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iSculpture Art Gallery San Gimignano
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Settembre - 18 Ottobre 2015
Testo: Nico Stringa, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università Ca’ Foscari, Venezia Grafica e impaginazione: iSculpture Art Gallery San Gimignano Traduzione: AN.SE Traduzioni Fotografie: Patrick Pii, Alido Ringraziamenti: Graziella Un particolare ringraziamento a Pia Ferrari Text by: Nico Stringa, Professor of History of Contemporary Art at Università Ca’ Foscari, Venice Layout & Graphics: iSculpture Art Gallery San Gimignano Translation: AN.SE Traduzioni Photo by: Patrick Pii, Alido Thanks to: Graziella Special thanks to Mrs. Pia Ferrari
© 2015 Tutti i diritti riservati
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a Nicolò
Mariano Fuga in volo sulla terra Testo di Nico Stringa
Sono cinquant’anni, ormai, che Mariano Fuga si dedica alla scultura in ceramica e posso dire di averlo seguito da vicino e da lontano in tante sue “peripezie”, avventure previste e impreviste, frutto di un lavoro costante, per lo più svolto in solitaria. Ciò non significa che mi sia più facile di altri formulare un giudizio critico sulle opere recenti e recentissime che Fuga espone in questa importante occasione a San Gimignano. Però nell’intrecciarsi dei ricordi delle sue prime opere con l’effetto che provocano queste ultime ceramiche, che Mariano ha definito, con un appiglio anche autobiografico “esercizi di risalita”; nella duplice azione di un passato che non passa e di un presente che s’infutura, molte sollecitazioni spuntano, molte parole si affacciano. Non posso dimenticare, ad esempio, che alla mostra organizzata da lui e dai suoi amici negli spazi dell’Accademia di Belle Arti Sculture in maiolica, 1970
di Venezia nel 1968, Fuga aveva proposto delle sculture – parallelepipedi sormontati da tubi in pvc – subito seguite dagli equivalenti in maiolica di grande formato ( i due Senza titolo, uno dei quali riproposto alla mostra veneziana Arte al bivio del 2008 dedicata agli anni ’60 e anche alla mostra recente al Museo delle Ceramiche di Faenza) molto interessanti e in dialogo diretto con le prime esperienze dell’Arte Povera.
Mariano Fuga, mostra in Accademia, 1968
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Fuga aveva allora vent’anni e ha attirato l’attenzione, con i suoi lavori successivi, di Luciana Martini che in un saggio fondamentale per i ceramisti degli anni ’70 ha opportunamente tenuto conto del contributo del ceramista novese. Tutta questa prima fase della sua attività è stata costellata da mostre ormai storiche, come la VII Biennale di Gubbio del 1974 organizzata da Enrico Crispolti, e ha trovato il suo approdo più felice nel 1985, quando al Concorso Internazionale di Faenza gli è stato riconosciuto il premio acquisto e infine nel 1987 alla Mostra personale tenutasi al Museo della Ceramica di Nove. Negli anni novanta assistiamo gradualmente a un giro di boa; ai monocromi si sostituisce il colore, alla modellazione della creta si affianca la scultura vera e propria (lavorando e modificando quindi la materia già cotta) e arrivano nuove iconografie, nuove idee maturate nel dialogo con la scultura italiana degli anni ’30 e degli anni ’50. Nasce così il ciclo dei “teatrini”, ben consapevolmente in dialogo con Arturo Martini e Fausto Melotti e anche con la “vocazione teatrale” di Cesare Lievi, destinati per dimensioni e per poetica a essere collocati negli interni; nasce parallelamente il ciclo delle “ceramiche sonore” (su cui ha scritto Pia Ferrari) destinate invece a collocazioni in esterno. Accade così che le figure che animavano gli spazi dei “teatri” si liberassero nello spazio e nella luce, producendo itinerari del tutto inediti nella scultura italiana (in ceramica e non). Seguiranno le Colonne (dal 2008), i Mattoncini (dal 2012) e ora gli Esercizi di risalita: tutte opere policrome in semirefrattario, realizzate in monocottura a 1200 gradi.
Cubo, Gubbio 1974
Teatrino, 1996
‘Dal Palomar’ , 1997
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Finitura di una Colonna
Installazione al “Castello di Casole”
Sorprendono, in questi lavori più recenti, la continuità e l’innovazione rispetto alle ceramiche precedenti. Sorprende cioè il modo in cui Fuga è riuscito a immergersi per continuare il discorso dei “mattoncini” (così lui chiama gli ometti che saltano urlando da un punto all’altro dello spazio, a volte aggrappati al muro), ideando una nuova esplorazione da parte dei suoi protagonisti che si muovono adesso, rendendocene partecipi, dentro e fuori quelle forme elementari, fondamentali dell’esperienza sensoriale ed estetica, quali sono la sfera e la semisfera. Mi sembra evidente che, a parte l’aspetto ludico che non manca più da vent’anni e oltre nel suo lavoro, c’è qualcos’altro che l’artista ci vuol dire. Ed è, mi sembra, che solo diventando piccoli, solo modificando la nostra dimensione, noi potremo fare esperienza di ciò che ci circonda e ricominciare da capo l’esplorazione delle forme. Se così è, l’ironia con la quale Fuga ha costruito la sua seconda vita di ceramista, dagli anni ’90 in qua, contribuisce a un invito imperioso: capire cioè che il valore delle sue sculture andrebbe indagato in modo più approfondito e profondo, da intendere anche come una personalissima storia della scultura che viene ripercorsa, a ritroso e in avanti, per interposta persona, da quei lillipuzziani abitatori di un altro mondo che da anni popolano le sue invenzioni. E’ un lungo racconto quello con cui Mariano Fuga ci intrattiene da tempo, una fiaba che forse ha come destinatari privilegiati quei bambini che non potranno non riconoscersi nei curiosi “esploratori” che animano gli spazi perfetti della sua ceramica. Acrobati innamorati dello spazio e dei colori; colori inediti, mi sembra, nella ceramica italiana contemporanea; e spazi altrettanto nuovi, pur essendo sotto gli occhi di tutti (forme concave e convesse, forme inevitabili, talmente sono elementari, eppure sembrano nuove!). Sculture per bambini, dunque? Sì e no. Anzi: no e sì. No, perché come è noto, almeno agli italiani, il “fanciullino” (di Pascoli) abita negli adulti. Sì, perché, dotati di poca fantasia (contrariamente a quello che si crede) i bambini hanno bisogno dei “miti”; e Mariano ci ha pensato.
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Mariano Fuga in flight on “earth” Text by Nico Stringa
For fifty years now, Mariano Fuga has dedicated himself to ceramic sculpture, and I can say that I have followed him both closely and from a distance through many of his “life events”, expected and unexpected adventures, the result of constant work, mostly solitary. This does not mean that it is easier for me than for others to express a critical opinion on the recent and very recent works that Fuga exhibits on this important occasion in San Gimignano. But as memories of his early works interweave with the effect stirred by these latest ceramics, which Mariano has defined, with a somewhat autobiographical intent, as “resurgence exercises”; in the dual action of a past that does not pass, and a present that rushes towards the future, there is much urging and many words come to surface. I cannot forget, for example, that at the exhibition organized by him and his friends at the Fine Arts Academy in Venice in 1968, Fuga proposed some sculptures - parallelepipeds surmounted by PVC pipes - immediately followed by their large equivalents made from majolica (the two Untitled, one of which displayed again in 2008 at the Venetian exhibition Arte al bivio (Art at the Crossroads) dedicated to the Sixties, and even at the recent exhibition held at the Museum of Ceramics in Faenza); very interesting works in direct dialogue with the early experiences of Arte Povera. Fuga was twenty at the time, and with his following works, he drew the attention of Luciana Martini who, in an essay of crucial importance for the ceramists of the Seventies, duly took into account the contribution made by the ceramist from Nove. This first phase of his activity was entirely filled with exhibitions that have taken on a historical value, such as the 7th Biennial of Gubbio in 1974, organized by Enrico Crispolti, and reached its most felicitous achievements in 1985, when he received the acquisition award at the International Competition of Faenza, and finally in 1987, at the solo exhibition held at the Museum of Ceramics of Nove. In the Nineties, we witnessed a gradual shift in direction, where the monochrome was replaced by colour, the modelling of clay was complemented by actual sculpting (thus working and changing the baked material), with new iconographies, and new ideas developed through the dialogue with Italian sculpture of the Thirties and Fifties. This is how the cycle of “theatres” was conceived, very consciously in dialogue with Arturo Martini and Fausto Melotti, and also with the “theatrical vocation” of Cesare Lievi, destined - for both their size and poetics - to be placed in interiors; at the same time, the cycle of “whistling ceramics” also came to life (written about by Pia Ferrari), meant for outdoor locations. The figures that animated the spaces of “theatres” were thus set free in space and light, producing itineraries that were unprecedented in Italian sculpture (ceramic or otherwise). These were followed by the
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Colonne (Columns – since 2008), the Mattoncini (Small Bricks – since 2012) and at present by the Esercizi di risalita (Resurgence Exercises): they are all polychrome works in semi-refractory material, single-fired at 1200 degrees. What surprises in these more recent works are the continuity and innovation with respect to the previous ceramics. Actually, we are surprised by the way in which Fuga managed to immerse himself so as to pursue his discourse with the “small bricks” (this is the name he gave to the small men who scream and jump from one point in space to another, sometimes clinging to the wall), creating a new exploration by his protagonists that now involve us in their movements in and out of those elementary forms, these being the sphere and the hemisphere, which are crucial for a sensory and aesthetic experience. It seems clear that, apart from the fun aspect Mariano Fuga at work in his atelier that has never been missing over the last twenty and more years in his works, there is something else that the artist wants to tell us. As I understand it, the message is that only by becoming smaller, only by changing our size, will we be able to experience our surroundings and start exploring forms once again. If so, the irony with which Fuga has built his second life as a ceramist from the Nineties onwards, contributes to an imperious invitation: realising that the value of his sculptures should be investigated in more detail and depth, to be understood also as a very personal history of sculpture that is traced, backward and forward, through intermediaries, through those Lilliputian inhabitants of another world that for years have populated his inventions. For a long time, Mariano Fuga has been entertaining us with a long story, a fairy tale whose privileged recipients are perhaps those children who cannot fail to recognise themselves in the odd “explorers” that animate the perfect spaces of his ceramics. Acrobats in love with space and colour; unprecedented colours, as far as I know, in Italian contemporary ceramics; and spaces, just as new, despite being under the eyes of all (concave and convex shapes, inevitable forms, so very elementary, yet they seem so new!). Sculptures for children, then? Yes and no. Or rather, no and yes. No, because as we know, or at least as Italians know, the “little boy” (the “fanciullino” of Pascoli’s poetry) lives inside adults. Yes, because children have little imagination (contrary to the widespread belief ), and therefore need “myths”. And so, Mariano provided them.
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“Esercizio di risalita” cm. Ø 38
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Mariano Fuga è nato a Nove (Vi) nel 1948. Dopo gli studi presso l’Istituto d’Arte per la ceramica di Nove, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Venezia, seguendo il corso dello scultore Alberto Viani. Le prime esposizioni risalgono agli anni dell’ Accademia, nel 1968 la collettiva presso la Galleria “Il Triglione” di Venezia e nel 1969 alla Galleria “La Bottega” di Lugo di Romagna, e nella Piazza di Casola Valsenio (Ra). Dagli anni Settanta ad oggi è invitato ed ottiene riconoscimenti nelle principali manifestazioni nazionali ed internazionali della scultura e della ceramica contemporanee. Fra queste, partecipa nel 1974 alla VII Biennale d’Arte della Ceramica di Gubbio e negli anni Ottanta e Novanta al Concorso Internazionale della Ceramica di Faenza che gli vale, nel 1985, il premio acquisto per il Museo . Viene invitato inoltre al concorso “Villa de Carouge” in Svizzera, nel 1987; ottiene, nel 1988, il secondo premio al Concorso Nazionale di Pietrastornina (Av), nel 1990 la Targa d’Oro al Concorso Internazionale di Gualdo Tadino e l’anno seguente il primo premio alla Mostra Internazionale di S.Stefano di Camastra (Me). Nel 1992 viene invitato e riceve una menzione d’onore al Concorso Internazionale della ceramica d’arte a Mino in Giappone e nel 2000 è presente alla Biennale Internazionale della Ceramica del Cairo in Egitto. Nel 2002 è invitato ad esporre le sue sculture allo Seeschloss Orth a Gmunden (Austria) e nel 2003 vince il 1° premio alla 6a Edizione della Biennale Internazionale del fischietto in terracotta a Roana (Vi), nel 2004 il 2° premio alla 3a edizione della Biennale Internazionale di Asolo. Nel 2008 è presente con 2 sculture in ceramica realizzate nel 1969 alla mostra “Arte al Bivio” - Venezia negli anni Sessanta - presso l’Università Cà Foscari di Venezia. Fra le sue mostre più significative, vanno segnalate le personali al Museo della Ceramica di Nove (1987) e al Centro d’arte e Cultura “Il Brandale” di Savona (1988 ) e ancora : “Fischietti d’artista” alla Microbrera Gallery di Milano (1995) , “Apeiron” presso la galleria Percorsi d’arte ‘90 di Venezia (1996) , “Teatrini di Mariano Fuga” a Palazzo Cominelli , S.Felice del Benaco (Bs) e al Palazzo del Vescovado a Feltre (1999) , “Sculture fischianti” al Museo della Ceramica di Nove (2000), la personale presso la galleria La Bottega di Gorizia (2001), nel 2003 a Saint Jeannet|- Nizza e nel 2004 alla galleria A. Sartori Arte di Mantova. Da maggio a ottobre 2008 su invito della “Galleria Gulliver” espone una nuova serie di sculture nell’Isola Botanica dell’Hotel Cernia a Capo S.Andrea all’Isola d’Elba. Nell’estate del 2009 espone alla Fondazione Andrè Heller presso il Giardino Botanico di Gardone Riviera.
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Nel 2010 espone allo Spazio Eventi della Libreria Mondadori a Venezia “La Babele dei Linguaggi” quindi presenta le sue opere “Colonne” al Relais Palazzo Lodron di Nogaredo (Tn). Nel 2011 espone a Milano alle Officine Saffi - “Open to Art”, è invitato ad esporre ad una collaterale del Padiglione Cinese presso il Chiostro di S. Spirito alla 54a Biennale d’Arte di Venezia, su invito partecipa alla V° Edizione di “Concreta” a Certaldo (Fi); quindi è presente a Castellamonte (To) alla 51° Mostra della Ceramica :“Storie di Terra”, e a Padova, presso l’ex Macello, ”Segno e racconto”, infine è presente all’evento: “Tea for Two” presso la Galleria Officine Saffi di Milano. Nel 2012 è invitato alla Rassegna “Ceramica fiorita” a Siena e Montelupo Fiorentino, quindi espone al Centro Ceramico Fornace Pagliero a Castellamonte (To) “Change”, e ancora “ Le Colonne del Mito” alla Galleria I Monaci sotto le Stelle a Brescia e nell’agriturismo L’Ozio in Collina a Figline Valdarno, infine alla Tenuta di Sticciano “Ceramisti Veneti”. Nel 2013 espone da Aprile a Novembre presso l’Hotel Zum Rosenbaum a Nalles ( Bz), quindi è invitato da Novembre a Gennaio da Jean Blanchaert ad esporre presso la Villa Necchi Campiglio di Milano in collaborazione con il FAI: “Arte Ceramica oggi in Italia”. Nel 2014 espone le sue opere a San Pantaleo (Olbia) dal 13 giugno al 13 luglio alla mostra Mare di Sardegna “Interpretazioni in Ceramica, quindi dal 22 dicembre sino al 17 gennaio 2015 è presente a Vietri sul Mare alla mostra “Viaggio attraverso la Ceramica”. A maggio del 2015 è invitato alla Mostra Internazionale della Ceramica a Siena nella collettiva “La Ciotola come Metafora”. Nel 1998 ha realizzato una serie di “teatrini” in ceramica che accompagnano testi poetici del regista Cesare Lievi, pubblicati in “Altrove qui” delle edizioni L’Obliquo di Brescia. Sue opere sono esposte al Museum “Louvre It Or Leave It” di Minneapolis, USA Vive e lavora a Gargnano sul Garda.
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Mariano Fuga was born in 1948 in Nove (Vicenza). After studying at the Art Institute for Ceramics of Nove, he attended the Academy of Fine Arts in Venice, where he took the course of the sculptor Alberto Viani. His first exhibitions date back to the years of the Academy: in 1968, the collective exhibition at the Gallery “Il Triglione” in Venice and, in 1969, at the Gallery “La Bottega” in Lugo di Romagna, and in the Piazza of Casola Valsenio (Ravenna). From the Seventies to today, he has been invited to major national and international contemporary sculpture and ceramics events, where he has received awards in acknowledgement of his works. Among others, he participated, in 1974, in the 7th Ceramic Art Biennial in Gubbio and, in the Eighties and Nineties, in the International Ceramics Competition in Faenza, which earned him, in 1985, the acquisition prize for the Museum. In 1987, he was invited to take part in the “Villa de Carouge” competition in Switzerland; in 1988, he won the second prize at the National Competition in Pietrastornina (Avellino), in 1990, he was awarded the Gold Plaque at the International Competition of Gualdo Tadino and, the following year, the first prize at the International Exhibition of Santo Stefano di Camastra (Messina). In 1992, he was invited and received an honourable mention at the International Competition of Ceramic Art in Mino, Japan and, in 2000, he was present at the International Biennial of Ceramics in Cairo, Egypt. In 2002, he was invited to exhibit his sculptures at the Seeschloss Orth in Gmunden (Austria), in 2003, he won the first prize at the 6th Edition of the International Biennial of the Terracotta Whistle in Roana (Vicenza) and, in 2004, the second prize at the 3rd Edition of the International Biennial of Asolo. In 2008 he participated, with two ceramic sculptures made in 1969, in the exhibition “Arte al Bivio” (Art at the Crossroads) - Venice in the Sixties - at the University Ca’ Foscari of Venice. His most significant exhibitions include his solos at the Museum of Ceramics in Nove (1987) and the Centre of Art and Culture “Il Brandale” in Savona (1988), then: “Fischietti d’artista” (Master Whistles) at the Microbrera Gallery in Milan (1995), “Apeiron” at the Percorsi d’arte ’90 Gallery in Venice (1996), “Teatrini di Mariano Fuga” (Small Theatres by Mariano Fuga) at Palazzo Cominelli, in San Felice del Benaco (Brescia), and at Palazzo del Vescovado in Feltre (1999), “Sculture fischianti” (Whistling Sculptures) at the Museum of Ceramics of Nove (2000), a solo show at La Bottega Gallery in Gorizia (2001), in 2003 in Saint Jeannet – Nice, and in 2004 at the A. Sartori Art Gallery in Mantua. From May to October 2008, on invitation from “Galleria Gulliver”, he exhibited a new series of sculptures in the Botanical Island of the Cernia Hotel in Capo Sant’Andrea, Elba Island.
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In the summer of 2009, he exhibited at the André Heller Foundation, in the Botanical Garden of Gardone Riviera. In 2010, he exhibited in “La Babele dei Linguaggi” (The Babel of Languages) in the Events Space of the Mondadori Library in Venice, then his works “Colonne” (Columns) at the Relais Palazzo Lodron in Nogaredo (Trento). In 2011 he exhibited at “Open to Art” - Officine Saffi in Milan, was invited to exhibit at a collateral show of the Chinese Pavilion in the Cloister of Santo Spirito, at the 54th Art Biennial in Venice, and to participate in the 5th Edition of “Concreta” (Concrete, but also With Clay) in Certaldo (Florence); he took part in the 51st Ceramics Exhibition: “Storie di Terra” (Stories of Clay) in Castellamonte (Turin), and in the “Segno e racconto” (Sign and Tale) exhibition in Padua, at the former abattoir. Finally, he took part in the event: “Tea for Two” at the Officine Saffi Gallery in Milan. In 2012 he was invited to the “Ceramica fiorita” (Blooming Ceramics) Festival in Siena and Montelupo Fiorentino, then exhibited at “Change” - Fornace Pagliero Ceramics Centre in Castellamonte (Turin), followed by “Le Colonne del Mito” (The Pillars of Myth) at I Monaci sotto le Stelle Gallery in Brescia, and on the holiday farm L’Ozio in Collina in Figline Valdarno. Finally, at “Ceramisti Veneti” (Venetian Ceramists) - Tenuta di Sticciano. In 2013, he exhibited his works from April to November at the Zum Rosenbaum Hotel in Nalles (Bolzano), then he was invited from November 2013 to 6th January 2014 by Jean Blanchaert to exhibit at Villa Necchi Campiglio in Milan, in collaboration with the FAI (Italian Environment Fund): “Arte Ceramica oggi in Italia” (Ceramic Art Today in Italy). In 2014, he exhibited his works in San Pantaleo - Olbia from 13th June to 13th July at the exhibition Mare di Sardegna: “Interpretazioni in Ceramica” (Sardinian See: Ceramic Interpretations), then from 22nd December until 17th January 2015 he was in Vietri sul Mare at the exhibition “Viaggio attraverso la Ceramica” (Journey through Ceramics). In May 2015, he was invited to the International Ceramics Exhibition in Siena in the collective show “La Ciotola come Metafora” (The Bowl as a Metaphor). In 1998 he created a series of ceramic “theatres” that accompany poetic texts by director Cesare Lievi, published in “Altrove qui”, L’Obliquo Ed., Brescia. His works are exhibited at the Museum “Louvre It or Leave It” in Minneapolis, USA. He lives and works in Gargnano sul Garda.
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bibliografia
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contenuti
contents
Pag. 12-13: Esercizio di risalita su semisfera concava, cm. Ø 38 Pag. 14-15: Esercizio di risalita su ciotola, cm. Ø 38 Pag. 16-17: Esercizio di risalita su sfera, cm. Ø 38 Pag. 18-19: Esercizio di risalita su disco, cm. Ø 59 Pag. 20-21: Esercizio di risalita su semisfera, cm. Ø 38 Pag. 22-23: Esercizio di risalita su semisfere, cm. Ø 10 - 20 Pag. 24-25: Esercizio di risalita su sfera, cm. Ø 28 Pag. 26-27: Esercizio di risalita su ciotola, cm. Ø 38 Pag. 28-29: Esercizio di risalita su semisfera concava, cm. Ø 28 Pag. 30-31: Esercizio di risalita su sfera, cm. Ø 38 Pag. 32-33: Esercizio di risalita su semisfera, cm. Ø 38 Pag. 34-35: Esercizio di risalita su semisfera, cm. Ø 38 Pag. 36-37: Esercizio di risalita su semisfera, cm. Ø 38 Pag. 38-39: Esercizio di risalita su ciotola, cm. Ø 38 Pag. 40-41: Colonne, Dimensioni variabili Pag. 42-43: Mattoni, Dimensioni variabili Pag. 44/48: Costruzione di una colonna
Tutte le opere sono realizzate in semirefrattario policromo, ossidi e ingobbi (1200°) All artworks are realised in polychrome semirefractory clay, oxides and engobes (1200°)
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C A S O L E
D ’ E L S A
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iSculpture Italian Contemporary Sculpture Gallery
S A N
G I M I G N A N O
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