Cronaca nell’interno del legno.
YURI LIMONTE HERA
Cronaca nell’interno del legno.
Non è altro che un’intenzione barocca quella che spinge lo sguardo di Yuri Limonte ad auscultare l’interno di una famiglia cubana. Nell’impulso di rappresentare la luce mostrando legno e carne screpolati, accertiamo il lascito di potens dei maestri del barocco europeo, dove la luce penetrò perle e pidocchi, ferite di santi e baccanali degli empi.
Tre linee argomentali s’intravvedono in queste diciotto pezzi in bianco e nero: la messa in discussione della fede, l’infanzia come fuga di una infausta realtà e la concezione meta-artistica. La prima risiede nel ridimensionamento di referenti di carattere cristiano che diventano motivi scenografici in taluni esempi. Benché il Sacro Cuore di Gesù sia rimpiazzato per un artifizio elettrico, e dal dubbioso sviluppo umano nel gesto di determinare, di decidersi per la fede o per la ragione, conflitto esenzialmente universale e filosofico, l’artista scogita una dialettica proficua: il bambino - personaggio conduttore del dramma quotidiano - lascierà alla richiesta del gioco trovare la risposta che soltanto l’età adulta potrà concettualizzare.
Ora, in mezzo al grigiore, gli attori vengono
negano la concezione del realismo di Stendhal.
avvertiti, ed è qui dove Limonte riscrive con
Limonte sorprende sue creature nell’atto de
astuzia una tematica - nella tradizione pittorica
allontanarsi dalla realtà. Guardate la figura
cubana sollecitò notevoli controletture
della madre, comparsa a tratti, convinta
-, che incontra la sua apoteosi nel gotico.
della sua posa amateur e girata verso di noi
L’Annunciazione, una volta spoglia di arcangeli
nell’autentico gesto di allacciare - abbracciare -
e promesse, ha l’unico valore di riunire intorno
la scarpa, il carattere di suo figlio.
ed investire senza inganni gl’incommunicati visi
Yuri Limonte catturò questi esseri nell’impeto
dell’albero genealogico insulare.
della carica, resta chiaro; la fuga verso l’interno
La seconda verrà eseguita come commedia
della casa e dello spirito si stigmatizza nella
umana, per mezzo dei personaggi che gravitano
leggerezza di ciò che è meramente scevro di
attorno al bimbo-Narciso, al bimbo-anti-
attrazzione.
principe. Il road-movie per ogni stanza, l’onesto
Il suo sguardo è quello dell’Umanismo veritiero.
sguardo biografico, smonta l’utopia confiscata dell’infanzia, dove la rappresentazione, cioè il teatrale per se, è intesa come ancora di salvezza di fronte agli apocalipsi giornalieri. Metadialogo fornito di mascherate e spechi tronchi, che
Liuvan Herrera Carpio
Trovarsi circondati dal legno, avviluppati da una tiepida e
quasi impossibile. Come in un gioco di scatole cinesi c’è
porosa materialità, significa sostare in una dimensione di
sempre un fuori in cui si è sospinti (l’esterno della casa,
quiete, essere accolti da un abbraccio silenzioso, ovattato.
o forse il luogo indecidibile da cui lo spettatore osserva)
E’ qui che Yuri Limonte ci conduce, indicando al nostro
ma anche l’accenno silenzioso ad un’altra interiorità: una
sguardo il luogo di una deposizione: in uno spazio fisico,
valigia chiusa, un foro nella parete da dove un occhio ci
avvolgente e tuttavia aperto alla visione. Sulla superficie
scruta, una gabbia attraverso le cui sbarre s’intravedono
delle pareti di un’abitazione cubana, i suoi scatti s’incidono
i contorni di un Paperino giocattolo. Palcoscenico
intarsiando la fitta trama del legno, s’insinuano tra le
improvvisato d’infinite dislocazioni, le pareti di legno si
rugosità delle sue venature incoraggiando a perdersi tra
spalancano allora su uno spazio infinito, libero, rendendoci
esse, a sostare per un momento sul fondo delle loro lievi
spettatori di una curiosa messa in scena, di una specie di
profondità. Ciò che si fa incontro a chi decida di immergersi
teatralità irriducibile alla posa. Là, dove finzione e realtà
in Interior de la madera è l’essenzialità del quotidiano,
si contaminano reciprocamente, il nostro sguardo può
il mosaico di una realtà casalinga in cui oggetti, volti e
scorrere fluido lasciandosi trascinare dalla trasparenza dei
semplici gesti si compongono in geometrie inaspettate, si
gesti, o divertendosi ad indovinare le regole dei giochi dei
espongono pur non rinunciando ad una sorta di maliziosa
bambini.
segretezza, al mistero trattenuto della propria intimità.
La povertà degli oggetti, l’umiltà dell’ambiente, si rivestono
Nel microcosmo restituitoci da Limonte il confine tra
allora di una patina di inattesa liricità: proprio in quella
interno ed esterno pare dissolversi lentamente in una
stanza, dove la sacralità di un crocefisso si assenta per
viscosità indefinibile, dove ciascuna immagine, simile al
lasciare il posto ad una resistenza elettrica, ci arriva
frammento di vetro di un caleidoscopio in bianco e nero,
inaspettatamente alle orecchie il suono di un piccolo
fa da controcanto all’altra, ne incarna l’eco. Scorrendo
pianoforte; l’intonaco scrostato diviene la cassa di
una dopo l’altra le fotografie della serie ci si rende allora
risonanza per un concerto di impercettibili dissonanze,
conto che radicarsi saldamente ad un punto di vista diviene
modulazioni musicali che resistono all’udito ma non
Claudia Compiani
possono che conquistare il nostro occhio.
Andrea Cozzi
Nell’istante di uno scatto, la concretezza della vita, la
Simonetta Dell’Olio
materialità degli oggetti, si abbandona alla leggerezza
Elena De Silvestri
di un’atmosfera quasi onirica, si ritrae, ma non
Andrea Ferronato
scompare affatto: riemerge piuttosto come una lieve
Michele Pavan
intermittenza, come un bagliore flebile ma insistente,
Michael Sodini
che ci guida in un universo lontano, privato e che ci è in
Fabio Vergine
qualche modo precluso. I personaggi della madera, simili a mimi mascherati, ci offrono infatti l’evidenza delle loro
Centro di ricerca ORFEO
vite, ma non i propri occhi, il loro sguardo. Volti ritratti
suono immagine scrittura, Università degli Studi di Verona
che sembrano pudicamente sfuggire tanto all’occhio della fotocamera quanto al nostro: li scorgiamo filtrati dal contrasto del nero, da un braccio, da una mano, o sdoppiati attraverso il gioco di rinvii di uno specchio incrinato. La distanza tuttavia si rivela essere nient’altro che un’illusione, un fraintendimento: lo spettatore è inesorabilmente condotto sulla scena, trascinato nei meandri della madera, cullato dal suo incanto. La porta è socchiusa. Uno sguardo infantile si lascia appena indovinare tra le tavole di legno. Sembra invitarci scherzosamente ad entrare e vedere. Un invito a giocare. Verguenza de la madera.
E L S I RGADOR Fotografia Bianco e Nero
E L S U E テ前 DE DISNEY Fotografia Bianco e Nero
L A F R AGUA DE VULCANO Fotografia Bianco e Nero
M Ú S I C A DE CÁMARA Fotografia Bianco e Nero
B A N G , BANG Fotografia Bianco e Nero
L A F U GA Fotografia Bianco e Nero
L A A N UNCIACIĂ“N Fotografia Bianco e Nero
Yuri Limonte Hera, 1974
Ciego de Ávila, Cuba. Diplomato alla Scuola Provinciale d’Artes Plásticas, Año 1997. Specializzazione in Cámara de televisión (ISA, 1999, La Habana), Dirección de televisión (ISA, 1999, La Habana). Ceramista. Lavora attualmente come Especialista al Consejo Provincial de las Artes Plásticas di Ciego de Avila.
ESPOSIZIONI PERSONALI E COLLETTIVE • Expo personal fotográfica: “Haikus” diciembre, 2008 • Salón Provincial Artes Plásticas CPAC, 2011 • X Salón Provincial “Raúl Martínez”, 2010 • X Salón Provincial “Eduardo Martínez” ACAA, 2010 • XI Salón Provincial Raúl Martínez, 2011 • Expo personal Fotográfica: “Interior de la Madera”, agosto 2011 • XI Salón Provincial “Eduardo Martínez” ACAA, 2011 • Expo personal: Sala “La Nueva Musa”. Camagüey, agosto 2013 • Expo fotográfica colectiva, Galería, CPAC Camagüey, 2014
PREMIOS Y MENCIONES • Premio colateral ACAA Salón Raúl Martínez 2009. • Premio colateral ACAA Salón Raúl Martínez 2011.
PUBLICACIONES EDITORIALES • Ilustración del libro: “Granos de Cebada” de Erich Estremera Gutiérrez, por Ediciones Ávila, 2008 • Ilustración del libro: “De la Mala Memoria y el Verano” de: Nelson Simón, editorial Letras Cubanas, 2008. • Ilustración del libro: “Viaje de Regreso” de: Israel Domínguez, Ediciones Matanzas, 2011. • Ilustración: Revista cultural: “Videncia” no. 12 del 2006 • Ilustración: Revista cultural: “Videncia” no. 15 del 2008 • Ilustración: Revista cultural: “Videncia” no. 23 del 2010 • Ilustración: Revista cultural: “Videncia” no. 27 del 2012 • Ilustración del libro: “La Pendiente”, por Ediciones Ávila, 2015
Spazio per la Ricerca Artistica Via Seghe San Tomaso 17/h 37129 Verona spazioisolo17@gmail.com www.isolo17.com