganza e stile, se il personaggio francese era ironicamente cattivo e Peter Pan, Gassman scade nel piacionismo e nell’urlato un tanto al chilo. Ma il paragone è un errore e lo ripetiamo, nel film della Archibugi, Gassman si cala perfettamente nell’italiano medio, banale e irrisolto internamente. Lo Cascio (attore nato e finito nei “Cento passi”) è retorico e scadente, non incarna l’intellettuale autoreferenziale che dovrebbe essere, macchietta di un personaggio centrale per lo svolgimento del film perso nello stupido calcare la mano sui social e sulla pochezza dello sbandierare cultura. Rocco Papaleo rimane un grande attore, ma il suo Claudio non convince per stereotipi e faccette, tipico svilimento all’italiana di un personaggio volutamente ambiguo. Poi c’è la volgarità fatta attrice, Micaela Ramazzotti, interprete della plebe per scelta e per ruoli, attrice sempre uguale con il suo tono fastidioso, eternamente in bilico e orgogliosa ambasciatrice di ignoranza. La Archibugi distrugge l’originale personaggio di Judith El Zein, donna affascinante e personaggio di classe con quell’altezzosità che la rende estranea al contesto. La Ramazzotti fa se stessa, borgatara senza senso, personaggio scritto per lei dalla Archibugi, la rende centrale quando centrale non dovrebbe essere, protagonista volgare di una realtà italiana che si ritrova in lei e nel suo sbandierare l’eccesso. Manca tutto nel “Il nome del figlio”, cancellata la teatralità da cui nasce l’originale, cancellati i dotti paradossi e la retorica sui massimi sistemi per scadere nel qualunquismo di un’analisi sociale dell’Italia, fatta attraverso sfumature di personaggi macchiette e mal calati nella parte. Ma la colpa è la nostra che facciamo il paragone, se il film della Archibugi fosse un originale, allora, resterebbe lo squallore della Ramazzotti in un contesto ben riuscito ma senza eccellenze. P.S.: Dio salvi la Golino!

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da Beethoven a Kurt Cobain a cura di Francesco Certo

CURIOSITà Il bombarolo “Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro, non sa con quanto amore mi dedico al tritolo…”, l’impiegato è ormai senza controllo, la sua doppia vita di impiegato – bombarolo si intreccia e confessa che il suo lavoro è uno solo. “il mio Pinocchio facile parente artigianale, di ordigni costruiti su scala industriale”, l’impiegato parla della sua bomba come di una sua creatura, come di un figlio che sta “crescendo” con amore per mettere in pratica il suo piano. “nello scendere le scale ci mette più attenzione, sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone, proprio nel giorno in cui la decisione è mia sulla condanna a morte o l’amnistia”, si comincia ad intravedere l’impreparazione e la goffaggine reale dell’impiegato, tanto sicuro nel costruire la bomba ma terrorizzato dal commettere uno stupido errore, che arriverà, come quello di inciampare e distruggere, oltre che se stesso, il suo piano di rivolta. “Potere troppe volte delegato ad altre mani…così pensava forse un trentenne disperato, se non del tutto giusto quasi niente sbagliato” ecco il fine del suo piano, se “al ballo mascherato” l’attacco era alla borghesia ora si passa al potere politico, il modo forse non sarà quello giusto ma non è tutto sbagliato l’animo di chi vuol diventare bombarolo per vendicare i torti dei potenti. “C’è chi lo vide ridere davanti al Parlamento aspettando l’esplosione che provasse il suo talento, c’è chi lo vide piangere un torrente di vocali vedendo esplodere un chiosco di giornali” ma l’impiegato non così infallibile, la sua bomba fallisce per la sua incapacità, vuol distruggere il Parlamento ma sbaglia nel posizionare l’esplosivo e si dispera come un ragazzino, si dispera per la pochezza della sua azione ed il fallimento della sua rivoluzione. Ma c’è qualcosa di peggiore, la donna che amava e lo aveva lasciato, probabilmente, per la sua banalità non perde l’occasione per sfruttarlo ancora, lui arrestato e su tutti i giornali e lei che per farsi luce appare su tutte queste pagine, ridicolizzando la vita del fallito bombarolo. “Ma ciò che lo ferì profondamente nell’orgoglio, fu l’immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio, lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo, ma in prima pagina col bombarolo”.

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Storia di un impiegato WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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parole in blu a cura di Alessia Vanaria

CURIOSITà

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iorgio Caproni, nato a Livorno nel 1912, si trasferì a Genova nel 1922 e, poi, nel dopoguerra a Roma. Si dedicò all’insegnamento e collaborò con molti giornali e riviste dell’epoca. Tra le disordinate ma vaste letture giovanili, emergono ben presto le suggestioni derivate da Sbarbaro e Montale, che riconducono gli inizi della poesia di Caproni a una precisa “linea ligure”. L’esordio avviene nel 1936 con la breve raccolta Come un’allegoria, dedicata alla memoria di una ragazza “amata e disperatamente perduta”. La tematica è in parte ripresa da Ballo a Fontanigorda, dove, accanto, alla creatura scomparsa, si trova un’altra immagine femminile, che rappresenta la pienezza della vita. Compare adesso con frequenza il motivo del mare, mentre gli odori e i sapori sono il segno di una più pregnante ricerca di fisicità. Finzioni, pubblicata nel 1941, segna un ripensamento dell’esperienza precedente, più semplice e lineare, alla luce dei suggerimenti ermetici, evidenti nel complicarsi del rapporti simbolici tra le parole, più ambigue ed indeterminate. Nello stesso tempo Caproni persegue una più rigorosa misura di disciplina formale, nella severa compostezza delle strutture metriche, con la ricerca dell’isosillabismo, l’accentuazione delle assonanze e la cadenza delle rime. In Cronistoria le poesie sono disposte come in una sequenza diaristica, senza indicazioni di titoli. Il ricordo della giovane amata e presto scomparsa è associato alle violenze della guerra. L’assimilazione di storia privata e storia collettiva trasforma gli emblemi di vitalità in segni di sofferenza e angoscia: non servono le “finzioni” né la memoria contro l’evidenza delle cose. Il passaggio d’Enea conclude questa fase dell’attività poetica di Caproni, che è stato, sempre, impegnato, per tutta la sua carriera, nella ricerca di una forma semplice e chiara che trova la sua massima espressione nel Seme del piangere. Qui, infatti, la facilità del verso e della rima si propone, addirittura, di far coincidere la poesia con la vita; ma il motivo degli affetti che sopravvivono al crollo delle certezze circostanti, è intriso di una dolcezza ambigua, nella figura del figlio innamorato di una madre-fanciulla. Il titolo della suddetta raccolta deriva dall’invito che Beatrice rivolge a Dante (Purgatorio XXXI, V. 46: “pon giù il seme del piangere e ascolta”) affinché riconosca i peccati commessi e se ne penta. Diversa è qui la situazione: l’invito del poeta è rivolto a se stesso, affinché il dolore per la perdita di una persona cara, la madre, si risolva in poesia. La solitudine e la morte della donna sono rievocate e cantate in un linguaggio facile e piano, incline al diminutivo e al vezzeggiativo, con una sintassi che si traduca in immediatezza narrativa. Nelle ultime raccolte, da Il franco cacciatore, Il conte di Kevenhüller fino a Res amissa, il discorso è caratterizzato dalla brevità delle forme epigrammatiche e iterative, in cui si approfondisce la dimensione metafisica dello smarrimento del soggetto e della vana ricerca di Dio, mentre le parole si sovrappongono al mistero e rinviano al silenzio. Tutta L’opera in versi è stata riproposta in un volume del 1998. Giorgio Caproni, uno fra i poeti che più hanno saputo aggiornare i propri strumenti espressivi nel corso del tempo, morì a Roma nel 1990.

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Tu sola potrai resistere nel rogo del Carnevale. Tu sola che senza maschere nascondi l'arte d'esistere.

Caproni

Da Cronistoria Il mare brucia le maschere, le incendia il fuoco del sale. Uomini pieni di maschere avvampano sul litorale.

Livorno, 7 gennaio 1912 Roma, 22 gennaio 1990

Giorgio

Per lei Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are. Rime magari vietate, ma aperte: ventilate. Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini. O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine. Rime che a distanza (Annina era cosĂŹ schietta) conservino l'eleganza povera, ma altrettanto netta. Rime che non siano labili, anche se orecchiabili. Rime non crepuscolari, ma verdi, elementari.

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RE sano

Mangia

a cura di Mimmo Saccà

Il cioccolato non consola, smentite virtù antidepressive di alcuni cibi

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l cioccolato non consola e non scaccia umor nero e depressione. Gli effetti attribuiti a questo alimento e ad altri cibi 'di conforto' sarebbero solo psicologici, una credenza che attribuisce i miglioramenti spontanei dell'umore a un elemento esterno. Almeno secondo uno studio americano dell'università del Minnesota, recentemente pubblicato sul 'Journal of Health Psychology'. Nel corso della ricerca un gruppo di volontari è stato invitato a scegliere gli alimenti che li facevano sentire meglio quando stavano giù di morale. Il cioccolato è stata la scelta principale, indicato dal 26% del campione, seguito dal gelato (18%) e dai cookies (16%). Più di tre quarti del campione si è dichiarato d'accordo con la frase "se io mangio un alimento confortante sono sicuro che mi sentirò meglio".

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Nella fase successiva dell'esperimento ai partecipanti sono state proposte sequenze di film tristi e ansiogeni e, dopo averli visti, tutti si sentivano depressi e angosciati. A un gruppo è stata offerta una tripla dose di cioccolata mentre a un altro gruppo alimenti definiti 'buoni ma non particolarmente riconfortanti'. I rimanenti avevano avuto una barretta di muesli o nulla. Tutti, però, hanno riempito un questionario sullo stato del proprio umore. I risultati hanno indicato un miglioramento generale, per tutti, dell'umore, qualsiasi cosa avessero mangiato.Identico miglioramento anche per chi non aveva mangiato nulla. Per i ricercatori si tratta di un meccanismo naturale: le emozioni negative di affievoliscono da sole, ma la maggioranza delle persone è portata ad attribuire il miglioramento dell'umore al cibo.


Mangia

RE sano

La ricetta Pasta al pesto di broccoli Ingredienti per 4 persone • • • • • • • •

400 gr di Pasta farfalle 320 gr di Broccoli 30 gr di Pinoli 10 gr di Mandorle 30 gr di Parmigiano reggiano grattugiato 10 gr di Basilico 70 gr di Olio di oliva extravergine 3 gr di Sale fino

PREPARAZIONE Per realizzare la pasta al pesto di broccoli iniziate dal pesto: lavate i broccoli, dividete le cimette dal gambo centrale e fatele sbollentare per 5 minuti, poi scolatele e versatele in una ciotola colma di acqua e ghiaccio per farle raffreddare e mantenere vivo il colore. Quando i broccoli si saranno raffreddati scolateli dall’acqua ghiacciata e asciugateli con un panno carta. Trasferite i broccoli nel mixer, aggiungete le foglie di basilico, le mandorle pelate, i pinoli, il parmigiano reggiano grattugiato, e metà dell’olio extravergine di oliva. Azionate le lame per frullare tutti gli ingredienti e aggiungete a filo il restante olio, se il composto dovesse risultare troppo asciutto aggiungete altro olio. Il pesto deve risultare cremoso, ponetelo in una ciotolina copritelo con pellicola. Ponete sul fuoco una pentola capiente e portate a bollore abbondante acqua salata, versate le farfalle e cuocetele per circa 10 minuti o il tempo indicato sulla confezione. Intanto mettete il pesto in una padella ampia, stemperatelo con un mestolo di acqua di cottura per renderlo più morbido. Quando le farfalle saranno cotte, scolatele e poi trasferitele nella padella con il pesto, lasciate insaporire a fuoco basso per qualche minuto mescolando con un cucchiaio. La pasta al pesto di broccoli è pronta per essere portata in tavola, gustatela subito.

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Amarcord Messina - UniversitĂ . Anni '30



Numero 96 - Anno XIII - 26 Gennaio 2015 foto Peppe Saya

SPORT il Cittadino

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Messina - Reggina 4-1

Nel segno di Orlando


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