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L’ITALIA DEI PRODOTTI DOP e IGP
L’ITALIA DEI PRODOTTI DOP e IGP Guida pratica per il consumatore
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L’ITALIA DEI PRODOTTI DOP e IGP Guida pratica per il consumatore
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Introduzione
I
l nostro Paese si distingue per un patrimonio agroalimentare unico in termini di ricchezza, varietà e pregio. Ad oggi si contano quasi 200 prodotti DOP e IGP che portano l’Italia a detenere una posizione di leadership in ambito comunitario. La presenza così estesa di produzioni tipiche è legata alla particolarità del territorio e della storia italiana, che ha permesso la creazione e il mantenimento nel tempo di tradizioni produttive, gastronomiche e culturali molto diversificate. Questo patrimonio agroalimentare crea valore dal punto di vista culturale, sociale ed economico: l’agroalimentare, infatti, negli ultimi anni si è affermato come secondo settore economico dopo quello manifatturiero. A ciò si va ad aggiungere anche l’effetto generato dal connubio ormai inscindibile turismo – enogastronomia, che contribuisce a potenziare la conoscenza e il favore dei prodotti italiani all’estero nonché a preservare aree svantaggiate e a sviluppare sistemi locali. Come conseguenza del crescente successo del made in Italy, negli ultimi anni si è però consolidata, in termini di giro d’affari, un’economia parallela che sottrae quote di mercato ai prodotti tutelati e determina pesanti danni alle aziende che effettivamente operano nel rispetto del disciplinare di produzione e si sottopongono ai controlli da parte delle autorità pubbliche o degli enti privati autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Si tratta di un fenomeno noto come “agropirateria”, di cui sono vittime le nostre produzioni sui mercati nazionali e internazionali e che si concretizza nella presenza in commercio di prodotti non originali che evocano o imitano le denominazioni tutelate. Proprio al fine di favorire la conoscenza e la riconoscibilità dei prodotti DOP e IGP, Unioncamere, con il supporto tecnico di Dintec e Agroqualità, ha voluto realizzare questa Guida per illustrare al consumatore come si presentano (forma, colore, aspetto, peso, modalità di confezionamento), quali sono i marchi distintivi che li contraddistinguono (logo, sigilli, marchiature a fuoco) e dove è possibile acquistarli. Il riscontro tra le informazioni riportate nelle singole schede e ciò che si acquista effettivamente può costituire un utile strumento di garanzia per il consumatore circa la qualità del prodotto acquistato. Tale qualità si traduce da una parte nell’impegno del produttore rispetto a provenienza dall’areale delimitato, utilizzo di razze o cultivar della zona, osservanza dei metodi tradizionali di elaborazione, dall’altra nel controllo effettuato da un ente terzo ed indipendente su tutte le fasi della produzione fino al confezionamento. Una maggiore consapevolezza e conoscenza dei prodotti a denominazione di origine consente sia di avere certezza rispetto a quanto si acquista sia di premiare e valorizzare gli sforzi compiuti dalle piccole e medie imprese, impegnate in questo comparto a trasmettere l’insieme di valori culturali, sociali di cui si fanno portatori grazie al loro lavoro quotidiano. 3
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I prodotti DOP e IGP e loro regole di etichettatura
A
lcuni prodotti alimentari presentano caratteristiche chimico-organolettiche distintive rispetto agli altri appartenenti alla medesima categoria merceologica, che derivano dall’ambiente geografico dove sono stati ottenuti. Tenuto conto dell’importanza e del pregio che queste produzioni rivestono, la Commissione Europea ha istituito specifici strumenti per la loro tutela e valorizzazione valevoli su tutto il territorio Comunitario: tali strumenti sono la DOP – Denominazione di Origine Protetta - e la IGP – Indicazione Geografica Protetta – disciplinate dal Reg. Ce 510/2006. La DOP identifica il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese, che serve a designare un prodotto alimentare: -
originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese; la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico, inclusivo dei fattori naturali e umani; la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono all’interno dell’area geografica determinata. Simbolo comunitario della DOP e della IGP
L’IGP identifica il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese, che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare: -
originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese; del quale una qualità determinata, la reputazione o altre caratteristiche possono essere attribuite all’origine geografica; la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione hanno luogo nell’area geografica determinata.
I riconoscimenti DOP e IGP vengono rilasciati a seguito di una rigorosa istruttoria sulle caratteristiche del prodotto e il metodo di produzione. Questa valutazione vede coinvolti, a livello nazionale, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e le Regioni dei territori interessati dalla produzione e, a livello comunitario, la Commissione Agricoltura. Le denominazioni riconosciute vengono iscritte in un apposito registro gestito dalla Commissione stessa e reso pubblico attraverso il sito http://ec.europa.eu/agriculture/food/index_it.htm Le DOP e IGP sono tutelate giuridicamente contro ogni imitazione, evocazione o usurpazione nonché contro ogni altra prassi che possa indurre in inganno il consumatore sulla vera identità del prodotto. L’etichetta, pertanto, è uno stru5
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mento indispensabile per il consumatore in quanto aiuta a distinguere il prodotto originale da eventuali contraffazioni. Oltre alle informazioni obbligatorie previste dalla legge ed applicabili a tutti i prodotti agroalimentari (ovvero: elenco degli ingredienti, quantità, termine minimi di conservazione, lotto, riferimenti al responsabile commerciale), i prodotti DOP e IGP devono riportare in etichetta specifiche indicazioni previste dal disciplinare di produzione – ed illustrate nelle schede del presente volume – nonché la dicitura “Garantito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ai sensi dell’art. 10 del Reg. Ce n. 510/2006”. Queste indicazioni sono la garanzia di autenticità del prodotto acquistato.
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COME LEGGERE LA SCHEDA Simbolo comunitario della DOP o della IGP
Immagine del prodotto al momento della sua commercializzazione
Logo identificativo del prodotto e, se presente, del Consorzio di Tutela
Nome del prodotto L’intestazione della scheda riporta il nome del prodotto, ovvero la denominazione di vendita protetta seguita dall’acronimo DOP o IGP. La colorazione della schede richiama i colori del simbolo comunitario: rosso per le DOP e blu per le IGP. La zona di produzione È il territorio (Comune/i, Provincia/e, Regione/i) dove ha origine e viene realizzato il prodotto ed è evidenziato sulla cartina posta come sfondo al testo. Le caratteristiche Sono riportate le principali caratteristiche fisiche (forma, dimensioni, peso, ecc.) ed organolettiche del prodotto (aroma, sapore, consistenza, ecc.); ove opportuno vengono fornite anche indicazioni su alcune delle caratteristiche chimiche (quali ad esempio sostanza grassa sul secco, acidità, tenore zuccherino, ecc.) scelte tra quelle più utili al consumatore per distinguere meglio il prodotto da altri appartenenti alla medesima categoria. In grassetto sono evidenziati i termini tecnici utili a caratterizzare il prodotto approfonditi nel Glossario. Come lo distingui In questa sezione sono illustrate le modalità di etichettatura e presentazione, necessarie a distinguere il prodotto originale tra quelli appartenenti alla stessa categoria. In particolare sono menzionate le indicazioni che devono figurare sulla confezione o direttamente sul prodotto e che vanno ad aggiungersi alla dicitura obbligatoria “Garantito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ai sensi dell’art. 10 del Reg. Ce n. 510/2006”. Al momento dell’acquisto il consumatore dovrà verificare la presenza di queste indicazioni per essere certo dell’autenticità di quanto acquistato. Dove puoi acquistarlo Vengono riportati i territori ed i principali canali distributivi presso i quali è possibile reperire il prodotto, compatibilmente con la stagionalità che in alcuni casi contraddistingue le produzioni. Denominazione registrata il … Infine è riportata la data di iscrizione della denominazione nel registro comunitario delle DOP e IGP, corrispondente alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee.
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Aceti
Aceto Balsamico di Modena IGP La zona di produzione La produzione dell’Aceto Balsamico di Modena è esclusiva delle province di Modena e Reggio-Emilia, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche L’Aceto Balsamico di Modena IGP è ottenuto da mosti d’uva, parzialmente fermentati e/o cotti e/o concentrati con l’aggiunta di una percentuale di aceto vecchio di almeno 10 anni e con l’aggiunta di aceto ottenuto per acetificazione di solo vino nella misura minima del 10%. Il mosto è ottenuto dai seguenti vitigni: Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana, Montuni. L’acetificazione e l’affinamento avvengono in recipienti di legno pregiato, quali, ad esempio, quercia, rovere, castagno, gelso e ginepro, nell’arco di un periodo minimo di 60 giorni. L’Aceto Balsamico di Modena si presenta limpido e brillante, di colore bruno intenso, di odore persistente, delicato e leggermente acetico, e con sapore agrodolce ed equilibrato.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Aceto Balsamico di Modena seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP). I contenitori con i quali il prodotto è commercializzato possono essere in vetro, in legno, in ceramica o in terracotta, oppure in bustine monodose di plastica.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 3 luglio 2009 9
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Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP La zona di produzione La zona di produzione ricade sull’intero territorio della provincia di Modena, in Emilia Romagna.
Le caratteristiche Il prodotto è ottenuto da mosti di uve coltivate nella provincia di Modena e provenienti dai seguenti vitigni: Lambrusco, Ancellotta, Trebbiano, Sauvignon, Sgavetta, Berzemino, Occhio di Gatta. Per la produzione dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena il mosto cotto è sottoposto a fermentazione zuccherina ed acetica in locali tradizionali, noti come acetaie. L’invecchiamento dura almeno 12 anni. Il prodotto presenta colore bruno scuro, profumo fragrante, penetrante e persistente, sapore dolce e agro e ben equilibrato.
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile per la presenza in etichetta dell’indicazione Aceto balsamico tradizionale di Modena, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). È consentita la citazione “extra vecchio” per il prodotto che abbia avuto un invecchiamento non inferiore ai 25 anni. Eventuali indicazioni relative alla modalità di elaborazione ed alla collocazione gastronomica del prodotto figurano in una controetichetta o pendaglio o in una parte nettamente separata dall’etichetta principale. Il prodotto è commercializzato in bottiglie di vetro spesso di colore bianco cristallino, con base rettangolare, con una capacità di 10, 20 o 40 cl. Ogni bottiglia presenta una fascetta numerata non riutilizzabile, apposta in modo che il contenuto non possa essere estratto senza romperla.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto può essere acquistato principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e al dettaglio, in misura minore anche attraverso la distribuzione organizzata e la ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 17 aprile 2000 10
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Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP La zona di produzione La zona di produzione ricade sull’intero territorio della provincia di Reggio-Emilia, in Emilia Romagna.
Le caratteristiche Il prodotto è ottenuto da mosti di uve provenienti dai seguenti vitigni: Lambrusco, Ancellotta, Trebbiano, Sauvignon, Sgavetta, Berzemino, Occhio di Gatta. Per la produzione dell’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia il mosto cotto è sottoposto a fermentazione zuccherina ed acetica in locali tradizionali, noti come acetaie. L’invecchiamento dura almeno 12 anni. Il prodotto presenta colore bruno scuro, profumo fragrante, penetrante e persistente, sapore dolce e agro e ben equilibrato.
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile per la presenza in etichetta dell’indicazione Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). È consentita la citazione “extra vecchio” per il prodotto che abbia avuto un invecchiamento non inferiore ai 25 anni. Eventuali indicazioni relative alla modalità di elaborazione ed all’abbinamento gastronomico del prodotto figurano in una controetichetta o pendaglio o in una parte nettamente separata dall’etichetta principale. Il prodotto è commercializzato in bottiglie di vetro della forma simile ad un tulipano rovesciato di capacità 100 ml o 250 ml. Ad imbottigliamento effettuato l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP viene corredato di un contrassegno in modo tale che il contenuto non possa essere estratto senza la rottura del contrassegno stesso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e al dettaglio, in misura minore anche attraverso la distribuzione organizzata e la ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 17 aprile 2000 11
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Carni
Abbacchio Romano IGP La zona di produzione La zona di produzione (nascita, allevamento e operazioni di macellazione) comprende l’intero teritorio del Lazio.
Le caratteristiche L’Abbacchio Romano IGP deriva da agnelli maschi e femmine appartenenti alle razze Sarda, Comisana, Sopravvissana, Massese, Merinizzata Italiana e loro relativi incroci, macellati ad un’età compresa tra 28 e 40 giorni nella tipologia “Agnello da latte” (sino a 8 kg di peso morto). Gli agnelli, allevati allo stato brado e semibrado, sono nutriti con latte materno che può essere integrato con pascoli ed essenze spontanee. La carne di Abbacchio Romano si distingue per colore rosa chiaro, con grasso di copertura bianco, tessitura fine e consistenza compatta, leggermente infiltrata di grasso.
Come lo distingui Il prodotto è venduto al taglio o confezionato, intero, in mezzena e/o porzionato secondo i tagli di spalla, coscio, costolette, testa e coratella (cuore, polmone e fegato). La carne è commercializzata provvista di contrassegno (in alto a destra), costituito da un quadrato al cui interno è riportata una testa di agnello stilizzata. Il contrassegno è apposto sulla faccia esterna di tutti i tagli della carcassa ed è cura del rivenditore renderlo visibile. Per il prodotto preconfezionato il contrassegno è riportato sull’etichetta insieme all’indicazione Abbacchio Romano seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP).
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto è prevalentemente a carattere regionale attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 15 giugno 2009 13
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Agnello di Sardegna IGP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della Sardegna.
Le caratteristiche La materia prima proviene da agnelli nati, allevati e macellati in Sardegna. Gli agnelli sono allevati prevalentemente allo stato brado, in un ambiente del tutto naturale caratterizzato da ampi spazi esposti a forte insolazione, ai venti ed al clima della Sardegna, che risponde perfettamente alle esigenze tipiche delle razze allevate. Gli agnelli sono nutriti con latte materno che può essere integrato con pascoli naturali ed essenze spontanee peculiari dell’habitat dell’isola. Le tipologie di prodotto sono tre in relazione al peso: Agnello di Sardegna “da latte” (fino a 7 kg), Agnello di Sardegna “leggero” (7 – 10 kg), Agnello di Sardegna “da taglio” (10 – 13 kg). La carne si distingue per il colore dal rosa chiaro a rosa, per la consistenza solida e per il colore del grasso da bianco a bianco paglierino (quest’ultimo solo per la tipologia “da taglio”) e per sapore ed odore intensi. Le principali caratteristiche chimico-fisiche sono le proteine tra il 13 ed il 20% ed il pH maggiore di 6.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza sulle confezioni delle carcasse intere e/o porzionate o sulle etichette dell’indicazione Agnello di Sardegna seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), della tipologia delle carni, della denominazione del taglio e del logo della denominazione (in alto a destra), che riproduce stilizzati la testa e la zampa dell’agnello, inseriti in una cornice che ricorda la forma della Sardegna.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 24 gennaio 2001 14
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Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP La zona di produzione La zona di produzione comprende un’area collocata lungo la dorsale appenninica del Centro-Italia, in particolare i territori delle seguenti province: Bologna, Ravenna, Forlì, Rimini, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila, Campobasso, Isernia, Benevento, Avellino, Frosinone, Rieti, Viterbo, Terni, Perugia, Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze, Prato, Livorno, Pisa.
Le caratteristiche La carne di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale è prodotta da bovini, maschi e femmine, di pura razza Chianina, Marchigiana, Romagnola, di età compresa tra i 12 e i 24 mesi. Il bestiame destinato all’IGP è solo quello regolarmente iscritto al Libro Genealogico Nazionale di razza. La carne di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale si distingue per un valore di pH compreso fra 5,2 e 5,8, di colesterolo inferiore a 50 mg/100 g, di calo a fresco minore del 3%, di calo alla cottura minore del 35%, per un grado di durezza a crudo minore di 3,5 Kg/cm2 e per un grado di durezza cotto minore di 2,5 Kg/cm2.
Come lo distingui La carne di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale è riconoscibile per la presenza del contrassegno a garanzia dell’origine e dell’identificazione del prodotto. Il contrassegno è costituito dal logo recante la scritta Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale. Il logo riporta al centro un bovino stilizzato; alla base il tipo genetico (Chianina, Marchigiana, Romagnola) e sui tre lati rimanenti la scritta Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale. Il contrassegno è apposto sui principali tagli della carcassa ed è cura del rivenditore renderlo visibile. Per il prodotto preconfezionato il contrassegno è riportato sull’etichetta insieme all’indicazione Vitellone Bianco dell’Appennino seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP).
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita al dettaglio e sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 15
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Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP
La zona di produzione del Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese comprende le comunità montane di Feltrino, Bellunese e Val Belluna nella provincia di Belluno, in Veneto.
Le caratteristiche Il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese è distinto in quattro diverse cultivar: Spagnolit, Spagnolo, Calonega e Canalino. Il tipo Spagnolit presenta forma rotondeggiante a botte, con striature rosso brillanti su fondo crema, il gusto è delicato e la buccia tenera. Il tipo Spagnolo detto “Ballotton” presenta striature rosso vino di forma ovoidale e buccia abbastanza fine. Il Calonega ha forma schiacciata con striature rosso vivo su base crema. ll Canalino, di buon peso e ottima resa, presenta striature rosso cupo, talora nero e buccia molto resistente.
Come lo distingui I Fagioli di Lamon della Vallata Bellunese sono commercializzati in apposite confezioni nelle quali è apposta l’indicazione Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese – IGP, seguita dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario. Sulla confezione sono riportate anche le seguenti informazioni: anno di produzione, data di confezionamento, data di scadenza, luogo di provenienza, quantità, sottospecie (o ecotipo), nome del produttore, eventuale riferimenti a certificazioni. È commercializzato fresco in cassette da 5 kg - 10 kg o secco in confezioni da 1 kg a 5 kg. È vietata la vendita del prodotto sfuso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile, in Veneto, nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 17
Cereali e Legumi
La zona di produzione
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Fagiolo di Sarconi IGP La zona di produzione La zona di produzione del Fagiolo di Sarconi comprende i comuni di Sarconi, Grumento Nova, Moliterno, Montemurro, Paterno, Marsiconuovo, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro S. Martino d’Agri, Spinoso, Tramutola e Viggiano in provincia di Potenza, in Basilicata.
Le caratteristiche La denominazione Fagiolo di Sarconi identifica le sottospecie (ecotipi) del Cannellino e del Borlotto noti localmente con gli appellativi “fasuli risi”, “tovagliedde rampicanti”, “fasuli russi”, “verdolini” “napulitanu vasciu”, “napulitanu avuti”, “ciuoti”, “regina”, “tabacchino”, “munachedda”, “nasieddo”, “maruchedda”, “san michele”, “muruseddu”, “truchisch”, “cannellino rampicante”. Il prodotto presenta forma ovale o tondeggiante; il colore varia a seconda dell’ecotipo, e va dal bianco al giallo pallido fino al marrone scuro con o senza striature; la polpa è tenera. I fagioli possono essere immessi sul mercato in baccelli verdi, in baccelli da sgusciare (maturità cerosa) o come granella essiccata.
Come lo distingui I Fagioli di Sarconi allo stato fresco sono commercializzati in cassette di legno, dalla capacità massima di 15 kg. I Fagioli di Sarconi allo stato di granella secca sono commercializzati in confezioni di tessuto, di carta o plastica dal peso di 250 o 500 g. In entrambi i casi sulle confezioni è riportato il logo della denominazione: esso contiene la scritta Fagioli di Sarconi sotto cui è raffigurato un antico acquedotto con campi arati dai quali si snodano due corsi di acqua stilizzati a forma di coccarda, di colore blu cobalto, entro cui è inserita la dicitura IGP.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito prevalentemente in Basilicata, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, nel resto del territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 18
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Fagiolo di Sorana IGP La zona di produzione La zona di produzione del Fagiolo di Sorana comprende parte del territorio del comune di Pescia, in provincia di Pistoia, in Toscana.
Le caratteristiche L’Indicazione Geografica Protetta Fagiolo di Sorana è riservata alla granella secca ottenuta da piante coltivate nel territorio sopra descritto. Il prodotto ha le seguenti caratteristiche: colore bianco latte, con leggere venature perlacee, o rosso vinato, con striature di colore più intenso; la forma è un po’ schiacciata quasi piatta (denominata localmente ‘piattellino’) per il tipo bianco, cilindrica per il tipo rosso. Il prodotto è presentato anche con l’aggiunta di pepe in grani, o radici di valeriana, ed eventualmente foglie d’alloro.
Come lo distingui Il Fagiolo di Sorana è commercializzato in contenitori di vetro o sacchetti di plastica per alimenti, di peso e dimensioni variabili. Le confezioni riportano le indicazioni sull’annata di produzione, la data di scadenza, il logo della denominazione Fagiolo di Sorana IGP contenente l’antico stemma del paese con l’indicazione del nome, e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito prevalentemente in Toscana attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 13 giugno 2002 19
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Farina di Neccio della Garfagnana DOP oe-
di ttod nue
La zona di produzione La zona di produzione della Farina di Neccio della Garfagnana comprende i seguenti comuni in provincia di Lucca, in Toscana: Castelnuovo di Garfagnana, Castiglione Garfagnana, Pieve Fosciana, San Romano di Garfagnana, Sillano, Piazza al Serchio, Minucciano, Camporgiano, Careggine, Fosciandora, Giuncugnano, Molazzana, Vergemoli, Vagli, Villa Collemandina, Gallicano, Borgo a Mozzano, Barga, Coreglia Antelminelli, Fabbriche di Vallico, Bagni di Lucca.
Le caratteristiche La Farina di Neccio della Garfagnana (il termine “neccio” significa, localmente, castagno) è prodotta con metodi tipicamente locali ed utilizzando castagne delle seguenti varietà: Carpinese, Pontecosi, Mazzangaia, Pelosora, Rossola, Verdola, Nerona, Capannaccia. Il prodotto risponde alle seguenti caratteristiche: fine al tatto ed al palato, umidità massima del 13%, colore dal bianco all’avorio scuro, sapore dolce con leggero retrogusto amarognolo e profumo di castagna. Il prodotto è commercializzato a partire dal 1° dicembre di ogni anno.
Come lo distingui La Farina di Neccio della Garfagnana è venduta solo in sacchetti trasparenti di peso compreso da 0,5 a 1 kg, inseriti in una fascia di protezione di cartone. Il sigillo è costituito da un’etichetta inamovibile che riporta l’indicazione Farina di Neccio della Garfagnana DOP, seguita dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente in Toscana, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 marzo 2004 20
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Farro della Garfagnana IGP La zona di produzione La zona di produzione del Farro della Garfagnana comprende il territorio dei comuni di Camporgiano, Castelnuovo Garfagnana, Castglione di Garfagnana, Giuncugnano, Minacciano, Piazza al Serchio, Pieve Fociana, San Romano Garfagnana, Sillano, Villa Collemandina, Fosciandora, Vagli di Sotto, Careggine, Molazzana Gallicano, Vergemoli, tutti ubicati in provincia di Lucca, in Toscana.
Le caratteristiche L’indicazione è riservata alla granella ottenuta dalla specie di “Triticum dicoccum”. Il Farro della Garfagnana è caratterizzato da un chicco a prevalente struttura farinosa, con evidenti striature biancastre a seguito della brillatura, operazione che serve per privare la granella dei rivestimenti glumeali e di una parte del pericarpo. La resa in brillato risulta pari a circa il 60-70% del prodotto iniziale, a seconda del metodo impiegato.
Come lo distingui Il Farro della Garfagnana è commercializzato in sacchetti da 0,5 a 50 kg. Il prodotto è riconoscibile per la presenza in etichetta dell’indicazione Farro della Garfagnana seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), dall’indicazione dell’annata di produzione e della scadenza, dal simbolo comunitario e del logo della denominazione. È consentito, altresì, l’uso, per il prodotto in granella, di indicazioni geografiche e toponomastiche che facciano riferimento a comuni, frazioni, aree, fattorie, zone e località comprese nei territori della zona di produzione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito in Toscana, nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 21
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Lenticchia di Castelluccio di Norcia IGP La zona di produzione La zona di produzione della Lenticchia di Castelluccio di Norcia interessa l’area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e in particolare il territorio compreso tra i comuni di Norcia, in provincia di Perugia, in Umbria, e Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, nelle Marche.
Le caratteristiche La denominazione è riservata all’insieme delle sottospecie (ecotipi) locali di lenticchia. All’atto dell’immissione al consumo la Lenticchia di Castelluccio di Norcia si caratterizza per un colore variegato che va dal verde screziato al marroncino chiaro, con presenza di semi tigrati. Le dimensioni sono molto ridotte rispetto a quelle delle comuni lenticchie; la buccia è molto sottile e permette l’utilizzo del prodotto in cucina senza che sia necessario effettuare una prolungata messa a bagno preventiva.
Come lo distingui La Lenticchia di Castelluccio di Norcia è commercializzata in sacchetti di juta, in confezioni di carta o plastica del peso di 0,250 kg, 0,5 kg o 1 kg. Gli imballaggi garantiscono l’inalterabilità delle caratteristiche di salubrità. Su ogni confezione è apposta una copertura sigillante, tale da evitare che il prodotto possa venire estratto senza la rottura del sigillo, sulla quale è riportata l’indicazione Lenticchia di Castelluccio di Norcia - Indicazione Geografica Protetta (IGP), seguita dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario, nonché ragione sociale, indirizzo o sede del confezionatore, annata di produzione e peso lordo all’origine.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito su tutto il territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 22
23-58 Impaginato Schede Formaggi
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Asiago DOP La zona di produzione
Le caratteristiche L’Asiago è un formaggio a pasta semicotta, prodotto esclusivamente con latte vaccino. Il prodotto è commercializzato in due tipologie a seconda della stagionatura: Asiago Pressato e Asiago d’Allevo. Il prodotto Pressato (con stagionatura per un periodo minimo di 20 giorni) ha la crosta sottile ed elastica, la pasta di colore bianco o leggermente paglierino, un’occhiatura marcata e irregolare, un sapore delicato e gradevole; il peso è compreso tra gli 11 e i 25 kg; contiene una percentuale di grasso sul tal quale che oscilla dal 26% al 34%. L’Asiago DOP Stagionato o d’Allevo (con stagionatura per un periodo minimo di 60 giorni dall’ultimo giorno del mese di produzione), ha la crosta liscia e regolare, la pasta di colore paglierino, un’occhiatura di piccola media grandezza, sapore dolce e fragrante; il peso è compreso tra 8 e 12 kg; contiene una percentuale di grasso sul tal quale compresa tra il 26,5% e il 35,5%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla faccia laterale della forma (o scalzo), o la velina applicata su di essa, è riportata l’indicazione Asiago Denominazione di Origine Protetta (DOP), seguita dal logo della denominazione – che rappresenta una forma di formaggio tagliata e mancante di uno spicchio stilizzato a forma di “A” – e dal simbolo comunitario. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato. Il formaggio elaborato e stagionato in territorio montano presenta anche la menzione aggiuntiva “Prodotto della Montagna”.
Dove puoi acquistarlo È reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta o al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata. Parte del prodotto è presente nella ristorazione e all’estero.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 23
Formaggi
La zona di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Vicenza ed i territori di alcune zone confinanti delle province di Padova e Treviso, in Veneto, e l’intero territorio della provincia di Trento, in Trentino Alto Adige.
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Bitto DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Sondrio e i territori limitrofi dei comuni dell’Alta Valle Brembana, in provincia di Bergamo in Lombardia.
Le caratteristiche Il Bitto è un formaggio prodotto esclusivamente con latte vaccino intero. Ha forma cilindrica con facce piane del diametro di 30-50 cm, la faccia laterale della forma (o scalzo) è dritta o leggermente concava; il peso varia da 8 a 25 kg. La maturazione può essere media (2-6 mesi) o lunga (1-2 anni e oltre). Dopo una media stagionatura, la crosta si presenta liscia, sottile e giallastra; la pasta risulta compatta, di colore bianco-paglierino, con occhiatura fine e uniforme. Con l’invecchiamento la pasta diviene più compatta, friabile e fondente al palato, di colore giallo-dorato; la crosta si ispessisce e assume una colorazione più scura. Il sapore, dolce e delicato nel formaggio giovane, diviene più intenso con il procedere della maturazione. Possiede una considerevole idoneità alla conservazione: con un invecchiamento di diversi anni si ottiene un prodotto che mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche e strutturali. Grasso sulla sostanza secca: min. 45%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Può essere riconosciuto dal logo della denominazione, impresso lungo lo scalzo del prodotto e, se presente, sulla velina applicata sulla faccia, che riporta la denominazione Bitto con la lettera B stilizzata che richiama la forma del formaggio.
Dove puoi acquistarlo È commercializzato principalmente in Lombardia, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 24
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Bra DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Cuneo in Piemonte. La zona di stagionatura comprende anche il comune di Villafranca Piemonte, in provincia di Torino.
Le caratteristiche Il Bra è un formaggio semigrasso, prodotto con latte vaccino esclusivamente addizionato con piccole aggiunte di latte ovino e/o caprino. Il Bra viene commercializzato nelle tipologie tenero e duro. Entrambe hanno forma cilindrica a facce piane di diametro compreso da 30 a 40 cm; il peso della forma varia da 5 a 9 kg. Il Bra tenero ha una stagionatura minima di 45 giorni, e si caratterizza per la crosta elastica, la pasta bianca/giallo paglierino, il sapore profumato ma non troppo intenso. Il Bra duro ha una stagionatura minima di 180 giorni e si caratterizza per la crosta dura, la pasta giallo paglierino, il sapore sapido e piccante. Grasso sulla sostanza secca: min. 40%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla faccia laterale della forma (o scalzo) deve essere impressa l’indicazione Bra, seguita da quella della tipologia con la lettera B maiuscola che riconduce alla denominazione Bra. La faccia del prodotto, o la velina applicata su di essa, deve riportare la denominazione e il relativo logo di forma circolare. Le stesse indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato. Il Bra nei tipi tenero e duro presenta anche la menzione aggiuntiva “Prodotto d’Alpeggio” se il formaggio è stato elaborato e stagionato a quota superiore ai 900 metri. Può inoltre essere applicato alle singole forme un contrassegno di caseina riportante il simbolo comunitario, il numero progressivo della forma e l’identificativo dello stabilimento di produzione.
Dove puoi acquistarlo Diffuso principalmente in Piemonte, attraverso la vendita al dettaglio, la vendita diretta e la distribuzione organizzata. Una certa quota di prodotto viene anche esportata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 25
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Caciocavallo Silano DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende le aree interne delle province di Catanzaro, Cosenza, in Calabria, di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, in Campania, di Isernia e Campobasso, in Molise, di Foggia, Bari, Taranto, Brindisi, in Puglia e di Matera e Potenza, in Basilicata.
Le caratteristiche Il Caciocavallo Silano è un formaggio semiduro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte di vacca intero. Si caratterizza per la forma ovale o troncoconica, di peso compreso tra 1 e 2,5 kg; la crosta è sottile, liscia, di colore giallo paglierino; la pasta è omogenea, compatta con lievissima occhiatura di colore bianco o giallo paglierino; il sapore è aromatico, fondente in bocca, generalmente delicato e tendenzialmente dolce quando il formaggio è giovane, fino a diventare piccante e saporito a maturazione avanzata. Grasso sulla sostanza secca: min. 38%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Su ogni singola forma deve essere impresso termicamente il logo della denominazione, riconoscibile per la forma di un abete stilizzato, e il numero identificativo dello stabilimento di produzione. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile piuttosto facilmente su tutto il territorio locale, regionale e nazionale, attraverso la vendita al dettaglio, la vendita diretta e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 26
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Canestrato Pugliese DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Foggia ed i seguenti comuni limitrofi ricadenti nella provincia di Bari, in Puglia: Altamura, Andria, Bitonto, Canosa, Cassano, Corato, Gravina di Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Modugno, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo, Spinazzola, Terlizzi e Toritto.
Le caratteristiche Il Canestrato Pugliese è un formaggio stagionato a pasta dura non cotta prodotto esclusivamente con latte di pecora intero. Durante il periodo della stagionatura, viene posto nei tradizionali canestri di giunco, da cui trae il nome, che sono idonei a conferire alla crosta la caratteristica rugosità. Al momento dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche: forma cilindrica a facce piane con diametro compreso tra i 25 e i 34 cm; peso oscillante da 7 a 14 kg; crosta di colore marrone tendente al giallo, rugosa, dura e spessa; pasta di colore paglierino più o meno intenso in relazione alla stagionatura, a struttura compatta alquanto friabile, poco elastica con occhiatura grassa appena visibile; sapore piuttosto piccante. Grasso sulla sostanza secca: min. 38%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla faccia piana di ogni singola forma, o sulla velina applicata su di essa, deve essere presente il logo della denominazione che riporta la dicitura Canestrato Pugliese DOP. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se questo è preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto viene commercializzato nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata. Parte del prodotto viene anche esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 27
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Casatella Trevigiana DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio amministrativo della provincia di Treviso, in Veneto.
Le caratteristiche La Casatella Trevigiana è un formaggio molle ottenuto dalla caseificazione di latte intero di origine vaccina. Viene immesso al consumo in due formati: la forma grande è di diametro compreso tra i 18 e i 22 cm, peso tra 1,8 e 2,2 kg, faccia laterale (o scalzo) oscillante tra i 5 e gli 8 cm; la forma piccola è di diametro compreso tra gli 8 e i 12 cm, peso tra i 0,25 e i 0,70 kg e scalzo oscillante tra i 4 e i 6 cm. È un formaggio caratterizzato da una pasta cremosa, delicata, morbida, fondente in bocca, di colore dal bianco latte al bianco crema; sono possibili lievi occhiature; la crosta è assente o appena percepibile; il profumo è lieve, latteo; il sapore dolce, caratteristico del latte, con venature lievemente acidule. Grasso sulla sostanza secca: tra il 18% e il 25%.
Come lo distingui Il prodotto viene commercializzato esclusivamente confezionato. L’etichetta deve riportare l’indicazione Casatella Trevigiana DOP, seguita dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario. La larghezza totale della dicitura Casatella non deve essere inferiore all’80% del diametro della confezione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato principalmente in Veneto, nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 2 giugno 2008 28
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Casciotta D’Urbino DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche.
Le caratteristiche La Casciotta d’Urbino è un formaggio a pasta semicotta ottenuto con latte intero di pecora, in misura variabile tra il 70 e l’80%, e di vacca, per il restante 20-30%. La forma del prodotto è circolare con la faccia laterale (o scalzo) convessa; il diametro è compreso tra i 12 e 16 cm, l’altezza dello scalzo tra i 5 e i 7 cm; il peso varia da 800 a 1200 g; la crosta è sottile di colore giallo paglierino; la pasta è molle, friabile con lieve occhiatura, di colore bianco paglierino; il sapore è dolce e persistente, caratteristico delle particolari procedure di lavorazione. Contiene una percentuale di grasso sulla sostanza secca non inferiore al 45%. Si usa principalmente come formaggio da tavola.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla faccia piana di ogni singola forma, o sulla velina applicata su di essa, deve essere presente il logo della denominazione che riporta il nome Casciotta d’Urbino nel margine superiore di una immagine di formaggio stilizzata con una fetta in evidenza. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato principalmente nelle Marche, nella zona di produzione, attraverso la distribuzione organizzata, la vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 29
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Castelmagno DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio dei comuni di Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana, tutti ubicati nella provincia di Cuneo, in Piemonte.
Le caratteristiche Il Castelmagno è un formaggio ottenuto da latte di vacca crudo con eventuale aggiunte, in piccola parte, di latte ovino e/o caprino. Presenta una forma cilindrica con diametro compreso tra i 15 e i 25 cm; il peso varia dai 2 ai 7 kg; la crosta è sottile e di colore giallo rossastro, liscia, tendente al grigio se ai minimi della stagionatura; la pasta è molto friabile e priva di occhiature; il colore della pasta va dal bianco avorio al giallo ocra con venature blu-verdi nelle forme più stagionate dovute allo sviluppo di speciali muffe; il sapore è raffinato ai minimi di stagionatura e più saporito con il progredire della stessa. Grasso sulla sostanza secca: 34%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. La faccia esterna del prodotto, o la velina applicata su di essa, deve riportare l’indicazione Castelmagno, il logo della denominazione e il simbolo comunitario. Il logo della denominazione è costituito da una “C” stilizzata, che riconduce alla denominazione Castelmagno, con abbozzo di vette alpine e con al centro una forma ellittica di formaggio intagliato; è di colore blu se il prodotto è stato lavorato in montagna (600 m s.l.m.), e di colore verde se la produzione è di alpeggio (al di sopra del 1.000 m s.l.m.). Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È diffuso soprattutto in Piemonte, nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e in parte sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 30
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Fiore Sardo DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della Sardegna.
Le caratteristiche Il Fiore Sardo è un formaggio a pasta dura cruda, prodotto esclusivamente con latte intero di pecora, fresco, coagulato con caglio di agnello o di capretto e con stagionatura variabile in relazione all’utilizzo (tavola o grattugia). Il prodotto ha una forma cilindrica, con la tipica faccia laterale della forma (o scalzo) convessa, alta fino a 15 cm; il peso è variabile tra 1,5 e 4 kg; il colore della crosta è giallo carico, e tende a diventare più scuro con il progredire della stagionatura fino ad assumere un colore marrone; la pasta è dura, bianca o giallo chiaro e senza occhiature; il sapore è più o meno piccante a seconda del grado di invecchiamento. Grasso sulla sostanza secca: min. 40%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. La faccia del prodotto, o la velina applicata su di essa, deve riportare l’indicazione Fiore Sardo DOP, il logo della denominazione che raffigura un fiore stilizzato, e il simbolo comunitario. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile in tutto il territorio della Sardegna attraverso la distribuzione organizzata, vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 31
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Fontina DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della Valle d’Aosta.
Le caratteristiche La Fontina è un formaggio grasso, a pasta semicotta, ottenuto con latte intero di vacca proveniente da una sola mungitura. Il prodotto si caratterizza per forma cilindrica, tipicamente appiattita, con facce piane, peso che varia dai 7,5 ai 12 kg e diametro compreso tra i 35 e i 45 cm; la crosta è compatta, sottile, di colore marrone più o meno intenso in funzione della stagionatura; la consistenza della pasta è morbida ed elastica con occhiatura dispersa nella forma; il colore della pasta varia dall’avorio al giallo paglierino più o meno intenso; il sapore dolce è gradevolmente sempre più deciso con il procedere della maturazione. Grasso sulla sostanza secca: min. 45%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Ogni forma viene commercializzata con una placca di caseina riportante il codice CTF (Consorzio Tutela Fontina), il numero progressivo della forma e il codice del produttore attribuito dal Consorzio. La faccia del prodotto, o la velina applicata su di essa, deve riportare l’indicazione Fontina DOP seguita dal logo della denominazione, rappresentato dalla scritta Fontina e da una montagna stilizzata. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente in Valle d’Aosta attraverso la vendita al dettaglio e, in parte, anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 32
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Formaggio di Fossa di Sogliano DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio delle regioni Emilia-Romagna e Marche, in particolare le seguenti province: Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e parte del territorio della provincia di Bologna.
Le caratteristiche Il Formaggio di Fossa di Sogliano può essere ottenuto con latte di pecora, di mucca o misto (vaccino massimo 80% e ovino massimo 20%). Si caratterizza per un processo di stagionatura che viene realizzato in fosse di origine medioevale, scavate nel tufo e della profondità di 4-7 metri. Il prodotto presenta una forma irregolare, con arrotondamenti e depressioni, e superficie umida e grassa ricoperta a volte da muffe facilmente asportabili attraverso una leggera raschiatura; il peso, a fine stagionatura, varia da 500 g a 1.900 g; la buccia è assente o poco accennata, per cui il prodotto si consuma nella sua totalità; la pasta interna è di consistenza semidura, ben friabile, di colore bianco ambrato o paglierino; l’odore è intenso e ricco di aromi che ricordano il sottobosco con sentori di muffa e di tartufo. Il sapore varia a seconda della composizione e della stagionatura: la tipologia con latte di pecora ha un gusto aromatico e leggermente piccante; quella con latte di mucca è delicata, mediamente salata, lievemente acidula e poco amara; il tipo misto ha un sapore piacevole ed equilibrato tra il saporito e l’amabile con sentori amarognoli. Grasso sulla sostanza secca: min. 32%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato, intero o porzionato, nei sacchi in tela utilizzati per la stagionatura, oppure sfuso o in confezioni sottovuoto. Sull’etichetta deve comparire l’indicazione Formaggio di Fossa di Sogliano Denominazione di Origine Protetta (DOP) e il logo della denominazione, seguiti dal simbolo comunitario, dalla indicazione della tipologia (pecorino, vaccino o misto), dalla dicitura “da latte crudo” se il latte non ha subito il processo di pastorizzazione e dal numero di riconoscimento della fossa preceduto da PRM, per la stagionatura primaverile, e EST per la stagionatura estiva. Il logo della denominazione rappresenta una fossa in pietra arenaria stilizzata al cui interno sono raffigurate le forme di formaggio e, al centro, un elefantino simbolo araldico della Signoria Malatesta.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente in Emilia-Romagna e nelle Marche attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, in parte, anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 30 novembre 2009 33
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Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende ventidue comuni dell’Alta Valle Brembana, tutti appartenenti alla provincia di Bergamo, in Lombardia.
Le caratteristiche Il Formai de Mut (formaggio di montagna in dialetto locale) è un formaggio grasso a pasta semicotta prodotto esclusivamente con latte vaccino intero. Le forme sono cilindriche con un diametro compreso tra i 30 e i 40 cm, di peso variabile da 8 a 12 kg; la crosta è sottile, giallo paglierino nei formaggi poco stagionati e tendente al grigio in quelli stagionati; la pasta, di colore avorio leggermente paglierino, è compatta, elastica con una occhiatura diffusa a occhio di pernice; il sapore è delicato, fragrante, poco salato, non piccante e conserva la fragranza delle erbe di montagna che conferiscono al prodotto un caratteristico aroma. Grasso sulla sostanza secca: 45%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. La faccia del prodotto, o la velina applicata su di essa, deve riportare l’indicazione Formai de Mut DOP e il logo della denominazione, raffigurante un campanaccio stilizzato di colore rosso o blu (quest’ultimo utilizzato per identificare il prodotto di alpeggio). Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente nella regione Lombardia attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, in parte, anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 34
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Gorgonzola DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende in tutto o in parte il territorio delle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Milano, Pavia, nella Lombardia; Cuneo, Vercelli, Novara, e Alessandria, in Piemonte.
Le caratteristiche Il Gorgonzola è un formaggio vaccino a pasta cruda di colore bianco e paglierino, screziato con venature blu-verdastre per sviluppo di muffe che gli conferiscono la caratteristica principale. Il prodotto è immesso al consumo nelle due tipologie, dolce e piccante, in base al protrarsi della stagionatura, la cui durata non può essere inferiore ai 50 giorni. Presenta forma cilindrica con facce piane e un peso compreso tra i 6 e i 13 kg; la crosta è di colore grigio e/o rosato, non commestibile; la consistenza della pasta è cremosa e morbida, nel tipo dolce, erborinata e friabile nel tipo piccante; il sapore è particolare e varia in base alla stagionatura: leggermente piccante nel tipo dolce, più deciso e forte nel tipo piccante. Grasso sulla sostanza secca: min. 48%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. La superficie deve essere avvolta in una carta di alluminio recante l’indicazione Gorgonzola, il logo della denominazione che rappresentante una “g”, che riconduce alla denominazione Gorgonzola, riprodotta su tutto l’incarto, e il simbolo comunitario. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. Parte della produzione viene esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 35
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7-05-2010
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Grana Padano DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio del Piemonte, gran parte del territorio della Lombardia e del Veneto, la provincia di Trento in Trentino Alto Adige, e le province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Piacenza, Ravenna e Rimini, in EmiliaRomagna.
Le caratteristiche Il Grana padano è un formaggio a pasta dura, ottenuto dalla lavorazione di latte crudo vaccino. Le forme hanno diametro variabile dai 35 ai 45 cm, altezza dai 20 a 25 cm e peso compreso dai 24 ai 40 kg; la crosta è dura, spessa dai 4 agli 8 mm, liscia e di colore giallo scuro o dorato naturale; la pasta è granulosa, di colore bianco o paglierino e, sotto pressione del coltello, si rompe a scaglie; l’aroma è fragrante ed il sapore delicato. Il contenuto minimo di grasso sulla sostanza secca è pari al 32%. La tipologia “grattugiato” presenta aspetto omogeneo e non pulverulento, con particelle di diametro di circa 0,5 mm e un livello di umidità compreso tra il 25% e il 35%.
Come lo distingui Ogni forma riporta impressa una placca di caseina, con i codici identificativi della forma, il simbolo del quadrifoglio, con la sigla della provincia ed il codice del produttore, i rombi tratteggiati e ripetuti di continuo lungo lo scalzo che riportano alternativamente le diciture Grana e Padano e il logo della denominazione. Viene commercializzato nelle tipologie “Grana Padano”, se stagionato almeno 9 mesi, “Riserva”, se stagionato almeno 20 mesi, “Oltre 16 Mesi”, se stagionato oltre 16 mesi e “Trentingrana”, se prodotto nella Provincia di Trento. Il logo della denominazione deve essere presente sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la vendita al dettaglio e la distribuzione organizzata. Parte della produzione è destinata all’estero.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 36
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Pagina 37
Montasio DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende l’intero territorio del Friuli Venezia Giulia, e le province di Belluno e Treviso e parte di quelle di Padova e Venezia in Veneto.
Le caratteristiche Il Montasio è un formaggio a pasta semicotta ottenuto da latte vaccino. Sono presenti tre tipologie: Montasio fresco (stagionatura 2-5 mesi), Montasio mezzano (stagionatura 5-10 mesi) e Montasio stagionato (stagionatura oltre 10 mesi). Il prodotto ha forma cilindrica, con faccia laterale (o scalzo) bassa e dritta. La pasta è di colore naturale, leggermente paglierino, compatta quando è fresca e friabile e granulosa con il progredire della stagionatura; il peso è compreso tra i 6 e gli 8 kg; le caratteristiche organolettiche variano secondo la durata della stagionatura: consumato fresco, ha un sapore morbido e delicato che ricorda il latte da cui viene prodotto; se è mezzano, i sapori risultano essere più pieni e decisi; stagionato, invece, assume gusti particolarmente aromatici con piccantezza non eccessiva.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Lungo tutto lo scalzo della forma deve essere presente l’indicazione Montasio, in stampatello, e il logo della denominazione che rappresenta la lettera “M” in carattere maiuscolo e che rimanda alla denominazione Montasio. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente in Veneto e Friuli Venezia Giulia, attraverso la distribuzione organizzata, la vendita diretta e/o al dettaglio. Parte del prodotto viene esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 37
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7-05-2010
16:49
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Monte Veronese DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende numerosi comuni della parte settentrionale della provincia di Verona, in Veneto.
Le caratteristiche Il Monte Veronese è un formaggio ottenuto dalla lavorazione di latte vaccino e viene posto in commercio in due tipologie: a “latte intero” e a “latte parzialmente scremato o “d’allevo”. Il tipo a “latte intero”, lasciato maturare per almeno 25 giorni, presenta una forma cilindrica a facce quasi piane con un peso compreso tra i 7 e i 10 kg; la crosta è sottile ed elastica di colore paglierino più o meno intenso; la pasta, di sapore gradevole e delicato, ha un colore bianco o leggermente paglierino con occhiatura minuta ed uniformemente diffusa. Il Monte Veronese “d’allevo” (o a latte parzialmente scremato), stagionato per almeno 90 giorni, presenta una crosta sottile, di colore paglierino più o meno intenso; la pasta ha un sapore fragrante, caratteristico del formaggio stagionato, che tende al leggermente piccante con il protrarsi della stagionatura; il peso è compreso fra 6 e 9 kg. Grasso sulla sostanza secca: min. 44% nella tipologia latte intero, min. 30% nella tipologia d’allevo.
Come lo distingui a n i-
Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Lungo tutta la faccia laterale (o scalzo) della forma deve essere presente l’indicazione Monte Veronese e sulla faccia superiore, o sulla velina che la ricopre, il logo della denominazione. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente in Veneto, nella zona di produzione, attraverso la vendita al dettaglio e la vendita diretta.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 38
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Mozzarella di Bufala Campana DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende, in Campania, le province di Caserta, Salerno e alcuni comuni delle province di Napoli e Benevento; nel Lazio, alcuni comuni delle province di Latina, Frosinone e Roma; in Puglia parte della provincia di Foggia; nel Molise parte della provincia di Isernia.
Le caratteristiche La Mozzarella di Bufala Campana è un formaggio a pasta filata ottenuto dalla lavorazione di latte di bufala. Il prodotto si presenta tondeggiante o a treccia (sono ammesse altre forme tipiche della zona di produzione quali bocconcini, perline, ciliegine, nodini), con un peso variabile dai 20 agli 800 g in relazione alla forma; l’aspetto esterno è di colore bianco porcellanato, con una crosta sottilissima di circa un millimetro e superficie liscia mai viscida né scagliata; la pasta interna è leggermente elastica, con struttura a foglie sottili; al taglio presenta una scolatura di lieve sierosità biancastra, grassa e dal profumo di fermenti lattici; il sapore è delicato, con un caratteristico retrogusto leggermente muschiato.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato preconfezionato. L’etichetta deve riportare l’indicazione Mozzarella di Bufala Campana DOP, seguita dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario. Possono inoltre essere presenti le seguenti menzioni aggiuntive che fanno riferimento alla zona di allevamento delle bufale: “Piana del sole”, “Piana del Volturno” o “Aversana”, “Pontina”.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita al dettaglio e, sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata. Parte del prodotto viene esportata all’estero.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 39
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Murazzano DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende il territorio di alcuni comuni delle Langhe cuneesi, in provincia di Cuneo, in Piemonte.
Le caratteristiche Il Murazzano è un formaggio grasso a pasta fresca prodotto con solo latte ovino o con latte misto (ovino nella misura minima del 60%, e vaccino nella percentuale massima del 40%). Di piccole dimensioni, con diametro compreso tra i 10 e i 15 cm circa, ha forma cilindrica, con facce piane e un peso variabile da 300 a 400 g; la pasta è morbida, profumata e finemente granulosa a volte con alcune occhiature; la crosta è assente per le forme fresche, con una leggera patina giallo paglierino chiaro per le forme più stagionate; il sapore è fine, delicatamente profumato; il prodotto stagionato ha un sapore più spiccato, leggermente piccante. Grasso sulla sostanza secca: min. 50%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato preconfezionato in una carta pergamena triangolare. L’etichetta deve riportare l’indicazione Murazzano, seguita dal logo della denominazione – che riporta una “M” stilizzata su sfondo blu, che riconduce alla denominazione Murazzano – e dal simbolo comunitario. Può inoltre essere presente la dicitura aggiuntiva “Latte di pecora” nei prodotti ottenuti da solo latte ovino e aventi un tenore di grasso superiore al 53%.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente in Piemonte, nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio. Una certa quota del prodotto è presente anche nella ristorazione.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 40
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7-05-2010
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Parmigiano Reggiano DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno in Emilia-Romagna e Mantova alla destra del fiume Po, in Lombardia.
Le caratteristiche Il Parmigiano Reggiano è un formaggio a pasta dura, cotta, prodotto con latte crudo vaccino parzialmente scremato. La forma è cilindrica, con faccia laterale (o scalzo) leggermente convessa o quasi diritta, i due piani, superiore e inferiore, lisci e leggermente orlati; il diametro dalla forma varia da 35 a 45 cm, l’altezza dello scalzo da 20 a 26 cm; il peso minimo di una forma è pari a 30 kg; la crosta esterna è di colore paglierino naturale; il colore della pasta da leggermente paglierino a paglierino; il sapore è ricco ma non piccante; la struttura della pasta è minutamente granulosa, con frattura a scaglia. Grasso sulla sostanza secca: minimo 32%. Le eventuali operazioni di grattugia sono effettuate nell’ambito della zona di produzione e il confezionamento avviene immediatamente senza nessun trattamento e senza aggiunta di ulteriori sostanze.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci, porzionato e grattugiato. Lungo lo scalzo della forma sono impressi i puntini che riportano la denominazione PARMIGIANO-REGGIANO, il numero del caseificio, il mese e l’anno di produzione, la menzione DOP, e il nome del Consorzio di Tutela. Sulla superficie è impressa una placca di caseina che riporta l’anno di produzione, la scritta “C.F.P.R.” (Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano), ed un codice alfanumerico che identifica ogni singola forma. Sulla crosta, o sulla confezione del prodotto preconfezionato, viene applicato il logo della denominazione; se seguito dalla menzione “mezzano” indica che il prodotto presenta lievi difetti. Sul prodotto confezionato sono infine applicati tre diversi bollini che informano il consumatore sul grado di maturazione: rosso se stagionato oltre 18 mesi, argento oltre 22 mesi e oro oltre 30 mesi.
Dove puoi acquistarlo È reperibile nella zona di produzione tramite la vendita diretta e al dettaglio, e, sul tutto il territorio nazionale, attraverso la distribuzione orgtanizzata. Parte della produzione è destinata all’estero.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 41
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7-05-2010
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Pecorino di Filiano DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende il territorio di alcuni comuni in provincia di Potenza, situati nella dorsale montuosa dell’Appennino Nord-Occidentale lucano, in Basilicata.
Le caratteristiche Il Pecorino di Filiano è un formaggio a pasta dura prodotto con latte intero di pecora. Le forme sono cilindriche, con piani lisci e faccia laterale (o scalzo) diritta o leggermente convessa e di peso compreso tra 2,5 e 5 kg; il diametro delle facce è compreso tra i 15 e i 25 cm; la crosta del prodotto è di colore giallo dorato e reca ancora i segni della fuscella; la pasta, compatta con presenza di piccole occhiature non regolarmente distribuite, è di colore bianco per le forme più giovani e paglierino per quelle più stagionate; il sapore è inizialmente dolce e delicato, leggermente piccante quando raggiunge il periodo minimo di stagionatura e più accentuato con il protrarsi della stessa. Grasso sulla sostanza secca: min. 30%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla faccia superiore del prodotto, o sulla velina che la ricopre, deve essere presente il logo della denominazione che riporta il nome Pecorino di Filiano Denominazione di Origine Protetta (DOP) iscritto in un ovale con al centro la lettera “F” unita ad una stella. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato principalmente in Basilicata, attraverso la vendita diretta e la ristorazione.
Denominazione registrata il 14 dicembre 2007 42
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7-05-2010
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Pecorino Romano DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende l’intero territorio della Sardegna e del Lazio e la provincia di Grosseto, in Toscana.
Le caratteristiche Il Pecorino Romano è un formaggio a pasta dura prodotto esclusivamente con latte intero di pecora. Presenta una forma cilindrica con facce piane, con diametro compreso tra 25 e 35 cm; il peso è compreso tra i 20 a 35 kg; la crosta è sottile di colore avorio chiaro o paglierino naturale, a volte coperta con appositi protettivi per alimenti di colore neutro o nero; la pasta è compatta o leggermente occhiata, di colore variabile dal bianco al paglierino più o meno intenso in rapporto alle condizioni tecniche di produzione; il sapore è aromatico, lievemente piccante e sapido nel formaggio da tavola, piccante intenso, gradevole caratteristico nel formaggio da grattugia. Può essere immesso in commercio con una stagionatura minima di 5 mesi, come formaggio da tavola, e 8 mesi nella tipologia da grattugia. Grasso sulla sostanza secca: min. 36%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Lungo la faccia laterale (o scalzo) della forma deve essere impressa, mediante apposita matrice di resina alimentare, l’indicazione Pecorino Romano seguita dal logo della denominazione, che rappresenta la testa stilizzata di una pecora. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato nella zona di produzione attraverso la vendita al dettaglio e su tutto il territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata. Gran parte del prodotto è destinato all’estero.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 43
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7-05-2010
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Pecorino Sardo DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende l’intero territorio della Sardegna.
Le caratteristiche Il Pecorino Sardo è un formaggio a pasta dura prodotto con latte intero ovino e presente in due differenti tipologie per caratteristiche dimensionali ed organolettiche: il tipo “dolce” ed il tipo “maturo”. Il tipo dolce è un formaggio a breve periodo di maturazione (da 20 a 60 giorni di stagionatura), ha forma cilindrica a facce piane, peso tra 1 e 2,3 kg, pasta compatta o leggermente occhiata, bianca, morbida, dal sapore dolce e aromatico o leggermente acidulo. Il tipo maturo (oltre i due mesi di stagionatura) ha pasta bianca, o tendente al paglierino con il progredire della stagionatura, consistenza compatta o con rada e minuta occhiatura, tenera, elastica e dal sapore poco marcato ma pieno. Col progredire della stagionatura il formaggio acquista un sapore gradevolmente piccante ed una struttura consistente, dura, con qualche granulosità che lo rende atto anche alla grattugia. Grasso sulla sostanza secca: min. 35%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Lungo le facce laterali (o scalzo) della forma devono essere impresse le iniziali della denominazione – riportate nel seguente modo: PS DOP – ed il codice identificativo dell’azienda produttrice. Sul piano superiore del prodotto, o sulla velina che lo ricopre, deve essere presente l’indicazione Pecorino Sardo DOP, seguito dal logo della denominazione; il colore utilizzato deve essere verde per il tipo dolce e blu per il tipo maturo. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato su tutto il territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata e, nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 44
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7-05-2010
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Pecorino Siciliano DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della Sicilia.
Le caratteristiche Il Pecorino Siciliano è un formaggio a pasta dura prodotto esclusivamente con latte intero di pecora, e con l’eventuale aggiunta di bacche di pepe nero affogate nella pasta durante la stagionatura. La forma è cilindrica, la faccia laterale (o scalzo) leggermente concava; la crosta è compatta bianco-giallognola e reca la caratteristica impronta dei canestri di giunco usati per la maturazione; il peso è variabile da 4 a 12 kg; la pasta è compatta bianco-giallognola nel formaggio fresco, giallo paglierino in quello stagionato e, in base alle differenti tecniche usate, si può avere la presenza di più o meno grandi occhiature; il sapore è piccante e progressivamente più sapido con l’aumentare della stagionatura. È utilizzato come prodotto da tavola o da grattugia. Grasso sulla sostanza secca: min. 40%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla faccia del prodotto, o sulla velina che la ricopre, deve essere presente l’indicazione Pecorino Siciliano, seguita dal logo della denominazione. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato principalmente in Sicilia, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio. È presente anche nella ristorazione. Parte del prodotto viene esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 45
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Pecorino Toscano DOP La zona di produzione È prodotto in Toscana ed in alcuni comuni limitrofi che ricadono nelle province di Viterbo, nel Lazio, e di Terni, in Umbria.
Le caratteristiche Il Pecorino Toscano è un formaggio a pasta tenera o semidura, prodotto con latte intero ovino. Ha una forma cilindrica a facce piane, scalzo convesso e un peso che va da 0,75 a 3,50 kg. Il tipo a pasta tenera ha una crosta di colore dal giallo al giallo paglierino, una pasta di colore bianco, leggermente paglierino, una consistenza tenera al tatto; il sapore è fragrante, caratteristico, definito “dolce”. Il prodotto a pasta semidura ha una crosta di colore dal giallo al giallo carico, ma, a seconda dei trattamenti subiti (pomodoro, cenere, olio), può anche presentarsi nera o rossastra; la pasta è di colore giallo paglierino, il sapore è fragrante, intenso, mai piccante. Grasso sulla sostanza secca: min. 40% per il tipo a pasta semidura; min. 45% per il tipo a pasta tenera.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Lungo la faccia laterale (o scalzo) della forma deve essere impresso il logo della denominazione, che riporta l’indicazione Pecorino Toscano DOP, seguito dal codice identificativo che serve a risalire agli operatori della filiera coinvolti. La prima cifra del codice individua l’operatore che effettua l’immissione in commercio: da 1 a 3 se caseificio, da 4 a 6 se stagionatore, da 7 a 9 se porzionatore. La seconda e la terza cifra identificano il numero del caseificio / stagionatore / porzionatore accreditato dall’organismo di controllo. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato sull’intero territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata e nella zona di produzione attraverso la vendita al dettaglio e la vendita diretta.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 46
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Provolone Valpadana DOP La zona di produzione La zona di produzione interessa, in tutto o in parte, il territorio delle province di Cremona, Brescia, Bergamo, Mantova e Milano in Lombardia; Verona, Vicenza, Padova e Rovigo in Veneto; Trento in Trentino Alto Adige; Piacenza in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche Il Provolone Valpadana è un formaggio semiduro a pasta filata prodotto con latte intero vaccino. Ha forma troncoconica, a pera, sormontata o meno da testolina sferica (cd. fiaschetta). Il prodotto è immesso in commercio nelle tipologie “dolce”, con stagionatura minima di 30 giorni, e “piccante”, con stagionatura minima di tre mesi. Entrambi i tipi possono essere anche affumicati. La superficie esterna può presentare leggere insenature determinate dal passaggio delle corde di sostegno; il peso della forma varia dai 4 ai 10 kg; la crosta è liscia, sottile, lucida, di colore giallo dorato, talvolta giallo bruno; la pasta compatta, di colore leggermente paglierino, può presentare una leggera e rada occhiatura; è ammessa una leggera sfogliatura; il sapore è delicato fino alla stagionatura di tre mesi, pronunciato verso il piccante a stagionatura più avanzata. Grasso sulla sostanza secca: min. 44%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sul prodotto deve essere presente un’etichetta riportante il logo della denominazione, raffigurante un provolone, seguito dal codice identificativo del caseificio produttore. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la vendita diretta. Parte del prodotto viene anche esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 47
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Quartirolo Lombardo DOP La zona di produzione La zona di produzione e stagionatura comprende esclusivamente il territorio delle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Milano, Pavia e Varese, in Lombardia.
Le caratteristiche Il Quartirolo Lombardo è un formaggio a pasta molle da tavola prodotto con solo latte vaccino e in due tipologie: a pasta tenera (con durata della stagionatura che varia dai 5 ai 30 giorni) e maturo (con stagionatura superiore ai 30 giorni). All’atto dell’immissione al consumo presenta una forma a parallelepipedo quadrangolare e un peso che va da 1,5 a 3,5 kg; la crosta, sottile e morbida, è bianco-rosata nei formaggi più giovani e diviene più consistente e di color grigioverde rossastra in quelli più maturi; la pasta è bianca e ha consistenza differente: nei formaggi giovani è friabile e grumosa, mentre nelle forme molto stagionate diviene più compatta, morbida e fusibile in bocca; il sapore, delicato e fragrante, è leggermente acidulo se il prodotto viene consumato nei primi giorni della produzione, quando è ancora nello stadio di prima fermentazione. Dopo i due mesi di stagionatura diviene più forte e tipicamente aromatico. Grasso sulla sostanza secca: min. 30%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla crosta o sull’incarto deve essere presente l’indicazione Quartirolo Lombardo, seguita dal logo della denominazione che riporta le lettere QL su una forma di prodotto stilizzata. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è diffuso principalmente in Lombardia, attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 48
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Ragusano DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Ragusa ed i comuni di Noto, Palazzolo Acreide e Rosolini in provincia di Siracusa, in Sicilia.
Le caratteristiche Il Ragusano è un formaggio prodotto con latte intero di vacca e coagulato con l’utilizzo di caglio in pasta di agnello o di capretto. La sua forma a parallelepipedo, dai 43 ai 53 cm di lato, è assolutamente caratteristica, presenta dei solchi dovuti al passaggio delle corde di sostegno utilizzate durante la stagionatura; il peso va dai 10 ai 16 kg; la crosta varia dal color giallo oro al marrone; la pasta, di color giallo paglierino, è compatta, aromatica e con un sapore dolce che diviene man mano piccante con la stagionatura; il sapore è gradevole, dolce, delicato, tendente al piccante-saporito nei formaggi da grattugia. Il prodotto può essere commercializzato anche affumicato. Grasso sulla sostanza secca: min. 40% nel prodotto da tavola; min. 38% nel prodotto con stagionatura superiore ai 6 mesi.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla forma deve essere impresso il logo della denominazione che riporta il nome Ragusano, seguito dalla menzione “affumicato” se ha subito il processo di affumicatura. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è diffuso principalmente in Sicilia, attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la vendita diretta.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 49
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Raschera DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende l’intera provincia di Cuneo, in Piemonte.
Le caratteristiche Il Raschera è un formaggio a pasta cruda, pressata, semidura, prodotto con latte di vacca con eventuali aggiunte di latte ovino e/o caprino. Viene immesso al consumo in tre tipi: Raschera, Raschera d’Alpeggio se prodotto e stagionato al di sopra dei 900 m s.l.m. e Raschera di Alpe Invernale se elaborato secondo determinate metodologie di produzione e prodotto solo nel periodo invernale in alcuni comuni. Il formaggio è prodotto nella forma quadrata, di peso compreso i tra 5 e gli 8 kg, con uno scalzo di 6-9 cm e/o nella forma “quadrata”, ovvero di parallelepipedo, di peso da 6 a 9 kg, con uno scalzo di 7-15 cm. La crosta è sottile, di colore grigio tendente al rossastro; la pasta è cruda, pressata, semigrassa, di colore bianco o bianco avorio, piuttosto consistente, elastica, con piccolissime occhiature sparse e irregolari; il sapore è fine e delicato nel prodotto fresco e diviene intenso, persistente e sapido, tendente al piccante in quello stagionato; nel Raschera di alpeggio prevalgono i caratteristici sentori di malga e di erbe alpine. Grasso sulla sostanza secca: min. 32%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla forma, o sull’incarto che lo avvolge, deve essere presente l’indicazione Raschera DOP, seguito dal logo della denominazione che raffigura la lettera “R” maiuscolo. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Piemonte, soprattutto nella zona di produzione, attraverso la vendita al dettaglio e diretta, e sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 50
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7-05-2010
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Ricotta Romana DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio del Lazio.
Le caratteristiche La Ricotta Romana si ottiene dalla lavorazione del siero di latte intero di pecora proveniente dal territorio della regione Lazio. La pasta è bianca a struttura grumosa, di sapore delicato e dolciastro con sentore di latte, priva di acidità e con contenuto di grassi sulla sostanza secca da 17 al 29% circa.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato fresco preconfezionato in cestelli tronco-conici di vimini, di plastica o di metallo di capacità massima di 2 kg. La faccia superiore del cestello viene ricoperta da un foglio di plastica sul quale deve essere presente il logo della denominazione che riporta una testa di ovino sovrastante la scritta Ricotta Romana DOP.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile esclusivamente nel Lazio, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio, nonché nella distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 13 maggio 2005 51
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7-05-2010
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Robiola di Roccaverano DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende il territorio di alcuni comuni della provincia di Asti e di Alessandria, nella zona più orientale delle Langhe, in Piemonte.
Le caratteristiche La Robiola di Roccaverano è un formaggio fresco prodotto con latte di pecora, capra e vacca. Presenta una forma cilindrica con facce piane lievemente orlate; il peso varia dai 250 ai 400 g circa e l’altezza da 4 a 5 cm. In base al grado di maturazione il prodotto può presentarsi fresco o stagionato. Il prodotto fresco ha la crosta con lieve fioritura naturale di muffe, aspetto di colore bianco latte o paglierino, pasta di colore bianco e struttura cremosa, sapore delicato leggermente acidulo. Il prodotto più stagionato ha una crosta secca e dura di colore paglierino o rossiccio, la pasta di colore crema o giallo, la struttura compatta e il sapore fortemente acido. Grasso sulla sostanza secca: min. 40%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato preconfezionato avvolto in un incarto. L’etichette deve riportare il logo della denominazione, che rappresenta la lettera “R” con una torre stilizzata ispirata alla storica torre del Comune di Roccaverano e, intorno, l’indicazione Robiola di Roccaverano, e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Piemonte e, soprattutto, nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e nel territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° Luglio 1996 52
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Spressa delle Giudicarie DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio della provincia di Trento in Treninto Alto Adige, ed in particolare la Val Rendena, la Val di Chiese e la Val di Ledro all’interno del Parco Naturale Adamello-Brenta.
Le caratteristiche La Spressa delle Giudicarie è un formaggio magro da tavola prodotto con latte di vacca parzialmente scremato per affioramento naturale. Viene commercializzato nelle due tipologie giovane (stagionatura di minimo 3 mesi) o stagionata (stagionatura di minimo 6 mesi). Si presenta con forma cilindrica e un peso tra i 7 e i 10 kg. La crosta è di color bruno tendente all’ocra. La pasta è semicotta, semidura, compatta ed elastica con occhiatura sparsa di piccola o media grandezza; di colore bianco o leggermente paglierino; il sapore, dolce nelle forme più giovani, acquista sapidità e un leggero fondo amarognolo con l’invecchiamento. Grasso sulla sostanza secca: da un minimo del 29% ad un massimo del 39%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Lungo la faccia laterale (o scalzo) della forma deve essere presente l’indicazione Spressa delle Giudicarie DOP, seguita da quella della tipologia (giovane o stagionata). Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Trentino Alto Adige e, soprattutto, in provincia di Trento, attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 22 dicembre 2003 53
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Stelvio o Stilfser DOP La zona di produzione La zona di produzione si estende nei comprensori della provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige, in particolare nella zona montuosa del Parco Nazionale dello Stelvio.
Le caratteristiche Lo Stelvio o Stilfser è un formaggio prodotto con latte vaccino. All’atto dell’immissione al consumo il formaggio si presenta con forma cilindrica con piani lisci o quasi lisci, e faccia laterale (o scalzo) diritta o leggermente concava; il peso varia da 8 a 10 kg, il diametro da 36 a 38 cm e l’altezza da 8 a 10 cm; la crosta deve avere la tipica colorazione variante dal giallo arancio all’arancio marrone; la pasta, a struttura compatta e di consistenza cedevole ed elastica, presenta una colorazione tra giallo chiaro e paglierino, con occhiatura irregolare di piccola e media grandezza. Grasso sulla sostanza secca: min. 50%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sulla faccia del prodotto, o sulla velina che la ricopre, deve essere presente il logo della denominazione riportante la dicitura Stilfser o Stelvio in colore rosso. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Trentino Alto Adige attraverso la vendita diretta e al dettaglio e nel territorio nazionale attraverso al distribuzione organizzata. Parte del prodotto è reperibile anche sul mercato estero.
Denominazione registrata il 15 febbraio 2007 54
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Taleggio DOP La zona di produzione L’area di produzione comprende, in tutto o in parte, il territorio delle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Milano, Pavia in Lombardia, di Novara in Piemonte e Treviso, in Veneto.
Le caratteristiche Il Taleggio è un formaggio molle da tavola a pasta cruda, prodotto con latte di vacca intero. Le forme sono parallelepipedi quadrangolari, con lati di 18-20 cm, faccia laterale (o scalzo) diritta, alta 4-7 cm e con un peso compreso tra 1,7 a 2,2 kg. La crosta è sottile, di consistenza morbida e di colore rosato naturale, con presenza di muffe caratteristiche color grigio e verde-salvia chiaro; la pasta è uniforme e compatta, più morbida sotto la crosta e a fine stagionatura, più friabile al centro della forma; il colore della pasta varia da bianco a paglierino, con qualche piccolissima occhiatura; il sapore è dolce, con lievissima vena acidula, leggermente aromatico, alle volte con retrogusto tartufato.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sul piano superiore deve essere impresso il logo della denominazione, che riporta tre “T” inscritte in quattro cerchi. Sull’incarto esterno, invece, deve essere presente il logo del Consorzio di Tutela, che rappresenta un quadrifoglio con inscritte all’interno le lettere CTT – Consorzio Tutela Taleggio, ed il numero identificativo del produttore.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. Parte della produzione viene esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 55
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Toma Piemontese DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio delle province di Novara, Vercelli, Biella, Torino e Cuneo, nonché i comuni di Acqui Terme, Terzo, Ristagno, Ponti e Denice in provincia di Alessandria e di Monastero Bormida, Roccaverano, Monbaldone, Olmo Gentile e Serole, in provincia di Asti, tutti localizzati in Piemonte.
Le caratteristiche La Toma Piemontese è un formaggio semicotto prodotto con latte di vacca. Il prodotto è immesso in commercio nelle tipologie a pasta morbida (stagionatura minima di 15 giorni) e pasta semidura (stagionatura minima di 60 giorni). Il prodotto si presenta in forme circolari con facce piane o semipiane; il peso di ciascuna forma risulta essere molto variabile e compreso tra i 1,8 kg e 8 kg. La Toma Piemontese denota caratteristiche organolettiche diverse a seconda che si tratti della produzione tradizionale ottenuta a partire dal latte intero o della variante semigrassa ottenuta con latte scremato. Nel primo caso la crosta è elastica e liscia con un color paglierino, bruno rossiccio, secondo la stagionatura, mentre la pasta ha un colore giallo paglierino con occhiatura minuta e diffusa; il sapore che ne deriva è dolce e gradevole, l’aroma delicato. Nella variante semigrassa la crosta è poco elastica, di aspetto rustico e di colore che va dal paglierino carico al bruno rossiccio, la pasta è di colore bianco paglierino con occhiatura minuta e il sapore è intenso ed armonico, l’aroma fragrante che diviene più caratteristico con la stagionatura. Grasso sulla sostanza secca: min. 40% nella variante a latte intero, min. 20% nella variante semigrassa.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sul piano superiore del prodotto, o sulla velina che la ricopre, deve essere presente l’indicazione Toma Piemontese, seguita dal logo della denominazione (che rappresenta un cerchio con l’indicazione del nome contraddistinto dalla lettera “T” maiuscola che richiama le orecchie di una mucca) e dal simbolo comunitario. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente in Piemonte, tramite la vendita al dettaglio e nel territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 56
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
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Valle d’Aosta Fromadzo DOP o Vallée d’Aoste Fromadzo La zona di produzione La zona di produzione comprende tutto il territorio della Valle d’Aosta.
Le caratteristiche Il Valle d’Aosta Fromadzo o Vallée d’Aoste Fromadzo è un formaggio ottenuto dalla lavorazione di latte vaccino eventualmente addizionato con percentuali minime di latte caprino. Il prodotto presenta una forma cilindrica, con superfici piane di diametro compreso tra 30 e 45 cm, di colore paglierino tendente con il tempo al grigio con eventuali sfumature rossicce; il peso è variabile da 1 a 7 kg; la pasta ha una struttura compatta e semidura, con occhiatura sparsa di piccole e medie dimensioni; al taglio la pasta si presenta di colore bianco nel formaggio fresco, o paglierino più o meno intenso in quello invecchiato; il sapore è semidolce se fresco, leggermente salato e talvolta con una punta di piccante se stagionato; ha un gradevole profumo di latte ed emergono netti gli aromi delle erbe di montagna. Grasso sulla sostanza secca: inferiore al 20%, nella variante magra, compreso tra il 20 e il 35%, nella variante semigrassa.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Sul piano superiore della forma, o sulla velina che la ricopre, deve figurare l’indicazione Valle d’Aosta Fromadzo o Vallée d’Aoste Fromadzo seguito dal logo della denominazione. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo È reperibile esclusivamente in Valle d’Aosta, attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 57
23-58 Impaginato Schede Formaggi
7-05-2010
16:49
Pagina 58
Valtellina Casera DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende l’intero territorio della provincia di Sondrio, in Lombardia.
Le caratteristiche Il Valtellina Casera è un formaggio semigrasso prodotto con latte di vacca. L’aspetto esterno è costituito da una forma cilindrica regolare con diametro di 30-45 cm, con superfici piane; una crosta compatta di colore giallo paglierino, che diventa più intenso con la stagionatura; il peso è variabile da 7 a 12 kg in relazione alla forma; la pasta è caratterizzata da una struttura di media consistenza, elastica con presenza di occhiatura sparsa e fine; il colore si presenta variabile dal bianco al giallo paglierino, a seconda del periodo di produzione e di stagionatura; il sapore è dolce con particolare aroma, più intenso con la stagionatura. Grasso sulla sostanza secca: min. 34%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in forme intere, a tranci e preconfezionato. Lungo la faccia laterale (o scalzo) del prodotto, o sulla velina che la ricopre, deve essere impressa l’indicazione Valtellina Casera seguita dal logo della denominazione. Tali indicazioni sono riportate sull’imballaggio del prodotto se preconfezionato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile soprattutto nella provincia di Sondrio e, più in generale, in Lombardia, sia attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio che in alcuni casi attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 58
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 59
Amarene Brusche di Modena IGP La zona di produzione La zona di produzione comprende alcuni comuni delle province di Modena e Bologna, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche
Come lo distingui Il prodotto è confezionato in contenitori di vetro o di banda stagnata aventi le capacità di 15 ml, 212 ml, 228 ml, 236 ml, 314 ml, 370 ml, 2.650 ml e 5.000 ml. La confezione reca in etichetta il simbolo comunitario, l’indicazione Amarene brusche di Modena seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), in acronimo o per esteso, e il logo della denominazione. Il produttore ha facoltà di indicare in etichetta i riferimenti alla varietà della pianta da cui proviene il frutto, l’annata di produzione, nonché il metodo di trasformazione impiegato.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito nelle province di Modena e Bologna e nelle zone limitrofe attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 29 ottobre 2009 59
Frutta
La confettura di Amarene brusche di Modena si ottiene dalla lavorazione delle seguenti varietà di ciliegio acido coltivate nel territorio di produzione: Amarena di Castelvetro, Amarena di Vignola dal peduncolo corto, Amarena di Vignola dal peduncolo lungo, Amarena di Montagna, Amarena di Salvaterra, Marasca di Vigo, Meteor, Mountmorency, Pandy. Le diverse fasi di lavorazione avvengono nella zona di produzione sopra descritta per evitare la perdita delle peculiari caratteristiche organolettiche. Non è ammessa l’aggiunta di zuccheri diversi dal saccarosio. Il prodotto si caratterizza per la consistenza morbida e il colore rosso-bruno intenso con riflessi scuri; il sapore presenta un buon equilibrio fra il dolce e l’asprigno con sensazione di acidità. La confettura ha una percentuale minima di zucchero del 60% e un contenuto di frutta fresca pari al 70%.
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 60
Arancia del Gargano IGP La zona di produzione L’area di produzione comprende i territori di Vico del Gargano, Ischitella, Rodi Garganico e il tratto costiero e subcostiero settentrionale del promontorio del Gargano in provincia di Foggia, in Puglia.
Le caratteristiche L’Indicazione Geografica Protetta Arancia del Gargano è riservata ai frutti ottenuti dalle varietà biondo comune del Gargano nei tipi “depresso”, a “pera” e duretta del Gargano, localmente detta “arancia tosta”. Il tipo “depresso” della varietà biondo comune del Gargano presenta forma sferica, ma particolarmente “depressa” sul punto d’intersezione del picciolo e dell’ombelico, buccia più o meno sottile, coriacea ma con grana alquanto fine e di colore giallo-dorato intenso; diametro minimo di 65 mm; polpa e succo di colore giallo arancio, con contenuti in zuccheri tra 1012%; resa massima in succo, pressato a mano, pari al 30%; tenore zuccherino in grado Brix minimo 10. Il tipo a “pera” deve avere forma a pera a rilievo nella zona del picciolo di colore giallo-dorato intenso; buccia particolarmente coriacea e grana più o meno grossolana; diametro minimo di 60 mm; polpa e succo di colore giallo arancio, con contenuti in zuccheri tra 10-12%; resa massima in succo, pressato a mano, pari al 35%; tenore zuccherino in grado Brix minimo 10. L’arancia duretta del Gargano – detta “arancia tosta” – presenta forma tonda od ovale, buccia di colore arancio chiaro con intensità varia, superficie molto liscia e finemente papillata; polpa di tessitura fine con piccole vescichette, ambrata, croccante, assenza o in numero ridotto di semi; diametro medio dei frutti compreso tra 55 e 60 mm; contenuto in zuccheri tra 11-12%; resa massima in succo, pressato a mano, pari al 35%; tenore zuccherino in grado Brix minimo 11.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato sfuso o confezionato in contenitori di legno o di cartone di peso compreso tra 1 e 25 kg. Il logo della denominazione del prodotto, che deve figurare sulle confezione, rappresenta una stilizzazione di due arance, con rametto fogliato, all’interno di una corona ellissoidale; sulla corona è riportata l’indicazione Arancia bionda del Gargano, ed in basso al centro della stessa la dicitura per esteso Indicazione Geografica Protetta seguita dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è prevalentemente commercializzato in Puglia, attraverso la vendita diretta e/o dettaglio.
Denominazione registrata il 30 agosto 2007 60
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 61
Arancia Rossa di Sicilia IGP La zona di produzione La zona di produzione dell’Arancia Rossa di Sicilia comprende alcuni comuni delle province di Enna, Catania e Siracusa, in Sicilia.
Le caratteristiche L’Indicazione Geografica Protetta Arancia Rossa di Sicilia è riservata ai frutti ottenuti dalle varietà Tarocco, Moro e Sanguinello e relativi cloni. La varietà Tarocco si distingue per la forma globosa o obovata, con base più o meno prominente; la buccia è di colore arancio con parti colorate di rosso granato più o meno intenso; la polpa è di colore arancio con screziature rosse più o meno intense; il diametro minimo è di 60 mm. La varietà Moro si distingue per la forma globosa o ovoidale; la buccia è di colore arancio con sfumature rosso–vinose più intense su un lato del frutto; la polpa è interamente di colore rosso-vinoso a maturazione avanzata; il diametro minimo è di 60 mm. La varietà Sanguinello si distingue per la forma globosa o obovata; la buccia è di colore arancio con sfumature rosse; la polpa è di colore arancio con screziature rosse; il diametro minimo è di 60 mm. La resa in succo minima per tutte le varietà è pari al 40%.
Come lo distingui L’Arancia Rossa di Sicilia è immessa al consumo con il logo dello denominazione IGP - Arancia Rossa di Sicilia apposto su ogni frutto e sulla confezione, anche il simbolo comunitario. Tali indicazioni possono essere seguite dal nome della varietà da cui proviene il prodotto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 61
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 62
Castagna Cuneo IGP La zona di produzione La zona di produzione della Castagna di Cuneo comprende parte del territorio della provincia di Cuneo, in Piemonte.
Le caratteristiche La Castagna di Cuneo si distingue per il sapore dolce e delicato e per la croccantezza del frutto che la rendono adatta al consumo sia come prodotto fresco che trasformato. Il prodotto fresco presenta le seguenti caratteristiche: colorazione esterna della buccia da marrone chiaro a bruno scuro; frutto da giallo a marrone chiaro, consistenza tendenzialmente croccante. L’omogeneità è garantita dal fatto che la differenza di peso tra i dieci frutti più piccoli e i dieci frutti più grossi in uno stesso imballaggio non supera gli 80 g. Non sono ammessi difetti interni o esterni (frutto spaccato, bacato, ammuffito, vermicato) su più del 10% dei frutti. Le castagne essiccate si presentano intere, sane e di colore paglierino chiaro e hanno un tasso di umidità non superiore al 15%. Non sono ammessi difetti (tracce di bacatura, deformazione, rotture, frutti con tracce di pericarpo, ecc.) su più del 10% dei frutti secchi.
Come lo distingui Il prodotto fresco è commercializzato confezionato in cassette di legno o di materiale plastico di peso compreso tra 0,10 e 30 kg, mentre il prodotto secco in confezioni a sacco della medesima quantità. Sulle confezioni sono presenti, oltre alle indicazioni Castagna di Cuneo - Indicazione Geografica Protetta, il logo della denominazione e il simbolo comunitario. Il logo è caratterizzato dalla sagoma di una castagna leggermente inclinata sul lato destro, dalla scritta “castagna” sul profilo sinistro e, sulla base del frutto, da una foglia di castagno recante al suo interno la scritta “Cuneo”.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene in Piemonte, attraverso la vendita diretta e al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 settembre 2007 62
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 63
Castagna del Monte Amiata IGP La zona di produzione La zona di produzione della Castagna del Monte Amiata comprende parte del territorio dei comuni di Arcidosso, Castel del Piano, Santa Fiora, Seggiano, Cinigiano, Roccalbenga in provincia di Grosseto e Castiglione d’Orcia, Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio in provincia di Siena, in Toscana. I terreni si trovano in una fascia compresa tra i 350 e i 1.000 metri s.l.m..
Le caratteristiche La Castagna del Monte Amiata è riferita alle varietà comunemente conosciute con i nomi di Marrone, Bastarda Rossa e Cecio. La pezzatura è pari ad 80 frutti per kg (per le annate particolarmente sfavorevoli è ammessa una tolleranza del 10%). Il prodotto ha le seguenti caratteristiche: frutti grandi di forma ovale con apice poco pronunciato; colore rossastro con striature più scure; seme di colore crema chiaro; sapore dolce e delicato.
Come lo distingui Le castagne sono commercializzate in contenitori per alimenti a retina. Sulle confezioni è riportata l’indicazione Castagna del Monte Amiata Indicazione Geografica Protetta (IGP), il logo della denominazione composto dal disegno di due castagne di colore marrone chiaro e il simbolo comunitario. Sono, inoltre, riportati i nomi delle varietà. I prodotti ottenuti dalla Castagna del Monte Amiata possono indicare in etichetta la denominazione, purché siano assoggettati a specifici controlli.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente in Toscana mediante la vendita diretta e, in parte, sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 7 settembre 2000 63
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 64
Castagna di Montella IGP La zona di produzione La zona di produzione della Castagna di Montella comprende i comuni di Montella, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Nusco, Volturara Irpina, e parte del comune di Montemarano in provincia di Avellino, in Campania.
Le caratteristiche Il prodotto deriva per almeno il 90% dalla varietà Palummina e per la restante parte da altre varietà, in particolare dalla Verdola. È immesso al consumo allo stato fresco e/o essiccato (in guscio, sgusciato intero o sfarinato). Il prodotto fresco presenta le seguenti caratteristiche: grandezza media o medio-piccola (75-90 frutti per kg), forma prevalentemente rotondeggiante con un lato un po’ schiacciato, buccia sottile di colore marrone chiaro, seme di colore bianco, croccante e di gradevole sapore dolce. Il prodotto essiccato ha una percentuale di umidità non superiore al 15% ed è immune da attacchi parassitari di qualsiasi natura (larve di insetti, muffe, ecc.). Il prodotto fresco è commercializzato a partire dal 4 ottobre dell’anno di produzione.
Come lo distingui Il prodotto è confezionato in sacchi di juta, in reti o contenitori di plastica. Su ogni confezione è presente l’indicazione Castagna di Montella IGP, seguita dal logo della denominazione, raffigurante una castagna stilizzata sul fondo blu, e dal simbolo comunitario, oltre alla data dell’annata di produzione. Sono ammesse anche le confezioni sottovuoto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente nella provincia di Avellino e nelle zone limitrofe, attraverso la vendita al dettaglio e sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 64
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 65
Castagna di Vallerano DOP La zona di produzione La zona di produzione è riservata all’intero comune di Vallerano, in provincia di Viterbo, nel Lazio. I castagneti sono ubicati in terreni di origine vulcanica ad una quota di 400-500 metri s.l.m..
Le caratteristiche La denominazione è riservata ai frutti provenienti dalla sottospecie (o ecotipo) locale di “Castanea Sativa Miller”, normalmente conosciuto con toponimi locali, e delle seguenti pezzature: grossa (50 – 70 frutti / kg di prodotto fresco), media (71 – 95 frutti / kg di prodotto fresco), piccola (96 -120 frutti / kg di prodotto fresco). La Castagna di Vallerano si caratterizza per forma ellissoidale a volte globosa e buccia sottile facilmente staccabile, di colore bruno rossiccio con striature in senso longitudinale più marcate. Il frutto si presenta quasi privo di solcature in superficie, con polpa bianca, croccante e di gradevole sapore dolce; è particolarmente resistente alla cottura.
Come lo distingui L’immissione al consumo della Castagna di Vallerano avviene in sacchi di peso pari a 1, 3, 5, 10, 20, 30 kg. I sacchi devono essere chiusi con un sigillo per garantire l’integrità del contenuto. Il sigillo è costituito da un’etichetta inamovibile che presenta l’indicazione Castagna di Vallerano DOP, seguita dal logo della denominazione che riproduce, stilizzato, il profilo del comune di Vallerano, e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito prevalentemente nella zona di Viterbo e nel Lazio, attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 7 aprile 2009 65
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 66
Ciliegia di Marostica IGP La zona di produzione La zona di produzione della Ciliegia di Marostica comprende parte del territorio dei comuni di Salcedo, Fara Vicentino, Breganze, Mason, Molvena, Pianezze, Marostica, Bassano e Schiavon in provincia di Vicenza, in Veneto.
Le caratteristiche La denominazione Ciliegia di Marostica si riferisce ai frutti ottenuti dalla coltivazione delle seguenti varietà: precocissime Sandra e Francese, quest’ultima ascrivibile alle cultivar Bigareaux, Moreaux e Burlat; medio precoci Roana e durone precoce Romana; tardive duracine Milanes, Durone Rosso e Bella Italia; la varietà Sandra Tardiva e le varietà Van, Giorgia, Ferrovia, Durone Nero I, Durone Nero II, Mora di Cazzano, Ulster. Il prodotto ha un calibro minimo di 20 mm; il colore è rosso fuoco per le varietà Francese, Sandra, Durone Rosso, Milanese, Ferrovia, Mora di Cazzano, Romana; rosso scuro per Roana, Bella Italia, Sandra Tardiva, Van, Giorgia, Ferrovia, Durone Nero I, e Durone Nero II, Ulster. Il sapore è pieno, dolce e molto gradevole.
Come lo distingui La Ciliegia di Marostica è commercializzata in appositi contenitori di plastica, di legno o di cartone. Il contenuto di ogni imballaggio è omogeneo e comprende esclusivamente ciliegie di uguale varietà e qualità. Inoltre le ciliegie presentano colorazione e maturazione uniformi. All’esterno di ogni confezione è presente l’indicazione Ciliegia di Marostica - Indicazione Geografica Protetta (IGP), la data di confezionamento, il logo della denominazione riportante una ciliegia di colore rosso e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito esclusivamente in Veneto tramite la vendita diretta e/o al dettaglio e attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata l’8 febbraio 2002 66
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 67
Clementine del Golfo di Taranto IGP La zona di produzione La zona di produzione delle Clementine del Golfo di Taranto comprende i comuni di Palagiano, Massafra, Ginosa, Castellaneta, Palagianello, Taranto e Statte, in provincia di Taranto, in Puglia.
Le caratteristiche Le Clementine del Golfo di Taranto presentano le seguenti caratteristiche: forma sferoidale, leggermente schiacciata ai poli; buccia liscia o leggermente rugosa di colore arancio, con un massimo di colorazione verde del 30%; polpa di colore arancio con un contenuto minimo del succo pari al 40% del peso frutto; aroma intenso e persistente. Il frutto è privo di semi, con una tolleranza pari ad un massimo del 5% di frutti contenenti non più di tre semi. Il prodotto è commercializzato solo allo stato fresco.
Come lo distingui Le Clementine del Golfo di Taranto sono commercializzate in confezioni sigillate di peso massimo di 3 kg o in confezioni non sigillate di peso compreso tra i 3 e i 25 kg e con il logo identificativo della denominazione apposto su almeno il 90% dei frutti contenuti nella confezione. Su ogni confezione sono presenti l’indicazione Clementine del Golfo di Taranto - Indicazione Geografica Protetta (IGP), il logo della denominazione, raffigurante una clementina stilizzata, e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e, in Puglia, tramite la vendita al dettaglio e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 22 settembre 2003 67
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 68
Clementine di Calabria IGP La zona di produzione La zona di produzione delle Clementine di Calabria interessa parte dei comuni di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone, in Calabria.
Le caratteristiche Le Clementine di Calabria hanno le seguenti caratteristiche: forma sferoidale leggermente schiacciata ai poli; polpa succosa di colore arancione uniforme, deliquescente e aromatica; semi assenti o in numero esiguo; grado brix: minimo 10.
Come lo distingui Le Clementine di Calabria sono commercializzate in contenitori di capacità minima di 0,5 kg opportunamente sigillati per impedire che il contenuto possa essere estratto senza la rottura del sigillo. Sui contenitori è riportata l’indicazione Clementine di Calabria - Indicazione Geografica Protetta. Nel medesimo campo visivo compaiono il nome, la ragione sociale ed l’indirizzo del confezionatore, nonché il peso lordo all’origine. La dizione Indicazione Geografica Protetta è ripetuta in altra parte del contenitore o dell’etichetta anche in forma di acronimo IGP. È presente anche il logo della denominazione che raffigura il frutto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Calabria, attraverso la vendita diretta e al dettaglio, e sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 68
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 69
Fico Bianco del Cilento DOP La zona di produzione La zona di produzione del Fico Bianco del Cilento comprende sessantotto comuni della provincia di Salerno, dalle colline di Agropoli fino al Parco Nazionale del Cilento, in Campania.
Le caratteristiche Il prodotto è commercializzato solo essiccato, e si presenta con la buccia o senza (fichi mondi). I fichi con la buccia hanno una colorazione uniforme dal giallo chiaro al giallo, tendente all’ambrato se hanno subito un processo di cottura. I fichi mondi, invece, si caratterizzano per un colore chiaro quasi bianco. La polpa è di consistenza tipicamente pastosa, di colore giallo ambrato e dal gusto molto dolce. Il prodotto non presenta danni da insetti, muffe, o da altri agenti. È consentito l’impiego di eventuali farciture del prodotto (con noci, mandorle, nocciole, bucce di agrumi, semini di finocchietto).
Come lo distingui I fichi essiccati sono commercializzati sia al naturale sia farciti, in confezioni aventi le diverse forme tradizionali (cilindriche, a corona, sferiche, a sacchetto) realizzate anche con materiale di origine vegetale e/o ornate con foglie di alloro. I fichi essiccati sono aperti ed accoppiati uno sull’altro dalla parte della polpa, in confezioni da 125 g a 1 kg. Le confezioni presentano in etichetta l’indicazione Fico Bianco del Cilento DOP (in acronimo o per esteso), l’annata di produzione dei fichi, il logo della denominazione che raffigura, in maniera stilizzata, tre fichi maturi poggiati su una superficie verde che evoca il prato, e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente nella zona di produzione e in Campania attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 10 marzo 2006 69
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 70
Ficodindia dell’Etna DOP La zona di produzione La zona di produzione del Ficodindia dell’Etna comprende, in tutto o in parte, diversi comuni della provincia di Catania, in Sicilia.
Le caratteristiche Il Ficodindia dell’Etna è commercializzato in tre varietà: Sanguigna, a polpa rossa, Sulfarina, a polpa gialla, Muscaredda, a polpa bianca. È ammessa una percentuale non superiore al 5% di altri ecotipi. Sono considerati varianti di pregio le selezioni “Trunzara” o “Pannittera”. I frutti sono distinti in due categorie a seconda del periodo di raccolta: “Agostani” (o “Latini”) se appartenenti alla prima fioritura che avviene a partire dalla seconda decade di agosto, “Scozzolati” se appartenenti alla seconda fioritura che avviene tra settembre e dicembre. La forma è ovoidale, il peso non inferiore a 95 g, la percentuale di polpa non inferiore al 60%. Grado brix: min. 13.
Come lo distingui Il Ficodindia dell’Etna è commercializzato in imballaggi di carta, legno e plastica. Il prodotto presenta su ogni confezione l’indicazione Ficodindia dell’Etna DOP, seguita dal logo della denominazione che raffigura il profilo del vulcano Etna con due cladodi e quattro frutti e il simbolo comunitario. Si può trovare l’indicazione della categoria e della settimana di raccolta. È consentito l’utilizzo della dicitura “Cactus Pear”.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene in Sicilia attraverso la vendita diretta e sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 25 agosto 2003 70
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 71
Kiwi di Latina IGP La zona di produzione La zona di produzione del Kiwi di Latina IGP comprende il territorio di diversi comuni ubicati nelle province di Latina e di Roma, nel Lazio.
Le caratteristiche La denominazione identifica i frutti della specie botanica “Actinidia deliziosa”, cultivar Hayward, destinati ad essere forniti allo stato fresco al consumatore. Il Kiwi di Latina presenta le seguenti caratteristiche: forma cilindrica-ellissoidale, altezza superiore al diametro, buccia di colore bruno chiaro con fondo verde chiaro, peluria morbida, calice leggermente infossato, polpa verde smeraldo chiaro, morbida, circondata da una corona di piccoli e numerosi semi neri. I frutti sono interi, sani, puliti, privi di sostanze estranee, sufficientemente sodi e ben formati. Sono commercializzati nelle categorie extra e I. I kiwi appartenenti alla categoria extra sono di peso superiore ai 90 g, sono ben sviluppati e presentano tutti le caratteristiche e la colorazione della varietà; sono, inoltre, privi di difetti, salvo lievissime alterazioni superficiali, che non pregiudicano la qualità e l’aspetto del prodotto o la sua presentazione nell’imballaggio. I frutti appartenenti alla categoria I hanno un peso superiore agli 80 g, sono sodi e con polpa esente da difetti; sono ammessi lievi difetti di forma o di colorazione. Grado brix: min. 6,2.
Come lo distingui Sul singolo prodotto o sulle confezioni è presente l’indicazione Kiwi di Latina IGP, il logo della denominazione raffigurante il Colosseo, ed il simbolo comunitario. Non è ammesso il confezionamento fuori della zona di produzione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente nel Lazio, attraverso la vendita al dettaglio e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 20 agosto 2004 71
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 72
Limone Costa d’Amalfi IGP La zona di produzione La zona di produzione del Limone Costa d’Amalfi comprende, in tutto in parte, il territorio dei comuni di Atrani, Amalfi, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello Scala, Tramonti, Vietri sul Mare, appartenenti alla provincia di Salerno, in Campania.
Le caratteristiche L’Indicazione Geografica Protetta Limone Costa d’Amalfi indica i limoni riferibili alla cultivar Sfusato. Il prodotto presenta le seguenti caratteristiche: forma del frutto ellittico-allungata; dimensioni medio-grosse e con peso non inferiore a 100 g; buccia di spessore medio e di colore giallo citrino; polpa di colore giallo paglierino, abbondante, con resa superiore al 25% ed acidità non inferiore a 3,5 g/100 ml.
Come lo distingui Il Limone Costa d’Amalfi è commercializzato in contenitori di peso compreso tra 0,5 e 15 kg e opportunamente sigillati, in modo che il contenuto non possa essere estratto senza la rottura del sigillo. Su ogni confezione sono riportate le indicazioni Limone Costa d’Amalfi - Indicazione Geografica Protetta (IGP), il logo della denominazione raffigurante un limone con sullo sfondo la stilizzazione della costiera amalfitana, il simbolo comunitario, nonché la ragione sociale del confezionatore o del produttore e la quantità di prodotto effettivamente contenuta nella confezione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente in Campania, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, nel territorio nazionale, tramite la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 4 luglio 2001 72
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 73
Limone di Sorrento IGP La zona di produzione La zona di produzione del Limone di Sorrento comprende parte dei comuni di Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sorrento, Sant’Agnello, Massa Lubrense, Capri e Anacapri, in provincia di Napoli, in Campania.
Le caratteristiche Il Limone di Sorrento identifica i limoni riferibili alle varietà Ovale di Sorrento e Limone di Massa Lubrense o Massese. Il prodotto presenta le seguenti caratteristiche: forma ellittica simmetrica, peso non inferiore a 85 g, buccia di colore giallo citrino e di spessore medio, polpa di colore giallo paglierino con tessitura media, succo giallo paglierino abbondante con elevata acidità (non inferiore a 3,5 g/100 ml) e resa non inferiore al 30%.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in appositi contenitori rigidi, con capienza da un minimo di 0,5 kg ad un massimo di 15 kg, realizzati con materiali vegetali, con cartone o altro materiale riciclabile. Ogni confezione riporta l’indicazione Limone di Sorrento - Indicazione Geografica Protetta (IGP), il logo della denominazione, rappresentato dall’immagine di tre limoni affogliati, ed il simbolo comunitario. Inoltre, devono comparire il nome, la ragione sociale, l’indirizzo dell’azienda produttrice e/o confezionatrice e la quantità di prodotto effettivamente contenuta nella confezione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Campania attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 6 novembre 2000 73
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 74
Limone Femminello del Gargano IGP La zona di produzione La zona di produzione del Limone Femminello del Gargano comprende il territorio dei comuni di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico, in provincia di Foggia, in Puglia.
Le caratteristiche Il prodotto è commercializzato in due varietà: Limone scorza gentile “Citrus limonium tenue Riss.” e Limone oblungo “Citrus limonium oblungum Riss.”. Il Limone scorza gentile, detto anche Lustrino, ha forma sferoidale, colore giallo-chiaro, buccia particolarmente liscia e di spessore molto sottile ricca di oli essenziali e di profumi molto intensi, polpa e succo di colore giallo citrino, con numero ridotto di semi; il succo non è inferiore al 35% del peso del frutto e l’acidità superiore a 3,5 g/100 ml. Il Limone oblungo, detto Fusillo, ha forma ellittica, colore giallo citrino intenso, buccia di spessore medio, più o meno liscia, ricca di oli essenziali e con profumi molto intensi; il succo non è inferiore al 30% del peso del frutto e l’acidità superiore a 3,5 g/100 ml.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato sfuso o incartato. Se sfuso ogni frutto riporta il logo identificativo della denominazione raffigurante due limoni affogliati; nel caso di prodotto incartato, almeno l’80% dei frutti, il logo è riportato sull’involucro. Se confezionato, ogni confezione riporta il nome del prodotto, seguito dalla varietà, l’indicazione Limone Femminello del Gargano – IGP anche per esteso, il logo e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato prevalentemente in Puglia, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 15 febbraio 2007 74
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 75
Limone Interdonato di Messina IGP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva di alcuni comuni in provincia di Messina, in Sicilia.
Le caratteristiche Il Limone Interdonato di Messina appartiene alla varietà locale Interdonato ricavata dall’incrocio tra limone e cedro. Il frutto presenta pezzatura compresa tra 80 e 350 g, forma ellittica con apice pronunciato all’estremità. Il colore è verde opaco ad inizio della maturazione e diventa giallo con il procedere della stessa, ad eccezione delle estremità che rimangono di colore verde. La polpa è di colore giallo, con tessitura media, semi pochi o del tutto assenti. Il succo è di colore giallo citrino, con resa non inferiore al 25%, l’acidità totale è inferiore a 50 g/l, grado Brix non inferiore a 6,2. Le categorie commerciali del Limone Interdonato di Messina sono la extra o la prima.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Limone Interdonato di Messina seguita dalla menzione IGP, del logo della denominazione. Nel logo è riportata all’interno l’effigie del colonnello Interdonato selezionatore di questa varietà, mentre sullo sfondo si ravvisano il mare, la Sicilia e la scritta “Messina”. In primo piano vi è un’immagine del prodotto. Il limone Interdonato è venduto in contenitori e/o vassoi di legno, plastica o cartone, in sacchi retinati del peso massimo di 5 kg. Tutte le confezioni sono opportunamente sigillate. In alternativa il prodotto può essere venduto sfuso, purchè vi sia un bollino sul singolo frutto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in provincia di Messina ed in particolare nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata l’11 novembre 2009 75
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
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Marrone del Mugello IGP La zona di produzione La zona di produzione del Marrone del Mugello comprende il territorio di dieci comuni della provincia di Firenze, in Toscana.
Le caratteristiche Il Marrone del Mugello si riferisce ad una serie di sottospecie (ecotipi) correntemente indicati col nome della località e/o comune di provenienza ma tutte riconducibili alla varietà Marrone Fiorentino. Il prodotto presenta le seguenti caratteristiche: numero di frutti per riccio non superiore a tre; pezzatura medio-grossa (non più di 80 frutti per 1 kg); forma prevalentemente ellissoidale, apice poco pronunciato con presenza di peluria. Il prodotto di norma ha una faccia laterale tendenzialmente piatta, l’altra marcatamente convessa; la cicatrice ilare è di forma sensibilmente rettangolare e di dimensioni tali da non debordare sulle facce laterali, generalmente piatta e di colore più chiaro della buccia. La buccia è di colore bruno rossiccio con striature più scure. Il seme presenta polpa bianca, croccante, gradevole e di sapore dolce con superficie quasi priva di solcature. È commercializzato allo stato fresco o allo stato secco (in guscio o sgusciato). La resa in marroni secchi pelati non supera 35% mentre la resa in marroni secchi in guscio non supera il 65%. I marroni secchi sgusciati si presentano interi, sani, di colore paglierino chiaro e con non più del 10% di difetti (tracce di bacatura, deformazioni etc.).
Come lo distingui Ogni confezione riporta le indicazioni Marrone del Mugello – IGP, il logo della denominazione che rappresenta un marrone stilizzato a forma di sole sopra il profilo di due montagne, ed il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente nella zona di produzione e nei territori limitrofi attraverso la distribuzione organizzata, la vendita diretta o al dettaglio.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 76
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 77
Marrone di Caprese Michelangelo DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva del comune di Caprese Michelangelo e di parte del comune di Anghiari in provincia di Arezzo, in Toscana.
Le caratteristiche Per il Marrone di Caprese Michelangelo sono utilizzati i frutti dell’ecotipo locale Marrone di Caprese Michelangelo, riconducibile alla varietà Marrone. Il prodotto fresco presenta frutti dalla buccia di colore avana con striature marroni più o meno intense; forma tendenzialmente ellittica, polpa di colore bianco avorio caratterizzata da lievi note profumate di mandorla e vaniglia. Il prodotto secco si ottiene tramite essiccazione e successiva sbucciatura dei frutti. L’essiccazione è realizzata con la tecnica del seccatoio a legna per un periodo di 40 giorni o mediante essiccatoio ad aria calda per un periodo massimo di 15 giorni. Il prodotto secco presenta colore della polpa avorio o paglierino chiaro, aspetto dei frutti sano, integro, con non oltre il 5% di frutti deformati o con tracce di bacatura o di muffa.
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile per la presenza in etichetta dell’indicazione Marrone di Caprese Michelangelo seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). Sono presenti, inoltre, la dicitura “prodotto della montagna” e il logo della denominazione che riproduce una castagna stilizzata al cui interno si trova l’effigie di Michelangelo Buonarroti. Il marrone può essere commercializzato in contenitori sigillati di peso pari a 0,5, 1, 2, 3, 5, 10, 25 kg o può essere venduto sfuso prelevato da contenitori sigillati esposti al pubblico.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata l’11 dicembre 2009 77
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
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Marrone di Castel del Rio IGP La zona di produzione La zona di produzione comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Castel del Rio, Fontanelice, Casal Fiumanese e Borgo Tassinaro, in provincia di Bologna, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche Il Marrone di Castel del Rio identifica i frutti ottenuti da castagneti della specie “Castanea Sativa Mill.” delle seguenti varietà: marrone domestico, marrone nostrano, marrone S. Michele. Il prodotto si caratterizza per una pezzatura medio-grossa (non più di 90 frutti/kg), forma prevalentemente ellissoidale con una faccia laterale tendenzialmente piatta e l’altra marcatamente convessa; la buccia è sottile, di colore bruno rossiccio con striature più scure in numero variabile da 25 a 30, e si stacca facilmente dal frutto. La polpa è croccante, dolce e di colore bianco, quasi priva di solcature.
Come lo distingui Il Marrone di Castel del Rio è commercializzato in sacchetti di tessuto idoneo all’uso alimentare dal peso di 1, 2, 5 e 10 kg. Su ogni confezione sono presenti l’indicazione Marrone di Castel del Rio - Indicazione Geografica Protetta, il logo della denominazione raffigurante il ponte degli Alidosi, il simbolo comunitario nonché la data di produzione e il numero delle castagne contenute.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito prevalentemente nella provincia di Bologna, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, in parte, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 78
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 79
Marrone di Combai IGP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva di alcuni comuni in provincia di Treviso, in Veneto.
Le caratteristiche Il Marrone di Combai è il frutto allo stato fresco proveniente da castagneti della varietà locale tipica delle Prealpi trevigiane. Il prodotto si caratterizza per forma ellissoidale e apice abbassato. La buccia è di colore marrone variabile dal chiaro allo scuro, mai opaco e si separa facilmente dal frutto. All’interno la pellicola che riveste il seme ha inflessioni poco profonde tali da consentire una facile pelatura. Il seme, di norma uno per frutto, presenta solcature superficiali, mentre la polpa è di colore biancastro, dalla pasta farinosa che con la cottura diventa croccante e saporita. Per la categoria extra è previsto un numero di frutti pari a 5080 per kg, una percentuale in peso di frutti colpiti da insetti non superiore a 4, una percentuale in peso di frutti danneggiati non superiore a 3. Per la categoria I è previsto un numero di frutti pari a 81-105 per kg, una percentuale in peso di frutti colpiti da insetti non superiore a 6, una percentuale in peso di frutti danneggiati non superiore a 5.
Come lo distingui Il Marrone di Combai può essere commercializzato in sacchi di iuta o retine in plastica da 1, 2, 3, 5 e 25 kg, cassette e cestini di legno da 1 a 5 kg. Questi ultimi sono avvolti da cellophane e sigillati con spago piombato e logo della denominazione. La chiusura delle altre tipologie di confezioni avviene mediante clipsatrice meccanica o cucitura con filo di nylon o spago piombato. La sigillatura consente di fissare sulla confezione l’etichetta con il logo della denominazione, costituito da un marrone stilizzato circondato dagli aculei di un riccio stilizzato su di una cornice marrone. In etichetta è inoltre presente la dicitura Marrone di Combai seguita dall’acronimo IGP in caratteri di dimensioni maggiori rispetto alle altre indicazioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e in parte attraverso le fiere ad esso dedicate.
Denominazione registrata il 30 novembre 2009 79
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 80
Marrone di Roccadaspide IGP La zona di produzione La zona di produzione del Marrone di Roccadaspide comprende il territorio al di sopra dei 250 metri s.l.m. di alcuni comuni della provincia di Salerno, in Campania.
Le caratteristiche Il Marrone di Roccadaspide si riferisce al frutto ottenuto dalle sottospecie (ecotipi) Anserta, Abate e Castagna Rossa riconducibili alla varietà marrone. È commercializzato fresco o essiccato. La forma del frutto è tendenzialmente semisferica, talvolta leggermente ellissoidale, il colore è castano bruno, tendenzialmente rossastro, con strie scure generalmente poco evidenti; il seme è bianco latteo, con polpa consistente e di sapore dolce. Se commercializzato allo stato essiccato (con buccia o sbucciato), il frutto si presenta di colore bianco paglierino e con non più del 20% di difetti (tracce di bacatura, deformazioni, etc.). Il prodotto si distingue per una polpa dalla consistenza croccante e poco farinosa.
Come lo distingui Sulle confezioni o sulle etichette sono riportate, a caratteri di stampa chiari e leggibili, le indicazioni Marrone di Roccadaspide – IGP (in acronimo o per esteso), il logo della denominazione a forma di doppia ellisse e il simbolo comunitario. Devono, inoltre, comparire il nome, la ragione sociale e l’indirizzo dell’azienda confezionatrice o produttrice nonchè la quantità di prodotto effettivamente contenuta nella confezione. Tutte le indicazioni sono riportate in etichetta con caratteri di altezza e di larghezza non superiori alla metà di quelli utilizzati per l’Indicazione Geografica Protetta.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile prevalentemente in Campania, nella provincia di Salerno, attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 27 marzo 2008 80
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 81
Marrone di San Zeno DOP La zona di produzione La zona di produzione del Marrone di San Zeno è riservata ai seguenti comuni in provincia di Verona, in Veneto: Brentino-Belluno, Brenzone, Costermano, Caprino Veronese, Ferrara di Monte Baldo e San Zeno di Montagna, tutti all’interno della zona della Comunità Montana del Monte Baldo.
Le caratteristiche Il prodotto all’atto dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche: numero di frutti per riccio non superiore a tre, forma del frutto ellissoidale con apice poco rilevato, cicatrice ilare simile ad un cerchio schiacciato tendente al rettangolo, di colore più chiaro della buccia. La buccia è sottile, lucida, di colore marrone con striature più scure; il frutto di colore giallo paglierino, lievemente corrugato, pastoso e di gusto dolce. Al momento dell’immissione al consumo i frutti sono interi, sani, puliti e asciutti.
Come lo distingui Il Marrone di San Zeno è venduto fresco in sacchetti di juta o di materiale per alimenti e di peso variabile da 0,3 kg a 50 kg. Ogni confezione è provvista di etichetta che presenta l’indicazione Marrone di San Zeno DOP, il logo della denominazione raffigurante due cerchi con all’interno rispettivamente San Zeno benedicente e due ricci stilizzati con il marrone che esce, l’annata di produzione e il luogo di confezionamento.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Veneto, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata l’11 novembre 2003 81
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
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Marroni del Monfenera IGP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio dei seguenti comuni localizzati in provincia di Treviso, in Veneto: Borso del Grappa, Crespano del Grappa, Paderno del Grappa, Possagno, Cavaso del Tomba, Pederobba, San Zenone degli Ezzelini, Fonte, Asolo, Maser, Castelcucco, Monfumo, Cornuda, Montebelluna, Caerano di San Marco, Crocetta del Montello, Volpago del Montello, Giavera del Montello, Nervesa della Battaglia.
Le caratteristiche I Marroni del Monfenera sono i frutti allo stato fresco provenienti da castagneti della specie “Castanea sativa Mill.”, varietà coltivabile. Il prodotto si caratterizza per forma ovoidale, apice poco rilevato, una faccia laterale tendenzialmente piana e l’altra marcatamente convessa; la buccia è di colore marrone brillante, con striature più scure che si sviluppano in senso meridiano, la struttura dura e resistente. Il seme, di norma uno per riccio, si presenta liscio o leggermente rugoso con polpa di colore nocciola chiaro, tendente al giallo paglierino; la consistenza è pastosa/farinosa dal sapore dolce e gradevole. Il numero di frutti per kg è minore o uguale a 90.
Come lo distingui I Marroni del Monfenera sono commercializzati in sacchetti di rete per alimenti chiusi ai lembi superiori con un sistema di collatura a caldo o attraverso chiusura con cucitura. Le confezioni sono da 1, 2, 3 (collatura a caldo), 5 e 10 kg (con cucitura). L’immissione al consumo non avviene prima del 15 settembre di ogni anno. Il prodotto è riconosciuto attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Marroni del Monfenera IGP in caratteri di dimensioni maggiori rispetto alle altre indicazioni apposte sull’etichetta, del logo della denominazione e del simbolo comunitario. Il logo riproduce due ovali scostati uno dall’altro in maniera concentrica all’interno dei quali sono rappresentate le colline della Pedemontana del Grappa e la pianura è divisa dal fiume Piave, che scende al centro e taglia il logo in due parti asimmetriche. Completano il logo due castagni posti uno a destra e uno a sinistra del letto del fiume, due ricci in primo piano con dieci marroni avvolti in due foglie.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile prevalentemente in Veneto, nella provincia di Treviso, attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 24 novembre 2009 82
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 83
Mela Alto Adige o Südtiroler Apfel IGP La zona di produzione La zona di produzione della mela Alto Adige/Südtiroler Apfel comprende diversi comuni della provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige.
Le caratteristiche L’Indicazione Geografica Protetta Mela Alto Adige o Südtiroler Apfel si riferisce ai frutti delle seguenti varietà e loro cloni: Braeburn, Elstar, Fuji, Gala, Golden Delicious, Granny Smith, Idared, Jonagold, Morgenduft, Red Delicius, Stayman Winesap. Le caratteristiche cambiano a seconda della varietà. La varietà Braeburn si distingue per il colore dal verde al verde chiaro, grado Brix > 11, durezza min. 5,5 kg/cm2; la varietà Elstar ha colore giallo, grado Brix > 10,5, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Fuji ha colore verde chiaro-giallo, grado Brix > 12,5, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Gala ha colore verde giallo-giallo, grado Brix > 10,5, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Golden Delicius ha colore verde chiaro-giallo, grado Brix > 11, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Granny Smith ha colore verde intenso, grado Brix > 10, durezza min. 5,5 kg/cm2; la varietà Idared ha colore giallo verde, grado Brix > 10, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Jonagold ha colore giallo verde, grado Brix > 11, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Morgenduft ha colore da verde chiaro a giallo, grado Brix > 10, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Red Delicius ha colore verde-giallo, grado Brix > 10, durezza min. 5 kg/cm2; la varietà Stayman Winesap ha colore verde giallastro, grado Brix > 10, durezza min. 5 kg/cm2.
Come lo distingui La Mela Alto Adige è commercializzata in confezioni di cartone, legno o plastica di peso variabile oppure in confezioni monofrutto o in sacchetti. Su ogni confezione sono presenti le seguenti indicazioni: Mela Alto Adige, in lingua italiana o tedesca, Indicazione Geografica Protetta, il logo della denominazione e il simbolo comunitario. È utilizzata la bollinatura sui singoli frutti con il logo e con una percentuale di unità bollinate pari ad almeno il 70% del totale dei frutti presenti nella confezione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito su tutto il territorio nazionale attraverso la vendita al dettaglio e la distribuzione organizzata. Parte del prodotto viene esportata.
Denominazione registrata il 14 novembre 2005 83
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 84
Mela Val di Non DOP La zona di produzione La zona di produzione della Mela Val di Non ricade nella Val di Sole e nella Val di Non situate in provincia di Trento, in Trentino Alto Adige.
Le caratteristiche La Denominazione di Origine Protetta Mela della Val di Non è riservata alle mele appartenenti alle varietà Golden Delicious, Renetta Canada e Red Delicious. I frutti sono interi, di aspetto fresco e sano, puliti, privi di sostanze ed odori estranei. La forma è tronco-conica oblunga per Golden Delicious e Red Delicious; tronco-conica o appiattita per la Renetta Canada. Il colore è dal verde al giallo, a volte con faccetta rosata, per Golden Delicious; giallo-verdastro con buccia rugosa per Renetta Canada; rosso su fondo verde per Red Delicious. Le caratteristiche organolettiche sono croccantezza e sapore dolce-acidulo per la Golden Delicious, polpa decisamente acidula e pastosa per la Renetta Canada, polpa più pastosa e gusto prevalentemente dolciastro per la Red Delicious. Grado brix: min. 12 per la Golden Delicious; min. 9 per la Renetta Canada e la Red Delicious. Durezza: min. 5 kg/cm2 per la Golden Delicious e la Renetta Canada; min. 3,5 kg/cm2 per la Red Delicious.
Come lo distingui Il prodotto è confezionato sfuso o in cassette. Sulle confezioni di vendita, o sui singoli frutti se sfusi, è apposto il logo della denominazione contraddistinto dalla dicitura Melinda / DOP Mela Val di Non. Melinda è il nome del Consorzio partecipato dalle cooperative produttrici di mele operanti nella Val di Non e nella Val di Sole.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. È possibile reperire il prodotto anche all’estero.
Denominazione registrata il 22 settembre 2003 84
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 85
Melannurca Campana IGP La zona di produzione La zona di produzione della Melannurca Campana comprende parte del territorio delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno, in Campania.
Le caratteristiche La Indicazione Geografica Protetta Melannurca Campana si riferisce ai frutti delle varietà Annurca e Annurca Rossa del Sud. La mela Annurca ha forma appiattitarotondeggiante o tronco conico breve, buccia di medio spessore o spessa e di colore giallo verdastro con striature rosse, polpa bianca molto compatta e mediamente dolce acidula, abbastanza succosa, aromatica e profumata, peso non inferiore a 80 g. La mela Annurca Rossa del Sud presenta forma appiattita-rotondeggiante o tronco conico breve, buccia di medio spessore e di colore giallo con sovraccolore rosso, polpa bianca compatta, croccante, dolce acidula e succosa, peso non inferiore a 100 g. La caratteristica colorazione rossa dei frutti è ottenuta adagiando gli stessi, dopo la raccolta, nei tipici melai costituiti da piccoli appezzamenti di terreno, sistemati in modo tale da evitare il formarsi di ristagni idrici, sui quali sono stati distesi strati di materiale soffice vario. I frutti sono disposti su file esponendo alla luce la parte meno arrossata e vengono periodicamente rigirati. Grado brix: 11,5 - 12 per la varietà Annurca; 12 - 12,5 per la varietà Annurca Rossa del Sud.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato sfuso o in confezioni. Su ogni confezione sono presenti le indicazioni “Melannurca Campana - IGP”, seguita dall’indicazione della varietà, dal simbolo comunitario e dal logo della denominazione che rappresenta una mela stilizzata.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito sull’intero territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e la vendita diretta.
Denominazione registrata il 10 marzo 2006 85
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 86
Nocciola del Piemonte o Nocciola Piemonte IGP La zona di produzione Il territorio di produzione comprende i comuni più vocati alla coltivazione di nocciole e localizzati nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino e Vercelli, in Piemonte.
Le caratteristiche Il prodotto rappresenta il frutto della cultivar di nocciolo “Tonda Gentile delle Langhe”. Il prodotto è commercializzato in guscio, sgusciato o semilavorato. All’atto dell’immissione al consumo si caratterizza per una forma tonda, dimensioni non molto uniformi con calibri prevalenti da 17 a 21 mm; il guscio è di medio spessore e di colore nocciola mediamente intenso, di scarsa lucentezza, con peluria (tomento) diffusa all’apice e striature numerose ma poco evidenti; il seme è di forma sferica talvolta ovale e di colore più scuro del guscio; è ricoperto da fibre, con superficie corrugata e solcature più o meno evidenti; la polpa è compatta e croccante con sapore ed aroma finissimo e persistente.
Come lo distingui Le confezioni riportano il nome del prodotto, l’indicazione Nocciola del Piemonte o Nocciola Piemonte – IGP, seguita dall’annata di raccolta nonché il logo della denominazione e il simbolo comunitario. I prodotti ottenuti o lavorati con Nocciola del Piemonte o Nocciola Piemonte riportano in etichetta la denominazione preceduta da “prodotto ottenuto con…”.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Piemonte, tramite la vendita diretta o al dettaglio. Come ingrediente è presente in prodotti dolciari distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 86
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 87
Nocciola di Giffoni IGP La zona di produzione La zona di produzione della Nocciola di Giffoni comprende il territorio dei seguenti comuni della provincia di Salerno, in Campania: Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, San Cipriano Piacentino, Fisciano, Galvanico, Castiglione del Genovesi, Montecorvino Rovella nonché parzialmente i seguenti comuni: Baronissi, Montecorvino Pugliano, Olevano sul Tusciano, San Mango Piemonte, Acerno.
Le caratteristiche La Nocciola di Giffoni presenta le seguenti caratteristiche: forma della nocula subsferica di calibro non inferiore a 18 mm; guscio di medio spessore e di colore nocciola più o meno intenso con striature di colore marrone scuro; seme di forma subsferica con rara presenza di fibre e di calibro non inferiore a 13 mm; polpa di colore bianco, consistente e aromatica. Resa alla sgusciatura: non inferiore al 43%.
Come lo distingui La Nocciola di Giffoni è commercializzata in confezioni sigillate, in modo tale che il contenuto non possa essere estratto senza la rottura del contenitore. Il confezionamento, per il prodotto in guscio, è effettuato in sacchi di tessuto o altro materiale idoneo; per il prodotto sgusciato, in sacchi di carta o di tessuto, in scatole di cartone o di altro materiale idoneo. Su ogni confezione sono presenti le seguenti indicazioni: Nocciola di Giffoni - Indicazione Geografica Protetta (IGP), denominazione o ragione sociale ed indirizzo del confezionatore, annata di produzione, peso netto all’origine. Sulle confezioni è presente anche il logo della denominazione che raffigura due nocciole stilizzate poste in basso a destra e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La commercializzazione avviene prevalentemente in Campania, in particolare nella zona di produzione attraverso distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 87
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 88
Nocciola Romana DOP La zona di produzione La zona di produzione della Nocciola Romana interessa alcuni comuni della province di Viterbo e Roma, nel Lazio.
Le caratteristiche La denominazione Nocciola Romana si riferisce ai frutti ottenuti dalle varietà Tonda Gentile Romana e Nocchione. Sono ammessi in misura non superiore al 10% anche le varietà Tonda di Giffoni e Barrettona. La varietà Tonda Gentile Romana si caratterizza per la forma del guscio subsferoidale con apice leggermente a punta; dimensioni con calibri variabili da 14 a 25 mm; guscio di medio spessore, con scarsa lucentezza e numerose striature evidenti; frutto medio-piccolo, per lo più ricoperto di fibre; consistenza del frutto compatta e croccante; sapore ed aroma finissimo e persistente. La varietà Nocchione si caratterizza per la forma sferoidale, subelissoidale; dimensioni comprese tra 14 e 25 mm; guscio spesso e striato; frutto mediopiccolo, con fibre presenti in misura medio-elevata; sapore ed aroma finissimo e persistente. In entrambi i casi la resa alla sgusciatura è compresa tra il 28 e il 50%. Alla masticazione le nocciole si presentano croccanti e fratturabili al primo morso senza cedevolezza, caratteristiche possedute anche dalle nocciole conservate.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in sacchi o confezioni di juta, ràfia e in buste. Sulle confezioni è riportata l’indicazione Nocciola Romana DOP, in acronimo o per esteso, seguita dal logo della denominazione avente forma circolare con tre foglie disposte a ventaglio e una nocciola al centro con raffigurato il disegno del Palazzo dei papi di Viterbo, e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La commercializzazione avviene prevalentemente nel Lazio, in particolare nella zona di produzione, attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 22 luglio 2009 88
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
Pagina 89
Pera dell’Emilia Romagna IGP La zona di produzione La zona di produzione della Pera dell’Emilia Romagna comprende il territorio di alcuni comuni delle province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Bologna e Ravenna.
Le caratteristiche Il prodotto è commercializzato nelle seguenti varietà: Abate Fetel, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, William, Max Red Bartlett, Cascade e Passa Crassana. Al consumo presenta differenti caratteristiche in relazione alla varietà: la Abate Fetel è di colore verde chiaro-giallastro, forma piuttosto allungata e sapore dolce; la Conference è di colore verde giallastro, forma piriforme spesso simmetrica e sapore dolce; la Decana del Comizio è di colore verde-chiaro giallastro con sfumature color rosa, forma turbinata e sapore dolce aromatico; la Kaiser è di colore ruggine, forma piriforme larga in basso, sapore dolce e succoso; le William e Max Red Bartlett presentano un colore giallo con sfumature dal rosato al rosso vivo, forma piriforme corta e sapore dolce aromatico; la varietà Cascade è di colore rosso, forma irregolare e sapore dolce; la varietà Passa Crassana ha colore che varia dal verde al giallo al ruggine e sapore dolce. Grado brix: da 11 per le varietà William e Max Red Bartlett a 13 per la varietà Abate Fetel.
Come lo distingui La Pera dell’Emilia Romagna è commercializzata in vassoi da 4-6 frutti, cestini da 1 kg o in plateaux di cartone, legno o plastica. Su ogni confezione sono presenti le indicazioni Pera dell’Emilia Romagna - IGP, la varietà, il logo della denominazione e il simbolo comunitario. Per l’identificazione in plateaux dei prodotti IGP viene utilizzata la bollinatura sui singoli frutti con una percentuale di unità bollinate pari ad almeno il 70% del totale dei frutti presenti nella confezione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito su tutto il territorio nazionale attraverso la vendita al dettaglio e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 89
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
16:50
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Pera Mantovana IGP La zona di produzione La zona di produzione della Pera Mantovana comprende il territorio di diversi comuni della provincia di Mantova, in Lombardia.
Le caratteristiche L’indicazione Pera Mantovana indica i frutti delle seguenti cultivar: Abate Fetel, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, William e Max Red Bartlett. La varietà Abate Fetel si distingue per il colore verde chiaro-giallastro con presenza di rugginosità attorno alla cavità calicina e al peduncolo, forma piuttosto allungata, sapore dolce. La varietà Conference si distingue per il colore verde giallastro con rugginosità diffusa intorno alla cavità calicina che spesso interessa il terzo basale del frutto, forma piriforme spesso simmetrica, sapore dolce. La varietà Decana del Comizio si distingue per il colore verdechiaro-giallastro spesso colorato di rosa e rugginosità sparsa, forma turbinata, sapore dolce aromatico. La varietà Kaiser si distingue per il colore completamente rugginoso, forma calebassiforme-piriforme, polpa fine e succosa. Le varietà William e Max Red Bartlett si distinguono per il colore giallo con sfumature dal rosa al rosso, forma piriforme, sapore dolce aromatico. Grado brix: 11. È commercializzata nel periodo intercorrente tra il 10 agosto ed il 31 maggio di ogni anno.
Come lo distingui Sui contenitori sono riportati, in caratteri di stampa delle medesime dimensioni, l’indicazione Pera Mantovana - Indicazione Geografica Protetta (IGP), il nome della cultivar, seguita dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario. Nel medesimo campo visivo deve comparire nome, ragione sociale ed indirizzo del confezionatore, nonché il peso lordo all’origine.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito nella zona di produzione e sul resto del territorio nazionale tramite la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 90
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
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Pesca e Nettarina di Romagna IGP La zona di produzione La zona di produzione della Pesca e Nettarina di Romagna comprende il territorio di alcuni comuni delle province di Ferrara, Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna.
Le caratteristiche Il prodotto si presenta in due varietà: la tipologia a polpa gialla e quella a polpa bianca. Le caratteristiche sono le seguenti: forma tondeggiante più o meno appiattita, superficie liscia e luminosa di colore rosso con sfumature giallo-arancione, diametro minimo di 2,5 cm e circonferenza minima di 17,5 cm. Grado brix: da 9,5 a 11,5. È disponibile sul mercato dal 10 giugno al 20 settembre di ogni anno.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in confezioni di cartone, di legno o di plastica (vassoi, cestini, cartoni, etc) monofrutto o con più frutti. Tutti contenitori sono sigillati in modo tale da evitare che il contenuto possa essere estratto senza rompere il sigillo. Per l’identificazione del prodotto viene utilizzata la bollinatura sui singoli frutti con il logo identificativo del prodotto e con una percentuale di unità bollinate pari ad almeno il 70% del totale dei frutti presenti nella confezione. Sui contenitori sono indicate le diciture Pesca di Romagna e Nettarina di Romagna, immediatamente seguite dalla dizione Indicazione Geografica Protetta, e quindi dal nome della varietà. Nel medesimo campo visivo compare nome, ragione sociale ed indirizzo del confezionatore nonché il peso lordo all’origine. La dizione Indicazione Geografica Protetta è ripetuta in altra parte del contenitore o dell’etichetta anche in forma di acronimo IGP.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito su tutto il territorio nazionale attraverso la vendita al dettaglio e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 91
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
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Uva da Tavola di Canicattì IGP La zona di produzione La zona di produzione dell’Uva da Tavola di Canicattì comprende parte del territorio delle province di Agrigento e di Caltanissetta, in Sicilia.
Le caratteristiche Il prodotto presenta le seguenti caratteristiche: grappoli medio-grandi di forma conico-piramidale, senza acinellature, di dimensione, colore e forma uniformi; il peduncolo è pronunciato, gli acini sono medio grossi di forma sferoidale-ellissoidale, con polpa carnosa, croccante, dolce con delicato aroma di moscato; la buccia è di colore variabile dal giallo tenue al giallo paglierino dorato. Il grado zuccherino non è inferiore a 15 gradi babo (densità del mosto).
Come lo distingui La commercializzazione dell’Uva da Tavola di Canicattì è effettuata utilizzando confezioni di capacità minima 0,5 kg o multipli. In tutti i casi i contenitori sono sigillati in modo tale da impedire che il contenuto possa essere estratto senza la rottura dei contenitori stessi. Su questi è riportata l’indicazione Uva da Tavola di Canicattì seguita dalla dizione Indicazione Geografica Protetta (IGP), dal logo della denominazione che rappresenta una lettera “C” stilizzata, e dal simbolo comunitario. Nel medesimo campo visivo compaiono nome, ragione sociale ed indirizzo del confezionatore nonché il peso lordo all’origine.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito in Sicilia, nella zona di produzione e nelle zone limitrofe attraverso la vendita diretta o al dettaglio e, a livello nazionale, tramite la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 92
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7-05-2010
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Uva da Tavola di Mazzarrone IGP La zona di produzione La zona di produzione dell’Uva da Tavola di Mazzarrone comprende parte del territorio delle province di Catania e Ragusa, in Sicilia.
Le caratteristiche L’Uva da Tavola di Mazzarrone è commercializzata nelle tipologie nera, rossa e bianca. La varietà nera presenta le seguenti caratteristiche: peso minimo del grappolo 400 g, buccia di colore nero-blu intenso, vellutato con riflessi perlacei, ricoperta di pruina. Per la varietà rossa il peso minimo del grappolo è di 350 g, la buccia di colore rosso-palissandro, blu rosso ricoperta di pruina. La varietà bianca si caratterizza per il grappolo di peso minimo di 400 g, buccia di colore variabile dal bianco-crema al giallo dorato, ricoperta di pruina. Grado brix: min. 13.
Come lo distingui Il prodotto è immesso al consumo in confezioni chiuse, in maniera tale da impedire che possa essere estratto senza rompere la confezione. Su ogni confezione compare la dicitura Uva da Tavola di Mazzarrone seguita dall’indicazione IGP, in acronimo o per esteso, nonché dalla indicazione varietale, dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato in Sicilia e nelle zone limitrofe attraverso la vendita diretta o al dettaglio e sul resto del territorio nazionale tramite la distribuzione organizzata. Parte del prodotto viene esportato all’estero.
Denominazione registrata il 4 aprile 2003 93
59-94 Impaginato Schede Frutta
7-05-2010
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95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
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Bergamotto di Reggio Calabria DOP Olio essenziale La zona di produzione La zona di produzione è nella provincia di Reggio Calabria, limitatamente alla costa ionica, da Villa San Giovanni a Gioiosa Jonica, in zone prevalentemente collinari esenti da gelate e che godono di buona insolazione.
Le caratteristiche
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Bergamotto di Reggio Calabria Olio essenziale, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo della denominazione, che riproduce la forma tondeggiante del bergamotto con le foglie ed il picciolo. Lungo la circonferenza, esso riporta la dicitura concentrica Bergamotto di Reggio Calabria e al centro la forma geografica della Calabria con in evidenza le zone di produzione. All’interno della Regione Calabria in alto è scritto DOP.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 15 marzo 2001 95
Oli
L’olio essenziale del bergamotto si estrae tramite un sistema di grattugie e di apposite “pelatrici” che prelevano la parte più superficiale dei frutti del bergamotto – Citrus bergamia, Risso – cui segue l’estrazione a freddo da buccia e polpa. L’essenza che se ne ricava ha note fragranti, delicate, persistenti e si distingue per la limpidezza, per i suoi caratteristici riflessi e per il colore che va dal verde intenso, per produzioni di inizio stagione (dicembre) al giallo paglierino per le produzioni di fine stagione, con tonalità intermedie per le produzioni di gennaio. Essa costituisce già di per sé un eccellente profumo, ma normalmente è aggiunto ad altre essenze per esaltarne le caratteristiche di freschezza e fragranza. Il bergamotto è l’ingrediente principale dell’acqua di Colonia classica e altri delicati prodotti di profumeria, cosmetici, saponi, inoltre è largamente impiegato in lozioni, creme, ciprie. L’essenza è anche usata nell’industria farmaceutica grazie alle sue proprietà antibatteriche e antisettiche e nell’industria alimentare e dolciaria come aromatizzante di liquori, dolci e bevande. Numerosi sono gli impieghi dell’essenza anche nel campo aromatico (tabacchi da pipa, canditi, tè).
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
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Olio extravergine d’oliva DOP Alto Crotonese La zona di produzione La zona di produzione interessa la provincia di Crotone, in Calabria, e riguarda più precisamente il territorio dell’Alto Crotonese che comprende i seguenti comuni: Castelsilano (in parte), Cerenzia, Pallagorio, San Nicola dell’Alto Savelli (in parte), Verzino.
Le caratteristiche L’olio DOP Alto Crotonese presenta un colore tra il giallo paglierino ed il verde chiaro, un odore delicato di oliva ed un sapore leggermente fruttato. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,7%; numero di perossidi non superiore a 14 meqO2/kg; K232 non superiore a 2; K270 non superiore a 0,2; acido oleico non inferiore a 70%; polifenoli totali non inferiori a 100 ppm. La principale varietà utilizzata è la «Carolea» presente per almeno il 70%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Alto Crotonese seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto e del simbolo grafico costituito da un’ellisse che racchiude in primo piano l’antico vescovado della vecchia Acherentia. È presente, inoltre, una fascetta riportante una numerazione progressiva e la dicitura olio extravergine di oliva Dop Alto Crotonese.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Calabria, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e in minima parte attraverso la ristorazione.
Denominazione registrata il 15 luglio 2003 96
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
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Olio extravergine d’oliva DOP Aprutino Pescarese La zona di produzione La zona di produzione riguarda la provincia di Pescara, in Abruzzo, e comprende tutto o parte del territorio dei seguenti comuni: Alanno, Bolognano, Castiglione a Casauria, Cappelle sul Tavo, Carpineto Nora, Catignano, Città S. Angelo, Civitaquana, Civitella Casanova, Cepagatti, Collecorvino, Corvara, Cugnoli, Elice, Loreto Aprutino, Manoppello, Montebello di Bertona, Montesilvano, Moscufo, Penne, Pescosansonesco, Pianella, Picciano, Pietranico, Rosciano, S. Valentino, Scafa, Spoltore, Tocco da Casauria, Torre dei Passeri, Turrivalignani, Vicoli.
Le caratteristiche L’olio DOP Aprutino Pescarese presenta un colore dal verde al giallo, un odore fruttato medio alto ed un sapore fruttato. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K270 non superiore a 1,5; acido oleico compreso tra 68% e 85%; polifenoli non inferiori a 100 ppm. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Dritta», la «Leccino» e la «Toccolana» presenti per almeno l’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Aprutino Pescarese seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta riportante una numerazione progressiva e la dicitura DOP. Sulla capsula (dorata e verde) è riportato il logo del consorzio e la serie.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Abruzzo, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 97
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
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Olio extravergine d’oliva DOP Brisighella La zona di produzione La zona di produzione comprende tutto o parte del territorio dei comuni di Brisighella, Faenza, Riolo Terme, Casóla Valsenio, Modigliana, nelle province di Ravenna e di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche L’olio DOP Brisighella presenta un colore verde smeraldo con riflessi dorati, un odore fruttato medio o forte con sensazione netta di erbe e/o ortaggi ed un sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e leggera o media sensazione di piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le principali caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 13 meqO2/kg; K232 non superiore a 2; K270 non superiore a 1,6; acido oleico non inferiore al 75%; acido linoleico non superiore a 8%. La principale varietà utilizzata è la «Nostrana di Brisighella» presente per almeno il 90%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Brisighella seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta con il logo del consorzio, con la numerazione progressiva. La bottiglia da 0,750 l, definita “Brisighello”, presenta un pendaglio cartaceo riportante le prove analitiche, una ricetta a scelta, i nominativi delle aziende da cui derivano le olive.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Emilia-Romagna, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 98
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7-05-2010
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Olio extravergine d’oliva DOP Bruzio La zona di produzione La zona di produzione insiste nella provincia di Cosenza, in Calabria. Sono previste le seguenti sottozone: “Fascia Prepollinica”, “Valle Crati”, “Colline Joniche Presilane”, “Sibaritide”.
Le caratteristiche L’olio DOP Bruzio prodotto nella sottozona “Fascia Prepollinica” presenta un colore verde con riflessi gialli, un odore fruttato medio ed un sapore fruttato. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,7%; numero di perossidi non superiore a 10 meqO2/kg; acido linoleico non superiore a 8%; polifenoli non inferiori a 200 ppm. Per la sottozona “Valle Crati” il colore è dal verde al giallo, l’odore è fruttato medio ed il sapore è fruttato. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,7%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; acido linoleico non superiore a 9%; polifenoli non inferiori a 200 ppm. Per la sottozona “Colline Joniche Presilane” il colore è giallo oro con riflessi verdi, l’odore è fruttato delicato ed il sapore è fruttato con sensazione di mandorla dolce. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,8%; numero di perossidi non superiore a 14 meqO2/kg; acido linoleico non superiore a 11%; polifenoli non inferiori a 150 ppm. Per la sottozona “Sibaritide” il colore è giallo con qualche riflesso verde, l’odore è fruttato leggero ed il sapore è fruttato leggero con lieve sensazione di amaro. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,7%; numero di perossidi non superiore a 10 meqO2/kg; acido linoleico non superiore a 13%; polifenoli non inferiori a 150 ppm. L’olio DOP Bruzio, indipendentemente dalla sottozona, presenta un valore di K232 non superiore a 2, di K270 non superiore a 0,2 ed un punteggio al panel test non inferiore a 6,5. Le principali varietà utilizzate per la sottozona “Fascia Prepollinica” sono la «Carolea» per almeno il 50%, la «Tondina» fino al 30%, la «Rossanese» fino al al 20%; per la sottozona “Valle Crati” sono la «Tondina», per almeno il 50%, la «Carolea» fino al 30%, la «Grossa di Cassano» fino al 20%; per la sottozona “Colline Joniche Presilane” la «Rossanese» per almeno il 70%; per la sottozona “Sibaritide” sono la «Grossa di Cassano» per almeno il 70%, la «Todina» fino al 30%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Bruzio seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), dal riferimento alla sottozona, del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Calabria, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta, al dettaglio e nella distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 99
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
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Olio extravergine d’oliva DOP Canino La zona di produzione La zona di produzione interessa il territorio della provincia di Viterbo, nel Lazio, e comprende, oltre al comune di Canino, tutto o parte il territorio dei comuni di Arlena, Cellere, Ischia di Castro, Farnese, Montalto di Castro, Tessenano e Tuscania.
Le caratteristiche L’olio DOP Canino presenta un colore verde smeraldo con riflessi dorati, un odore che ricorda il frutto sano, fresco ed un sapore deciso con retrogusto amaro e piccante. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 10 meqO2/kg. Le principali varietà utilizzate sono la «Caninese», la «Leccino», la «Pendolino», la «Maurino», la «Frantoio», presenti da sole o congiuntamente fino al 100%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Canino seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e di una fascetta riportante il logo della denominazione e un codice identificativo delle singole confezioni. Il logo è costituito da un cane rampante bianco ed un rametto con olive su sfondo celeste sfumante al chiaro, il tutto racchiuso in un contorno di colore grigio a forma di anfora in cui, nella parte superiore, sono disegnati tre gigli. In etichetta è presente, inoltre, l’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nel Lazio, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 100
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:50
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Olio extravergine d’oliva DOP Cartoceto La zona di produzione La zona di produzione comprende i territori dei comuni di Cartoceto, Saltara, Serrungarina, Mombaroccio e parte di quello di Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche.
Le caratteristiche L’olio DOP Cartoceto presenta un colore verde, o verde con riflessi giallo oro per gli oli ancora freschi, giallo oro con lievi riflessi verdognoli per gli oli più maturi. L’odore è fruttato di oliva, da leggero a medio, con lieve sentore erbaceo. Possono essere presenti i caratteristici e gradevoli profumi di mandorla verde e mela acerba. Il gusto è armonico fra le sensazioni di fruttato verde, dolce, amaro e piccante fusi. Può essere presente un gradevole e caratteristico retrogusto di mandorla verde. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; rapporto acido oleico/acido linoleico non inferiore a 8; polifenoli non inferiori a 100 mg/Kg. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Raggiola», la «Frantoio», la «Leccino» presenti per almeno il 70%.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza in etichetta dell’indicazione Cartoceto, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e di un codice identificativo delle singole confezioni. In etichetta può essere altresì evidenziato il metodo di molitura.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nelle Marche, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 29 ottobre 2004 101
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:50
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Olio extravergine d’oliva DOP Chianti Classico La zona di produzione La zona di produzione interessa province di Siena e Firenze, in Toscana, e comprende i territori dei comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti e Greve in Chianti per l’intera superficie e determinate parti dei comuni di Castelnuovo Berardenga, Barberino Val d’Elsa, Poggibonsi, S. Casciano Val di Pesa e Tavernelle Val di Pesa.
Le caratteristiche L’olio DOP Chianti Classico presenta un colore verde intenso con sfumature dorate, un aroma netto di olio di oliva e di fruttato. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,1; K270 non superiore a 0,2; tenore di acido oleico maggiore del 72%; tocoferoli maggiori di 140 ppm. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Frantoio», la «Correggiolo», la «Moraiolo», la «Leccino» presenti per almeno l’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Chianti Classico seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta che riporta la dicitura Olio extravergine di oliva Chianti Classico Denominazione di Origine Protetta, la numerazione progressiva (alfanumerica), la capacità in volume della bottiglia e la rappresentazione dell’areale di produzione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Toscana attraverso la vendita diretta e al dettaglio ed anche attraverso la distribuzione organizzata. Una quota significativa di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 6 novembre 2000 102
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:50
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Olio extravergine d’oliva DOP Cilento La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio di sessantatre comuni a sud della provincia di Salerno, in Campania, facenti parte del territorio del Parco Nazionale del Cilento.
Le caratteristiche L’olio DOP Cilento presenta un colore dal verde al giallo paglierino più o meno intenso, un odore fruttato medio leggero ed un sapore fruttato con media o debole sensazione di amaro e di piccante. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,7%; numero di perossidi minori di 12 meqO2/kg; K232 minore di 2,2; polifenoli maggiori di 80 ppm. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Pisciottana», la «Rotondella», «l’Ogliarola», la «Frantoio», la «Salella», la «Leccino» per almeno l’85%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Cilento seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 103
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:50
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Olio extravergine d’oliva DOP Collina di Brindisi La zona di produzione La zona di produzione riguarda il territorio dei seguenti comuni nella provincia di Brindisi, in Puglia: Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano, Ostuni, S.Michele Salentino, S.Vito dei Normanni, Villa Castelli.
Le caratteristiche L’olio DOP Collina di Brindisi presenta un colore dal verde al giallo, un odore fruttato medio ed un sapore fruttato con leggera percezione amara e piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,8%; numero di perossidi non superiore a 14 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,40; K270 non superiore a 0,16; acido linolenico non superiore a 0,8%. Le principali varietà utilizzate sono l’ «Ogliarola» per almeno il 70%, la «Frantoio», la «Leccino», la «Piccoline», da sole o congiuntamente, in misura fino al 30%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Collina di Brindisi seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e la ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 104
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:50
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Olio extravergine d’oliva DOP Colline di Romagna La zona di produzione La zona di produzione comprende i seguenti comuni delle province di Rimini e Forlì-Cesena: Cariano, Gemmano, Mondaino, Monte Colombo, Montefiore Conca, Montegridolfo, Montescudo, Mordano di Romagna, Poggio Berni, Saludecio, San Giovanni in Marignano, San Clemente, Torriana, Verucchio, Borghi, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Meldola, Mercato Saraceno, Montiano, Predappio, Rocca San Casciano, Roncofreddo, Sogliano; e parte dei comuni di Misano Adriatico, Riccione, Rimini, Santarcangelo di Romagna, Bertinoro, Cesena, Forlì, Forlimpopoli, Longiano, Savignano.
Le caratteristiche L’olio DOP Colline di Romagna presenta un colore dal verde al giallo oro, un odore fruttato di oliva medio talvolta intenso, accompagnato da eventuali sensazioni di erba o foglia, un sapore fruttato di oliva con lieve sensazione di amaro e/o piccante accompagnato da eventuale sentore di mandorla, carciofo e pomodoro. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; acido oleico non inferiore a 72%; tocoferoli non inferiori a 70 mg/kg. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le principali varietà utilizzate sono la «Correggiolo» almeno per il 60% e la «Leccino» non oltre il 40%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Colline di Romagna seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la distribuzione organizzata, la ristorazione e la vendita diretta.
Denominazione registrata il 25 agosto 2003 105
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:50
Pagina 106
Olio extravergine d’oliva DOP Colline Salernitane La zona di produzione La zona di produzione racchiude i territori di ottantasei comuni della provincia di Salerno, in Campania.
Le caratteristiche L’olio DOP Colline Salernitane presenta un colore dal verde al giallo paglierino più o meno intenso, un odore fruttato medio alto ed un sapore fruttato con media o debole sensazione di amaro e leggero sentore di piccante. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,7%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,2; acido linoleico non superiore a 10%; polifenoli non inferiori a 100 ppm. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Rotondella», la «Frantoio», la «Carpellese», la «Nostrale» presenti per almeno il 65%, mentre «l’Ogliarola» e la «Leccino» sono rinvenibili in misura non superiore al 35%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Colline Salernitane seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 106
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:50
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Olio extravergine d’oliva DOP Colline Teatine La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della provincia di Chieti, in Abruzzo. La DOP Colline Teatine prevede anche le sottozone “Frentano” (Lanciano) e “Vastese” (Vasto).
Le caratteristiche L’olio DOP Colline Teatine presenta un colore dal verde al giallo, un odore fruttato da tenue ad intenso, un sapore fruttato. Per la sottozona “Frentano” il colore è verde con riflessi dorati, l’odore è fruttato con sentore erbaceo, il sapore è fruttato con sensazione leggera di amaro e piccante. Per la sottozona “Vastese” l’odore è fruttato con leggero sentore di foglia, il sapore è fruttato con sensazione leggera di amaro. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 15 meqO2/kg; polifenoli non inferiori a 100 ppm. Le principali varietà utilizzate per la sottozona “Frentano” sono la «Gentile di Chieti», in misura non inferiore al 60% e la «Leccino» in misura non superiore al 30%. Le principali varietà utilizzate per la sottozona “Vastese” sono la «Gentile di Chieti» in misura massima del 40%, la «Leccino» in misura non inferiore al 30%, la Moraiolo e la Nebbio, da sole o congiuntamente, per almeno il 10%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Colline Teatine seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dalla sottozona, del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Abruzzo, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 107
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 108
Olio extravergine d’oliva DOP Dauno La zona di produzione La zona di produzione insiste nella provincia di Foggia in Puglia. Sono previste le seguenti sottozone: “Alto Tavoliere”, “Basso Tavoliere”; “Gargano”; “Sub Appennino”.
Le caratteristiche L’olio DOP Dauno presenta un colore dal verde al giallo. Per la sottozona “Alto Tavoliere” l’odore è fruttato medio con sensazione di frutta fresca e mandorlato dolce, il sapore è fruttato. Per la sottozona “Basso Tavoliere” l’odore è fruttato, il sapore è fruttato con sensazione leggera di piccante e amaro. Per la sottozona “Gargano” l’odore è fruttato medio con sensazione erbacea, il sapore è fruttato con retrogusto di mandorla. Per la sottozona “Sub Appennino” l’odore è fruttato medio con sentori di frutta fresca, il sapore è fruttato. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; polifenoli non inferiori a 100 ppm. La principale varietà utilizzata per la sottozona “Alto Tavoliere” è la «Peranzana» presente almeno per l’80%; per la sottozona “Basso Tavoliere” è la «Coratina» presente almeno per il 70%; per la sottozona “Gargano” è «l’Ogliarola Garganica» presente almeno per il 70%; per la sottozona “Sub Appennino” sono «l’Ogliarola», la «Coratina», la «Rotondella» presenti, da sole o congiuntamente, per almeno il 70%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Dauno seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del riferimento alla sottozona, del simbolo comunitario e dell’annata di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta che riporta il logo del consorzio di tutela, la numerazione progressiva e la capacità in volume della bottiglia.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Puglia, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta. È presente in parte anche nella ristorazione.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 108
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 109
Olio extravergine d’oliva DOP Garda La zona di produzione La zona di produzione insiste nelle province di Brescia interessando il territorio di ventisette comuni, Mantova interessando il territorio di sei comuni, Verona interessando il territorio di diciannove comuni e Trento interessando il territorio di undici comuni. Sono previste le seguenti sottozone: “Bresciano”, “Orientale” e “Trentino”.
Le caratteristiche L’olio DOP Garda prodotto nella sottozona “Bresciano” presenta un colore dal verde al giallo, un odore di fruttato medio o leggero ed un sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e piccante. Per la sottozona “Orientale” il colore è verde da intenso a marcato con modeste variazioni della componente del giallo, l’odore è fruttato leggero ed il sapore è fruttato con sensazione di mandorla dolce. Per la sottozona “Trentino” il colore è verde con riflessi dorati, l’odore è fruttato leggero con sensazione erbacea, il sapore è sapido delicatamente fruttato. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 14meqO2/kg, mentre per la sottozona “Bresciano” è non superiore a 12 meqO2/kg; acido oleico non inferiore a 74%. Punteggio al panel test non inferiore a 7. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, per la menzione “Bresciano” sono la «Casaliva», la «Frantoio», la «Leccino» presenti per almeno il 55%; per la menzione “Orientale” sono la «Casaliva» presente per almeno il 50%, la «Lezzo», la «Favarol», la «Rossanel», la «Razza», la «Fort», la «Morcai», la «Trepp», la «Pendolino», presenti, da sole o congiuntamente, in misura non superiore al 50%; per la menzione “Trentino” sono la «Casaliva», la «Frantoio», la «Leccino», la «Pendolino» presenti, da sole o congiuntamente, per almeno l’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Garda seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del riferimento alla sottozona, del simbolo comunitario e dell’annata di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, un bollino che riporta l’indicazione “Olio DOP Garda” con una numerazione progressiva identificativa delle singole confezioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 109
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 110
Olio extravergine d’oliva DOP Laghi Lombardi La zona di produzione La zona di produzione insiste in parte del territorio delle province di Brescia e Bergamo, per la sottozona “Sebino” e in parte del territorio delle province di Como e Lecco per la sottozona “Lario”.
Le caratteristiche L’olio DOP Laghi Lombardi presenta un colore verde - giallo, un odore fruttato medio - leggero per la sottozona “Sebino” e fruttato leggero per la sottozona “Lario”. Il sapore è fruttato con leggera sensazione di amaro e piccante per la sottozona “Sebino”, mentre per la sottozona “Lario” è fruttato leggero con eventuale presenza di leggera sensazione di amaro e piccante. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,55% per la sottozona “Sebino” e 0,5% per la sottozona “Lario”; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K 232 non superiore a 2 per la sottozona “Sebino”; acido oleico non inferiore a 76% punteggio al panel test non inferiore a 7. Le principali varietà utilizzate per la sottozona “Sebino” sono la «Leccino» in misura non inferiore al 40%, la «Frantoio», la «Casaliva», la «Pendolino», la «Sbresa», da sole o congiuntamente, in misura non superiore al 60%. Le principali varietà utilizzate per la sottozona “Lario”, da sole o congiuntamente, sono la «Frantoio», la «Casaliva» e la «Leccino» in misura non superiore all’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Laghi Lombardi seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e dell’annata di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta che riporta una numerazione progressiva identificativa delle singole confezioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 110
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Lametia La zona di produzione La zona di produzione interessa la provincia di Catanzaro in Calabria, nei territori olivetati della piana di Lamezia Terme e comprende tutto o in parte il territorio dei comuni di Curinga, Filadelfia, Francavilla Angitola, Lamezia Terme (ex Nicastro, Sambiase, S. Eufemia), Maida, S.Pietro a Maida, Gizzeria, Feroleto Antico e Pianopoli.
Le caratteristiche L’olio DOP Lametia presenta un colore da verde a giallo paglierino, un odore fruttato, un sapore delicato di fruttato. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 14 meqO2/kg; K232 non superiore a 2; K270 non superiore a 0,2; polifenoli non inferiori a 170 ppm. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. La principale varietà utilizzata è la «Carolea» presente per almeno il 90%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Lametia, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’annata di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e la ristorazione.
Denominazione registrata il 4 ottobre 1999 111
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 112
Olio extravergine d’oliva DOP Lucca La zona di produzione La zona di produzione comprende oltre al comune di Lucca, in Toscana i comuni di Capannori, Lucca, Montecarlo, Altopascio, Porcari, Villa Basilica per l’area della Piana di Lucca; i comuni di Camaiore, Massarosa, Viareggio, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Serávezza e Stazzema per l’area della Versilia; i comuni di Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Pesçaglia, Barga, Çoreglia Antelminelli e Minucciano per l’area della Media Valle e Garfagnana.
Le caratteristiche L’olio DOP Lucca presenta un colore giallo con toni di verde più o meno intensi, un sapore fruttato di oliva da leggero a medio fondamentalmente dolce e con sensazione di piccante e amaro legate all’intensità del frutto rilevato. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le principali caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; acido oleico maggiore del 72%; acido linoleico compreso tra il 5 ed il 9%; acido linolenico minore del 0,9%; polifenoli non inferiori a 100 ppm; tocoferoli non inferiori a 90 ppm. Le principali varietà utilizzate sono la «Frantoio» fino al 90%, la «Leccino» fino al 30%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Lucca seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni, dell’annata di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto e del logo della denominazione. Questo è costituito da un cerchio con bordi irregolari sagomato, a mò di timbro da ceralacca, di colore verde in cui sono inseriti due cerchi concentrici di colore marrone tra i quali è riportata la dicitura “Olio extra vergine di oliva denominazione di origine protetta”. All’interno dei due cerchi è inserita la raffigurazione di un antico torchio per olio, riportante la scritta “Lucca”.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 22 ottobre 2004 112
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 113
Olio extravergine d’oliva DOP Molise La zona di produzione La zona di produzione insiste nei territori di numerosi comuni del Molise.
Le caratteristiche L’olio DOP Molise presenta un colore giallo-verde, un odore fruttato da leggero a medio, un sapore fruttato con delicato sentore di amaro e di piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 10 meqO2/kg; K232 non superiore a 2; acido oleico compreso tra il 70 e l’80%; polifenoli non inferiori a 100 ppm. Le varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono l’«Aurinia», la «Gentile di Larino», l’«Oliva nera di Colletorto», la «Leccino» per almeno 80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Molise seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e di un codice identificativo delle singole confezioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Molise attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 15 luglio 2003 113
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Monte Etna La zona di produzione La zona di produzione insiste intorno al Monte Etna, in Sicilia, nei territori dei comuni delle province di Catania (Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Camporotondo, Etneo, Castiglione di Sicilia, Maletto, Maniace, Motta S. Anastasia, Paternò, Regalna, Santa Maria di Licodia, San Pietro Clarenza), Enna (Centuripe), Messina (Malvagna, Mojo, Alcantara, Roccella, Valdemone, Santa Domenica Vittoria).
Le caratteristiche L’olio DOP Monte Etna presenta un colore giallo oro con riflessi verdi, un odore leggermente fruttato ed un sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K 232 non superiore a 2,2; K 270 non superiore a 0,15; acido linoleico non superiore a 12,5%; acido linolenico non superiore a 0,9%; delta K non superiore a 0,005. La principale varietà utilizzata è la «Nocellara Etnea», presente nella misura minima del 65%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Monte Etna seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Sicilia, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 25 agosto 2003 114
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 115
Olio extravergine d’oliva DOP Monti Iblei La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio delle province di Catania, Ragusa, Siracusa, in Sicilia, e prevede le seguenti sottozone: “Monte Lauro”, “Val d’Anapo”, “Val Tellaro”, “Frigintini”, “Gulfi”, “Valle dell’Irminio”, “Calatino”, “Trigona-Pancali”.
Le caratteristiche L’olio DOP Monti Iblei presenta un colore verde ed un odore che varia da fruttato leggero ad intenso con media o leggera sensazione di erba in relazione alle sottozone. Il sapore è fruttato con sensazione leggera di piccante per le sottozone Val d’Anapo, Valle dell’Irminio, Calatino, Trigona - Pancali e fruttato con sensazione media di piccante per le altre sottozone. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5 per le sottozone Val d’Anapo, Valle dell’Irminio, Calatino, Trigona - Pancali e non inferiore a 7 per le altre sottozone. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%, non superiore a 0,65% per la sottozona Valle dell’Irminio e non superiore a 0,6% per la sottozona Calatino; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,2; K270 non superiore a 0,18; polifenoli non inferiori a 120 ppm. Le principali varietà utilizzate sono: la «Tonda Iblea» per almeno il 90% per le sottozone Monte Lauro, Gulfi e per almeno il 60% per le sottozone Val d’Anapo e Calatino; la «Moresca» per almeno il 70% per la Val Tellaro e per almeno il 60% per le sottozone Frigintini e Valle dell’Irminio; la Nocellara Etnea per almeno il 60% per la Trigona - Pancali.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Monti Iblei seguita dalla sottozona e dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle confezioni e dei due anni a cavallo dei quali vi è la produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Sicilia, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 115
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 116
Olio extravergine d’oliva DOP Penisola Sorrentina La zona di produzione La zona di produzione insiste in provincia di Napoli, in Campania, e comprende tutto o in parte il territorio dei comuni di Gragnano, Pimonte, Lettere, Casóla, di Napoli, Sorrento, Piano di Sorrento, Meta, Sant’Agnello, Massa Lubrense, Vico Equense, l’isola di Capri ed Anacapri, in parte, Castellamare di Stabia.
Le caratteristiche L’olio DOP Penisola Sorrentina presenta un colore dal verde al giallo paglierino più o meno intenso, un odore fruttato ed un sapore fruttato con media o debole sensazione di amaro e leggero sentore di piccante. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,8%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,2; acido linoleico non superiore a 12; polifenoli non inferiori a 60 ppm. Le principali varietà utilizzate sono «l’Ogliarola» o «Minucciola» per almeno il 65%, la «Rotondella», la «Frantoio», la «Leccino» presenti non oltre il 35%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Penisola Sorrentina seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 116
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 117
Olio extravergine d’oliva DOP Pretuziano delle Colline Teramane La zona di produzione La zona di produzione comprende, in tutto o in parte, il territorio di diversi comuni localizzati nella fascia collinare in provincia di Teramo, in Abruzzo.
Le caratteristiche L’olio DOP Pretuziano delle Colline Teramane presenta un colore giallo verdognolo, un odore fruttato medio ed un sapore medio fruttato con media sensazione di amaro e piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi inferiori a 12 meqO2/kg; K232 inferiore a 2; K270 inferiore a 0,2; acido oleico maggiore del 70%; polifenoli non inferiori a 120 ppm. Le principali varietà utilizzate congiuntamente sono la «Leccino», la «Frantoio», la «Dritta» presenti fino al 75%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Pretuziano delle Colline Teramane seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 25 agosto 2003 117
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 118
Olio extravergine d’oliva DOP Riviera Ligure La zona di produzione La zona di produzione insiste nell’intero territorio della Liguria. La DOP Riviera Ligure è suddivisa nelle seguenti tre sottozone: “Riviera dei Fiori” che interessa la provincia di Imperia, “Riviera del Ponente Savonese” che interessa la provincia di Savona e “Riviera del Levante” che interessa le province di Genova e La Spezia.
Le caratteristiche L’olio DOP Riviera Ligure prodotto nelle sottozone “Riviera dei Fiori” e “Riviera del Ponente Savonese” presenta un colore giallo o giallo – verde, un odore di fruttato maturo ed un sapore fruttato con sensazione decisa di dolce. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 17 meqO2/kg; K232 non superiore a 2 e K270 non superiore a 0,16. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. L’olio DOP Riviera Ligure prodotto nella sottozona “Riviera di Levante” presenta un colore verde-giallo, un odore fruttato maturo ed un sapore fruttato con sensazione media di dolce ed eventualmente leggera sensazione di amaro e piccante. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,8%; numero di perossidi non superiore a 18 meqO2/kg; K232 non superiore a 2 e K270 non superiore a 0,16. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le principali varietà utilizzate sono: la «Taggiasca» presente per almeno il 90% nella sottozona “Riviera dei Fiori” e per almeno il 60% nella sottozona “Riviera del Ponente Savonese”; la «Lavagnina», la «Razzola», la «Pignola» presenti, da sole o congiuntamente, per almeno il 65% nella sottozona Riviera del Levante.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Riviera Ligure seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) con la specifica sottozona e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta che riporta l’indicazione olio extravergine d’oliva D.O.P. Riviera Ligure, il simbolo comunitario, un codice identificativo della confezione ed il logo della denominazione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e nella zona di produzione anche attraverso la vendita al dettaglio. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 23 gennaio 1997 118
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Sabina La zona di produzione La zona di produzione comprende, in tutto o in parte, il territorio di alcuni comuni delle province di Rieti e Roma, nel Lazio.
Le caratteristiche L’olio DOP Sabina presenta un colore giallo oro con sfumature sul verde per gli oli freschissimi, un odore fruttato ed un sapore fruttato, vellutato, uniforme, aromatico, dolce, amaro per gli oli freschissimi. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 14 meqO2/kg; acido oleico non inferiore a 68%. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Carboncella», la «Leccino», la «Raja», la «Pendolino», la «Frantoio», la «Moraiolo», la «Olivastrone», la «Salviana», la «Olivago» e la «Rosciola» presenti per almeno il 75%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Sabina, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e del simbolo comunitario. È presente, inoltre, una fascetta che riporta un codice identificativo delle singole confezioni, l’annata di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto, la capacità in volume della bottiglia ed il logo della denominazione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nel Lazio, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 119
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 120
Olio extravergine d’oliva DOP Sardegna La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio di numerosi comuni delle province di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari.
Le caratteristiche L’olio DOP Sardegna presenta un colore dal verde al giallo con variazione cromatica nel tempo, un odore fruttato ed un sapore fruttato con sentori di amaro e piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 15 meqO2/kg; polifenoli non inferiori a 100 ppm; tocoferoli non inferiori a 100 ppm. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Bosana», la «Tonda di Cagliari», la «Nera di Villacidro», la «Semidana» presenti per almeno l’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Sardegna seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e del logo costituito da un’oliva dalla quale stilla una goccia d’olio, che con le foglie dell’ulivo stilizza la testa di un asinello, simbolo della produzione olearia e della Sardegna.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Sardegna attraverso la vendita diretta, al dettaglio e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 15 febbraio 2007 120
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 121
Olio extravergine d’oliva DOP Tergeste La zona di produzione La zona di produzione insiste in provincia di Trieste, in Friuli Venezia Giulia e comprende il territorio dei comuni di Muggia/Milje, San Dorligo della Valle/Dolina, Trieste/Trst, Duino-Aurisina/Devin-NabreÏina, Sgonico/Zgonik e Monrupino/Repentabor. La zona è delimitata a nord e ad est dal confine con la Slovenia, ad ovest dalla provincia di Gorizia e a sud dalla costa Adriatica.
Le caratteristiche L’olio DOP Tergeste presenta un colore oro-verde, un odore fruttato medio ed un sapore fruttato con media o leggera sensazione di piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,8. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; delta K non superiore a 0,01; K270 non superiore a 0,2; K230 non superiore a 2,30; acido oleico non inferiore a 74%; acido linoleico non superiore a 9%; polifenoli non inferiori a 100 ppm. Le principali varietà utilizzate sono la “Belica” o la “Bianchera” presenti per almeno il 20%, la “Carbona”, la “Leccino”, la Leccio del “Corno”, la “Frantoio”, la “Maurino”, la “Pendolino”, da sole o congiuntamente, per l’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Tergeste seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. In etichetta può essere presente la traduzione letterale in lingua slovena dell’indicazione del prodotto. È presente, inoltre, una fascetta identificativa riportante l’indicazione DOP Tergeste, la numerazione progressiva e la capacità delle confezioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 22 ottobre 2004 121
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Terra di Bari La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della provincia di Bari, in Puglia. La DOP Terra di Bari è suddivisa nelle tre sottozone: “Castel del Monte”, “Bitonto”, “Murgia dei Trulli e delle Grotte”.
Le caratteristiche L’olio DOP Terra di Bari prodotto nella sottozona “Castel del Monte” presenta un colore verde con riflessi gialli, un odore fruttato intenso, un sapore fruttato con sensazione media di amaro e piccante. Per la sottozona “Bitonto” il colore è verde - giallo, l’odore è fruttato medio ed il sapore è fruttato con sensazioni di erbe fresche e sentore leggero di amaro e piccante. Per la sottozona “Murgia dei Trulli e delle Grotte” il colore è giallo oro con riflessi verdi, l’odore è fruttato leggero ed il sapore è fruttato con sensazione di mandorle fresche e leggero sentore di amaro e piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le principali caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%, mentre per la sottozona “Murgia dei Trulli e delle Grotte” è non superiore a 0,6 %; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg, mentre per la sottozona “Murgia dei Trulli e delle Grotte” è non superiore a 15 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,4, mentre per la sottozona “Castel del Monte” è non superiore a 2,2; K270 non superiore a 0,18. Le principali varietà utilizzate sono: la “Coratina” presente almeno per l’80% per la sottozona “Castel del Monte”; la “Cima di Bitonto o Ogliarola”, la “Barese” e la “Coratina” presenti almeno per l’80% per la sottozona “Bitonto”; la “Cima di Mola” presente almeno per il 50% per la sottozona “Murgia dei Trulli e delle Grotte”.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Terra di Bari seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dalla specifica sottozona, del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. Una quota significativa di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 122
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Terra d’Otranto La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio delle province di Lecce e Taranto, in Puglia e si estende ad arco insinuandosi fra i mari Jonio ed Adriatico, dalle Murge tarantine e dalle estreme pendici brindisine delle Murge di sud-est, per il tavoliere di Lecce, per finire nelle Serre, alla confluenze dei due mari.
Le caratteristiche L’olio DOP Terra d’Otranto presenta un colore verde o giallo con leggeri riflessi verdi, un odore di fruttato medio con leggera sensazione di foglia ed un sapore fruttato con leggera sensazione di piccante e di amaro. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le principali caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,8%; numero di perossidi non superiore a 14 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,1; K270 non superiore a 0,17; acido oleico non inferiore a 70%; acido linoleico non superiore a 13%; acido linolenico non superiore a 0,7. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Cellina di Nardò» e la «Ogliarola» presenti per almeno il 60%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Terra d’Otranto seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta che riporta un codice identificativo delle singole confezioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Puglia, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 123
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Terre di Siena La zona di produzione La zona di produzione ricade in provincia di Siena, in Toscana e comprende il territorio dei comuni di Abbadia S.Salvatore, Asciano, Buonconvento, Casole d’Elsa, Castiglion d’Orcia, Cetona, Chianciano, Chiusdino, Chiusi, Colle Val d’Elsa, Montalcino, Montepulciano, Monteriggioni, Monteroni d’Arbia, Monticiano, Murlo, Piancastagnaio, Pienza, Radicofani, Radicondoli, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, S.Gimignano, S.Giovanni d’Asso, S.Quirico d’Orcia, Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrita di Siena, Trequanda, e Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi, in parte.
Le caratteristiche L’olio DOP Terre di Siena presenta un colore dal verde al giallo con variazioni cromatiche nel tempo, un odore fruttato ed un gusto con note di amaro e piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,2; K270 non superiore a 0,2; acido oleico maggiore del 72%; polifenoli non inferiori a 100 ppm. Le principali varietà utilizzate presenti singolarmente per almeno il 10% e congiuntamente in misura non inferiore all’85% sono la «Frantoio», la «Correggiolo», la «Leccino» e la «Moraiolo».
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Terre di Siena seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Toscana, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta, al dettaglio, la distribuzione organizzata e la ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 6 novembre 2000 124
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 125
Olio extravergine d’oliva DOP Terre Tarentine La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della provincia di Taranto, in Puglia, e comprende tutto o in parte il territorio dei comuni di Ginosa, Laterza, Castellaneta, Palagianello, Palagiano, Mottola, Massafra, Crispiano, Statte, Martina Franca, Monteiasi, Montemesola.
Le caratteristiche L’olio DOP Terre Tarantine presenta un colore giallo verde, una fluidità media, un sapore fruttato con media sensazione di amaro e leggera sensazione di piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le principali caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K232 non superiore a 1,7; K270 non superiore a 0,15; acido oleico non inferiore a 70%; acido linoleico non superiore a 10%; acido linolenico non superiore a 0,6%. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Leccino», la «Coratina», la «Oglairola» e la «Frantoio» presenti per almeno l’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Terre Tarantine seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto.
Dove puoi acquistarlo L’olio DOP Terre Tarantine al momento non è ancora commercializzato.
Denominazione registrata il 29 ottobre 2004 125
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 126
Olio extravergine d’oliva IGP Toscano La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della Toscana. L’Olio IGP Toscano prevede anche le seguenti sottozone: “Seggiano” (provincia di Grosseto), “Colline Lucchesi” (provincia di Lucca), “Colline della Lunigiana” (provincia di Massa Carrara), “Colline di Arezzo” (provincia di Arezzo), “Colline Senesi” (provincia di Siena), “Colline di Firenze” (province di Firenze e Prato), “Montalbano” (province di Firenze e Pistoia), “Monti Pisani” (provincia di Pisa).
Le caratteristiche L’olio IGP Toscano presenta un colore dal verde al giallo oro con variazioni cromatiche nel tempo, un odore fruttato accompagnato da sentore di mandorla, carciofo, altra frutta matura, verde di foglia, un sapore fruttato marcato. Le principali caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 16 meqO2/kg; acido oleico compreso tra il 73 e l’83%; acido linoleico minore del 9%; acido linolenico minore del 0,9%; polifenoli totali non inferiori a 60 mg/Kg; tocoferoli non inferiori a 40 mg/kg. Le principali varietà utilizzate per l’IGP Toscano, da sole o congiuntamente, sono: Americano, Arancino, Ciliegino, Frantoio, Grappolo, Gremignolo, Grossolana, Larcianese, Lazzero, Leccino, Leccio del Corno, Leccione, Madonna dell’Impruneta, Marzio, Maurino, Melaiolo, Mignolo, Moraiolo, Morchiaio, Olivastra Seggianese, Pendolino, Pesciatino, Piangente, Punteruolo, Razzaio, Rossellino, Rossello, San Francesco, Santa Caterina, Scarlinese, Tondello e loro sinonimi.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Toscano seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e del simbolo comunitario. È presente, inoltre, una fascetta che riporta un codice identificativo delle singole confezioni, la capacità della bottiglia, il logo.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale nella distribuzione organizzata. É disponibile anche attraverso la vendita diretta, al dettaglio e la ristorazione. Una quota rilevante di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 20 marzo 1998 126
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Tuscia La zona di produzione La zona di produzione comprende i seguenti comuni in provincia di Viterbo, nel Lazio: Acquapendente, Bagnoregio, Barbarano Romano, Bassano in Teverina, Bassano Romano, Blera, Bolsena, Bomarzo, Calcata, Canapina, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel S.Elia, Castiglione in Teverina, Celleno, Civita Castellana, Civitella d’Agliano, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Montefiascone, Monteromano, Nepi, Oriolo Romano, Orte, Piansano, Proceno, Ronciglione, S.Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa S.Giovanni, Viterbo, Vitorchiano, e Montalto di Castro e Tuscania in parte.
Le caratteristiche L’olio DOP Tuscia presenta un colore verde smeraldo con riflessi dorati, un odore fruttato che ricorda il frutto sano, fresco, raccolto al punto ottimale di maturazione, un sapore fruttato medio con equilibrato retrogusto di amaro e piccante. Il punteggio al panel test è non inferiore 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Frantoio», la «Caninese», la «Leccino» presenti per almeno il 90%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Tuscia seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, il simbolo grafico costituito dall’Antefissa (reperto etrusco) di colore ocra scuro sostenuta dalla scritta TUSCIA in colore rosso scuro in campo rettangolare verticale giallo e fascia di base in colore nero con scritta su due righe “Olio extravergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta”.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nel Lazio, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 4 ottobre 2005 127
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Umbria La zona di produzione La zona di produzione insiste nell’Umbria e prevede le seguenti sottozone: “Colli Assisi – Spoleto”, “Colli Martani”, “Colli Amerini”, “Colli del Trasimeno”, “Colli Orvietani”.
Le caratteristiche L’olio DOP Umbria presenta un colore dal verde al giallo e dal verde al giallo dorato per la sottozona “Colli Amerini”. L’odore è fruttato forte per l’olio prodotto nella sottozona “Colli Assisi-Spoleto”, fruttato medio/forte per la sottozona “Colli Martani”, fruttato medio per le sottozone “Colli Amerini” e “Colli Orvietani”, fruttato medio/leggero per la sottozona “Colli del Trasimeno”. Il sapore è fruttato con forte sensazione di amaro e piccante per l’olio prodotto nella sottozona “Colli Assisi-Spoleto”, fruttato con forte o media sensazione di amaro e piccante per la sottozona “Colli Martani”, fruttato con media o leggera sensazione di amaro e piccante per le sottozone “Colli Amerini” e “Colli del Trasimeno”, fruttato con media sensazione di amaro e piccante per la sottozona “Colli Orvietani”. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,65%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; K232 non superiore a 2; K270 non superiore a 0,2; acido oleico non inferiore a 82% e non inferiore a 81% per la sottozona Colli del Trasimeno; polifenoli non inferiori a 100 ppm, non inferiore a 150 ppm per la sottozona Colli Assisi-Spoleto e non inferiore a 125 ppm per la sottozona Colli Martani. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le principali varietà utilizzate sono: la «Moraiola» almeno per il 60%, la «Leccino» e la «Frantoio», da sole o congiuntamente, fino a un 30% per la sottozona Colli Assisi-Spoleto; la «S. Felice», la «Leccino», la «Frantoio», da sole o congiuntamente, almeno per l’80% e la «Moraiolo» almeno per il 20% per la sottozona Colli Martani; la «Rajo», la «Leccino», la «Frantoio», da sole o congiuntamente, almeno per l’85% e la «Moraiolo» almeno per il 15% per la sottozona Colli Amerini; la «Leccino», la «Frantoio», congiuntamente, almeno per il 65%, la «Moraiolo» e la «Dolce Agocia» almeno per il 15% per la sottozona Colli del Trasimeno; la «Leccino» fino al 60%, la «Frantoio» fino ad un 30% e la «Moraiolo» almeno per il 15% per la sottozona Colli Orvietani.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Umbria seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dalla sottozona, del simbolo comunitario e dell’annata di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. È presente, inoltre, una fascetta che riporta “D.O.P. Umbria”, un codice identificativo della bottiglia e la relativa capacità.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Umbria attraverso la vendita diretta, al dettaglio, la distribuzione organizzata e la ristorazione.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 128
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Val di Mazara La zona di produzione La zona di produzione comprende tutti i comuni della provincia di Palermo, in Sicilia, e i seguenti comuni della provincia di Agrigento: Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Ribera, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita del Belice, Sciacca, Villafranca Sicula.
Le caratteristiche L’olio DOP Val di Mazara presenta un colore giallo oro con sfumature verde intenso, un odore fruttato e a volte anche di mandorla, un sapore fruttato, vellutato con retrogusto dolce. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 11 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,10; K270 non superiore a 0,15; acido linoleico non superiore a 10%; acido linolenico non superiore a 0,9%; deltaK non superiore a 0,005. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Biancolilla», la «Nocellara del Belice», la «Cerasuola» presenti almeno per il 90%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Val di Mazara seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto. Le confezioni di olio DOP Val di Mazara sono dotate, inoltre, di una fascetta riportante il logo del Consorzio di tutela ed un codice identificativo delle singole confezioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Sicilia attraverso la vendita diretta e nella ristorazione. È possibile acquistarlo anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata. Una quota significativa di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 24 gennaio 2001 129
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 130
Olio extravergine d’oliva DOP Valdemone La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della provincia di Messina, in Sicilia e comprende tutti i comuni tranne quelli di Floresta, Moio, Alcantara e Malvagna.
Le caratteristiche L’olio DOP Valdemone presenta un colore verde con tonalità gialle o giallo oliva, un odore fruttato con profumo più o meno intenso delle olive appena raccolte accompagnato sempre da sentori di erbe, foglie e fiori di piante spontanee presenti tra gli oliveti della provincia, un sapore che ribadisce le percezioni olfattive con una sensazione di olive fresche appena raccolte, contrastata, in minor misura, dall’amaro. Le sensazioni retrolfattive sono di mandorla di frutta fresca, di pomodoro, di cardo. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,7%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg. Le principali varietà utilizzate sono la «Santagatese», la «Ogliarola Messinese», la «Minuta», presenti per almeno il 70%, mentre le varietà la «Mandanici», la «Nocellara Messinese», la «Brandofino», la «Verdello», la «Ottobratica» possono essere presenti fino al 30%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Valdemone seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto e dal logo della denominazione costituito da un rettangolo diviso in due parti: una superiore, su fondo azzurro, l’altra inferiore su fondo bianco; tra le due parti vi è un ramoscello di ulivo di colore verde con dei frutti e la stilizzazione di un anfiteatro. In basso la scritta “Valdemone”.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta.
Denominazione registrata il 4 febbraio 2005 130
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
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Olio extravergine d’oliva DOP Valle del Belice La zona di produzione La zona di produzione insiste nei territori dei comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Poggioreale, Salaparuta e Santa Ninfa, in provincia di Trapani, in Sicilia.
Le caratteristiche L’olio DOP Valle del Belice presenta un colore dal verde al giallo con riflessi verdognoli, un odore fruttato di oliva da acerbo a maturo, un sapore fruttato da medio a intenso, sensazioni di amaro e di piccante da leggero ad intenso. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7. Le caratteristiche chimiche sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg; polifenoli non inferiori a 100 ppm. La principale varietà utilizzata è la «Nocellara del Belice» presente almeno per il 70%, mentre le varietà «Giarraffa», «Biancolilla», «Cerasuola», «Buscionetto», «Santagatese», «Ogliarola Messinese» possono essere presenti, da sole o congiuntamente, fino al 30%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Valle del Belice seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni e del logo della denominazione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Sicilia attraverso la ristorazione ed anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 20 agosto 2004 131
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 132
Olio extravergine d’oliva DOP Valli Trapanesi La zona di produzione La zona di produzione ricade in provincia di Trapani, in Sicilia e comprende tutto o in parte il territorio dei comuni di Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Gibellina, Marsala, Mazara del Vallo, Paceco, Petrosino, Poggioreale, Salemi, San Vito lo Capo, Trapani, Valderice, Vita.
Le caratteristiche L’olio DOP Valli Trapanesi presenta un colore verde con eventuali riflessi giallo oro, odore netto di oliva con eventuali toni erbacei, sapore fruttato con sensazione leggera di piccante e di amaro. Il punteggio al panel test è non inferiore a 6,5. Le caratteristiche del prodotto sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 10 meqO2/kg; K232 non superiore a 2,2; K270 non superiore a 0,15; delta K non superiore a 0,005; acido oleico non inferiore a 70%; acido linolenico non superiore a 0,8%; acido linoleico non superiore a 12%. Le principali varietà utilizzate, da sole o congiuntamente, sono la «Cerasuola» e la «Nocellara del Belice» presenti almeno per l’80%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Valli Trapanesi seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle singole confezioni, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto e dal logo della denominazione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Sicilia attraverso la vendita diretta, al dettaglio e la ristorazione ed anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata. Una quota rilevante di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 132
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 133
Olio extravergine d’oliva DOP Veneto La zona di produzione La zona di produzione dell’olio Veneto Valpolicella, Veneto Euganei e Berici, Veneto del Grappa insiste nelle province di Padova, Treviso, Verona e Vicenza.
Le caratteristiche L’olio DOP Veneto Valpolicella presenta un colore giallo con lieve tonalità di verde, un odore fruttato leggero ed un sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e retrogusto muschiato. L’olio DOP Veneto Euganei e Berici è di colore verde - oro da intenso a marcato, ha un odore fruttato di varia intensità ed un sapore fruttato con leggera sensazione di amaro. L’olio DOP Veneto del Grappa ha un colore verdeoro con modeste variazioni del giallo, un odore fruttato di varia intensità ed un sapore fruttato con leggera sensazione di amaro. Il punteggio al panel test è non inferiore a 7,5. Le caratteristiche chimiche per la DOP Veneto Valpolicella sono: acidità non superiore a 0,5%; numero di perossidi non superiore a 10 meqO2/kg; acido oleico non inferiore a 75%. Le caratteristiche chimiche per le DOP Veneto Euganei e Berici e Veneto del Grappa sono: acidità non superiore a 0,6%; numero di perossidi non superiore a 11 meqO2/kg; acido oleico non inferiore a 76%. Le principali varietà utilizzate per la DOP “Veneto del Grappa”, da sole o congiuntamente, sono la «Grignano» per almeno il 50%, la «Leccino», la «Casaliva o Frantoio» la «Maurino», la «Pendolino», la «Leccio del Corno», la «Trep o Drop» presenti non oltre il 50%. Le principali varietà utilizzate per la DOP “Veneto Euganei e Berici”, da sole o congiuntamente, sono la «Leccino» e la «Rasara» presenti per almeno il 50%, la «Frantoio», la «Maurino», la «Pendolino», la «Marzemino», la «Riondella», la «Trep o Drop», la «Matosso» non oltre il 50%. Le principali varietà utilizzate per il Veneto del Grappa, da sole o congiuntamente, sono la «Leccino» e la «Frantoio» per almeno il 50%, la «Grignano», la «Maurino», la «Pendolino», la «Leccio del Corno», la «Padanina» non oltre il 50%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione “Veneto Valpolicella”, “Veneto Euganei e Berici”, “Veneto del Grappa”, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario, di un codice identificativo delle confezioni, dell’anno di produzione delle olive da cui l’olio è ottenuto e del logo della denominazione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Veneto, in particolare nella zona di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 17 ottobre 2001 133
95-134 Impaginato Schede Oli
7-05-2010
16:51
Pagina 134
135-136 Impaginato Schede Mieli
7-05-2010
16:51
Pagina 135
Miele della Lunigiana DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende alcuni comuni della provincia di Massa Carrara, in Toscana.
Le caratteristiche Il Miele della Lunigiana può essere di acacia (fioritura di “Robina pseudoacacia L.”) o di castagno (fioritura di “Castanea sativa M.”). Le principali operazioni necessarie al suo ottenimento sono: estrazione, filtrazione e decantazione. Il miele di acacia si caratterizza per la consistenza liquida, il colore molto chiaro, l’odore leggero e il sapore decisamente dolce con una leggerissima nota di acido. Il miele di castagno si caratterizza, anch’esso, per la consistenza liquida, il colore ambra scuro con tonalità rossastre, l’odore forte e penetrante, il sapore persistente con una componente amara più o meno accentuata.
Come lo distingui
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente in Toscana attraverso il dettaglio e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 22 ottobre 2004 135
Mieli
Il Miele della Lunigiana viene confezionato in contenitori di vetro di peso compreso tra 30 g e 100 g. L’etichetta deve riportare l’indicazione Miele della Lunigiana DOP seguita dalla tipologia – acacia o castagno – con il logo della denominazione e il simbolo comunitario.
135-136 Impaginato Schede Mieli
7-05-2010
16:51
Pagina 136
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
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Bresaola della Valtellina IGP La zona di produzione La zona di produzione è nel territorio della provincia di Sondrio, in Lombardia.
Le caratteristiche La Bresaola della Valtellina è prodotta esclusivamente con carne di manzo alla quale sono aggiunti sale, aromi naturali, ed eventualmente altri ingredienti come vino e zucchero. La stagionatura può durare da 4 a 8 settimane in funzione della pezzatura del prodotto, delle richieste di mercato e dei tipi di confezionamento. Il prodotto si presenta cilindrico, anche se in alcuni casi i tagli possono essere pressati assumendo forma di mattonella. La consistenza è soda ed elastica, l’aspetto al taglio è compatto e privo di fenditure, il colore è rosso uniforme con bordo scuro appena accennato per la parte magra e bianco per la parte grassa. Il profumo è delicato e leggermente aromatico, il gusto gradevole, moderatamente saporito, mai acido. Il peso varia da 0,8 a 3,5 kg, in funzione dei tagli utilizzati. Si caratterizza per un basso contenuto di grassi (massimo 7%) ed un elevato contenuto proteico (minimo 30%).
Come lo distingui
Dove puoi acquistarlo La Bresaola della Valtellina IGP è facilmente reperibile sull’intero territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 137
Salumi
Il prodotto può essere venduto intero, a pezzi o in tranci, affettato preconfezionato. Peso, forma e dimensioni delle confezioni possono essere variabili. Su tutte, comunque, sono presenti in etichetta l’indicazione Bresaola della Valtellina seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e il simbolo comunitario. Nella vendita al taglio, il rivenditore dovrebbe avere cura di rendere sempre visibile l’incarto esterno che avvolge il prodotto, a garanzia della riconoscibilità di quest’ultimo.
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
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Capocollo di Calabria DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio della Calabria. I suini utilizzati, oltre che dalla Calabria, provengono da Basilicata, Sicilia, Puglia, Campania e sono allevati esclusivamente in Calabria dall’età massima di quattro mesi.
Le caratteristiche Il Capocollo di Calabria è preparato utilizzando carni suine che abbiano uno strato di grasso di circa 3-4 mm, così da garantire una certa morbidezza al prodotto nel corso della stagionatura. È previsto l’uso di soli ingredienti naturali quali sale, pepe nero in grani ed in polvere, pepe rosso piccante, pepe rosso dolce, aceto di vino. Il Capocollo presenta forma cilindrica, avvolto in pellicola naturale ed è legato a mano in forma avvolgente con spago naturale. Nella fase di legatura è consentito l’utilizzo delle caratteristiche stecche. Alla vista è di colore roseo o rosso più o meno intenso per la presenza di pepe nero o di peperoncino rosso macinato. Il sapore è delicato e si affina con la maturazione; il profumo è caratteristico e di giusta intensità. Peculiari nella preparazione sono l’utilizzo del pepe rosso in alternativa al pepe nero, tipico ingrediente di tutti i salumi calabresi, e la bagnatura con aceto di vino.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza in etichetta dell’indicazione Capocollo di Calabria seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo della denominazione (in alto a destra). Il Capocollo è venduto sfuso, intero, in tranci od affettato preconfezionato. Per il prodotto venduto al taglio, il rivenditore dovrebbe avere cura di rendere sempre visibile l’incarto esterno che lo avvolge, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è diffuso principalmente in Calabria attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 138
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
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Ciauscolo IGP La zona di produzione La produzione è esclusiva delle Marche, e precisamente di alcuni comuni delle province di Ancona, Ascoli Piceno e Macerata. I suini utilizzati, oltre che dalle Marche, provengono da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Abruzzo, Lazio e Molise.
Le caratteristiche L’impasto è preparato aggiungendo alla carne suina (pancetta, spalla, rifilature di prosciutto e di lonza) sale, pepe nero macinato, vino e aglio pestato, eventualmente zuccheri quali saccarosio o fruttosio. La macinatura della carne è realizzata con macchine tritacarne fino all’ottenimento di un impasto omogeneo che successivamente viene lavorato a mano o a macchina. Seguono le fasi di insaccatura in budello naturale bovino o di suino, di legatura alle due estremità ed eventualmente anche al centro e di asciugatura per un periodo di 4-7 giorni. La stagionatura si protrae per un periodo non inferiore a 15 giorni. Il prodotto di forma cilindrica si presenta morbido a tal punto da essere spalmato invece che affettato. La lunghezza è compresa tra 15 e 45 cm, il peso a fine stagionatura è non meno di 0,4 kg e non più di 2,5 kg. Il profumo è delicato, speziato, aromatico, il gusto è sapido e delicato mai acido. I parametri analitici per valutare la qualità del prodotto sono il pH (non inferiore a 4,8), il contenuto proteico (minimo 15%), il rapporto acqua/proteine (massimo 3,10) e il rapporto grasso/proteine (massimo 2,8).
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile per la presenza in etichetta del nome Ciauscolo seguito dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e/o del simbolo comunitario. Per il prodotto ottenuto in aree di montagna è ammessa la dicitura “prodotto della montagna”. Il Ciauscolo può essere commercializzato non confezionato o confezionato intero o in tranci. Per le vendite allo stato sfuso, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibile l’etichetta, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la ristorazione.
Denominazione registrata il 10 agosto 2009 139
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
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Coppa Piacentina DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio della provincia di Piacenza, limitatamente alle aree ad altitudine fino ai 900 metri s.l.m.. I suini impiegati per preparare la Coppa Piacentina sono allevati in alcune delle regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele (Lombardia ed Emilia Romagna) con le stesse modalità adottate per questi ultimi.
Le caratteristiche La Coppa Piacentina è ricavata dai muscoli cervicali del maiale insaporiti con una miscela di sali, aromi naturali e spezie composte (pepe spezzato grosso, cannella macinata, chiodi di garofano, semi di alloro, noce moscata macinata). Nella preparazione è peculiare la salatura effettuata tradizionalmente a mano sulle carni asciutte, escludendo l’impiego di salamoie. Ha una forma cilindrica, leggermente più sottile alle estremità, una consistenza compatta, non elastica ed un aspetto al taglio tale per cui la fetta si presenta compatta ed omogenea, di colore rosso inframmezzato dal grasso bianco rosato. Ha un profumo delicato con un aroma speziato, in particolare di pepe. Il gusto è dolce e delicato e si affina con il procedere della maturazione. Le principali caratteristiche chimico-fisiche riguardano il contenuto di umidità compreso tra il 27% ed il 43%, il tenore di grasso compreso tra il 19% e il 43% e di proteine compreso tra il 19% ed il 34%.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza dell’indicazione Coppa Piacentina seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo del Consorzio di tutela (in alto a destra) apposti su una fascia che avvolge il singolo pezzo. Ogni pezzo è messo in commercio numerato e con un contrassegno. La Coppa Piacentina è venduta intera, in tranci od affettata preconfezionata. Per la vendita al taglio, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibile l’incarto esterno che avvolge il prodotto, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 140
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
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Cotechino Modena IGP La zona di produzione La produzione del caratteristico Cotechino Modena IGP è esclusiva delle province di Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo.
Le caratteristiche Per la sua preparazione si usa una miscela di carni suine costituita da muscolatura striata, grasso e cotenna con l’aggiunta di sale, pepe intero e/o a pezzi ed altri eventuali ingredienti (aromi, acqua, vino, zuccheri). La miscela ottenuta è insaccata in involucri naturali o artificiali. Il Cotechino Modena può essere commercializzato crudo o precotto. Se crudo, deve essere consumato previa una prolungata cottura nel corso della quale il prodotto acquista colore e sapore tipici. Se precotto, può essere sottoposto a nuova cottura, generalmente in acqua: in fase di preparazione, comunque, è già sottoposto ad un trattamento termico ad una temperatura minima di 115 °C per un tempo sufficiente a garantirne la stabilità. Il prodotto cotto è facilmente affettabile e la fetta si presenta compatta con granulometria uniforme, di colore roseo tendente al rosso non uniforme. Il suo gusto caratteristico deriva anche dal contenuto proteico (minimo 17%), dal rapporto grasso/proteine (massimo 1,9) e dal rapporto acqua/proteine (massimo 2,7). La scelta degli ingredienti da utilizzare per conciare le carni suine e le relative dosi è propria di ogni salumificio e caratterizza quindi il prodotto finale.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Cotechino Modena seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta, del simbolo comunitario e dalla menzione “Garantita dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ai sensi dell’art. 10 del Reg. CE n. 510/2006”. Tali segni distintivi sono riprodotti all’interno di uno spazio detto “tassello” (in alto a destra). Il prodotto è venduto solo intero (crudo o precotto).
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile facilmente sull’intero territorio nazionale sia presso la vendita al dettaglio, sia presso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 18 marzo 1999 141
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
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Crudo di Cuneo DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende, oltre alla provincia di Cuneo, anche quella di Asti e una parte di quella di Torino. I suini utilizzati sono nati, allevati e macellati esclusivamente in questo territorio.
Le caratteristiche Il Crudo di Cuneo è ricavato dalle cosce dei suini opportunamente lavorate e sottoposte ad un processo di salagione di durata non inferiore a due settimane. Il sale può contenere piccole quantità di pepe nero spaccato e aceto e può essere miscelato con spezie o estratti di spezie o antiossidanti naturali. La stagionatura dura almeno 10 mesi dall’inizio della lavorazione, terminata la quale il prodotto è di peso compreso tra 7 e 10 kg, colore al taglio rosso uniforme, consistenza della parte esterna morbida e compatta, grasso esterno di copertura di colore bianco tendente al giallo, grasso interno di colore bianco, presente in piccole quantità. L’aroma è fragrante, stagionato, dolce. Non è ammesso alcun difetto né nell’aspetto, né nel colore che risulta privo di macchie, striature, disuniformità. Alla prova olfattiva il grasso non deve presentare odore rancido, né odore di latte, pesce, o altri odori anomali.
Come lo distingui Il prodotto può essere identificato attraverso la presenza dei seguenti segni distintivi: “tatuaggio” sulla coscia del suinetto da parte dell’allevatore per garantirne la provenienza e l’età apposto entro il trentesimo giorno dalla nascita e marchio a fuoco che riproduce il logo della denominazione. Il logo va riportato anche sull’etichetta. In etichetta, inoltre, compare l’indicazione Crudo di Cuneo seguita dalla menzione Denominazione d’Origine Protetta (DOP), il simbolo comunitario ed il numero identificativo attribuito al produttore. Il Crudo di Cuneo é commercializzato intero con osso, disossato sigillato sottovuoto, in tranci ed affettato preconfezionato. Su ogni trancio è presente il contrassegno apposto presso il prosciuttificio.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione e in alcuni casi anche attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 15 dicembre 2009 142
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 143
Culatello di Zibello DOP La zona di produzione La zona di produzione è limitata alla provincia di Parma esclusivamente nei comuni di Polesine, Busseto, Zibello, Soragna, Roccabianca, San Secondo, Sissa e Colorno. Gli allevamenti dei suini sono situati in Lombardia ed Emilia Romagna e gli animali sono gli stessi utilizzati per i prosciutti di Parma e San Daniele.
Le caratteristiche Il Culatello di Zibello è ottenuto con la parte più pregiata del suino, la noce della coscia, opportunamente mondata in superficie e rifilata fino ad ottenere la classica forma a “pera”. Nella miscela di salagione sono presenti: sale, pepe intero e/o a pezzi ed aglio. Può, inoltre, essere impiegato vino bianco secco. L’operazione di salagione ha una durata che va da 1 a 6 giorni. Successivamente il prodotto è sottoposto alla cosiddetta “investitura”, ovvero all’insaccamento in budelli naturali e alla legatura. Segue la stagionatura che ha una durata non inferiore a 10 mesi a partire dalla salatura. Il Culatello di Zibello ha la caratteristica forma a pera con leggero strato di grasso nella parte convessa, imbrigliato in giri di spago tali da formare una sorta di rete a maglie larghe. Al taglio la parte muscolare è di colore rosso uniforme ed il grasso compreso fra i diversi fasci muscolari è di color bianco. Il profumo è intenso, con un gusto tipico, dolce e delicato. Le principali caratteristiche chimico-fisiche sono un valore medio di ph di 6,55 ed un’umidità media del 49,50%. La lavorazione avviene esclusivamente nei mesi autunno-vernini (da ottobre a febbraio). La combinazione del caldo estivo e delle nebbie autunnali durante la maturazione è il segreto del suo gusto inimitabile.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Culatello di Zibello seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo del Consorzio (in alto a destra). Durante la lavorazione al prodotto vengono apposti due contrassegni: uno all’atto della legatura, che ha forma di una fascetta recante la data (mese ed anno) d’inizio lavorazione e l’altro al termine del periodo di stagionatura di forma ellittica recante la sagoma di un antico maiale.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Emilia-Romagna, principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta, al dettaglio e la ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 143
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 144
Lardo di Colonnata IGP La zona di produzione La zona di produzione è rappresentata esclusivamente da Colonnata, frazione montano collinare del comune di Carrara, in Toscana. Gli allevamenti dei suini destinati alla produzione del Lardo di Colonnata IGP sono situati nel territorio delle seguenti regioni: Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Umbria, Marche, Lazio e Molise.
Le caratteristiche Il Lardo di Colonnata è ottenuto dallo strato adiposo che ricopre il dorso dei suini, di spessore non inferiore ai 3 cm. Gli ingredienti utilizzati per la lavorazione del prodotto sono sale marino naturale, pepe nero, rosmarino fresco, aglio fresco nonché altre spezie ed aromi quali cannella, coriandolo, noce moscata e chiodi di garofano ed altre erbe aromatiche, quali anice stellato, salvia, origano. Il prodotto è di forma variabile; da un lato conserva la cotenna, dall’altro è ricoperto dal sale di stagionatura reso scuro dalla presenza delle spezie. La consistenza è omogenea e morbida, il colore bianco, rosato o leggermente brunito, il profumo fragrante e ricco di aromi, il gusto delicato e fresco. La peculiarità del prodotto è insita nella lavorazione che prevede una stagionatura di almeno 6 mesi in vasche di marmo, localmente dette ”conche”, realizzate con il marmo proveniente dal bacino di Colonnata.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Lardo di Colonnata seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), del simbolo comunitario, del logo della denominazione che riproduce la sagoma di un maiale di profilo. Il lardo è messo in commercio in tranci confezionati sottovuoto. Su ogni pezzo è apposto uno speciale sigillo numerato non riutilizzabile di colore rosso. Per il prodotto venduto al taglio, il rivenditore deve conservare il sigillo sul pezzo, così da consentire un’adeguata riconoscibilità del prodotto.
Dove puoi acquistarlo Il Lardo di Colonnata IGP è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e la ristorazione e sul territorio nazionale è presente nella distribuzione organizzata e al dettaglio.
Denominazione registrata il 26 ottobre 2004 144
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
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Mortadella Bologna IGP La zona di produzione La produzione avviene in Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Marche, Lazio e nella provincia di Trento.
Le caratteristiche La Mortadella Bologna è un insaccato cotto costituito da una miscela di carni suine cui sono aggiunti il grasso proveniente dalla gola del suino, il sale e il pepe intero o in pezzi. Possono essere aggiunti anche aromi, spezie, pistacchio, zucchero. La miscela è insaccata in lardelli naturali o sintetici e sottoposta a cottura in stufe ad aria secca per un tempo proporzionale al suo diametro. Il prodotto presenta forma ovale o cilindrica, compatto, ma di consistenza non elastica. La superficie di taglio è di colore rosa vivo uniforme, il profumo è aromatico e leggermente speziato, il gusto è delicato senza tracce di affumicatura. La fetta presenta almeno il 15% di quadrettature di grasso di color bianco perlaceo, eventualmente unito a frazioni muscolari. Le quadrettature sono ben distribuite e aderenti all’impasto, mentre sono assenti sacche di grasso. Le principali caratteristiche chimico-fisiche sono il valore minimo di ph pari a 6, il tenore delle proteine totali pari al 13,5%, il rapporto tra grasso e proteine massimo pari a 2.
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile per la presenza dell’indicazione Mortadella Bologna seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), del simbolo comunitario e del logo della denominazione (in alto a destra) apposti su una fascia che avvolge il singolo pezzo. La mortadella è venduta intera, a pezzi, in tranci, oppure affettata preconfezionata; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni. Per la vendita al taglio, il rivenditore dovrebbe avere cura di rendere sempre visibile la fascia esterna del prodotto, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile facilmente sull’intero territorio nazionale sia attraverso la distribuzione organizzata, sia attraverso la vendita al dettaglio. Una quota importante di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 17 luglio 1998 145
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7-05-2010
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Pagina 146
Pancetta di Calabria La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della Calabria. I suini utilizzati, oltre che dalla Calabria, provengono da Basilicata, Sicilia, Puglia, Campania e sono allevati esclusivamente in Calabria dall’età massima di quattro mesi.
Le caratteristiche La Pancetta di Calabria è ricavata dalla carne suina lavorata con ingredienti naturali quali sale, pepe nero in grani ed in polvere, pepe rosso piccante, pepe rosso dolce, aceto di vino. La parte superficiale può essere ricoperta con polvere di peperoncino. Il prodotto presenta forma rettangolare, spessore variabile tra 3 e 4 cm, colore della parte esterna rosso, marcato dalla presenza di polvere di peperoncino. Al taglio l’aspetto è roseo, con striature sottili alternate di magro e di grasso. Il sapore è intenso naturale. Buona la sapidità. Peculiari nella preparazione sono l’utilizzo del peperoncino, tipico ingrediente di tutti i salumi calabresi, e la bagnatura con aceto di vino.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza in etichetta dell’indicazione Pancetta di Calabria seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo della denominazione (in alto a destra). La Pancetta è venduta sfusa, intera, in tranci od affettata preconfezionata; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti i suddetti simboli ed informazioni. Per le vendite al taglio, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibile l’incarto esterno che avvolge il prodotto, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è diffuso principalmente in Calabria attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 146
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7-05-2010
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Pagina 147
Pancetta Piacentina DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio della provincia di Piacenza, limitatamente alle aree ad altitudine fino ai 900 metri s.l.m.. I suini impiegati per la preparazione sono invece allevati in alcune delle regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele (Lombardia ed Emilia Romagna) e con le stesse modalità.
Le caratteristiche La Pancetta Piacentina è ricavata dalla parte centrale dell’adipe della mezzena opportunamente sezionata ed insaporita con una miscela composta da sale marino, pepe nero, chiodi di garofano, zuccheri, sali di acido ascorbico nelle quantità definite dal disciplinare. La stagionatura ha una durata non inferiore ai due mesi. La Pancetta Piacentina DOP ha forma cilindrica, peso che varia dai 4 agli 8 kg, colore rosso vivo inframmezzato del bianco delle parti grasse, profumo gradevole, sapore dolce, ma non privo di sapidità. Le principali caratteristiche chimico-fisiche che ne determinano il gusto sono l’umidità tra il 25% ed il 41%, il tenore di grassi tra il 38% ed il 63%, di proteine tra il 9% ed il 16,5%, ed il valore del ph tra 5 e 6.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza dell’indicazione Pancetta Piacentina seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo del consorzio di tutela (in alto a destra) apposti su una fascia che avvolge il singolo pezzo. Ogni pezzo è messo in commercio numerato e con un contrassegno. La Pancetta Piacentina è venduta sfusa, intera, in tranci od affettata preconfezionata; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni. Per le vendite al taglio, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibile l’incarto esterno che avvolge il prodotto, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata e, in alcuni casi, nella vendita al dettaglio e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 147
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7-05-2010
16:51
Pagina 148
Prosciutto di Carpegna DOP La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio del comune di Carpegna in provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche. I suini impiegati per preparare il Prosciutto di Carpegna sono invece allevati in alcune delle regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele (Lombardia, Emilia Romagna e Marche) e con le stesse modalità.
Le caratteristiche Il Prosciutto di Carpegna è ricavato dalle cosce dei suini opportunamente lavorate e sottoposte ad un processo di salatura con sale marino macinato a secco. La fase di stagionatura ha una durata non inferiore ai 13 mesi. Il Prosciutto di Carpegna DOP ha una forma tondeggiante, tendente al piatto, di peso non inferiore agli 8 kg, colore tendenzialmente rosa salmonato, con adeguata quantità di grasso solido, di colore bianco rosato all’esterno. Il profumo è delicato e penetrante di carne stagionata, il gusto delicato e fragrante, la consistenza tenera ed elastica tipica delle carni. Le principali caratteristiche chimico-fisiche sono il valore di umidità compreso tra il 57% ed il 63% e l’indice di proteolisi non inferiore a 24 e non superiore a 31.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato con apposito contrassegno che lo identifica. Il contrassegno è costituito dal simbolo recante la dicitura Prosciutto di Carpegna apposto con marchiatura a fuoco. Ogni pezzo si riconosce attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Prosciutto di Carpegna seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo della denominazione. Il prodotto è commercializzato anche affettato preconfezionato; in tal caso sulle confezioni devono essere presenti i suddetti simboli ed informazioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 148
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7-05-2010
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Prosciutto di Modena DOP La zona di produzione La zona di produzione del Prosciutto di Modena DOP è situata nell’area collinare che insiste sul bacino del fiume Panaro e sulle valli confluenti, partendo dalla fascia pedemontana fino a 900 metri di altitudine. I comuni interessati sono: Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Spilamberto, San Cesario sul Panaro, Savignano sul Panaro, Vignola, Marano, Guiglia, Zocca, Montese, Maranello, Serramazzoni, Pavullo nel Frignano, Lama Mocogno, Pievepelago, Riolunato, Montecreto, Panano, Sestola, Gaggio Montano, Monteveglio, Savigno, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Castello di Serravalle, Castel d’Aiano, Bazzano, Zola Predosa, Bibbiano, San Polo d’Enza, Quattro Castella, Canossa, Viano, Castelnuovo Monti. I suini provengono invece dalle regioni Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Molise, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio.
Le caratteristiche Le razze, l’allevamento e l’alimentazione dei suini sono tali da garantire le tradizionali qualità del prodotto. Il processo di stagionatura dura normalmente 8 mesi. Il prodotto presenta forma a pera, peso non inferiore a 7 kg, colore rosso vivo dal taglio, sapore sapido ma non salato, aroma di profumo gradevole, dolce ma intenso. L’umidità non è inferiore al 59%, né superiore al 63,5%. Il sale è compreso tra 4,5 e 6,7%.
Come lo distingui Il prodotto è identificato attraverso la presenza dei seguenti segni distintivi: “tatuaggio” sulla coscia del suinetto da parte dell’allevatore per garantirne la provenienza e l’età; timbro sulla coscia fresca da parte del macellatore; marchio indelebile chiamato sigillo sulla coscia fresca da parte del prosciuttificio al momento dell’entrata nello stabilimento, che riporta la sigla “Pm” e la data di inizio stagionatura; marchio a fuoco al termine della stagionatura accompagnato dal numero assegnato ad ogni azienda produttrice e dalla sigla “Pm”, al fine di favorirne la rintracciabilità. Oltre ai timbri presenti sulla coscia, in etichetta è riportata l’indicazione Prosciutto di Modena seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). Il prosciutto di Modena é commercializzato anche frazionato; in tal caso su ogni pezzo o porzione è apposto il contrassegno. Qualora ciò non sia possibile il contrassegno è applicato sulla confezione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la distribuzione organizzata, la ristorazione, nonché la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 149
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7-05-2010
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Prosciutto di Norcia IGP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva dei comuni di Norcia, Preci, Cascia, Monteleone, Spoleto, Poggiodomo, nei territori posti ad altitudine superiore ai 500 m.s.l., in Umbria.
Le caratteristiche Il prodotto deriva dalle cosce dei suini pesanti adulti, esclusi verri e scrofe, provenienti da allevamenti di razze bianche incrociate e selezionate. La salatura è effettuata in due tempi utilizzando sale marino di grana media. Le cosce sono inizialmente preparate mediante la spremitura dei vasi sanguigni e poi strofinate con sale umido e sale a secco. Dopo un periodo di 7 giorni, si procede alla dissalatura, al lavaggio e ad una nuova spremitura dei vasi sanguigni. La seconda salatura dura 14 - 18 giorni. Successivamente la cosce sono dissalate e poste a riposo per un periodo di 2-5 mesi. Il periodo di stagionatura, dalla salagione alla commercializzazione, non può essere inferiore ai dodici mesi. Il prodotto si presenta con la caratteristica forma a pera, di peso non inferiore agli 8,5 kg e con un aspetto al taglio compatto di colore dal rosato al rosso. Il profumo è tipico e leggermente speziato, il sapore sapido ma non salato.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza di un contrassegno a fuoco in cui compare la scritta Prosciutto di Norcia. In etichetta è presente l’indicazione Prosciutto di Norcia seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP).
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione principalmente attraverso la distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio. In minima parte è presente anche sui mercati esteri.
Denominazione registrata il 12 giugno 1997 150
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
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Prosciutto di Parma DOP La zona di produzione La zona di produzione del Prosciutto di Parma comprende il territorio della provincia di Parma, posto a sud della via Emilia ad una distanza non inferiore a 5 km fino ad un’altitudine non superiore a 900 m, delimitato ad est dal fiume Enza e ad ovest dal torrente Stirone. I suini provengono da Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Molise, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio.
Le caratteristiche Le razze, l’allevamento e l’alimentazione dei suini sono tali da garantire le tradizionali qualità del prodotto. La stagionatura ha durata minima di 12 mesi. Il prodotto presenta forma tondeggiante, è privo del piedino e di imperfezioni tali da pregiudicarne l’immagine. Il colore al taglio è uniforme tra il rosa ed il rosso, inframmezzato dal bianco puro delle parti grasse. Il sapore è delicato e dolce, poco salato e con aroma fragrante e caratteristico. Il peso è normalmente tra gli 8 e i 10 kg e comunque non inferiore a 7 kg. Il suo gusto caratteristico dipende anche dal moderato contenuto di sale (tra 4,5% e 6,7%, fino a 6,9% per i prosciutti di peso tra 7 e 9 kg), di umidità (tra 59% e 63,5%, fino a 64% per i prosciutti di peso tra 7 e 9 kg) e da un indice di proteolisi (tra 24% e 31%) non troppo alto, in quanto valori eccessivamente elevati influiscono negativamente sulla consistenza della parte magra.
Come lo distingui Il prodotto è identificato per la presenza dei seguenti segni distintivi: tatuaggio posto dall’allevatore su entrambe le cosce del suino, con il proprio codice d’identificazione ed il mese di nascita dell’animale; timbro a fuoco del macello che individua la coscia per mezzo della sigla PP Prosciutto di Parma e l’identificativo dello stabilimento; sigillo metallico costituito da una corona circolare con il mese e l’anno d’inizio stagionatura e la sigla C.P.P. - Consorzio del Prosciutto di Parma; marchio a fuoco costituito da una corona a 5 punte in cui è inserita la scritta PARMA (in alto a destra) e, sottostante, la sigla dell’azienda presso cui si è svolta la lavorazione. In etichetta è presente l’indicazione Prosciutto di Parma seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). Il prodotto è commercializzato anche disossato, ovvero in tranci di forma e peso variabili ovvero affettato e confezionato. Qualora non sia possibile conservare sul prodotto il contrassegno, questo è apposto sulla confezione.
Dove puoi acquistarlo Il Prosciutto di Parma è facilmente reperibile sull’intero territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la ristorazione. Una quota rilevante di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 151
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
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Prosciutto di San Daniele DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva del comune di San Daniele del Friuli in provincia di Udine, mentre i suini provengono dal Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Molise e Lazio.
Le caratteristiche Le razze, l’allevamento e l’alimentazione dei suini rispettano le tecniche tradizionali. Il processo di stagionatura dura normalmente 8 mesi, al termine dei quali il prosciutto presenta forma a chitarra dovuta alle metodiche di preparazione della coscia suina fresca. Le carni presentano un giusto grado di tenerezza. La parte grassa è perfettamente bianca in proporzione con la parte magra. La porzione magra è di colore rosato e rosso, con qualche nervatura. II gusto è delicatamente dolce, con un retrogusto più marcato. L’aroma è fragrante e caratteristico. Il peso è normalmente tra gli 8 ed i 10 kg e, comunque non inferiore a 7,5 kg. ll livello qualitativo del prodotto dipende anche da un limitato contenuto di sale e di umidità compresa tra il 57% ed il 63%, nonché un indice di proteolisi non superiore a 31.
Come lo distingui Il prodotto è identificato per la presenza dei seguenti segni distintivi: tatuaggio posto dall’allevatore su entrambe le cosce del suino, con il proprio codice d’identificazione ed il mese di nascita dell’animale; timbro a fuoco del macello che individua permanentemente la coscia con l’identificativo dello stabilimento; l’indicazione della data del giorno d’inizio lavorazione, in base alla quale si può sempre stimare la stagionatura; marchio costituito dalla denominazione Prosciutto San Daniele in forma circolare recante, nella parte centrale, la rappresentazione stilizzata di un prosciutto con l’indicazione della sigla SD (in alto a destra), accompagnato dal codice d’identificazione del produttore posto sotto lo zampino del prosciutto. In etichetta è presente l’indicazione Prosciutto San Daniele seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). Il prodotto è commercializzato anche disossato, ovvero in tranci di forma e peso variabili ovvero affettato e confezionato. Qualora non sia possibile conservare sul prodotto il contrassegno, questo è apposto sulla confezione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile sull’intero territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio, nonché la ristorazione. Una quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 152
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
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Prosciutto Toscano DOP La zona di produzione La produzione avviene in Toscana, i suini sono invece allevati nelle stesse regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele e con le stesse modalità.
Le caratteristiche Il prodotto presenta forma tondeggiante ad arco sulla sommità. Il peso è normalmente intorno agli 8 - 9 kg e comunque non inferiore ai 7,5 kg. Il periodo di stagionatura varia con il peso, comunque mai inferiore a 10 mesi. Il colore della polpa varia dal rosso vivo al rosso chiaro, con scarsa presenza di grasso intramuscolare. Il sapore è delicato con una giusta sapidità - grazie all’utilizzo di una miscela di sale, pepe e spezie nella lavorazione - l’aroma è fragrante e caratteristico per l’impiego dei tradizionali metodi di elaborazione e stagionatura. Il suo gusto caratteristico dipende anche dal moderato contenuto di sale (fino a 8,3%), di umidità (fino a 61%) e da un indice di proteolisi non troppo alto (fino a 30%), in quanto valori eccessivamente elevati influiscono negativamente sulla consistenza della parte magra.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza di un contrassegno a fuoco (in alto a destra) in cui compare la scritta Prosciutto Toscano DOP, sovrapposta all’immagine stilizzata dei confini della Regione Toscana e quattro stelle sistemate ad arco. Il contrassegno è accompagnato dalla presenza di due cifre che rappresentano il numero d’identificazione del produttore e, a seguire, da un carattere alfabetico maiuscolo indicante il mese d’inizio stagionatura. In etichetta è presente l’indicazione Prosciutto Toscano seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). Il Prosciutto Toscano può essere commercializzato intero, disossato, porzionato cioè suddiviso in tranci di forma e peso variabile, o affettato. Su ogni pezzo è sempre visibile il contrassegno a fuoco.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile sull’intero territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio, nonché la ristorazione. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 153
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 154
Prosciutto Veneto Berico-Euganeo DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende alcuni comuni delle province di Padova, Vicenza e Verona interessando l’area padana e pedemontana dei colli Berici e dei colli Euganei. I suini provengono invece da Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria e Lazio.
Le caratteristiche Il prodotto presenta forma esteriore naturale semipressata, è privo del piedino e di imperfezioni tali da pregiudicarne l’immagine. Nella parte superiore del gambo è praticato un foro attraverso il quale passa una corda per la legatura. Il peso è normalmente tra gli 8 e gli 11 kg circa, fatta eccezione per i prosciutti destinati alla disossatura il cui peso minimo non è inferiore ai 7 kg. Il periodo di stagionatura varia in relazione al peso, comunque tra i 10 e i 12 mesi. La carne è di colore rosa tendente al rosso con le parti grasse perfettamente bianche, l’aroma è delicato, dolce e fragrante. ll livello qualitativo del prodotto dipende anche da un limitato contenuto di sale tra il 4% ed il 6,8%, di umidità tra il 58% ed il 64%, nonché un indice di proteolisi tra il 24 ed il 31%.
Come lo distingui Il prodotto è identificato dal contrassegno apposto sulla cotenna in maniera permanente che raffigura il leone di San Marco sovrastante la parola “Veneto” (in alto a destra). Su tale contrassegno figura anche una sigla che identifica il produttore. Il prodotto riporta anche i seguenti timbri e/o sigilli: timbro apposto dall’allevatore, timbro apposto dal macellatore; sigillo apposto dal produttore prima della salagione, di forma esagonale che reca la scritta “C. VENETO”, il mese e l’anno di inizio lavorazione. Il prodotto è commercializzato anche disossato e in tranci. In questo caso il contrassegno è apposto in modo visibile su ogni singolo pezzo. Il Prosciutto Veneto Berico-Euganeo è venduto anche affettato ed opportunamente confezionato; in questo caso il contrassegno è apposto sulla confezione. In etichetta è presente l’indicazione Prosciutto Veneto Berico-Euganeo seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Veneto, in particolare nella zona di produzione attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la ristorazione.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 154
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 155
Salame Brianza DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva del territorio della Brianza in Lombardia, delimitata a nord dai contrafforti del Monte Ghisallo, a sud dal corso del canale Villoresi, ad est dal solco profondo del fiume Adda ed ad ovest dalla Strada Statale Comasina, con la relativa fascia esterna di due chilometri. I suini impiegati per preparare il Salame Brianza sono invece allevati in alcune delle regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele (Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte) e con le stesse modalità.
Le caratteristiche Il Salame Brianza è ottenuto da un impasto di carne suina, sale, pepe a pezzi e/o macinato cui possono essere aggiunti altri ingredienti quali vino, zuccheri, aglio. L’impasto è insaccato in budello naturale o artificiale, eventualmente legato con spago o posto in rete. Il prodotto è compatto, di consistenza non elastica e forma cilindrica. Al taglio la fetta è compatta ed omogenea, il colore è rosso rubino uniforme, il profumo delicato e caratteristico ed il gusto molto dolce, mai acido. Il periodo di stagionatura dipende dal diametro del salame fresco e varia da 3 a 15 settimane. I parametri analitici per valutare la qualità del prodotto sono il pH (non inferiore a 5,3), il contenuto proteico (minimo 23%) e il rapporto grasso/proteine (massimo 1,5).
Come lo distingui Il Salame Brianza può essere commercializzato intero, in tranci o affettato preconfezionato. È riconosciuto attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Salame Brianza seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo della denominazione (in alto a destra). All’estremità del prodotto, inoltre, è apposto un sigillo in alluminio o altro materiale indicante il mese e l’anno di produzione. Per la vendita sfusa, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibili l’incarto esterno ed il sigillo a garanzia della riconoscibilità del prodotto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione, ovvero la Brianza attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 155
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 156
Salame Cremona IGP La zona di produzione La zona di produzione è in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. I suini da cui proviene il prodotto invece sono nati, allevati e macellati anche in Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio e Molise.
Le caratteristiche L’impasto è preparato aggiungendo alla carne suina il sale, le spezie, il pepe in grani o pezzi grossolani, l’aglio pestato e spalmato. Il prodotto è insaccato in budello naturale. La stagionatura si protrae per un periodo non inferiore a 5 settimane, ma varia in relazione alla pezzatura. Il diametro del prodotto è almeno 6,5 cm, mentre la lunghezza è non inferiore a 15 cm. Il peso a fine stagionatura è non meno di 0,5 kg. Il prodotto, di forma cilindrica a tratti irregolare, è compatto e di consistenza morbida, la fetta è omogenea e si caratterizza per la sua coesione. Il colore è rosso intenso ed il profumo è tipico e speziato. I parametri analitici per valutare la qualità del prodotto sono il pH (non inferiore a 5,2), il contenuto proteico (minimo 20%), il rapporto acqua/proteine (massimo 2,00) e il rapporto grasso/proteine (massimo 2).
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile per la presenza dell’indicazione Salame Cremona seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e del simbolo comunitario, apposti su una fascia che avvolge il singolo pezzo. All’estremità del prodotto, inoltre, è apposto un sigillo inviolabile in alluminio o altro materiale su cui sono riportate le diciture “Consorzio del Salame Cremona” e il mese e l’anno di produzione. Il Salame Cremona può essere commercializzato intero o in tranci o affettato preconfezionato; in tal caso sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni. Per le vendite sfuse, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibile la fascia esterna ed il sigillo, a garanzia della riconoscibilità del prodotto.
Dove puoi acquistarlo È reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la ristorazione.
Denominazione registrata il 22 novembre 2007 156
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 157
Salame di Varzi DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva della provincia di Pavia, in Lombardia, ed in particolare nei comuni di Bagnaria, Brallo di Pregola, Cecima, Fortunago, Godiasco, Menconico, Montesegale, Ponte Nizza, Rocca Susella, Romagnese, Santa Margherita Staffora, Val di Nizza, Valverde, Varzi, Zavattarello. I suini destinati alla produzione del Salame di Varzi sono allevati e macellati in Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte.
Le caratteristiche Il Salame di Varzi è ottenuto da una miscela di parti magre e grasse del maiale, cui sono aggiunti sale marino, sodio, pepe nero solo in grani, infuso di aglio e vino rosso filtrato. Il budello per l’insaccato è naturale ed il prodotto ottenuto, opportunamente forellato, è legato con spago a maglia fitta. La stagionatura dipende dalla pezzatura e va da un periodo minimo di 45 giorni per pezzature di peso tra 0,5 e 0,7 kg, fino a 180 giorni per pezzature di peso da un 1 kg ed oltre. Il prodotto si presenta al taglio di colore rosso vivo, l’impasto è compatto con una presenza della parte grassa perfettamente bianca in giusta proporzione. Il sapore è dolce e delicato, l’aroma fragrante e caratteristico strettamente correlato al periodo di stagionatura. Il suo gusto dipende anche dal contenuto proteico (minimo 23%), dal rapporto grasso/proteine (massimo 1,5), dall’umidità (massimo 48%) e dal pH (non inferiore a 5,2).
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile attraverso il sigillo, apposto al termine delle operazioni di insaccatura, in genere di colore giallo oro, che riporta l’indicazione del produttore e la data di inizio stagionatura e il contrassegno, apposto al salame alla fine della stagionatura e comunque prima di essere immesso sul mercato, che riporta il logo del Consorzio di tutela del Salame di Varzi (in alto a destra) e la numerazione progressiva. Il prodotto si riconosce anche per la presenza in etichetta dell’indicazione Salame di Varzi seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP). Il Salame di Varzi può essere commercializzato intero o in tranci o affettato preconfezionato; in tal caso sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni. Per le vendite sfuse, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibili il sigillo ed il contrassegno a garanzia della riconoscibilità del prodotto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella bassa Lombardia attraverso la distribuzione organizzata, la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 157
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 158
Salame d’oca di Mortara IGP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva dei comuni che fanno parte della Lomellina in provincia di Pavia. La materia prima utilizzata è carne di oche nate, allevate e macellate in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e carne di suini nati, allevati e macellati nelle stesse regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele e con le stesse modalità.
Le caratteristiche I tagli di carne impiegati sono costituiti dalle parti magre dell’oca (30/35%), dalle parti magre e grasse del suino (30/35%) con aggiunta di sale marino, pepe, aromi naturali vari. L’impasto del salame è contenuto nella pelle dell’oca, opportunamente salata, rifilata e cucita con spago di cotone. L’impasto è consistente ed omogeneo e non si sbriciola, la fetta si presenta compatta. La pelle dell’oca al taglio rimane ben aderente all’impasto ottenuto. Il peso varia da 0,3 kg a non oltre 4 kg. Il colore della fetta è rosso scuro in corrispondenza della carne d’oca, rosso tenue in corrispondenza della carne di suino, bianco in corrispondenza del grasso di suino. Il profumo é fine e delicato, caratterizzato dalla presenza di spezie, il sapore é dolce, tipico della carne d’oca. Il suo gusto caratteristico dipende anche dal rapporto grasso/proteine (massimo 1,8), dal rapporto acqua/proteine (massimo 3) e dal pH (non inferiore a 5). La forma del prodotto può essere cilindrica a fiasco o sferica a seconda della parte dell’oca utilizzata per l’insaccatura.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Salame d’oca di Mortara seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e del logo della denominazione (in alto a destra) composto da un sigillo ovale di colore azzurro all’interno del quale compare la raffigurazione della Lomellina colorata in verde, un’oca di colore bianco, l’abbazia di Sant’Albino e due spighe di riso. All’interno del logo é presente il simbolo comunitario. Il prodotto può essere commercializzato intero o in tranci o affettato preconfezionato; in tal caso sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella Lomellina, in Lombardia, attraverso la vendita diretta, al dettaglio e in parte attraverso la ristorazione locale e le fiere ad esso dedicate.
Denominazione registrata il 24 giugno 2004 158
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 159
Salame Piacentino DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva della provincia di Piacenza, in Emilia-Romagna. I suini impiegati per la preparazione sono invece allevati in alcune delle regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele (Lombardia ed Emilia-Romagna) e con le stesse modalità.
Le caratteristiche Il Salame Piacentino è ottenuto da una miscela di parti magre e grasse del maiale condite con sale, pepe nero o bianco in grani e/o spezzato, vino, aglio, zucchero. La stagionatura ha una durata non inferiore a 45 giorni dalla data di salatura. Il prodotto presenta una forma cilindrica con peso variabile tra 0,4 kg e 1 kg. L’aspetto al taglio è di colore rosso vivo con lenticelle di grasso di colore bianco rosato, ben distinguibili e ben distribuite nella parte magra; l’aroma è caratteristico di carne stagionata, con un leggero sentore di spezie, e varia con la stagionatura. Il sapore è dolce e delicato, al palato il salame è morbido, ma compatto. Al termine della stagionatura l’umidità è compresa tra il 27 ed il 50%, le proteine sono tra il 23,5 ed il 33,5%, i grassi tra il 16 ed il 35%, il sale tra il 3 ed il 5% ed il pH tra 5,4 e 6,5.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza dell’indicazione Salame Piacentino seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), del simbolo comunitario e del logo del Consorzio di tutela (in alto a destra) apposti su una fascia che avvolge il singolo pezzo. Ogni pezzo è messo in commercio numerato e con un contrassegno. Il Salame Piacentino è venduto sfuso, intero, in tranci od affettato preconfezionato; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti i suddetti simboli ed informazioni. Per il prodotto venduto al taglio, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibile l’incarto esterno che avvolge il prodotto, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio, in parte anche attraverso la vendita diretta e la ristorazione.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 159
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 160
Salame S. Angelo IGP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva del comune di Sant’Angelo di Brolo in provincia di Messina in Sicilia.
Le caratteristiche Il Salame S. Angelo si ottiene da una miscela di parti magre e grasse del maiale tagliati a «punta di coltello» cui sono aggiunti sale marino e pepe nero a mezza grana. Il rapporto carne/grasso presente non è superiore al 20% di grasso. Il budello, esclusivamente di maiale, è legato con spago all’interno nella parte inferiore. Una volta rivoltato su se stesso è riempito, legato e sigillato nella parte superiore. La durata della stagionatura è in funzione della pezzatura. Il prodotto è caratterizzato da superficie esterna cilindrica ed irregolare, con la classica fioritura ed uno strato biancastro, tipico degli insaccati stagionati. La consistenza è tenera e compatta. La fetta si presenta omogenea, con il grasso e la parte magra ben miscelati. Le parti magre sono di colore rosso rubino ed il grasso di colore bianco. Il profumo è delicato e caratteristico ed il sapore leggermente speziato con aroma fragrante. A stagionatura ultimata il valore del pH è compreso tra 5,1 e 6,2.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Salame S. Angelo seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), del logo della denominazione e da un codice numerico identificativo del singolo prodotto. Ad una delle due estremità, inoltre, viene apposto un sigillo. Il Salame S.Angelo è venduto sfuso, intero, in tranci od affettato preconfezionato; in tal caso sulle confezioni devono essere presenti i suddetti loghi ed informazioni. Per il prodotto venduto al taglio, il rivenditore deve avere cura di rendere sempre visibile l’incarto esterno che avvolge il prodotto, a garanzia della riconoscibilità dello stesso.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in provincia di Messina ed in particolare nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 25 settembre 2008 160
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
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Salamini italiani alla cacciatora DOP La zona di produzione La zona di produzione insiste in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio e Molise, dove si trovano anche gli allevamenti dei suini destinati a tale produzione. Questi sono gli stessi utilizzati per i prosciutti DOP di Parma e di San Daniele.
Le caratteristiche I Salamini italiani alla cacciatora sono prodotti con una miscela di parti magre e parti grasse del maiale, conditi con sale, pepe a pezzi e/o macinato, aglio. La stagionatura dura almeno 10 giorni. Il prodotto presenta forma cilindrica compatta e consistenza non elastica. Al taglio la fetta è omogenea, di colore rosso rubino uniforme, con granelli di grasso ben distribuiti. Il profumo è delicato e caratteristico, il gusto è dolce, mai acido. Il salame ha un diametro di circa 6 cm, una lunghezza di circa 20 cm e peso in media di circa 350 g. Al termine del periodo di stagionatura il pH è non inferiore a 5,3, le proteine sono almeno il 20%, il rapporto grasso/proteine non va oltre 2.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza dell’indicazione Salamini Italiani alla Cacciatora seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e di un tassello (in alto a destra) che riporta al suo interno il simbolo comunitario ed il logo della denominazione con al centro la scritta Cacciatore posti su una fascia che avvolge ogni singolo pezzo. Il prodotto è venduto sfuso, intero, in tranci od affettato preconfezionato; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti i suddetti loghi ed informazioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile facilmente sull’intero territorio nazionale sia attraverso la distribuzione organizzata, sia attraverso la vendita al dettaglio. Una certa quota di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 7 settembre 2001 161
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 162
Salsiccia di Calabria DOP La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della Calabria. I suini utilizzati, oltre che da questa regione, provengono da Basilicata, Sicilia, Puglia, Campania e sono allevati esclusivamente in Calabria dall’età massima di quattro mesi.
Le caratteristiche Il prodotto è ricavato dall’impasto dei tagli di spalla e sottocostola del maiale con il lardo (tra il 6 ed il 20%) ed ingredienti aromatici naturali quali sale, pepe nero in grani ed in polvere, pepe rosso piccante, pepe rosso dolce, crema di peperoni, vino, semi di finocchio. L’impasto è insaccato in budelli naturali di suino, successivamente forati e quindi intrecciati a mano nella caratteristica forma a catenella o legati nella caratteristica forma ad “U”. La stagionatura dura almeno 30 giorni. Il prodotto ha forma cilindrica e lunghezza che varia da 70 ad 80 cm. Al taglio la Salsiccia di Calabria risulta a grana media, con il grasso ben distribuito, di colore rosso naturale o rosso vivace, a seconda che nell’impasto sia stato utilizzato il pepe nero o il peperoncino rosso, dolce o piccante. Il profumo è più o meno intenso, naturale, la sapidità è equilibrata o più intensa (piccante). Peculiare nella preparazione è l’utilizzo del pepe rosso o della crema di peperoni in alternativa al pepe nero, tipici ingredienti di tutti i salumi calabresi.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza in etichetta dell’indicazione DOP Salsiccia di Calabria, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e del logo della denominazione (consistente in una scritta inserita in un cerchio). Nell’etichetta o nel cartellino apposto sul prodotto intero o sulla confezione del prodotto porzionato possono essere indicate, alternativamente, le parole “piccante”, “dolce”, o “bianca”, se per la produzione della Salsiccia di Calabria vi è stato, rispettivamente, utilizzo di pepe rosso piccante o crema di peperoni piccante, utilizzo di pepe rosso dolce o crema di peperoni dolce, nessun utilizzo di pepe rosso né di crema di peperoni. Il prodotto può essere commercializzato intero, in tranci o affettato preconfezionato; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è diffuso principalmente in Calabria attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 162
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 163
Soppressata di Calabria DOP La zona di produzione La zona di produzione insiste nel territorio della Calabria. I suini utilizzati, oltre che in questa regione, provengono da Basilicata, Sicilia, Puglia, Campania e sono allevati esclusivamente in Calabria dall’età massima di quattro mesi.
Le caratteristiche Il prodotto è ottenuto da un impasto di prosciutto, spalla e/o filetto di maiale, tritati a medio taglio, con lardo (tra il 4 ed il 15%) ed altri ingredienti naturali quali sale, pepe nero in grani ed in polvere, pepe rosso piccante, pepe rosso dolce, crema di peperoni, vino. Il macinato è insaccato in budelli naturali di suino, forati e quindi legati a mano con spago naturale. La forma è assimilabile ad una figura cilindrica leggermente schiacciata, della lunghezza di 15 cm circa e del diametro di 6 cm circa. La stagionatura avviene allo stato naturale per 45 giorni. Al taglio è di aspetto compatto tendente al morbido, con una colorazione rosso naturale o rosso vivace uniforme a seconda dell’uso degli ingredienti (pepe nero in grani o pepe rosso dolce o piccante). Il sapore è più o meno intenso, con sapidità equilibrata. Peculiare nella preparazione è l’utilizzo del pepe rosso o della crema di peperoni in alternativa al pepe nero, tipici ingredienti di tutti i salumi calabresi.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto per la presenza in etichetta dell’indicazione Soppressata di Calabria, seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e del logo della denominazione (consistente in una scritta inserita in un cerchio). Nell’etichetta o nel cartellino apposto sul prodotto intero o sulla confezione del prodotto porzionato possono essere indicate, alternativamente, le parole “piccante”, “dolce”, o “bianca”, se per la produzione vi è stato, rispettivamente, utilizzo di pepe rosso piccante o crema di peperoni piccante, di pepe rosso dolce o crema di peperoni dolce, nessun utilizzo di pepe rosso né di crema di peperoni. Il prodotto può essere commercializzato intero, in tranci o affettato preconfezionato; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è diffuso principalmente in Calabria attraverso la vendita diretta e al dettaglio. È presente in parte anche nella distribuzione organizzata e nella ristorazione.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 163
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 164
Soprèssa Vicentina DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva della provincia di Vicenza, in Veneto. I suini utilizzati per la preparazione della Soprèssa sono nati, allevati e macellati sempre nel territorio vicentino.
Le caratteristiche Per la produzione della Soprèssa Vicentina si utilizzano tagli nobili del maiale (prosciutto, coppa, spalla, pancetta, grasso di gola, lombo), macinati ed amalgamati con sale, pepe, miscela di spezie macinate quali cannella, chiodi di garofano e rosmarino, aglio, zuccheri. La durata della stagionatura varia in funzione della pezzatura e va da un periodo non inferiore a 60 giorni per il prodotto di peso tra 1 ed 1,5 Kg, fino ad un periodo non inferiore a 120 giorni per prodotto di peso tra i 3,5 e gli 8 kg. È di forma cilindrica o arcuata e la superficie si presenta ricoperta da una patina chiara che si sviluppa naturalmente in fase di stagionatura. La pasta è compatta e allo stesso tempo tenera, anche dopo lunghi periodi di stagionatura. Il colore della fetta è rosato tendente al rosso, il grasso e il magro non presentano confini ben definiti, la grana è medio-grossa. Il profumo è speziato, con eventuale fragranza di erbe aromatiche con o senza aglio, il sapore è delicato, leggermente dolce e pepato o di aglio. Il suo gusto caratteristico dipende anche dal contenuto di grassi (tra il 30 ed il 43%), dal valore dell’umidità (inferiore al 55%), dalle proteine (superiori al 15%) e dal pH (tra 5,4 e 6,2).
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Soprèssa Vicentina seguito dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e del logo della denominazione (in alto a destra).
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione attraverso la distribuzione organizzata, la ristorazione, nonché la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 18 marzo 2003 164
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 165
Speck dell’Alto Adige IGP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva della provincia di Bolzano, in Trentino Alto Adige.
Le caratteristiche Lo Speck dell’Alto Adige si ottiene dalla coscia di suino disossata, moderatamente salata ed aromatizzata a secco, affumicata a freddo in locali appositi, ad una temperatura massima di 20° C e ben stagionata secondo gli usi e le tradizioni locali. Il periodo di stagionatura varia in funzione del peso della coscia, e va da 20 settimane per prodotto di peso 3,7 kg, fino ad almeno 24 settimane per prodotto di 4,70 kg. Lo Speck dell’Alto Adige si presenta di colore marrone, la fetta al taglio è rossa con parte in bianco rosato, l’odore affumicato, aromatico e gradevole, il gusto caratteristico, intenso e saporito. Il prodotto deve ottenere almeno 16 dei 20 punti massimi previsti all’esame organolettico, che prende in considerazione l’aspetto esterno e al taglio, la consistenza, l’odore ed il sapore. Al termine della stagionatura le proteine totali sono minimo il 20%, il rapporto grasso/proteine massimo 2 ed il contenuto di sale massimo 5%.
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Speck dell’Alto Adige (lingua italiana) o Sudtiroler Markenspeck o Sudtirolerspeck (lingua tedesca), seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP). Lo Speck dell’Alto Adige è riconoscibile, inoltre, per la presenza del marchio impresso a fuoco in quattro punti diversi della cotenna con un apposito stampo in metallo. Il prodotto può essere commercializzato intero, in tranci o affettato preconfezionato; in tutti i casi sulle confezioni devono essere presenti le suddette informazioni. Nelle vendite al taglio, il rivenditore deve avere cura di lasciare integro l’incarto esterno per consentire la riconoscibilità del prodotto.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto può essere acquistato sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio, nonché durante le fiere ad esso dedicate nella zona di produzione. Una quota rilevante di prodotto è esportata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 165
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 166
Valle d’Aosta Jambon de Bosses DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva del territorio del comune di Saint Rhemy-en-Bosses ad un’altitudine di 1600 s.l.m.. I suini impiegati per la produzione del Valle d’Aosta Jambon de Bosses sono invece allevati oltre che in Valle d’Aosta, anche in alcune delle regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele (Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto) con le stesse modalità.
Le caratteristiche Il Jambon de Bosses è un prosciutto crudo stagionato, di forma naturale semipressata, con un foro praticato nella parte superiore del gambo attraverso il quale passa una corda per la legatura. Nella salatura si impiega una miscela composta da sale, aglio tritato, erbe aromatiche (salvia e rosmarino), pepe macinato grossolanamente e bacche reperibili sul territorio di produzione. La stagionatura dura non meno di 12 mesi. Il peso è non inferiore ai 7 kg. L’aspetto esterno è di colore giallo paglierino con superficie liscia della cute nella parte esterna, leggermente pieghettata nella parte interna della coscia. Al taglio si presenta con una massa muscolare compatta, soda, di coloro rosso vinoso con fibra consistente; sulla parte esterna il lardo si presenta sodo e brillante talora con sfumatura rosa. Il profumo è delicato di carne stagionata, il sapore leggermente salato con punta di dolce e sottofondo aromatico, con una delicata venatura di selvatico. La peculiarità del procedimento di lavorazione riguarda anche la miscela di salagione in cui sono presenti timo, ginepro ed erbe aromatiche di montagna.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Valle d’Aosta Jambon del Bosses in lingua italiana o Vallèe d’Aoste Jambon del Bosses in lingua francese seguito dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dal logo della denominazione che riprende le maschere del carnevale locale (in alto, a destra). Il prodotto è riconoscibile, inoltre, per la presenza del marchio impresso a fuoco sulla cotenna con un apposito stampo in metallo.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile a livello regionale attraverso la distribuzione organizzata, la vendita al dettaglio e la ristorazione, nonché nelle manifestazioni fieristiche ad esso dedicate.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 166
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 167
Valle d’Aosta Lard d’Arnad DOP La zona di produzione La produzione avviene esclusivamente nel comune di Arnad in provincia di Aosta. I suini impiegati per la produzione sono invece allevati oltre che in Valle d’Aosta, anche in alcune delle regioni previste per la produzione dei prosciutti di Parma e di San Daniele (Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto) con le stesse modalità.
Le caratteristiche Il Valle d’Aosta Lard d’Arnad è ottenuto dalle spalle e dal dorso dei suini di almeno un anno. Per la salatura si impiega una miscela composta da sale, acqua, aglio, foglie di lauro, rosmarino, salvia con l’aggiunta di altre erbe di montagna reperibili in loco. Il lardo è tagliato e collocato negli appositi contenitori di legno (doils) non oltre 48 ore dall’avvenuta macellazione. Durante l’operazione di collocamento nei doils si alternano ad ogni strato di lardo uno strato di sale e di aromi, procedendo in tal modo fino al riempimento del recipiente. Il lardo riposa all’interno dei doils per un periodo non inferiore ai 3 mesi. Il prodotto si presenta in pezzi di diversa dimensione secondo il taglio con un’altezza non inferiore a 3 cm; ogni pezzo conserva sul lato la cotenna. Il colore è bianco con possibile presenza di un leggero strato di carne mentre il cuore è normalmente rosato chiaro senza venature. Il profumo è ricco di aromi, il gusto piacevole e ricorda le erbe usate nella miscela per la salamoia. La peculiarità del procedimento di lavorazione riguarda anche la miscela di salagione in cui sono presenti timo, ginepro ed erbe aromatiche di montagna.
Come lo distingui Il prodotto è riconosciuto attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Valle d’Aosta Lard d’Arnad in lingua italiana o Vallèe d’Aoste Lard d’Arnad in lingua francese seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dal logo della denominazione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e la ristorazione e sul territorio nazionale è presente nella distribuzione organizzata e la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 167
137-168 Impaginato Schede Salumi
7-05-2010
16:51
Pagina 168
Zampone Modena IGP La zona di produzione La produzione del caratteristico Zampone Modena IGP è esclusiva delle province di Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo.
Le caratteristiche Per la sua preparazione si usa una miscela di carni suine costituita da muscolatura striata, grasso e cotenna con l’aggiunta di sale, pepe intero e/o a pezzi ed altri eventuali ingredienti (aromi, acqua, vino, zuccheri). La miscela ottenuta è insaccata nella pelle della zampa anteriore del suino completa di falangi e legata all’estremità superiore. Lo Zampone Modena può essere commercializzato fresco o precotto. Se fresco, deve essere consumato previa una prolungata cottura nel corso della quale il prodotto acquista colore e sapore tipici. Se precotto, può essere sottoposto a media cottura, generalmente in acqua: in fase di preparazione, comunque, è già sottoposto ad un trattamento termico ad una temperatura minima di 115 °C per un tempo sufficiente a garantirne la stabilità. Il prodotto precotto è facilmente affettabile e tiene la fetta che si presenta compatta con granulometria uniforme, di colore roseo tendente al rosso non uniforme. Il suo gusto caratteristico deriva anche dal contenuto proteico (minimo 17%), dal rapporto grasso/proteine (massimo 1,9) e dal rapporto acqua/proteine (massimo 2,7).
Come lo distingui Il prodotto si riconosce per la presenza in etichetta dell’indicazione Zampone Modena seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), dal simbolo comunitario. Tali segni distintivi sono riprodotti all’interno di uno spazio delimitato da due righe orizzontali detto tassello (in alto a destra). Il prodotto è venduto solo intero (fresco o precotto).
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile facilmente sull’intero territorio nazionale sia presso la vendita al dettaglio, sia presso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 18 marzo 1999 168
169-172 Impaginato Schede Spezie
7-05-2010
17:11
Pagina 169
Zafferano dell’Aquila DOP La zona di produzione La zona di produzione è riservata al territorio dei seguenti comuni localizzati in provincia dell’Aquila, in Abruzzo: Barisciano, Caporciano, Fagnano Alto, Fontecchio, L’Aquila, Molina Aterno, Navelli, Poggio Picenze, Prata d’Ansidonia, San Demetrio nei Vestini, S. Pio delle Camere, Tione degli Abruzzi, Villa S. Angelo. La coltivazione avviene su terreni posti ad un’altitudine compresa tra 350 e 1.000 metri s.l.m.
Le caratteristiche Il prodotto si ottiene dalla essiccazione degli stimmi della pianta “Crocus Sativus L.” coltivata, secondo pratiche tradizionali, nella zona di produzione. Il processo di essiccazione avviene asciugando gli stimmi vicino alla brace alimentata con legna di quercia o mandorlo, e rigirandoli di tanto in tanto fino a tostatura ottimale. I filamenti tostati vengono poi conservati integri, o ridotti in polvere, in sacchetti di tela e riposti in ambienti asciutti e bui fino alle fasi di confezionamento. Il colore è rosso porpora o giallo per lo zafferano in polvere. La tostatura può durare circa 1520 minuti. Il disseccamento è considerato ottimale quando lo stimma, premuto tra le dita si frantuma. Sono vietati altri sistemi di tostatura.
Come lo distingui
Dove puoi acquistarlo Il prodotto può essere acquistato solamente nella zona della provincia dell’Aquila attraverso la vendita diretta e in alcuni casi tramite la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 4 febbraio 2005 169
Spezie
Il prodotto viene confezionato in bustine di carta o vasetti di vetro e può essere riconosciuto attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione Zafferano dell’Aquila DOP (in acronimo o per esteso), il logo della denominazione raffigurante un fiore di zafferano stilizzato, e il simbolo comunitario.
169-172 Impaginato Schede Spezie
7-05-2010
17:11
Pagina 170
Zafferano di San Gimignano DOP La zona di produzione La zona di produzione è riservata esclusivamente al territorio del comune di San Gimignano in provincia di Siena, in Toscana.
Le caratteristiche Il prodotto è ottenuto dalla tostatura degli stimmi dei fiori della pianta “Crocus Sativus L.”. Una volta raccolti, i fiori sono portati in locali chiusi dove viene effettuata manualmente la “mondatura”, operazione che consiste nel separare la parte di colore rosso-aranciato degli stimmi evitando di asportare quella bianco-gialliccia. L’essicazione avviene disponendo gli stimmi in prossimità di brace ardente alimentata, principalmente, da legname di leccio e quercia. Terminata l’operazione gli stimmi sono immediatamente riposti in contenitori di vetro chiusi ermeticamente. Il colore vira dall’arancio al rosso bordeaux.
Come lo distingui Il prodotto viene confezionato manualmente, integro in fili, ed in contenitori di peso variabile compreso tra 0,18 cg e 1 g. La confezione reca, in caratteri chiari e leggibili, l’indicazione Zafferano di San Gimignano DOP (in acronimo o per esteso) seguita dal logo della denominazione raffigurante una silhouette di San Gimignano e un fiore di croco decentrato sulla sinistra con petali in primo piano in colore bianco e lilla con tre stimmi dello zafferano, recante nella parte inferiore la scritta “Zafferano” e, nello spazio sottostante, la scritta “di San Gimignano” e il simbolo comunitario. I prodotti che contengono lo Zafferano di San Gimignano come ingrediente possono richiamarlo in etichetta, utilizzando la denominazione protetta ma non il simbolo comunitario. Non è consentita la vendita del prodotto in polvere.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Toscana e soprattutto in provincia di Siena, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 4 febbraio 2005 170
169-172 Impaginato Schede Spezie
7-05-2010
17:11
Pagina 171
Zafferano di Sardegna DOP La zona di produzione La zona produzione dello Zafferano di Sardegna è riservata all’intero territorio dei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca, situati nella provincia sudovest della Sardegna appartenente al Medio Campidano.
Le caratteristiche La Denominazione di Origine Protetta Zafferano di Sardegna è riservata allo zafferano essiccato in stimmi, o fili, proveniente dalle coltivazioni di “Crocus sativus L.”. Il prodotto si presenta di colore rosso brillante determinato dal contenuto di crocina (ovvero il colorante dello zafferano), l’aroma è molto intenso, il gusto è deciso.
Come lo distingui Il prodotto è confezionato in contenitori di vetro, terracotta, sughero o cartoncino di peso pari a 0,25 g, o 0,50 g, o 1 g, o 2 g, o 5 g. L’etichetta presenta l’indicazione Zafferano di Sardegna DOP; il logo della denominazione è costituito dal simbolo dello zafferano rappresentato, con segno stilizzato, da un fiore a sei petali disposto a sinistra per lasciar spazio agli stimmi che si protendono verso destra e verso sinistra, in alto è disposto ad arco la dicitura «Zafferano di Sardegna» in basso chiusa in un bacchettone la scritta DOP; il simbolo comunitario, nonché un bollino recante la numerazione progressiva delle quantità prodotte. I prodotti che contengono lo Zafferano di Sardegna tra gli ingredienti, possono richiamare la denominazione di vendita in etichetta ma non possono utilizzare il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Sardegna attraverso la vendita diretta e in alcuni casi tramite la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 2 febbraio 2009 171
169-172 Impaginato Schede Spezie
7-05-2010
17:11
Pagina 172
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 173
Aglio Bianco Polesano DOP La zona di produzione La zona di produzione dell’Aglio Bianco Polesano comprende gran parte del territorio del Polesine in provincia di Rovigo, in Veneto.
Le caratteristiche L’Aglio Bianco Polesano (Allium sativus) presenta un bulbo di forma rotondeggiante regolare con un leggero appiattimento della parte basale, di colore bianco lucente. Il bulbo è costituito da un numero di bulbilli variabile che risultano tra loro uniti in maniera compatta e con una caratteristica curvatura della parte esterna. I bulbilli che lo compongono sono perfettamente adiacenti l’uno all’altro. Le tuniche che li avvolgono hanno colorazione rosata di varia intensità nella parte concava, bianca in quella convessa. L’Aglio Bianco Polesano, una volta essiccato per la conservazione, è composto da almeno il 35% di sostanza secca e dal almeno il 20% di carboidrati. Inoltre, i bulbi freschi contengono oli essenziali a base di zolfo e composti volatili solforati che giustificano il forte profumo del prodotto.
Come lo distingui L’Aglio Bianco Polesano è commercializzato in confezioni o sacchi di peso variabile, oppure in specifici formati, distinti in base al numero dei bulbi, e chiusi in una rete bianca: trecce da 8 a 22 bulbi, treccioni da 30 a 40 bulbi, grappoli da 20 a 40 bulbi, grappoloni da 70 a 120 bulbi. Ogni singola confezione o formato presenta un cartellino riportante l’indicazione Aglio Bianco Palesano Denominazione di Origine Protetta (DOP), seguita dal logo della denominazione raffigurante un ovale nel quale è inserita una pianta stilizzata dell’area geografica del Polesine caratterizzata dai fiumi Adige e Po e sui quali risalta la scritta DOP.
La distribuzione avviene prevalentemente in Veneto, in particolare nella zona di produzione e nei territori limitrofi, attraverso la vendita diretta o al dettaglio.
Denominazione registrata il 30 novembre 2009 173
Verdure
Dove puoi acquistarlo
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 174
Asparago Bianco di Bassano DOP La zona di produzione La zona di produzione dell’Asparago Bianco di Bassano comprende i comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola, Mussolente, Pove del Grappa, Romano d’Ezzelino, Rosà, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta e Marostica, tutti ubicati in provincia di Vicenza, in Veneto.
Le caratteristiche I turioni (ovvero i germogli carnosi della pianta) che possono fregiarsi della DOP Asparago Bianco di Bassano devono essere di colore bianco; una colorazione leggermente rosata ed eventuali lievi tracce di ruggine sono ammessi purché non si estendano all’apice ed a condizione che possano essere eliminate con la pelatura normale da parte del consumatore. I turioni devono essere ben formati, dritti, interi, con apice serrato. L’odore è fresco e la consistenza tenera. La bassa fibrosità, caratteristica qualitativa dell’Asparago Bianco di Bassano, può determinare, al momento del confezionamento, una spaccatura laterale dei turioni ammessa fino ad un numero massimo del 15% del prodotto racchiuso nel mazzo. La lunghezza è compresa tra i 18 e i 22 cm.
Come lo distingui Ogni mazzo deve essere legato saldamente con una “stroppa” (giovane ramo o “succhione” di salice). I mazzi possono essere riposti in contenitori di legno o di plastica o altro materiale idoneo. Ogni mazzo presenta in etichetta, fissata alla stroppa, l’indicazione Asparago Bianco di Bassano DOP, seguita dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario, nonché il numero progressivo che ne permette la rintracciabilità, il nome del produttore, la ragione sociale, l’indirizzo del confezionatore e la data di confezionamento.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione avviene prevalentemente in Veneto, in particolare nella zona di produzione e nei territori limitrofi, attraverso la ristorazione, la vendita diretta o al dettaglio.
Denominazione registrata il 12 settembre 2007 174
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 175
Asparago Bianco di Cimadolmo IGP La zona di produzione La zona di produzione dell’Asparago Bianco di Cimadolmo comprende i comuni di Cimadolmo, Breda di Piave, Fontanelle, Mareno di Piave, Masereda sul Piave, Oderzo, Ormelle, San Paolo di Piave, Santa Lucia di Piave e Vazzola in provincia di Treviso, in Veneto.
Le caratteristiche Le particolari caratteristiche pedo-climatiche del territorio di produzione contribuiscono in maniera determinante a conferire al prodotto un elevato profilo qualitativo. L’Asparago Bianco di Cimadolmo, infatti, viene coltivato su terreni sabbiosi-limosi, di origine alluvionale, permeabili e accuratamente drenati. La zona è caratterizzata da un clima temperato-umido con primavere molte piovose di pioggia. Queste caratteristiche pedo-climatiche, unitamente alla indubbia professionalità della locale manodopera, consentono di ottenere un prodotto caratterizzato da turioni (ovvero i germogli carnosi della pianta) totalmente bianchi, sani, interi, di aspetto e odore freschi, puliti, privi di terra, di odori o di sapori estranei.
Come lo distingui Il prodotto è immesso in commercio nella categoria extra o I. È commercializzato fresco, confezionato in mazzi da 0,5 a 2 kg o in imballaggi contenenti il prodotto disteso a strati. Il contenuto di ogni imballaggio è omogeneo e contiene solo turioni della stessa categoria di qualità. Su ogni imballaggio, nella parte centrale, è posta l’etichetta con l’indicazione Asparago Bianco di Cimadolmo seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), oltre al logo della denominazione ed al simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito in Veneto, nella zona di produzione, attraverso la vendita al dettaglio e nel territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata l’8 febbraio 2002 175
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 176
Asparago verde di Altedo IGP La zona di produzione La zona di produzione dell’Asparago Verde di Altedo comprende diversi comuni ricadenti nelle province di Ferrara e di Bologna, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche Le cultivar idonee alla produzione dell’Asparago verde di Altedo sono le seguenti: “Precoce D’argenteuil”, “Eros”, “Marte”, “Ringo”. Sono presenti anche altre cultivar fino a un massimo del 20%. L’immissione al consumo avviene solo per le categorie extra e I. Il prodotto si distingue per i turioni (ovvero i germogli carnosi della pianta) interi, freschi di aspetto, sani, esenti da attacchi di roditori e di insetti, puliti e privi di terra. Essi, inoltre, non devono essere vuoti, spaccati, pelati, spezzati. Limitatamente alla categoria I, i turioni possono essere lievemente incurvati.
Come lo distingui Il prodotto è immesso al consumo confezionato in mazzi di peso compreso tra i 250 gr e i 3 kg opportunamente legati. Sono fasciati alla base con fazzoletti di materiale idoneo all’uso alimentare. Sulle confezioni di vendita è riportata l’indicazione Asparago Verde di Altedo, seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), il simbolo comunitario e il logo della denominazione raffigurante una ruota dentata blu con lo sfondo giallo ed al centro un mazzo di asparagi.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito prevalentemente nella regione Emilia-Romagna, attraverso la distribuzione organizzata, vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 18 marzo 2003 176
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 177
Basilico Genovese DOP La zona di produzione La zona di produzione e di confezionamento del Basilico Genovese è limitata al versante tirrenico della regione Liguria, nelle province di Genova, Imperia, Savona e La Spezia.
Le caratteristiche Il prodotto è commercializzato in piantine che presentano le seguenti caratteristiche: altezza da media a molto alta, portamento espanso o cilindrico, densità del fogliame da medio-bassa a medio-alta, foglie di colore verde intenso e forma ellittica. Il profumo è intenso, con assenza totale di aroma di menta. Il confezionamento avviene nella stessa zona di produzione per preservare le caratteristiche qualitative del prodotto, facilmente deteriorabile. La produzione avviene durante tutto l’anno.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in due tipologie di mazzi: mazzo piccolo o “mazzetto” e mazzo grande o “bouquet”. Il mazzetto è composto da 3 a 10 piantine intere complete di radici. Il bouquet è composto da un minimo di 30 a un massimo di 100 piantine. Non è importante il peso del prodotto bensì il numero delle piantine. I mazzi sono avvolti con carta per alimenti contrassegnata dall’indicazione Basilico Genovese DOP, seguita dal logo della denominazione che raffigura la regione Liguria con quattro foglie di basilico stilizzate e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto fresco è distribuito principalmente in Liguria, in particolare nella zona di produzione. Il prodotto è reperibile su tutto il territorio nazionale attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio presso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 4 ottobre 2005 177
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 178
Cappero di Pantelleria IGP La zona di produzione La produzione del Cappero di Pantelleria comprende l’intero territorio dell’isola di Pantelleria in provincia di Trapani, in Sicilia.
Le caratteristiche Il Cappero di Pantelleria è ottenuto da piante della specie botanica “Capparis botanica”, varietà “inermis”, cultivar “nocellara”. I capperi, raccolti manualmente, sono sottoposti ad un processo di salatura a secco con impiego esclusivo di sale marino in una percentuale pari al 30-40% del peso della massa dei capperi da lavorare. La massa è rimescolata quotidianamente al fine di favorire la fermentazione lattica che conferisce al prodotto le apprezzate caratteristiche organolettiche. Il prodotto, all’atto dell’immissione al consumo, si distingue per la forma globosa, raramente allungata o conica; il diametro dei capperi varia da 4 a 15 mm; il colore è verde tendente al senape; l’odore è aromatico, forte, caratteristico, senza alcuna inflessione di muffa; il sapore è salato. Il sale marino presente nel prodotto non deve superare il 25% del peso dei capperi.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in contenitori di vetro o di plastica. Sulla confezione è riportata l’indicazione Cappero di Pantelleria seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), dal logo della denominazione, raffigurante i capperi con sullo sfondo il profilo dell’isola di Pantelleria, e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente in Sicilia, attraverso la vendita diretta e, in parte, anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 178
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 179
Carciofo di Paestum IGP La zona di produzione La zona di produzione del Carciofo di Paestum comprende parte del territorio dei comuni di Agropoli, Albanella, Giungano, Ogliastro Cilento, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Campagna, Eboli, Montecorvino Pugliano, Pontecagnano Faiano e Serre, tutti ubicati nella provincia di Salerno, in Campania.
Le caratteristiche Il Carciofo di Paestum si riferisce ai capolini del tipo Romanesco, detto anche “Tondo di Paestum”. Il prodotto si distingue per la pezzatura grossa rispetto alle altre produzioni (quattro capolini per 1 kg di prodotto) e per il sapore gradevole. L’aspetto dei capolini è rotondeggiante con caratteristico foro all’apice; il colore è verde con sfumature violetto-rosacee; il peduncolo ha lunghezza inferiore a 10 cm. La precocità, in riferimento al periodo di produzione (febbraio-maggio) caratterizzato da un clima fresco e piovoso, conferisce tenerezza e delicatezza ai capolini in particolare alla parte basale delle foglie esterne (o brattee) ed al ricettacolo carnoso e gustoso.
Come lo distingui Il prodotto è immesso in commercio in contenitori rigidi contenenti dai due ai ventiquattro capolini. Sulle confezioni devono essere riportate le seguenti indicazioni: Carciofo di Paestum, Indicazione Geografica Protetta (IGP), il logo della denominazione, raffigurante il Tempio di Nettuno sito in Paestum, e il simbolo comunitario. I prodotti per la cui preparazione è utilizzato il Carciofo di Paestum, anche a seguito di processi di elaborazione e di trasformazione, possono essere immessi al consumo in confezioni recanti il riferimento a detta denominazione, ma senza apposizione del logo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente nella provincia di Salerno, in Campania, attraverso la vendita diretta e la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 12 marzo 2004 179
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 180
Carciofo Romanesco del Lazio IGP La zona di produzione La zona di produzione è limitata ad alcune aree delle province di Viterbo, Roma e Latina, e comprende i comuni di Montalto di Castro, Canino, Tarquinia, Allumiere, Tolfa, Civitavecchia, Santa Marinella, Campagnano, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Roma, Lariano, Sezze, Priverno, Sermoneta, Pontinia, tutti localizzati nel Lazio.
Le caratteristiche Il nome Carciofo Romanesco del Lazio è riservato ai carciofi ottenuti dalle varietà “Castellammare” e “Campagnano” e relativi cloni. Il prodotto presenta le seguenti caratteristiche: capolino principale sferico, compatto, con caratteristico foro all’apice, di dimensioni grandi, con foglie esterne (o brattee) di colore verde con sfumature violette, ad apice arrotondato, inciso. Il peduncolo è medio o lungo di grosso spessore; il diametro dei cimaroli (capolino terminale più grosso e precoce) è non inferiore a 10 cm, quello dei capolini è non inferiore a 7 cm.
Come lo distingui Il prodotto é commercializzato in confezioni sigillate ricoperte con rete di plastica oppure in mazzi avvolti con una fascia. Per il consumo locale tradizionale è consentita, esclusivamente all’interno della regione Lazio, la vendita dei cimaroli in mazzi da dieci, provvisti di foglie e con gambo anche superiore ai 10 cm di lunghezza oppure in mazzi di numero non definito a forma di pigna e senza foglie. Sulle confezioni è riportata l’indicazione Carciofo Romanesco del Lazio IGP seguita dal logo della denominazione, raffigurante un capolino di carciofo su un campo rosa tendente all’arancio, ed il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nel Lazio attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e nel territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 21 novembre 2002 180
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 181
Carota dell’Altopiano del Fucino IGP La zona di produzione La zona di produzione della carota dell’Altopiano del Fucino comprende il territorio dei comuni di Avezzano e frazioni, Celano e frazioni, Cerchio, Aielli, Collarmele, Pescina e frazioni, San Benedetto dei Marsi, Gioia dei Marsi e frazioni, Lecce nei Marsi, Ortucchio, Trasacco, Luco Dei Marsi, tutti ubicati nella provincia di L’Aquila, in Abruzzo.
Le caratteristiche La denominazione Carota dell’Altopiano del Fucino è riservata alle carote della specie “Daucus carota L.”, derivanti dalle seguenti varietà: Maestro (Vilmorin), Presto (Vilmorin), Concerto (Vilmorin), Napoli (Bejo), Nándor (Clause), Dordogne (SG). La Carota dell’Altopiano del Fucino all’atto dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche: forma cilindrica con punta arrotondata, assenza di peli radicali; colore uniforme arancio intenso; polpa croccante e vitrea alla rottura. Contenuto di saccarosio > 3%; contenuto di beta carotene > 100 mg/kg; contenuto di proteine > 1,2%; fibra > 1,2%. Per tutte le varietà la categoria commerciale deve essere Extra e I.
Come lo distingui Il prodotto è posto in vendita in appositi imballaggi, realizzati in legno, cartone o plastica, contraddistinti da apposita etichetta riportante le indicazioni Carota dell’Altopiano del Fucino seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP), dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario. I prodotti per la cui elaborazione è utilizzata come materia prima la Carota dell’Altopiano del Fucino, anche a seguito di processi di elaborazione e di trasformazione, sono immessi al consumo in confezioni recanti il riferimento a detta denominazione, senza l’apposizione del simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente nella regione Abruzzo e in parte nel territorio nazionale, attraverso la vendita al dettaglio o tramite la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 15 febbraio 2007 181
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 182
Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP La zona di produzione La zona di produzione della Cipolla Rossa di Tropea Calabria comprende il territorio di alcuni comuni in provincia di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia, in Calabria.
Le caratteristiche La denominazione individua i bulbi della specie “Allium Cepa” che si distinguono, in base alla forma e alla precocità di bulbificazione derivante dall’influenza della luce, nei seguenti tre tipi: cipollotto, cipolla da consumo fresco e cipolla da serbo. Il cipollotto è di colore bianco-rosato-violaceo e sapore dolce tenero; la cipolla da consumo fresco è di colore bianco-rosso fino al violaceo e sapore dolce e tenero; la cipolla da serbo è di colore rosso violaceo e sapore dolce.
Come lo distingui Il cipollotto è confezionato in fasci riposti in cassette di cartone, plastica o legno; la cipolla da consumo fresco viene confezionata in mazzi da 5-8 kg riposti in cassoni o cassette; la cipolla da serbo in cassette o sacchetti da massimo 25 kg. Su ogni confezione sono presenti le seguenti diciture: Cipolla Rossa di Tropea, la specifica tipologia di prodotto - cipollotto, cipolla da consumo fresco, cipolla da serbo – l’indicazione IGP nonché il logo della denominazione rappresentante la rupe di Tropea su cui si eleva il Santuario Benedettino di Santa Maria dell’Isola. L’etichetta contiene, inoltre, le seguenti indicazioni: il nome, il cognome, la ragione sociale e l’indirizzo del confezionatore, il peso netto all’origine.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto può essere acquistato sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 27 marzo 2008 182
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 183
Cipollotto Nocerino DOP La zona di produzione La coltivazione del Cipollotto Nocerino interessa tutta l’area del bacino della Valle del Sarno, in provincia di Salerno, e la zona sud della provincia di Napoli, in Campania.
Le caratteristiche La denominazione Cipollotto Nocerino si riferisce ai bulbi appartenenti alla specie “Allium Cepa L.”, pianta erbacea con ciclo vegetativo biennale, caratterizzati da un bulbo di colore bianco, la forma cilindrica con leggero ingrossamento alla base, il calibro compreso tra 1 e 5 cm, e un sapore dolce e delicato, per niente piccante; le foglie sono di colore verde intenso e di forma lineare e cilindrica terminante a punta. Il prodotto si presenta intero, pulito, esente da qualsiasi tipo di danno e privo di odori e/o sapori estranei. Il ciuffo radicale e le foglie devono essere intere o tagliate a misure diverse. È commercializzato nelle classi commerciali categoria Extra e I.
Come lo distingui I cipollotti vengono legati a mazzetti e posti in cassette di legno o di plastica. Sulle confezioni viene posta l’etichetta che riporta le indicazioni Cipollotto Nocerino DOP e, seguita dal logo della denominazione raffigurante una pianta di cipollotto vicino ad una “S” stilizzata, e dal simbolo comunitario. I prodotti per la cui preparazione è utilizzato il Cipollotto Nocerino, anche a seguito di processi di elaborazione e di trasformazione, possono essere immessi al consumo in confezioni recanti il riferimento alla detta denominazione senza l’apposizione del logo comunitario giallo/rosso identificativo della DOP.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente in Campania e nel territorio di produzione, attraverso la vendita diretta e al dettaglio.
Denominazione registrata il 10 luglio 2008 183
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 184
Fungo di Borgotaro IGP La zona di produzione Il Fungo di Borgotaro è prodotto nei boschi dell’Appennino Tosco-Emiliano nei comuni di Albareto e Borgo in provincia di Parma in Emilia Romagna, e nel comune di Pontremoli in provincia di Massa-Carrara in Toscana.
Le caratteristiche La denominazione Fungo di Borgotaro si riferisce alle seguenti varietà: “Boletus Aestivalis”, “Boletus pinicola Cittadini” – chiamato dialettalmente “Moro” – “Boletus aereus Bulliard” - chiamato dialettalmente “Magnan” - e “Boletus edulis Bulliard” – chiamato dialettalmente “Fungo del Freddo”. Il Boletus Aestivalis, detto anche rosso o fungo del caldo, presenta le seguenti caratteristiche: cappello emisferico, poi convesso, di carne soffice e bianca, odore e sapore gradevoli, tempo di raccolta maggio-settembre. Il Moro è caratterizzato dal cappello da emisferico a convesso appianato, carne bianca, sapore dolce, tempo di raccolta giugno. Il Magnan ha un cappello emisferico, poi convesso infine piano, carne soda e bianca, sapore fungino intenso, tempo di raccolta luglio-settembre. Il Fungo del Freddo presenta un cappello prima emisferico poi convesso infine appianato, carne soda e bianca sapore delicato, tempo di raccolta da fine settembre alla prima neve.
Come lo distingui Il Fungo di Borgotaro è commercializzabile sfuso o in cassette, possibilmente separato per varietà. I contenitori sono di legno di faggio o di castagno. Nel contenitore è applicata una retina con inserita una fasciatura sigillata in modo tale da impedire che il contenuto possa essere estratto senza rompere il sigillo. I contenitori riportano le indicazioni Fungo di Borgotaro e Indicazione Geografica Protetta (per esteso e in acronimo), il logo della denominazione e il simbolo comunitario, nonché i riferimenti del confezionatore, la data di raccolta e il peso netto all’origine.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile prevalentemente nelle province di Parma, in Emilia-Romagna, e Massa Carrara, in Toscana, attraverso la vendita diretta e la ristorazione.
Denominazione registrata il 12 giugno 1996 184
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 185
Insalata di Lusia IGP La zona di produzione L’area di produzione comprende il territorio dei comuni di Rovigo Lusia, Badia Polesine, Lendinara, Costa di Rovigo, Fratta Polesine, Villanova del Ghebbo ricadenti nella provincia di Rovigo e di Barbona, Vescovana e Sant’Urbano nella provincia di Padova, in Veneto.
Le caratteristiche L’Indicazione Geografica Protetta Insalata di Lusia è riservata esclusivamente all’insalata “Lactuca Sativa”, nelle due varietà Cappuccia e Gentile. Il prodotto si caratterizza per il fusto corto, massimo 6 cm, molto carnoso su cui si inseriscono le foglie; al palato è fresco e croccante. Il cespo leggero e morbido, grazie all’assenza di fibrosità, è turgido anche dopo 10-12 ore dalla raccolta, con assenza di fenomeni di lignificazione; le foglie sono croccanti, fresche e turgide; il gusto è lievemente sapido tale da escludere la necessità di sale nel condimento.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in contenitori di legno, plastica, polistirolo, cartone e altro materiale idoneo all’uso alimentare. Il contenuto di ciascun imballaggio è omogeneo ed include soltanto insalata della stessa varietà, origine, tipo, categoria e calibro. La parte superiore dell’imballaggio contenente il prodotto è protetta con l’apposizione di una barriera trasparente tale da permettere sia la visibilità che la naturale traspirazione; vi figurano, inoltre, l’indicazione Insalata di Lusia – IGP, il logo della denominazione e il simbolo comunitario di dimensioni non inferiore ad altre diciture eventualmente presenti sullo stesso imballaggio.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato prevalentemente in Veneto, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio.
Denominazione registrata il 25 novembre 2009 185
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 186
La Bella della Daunia DOP La zona di produzione La zona di produzione dell’oliva La Bella della Daunia comprende alcuni comuni della provincia di Foggia, in Puglia.
Le caratteristiche La denominazione La Bella della Daunia si riferisce alle olive da mensa di colore verde o nero ottenute dalla varietà di olivo “La Bella di Cerignola”. Le olive hanno forma allungata, somigliante ad una susina, con base ristretta ed apice acuto e sottile; il colore esterno è verde paglierino uniforme per il tipo verde, e nero intenso in tutto lo spessore della polpa per il tipo nero; la pellicola esterna è sottile; il sapore è delicato, la polpa consistente, quasi croccante nella varietà verde. Il peso medio del frutto è di circa 11 g, la resa in polpa superiore all’80%; il contenuto in grassi è massimo il 15% per il tipo verde, e massimo il 18% per il tipo nero.
Come lo distingui Il prodotto è messo in vendita in contenitori di vetro, di peso pari a massimo 5 kg. È ammesso l’utilizzo di confezioni in termoplastica, in latta e in plastica. Il prodotto presenta in etichetta l’indicazione La Bella della Daunia DOP, seguita dal logo della denominazione ispirato ad un’antica figura pittorica vascolare che rappresenta una danzatrice che stringe nella mano sinistra un ramo di ulivo. Oltre al logo, le confezioni devono riportare il simbolo comunitario della DOP.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione e in Puglia attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio. Una parte del prodotto viene commercializzata anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 7 settembre 2000 186
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 187
Nocellara del Belice DOP La zona di produzione La zona di produzione dell’oliva Nocellara del Belice comprende il territorio dei comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna ubicati nella Valle del Belice in provincia di Trapani, in Sicilia.
Le caratteristiche Le olive da mensa designate con la denominazione Nocellara del Belice all’atto dell’immissione al consumo presentano le seguenti caratteristiche: forma arrotondata, colore della drupa verde o nero, polpa consistente e croccante, gusto leggermente amarognolo. Le olive sono avviate alla lavorazione entro e non oltre 24 ore dalla raccolta.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in contenitori di vetro, banda stagnata, terracotta oppure in sacchetti di materiale plastico. Gli imballaggi devono essere sigillati in modo da impedire che il contenuto possa essere estratto senza la rottura del contenitore. Sulle confezioni è riportata l’indicazione Nocellara del Belice DOP, seguita dal logo della denominazione raffigurante un albero di olivo davanti ai resti di un tempio greco, e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in Sicilia, in particolare nella zona di produzione e, in gran parte, anche sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 20 gennaio 1998 187
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 188
Oliva Ascolana del Piceno DOP La zona di produzione La zona di produzione dell’Oliva Ascolana del Piceno interessa parte dei comuni della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche (Acquaviva Picena, Montegranaro, San Benedetto del Tronto) ed alcuni comuni della provincia di Teramo in Abruzzo (Martinsicuro, Giulianova, Roseto degli Abruzzi).
Le caratteristiche Il prodotto è commercializzato in salamoia oppure panato e ripieno con carni di bovino, suino e, in piccola parte, di pollo e/o tacchino; il prodotto panato è destinato alla frittura. L’oliva in salamoia presenta un colore dal verde al giallo paglierino, odore caratteristico, sapore lievemente acido con retrogusto amarognolo, fragranza e croccantezza in bocca, polpa piena, fine, compatta e non raggrinzita. Possono essere aggiunti acidificanti naturali e aromatizzanti, incluso il finocchio selvatico. Il prodotto panato ripieno si caratterizza per una forma leggermente allungata e irregolare, con presenza di aree verdi; alla rottura la panatura deve rimanere aderente all’oliva mentre il ripieno deve essere compatto, con profumo fruttato di oliva e spezie.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in contenitori idonei all’uso alimentare. Sulla confezione figura l’indicazione Oliva Ascolana del Piceno DOP, seguito, dalle diciture “in salamoia”, “in salamoia naturale” o “ripiena” a seconda della tipologia di prodotto. L’etichetta presenta inoltre il logo della denominazione, che può essere riportato in qualsiasi colore o combinazione di colori, raffigurante un quadrato nel quale è contenuta un’oliva racchiusa in due foglie stilizzate che sovrastano l’immagine grafica di un castello, nonché il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente nella provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, attraverso la vendita diretta e al dettaglio. Una parte significativa ha una commercializzazione nazionale.
Denominazione registrata il 14 novembre 2005 188
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 189
Peperone di Senise IGP La zona di produzione La zona di produzione del Peperone di Senise comprende il territorio del comune di Senise e quello di alcuni comuni limitrofi delle province di Matera e di Potenza, in Basilicata.
Le caratteristiche La denominazione Peperone di Senise si distingue nei tipi Appuntito (prevalente), Tronco e Uncino. Il tipo Appuntito all’atto dell’immissione al consumo possiede le seguenti caratteristiche: forma della bacca leggermente deformata con costole poco evidenti; apice stillare a punta; colore dal verde al rosso porpora; sapore dolce. Il tipo Tronco si caratterizza per: forma della bacca leggermente deformata con costole poco evidenti; apice stillare tronco; colore dal verde al rosso porpora; sapore dolce. Il tipo Uncino si distingue per: bacca leggermente deformata con costole molto evidenti; apice stillare ricurvo a uncino; colore dal verde al rosso porpora; sapore dolce. Se commercializzato secco il prodotto si presenta in collane, di lunghezza variabile, o in polvere, ottenuta dalla macinazione dei peperoni secchi essiccati in forno.
Come lo distingui Il prodotto allo stato fresco è commercializzato in cassette di legno della capacità di 12-15 kg; allo stato secco in serte (collane) della lunghezza di 1,5-2,0 m; se in polvere in contenitori di vetro, opacizzato, con capacità di 500 e 1000 g o in bustine di carta plastificata, con capacità di 50 e 100 g. Sulla confezione del prodotto deve essere riportata l’indicazione Peperone di Senise, seguita dalla indicazione IGP, il logo della denominazione, rappresentante una “S”, ed il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito solo in Basilicata attraverso la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 189
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 190
Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP La zona di produzione La zona di produzione è esclusiva di alcuni comuni dell’area vesuviana in provincia di Napoli, in Campania.
Le caratteristiche Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio è il frutto di alcune varietà locali di pomodorini tradizionalmente coltivate nella zona alle pendici del Vesuvio caratterizzate dalla forma ovale o leggermente puntiforme e dalla buccia spessa, note con i nomi “Fiaschella”, “Lampadina”, “Patanara”, “Principe Borghese” e “Re Umberto”. La pezzatura è non superiore a 25 g per frutto, con colore esterno vermiglio e polpa rossa. Il sapore è vivace, intenso, dolce acidulo. Il residuo ottico non è inferiore a 6,5 gradi Brix. I grappoli o “schiocche”, una volta raccolti, sono sistemati su un filo vegetale, legato a cerchio, così da comporre un unico grande grappolo o “piennolo”. ll prodotto presenta colore esterno rosso scuro e colore della polpa rosso, consistenza buona, sapore vivace ed intenso.
Come lo distingui Il prodotto è riconoscibile per la presenza in etichetta dell’indicazione Pomodorino del Piennolo del Vesuvio seguita dalla menzione Denominazione di Origine Protetta (DOP), di dimensioni maggiori rispetto alle altre iscrizioni, dal simbolo comunitario e dal logo (in alto a destra) che raffigura un pomodoro stilizzato comprensivo di peduncolo il cui prolungamento richiama il profilo del Vesuvio. Il pomodorino è venduto fresco o conservato allo stato di bacche o di grappoli collocati alla rinfusa in contenitori sigillati della capienza massima di 10 kg; se venduto al “Piennolo”, ha peso massimo di 5 kg e può essere confezionato singolarmente in contenitori sigillati. Su entrambe le tipologie è apposto il logo della denominazione.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita al dettaglio, in parte anche attraverso la vendita diretta e la ristorazione, nonchè nel corso degli eventi fieristici e delle sagre ad esso dedicate.
Denominazione registrata l’11 dicembre 2009 190
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 191
Pomodoro di Pachino IGP La zona di produzione La zona di produzione del Pomodoro di Pachino comprende il territorio dei comuni di Pachino, Portopalo di Capo Passero, Noto in provincia di Siracusa e Ispica in provincia di Ragusa, in Sicilia.
Le caratteristiche L’indicazione Pomodoro di Pachino si riferisce ai pomodori allo stato fresco ottenuti dalla specie botanica “Lycopersicum esculentum Mill”, che si trovano in commercio nelle seguenti tipologie: Tondo liscio, Costoluto, Cherry o Ciliegino. I frutti presentano un aspetto fresco, sano, pulito, privo di odori o sapori estranei. Il tipo Tondo Liscio si distingue per il colore rosso uniforme intenso, la forma rotonda, la polpa da soda a ben soda a seconda della categoria commerciale. Il tipo Costoluto si distingue per il colore verde scuro, polpa da soda a ben soda a seconda della categoria commerciale. Il tipo Cherry o Ciliegino si distingue per il colore rosso uniforme intenso, forma regolare a lisca di pesce, polpa da soda a ben soda. Grado brix: tra 4,5 e 6,0 a seconda della tipologia.
Come lo distingui Il Pomodoro di Pachino è commercializzato in cassette di peso massimo di 15 kg. Il contenuto di ciascuna cassetta è omogeneo e contiene pomodori della stessa varietà, tipologia di frutto, categoria e calibro; in particolare i frutti sono omogenei per quanto riguarda la maturità e la colorazione. Le cassette sono identificate con la seguente dicitura: Pomodoro di Pachino IGP, anche per esteso e, nel caso che il contenuto non sia visibile dall’esterno, seguita obbligatoriamente dalla tipologia cherry o ciliegino, il logo della denominazione e infine il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito su tutto il territorio nazionale tramite la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 4 aprile 2003 191
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 192
Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende il territorio di diversi comuni delle province di Napoli, Salerno e di Avellino, in Campania.
Le caratteristiche La Denominazione di Origine Protetta Pomodoro San Marzano dell’Agro SarneseNocerino si riferisce ai pomodori pelati, interi o a filetti, della varietà San Marzano. Il pomodoro pelato intero presenta le seguenti caratteristiche: forma allungata, cilindrica, colore rosso, cuticola facilmente staccabile, ridotta quantità di semi, sapore tipicamente agrodolce. Il pomodoro pelato a filetti ha colore rosso, forma intera o parzialmente intera per almeno il 70% del peso del prodotto sgocciolato; è consentita l’aggiunta di sale da cucina (in misura non superiore al 3% del peso netto), di foglie di basilico e di succo di pomodoro parzialmente o interamente concentrato purché ottenuto dalla stessa sottospecie (o ecotipo).
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato in barattoli a banda stagnata o in contenitori di vetro. Su ogni confezione figurano, oltre all’indicazione Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP, il logo della denominazione, di forma circolare raffigurante tre pomodori affiancati, il simbolo comunitario e l’anno della raccolta.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e su tutto il territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata. Parte del prodotto viene esportata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 192
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 193
Radicchio di Chioggia IGP La zona di produzione La zona di produzione del Radicchio di Chioggia comprende il territorio dei comuni di Chioggia, e Cona Cavarzere in provincia di Venezia, di Codovigo e Corbezzole in provincia di Padova e di Rosolina, Ariano Polesine,Taglio di Po, Porto Viro e Loreo in provincia di Rovigo, tutti localizzati in Veneto.
Le caratteristiche Il prodotto presenta due tipologie: Precoce e Tardivo. Le caratteristiche distintive del tipo Precoce sono: pezzatura medio-piccola con un peso oscillante dai 180 ai 400 g, foglie di colore dal cremisi all’amaranto, consistenza croccante e sapore dolce o leggermente amarognolo. Il tipo Tardivo presenta pezzatura medio-grande, grumolo molto compatto con peso variabile dai 200 ai 450 g, foglie di colore amaranto, consistenza mediamente croccante e sapore amarognolo. I cespi di entrambe le tipologie devono essere interi, bassi, di aspetto fresco e privi di parassiti.
Come lo distingui Il Radicchio di Chioggia è commercializzato in contenitori di legno, plastica, polistirolo, cartone o altri materiali per alimenti, di peso variabile da 1 a 5 kg. Ogni confezione è sigillata in maniera che non si possa estrarre il prodotto senza rompere il sigillo. Su ogni confezione sono apposte l’indicazione Radicchio di Chioggia IGP, il logo della denominazione del prodotto, l’indicazione della tipologia del prodotto (se Precoce o Tardivo) e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente in Veneto e nei territori limitrofi attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e in alcuni casi anche attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 17 ottobre 2008 193
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7-05-2010
16:52
Pagina 194
Radicchio di Verona IGP La zona di produzione La zona di produzione del Radicchio di Verona comprende parte del territorio delle province di Verona, Vicenza e Padova, in Veneto.
Le caratteristiche Il prodotto presenta due tipologie; Precoce e Tardivo. Il tipo Precoce è di peso compreso tra i 150 e i 350 g mentre il tipo Tardivo ha un peso compreso tra i 100 e i 300 g. Entrambe le tipologie hanno le seguenti caratteristiche: cespo e fittone puliti e lavati, uniformità nel calibro e nella lunghezza dei cespi; germoglio compatto, serrato nella parte apicale di forma leggermente ellittica, con nervature della lamina fogliare ben evidenti ed aperte; colore del lembo fogliare rosso brillante senza variegature; colore della nervatura principale completamente bianca stretta alla base. I cespi sono interi, sani, senza marciume. Il prodotto è commercializzato con una parte apprezzabile della radice (fittone) di lunghezza non superiore a 4 cm e di diametro proporzionale alle dimensioni del cespo stesso.
Come lo distingui Le confezioni recano obbligatoriamente, oltre all’indicazione Radicchio di Verona IGP, al logo della denominazione e al simbolo comunitario della IGP, le seguenti diciture: nome, cognome o ragione sociale e indirizzo del confezionatore, peso, data e luogo di confezionamento, scadenza al consumo.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile prevalentemente in Veneto e nei territori limitrofi attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e in alcuni casi anche attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 2 febbraio 2009 194
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 195
Radicchio Rosso di Treviso IGP La zona di produzione Il Radicchio Rosso di Treviso viene prodotto in alcune aree delle province di Treviso, Venezia e Padova, in Veneto.
Le caratteristiche Il prodotto presenta due tipologie: Precoce e Tardivo. Il tipo precoce ha le seguenti caratteristiche: cespo voluminoso, ben chiuso, corredato da una modesta porzione di radice, foglie di colore rosso vinoso intenso con nervature secondarie appena accennate, costola dorsale bianca di consistenza croccante e di sapore gradevolmente amarognolo; il peso del cespo non è inferiore a 150 g e la sua lunghezza (senza radice) compresa tra i 15-25 cm. Il tipo Tardivo è caratterizzato da: germogli regolari, uniformi e dotati di buona compattezza, foglie serrate e avvolgenti che tendono a chiudere il cespo, lunghezza proporzionale alle dimensioni del cespo e comunque non superiore ai 6 cm, foglie di colore rosso-brillante interrotto da fini nervature bianche, di sapore leggermente amarognolo e di consistenza mediamente croccante; il peso minimo del cespo non è inferiore a 100 g, e la lunghezza (senza radice) compresa tra i 12-25 cm.
Come lo distingui Il Radicchio Rosso di Treviso è commercializzato in confezioni sigillate di cartone, legno o materiale sintetico. Ogni confezione contiene un solo strato di prodotto sigillato in modo che l’apertura dell’involucro determini la rottura del sigillo. Le confezioni riportano l’indicazione Radicchio Rosso di Treviso Indicazione Geografica Protetta (IGP), accompagnate dalla specificazione Precoce o Tardivo, dal logo della denominazione e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente in Veneto e nei territori limitrofi attraverso la vendita diretta, al dettaglio e, nel territorio nazionale, tramite la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 195
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 196
Radicchio Variegato di Castelfranco IGP La zona di produzione La zona di produzione del Radicchio Variegato di Castelfranco comprende il territorio di alcuni comuni delle province di Treviso, Padova e Venezia, in Veneto.
Le caratteristiche Il Radicchio Variegato di Castelfranco presenta le seguenti caratteristiche: cespo di peso minimo di 100 g con diametro minimo pari a 15 cm. Partendo dalla base del cespo si ha un giro di foglie piatte, un secondo giro di foglie un po’ più sollevato, un terzo giro ancora più inclinato e così via fino ad arrivare al cuore. Il gambo (fittone) ha una lunghezza massima di 4 cm con diametro proporzionale alle dimensioni del cespo stesso; le foglie sono di colore bianco crema con variegature regolarmente distribuite, hanno il bordo frastagliato e la superficie del lembo ondulata. Il sapore varia dal dolce al gradevolmente amarognolo molto delicato.
Come lo distingui Il Radicchio Variegato di Castelfranco è commercializzato in contenitori idonei sui quali è apposta una copertura sigillante tale da impedire che il contenuto possa venire estratto senza la rottura del sigillo. Il prodotto è riconosciuto attraverso la presenza dell’indicazione Radicchio Variegato di Castelfranco - IGP, in acronimo o per esteso, il logo della denominazione e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo La distribuzione del prodotto avviene prevalentemente in Veneto e nei territori limitrofi attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e, sul territorio nazionale, attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 196
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 197
Scalogno di Romagna IGP La zona di produzione La zona di produzione dello Scalogno di Romagna comprende il territorio di diversi comuni delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche L’indicazione Scalogno di Romagna si riferisce esclusivamente al bulbo cipollino della specie “Allium Ascalonicum”. Il prodotto è commercializzato allo stato fresco o secco, confezionato in mazzetti di peso di circa 500 g, legati nella parte terminale con la rafia. Il prodotto secco, invece, è immesso al consumo confezionato in mazzetti, in trecce o in rete. I mazzetti, del peso di circa 500 g, sono composti da bulbi omogenei per pezzatura; la legatura è effettuata con rafia al di sopra dell’apice del bulbillo, ben stretta e con le foglie mozzate 5 cm sopra la legatura. Le trecce sono composte di bulbi selezionati intrecciati con le sole foglie o sistemate con rafia. I bulbi secchi sono confezionati in retine di plastica da 100 g.
Come lo distingui Le confezioni del prodotto riportano la dicitura Scalogno di Romagna, seguita immediatamente dalla dizione Indicazione Geografica Protetta (IGP), nonché il logo della denominazione e il simbolo comunitario. Nel medesimo campo visivo deve comparire nome, ragione sociale ed indirizzo del confezionatore nonché il peso lordo all’origine.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e, in alcuni casi tramite la vendita al dettaglio.
Denominazione registrata il 24 novembre 1997 197
173-198 Impaginato Schede Verdure
7-05-2010
16:52
Pagina 198
199-202 Impaginato Schede Riso
7-05-2010
16:52
Pagina 199
Riso del Delta del Po IGP La zona di produzione La zona di produzione si estende sul territorio amministrativo delle province di Rovigo, in Veneto, e Ferrara, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche L’indicazione Riso del Delta del Po si riferisce esclusivamente al riso appartenente al tipo Japonica, gruppo superfino nelle varietà Baldo, Carnaroli, Volano e Arborio. Il prodotto si caratterizza per un chicco grande, cristallino, compatto, con un elevato tenore proteico ed è commercializzato bianco o integrale. Indice di collosità: Baldo > 4,5 g/cm, Carnaroli > 1,5 g/cm, Volano > 3,0 g/cm, Arborio > 3,5 g/cm.
Come lo distingui Il riso è commercializzato in scatole o in sacchetti da 0,5 kg, 1 kg, 2 kg, 5 kg ed è confezionato anche sottovuoto o in atmosfera controllata. Sui contenitori figurano le seguenti indicazioni: il nome del prodotto, seguito dalla IGP per esteso o in acronito, la varietà e la dicitura “Riso integrale” se del caso, il logo della denominazione e il simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile principalmente nella zona di produzione, specialmente nelle province di Ferrara, Rovigo e quelle limitrofe, attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e in alcuni casi anche attraverso la distribuzione organizzata.
Riso
Denominazione registrata il 10 novembre 2009 199
199-202 Impaginato Schede Riso
7-05-2010
16:52
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Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP La zona di produzione La zona di produzione comprende numerosi comuni localizzati nelle province di Biella e Vercelli, in Piemonte.
Le caratteristiche Il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese si riferisce al prodotto ottenuto mediante elaborazione del riso grezzo o risone in riso integrale, raffinato e parboiled (dall’inglese partially boiled, parzialmente bollito), appartenente alle seguenti varietà: Arborio, Baldo, Balilla, Carnaroli, S. Andrea, Loto, Gladio. Il prodotto si presenta di colore bianco, di forma allungata (eccetto che per la varietà Balilla che è più corta), semitonda o affusolata, il dente è regolare o pronunciato (eccetto che per la varietà Gladio dove è sfuggente). L’indice di collosità varia in relazione alla varietà: Arborio max. 3,6 g/cm, Baldo max. 4,7 g/cm, Balilla max. 3,4 g/cm, Carnaroli max. 1,3 g/cm, S. Andrea max. 4,6 g/cm, Loto max. 3,8 g/cm, Gladio max. 0,8 g/cm.
Come lo distingui Il prodotto è commercializzato confezionato in sacchi di stoffa o in altri contenitori di plastica, o di altro materiale, idonei all’uso alimentare. Il prodotto può essere riconosciuto attraverso la presenza in etichetta dell’indicazione “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP” seguita dal simbolo comunitario, dal nome della varietà dal logo della denominazione, raffigurante tre grani di riso raffinati, diritti e accostati con sullo sfondo bianco l’immagine stilizzata del massiccio del Monte Rosa dai cui ghiacciai discendono le acque che alimentano l’irrigazione delle risaie della Baraggia.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è commercializzato principalmente nella zona di produzione attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e in parte sul territorio nazionale attraverso la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 21 Agosto 2007 200
199-202 Impaginato Schede Riso
7-05-2010
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Riso Nano Vialone Veronese IGP La zona di produzione La zona di produzione del Riso Nano Vialone Veronese comprende il territorio dei seguenti comuni della provincia di Verona, in Veneto: Bovolone, Buttapietra, Casaleone, Cerea, Concamarise, Erbé, Gazzo Veronese, Isola della Scala, Isola Rizza, Mozzecane, Bogara, Nogarole Rocca, Oppeano, Palù, Povegliano Veronese, Ronco all’Adige, Roverchiara, Salizzole, Sanguinetto, San Pietro di Morubio, Sorgà, Trevenzuolo, Vigasio, Zevio.
Le caratteristiche Il prodotto corrisponde al riso della specie Japonica, della varietà nano vialone. All’atto dell’immissione al consumo presenta le seguenti caratteristiche: colore bianco, lunghezza media, forma tonda, grossezza media, perla centrale estesa, striscia assente, dente pronunciato, testa tozza, sezione tondeggiante. Indice di collosità: < 1,1 g/cm. Tempo di cottura: 15,5 – 16,5 minuti.
Come lo distingui Il riso Nano Vialone Veronese è commercializzato in confezioni di peso compreso tra 0,5 e 5 kg. Su ogni confezione è presente il nome del prodotto in caratteri chiari, indelebili, con colorimetria di ampio contrasto rispetto al colore della confezione e tale da poter essere nettamente distinto dal complesso delle altre indicazioni. Sulla confezione, oltre all’indicazione, figurano il logo della denominazione ed il simbolo comunitario. Le confezioni di riso sono numerate secondo le indicazioni fornite dal Consorzio per la tutela del Riso Nano Vialone Veronese.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è distribuito principalmente nella zona di produzione e nelle zone limitrofe attraverso la vendita diretta e/o al dettaglio e nel territorio nazionale tramite la distribuzione organizzata.
Denominazione registrata il 1° luglio 1996 201
199-202 Impaginato Schede Riso
7-05-2010
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205-210 Impaginato Schede Pane
7-05-2010
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Coppia Fer rar ese IGP La zona di pr oduzione La zona di produzione della Coppia Ferrarese è esclusiva della provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna.
Le caratteristiche La Coppia Ferrarese è un prodotto di panetteria realizzato con farina di grano tenero di tipo “0”, acqua, strutto di puro suino, olio extravergine di oliva, lievito naturale, sale alimentare, malto (come tale o sottoforma di estratto). L’impasto degli ingredienti avviene lentamente per favorire la miscelazione delle materie prime in modo omogeneo e consentire alle sostanze grasse di distribuirsi in modo uniforme. Dopo la formazione delle coppie, il pane è disposto su assi di legno e collocato in celle di lievitazione con l’aggiunta del lievito madre. La cottura avviene attraverso il trasferimento del calore dal basso verso l’alto. La pezzatura è compresa tra 80 e 250 g, il colore è dorato con venature quasi bionde in corrispondenza delle zone ritorte, l’odore penetrante, appetitoso, il sapore sapido, l’umidità massima del 1215%. Il prodotto è costituito da due pezzi di pasta legati assieme a forma di nastro nel corpo centrale, ciascuno con le estremità ritorte così da formare un ventaglio di quattro corna, chiamate “crostini”.
Come lo distingui La Coppia Ferrarese si riconosce per la presenza del logo della denominazione consistente in una forma di coppia di pane di colore giallo tenue sullo sfondo di un quadrato azzurro. In testa al quadrato su fondo nero vi è la scritta “Coppia” di colore bianco, mentre in basso è riportata la scritta “Ferrarese IGP” in bianco sempre su fondo nero. Il pane venduto sfuso è immesso al consumo entro 24 ore dalla produzione. Il prodotto confezionato può essere immesso al consumo anche oltre le 24 ore dalla produzione, purchè la confezione garantisca la sua conservazione senza alcun ricorso a conservanti e/o additivi.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto IGP al momento non è ancora commercializzato, si prevede una distribuzione nell’ambito della provincia di Ferrara.
Denominazione r egistrata il 17 ottobr e 2001 Pane
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7-05-2010
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Pagnotta del Dittaino DOP La zona di pr oduzione La zona di coltivazione, di raccolta del grano, nonché la zona di lavorazione e confezionamento della Pagnotta del Dittaino è esclusiva di alcuni comuni delle province di Enna e Catania, in Sicilia.
Le caratteristiche Il prodotto è ottenuto dall’impasto di lievito naturale, acqua, sale e semola rimacinata di grano duro. Il grano utilizzato possiede determinate caratteristiche qualitative in termini di umidità, proteine, glutine, indice di giallo. All’impastatura degli ingredienti seguono le fasi di lievitazione, di formatura e di cottura. Il prodotto ha forma rotonda con pezzatura compresa tra 500 e 1100 g, spessore della crosta di 34 mm, mollica di colore giallo tenue ad alveolatura a grana fine, compatta ed uniumidità non supera il 38 % e le caratteristiche sensoriali di odore, sapore, forme. L’u freschezza devono mantenersi per 5 giorni dalla produzione.
Come lo distingui La Pagnotta del Dittaino, confezionata in film plastico o in atmosfera modificata, si riconosce per la presenza in etichetta del logo della denominazione. Tale logo ha forma rettangolare, si compone di due spighe disposte perpendicolarmente, che all’interno racchiudono due pagnotte, una dimezzata sopra una intera. A destra è riportato il simbolo comunitario, mentre in alto al centro si trova la scritta “Pagnotta del Dittaino DOP”.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione attraverso la vendita diretta o al dettaglio.
Denominazione r egistrata il 17 giugno 2009 206
205-210 Impaginato Schede Pane
7-05-2010
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Pane casar eccio di Genzano IGP La zona di pr oduzione La produzione del Pane Casareccio di Genzano avviene esclusivamente nel comune di Genzano, in provincia di Roma nel Lazio.
Le caratteristiche Il Pane Casareccio di Genzano è un prodotto di panetteria realizzato con farina di grano tenero di tipo “0” e “00”, acqua, sale alimentare, lievito naturale, senza aggiunta di prodotti chimici o biologici. Il processo di produzione prevede innanzitutto la preparazione del lievito naturale che è rinfrescato giornalmente mediante acqua e farina in misura proporzionale alla quantità di impasto. La fase di impasto dura all’incirca 20 minuti, ma può variare in funzione della sua quantità. A questo punto il pane, in forma di pagnotte o filoni del peso variabile da 0,5 a 2,5 Kg, viene collocato in casse di legno e ricoperto da teli di canapa spolverati di cruschello o tritello. Segue una seconda fase di crescita di circa 40 minuti in ambienti caldi durante la quale il pane completa il suo assestamento. La cottura avviene in forni caldi, riscaldati a legna o con riscaldamento indiretto e a temperature di circa 300 gradi che consentono al pane di formare una crosta croccante spessa almeno 3 mm. La crosta protegge la mollica all’interno e la conserva spugnosa e tenera con fori non troppo grandi e irregolari. Il prodotto si presenta con la forma di pagnotta con “baciature” ai fianchi o filone rotondo o lungo del peso compreso tra 0,5 e 2,5 Kg e spessore della crosta non inferiore a 3 mm, colore all’interno bianco avorio, profumo di cereale genuino che ricorda il profumo di granaio, sapore sapido. Il profumo e la fragranza del pane sono da attribuire all’uso del lievito acido e alla qualità dei cereali impiegati. L’impiego del lievito naturale, inoltre, permette di conservare il prodotto per diversi giorni.
Come lo distingui Il prodotto può essere riconosciuto per la presenza dell’indicazione Pane Casareccio di Genzano seguito dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e dal simbolo comunitario.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella provincia di Roma attraverso la vendita diretta e in alcuni casi anche attraverso la vendita al dettaglio.
Denominazione r egistrata il 24 novembr e 1997 207
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Pane di Altamura DOP La zona di pr oduzione La zona di produzione del Pane di Altamura, così come l’area di coltivazione del grano è esclusiva di alcuni comuni della Murgia nord-occidentale ovvero Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini, Spinazzola e Minerva Murge, in provincia di Bari Puglia.
Le caratteristiche Il Pane di Altamura è ottenuto dal rimacinato di semola di grano duro impastato con lievito naturale, sale marino, acqua. Il grano utilizzato possiede determinate caratteristiche qualitative in termini di proteine, ceneri, glutine secco. Analogamente le semole di grano duro rispettano determinati valori per indice di giallo e indice di glutine. L’impasto è sottoposto a più modellature fatte a mano e intervallate da altrettante fasi di riposo prima della successiva cottura in forni alimentati a legna (quercia), gas o con riscaldamento indiretto. La cottura dura in genere 60 minuti, di cui i primi 15 a forno aperto. Per la sfornatura, è prevista l’apertura della bocca del forno per 5 minuti al fine di consentire la fuoriuscita del vapore e l’asciugamento della crosta. Il prodotto si presenta con pezzatura non inferiore a 0,5 Kg nella forma accavallata (detta skuanète) con baciature ai fianchi o nella forma bassa (detta a capidd d’prèvte) senza baciature, spessore della crosta non inferiore a 3 mm, colore della mollica giallo paglierino, alveolatura omogenea, profumo caratteristico.
Come lo distingui Il prodotto confezionato riporta sull’etichetta il logo della denominazione che consiste in uno scudo sannitico sormontato da corona-arma a quattro quarti, due rossi e due bianchi. Al centro dell’ovale compare, in orizzontale, su tre allineamenti, la scritta “Pane DOP di Altamura”. In alternativa il pane può essere venduto sfuso, senza alcun involucro, ma con l’apposizione di un bollino in materiale biologico riportante le stesse indicazioni.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile nella zona di produzione e in alcuni casi anche attraverso la distribuzione organizzata. Una certa quota di prodotto viene esportata.
Denominazione r egistrata il 18 luglio 2003 208
205-210 Impaginato Schede Pane
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Pane di Matera IGP La zona di pr oduzione La zona di coltivazione, di raccolta del grano, nonché la zona di lavorazione e di confezionamento è esclusiva dell’intero territorio della provincia di Matera, in Basilicata.
Le caratteristiche Il prodotto è ottenuto dalla lavorazione di semola di grano duro, sale e acqua. Il grano utilizzato appartiene per almeno il 20% a varietà tipiche del territorio. La semola risponde a determinate caratteristiche qualitative in termini di contenuto in glutine, umidità, ceneri, indice di giallo. La produzione del Pane IGP prevede la preparazione del lievito madre con farina e polpa di frutta fresca matura tenuta preventivamente a macerare in acqua. Al lievito madre si aggiungono semola di grano duro, sale e acqua. Gli ingredienti sono, quindi, collocati nell’impastatrice e lavorati per circa mezz’ora. L’impasto ottenuto è quindi fatto lievitare, coperto con tele di cotone o di lana per poi ricavarne manualmente le preforme. Tali preforme, dopo una successiva lievitazione, sono sottoposte a cottura in forni a legna o a gas. Il Pane di Matera IGP ha forma a cornetto o a pane alto, mollica di colore giallo paglierino con caratteristica alveolazione, pezzatura da 1 o 2 Kg, spessore della crosta non inferiore a 3 mm.
Come lo distingui Il prodotto può essere riconosciuto per la presenza dell’indicazione “Pane di Matera” seguita dalla menzione Indicazione Geografica Protetta (IGP) e dal logo della denominazione. Quest’ultimo è costituito da un’icona di forma ovale in cui nella parte superiore è riportata la scritta “Pane di Matera”, mentre nella parte inferiore è riportato Indicazione Geografica Protetta. Nella parte inferiore vi sono due fasci di grano duro legati singolarmente, di colore giallo e dietro in prospettiva la Civita di Matera con il campanile della cattedrale sullo sfondo. Se il pane è stato cotto in forno a legna, è consentita la specifica “pane cotto in forno a legna”.
Dove puoi acquistarlo Il prodotto è reperibile in provincia di Matera attraverso la vendita al dettaglio.
Denominazione r egistrata il 21 febbraio 2008 209
205-210 Impaginato Schede Pane
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Glossario ACIDITÀ Generalmente espressa in valore %, è indicatore della presenza di acidi liberi nel prodotto. Nell’olio d’oliva indica la presenza di acidi grassi liberi è espressa come percentuale di acido oleico. Tale parametro rappresenta il principale indicatore della qualità degli oli di oliva. Più elevato è il tenore in acidi grassi liberi, più scadente è la qualità del prodotto. L’aumento degli acidi grassi liberi si realizza soprattutto laddove le olive hanno subito lesioni dovute all’attacco di insetti (mosca olearia), alla fase di raccolta, e di stoccaggio, ma è influenzato anche dalle condizioni di molitura e conservazione dell’olio. Il limite di legge previsto per l’acidità di un olio extravergine d’oliva è 0,8% che equivale ad un contenuto di 0,8 grammi di acido oleico in 100 g di olio. La maggior parte degli oli DOP/IGP presenta valori di acidità non superiori a 0,5%. ALVEOLATURA (per il pane) L’alveolatura è la caratteristica presenza di “buchetti” tipica della mollica del pane. Lo sviluppo di un’alveolatura regolare è correlato alla quantità degli ingredienti nell’impasto (acqua, lievito, malto) e al tempo di lavorazione dello stesso, nonché alla temperatura di fermentazione e di cottura. ANALISI SPETTROFOTOMETRICA L’analisi spettrofotometrica misura la capacità di assorbimento di uno spettro luminoso e negli oli d’oliva è effettuata per valutarne la genuinità e per identificare eventuali adulterazioni. Il risultato di tale analisi è espresso mediante i coefficienti K232, K270 e ΔK. Una prima fase di ossidazione del prodotto determina l’aumento del valore di K232, mentre una seconda fase successiva fa aumentare il valore del K270 con conseguente presenza di difetti organolettici (irrancidimento). L’analisi spettrofotometrica permette, inoltre, di individuare oli d’oliva sottoposti a processi di raffinazione e di riconoscere miscele tra oli d’oliva vergini e oli raffinati. Il limite di legge previsto per il K232 è 2,5, per il K270 è 0,22, mentre per il ΔK è 0,01. La maggior parte degli oli DOP/IGP presenta valori di K232 pari a 2, di K270 inferiore 0,2, mentre di ΔK inferiori 0,01. BETACAROTENE Il betacarotene è una sostanza presente in alcune varietà di frutta e verdura alle quali conferisce un colore tipico dal giallo al rosso (ad esempio albicocche, cachi, carote, zucca gialla, ecc.). Il betacarotene, viene parzialmente convertito in vitamina A che rappresenta un elemento fondamentale per la salute della pelle e degli occhi. Il betacarotene viene espresso in milligrammi su 1 chilogrammo di prodotto.
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CATEGORIA EXTRA E CATEGORIA I I requisiti qualitativi dei prodotti ortofrutticoli freschi sono stabiliti in apposita normativa comunitaria. Questa normativa individua tre categorie indicative della qualità del prodotto ortofrutticolo: Extra, I e II. La “Categoria Extra” identifica prodotti di qualità superiore, esenti da difetti ad eccezione di lievissime alterazioni superficiali che non devono tuttavia pregiudicare l’aspetto globale, la qualità e la presentazione nell’imballaggio del prodotto; è ammessa una tolleranza del 5% in numero o in peso di prodotti non corrispondenti ai requisiti della categoria. La “Categoria I”, invece, identifica prodotti di buona qualità e ammette leggeri difetti, purché tali da non pregiudicare le caratteristiche essenziali di qualità, conservazione e presentazione del prodotto; è ammessa una tolleranza del 10% in numero o in peso di prodotti non corrispondenti ai requisiti della categoria. Tutti i prodotti ortofrutticoli DOP/IGP devono appartenere alla categoria extra o I. COLESTEROLO Sostanza grassa presente nelle cellule di originale animale e, solo in tracce, in quelle di origine vegetale. Il colesterolo è un componente fondamentale delle membrane cellulari e rappresenta la sostanza base per la sintesi di alcune classi di ormoni. La maggior parte del metabolismo del colesterolo avviene nel fegato. COMPOSIZIONE IN ACIDI GRASSI (per olio di oliva) L’olio di oliva è costituito per il 98% da sostanze grasse. La composizione in acidi grassi varia in funzione di diversi parametri tra i quali le condizioni climatiche, le tecniche agronomiche, l’epoca di raccolta delle olive. L’acido grasso maggiormente presente nell’olio d’oliva è l’acido oleico, presente in percentuale non inferiore al 55%. Oltre all’acido oleico, gli acidi grassi più rappresentativi nell’olio di oliva sono: l’acido palmitico, l’acido stearico e l’acido linolenico. L’acido linoleico è presente in misura maggiore negli oli di semi rispetto agli oli d’oliva, quindi un contenuto superiore al 21% nell’olio di oliva indica possibilità di sofisticazione. Esistono anche condizioni naturali che possono influire su tale parametro: una prolungata permanenza dell’oliva sulla pianta determina una riduzione del contenuto in acido palmitico e acido oleico e un incremento del contenuto in acido linoleico. DUREZZA DELLA FRUTTA La durezza serve a misurare la fermezza della polpa di un frutto ed è uno degli indici sensoriali che meglio qualificano il grado di maturazione: il suo valore è, infatti, inversamente proporzionale alla quantità di zuccheri presenti nel frutto. L’indice di durezza, pertanto, aiuta a determinare la durata del periodo di conservazione (c.d. shelf life) del prodotto ed è spesso tenuto in considerazione nell’ambito delle transazioni commerciali. La durezza viene misurata con uno specifico strumento, chiamato penetrometro, che misura la resistenza alla penetrazione nel frutto espressa in chilogrammi su centimetro quadrato.
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GRADO BRIX/BABO Il grado Brix - dal nome del chimico A. Brix che per primo lo utilizzò per misurare la densità di un succo vegetale - è un indicatore che esprime il livello delle sostanze solide disciolte in un liquido: ad esempio 25° Brix indicano che una sostanza contiene 25 grammi di elementi solidi in 100 grammi di liquido. Il grado Brix è direttamente proporzionale alla dolcezza di un frutto ma anche alla qualità globale dello stesso: un elevato punteggio di grado Brix indica non solo una maggiore quantità di zuccheri (quindi di calorie) ma anche di vitamine e sali minerali, quindi un potere nutritivo medio più elevato. Per determinare la gradazione zuccherina delle uve vengono utilizzati mostimetri che esprimono il contenuto di zuccheri nelle uve in gradi Babo. Moltiplicando, poi, il grado Babo con appositi coefficienti di conversione si può prevedere il titolo alcometrico del vino che si otterrà dalla lavorazione delle uve. Questa misura è spesso usata per determinare il momento più idoneo per vendemmiare. GRASSI I grassi (o lipidi) sono una fonte di energia: forniscono mediamente nove calorie per grammo e, assunti in quantità adeguate, sono componenti indispensabili per un’alimentazione equilibrata. Dal punto di vista chimico, i grassi vengono distinti in saturi e insaturi. Quelli saturi resistono alle alte temperature e non irrancidiscono: si trovano nella carne, nei salumi, nel latte e nel formaggio, nel lardo, nel burro e nello strutto. I grassi insaturi sono prevalentemente di origine vegetale e si dividono in monoinsaturi, come quelli dell’olio di oliva, e polinsaturi, come quelli degli oli di semi; giocano un ruolo importante nel metabolismo del colesterolo. GRASSO SULLA SOSTANZA SECCA (per i formaggi) È un parametro largamente utilizzato per classificare le tipologie merceologiche di formaggi. In base a quanto previsto dalla normativa nazionale, i formaggi sono classificati in: “magri” se il tenore di materia grassa è inferiore al 20%, “leggeri” se il tenore di materia grassa è compreso tra il 20% e il 35%, “medio leggeri” se il tenore di materia grassa è compreso tra il 36% e il 43%, “medio grassi” se il tenore di materia grassa è compreso tra il 44% e il 47%, “grassi” se il tenore di materia grassa è compreso tra il 48% e il 52%, “molto grassi” se il tenore di materia grassa è superiore al 53%. INDICE DI COLLOSITÀ È l’indice che misura l’attitudine del riso ad attaccarsi ed è inversamente proporzionale alla quantità di amilosio presente nel chicco. L’amilosio, infatti, è un amido che non gelifica durante la cottura quindi, se è presente in quantità maggiore, mantiene il riso sgranato; se invece è presente in quantità minore ne aumenta la collosità e quindi la facilità ad incollarsi. Pertanto più elevato è l’indice di collosità del riso, minore è la presenza di amilosio, e maggiore è la sua attitudine ad incollarsi. Questo elemento è utile per capire la tipologia di preparazioni alimentari per le quali il riso è più adatto.
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INDICE DI PROTEOLISI L’indice di proteolisi è un parametro direttamente legato al grado di maturazione dell’alimento ed è dato dal rapporto percentuale tra azoto proteico ed azoto totale. Tale parametro, noto anche come coefficiente di maturazione proteolitica, serve a monitorare l’azione di specifici enzimi, le proteasi, durante la stagionatura degli alimenti (salumi, formaggi, etc.). Nei salumi l’azione operata da questi enzimi modifica la consistenza e le proprietà organolettiche dell’alimento stesso, in particolare produce un incremento di morbidezza e digeribilità, ma, se eccessiva, può portare a fenomeni indesiderati come ad esempio un retrogusto amaro. MEZZENA Prodotto ottenuto dalla separazione della carcassa intera secondo una simmetria che passa per il centro della colonna vertebrale. NUMERO DEI PEROSSIDI (per l’olio di oliva) Il numero di perossidi presenti nell’olio di oliva è un indicatore del suo stato di ossidazione e quindi del suo grado di irrancidimento. Un basso numero di perossidi è indice di un buono stato di conservazione delle olive e dell’olio; mentre l’incremento del numero di perossidi, dimostra processi ossidativi favoriti dalla presenza di ossigeno e dall’esposizione alla luce e alle alte temperature: la cura nella raccolta delle olive, la scelta di frutti non lesionati e al giusto grado di maturazione sono pratiche che portano a basso contenuto di perossidi. Analogamente, è opportuno che la conservazione sia effettuata in condizioni tali da garantire il riparo dalla luce e dall’ossigeno, così da inibire i processi di irrancidimento. Il limite di legge previsto per il numero di perossidi di un olio extravergine d’oliva è 20 meqO2/kg. La maggior parte degli oli DOP/IGP presenta valori del numero di perossidi non superiore a 12 meqO2/kg (milliequivalenti di ossigeno). pH Il pH di un alimento è la misura dell’acidità/basicità: conoscere il suo valore è fondamentale per avere certezza della sicurezza igienico-sanitaria, soprattutto per alcune categorie di prodotti, quali salumi e formaggi, sottoposti spesso a processi più o meno lunghi di stagionatura, nel corso dei quali il pH tende a diminuire. Il pH varia molto negli alimenti in funzione delle materie prime e della tecnologia di produzione. In generale gli alimenti si possono dividere in tre classi: cibi non acidi con pH superiore a 5,3 in corrispondenza dei quali molti microrganismi riescono a vivere (melone, merluzzo, uovo, latte, formaggi, pane); cibi a media acidità con pH compreso tra 4,6 e 5,3 in corrispondenza dei quali i microrganismi possono sopravvivere, ma con difficoltà (carote, banane, salami stagionati); cibi acidi con ph compreso tra 4,6 e 3,7 in corrispondenza dei quali alcune classi di microrganismi sono fortemente inibite (marmellate, succo di pomodoro, albicocche, pere, maionese); cibi molto acidi con pH inferiore a 3,7 in corrispondenza dei quali pochi microrganismi riescono a sopravvivere (es. lime, limone, mele, arance).
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POLIFENOLI (per l’olio di oliva) I polifenoli sono sostanze antiossidanti e come tali proteggono le componenti dell’olio dai processi ossidativi ed esercitano un’azione protettiva sulla salute dei consumatori. Il loro contenuto nell’olio di oliva è legato alla cultivar, al grado di maturazione, alla tecnologia di estrazione dell’olio. Rappresentano un indicatore dell’invecchiamento di un olio e della sua conservabilità. Partecipano, inoltre, nel conferire al prodotto caratteristiche organolettiche essenziali quali le note di amaro e di piccante. Per tale parametro la legge non prevede limiti minimi. La maggior parte degli oli DOP, comunque, ha un tenore in polifenoli non inferiore a 100 mg/Kg (parti per milione).
PROTEINE Le proteine sono dei principi nutritivi di notevole importanza costituite da amminoacidi. Sono chiamate proteine nobili, o proteine ad alto valore biologico, quelle che contengono tutti gli aminoacidi, e sono presenti in alimenti di origine animale, come carne, uova, latte e derivati, pesce. I salumi sono ricchi di proteine, avendo spesso un contenuto proteico analogo a quello della carne, ma hanno anche un maggiore contenuto di grassi e di sale.
PRUINA È una sostanza cerosa prodotta dalle cellule superficiali di alcuni frutti, in particolare uva, prugne e frutti di bosco. Ha la funzione di proteggere la superficie dagli agenti atmosferici e in particolare dai raggi ultravioletti che potrebbero favorire l’evaporazione dell’acqua interna. La presenza di pruina sta ad indicare che il frutto è stato maneggiato con cura.
RESIDUO OTTICO Rappresenta la percentuale di sostanze solubili presenti nel pomodoro (zuccheri, acidi, aldeidi, chetoni, vitamine, etc.) e dipende dal grado di maturazione del prodotto. Rappresenta una misura di alcuni aspetti qualitativi del pomodoro quali sapore, aroma e gusto. Nella passata di pomodoro il residuo ottico rifrattometrico deve essere compreso fra 5 e 12 gradi Brix.
SALE Il sale (o cloruro di sodio) è contenuto in molti alimenti nei quali esplica un’azione conservante. L’azione conservativa del sale è legata principalmente al processo di disidratazione e di inibizione della crescita dei microrganismi e dell’attività degli enzimi. Esso, inoltre, svolge anche un’azione gustativa in quanto rende più appetibili gli alimenti. Salumi, formaggi, salse, conserve hanno un contenuto di sale elevato.
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STAGIONATURA La stagionatura è il periodo che intercorre tra la salatura e il momento in cui il prodotto acquista le sue caratteristiche definitive. Tale processo interessa nello specifico alcune categorie di prodotti quali salumi e formaggi ed ha durata variabile in funzione del tipo di prodotto, della pezzatura e delle condizioni ambientali. Nel corso del processo di stagionatura si verificano alcuni cambiamenti nel prodotto quali la riduzione del contenuto di acqua, l’abbassamento del pH che consente di ottenere una selezione dei microrganismi, la parziale degradazione delle proteine e dei grassi. Tali cambiamenti influiscono sulle caratteristiche organolettiche del prodotto finito in termini di colore, consistenza e aroma. TAGLI ANATOMICI DI CARNE SUINA Si tratta dei muscoli interi che si ricavano dalle operazioni di disosso dei quarti e/o dei tagli primari. Per il suino i tagli più importanti sono testa; guanciale, gola (per cotechino, zampone, salame); lardo (per il lardo salato, ma anche come ingrediente in alcuni salumi calabresi quali salsiccia e soppressata); coppa (per il salume omonimo); arista (per gli arrosti o bistecche); costine; spalla (per i salami e per il prosciutto cotto); zampino (per lo zampone); pancetta (per i salumi omonimi e per gli arrosti); filetto; culatello; coscia (prosciutto crudo, talora anche per il cotto). TOCOFEROLI (per l’olio di oliva) I tocoferoli sono sostanze antiossidanti che inibiscono i processi ossidativi ed esplicano un’azione protettiva sulla salute. Hanno una struttura chimica identica a quella della vitamina E e sono presenti in quasi tutte le sostanze grasse, in particolare modo negli oli di oliva e negli oli di semi; il loro contenuto è minore in alimenti di origine animale quali fegato, uova, latticini. Non sono previsti indici o limiti di legge. PARAMETRI ORGANOLETTICI (Panel Test) La valutazione organolettica, o panel test, dell’olio prevede tre fasi: visiva, olfattiva e gustativa. Attraverso l’esame visivo è possibile apprezzare caratteri come la densità, la limpidezza e il colore. Con l’esame olfattivo si percepiscono l’intensità dei profumi e le peculiarità legate alle singole cultivar di olive. L’esame gustativo definisce l’intensità del sapore e la struttura. Il panel test è utilizzato per la classificazione merceologica dell’olio, in base ad un giudizio espresso da un gruppo di assaggiatori (Panel). Per essere classificato come extravergine, l’olio deve essere privo di difetti e deve aver conseguito un punteggio non inferiore a 6,5. Dal punto di vista merceologico, gli oli a denominazione sono classificati come extravergini e spesso è richiesto come punteggio minimo all’esame organolettico un valore non inferiore a 7. UMIDITA’ (per i salumi) È la quantità di acqua contenuta in un salume, ed è maggiore in quelli freschi rispetto a quelli stagionati. Il valore dell’umidità nei salumi oscilla tra il 25 e il 65%.
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Indice Abbacchio Romano
IGP
Carni
13
Acciughe sotto sale del Mar Ligure
IGP
Pesce
203
Aceto Balsamico di Modena
IGP
Aceti
9
Aceto balsamico tradizionale di Modena
DOP
Aceti
10
Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia
DOP
Aceti
11
Aglio Bianco Polesano
DOP
Verdure
Agnello di Sardegna
IGP
Carni
14
Alto Crotonese
DOP
Olio di oliva
46
Amarene Brusche di Modena
IGP
Frutta
59
Aprutino Pescarese
DOP
Olio di oliva
97
Arancia del Gargano
IGP
Frutta
60
Arancia Rossa di Sicilia
IGP
Frutta
61
Asiago
DOP
Formaggi
23
Asparago Bianco di Bassano
DOP
Verdure
174
Asparago Bianco di Cimadolmo
IGP
Verdure
175
Asparago Verde di Altedo
IGP
Verdure
176
Basilico Genovese
DOP
Verdure
177
Bergamotto di Reggio Calabria - Olio essenziale
DOP
Olio essenziale
95
Bitto
DOP
Formaggi
24
Bra
DOP
Formaggi
25
Bresaola della Valtellina
IGP
Salumi
Brisighella
DOP
Olio di oliva
98
Bruzio
DOP
Olio di oliva
99
Caciocavallo Silano
DOP
Formaggi
26
Canestrato Pugliese
DOP
Formaggi
27
Canino
DOP
Olio di oliva
100
Capocollo di Calabria
DOP
Salumi
138
Cappero di Pantelleria
IGP
Verdure
178
173
137
217
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Pagina 218
Carciofo di Paestum
IGP
Verdure
179
Carciofo Romanesco del Lazio
IGP
Verdure
180
Carota dellâ&#x20AC;&#x2122;Altopiano del Fucino
IGP
Verdure
181
Cartoceto
DOP
Olio di oliva
101
Casatella Trevigiana
DOP
Formaggi
28
Casciotta dâ&#x20AC;&#x2122;Urbino
DOP
Formaggi
29
Castagna Cuneo
IGP
Frutta
62
Castagna del Monte Amiata
IGP
Frutta
63
Castagna di Montella
IGP
Frutta
64
Castagna di Vallerano
DOP
Frutta
65
Castelmagno
DOP
Formaggi
30
Chianti Classico
DOP
Olio di oliva
102
Ciauscolo
IGP
Salumi
139
Cilento
DOP
Olio di oliva
103
Ciliegia di Marostica
IGP
Frutta
Cipolla Rossa di Tropea Calabria
IGP
Verdure
182
Cipollotto Nocerino
DOP
Verdure
183
Clementine del Golfo di Taranto
IGP
Frutta
67
Clementine di Calabria
IGP
Frutta
68
Collina di Brindisi
DOP
Olio di oliva
104
Colline di Romagna
DOP
Olio di oliva
105
Colline Salernitane
DOP
Olio di oliva
106
Colline Teatine
DOP
Olio di oliva
107
Coppa Piacentina
DOP
Salumi
140
Coppia Ferrarese
IGP
Pane
205
Cotechino Modena
IGP
Salumi
141
Crudo di Cuneo
DOP
Salumi
142
Culatello di Zibello
DOP
Salumi
143
Dauno
DOP
Olio di oliva
108
Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese
IGP
Cereali e legumi
17
Fagiolo di Sarconi
IGP
Cereali e legumi
18
218
66
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Pagina 219
Fagiolo di Sorana
IGP
Cereali e legumi
19
Farina di Neccio della Garfagnana
DOP
Cereali e legumi
20
Farro della Garfagnana
IGP
Cereali e legumi
21
Fico Bianco del Cilento
DOP
Frutta
69
Ficodindia dell’Etna
DOP
Frutta
70
Fiore Sardo
DOP
Formaggi
31
Fontina
DOP
Formaggi
32
Formaggio di Fossa di Sogliano
DOP
Formaggi
33
Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana
DOP
Formaggi
34
Fungo di Borgotaro
IGP
Verdure
184
Garda
DOP
Olio di oliva
109
Gorgonzola
DOP
Formaggi
35
Grana Padano
DOP
Formaggi
36
Insalata di Lusia
IGP
Verdure
Kiwi Latina
IGP
Frutta
La Bella della Daunia
DOP
Verdure
186
Laghi Lombardi
DOP
Olio di oliva
110
Lametia
DOP
Olio di oliva
111
Lardo di Colonnata
IGP
Salumi
144
Lenticchia di Castelluccio di Norcia
IGP
Cereali e legumi
22
Limone Costa d’Amalfi
IGP
Frutta
72
Limone di Sorrento
IGP
Frutta
73
Limone Femminello del Gargano
IGP
Frutta
74
Limone Interdonato di Messina
IGP
Frutta
75
Lucca
DOP
Olio di oliva
Marrone del Mugello
IGP
Frutta
76
Marrone di Caprese Michelangelo
DOP
Frutta
77
Marrone di Castel del Rio
IGP
Frutta
78
Marrone di Combai
IGP
Frutta
79
Marrone di Roccadaspide
IGP
Frutta
80
Marrone di San Zeno
DOP
Frutta
81
185 71
112
219
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Marroni del Monfenera
IGP
Frutta
82
Mela Alto Adige o Sudtiroler Apfel
IGP
Frutta
83
Mela Val di Non
DOP
Frutta
84
Melannurca Campana
IGP
Frutta
85
Miele della Lunigiana
DOP
Mieli
135
Molise
DOP
Olio di oliva
113
Montasio
DOP
Formaggi
Monte Etna
DOP
Olio di oliva
Monte Veronese
DOP
Formaggi
Monti Iblei
DOP
Olio di oliva
115
Mortadella Bologna
IGP
Salumi
145
Mozzarella di Bufala Campana
DOP
Formaggi
39
Murazzano
DOP
Formaggi
40
Nocciola del Piemonte o Nocciola Piemonte
IGP
Frutta
86
Nocciola di Giffoni
IGP
Frutta
87
Nocciola Romana
DOP
Frutta
88
Nocellara del Belice
DOP
Verdure
187
Oliva Ascolana del Piceno
DOP
Verdure
188
Pagnotta del Dittaino
DOP
Pane
206
Pancetta di Calabria
DOP
Salumi
146
Pancetta Piacentina
DOP
Salumi
147
Pane casereccio di Genzano
IGP
Pane
207
Pane di Altamura
DOP
Pane
208
Pane di Matera
IGP
Pane
209
Parmigiano Reggiano
DOP
Formaggi
41
Pecorino di Filiano
DOP
Formaggi
42
Pecorino Romano
DOP
Formaggi
43
Pecorino Sardo
DOP
Formaggi
44
Pecorino Siciliano
DOP
Formaggi
45
Pecorino Toscano
DOP
Formaggi
46
Penisola Sorrentina
DOP
Olio di oliva
220
37 114 38
116
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Pagina 221
Peperone di Senise
IGP
Verdure
Pera dellâ&#x20AC;&#x2122;Emilia-Romagna
IGP
Frutta
189 89
Pera mantovana
IGP
Frutta
90
Pesca e Nettarina di Romagna
IGP
Frutta
91
Pomodorino del Piennolo del Vesuvio
DOP
Verdure
190
Pomodoro di Pachino
IGP
Verdure
191
dellâ&#x20AC;&#x2122;Agro Sarnese-Nocerino
DOP
Verdure
192
Pretuziano delle Colline Teramane
DOP
Olio di oliva
117
Prosciutto di Carpegna
DOP
Salumi
148
Proscitto di Modena
DOP
Salumi
149
Prosciutto di Norcia
IGP
Salumi
150
Prosciutto di Parma
DOP
Salumi
151
Prosciutto di S. Daniele
DOP
Salumi
152
Prosciutto Toscano
DOP
Salumi
153
Prosciutto Veneto Berico-Euganeo
DOP
Salumi
154
Provolone Valpadana
DOP
Formaggi
47
Quartirolo Lombardo
DOP
Formaggi
48
Radicchio di Chioggia
IGP
Verdure
193
Radicchio di Verona
IGP
Verdure
194
Pomodoro San Marzano
Radicchio Rosso di Treviso
IGP
Verdure
195
Radicchio Variegato di Castelfranco
IGP
Verdure
196
Ragusano
DOP
Formaggi
49
Raschera
DOP
Formaggi
50
Ricotta Romana
DOP
Formaggi
51
Riso Del Delta del Po
IGP
Riso
199
Riso di Baraggia Biellese e Vercellese
DOP
Riso
200
Riso Nano Vialone Veronese
IGP
Riso
201
Riviera Ligure
DOP
Olio di oliva
118
Robiola di Roccaverano
DOP
Formaggi
Sabina
DOP
Olio di oliva
52 119
221
211-224 Impaginato Schede Glossario
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Pagina 222
Salame Brianza
DOP
Salumi
155
Salame Cremona
IGP
Salumi
156
Salame di Varzi
DOP
Salumi
157
Salame d’oca di Mortara
IGP
Salumi
158
Salame Piacentino
DOP
Salumi
159
Salame S.Angelo
IGP
Salumi
160
Salamini italiani alla cacciatora
DOP
Salumi
161
Salsiccia di Calabria
DOP
Salumi
162
Sardegna
DOP
Olio di oliva
120
Scalogno di Romagna
IGP
Verdure
197
Soppressata di Calabria
DOP
Salumi
163
Sopressa Vicentina
DOP
Salumi
164
o Südtiroler Speck
IGP
Salumi
165
Spressa delle Giudicarie
DOP
Formaggi
53
Stelvio o Stilfser
DOP
Formaggi
54
Taleggio
DOP
Formaggi
55
Tergeste
DOP
Olio di oliva
121
Terra di Bari
DOP
Olio di oliva
122
Terra d’Otranto
DOP
Olio di oliva
123
Terre di Siena
DOP
Olio di oliva
124
Terre Tarentine
DOP
Olio di oliva
125
Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino
DOP
Pesce
204
Toma piemontese
DOP
Formaggi
Toscano
IGP
Olio di oliva
126
Tuscia
DOP
Olio di oliva
127
Umbria
DOP
Olio di oliva
128
Uva da tavola Canicattì
IGP
Frutta
92
Uva da tavola di Mazzarone
IGP
Frutta
93
Val di Mazara
DOP
Olio di oliva
129
Valdemone
DOP
Olio di oliva
130
Speck dell’Alto Adige o Südtiroler Markenspeck
222
56
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Valle d’Aosta Fromadzo
DOP
Formaggi
Valle d’Aosta Jambon de Bosses
DOP
Salumi
166
57
Valle d’Aosta Lard d’Arnad
DOP
Salumi
167
Valle del Belice
DOP
Olio di oliva
131
Valli Trapanesi
DOP
Olio di oliva
132
Valtellina Casera
DOP
Formaggi
Veneto del Grappa
DOP
Olio di oliva
Vitellone bianco dell’Appennino Centrale
IGP
Carni
15
Zafferano dell’Aquila
DOP
Spezie
169
Zafferano di San Gimignano
DOP
Spezie
170
Zafferano di Sardegna
DOP
Spezie
171
Zampone di Modena
IGP
Salumi
168
58
Veneto Valopolicella, Veneto Euganei e Berici, 133
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Le informazioni contenute nel presente volume sono aggiornate a: dicembre 2009