CORRA’ ISABELLA Student works during the five years architecture program at University of Trento
Academic Works _ 2007-2012
All’interno di questo portfolio viene riportato un estratto dei progetti redatti durante il percorso universitario presso l’ Università degli Studi di Trento all’interno del Corso di Laurea in Ingegneria EdileArchitettura. I progetti, realizzati nella maggior parte dei casi in gruppi di lavoro di tre-cinque persone, vengono riportati in ordine cronologico: essi sono relativi a diversi corsi che spaziano dall’architettura, al restauro, all’urbanistica, in modo tale da contemplare sia la piccola che la grande scala. Alcuni progetti contemplano inoltre calcoli strutturali che non verranno però riportati in questa sede.
CURRICULUM VITAE
03
ASSE DEL BRENNERO
04
Fast slow still
SAN MICHELE ARCANGELO Tra conservazione e riuso
LA VECCHIA ANSA
NDICE INDICE
08
Percorso tra Doss e ansa
EDIFICIO PER UFFICI
Uffici sostenibili ed a risparmio
10
energetico
CORTE BRAIDA 2
06
Da Corte rurale a struttura agrituristica. Progetto di ristrutturazione e cantierizzazione del complesso.
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INFORMAZIONI PERSONALI
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
CAPACITA’ E COMPETENZE
Nome Indirizzo Telefono E-mail Nazionalità Data di nascita P.I.
Aprile 2014 Iscrizione all’albo, apertura P.I.
Capacità e competenze relazionali
Isabella Corrà via Sabbionara 44/A 3473241791 isa-bella_87@libero.it Italiana 03/04/1987 04256680234
OCCUPAZIONE/SETTORE Progettista nell’ambito architettonico-edile; progettazione di strutture in legno; recupero e restauro di edifici, progettazione architettonica e di elementi d’arredo; bioedilizia e risparmio energetico.
ESPERIENZA LAVORATIVA Estate 2005 (durata 3 settimane)
Aiuto alla progettazione edile, rapporto col pubblico, attività di segreteria Cestaro Geom. Simone, Studio tecnico Cestaro - Isola della Scala (Vr)
Estate 2013
Praticantato presso uno studio di architettura. Rilievo geometrico e materico, modellazione 3D, produzione di documentazione dello stato dell’arte di una villa novecentesca e del relativo parco.
Agosto 2013 - Attuale Collaboratrice presso lo Studio di Architettura Luigi Bruno (www.luigibruno.com). Rilievo geometrico, rogettazione architettonica, di interventi di sistemazione del parco di Villa Caratti, redazione di pratiche edilizie e autorizzative per Comune e Soprintendenza, redazione di CTU.
Febbraio 2014 Abilitazione alla professione di Ingegnere
Maggio 2013 – Giugno 2013
Corso di formazione: “Le competenze professionalizzanti per gli ingegneri neo-laureati” Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento - Fondazione Luigi Negrelli Dell’ordine Degli Ingegneri Della Provincia Di Trento
2006/2007 – 2011/2012
Capacità di lavorare in gruppo, rispettando gli obbiettivi prefissati, maturata nei numerosi laboratori obbligatori durante il corso di studi per il conseguimento della Laurea Magistrale in Ingegneria Edile – Architettura e durante i periodi di stage.
Capacità e competenze aorganizzative
Capacità di organizzare il lavoro da svolgere in modo organico e di lavorare in situazioni di stress in merito alle scadenze di progetti da consegnare.
Dottore magistrale in Ingegneria EdileArchitettura, 106/110 Università degli Studi di Trento, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica, via Mesiano 77 (Trento)
Capacità e competenze tecniche
2010
Capacità e competenze informatiche
Trinity School Certificato d’inglese ISE II
2001 - 2006
Diploma di Istituto tecnico per Geometri, 100/100 Istituto Tecnico per Geometri Cangrande della Scala Corso Porta Nuova 66 37122 Verona (VR)
2005
Corso di Autocad 2D e 3D Centro di formazione Professionale di Verona, Istituto Salesiano “San Zeno”
Progettazione di strutture in legno; ristrutturazione, restauro e progettazione di edifici; pianificazione urbanistica; organizzazione dell’attività di cantiere.
Disegno tecnico a mano, competenza degli applicativi Microsoft e del pacchetto Office (Word, Excel, Power Point), Free Mind, AutoCAD, Rhinocerus, ArchiCAD, Allplan, Arch+, Cimema 4D, Photoshop, Adobe Illustrator, Adobe InDesign, Certus.
Capacità e competenze artistiche
Disegno tecnico a mano, disegno dal vero, copia di soggetti acquisita nel tempo libero per passione personale.
3
ASSE DEL BRENNERO BRENNER
FAST_SLOW_STILL
L’Infrastruttura e la sua integrazione col contesto
4
Il progetto consiste nel ripensare l’asse autostradale del Brennero per quanto riguarda la sua interezza e focalizza l’attenzione su due centri, quali, Trento e Bolzano per cui vengono proposte diverse rivisitazioni. Vengono analizzati inoltre centri minori e proposte zone di sosta funzionali oltre che dal lato autostradale anche da quello paesistico. Il progetto propone: • deviazione di tratti autostradali per ridurre il traffico; • sovrappassi verdi; • nuovi autogrill nelle vicinanze dei comuni per essere usufruiti come parchi anche dai cittadini; • barriere verdi. Lavoro di gruppo_2009
Zona di riqua A22 Ferrovia Tangenziale Fiume
Casello di Trento Nord
Casello di Trento Sud
ISERA
Vipiteno
Lo studio progettuale prevede di abbassare quel tratto di autostrada (quasi 1 Km) di pochi metri rimanendo sopra la linea di falda e contemoraneamente rialzare delle scarpate laterali destinate a un parco fluviale pedonale e ciclabile; inoltre a intervalli abbastanza regolari si prevedono degli attraversamenti “verdi” che fungono da collegamento per le due parti del comune.
Centri analizzati Centri maggiori Centri minori Uscite verdi Autogrill
alificazione Bolzano
e
SAN MICHELE S. Michele all’Adige
Trento Ravina
Villa Lagarina Isera
Verde pubblico Coltivazioni tipiche Impianto eolico Pannelli fotovoltaici Rampe inclinate Percorsi pedonali Caselli autostradali
La proposta progettuale è di mantenere l’attuale situazione autostradale, ovvero sopraelevata tramite dei viadotti, e creare dei percorsi al livello di campagna. Questi attraversamenti, con funzione sia pedonale che ciclabile, fungono da tramite tra due zone dello stesso paese altrimenti separato dalla viabilità princopale realizzando così un punti di sutura ecologico.
5
AN MICHELE SAN ARCANGELO ARCANGEL
TRA CONSERVAZIONE E RIUSO
XIII secolo
1537
1561
1620
1863
L’intento del progetto consiste nella conservazione del potenziale informativo e quindi al mantenimento, ove possibile, delle varie stratificazioni caratterizzanti delle pareti dell’organismo edilizio. Si cerca quindi di intervenire in modo lieve rispetto le preesistenze ma rendendo riconoscibili le “opere d’oggi” rispetto gli interventi del passato. Anche per gli interventi strutturali, si punta ad una conservazione delle tracce che hanno portato all’evidenziazione dei meccanismi di danno attuando un “congelamento del dissesto”. 6
In un secondo momento il progetto proporrà soluzioni di riuso per un nuovo utilizzo funzionale dell’edificio. Lavoro di gruppo_2010
RILIEVO MATERICO Viene riportato a lato una parte del rilievo materico della chiesa di San Michele, il quale è stato svolto sia sulle superfici esterne che interne, con precise indicazioni riguardo i materiali riscontrati e la loro presunta datazione.
1950
1978
oggi
7
RILIEVO STRATIGRAFICO
QUADRO FESSURATIVO
E’ stata indagata la stratificazione dei materiali nel tempo sia per la pianta che per i prospetti esterni e interni.
Lo studio delle fessurazioni presenti sulle superfici del corpo di fabbrica hanno permesso di capire in seguito i meccanismi di movimento che la chiesa ha subito a causa dei movimenti del terreno sottostante.
LA VECCHIA ANSA ANS
PERCORSO TRA DOSS E ANSA
8
Il progetto prevede la creazione di un percorso lungo la vecchia ansa del fiume all’interno della città di Trento. La rivisitazione del percorso consiste nel definire un susseguirsi di zone verdi nella parte del centro città con elementi polifunzionali di raccordo situati soprattutto nelle parti in cui il percorso si interseca col fiume. Questi elementi polifunzionali si sviluppano attraverso piastre che attraversano il fiume, le quali ospitano da un lato il casello autostradale e dall’altro auditorium, zone espositive, aree commerciali, sale studio. Tutto ciò è stato pensato considerando percorsi panoramici e punti di vista privilegiati sopratutto per chi usufruisce delle strutture polifunzionali. Il Doss Trento costituisce un punto di visuale privilegiato della città e costituisce anch’esso un elemento fulcro. Lavoro di gruppo_2010
9
DIFICIO PER EDIFICIO UFFICI UFFIC
UFFICI SOSTENIBILI ED A RISPARMIO ENERGETICO
Il progetto propone di riutilizzare una zona attualmente dismessa realizzando un edifico per uffici secondo i dettami cell’architettura sostenibile ed il risparmio energetico. Gli spazi sono stati pensati tenendo conto della qualità ambientale, dell’esposizione e dell’orientamento, dei sistemi di Stato attuale riscaldamento e raffrescamento invernali ed estivi, senza però tralasciare la scelta dei materiali e del comfort ambientale interno. Lavoro di gruppo_2011
A
B
CONCEPT= IRRAGGIAMENTO + RELAZIONE CON IL PASSAGGIO 1. STUDIO DELL’ IRRAGGIAMENTO:
nelle aree geografiche con clima temperato la forma ottimale per gli edifici è allungata in direzione est-ovest infatti permette la disposizione di più ambienti a sud. orientamento superfici vetrate Per le zone di centro – nord Italia l’orientamento ottimale delle vetrate per la captazione di energia solare è il sud: -in inverno l’irraggiamento solare è debole ma con angolo d'incidenza piccolo, ciò garantisce un flusso energetico elevato -in estate il sole è più alto all'orizzonte ed i raggi arrivano quasi radenti, limitando gli apporti di calore all'interno. A est-ovest le aperture sono limitate e provviste di schermatura perché più a rischio di surriscaldamento nel periodo estivo. piantumazione A est-ovest è consigliabile schermare l’edificio con piante caducifoglie, le quali lasciano penetrare il sole in inverno mentre fungono da barriera in estate.
B
B
A
2. STUDIO DELL’OMBREGGIAMENTO:
10
Stato di progetto
La disposizione dei volumi è scalata con altezze crescenti verso nord in modo tale che tutti i corpi possano ricevere la radiazione solare con intensità confrontabile.
3. FUNZIONE DI COLLEGAMENTO ATTRAVERSO L’EDIFICIO
SCHEMA DEGLI ACCESSI
OBIETTIVO = COMFORT AMBIENTALE NEL RISPETTO DEI PRINCIPI DEL RISPARMIO ENERGETICO RISPARMIO ENERGETICO
STRUTTURA
RAFFRESCAMENTO COMFORT
PLANIMETRIA - PIANTA PIANO TERRA SCALA 1:200
RISCALDAMENTO
RISPARMIO ENERGETICO: principi che regolano l’edificio per quanto riguarda: STRUTTURA: edificio in legno che favorisce la paratica di tecniche a secco RISCALDAMENTO RAFFRESCAMENTO sfruttando energia passiva e fonti rinnovabili di energia per raggiungere: COMFORT AMBIENTALE
SEZIONE B-B SCALA 1:200
ϰ͘ ƐŝƐƚĞŵŝ Ăƫǀŝ
ϯ͘ ƐŝƐƚĞŵŝ ƉĂƐƐŝǀŝ
A strato vegetale di verde estensivo sp=80 mm doppia guaina impermeabile sp=4 mm guaina antiradice pannello osb sp=18mm listellatura in legno d'abete 50x80 mm controlistellatura in legno di abete_50x80 mm_1% di pendenza guaina traspirante pannello di fibra di legno a bassa densità sp=22 mm pannello osb sp=18 mm isolamento in lana di legno sp=85 mm pannello di chiusura in legno d'abete sp=24 mm
2 A
A
PARMA_Edificio per uffici_Archest
4
2 1
SEZIONE A-A SCALA 1:200
3
5
6
C 1 UTA
B PIANTA PIANO SECONDO SCALA 1:200
7
PARMA_Edificio per uffici_Archest
3
e) vegetazione (3)
1. sistemi di schermatura:
ad est e ovest si prevede la piantumazione di piante caducifoglie per attenuare l’irraggiamento estivo.
Per limitare il surriscaldamento estivo è necessario bloccare o ridurre la radiazione solare in ingresso durante i periodi più caldi: - progettare con attenzione quantità e orientamento delle superfici vetrate: ad est e ovest, dove c’è più carico termico, si prevede un minor numero di aperture, - opportuno tipo di vetro in base al rapporto Ug/g: g=quota di energia solare che viene trasmessa dal vetro, rispetto all’energia totale incidente; Ug=quota di energia solare dispersa dal vetro per trasmittanza verso l’esterno. (vetro termoisolante a tripla lastra g=48%, Ug=0,6 W/mqK) - prevedere schermature per fornire ombreggiamento
A
4. ventilazione naturale:
L'effetto camino si basa sul fenomeno fisico della dilatazione dei gas con il riscaldamento, grazie ad esso è quindi possibile smaltire verso l'esterno l’aria calda che viene attratta verso l’alto creando una corrente ascensionale che mantiene bassa la temperatura della serra. Le aperture per il ricircolo dell’aria devono essere poste in alto e in basso nella parete per aumentare tale effetto.
5. raffrescamento con masse d’acqua:
d)tetto verde (2) effetto isola di calore:
proprietà:
-L’acqua se irraggiata, tende a riscaldarsi più lentamente del terreno, ma rilascia più lentamente il calore accumulato. - Attenuazione delle escursioni termiche dell’aria sovrastante la massa d’acqua rispetto a quella del terreno (ha come effetto la mitigazione termica); - Sfasamento temporale delle dinamiche di scambio termico tra acqua e atmosfera, e tra terreno e atmosfera (provoca differenza di temperatura)
proprietà:
- Capacità e conduttanza termica minori di quelle delle superfici non vegetate; - riduzione della componente riflessa: la radiazione solare è assorbita dalle foglie; - filtraggio della radiazione solare diretta; - capacità di assorbimento dell’energia cinetica del vento
6. parete ventilata:
E’ caratterizzata da un‘intercapedine ventilata posta tra l’isolamento termico e il rivestimento esterno ed ha il compito di: -favorire l’asciugatura del materiale isolante dall’umidità trasportata dall’interno; -asciugare l’umidità di condensa che può formarsi sulle superfici della sottostruttura o su quelle interne del rivestimento; -allontanare velocemente dall’isolante il calore che non è stato riflesso dal rivestimento.
1 RAFFRESCAMENTO
3
materiali a sfasamento ed attenuazione:
Un ritardo temporale ed uno smorzamento dell'onda termica, nelle strutture leggere, è ottenibile inserendo materiali isolanti (preferibilmente di origine naturale come la fibra di legno, il sughero, la cellulosa) con alta capacità termica massica, alta densità e bassi valori di conduttività termica, in grado di garantire uno sfasamento di almeno 10-12 ore. Tale funzione viene assolta nel nostro caso dalla fibra di legno che possiede: - bassi valori di conduttività termica: 0,04 W/mK - alta densità: 150 kg/mc - capacità di sfasamento per 20 cm di spessore: 10 ore
7 RECANATI_EDIFICIO I GUZZINI_Mario
2
PIACENZA_SEDE UNICA COMUNALE_Mario Cucinella
2
A
1
AREZZO_NUOVA SEDE CSAI_Neutrostudio
B rivestimento esterno con elementi in legno sp= 20 mm sistema di listellatura orizzontale e verticale sp= 50 mm barriera antivento sp= 2mm pannello isolante in lana di legno sp=50 mm, densità=230 Kg/m3, resistenza a compressione= 100 KPa pannello osb sp= 8 mm isolante termico in lana di legno, sp= 160 mm, densità= 230 kg/m3, resistenza a compressione= 20 kPa pannello osb sp= 8 mm colla sp= 3 mm piastrelle di rivestimento in gres sp= 30 mm C pavimentazione in listelli di legno sp=30 mm colla per pavimentazioni massetto in calcestruzzo alleggerito con LECA sp=8 cm massetto in argilla sp= 4cm isolante acustico sp=3 cm A pannello osb sp= 8 mm isolante in lana di legno sp=80 mm,densità=230 Kg/m3, resistenza a compressione= 100 KPa pannello di chiusura in legno d'abete sp=24 mm controsoffittatura con: orditura metallica a maglia ortogonale con profili in acciaio a C ( 48x 27 mm) interasse 600mm elementi di sospensione in acciaio pannello per controsoffitto impiallacciato (Ciliegio Americano) 600mmx600mmx12mm con orditura metallica h=40mm
D pavimentazione in listelli di legno sp=30 mm colla per pavimentazioni A massetto in cls sp=20 mm riscaldamento a pavimento sp=60 mm massetto in argilla sp= 4cm pannello osb Scelta dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento in funzione degli ambienti e B sp= 8 mm isolante in lana di legno sp=80 mm,densità=230 resistenza a delKg/m3, loro utilizzo: compressione= 100 KPa C pannello di chiusura in legno d'abete sp=24 mm Serra: A isolante in lana di legno s=50 mm ambiente ad elevata cubatura sempre riscaldato in quanto zona filtro: riscaldaintonaco termoisolante sp=20 mm mento (raffreddamento) ad aria. E pannello in cartongesso sp=10 mm Uffici: C isolamento acustico sp=70 mm pannello in cartongesso sp=10 mm L’utilizzo costante dei locali di lavoro nell’arco della giornata induce alla scelta di F un sistema di riscaldamento a pavimento ad alta inerzia termica. pavimentazione in piastrelle in gres sp= 3 cm colla per pavimentazioni sale conferenze e auditorium: B massetto in calcestruzzo alleggerito con LECA sp=8 cm Tali ambienti sono utilizzati saltuariamente e per brevi periodi di tempo, necessimassetto in argilla sp= 4cm tano quindi di sistemi in grado di raggiungere velocemente la temperatura di isolante in lana di legno sp=10 cm, densità 230 kg/m3, resistenza a regime: ventilconvettori a bassa inerzia termica. compressione 160 kPa solaio prefabbricato tipo "predalles" h=16+4+4 cm Scelta delle fonti energetiche: G Raffreddamento: piastre di marmo sp=20 mm malta grassa di cemento e frantumi di laterizi sp=30mm con pendenza A) raffreddamento ad aria e ventilazione forzata: dell'1% 1) unità trattamento aria massetto in cls allegerito sp=10cm B) ventilconvettori: tessuto non tessuto geotessile solidale e filtrante >raffreddatore massicciato: sassi di grandezza decrescente dal basso verso l'alto C) raffreddamento a pavimento: terreno compattato 3) pompa di calore H >raffreddatore pavimentazione in listelli di legno sp=30 mm colla per pavimentazioni Riscaldamento: massetto in calcestruzzo alleggerito con LECA sp=8 cm Si sceglie di realizzare un impianto a bassa temperatura ed uno ad alta temperamassetto in argilla sp= 4cm isolante acustico sp=3 cm tura: pannello osb sp= 8 mm A) riscaldamento ad aria e ventilazione controllata: isolante in lana di legno sp=80 mm,densità=230 Kg/m3,1)resistenza a unità trattamento aria con recupero di calore compressione= 100 KPa B) ventilconvettori (alta temperatura): pannello di chiusura in legno d'abete sp=24 mm 2) 1 caldaia a condensazione da 100kw intonaco termoisolante sp=20 mm C) riscaldamento a pavimento (bassa temperatura): I 1) pompa di calore da 50 kw intonaco termoisolante sp=20 mm 2) 2 caldaie a condensazione da 100kw barriera antivento sp= 2mm pannello isolante in lana di legno sp=50 mm, densità=230 Kg/m3, resistenza a compressione= 100 KPa pannello osb sp= 8 mm isolante termico in lana di legno, sp= 160 mm,calcolo densità= 230 kg/m3, per il riscaldamento considerando il fabbisogno energetico di dei consumi resistenza a compressione= 20 kPa un ambiente isolato: pannello osb sp= 8 mm Q = volume(mc) * 28 W/mc guaina impermeabile elemento di protezione in pietra
2
B 3 8
7
B ROVERETO_MANIFATTURA TABACCHI_Arup, Kuma, Ratti 3 RISCALDAMENTO
2
7. effetto serra:
PIANTA PIANO PRIMO SCALA 1:200
La radiazione solare (costituita da onde corte) che arriva sui vetri viene in gran parte trasmessa all’interno e rimbalza sulle pareti, che si riscaldano rilasciando energia termica sottoforma di onde lunghe, le quali non sono più in grado di passare attraverso i vetri. Il ricircolo dell’aria deve avvenire soltanto quando la temperatura dell’aria nel giardino è più alta di quella all’interno: l’aria cede calore all’ambiente e, appesantendosi, ridiscende, rientrando nella serra per scaldarsi nuovamente.
A. pellicola fotovoltaica:
Si tratta di un semiconduttore applicato a strati sottilissimi (< 1 μm) su una lastra di vetro capace di convertire la luce solare direttamente in corrente elettrica. FUNZIONI: isolamento termico, ombreggiamento, produzione di energia VANTAGGI: -erogazione di potenza anche con basso irraggiamento fino a meno del 10 % di luce solare, come in presenza di illuminazione diffusa o ombreggiamenti. -Il coefficiente di temperatura particolarmente basso dell’erogazione di potenza garantisce quasi il massimo della potenza anche a temperature elevate.
8. materiali captanti:
Per ottimizzare i guadagni energetici deve essere prevista la presenza di masse per assorbimento ed accumulo di calore per smorzare le oscillazioni di temperatura: argilla cruda. accumulo termico = capacità dei materiali di assorbire il calore, di accumularlo per un certo periodo di tempo e di restituirlo all'ambiente quando questo si è raffreddato.
B. idroelettrico
L'energia idroelettrica ricavata dal corso di fiumi si produce con grandi masse di acqua fluviale che superano piccoli dislivelli (caso dell’Adige). MINI IDROELETTRICO: centrali elettriche caratterizzate dal fatto di avere una potenza installata ridotta, che comporta l'utilizzo di strutture di piccole dimensioni ed a basso impatto ambientale. FUNZIONAMENTO: Il flusso d'acqua che scende mette in rotazione la turbina producendo energia meccanica; questa energia fa girare un generatore che la trasforma in energia elettrica.
sistemi di risparmio energetico: isolamento termico
Sono isolanti i materiali con λ < 0,1 W/mK. Dovrebbe essere posizionato sempre sul lato esterno degli elementi disperdenti. La soluzione più appropriata è l’ isolamento esterno in cui: - punto di condensa esterno alla muratura; - poche oscillazioni di temperatura; - protezione dalla formazione di ghiaccio;
Per gli impianti di dimensioni fino a 100 kW si utilizzano apposite opere civili come canali di adduzione, vasche di carico, condotta forzata ecc., che prelevano parte dell'acqua dal fiume, e dopo l’attraversamento della turbina la restituiscono al corso d'acqua in un punto più a valle. COMPONENTI: turbina, generatore, alternatore -La turbina idraulica è costituita da: un distributore (indirizza la portata in arrivo alla girante), una girante: trasforma l'energia potenziale in energia meccanica resa sull'albero motore. La turbina scelta per un dislivello di 1m e portata 3 m3/s è la Turbina Kaplan -generatore: trasforma l’energia meccanica in elettrica
1_vetro termoisolante a doppia lastra con pellicola basso emissiva ( 2+2 cm) 2_profilo a O Fe430 140x85x5 mm 3_elemento a ragno per il collegamento dei vetri alli profili metallici 4_profilo a O Fe430 140x85x5 mm 5_massetto in cls per poter ancorare i profili metallici della vetrata 6_elemento di ancoraggio con dadi di livellamento 7_ vite zincata classe acciaio 4.8 d=8 mm lunghezza 60 mm 8_rete antinsetto 9_materassino per evitare il trasferimento del rumore impattivo C punta autoforante con fresa a fine filetto, 10_vite con testa svasata con zincat, classe 4.8, d=4 mm lunghezza 60 mm
B
1
A pellicola fotovoltaica
calcolo dei consumi elettrici medi annui
turbina Kaplan
11_ trave in legno di "sacrificio" sp=75 mm A AISI304/A2 d= 12 mm lunghezza=160 12_ vite in acciaio inossidabile, mm ǀĞŶƟůĂnjŝŽŶĞ ĐŽŶƚƌŽůůĂƚĂ 13_zanca metallica a L per ancorare parete veticale al solaio i calcestruzzo 14_ guaina impermeabile s= 3 mm 15_ isolamento termico in polistirolo sp= 50 mm 16_vite con testa svasata con punta autoforante con fresa a fine filetto, zincat, classe 4.8, d=6 mm lunghezza 100 mm 17_ membrana protettiva bugnata hdpe 18_muro in calcestruzzo armato sp=30 cm 19_piastra di ancoraggio in acciaio sp=5 mm 20_elemento con rompigoccia pendenza 1% 21_finestratura fissa sp=10+15+10 mm, con elemento di scermatura a brise soleil 22_cassometto in acciaio bxh= 32x28 cm, con ingranaggio per la movimentazione dei brise soleil
UTA
calcolo della potenza giornaliera necessaria comprensiva dell’apporto relativo al consumo della pompa di calore
calcolo della portata necessaria per la potenza richiesta P=Q*η*g*dh η=rendimento =0,85 g= 9,8 m/s2 dh=1 m
B
23_tubo di aerazione in rame d=16 cm, sp=5 mm, con fascetta di sostegno ogni metro 24_trave reticolare lamellare per il sostegno della copertura 25_modulo apribile con telaio in acciaio, meccanismo automatizzato con pistone 26_elemento di oscuramento a brise soleil orientabili 27_scossalina
11
Ϯ͘ ƐƚƌƵƩƵƌĂ ŝŶ ůĞŐŶŽ LA STRUTTURA IN LEGNO
FASI COSTRUTTIVE
CO2
Bulloni con testa esagonale M16, lunghezza 300 mm, in acciaio inossidabile, classe AISI 04/A2 DIN 931 Rondelle per legno in acciaio zincato, classe S 235, dimensioni 15x44x3 mm
DIMENSIONI IN PIANTA E PROSPETTO DELLA CERNIERA
CO1
1_trave in legno lamellare GL36h sezione 24x10 cm 2_dado con testa esagonale M16 in acciaio inossidabile classe AISI304/A2 3_bullone con testa esagonale M16 lunghezza 340 mm in acciaio inossidabile classe AISI304/A2 DIN931 4_elementi in acciaio Fe340 a L 75x35x10 mm saldati alle piastre orizzontali 6_ elemento a U costituito da 2 piastre verticali in acciaio Fe430 con dimensioni 120x190x20 mm e 1 piastra orizzontale con dimensioni 320x120x20 mm, saldate tra loro a 90° 7_piastra in acciaio Fe430 saldata al profilo a U per impedire lo scorrimento laterale della trave reticolare 8_pilastro in legno lamellare GL36h sezione 12x28 cm 9_elemento in legno lamellare sezione 12x10cm 10_elemento a U costituito da 2 piastre verticali in acciaio Fe430 con dimensioni 120x360x20 mm e una piastra orizzontale con dimensioni 320x120x20 mm saldate tra loro a 90° SCALA 1:10
CO3
Trave in legno lamellare, classe GL 36 h, sezione 10x24 cm
Elemento verticale compresso, sezione 8x12 cm
Collegamento trave-pilastro attraverso cerniera a vista
CO4
Elemento obliquo teso, sezione 8x12 cm
Bulloni con testa esagonale M16, lunghezza 300 mm, in acciaio inossidabile, classe AISI 04/A2 DIN 931 Rondelle per legno in acciaio zincato, classe S 235, dimensioni 15x44x3 mm
CO5
Pilastro in legno lamellare GL 36 h, sezione 16x28 cm
CO1
CV1
CV3
CO2
CV2 CO3
CO5
CO4
CV1
CV2
CV3
12
1_pilastro in legno lamellare classe GL36h sezione 16x28 cm 2_dadi con testa esagonale M16 in acciaio inossidabile classe AISI304/A2 3_bulloni con testa esagonale M16 lunghezza 180 mm in acciaio inossidabile classe AISI304/A2 DIN931 4_rondelle per legno in acciaio zincato classe S235 15x44x3 mm 5_controdadi di regolazione con testa esagonale M16 in acciaio inossidabile classe AISI304/A2 6_ranelle in acciaio d=30 mm e sp=3 mm 7_piastra in acciaio Fe430 260x500x20 mm 8_sigillatura con malta espansiva sp=50 mm 9_dima in acciaio Fe430 260x500x5 mm 10_dadi con testa esagonale M16 in acciaio inossidabile classe AISI304/A2 11_tirafondi in acciaio d=16 mm Fe430 lunghezza 400 mm 12_muro in c.a. Lo schema PEFC (Programme for the EndorseEndorse ment of Forest Schemes),presente in Europa dal 1999 ed in Italia dal 2001, è un’associazione indipendente, no profit e non governativa, con 31 paesi europei membri, che riconosce e accreaccre dita gli schemi nazionali di certificazione forestale. Gli obiettivi della PEFC sono: _ garantire agli acquirenti dei prodotti del legno e della carta la certezza di favorire le attività forestali sostenibili; _promuovere e rafforzare l’immagine positiva dell’attività forestale e del legno come materia prima rinnovabile; _promuovere la gestione forestale sostenibile attraverso la certificazione di una parte terza indipendente. I principali schemi PEFC sono: _ la GFS – Certificazione della Gestione Forestale Sostenibile: uso delle foreste e del loro territorio, rispettandone la biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità, mantenendone le funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale e non danneggiando altri ecosistemi; _ la CoC -Certificazione della Catena di Custodia o della Rintracciabilità dei prodotti legnosi e non- è un sistema di tracciabilità utilizzato per tutte le fasi di lavorazione e distribuzione del legno e della pasta che attesta che il sistema di registrazione del flusso del legno applicato da un’impresa soddisfa i requisiti stabiliti dallo schema di certificazione ed esige che nessun legname proveniente da fonti controverse (es: abbattimento illegale o in aree protette) possa entrare nella catena dei prodotti certificati.
PIANTA DELLE PIASTRE PER L’ANCORAGGIO DEL PILASTRO
PROSPETTO DELLE PIASTRE PER ANCORAGGIO DEL PILASTRO
SCALA 1:10
1_strato veg 2_guaina an 3_doppia gu 4_pannello 5_listellatur 6_controlist 7_guaina tra 8_pannello 9_elementi 10_isolante 11_pannello 12_pavimen 13_colla per 14_massetto 15_massetto 16_massetto 17_isolante 18_guaina im 19_intercap 20_isolante 21_riscaldam 22_cappa in 23_ reta ele 24_solaio pr 25_intonaco 26_rete agg 27_barriera 28_isolante 29_pannello 30_isolante 31_pilastro 32_listelli in 33_elementi 35_pannello 36_rivestim 37_sistema 38_intercap 39_isolante 40_ isolante kPa
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ORTE BRAIDA CORTE
DA CORTE RURALE A STRUTTURA AGRITURISTICA. PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE E CANTIERIZZAZIONE DEL COMPLESSO
Concept del verde
RIPETIZIONE
Il lavoro di tesi inizia con un’indagine sulle corti rurali del territorio della bassa veronese, studiandone configurazione e sviluppo storico e territoriale. In seguito si pone l’attenzione su una corte in particolare, Corte Braida, per la quale si propone un riuso come struttura agrituristica. Lo studio ha prodotto un progetto con struttura in legno e vetro; oltre a ciò sono stati pensati degli interventi di restauro delle superfici e di recupero e miglioramento selle strutture preesistenti. Infine è stata studiata la cantierizzazione del progetto proposto. Lavoro di tesi_2012
La base del motivo a losanghe per l’organizzazione del giardino parte proprio dalla forma degli edifici della corte stessa, che, stilizzati e aggregat tra loro permettono appunto di ricavare un motivo, una fantasia omogenea. Dall’intersezione tra il motivo a losanghe e il flusso dei percorsi interni alla corte, sono stati definiti dei passaggi in legno che talvolta diventano sedute o panchine. Oltre a ciò il motivo a losanghe diventa la base per la disposizione del verde e delle nuove piante.
AGGREGAZIONE
ROTAZIONE
SOVRAPPOSIZIONE
MOTIVO FINALE
0m
50 m
100 m
Riseria
e
S3: chiusura orizzontale di copertura rivestimento in legno sp=24 mm doppia guiana impermeabile sp=2+2 mm pannello OSB sp=18 mm listellatura in legno di abete sezione 50x80 mm, 1% di pendenza controlistellatura in legno di abete sezione 80x50 mm guaina traspirante sp=2 mm pannello in fibra di legno ad alta densità sp=22 mm pannello OSB sp=18 mm isolante termico in lana di legno sp=160 mm pannello di chiusura in legno di abete sp=24 mm
Porticogranaio
ti
Stallafienile
e
Barchessa
Organizzazione del parco
S3
F2
Pianta piano primo
S2
S2: chiusura orizzontale intermedia pavimentazione in listelli di legno sp=30 mm colla per pavimentazioni massetto in cls sp=20 mm riscaldamento a pavimento sp=65 mm isolante acustico anticalpestio MW-T sp=30 mm guaina impermeabile sp=2 mm pannello OSB sp=18 mm intercapedine d’aria sp=60 mm elementi in legno massiccio di abete sezione 80x160 mm isolante termico in lana di legno sp=100 mm pannello di chiusura in legno di abete sp=24 mm S1: chiusura orizzontale di base pavimentazione in listelli di legno sp=30 mm colla per pavimentazioni massetto in cls sp=20 mm riscaldamento a pavimento sp=65 mm isolante termico in lana di legno sp=100 mm doppia guiana impermeabile sp=2+2 mm massetto di livellamento F2: vetrata fissa Vetro interno termoisolante pellicolato 4 mm Riempimento con gas Argon 14mm Vetro esterno riflettente accoppiato di sicurezza 6+6 mm
F1
F1: porta finestra alzante scorrevole Vetro interno termoisolante pellicolato 4 mm Riempimento con gas Argon 14mm Vetro esterno riflettente accoppiato di sicurezza 6+6 mm
Pianta piano terra
S1
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IL PROGETTO DI RECUPERO Il progetto di recupero è fondato sull’idea del minimo intervento in modo tale da migliorare le strutture presenti senza modificarle troppo e conservare maggiormente il potenziale informativo. Tra gli interventi proposti, suddivisi per categoria di applicazione (fondazioni, solai, strutture verticali, coperture e nodi), vengono scelti quelli che rispecchiano gli intenti di minore invasività strutturale, impatto visivo e costo. Per le superfici vengono proposte puliture e integrazione di intonaci e tinte.
PROCESSO EDILIZIO
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Fasi e lavorazioni vengono definite e raggruppate considerando: • contemporaneità di esecuzione • ottimizzazione dei tempi A tal scopo il diagramma di Gantt aiuta a comprendere la scansione delle lavorazioni. Per la prevenzzione dei rischi, definiti e distinti a seconda che siano legati al lavoratore o derivanti dall’utilizzo di mezzi o attrezzi, vengono elencati i dispositivi di protezione individuale e le prescrizioni da seguire per abbattere il più possibile la possibilità di incidenti.
Interventi sulle fondazioni Interventi sulle murature Interventi sui solai Interventi sulle coperture Interventi sui nodi
8
18
26
30
Stalla Lavorazioni: copertura presente: •
disposizione del cordolo in metallo di solidarizzazione (intervento N.3.1)
•
montaggio di nuove capriate a sostituzione di quelle antiche non recuperabili
Mezzi: •
gru a torre
•
ponteggi
•
motosega a scoppio
•
motosaldatrice
Portico Lavorazioni: solaio di base S1 •
colla per pavementazioni (strato 13)
•
posa della pavimentazione in listelli di legno (strato 12)
solaio intermedio S4 •
colla per pavimentazioni (strato 13)
•
posa pavimentazione (strato 12)
chiusura verticale P1 •
disposizione rete aggrappante (strato 26)
•
stesura
intonaco
termoisolante
esterno (strato 25) Mezzi: •
autogrù
•
morosega a scoppio
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In questa fase il rischio è moderato in quanto le lavorazioni un pò più pericolose vengono effettuate solamente su un edificio e non sono contemporanee tra loro.
38
50
55
70
CORRAâ&#x20AC;&#x2122; ISABELLA Dottore magistrale in Ingegneria Edile-Architettura
E-mail: isa-bella_87@libero.it