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Buone Abitudini per l’Ambiente
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Introduzione: L’energia è un bene sempre più pregiato e costoso. La Conferenza di Kyoto ha impegnato tutti i Paesi ad usare razionalmente l’energia ed a sviluppare l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili per contenere il consumo di combustibili fossili e ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, che provocano il pericoloso effetto serra. Tutti devono impegnarsi a risparmiare energia, non solo per migliorare la qualità dell’ambiente, ma anche perché la bolletta energetica è una fra le più rilevanti voci di spesa del bilancio familiare: ormai supera le entrate mensili di una famiglia media italiana. Ogni nostro comportamento quotidiano ha un impatto sull’ambiente in cui viviamo e di cui facciamo parte. L’inquinamento non si ferma ai confini di uno stato: i danni ambientali che causiamo sul nostro territorio spesso si ripercuotono anche su altre popolazioni. È per questo motivo che gli ambientalisti hanno creato il motto «Pensa globalmente, agisci localmente» (traduzione dell’inglese «Think globally, act locally»), per sottolineare che ogni nostra «buona azione» nei confronti dell’ambiente avrà un effetto positivo a livello globale. Esistono delle buone abitudini che ognuno di noi può applicare con facilità nella propria vita quotidiana e che possono fare la differenza. Le piccole e grandi azioni che si possono compiere quotidianamente sono molte. Ogni buona abitudine è associata all’influenza che ha su alcuni aspetti ambientali: il risparmio energetico, la riduzione dell’inquinamento, la diminuzione del consumo dell’acqua e la riduzione della quantità dei rifiuti da smaltire. L’energia consumata nell’edilizia residenziale per riscaldare gli ambienti e per l’acqua calda sanitaria rappresenta circa il 30% dei consumi energetici nazionali, e rappresenta circa il 25% delle emissioni totali nazionali di anidride carbonica, una delle cause principali dell’effetto serra e del conseguente innalzamento della temperatura del globo terrestre. Intraprendere interventi di risparmio energetico significa: • Consumare meno energia e ridurre subito le spese di riscaldamento e condizionamento • Migliorare le condizioni di vita all’interno dell’appartamento migliorando il suo livello di comfort ed il benessere di chi soggiorna e vi abita • Partecipare allo sforzo nazionale ed europeo per ridurre sensibilmente i consumi di combustibile da fonti fossili • Proteggere l’ambiente in cui viviamo e contribuire alla riduzione dell’inquinamento del nostro paese e dell’intero pianeta • Investire in modo intelligente e produttivo i nostri risparmi. In questi ultimi anni, sono state emanate a livello nazionale, regionale e locale diverse leggi e norme che indicano requisiti e criteri sia per la progettazione delle nuove costruzioni che per gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, che ha la caratteristica di presentare consumi energetici notevoli soprattutto se gli edifici sono costruiti prima della legge 373 del 1976. Bossio Salvatore Presidente Associazione Culturale DolceAcqua
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Sommario
Energie Rinnovabili - p. 4 L’Etichetta Energetica - p. 5 I Consumi Energetici Medi delle Famiglie Italiane - p. 6 Elettrodomestici - p. 7 Lavatrice e Lavastoviglie - p. 8 Lo Scaldabagno Elettrico - p. 9 Forno e Microonde - p. 10 Frigorifero e Congelatore - p. 11 Condizionatori - p. 12 Illuminazione Elettrica - p. 13 Le Lampadine a Incandescenza - p. 14 Le Lampadine a Incandescenza Alogene - p. 15 Le Lampadine a Basso Consumo - p. 16 I Led - p. 17 Il Risparmio Energetico negli Edifici - p. 18 Isolamento delle Tubazioni degli Impianti - p. 22 Come fare una corretta Raccolta Differenziata - p. 23
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Energie Rinnovabili
Solare fotovoltaico Si basa sulla proprietà che hanno alcuni materiali, detti “semiconduttori”, che opportunamente trattati generano energia elettrica quando vengono esposti alle radiazioni solari. Solare Termico Consiste in dispositivi contenenti un fluido (acqua o aria) che esposti alle radiazioni solari rendono disponibile acqua calda per usi sanitari o per la climatizzazione degli uffici. Energia Eolica Mediante aerogeneratori converte direttamente l’energia del vento in meccanica. Può essere quindi utilizzata per il pompaggio, per usi industriali e soprattutto per la generazione di energia elettrica. Energia da Biomasse È energia prodotta da materiali biologici (residui agricoli e forestali, rifiuti urbani, ecc.) grazie a processi di conversione quali combustione, gassificazione, pirolisi, fermentazione e digestione anaerobica. Bioclimatica Sistemi e tecnologie per captare, accumulare, distribuire e controllare l’energia del sole all’interno degli edifici. Energia Geotermica È l’energia conservata nelle rocce e nei fluidi della crosta terrestre. Viene usata direttamente o convertita in elettricità. Minidraulica Mediante apposite turbine si sfrutta l’energia dei fiumi e dei bacini artificiali, in genere per produrre elettricità. Energia del Mare Sfruttamento dell’energia di correnti, onde, maree, e del gradiente termico esistente tra superficie e profondità.
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L’etichetta energetica In Italia dal ’98 con il recepimento di varie Direttive europee, è entrato in vigore l’obbligo dell’etichetta energetica per alcuni tipi di elettrodomestici, estesa in seguito anche alle lampade. L’etichetta energetica evidenzia nel confronto tra diversi modelli le classi di efficienza. (la classe A è la migliore!) Insieme all’illuminazione e al riscaldamento dell’acqua, gli elettrodomestici rappresentano il totale del consumo elettrico domestico. Dall’efficienza degli elettrodomestici e quindi dal loro consumo elettrico, dipende la possibilità di risparmiare una buona parte dei consumi dalle utenze domestiche.
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I consumi energetici medi delle famiglie italiane Nella figura seguente, si può osservare come il settore residenziale e terziario contribuiscano per il 32% ai consumi energetici complessivi a livello nazionale. FONTE: ENEA
Analizzando più in dettaglio il settore residenziale, la ripartizione degli usi finali dell’energia è rappresentato di seguito.
I settori terziario e residenziale assorbono un quarto del fabbisogno energetico nazionale. Circa il 60% dei consumi domestici è riconducibile al riscaldamento, mentre la restante quota è dovuta, nell’ordine, alla preparazione dell’acqua calda sanitaria, ai consumi degli elettrodomestici e all’illuminazione. Diminuire i consumi del settore residenziale, oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni inquinanti, climalteranti e di sicurezza dell’approvvigionamento energetico, comporta vantaggi immediati per le famiglie in termini di diminuzione della spesa per la bolletta energetica e di miglioramento del comfort abitativo.
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ELETTRODOMESTICI SUGGERIMENTI GENERALI • Comprare sempre elettrodomestici inclusi nelle classi di consumo energetico A o B. Il prezzo di acquisto superiore verrà ricompensato da un risparmio sicuro e costante nel tempo, anche da un punto di vista ecologico. • Collegare gli elettrodomestici dotati di funzionamento stand-by, come ad esempio i televisori, gli hi-fi e i computer, a delle prese multiple dotate di interruttore. Chiudendo l’interruttore si spengono tutte le apparecchiature elettriche che rimarrebbero sempre accese. Utilizzare gli elettrodomestici in maniera efficiente: • Usare la lavastoviglie a basse temperature (50°C): prediligere sempre cicli di lavaggio rapidi e a bassa temperatura (inferiori a 50°C), a meno di stoviglie con incrostazioni e sporco consistente: un ciclo di lavaggio breve consuma 0,8 kWh di energia contro 1,5/2 kWh del ciclo completo. Con i lavaggi a bassa temperatura si può ottenere una riduzione del 25% dei consumi con un risparmio in media di 20 euro all’anno. • Evitare, quando possibile, l’asciugatura automatica dei piatti con la lavastoviglie che è molto energivora e non dà alcun beneficio rispetto all’asciugatura naturale ottenuta semplicemente lasciando aperto lo sportello a fine ciclo. In questo modo, si ottengono gli stessi risultati risparmiando il 45% di elettricità in ogni ciclo di lavaggio (circa 30 euro all’anno) e riducendo la durata del ciclo di 15 minuti. • Utilizzare gli elettrodomestici a pieno carico: usare la lavastoviglie solo a pieno carico consente di risparmiare fino a un quarto dell’energia pari a oltre 20 euro all’anno altrimenti rimarrebbero sempre accese. • Regolare il termostato del frigorifero ad una temperatura intermedia, a seconda della temperatura ambiente (raffreddare troppo i cibi in inverno, ad esempio, è inutile e fa aumentare i consumi di energia del 10-15%). Di norma mettendo il termostato in posizione intermedia tra il minimo e il medio si ottiene una temperatura tra i 4°C nel punto più freddo e i 10°C nel punto più caldo. Regolazioni più fredde fanno aumentare i consumi del 1015%. • Controllare e sostituire le guarnizioni del forno, del frigorifero e del congelatore, in modo da mantenere nel tempo l’efficienza del dispositivo. • Non tenere le porte aperte del frigorifero più del tempo necessario all’inserimento o prelievo dei cibi, in quanto la temperatura interna del frigorifero si alza velocemente. Un frigorifero chiuso consuma la metà di uno le cui porte vengono aperte frequentemente. • Sbrinare il congelatore regolarmente ed almeno ogni volta che lo strato di ghiaccio supera i 5 mm di spessore. • Staccare la spina degli elettrodomestici e chiudere il rubinetto dell’acqua in caso di prolungata assenza.
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LAVATRICE E LAVASTOVIGLIE Sono responsabili di circa il 17% del costo della bolletta. Ecco com’è possibile ridurre i consumi: • •
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Lavare la biancheria a bassa temperatura. Massimo 60° Usare sostanze “dolcificanti” che diminuiscono la “durezza” dell’acqua aumentando il potere detergente dei detersivi e diminuendo le incrostazioni della resistenza. In alternativa si può utilizzare l’acqua piovana. Utilizzare sempre la capienza massima consentita dal cestello. Pulire il filtro e le vaschette dei detersivi. Non asciugare i panni con l’eventuale asciugatore della lavatrice ma usare il sole e il vento. La lavastoviglie può essere collegata direttamente all’acqua calda, se essa viene scaldata da fonti diverse dall’elettricità (sole o gas).
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SCALDABAGNO ELETTRICO È responsabile di circa il 20% del costo della bolletta. Il suo utilizzo rappresenta il modo meno efficiente di scaldare l’acqua perché, come spiegato in precedenza, l’elettricità viene prodotta “sprecando” circa il 70% dell’energia disponibile all’origine. Ecco come è possibile ridurre i consumi se non possiamo sostituirlo con i collettori solari o con una caldaia a gas: • • •
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Accenderlo solo prima di utilizzare l’acqua calda, magari usando un timer. Tenerlo sempre acceso in caso di usi frequenti. Non regolare mai il termostato a temperature superiori ai 50° perché l’acqua poi risulterà troppo calda, rendendo necessaria la miscelazione con quella fredda. Tenerlo nel luogo più caldo del locale.
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FORNO E MICROONDE • •
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Evitare di aprire il forno soprattutto durante il preriscaldamento, che andrà effettuato solo se indispensabile. Non tenete acceso il forno fino a cottura ultimata, spegnendolo un po’ prima si ottiene lo stesso risultato perché il forno mantiene al suo interno una certa temperatura. Per il microonde usate solo recipienti di vetro, mai di metallo. Pulite sempre il forno ad ogni utilizzo, è più facile farlo quando è ancora leggermente caldo (chiaramente dopo aver staccato l’alimentazione elettrica).
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FRIGORIFERO E CONGELATORE Sono responsabili di circa 18% del costo della bolletta. Essendo accesi 24 ore su 24 anche piccoli accorgimenti possono produrre ingenti risparmi: •
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Comprare il frigorifero e il congelatore separati. Il maggiore strato isolante del congelatore, e l’apertura a pozzetto anziché frontale, fanno sì che il risparmio energetico complessivo sia pari a circa il 30%. Collocarli nei posti più freschi del locale che li ospita. Non introdurre cibi ancora caldi nel frigorifero. Sbrinare quando lo strato di ghiaccio supera i 5 mm. Regolare il termostato del frigorifero su temperature non inferiori ai 4°.
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CONDIZIONATORI Dal 1° luglio 2003 l’etichetta energetica è obbligatoria anche per i condizionatori d’aria con una potenza refrigerante minore o uguale a 12 kW, alimentati dalla rete elettrica, cioè per i condizionatori di piccola potenza, idonei per il condizionamento dei singoli locali o degli appartamenti. Sul mercato esistono numerose tipologie di apparecchi con diverse modalità di funzionamento (solo raffreddamento o anche riscaldamento) e sistemi di raffreddamento (ad aria o ad acqua). •
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Oltre alle finestre chiuse più possibile le tapparelle o gli scuri, soprattutto nelle ore più calde e a sud, dove non è possibile tenere comunque chiuse le finestre e le tende e provvedere ad installare dei parasole. Mantenere una temperatura interna non inferiore a 4/5° C rispetto alla temperatura massima esterna. Spegnere il condizionatore circa un’ora prima di uscire di casa, anche per non subire lo choc termico. Utilizzare, se possibile, pompe di calore abbinate a sonde geotermiche, hanno maggiore efficienza e possono servire anche per il riscaldamento.
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ILLUMINAZIONE ELETTRICA Il settore dell’illuminazione domestica ha il suo peso sui consumi energetici: in Italia corrisponde circa al 13% del totale di energia elettrica consumata in casa. I dispositivi per l’illuminazione presenti nelle nostre case possono essere lampadine ad incandescenza (normali ed alogene) oppure lampadine fluorescenti (tubolari fluorescenti tradizionali e compatte). Le lampade ad incandescenza sono le più diffuse nelle nostre case e sebbene il loro costo di acquisto sia inferiore a quello delle lampade fluorescenti consumano di più. Le lampade fluorescenti compatte (comunemente dette “a risparmio energetico”) offrono senza dubbio una migliore efficienza: hanno una vita media da 5 a 10 volte maggiore delle lampadine ad incandescenza e alla stessa luminosità consumano cinque volte di meno, ossia solo il 20% di energia elettrica rispetto alle lampadine ad incandescenza tradizionali. Ad esempio, una lampada a fluorescenza da 20 Watt fornisce la stessa quantità di luce di una lampada ad incandescenza da 100 Watt e ha una vita media di 10.000 ore rispetto alle 1.000 ore di una lampadina ad incandescenza.
Piccoli consigli utili per risparmiare sull’illuminazione: • •
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Nella scelta degli apparecchi di illuminazione si deve considerare non solo l’aspetto estetico, ma anche il loro rendimento luminoso. È utile sapere che la luce indiretta, ottenuta quando un apparecchio viene rivolto verso il soffitto od una parete chiara, crea una luce diffusa con un effetto molto gradevole, ma presenta l’inconveniente di un basso rendimento e quindi di un maggiore consumo di energia elettrica. I lampadari con molte lampade possono rappresentare un piacevole arredamento, ma occorre sapere che una lampada ad incandescenza da 100 Watt illumina quanto sei lampade da 25 Watt, ma queste consumano il 50% in più. Negli ambienti dove la luce sta accesa per molte ore, scegliere sempre le lampade fluorescenti compatte, che costano di più delle normali lampade ad incandescenza ma consumano molto meno e durano di più. Le lampade alogene hanno una durata superiore alle lampade tradizionali, ma per il tipo di luce che emanano sono più adatte ad illuminare punti ben precisi, perché altrimenti perdono il 20% della loro luminosità. Negli ambienti in cui non c’è sempre bisogno della massima illuminazione, è bene sostituire i normali interruttori con i regolatori di intensità luminosa (dimmer). Evitare, quando è possibile, la posizione di stand-by del televisore, del registratore e degli apparecchi hi-fi: in questo modo si risparmiano 20 watt all’ora per ogni apparecchio. Pulire, staccando la corrente, gli apparecchi di illuminazione e le lampade, in modo da evitare una riduzione di luce. Tinteggiare le pareti e i soffitti con colori chiari.
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Le comuni lampade ad incandescenza Le comuni lampade ad incandescenza sono le più diffuse nelle nostre case: sono caratterizzate da un’efficienza luminosa modesta, circa 10-13 lm/W. Ciò perché l’energia elettrica si trasforma in gran parte in calore e solo in minima parte in luce. Tali lampade hanno, inoltre, una vita breve (circa 1000 ore). Hanno però il vantaggio di costare poco e diffondono una luce calda e accogliente. Queste lampade sono adatte nei locali dove la luce sta poco accesa, come ad esempio nelle camere da letto, in corridoio, in bagno, ecc..
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Le lampade ad incandescenza “alogene” Alla famiglia delle lampade ad incandescenza appartengono anche le lampade alogene. Queste lampade hanno la caratteristica di produrre una tonalità di luce più bianca e di essere molto più piccole rispetto alle lampade normali. Ciò le rende particolarmente adatte per essere usate in proiettori di dimensioni ridotte (faretti) e per una illuminazione forte e diretta. L’efficienza luminosa è abbastanza bassa (13-22 lm/W) e la loro durata è di circa 2.000 ore (il doppio delle lampade comuni), mentre il loro costo è nettamente superiore. Sono adatte se, ad esempio in soggiorno, si vogliono valorizzare con faretti a luce intensa e mirata quadri, oggetti d’arte o altro.
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Le lampade fluorescenti compatte Le lampade fluorescenti compatte sono classificate a basso consumo perché hanno un’elevata efficienza luminosa (55-65 lm/W) e quindi consumano circa un quinto in meno delle lampade tradizionali. La loro durata media è di circa 8.000 ore. Hanno anche il vantaggio di essere munite dello stesso attacco a vite delle comuni lampade ad incandescenza e pertanto possono facilmente sostituire queste ultime. Soprattutto quelle ad accensione elettronica sono particolarmente adatte per gli impieghi di casa che richiedano un’accensione istantanea e ripetuta. Il loro costo invece è superiore a quelle tradizionali di circa 10-15 volte. La sostituzione delle lampade comuni con quelle fluorescenti compatte è vantaggiosa in tutti i locali della casa dove c’è l’esigenza di un’illuminazione continua e prolungata, come ad esempio il soggiorno, la cucina, la camera dei ragazzi che spesso viene utilizzata anche come sala giochi. La maggiore durata della lampada ed il risparmio sulla bolletta elettrica ripagano il costo di acquisto più alto.
Le lampade fluorescenti tradizionali (al neon) Le comuni lampade al neon sono classificate fra quelle a basso consumo (55-65 lm/W) e sono disponibili in diverse dimensioni e potenza, a forma circolare e rettilinea. Hanno una durata di circa 10.000 ore e, a parità di luce emessa, consumano un quinto delle comuni lampade ad incandescenza. L’uso domestico di queste lampade è limitato dall’inconveniente del maggior ingombro rispetto a quelle tradizionali e dal fatto che alcuni tipi raggiungono la massima intensità luminosa dopo alcuni secondi, dal momento dell’accensione. Il loro costo, compresa la plafoniera ed il sistema di accensione, è di circa dieci volte quello delle lampade tradizionali. Il loro impiego più frequente in casa si ha nelle scale comuni, ma anche per illuminare il piano cottura della cucina.
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Led I primi LED erano disponibili solo nel colore rosso. Successivamente vennero sviluppati LED che emettevano luce gialla e verde e vennero realizzati dispositivi che integravano due LED, generalmente uno rosso e uno verde, nello stesso contenitore permettendo di visualizzare quattro stati (spento, verde, rosso, verde+rosso=giallo) con lo stesso dispositivo. Negli anni 90 vennero realizzati LED con efficienza sempre più alta e in una gamma di colori sempre maggiore fino a quando con la realizzazione di LED a luce blu fu possibile realizzare dispositivi che, integrando tre LED (uno rosso, uno verde e uno blu), potevano generare qualsiasi colore. I LED (Light-Emitting Diode) sono sempre più utilizzati in ambito illuminotecnico in sostituzione di alcune sorgenti di luce tradizionali. Il loro utilizzo nell’illuminazione domestica, quindi in sostituzione di lampade ad incandescenza, alogene o fluorescenti compatte (a risparmio energetico), è oggi possibile con notevoli risultati raggiunti grazie alle tecniche innovative sviluppate nel campo. La quantità di luce emessa (flusso luminoso espresso in lumen) nei modelli di LED di ultima generazione per uso professionale si attesta intorno ai 120 lm, ma nei modelli più economici raggiunge solo i 20 lumen. Una lampada ad incandescenza da 60 Watt emette un flusso luminoso di circa 550 lumen. I Led sono nati per illuminazioni di tipo puntiforme ma oggi esistono led per l’illuminazione diffusa di ambienti come plafoniere e modelli - Solid State Lighting costruiti per sostituire le sorgenti luminose più comun. Nei Ssl, i Led sono raggruppati in modo da formare la sorgente luminosa nella forma e con l’attacco di un normale faretto alogeno o lampadina. I Ssl più diffusi hanno un’efficienza media di 32 lumen/watt e un costo medio tra i 12-24 euro a secondo del numero e del tipo di Led utilizzati. I Led hanno una vita stimata attorno alle 75 mila ore e per alcuni produttori fino a 100.000 ore senza richiedere manutenzione, mentre le lampade fluorescenti tubolari compatte o al sodio hanno una vita media intorno alle ottomila ore, ma dopo quattromila presentano una riduzione del Flusso anche del 40%.
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IL RISPARMIO ENERGETICO NEGLI EDIFICI IL CONSUMO ENERGETICO DEGLI EDIFICI In Italia il 45% del consumo energetico è assorbito dalle attività di costruzione e di gestione degli edifici, valore destinato inevitabilmente a crescere se si considera che il fabbisogno energetico aumenta dell'1% all'anno e i consumi legati al sistema degli edifici anche del doppio. Nelle nuove costruzioni i materiali impiegati permettono in genere una appena accettabile efficienza energetica a causa di una perniciosa tendenza a costruire con costi sempre più limitati per quello che riguarda l’involucro edilizio, riservando magari la giustificazione del costo al compratore con la maggior qualità di rifiniture e impianti. Questo comportamento è indice di una certa trascuratezza verso l’analisi del comportamento energetico dell’edificio, con interventi in questo campo limitati al solo rispetto dei parametri di legge in vigore. La nuova normativa sulla certificazione energetica degli edifici, in via di recepimento, comporterà un deciso cambio di mentalità in questo senso, spostando l’attenzione verso il risparmio energetico inteso come abbattimento dei consumi di energia non solo per la climatizzazione ambientale ma per tutte le sue forme di utilizzo. In questa sezione si punterà l’indice sul risparmio legato alla climatizzazione ambientale e alla produzione di acqua calda per uso sanitario, considerando il complesso edificio e impianto come un tutto unico ed esaminando separatamente gli interventi sulle strutture e sugli impianti. ISOLAMENTO DELLE STRUTTURE I consumi di energia legati alla climatizzazione degli ambienti derivano in gran parte dalle dispersioni termiche dell’edificio: una corretta coibentazione permette di isolare le abitazioni dalle temperature esterne e consente la riduzione dei consumi energetici. Nel nostro paese, invece, la maggior parte degli edifici non sono isolati o lo sono in modo del tutto insufficiente. Una maggiore cura va quindi posta nell’isolamento delle strutture che compongono l’edificio: pareti esterne o verso ambienti freddi, finestre, pavimenti su spazi aperti o confinanti con il terreno o soprastanti ambienti non riscaldati, tetti. Nello schema sottostante (fonte A.N.I.T.) sono evidenziate le varie componenti di un edificio che necessitano di un adeguato isolamento termico:
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Esaminiamo ora nel dettaglio dove, perché e come isolare. Pareti: L’assenza di un adeguato isolamento termico è causa sia di dispersioni di calore eccessive che di una temperatura superficiale interna più bassa, con conseguente formazione di condensa (spesso all’interno delle pareti stesse) e quindi di muffa. In particolare, il comportamento termico della struttura dipende dai materiali che li compongono e dalla posizione dello strato isolante rispetto agli altri strati, che può essere posto sulla superficie interna, su quella esterna o in intercapedine. Nelle figure che seguono sono riportati due esempi, che evidenziano le modalità di posa dell’isolamento in intercapedine e sulla superficie della parete (interna o con “cappotto” esterno):
Fig. 1 – Esempio di isolamento in intercapedine: la parete è divisa in due parti e l’isolante è confinato nel vuoto tra di esse. (Fonte: Rockwool © Dow Italia ©)
Fig. 2 – Esempio di isolamento applicato sulla superficie interna della parete (Fonte: Isover ©)
Fig. 3 – Esempio di isolamento a “cappotto termico” – (Fonte: Rockwool © Dow Italia ©)
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Finestre Un buon modo per fronteggiare la dispersione di calore in un appartamento è sostituire le vecchie finestre con serramenti nuovi e doppi vetri, dato che le finestre costituiscono il punto dove si verifica la maggiore dispersione di calore in un appartamento. Si tratta, come sempre quando si parla di isolamento termico, di un investimento che si recupera nel tempo, perché consente di risparmiare sul riscaldamento di casa oltre che di ottenere un efficace isolamento acustico rispetto ai rumori che provengono dall’esterno. Doppi vetri (o vetri-camera). Sono caratterizzati da un’intercapedine sigillata tra i due strati di vetro. La "vetrocamera chiara", che è il modello classico, ha una intercapedine piena di aria secca. La "vetrocamera a bassa emissività" offre qualche prestazione in più, avendo un film metallico posto sulla superficie del vetro che permette di ridurre il passaggio di calore verso l'esterno. La "vetrocamera a bassa emissività con gas isolante" è il doppio vetro più efficace dal punto di vista dell' isolamento; l'intercapedine tra i due vetri è riempita con gas argon. Infine è possibile trovare in commercio anche la "vetrocamera con pellicola antisfondamento", che unisce alle prestazioni isolanti anche quelle di sicurezza. I tipi di doppio vetro attualmente più utilizzati sono quelli 4-9-4, formati cioè da due vetri da 4 mm di spessore e da un’intercapedine di 9 mm, che rispetto ai “vecchi” vetri 4-6-4 offrono prestazioni migliori; senza arrivare all’utilizzo di spessori elevati di intercapedine, sarebbe opportuno utilizzare vetri 4-12-4, reperibili facilmente in commercio, che rispetto agli spessori inferiori permettono di risparmiare quasi il 10% di energia. Serramenti. Per conseguire un buon isolamento termico, occorre prendere in considerazione anche i serramenti, che possono essere realizzati in legno, PVC o alluminio. I serramenti in legno sono quelli più utilizzati, soprattutto per ragioni estetiche. Guardando invece al risparmio energetico, i serramenti in PVC sono quelli a maggior resa, potendo contare su di una tecnologia che permette di realizzarli con camere d’aria stagne al loro interno; ne consegue una più alta capacità isolante. L’alluminio, che è ancora il materiale più diffuso per usi non residenziali, è di recente penetrato nel mercato residenziale grazie a tecnologie di lavorazione che permettono una finitura superficiale con un effetto estetico che si avvicina a quello del legno ed è sicuramente paragonabile a quello del PVC. Volendo utilizzare serramenti in alluminio è bene indirizzarsi su quelli “a taglio termico”, in cui il telaio è isolato dal controtelaio e dalla muratura tramite delle apposite guarnizioni, con un netto abbattimento delle dispersioni di calore rispetto ai modelli tradizionali. Un’ultima indicazione riguardo alle finestre con avvolgibili: è bene coibentare il cassonetto che nasconde l’avvolgitore, se è del tipo incassato nella parete, perché rappresenta un punto debole dell’isolamento termico dell’edificio.
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Pavimenti Per assicurare il benessere termico in un ambiente, e per evitare la formazione di condensa, la temperatura superficiale di un pavimento non deve essere molto inferiore a quella dell'aria all’interno dell’ambiente stesso. L'isolamento termico del pavimento deve essere perciò progettato non solo imponendo un limite alla dispersione termica ma anche alla temperatura minima per la superficie del pavimento, che deve essere non inferiore di più di 2°C rispetto alla temperatura dell'aria. Nella figura si vede un esempio di isolamento di un pavimento in laterocemento:
Fig. 4 – Esempio di isolamento di un pavimento: l’isolante è applicato tra la soletta portante e il massetto di ripartizione (Fonte: Isover ©)
Tetti L'isolamento delle coperture è essenziale per ridurre la dispersione termica. L'isolamento del tetto svolge anche una funzione protettiva nei confronti della struttura, soprattutto quando questa è in legno. Inoltre l'isolamento termico delle coperture offre notevoli vantaggi durante il periodo estivo; per effetto delle radiazioni solari infatti la temperatura superficiale del manto di copertura (tegole o altro) può risultare superiore alla temperatura dell'aria esterna anche di 10 - 30 °C in funzione della tipologia del materiale. Di conseguenza il salto termico effettivo tra l'interno e l'esterno della copertura è molto elevato. Ciò fa ulteriormente aumentare la temperatura interna dell'edificio a causa della trasmissione di calore che può avvenire attraverso il tetto nel caso non sia presente un buon isolamento termico. In particolare le dispersioni attraverso un tetto non isolato possono rappresentare più del 25% delle dispersioni totali di un edificio. Attualmente, per edifici di nuova costruzione è invalso l’uso, di utilizzare spessori di materiale coibente generalmente non superiori a 4 cm per l’isolamento del tetto. Questa consuetudine porta a risultati solitamente appena soddisfacenti, mentre un raddoppio di spessore comporterebbe un sensibile risparmio energetico con costi aggiuntivi non elevati ed ammortizzabili ampiamente durante la vita dell’isolamento.
Fig. 5 – Esempio di isolamento sotto tegola di un tetto a falda (Fonte: Isover ©)
Fig. 6 – Esempio di isolamento di un sotto tetto abitabile (Fonte: Isover ©)
Fig. 7 – Esempio di isolamento di un sottotetto non abitabile (Fonte: Isover ©)
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ISOLAMENTO DELLE TUBAZIONI DEGLI IMPIANTI Oltre alle strutture è necessario intervenire sugli impianti, sia di climatizzazione che di produzione dell’acqua calda sanitaria (ACS), con la coibentazione delle tubazioni che trasportano il fluido termovettore e l’acqua calda. Questo intervento, oltre ad essere un ben preciso obbligo di legge per impianti realizzati a partire dal 1977, consente di risparmiare una considerevole quota dell’energia dispersa complessivamente dal sistema edificioimpianti. La coibentazione deve essere effettuata con materiali idonei (generalmente si utilizzano manicotti isolanti in poliuretano, polistirene e polietilene espansi, in genere del tipo a celle chiuse che consente un migliore isolamento) e con gli spessori indicati, a seconda della posizione delle tubazioni rispetto alle strutture, dal DPR 412/93. Nella figura della pagina seguente si vedono alcuni tipi di manicotti (o coppelle) isolanti.
Fig. 9 – Alcuni tipi di coppelle isolanti per tubazioni (fonte TeknoWool ©)
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INFO e CONTATTI: Salvatore Bossio LocalitĂ Ponte Vetrione 170 43049 Contile - Varsi (PR) phone: 347.7579656 / 0525.59395 salvatorebossio@yahoo.it associazioneculturaledolceacqua.blogspot.it
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