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Dajana Roncione Una donna che sa cosa vuol fare da grande
3 002009 006639
20003
“Lo hanno detto in televisione...”
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Betlemme
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SOMMARIO Fotovoltaico: ritmi di crescita vertiginosi
14 Il potere della musica
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)HZ[H \U Ă„UL ZL[[PTHUH ed un ombrello!
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Cara amicizia, ti scriviamo...
30 Una donna che sa cosa vuol fare da grande
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Centro Ingrosso Cina
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Il photoimmaginista
52 “Lo hanno detto in televisione...�
56 Per uno sguardo libero verso il cielo
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Cari lettori, in questo nostro terzo editoriale vogliamo parlare un po’ della attualitĂ , a differenza della classica e usuale presentazione del giornale, che avrete modo di sfogliare e di apprezzare senza bisogno di alcun incipit. I primi mesi dell’anno possiamo affermare non sono stati affatto positivi, per non dire GLVDVWURVL OD FULVL HFRQRPLFD KD VĂ€DQFDWR OH QXPHURVLVVLPH IDPLJOLH LWDOLDQH JLj LQ QHWWD GLIĂ€FROWj H SRUWDWR XQD YHUD H SURSULD RQGDWD GL SHVVLPLVPR QHO QRVWUR 3DHVH DQFRU SL FRQIHUPDWR GDO GUDPPD GL %ULQGLVL H GDL JUDYL DWWHQWDWL DYYHQXWL LQ WXWWR LO 3DHVH FKH evocano un “terrorismo di ritornoâ€?, strisciante e rischioso. Senz’altro una parte di questi fatti sono da attribuire al forte disagio sociale che si avverte in Italia e alla recessione HFRQRPLFD , FRQVXPL VRQR FDODWL H OH D]LHQGH VRQR LQ JUDYH GLIĂ€FROWj 8QD SDUWH GHO FHWR medio sta pericolosamente precipitando verso la soglia di povertĂ . Lo Stato appare assente, non pronto a garantire ai propri cittadini opportunitĂ , non tutelando una grossa fascia GL SRSROD]LRQH VRSUDWWXWWR TXHOOD GHL SL JLRYDQL VHQ]D VSHUDQ]H SHU XQ IXWXUR PLJOLRUH Il modello neo-liberista che si sta affermando è di per sĂŠ molto azzardato e duro da recepire LQ XQ 3DHVH GRYH LO ZHOIDUH H JOL DPPRUWL]]DWRUL VRFLDOL KDQQR VHPSUH IXQ]LRQDWR LQ PRGR SL che accettabile. Garanzie che ora, complici tagli forsennati e forti misure di austerity, non sappiamo quanto davvero necessari, stanno venendo meno, obbligando il cittadino a ´GRYHUVHOD YHGHUH GD VpÂľ H D QRQ SRWHU IDUH DIĂ€GDPHQWR VXO SURSULR 6WDWR FRPH LQ SDVVDWR q avvenuto.Questo è molto triste, ed aggiungiamo, ingiusto. Ma dalle pagine di questa rivista, che solitamente non tratta argomenti di pesante attualitĂ , vogliamo rivolgere un appello agli LPSUHQGLWRUL VHPSUH SL LQ GLIĂ€FROWj QRQFKp DOOH IDPLJOLH H DL FLWWDGLQL LQ FULVL 1RQ mollate! Cercate aiuto e sostegno, soprattutto morale e psicologico; i soldi non sono e non debbono rappresentare il primo indicatore di successo della vita, anche se spesso sono tremendamente necessari. La solidarietĂ e la vicinanza di amici e parenti deve tornare ad essere fondamentale, in questi periodi. Inoltre, la riscoperta dei veri valori dell’esistenza e di una spiritualitĂ , personale e collettiva, che negli anni è venuta sempre meno nei cittadini e nella nostra societĂ , può davvero rappresentare un punto determinante e la chiave di volta. 1RL GL ,QWHUYLVWD YL VWDUHPR YLFLQL FRQ L QRVWUL FRQWHQXWL OH DQDOLVL H JOL DUWLFROL FKH LQ TXHVWL mesi moltissimi di voi hanno apprezzato e che speriamo tanti altri in futuro apprezzeranno. 3HUWDQWR YL DXJXULDPR XQD EXRQD OHWWXUD GLVWHQVLYD LPSHJQDWD H SDUWHFLSDWD La redazione di
Magazine
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Fotovoltaico: ritmi di crescita vertiginosi di Nicola Bano
S
econdo l’ultimo rapporto pubblicato dall’EPIA (European Photovoltaic Industry Association) l’Italia, con 9 GW di impianti connessi in rete, è stata, nel 2011, il primo paese al mondo per potenza installata e numero di impianti, seguita da Germania, Cina e Stati Uniti.
Stiamo parlando di impianti fotovoltaici: una fonte di energia pulita che utilizza la luce solare per produrre energia elettrica e che ha visto, negli ultimi anni, dei ritmi di crescita vertiginosi (+70% nel 2011), diventando la terza fonte di energia rinnovabile in Europa, dopo idroelettrico ed eolico.
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Secondo uno studio del Gestore Servizi Energetici, gli impianti fotovoltaici installati a ¿ne 2011 erano già più di 270.000, sparsi su tutto il territorio nazionale. L’Italia dovrebbe essere quindi, anche a causa del costo dell’energia più elevato rispetto agli altri paesi europei, e all’aumento continuo del prezzo dei combustibili fossili, il primo paese a raggiungere la Grid Parity, ovvero l’equivalenza di costo per il KW prodotto con i pannelli fotovoltaici e il KW prodotto con le fonti tradizionali. In altre parole, produrre un KW di energia con impianti fotovoltaici costerà, entro la ¿ne del 2013, quanto produrre un KW con una centrale termoelettrica. A quel punto il fotovoltaico entrerà nel mercato dell’energia con la veste di un concorrente vero, rispetto alle altre fonti energetiche e, grazie
ai forti investimenti che vengono fatti in questo settore, si potranno ottenere moduli sempre più performanti e quindi produrre più energia ad un costo minore, a parità di super¿cie occupata. 4uesto, ovviamente, non signi¿ca che nel giro di pochi anni si smetterà di produrre energia con le fonti tradizionali, ma piuttosto che, in un futuro non troppo lontano, si passerà da un modello di “generazione centralizzata” ad uno di “generazione distribuita”, dove tanti piccoli impianti privati immetteranno energia nella rete pubblica e le rinnovabili avranno un ruolo sempre più importante nel mix energetico. Una vera rivoluzione, questa, perché ¿no a pochi anni fa la produzione di
energia elettrica era appannaggio esclusivo dei grandi gruppi pubblici o privati, mentre già oggi Enel acquista energia elettrica da migliaia di privati che posseggono un impianto sul proprio tetto. Un’altra piccola rivoluzione che il fotovoltaico ha già compiuto riguarda il costo dell’energia nelle diverse fasce orarie. Fino all’anno scorso, infatti, il costo orario era molto più alto nelle fasce orarie di punta, e meno costoso nelle ore serali: recentemente però, stando ai dati dell’Autority per l’Energia, questa tendenza si è invertita, proprio grazie agli impianti fotovoltaici, che producono più energia proprio nelle ore in cui la richiesta è maggiore, ovvero quando il sole splende alto nel cielo.Tutto questo è stato possibile anche gra-
zie ad un sistema di incentivi statali che ha reso il fotovoltaico molto conveniente da un punto di vista economico. In Italia, infatti, l’energia solare è stata fortemente sostenuta dai vari “conti energia”, che permettono di ricevere un contributo in denaro per ogni KW installato e ammortizzare quindi il costo iniziale dell’impianto in pochi anni. Recentemente questi incentivi sono stati ridotti drasticamente dal governo Monti, con il Quinto Conto Energia, ma l’installazione di un impianto risulta comunque conveniente nel lungo periodo, anche a fronte di un investimento iniziale che va dai 10 mila euro in su. Il fotovoltaico conviene: non solo da un punto di vista etico ed ecologico, ma anche da un punto di vista economico.
Se avete a disposizione un tetto, dunque, le possibilità sono diverse: a partire dai classici pannelli, che mantengono ancora il primato sul rendimento (i più performanti arrivano ad un 21%), alle soluzioni integrate da un punto di vista architettonico (ad esempio le tegole fotovoltaiche), che ricevono incentivi più alti e consentono di scavalcare eventuali vincoli storici o paesaggistici. Vi sono poi i pannelli integrati termici ed elettrici, per produrre energia e acqua calda, che può essere utilizzata per usi sanitari o per il riscaldamento invernale.
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Il potere della
musica a cura di Francesca D’andrea
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utilizzo della musica come strumento terapeutico ha origini molto antiche: nella preistoria suoni, canti e danze avevano un ruolo essenziale nei vari rituali di guarigione. Gli uomini primitivi credevano che la malattia fosse causata da uno spirito maligno, e che la musica entrando in contatto con esso potesse scacciarlo attraverso l’uso di formule magiche che prevedevano canti e danze. Nell’antica Grecia si riteneva che la musica inducesse particolari effetti sull’animo e sulle facoltà volitive dell’uomo, e che tali effetti fossero
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diversi a seconda del tipo di ritmo, del tipo di melodia e delle modalità di esecuzione. Nacque proprio da questa concezione la dottrina dell’ethos musicale, secondo la quale si stabilì che l’azione della musica era fondamentalmente di tre tipi: ethos energico qualora producesse un atto di volontà, ethos snervante qualora la paralizzasse, ed ethos estasiante qualora provocasse uno stato di ebbrezza e di estasi. La teoria dell’ethos pervadeva completamente la concezione greca della musica: si pensava che essa agisse non solo sulla psiche ma anche sul corpo umano: infatti, non erano inusuali prescrizioni terapeutiche di particolari melodie per guarire la sciatica e altri disturbi. Un’ulteriore testimonianza che ci permette di
comprendere quale fosse l’enorme potere attribuito alla musica dai greci ci viene fornita da miti come quello del poeta e musico Orfeo, che con la sua musica e i suoi versi riusciva a commuovere gli uomini e ad ammansire le belve e i mostri infernali. Il suo canto avrebbe avuto addirittura la possibilità di vincere l’invincibile per eccellenza: la morte. Orfeo scese nell’Ade per riportare la sua Euridice nel mondo dei vivi, ma ciò che sarebbe stato concesso alla musica rimase inaccessibile alla debolezza degli esseri umani, ed Euridice venne inghiottita di nuovo dalle tenebre degli Inferi. Anche la Bibbia riporta una testimonianza a favore dell’uso terapeutico del suono: “ E così ogni qualvolta il cattivo spirito venuto da Dio investi-
va Saul, Davide prendeva la cetra e si metteva a suonare, Saul si calmava e stava meglio poiché lo spirito cattivo si ritirava e lo lasciava in pace” (Samuele1-16,63) Nel Medio Evo Boezio (600 d.C. circa) incluse nel suo trattato De Instituzione Musica un capitolo sul potere di guarigione della musica. Il suo famoso trattato conobbe una vasta diffusione in Europa, e venne inserito nel programma di studi degli studenti di medicina. Sempre nel Medio Evo i monaci potenziarono l’unione musica-medicina utilizzando nell’assistenza di malati e bisognosi, composizioni musicali a cui attribuivano poteri terapeutici come quelle composte da Nokter Balbulus. Anche se il potere della musica è noto da millenni, l’idea di una musicoterapia strutturata nacque durante la prima e la seconda guerra mondiale, quando negli ospedali per i veterani furono ricoverati un gran numero di soldati feriti: proprio in quelle circostanze si scoprì che la musica poteva alleviare il loro dolore, la loro sofferenza e per¿no migliorare alcune risposte ¿siologiche (pulsazioni, pressione ematica, ecc...). In alcuni ospedali per i veterani, i medici iniziarono ad invitare musicisti af¿nché suonassero per i pazienti. Presto risultò evidente che entusiasmo e generosità non bastavano, ma che era necessaria anche una formazione professionale. In America il primo programma uf¿ciale di musicoterapia fu istituito nel 1944 presso la Michigan State University, e durante gli anni 60’ Paul. Nordoff e Clive Robbins iniziarono a sviluppare un metodo di lavoro
(musicoterapia creativa) con bambini affetti da handicap diversi. Nello stesso periodo la musicoterapia si diffuse anche in Europa attraverso il lavoro pionieristico di Juliette Alvin (terapia della libera improvvisazione), di Mary Priestley (musicoterapia analitica) in Inghilterra e di Edith Lecourt in Francia. Attualmente la musicoterapia viene concepita come disciplina che si occupa della costruzione intenzionale di relazioni comunicative a scopo terapeutico, attraverso l’impiego di due distinti elementi: la relazione, che si sviluppa mediante l’uso di attività musicale e di altre pratiche espressive; la musica, che serve a realizzare una forma di comunicazione non verbale.
terapia indica attività in cui a predominare è l’elemento relazionale e che sono prevalentemente svolte da terapeuti(medici, psicologi, psicoterapeuti). La musicoterapia racchiude in se numerosi aspetti che rendono dif¿coltosa la possibilità di fornirne una de¿nizione unica o universalmente accettata. Come corpo di conoscenza è multidisciplinare, cioè non si tratta di una disciplina singola e isolata, ma piuttosto di una combinazione di diverse discipline attorno a due grosse aree, la musica e la terapia. Tra le discipline collegate alla musica includiamo: psicologia della musica, pedagogia musicale, etnomusicologia, estetica musicale, psicoacustica, teoria e storia della musica, esecuzione e composizione musicale. Tra le discipline collegate alla terapia includiamo: psicologia, psichiatria, counseling, psicoterapia, neurologia, medicina, audiologia.
L L’idea di una musicoterapia strutturata nacque durante le due guerre mondiali li In base alla predominanza del primo o del secondo elemento vengono a delinearsi due diverse situazioni descritte da Bruscia (1989) attraverso l’uso differenziato dei caratteri tondo e corsivo: con musico-terapia fa riferimento ad attività in cui a predominare è l’elemento musicale e che sono prevalentemente svolte da musicisti, mentre con musico-
La musicoterapia viene utilizzata per intervenire su un certo numero di disagi ¿sici, psicologici, psichiatrici e neurologici (disturbi motori, sensoriali, emotivo-relazionali, dell’apprendimento e della personalità, esiti da lesioni cerebrali, autismo, sindromi genetiche, demenze senili e altri ancora) e si rivolge a persone di diverse età. Nell’ambito della prevenzione, è noto l’impiego della musicoterapia sulle gestanti o sui neonati, allo scopo di facilitare un sereno rapporto madre-bambino e una buona comunicazione non-verbale. Può essere anche adoperata con bambini e ragazzi in salute allo scopo di favorirne la crescita psicologica ed emotiva, di migliorare le relazioni in-
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terpersonali, oppure aiutare il rilassamento. I pazienti possono essere coinvolti in sedute individuali, di coppia oppure di gruppo in base alle caratteristiche e ai bisogni personali, e ogni intervento deve essere progettato in base alle ¿nalità istituzionali del contesto all’interno del quale si opera (scuole, ospedali, centri di riabilitazione ecc...). Gli obiettivi e le strategie terapeutiche vengono individuate tramite la raccolta anamnestica riguardo ad aspetti medici, personali e familiari; viene effettuata, inoltre, una valutazione del paziente o del gruppo attraverso strumenti prettamente musicoterapici. Gli obiettivi possono richiedere un piano di trattamento a breve, medio o lungo termine. Il lavoro del musicoterapista va considerato in un’ottica di partecipazione interdisciplinare alla cura del pazien-
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te, ed è di fondamentale importanza la collaborazione con l’èquipe medica e con gli altri specialisti che operano con la stessa persona. La scelta del materiale sonoro-musicale da adoperare nell’ambito di una seduta, non nasce da presupposti estetici/artistici o culturali (l’impiego di elementi che comunemente vengono apprezzati come musica) ma da presupposti clinici ed operativi (l’utilizzo di elementi che possiedono un senso, un signi¿cato dell’intervento). È possibile prendere in considerazione qualsiasi evento acustico percepibile e non dall’apparato uditivo (in questo caso trasmesso per via tattile-vibratoria), e quindi qualsiasi strumento musicale oppure oggetto (di uso quotidiano o creato appositamente per l’occasione) che possa essere vissuto come messaggio, come comunicazione. La musica,
intesa anche come fenomeno vibratorio, ha un impatto immediato a vari livelli: ¿sico, neurologico, psicologico e in¿ne comunicativo, inteso come il desiderio di andare verso l’altro. Nella pratica musicoterapica possiamo distinguere due correnti principali: la musicoterapia recettiva e la musicoterapia attiva. Nella musicoterapia recettiva al paziente viene fatta ascoltare musica registrata o eseguita dal vivo dal terapeuta, ma ciò non deve indurre a pensare che si tratti di una modalità d’approccio passiva. In realtà l’ascolto sonoro/musicale è un processo complesso, tutt’altro che passivo, in grado di attivare, in particolari contesti, profondi movimenti interiori. Un ascolto signi¿cativo dal punto di vista emotivo va oltre la connotazione culturale del brano musicale e interagisce con codici e simboli
L musicoterapia La viene utilizzata per intervenire su un certo QXPHUR GL GLVDJL ÀVLFL SVLFKLFL SVLFKLDWULFL H L H neurologici appartenenti alla singola persona. La musicoterapia attiva si basa invece sulla manipolazione diretta degli strumenti, e sull’interazione musicale tra paziente e terapista (non è necessario che il paziente abbia avuto alcuna formazione musicale precedente). All’interno di un intervento musicoterapico ci si può avvalere di diverse esperienze musicali:
‡ l’improvvisazione: la musicoterapia basata sull’improvvisazione impegna il paziente a “comporre� la musica mentre suona o canta in maniera estemporanea utilizzando la voce, il corpo, strumenti musicali. Il terapeuta aiuta il paziente fornendogli un accompagnamento che stimoli e guidi le sue produzioni sonore;
‡ la ri-creazione: il terapeuta impegna il paziente in compiti vocali o strumentali che prevedono la riproduzione di musica;
mento, evocare ricordi, stimolare le abilità percettive e l’immaginazione. All’ascolto possono essere abbinate narrazioni di storie, il disegno, la drammatizzazione, la danza. ‡ la composizione: Il musicoterapista aiuta il paziente a scrivere canzoni, parole o pezzi strumentali, oppure a creare qualsiasi tipo di prodotto musicale come realizzazioni di registrazioni musicali (audio o video). fragym@libero.it
‡ l’ascolto: la musicoterapia basata sull’ascolto utilizza musica registrata o suonata dal vivo per far concentrare il paziente sugli elementi ¿sici, emotivi, intellettivi ed estetici della musica, oppure per favorire il rilassamento o il movi-
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Al Picchetto “Verrete per curiositĂ , Sarete conquistati dalla qualitĂ , Ritornerete per il piacere.â€?
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BastaQR XQ ÀQH settimana ed un ombrello! Abbiamo visitato i mercati più interessanti di Londra. Un insolito tour a caccia di curiosità e occasioni
T
testo e foto di Elisa Ragazzi
ic tac - tic tac, è il ticchettio della pioggia sui vostri acquisti. Se andate a Londra rassegnatevi a questo sottofondo musicale, ma sorridete, siete nel paradiso dello shopping, in un attimo vi dimenticherete le sunnyshowers, il carovita e il sovraffollamento della capitale. Armatevi di ombrello e pazienza, e in un lungo ¿ne settimana avrete la possibilità di visitare i mercati più interessanti della città. L’insolito tour a caccia di curiosità ed occasioni inizia di venerdì. La prima
tappa ci porta a Covent Garden Market. Tra i negozietti coloratissimi di questo mercato coperto si respira un’aria decisamente bohémien; passeggiando tra le alte arcate in stile palladiano, vedrete esibizioni estemporanee di artisti di ogni genere. All’ora di pranzo ci siamo trasferiti al Borought Market, un mercato alimentare raf¿nato. E’ in vendita ogni sorta di prelibatezza: formaggi rari, carne biologica, pesce, frutta, verdura, dolci e prodotti caserecci. Stuzzicati dagli innumerevoli sapori ed odori del mercato, se avete fame la placherete, scegliendo tra le innumerevoli proposte dei chioschetti locali. Prima di andarsene è obbligatorio l’acquisto di un pezzo della
chocolate brownies più buona della città, una torta a base di cioccolato fondente e noci che farà perdere i sensi ai più golosi. Il pomeriggio è piacevole trascorrerlo a Greenwich. Questo affascinante distretto marittimo affacciato sul Tamigi ospita un altro mercato alimentare con prodotti genuini e biologici. Le bancarelle chiudono verso le 17.30, l’ora ideale per fare una passeggiata lungo il ¿ume o tra gli alberi del grande parco della zona. Godersi il tramonto sul primo meridiano, sorseggiando una birra seduti sulla riva, si può considerare una conclusione di giornata davvero speciale. Il secondo giorno a Londra si apre con un omaggio agli appassionati
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dell’antiquariato, che impazziscono tra i banchetti e i negozietti del primo tratto di Portobello Road, nel quartiere di Notting Hill (¿no all’ultimo, vi confessiamo che abbiamo sperato di incontrare Hugh Grant...). Libri, ceramiche inglesi, macchine fotogra¿che, giocattoli antichi fanno la gioia di chi è a caccia di oggetti originali. L’affollatissimo mercato ospitato in questa lunga via cambia continuamente aspetto; all’antiquariato fanno seguito i banchi di frutta e verdura e bancarelle di magliette e souvenir. La famosa
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Portobello si conclude con il Goldborne Market, impero dei vestiti vintage e di seconda mano, molti dei quali di marca. Quando la fame inizia a farsi sentire ci si può spostare a Camden Town. In questo quartiere, sparsi tra le numerose bancarelle e i tanti negozi, vi sono molti stand gastronomici etnici. Immergersi nei mercati di Inverness Street, Camden Lock e Stables in Chalf Farm Road vuol dire curiosare tra abbigliamento ed oggettistica orientati per lo più ai turisti, ma anche scovare prodotti arti-
gianali e immancabili abiti ed accessori retrò. Ciò che rende speciale questi luoghi è certamente la gente che vi gravita attorno: dark, emo, punk alla ricerca del necessario per il loro look alternativo. In questo immenso microcosmo si può trascorrere l’intero pomeriggio; se non siete stanchi passate qui la vostra serata, la vivace vita notturna di Camden vi terrà svegli a lungo. La domenica è votata al regno delle pulci e del retro clothing, l’East End. Questa zona di Londra, tra atmosfere etniche e graf-
¿ti di writer famosi come Banksy, ospita svariati mercatini dalla ¿sionomia differente. All’interno dell’Old Spital¿elds Market si incontrano le prime bancarelle del quartiere. In questo spazio affollato, oltre alle solite trappole per turisti, è possibile trovare dell’interessante abbigliamento etnico, artigianale e vintage. Ha tutto un altro stile il vicino Petticoat Lane Market, un mercato popolare poco frequentato dai turisti che ospita soprattutto abbigliamento economico. Il quartiere in cui siamo è famoso soprattutto grazie a Brick
Lane, spazio colmo di ristoranti etnici (per questo soprannominata Banglatown) e svariati locali notturni di tendenza con musica alternativa e sperimentale. Brick lane è teatro di un vivace mercato delle pulci domenicale in cui trovare di tutto: cianfrusaglie, oggetti di dubbia provenienza, elettronica, usato, artigianato, antiquariato, pelletteria. Se si capita da queste parti bisogna assolutamente fermarsi presso la celebre Beigel Bake, una panetteria ebraica aperta 24h su 24h che vende prodotti da forno favolosi ad
un prezzo bassissimo. Dare un morso ad un loro panino al salmone affumicato e formaggio o manzo salato può rivelarsi una vera esperienza mistica. Nella stessa zona visitate i locali dell’enorme centro artistico e culturale ricavato dal birri¿cio di Old Truman Brewery. Sede di workshop artistici ed eventi, questa vecchia fabbrica accoglie il Sunday Up, il Backyard e il Vintage Market, ricchi di creazioni originali di giovani artisti e designer; e la Boiler House Food Hall, uno spazio dedicato alla cuci-
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na internazionale. L’East End non accontenta solo golosi e fanatici dei vestiti di seconda mano. Dietro l’angolo c’è uno spazio riservato anche agli appassionati della natura; di fronte all’enorme quantità di piante e ¿ori del Columbia Road Flower Market si rimane a bocca aperta. Per chi è incuriosito dalle subcul-
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ture urbane si consiglia invece una tappa al Broadway Market. Questo mercatino è amato e frequentato soprattutto dagli hipster locali, giovani dal look ricercato e stravagante. Passeggiando tra questi gruppetti di ragazzi ci si imbatte nuovamente in chioschi di buon cibo, artigianato ed arte.
A questo punto la valigia è piena, ed i piedi sono bagnati e doloranti; ma nessuno può togliervi la soddisfazione di aver collezionato oggetti e vestiti che lasceranno tutti senza parole. E’ il momento di tornare a casa, felici e contenti!
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Borgo di Barigianino “Un sogno chiamato vacanza”
Adagiato sotto le pendici del bellissimo parco naturale della Montagnola Senese, a pochi chilometri dalle più famose città toscane (Siena, Lucca e Firenze), tra le zone del Chianti e del Brunello di Montalcino si trova il Borgo di Barigianino... un sogno chiamato vacanza. Quando arriverete al Borgo di Barigianino ad accogliervi troverete tutta la famiglia al completo. Michela cura l’amministrazione e il Marketing del Borgo. La mamma Davidica normalmente la troverete davanti DL IRUQHOOL LQWHQWD D SUHSDUDUH JXVWRVL SLDWWL WLSLFL GHOOD ]RQD R D FXUDUH L ÀRUL GHL JLDUGLQL /·DUUHGDPHQWR e lo stile degli appartamenti è tutto merito del papà Guido e del fratello Alberto. GLI APPARTAMENTI Gli appartamenti del Borgo vi offrono tutte le comodità mantenendo il sapore degli antichi casolari toscani. Sarete immersi nei colori e nei profumi dell’affascinante terra toscana.
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LA PISCINA ,O Ă€RUH DOO¡RFFKLHOOR GHO %RUJR GL %DULJLDQLQR q VLFXUDPHQWH OD SLVFLQD Di nuovissima costruzione si armonizza perfettamente con l’ambiente circostante, integrandosi con la parete di roccia che la sovrasta. Ăˆ dotata di una vasca grande centrale, di una vasca piccola con sedute laterali e idromassaggio; e di una vasca con effetto geyser collocata dentro una grotta naturale.
Borgo di Barigianino /RF %DULJLDQLQR 5RVLD 6,
7HO )D[ 8IĂ€FLR 0LFKHOD michela@barigianino.com - www.barigianino.com
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Cara amicizia, ti scriviamo...
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amicizia e l’amore, sono dalla notte dei tempi gli argomenti piÚ dibattuti. E’ stato scritto di tutto e di piÚ su questi sentimenti. Il mondo intero sta vivendo un periodo molto brutto, eppure queste due emozioni vengono maggiormente cercate e VRҏHUWH GD WXWWL 1RL SDUOHUHPR di amicizia. Iniziamo con una domandina facile facile, ma allo stesso tempo, forse senza risposta: saremmo realmente disposti a VDFULºFDUFL R D GDUH TXDOFRVD GL QRL per un amico ad un suo segnale d’aiuto? 1RQ FL VRQR VWDWLVWLFKH FKH ULVSRQGDQR D questa domanda, quindi non sapremo mai UHDOPHQWH FRVD IDQQR JOL ŽDPLFL¯ 1RQ pensiamo a grandi gesti, ma a tutte quelle SLFFROH FRVH FKH FL GDQQR LO VHQVR FKH O¹DPLFR F¹q HG q VHPSUH DO QRVWUR ºDQFR Senza prenderci troppo sul serio vi UDFFRQWLDPR XQD VWRULHOOD FKH FL KD IDWWR
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VRUULGHUH PD FL KD GDWR¼ XQD GHOOH WDQWH sfaccettature dell’amicizia. 'XH DPLFKH FKH FKLDPHUHPR *LXOLD H Melania, sono entrambe della stessa città . La loro amicizia non è nata tra i EDQFKL GL VFXROD PD VL VRQR FRQRVFLXWH per motivi di lavoro, quindi già adulte. 6RQR GLYHUVLVVLPH *LXOLD q VHULRVD FKH q GLYHUVR GDOO¹HVVHU VHULD H FRVD SHJJLRUH q FRQYLQWD FKH DQFKH GD VROD potrebbe cambiare il mondo, ponderata, dai principi saldissimi e nei rapporti D GXH q FRQYLQWD FKH DQFRUD RJJL VL SXz essere due cuori ed una capanna ed il GLYHUWLUVL ºQR D TXDOFKH DQQR ID QRQ faceva parte dei suoi obiettivi. Melania SUHQGH OD YLWD VHPSUH GL VJXLQFLR SRFKH cose la mettono al tappeto, è solare H SHQVD FKH OD YLWD q JLj FRPSOLFDWD quindi cerca sempre di trovare il lato positivo e divertente di ogni accadimento DQFKH VH PROWH YROWH QRQ F¹q H GL giocare a casetta non le importa nulla.
$SSDUHQWHPHQWH QRQ F¹q QXOOD FKH OH OHJD l’una all’altra, eppure non si capisce SHU TXDOH DUFDQR PLVWHUR VRQR DPLFKH 9HQLDPR DO IDWWR *LXOLD q FDGXWD QHOOD nassa dell’amore, e si è presa una cotta, di quelle toste, quindi, come accade a PROWH GRQQH KD SHUVR LO FRQWDWWR FRQ OD UHDOWj 7XWWR TXHOOR FKH ID 0DUFR OR FKLDPHUHPR FRVu q IDQWDVWLFR GRYH PHWWH L SLHGL OXL QDVFRQR URVH¼ SHU 0HODQLD WXWWR FLz q LQDFFHWWDELOH ID fatica ad assecondarla, ma poi la vede felice e non riesce a dirle di no. 8Q JLRUQR *LXOLD OH FKLHGH GL accompagnarla a Venezia ad una serata GL JDOD GRYH OXL VXRQD¼ PXVLFD GD FDPHUD 0HODQLD RGLD TXHO WLSR GL PXVLFD Marco, tra le altre disgrazie abita a SL GL FLQTXHFHQWR FKLORPHWUL GD *LXOLD TXLQGL VL YHGRQR SRFKLVVLPR VHFRQGR lei questa è un occasione per vedersi e VWDUH XQ SR¹ LQVLHPH *LXOLD LQL]LD LO WRUPHQWR XQ PHVH SULPD Ž&RVD LQGRVVR FKH
scarpe metto, devo essere bellissimaâ€?. Superato il problema vestizione, rimane il problema di come andare. Per Melania il problema non sussisteva neppure, FL VRQR L WUHQLÂĽ 3HU *LXOLD LQYHFH ELVRJQDYD DQGDUH LQ DXWR SDUFKHJJLDUH D SLD]]DOH 5RPD SUHQGHUH LO YDSRUHWWR FKH le avrebbe depositate davanti alla sede dove si teneva il concerto. Il tutto SHUFKp OHL QRQ YXROH FDPPLQDUH $UULYD il fatidico giorno del concerto. Melania vuole portare una valigetta con delle scarpe comode dentro, per poter girare tranquillamente per Venezia, YLVWR FKH DUULYDYDQR LO ODUJR DQWLFLSR ULVSHWWR DOOÂąRUD GHOOÂąHYHQWR *LXOLD OD dissuade: “ma dai, non possiamo andare DG XQD VHUDWD FRVu LPSRUWDQWH FRQ XQD YDOLJHWWD LQ PDQR YHGUDL GDO SDUFKHJJLR al vaporetto ci sono appena cento metriâ€?. %HQH SURQWH SHU OD SDUWHQ]DÂĽ %HOOH come il sole, eleganti, contente. 0HODQLD KD SHQVDWR EHQH FKH FRQ LO
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I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente ÀGXFLD VRJQL H pensieri YLUW gioie e dolori; VHPSUH OLEHUL GL VHSDUDUVL .
senza separarsi mai
YHVWLWR FKH LQGRVVDYD VWDYD WDQWR EHQH TXHOOD scarpa nera con un vertiginoso tacco 12. Inizia l’avventura. Arrivo a Piazzale Roma, QRQ VL WURYD SDUFKHJJLR QHL IDPRVL FHQWR PHWUL *LXOLD VFHQGH YLFLQR DOOD IHUPDWD del vaporetto e Melania gira in auto in FHUFD GL XQ SDUFKHJJLR PH]]ÂąRUD GL JLUL ÂŽFRUUHQGR LO ULVFKLR GL HVVHUH DUUHVWDWD SHU YDJDEERQGDJJLRÂŻ ÂşQDOPHQWH OR WURYD PD DG XQ FKLORPHWUR GL GLVWDQ]D %HQH YL DEELDPR GHWWR FKH LQGRVVDYD VFDUSH FRQ WDFFR Ecco: provate ad immaginare questa povera FUHDWXUD FKH D SLHGL UDJJLXQJH OÂąDPLFD FKH tranquillamente l’aspettava seduta. I piedi erano giĂ cotti a puntino e non vedeva l’ora di sedersi nel vaporetto. Una volta salite, e come capita spesso a Venezia non c’era posto: in piedi per quaranta interminabili PLQXWL *LXOLD HUD XQD PDFFKLQHWWD QRQ smetteva di parlare di Marco. A Melania per un nano secondo è venuta voglia di buttare giĂš in acqua l’amica, per fortuna è bastato un: “Taciâ€?. Finalmente arrivano a destinazione, e scoprono FKH FL YRJOLRQR FRPXQTXH DOWUL GLHFL PLQXWL di cammino per arrivare. Tutti almeno una volta sarete stati a Venezia, e nessuno, e ULEDGLDPR QHVVXQR KD PDL YLVWR XQD GRQQD FDPPLQDUH VX WDFFKL FRVu DOWL SHU OH FDOOHÂĽ 0HODQLD Vu , SLHGL JULGDYDQR YHQGHWWD YROHYD sedersi, ma allo stesso tempo non voleva far SHUFHSLUH D QHVVXQR H WDQWR PHQR D *LXOLD OD VXD VRŇŹHUHQ]D TXLQGL FDPPLQDYD VHPSUH SL spedita e con un sorriso ‘scemo’ stampato in IDFFLD FKH YROHYD VLJQLÂşFDUH ÂŽEHK FRVD FÂąq GL VWUDQR" ,R FDPPLQR VHPSUH VXL WDFFKL DQFKH D 9HQH]LD ÂŻ 1RQ YL UDFFRQWLDPR LO UHVWR GHOOD VHUDWD lasciamo alla vostra immaginazione la concluVLRQH SHUz GL XQD FRVD VLDPR FHUWL TXHVWD q YHUD DPLFL]LD
F.L.
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Collezione Peonia Bijoux di Natalia Bovi natalia.bovi@email.it 33
Una donna che sa cosa vuol fare da grande di Francesca Lena
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I
n questo ultimo anno è cresciuta molto, ha intrapreso un bel percorso interiore mettendosi in discussione scavando nella sua anima e facendo anche delle scelte professionali dif¿cili, ma precise; cosa non facile per una giovane attrice che oltre al talento riconosciuto sia dal pubblico che dalla critica, è anche molto bella.
Citiamo solo alcune delle sue interpretazioni; in teatro “La rosa tatuata� di T. Williams. “il sogno del Principe di Salina: l´ultimo Gattopardo�. Al cinema: “L´ultimo re� nel ruolo di Polissena; ´Il Grande Sogno´ nel ruolo di Isabella. In televisione: “Bentornato Nero Wolfe� nel ruolo di Anna Fiore; “Il nostro amico Walter� nel ruolo di Alida Chelli; “Edda Ciano e il comunista� nel ruolo di Angelina. Ricordando questi lavori subito ci viene in mente il suo nome: Dajana Roncione.
madrina, - anche se preferisco OD GHÂżQL]LRQH ÂłVRVWHQLWULFH´ GHOOD seconda edizione del Social World Film Festival, a Sorrento, dove ho visto tanti giovani come me cimentarsi con impegno nella realizzazione di lavori nuovi, con la voglia di sperimentare facendo delle pregevoli cose. Diciamo che FRQ TXHVWD HVSHULHQ]D PL VRQR fatta una puntura di energia e di voglia di fareÂť. Mi pare di capire che non la vedremo mai interpretare un ruolo nei cosiddetti ‘cinepanettoni’?
Credo proprio di no, non voglio essere fraintesa, non ho nulla FRQWUR TXHVWR WLSR GL ¿OP PD QRQ fanno per me, preferisco meno YLVLELOLWj PD UXROL GL FRQWHQXWR´
cosÏ bella, per esempio i nei che ho in viso, mi hanno precluso dei ruoli, mi era venuta l’idea di farmeli togliere, ma poi ho pensato, io sono TXHVWD H QRQ LQWHQGR FDPELDUH perchÊ da una piccola cosa entri in un vortice di cambiamenti e ti trovi poi a non essere piÚ tu. In tutti i provini che ho sostenuto, certo, YHQLYR JXDUGDWD PD SRL TXDQGR iniziavo a parlare e veniva fuori la PLD SUHSDUD]LRQH VL q GLSORPDWD all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica, ndr), allora non ero solo bella, mi sentivo rispettata, ed il rispetto per me è fondamentale. 2UD FKH VL q ³VFRSHUWD´ HG KD UDJgiunto un bellissimo equilibrio interiore cosa ci regalerà ?
ÂŤPorterò in teatro, sono riuscita a trovare tre date in ottobre, Tina Modotti una donna vissuta negli anni ‘20 dalla personalitĂ incredibile. E’ stata attrice, ma abbandona le scene, perchĂŠ sostiene che il cinema le offre ruoli troppo commerciali. E’ molto bella ed affascinante, diventa modella, PD VL DUUDEELD PROWLVVLPR TXDQGR le ricordano la sua bellezza, allora Ci tiene a dirmi subito: ÂłSUHQGH´ OHL LQ PDQR OD PDFFKLQD ÂŤPreferisco stare ferma IRWRJUDÂżFDÂŤ H OH VXH RSHUH per un po’ piuttosto che assumono valenza ideologica: accettare ruoli che non mi si addicono, che cozzano con il /HJJR QHOOD VXD ELRJUDÂżD FKH q GL esaltazione dei simboli del lavoro, mio essere. Anche se siamo in un origini siciliane, sento però uno del popolo e del suo riscatto; TXLQGL VL WUDVIRUPD LQ XQD GRQQD SHULRGR HFRQRPLFR GLIÂżFLOH DQFKH spiccato accento romano‌ noi attori, non navighiamo nell’oro), ÂŤMi fa piacere, vuol dire che ho politica e ribelle e scrive anche non voglio fare delle cose che non vissuto appieno il ruolo di Alida opuscoli politici.... Insomma, nella sua vita ha fatto di tutto con amore mi piacciono. Sino a maggio ero ChelliÂť. ed impegno, una donna completa abbastanza demoralizzata, perchĂŠ q YHUDPHQWH GLIÂżFLOH IDUH TXHVWR L’esser bella le ha dato il cosiddet- D WXWWR WRQGR 4XHVWR p TXHOOR FKH vorrei trasmettere interpretandone lavoro, soprattutto per noi giovani, to aiutino? poi sono stata invitata a fare da ÂŤSĂŹ e no. Intanto non sono poi OD ÂżJXUDÂŞ
A ottobre in teatro la vedremo impegnata nell’interpretazione di Tina Modotti
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Mentre mi parla della Modotti si evince chiaramente FRPH OD ¿JXUD GL TXHVWD GRQQD VLD LPSRUWDQWH SHU OHL siamo convinti che riuscirà nella sua interpretazione a far emergere l’essenza di questa signora. Ci permetta però anche delle domande piÚ leggere e personali. Non mi chieda quale strana associazione ho fatto, PD PL q YHQXWR LQ PHQWH LO ¿OP Sex and the city, immaginiamo per un momento che le avessero chiesto di indossare i panni di una delle quattro amiche: chi avrebbe voluto essere?
HG DGGRORUDWD SHU TXDOFRVD HG HFFR FKH VXRQDQR DOOD porta, e tutto mi riporta alla realtĂ Âť.
In effetti, è curiosa la cosa, ma sicuramente Samantha, il personaggio piÚ trasgressivo, mi piace molto, rispetto alle altre è la piÚ imprevedibile.
Il suo sogno ricorrente?
/D FRVD GL FXL q SL JRORVD"
Assolutamente del rollò al Wßrstel. Cosa non le piace in assoluto?
, FRPPHQWLQL GHO WLSRÂŤ PD GDLÂŤ PD YHURÂŤ GHYL IDUORÂŤÂŞ
Per molto tempo sognavo di avere dei buchi in viso, si vedeva attraverso e la mia bocca si scioglieva. +R IDWWR XQœDQDOLVL FUHGR VL ULIHULYD D L PLHL QHL FKH L’ultima volta che ha pianto? QRQ DFFHWWDYR 2UD SHU IRUWXQD QRQ IDFFLR SL TXHVWR Devo ammettere che piango spesso, il bello mi sogno, perchÊ mi accetto pienamente e sto bene con FRPPXRYH SHU HVHPSLR YHGHQGR LO ¿OP +XQJHU KR me stessa. SLDQWR ¿OP GL 6WHYH 0F4XHHQ FRQ SURWDJRQLVWD LO bravissimo Michael Fassbender, ndr), ma anche ieri &œq SHUz XQD SDUWH GL OHL FKH OH SLDFH GL SL " al Pantheon c’era un tunisino che cantava lirica in SÏ! I polsi: sono sottili, aggraziati, mi piacciono maniera divina, non conosceva bene le parole, ma la molto. sua voce era favolosa. A questa donna-ragazza dalle idee chiare su se Cosa invece la diverte di piÚ? stessa e sul suo futuro non possiamo che augurare Il paradosso.. mi spiego: magari sono li preoccupata Buona Vita!
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Nel cuore della Toscana, nella terra dei vini e delle Crete, nella terra delle tradizioni e della cultura popolare, nella terra del Palio, potrete trovare accoglienza da Lorenzini rooms. Saremo felici di ospitarvi nel nostro Bed and Breakfast Lorenzini rooms 1, una piccola e confortevole struttura situata nel centro storico di Siena a pochi passi da Piazza del Campo, ideale per chi vuole concedersi relax e tranquillità senza rinunciare alle comodità del centro storico. Potrete passeggiare per le vie di Siena e lasciare l’auto nel parcheggio pubblico situato vicino al Bed and Breakfast o raggiungere a piedi i mezzi pubblici e le linee extra - urbane per raggiungere anche le altre città toscane. Bed and Breakfast “Lorenzini rooms” Via G. Duprè, 101 Via Aretina, 158 53100 Siena info@lorenzinirooms.com (+39) 339 8925080 tel. e fax (+39) 0577 180082
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i accompagneremo in un mondo a sè. Quando si entra in questi centri si vive un’atmosfera surreale. Ci si sente degli ospiti, e talvolta poco graditi. Le persone che lavorano all’interno, tutte rigorosamente cinesi, non si sforzano nè di capire nè di parlare, la nostra lingua. Tra di loro, invece, regna una complicità completa e totale. Tutti indistintamente possiedono nei loro box dei computer, dove nei momenti di pausa guardano ¿lm e chattano con i loro familiari in Cina. Per alcuni era come se fossimo addirittura trasparenti. Abbiamo avuto la netta impressione che il Centro Ingrosso sia la loro ed unica “Casa”
V
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Ore 10.30– Arrivo presso il Centro Ingrosso Cina; nella zona industriale di Padova sono molto numerosi e in continua espansione. Parcheggiare non sembra facile, gran parte dei posteggi è occupato da furgoni e suv dei grossisti che acquistano qui la loro merce
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0 i a .4 o de per l 0 n 1 u ino i ti
t z n e az oi le s O r r i a m n i a l m a g li i o co nt E
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ic gn nn pa a. O in p ne l a t c i ti o is , za nd d i v i a l iz a b i t i ve er d u c i s ap e d i r p è o x s e rci nche ia e r bo m bia iotte m a c o r p e, g i b ari a sc asa , ica v t c la t ti s ge g o
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Ore 11.00 Siamo controllate a vista in ogni posto in cui ci rechiamo, e questo ci fa sentire un po’ a disagio. Troviamo un cartello che avverte la clientela a fare attenzione a tre malviventi italiani che negli ultimi tempi hanno creato notevoli problemi al Centro, compiendo furti e raggiri. Ciascun “negozio” a cielo aperto è gestito da almeno due cinesi che seguono con attenzione i movimenti dei loro potenziali acquirenti
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Ore 11.30 La maggior parte dei venditori che incontriamo ci rispondono scocciati che in quel magazzino è possibile comprare solo merce all’ingrosso; molti di loro però non richiedono la partita iva per gli acquisti e non rilasciano ricevute ÄZJHSP
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Ore 12.00- Un profumo delizioso inizia a sollevarsi dai box. E’ ora di pranzo e ciascuno mangia all’interno del proprio spazio di lavoro. C’è chi si cucina da solo il riso dentro a delle vaporiere elettriche nascoste KPL[YV VNUP JHZZH" HS[YP ZP HMÄKHUV invece alla mensa del posto, e del suo comodo servizio a domicilio
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Ore 12.30- Ci rechiamo al negozio di alimentari asiatici dietro l’angolo, dove trascorriamo diverso tempo a curiosare tra cibi insoliti, distillati di bamboo e radici strane.
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Ore 13.00– Decidiamo di pranzare al ristorante cinese, siamo le uniche clienti italiane. La cucina è deliziosa, ma il servizio al tavolo e la pulizia del locale lasciano un po’ a desiderare. I camerieri parlano poco l’italiano, cosi come la maggioranza dei cinesi del Centro. Torniamo ai magazzini di vestiti e cianfrusaglie. Ci colpiscono i numerosi bambini in età prescolare che gironzolano attorno a noi, giocando tra uno scatolone di merce e l’altro
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Ore 14.00– Non tutti i cinesi che abbiamo PUJVU[YH[V ZP ZVUV TVZ[YH[P KPMÄKLU[P ULP UVZ[YP JVUMYVU[P C’è chi ha acconsentito a farsi fotografare senza problemi, sfoggiando un simpatico sorriso
Ore 14.30- Nel pomeriggio i lavoratori del Centro ci sembrano più sereni e rilassati. La maggior parte di loro trascorre dentro questi capannoni l’intera giornata, per anni. Quando la noia inizia a farsi sentire i cinesi cercano di ammazzare PS [LTWV HMÄKHUKVZP HSSH tecnologia, guardandosi \U ÄST NPVJHUKV HP videogiochi, telefonando
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Segui le nostre dirette, tutti i giorni da Lunedi a Venerdi dalle 21.30 alle 24 (in caso di eventi particolari, prestigiosi ed importanti - che seguiremo sempre maggiormente in futuro - saremo in onda anche nei week-end)
Seguici! Tante interessanti novità per l’estate 2012!
FREECHANNEL WEB RADIO TELEVISION Free-channel è il nome di un progetto che ha come fulcro una video radio su Internet che offre know-how e infrastruttura per permettere a tutti di trasmettere. Free-channel non vuole fermarsi alla trasmissione in rete ma vuole portare avanti importanti iniziative per promuovere cultura, idee, divertimento e socializzazione nel mondo di tutti i giorni. Tutti noi abbiamo l’esigenza di comunicare ciò che pensiamo e sentiamo; abbiamo la voglia di rincorrere un sogno e impegnarci in qualcosa di bello e costruttivo. La nostra è stata una scommessa, e la stiamo, a poco a poco, vincendo! In meno di un anno abbiamo totalizzato oltre 55.000 accessi sul nostro sito e questo rappresenta uno sprone per fare sempre meglio in futuro.
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Il photoim
Drag Queen - Amanda Wiborowa
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maginista di Francesca Lena
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ecisamente un bel ragazzo, consapevole di esserlo, creativo, originale, piacevole da ascoltare, non è il solito ventottenne pieno di sé, non è mai soddisfatto di quello che fa, ama solo fare “photo”. Lui è David Prando, marchigiano di origine, padovano d’adozione, apolide per vocazione« Si de¿nisce Photoimmaginista, perché fotografo è un termine abusato, smembrato, un po’ fuorviante e generico che lo ha portato a decidere di cambiare appellativo. Laureato in Cinema al DAMS di Padova, ha approfondito il percorso artistico ideato dallo sperimentalista, fotografo, videomaker e documentarista Alberto Gri¿, regista controverso e visionario anni ‘60 e ‘70. Attualmente si muove nel settore pubblicitario e di moda, ma il suo habitat ideale è quello sperimentale e ritrattistico, dove mixa continuamente supporti fotogra¿ci digitali con materiale artigianale di tipo analogico. Collabora instancabilmente con giovani creativi italiani e stranieri provenienti dagli ambienti più disparati: web designer, hairstylist, ballerini sperimentali, musicisti italiani ed internazionali. Con lui niente domande e di conseguenza risposte, ma seduti comodamente davanti ad un buon caffè abbiamo discusso di molte cose, confrontandoci sui temi più disparati senza annoiarci, ma crediamo ‘arricchendoci’. Quando era più “giovane”, David era convinto che cantare (aveva formato anche delle band, riscuotendo un buon successo)
sarebbe stata la sua vita, ma nel tempo si rese conto che non era così: sentiva che gli mancava qualcosa… Ha iniziato a fare foto quasi per caso, e la maggior parte delle volte, le strade intraprese per caso sono quelle che si percorrono meglio. Guardando alcune sue foto ci dice: “Chissà se mio padre sarebbe orgoglioso di me (ha perso il papà che aveva diciassette anni, ndr), lui era per le professioni “classiche”, rigido, ma culturalmente molto vivace; lui mi ha donato questo “pacco” con dentro anche l’amore per l’arte in tutte le sue espressioni. A casa tutti per un motivo o per l’altro siamo degli “artisti”. Oggi, potrei dirgli che si può vivere facendo fotogra¿e! Uno dei tanti miei esperimenti: un giorno ho lanciato uno specchio in un campo e l’ho fotografato, ma poi ho continuato a fotografarlo nel tempo per cogliere come un oggetto, più passa il tempo e più si integra perfettamente con la natura e l’ambiente circostante”. Però lei ama fotografare persone e i loro volti sembra raccontino le loro emozioni (commentiamo)… “E’ proprio quello che voglio trasmettere, sono convinto che se ci guardassimo con meno super¿cialità vedremmo trasparire in ognuno di noi la nostra vera essenza”. Scostandosi con la mano la massa di capelli che ogni tanto gli coprono gli occhi ci dice: “Mi piacerebbe che guardandosi, vedano quello che realmente sono. Confesso che più di tutto amo fotografare le donne: sono bellissime.. i loro corpi e i loro volti sono l’essenza della vita”. Con quest’ultima affermazione eloquente e bella, beh, che dire: grazie David Prando!
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PROGETTO IDENTITIES 2.0 Sono opere, realizzate in formato digitale come “unico scatto”, non vi sono sovrapposizioni di più scatti e vedono rappresentati dei soggetti presi frontalmente, come in una fototessera. Ogni opera misura 100x70cm e sono stampate su pannelli di forex. La scelta di stampare su un materiale come il Forex è dovuta inizialmente a fattori di maggiore resistenza a intemperie, urti e strisci (data la dimensione delle opere 100x70) ma soprattutto è legata al fatto che essendo tutti dei “ritratti 2.0” quindi, “di ultima generazione” ha deciso di stampare su un materiale simbolo del nostro tempo, spesso utilizzato in ambito commerciale e al quale raramente si attribuisce un valore artistico. I soggetti rappresentati sono stati truccati dalla sua make up artist, Danijela Brozovic, su suo suggerimento per creare un effetto di sdoppiamento ¿sico e psicologico. La sua ricerca, con questa serie di fotogra¿e (alle quali spera seguiranno altre in futuro), va ad esplorare le innumerevoli
contraddizioni presenti nella società contemporanea, dove bellezza e violenza, vecchiaia e giovinezza, naturalezza e arti¿cialità, ricerca della perfezione ¿sica e abbandono della cura del corpo, vanno a completare un quadro ormai ¿n troppo chiaro presente nel Mondo in cui viviamo. Il messaggio contenuto in ogni opera pone dei quesiti su come realmente percepiamo il nostro aspetto e quello di chi abbiamo di fronte: un uomo che non riesce a separarsi dal suo lato fanciullesco e cerca in ogni modo di rimanere “eterno”; una top model che nasconde un lato “violentato” dallo show business; una giovane ragazza che nasconde la sua vera pelle per poter sembrare perfetta, patinata; un giovane ragazzo che vive in senso dicotomico la ¿gura del “Don Giovanni” e del perdente; un ritratto di un efebo che è alla ricerca, data la sua giovane età (ha 19 anni) della propria identità sessuale. Gli interessa con questa ultima opera fermare in una fotogra¿a questo periodo di transizione dove nemmeno lui percepisce ancora chiaramente la sua natura, splendida, nella sua unicità e complessità. A conclusione di questa serie ha deciso di porre un suo autoritratto, che a prima vista potrebbe sembrare nient’altro che uno scatto semplice, realizzato senza arti¿zi o trucchi, come invece vediamo chiaramente nelle altre fotogra¿e. Si tratta invece dell’unica post produzione poichè rappresenta “l’artista” solo dal suo lato sinistro posto in senso speculare. La parte sinistra del suo corpo, a lui cara poichè si tratta della parte con cui fotografa, essendo mancino di occhio, viene sdoppiata e riÀessa creando un’immagine “di doppio”, come nelle altre foto, e perciò diversa, destabilizzante. Ha deciso di mettersi in gioco cercando di spiazzare lo spettatore ponendo lui stesso al centro di questo piccolo Universo che ha creato per denunciare che nulla in apparenza è ciò che realmente vediamo super¿cialmente guardando un ritratto, ma che ogni essere umano nasconde in sé una duplice natura consapevolmente o inconsapevolmente manifestata.
Realizzata nel 2012 per Muriel Balenci - Sculture a Indossare. nome scultura L'angelo veglia su di noi
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La presentazione ed esposizione del progetto IDENTITIES 2.0 si terrà dal 14 al 22 Luglio presso Palazzo Fogazzaro a Schio nell’ambito della manifestazione PULSART 2012. Il suo lavoro è già stato selezionato dal curatore del contest internazionale “Inside Me” e gareggerà con altri artisti italiani ed internazionali per aggiudicarsi l’esposizione ¿nale in una prestigiosa galleria nazionale (non è stato ancora annunciato il nome della galleria in questione).
MALE Si tratta di una serie di circa trecento fotogra¿e in formato digitale che andranno a formare un breve ¿lmato della durata di un minuto. Quest’opera di videoarte è presentata in splitscreen*, tradotto letteralmente “schermo diviso” e consiste nel frazionare lo shermo in diverse inquadrature, più comunemente due. Nel lato sinistro dello schermo vediamo scorrere in senso cronologico le immagini di una donna che si libera con l’ausilio delle forbici di un burqa, seguirà una fase di manifestazione e ostentazione della propria bellezza, corrotta però dall’arrivo di una sigaretta che la porterà poi a tramutarsi volontariamente e simbolicamente in “maschio” (dall’inglese male), colui che l’ha condannata alla condizione sociale precedente. Il lato destro dello schermo in contemporanea a quello di sinistra mostra la medesima scena a ritroso con le immagini proiettate in negativo. La prima proiezione del video avverrà in autunno, dato che avrebbe intenzione di ampliare il ¿lmato in certi punti e ha da poco ottenuto la preziosa collaborazione di Fabio Damiani, compositore e sound designer, per la colonna sonora.
Claudia Baccichet, ballerina, 2009
Autoritratto
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o ha detto la televisione! Si, ma guarda che è vero, lo hanno detto alla radio e sul tg delle 20.30, come fai D GLUH FKH TXHVWD FRVD QRQ è vera? RiÀettiamoci un attimo: Quante volte abbiamo sentito, o abbiamo detto, consapevoli di ciò che stessimo dicendo, queste affermazioni? Beh, milioni di volte...
I media mainstream, indicando con questa de¿nizione i media più seguiti, quindi, in sostanza le grandi televisioni (le radio e i giornali non ne fanno, tranne rarissimi casi, ormai più parte) hanno sempre rappresentato la trappola psicologica e quella più letale dal punto di vista culturale e dell’informazione, in cui l’uomo potesse mai cadere. E’ ovvio che frasi come “l’ha detto la televisione” non hanno alcun signi¿cato e ci fanno capire, come ormai i nostri neuroni sono talmente poco abituati a riÀettere e molto a stare dinnanzi la tv ad ascoltare tutto ciò che ci viene impunemente
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“Lo hanno detto in televisione...” ...allora siamo in una botte di ferro! di Aldo Oliva
propinato e suggerito. Ma parliamo della crisi economica. Vi starete chiedendo: “Ma che c’entra ora con la tv?” C’entra, eccome. Gli italiani sanno pochissimo delle vere motivazioni che hanno scaturito tale crisi (la più grande, a detta di molti, da ottant’anni a questa parte) e del grande bluff che c’è dietro. L’esempio della crisi economica è fondamentale per comprendere
che, cosi come per la famose e ricorrenti frasi, poc’anzi citate, anche con la crisi, l’italiano medio (cioè 50 milioni di individui - non si offendano coloro i quali ne facciano parte) si sofferma e dice: “i soldi son ¿niti, è la crisi” oppure “sono tempi dif¿cili, passeranno”. “Una volta era diverso, c’erano più soldi in giro, ora con questi chiari di luna”. Tutte frasi senza nessun signi¿cato. Però, cosi siamo
abituati a sentire! La congiuntura è casuale, oppure se non lo è, la più grande delle balle che si sentono in tv, è che sia colpa nostra, che siamo stati spreconi e siamo andati in pensione a 58 anni anziché a 70 (come invece andremo, se mai ci andremo, da ora in poi). Oppure che siamo stati spendaccioni, che abbiamo lavorato troppo nel pubblico, che abbiamo avuto il posto ¿sso, che non c’è Àessibilità (uguale, cioè, al fatto che non ci hanno quasi mai preso a calci nel sedere quando il padrone di turno voleva, come si auspica invece accada da oggi in poi “la Ministro” del lavoro). La tv, e quindi il mainstream, è correa di una situazione, che ancor prima che drammatica da un punto di vista economico, lo è da un punto di vista culturale. Dove per “culturale” si intende la cattiva abitudine della gente a riÀettere, ad informarsi in modo autonomo, per¿no a porsi degli interrogativi. La televisione e i “danni” che crea possono essere perpetrati solo in quanto l’ascoltatore è inconsape-
vole e “ignorante”. Non sa e spesso non vuole difendersi dalla marea di informazioni mendaci (non sempre, per carità, ma spesso) che gli vengono buttate addosso. La grammatica televisiva d’altronde è cosa assai complessa, e certo non ci aspettiamo che le persone studino gli effetti comunicativi e psicologici, nonché sociologici del mezzo, ma ci aspetteremmo, nel 2012, che usassero il cervello per informarsi anche in modo autonomo, perché oggi, abbiamo una grande possibilità. La grande possibilità si chiama Internet. E’ il motivo è molto semplice. Sul web siamo “Noi” a decidere cosa cercare, quando cercarlo e come cercarlo. Il rapporto comunicativo di forte e intrinseca subordinazione creato dalla tv è rovesciato. Nel mainstream lo spettatore ascolta. Passivo. Non interagisce e non partecipa attivamente alla costruzione e al commento dell’informazione, se non con qualche mail o lettera, che, se non troppo scomoda, verrà fatta leggere da qualche letterina di turno in un salotto televisivo. Sul web questo non può accadere.
In una società lobotomizzata dal mainstream, un’ancora di salvezza potrebbe essere rappresentata dal web come espressione di autonomo percorso di formazioneinformazione
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I commenti sono molto meno censurabili, l’informazione è capillare, quasi mai ¿ltrata, e, soprattutto, il protagonista è l’utente. Che non è più spettatore, o non solo. E’ l’arte¿ce di un processo di comprensione e di costruzione, nonché interpretazione della realtà del tutto autonomo, sano, perché non contaminato alla fonte, (come viceversa avviene nei grandi media) ¿glio dell’interesse e della passione di conoscere. Con questo, non si vuole certo dire che il web sia il paradiso. Ma è nostro, possiamo modi¿carlo, interagire, scrivere, creare un video per rispondere ad un tizio che ha detto una cosa che reputiamo falsa o scorretta, arrabbiarci e farlo sapere al cattivo informatore di turno. In tv questo non è, e forse non sarà mai possibile. Ritornando alla crisi economica, dunque, crediamo che i media
mainstream (che, ribadiamo, ormai si identi¿cano quasi unicamente con la televisione), abbiano
Prima ci si poteva difendere solo con i libri, ora le armi sono tante. La più forte, se la si usa bene, è Internet toccato il fondo proprio trattando della crisi e che non stiano correttamente informando il cittadino. Voglio raccontarvi una mia esperienza. Ho avuto l’onore di intervistare un noto economista di fama
internazionale, per il web, esattamente per Free-channel, il mese scorso (l’intervista la trovate su youtube). Si chiama Bruno Amoroso. Ebbene, l’economista in questione fa parte di quelle categorie di persone talmente brave da non meritare palcoscenico in tv, nonostante un curriculum a dir poco invidiabile, ed una preparazione incredibile. E per un semplice motivo: dice la verità sulla crisi economica, o almeno prova a dirla. Poi non è detto che sia la verità assoluta, si può essere d’accordo o meno con ciò che dice, ma la “scomodità” di ciò che afferma, lo rende un perfetto individuo da web (o anche da libro, che, prima di Internet, rappresentava forse la nostra unica arma di difesa -assieme a qualche coraggioso giornale- alla ferocia televisiva), e scomodo per le grandi platee del mainstream. Di personaggi come Bruno Amoroso nel web se ne possono “trovare” più di uno, se li si cerca. In rete ci si può informare sulla crisi economica, e, forse, per giunta, riuscire a capire... Certo, il processo è più complesso. Bisogna aprire il pc, cercare le info, ripetere queste operazioni più volte. Imbattersi nel personaggio che racconta fregnacce; sbagliare, rileggere, riscrivere, navigare sui forum e su facebook, guardare i video su youtube, seguire le conferenze in diretta streaming. Insomma è più faticoso. Un lavoraccio... Ma vi assicuriamo che è anche molto soddisfacente poter dire: “Ho capito, da solo, mi “sono informato”, e abbandonare la (disgustosa e a dir poco inutile) frase: “E’ cosi: lo ha detto la tv”. RiÀettiamoci...
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Senza fine di Natalia Bovi natalia.bovi@email.it 59
MOTORI
a cura di Francesca Lena
Per uno sguardo libero verso il cielo
La SL Mercedes di nuova generazione prende molto sul serio la famosa sigla “SL”: sportiva leggera. Per la prima volta, infatti, MercedesBenz ha creato una scocca interamente in alluminio per la produzione in grande serie. Anche questa volta la famosa sigla SL Mercedes-Benz viene presa sul serio, portando avanti una tradizio-
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ne iniziata sessant’anni fa: da allora la sigla SL (Sport Leicht) interpreta la massima espressione di eleganza, sportività, design e comfort, oltre ad essere ambasciatrice di rivoluzionarie innovazioni. La nuova generazione parte dalla tradizione, introducendo visioni e prospettive nuove che la rendono unica e inconfondibile. Un design
energico ed elegante. La nuova SL è stata costruita per la prima volta quasi interamente in alluminio e può pesare ¿no a 140 chilogrammi in meno dei modelli precedenti. L’elevata resistenza della scocca, completamente in alluminio, crea i presupposti per un comportamento agile e decisamente più sportivo che si sposa perfettamente con un esemplare comfort di marcia.
A migliorare ulteriormente la dinamica di marcia pensano i nuovi motori BlueDIRECT, più potenti ma al tempo stesso in grado di consumare anche il 29% in meno dei propulsori della precedente generazione. Rispetto al fortunato modello precedente, la nuova SL offre evidenti vantaggi in termini di comfort e di sportività e ¿ssa nuovi parametri di riferimento nella categoria dei roadster di lusso. A ciò si aggiunge la perfetta idoneità all’utilizzo quotidiano, che la rende in assoluto la più versatile tra le vetture sportive. La nuova SL incarna l’idea di una guida passionale e raf¿nata. Gli interni si presentano estremamente raf¿nati ed armoniosi. La plancia dinamica crea un’unità ¿-
lante con le linee di cintura delle porte, è ergonomica e rivolta verso il guidatore.Il volante multifunzione a 3 razze galvanizzate è appiattito nella parte inferiore ed evoca ugualmente reminiscenze dal mondo del Motorsport e lo stesso vale per la strumentazione con display a colori e i suoi due classici strumenti circolari, con quadranti tridimensionali e retroilluminati.Numerosi inserti in legno pregiato, o in alternativa in alluminio, accentuano il carattere lussuoso della vettura.Il design dei sedili unico. I rivestimenti in pelle pregiata, non solo risultano straordinari al tatto, ma riÀettono anche i raggi solari. Le luci soffuse “ambient” (a richiesta) regolabili in tre tonalità (SOLAR orange, SOLAR red e SOLAR) consentono una piacevole illuminazione
indiretta durante i viaggi notturni. Super¿ci luminose sulla plancia e al disotto degli inserti sulle porte fanno risaltare le linee dinamiche del design degli interni, creando un’incomparabile atmosfera. Ben protetta, con uno sguardo libero sul cielo. Il tetto rigido ripiegabile si dimostra all’altezza delle prestazioni della nuova SL Roadster, scomparendo nel bagagliaio in meno di 20 secondi. Lo scarso ingombro permette di avere a disposizione un volume massimo del bagagliaio a cielo aperto di 235 litri. Ad hard-top chiuso il volume del bagagliaio è di 356 litri. E… premendo un pulsante, in pochi secondi la parte in policarbonato scura diventa trasparente o viceversa. In questo modo è possibile assa-
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porare le emozioni di un Roadster, da una parte, e il comfort di un’auto coperta, dall’altra. Altra novità da tenere in debito conto sono i tergilavacristalli Magic Vision Control: a differenza dei normali tergicristalli sono stati utilizzati tubi Àessibili collegati con la spazzola del tergicristallo. Su entrambi i ¿anchi di quest’ultima corrono due condotti per l’acqua provvisti di piccoli fori, tramite cui è quindi possibile variare l’erogazione dell’acqua e utilizzare il liquido di lavaggio in modo estremamente discreto e pun-
tuale. A detta dei tecnici Mercedes, tutto ciò assicura una pulizia del vetro perfetta, senza veli e aloni. Oltre al fatto che il sistema utilizza solamente la quantità d’acqua e liquido strettamente necessari, senza inutili sprechi.
Il sound pare superi tutte le auto… A bordo di una qualunque cabrio infatti si accetta il compromesso di un audio non perfetto, soprattutto a capotte abbassata. Ma pare che, sulla SL non sarà più così. Grazie al layout della nuova scocca in alluminio, i subwoofer sono alloggia-
ti nel vano piedi davanti al guidatore e al passeggero e non, come di consueto, nelle portiere. Ecco spiegato quindi il nome “Frontbass” af¿biato a questa nuova con¿gurazione di stereo, che assicurerebbe una pulizia e nitidezza sonora inedite. Che altro aggiungere su questo gioiello, possiamo solo augurare a chi avrà la fortuna di averne una… godedevi le emozioni della guida open-air.
...e adesso tocca a voi
e ch na a d on d a re a os fa Un c l e sa o nd vu a gr
a l l e d e r te Il po musica
Volevamo dedicarvi uno spazio tutto
vostro cari lettori, e allora anzichè le
solite lettere al direttore, vi regaliamo
una pagina tutta per voi, nel senso che quello che ci scriverete, dalla critica all’elogio o alla semplice voglia di condividere con noi questa esperienza, vi verrà pubblicato integralmente. Non vediamo l’ora di ricevere i vostri commenti e le vostre opinioni.
a n i C o s s o r g Centro In mandate una mail a: commenti@intervista.ws Fax: 049 628974 oppure scrivete a: Find out edizioni, Via della Piazza n.7bis, 7bis, 53015, Monticiano (Siena)
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a cura di Donna Saba
Regole di Bon-ton in spiaggia A noi di parlarvi della prova costume non importa assolutamente, non abbiamo nessuna intenzione di tediarvi con le molteplici diete che potreste fare per arrivare in spiaggia con un ¿sico da pin-up o da ¿nti macho perché pensiamo che una corretta alimentazione sarebbe importante rispettarla tutto l’anno. Vi vogliamo solo ricordare di rispettare un minimo di bon-ton quando andrete in spiaggia. La vita al mare è più “free” rispetto alla vita in città; sono consentite molte cose. Ciò non toglie che un corretto comportamento deve essere tenuto: non bisognerebbe tenere atteggiamenti sguaiati, non c’è nulla di più irritante che sentire mamme e bambini urlanti. Il cellulare è l’oggetto più detestato. Fonte di disturbo per la quiete della spiaggia con i suoi interminabili squilli, o le conversazioni ad alto
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volume (come se la persona dall’altra parte del cellulare se si urla sente meglio). Se proprio non si riesce a farne a meno, sarebbe buona norma abbassare la suoneria del telefonino, sostituendola con la vibrazione, e togliere il sonoro ai toni della tastiera. Altra cosa odiosa: famiglie intere che stazionano sotto la doccia in tempi interminabili, creando attese e lunghe code: i servizi pubblici delle spiagge servono a rinfrescarsi, non a lavarsi come se si fosse a casa propria. Saponi e shampoo non vanno usati, perché inquinano il mare. Ci permettiamo di aggiungere: basta con i topless e i nudi integrali, soprattutto quando ad esibirlo sono signore di una certa età, fatevene una ragione… care signore non è più il vostro tempo, copritevi! La moda per questa stagione è molto generosa, usate lunghi caftani, parei o eleganti t-shirt; e… uomini, usate i pantaloncini! Sarebbe buona educazione salutare i vicini di ombrellone quando si arriva in spiaggia. Altra cosa insopportabile è giocare a palla in mezzo agli ombrelloni. E’ piacevole rimanere tutto il giorno in spiaggia, quindi capita che si facciano dei pic-nic: nulla di male se non diventa un ristorante all’aperto, occupando metà della spiaggia. E soprattutto le spiagge devono essere tenute pulite, da ri¿uti e mozziconi di sigarette. Un arenile ed una spiaggia pulita denotano frequentatori civili.
Ecco le dieci regole da seguire dettate dal Sib (Sindacato Italiano Balneari): 1 - Lasciare in cabina gli oggetti personali e gli indumenti per non ammucchiare tutto in spiaggia. 2 - Non ingombrare i corridoi ed i passaggi al mare. I cinque metri nei pressi della battigia sono destinati esclusivamente al passaggio. 3 - Collaborare con gli imprenditori balneari e seguire attentamente i loro suggerimenti. Occorre chiudere l'ombrellone in caso di forte vento, quando la bandiera gialla sventola sul pennone. 4 - Gettare carte e ri¿uti negli appositi cestini e buttare le sigarette nei portacenere, non sulla sabbia. 5 - Attenzione all’inquinamento acustico: usare apparecchi radio solo con le cuf¿e o a volume basso, avere la suoneria del telefonino al minimo e conversare a bassa voce. 6 - Rispettare gli orari di apertura e chiusura dello stabilimento balneare. 7 - Non portare via sabbia o conchiglie come ricordini, per non compromettere l'ecosistema marino. 8 - Non fare il bagno prima che siano trascorse almeno tre ore dall'ultimo pasto e, dopo una lunga esposizione al sole, entrare in acqua a poco a poco. 9 - Non entrare in acqua quando sul pennone è issata la bandiera rossa, non oltrepassare le boe di segnalazione del limite di balneazione. 10 - Giocare a palla o a qualsiasi altro gioco solamente negli spazi allestiti apposta. Se queste regole essenziali vengono rispettate, allora sì che saranno delle belle vacanze rilassanti...
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Staff di
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Aldo Oliva direttore@aldooliva.net Condirettore
Francesca Lena francesca.lena@gmail.com Fotoreporter – Reportage -Servizi
Elisa Ragazzi ragazzi.elisa@libero.it Clima e Ambiente
Nicola Bano nicola-bano@alice.it 5HVSRQVDELOH JUD¿FR
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Anno I - n.3 - Giugno - Luglio 2012 Chiuso in redazione il 31 maggio 2012
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