Asmara_prisco

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2-12-2008

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Il tema delle città di fondazione è svolto dalla legge regionale per meglio comprendere le caratteristiche storiche e le stratificazioni identitarie del Novecento nel Lazio. La creazione di «città ideali», negli anni Trenta ha visto, infatti, declinate una serie di realizzazioni e programmazioni che differiscono tra loro in ragione di una serie di fattori emblematici, specchio fedele delle mutazioni formali e stilistiche del secolo appena trascorso. Asmara in particolare, dalla prima occupazione italiana nel periodo post unitario fino al secondo conflitto mondiale, illustra l’evoluzione urbanistica ed architettonica non solo di questa città ma ricalca parallelamente la «fisionomia» del nostro paese in quel periodo. Nella città africana sono presenti i modelli stilistici prevalenti nei nostri centri, lo conferma lo sky line di Asmara primo secolo dove campeggiano le altane degli edifici eclettici e lo sviluppo urbano ortogonale delle città umbertine. Nella pianificazione della città viene attuato il trasferimento «asettico» dei canoni formali di quel periodo, con lo scopo di creare un sistema funzionale urbano ma anche per definire un habitat familiare ai nuovi occupanti. Paolo Reviglio progetta intorno agli anni Dieci edifici decisamente fuori contesto, particolarmente quell’Hamasien Hotel caratterizzato da un torrione con un insolito tetto aguzzo di ispirazione nord europea. La contaminazione «esotica» trova poco spazio nelle opere del periodo, non avviene quel processo di compenetrazione ed influenza che si avverte nelle edificazioni in Libia, dove caratteri moreschi, mediterranei e di gusto orientalista, alterano, mediando tra loro gli stilemi di differenti culture. In Eritrea, dopo l’instabilità e le drammatiche sconfitte militari viene limitata la politica degli espropri ed anche a causa della natura ostile alla programmazione agricola, l’insediamento urbano prevale sul decentramento territoriale. Risultano perciò assenti quei presidi del territorio agricolo, tipici dei villaggi libici della via Balbia, già maturi nella loro figurazione metafisica, felicemente conforme al paesaggio desertico. Ma anche ad Asmara già dalla fine degli anni Venti, la forza modernista razionale, giudicata innovativa e coerente dal regime fascista come una nuova identità delle città, trova ampi spazi, ad esempio, nelle realizzazioni di Bruno Scalafani per il Ministero dell’educazione, nel Reale Automobil Club Italiano di Giuseppe Borziani e soprattutto nella futuribile Fiat Tagliero di Giuseppe Pettazzi. Oggi Asmara è miracolosamente salva dai bombardamenti del conflitto del 1998 con l’Etiopia, distruzioni che hanno invece martoriato Massawa, nella quale, è doloroso ricordare la demolizione nel 2006 della splendida Villa Melotti detta la Cyprea costruita da Luigi Vietti nel 1964. Grande conforto viene sfogliando le pagine di questa importante pubblicazione dell’IsIAO, nella lettura delle iniziative in atto per proteggere la città Asmara unitamente ai siti archeologici eritrei, per merito del Cultural Assets Rehabilitation Project (CARP) con un accordo tra la Banca mondiale e governo eritreo mediante piani di conservazione finalizzati alla salvaguardia di questo importante patrimonio. LUIGI PRISCO Area valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale della Regione Lazio


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