FATTISU ISRAELE
Israel Ministry of Foreign Affairs
MINISTERO PER GLI AFFARI ESTERI D'ISRAELE
Editing: Quality Translation (QT) Grafica: Tsofit Tsachi Statistiche: Ufficio Centrale di Statistica (a meno che non sia indicato altrimenti) 2010 Gerusalemme, Israele Copie della pubblicazione possono essere ottenute presso le missioni diplomatiche di Israele o sul sito internet: www.mfa.gov.il
INDICE
Storia
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Lo Stato
77
La Terra
105
Il Popolo
137
SanitĂ e Servizi Sociali
161
Istruzione
179
Scienza e Tecnologia
199
Economia
217
Cultura
259
Israele fra le Nazioni
345
STORIA Il Periodo Biblico
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Il Periodo del Secondo Tempio - Ritorno a Sion
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La Dominazione Straniera
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Lo Stato d'Israele
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Il Processo di Pace
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Principali Momenti Storici
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6 | Storia
STORIA Il luogo di nascita del popolo ebraico è la Terra d'Israele (Eretz Israel). Là si svolse una parte significativa della lunga storia della nazione, i cui primi duemila anni sono registrati nella Bibbia, là si formò la sua identità culturale, religiosa e nazionale e là, attraverso i secoli, si è mantenuta la sua presenza fisica, anche dopo che la maggioranza fu costretta all'esilio. Nel corso dei lunghi anni di dispersione, il popolo ebraico non ha interrotto né dimenticato il suo legame con la Terra. Con la fondazione dello Stato d'Israele nel 1948, l'indipendenza ebraica, perduta duemila anni prima, è stata rinnovata.
...זכר ימות עולם בינו שנות דור ודור Ricorda i giorni antichi considera gli anni passati (Deuteronomio )' ז:(דברים ל"ב
32,7)
Sezione di una mappa delle tribù d'Israele del tardo Medioevo. • Per gentile concessione di R. Ben-Haim
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IL PERIODO BIBLICO
Il Mosé di Michelangelo, San Pietro in Vincoli, Roma
I Patriarchi La storia ebraica iniziò circa 4000 anni orsono (XVII sec. a.E.V. circa) con i Patriarchi - Abramo, suo figlio Isacco e suo nipote Giacobbe. Alcuni documenti rinvenuti in Mesopotamia e risalenti al 2000-1500 a.E.V., confermano determinati aspetti del loro stile di vita nomade, così come viene descritto nella Bibbia. Il Libro della Genesi riporta di come Abramo venne chiamato da Ur di Caldea fino alla Terra di Canaan, per essere il fondatore di un popolo che credesse nel Dio Unico. Quando si diffuse una carestia in Canaan, Giacobbe (chiamato poi Israele), i suoi dodici figli e le loro famiglie, si stabilirono in Egitto, dove i loro discendenti vennero ridotti in schiavitù e costretti al lavoro forzato. Esodo e insediamento Dopo 400 anni di schiavitù, gli Israeliti vennero condotti alla libertà da Mosè il quale, secondo la narrazione della Bibbia, venne scelto da Dio per trarre il Suo popolo fuori dall'Egitto e per ricondurlo nella Terra d'Israele, promessa ai suoi avi (XIII-XII secolo circa a.E.V.). Essi vagarono per 40 anni nel deserto del Sinai, dove furono forgiati in nazione
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e dove ricevettero la Torà (il Pentateuco), al cui interno si trovano i Dieci Comandamenti, e che venne a dare forma e contenuto al loro credo monoteista. L'esodo dall'Egitto (1300 circa a.E.V.) lasciò un segno indelebile nella memoria nazionale del popolo ebraico e divenne un simbolo universale di libertà e indipendenza. Ogni anno gli Ebrei celebrano le festività di Pesach (la Pasqua ebraica), Shavuot (la Pentecoste) e Succot (la Festa dei Tabernacoli o delle Capanne), che commemorano avvenimenti di quei tempi. Nel corso dei due secoli successivi, gli Israeliti conquistarono gran parte della Terra d'Israele e divennero agricoltori ed artigiani; a questo seguì un certo grado di consolidamento economico e sociale. Tempi di relativa pace si alternarono a periodi di guerre durante i quali il popolo si radunava intorno a guide note con il nome di “giudici", scelti sia per le loro abilità politiche e militari che per le loro qualità di condottieri. La debolezza intrinseca a tale organizzazione tribale di fronte al pericolo posto dai Filistei (popolo del mare proveniente dall'Asia Minore che si
"Ti benedica il Signore e ti custodisca. Faccia luce a te la faccia del Signore e ti conceda grazia. Elevi il Signore la Sua faccia a te e ti conceda pace."
(Numeri 6, 24-26)
Un sottile rotolo d'argento risalente al VII secolo a.E.V. ritrovato a Gerusalemme, in cui è riportata la benedizione sacerdotale, • Autorità Israeliana per le Antichità
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Melograno in avorio della grandezza di un pollice, recante un'iscrizione paleoebraica, probabilmente del primo Tempio di Gerusalemme, VIII secolo a.E.V. • Museo d'Israele, Gerusalemme
I PROFETI: dotti religiosi e fi g u r e c a r i s m a t i c h e , considerati dotati del dono divino della rivelazione, predicarono nel periodo della monarchia, fino ad un secolo dopo la distruzione di Gerusalemme (586 a.E.V.). Tanto in qualità di consiglieri dei re su questioni di religione, etica e politica, quanto in veste di loro critici sotto il primato del legame esistente fra individuo e Dio, i Profeti furono guidati dalla necessità di giustizia e scrissero energici commentari sulla moralità della vita nazionale ebraica.
insediò sulla fascia costiera mediterranea del paese), generò la necessità di un capo che unisse le tribù e che facesse del suo incarico una istituzione permanente, trasmessa per via ereditaria. La Monarchia Il primo re, Saul (1020 circa a.E.V.), regnò in un periodo che fece da ponte fra l'abbandono dell'organizzazione tribale e l'istituzione di un regime pienamente monarchico sotto il suo successore, Davide. Il re Davide (1004-965 circa a.E.V.), fece di Israele una delle maggiori potenze nella regione, tanto per mezzo di spedizioni militari di successo - e fra queste la definitiva sconfitta dei Filistei - quanto attraverso la creazione di una rete di alleanze basate sull'amicizia con regni limitrofi. Di conseguenza, la sua autorità venne riconosciuta dai confini con l'Egitto ed il Mar Rosso, fino alle rive dell'Eufrate. All'interno della nazione egli riunì le dodici tribù israelite in un solo regno e pose la sua capitale, Gerusalemme, e la monarchia, al centro della vita nazionale
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del paese. La tradizione biblica descrive Davide come poeta e musicista, attribuendogli versi che compaiono nel Libro dei Salmi. A Davide successe il figlio Salomone (965-930 circa a.E.V.), il quale rafforzò ulteriormente il regno. Per mezzo di trattati con regni vicini, cementati da matrimoni a scopi politici, Salomone assicurò la pace al suo regno, ponendolo alla pari delle grandi potenze dell'epoca. Egli ampliò il commercio con l'estero e Le loro esperienze rivelatrici promosse la prosperità economica del furono registrate in libri paese sviluppando grandi imprese, quali di prosa e poesia di alta l'estrazione del rame e la fusione dei metalli, ispirazione, molti dei quali costruendo nuove città e fortificando allo vennero incorporati nella stesso tempo le vecchie che avevano Bibbia. Il duraturo e universale importanza strategica ed economica. Il appello dei profeti deriva suo operato fu coronato dalla costruzione dal loro richiamo a una del Tempio di Gerusalemme, che divenne considerazione fondamentale il centro della vita nazionale e religiosa dei valori umani. Parole come del popolo ebraico. La Bibbia attribuisce quelle di Isaia (1,17) -“Imparate a Salomone il Libro dei Proverbi e il Cantico a fare il bene, dedicatevi alla dei Cantici. giustizia, aiutate colui che ha subìto un torto, sostenete i diritti La Monarchia Divisa degli orfani e difendete la causa La fine del regno di Salomone fu guastata della vedova" - continuano ad dall'insoddisfazione di quella parte di alimentare la ricerca umana popolazione sulla quale ricadeva il peso della giustizia sociale. dei suoi ambiziosi progetti. Allo stesso
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Sigillo, proveniente da Meghiddo, in cui viene riportata l'iscrizione a Shema, servitore di Geroboamo. • •Autorità Israeliana per le Antichità
tempo, il trattamento preferenziale verso la propria tribù esacerbò le altre, provocando un crescente antagonismo fra la monarchia e i separatisti delle tribù. Dopo la morte di Salomone (930 a.E.V.) un'aperta insurrezione portò al distacco delle dieci tribù del nord e alla divisione del paese in un regno del nord, Israele, ed un regno del sud, Giuda, situato nel territorio delle tribù di Giuda e di Beniamino. Il Regno d'Israele, la cui capitale era Samaria, durò oltre 200 anni sotto 19 re, mentre il Regno di Giuda fu governato da Gerusalemme per 400 anni da un pari numero di sovrani della stirpe di Davide. L'espansione degli imperi Assiro e Babilonese portò prima Israele e successivamente Giuda sotto il controllo straniero. Il Regno d'Israele fu schiacciato dagli Assiri (722 a.E.V.) e la sua popolazione deportata in esilio e nell'oblio. Oltre cento anni più tardi, Babilonia conquistò il Regno di Giuda esiliando la gran parte dei suoi abitanti e distruggendo Gerusalemme ed il suo Tempio (586 a.E.V) Il Primo Esilio (586-538 a.E.V.) La conquista Babilonese pose fine al periodo del Primo Tempio, ma non recise il legame del popolo ebraico con la Terra d'Israele. Risiedendo sulle sponde dei fiumi di Babilonia, gli Ebrei si impegnarono solennemente a
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ricordare la loro patria: “Se ti dimenticherò, o Gerusalemme, dimentichi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato se cesserò di ricordarti, se non porrò Gerusalemme al di sopra di ogni mia più grande gioia" (Salmi 137,5-6). L'esilio in Babilonia che seguì alla distruzione del Primo Tempio (586 a.E.V.), segnò l'inizio della Diaspora ebraica. Fu là che l'Ebraismo iniziò a sviluppare una struttura religiosa e un modo di vita al di fuori della Terra, assicurando in definitiva la sopravvivenza nazionale del popolo e la sua identità spirituale impregnandolo di sufficiente vitalità da mettere al sicuro il suo futuro come nazione.
Sui fiumi di Babilonia, di E.M.Lilien
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IL PERIODO DEL SECONDO TEMPIO – IL RITORNO A SION
Assuero - Serse, uno dei grandi re persiani, ritratto in un bassorilievo sulle mura di un palazzo a Persepoli
Periodi Persiano ed Ellenistico (538-142 a.E.V.) A seguito di un decreto del re persiano Ciro, che aveva conquistato l'impero babilonese (538 a.E.V.), circa 50.000 Ebrei partirono per il primo ritorno alla Terra d'Israele guidati da Zerubabel - un discendente del casato di Davide. Meno di un secolo dopo, un secondo ritorno venne guidato da Ezra lo scriba. Nei successivi quattro secoli gli Ebrei conobbero vari livelli di autogoverno, prima sotto la sovranitĂ persiana (538-333 a.E.V.) e poi sotto quella ellenistica tolemaica e seleucide (332-142 a.E.V.). Il rimpatrio degli Ebrei sotto l'ispirata guida di Ezra, la costruzione del Secondo Tempio sul sito del primo, il rafforzamento delle mura di fortificazione di Gerusalemme e l'instaurazione della Knesset HaghedolĂ (la Grande Assemblea) come supremo organo religioso e giuridico del popolo ebraico, segnarono l'inizio del periodo del Secondo Tempio. Situata all'interno dei confini dell'Impero Persiano, Giuda fu una nazione il cui centro era a Gerusalemme e la cui leadership era affidata al Sommo Sacerdote e al Consiglio degli Anziani.
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Come parte dell'antico mondo conquistato dal greco Alessandro il Grande (332 a.E.V.), Il paese rimase una teocrazia ebraica sottostante a dominatori seleucidi la cui corte si trovava in Siria. Quando agli Ebrei MASSADA: circa mille Ebrei, venne proibita la pratica dell'ebraismo e il uomini, donne e bambini, loro Tempio fu dissacrato in un tentativo che erano sopravvissuti alla di imporre cultura e costumi ellenizzanti distruzione di Gerusalemme, all'intera popolazione, quest'ultima si occuparono e fortificarono sollevò in rivolta (166 a.E.V.). il complesso del palazzo di Massada del Re Erode, situato La Dinastia Asmonea (142-63 a.E.V.) sulla cima di una montagna Guidati dapprima da Mattatiau, della nei pressi del mar Morto, e là famiglia sacerdotale degli Asmonei, e poi tennero testa per tre anni ai da suo figlio Giuda il Maccabeo, gli Ebrei ripetuti tentativi dei Romani riuscirono successivamente ad entrare a di espugnarli. Quando alla fine Gerusalemme e a purificare il Tempio (164 i Romani scalarono Massada a.E.V.), eventi questi commemorati ogni e ne abbatterono le mura, anno dalla festività chiamata Chanukkà. trovarono che i difensori e le loro famiglie avevano scelto In seguito a ulteriori vittorie asmonee (147 di morire per propria mano a.E.V.), i Seleucidi restaurarono l'autonomia piuttosto che essere ridotti della Giudea, come veniva allora chiamata in schiavitù. la Terra d'Israele, e con il crollo del regno seleucida (129 a.E.V.), l'indipendenza ebraica fu di nuovo raggiunta. Sotto la dinastia asmonea, che durò circa 80 anni, il regno riguadagnò confini non lontani da quelli del regno di Salomone, fu raggiunto il consolidamento politico sotto un dominio ebraico e la vita ebraica fiorì.
La MenorĂ sull'arco di Tito a Roma
La Menorà attraverso i secoli La Menorà (un candelabro a sette bracci) d'oro era uno dei più importanti oggetti rituali nel Tempio del Re Salomone dell'antica Gerusalemme. Nel corso dei secoli ha rappresentato un simbolo del retaggio e della tradizione ebraica in innumerevoli luoghi e in una grande varietà di forme. La Menorà su una moneta asmonea del I secolo a.E.V. (Autorità Israeliana per le Antichità) La Menorà su due frammenti di intonaco del I secolo E.V., rinvenuti nel quartiere ebraico di Gerusalemme (Israel Exploration Society) La Menorà su un pavimento in mosaico nella sinagoga di Gerico del V-VI secolo (Autorità Israeliana per le Antichità) La Menorà nei pressi della Knesset, il Parlamento israeliano, di Benno Elkan (Ufficio Stampa del Governo / F. Cohen - in seguito, G.P.O.)
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Il Tempio erodiano, dal Modello di Gerusalemme nel periodo del Secondo Tempio • Per gentile concessione del Museo d'Israele, Gerusalemme
LA HALACHA è il corpo di leggi che dal periodo postbiblico, ha guidato la vita ebraica in ogni parte del mondo. Essa tratta degli obblighi religiosi degli Ebrei tanto sul piano delle relazioni interpersonali, quanto dell'osservanza dei rituali ed abbraccia in pratica tutti i possibili aspetti del comportamento umano – nascita e matrimonio, gioia e lutto, agricoltura e commercio, etica e teologia. Affondando le sue radici nella
Il Dominio Romano (63 a.E.V. - 313 E.V.) Quando i Romani sostituirono i Seleucidi come maggiore potenza nella regione, essi assicurarono al re asmoneo, Ircano II, un'autorità limitata sotto il governatore romano di Damasco. Gli Ebrei erano ostili al nuovo regime, e i successivi anni videro frequenti insurrezioni. Un ultimo tentativo di ristabilire l'antica gloria della dinastia asmonea fu compiuto da Mattatiau Antigono, la cui sconfitta e la cui morte posero fine (40 a.E.V.) al dominio asmoneo, e il Paese divenne una provincia dell'Impero Romano. Nel 37 a.E.V. Erode, un genero di Ircano II, fu nominato dai Romani Re di Giudea. Accordatagli un'autonomia quasi illimitata negli affari interni del paese, egli divenne uno dei più potenti monarchi nell'area orientale dell'Impero Romano. Grande ammiratore della cultura greco-romana, Erode promosse un massiccio programma edilizio che comprendeva le città di Cesarea e Sebastia e le fortezze di Herodium e Massada. Ristrutturò inoltre il Tempio tanto da farne una delle più splendide costruzioni del suo periodo. Ma, nonostante i numerosi
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risultati da lui conseguiti, Erode non riuscì a guadagnarsi la fiducia e il supporto dei suoi sudditi Ebrei. Dieci anni dopo la morte di Erode (avvenuta nel 4 a.E.V.), la Giudea passò sotto la diretta amministrazione romana. La crescente ira contro la sempre maggiore repressione della vita ebraica perpetrata dai Romani, sfociò in sporadiche violenze, che aumentarono fino a raggiungere - nel 66 E.V. - le dimensioni di una piena rivolta. Le Bibbia, l'autorità halachica è superiori forze romane, sotto il comando basata sul Talmud, un corpo di Tito, completarono la loro vittoria prima di leggi e racconti ebraici rasando al suolo Gerusalemme (70 E.V.) (completato nel 400 circa), e poi sconfiggendo l'ultima resistenza che incorpora la Mishnà, la ebraica a Massada (73 E.V.). prima compilazione scritta della cosiddetta Legge Orale La totale distruzione di Gerusalemme e (codificata nel 210 circa) e la del Tempio rappresentò una vera e propria Ghemarà, una elaborazione catastrofe per il popolo ebraico. Secondo della Mishnà. A partire dal I e II lo storico contemporaneo Giuseppe Flavio, secolo, studiosi della religione centinaia di migliaia di Ebrei morirono redassero sommari concisi nell'assedio di Gerusalemme e in altre parti e sistematici per fornire una del paese, e molte altre migliaia vennero guida pratica alla Halachà. vendute come schiavi. Fra le più autorevoli di queste codificazioni vi è lo Shulchàn Un ultimo breve frangente di sovranità Arùch, scritto da Josef Caro ebraica nel periodo antico fu quello che nella città di Safed (Tzfat) nel seguì la rivolta di Simeone Bar Kochbà XVI secolo. (132 E.V.), durante il quale Gerusalemme
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Moneta emessa dai Romani dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V., con l'iscrizione IVDAEA CAPTA (Giudea conquistata) • Autorità Israeliana per le Antichità
Tetragracma del III anno della rivolta di Bar Kochba del II secolo, con l'iscrizione Simeon / per la libertà di Gerusalemme • Autorità Israeliana per le Antichità
e la Giudea vennero riconquistate. Tuttavia, data la schiacciante superiorità dei Romani, il risultato era inevitabile. Tre anni dopo, in conformità all'usanza romana, Gerusalemme fu “arata da una coppia di buoi", la Giudea fu ribattezzata col nome Palestina e a Gerusalemme fu dato il nome di Aelia capitolina. Sebbene il Tempio fosse stato distrutto e Gerusalemme bruciata fino alle fondamenta, gli Ebrei e l'Ebraismo sopravvissero all'incontro con Roma. Il supremo organo legislativo e giudiziario, il Sanhedrin (Sinedrio), successore della Knesset Haghedolà, fu convocato dapprima a Yavne (70 E.V.) e successivamente a Tiberiade. Senza la struttura unificante di uno Stato e del Tempio, la restante piccola comunità ebraica gradualmente si ristabilì, rafforzata di tanto in tanto da esiliati di ritorno. La vita istituzionale e comunitaria fu rinnovata, i sacerdoti furono sostituiti dai rabbini e la sinagoga divenne il punto focale dell'insediamento ebraico, come risulta evidente dai resti di sinagoghe rinvenute a Cafarnao, Corazin, Bar'am, Gamla e altrove. La Halachà (la normativa religiosa ebraica), servì da vincolo comune fra gli Ebrei e fu trasmessa di generazione in generazione.
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LA DOMINAZIONE STRANIERA Il Dominio Bizantino (313-636) Verso la fine del IV secolo, in seguito all'adozione del Cristianesimo da parte dell'imperatore Costantino (313) e alla fondazione dell'Impero Bizantino, la Terra d'Israele divenne un paese prevalentemente cristiano. Furono costruite chiese a Gerusalemme, Betlemme e in Galilea in luoghi considerati sacri, e furono fondati monasteri in varie parti del paese. Gli Ebrei furono deprivati della loro precedente relativa autonomia, come pure del diritto di occupare cariche pubbliche, e fu loro vietato di entrare a Gerusalemme, fatta eccezione per un giorno all'anno (Tishà be' Av - il nove del mese di Av), per piangere la distruzione del Tempio. L'invasione persiana del 614 fu sostenuta dagli Ebrei, ispirati da speranze messianiche di liberazione. In segno di gratitudine per il loro sostegno fu loro accordata l'amministrazione di Gerusalemme, un interludio che durò appena tre anni. In seguito, l'esercito bizantino riconquistò la città (629) ed espulse nuovamente i suoi abitanti Ebrei.
Chiesa del Santo Sepolcro • I. Sztulman
Mosaico del V secolo situato sul pavimento della Chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci • Autorità Israeliana per le Antichità
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Il Dominio Arabo (636-1099)
La Cupola della Roccia, costruita nel VII secolo sul Monte del Tempio (Haramesh-Sharif ), a Gerusalemme, dal Califfo omayyade Abd-el-Malik • I. Sztulman
La conquista araba del Paese avvenne quattro anni dopo la morte del profeta Maometto (632) e durò oltre quattro secoli, con il dominio di califfi, dapprima da Damasco e in seguito da Baghdad e dall'Egitto. All'inizio l'insediamento ebraico a Gerusalemme fu rinnovato e alla comunità ebraica fu concesso il normale status di protezione riconosciuto ai non-musulmani sotto dominio islamico, dhimmi, con la salvaguardia della loro vita, delle proprietà e della libertà di culto, in cambio del pagamento di un testatico e di tasse sui terreni. Tuttavia, le successive restrizioni contro i non-musulmani
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(717), , ebbero effetto anche sulla condotta pubblica degli Ebrei, come pure sulla loro osservanza religiosa e sul loro status legale. L'imposizione di pesanti tasse sui terreni agricoli costrinse molti a spostarsi dalle aree rurali verso cittadine dove le loro condizioni economiche difficilmente potevano migliorare, mentre l'aumento della discriminazione sociale ed economica spingeva altri ad abbandonare il paese. Alla fine dell'XI secolo, la comunità ebraica nella Terra era considerevolmente diminuita ed aveva in parte perso la propria coesione organizzativa e religiosa. I Crociati (1099-1291) Per i successivi 200 anni, il paese fu dominato dai Crociati i quali, seguendo l'appello di Papa Urbano II, giunsero dall'Europa per riprendere la Terra Santa dalle mani degli "infedeli". Nel Luglio del 1099, dopo un assedio durato cinque settimane, i Cavalieri della Prima Crociata e le loro tumultuose armate, conquistarono la città di Gerusalemme, massacrando la maggior parte dei suoi abitanti non cristiani. Barricati nelle loro sinagoghe, gli Ebrei difesero il proprio quartiere, soltanto per morire bruciati vivi o essere venduti come schiavi. Nei decenni che seguirono, i Crociati estesero il loro potere sul resto del paese, in parte per mezzo di accordi e trattati, ma principalmente attraverso sanguinose vittorie militari. Il Regno Latino dei Crociati era di fatto il dominio di una
Sigillo del Regno Crociato di Gerusalemme • Autorità Israeliana per le Antichità
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minoranza di conquistatori confinati principalmente in città fortificate e in castelli. Quando i Crociati aprirono vie di trasporto dall'Europa, iniziarono a essere popolari i pellegrinaggi in Terra Santa e, allo stesso tempo, un crescente numero di Ebrei cercò di fare ritorno alla propria patria. Documenti del periodo riportano che trecento rabbini provenienti dalla Francia e dall'Inghilterra arrivarono in gruppo, insediandosi alcuni ad Acco (Acri) ed altri a Gerusalemme. Dopo la sconfitta dei Crociati per opera dell'esercito musulmano sotto il comando di Saladino (1187), agli Ebrei venne nuovamente accordata una certa misura di libertà che comprendeva il diritto di vivere a Gerusalemme. Sebbene i Crociati avessero riconquistato un punto di appoggio nel paese dopo la morte di Saladino (1193), la loro presenza fu limitata ad una rete di castelli fortificati. L'autorità dei Crociati nella Terra ebbe fine con la definitiva sconfitta (1291) a opera dei Mamelucchi, una classe militare musulmana salita al potere in Egitto. La Dominazione Mamelucca (1291-1516) Il Paese sotto il dominio dei Mamelucchi divenne una provincia sperduta governata da Damasco. Acri, Giaffa ed altri porti vennero distrutti per timore di nuove crociate, e tanto il commercio marittimo quanto quello terrestre
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vennero interrotti. Alla fine del Medio Evo, le città del paese erano praticamente in rovina, la maggior parte di Gerusalemme era abbandonata e la piccola comunità ebraica era afflitta dalla povertà. Il periodo del declino mamelucco fu oscurato da sconvolgimenti politici ed economici, dalla peste, da invasioni di locuste e da devastanti terremoti. La Dominazione Ottomana (1517-1917) Dopo la conquista ottomana nel 1517, il Paese fu diviso in quattro distretti assegnati amministrativamente alla provincia di Damasco e governati da Istanbul. All'inizio del periodo ottomano vi erano nel paese circa mille famiglie ebraiche, principalmente a Gerusalemme, Nablus (Shekem), Hebron, Gaza, Safed (Tzfat) e nei villaggi della Galilea. La comunità comprendeva discendenti degli Ebrei che erano sempre vissuti nel Paese, ma anche emigranti dal nord Africa e dall'Europa. Un governo ordinato, fino alla morte (1566) del Sultano Solimano il Magnifico, portò dei miglioramenti e stimolò l'immigrazione ebraica. Alcuni dei nuovi venuti si insediarono a Gerusalemme, ma la maggioranza si indirizzò a Safed, dove, verso la metà del XVI secolo, la popolazione ebraica era aumentata fino a raggiungere circa 10.000 persone e la cittadina era divenuta un fiorente centro tessile, sede anche di un'intensa attività intellettuale.
26 | Storia
In questo periodo lo studio della Kabbalà (la mistica ebraica) ebbe grande fioritura e spiegazioni contemporanee della legge ebraica, così come era codificata nello Shulchàn Arùch, si diffusero in tutta la Diaspora, provenienti dalle case di studio di Safed. Con il graduale declino qualitativo del dominio ottomano, il Paese soffrì di un diffuso stato di trascuratezza. Verso la fine del XVIII secolo, la maggior parte del terra era posseduta da proprietari che non vi risiedevano ed era affittata a contadini locatari in miseria, SIONISMO, il movimento mentre la tassazione era tanto paralizzante di liberazione nazionale del quanto capricciosa. Le grandi foreste della popolo ebraico, prende il Galilea e della catena montuosa del Carmelo proprio nome dalla parola vennero disboscate, la palude e il deserto Sion, il tradizionale sinonimo invasero la terra coltivabile. per Gerusalemme e per la Terra d'Israele. L'idea del L'età Moderna Sionismo - la redenzione Il XIX secolo vide l'arretratezza medievale del popolo ebraico nella cedere gradualmente il passo ai primi sua patria ancestrale - è s e gn a l i d e l p ro gre s s o, co n va r i e radicata nel continuo ardente potenze esterne che manovravano desiderio e nel profondo per conquistare una posizione, spesso attaccamento alla Terra attraverso attività missionarie. Studiosi d'Israele che sono stati parte inglesi, francesi ed americani avviarono integrante dell'esistenza gli studi dell'archeologia biblica, mentre ebraica nella Diaspora nel Gran Bretagna, Francia, Russia, Austria corso dei secoli. e Stati Uniti aprirono loro consolati a
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Gerusalemme. Navi a vapore iniziarono a navigare regolarmente fra il Paese e l'Europa, furono istaurati contatti postali e telegrafici e venne costruita la prima strada che metteva in comunicazione Gerusalemme con Giaffa. La rinascita del Paese come crocevia per il commercio di tre continenti fu accelerata dall'apertura del Canale di Suez. Di conseguenza la situazione degli Ebrei del paese andò gradualmente migliorando e il loro numero crebbe considerevolmente. Verso la metà del secolo, le condizioni di sovrappopolazione all'interno delle mura della città di Gerusalemme, spinsero gli Ebrei a costruire il primo quartiere al di fuori di queste (1860) e ad aggiungerne altri sette nel successivo quarto di secolo, formando così il nucleo di quella che sarebbe divenuta la città nuova. Verso il 1870 Gerusalemme aveva una netta maggioranza ebraica. Furono acquistati in tutto il paese terreni coltivabili, furono fondati nuovi insediamenti rurali, e la lingua ebraica, per lungo tempo relegata alla liturgia e alla letteratura, fu portata a nuova vita. Si era così venuto a creare lo
Theodor Herzl • Archivio Sionistico Centrale
Il Sionismo politico emerse come reazione alla continua oppressione e persecuzione degli Ebrei nell'Europa Orientale e alla crescente delusione nei confronti dell'emancipazione nell'Europa Occidentale, la quale non aveva né posto fine alla discriminazione, né condotto all'integrazione degli Ebrei nelle società locali. Il movimento trovò espressione formale nella fondazione dell'Organizzazione Sionista (1897) al Primo Congresso
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Sionistico, riunito da Theodor Herzl a Basilea in Svizzera. Il programma del Movimento Sionista, conteneva sia elementi ideologici tesi a promuovere il ritorno degli Ebrei nel Paese, e a facilitare la rinascita sociale, culturale, economica e politica della vita nazionale ebraica, e ottenendo un focolare per il popolo ebraico nella sua patria storica, internazionalmente riconosciuto e legalmente sicuro, ove gli Ebrei sarebbero stati liberi da persecuzioni e in grado di sviluppare la propria vita e identitĂ .
Il primo Alto Commissario inglese per la Palestina, Sir Herbert Samuel
scenario per la fondazione del Movimento Sionista. Ispirati dall'ideologia sionistica, due importanti afflussi di Ebrei provenienti dall'Europa Orientale giunsero nel Paese alla fine del diciannovesimo secolo e all'inizio del ventesimo. Decisi a far rivivere la propria patria con il lavoro della terra, questi pionieri resero fertili campi sterili, edificarono nuovi insediamenti e gettarono le fondamenta di quella che sarebbe divenuta una fiorente economia agricola. I nuovi arrivati dovettero misurarsi con condizioni estremamente dure: l'atteggiamento dell'amministrazione ottomana era ostile e oppressivo, le comunicazioni e i trasporti erano rudimentali e non sicuri, paludi generavano la mortale malaria e il terreno aveva sofferto secoli di abbandono. Gli acquisti di terreni furono soggetti a restrizioni e la costruzione venne subordinata ad un permesso speciale ottenibile esclusivamente a Istanbul. Sebbene queste difficoltĂ intralciassero lo sviluppo del Paese, non riuscirono tuttavia a bloccarlo. Allo scoppio della
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Prima Guerra Mondiale (1914), la popolazione ebraica nel Paese contava 85.000 persone, a paragone delle 5.000 degli inizi del XVI secolo. Nel Dicembre del 1917, le forze britanniche sotto il comando del Generale Allenby entrarono a Gerusalemme, ponendo fine a 400 anni di dominio ottomano. La Legione Ebraica, con tre battaglioni che contavano migliaia di Ebrei volontari, era una unità incorporata nell'esercito britannico. La Dominazione Britannica (1918-1948) Nel Luglio del 1922 la Lega delle Nazioni affidò alla Gran Bretagna il Mandato per la Palestina (il nome con il quale era allora noto il Paese). Riconoscendo il legame storico del popolo ebraico con la Palestina, la Gran Bretagna fu chiamata a facilitare la costituzione di un focolare nazionale ebraico in Palestina - Eretz Israel (Terra d'Israele). Due mesi più tardi, nel Settembre del 1922, il Consiglio della Lega delle Nazioni e la Gran Bretagna decisero che i provvedimenti per la costituzione di una patria nazionale ebraica, non avrebbero riguardato l'area ad est del fiume Giordano, che costituiva i tre quarti del territorio compreso nel Mandato e che sarebbe poi in seguito divenuto il Regno Hascemita di Giordania.
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Immigrazione Motivate dal Sionismo e incoraggiate dalla simpatia della Gran Bretagna per le aspirazioni del Sionismo ebraico secondo quanto comunicato dal Segretario agli Esteri Lord Balfour (1917) - fra il 1919 e il 1939 giunsero nel Paese ondate successive di immigranti, ognuna delle quali contribuì a differenti aspetti dello sviluppo della comunità ebraica. Circa 35.000 persone che giunsero tra il 1919 e il 1923, principalmente dalla Russia, influenzarono fortemente il carattere e l'organizzazione della comunità per gli anni a venire. Questi pionieri gettarono le basi di un'ampia infrastruttura sociale ed economica, svilupparono l'agricoltura, fondarono forme comunitarie d'insediamento rurale uniche nel loro genere - il Kibbutz e il Moshav - e fornirono la forza lavoro per la costruzione di case e strade. Il successivo flusso di circa 6o.ooo immigranti, che giunsero principalmente dalla Polonia fra il 1924 e il 1932, ebbe un ruolo importante per lo sviluppo e l'arricchimento della vita urbana. Questi immigranti andarono a stabilirsi principalmente a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, dove impiantarono piccole attività, imprese di costruzioni e industrie leggere. L'ultima grande ondata di immigrazione prima della Seconda Guerra Mondiale, che ammontò a circa 165.000 persone, ebbe luogo negli anni '30 a seguito della salita al potere di Hitler in Germania. I nuovi arrivati,
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molti dei quali erano professionisti e accademici, costituirono il primo massiccio afflusso dall'Europa Occidentale e Centrale. La loro istruzione, le loro capacità e la loro esperienza elevarono gli standard nell'ambito economico, migliorarono le strutture urbane e rurali e ampliarono la vita culturale della comunità. Amministrazione Le autorità del Mandato Britannico garantirono alle comunità ebraica ed araba il diritto di condurre i loro propri affari interni. Facendo uso di questo diritto, la comunità ebraica, nota con il nome di Yishuv, elesse (nel 1920) un organo di autogoverno, basato su una rappresentanza partitica, che si radunava annualmente per rivedere le proprie attività e per eleggere il Consiglio Nazionale (Vaad Leumì), allo scopo di mettere in atto la propria politica e i programmi approvati. Finanziata da fonti locali e da fondi raccolti dall'Ebraismo mondiale, fu sviluppata e mantenuta una rete nazionale di servizi educativi, religiosi, sanitari e sociali. Nel 1922, secondo quanto stabilito nel Mandato, veniva costituita una "Agenzia Ebraica", perché rappresentasse il popolo ebraico di fronte alle autorità britanniche, a governi stranieri e a organizzazioni internazionali.
Vasche di evaporazione negli stabilimenti di produzione di potassio a Sodoma • G.P.O. / Z. Kluger
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Sviluppo Economico Nei tre decenni del Mandato fu ampiamente sviluppata l'agricoltura, vennero impiantate fabbriche e costruite strade in tutto il paese, vennero incanalate le acque Tre movimenti clandestini del fiume Giordano per la produzione di ebraici o p e ra ro n o n e l energia elettrica e fu avviato lo sfruttamento periodo del Mandato commerciale del potenziale minerario del Britannico. Il maggiore Mar Morto. Venne poi fondata la Histadrùt era la Haganà, fondata nel (Federazione Generale del Lavoro - 1920) 1920 dalla comunità ebraica per promuovere il benessere dei lavoratori come milizia di difesa con il e per creare posti di lavoro, fondando compito di salvaguardare la tanto imprese cooperative nel settore sicurezza della popolazione industriale, quanto servizi di marketing ebraica. Dalla metà degli per gli insediamenti agricoli. anni '30 essa iniziò anche a rispondere agli attacchi arabi Cultura con rappresaglie e reagì alle Giorno dopo giorno emergeva una vita restrizioni britanniche contro culturale che sarebbe divenuta esclusiva l'immigrazione ebraica con della comunità ebraica in Terra d'Israele. dimostrazioni di massa e Arte, musica e danza si svilupparono sabotaggi. L'Etzel, organizzata gradualmente con la fondazione di scuole nel 1931, rifiutava la politica professionali e studi. Gallerie e sale fornivano le sedi per esibizioni e spettacoli ai quali partecipava un pubblico esigente. La prima di una nuova rappresentazione teatrale, la pubblicazione di un nuovo libro o di una mostra retrospettiva di un pittore locale, erano immediatamente recensite dalla stampa e divenivano oggetto di viva discussione nei caffè e in altre riunioni sociali.
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La lingua ebraica venne riconosciuta come lingua ufficiale del paese, assieme all'inglese e all'arabo, e fu da allora usata in documenti, monete, francobolli, così come in trasmissioni radiofoniche. Proliferarono le pubblicazioni e il paese emerse come centro mondiale dell'attività letteraria ebraica.
Un membro di un movimento di difesa clandestino nasconde dei fucili (1947) • G.P.O. / H. Pinn
Teatri di vario genere aprirono le loro porte a pubblici entusiasti e vi furono i primi tentativi di scrivere opere originali in ebraico. di autocontrollo della Haganà e prese l'iniziativa di azioni La rinascita nazionale ebraica e gli sforzi indipendenti contro obiettivi della comunità nella ricostruzione del sia arabi che inglesi. Il più paese furono duramente osteggiati dai piccolo e più militante fra i nazionalisti arabi. Il loro risentimento gruppi - il Lehi – venne fondato esplose in periodi d'intensa violenza (1920, nel 1940. Le tre organizzazioni 1921, 1929, 1936-39), quando, senza che vi furono sciolte alla fondazione fosse alcuna provocazione, furono sferrati delle Forze di Difesa d'Israele, attacchi contro la popolazione ebraica (tra nel Giugno del 1948. questi il massacro di Hebron del 1929), vennero distrutti convogli e dati alle fiamme campi e foreste. I tentativi di raggiungere un dialogo con gli arabi, intrapresi fin dall'inizio dello sforzo Sionista, risultarono alla fine fallimentari, polarizzando il Sionismo e il nazionalismo arabo fino a portarli ad una situazione potenzialmente esplosiva. Riconoscendo gli
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obiettivi opposti dei due movimenti nazionali, gli Inglesi raccomandarono (nel 1937) di dividere il paese in due Stati - uno ebraico e uno arabo – che avrebbero dovuto essere legati in una unione economica. La leadership ebraica accettò l'idea della spartizione e conferì all'Agenzia Ebraica il potere di negoziare con il governo inglese nel tentativo di riformulare vari aspetti della proposta. Gli arabi si opposero, senza lasciare alcuna possibilità di compromesso, a qualsiasi piano di spartizione. Continue sommosse arabe antiebraiche a larga scala, portarono l'Inghilterra (nel Maggio del 1939) a pubblicare un Libro Bianco che imponeva drastiche restrizioni all'immigrazione ebraica, nonostante le possibili conseguenze di negare all'Ebraismo europeo un luogo dove rifugiarsi dalla persecuzione nazista. L'inizio della II Guerra Mondiale, subito dopo, spinse David Ben Gurion, che sarebbe poi divenuto il primo Capo di Governo d'Israele, a dichiarare: Combatteremo la guerra come se non ci fosse il Libro Bianco e il Libro Bianco come se non ci fosse la guerra. La Shoàh Nel corso della II Guerra Mondiale (1939-1945), il regime nazista ha deliberatamente portato avanti un piano sistematico il cui scopo era di eliminare la comunità ebraica in Europa, nel corso del quale sono stati assassinati sei
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milioni di Ebrei, fra cui un milione e mezzo di bambini. Quando l'esercito nazista travolse l'Europa, gli Ebrei vennero barbaramente perseguitati, sottoposti a ogni tortura e umiliazione concepibili e ammassati in ghetti, dove tentativi di resistenza armata provocavano l'introduzione di misure ancora più dure. Dai ghetti essi venivano trasportati in campi dove un ristretto numero di fortunati veniva assegnato a lavori massacranti, mentre la maggior parte veniva sottoposta a esecuzioni di massa o mandata alla morte in camere a gas. Non furono molti coloro che riuscirono a scampare. Alcuni fuggirono in altri paesi, un po' si unirono ai partigiani mentre altri vennero tenuti nascosti da non Ebrei che li aiutarono mettendo a repentaglio le loro stesse vite. La conseguenza di tutto ciò fu che solo un terzo di una popolazione di quasi nove milioni di persone (inclusi coloro che avevano abbandonato l'Europa prima della guerra) - quella popolazione che un tempo aveva rappresentato la più ampia e vibrante comunità ebraica nel mondo - riuscì a sopravvivere. Dopo la guerra, l'opposizione araba
La Stella gialla, che gli Ebrei erano obbligati a indossare su imposizione dei nazisti
I volontari Ebrei nella II Guerra Mondiale: furono oltre 26.000 gli uomini e le donne della comunità ebraica del Paese che si presentarono come volontari per unirsi alle Forze Inglesi nella lotta contro la Germania nazista e i suoi alleati dell'Asse, prestando servizio in fanteria, in aereonautica e in marina. Nel Settembre del 1944, a seguito di un prolungato sforzo dell'Agenzia Ebraica nel Paese e del Movimento Sionista all'estero, per ottenere il riconoscimento della partecipazione degli
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Ebrei della Palestina agli sforzi bellici, fu costituita la Brigata Ebraica come unità militare indipendente dell'Esercito Britannico, con una sua propria bandiera e un proprio stemma. Composta di circa 5.000 uomini, la Brigata operò in Egitto, nel nord Italia e in Europa nord occidentale. Dopo la vittoria degli Alleati in Europa (nel 1945), molti dei suoi membri si unirono agli sforzi della “immigrazione clandestina" per condurre i sopravvissuti alla Shoah in Terra d'Israele.
Reclute ebree in un campo militare britannico • G.P.O. / Z. Kluger
spinse gli inglesi ad intensificare le restrizioni imposte sulla quota di Ebrei ai quali veniva permesso di entrare e di stabilirsi nel Paese. La comunità ebraica reagì creando un'ampia rete di attività di “immigrazione clandestina", per salvare i sopravvissuti alla Shoàh. Fra il 1945 e il 1948, furono condotti nel Paese circa 85.000 Ebrei per strade segrete e spesso pericolose, a dispetto del blocco navale e dei pattugliamenti di confine istituiti dagli inglesi per intercettare i profughi prima che raggiungessero la loro destinazione. Quelli che venivano catturati, erano internati in campi di detenzione nell'isola di Cipro o rinviati in Europa.
Il Cammino verso l'Indipendenza L'incapacità della Gran Bretagna di conciliare le pretese conflittuali delle comunità ebraica e di quella araba, spinse il governo britannico a richiedere che la "questione della Palestina" fosse posta all'ordine del giorno dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Aprile 1947). Come risultato di tale richiesta fu costituita una speciale Commissione, per preparare proposte sul futuro del Paese. Il 29 Novembre 1947 l'Assemblea votò l'adozione della
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Celebrazioni spontanee a Tel Aviv, il 29 Novembre 1947 • G.P.O. / H. Pinn
proposta della Commissione per la spartizione del Paese in due Stati, uno ebraico e uno arabo. La comunità ebraica accettò il piano, gli Arabi lo rifiutarono. Dopo il voto delle Nazioni Unite, i militanti arabi locali, aiutati da forze volontarie occasionali provenienti da altri paesi arabi, lanciarono violenti attacchi contro la comunità ebraica, nel tentativo di rendere vana la risoluzione sulla spartizione e impedire la fondazione di uno Stato ebraico. Dopo aver respinto un certo numero di attacchi le organizzazioni di difesa ebraica sbaragliarono la maggior parte delle forze attaccanti, conquistando l'intera area che era stata destinata allo Stato ebraico. Il 14 Maggio 1948, allo scadere del Mandato Britannico,
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la popolazione ebraica nel Paese contava circa 650.000 abitanti, inseriti in una comunitĂ ben organizzata con istituzioni politiche, sociali ed economiche ben sviluppate - una nazione e uno Stato in tutto e per tutto, fatta eccezione per il nome.
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LO STATO D'ISRAELE Il 14 Maggio 1948 Israele ha proclamato la propria indipendenza. Meno di 24 ore più tardi, gli eserciti regolari di Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq invadevano il paese, costringendo Israele a difendere la sovranità che aveva riguadagnato nella sua antica patria. In quella che divenne nota come Guerra d'Indipendenza di Israele, le Forze di Difesa Israeliane (IDF), appena formate e malamente equipaggiate, respinsero gli invasori in duri combattimenti a più riprese che durarono circa quindici mesi e che videro da parte israeliana circa 6.000 caduti (quasi l'1% della popolazione ebraica del paese a quell'epoca).
Piano di partizione del 1947 (risoluzione 181 dell'ONU) Libano Siria Haifa Mar Mediterraneo
Tel Aviv Giaffa
Gerusalemme
Beer Sheva
Transgiordania Egitto Stato Ebraico Stato Arabo Zona Internazionale
1949-1967 Linee armistiziali Libano
Siria Haifa Mar Mediterraneo Samaria Tel Aviv-Giaffa
Nei primi mesi del 1949, vennero condotti negoziati diretti sotto gli auspici delle Nazioni Unite fra Israele e ciascuno dei paesi invasori (eccetto l'Iraq, il quale si rifiutò di negoziare con Israele). Le trattative produssero come risultato accordi armistiziali che riflettevano la situazione al termine dei combattimenti. Di
Gerusalemme Giudea Gaza
Beer Sheva
Egitto
Israele
Eilat
Giordania
Israele Sotto dominio giordano Sotto amministrazione egiziana
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conseguenza, la pianura costiera, la Galilea e l'intero Neghev, vennero a trovarsi sotto la sovranità israeliana, Giudea e Samaria (il West Bank), furono sotto il governo giordano, la Striscia di Gaza rientrò sotto l'amministrazione egiziana e la città di Gerusalemme fu divisa fra la Giordania, che ne controllava la parte orientale e la Città Vecchia, e Israele, sotto il cui controllo si trovava il settore occidentale. La Costruzione dello Stato
Una volta finita la guerra, Israele concentrò i propri sforzi sulla costruzione di quello Stato per il raggiungimento del quale il popolo aveva lottato tanto duramente e tanto a lungo. La prima Knesset (Parlamento) composta da 120 membri, si riunì dopo elezioni nazionali (25 Gennaio 1949) in cui quasi l'85% degli aventi diritto di voto andò alle urne. Divennero leader del paese due delle persone che
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avevano condotto Israele allo Stato: David Ben Gurion, capo dell'Agenzia Ebraica, venne eletto come Primo Ministro, e Chaim Weizman, capo dell'Organizzazione Sionistica Mondiale, fu scelto dalla Knesset come primo Presidente dello Stato. L'11 Maggio 1949 Israele occupò il proprio seggio in qualità di cinquantanovesimo membro delle Nazioni Unite.
David Ben Gurion, l'uomo della visione • G.P.O. / K. Zoltan
Tenendo fede al concetto di "raduno degli esiliati", che risulta il cuore della ragion d'essere d'Israele, le porte del paese vennero spalancate, affermando il diritto di ogni Ebreo a giungervi e ad acquisirne, al suo ingresso, la cittadinanza. Nei primi quattro mesi d'indipendenza circa 50.000 nuovi arrivati, per lo più sopravvissuti alla Shoah, raggiunsero le coste d'Israele. Alla fine del 1951 era arrivato un totale di 687.000 fra uomini, donne e bambini, 300.000 dei quali profughi da paesi arabi, venendo così a raddoppiare la popolazione ebraica nel paese. Lo sforzo economico dovuto alla Guerra d'Indipendenza e la necessità di provvedere alla rapida crescita della popolazione, resero necessaria austerità all'interno e aiuti finanziari dall'estero.
Una donna, appena immigrata, con i suoi figli sul bagaglio, nella piazza principale di Yehud • G.P.O. / K. Zoltan
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L'assistenza offerta dal governo degli Stati Uniti, i prestiti di banche americane, i contributi di Ebrei della Diaspora, e i risarcimenti post-bellici dalla Germania, furono usati per costruire case, per meccanizzare l'agricoltura, per fondare una flotta mercantile e una compagnia aerea nazionale, per sfruttare le risorse minerarie disponibili, per sviluppare industrie ed espandere reti stradali, di telecomunicazioni e di energia elettrica. Verso la fine del primo decennio la produzione industriale era raddoppiata così come il numero delle persone impiegate, mentre le esportazioni industriali vennero quadruplicate. La vasta espansione di aree coltivate aveva portato all'autosufficienza nella fornitura di tutti i prodotti alimentari di base fatta eccezione per carne e granaglie, mentre circa 20.000 ettari di terreno, per lo più desertico, furono rimboschiti e vennero piantati alberi lungo quasi 800 chilometri di strade principali. Il sistema educativo, che era stato sviluppato dalla comunità ebraica nel periodo precedente alla fondazione dello Stato e che includeva ora anche il settore arabo, ebbe una grande espansione. La frequenza scolastica divenne gratuita e obbligatoria per tutti i bambini dai 5 ai 14 anni (dal 1978 l'età della scuola dell'obbligo è stata elevata ai 16 anni ed è gratuita fino ai 18 anni). Fiorirono le attività culturali e artistiche che mescolavano elementi mediorientali, nordafricani e occidentali, e questo perché gli Ebrei che
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giungevano da ogni parte del mondo, portavano con sé tanto le tradizioni peculiari delle proprie comunità, quanto aspetti della cultura prevalente nel paese in cui erano vissuti per generazioni. Quando Israele ha celebrato il suo decimo anniversario, la sua popolazione contava oltre due milioni di abitanti.
Strett i di Tir an
Ga
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La Campagna del Sinai – 1956 Campagna del Sinai, 1956 Gli anni della costruzione dello Stato Libano Israele furono rattristati da seri problemi legati Sotto dominio giordano Siria Area conquistata da Haifa alla sicurezza. Gli accordi armistiziali del Israele e restituita 1949 non solo non riuscirono a spianare la Tel Aviv-Giaffa Samaria strada di una pace duratura, ma vennero Mar Gerusalemme Mediterraneo Giudea anche costantemente violati. In contrasto Beer Sheva con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1 Settembre 1951, Giordania venne vietato a navi israeliane e a navi battenti bandiera israeliana, di attraversare Sinai Eilat il Canale di Suez, fu rafforzato il blocco agli Stretti di Tiran, sempre più di frequente Arabia Saudita pattuglie di terroristi provenienti dai paesi arabi confinanti effettuavano incursioni in Egitto Mar Rosso territorio israeliano compiendo assassinii e sabotaggi, e la penisola del Sinai fu gradualmente trasformata in una enorme base militare egiziana. Con la firma di un patto di triplice alleanza fra Egitto,
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Sezione di tubo in calcestruzzo (274 cm. di diametro) dell'acquedotto nazionale • Per gentile concessione degli Archivi Centrali Sionistici
Siria e Giordania (Ottobre 1956), la minaccia incombente sull'esistenza d'Israele si intensificò. Nel corso di una campagna militare della durata di otto giorni l'esercito israeliano conquistò la Striscia di Gaza e l'intera penisola del Sinai, fermandosi a 16 chilometri a est del Canale di Suez. La decisione delle Nazioni Unite di istallare una Forza d'Emergenza (UNEF) lungo il confine fra Egitto e Israele e le assicurazioni da parte egiziana sulla libera navigazione nel Golfo di Eilat, convinsero Israele a ritirarsi gradualmente (Novembre 1956 - Marzo 1957) dalle zone conquistate poche settimane prima. Di conseguenza gli Stretti di Tiran furono riaperti, consentendo sia lo sviluppo del commercio con paesi asiatici e dell'Africa orientale, sia le importazioni di petrolio dal Golfo Persico. Anni di Consolidamento Nel corso del secondo decennio d'esistenza di Israele (1958-68) le esportazioni raddoppiarono e il PIL ebbe ogni anno una crescita di circa il 10%. Sebbene alcuni dei prodotti che precedentemente venivano importati, come la carta, i pneumatici, apparecchi radio e frigoriferi, venissero ora prodotti da industrie locali, la crescita più rapida avvenne nei settori fondati più recentemente, come quello della metallurgia, della costruzione di macchinari, della lavorazione dei prodotti chimici e dell'elettronica. Dato che il mercato interno dei generi
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A Gerusalemme venne edificata una sede permanente per la Knesset, mentre vennero costruite nuove strutture per il Centro Medico Hadassa e per l'Università Ebraica in luoghi alternativi, per sostituire quelle che si trovavano sul Monte Scopus, che dovettero essere abbandonate dopo la Guerra d'indipendenza.
Il Processo Eichmann: nel maggio del 1960 Adolf Eichmann, il capo operativo del piano di sterminio nazista eseguito durante la Il Guerra Mondiale, fu condotto nel
Paese per essere processato, in base alla Legge Israeliana per la Punizione dei nazisti e dei collaboratori dei nazisti (1950). Nel processo, che si aprì nell'Aprile del 1961, Eichmann fu riconosciuto Nello stesso periodo venne fondato il colpevole di crimini contro Museo d'Israele, con lo scopo di raccogliere, l'umanità e contro il popolo conservare, studiare ed esporre i tesori ebraico e fu condannato alla culturali e artistici del popolo ebraico. pena di morte. Il suo appello alla Corte Suprema fu respinto ed egli fu giustiziato per impiccagione il 30 maggio 1962. Fu questa l'unica volta che nella legge israeliana fu applicata la pena di morte.
Il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann sotto processo a Gerusalemme • G.P.O. / J. Milli
alimentari prodotti localmente si stava rapidamente avvicinando a un punto di saturazione, il settore agricolo iniziò a produrre una varietà più ampia di prodotti, sia per l'industria delle conserve che per prodotti freschi da esportare. Per far fronte al volume commerciale in aumento, fu costruito un secondo porto d'acque profonde sulla costa mediterranea, ad Ashdod, che andò ad aggiungersi a quello già esistente di Haifa.
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Le relazioni diplomatiche di Israele si ampliarono costantemente e vennero a svilupparsi stretti legami con gli Stati Uniti, con i paesi del Commonwealth britannico, con la maggior parte degli stati dell'Europa occidentale, con quasi tutti i paesi dell'America Latina e dell'Africa e con alcune nazioni asiatiche. Furono intrapresi vasti programmi di cooperazione internazionale e centinaia di medici, ingegneri, insegnanti, agronomi, esperti di irrigazione e giovani organizzatori condivisero le proprie conoscenze e le loro esperienze con persone di altri paesi in via di sviluppo. Nel 1965 avvenne lo scambio di ambasciatori con la Repubblica Federale di Germania, un passo che fino ad allora era stato rimandato per gli amari ricordi del popolo ebraico dei crimini commessi nei propri confronti durante il regime nazista (1933-1945). La normalizzazione delle relazioni fra i due paesi fu preceduta da una veemente opposizione e da un acceso dibattito pubblico. La Guerra dei Sei Giorni – 1967 Le speranze di un altro decennio di relativa tranquillità furono mandate in frantumi dal progressivo aumento degli attacchi terroristici arabi lungo i confini egiziano e giordano, dai persistenti bombardamenti dell'artiglieria siriana sugli insediamenti agricoli del nord della Galilea e dal massiccio riarmo militare condotto dai confinanti stati arabi. Quando l'Egitto mosse nuovamente un ingente numero di truppe nel deserto del Sinai (Maggio 1967)
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Libano Siria
Mar Mediterraneo
Haifa
Tel Aviv-Giaffa Gerusalemme Beer Sheva
Giordania Sinai Eilat
Egitto
Strett i di Tir an
e ordinò alle forze di pace delle Nazioni Unite (dispiegate dal 1957) di uscire dalla zona, reimpose il blocco agli Stretti di Tiran ed entrò in un'alleanza militare con la Giordania, Israele si trovò di fronte eserciti arabi ostili su tutti i fronti. Poiché i suoi vicini si preparavano a distruggere lo stato ebraico, Israele fece appello al diritto all'autodifesa, lanciando un attacco preventivo (5 Giugno 1967) contro l'Egitto nel sud, seguito da un contrattacco contro la Giordania ad est e lo sbaraglio delle forze siriane trincerate nelle alture del Golan al nord.
Arabia Saudita
Mar Rosso
Le linee del cessate-il-fuoco dopo la guerra dei Sei Giorni - 1967
Al termine di sei giorni di combattimenti le precedenti linee armistiziali furono sostituite da altre nuove, in cui Giudea, Samaria, Gaza, la penisola del Sinai e le Alture del Golan, si trovavano sotto il controllo israeliano. Il risultato di ciò fu che i villaggi situati a nord furono liberati, dopo 19 anni, dai continui bombardamenti siriani, il passaggio di navi israeliane o battenti bandiera israeliana attraverso gli Stretti di Tiran fu assicurato, e Gerusalemme, che era stata dal 1949 divisa fra il controllo giordano e quello israeliano, venne riunita sotto l'autorità di Israele.
Paracadutisti al Muro Occidentale (Muro del Pianto) • G.P.O. / D. Rubinger
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Di guerra in guerra Conclusa la guerra, il difficile compito della diplomazia d'Israele era quello di tradurre i propri risultati militari in una pace permanente basata sulla Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che richiamava al riconoscimento della sovranità, della integrità territoriale e della indipendenza politica di tutti gli stati della regione e del loro diritto di vivere in pace in confini sicuri e riconosciuti, liberi da minacce o da atti di forza. Tuttavia la posizione araba, così come venne formulata nel Vertice di Kartoum (Agosto del 1967) dichiarò: Nessuna pace con Israele, nessun negoziato con Israele e nessun riconoscimento di Israele. Nel Settembre del 1968, l'Egitto iniziò una "guerra d'attrito" con azioni sporadiche e statiche lungo le rive del Canale di Suez, che crebbero fino a divenire veri e propri combattimenti circoscritti, causando gravi perdite per entrambe le parti. Le ostilità cessarono nel 1970 quando Egitto e Israele accettarono un nuovo cessate il fuoco lungo il canale di Suez. La Guerra del Kippur – 1973 Tre anni di relativa calma lungo i confini, furono interrotti a Yom Kippur (Giorno dell'Espiazione), il giorno più sacro del calendario ebraico, allorquando Egitto e Siria lanciarono un attacco coordinato a sorpresa contro Israele (6 Ottobre 1973), con l'esercito egiziano che attraversò il Canale di Suez e le truppe Siriane che penetrarono nelle Alture del Golan. Nelle successive tre settimane le Forze di Difesa
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Israeliane capovolsero le sorti della battaglia e respinsero gli aggressori, attraversando il Canale di Suez in Egitto e avanzando fino ad arrivare a 32 chilometri dalla capitale siriana Damasco. Due anni di difficili negoziati fra Israele ed Egitto e fra Israele e Siria produssero degli accordi di disimpegno, in base ai quali Israele si sarebbe ritirato da parte dei territori conquistati durante la guerra. Operazione Pace per la Galilea – 1982 Israele non ha mai desiderato un conflitto con il proprio vicino a nord, il Libano. Tuttavia, quando l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) si è dispiegata nel sud del Libano dopo esser stata cacciata dalla Giordania (1970) ed ha eseguito ripetute azioni terroristiche contro città e villaggi del nord d'Israele (Galilea) che hanno causato molte vittime e notevoli danni, le Forze di Difesa d'Israele ha attraversato il confine ed è entrato nel Libano (1982). L'Operazione "Pace in Galilea" ha avuto come risultato la rimozione dalla maggior parte delle infrastrutture organizzative e militari dell'OLP dall'area. Per i successivi 18 anni Israele ha mantenuto una piccola zona di sicurezza nel sud del Libano adiacente al suo confine settentrionale, per salvaguardare la propria popolazione in Galilea dai continui attacchi di elementi ostili. La Seconda Guerra del Libano Nel Maggio del 2000 Israele ha ritirato tutte le sue forze dalla zona di sicurezza nel sud del Libano. Il Libano, tuttavia, ha
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Ogni anno Israele tiene una speciale commemorazione per segnare l'anniversario dell'assassinio del suo primo ministro Yitzchak Rabin. La sua morte avvenuta il 4 Novembre 1995 per mano di un estremista ebreo, gettò il paese in un profondo lutto per il soldato – statista che aveva condotto la nazione dal campo di battaglia alla strada per la pace.
mancato di rispettare le risoluzioni 425 e 1559 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, in cui si chiama allo smantellamento di Hizbullah e al dispiegamento dell'esercito libanese nel sud del Libano.
Come risultato di questo fallimento, nel Luglio del 2006 sono esplosi violenti combattimenti dopo che Hizbullah ha rapito due soldati israeliani e ha iniziato il bombardamento di città a nord di Israele. Nel conflitto che ha fatto seguito, che è poi divenuto noto come Seconda Guerra del Libano, sono stati lanciati oltre 4.000 razzi contro obiettivi civili in Israele. I combattimenti sono stati interrotti nell'Agosto del 2006 e il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato la risoluzione 1701 in cui
Il Primo Ministro Yitzchak Rabin e il Re Hussein di Giordania • G.P.O. / Y. Sa’ar
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si fa appello al rilascio incondizionato dei soldati israeliani catturati, al dispiegamento dell'UNIFIL e dell'esercito libanese su tutto il confine meridionale del Libano e alla istaurazione di un embargo sulle armi fornite ai gruppi armati libanesi.
Confine internazionale Linea del cessate il fuoco Haifa
Libano Siria
L'Operazione a Gaza – 2008 Dopo il ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza e da quattro insediamenti del Nord del West Bank, avvenuto nel 2005, e a seguito della elezione di Hamas nel 2007, il terrorismo contro Israele si è intensificato. Migliaia di razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele dando come risultato danni alla proprietà, colpendo fisicamente e psicologicamente la popolazione che viveva nel sud del Paese e creando una situazione in cui Israele è stata forzata a intraprendere un'azione militare sotto forma dell'operazione che prese il nome di Piombo Fuso (dal 27 Dicembre 2008 al 18 Gennaio 2009).
Il Presidente egiziano Sadat, il presidente degli Stati Uniti Carter e il Primo Ministro israeliano Begin. • G.P.O. / Y. Sa’ar
Tel Aviv-Giaffa Mar Mediterraneo
Gerusalemme Beer Sheva
Giordania Sinai Eilat
Dalla Guerra alla Pace Le elezioni del 1977 per la Knesset portarono al potere il blocco del Likud, una coalizione di partiti liberali e centristi, ponendo fine a quasi trenta anni di dominio
Arabia Saudita Egitto Mar Rosso
Pace con l'Egitto e la Giordania
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politico del partito Laburista. Il nuovo Primo Ministro, Menachem Begin, reiterò l'impegno, preso da tutti i capi di governo che lo avevano preceduto, di adoperarsi per il raggiungimento di una pace permanente nella regione e lanciò un appello a tutti i capi arabi perchÊ ci si sedesse ad un tavolo negoziale. Il ciclo dei rifiuti arabi agli appelli per la pace lanciati dagli israeliani fu rotto dalla visita a Gerusalemme del Presidente egiziano Anwar Sadat (Novembre 1977), seguita da negoziati fra Egitto e Israele sotto gli auspici americani. Gli Accordi di Camp David (Settembre 1978), risultato di tali trattative, comprendevano una struttura per una pace globale nel Medio Oriente, inclusa una dettagliata proposta di autogoverno per i Palestinesi. Il 26 Marzo 1979, Israele ed Egitto hanno firmato a Washington DC un trattato di pace che poneva fine allo stato di guerra esistente fra i due paesi, durato 30 anni. Secondo le condizioni stabilite nel trattato, Israele si sarebbe ritirata dalla penisola del Sinai, sostituendo le precedenti linee del cessate il fuoco e degli accordi armistiziali con confini internazionali reciprocamente riconosciuti. Tre anni di colloqui tra Giordania e Israele, a seguito della Conferenza di Pace di Madrid del 1991, culminarono in una dichiarazione congiunta di Re Hussein del Regno
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Hashemita di Giordania e del Primo Ministro Yitzchak Rabin (nel Luglio del 1994), che pose fine allo stato di guerra tra i due paesi, durato 46 anni. Il trattato di pace israelo-giordano è stato firmato al passaggio di confine di Aravà (nei pressi di Eilat in Israele e di Aqaba in Giordania), il 26 ottobre 1994, alla presenza del Presidente americano Bill Clinton. Sfide Interne Nel corso degli anni '80 e '90, Israele ha assorbito oltre un milione di nuovi immigrati, principalmente dall'ex-Unione Sovietica, dall'Europa dell'Est e dall'Etiopia. L'afflusso di una tale quantità di nuovi consumatori, come pure di un ampio numero di lavoratori specializzati e non specializzati, spinse l'economia verso un periodo di espansione accelerata. Dopo le elezioni per la Knesset del 1984 salì al potere un governo composto dai due maggiori blocchi politici: i Laburisti (centro-sinistra) e il Likud (centro-destra). Nel 1988 esso fu sostituito da una coalizione guidata dal Likud che, al termine della sua cadenza quadriennale, fu seguita, nel 1992, da una coalizione composta dal Partito Laburista e da altri partiti di dimensioni minori del centro-sinistra. Dopo l'assassinio del Primo Ministro Yitzchak Rabin nel 1995, nel 1996 si svolsero nuove elezioni. Con le elezioni dirette del Primo Ministro, Benyamin Netanyahu andò al potere e formò una maggioranza guidata dal Likud. Meno
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di tre anni dopo, il suo governo fu battuto. Nel 1999 Ehud Barak, leader del partito "Un Israele" (centro-sinistra), fu eletto Primo Ministro e formò un governo di coalizione; si dimise poi nel Dicembre 2000. Nel Febbraio 2001 Ariel Sharon, presidente del Likud, è stato eletto primo ministro e ha mantenuto questa carica fino al 2006, quando è stato colpito da un ictus. Ehud Olmert, capo del partito Kadima, fondato da Sharon nel Novembre 2005, gli è succeduto come primo ministro. Dopo le dimissioni di Ehud Olmert, a seguito di elezioni anticipate tenute nel Febbraio del 2009, è stato eletto come primo ministro Benyamin Netanyahu, il quale ha fomato un governo di coalizione con un'ampia base. Ognuno di questi governi ha operato, secondo le proprie convinzioni politiche, per il raggiungimento della pace, per lo sviluppo economico e per l'assorbimento degli immigranti.
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IL PROCESSO DI PACE Sin dalla firma del trattato di pace fra Egitto ed Israele (1979), sono state avanzate varie iniziative, sia da Israele che da altri, per promuovere il processo di pace in Medio Oriente. Questi sforzi hanno condotto infine alla convocazione della Conferenza di Pace di Madrid (Ottobre 1991), tenuta sotto gli auspici degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, nella quale sono stati riuniti i rappresentanti di Israele, Siria, Libano, Giordania e Palestinesi. Le procedure formali sono state seguite da negoziati bilaterali fra le parti e da colloqui multilaterali su questioni di interesse regionale. Colloqui bilaterali Israele e Palestinesi: dopo mesi di contatti intensivi tenuti ad Oslo dietro le quinte, fra i negoziatori di Israele e dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), venne formulata una Dichiarazione di Principi che delineava i preparativi per l'auto-governo dei Palestinesi nel West Bank e nella Striscia di Gaza. La sua sottoscrizione, il 13 settembre del 1993, fu preceduta da uno scambio di lettere fra il Presidente dell'OLP Yasser Arafat e il Primo Ministro Yitzchak Rabin, in cui l'OLP dichiarava di rinunciare all'uso del terrorismo, si impegnava ad annullare quegli articoli della sua Carta dove si negava ad Israele il diritto all'esistenza, e si impegnava a ricercare una soluzione pacifica al decennale conflitto. A sua volta, Israele
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TERRORISMO: il terrorismo arabo e palestinese contro Israele esisteva già decenni prima della nascita dello Stato e ha continuato a esistere anche da allora. Nel corso dei due decenni che precedettero la Guerra dei Sei Giorni del 1967 (che portò alla presenza di Israele nei Territori), sono stati compiuti migliaia di attentati terroristici, che hanno provocato la morte e il ferimento di molti civili israeliani. L'OLP, fondata nel 1964, si pose in prima linea in questa campagna terroristica. Nel corso degli anni '70 e '80 le varie organizzazioni
riconosceva l'OLP come rappresentante del popolo Palestinese. La Dichiarazione di Principi conteneva un insieme di principi generali, concordati fra le parti, che riguardava un periodo intermedio di auto-governo palestinese della durata di cinque anni, e delineava un percorso, per tappe, dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi. Gli accordi per l'autogoverno palestinese nella Striscia di Gaza e a Gerico sono stati messi in atto nel Maggio del 1994. Tre mesi più tardi, si è proceduto al trasferimento dei poteri e delle responsabilità ai rappresentanti palestinesi del West Bank attraverso la consegna delle autorità relative a cinque specifiche sfere d'azione: educazione e cultura, sanità, previdenza sociale, tassazione diretta e turismo. La Dichiarazione di Principi e altri accordi firmati da Israele e Palestinesi sono culminati nella firma dell'Accordo ad Interim israelo-palestinese del Settembre 1995.
Questo accordo prevedeva l'ampliamento dell'auto-governo palestinese nel West Bank attraverso l'elezione di un'autorità preposta all'auto-governo, il Consiglio Palestinese (eletto nel Gennaio del 1996), e la continuazione del ridispiegamento
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dell'IDF nel West Bank. L'accordo impostava anche il meccanismo che avrebbe gestito le relazioni israelo-palestinesi che avrebbero condotto all'Accordo per lo Status Finale. In base all'accordo ad Interim, il West Bank veniva suddiviso in tre tipi di aree: Area A – comprendente le principali città del West Bank: piena responsabilità del Consiglio Palestinese per questioni di sicurezza interna e di ordine pubblico, così come per gli affari civili. (La città di Hebron fu soggetta a regolamentazioni speciali fissate nell'Accordo ad Interim; il Protocollo sul ridispiegamento a Hebron è stato firmato nel Gennaio del 1997). Area B – comprendente piccoli centri abitati e villaggi nel West Bank: responsabilità del Consiglio Palestinese sugli affari civili (come per l'Area A) e mantenimento dell'ordine pubblico, mentre Israele manteneva la responsabilità predominante sulla sicurezza, per salvaguardare i propri cittadini e per combattere il terrorismo.
terroristiche riunite sotto l'OLP hanno sferrato molti attacchi, dentro e fuori Israele. Uno dei più tristemente famosi è l'eccidio di undici atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. N o n o s t a nte l ' i m p e gn o palestinese, assunto nel 1993, a rinunciare al terrorismo, come premessa per creare le basi a un processo di pace israelo-palestinese, gli attacchi terroristici sono proseguiti e, anzi, si sono intensificati a partire dal Settembre del 2000, causando la morte di più di mille civili israeliani e il ferimento di molte migliaia di persone.
Area C – comprendente tutti gli insediamenti ebraici, aree di importanza strategica per Israele e aree
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Il Primo Ministro Ariel Sharon annuncia il Piano di Disimpegno (Dicembre 2003) • G.P.O. / Moshe Milner
ampiamente disabitate del West Bank: piena responsabilità israeliana per sicurezza e ordine pubblico, per responsabilità civili riguardanti il territorio (pianificazione, gestione del territorio, archeologia, ecc...). Il Consiglio Palestinese si assume la responsabilità per quanto riguarda tutte le altre sfere civili per la popolazione palestinese. La tabella di marcia per la messa in atto delle ulteriori fasi di ritiro, così come specificato nell'Accordo ad Interim, è stata rivista in varie occasioni da entrambe le parti, principalmente nel Memorandum di Wye River nell'Ottobre del 1998. In seguito a queste revisioni concordate, Israele ha completato la prima e la seconda fase del processo di ulteriore ridispiegamento (FRD) nel Marzo del 2000. Dopo tale ridispiegamento delle forze israeliane, più del 18% della West Bank rientrava nella categoria dell'Area A, oltre il 21% era definita Area B, e il 98% della popolazione palestinese del West Bank era sotto l'autorità palestinese. I negoziati tra le parti sullo Status finale, per determinare la natura di un assetto permanente tra Israele e l'entità palestinese, sono iniziati, come programmato, nel Maggio del 1996. Gli attacchi di attentatori suicidi, compiuti dai terroristi di Hamas a Gerusalemme e a Tel Aviv nel 1996
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hanno offuscato le prospettive del processo di pace da parte israeliana. Ăˆ quindi seguito uno stallo di tre anni e i colloqui sullo Status Finale sono ripresi solo dopo il Memorandum di Sharm el-Sheikh (Settembre 1999). I temi da affrontare comprendevano: profughi, insediamenti, questioni di sicurezza, confini, Gerusalemme e altro ancora. Su invito del Presidente Clinton, il Primo Ministro israeliano Barak e il Presidente dell'AutoritĂ Palestinese Arafat hanno partecipato ad un vertice a Camp David, nel Luglio del 2000, per riprendere i negoziati. Il summit si è concluso senza che fosse raggiunto un accordo, a causa del rifiuto da parte del Presidente dell'Autonomia Palestinese Arafat, della generosa proposta. Ăˆ stata tuttavia rilasciata una dichiarazione trilaterale, nella quale venivano indicati i principi concordati, come guida per futuri negoziati. Nel Settembre del 2000 i Palestinesi hanno iniziato una Intifada - una campagna di terrorismo e violenza indiscriminati - causando gravissime perdite di vite umane e molta sofferenza da entrambe le parti. Numerosi sforzi per mettere fine alle violenze e per rilanciare il processo di pace sono falliti a causa del continuo e crescente terrorismo palestinese. Israele ha accettato la visione presentata nel discorso fatto dal Presidente degli USA George W. Bush il 24 Giugno 2002, secondo cui la fine del terrorismo palestinese
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deve essere seguita dalla risoluzione definitiva di tutte le questioni sospese e dalla pace. Il 25 maggio 2003 Israele ha accettato la Roadmap, accompagnandola a delle considerazioni che Israele ritiene parte integrante della sua applicazione e da un impegno degli Stati Uniti a prendere in considerazione questi commenti. Tuttavia, i Palestinesi devono ancora assolvere i loro obblighi previsti dalla prima fase della Roadmap, in primo luogo la cessazione incondizionata del terrorismo e dell'incitamento alla violenza. Tra le misure prese da Israele per contrastare il terrorismo vi è stata la costruzione della barriera antiterrorismo. Nell'Agosto del 2005, Israele ha messo in atto un distacco dalla Striscia di Gaza e da quattro insediamenti nel nord della Samaria, nello sforzo di porre fine alla situazione di stallo del processo di pace, dopo cinque anni di terrorismo palestinese. Il terrorismo palestinese è continuato, dopo l'elezione del governo di Hamas, facendo uso anche di missili Qassam lanciati dalla Striscia di Gaza contro il Neghev Settentrionale e con il rapimento di un militare israeliano, rendendo quindi necessaria un'azione militare israeliana. Il nuovo governo israeliano, eletto agli inizi del 2009, ha fatto diversi tentativi per riavviare il processo di pace. Purtroppo, questi tentativi sono stati costantemente
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frustrati dai Palestinesi e dalla loro nuova richiesta che gli Israeliani soddisfacessero varie condizioni preliminari ancor prima dell'inizio dei negoziati. Solo nel Maggio del 2010 i Palestinesi hanno acconsentito a tenere "colloqui di avvicinamento". Israele e Siria: nell'ambito della formula di Madrid, sono iniziati fra le delegazioni siriana e israeliana dei colloqui che si sono tenuti di tanto in tanto a Washington a livello di ambasciatori, con il coinvolgimento di alti funzionari americani. Due tornate di colloqui di pace israelo-siriani (Dicembre 1995 e Gennaio 1996) si sono incentrate sulla sicurezza e su altri argomenti chiave. Questi incontri, che sono stati altamente dettagliati e globali, hanno individuato importanti aree di accordo e convergenze concettuali per future discussioni e considerazioni. I colloqui tra Israele e Siria sono poi ripresi nel gennaio 2000 a Shepherdstown, negli Stati Uniti, dopo uno stallo di oltre tre anni. Tuttavia questi negoziati non hanno portato a un vero progresso, e neppure l'incontro tra il Presidente Clinton e il Presidente Assad a Ginevra (Marzo 2000) è riuscito a far rinnovare i colloqui. La Siria, assieme all'Iran, appoggia le piÚ violente e pericolose organizzazioni terroristiche, come Hizbullah e i vari gruppi terroristici palestinesi.
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Israele e Libano: il 23 maggio del 2000 Israele ha portato a termine il ritiro di tutte le proprie forze militari dalla zona di sicurezza nel sud del Libano, in conformità alla decisione del proprio governo di mettere in atto la Risoluzione 425 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il Libano, purtroppo, non si è ancora pienamente conformata né alla suddetta Risoluzione 425 e né alla Risoluzione 1559 (che chiede lo smantellamento di Hizbullah e il dispiegamento dell'esercito libanese nel sud del Libano). Il 12 luglio 2006 è avvenuto un nuovo scoppio di violenza, in seguito al rapimento di due soldati israeliani e al bombardamento da parte di Hizbullah delle città settentrionali del Paese. Israele è stato costretto ad agire per rimuovere la radicata presenza dell'organizzazione terroristica degli Hizbullah dal sud del Libano, dove sono presenti decine di migliaia razzi e proiettili di artiglieria pesante, forniti da Iran e Siria, puntati contro milioni di civili israeliani. Nel conflitto che ne è scaturito, noto successivamente come la Seconda Guerra del Libano, sono stati lanciati contro obiettivi civili israeliani più di 4000 missili che hanno causato 44 vittime fra i civili e forti danni a infrastrutture e proprietà civili. Negli scontri militari avvenuti nel conflitto, sono anche caduti 119 soldati israeliani. I combattimenti si sono conclusi l'11 agosto 2006 con l'adozione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu della risoluzione 1701, in cui si chiedeva il rilascio incondizionato dei soldati rapiti, il dispiegamento congiunto dell'esercito libanese e della nuova UNIFIL in tutto il sud del Libano,
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e l'istituzione di un embargo che riservasse il diritto di ottenere armamenti al governo del Libano, impedendone l'arrivo ai gruppi libanesi. Colloqui multilaterali I colloqui multilaterali sono stati istituiti come parte integrale del processo di pace, con lo scopo di ricercare soluzioni ai problemi chiave della regione, contribuendo nello stesso tempo a costruire la fiducia necessaria per promuovere lo sviluppo e la normalizzazione delle relazioni fra i paesi del Medio Oriente. Dopo la Conferenza Multilaterale di Mosca sul Medio Oriente (Gennaio 1992), che ha visto la partecipazione di trentasei paesi e di organizzazioni, internazionali, le delegazioni si sono suddivise in cinque gruppi di lavoro che trattano temi riguardanti specifici settori di comune interesse regionale (ambiente, controllo degli armamenti e sicurezza regionale, profughi, risorse idriche e sviluppo economico) e che si riuniscono di tanto in tanto in vari punti d'incontro nella regione. Il Comitato Direttivo, che comprende rappresentanti delle delegazioni chiave e presieduto da Stati Uniti e Russia, coordina i colloqui multilaterali. Dallo scoppio della violenza palestinese nel Settembre del 2000, la maggior parte delle attività nel processo multilaterale è stata congelata.
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PRINCIPALI MOMENTI STORICI a.E.V. - Avanti l'Era Volgare
Disegni di Noam Nadav
XVII-VI sec. a.E.V. – Periodo Biblico Circa XVII sec. Abramo, Isacco e Giacobbe, i patriarchi del popolo ebraico si insediano nella Terra d'Israele. Una carestia costringe gli Israeliti a emigrare in Egitto XIII sec. Mosè conduce gli Israeliti fuori dall'Egitto; seguono 40 anni di peregrinazioni nel deserto. Sul Monte Sinai viene ricevuta la Toràh, che comprende i Dieci Comandamenti XIII - XII sec. Gli Israeliti si insediano nella Terra d'Israele c. 1020 Viene fondata la monarchia ebraica; Saul è il primo re c. 1000 Il re Davide fa di Gerusalemme la capitale del suo regno c. 960 A Gerusalemme viene edificato da Re Salomone il Primo Tempio, centro nazionale e spirituale del popolo ebraico c. 930 Divisione del regno in Regno di Giuda e Regno di Israele c. 722 - 720 Il Regno d'Israele viene schiacciato dagli Assiri: 10 tribù vengono esiliate (le Dieci Tribù Perdute) 586 Il Regno di Giuda viene conquistato da Babilonia
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Gerusalemme e il Primo Tempio vengono distrutti; la maggioranza degli Ebrei sono esiliati
Periodo del Secondo Tempio 538 - 142 538 - 515
Periodi Persiano ed Ellenistico Molti Ebrei ritornano da Babilonia; il Tempio viene ricostruito 332 Il Paese viene conquistato da Alessandro il Grande; dominio ellenistico 166 - 160 Rivolta Maccabea (Asmonea) contro le restrizioni nella pratica del Giudaismo e la profanazione del Tempio 142 - 129 Autonomia ebraica sotto gli Asmonei 129 - 63 Indipendenza ebraica sotto la monarchia Asmonea 63 Gerusalemme viene conquistata dal generale romano Pompeo 63 a.E.V.- 313 E.V. – Dominazione Romana 63 - 4 a.E.V. Erode, il re vassallo dei Romani, regna sulla Terra d'Israele; il Tempio viene restaurato E.V. - Era Volgare c. 20-33 66
Ministero di GesĂš di Nazareth Rivolta ebraica contro i Romani
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Distruzione di Gerusalemme e del Secondo Tempio 73 Ultima resistenza degli Ebrei a Massada 132 – 135 Sollevazione di Bar Kochba contro i Romani c. 210 Viene completata la codificazione della Legge Orale Ebraica (Mishnà) 313 - 636 Dominazione Bizantina c. 390 Viene completato il commento alla Mishnà (il Talmud gerosolimitano) 614 Invasione persiana 636 – 1099 Dominazione araba 691 Sul sito del Primo e del Secondo Tempio a Gerusalemme, il Califfo Abd el-Malik costruisce il Duomo della Roccia 1099 – 1291 Dominazione Crociata (Regno Latino di Gerusalemme) 1291 – 1516 Dominazione Mamelucca 1517 - 1917 Dominazione Ottomana 1564 Viene pubblicato il Codice di Leggi ebraiche Shulchàn Arùch 1860 Viene costruito il primo quartiere fuori dalle mura di Gerusalemme 1882 – 1903 Prima Aliyà (immigrazione di massa), principalmente dalla Russia 1897 Primo Congresso Sionista convocato da Theodor Herzl a Basilea, Svizzera; fondazione dell'organizzazione Sionistica
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1904-1914 Seconda Aliyà, principalmente dalla Russia e dalla Polonia 1909 Vengono fondati il primo kibbutz, Degània, e la prima città moderna interamente ebraica, Tel Aviv 1917 La conquista britannica pone fine a 400 anni di dominio ottomano Il Ministro degli Esteri britannico Balfour dichiara di sostenere l'istituzione di una "patria nazionale ebraica in Palestina" 1918-48 Periodo britannico 1919-23 Terza Aliyà, principalmente dalla Russia 1920 Vengono fondate la Histadrùt (Federazione Generale dei Lavoratori e la Haganà (Organizzazione di Difesa Ebraica). La Comunità ebraica (Yishùv) istituisce il Vaad leumì (Consiglio Nazionale) per condurre i propri affari 1921 Viene fondato il primo moshàv, Nahalal 1922 La Gran Bretagna riceve il Mandato per la Palestina (Terra d'israele) dalla Lega delle Nazioni; sorge la Transgiordania su tre quarti dell'area, lasciandone un quarto per la patria nazionale ebraica. Nasce l'Agenzia Ebraica per rappresentare la Comunità ebraica di fronte alle autorità del Mandato
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1924
Viene fondato a Haifa il Technion, il primo istituto di tecnologia 1924 - 32 Quarta Aliyà, principalmente dalla Polonia 1925 L'università Ebraica di Gerusalemme apre i battenti sul Monte Scopus 1929 Gli Ebrei di Hebron vengono massacrati da militanti arabi 1931 Viene fondata l'organizzazione clandestina ebraica Etzel 1933 – 39 Quinta Aliyà, principalmente dalla Germania 1936 – 1939 Tumulti antiebraici istigati da militanti arabi 1939 L'immigrazione ebraica viene gravemente limitata dal Libro Bianco britannico 1939 – 1945 II Guerra Mondiale: Shoàh in Europa 1940 – 1941 Si forma il movimento clandestino Lehi; viene fondato il Palmàch, la forza d'attacco della Haganà 1944 Viene formata la Brigata Ebraica come parte delle forze armate britanniche 1947 L'ONU propone la fondazione nel paese di uno Stato arabo e di uno ebraico 1948 Stato d'Israele Fine del Mandato Britannico (14 Maggio) Proclamazione dello Stato d'Israele (14 Maggio) Israele viene invasa da cinque stati arabi (15 Maggio). Nascono le Forze di Difesa d'Israele (IDF).
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Guerra d'Indipendenza (Maggio 1948 Luglio 1949) 1949 Si firmano accordi armistiziali con Egitto, Giordania, Siria e Libano. Il controllo su Gerusalemme viene diviso fra Giordania e Israele Viene eletta la prima Knesset (parlamento) Israele viene ammessa come cinquantanovesimo membro delle Nazioni Unite 1948 – 52 Immigrazioni di massa dall'Europa e dai paesi arabi 1956 Campagna del Sinai 1961 – 62 Adolf Eichmann viene processato e giustiziato in Israele per la parte da lui avuta nella Shoà h 1964 Viene completato l'Acquedotto Nazionale che porta acqua dal Lago del Kinneret nel nord fino al sud semi-arido 1967 Guerra dei Sei Giorni; Gerusalemme viene riunita 1968- 70 Guerra d'Attrito dell'Egitto contro Israele 1973 Guerra del Kippur 1975 Israele diviene membro associato del Mercato Comune Europeo 1977 Il Likud forma il governo dopo le elezioni alla Knesset; fine di 30 anni di governo laburista Visita del Presidente Egiziano Anwar Sadat a Gerusalemme
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1981
1982
1984 1985 1987
1988 1989
Accordi di Camp David includono il piano per una pace globale nel Medio Oriente e una proposta per l'autogoverno palestinese Firma del Trattato di Pace Israele-Egitto Il Primo Ministro Menachem Begin e il Presidente Anwar Sadat ricevono il Premio Nobel per la Pace L'Aeronautica Militare Israeliana distrugge il reattore nucleare iracheno poco prima che questo divenga operativo Le tre fasi del ritiro israeliano dalla penisola del Sinai vengono completate. L'Operazione Pace in Galilea rimuove i terroristi dell'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) dal Libano Dopo le elezioni viene formato un governo di unità nazionale (Likud e Laburisti) Operazione Mosè, immigrazione di Ebrei d'Etiopia Viene firmato un Accorcio di Libero Scambio con gli Stati Uniti Inizia un'ondata di estesa violenza (intifada) nelle aree amministrate da Israele Il Likud sale al governo dopo le elezioni Iniziativa di pace in quattro punti proposta da Israele
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1991 1992 1993
1994
Inizio dell'immigrazione di massa degli Ebrei dalla ex Unione Sovietica Israele viene attaccata dai missili Scud iracheni durante la Guerra del Golfo Viene convocata la Conferenza di Pace per il Medio Oriente a Madrid Operazione Salomone: trasferimento di Ebrei dall'Etiopia Instaurate relazioni diplomatiche con Cina e India Nuovo governo guidato da Yitzchak Rabin del Partito Laburista Israele e OLP come rappresentante del popolo palestinese, sottoscrivono la Dichiarazione di Principi sugli accordi per l'autogoverno provvisorio dei Palestinesi (Accordi di Oslo). Applicazione dell'autogoverno palestinese nella Striscia di Gaza e nell'area di Gerico. Piene relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Marocco e Tunisia impiantano uffici di interessi. Viene firmato il Trattato di Pace fra Israele e Giordania. Rabin, Peres e Arafat ricevono il Premio Nobel per la Pace
72 | Storia
1995
1996
1997 1998
1999
Nel West Bank e nella Striscia di Gaza viene esteso l'autogoverno palestinese; viene eletto il Consiglio Palestinese Ad una manifestazione per la pace viene assassinato il Primo Ministro Yitzchak Rabin Shimon Peres diviene Primo Ministro Escalation del terrorismo arabo fondamentalista contro Israele Operazione Grappoli di Furore, rappresaglia contro gli attacchi terroristici degli Hizbullah al nord d'Israele Vengono impiantati uffici di rappresentanza commerciale in Oman e Qatar Benyamin Netanyahu viene eletto Primo Ministro e forma un governo di coalizione guidato dal Likud Viene aperto l'ufficio di rappresentanza commerciale dell'Oman a Tel Aviv Protocollo di Hebron sottoscritto da Israele e Autorità Palestinese Israele celebra il suo 50° anniversario Israele e OLP sottoscrivono il Memorandum di Wye River per facilitare la messa in atto dell'Accordo ad Interim Ehud Barak (partito di Sinistra "Un Israele") è eletto Primo Ministro e forma un governo di coalizione
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2000 2001
Israele e OLP sottoscrivono il Memorandum di Sharm el-Sheikh Visita del Papa Giovanni Paolo II. Israele si ritira dalla zona di sicurezza del Sud del Libano. Israele è ammesso nel gruppo ONU dei Paesi dell'Europa Occidentale e Altri Nuovo scoppio di violenze (Seconda Intifada) Il primo ministro Barak rassegna le dimissioni. Ariel Sharon (Likud) è eletto Primo Ministro e forma un governo di unità di ampia coalizione Viene pubblicato il rapporto del Comitato di Inchiesta di Sharm el-Sheikh (Rapporto Mitchell) Viene proposto un piano di lavoro di messa in atto della sicurezza israelo-palestinese (piano Tenet per il cessate il fuoco) Rechavam Ze'evi, Ministro del Turismo, viene assassinato da terroristi palestinesi Israele lancia l'operazione "Scudo Difensivo" in risposta ai massicci attacchi terroristici palestinesi. Inizia la costruzione della barriera difensiva per bloccare le stragi di civili israeliani da parte dei terroristi del West Bank
74 | Storia
2003 2005
2006
2007
Il Primo Ministro Sharon scioglie la Knesset e richiede nuove elezioni per il 28 gennaio 2003 Il Primo Ministro Ariel Sharon forma un governo di centro-destra Israele accetta la Roadmap Israele attua il Piano di Disimpegno ponendo fine alla propria presenza nella Striscia di Gaza Dopo l'ictus che ha colto il PM Ariel Sharon, Ehud Olmert assume le funzioni di primo ministro. Dopo le elezioni del 28 marzo, il primo ministro Ehud Olmert forma un nuovo governo, guidato dal partito Kadima. Dopo il rapimento di un soldato israeliano, Israele conduce delle operazioni militari contro terroristi palestinesi a Gaza. A seguito di attacchi missilistici e del rapimento di due soldati israeliani, scoppia la Seconda Guerra del Libano, durante la quale Israele conduce operazioni contro gli attacchi terroristici di Hizbullah dal sud del Libano La Knesset elegge Shimon Peres come Presidente dello Stato. Dopo la violenta presa del potere da parte di Hamas nella Striscia di Gaza, Israele dichiara Gaza "territorio ostile".
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2008
2009
2010
Israele celebra il sessantesimo anniversario. Israele lancia un'operazione contro Gaza (Operazione Piombo Fuso) in risposta del lancio di oltre 10.000 razzi e mortai dalla Striscia di Gaza. Benyamin Netanyahu viene eletto primo ministro in elezioni nazionali tenute nel Febbraio del 2009 e forma un governo dalle coalizione dalla ampie basi La città di Tel Aviv celebra il proprio centenario Israele entra a far parte della OECD – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
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LO STATO Lo Stato
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La Struttura Politica
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La Presidenza
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L'Organo Legislativo: la Knesset
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L'Organo Esecutivo: il Governo
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Il Sistema Giudiziario
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Il Governo Locale
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Le Forze di Difesa di Israele (IDF)
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78 | Lo Stato
David Ben Gurion proclama la fondazione dello Stato d'Israele. • Ufficio Stampa del Governo
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LO STATO La Dichiarazione della Fondazione dello Stato di Israele, firmata il 14 maggio 1948 dai membri del Consiglio Nazionale in rappresentanza della comunità ebraica nel Paese e del Movimento Sionista all'estero, costituisce il credo della nazione. In essa sono compresi gli imperativi storici della rinascita d'Israele, la struttura per uno Stato ebraico democratico fondato sulla libertà, la giustizia e la pace, come contemplato dai profeti biblici, e un appello a mantenere relazioni pacifiche con gli Stati arabi vicini per il bene dell'intera regione.
) (משלי י"א י"ד.ותשועה ברב יועץ... La salvezza sta nella moltitudine dei consiglieri (Proverbi 11,14)
80 | Lo Stato
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LO STATO Eretz Israel (la Terra d'Israele) è il luogo in cui il popolo ebraico è nato. Qui si è formata la sua identità spirituale, religiosa e politica. Qui esso ha ottenuto per la prima volta un proprio stato, ha creato valori culturali di significato nazionale e universale, e ha dato al mondo l'eterno Libro dei Libri. …Gli Ebrei hanno lottato in tutte le generazioni succedutesi, per ristabilirsi nella propria antica patria. … hanno fatto rifiorire deserti, rivivere la lingua ebraica, costruito villaggi e città, e creato una comunità in crescita in grado di controllare la propria economia e cultura, amante della pace ma anche capace di difendersi… Lo Stato d'Israele sarà aperto all'immigrazione ebraica… promuoverà lo sviluppo del Paese a beneficio di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace, così come contemplato dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti, senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di educazione e di cultura; salvaguarderà i Luoghi Santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite. Tendiamo la nostra mano a tutti gli Stati vicini e ai loro popoli, in una offerta di pace e di buon vicinato, e a loro ci
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I. Sztulman
appelliamo perché vengano istituiti confini di cooperazione e aiuto reciproco con il popolo ebraico sovrano insediato nella propria terra. (dalla Proclamazione della Fondazione dello Stato d'Israele)
La bandiera dello Stato d'Israele è ispirata al disegno dello scialle di preghiera ebraico (tallìt), con una Stella di Davide (Maghèn Davìd) blu al centro L'emblema ufficiale dello Stato d'Israele è un candelabro (Menorà), la cui forma si dice derivi dalla moriah, una pianta a sette rami nota fin dall'antichità. I rami d'ulivo su entrambi i lati rappresentano l'ardente desiderio d'Israele per la pace.
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Hatikvah - L'Inno Nazionale
FinchÊ nel profondo del cuore anela l'anima di un ebreo e verso Oriente un occhio guarda a Sion, non è ancora perduta la nostra speranza, la speranza bimillenaria di essere un popolo libero nella nostra terra, la terra di Sion e di Gerusalemme
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LA STRUTTURA POLITICA I PRESIDENTI D'ISRAELE Chaim Weizmann (1949-52), leader Sionista, noto scienziato Yitzhak Ben-Zvi (1952-63), capo deIl’Agenzia Ebraica, storico
Israele è una democrazia parlamentare costituita dai poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Le sue istituzioni sono la Presidenza, la Knesset (Parlamento), il Governo (Consiglio dei Ministri) e il Sistema Giudiziario. Il sistema è basato sul principio della separazione dei poteri, con controlli e verifiche, per cui il ramo esecutivo (il Governo) è soggetto alla fiducia del ramo legislativo (la Knesset) mentre l'indipendenza del sistema giudiziario è garantita dalla legge. Capo dello Stato Presidente
Legislativo
Esecutivo
Presidente della Camera
Primo Ministro
Knesset
Governo
Commissioni
Ministri Controllore dello Stato e Ombudsman (Difensore Civile)
Sindaci e Capi di Consigli Consigli Locali
Elettorato
Sistema Giudiziario Sistema dei Tribunali Procuratore Generale
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LA PRESIDENZA Il Nassì (Presidente) porta l'antico titolo del capo del Sinedrio, il supremo organo legislativo e giudiziario del popolo ebraico in Terra d'Israele nei tempi antichi. Il Presidente è il Capo dello Stato e la Presidenza simboleggia l'unità della nazione, al di sopra e al di là delle parti politiche. Il Presidente è eletto a maggioranza semplice dalla Knesset, fra candidati nominati sulla base della loro statura istituzionale e personale e del loro contributo allo stato nel corso della propria vita. La legge (emendata nel 1998), stabilisce che l'elezione del Presidente sia per un solo mandato della durata di sette anni.
Zalman Shazar (1963-73), politico, studioso, storico, scrittore e poeta Ephraim Katzir (1973-78), rinomato biochimico Yitzhak Navon (1978-83), politico, educatore, scrittore Chaim Herzog (1983-93), avvocato, generale d’esercito, diplomatico, scrittore Ezer Weizman (1993-2000), generale dell’aviazione, politico, uomo d’affari Moshe Katzav (2000-2007), leader sociale, politico
Gli obblighi presidenziali, che sono prevalentemente cerimoniali e formali, sono definiti dalla legge. Essi includono l'apertura della prima sessione di una nuova Knesset, l'affidamento a un parlamentare dell'incarico di formare un
Shimon Peres (2007- ) Statista, ex primo ministro e Premio Nobel per la Pace
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Shimon Peres, Presidente dello Stato d'Israele
governo, l'accettazione delle credenziali di rappresentanti stranieri, la firma di trattati e di leggi adottate dalla Knesset, la nomina, su proposta degli organi preposti, di capi delle missioni diplomatiche israeliane all'estero, di giudici e del governatore della Banca d'Israele e la concessione della grazia a detenuti su raccomandazioni del Ministro della Giustizia. Inoltre, il presidente assolve funzioni pubbliche e compiti informali, come dare ascolto agli appelli dei cittadini, conferire prestigio a organizzazioni comunitarie, e dare forza a campagne che abbiano come scopo quello di migliorare la qualitĂ della vita nella societĂ in generale.
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L'ORGANO LEGISLATIVO: LA KNESSET La Knesset (Parlamento unicamerale israeliano) è l'organo legislativo del Paese. La Knesset ha preso il nome e fissato il numero dei suoi deputati a 120, rifacendosi alla Knesset Haghedolàh (Grande Assemblea), il consiglio rappresentativo ebraico riunito a Gerusalemme da Ezrà e Nehemià nel V Secolo a.E.V. Una nuova Knesset inizia a svolgere le sue funzioni dopo le elezioni generali, che ne determinano la composizione. Nella prima sessione i membri della Knesset dichiarano la loro fedeltà, e vengono eletti il presidente e i vicepresidenti. Generalmente la Knesset resta in carica quattro anni, ma può sciogliersi o essere sciolta dal Primo Ministro in qualunque momento durante il suo mandato. Fin quando non viene formalmente costituita una nuova Knesset a seguito delle elezioni, la piena autorità rimane a quella uscente. Il lavoro della Knesset avviene in sessioni plenarie e
Gerusalemme: La Knesset (il Parlamento israeliano), visto da sud • Ministero del Turismo
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attraverso 15 commissioni permanenti. Nelle sessioni plenarie vengono condotti dibattiti generali sulla legislazione sottoposta dal governo o da singoli deputati della Knesset, come pure sulla politica e sull'attivitĂ del governo. I dibattiti sono condotti in ebraico, ma i deputati possono parlare anche arabo, essendo entrambe le lingue ufficiali. Ăˆ disponibile una traduzione simultanea. Per diventare legge, un progetto deve passare l'approvazione di tre letture alla Knesset. Nella prima lettura, il progetto è presentato all'assemblea plenaria, seguito da un breve dibattito sui suoi contenuti, dopo il quale è rinviato all'appropriata commissione della Knesset per la discussione dettagliata e, se necessario, per la riformulazione. Quando la commissione ha completato il suo lavoro, il progetto viene rinviato all'assemblea plenaria per la sua seconda rilettura, durante la quale i membri della commissione che hanno delle riserve possono presentarle. Dopo un dibattito generale, ciascun articolo del progetto è messo ai voti e, a meno che non sia necessario rimandarlo nuovamente alla commissione, la terza rilettura viene effettuata immediatamente e il progetto viene votato nel suo intero. Se questo ottiene l'approvazione, viene firmato dal Presidente della Camera in carica e, successivamente, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, con le firme del Presidente, del Primo Ministro, del Presidente della Knesset e del ministro responsabile dell'applicazione della legge. Infine, viene posto su di esso il sigillo di Stato da parte del Ministro della Giustizia e il progetto diventa legge.
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L'ORGANO ESECUTIVO: IL GOVERNO L'autorità esecutiva dello Stato è il Governo (Consiglio dei Ministri), incaricato di amministrare gli affari interni ed esteri, compresi quelli legati alla sicurezza nazionale. I suoi poteri nella scelta della politica da adottare sono molto vasti ed esso è autorizzato ad agire su qualunque questione che non sia stata delegata per legge a un'altra autorità. Il governo determina autonomamente il proprio lavoro e le procedure legate al modo in cui prendere le decisioni. Esso si riunisce di solito una volta la settimana, ma se necessario, possono essere convocate ulteriori riunioni. Può anche agire attraverso commissioni ministeriali.
PRIMI MINISTRI D'ISRAELE David Ben-Gurion (1948-54) Moshe Sharett (1954-55) David Ben-Gurion (1955-63) Levi Eshkol (1963-69) Golda Meir (1969-74) Yitzhak Rabin (1974-77) Menachem Begin (1977-83) Yitzhak Shamir (1983-84) Shimon Peres (1984-86) Yitzhak Shamir (1986-92) Yitzhak Rabin (1992-95) Shimon Peres (1995-96) BenyaminNetanyahu (96-99) Ehud Barak (1999-2001) Ariel Sharon (2001-2006) Ehud Olmert (2006-2009) BenyaminNetanyahu(2009- )
Tutti i governi sono stati fino a oggi basati su coalizioni di partiti diversi, dal momento che nessun partito ha mai ricevuto abbastanza seggi alla Knesset da poter formare da solo un governo. Dopo aver tenuto delle consultazioni, il Presidente affida ad un membro del Parlamento l'incarico di formare un nuovo governo. Per riuscirvi, questi deve
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presentare, entro 28 giorni dall'affidamento di questo incarico, una lista di ministri da sottoporre all'approvazione della Knesset e un programma di linee-guida per l'attività di governo. Tutti i ministri devono essere cittadini israeliani, residenti nel paese e membri eletti della Knesset. Il Ministero degli Affari Esteri • T. Griffith
Una volta ottenuta l'approvazione, i ministri sono responsabili verso il primo ministro dell'adempimento dei propri doveri e rispondono alla Knesset delle loro azioni. Alla maggior parte dei ministri è assegnato un portafoglio e la conduzione di un ministero; i ministri senza portafoglio possono essere chiamati ad assumersi la responsabilità di guidare progetti speciali. Il primo ministro può prestare servizio anche come ministro con uno specifico portafoglio. I ministri, con l'approvazione del primo ministro e del governo, possono nominare i vice ministri; tutti devono essere deputati della Knesset. Come la Knesset, anche il governo di solito resta in carica per quattro anni, ma la sua durata può essere abbreviata dalle dimissioni, da uno stato di inabilità o dalla morte del primo ministro, oppure da un voto di sfiducia da parte della Knesset.
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Se il primo ministro non è più in condizione di continuare nel suo ufficio perché deceduto, o perché ha rassegnato le dimissioni, o perché si trova sotto accusa Il Procuratore Generale oppure perché la Knesset ha espresso nei suoi confronti un voto di sfiducia, il Il servizio legale del Governo governo nomina uno dei propri membri è presieduto dal Procuratore (il quale deve essere anche deputato della Generale, il quale ha il potere Knesset) come facente funzioni di Primo esclusivo di rappresentare lo Ministro. Nel caso di un voto di sfiducia, il Stato in qualsiasi causa penale, governo e il primo ministro mantengono civile e amministrativa. Il il loro ruolo fino alla formazione di un governo è tenuto ad astenersi nuovo esecutivo. dal compiere qualsiasi azione o operazione che sia ritenuta Elezioni illegale dal Procuratore Le elezioni sono generali, nazionali, dirette, Generale, fintanto che la corte imparziali, segrete e proporzionali. L'intero competente non stabilisca paese costituisce un singolo collegio diversamente. elettorale e tutti i cittadini hanno diritto a votare dall'età di 18 anni. Il giorno delle Sebbene venga nominato elezioni gli elettori danno il proprio un dal governo, il Procuratore voto al partito politico da cui desiderano Generale esercita le essere rappresentati alla Knesset. proprie funzioni in maniera indipendente dal sistema Il giorno delle elezioni è festivo in tutto politico. il Paese, sono a disposizione trasporti gratuiti per gli elettori che si trovino in quel giorno fuori dal proprio distretto elettorale, e vengono allestiti seggi elettorali per il personale militare,
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per i ricoverati in ospedali e per i detenuti, cosÏ come per i marinai della marina mercantile e per gli israeliani che si trovano all'estero per svolgere incarichi ufficiali. La Commissione Elettorale Centrale, che è guidata da un giudice della Corte Suprema e che comprende rappresentanti dei partiti presenti alla Knesset, è responsabile della conduzione delle elezioni. Commissioni elettorali regionali supervisionano il corretto operato delle commissioni locali, in cui sono presenti rappresentanti di almeno tre partiti della Knesset uscente. In ognuna delle elezioni, fino ad oggi, c'è stata un'affluenza alle urne tra il 77 e il 90 per cento di tutti gli aventi diritto, denotando in tal modo il grande interesse che la maggior parte degli israeliani nutre per la propria politica nazionale e locale. Le elezioni della Knesset sono basate su un voto per un partito piuttosto che per i singoli, e i molti partiti politici che si candidano per la Knesset riflettono una vasta gamma di vedute e convinzioni.
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IL SISTEMA GIUDIZIARIO L'indipendenza del sistema giudiziario è garantita per legge. I giudici sono nominati dal Presidente su proposta di una commissione per le candidature, composta da giudici della Corte Suprema, da membri dell'avvocatura e da figure pubbliche. Le nomine sono permanenti, con collocamento a riposo ingiuntivo all'età di 70 anni. Legge sulla Terra Al conseguimento dell'indipendenza (1948), Israele ha approvato il Decreto sulla Legge e l'Amministrazione, che stabiliva che le leggi in vigore nel Paese prima della costituzione dello stato, sarebbero rimaste in vigore fin quando non venissero a contraddire i principi incorporati nella Dichiarazione della Fondazione dello Stato di Israele o fino al momento in cui non risultassero in conflitto con le leggi promulgate dalla Knesset. Quindi, il sistema giuridico ha ancora al suo interno rimanenze di leggi ottomane (in vigore fino al 1917), leggi del Mandato Britannico, che incorporano un vasto corpo di leggi comuni inglesi, elementi delle normative religiose ebraiche e alcuni aspetti di altri sistemi. Tuttavia, la caratteristica prevalente del sistema legale è il vasto corpus di leggi indipendenti statutorie e
Veduta aerea dell'edificio della Corte Suprema • G.P.O./ A. Ohayon
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IL SISTEMA GIUDIZIARIO TRIBUNALI SPECIALI del traffico, del lavoro, dei minori, militari e municipali, (1 GIUDICE) con una giurisdizione definita; amministrativi. Giurisdizione in materia di stato civile (matrimonio, TRIBUNALI divorzio, mantenimento, tutela, adozione), di cui RELIGIOSI sono investite le istituzioni giudiziarie delle rispettive (1 O 3 GIUDICI) comunità religiose: le Corti rabbiniche ebraiche; le Corti islamiche per la Sharìa; i Tribunali religiosi drusi; le Corti ecclesiastiche delle dieci comunità cristiane riconosciute in Israele. CORTE DI Reati civili e penali di gravità minore; giurisdizione MAGISTRATI in cause civili e penali. TRIBUNALI Corte d'appello, di grado superiore rispetto alla DISTRETTUALI Corte di Magistrati; competente per i reati civili e penali più gravi. CORTE SUPREMA (1,3,5 o un numero maggiore, comunque disparo, di giudici)
Ultimo grado d'appello a livello nazionale; ha il diritto di intervenire quando necessario per il bene della giustizia; ha il diritto di scarcerare le persone imprigionate o detenute illegalmente; in qualità di Alta Corte di Giustizia è investita delle istanze contro organi governativi o agenti ed agisce come tribunale di prima e ultima istanza.
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fondate su casi precedenti, che si sono evolute dal 1948. Dopo la costituzione dello Stato, è stato conferito alla Knesset il potere di emanare una serie di Leggi Fondamentali, relative a tutti gli aspetti della vita e che alla fine potranno essere riunite per formare una Costituzione. La maggior parte dei I L CO N T R O L LO R E D I capitoli è già stata approvata sotto forma STATO, istituito dalla legge di Leggi Fondamentali, delineando gli (1949) al fine di assicurare la aspetti fondamentali del governo, come pubblica affidabilità, effettua il Presidente, la Knesset, il Governo, il verifiche e resoconti esterni su Sistema Giudiziario, le Forze di Difesa di legalità regolarità, economia, Israele, il Controllore di Stato, la Libertà efficienza, efficacia e integrità di Occupazione (che tratta del diritto di morale della pubblica svolgere la professione prescelta) e la amministrazione. Dal 1971 Dignità e la Libertà Umane (che si riferisce il controllore di stato ha anche a violazioni alla vita, al corpo o alla dignità le funzioni di Ombudsman – di ogni persona). Difensore Civico - accogliendo reclami da parte del pubblico La superiorità normativa delle Leggi contro lo Stato o enti pubblici Fondamentali sulla legislazione ordinaria è soggetti alla verifica del stata confermata nel 1995, quando La Corte Controllore. Il Controllore Suprema ha assunto il potere di revisionare di Stato è eletto dalla Knesset, giuridicamente le legislazioni della Knesset con scrutinio segreto; la che violino le Leggi Fondamentali. durata del suo incarico è di sette anni ed è responsabile Nel corso degli anni si è andato sviluppando solo verso la Knesset. Le un corpo di leggi basate su casi legali, verifiche del Controllore di facendo perno sulle decisioni della Corte
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stato abbracciano le attività di tutti i ministeri governativi, le istituzioni statali, i settori della difesa, le autorità locali, le corporazioni governative ecc... Inoltre, al Controllore di Stato sono conferiti dalla legge poteri di ispezionare tanto gli affari finanziari dei partiti politici rappresentati alla Knesset quanto i conti della loro campagna e letto ra l e, i m p one ndo sanzioni finanziarie nei casi in cui venissero riscontrate irregolarità.
Suprema; queste vengono a proteggere le libertà civili, comprese la libertà di parola, la libertà di riunione, la libertà di religione, e l'eguaglianza, come valori fondamentali del sistema giuridico israeliano. Nella sua funzione come Alta Corte di Giustizia, la Corte Suprema esamina anche casi di richieste di risarcimento per danni causati da organismi o enti governativi.
La Polizia Israeliana Al pari delle forze di polizia in molte altre parti del mondo, anche la polizia israeliana ha il compito di mantenere la qualità della vita, attraverso la lotta al crimine, assistendo le autorità nell'applicazione della legge, facendo rispettare il codice stradale e servendo da guida per quanto riguarda le misure preventive per la sicurezza e la protezione della popolazione. La principale unità operativa mobile di polizia, la polizia di frontiera, si confronta principalmente con problemi legati alla sicurezza interna, e comprende una speciale unità anti-terrorismo. La frequenza e la minaccia di attentati terroristici hanno indotto i cittadini preoccupati a sollecitare la partecipazione attiva della popolazione alla protezione delle proprie comunità. Così è stato
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istituito nel 1974 il corpo volontario della Guardia Civile, allo scopo di mantenere unitĂ di sicurezza nei quartieri, compresi centri operativi di comando, pattugliamenti armati e programmi di formazione.
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IL GOVERNO LOCALE I servizi forniti dalle amministrazioni locali comprendono istruzione, cultura, sanità, benessere sociale, mantenimento delle strade e dei parchi pubblici, fornitura di acqua e condizioni igienico-sanitarie. Ciascuna autorità locale opera per mezzo di ordinanze, a complemento delle leggi nazionali, approvate dal Ministero degli Interni. Alcune amministrazioni locali fanno funzionare tribunali speciali nei quali vengono processati i trasgressori delle leggi locali. Il finanziamento per le autorità locali proviene da tassazioni locali, come anche da stanziamenti del bilancio statale. Ciascuna autorità ha un controllore che redige un rapporto annuale. La legge riconosce tre tipi di autorità locale: le municipalità, che provvedono alle strutture adeguate per i centri urbani con popolazioni superiori ai 20.000 abitanti; i Consigli Locali, che gestiscono cittadine con popolazioni tra i 2.000 e i 20.000 abitanti; e i Consigli Regionali che sono responsabili di diversi villaggi raggruppati in un determinato raggio. Ogni autorità locale è amministrata da un sindaco o da un presidente e da un consiglio. Il numero dei membri del consiglio è stabilito dal Ministero degli Interni, a seconda della popolazione amministrata dall'autorità. Attualmente vi sono 73 municipalità, 124 consigli locali
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e 54 consigli regionali. Tutte le municipalità e i consigli locali sono uniti, su base volontaria, in un organismo centrale, l'Unione delle Autorità Locali, che li rappresenta di fronte al Governo, tiene sotto controllo la legislazione rilevante presso la Knesset, e fornisce una guida su argomenti quali contratti di lavoro e questioni legali. Affiliata all'Associazione Internazionale delle Municipalità, l'Unione mantiene legami con organizzazioni simili di ogni parte del mondo, organizza programmi di gemellaggio tra città e scambi tra delegazioni internazionali. Elezioni Locali Le elezioni per il governo locale avvengono per mezzo di un voto segreto, ogni cinque anni. Tutti i residenti permanenti, siano essi cittadini israeliani o no, hanno diritto al voto nelle elezioni locali dall'età di 18 anni, e a candidarsi dall'età di 21 anni. Alle elezioni per i consigli municipali e locali, i voti sono dati ai candidati di una lista di partito, e il numero di seggi di consiglio ottenuti da ciascuna lista è proporzionale alla percentuale dei voti ricevuti. I sindaci e i presidenti dei consigli locali sono scelti per elezione diretta. Nelle elezioni per un consiglio regionale, viene eletto, a maggioranza semplice, un candidato di ogni villaggio, e gli eletti divengono membri del consiglio. I capi dei consigli regionali sono selezionati tra i membri del consiglio stesso.
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DURATA DEL SERVIZIO NELL’IDF Servizio di leva obbligatorio: tutti gli uomini e le donne che hanno i requisiti necessari sono chiamati sotto le armi all’età di 18 anni. Gli uomini prestano servizio per tre anni, le donne per 2 anni. Possono essere concessi rinvii a studenti meritevoli, per proseguire gli studi in istituti d'istruzione superiore. I nuovi immigrati possono ottenere il rinvio o servire per minori periodi di tempo, in base alla loro età o condizione personale al momento dell’ingresso nel paese.
Le elezioni locali sono finanziate da stanziamenti governativi, sulla base del numero di mandati che ciascuna fazione o lista ottiene nell'autorità locale.
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LE FORZE DI DIFESA DI ISRAELE (IDF) L'IDF, fondato nel 1948, è considerato tra le forze armate al mondo una delle più addestrate alla battaglia, avendo dovuto difendere il paese in sei importanti guerre. Gli obiettivi dell'IDF legati alla sicurezza, sono di difendere l'esistenza, l'integrità territoriale e la sovranità dello Stato d'Israele; di scoraggiare tutti i nemici e frenare tutte le forme di terrorismo che minacciano la vita quotidiana. Fra i suoi obiettivi principali vi sono anche il rafforzamento delle misure per il conseguimento della pace, il mantenimento della sicurezza soprattutto nel West Bank in accordo con l'Autorità Palestinese, la conduzione della lotta contro il terrorismo, sia dentro Israele sia lungo i suoi confini, e il mantenimento di una capacità deterrente, per prevenire lo scoppio di ostilità.
Servizio di Riserva: al termine del servizio obbligatorio ogni soldato è assegnato a un’unità di riserva e può prestare servizio fino alI’età di 51 anni. Militare di carriera: i veterani del ser vizio di leva che rispondono alle necessità delI’IDF, possono firmare come ufficiali di carriera o NCO. Il servizio di carriera costituisce il comando e Ia spina dorsale amministrativa dell’IDF. Ai diplomati di scuole per ufficiali o per piloti, o di speciali scuole tecniche militari è richiesto di firmare per periodi di servizio di carriera.
Al fine di assicurare il suo successo, la dottrina delle Forze di Difesa d'Israele, a livello strategico, è difensiva, mentre le sue tattiche sono offensive. Data la mancanza di profondità territoriale del paese, l'IDF deve prendere l'iniziativa quando la cosa è ritenuta necessaria e, se
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Cadetti piloti festeggiano la promozione • G.P.O. / A. Ben-Gershom
attaccato, trasferire rapidamente il campo di battaglia sul territorio del nemico. Sebbene sia sempre stato numericamente inferiore ai suoi nemici, l'IDF mantiene un vantaggio qualitativo dovuto al dispiegamento di avanzati sistemi d'armamento, molti dei quali sono stati sviluppati e prodotti in Israele per i propri bisogni specifici. La risorsa principale dell'IDF rimane comunque l'alto calibro del suoi soldati. Nella preparazione alla difesa, l'IDF, dispiega un piccolo esercito permanente (formato da soldati di leva e personale di carriera) con rapida capacitĂ di allerta, e una regolare
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forza aerea e navale. La maggior parte delle sue forze è costituita da riservisti, regolarmente richiamati per l'addestramento e il servizio e i quali, in tempo di guerra o di crisi, sono velocemente mobilitati entro le loro unità da tutte le parti del paese. Le tre armi dell'IDF (fanteria, aeronautica e marina) operano sotto un comando unificato, guidato dal Capo di Stato Maggiore, con il grado di Tenente Generale, che è responsabile verso il Ministro della Difesa. Il Capo di Stato Maggiore è nominato dal governo, su proposta del Primo Ministro e del Ministro della Difesa, per una durata di tre anni, di solito estesa per un ulteriore anno. Soldati e soldatesse di tutti i gradi, servono fianco a fianco come tecnici, specialisti delle comunicazioni e dei servizi segreti, istruttori di combattimento, cartografi, personale amministrativo e militare, operatori di computer, medici, avvocati e simili. Sempre più donne servono anche in unità combattenti. L'IDF è sensibile alle esigenze culturali e sociali dei propri soldati e provvede ad attività ricreative ed educative, come pure a servizi di sostegno personale. Alle reclute con un retroterra di studi incompleto sono date opportunità di elevare il proprio livello di istruzione, e gli ufficiali di carriera sono incoraggiati a studiare a spese dell'IDF durante il loro servizio. L'integrazione dei soldati immigrati
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di recente è facilitata da speciali corsi di lingua ebraica e da altri programmi. Attivo nell'opera d'edificazione della nazione fin dai suoi inizi, l'IDF provvede anche a fornire istruzione di recupero e supplementare ai civili e contribuisce in generale all'assorbimento dei nuovi arrivati tra la popolazione. In periodi di crisi nazionale o di emergenza, l'IDF reagisce immediatamente con azioni appropriate e assegna personale addestrato per svolgere lavori fondamentali o eseguire compiti specifici.
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LA TERRA Geografia
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Natura
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Tutela dell'Ambiente
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Infrastrutture
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Vita Urbana
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Vita Rurale
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106 | La Terra
Il Medio Oriente visto dalla navicella spaziale Gemini 11. • Foto NASA S66 54893
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LA TERRA Israele è un paese piccolo, stretto e semiarido situato sulla costa sud-orientale del Mar Mediterraneo. Entrò nella storia circa 35 secoli fa, quando il popolo ebraico abbandonò il suo modo di vita nomade, si stabilì nel paese e divenne una nazione. Nel corso degli anni, il Paese è stato conosciuto con molti nomi - Eretz Israel (Terra di Israele); Sion, una delle colline di Gerusalemme che venne a indicare sia la città che la Terra d'Israele nel suo intero; Palestina, parola derivata da Filistea e usata per la prima volta dai Romani; Terra Promessa e Terra Santa, e questo solo per menzionarne alcuni. Ad ogni modo, per la maggior parte degli israeliani, il paese è semplicemente "Haaretz" - la Terra. Sono oltre 7,6 milioni le persone che vivono oggi in Israele: di questi, circa 5,7 milioni sono Ebrei, e 1,5 milioni sono arabi. Il Paese è caratterizzato da un'ampia gamma di stili di vita che vanno dal religioso al laico, dal moderno al tradizionale, dall'urbano al rurale e dal comunitario all'individuale. )' ח:'(שמות ג
...ארץ זבת חלב ודבש
…Una terra stillante latte e miele … (Esodo 3,8)
108 | La Terra
GEOGRAFIA Superficie ridotta; brevi distanze La superficie totale dello Stato d'Israele è di 22.072 km quadrati, di cui 21.643 di superficie terrestre. Dalla forma lunga e stretta, esso misura circa 470 km in lunghezza e 135 km circa nel suo punto più largo. Il paese confina con il Libano a Nord, la Siria a Nord- Est, la Giordania a Est, l'Egitto a Sud-Ovest e il Mar Mediterraneo a Ovest. Montagne e pianure, campi fertili e deserto, sono spesso a pochi minuti di distanza. Il paese, dal Mar Mediterraneo a Ovest al Mar Morto a Est, può essere attraversato in auto in circa 90 minuti, e il viaggio da Metulla, all'estremo Nord, a Eilat, la punta meridionale del paese, richiede circa sei ore. Caratteristiche geografiche Israele può essere suddivisa in quattro regioni geografiche: tre strisce parallele che corrono da Nord a Sud, e un'ampia zona, per lo più arida, nella metà meridionale del paese. La pianura costiera corre lungo il Mar Mediterraneo ed è composta da una costa sabbiosa, è affiancata da distese di fertile terreno agricolo che si estendono fino a 40 km nell'entroterra. A Nord, distese di spiagge sabbiose sono saltuariamente punteggiate da frastagliate scogliere di gesso e d'arenaria. La pianura costiera rappresenta l'area
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in cui risiede più della metà dei quasi 7 milioni e mezzo di abitanti d'Israele e comprende i principali centri urbani, porti dai fondali profondi, la maggior parte delle industrie del paese e una larga parte della sua agricoltura e dei suoi impianti turistici. Diverse catene montuose percorrono in lunghezza il paese. A Nordest, i paesaggi di basalto delle Alture del Golan, formatesi da eruzioni vulcaniche nel remoto passato, si ergono come ripidi dirupi dominando la Valle della Hula. Le colline della Galilea, costituite in gran parte da calcare tenero e dolomite, raggiungono altezze varianti dai 500 ai 1.200 metri sul livello del mare. Piccoli torrenti permanenti e piogge relativamente abbondanti mantengono l'area verde in tutte le stagioni dell'anno. I residenti della Galilea e del Golan si occupano di agricoltura, di attività relative al turismo e di industria leggera. La Valle di Jezreel, che separa le colline della Galilea da quelle della Samaria, è l'area agricola più ricca d'Israele, coltivata da molte comunità cooperative (i kibbutzìm e i moshavìm). Le colline ondulate di Samaria e Giudea presentano un mosaico di vette rocciose e di fertili valli, punteggiate da boschetti di alberi di ulivo secolari verdeargentati. I poggi a terrazze, sviluppati per la prima volta da coltivatori in tempi antichi, si mescolano al paesaggio naturale. La popolazione è concentrata prevalentemente in piccoli centri urbani e grandi villaggi.
ALBATROSS
110 | La Terra
Il Neghev, che comprende circa la metà del territorio israeliano, è poco abitato e la sua popolazione trova sostentamento in un'economia agricola e industriale. Più a Sud, il Neghev diventa una zona arida, caratterizzata da basse colline d'arenaria e piani, ricchi di canaloni e wadi nei quali le piogge invernali spesso provocano improvvise inondazioni. Continuando verso Sud, la regione si trasforma in una zona di picchi spogli e rocciosi, di crateri e altipiani cosparsi di rocce, dove il clima è più secco e le montagne sono più alte. Tre crateri erosivi, il più grande dei quali misura circa 8 km in larghezza e 35 in lunghezza, tagliano in profondità la crosta terrestre, mostrando un ampio spettro di colori e di varietà di rocce. All'estremità del Neghev, vicino Eilat, sul Mar Rosso, pinnacoli aguzzi di granito grigio e rosso sono interrotti da secche gole e dirupi scoscesi, con strati colorati di arenaria risplendenti alla luce del sole.
Vista del Lago Kinneret e delle Alture del Golan dal villaggio Kinneret • Ministero del Turismo
Il Lago Kinnèret (Mare della Galilea), adagiato tra le colline della Galilea e le Alture del Golan a 212 m sotto il livello del mare, è largo 8 km e lungo 21. È il lago più grande d'Israele e funge da principale riserva d'acqua del paese. Lungo le sponde
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del Kinnèret sono ubicati alcuni importanti siti storici e religiosi, come pure comunità agricole, aziende ittiche e impianti turistici. La Valle del Giordano e la Aravà, che percorrono in lunghezza la parte orientale del paese, fanno parte della faglia siro-africana che divise la crosta terrestre milioni di anni fa. Le sue distese settentrionali sono estremamente fertili, mentre la parte meridionale è semiarida. Agricoltura, pesca, industria leggera e turismo costituiscono le principali risorse economiche della regione. Il Fiume Giordano, che scorre da Nord a Sud lungo la faglia, scende di oltre 700 metri nei suoi 300 km di corso. Alimentato da corsi d'acqua provenienti dal Monte Hermon, esso percorre la fertile Valle di Hula, entra nel Lago Kinnèret (Mare di Galilea) e continua serpeggiante attraverso la Valle del Giordano prima di sfociare nel Mar Morto. Il fiume si gonfia durante la stagione piovosa invernale, ma solitamente è piuttosto stretto e poco profondo. L'Aravà, la regione savanica d'Israele, inizia a Sud del Mar Morto e si estende fino al Golfo di Eilat, lo sbocco di Israele sul Mar Rosso. L'adattamento di sofisticate tecniche agrarie alle condizioni climatiche, dove la media delle
Il Fiume Giordano • ALBATROSS
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precipitazioni annuali è inferiore ai 25 mm e le temperature estive superano i 40° C, ha reso possibile la coltivazione di frutti e ortaggi fuori stagione, principalmente a fini di esportazione. Le profonde acque blu del golfo sub-tropicale di Eilat, famose per i suoi banchi corallini e l'esotica fauna marina, si stendono IL MAR MORTO, il punto più all'estremità meridionale dell'Aravà. basso della terra, a circa 400 metri sotto il livello del mare, Clima Il clima d'Israele va dal temperato al tropicale, molto soleggiato. Predominano due stagioni distinte: un periodo invernale piovoso da novembre a maggio e una stagione estiva secca, che si protrae per gli altri sei mesi. Le precipitazioni sono relativamente abbondanti al Nord e al centro del paese, di molto inferiori nell'area Nord del Neghev e quasi trascurabili giace all’estremità meridionale nelle aree a Sud. Le condizioni variano della Valle del Giordano. Le considerevolmente da regione a regione, sue acque, che hanno il più con estati umide e inverni temperati sulla alto livello di salinità e la costa, estati secche e inverni moderatamente più alta densità al mondo, freddi nelle regioni collinose (compresa sono ricche di carbonato di Gerusalemme), estati calde e secche e potassio, magnesio e bromo, inverni piacevoli nella Valle del Giordano, come pure di sali da tavola e e condizioni semidesertiche tutto l'anno d'uso industriale. Il naturale nel Neghev. Le punte estreme del clima processo di recessione del oscillano dalle occasionali nevicate invernali
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ad altitudini più elevate, a periodici venti pesantemente caldi e secchi che fanno salire le temperature, soprattutto in primavera e in autunno. Acqua Situata al margine di una fascia desertica, Israele ha sempre sofferto per la scarsità di acqua. Scoperte archeologiche nel Neghev e in altre parti del paese rivelano che migliaia di anni fa gli abitanti del luogo erano già impegnati nella conservazione dell'acqua, come è evidenziato da una varietà di sistemi, destinati a raccogliere l'acqua piovana, a immagazzinarla e a trasportarla da un luogo all'altro. Le risorse annue totali e rinnovabili di acqua, ammontano a circa 1,7 miliardi di metri cubi, di cui il 56 per cento circa è destinato all'irrigazione e il rimanente ad usi urbani e industriali. Le fonti d'acqua del paese consistono nel fiume Giordano, nel Lago Kinneret e in alcuni piccoli sistemi fluviali. Sono anche sfruttate sorgenti naturali e bacini d'acqua sotterranei, da cui si estraggono quantità controllate, onde prevenire prosciugamento e salinizzazione.
Mar Morto si è accelerato negli ultimi anni a causa di un alto ritmo d’evaporazione (1,6 metri annui) e per via di progetti di deviazione su vasta scala intrapresi da Israele e dalla Giordania per il proprio fabbisogno d’acqua, che hanno provocato una riduzione del 75 per cento del flusso d’acqua in entrata. Come risultato, il livello della superficie è sceso dal 1960 di circa 10,6 metri. È in esame un progetto per collegare il Mar Morto con il Mar Mediterraneo per mezzo di una rete di canali e tubazioni che potrebbero aiutare a riportare il Mar Morto alle sue dimensioni e al suo livello naturale.
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Poiché si è fatto massimo uso di tutte le risorse d'acqua dolce, sono in fase di sviluppo sistemi di sfruttamento di risorse idriche marginali, attraverso il riciclaggio di acque di scarico, l'inseminazione delle nuvole, la desalinizzazione di acque salmastre e di acque marine.
Una cascata, Alture del Golan • ALBATROSS
Per fronteggiare lo squilibrio nella disponibilità d'acqua fra le regioni, la maggior parte delle fonti d'acqua dolce è collegata a un sistema di distribuzione integrato. La sua arteria principale, l'Acquedotto Nazionale, completato nel 1964, porta acqua dal Nord e dalle regioni del centro fino al Sud semiarido, per mezzo di una rete di tubature giganti, acquedotti, canali scoperti, cisterne, tunnel, dighe e stazioni di pompaggio.
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NATURA Flora e Fauna La vita di piante e animali in Israele è ricca e diversificata, in parte grazie alla collocazione geografica del paese al punto d'incontro di tre continenti. Sono stati identificati oltre 2.600 tipi di piante, che vanno dalle specie alpine sui pendii montani del Nord, a specie sahariane nell'Aravà a Sud. Israele è l'estremo limite settentrionale per la presenza di piante tipo la canna di papiro e il limite estremo meridionale per altre piante come la peonia corallina rosso-chiara. Boschi naturali, formati principalmente da querce calliprine, coprono parti della Galilea, del Monte Carmelo e altre zone collinari. In primavera la rosa selvatica e l'erica spinosa predominano con una gamma di colori rosa, bianco e giallo. I caprifogli si arrampicano sui cespugli, mentre grandi platani fanno ombra lungo i freschi ruscelli della Galilea. Negli altopiani del Neghev, imponenti pistacchi atlantici conferiscono una nota drammatica lungo le aride valli,
Ciclamini • G.P.O. / A. Ohayon
Pellicani • ALBATROSS
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e palme da dattero crescono ovunque vi sia acqua sotterranea a sufficienza. Molti fiori coltivati come l'iris, il giglio candido, il tulipano e il giacinto hanno legami di parentela con i fiori selvatici d'Israele. Subito dopo le prime piogge in Ottobre-Novembre, il paese viene coperto da un tappeto verde che dura fino al ritorno della secca stagione estiva. Il ciclamino rosa e bianco e gli anemoni rossi, bianchi e viola fioriscono da Dicembre a Marzo, mentre il lupino blu e la calendula gialla fioriscono poco dopo. Molte piante indigene come il croco e la scilla sono geofite, immagazzinano il nutrimento in bulbi e tuberi e fioriscono alla fine dell'estate. Svolazzanti sui campi si possono ammirare circa 135 varietĂ di farfalle dai colori e dai disegni brillanti.
Riserva Naturale Gan Hashlosha • ALBATROSS
In Israele si possono ammirare oltre 500 diverse specie d'uccelli. Alcuni, come il comune usignolo, risiedono nel paese; altri come le folaghe e gli storni vi trascorrono l'inverno banchettando con cibi procurati dai vivai o nei campi coltivati del paese. Milioni d'uccelli migrano due volte l'anno attraversando il paese in tutta la sua lunghezza, offrendo meravigliose opportunitĂ agli osservatori d'uccelli. I bozzagri, i pellicani e altri uccelli migratori grandi e piccoli riempiono i cieli a Marzo e a Ottobre. Diverse specie di rapaci, tra cui le aquile, i falchi e gli sparvieri, come pure piccoli uccelli canterini come le capinere silvestri, nidificano in Israele.
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Delicate gazzelle di montagna vagano sulle colline; volpi, gatti selvatici e altri mammiferi vivono nelle zone boscose, lo stambecco nubiano dalle corna maestose balza fra le rocce del deserto, mentre fra le 100 specie di rettili originari del paese ci sono Keren Kayemet – Il Fondo camaleonti, serpenti e lucertole. N a z i o na le E braico f u fondato nel 1901 allo scopo Tutela della Natura di acquistare terre per gli Nell'ambito degli sforzi tesi a tutelare insediamenti agricoli ebraici, l'ambiente naturale, sono state emanate come pure per attuare leggi restrittive per la protezione della progetti di sviluppo, bonifica natura e della selvaggina, rendendo illegale e imboschimento nella Terra persino cogliere i fiori più comuni sui bordi d’Israele. Al conseguimento delle strade. Incaricata di promuovere la dell'indipendenza di Israele preservazione della natura, l'Autorità per i (1948), il KKL, con fondi Parchi e per la Natura d'Israele (INPA) lotta raccolti da Ebrei di tutto il per la tutela del paesaggio e dell'ambiente mondo, aveva acquistato naturale. Sparse nel paese e sotto la circa 96.000 ettari di terra, supervisione dell'Autorità vi sono oltre la maggior parte dei quali 150 riserve naturali e 65 parchi nazionali, doveva essere bonificata che coprono quasi circa 1.000 kmq. Circa dopo secoli d'abbandono, 20 riserve sono state sviluppate per l'uso e aveva piantato circa 4,5 pubblico, con centri per visitatori e sentieri milioni di alberi sulle colline per escursioni che attraggono più di due rocciose del paese. milioni di persone l'anno. Una delle zone più importanti d'Israele, il Monte Carmelo, Oggi oltre 200 milioni di è stata dichiarata Riserva della Biosfera, alberi nelle foreste e nei nel contesto del programma dell'UNESCO boschi che ricoprono circa "l'uomo e la biosfera".
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Sono centinaia le piante e gli animali protetti, fra questi la quercia, la palma, la gazzella, lo stambecco, il leopardo e l'avvoltoio, mentre sono state intraprese speciali operazioni Uno di soccorso, per assicurare la sopravvivenza di alcune stambecco • specie esposte al pericolo d'estinzione. Si M.F.A. sono allestite stazioni per il nutrimento di lupi, iene e volpi, come pure località sicure per la nidificazione degli uccelli. Le uova di tartarughe marine vengono raccolte regolarmente dalle coste mediterranee e covate in incubatrici, e le giovani tartarughe sono poi restituite al mare. Con oltre 500 milioni di uccelli migratori che passano sopra il paese ogni anno, Israele è divenuto 120.000 ettari, forniscono agli un punto d'osservazione di uccelli noto a israeliani una vasta gamma di livello internazionale e un punto focale per opportunità per gite ricreative la ricerca e la cooperazione internazionali. e per apprezzare la natura. Un attento monitoraggio delle rotte Mentre continua la sua migratorie degli uccelli aiuta a prevenire attività di rimboschimento collisioni tra uccelli e aerei. Un sito internet e di salvaguardia delle foreste, (http://birds.org.il) sviluppato in Israele il KKL costruisce parchi e siti con il motto "Gli uccelli non conoscono riservati allo svago, prepara confini", mette in contatto bambini di infrastrutture per nuove tutto il mondo per un progetto educativo comunità, realizza vari progetti e di ricerca. per la raccolta d’acqua ed è un partner attivo negli sforzi Ispirati da un profondo senso di retaggio, per la tutela ambientale in si stanno compiendo sforzi per preservare tutto il paese. e reintrodurre piante e fauna esistenti in
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periodo biblico e che sono da allora scomparse dalla regione o che sono minacciate dal rischio d'estinzione. Neot Kedumim, una riserva panoramica nel centro del paese, dedita alla raccolta e alla conservazione di varietà di piante menzionate nella Bibbia e ancora esistenti, ha creato vasti giardini con la flora originaria delle diverse aree geografiche nella Terra d'Israele dei tempi antichi. I progetti Hai Bar per la vita selvatica nell'Aravà e sul Monte Carmelo sono stati creati per reintrodurre nei loro precedenti habitat naturali, specie di animali che un tempo vagavano per le colline e per i deserti della Terra d'Israele. Tra gli animali attualmente allevati vi sono struzzi, daini persiani, stambecchi, orici, onagri e asini selvatici somali. Riserva naturale del Monte Carmelo • ALBATROSS
La consapevolezza del pubblico per la preservazione della natura viene promossa nelle scuole e nell'ambito dell'intera popolazione, per mezzo di escursioni guidate, pubblicazioni e campagne d'informazione. La Società per la Protezione della Natura in Israele, la maggiore organizzazione ambientalista del paese, ha condotto decine di campagne contro la distruzione di ecosistemi e paesaggi a causa di uno sviluppo sconsiderato. Il suo programma educativo comprende 10 campi scuola, 4 centri per l'osservazione degli uccelli, 5 centri urbani per la natura e 10 succursali locali.
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TUTELA DELL'AMBIENTE La rapida crescita della popolazione e la progressiva espansione di agricoltura e industria hanno contribuito al deterioramento dell'ambiente, in particolar modo nella zona costiera, dove sono concentrati più della metà della popolazione d'Israele e la maggior parte delle sue industrie. Per combattere l'inquinamento delle coste del Mediterraneo e del Mar Rosso, Israele ha adottato un programma multifunzionale di controllo, legislazione, applicazione, pulizia delle coste e cooperazione internazionale, principalmente nel contesto del Piano d'Azione Mediterraneo. In condizioni di scarsità d'acqua e di sviluppo intensivo, il degrado della qualità delle acque costituisce un problema critico. Le principali cause dell'inquinamento delle acque del suolo sono i fertilizzanti chimici, i pesticidi, le infiltrazioni dell'acqua marina e le acque di scarico domestiche e industriali. È stata data alta priorità al trattamento delle acque di scarico, al fine di prevenirne gli effetti sull'ambiente e sulla salute pubblica, ma anche per sviluppare una ulteriore fonte idrica per l'irrigazione agricola. Un piano, recentemente approvato, per la gestione idrica prevede la desalinizzazione delle acque marine e salmastre, un miglioramento nel trattamento delle acque di scarico da riciclare, un'efficiente produzione idrica e la tutela delle acque. È stato intrapreso un piano di risanamento per i corsi
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d'acqua inquinati, allo scopo di trasformarli in risorse di acqua fresca con valore ecologico e ricreazionale. Anche la qualità dell'acqua potabile è strettamente supervisionata. I fattori che incidono sulla qualità dell'aria comprendono la produzione energetica, i trasporti e l'industria, e tutti e tre i fattori hanno registrato una drastica crescita negli ultimi anni. L'utilizzo di carburante a basso contenuto sulfureo per la produzione energetica ha aiutato a ridurre in maniera considerevole la concentrazione di biossido di zolfo, ma le emissioni inquinanti legate alla crescita del traffico automobilistico sono aumentate significativamente. Per attenuare il problema, sono stati introdotti benzina senza piombo, marmitte catalitiche e un basso contenuto sulfureo nel carburante diesel. Un sistema di monitoraggio nazionale fornisce informazioni aggiornate sulla qualità dell'aria in tutto il paese. Israele aspira a conformarsi alle risoluzioni internazionali sulla riduzione dell'ozono e sui mutamenti climatici. La rapida crescita della popolazione, lo standard di vita e i consumi, hanno portato ad aumenti significativi, nell'ordine del 4-5% annuo, nei rifiuti solidi. La maggior parte delle discariche illegali di rifiuti del paese è stata chiusa negli ultimi anni e sostituita con discariche ecologiche. Vengono compiuti degli sforzi a favore del trattamento integrato di rifiuti solidi, che comprenderà riduzione, riciclo, recupero e incenerimento. Alcune recenti norme sul riciclaggio
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dovrebbero facilitare il passaggio alla tecnologia con emissione di rifiuti bassa o nulla. Il trattamento “dalla culla alla tomba" di sostanze pericolose, si poggia su licenze, regolamentazione e supervisione su tutti gli aspetti della loro produzione, del loro uso, del loro trattamento e del loro smaltimento. L'applicazione delle normative, la realizzazione di un piano di emergenza nazionale per una risposta integrata d'emergenza agli incidenti, riparazione e potenziamento dei siti nazionali per rifiuti pericolosi, dovrebbero ridurre i potenziali pericoli per la salute e per l'ambiente. L'applicazione delle normative ambientali è un'alta priorità, assieme all'educazione ambientale, dalla scuola materna fino all'università. Il pubblico prende attivamente parte all'applicazione della normativa ambientale, per la salvaguardia della fauna e per la lotta ai rifiuti, avendo la facoltà di denunciare eventuali violazioni delle leggi. Vengono sempre più utilizzati anche strumenti economici, per promuovere il miglioramento dell'ambiente, tanto sotto forma di sovvenzioni finanziarie a industrie che investono nella prevenzione all'inquinamento, quanto sotto forma di tasse e imposte a chi inquina. In linea con i principi dello sviluppo sostenibile, gli sforzi sono diretti verso la tutela delle risorse e la prevenzione dell'inquinamento, in tutti i settori economici.
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INFRASTRUTTURE
Stazione di trasmissione satellitare, Emek Ha'ela • ALBATROSS
Comunicazioni: Israele è collegata con le principali reti di dati commerciali, finanziari e accademici nel mondo ed è perfettamente integrata nei sistemi di comunicazione internazionali che fanno uso di linee subacquee a fibre ottiche e di collegamenti satellitari. Il paese si colloca ai primi posti, su base pro capite, per linee telefoniche, apparecchi di computer e utenti internet. Israele è stato uno dei primi paesi al mondo ad avere raggiunto il 100% di digitalizzazione nella propria rete telefonica convenzionale, fatto, questo, che permette di fornire agli abbonati un'ampia gamma di servizi all'avanguardia. Inoltre, Israele ha una delle più alte percentuali di penetrazione al mondo di telefoni cellulari. I servizi postali operano in tutta Israele e la collegano con la maggioranza dei paesi esteri. Il Servizio Filatelico ha emesso più di 1500 francobolli. Molti artisti israeliani famosi hanno contribuito a creare carte telefoniche, e alcune di queste sono già divenute dei classici e sono molto ricercate dai collezionisti.
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Strade: in un paese di brevi distanze come Israele, automobili, autobus e autocarri sono i principali mezzi di trasporto. Negli ultimi anni la rete stradale è stata notevolmente ampliata e migliorata per venire incontro al rapido aumento del numero di veicoli, così come per rendere accessibili anche le comunità più remote. La Trans-Israele (N° 6), un'autostrada a varie corsie che è stata la prima in Israele ad essere a pagamento, è ormai costruita per la gran parte dei suoi 300 km di lunghezza: parte da Beer Sheva, nel sud, e si biforca fino a Nahariya, nel nord. Questa autostrada, rende possibile l'aggiramento di aree densamente popolate, alleggerendo in questo modo la congestione del traffico e offrendo un rapido accesso alle principali regioni del paese. Ferrovie: le Ferrovie Israeliane effettuano servizi per passeggeri tra Tel Aviv, Haifa, Nahariya, Beer Sheva e Dimona. Servizi merci operano anche più a Sud, servendo il porto di Ashdod, le città di Ashkelon e Beer Sheva e le cave minerarie a Sud di Dimona. Negli ultimi anni sia il trasporto merci che quello passeggeri hanno registrato un incremento. Per aiutare a ridurre i problemi causati dall'aumento della densità del traffico stradale, si stanno ora istituendo, facendo uso di binari già esistenti e migliorati, servizi di transito ferroviario rapido nelle aree di Tel Aviv e Haifa, effettuati in coordinazione con linee d'autobus
Snodo autostradale Ayalon • ALBATROSS
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di raccordo. Molti degli antiquati vagoni ancora in uso, sono in fase di sostituzione con vetture moderne, dotate di aria condizionata, mentre sta entrando in funzione un altrettanto moderno impianto di manutenzione meccanica delle ferrovie. A Gerusalemme è in costruzione un sistema di trasporto ferroviario "leggero". Porti marittimi: gli antichi porti di Giaffa (Yafo), Cesarea ed Acri (Akko), sono stati rimpiazzati da tre porti moderni e con fondali profondi, a Haifa, Eilat e Ashdod, che servono la navigazione internazionale. Haifa oggi è uno dei maggiori porti per container del Mar Mediterraneo, come pure un trafficato terminal passeggeri. Il porto di Ashdod è utilizzato principalmente per il trasporto marittimo di merci, mentre il porto di Eilat, sul Mar Rosso, collega Israele all'emisfero meridionale e all'Estremo Oriente. Inoltre un porto per navi cisterna ad Ashkelon accoglie carichi di combustibile, mentre a Hadera è attivo un impianto di scarico diretto per navi che riforniscono di carbone la vicina stazione elettrica. Riconoscendo il fatto che la posizione geografica d'Israele offre al Paese il potenziale per diventare un paese di transito per passeggeri e merci, l'Autorità Portuale e Ferroviaria ha concepito un progetto-guida a lungo termine, per venire incontro alle future necessità di trasporto. Tra le altre priorità, è richiesto lo sviluppo di un moderno sistema ferroviario, con l'uso di materiali all'avanguardia in tutte
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le fasi delle sue operazioni di terra e di mare, e istituendo una rete di sistemi computerizzati per controllare e supervisionare l'insieme dei suoi servizi. Aeroporti: l'aeroporto internazionale Ben-Gurion (a 25 minuti da Tel Aviv, e a 50 minuti da Gerusalemme) è il principale e più ampio terminal aereo d'Israele. A causa del rapido incremento nel numero degli arrivi e delle partenze di passeggeri, l'aeroporto è stato di recente largamente ampliato con nuovi modernissimi terminal. Voli Charter, provenienti prevalentemente dall'Europa, e tratte aeree interne, sono serviti dall'aeroporto di Eilat al Sud, da piccoli aeroporti nei dintorni di Tel Aviv e Gerusalemme al centro del paese e da quello di Rosh Pina al Nord. Architettura attraverso le epoche: lo stile degli edifici urbani in Israele offre una grande varietà: da strutture dei secoli passati, a solidi edifici ispirati dai rinomati architetti dell'Europa precedente alla Seconda Guerra Mondiale, fino a blocchi di appartamenti frettolosamente costruiti per alloggiare i nuovi immigrati, durante i primi anni dello stato; da zone residenziali accuratamente progettate, a grattacieli di cemento e vetro adibiti a uffici e a lussuosi alberghi.
Tel Aviv: Centro Suzanne Dellal per la Danza e il Teatro, quartiere di Neve Tzedek • Ministero del Turismo
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VITA URBANA Circa il 92% degli israeliani vive in aree urbane. Molte cittadine e cittĂ moderne, unendo il vecchio e il nuovo, sono costruite su siti noti fin dall'antichitĂ , tra i quali Gerusalemme, Safed, Beer Sheva, Tiberiade e Akko.
Haifa 264.800 Hadera 78.200 Netanya 179.000 Herzliya 84.400 Ra'anana 73,200 Kfar Sava 82.900 Bnei Brak 153.300 Petach Tikva 193.900 Ramat Gan 134.300 Tel Aviv-Yafo 392.500 Bat Yam 128,900 Rishon Lezion 226,100 Holon 170,600 Rehovot 108,300 Lod 67,500 Ashdod 209,200 Ashkelon 110,400
Metulla 1,500 Kiryat Shmona 22,200 Safed 28,600 Tiberiade 39,800 Carmiel 44,700 Nazaret 66,400 Gerusalemme 763,600 Kiryat Gat 47,900 Beer Sheva 187,200 Eilat 46,600
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Altre, come Rehovot, Hadera, Petah Tikva e Rishon Le-Zion, sono nate come villaggi agricoli nell'era del pre-stato, e si sono gradualmente evolute fino a diventare importanti centri abitati. Cittadine in via di sviluppo, quali Carmiel e Kiryat Gat, furono costruite nei primi anni dello Stato, tanto per accogliere la rapida crescita della popolazione provocata dall'immigrazione di massa, quanto per contribuire alla distribuzione della popolazione in tutto il paese e alla promozione di un'economia di scambio, in cui zone rurali e urbane fossero strettamente legate attraverso la creazione di industrie e servizi in zone precedentemente non popolate. Gerusalemme, situata sulle Colline della Giudea, è la capitale d'Israele, la sede del governo e il centro storico, spirituale e nazionale del popolo ebraico fin da quando il Re Davide ne fece la capitale del suo regno, circa 3.000 anni fa. Santificata dalla religione e dalla tradizione, da luoghi santi e case di culto, è venerata da Ebrei, Cristiani e Musulmani di tutto il mondo. Fino al 1860 Gerusalemme era una città cinta dalle mura e costituita da quattro quartieri: ebraico, musulmano, armeno e cristiano. A quel tempo, gli Ebrei, che da
Veduta dal Monte degli Ulivi • I. Sztulman
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allora costituirono la maggioranza della sua popolazione, iniziarono a fondare nuovi quartieri fuori dalle mura, creando il nucleo della moderna Gerusalemme. Durante i tre decenni dell'amministrazione britannica (1918-48) la città si mutò gradualmente da provinciale e trascurata, quale era sotto l'Impero Ottomano (1517-1917), in una fiorente metropoli, con numerosi nuovi quartieri residenziali che riflettono ciascuno il carattere del particolare gruppo che vi abita. A seguito degli assalti arabi contro lo Stato d'Israele appena fondato, la città fu divisa (1949) tra Israele e Giordania, e per i successivi diciannove anni mura di cemento e filo spinato hanno separato una parte dall'altra. Gerusalemme è stata riunificata a seguito della Guerra dei Sei Giorni, nel 1967. Oggi Gerusalemme, con i suoi 763.000 abitanti, è la più grande città d'Israele. Allo stesso tempo antica e moderna, è una città di diversità, con abitanti che rappresentano una mescolanza di culture e nazionalità, con stili di vita talvolta consoni a quelli di persone osservanti della religione e in altri casi di laici. È una città che preserva il suo passato e costruisce per il futuro, con siti storici accuratamente restaurati, aree verdi fornite di bei panorami, moderne zone commerciali, parchi industriali e periferie in espansione che attestano la sua continuità e vitalità.
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Tel Aviv-Yafo, una città moderna sulla costa mediterranea, è il centro commerciale e finanziario d'sraele oltre a essere il cuore della sua vita culturale. La maggior parte delle organizzazioni industriali, la borsa valori, i maggiori quotidiani e periodici, le case editrici, hanno posto qui il loro quartier generale. Tel Aviv, la prima città completamente ebraica nei tempi moderni, fu fondata nel 1909 come periferia di Giaffa, uno dei più antichi insediamenti urbani al mondo. Nel 1934 Tel Aviv ottenne lo status di municipalità, e quando, nel 1950, essa si fuse con Giaffa, il nuovo comune assorbì l'antica città, assumendo il nome in ebraico di Tel Aviv-Yafo. L'area che circonda l'antico porto di Yafo è divenuta una colonia d'artisti e un centro turistico, con gallerie d'arte, ristoranti e locali notturni. La "Città Bianca" di Tel Aviv, un vasto complesso di costruzioni edificate nello stile del Movimento Modernista tra gli anni '30 e gli anni '50 del Novecento, è stata riconosciuta dall'UNESCO come sito del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Haifa, situata sul Mar Mediterraneo, si inerpica dalla linea costiera fin sopra i pendii del Monte Carmelo. È costruita su tre livelli topografici: la città bassa, parzialmente su terra recuperata dal mare, è il centro commerciale con le strutture portuali; il livello intermedio è un'antica area residenziale; il livello superiore, che consiste in moderni quartieri in rapida
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espansione con strade alberate, parchi e pinete, che guardano alle zone industriali e alle spiagge sabbiose sulla costa dell'ampia baia che si stende al di sotto. Importante porto dai fondali profondi, Haifa è un centro di scambi e di commercio internazionali. Essa serve anche da centro amministrativo del nord d'Israele.
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Safed (Zfat), inerpicata sulle montagne della Galilea, è un popolare luogo di vacanza estiva e una località turistica, con un quartiere di artisti e con sinagoghe centenarie. Nel XVI secolo Safed era il più importante centro di studi e di creatività ebraici al mondo - luogo di raduno di rabbini, studiosi e mistici, che posero le basi di leggi religiose e precetti, molti dei quali sono ancora oggi seguiti dagli Ebrei osservanti. Tiberiade, sulle sponde del Lago Kinneret (Mare della Galilea), è famosa per le sue terme d'acque terapeutiche. Oggi la cittadina è un attivo centro turistico lacustre, dove reperti archeologici del passato si alternano a moderne abitazioni e alberghi. Fondata nel I secolo, in onore dell'imperatore romano Tiberio da cui prende nome, essa divenne un centro di studi ebraici e la sede di una rinomata accademia rabbinica.
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Beer Sheva, nel Neghev settentrionale, è situata al crocevia di strade che portano al Mar Morto e a Eilat. È una nuova città costruita su un antico sito che risale al periodo dei Patriarchi, circa 3.500 anni fa. Chiamata la “Capitale del Neghev", Beer Sheva è un centro amministrativo ed economico, con uffici governativi regionali e istituzioni per la sanità, l'istruzione e la cultura che servono l'intera regione meridionale d'Israele.
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Eilat, è la città più meridionale del paese, funge da sbocco sul Mar Rosso e sull'Oceano Indiano. Nel suo moderno porto, che si ritiene sia stato costruito sul luogo dove era situato un porto usato già al tempo di Re Salomone, viene condotto il commercio d'Israele con l'Africa e l'Estremo Oriente. Inverni caldi, straordinari scenari subacquei, belle spiagge, sport d'acqua, lussuosi alberghi e la possibilità di essere raggiunta dall'Europa per mezzo di voli charter diretti, hanno fatto di Eilat una fiorente stazione turistica per tutto l'anno. Dalla dichiarazione di pace tra Israele e la Giordania (1994) sono stati intrapresi progetti congiunti di sviluppo con la vicina città di Aqaba, principalmente per lanciare il turismo nell'area.
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VITA RURALE
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Circa l'8% della popolazione israeliana vive in aree rurali, in villaggi e nelle due singolari strutture cooperative, il kibbutz e il moshav, che si svilupparono nel paese all'inizio del XX secolo. Villaggi di varie dimensioni sono abitati principalmente da arabi e drusi (questi ultimi costituiscono l'1,7 % della popolazione d'Israele). La terra e le case sono proprietà private e i contadini coltivano e vendono i loro raccolti individualmente. Una minoranza all'interno del settore arabo, i Beduini Arabi tradizionalmente nomadi (si stima siano circa 170.000 persone) sta attualmente attraversando un processo di urbanizzazione, che riflette la transizione da una società tradizionale a uno stile di vita stabile e moderno. Il kibbutz è un'unità sociale ed economica autonoma; le sue decisioni sono prese dall'assemblea generale dei propri membri, e la proprietà e i mezzi di produzione sono di proprietà comune. Oggi l'1,7% della popolazione vive in 267 kibbutzim [plurale di kibbutz - n.d.t.]. Ai membri sono assegnati lavori in vari settori dell'economia del
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kibbutz: per tradizione la colonna portante dell'agricoltura israeliana, oggi i kibbutzim si occupano sempre più anche di industria, turismo e servizi. Molti kibbutzim hanno modificato il proprio tradizionale approccio collettivo e si trovano a vari livelli e stadi di privatizzazione. Il moshav è un insediamento rurale in cui ogni famiglia mantiene la propria azienda agricola e la propria abitazione. In passato la cooperazione si estendeva agli acquisti e alle vendite, ma oggi gli agricoltori del moshav hanno scelto di essere economicamente più indipendenti. 441 moshavim [plurale di moshav – n.d.t.) e moshavim shitufi'ìm costituiscono circa il 3,4% della popolazione e forniscono buona parte della produzione agricola d'Israele. L'yishuv kehilatì (insediamento comunitario) è una nuova forma di insediamento rurale, rappresentato da 107 comunità, ognuna formata da nuclei che possono avere le dimensioni di alcune dozzine fino a centinaia di famiglie. Sebbene ciascuna famiglia sia completamente indipendente dal punto di vista economico e la maggior parte dei membri lavorino fuori della comunità, il livello di partecipazione volontaria dei membri alla vita comunitaria è molto alto. L'istituzione dirigente centrale è l'Assemblea Generale, formata dai capifamiglia di ciascun nucleo; questa stabilisce e approva nella sua riunione annuale il bilancio della
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comunità. Ma assieme alle commissioni direttive e di supervisione, un gran numero di gruppi di lavoro si occupa di educazione, cultura, gioventù, finanza e così via. Una segreteria retribuita conduce gli affari quotidiani secondo le decisioni degli organi eletti. Nuovi membri sono accettati solamente con l'approvazione della comunità.
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IL POPOLO La Società Ebraica
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Comunità di Minoranza
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Libertà religiosa
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Per gentile concessione del Museo d'Israele, Gerusalemme
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IL POPOLO Israele è la dimora di una popolazione molto eterogenea, proveniente da svariati retroterra etnici, religiosi, culturali e sociali. Una nuova società con radici antiche, ancora oggi in fase di fusione ed evoluzione. Dei suoi circa 7,5 milioni di abitanti, il 75,5 per cento è composto da Ebrei, il 20,4 per cento sono Arabi (principalmente musulmani), e il rimanente 4,1 per cento comprende i Drusi, i Cerchessi e altri, non classificati per religione. La società è relativamente giovane e caratterizzata da impegno sociale e religioso, da ideologia politica, intraprendenza economica e creatività culturale, tutte caratteristiche che danno un impulso dinamico al suo continuo sviluppo.
)' א: (תהלים קל"ג.הנה מה טוב ומה נעים שבת אחים גם יחד
…guarda come è bello e piacevole per i fratelli stare insieme (Salmi 133,1)
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LA SOCIETÀ EBRAICA La lunga strada verso Casa Dopo l'espulsione della gran parte di loro dalla Terra d'Israele circa 2.000 anni fa, gli Ebrei furono dispersi in altri paesi, principalmente in Europa, nel Nord Africa e nel Medio Oriente. Nel corso dei secoli essi fondarono diverse grandi comunità ebraiche in terre vicine e lontane dove vissero lunghi periodi di crescita e prosperità, ma furono anche soggetti a periodi di dura discriminazione, pogrom brutali e totali o parziali espulsioni. Ogni ondata di persecuzioni e violenze rinforzò la loro fede nel concetto di "riunione degli esiliati" e ispirò individui e gruppi a fare ritorno alla loro patria ancestrale. Il movimento Sionista, fondato alla fine del XIX secolo, trasformò il concetto in un modo di vita, e lo Stato d'Israele lo tradusse in legge, assicurando la cittadinanza a ogni Ebreo che desideri stabilirsi nel paese.
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Formazione di una nuova società La base politica, economica e culturale della società ebraica contemporanea d'Israele si è in gran parte formata durante il dominio britannico (1917-1948). Ideologicamente motivata dal Sionismo, la comunità ebraica in Terra d'Israele sviluppò istituzioni sociali e politiche che esercitarono autorità senza sovranità, con ogni settore mobilitato per il consolidamento e la crescita. Il volontariato era la sua spina dorsale politica, e l'egualitarismo il suo collante sociale. Il conseguimento dell'indipendenza politica e l'immigrazione di massa che gli fece seguito, raddoppiando la popolazione ebraica d'Israele da 650.000 a circa 1,3 milioni nei primi quattro anni della costituzione dello Stato (1948-1952), modificarono la struttura e il tessuto della società israeliana. Il raggruppamento sociale che ne risultò era composto da due gruppi principali: una maggioranza comprendente in prevalenza comunità sefardite, coloni veterani di origine askenazita e sopravvissuti alla Shoàh provenienti dall'Europa del dopoguerra; e una grande minoranza composta di nuovi immigranti Ebrei dai paesi islamici del Nord Africa e del Medio Oriente. Mentre la maggior parte della popolazione del pre-stato era legata a forti convinzioni ideologiche, a uno spirito pionieristico e a uno stile di vita democratico, molti degli Ebrei che erano vissuti per secoli in terre arabe erano
Tel Aviv: un evento sulla spiaggia • Ministero del Turismo
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legati a un'organizzazione sociale patriarcale, e trovarono difficile integrarsi nella società israeliana e nell'economia in rapida fase di sviluppo.
Immigrati etiopi arrivati da Addis Abeba con l'operazione "Salomone" • G.P.O. / Ts. Israeli
Nei tardi anni '50 i due gruppi coesistevano senza avere praticamente alcuna interazione sociale e culturale: gli Ebrei il cui retroterra culturale era del Nord Africa e del Medio Oriente esprimevano la loro frustrazione e alienazione in proteste contro il governo, le quali, negli anni '60 e '70, si trasformarono in vere e proprie richieste di maggiore partecipazione politica, di stanziamenti di risorse che venissero a colmare le differenze e di azioni concrete, per aiutare a ridurre il divario tra questi e la maggior parte degli israeliani. In aggiunta alle tensioni generate dalle diversità della sua popolazione durante quegli anni, la società israeliana fu anche chiamata a lottare per l'indipendenza economica e per difendersi da azioni belliche condotte dagli arabi lungo i confini. Ciononostante, i denominatori comuni di religione, memoria storica e coesione nazionale all'interno della società ebraica, si rivelarono forti abbastanza da permetterle di fronteggiare le sfide che le si ponevano davanti. Il Continuo Raduno Nel corso degli anni Israele ha continuato ad accogliere nuovi immigrati in piccoli o grandi numeri, provenienti da paesi liberi
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del mondo occidentale così come da aree indigenti. La più recente ondata d'immigrazione di massa comprende membri dell'ampia comunità ebraica dell'ex Unione Sovietica, che ha lottato per anni per il diritto a emigrare in Israele. Mentre negli anni '70 erano riusciti a giungere nel paese circa in 100.000, dal 1989 sono oltre un milione coloro che si sono stabiliti nel Paese. Tra i nuovi arrivati vi erano molti professionisti con un alto livello di istruzione, scienziati rinomati e artisti e musicisti acclamati, la cui esperienza e il cui talento stanno contribuendo significativamente alla vita economica, scientifica, accademica e culturale d'Israele. Gli anni '80 e '90 sono stati testimoni dell'arrivo di due imponenti ponti aerei dell'antica comunità ebraica d'Etiopia, che la credenza popolare fa risalire ai tempi di Re Salomone. Mentre il passaggio di questi 50.000 immigrati da un ambiente agricolo africano a una società occidentale industrializzata richiederà del tempo, il forte desiderio dei loro giovani di adattarsi, solleciterà l'assorbimento di questa comunità ebraica a lungo rimasta isolata. Diversità Religiosa Sin dai tempi biblici, gli Ebrei sono stati un popolo con una fede monoteistica - l'Ebraismo – che racchiudeva tanto un significato religioso quanto nazionale.
Gerusalemme: Ebrei Chassidici in un quartiere ultraortodosso • Ministero del Turismo
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Nel XVIII secolo la maggior parte degli Ebrei del mondo viveva in Europa orientale, dove era confinata in ghetti e aveva limitate interazioni con le società intorno a sé. All'interno delle loro comunità, essi conducevano i propri affari rimanendo legati al corpo di leggi ebraiche (Halakhà) che era stato sviluppato e codificato da studiosi della religione nel corso di molti secoli.
I.Sztulman, per gentile concessione del Museo dell'Arte Ebraica U. Nahon
Lo spirito di emancipazione e di nazionalismo che dilagò nell'Europa del XIX secolo generò lo sviluppo di un approccio più liberale all'istruzione, alla cultura, alla filosofia e alla teologia. Esso diede anche origine a diversi movimenti ebraici, alcuni dei quali si svilupparono lungo linee religiose liberali, mentre altri sposarono ideologie nazionali e politiche. Come risultato, molti Ebrei, in definitiva, la maggioranza, abbandonarono l'ortodossia e lo stile di vita ad essa legato, lottando per integrarsi completamente nella società circostante. La società ebraica in Israele è oggi costituita da Ebrei osservanti e non, con un arco che va dagli ultraortodossi fino a coloro che si considerano laici. Le differenze tra loro non sono tuttavia sempre così nette. Se l'ortodossia è determinata dal grado di aderenza alle leggi e alle pratiche religiose ebraiche, si può allora dire che il 20% degli Ebrei israeliani adempie a tutti i precetti religiosi, il 60% segue una qualche forma di combinazione delle leggi secondo scelte personali e tradizioni etniche, e
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il 20% è essenzialmente non osservante. Ma poiché Israele è stato concepito come Stato ebraico, lo Shabbàt (il Sabato), tutte le festività ebraiche e i giorni sacri sono stati istituiti come feste nazionali e sono celebrati dall'intera popolazione ebraica e osservati da tutti, in misura maggiore o minore. Altri indicatori del livello di aderenza religiosa potrebbero essere la percentuale dei genitori che scelgono di dare ai propri figli un'istruzione orientata religiosamente o la percentuale dei votanti che danno il proprio voto a partiti religiosi alle elezioni nazionali. Il significato di tali statistiche, comunque, è incerto, in quanto genitori non osservanti possono iscrivere i loro bambini in scuole religiose così come molti cittadini ortodossi votano per partiti politici non religiosi. Fondamentalmente, la maggioranza può essere definita come composta da Ebrei laici che manifestano stili di vita moderni, con livelli differenziati di rispetto e di pratica dei precetti religiosi. All'interno di questa maggioranza vi sono molti che seguono un modo di vita tradizionale modificato, scegliendo di far parte di una delle correnti religiose liberali. All'interno della minoranza osservante, sia sefardita che askenazita, vi sono molti che aderiscono a un modo di vita religioso, regolato dalla legge religiosa ebraica,
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prendendo allo stesso tempo parte alla vita nazionale del paese. Questi considerano lo Stato Ebraico moderno quale primo passo verso la venuta del Messia e la redenzione del popolo ebraico nella Terra d'Israele. Di contro, gli Ebrei ultraortodossi credono che la sovranità ebraica nella Terra, possa essere ristabilita solo dopo la venuta del Messia. Mantenendo una stretta aderenza alla legge religiosa ebraica, essi risiedono in quartieri separati, frequentano proprie scuole, vestono abiti tradizionali, mantengono ruoli distinti per uomini e donne e conducono uno stile di vita strettamente limitato. Dinamiche inter-ebraiche Dal momento che non vi è una netta separazione tra religione e stato, la questione relativa alla misura in cui Israele debba manifestare la propria identità religiosa è sempre stata un motivo centrale di discussione fra le comunità. Mentre il gruppo ortodosso cerca di portare la legislazione religiosa aldilà della sfera personale, sulla quale esso ha giurisdizione esclusiva, il settore non-osservante considera questo fatto come coercizione religiosa e una violazione della natura democratica dello stato. Una delle questioni problematiche in continua discussione, ruota intorno agli elementi richiesti per definire una persona "Ebreo". Il settore ortodosso sostiene che la determinazione di Ebreo si ha quando si è nati da madre ebrea, o ci si converte nello stretto rispetto della legge ebraica, mentre
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Kibbutz: giovani lavoratori in un boschetto di datteri • Kibbutz: giovani nei pressi di una stalla • Ministero del Turismo
gli Ebrei laici sostengono generalmente una definizione basata sul criterio civile di identificazione dell'individuo con l'ebraismo. Questi conflitti d'interesse hanno dato inizio a una ricerca dei significati legali di come definire la demarcazione tra religione e Stato. Fin quando non si troverà una soluzione completa, l'autorità giace in un accordo non scritto, raggiunto alla vigilia dell'indipendenza d'Israele e noto come status quo, in cui si conviene che non saranno apportati cambiamenti fondamentali alla condizione della religione. La società del kibbutz Contesto sociale ed economico unico nel suo genere, basato su principi egualitari e comunitari, il kibbutz è nato dalla società pionieristica del paese agli inizi del XX secolo e si è sviluppato in un modo di vita rurale permanente. Nel corso degli anni esso ha costruito una prosperosa economia, all'inizio principalmente agricola, più tardi ampliata con aziende industriali e servizi, distinguendosi per i contributi dei propri membri alla costituzione e alla costruzione dello stato. Nel periodo precedente la fondazione dello stato e nei primi anni dopo la fondazione d'Israele, il kibbutz ha assunto funzioni
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centrali nell'insediamento, nell'immigrazione e nella difesa, ma quando queste sono state trasferite al governo, l'interazione tra il kibbutz e la parte principale del Paese è venuta a diminuire. La sua centralità come avanguardia per lo sviluppo sociale e istituzionale si è ridotta e, dagli anni '70, la sua forza politica, che nei primi tempi superava la sua reale rappresentanza, è declinata. Ad ogni modo, la partecipazione dei kibbutzim al prodotto nazionale ha continuato ad essere significativamente maggiore rispetto alla loro proporzione nella popolazione. Negli ultimi decenni il kibbutz è diventato più introspettivo, enfatizzando la realizzazione individuale e la crescita economica. In molti kibbutzim, l'etica del lavoro basata sul "fai da te" è divenuta meno rigida, quando il tabù sul lavoro salariato nel kibbutz si è indebolito e viene impiegato un maggior numero di lavoratori non-membri che vengono retribuiti. Allo stesso tempo, un numero sempre maggiore di membri di kibbutzim lavora al di fuori, e il loro salario viene versato al kibbutz stesso. Il kibbutz di oggi è il risultato delle conquiste di tre generazioni. I fondatori, motivati da forti convinzioni e da una decisa ideologia, hanno formato una società con un modo di vita unico. I loro figli, nati all'interno di una struttura sociale esistente, hanno lavorato duramente per consolidare le basi economiche, sociali e amministrative della propria comunità. La attuale generazione, cresciuta in
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una società ben consolidata, è alle prese con le sfide della vita contemporanea. Oggi, gran parte della discussione s'incentra tanto sulla futura natura delle relazioni e delle reciproche responsabilità tra l'individuo e la comunità del kibbutz, quanto sulle diramazioni per la società dei recenti sviluppi nella tecnologia e nelle comunicazioni. Alcuni temono che nell'adattarsi alle circostanze in cambiamento, il kibbutz si stia pericolosamente allontanando dai suoi principi e valori originari, altri ritengono che questa abilità a trovare il compromesso e all'adattamento, sia la chiave per la sua sopravvivenza.
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COMUNITÀ DI MINORANZA Circa un milione e ottocentomila persone, che costituiscono circa il 24% della popolazione d'Israele, sono non Ebrei. Sebbene definiti collettivamente come cittadini arabi d'Israele, essi comprendono un certo numero di gruppi differenti, prevalentemente arabofoni, ciascuno con caratteristiche distinte.
Città Vecchia di Gerusalemme: la Via Dolorosa e lo shuk – il mercato nel Quartiere Musulmano • Ministero del Turismo
Arabi musulmani, oltre un milione e duecentomila persone, la maggior parte dei quali sunniti, risiedono principalmente in piccole città e in villaggi, oltre la metà dei quali si trova al Nord del paese. Arabi beduini, anch'essi musulmani (stimati in circa 250.000), appartengono a circa 30 tribù, la maggioranza delle quali sparse su una vasta area al Sud e altre nel nord. In precedenza pastori nomadi, i beduini si trovano oggi in una fase di transizione da un contesto sociale tribale a una società stabilmente insediata, e stanno gradualmente inserendosi nella forza lavoro d'Israele. Arabi cristiani, circa 123.000, vivono principalmente nelle aree urbane, fra cui Nazaret, Shfar'am e Haifa. Sebbene
Beduini nella regione di Arava • Ministero del Turismo
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Ministero del Turismo
Anziani Drusi nel villaggio di Beit Jean • Ministero del Turismo
vi siano fra essi rappresentanti di molte denominazioni, la maggioranza è affiliata alle Chiese Greco-Cattolica, Greco-Ortodossa e Cattolica Romana. I Drusi, circa 122.000, parlano la lingua araba e vivono in 22 villaggi nel Nord d'Israele, costituendo una comunità culturale, sociale e religiosa separata. Sebbene la religione drusa non sia accessibile agli estranei, un aspetto conosciuto della sua filosofia è il concetto di taqìyya, che invita alla completa fedeltà dei suoi aderenti al governo del paese in cui essi risiedono. I Cerchessi, circa 4.000 persone concentrate in due villaggi al Nord, sono musulmani sunniti, sebbene essi non condividano né l'origine araba né il retroterra culturale della comunità islamica più ampia. Pur mantenendo un'identità etnica distinta, essi partecipano agli affari economici e nazionali d'Israele senza assimilarsi né alla società ebraica né alla comunità musulmana. La vita della Comunità Araba Le migrazioni arabe da e verso il paese hanno subito fluttuazioni a seconda delle condizioni economiche del momento. Nel tardo XIX secolo, quando l'immigrazione
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ebraica aveva stimolato la crescita economica, molti arabi furono attirati nell'area dalle opportunità d'impiego, dagli stipendi più alti e da migliori condizioni di vita. La maggior parte della popolazione degli arabi d'Israele vive in cittadine e villaggi autosufficienti in Galilea, fra cui la città di Nazareth, l'area centrale tra Hadera e Petah Tikva, il Neghev e in centri urbani misti come Gerusalemme, Acco (Acri), Haifa, Lod, Ramle e Yafo (Giaffa). La comunità araba d'Israele costituisce per lo più un settore della classe operaia in una società composta prevalentemente dalla classe media, un gruppo politicamente periferico in uno stato altamente centralizzato e una minoranza di lingua araba accanto a una maggioranza di lingua ebraica. Essenzialmente non assimilata, la comunità riesce a mantenere la propria identità distinta attraverso l'uso dell'arabo, seconda lingua ufficiale d'Israele, per mezzo di un sistema scolastico arabo/druso separato, mezzi di comunicazione, letteratura e teatro arabi, e grazie al mantenimento di tribunali confessionali arabi, drusi e cristiani indipendenti, che emettono sentenze in cause legate allo stato civile degli individui. Mentre tradizioni del passato sono ancora parte della vita quotidiana, un graduale indebolimento dell'autorità
Centro comunitario arabo • Per gentile concessione della Jerusalem Foundation / M. Lauber
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PLURALISMO E SEGREGAZIONE Essendo una società multietnica, multiculturale, multireligiosaemultilinguistica, Israele ha un alto livello di modelli di separazione informale. Sebbene i gruppi non siano separati da alcuna politica ufficiale, alcuni differenti settori all’interno d e l l a s o c i e t à s o n o, i n qualche forma, segregati e mantengono una loro forte identità culturale, religiosa, ideologica e/o etnica. Tuttavia, nonostante un livello abbastanza alto di spaccatura sociale, una certa disparità economica e una vita politica spesso surriscaldata, la società è relativamente equilibrata e stabile. Il moderato livello di conflitto sociale tra i differenti gruppi, a dispetto di un potenziale intrinseco
tribale e patriarcale, gli effetti dell'istruzione obbligatoria e la partecipazione al processo democratico d'Israele, stanno rapidamente influenzando le vedute e gli stili di vita tradizionali. In concomitanza, la condizione delle donne arabo-israeliane è stata significativamente liberalizzata dalla legislazione che stabilisce eguali diritti per le donne e proibisce la poligamia e il matrimonio di bambini. Il coinvolgimento politico del settore arabo si manifesta nelle elezioni nazionali e municipali. I cittadini arabi partecipano agli affari politici e amministrativi delle proprie municipalità e curano gli interessi arabi tramite i rappresentanti da loro eletti alla Knesset (il Parlamento d'Israele), i quali possono agire nell'arena politica per promuovere la condizione dei gruppi minoritari e perché questi ricevano la loro parte di benefici nazionali. Sin dalla fondazione d'Israele (1948), i cittadini arabi sono stati esonerati dal servizio obbligatorio nelle Forze di Difesa d'Israele (IDF), tenendo conto tanto delle loro affiliazioni familiari, religiose e culturali
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con il mondo arabo (che ha sottoposto Israele a frequenti attacchi), quanto dell'eventualità che essi possano trovarsi di fronte al dilemma della doppia fedeltà. Allo stesso tempo, viene incoraggiato il servizio militare volontario, e alcuni scelgono ogni anno questa possibilità. Dal 1957, su richiesta dei capi della loro comunità, il servizio militare è diventato obbligatorio anche per i drusi e circassi uomini, mentre il numero di beduini che abbracciano volontariamente la carriera militare aumenta costantemente.
di irrequietezza sociale, può essere attribuito al sistema giudiziario e politico del paese, rappresentanti di una stretta uguaglianza sia legale che civile. Pertanto, Israele non è una società che tende ad essere un crogiolo di fusione, ma piuttosto una sorta di mosaico, formato da diversi gruppi della popolazione che coesistono nell’ambito di uno stato democratico.
Dinamiche Arabo-Ebraiche I cittadini arabi d'Israele, che costituiscono più di un sesto della popolazione israeliana, vivono ai margini dei due mondi in conflitto, quello degli Ebrei e quello dei Palestinesi. Comunque, pur restando un segmento del popolo arabo per cultura e identità, e pur discutendo l'identificazione d'Israele quale stato ebraico, essi vedono il loro futuro legato ad Israele. Con il tempo, hanno adottato l'ebraico come seconda lingua e la cultura israeliana come un ulteriore strato nella loro vita. Allo stesso tempo, essi lottano per ottenere un livello più alto di partecipazione alla vita nazionale, una maggiore
Scuola materna arabo-ebraica, YMCA - Gerusalemme • Per gentile concessione della Jerusalem Foundation / S. Sabella
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integrazione nell'economia e maggiori mezzi per le loro cittadine e villaggi. Lo sviluppo delle relazioni tra Arabi ed Ebrei d'Israele, ha incontrato degli ostacoli nelle differenze profondamente radicate in religione, valori e convinzioni politiche. Tuttavia, sebbene coesistenti come due comunitĂ auto-isolate, nel corso degli anni esse sono arrivate ad accettarsi l'un l'altra, riconoscendo l'unicitĂ e le aspirazioni di ognuna delle comunitĂ .
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LIBERTÀ RELIGIOSA La Dichiarazione della Fondazione dello Stato di Israele (1948) garantisce libertà di religione per tutti. Ogni comunità religiosa è libera, de iure e de facto, di professare la propria fede, di osservare le proprie festività e il giorno di riposo settimanale, e di amministrare i propri affari interni. Ciascuno ha i propri consigli e tribunali religiosi, riconosciuti dalla legge e con giurisdizione su questioni personali, quali il matrimonio e il divorzio. Ciascuno ha i propri luoghi di culto esclusivi, con rituali tradizionali e caratteristiche architettoniche speciali sviluppate nei secoli. Sinagoga: il culto ebraico ortodosso tradizionale richiede un minyàn (quorum di dieci adulti maschi). Le preghiere si svolgono tre volte al giorno. Gli uomini e le donne sono generalmente seduti separatamente e il capo è coperto. I servizi possono essere condotti da un rabbino, da un cantore o da una persona del pubblico. Il rabbino non è un sacerdote o un intermediario di Dio, ma un maestro. Il punto centrale nella sinagoga è l'Arca Sacra, posta frontalmente rispetto al Monte del Tempio di Gerusalemme e contenente i rotoli della Toràh (Pentateuco). Nel corso dell'anno viene letta ciclicamente una sezione settimanale
Per gentile concessione del Servizio Filatelico Israeliano
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stabilita. I servizi sono particolarmente festivi nello Shabbàt (Sabato, il giorno di riposo ebraico) e nelle feste. Moschea: le preghiere musulmane hanno luogo cinque volte al giorno. Uomini e donne pregano separatamente. Vengono tolte le scarpe ed è possibile compiere un'abluzione rituale. I musulmani pregano ponendosi in direzione della Mecca, in Arabia Saudita, la cui direzione è indicata da una mihrab (nicchia) nel muro della moschea. I servizi sono condotti da un imàm, un conduttore di preghiere musulmano. Il venerdì, il tradizionale giorno di riposo musulmano, viene di solito pronunciato un sermone pubblico. Chiesa: la forma e la frequenza dei servizi religiosi cristiani variano a seconda della denominazione di appartenenza, ma tutti osservano la Domenica, il giorno di riposo, con rituali speciali. I servizi sono celebrati da un prete o da un ministro di culto. Uomini e donne pregano insieme. I servizi religiosi sono spesso accompagnati da musica e da canti corali. Tradizionalmente le chiese sono a forma di croce. Luoghi Santi Ogni sito e santuario è amministrato dalla propria autorità religiosa e la libertà di accesso e di culto è assicurata per legge. I maggiori luoghi santi sono:
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I. Sztulman
Ebraici: Il Kòtel di Gerusalemme (il Muro Occidentale), ultime vestigia del muro di sostegno del Monte del Tempio del periodo del Secondo Tempio; la Tomba di Rachele vicino Betlemme; la Tomba dei Patriarchi nella Grotta di Machpelà a Hebron; le tombe di Maimonide (Rambàm) a Tiberiade e di Rabbi Shimon Bar Yochai a Meron. Islamici: il complesso edilizio di Haram a-Sharìf, sul Monte del Tempio, all'interno del quale si trovano il Duomo della Roccia e la moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme; la Tomba dei Patriarchi a Hebron; la moschea di El-Jazzar, ad Akko. Cristiani: la Via Dolorosa, la Sala dell'Ultima Cena (Cenacolo), la Chiesa del Santo Sepolcro e altri luoghi della passione e della crocifissione di Gesù, a Gerusalemme; la Chiesa della Natività a Betlemme; la Chiesa dell'Annunciazione, a Nazareth; il Monte delle Beatitudini, Tabga e Cafarnao, nei pressi del Mare della Galilea (Lago Kinneret).
Gerusalemme: la Cupola della Roccia • Ministero del Turismo
Monte delle Beatitudini: facciata esterna della chiesa, secondo la tradizione sito del Discorso della Montagna • Ministero del Turismo
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Drusi: Nebi Shueib (la tomba di Ietro, suocero di Mosè), nei pressi delle alture denominate "Corni di Hittin", in Galilea. Baha'i (religione mondiale indipendente fondata in Persia alla metà del XIX secolo): il centro mondiale Baha'i, il Santuario del Bab, a Haifa; il Santuario di Baha'ullah, profeta fondatore della religione Baha'i, nei pressi di Akko. Haifa: Tempio Bahai del Bab e giardini • Ministero del Turismo
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SANITĂ€ E SERVIZI SOCIALI Servizi sanitari
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Ricerca medica
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Condividere oltre le frontiere
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Servizi sociali
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Previdenza sociale
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Volontariato
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162 | SanitĂ e Servizi Sociali
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SANITÀ E SERVIZI SOCIALI Gli alti standard dei servizi sanitari israeliani, l'altissimo livello qualitativo delle risorse e delle ricerche mediche, le moderne strutture ospedaliere e un notevole rapporto di medici e specialisti rispetto alla popolazione, si riflettono nel basso tasso di mortalità infantile (4,7 su mille nati vivi) e nella durata della vita (82,5 anni per le donne, 78,8 per gli uomini). Cure sanitarie per tutti, dall'infanzia all'anzianità, sono assicurate per legge e la spesa nazionale per la sanità regge positivamente il confronto con quella di altri paesi sviluppati.
)' א:כל ישראל ערבין זה בזה (שבועות ל"ט
Tutto il popolo d'Israele è responsabile l'un dell'altro (Talmud Babilonese, Shavuot 39a)
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SERVIZI SANITARI Le basi del sistema sanitario - e fra queste una rete di servizi medici per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento furono poste nel periodo che precedette la fondazione dello Stato, dalla comunità ebraica e dalle autorità del Mandato Britannico che amministrarono Un'antica tradizione: nel il paese dal 1918 al 1948. XIX secolo, malattie come dissenteria, malaria, tifo e Pertanto, quando lo Stato d'Israele venne tracoma erano dilaganti nella fondato, era già in funzione un'infrastruttura Terra d'Israele, allora una sanitaria ben sviluppata, la vaccinazione parte arretrata e trascurata era una procedura normale ed erano dell'Impero Ottomano. Per operative strutture per il miglioramento fornire servizi sanitari alla delle condizioni ambientali. Nei primi anni popolazione ebraica della della costituzione dello stato, tuttavia, i Città Vecchia di Gerusalemme, servizi sanitari dovettero prendere di nuovo alcuni ambulatori eretti da in considerazione alcuni dei problemi che comunità ebraiche europee, erano già stati risolti, per far fronte alle offrivano servizi sanitari necessità sanitarie di centinaia di migliaia gratuiti per coloro che non di profughi provenienti dall'Europa del erano in grado di pagare dopoguerra e da vari paesi arabi. Si fece ed erano famosi per le fronte a questa sfida grazie a un intenso devote cure da loro fornite sforzo nazionale che comportava tanto in condizioni difficili. Questi l'erogazione di servizi speciali quanto ambulatori si ampliarono un ampio programma di educazione fino a diventare ospedali sanitaria e di medicina preventiva di come il Bikur Holim (fondato vasta portata.
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Per gentile concessione dell'Ospedale Shaarè Zedek
166 | Sanità e Servizi Sociali
nel 1843), il Misgav Ledach (fondato nel 1888) e lo Shaarè Zedek (fondato nel 1902), che sono ancora oggi in funzione offrendo servizi moderni con tecnologie mediche avanzate. Il Centro Medico Universitario Hadassah a Gerusalemme, con scuole di medicina, di infermeria e di farmacologia e due moderni ospedali, attribuisce le sue origini a due infermiere che furono mandate a Gerusalemme nel 1913 dall'Organizzazione Sionistica Femminile Americana "Hadassah".
La popolazione del paese è servita da un'estesa rete medica che comprende ospedali, ambulatori per pazienti esterni e centri per la medicina preventiva e la riabilitazione. La cura ospedaliera include procedure e tecniche altamente avanzate, dalla fecondazione in vitro, alle scansioni MRI fino a complicati interventi chirurgici al cervello e trapianti di midollo osseo e di organi. Centri di cura per la madre e il bambino, per donne durante la gravidanza e per bambini dalla nascita fino alla prima infanzia, offrono esami prenatali, scoperta precoce di handicap mentali e fisici, vaccinazioni, check-up pediatrici regolari ed educazione sanitaria.
Amministrazione e struttura La responsabilità di tutti i servizi sanitari spetta al Ministero della Sanità, che prepara la legislazione e ne supervisiona l'attuazione, controlla gli standard sanitari dell'intera nazione, mantiene gli standard qualitativi degli alimenti e dei medicinali, concede licenze al personale medico, promuove la ricerca medica, valuta i servizi sanitari e supervisiona la progettazione e la costruzione di ospedali. Il Ministero opera anche come agenzia di
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sanitĂ pubblica per la medicina ambientale e preventiva. Il personale sanitario I circa 32.000 medici, 9.000 dentisti e 6.000 farmacisti d'Israele esercitano la loro professione tanto nell'ambito del personale ospedaliero e degli ambulatori di quartiere, quanto nella pratica privata. Circa il 70 % delle 54.000 infermiere del paese sono diplomate, mentre le altre sono infermiere ausiliari.
Il Maghen David Adom, il servizio medico d'emergenza israeliano, provvede ad una rete di stazioni di pronto soccorso, un programma di donazioni di sangue in tutto il paese, banche di sangue, corsi di pronto soccorso e un servizio pubblico di ambulanze, che comprende unitĂ mobili di cura intensiva. L'organizzazione opera con l'aiuto di circa 10.000 volontari, molti dei quali studenti liceali, che prestano servizio in circa 120 sedi in tutto il paese.
La preparazione alle professioni mediche viene impartita in quattro scuole di medicina, due di odontoiatria, una di farmacologia e quindici scuole per infermiere, sette delle quali assicurano titoli accademici. Corsi in fisioterapia, terapia occupazionale e nutrizione, cosĂŹ come corsi per tecnici radiografi e di laboratorio, sono disponibili in vari istituti.
Assicurazione sanitaria La Legge sull'Assicurazione Nazionale provvede a un pacchetto standardizzato di servizi medici, che comprende il ricovero ospedaliero, per tutti i residenti d'Israele. I servizi medici sono forniti dalle quattro ampie organizzazioni mutualistiche, le quali devono accettare chiunque
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ALBATROSS
TURISMO MEDICO: Israele è diventata una meta popolare per pazienti provenienti da tutto il mondo che soffrono di malattie croniche come reumatismi, psoriasi e asma. Sono in molti a godere dei
trattamenti speciali alle terme di Tiberiade, delle acque ricche di minerali del Mar Morto o del clima secco di Arad, una moderna città nel deserto del Neghev.
richieda l'iscrizione senza limiti d'età né di condizioni di salute. Le principali fonti di finanziamento sono un'imposta mensile per l'assicurazione sanitaria, che può raggiungere il 4,8 % del reddito, raccolta dall'Istituto di Previdenza Sociale, e una partecipazione del datore di lavoro al costo dell'assicurazione per i propri impiegati. I piani assicurativi vengono rimborsati secondo un numero medio di persone assicurate, calcolato tenendo conto dell'età, della distanza dell'abitazione dalle strutture sanitarie e di altri criteri fissati dal Ministero della Sanità.
Problemi sanitari I problemi sanitari d'Israele sono simili a quelli predominanti nel mondo occidentale. Poiché il cancro e le malattie cardiache causano i due terzi dei decessi, il loro studio è diventato una priorità nazionale. Sono anche tenute in grande considerazione le cure contro l'invecchiamento, contro i problemi provocati dai cambiamenti ambientali e dalle condizioni scaturite dagli stili di vita dei nostri giorni, così come quelle contro gli incidenti stradali e nel lavoro. Si fa ampio uso di programmi di educazione
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sanitaria per informare il pubblico della necessitĂ di abbandonare abitudini come fumo, alimentazione eccessiva o la mancanza di esercizio fisico, che si sono dimostrate nocive per la salute. Di frequente sono anche organizzate campagne per aumentare la consapevolezza di lavoratori e autisti rispetto a potenziali pericoli.
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RICERCA MEDICA L'infrastruttura ben sviluppata della ricerca medica e paramedica e delle capacitĂ di Israele nel campo della bioingegneria, facilita una vasta sfera di indagini scientifiche.
Per gentile concessione dell'Ospedale Shaarè Zedek
La ricerca viene condotta dalle scuole di medicina e da vari istituti e laboratori del governo, come pure dai dipartimenti di Ricerca e Sviluppo di compagnie industriali farmaceutiche, bioingegneristiche, di trattamento degli alimenti e di attrezzature mediche. Le strutture ad alto livello del paese sono riconosciute in tutto il mondo e vengono mantenuti regolari e reciproci contatti con i maggiori centri di ricerca medica e scientifica all'estero. Israele ospita spesso convegni internazionali su un'ampia varietĂ di argomenti medici. Tecnologia medica Le tecnologie sofisticate sono diventate parte integrale delle moderne procedure diagnostiche e dei trattamenti terapeutici. La stretta cooperazione tra gli istituti di ricerca medica e l'industria, ha condotto a significativi progressi nello sviluppo di apparecchiature mediche speciali. Fra i tanti ricorderemo gli scansori per la TAC e gli avanzati dispositivi basati su componenti microcomputerizzati, essenziali
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per diagnosi accurate e per la cura efficace in situazioni critiche, che sono esportati in tutto il mondo. Israele è stato pioniere nello sviluppo e nell'uso di strumenti chirurgici laser, come anche di una varietà di attrezzature mediche elettroniche, fra cui sistemi di monitoraggio computerizzato e altri apparecchi il cui scopo è di salvare vite e di alleviare il dolore.
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CONDIVISIONE OLTRE LE FRONTIERE Nella convinzione che ricevere cure mediche appropriate sia un diritto universale che prescinde da barriere ideologiche e limiti politici, gli ospedali d'Israele sono aperti a chiunque desideri la loro esperienza. Nel corso degli anni, sono giunti pazienti da tutto il mondo per cure specialistiche, inclusi paesi con i quali Israele non ha rapporti diplomatici. In molte parti dell'Asia e dell'Africa, medici e personale infermieristico israeliani forniscono assistenza nel trattamento di malattie che sono state virtualmente estirpate nei paesi sviluppati, e condividono le proprie conoscenze e capacità con il personale medico locale in programmi di interscambio, alcuni tenuti sotto gli auspici dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità. Le equìpe mediche israeliane partecipano anche ad opere di soccorso in zone disastrate. Squadra di ricerca e di soccorso dell'IDF in azione (dopo un terremoto in Turchia) • G.P.O. / Y. Sa’ar
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SERVIZI SOCIALI L'ampio sistema di assistenza sociale d'Israele, è basato su una legislazione che provvede ad una vasta gamma di servizi nazionali e comunitari. Buona parte dei servizi sociali offerti è costituita dalla cura per gli anziani, dai programmi di supporto per genitori, bambini e adolescenti in famiglie con un solo genitore, dalla prevenzione e il trattamento di alcoolismo e tossicodipendenza e dall'assistenza ai nuovi immigranti. I servizi di correzione comprendono strutture per la libertà vigilata, programmi di recupero per ragazzi che hanno abbandonato la scuola e servizi residenziali e d'osservazione per giovani in stato di difficoltà. Tra i servizi di riabilitazione offerti ai ciechi e ai disabili fisici vi sono laboratori protetti e consulenze per un indirizzo professionale. Delle persone mentalmente ritardate ci si prende cura attraverso vari programmi residenziali e a base comunitaria. Amministrazione Secondo la Legge per il Benessere Sociale (1958), i comuni e le autorità locali sono tenuti a mantenere un dipartimento responsabile dell'erogazione dei servizi sociali, ed il 75% del suo bilancio proverrà dal Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali. Servizi su scala nazionale, quali adozione, strutture per la libertà vigilata e gli istituti residenziali per persone mentalmente ritardate, sono finanziati e gestiti dal Ministero. Il Ministero determina la politica,
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promuove le legislazioni, emana i regolamenti per il funzionamento dei servizi sociali e supervisiona quelli offerti dalle organizzazioni pubbliche e private. Personale dei servizi sociali Le scuole di assistenza sociale disponibili nella maggior parte delle università offrono una formazione sia a livello di prima laurea che successiva a questa, combinando studi teorici al lavoro pratico. Programmi messi in atto dal governo offrono preparazione per personale specializzato nella cura dei bambini e per collaboratori sociali, come pure un tirocinio per assistenti sociali professionali. Gli assistenti sociali e gli operatori comunitari sono impiegati in varie strutture, fra queste uffici dei servizi sociali, centri comunitari, strutture per l'assorbimento degli immigranti, centri di assistenza alla madre e al bambino, scuole, fabbriche e ospedali. Cittadini anziani La cura e i servizi per gli anziani sono diventati la componente maggiore delle capacità del servizio sanitario e sociale israeliano. Mentre la popolazione totale si è moltiplicata cinque volte dalla fondazione dello stato, il numero dei cittadini anziani (sopra ai 65 anni) è aumentato di 10 volte, e rappresenta attualmente quasi il 9,8 % degli oltre 7,4 milioni di abitanti d'Israele. Una buona parte di questa crescita è dovuta all'immigrazione di massa, che ha raggiunto il suo picco durante gli anni '50 e gli
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anni '90. Dal 1989 è giunto oltre un milione di persone, principalmente dai paesi dell'ex-Unione Sovietica, e fra queste oltre il 12% aveva 65 o più anni. Molti di loro non hanno avuto il tempo o l'opportunità di imparare l'ebraico, di essere assorbiti nella forza lavoro e di crearsi una sicura base economica per la propria anzianità. Per questo motivo molti anziani d'Israele, di cui circa il 13% è costituito da disabili, sono dipendenti dalla famiglia e dalle risorse comunitarie. Mentre la pianificazione e la supervisione sono sotto l'egida del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, la distribuzione dei servizi passa per i dipartimenti del servizio sociale delle autorità locali. Fra i servizi su base comunitaria riservati agli anziani che aspirano a mantenere la propria indipendenza in casa, vi sono le visite di un assistente sociale per accertarsi dei bisogni dell'anziano, famiglie che si prendono cura di assistere una persona anziana, club per anziani, pasti a domicilio, alloggi protetti, cure su base quotidiana, apparecchiature mediche e trasporti. Un accento particolare è posto sui servizi forniti a gruppi ad alto rischio, come le persone senza famiglia o privi d'introiti adeguati.
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I. Sztulman
PREVIDENZA SOCIALE La Legge sulla Previdenza Sociale Nazionale (1954), assicura alla popolazione una vasta gamma di benefici che sono forniti dall'Istituto Nazionale per la Previdenza, un ente autonomo che opera sotto l'egida del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali. Le sue attività sono finanziate, oltre che dagli stanziamenti nel bilancio governativo, anche dai versamenti obbligatori dei datori di lavoro, dei dipendenti e dei lavoratori autonomi. La politica di mantenimento dei redditi da parte del governo è messa in atto dall'Istituto di Previdenza Sociale sotto forma di assistenza supplementare alle famiglie e ai singoli il cui reddito è inferiore al minimo stabilito. Gli assegni familiari per i bambini aumentano le entrate familiari specialmente per famiglie con quattro o più figli. Un emendamento alla Legge sull'Assicurazione Nazionale prevede cure a lungo termine per quegli anziani che hanno bisogno di assistenza giornaliera, sia in casa che in strutture residenziali. L'Istituto per la Previdenza Sociale gestisce anche il programma di assicurazione sanitaria nazionale.
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VOLONTARIATO Circa il 20% della popolazione adulta israeliana svolge un'attivitĂ di volontariato nei 278 enti pubblici basati sul volontariato, i quali agiscono per l'integrazione dei servizi sociali e sanitari. Queste organizzazioni spaziano dall'offerta di servizi ausiliari ospedalieri e di soccorso di emergenza, alla Protezione Civile e a unitĂ volontarie di soccorso; gruppi che si rivolgono prevalentemente a problemi sociali, come abusi nell'assunzione di sostanze, abusi sui minori e sul coniuge, sicurezza stradale e tutela ambientale; altri gruppi concentrano i proprio sforzi sulla condizione della donna, sui diritti degli immigrati e dei consumatori, sul benessere dei militari. Vari programmi offrono ai volontari provenienti dall'estero opportunitĂ di svolgere servizio in Israele, solitamente in progetti a breve termine. Molti giungono ogni estate, per prendere parte a scavi archeologici, altri lavorano nei kibbutzim, e altri ancora offrono il loro aiuto in servizi sociali. Alcuni giovani tedeschi, per esempio, vedono nell'assistenza volontaria agli anziani e ai malati in Israele una sorta di riparazione e riconciliazione per i crimini di guerra commessi dal regime nazista contro il popolo ebraico. La composizione dell'attuale forza di volontariato differisce da quella delle generazioni precedenti. PoichĂŠ la gran
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parte delle donne israeliane lavora, queste non hanno molto tempo libero da dedicare al volontariato, mentre la longevità fa sì che molti pensionati, donne e uomini, dedichino il proprio tempo ad assistenza medica di emergenza (Maghen David Adom), o ad organizzazioni ambientalistiche. Comunemente, gli studenti universitari svolgono attività di volontariato a favore di bambini e ragazzi svantaggiati (ricevendo per questo uno stipendio parziale). L'opera dei volontari in Israele è coordinata dal Consiglio Nazionale per il Volontariato in Israele, un organismo pubblico, senza fini di lucro, finanziato dall'Ufficio del Primo Ministro e affiliato alle agenzie internazionali di volontariato. Le campagne di gruppi di volontari, incluse maratone nazionali di raccolte fondi per determinate cause, sono ormai parte comune e bene accetta della vita israeliana.
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ISTRUZIONE Sfide
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Istruzione prescolare
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Sistema scolastico
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Amministrazione e struttura
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Istruzione secondaria
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Istruzione accademica
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Le universitรก
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College
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Istruzione per adulti
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Per gentile concessione della Jerusalem Foundation / S. Sabella
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ISTRUZIONE L'istruzione in Israele è un prezioso retaggio. Seguendo la tradizione delle ultime generazioni, l'istruzione continua ad essere un valore fondamentale ed è vista come la chiave per il futuro. Il sistema educativo aspira a preparare bambini che divengano membri responsabili di una società pluralistica e democratica in cui persone provenienti da differenti retroterra etnici, religiosi, culturali e politici, coesistano. Esso è basato su valori ebraici, amore per il Paese e sui pricipi della libertà e della tolleranza. Cerca di impartire un alto livello di conoscenze, ponendo l'accento sulle capacità scientifiche e tecnologiche – essenziali per continuare nello sviluppo del Paese.
אין העולם מתקיים אלא בשל הבל פיהן של תינוקות של בית רבן )' ב:(שבת קי"ט
Il mondo si poggia sul respiro di un bambino nella scuola (Talmud Babilonese; Shabbat, 119b)
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SFIDE Quando lo Stato d’Israele venne fondato (1948), esisteva già un sistema educativo completamente funzionante sviluppato e mantenuto dalla Comunità Ebraica preesistente allo Stato – in cui l’ebraico, che era stato riportato in vita come lingua viva alla fine del XIX secolo, veniva usato come lingua principale per l’istruzione. Tuttavia, subito dopo la fondazione dello Stato, il sistema educativo si trovò di fronte all’enorme sfida lanciata dalla necessità di integrare un ampio numero di bambini, immigrati da oltre 70 paesi, alcuni arrivati con i loro genitori, altri da soli, realizzando così la ragion d’essere d’Israele come patria storica del popolo ebraico. L’immigrazione di massa degli anni '50, principalmente dall’Europa del dopoguerra e dai Paesi Arabi, fu seguita negli anni '60 da un grande flusso di ebrei provenienti dal Nord Africa. Negli anni '70 giunse la prima consistente immigrazione di Ebrei dall'Unione Sovietica, seguita a intermittenza dall’arrivo di gruppi più piccoli. Dagli inizi degli anni '90, è giunto in Israele oltre un milione di Ebrei provenienti dall’ex Unione Sovietica, e decine di migliaia continuano ancora ad arrivare ogni anno. In due spostamenti di massa, nel 1984 e nel 1991, è stata condotta nel Paese quasi l'intera comunità ebraica di Etiopia. Nel corso degli anni, si sono stabiliti in Israele anche molti Ebrei dalle Americhe e da altre parti del mondo libero. Oltre che venire incontro alla crescente domanda per
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12%
l'attivazione di un maggior numero di classi e l'impiego di altri insegnanti, è stato necessario sviluppare speciali mezzi e metodi, per aiutare ad integrare nella popolazione scolastica giovani provenienti da origini culturali diverse. Programmi designati specificamente ad andare incontro alle necessità dei nuovi arrivati includono la preparazione di appropriati supporti curriculari e lezioni intensive, il cui scopo è di introdurre gli alunni immigrati in materie mai studiate nei loro paesi d’origine, come la lingua e la storia ebraica. Si è dato inizio a speciali corsi per preparare gli insegnanti a sapersi comportare con i giovani immigrati e corsi di aggiornamento per insegnanti immigrati hanno facilitato il loro inserimento nel sistema educativo. Allo stesso tempo, il Ministero dell’Istruzione è impegnato in un continuo processo, per allineare gli standard educativi con le pratiche pedagogiche moderne, come l’uguaglianza tra i sessi, il miglioramento dello status degli insegnanti, l’ampliamento dei programmi di studio umanistici e la promozione degli studi scientifici e tecnologici. Un aspetto chiave della politica del Ministero è quello di offrire pari opportunità nell’educazione a tutti i ragazzi e di incrementare il numero degli studenti che superano l’esame di accesso all’università.
10% 8% 6% 4% 2% 0%
1990 1992 1994 1996 1998 2003 Spesa nazionale per l'istruzione come percentuale del PIL
2004
184 | Istruzione
Per gentile concessione della Jerusalem Foundation / H. Mazor
ISTRUZIONE PRESCOLARE L’istruzione in Israele inizia in tenera età, per dare la possibilità ai ragazzi di aumentare il “vantaggio iniziale" in particolare in termini di socializzazione e di sviluppo del linguaggio. Molti bambini di due anni e la quasi totalità di quelli di tre e quattro anni frequentano una qualche forma di struttura prescolare. La maggior parte dei programmi è sponsorizzata dalle autorità locali, alcuni all’interno di centri per l’infanzia attivati da organizzazioni femminili ed altri gestiti privatamente. Il Ministero dell’Istruzione stanzia speciali risorse per la formazione prescolastica nelle aree considerate svantaggiate.
Bible Lands Museum, Gerusalemme
Per i bambini di cinque anni, gli asili sono gratuiti e obbligatori. Il programma curriculare ha come obiettivo l’insegnamento di abilità fondamentali - fra queste i concetti linguistici e numerici - per coltivare le possibilità cognitive e creative e per promuovere le capacità sociali. Per assicurare una solida base alla istruzione futura, i programmi di studio di tutte le strutture prescolari sono sotto la guida e la supervisione del Ministero dell'Istruzione.
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SISTEMA SCOLASTICO La frequenza scolastica è obbligatoria e gratuita dai 6 ai 18 anni. L’istruzione formale inizia con la scuola primaria (classi 1-6), continua con la scuola media inferiore (classi 7-9) e superiore (classi 10- 12). Circa il 9% della popolazione scolastica tra i 1318 anni studia in strutture collegiali dove risiede nei periodi scolastici. La natura multiculturale della società israeliana trova un suo spazio nell’ambito del sistema educativo. Proprio per questo le scuole sono suddivise in quattro gruppi: scuole statali, frequentate dalla maggioranza degli studenti; scuole religiose statali, nelle quali viene dato rilievo agli studi ebraici, alla tradizione e all’osservanza; scuole arabe e druse, nelle quali l’insegnamento si svolge in arabo e viene data particolare attenzione a storia, religione e cultura araba e drusa; scuole private, che operano sotto la tutela di varie organizzazioni religiose ed internazionali. Negli ultimi anni, con il crescente interesse dei genitori per l’orientamento educativo dei propri figli, sono state create alcune nuove scuole che riflettono le filosofie e le
Scuola privata ultraortodossa • G.P.O. / A. Ben Gwershom
Scuola araba • Per gentile concessione della Jerusalem Foundation / S. Sabella
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ISTRUZIONE PER RAGAZZI SPECIALI I bambini particolarmente dotati, che rientrano nel 3% dei migliori nelle proprie classi e che hanno superato appositi esami, partecipano a programmi di arricchimento che vanno da vere e proprie scuole speciali a tempo pieno, fino a corsi extrascolastici. Una classe per bambini dotati è caratterizzata dal livello dei suoi studenti e degli studi che vi si svolgono, con un accento non solo sull'insegnamento di nozioni e di comprensione, ma anche sull'applicazione in altre discipline dei concetti appresi. I bambini che prendono parte a questi programmi, imparano a ricercare ed elaborare nuovi materiali, in maniera indipendente.
convinzioni di specifici gruppi di genitori ed educatori. Programmi di studi La maggior parte dell'orario scolastico è dedicato alle materie di studio obbligatorie. Mentre i principali argomenti da trattare sono gli stessi in tutto il sistema, ogni scuola può scegliere fra un'ampia gamma di unità di studi e materiale didattico provvisto dal Ministero dell'Istruzione, che incontri maggiormente le necessità degli insegnanti e della popolazione scolastica. Al fine di aumentare la comprensione della propria società da parte degli studenti, ogni anno si approfondisce lo studio di un argomento di importanza nazionale. Fra i temi trattati vi sono stati i valori democratici, la lingua ebraica, l'immigrazione, Gerusalemme, la pace e l'industria.
I bambini con handicap fisici o mentali e con deficit d'apprendimento, sono inseriti in strutture appropriate in funzione della natura
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AMMINISTRAZIONE E STRUTTURA Il Ministero dell'Istruzione è responsabile dei programmi di studio scolastici, degli standard educativi, della supervisione del personale docente e della costruzione di edifici scolastici. Le autorità locali sono incaricate del mantenimento delle scuole come pure dell'acquisto di attrezzatura e forniture. Il corpo insegnante negli asili e nelle scuole elementari è assunto dal Ministero, mentre quello delle scuole di grado superiore è assunto dalle autorità locali, le quali ricevono finanziamenti dal Ministero secondo le dimensioni della popolazione scolastica. Il governo e le autorità locali finanziano l'80% delle spese per l'istruzione, mentre il resto proviene da altre fonti.
del loro handicap, per aiutarli a raggiungere la massima integrazione nella vita sociale e professionale della loro comunità. Così alcuni sono seguiti in strutture speciali, mentre altri frequentano regolari scuole dove possono essere inseriti in gruppi autonomi o in classi guida con insegnanti di sostegno.
La responsabilità per il loro benessere è suddivisa fra il personale di cura sanitaria, gli psicologhi, gli assistenti sociali e i professionisti nel campo dell'educazione speciale, assieme alla famiglia e a vari gruppi comunitari di supporto. Una commissione costituita per legge, e nominata dal Ministro dell'Istruzione, determina, in base al grado di handicap dei bambini, quelli che saranno inseriti in programmi e strutture dell'educazione speciale, che sono gratuiti dai 3 ai 21 anni.
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ISTRUZIONE SECONDARIA La maggior parte delle scuole secondarie offre programmi di studio tanto in materie scientifiche quanto umanistiche, che conducono ad un diploma di maturità di scuola superiore. Certe scuole secondarie offrono programmi specializzati che portano ad un diploma di maturità e/o a un diploma tecnicoprofessionale. Le scuole tecnologiche preparano tecnici ed ingegneri pratici a tre livelli: alcuni di La Televisione Educativa loro si preparano ad un grado di istruzione (ETV), che è una unità del superiore, altri studiano per ottenere un Ministero dell'Educazione, diploma professionale ed altri ancora si produce e trasmette preparano in specializzazioni pratiche. programmi educativi ad uso Le scuole agricole, situate generalmente scolastico ma anche per tutta in strutture dove gli studenti risiedono, la popolazione. Inoltre, la ETV aggiungono agli studi di base argomenti collabora con professionisti relativi all'agronomia. Le scuole militari nel campo dell'istruzione 80 presso le università e i 70 seminari per insegnanti, 60 nello sviluppo di nuovi 50 40 metodi pedagogici. Dedita 30 ad offrire un "apprendimento 20 per tutto l'arco della vita", 10 0 1991 1995 2003 2006 la ETV indirizza la propria Percentuale degli esaminandi produzione a persone di per la maturità fra i giovani di 17 anni
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preparano il futuro personale di carriera e i tecnici nei campi specifici richiesti dalle Forze di Difesa d'Israele. Le Scuole Superiori che vanno sotto il nome di Yeshivà, anch'esse generalmente con internato, prevedono strutture separate per ragazzi e ragazze ed aggiungono al programma di studi “laico", studi intensivi in materie religiose promuovendo tanto l'osservanza della tradizione quanto uno stile di vita ebraico. Altre scuole offrono studi in una varietà di professioni che spaziano dalla contabilità alla meccanica, dall'elettronica alla scuola alberghiera, al design grafico e così via. tu tte l e e t à at t rave r s o programmi di arricchimento I giovani che non frequentano nessuna per età prescolare, programmi delle scuole sopra indicate, sono soggetti d'intrattenimento per giovani, alla Legge sull'Apprendistato, che richiede corsi educativi per adulti e loro di studiare un mestiere in una scuola notiziari per tutti. professionale riconosciuta. I programmi di apprendistato sono offerti dal Ministero dell'Industria, del Commercio e del Lavoro, in scuole affiliate a reti professionali. Della durata di tre o quattro anni, tali programmi consistono in studi teorici di due anni, seguiti da uno/due anni durante i quali gli studenti studiano tre giorni a settimana e nei giorni restanti lavorano nei campi prescelti. I mestieri variano dal Una lezione di tecnologia in una parrucchiere al cuoco, dal meccanico alla scuola media • dattilografia. G.P.O. / A. Ohayon
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ISTRUZIONE ACCADEMICA L'istruzione accademica gioca un ruolo cardinale nello sviluppo economico e sociale del Paese. Il Technion, l'Istituto di Tecnologia Israeliano a Haifa, fu inaugurato (1924) quasi un quarto di secolo prima della fondazione dello Stato per preparare ingegneri e architetti, mentre l'Università Ebraica di Gerusalemme venne fondata (1925) come centro di studi superiori per la gioventù nella Terra d'Israele e per attrarre studenti e studiosi Ebrei dall'estero. Quando Israele raggiunse l'indipendenza nel 1948, gli iscritti alle due università ammontavano a circa 1600. Nel 2009-2010 circa 280.000 studenti hanno frequentato le istituzioni per l'istruzione accademica. Di questi il 38% frequenta le università, il 41% è iscritto a un "college", mentre il 21 % segue corsi impartiti dall'Università Aperta. Dotati di completa libertà accademica ed amministrativa, gli Istituti accademici israeliani sono aperti a tutti coloro che rientrano negli standard accademici stabiliti. I nuovi immigranti e gli studenti che mancano delle necessarie qualifìche, possono frequentare un programma preparatorio speciale che, una volta completato con successo, permette loro di accedere all'ammissione. Consiglio per l'istruzione accademica Gli istituti per l'istruzione accademica, sono subordinati all'autorità del Consiglio per l'Istruzione Accademica,
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che è guidato dal Ministro dell'Istruzione, e che ha al suo interno rappresentanti della Accademia e comunitari, ed una rappresentanza studentesca. Concede crediti, certifica riconoscimenti di titoli accademici e consiglia il governo sui progetti di sviluppo e di finanziamento per l'istruzione accademica e la ricerca scientifica. Il Comitato per la Pianificazione e le Borse di studio, composto da quattro personalità del mondo accademico provenienti da differenti campi e da due figure pubbliche del mondo degli affari e dell'industria, è l'organismo che funge da intermediario fra il governo e gli istituti per l'istruzione accademica per quanto riguarda questioni finanziarie, sottoponendo proposte di bilancio ad entrambe le istituzioni e determinando la destinazione dei bilanci approvati. I fondi pubblici provvedono al 70% del bilancio per l'Istruzione Accademica, il 20% deriva dal pagamento delle rette ed il resto da fonti private. Il Comitato promuove anche la cooperazione tra le varie istituzioni. G.P.O. / M. Milner
Studenti La maggior parte degli studenti israeliani, quando inizia gli studi, ha superato i 21 anni. Ciò è dovuto ai tre anni di servizio militare obbligatorio per gli uomini e di quasi due anni per le donne. Fino all'inizio degli anni '60 gli studenti cercavano di
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ottenere un'istruzione accademica principalmente per acquisire conoscenze, mentre negli ultimi anni sono sempre più orientati verso una carriera e molti di loro sono inseriti nell'ampia gamma degli studi professionali offerti oggi dalle istituzioni accademiche. Attualmente più della metà degli israeliani compresi tra i 20 e i 24 anni è iscritta ad uno degli istituti di istruzione post-secondaria o accademica del Paese.
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LE UNIVERSITÀ Technion - Istituto Israeliano per la Tecnologia (fondato nel 1924, Haifa) ha laureato una buona parte degli ingegneri, degli architetti e degli urbanisti del Paese. Negli ultimi decenni sono state aggiunte le facoltà di medicina e di scienze della vita. Il Technion è un centro per la ricerca di base e applicata nelle scienze e nell'ingegneria, finalizzato allo sviluppo industriale del paese. L'Università Ebraica di Gerusalemme (fondata nel 1925) comprende facoltà che coprono quasi tutte le possibili aree di studi, dalla storia alla zoologia, ed ospita la Biblioteca Nazionale d'Israele. Fin dai suoi inizi, gli scienziati dell'Università Ebraica sono stati attivamente coinvolti in ogni fase dello sviluppo nazionale d'Israele ed i suoi dipartimenti di Studi Ebraici sono fra i più completi del mondo. Istituto Weizmann per le Scienze (fondato nel 1934, Rehovot), originariamente nato come Istituto Sieff, è stato ampliato nel 1949 e dedicato al Dott. Chaim Weizmann, primo Presidente dello Stato d'Israele e rinomato chimico. Oggi è un famoso centro post-universitario per la ricerca nei campi della fisica, della chimica, della matematica e delle scienze della vita. I suoi ricercatori
Per gentile concessione dell'Istituto Weizmann per le Scienze
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Ministero del Turismo
sono impegnati in progetti che hanno come scopo l'accelerazione dello sviluppo industriale e l'impianto di nuove imprese basate sulla ricerca scientifica. L'Istituto comprende un dipartimento per l'insegnamento delle scienze che prepara programmi scolastici da realizzare nelle scuole medie superiori. L'Università di Bar Ilan (fondata nel 1955, Ramat Gan), adotta un singolare approccio integrativo che combina programmi di arricchimento nella Cultura Ebraica con un'istruzione laica in un'ampia gamma di discipline, in particolare nelle scienze sociali. Fondendo la tradizione con le moderne tecnologie, esso ospita istituti di ricerca nel campo della fisica, della chimica farmaceutica, della matematica, dell'economia, degli studi strategici, della psicologia dello sviluppo, della musicologia, della Bibbia, del Talmud, del diritto ebraico e di molte altre materie. L'Università di Tel Aviv (fondata nel 1956) nacque dall'unione di tre istituti già esistenti, per soddisfare le necessità di un'università nella zona di Tel Aviv, che è l'area più popolata del Paese. Oggi è la maggiore Università d'Israele ed offre un vasto arco di discipline ponendo un considerevole accento tanto sulla ricerca di base quanto su quella applicata. L'Università ospita istituti specializzati
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che si concentrano sugli studi strategici, sulla gestione di sistemi sanitari, sulla previsione tecnologica e sugli studi energetici. Università di Haifa (fondata nel 1963), funge da centro per l'istruzione accademica nel nord del Paese ed offre opportunità di studi interdisciplinari; i suoi centri interdipartimentali, i suoi istituti ed il progetto architettonico nel suo insieme, sono strutturati in modo da facilitare questo approccio. L'Università include una unità che studia il kibbutz come entità economica e sociale, come pure un centro che si dedica a promuovere la comprensione e la cooperazione tra Ebrei ed Arabi in Israele. Università Ben Gurion del Neghev (fondata nel 1967, Beer Sheva) fu creata per servire i residenti del sud d'Israele e per incoraggiare lo sviluppo sociale e scientifico della regione desertica del Paese. Ha dato importanti contributi alla ricerca nelle zone aride, e la sua scuola di medicina è all'avanguardia nel Paese nel settore della sanità pubblica. Il campus dell'università nel kibbutz di Sde' Boker, ospita un centro di ricerca per gli studi degli aspetti storici e politici della vita e del periodo di David Ben Gurion, primo Capo del Governo d'Israele. L'Università Aperta (fondata nel 1974), impostata sull'esempio del modello britannico, offre delle qualificate opportunità per un'istruzione accademica non tradizionale.
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Ăˆ possibile conseguirvi una laurea breve attraverso l'utilizzo di metodi flessibili, basati principalmente sullo studio individuale di testi e guide, completato da lavori strutturati da svolgere sempre individualmente e integrato da incontri periodici con tutori. Al termine del corso vi sono degli esami finali.
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COLLEGE I "College" regionali offrono corsi accademici. Parte di questi sono sotto gli auspici di una delle UniversitĂ , mettendo gli studenti in condizione di iniziare gli studi di laurea nelle vicinanze della propria zona di residenza, per poi completarli nella sede centrale dell'universitĂ stessa. Alcuni istituti specializzati forniscono insegnamenti in varie discipline come arte, musica, danza, moda, infermieristica, terapie riabilitative, insegnamento e sport. Diversi "college" privati qualificati, offrono studi in materie molto richieste come amministrazione, giurisprudenza, informatica, economia e nei soggetti ad esse correlate. In alcune di queste scuole sono disponibili ulteriori indirizzi di studio, che conducono all'acquisizione di certificati o di diplomi professionali in un'ampia varietĂ di settori che vanno dalla tecnologia all'agricoltura, al marketing e all'industria alberghiera.
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ISTRUZIONE PER ADULTI Una vasta gamma di corsi sponsorizzati dal Ministero dell'Istruzione e da istituzioni pubbliche e private, va incontro ai bisogni individuali che spaziano dall'apprendimento della lingua ebraica e l'aggiornamento di capacità basilari, fino alla promozione del benessere familiare e all'ampliamento della conoscenza generale. Il Ministero del Lavoro provvede alla preparazione professionale e all'inserimento di adulti in vari settori e la maggior parte dei programmi sono disponibili sia nelle grandi città che in molte cittadine. L'insegnamento della lingua ebraica a vari livelli, per il quale si fa uso del metodo appositamente sviluppato degli "Ulpan", aiuta gli immigranti ad integrarsi nella vita israeliana. L'istruzione "compensativa", che si propone di ridurre le disparità educative e culturali degli adulti, è costruita per essere a loro misura. Corsi di preparazione professionale, sia diurni che serali, sono disponibili nei centri attivati congiuntamente dal Ministero del Lavoro e da imprese industriali, come pure da istituti per la preparazione tecnologica e professionale. "Le università popolari", che sono diffuse in ogni parte del Paese, offrono centinaia di lezioni e seminari indirizzati a adulti, sia in materie accademiche che nelle arti. Fra le trasmissioni radio speciali per immigrati vi è un programma dal nome “Università in onda".
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SCIENZA & TECNOLOGIA Gli inizi
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Il personale professionale
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Ricerca e Sviluppo (R&S)
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200 | Scienza & Tecnologia
I. Sztulman
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SCIENZA & TECNOLOGIA Come molti altri piccoli paesi, Israele ha sviluppato nei confronti delle attività scientifiche e tecnologiche una netta politica che ha come suo obiettivo di aumentare le proprie capacità competitive. Nella scienza, Israele incoraggia la costituzione di centri di eccellenza che fanno perno intorno a scienziati di primo piano, sforzandosi al contempo di mantenere un livello qualitativo in un ampio spettro di settori scientifici. Nella tecnologia, Israele aspira al raggiungimento di obiettivi elevati, concentrando il proprio sforzo in un numero di aree limitato. La percentuale di Israeliani coinvolta nella ricerca scientifica e tecnologica, e le risorse economiche spese in Ricerca e Sviluppo (R&S), in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL), sono fra le più alte nel mondo. המחקר המדעי והישגיו אינם עוד עניין אינטלקטואלי מופשט ... בחיי עם תרבותי... אלא גורם מרכזי...בלבד La ricerca scientifica e le sue conquiste non sono più un fatto puramente intellettuale… ma un fattore centrale ... nella vita di ogni popolo civilizzato (David Ben-Gurion, 1962) ) תשכ"ב,(דוד בן גוריון
202 | Scienza & Tecnologia
GLI INIZI La storia della ricerca scientifica in Israele è una parte integrante della storia del ritorno del popolo ebraico alla sua patria. Theodor Herzl (1860 - 1904), il fondatore del Sionismo politico e il primo a promuovere attivamente l'idea di un moderno Stato ebraico in Terra d'Israele, non la immaginò solo come dimora fisica del popolo ebraico, ma anche come suo maggiore centro spirituale, culturale e scientifico.
Laboratorio di FRUTAROM, 1946 • G.P.O. / H. Pinn
Il desiderio di trasformare la Terra - che allora era una regione arida ed oppressa da malattie - in uno stato moderno, è stato il fattore chiave della conseguente ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico. La ricerca in campo agricolo risale alla fine del XIX secolo con la fondazione della Scuola Mikvè Israel (1870). La Stazione Agricola, fondata a Tel Aviv (1921), che sarebbe poi divenuta l'Organizzazione per la Ricerca Agricola (ARO), è oggi nel paese la maggiore istituzione di ricerca e sviluppo nel settore agricolo. La ricerca nel campo della medicina e della sanità pubblica ebbe il suo inizio prima della I Guerra Mondiale con la fondazione della Stazione per la Salute Ebraica. Essa ricevette un'ulteriore spinta quando vennero fondati l'Istituto di Microbiologia e i dipartimenti di biochimica, batteriologia
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ed igiene (alla metà degli anni venti) presso l'Università Ebraica di Gerusalemme; questi servirono poi da base per la nascita del Centro Medico Hadassa, che è oggi in Israele la struttura di maggior spicco fra tutte quelle che svolgono attività di ricerca medica. Pionieri nel campo della ricerca industriale sono stati i Laboratori del Mar Morto negli anni '30, mentre i primi passi nelle scienze basilari e nella tecnologia furono compiuti dall'Università Ebraica di Gerusalemme (fondata nel 1925), dal Technion - l'Istituto di Tecnologia d'Israele (fondato a Haifa nel 1924) e dal Centro di Ricerca Daniel Sieff (fondato a Rehovot nel 1934), che sarebbe poi divenuto l'Istituto Weizmann per la Scienza (1949). Quando fu fondato lo Stato d'Israele (1948), l'infrastruttura scientifica e tecnologica del paese era già al suo posto. Dapprima la ricerca si concentrò su progetti di importanza nazionale, e su questa base si svilupparono poi gradualmente industrie con obiettivi commerciali.
204 | Scienza & Tecnologia
IL PERSONALE PROFESSIONALE
I. Sztulman
Il maggior merito per i risultati scientifici e tecnologici d'Israele spetta in primo luogo alla sua grande riserva di personale qualificato. Da quando molti scienziati - ingegneri e tecnici con un alto livello di preparazione, giunti nel Paese fra le centinaia di migliaia di immigranti dall'ex-Unione Sovietica - si sono gradualmente inseriti nella forza lavoro del paese, questa percentuale è sensibilmente aumentata ed avrà un effetto significativo sui risultati scientifici e tecnologici di Israele per i decenni a venire.
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RICERCA E SVILUPPO (R&S)
I. Sztulman
Le principali fonti di finanziamento per R&S sono organismi governativi e pubblici che provvedono al supporto di ben oltre la metà delle attività di R&S di Israele. La maggior parte di questi fondi, destinati a R&S nel settore civile, viene riservata allo sviluppo economico, soprattutto nelle sfere industriale ed agricola le quali, paragonate ad altri paesi, rappresentano una parte rispettabile del totale; oltre il 40% viene utilizzato per promuovere le conoscenze sia attraverso fondi di ricerca nazionali, binazionali e governativi, che attraverso il Fondo Generale Universitario, amministrato dal Consiglio per l'Istruzione Superiore. Ciò che rimane viene destinato a vari settori della sanità e del benessere sociale.
I. Sztulman
In Israele, la ricerca finalizzata allo sviluppo viene condotta in primo luogo presso sette università, decine di istituti di ricerca governativi e pubblici e centinaia di imprese civili e militari. Vengono eseguite importanti ricerche anche presso centri medici e da un certo numero di compagnie di pubblico utilizzo in campi come telecomunicazioni, produzione di energia e gestione di risorse idriche.
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Oltre l'80% di tutta la ricerca israeliana pubblicabile – e quasi tutta la ricerca di base e la formazione per la ricerca di base – si svolgono all'interno delle università. L'Israel Science Foundation (ISF), un ente legale indipendente, è la principale fonte di finanziamento della ricerca di base competitiva. Circa mille ricercatori ricevono, a titolo individuale, sovvenzioni dall'ISF, oltre ai fondi universitari. L'IFS sovvenziona anche progetti speciali, come la partecipazione di Israele alla costruzione del rilevatore ATLAS per la Large Hadron Collider del CERN, o il miglioramento della ricerca clinica attraverso una serie innovativa di sovvenzioni per "medici ricercatori". Per finanziare e coordinare iniziative di ricerca troppo vaste da gestire per singole agenzie, esiste TELEM, un forum composto dai capo-scienziati del Ministero dell'Industria, del Commercio, del Lavoro e del Ministero della Scienza, dal presidente dell'Accademia d'Israele, e da rappresentanti del Comitato per l'Istruzione Accademica, del Ministero del Tesoro e altri. TELEM ha gestito e, dove necessario, ha anche finanziato l'ingresso d'Israele nel Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo tecnologico dell'Unione Europea, e la sua partecipazione, come membro, al progetto European Synchroton Radiation Facility, oltre che la recente iniziativa israeliana di Internet II. L'elevato numero di brevetti emessi dalle università israeliane è un valido parametro per misurare l'efficacia delle relazioni fra le università e le industrie.
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Relativamente alle dimensioni della propria forza lavoro, Israele ha un numero significativamente alto - più che in ogni altro paese al mondo - di autori che pubblicano lavori scientifici in scienze naturali, ingegneria, agricoltura e medicina; anche la percentuale di pubblicazioni frutto di collaborazioni fra autori israeliani e di altri paesi, è eccezionalmente alto. Per favorire l'integrazione della scienza israeliana nella comunità scientifica internazionale, vengono incoraggiati la ricerca post-dottorale, gli anni sabbatici all'estero, la partecipazione a congressi scientifici fuori dal paese, ma
Per gentile concessione dell'Istituto Weizmann per le Scienze
R&S nelle università Così come nelle università in altre parti del mondo, l'obiettivo principale dei ricercatori nelle università israeliane è il progresso delle conoscenze scientifiche. Le pubblicazioni di libri ed articoli di israeliani, che abbracciano tutti i campi scientifici, sono la più immediata espressione dei risultati nei vari settori universitari. Israele pubblica una percentuale enorme (circa l'1%) di pubblicazioni scientifiche, in rapporto al totale delle pubblicazioni nel mondo e, in molti campi, come la chimica e le scienze informatiche, esse hanno un grande impatto professionale nella comunità scientifica mondiale.
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sono anche mantenuti un'ampia gamma di programmi di scambio e progetti comuni a livello di istituti, università e governi, con organizzazioni all'estero come loro controparte. Israele è anche un importante centro di conferenze scientifiche internazionali, ed ogni anno ospita numerose incontri di questo genere. Insieme alle loro attività di ricerca scientifica, le università continuano a svolgere un ruolo importante e innovativo nel progresso tecnologico di Israele. L'Istituto Weizmann per le Scienze è stato fra i primi al mondo a fondare un'organizzazione per l'utilizzazione commerciale delle proprie ricerche (1958); oggi, organizzazioni simili esistono in tutte le università israeliane. Il tentativo pionieristico di fondare parchi industriali impostati su conoscenze scientifiche nei pressi di campus universitari ha avuto un grande successo commerciale. Le università hanno anche fondato compagnie industriali per la commercializzazione di prodotti specifici basati sulle proprie ricerche, spesso in società con imprese locali e straniere. Le università lavorano anche a ricerche interdisciplinari ed istituti di controllo operanti in diversi campi scientifici e tecnologici vitali per l'industria del paese; queste strutture fungono da punti centrali per R&S applicati in settori come edilizia, trasporti e educazione. Inoltre, una gran parte delle facoltà offrono al mondo industriale servizi di consulenza su questioni tecniche, amministrative, finanziarie e direttive.
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R&S in campo medico Israele ha dato significativi contributi teorici e pratici alla rivoluzione della biotecnologia ed ha sviluppato sia infrastrutture di ricerca medica e paramedica, che strutture nel campo della bioingegneria. La biotecnologia, la medicina clinica e la ricerca biomedica, vantano al loro attivo oltre la metà di tutte le pubblicazioni scientifiche. Il settore industriale del paese ha incrementato le sue attività nel campo medico per capitalizzare la propria ampia base di conoscenze. Alcuni scienziati locali hanno sviluppato metodi per produrre un ormone umano della crescita e l'interferone, un gruppo di proteine che si sono dimostrate efficaci contro infezioni virali. Il Copaxone, medicinale efficace nel trattamento della sclerosi multipla, è stato sviluppato in Israele, dalla ricerca di base sino alla produzione industriale. L'ingegneria genetica, ha dato come risultato vari kit diagnostici basati su anticorpi monoclonali, insieme ad altri prodotti microbiologici. Sono state poi sviluppate e commercializzate in tutto il mondo sofisticate attrezzature mediche, alcune ad uso diagnostico, altre destinate a trattamenti specifici; ne sono un esempio le attrezzature per la tomografìa computerizzata (TC), gli apparati per la risonanza magnetica (MRI), gli scanner a ultrasuoni, i macchinari per la medicina nucleare e i laser
Un apparecchio per TC • Per gentile concessione dello Shaare Zedek Hospital
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chirurgici. Fra le altre innovazioni vi sono polimeri liquidi a rilascio controllato per prevenire l'accumulo di placca dentaria, un congegno la cui funzione è quella di ridurre tumori benigni e maligni della ghiandola prostatica, l'uso della botulina per correggere lo strabismo, e una mini fotocamera contenuta in una capsula ingoiabile utilizzata per diagnosticare malattie gastrointestinali. R&S nel settore industriale Nel settore industriale, la spesa civile per R&S, nonché il numero degli scienziati e degli ingegneri che vi sono impegnati, hanno registrato un forte incremento negli ultimi due decenni. La R&S industriale d'Israele, è caratterizzata da un'alta concentrazione nel campo dell'elettronica e dal fatto che la maggior parte delle attività è condotta nell'ambito di un ristretto numero di società di grandi dimensioni. Queste compagnie che hanno condotto R&S intensivi sono state nel corso degli anni le maggiori fonti di occupazione e di esportazione. Al centro della strategia industriale d'Israele, c'è il favorire la crescita di queste imprese, sia grandi che piccole. Il governo promuove la R&S nell'industria, nell'ambito della Legge per l'Incoraggiamento della Ricerca e dello Sviluppo, messa in atto dall'Ufficio Scientifico Centrale, che è parte del Ministero del Commercio e dell'Industria,
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il quale nel solo anno 2000 ha finanziato qualcosa come 1.200 progetti in centinaia di società. I prodotti legati a R&S coprono oggi oltre la metà del totale delle esportazioni industriali (esclusi i diamanti). L'Elettronica, limitata fino agli anni '60 principalmente a beni di consumo, si è ramificata in settori di sviluppo ben più sofisticati tecnologicamente, tanto militari quanto civili. Nelle comunicazioni, le applicazioni basate su R&S includono la digitalizzazione, l'elaborazione, la trasmissione e il miglioramento di immagini, voci e dati. I prodotti spaziano da centraline telefoniche avanzate, a sistemi di messaggio vocale, duplicatori di linee telefoniche e a una vasta gamma di applicazioni internet. Ottica, elettro-ottica e laser, sono rapidamente cresciuti come settore industriale. Israele è leader mondiale nel campo delle fibre ottiche, nei sistemi di ispezione elettroottici per quadri a circuiti stampati, in sistemi di immagini termiche per la visione notturna e in sistemi di produzione robotizzati basati sull'elettro-ottica. Sono state sviluppate e prodotte attrezzature computerizzate, soprattutto per i software e in campi periferici. Nella stampa e nell'editoria, i computer grafici e i sistemi di immagini computerizzati "made in Israel" sono ampiamente usati sia nel paese che all'estero. Le attività educative nelle scuole sono state migliorate per
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mezzo di molti e vari sistemi pedagogici che prevedono l'uso del computer, molti dei quali sono stati sviluppati per l'esportazione. Sebbene alcuni dei prodotti software israeliani siano destinati all'utilizzo su computer di grandi dimensioni, la maggior parte di loro è stata sviluppata per piccoli o medi sistemi come per esempio stazioni di lavoro computerizzate. In Israele è stato sviluppato un un mouse con tre tappetini che consentono alle persone con problemi di vista di "leggere" i testi e la grafica sullo schermo.
Il Col. Ilan Ramon (ultimo a destra), primo astronauta israeliano, scomparso assieme ai sei colleghi americani a bordo dello shuttle spaziale Columbia • Foto NASA MSFC-0300309
La Robotica, nel cui campo le prime ricerche sono state effettuate nei tardi anni '70, sta ora producendo robot destinati a svolgere una vasta gamma di funzioni, quali la pulitura di diamanti, la saldatura, l'imballaggio, la costruzione in campo edilizio ed altro. La ricerca è ora impegnata nell'applicazione dell'intelligenza artificiale ai robot. L'Aeronautica, legata alle necessità della difesa, ha dato origine a sviluppi tecnologici che hanno poi avuto conseguenti appendici in campo civile. L'Aravà, il primo aereo civile a esser stato prodotto in Israele, è stato seguito dal jet di rappresentanza Westwind. Sono stati prodotti e lanciati dalle Industrie Aeronautiche Israeliane, in cooperazione con l'Agenzia Spaziale
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Israeliana, dei satelliti progettati e prodotti localmente. Inoltre Israele sviluppa, produce ed esporta un'ampia gamma di prodotti del settore, come sistemi di display, computer per l'aeronautica, sistemi di strumentazione e simulatori di volo, ed è poi leader nel mondo nella tecnologia e nella produzione di droni - velivoli teleguidati senza pilota. R&S nell'agricoltura Il settore agricolo è quasi interamente impostato su R&S, grazie alla collaborazione fra agricoltori e ricercatori. I risultati delle ricerche sono rapidamente trasmessi sul campo per la sperimentazione: i problemi che insorgono vengono presentati direttamente agli scienziati perchÊ vi trovino le soluzioni. R&S nell'agricoltura vengono condotti in primo luogo dall'Organizzazione per la Ricerca Agricola del Ministero dell'Agricoltura. La maggior parte degli istituti di ricerca in questo settore in Israele si mantiene in strette relazioni con la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura), assicurando un costante scambio di informazioni con altri paesi. Le mucche da latte israeliane sono, in media, campionesse del mondo nella produzione di latte avendo portato i 6.300 litri annui del 1970 agli oltre 10.000 litri di oggi, grazie a un
Scienziato presso il Centro per la Ricerca Agricola Volcani • G.P.O. / A. Ohayon
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allevamento scientifico e un controllo genetico condotto dall'Istituto Volcani. Raccogliendo lo sperma e gli ovuli di razze di bestiame la cui linea di discendenza è superiore, Israele è in grado di migliorare i propri animali e di rendere partecipi altri paesi dei propri progressi nel settore. Gli agricoltori israeliani sono stati pionieri nell'applicazione della biotecnologia al loro campo, nell'irrigazione goccia a goccia, nella solarizzazione del terreno e nell'uso intensivo delle acque di scarico industriale ad uso agricolo. Questi progressi sono oggi applicati a prodotti commercializzabili che vanno da semenze e biopesticidi frutto di studi di ingegneria genetica, a materiali plastici di facile degradabilità, fino a sistemi computerizzati di irrigazione/fertilizzazione. Sfruttando al massimo le scarse risorse idriche, il terreno difficile e una limitata forza lavoro, si è arrivati a vere e proprie rivoluzioni nei metodi agricoli. La ricerca di tecniche che permettano di risparmiare acqua ha stimolato lo sviluppo di sistemi di irrigazione computerizzati - fra questi quelli a goccia che dirigono il flusso dell'acqua direttamente sulla zona delle radici delle piante – che ha aiutato agricoltori in tutto il mondo. Anche la ricerca legata al trattamento elettromagnetico dell'acqua, allo scopo di migliorare la salute degli animali e i raccolti, sta dando risultati promettenti.
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Per coordinare le attività agricole quotidiane, vengono ampiamente usati computer ideati in Israele che eseguono funzioni come la guida della somministrazione di fertilizzanti tenendo conto dei relativi fattori ambientali; la fornitura al bestiame di alimenti misti preparati in base a proporzioni studiate, per ottenere il massimo rendimento al minor costo; l'ottenimento per il pollame di un ambiente a temperatura ed umidità controllate. Inoltre, è stata sviluppata, prodotta industrialmente e migliorata una grande varietà di attrezzature innovative per dissodare, seminare, piantare, mietere, raccogliere, selezionare ed imballare. L'agricoltura ha anche tratto beneficio dalla ricerca scientifica generale e dagli sviluppi di R&S, e tra questi la coltura automatizzata di tessuti vegetali, insetticidi biologici, semenze resistenti a malattie e fertilizzanti biologici. R&S nel settore energetico Lo sviluppo intensivo di fonti d'energia alternative come l'energia solare, termica ed eolica, è stato un risultato positivo della carenza di fonti energetiche convenzionali nel paese. Il risultato di questo è che Israele è il leader nel campo dell'energia solare ad ogni livello e il maggiore utente pro capite al mondo di scalda-acqua solari
Campo di specchi solari presso l'Istituto di Scienze Weizmann • Per gentile concessione dell'Istituto Weizmann
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ad uso casalingo. È stato sviluppato un nuovo tipo di collettore ad alta efficienza, in grado di raccogliere raggi solari concentrati; ciò consentirà un aumento dell'uso di energia solare anche nell'industria. La produzione di una turbina azionata dal vento con un'elica flessibile e gonfiabile, ha rappresentato un progresso nell'utilizzazione dell'energia eolica. È stata anche sviluppata una tecnologia che utilizza acqua stagnante con un certo grado di salinità e composizione minerale per assorbire e immagazzinare energia solare. Si stanno ora esaminando centrali di energia geotermica capaci di estrarre calore dalla terra e di convertirlo in vapore per l'azionamento di turbine. Un nuovo progetto, sviluppato da un'equipe di scienziati del Technion, utilizza aria secca e acqua (anche marina o salmastra) per produrre energia attraverso ciminiere che si elevano ad un'altezza di 1.000 metri.
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ECONOMIA Sfide e traguardi
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Principali riforme
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Un “miracolo economico"
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La scena economica nazionale
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Il Quadro economico
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Settori economici
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I. Sztulman
218 | Economia
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ECONOMIA Dopo aver goduto per molti anni di uno dei più rapidi tassi di crescita del Prodotto Interno Lordo a livello mondiale, Israele continua nella ripresa iniziata nel 2003 dopo due anni di consistente rallentamento in quasi tutti i settori dell'attività economica. Questo trend è continuato fino al 2007, secondo tutti i parametri economici. Negli anni 2006-2007 è continuata la rapida crescita del PIL: nel 2006 ha raggiunto il 5,1% nonostante la Seconda Guerra del Libano abbia causato una perdita temporanea dello 0,7% del PIL. La veloce ripresa, e la continuità della rapida crescita sono state ancora una volta guidate dal settore degli affari, che è cresciuto del 6,4%, con 20.138 $ di PIL procapite nel 2006.
) י"א: (משלי י"ב...עובד אדמתו ישבע לחם Colui che dissoda la terra si sazierà di pane... (Proverbi 12,11)
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Nel 2006-2007, Israele ha continuato a conseguire i suoi obiettivi macroeconomici: un tasso d'inflazione molto basso, quando non addirittura negativo, un deficit di bilancio molto basso e una crescita limitata della spesa pubblica. Allo stesso tempo, il Paese ha continuato tanto ad attrarre investimenti stranieri, quanto a godere di una rapida crescita delle esportazioni e, per la prima volta, ha raggiunto una bilancia dei pagamenti positiva. Questi trend si sono mantenuti nella prima metà del 2007 e le previsioni per l'intero anno indicavano una crescita economica continua, senza inflazione, un deficit di bilancio basso e stabilità economica su tutti i fronti. Con una popolazione di piÚ di 7.427.000 di abitanti, Israele ha da anni ricevuto il riconoscimento a livello internazionale, in particolare per gli straordinari successi conseguiti nei settori dell'agricoltura, dell'agrotecnologia, dell'irrigazione, dell'energia solare, e nelle molte industrie ad alta tecnologia e compagnie start-up. Fondato su un esteso sistema di R&D, anche nelle industrie tradizionali, Israele oggi non è soltanto la terra del latte e del miele, ma anche la terra dell'high-tech, del software, delle comunicazioni, delle biotecnologie, della farmaceutica e della nanotecnologia. Accordi di libero scambio raggiunti con gli Stati Uniti, con l'Unione Europea e con vari paesi dell'America Latina, hanno facilitato l'espansione dell'esportazione di prodotti e servizi (oltre 60 miliardi di dollari nel 2006), e ad una partecipazione al mondo degli affari internazionali che ha contribuito alla conseguente accelerazione della crescita del paese.
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SFIDE E TRAGUARDI Traguardi recenti • L'anno 2000 è stato il primo, nella storia del paese, con un indice d'inflazione pari a zero e un calo significativo del deficit nella bilancia dei pagamenti, quest'ultimo sceso fino a 0,7 miliardi di dollari nel 2005, con un conseguente surplus di 0.9 miliardi nel 2006. • L'assorbimento di 1.200.000 immigrati in un decennio, con l'aumento della forza lavoro civile del paese da 1,65 milioni, nel 1990, a 2,8 milioni nel 2006. • L'inflazione è stata sconfitta, passando da un indice annuo di 445% nel 1984, al 21% nel 1989, allo 0% nel 2000. Dopo la crescita del 2005, quando l'inflazione era aumentata al 2,4%, nel 2006 l'indice è sceso sotto lo zero, al - 0,1%. • Eliminazione del debito estero, che nel 1985 era 1,6 volte superiore al PIL, nel 1995 era ancora pari al 25% del PIL, è poi sceso a meno del 3% del PIL nel 2001, per giungere allo zero nel 2003 – facendo diventare Israele da quel momento un paese creditore (ovvero l'economia mondiale deve a Israele più di quanto Israele è debitrice verso l'economia mondiale). • Stabile crescita degli investimenti esteri totali (che incoraggiano il PIL e accelerano crescita ed esportazioni) da 175 milioni di dollari nel 1987 a 5,8 miliardi di dollari nel 1997, a 10,7 miliardi di dollari nel 2005 e 25,2 miliardi nel 2006.
222 | Economia
• Esportazioni industriali cresciute di quasi sei volte negli ultimi due decenni, da 6 miliardi di dollari nel 1985, 35,6 miliardi di dollari nel 2005 e 38,1 miliardi nel 2006. Sfide storiche Il risultato economico che più colpisce d'Israele, è il suo indice di sviluppo mentre il paese affrontava contemporaneamente le seguenti sfide enormemente dispendiose: • Mantenimento della sicurezza nazionale: Israele spende adesso circa l'8% (contro l'oltre 25% negli anni '70 e il 23% nel 1980) del suo PIL nella difesa. Anche in periodi di relativa calma, Israele deve mantenere una forte capacità deterrente. • L'assorbimento di grandi quantità di immigrati: il "raduno degli esiliati" è la ragion d'essere dello Stato ebraico. Sin dal suo inizio Israele ha accolto oltre 3 milioni di immigrati, cinque volte il numero degli Ebrei che vivevano nel paese alla proclamazione dell'indipendenza (1948). Soltanto nei suoi primi quattro anni la popolazione d'Israele è più che raddoppiata, con l'arrivo nel Paese di 700.000 immigrati, la maggior parte profughi dall'Europa post-bellica e dai paesi arabi. Dagli anni '90 un'altra ondata di un milione e duecentomila immigrati (940.000 soltanto dall'ex
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Unione Sovietica) ha richiesto enormi somme, per il loro assorbimento fisico e sociale. Tuttavia, molto più velocemente delle ondate d'immigrazione precedenti, questi nuovi arrivati hanno contribuito ad accelerare la crescita del PIL, pur provocando un temporaneo aumento della disoccupazione, fino all'11,2% nel 1992. Quest'ultimo dato si è progressivamente ridotto fino a giungere al 7,6 % alla fine del 2006. • La costruzione di moderne infrastrutture economiche: sebbene reti di comunicazione e strade di base, trasporti e strutture portuali, idriche, elettriche e di comunicazioni, già esistessero nel 1948, erano tutt'altro che adeguate e furono necessari enormi somme per il loro sviluppo e la loro espansione. Senza questi enormi investimenti in comunicazioni e trasporti, gran parte della rapida crescita dell'economia non sarebbe mai avvenuta. • La fornitura di un alto livello di servizi pubblici (sanità, istruzione, benessere sociale, ecc.): Israele è impegnato ad assicurare il benessere della propria popolazione (con particolare attenzione agli elementi più deboli della società), pertanto una quantità sempre crescente delle sue risorse è stata riservata per venire incontro a questi impegni, e, sebbene le politiche economiche recenti abbiano richiesto una riduzione di questi stanziamenti, i bilanci governativi dal 2006 e 2007 hanno assicurato l'inizio di una tendenza correttiva in questo settore.
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PRINCIPALI RIFORME Liberalizzazione della valuta straniera Il Nuovo Shekel Israeliano (NIS) è adesso una valuta "forte", scambiata liberamente su tutti i mercati monetari internazionali. Si tratta di uno sviluppo relativamente recente, dopo decenni di controllo valutario, che è stato essenziale – così come in molti altri paesi, dopo la II guerra mondiale – per la sopravvivenza e la crescita dell'economia. La grave carenza di valuta straniera nei primi anni dello Stato era dovuta principalmente al fatto che le sue importazioni erano di molto superiori alle esportazioni. Ciò richiese il “razionamento" della valuta straniera, assegnandola soltanto per fabbisogni di base (come cibo, carburante e armamenti per la difesa). Macchinari di produzione e materie prime furono aggiunti alla lista solo più tardi, seguiti dalla magra assegnazione di 10$ a persona di cui veniva consentita l'esportazione per viaggi all'estero. Alla fine degli anni '50 fu consentita l'importazione di molti beni di “lusso", e agli israeliani fu consentita l'esportazione di 100$ per ogni viaggio all'estero. Gli anni '60 videro un ulteriore allentamento delle restrizioni per le importazioni, che furono liberalizzate completamente negli anni '70, trasferendo l'onere di contenere le importazioni
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alla "muraglia cinese" degli esorbitanti dazi doganali. Anche questi furono ribassati in maniera considerevole in seguito agli accordi di libero scambio con l'Unione Europea e gli Stati Uniti. A ciò si unì - negli anni '80 - anche un graduale aumento della valuta straniera consentita l'esportazione ad ogni singola persona nei propri viaggi all'estero - da $500 a $3.000. Subito dopo fu la volta dei primi permessi di detenere conti in banche straniere e di compiere investimenti e, nella seconda metà degli anni '90, furono rimossi gli ultimi bastioni del controllo sulla valuta estera. Il tasso di cambio Il tasso di cambio dello shekel oggi, dopo la rimozione di tutte le restrizioni alla valuta straniera, è determinato dal mercato monetario internazionale. Ma non è stato sempre così. Così come in tutte le economie successive alla II Guerra Mondiale, il tasso di cambio della valuta israeliana era fisso e veniva cambiato (svalutato) di tanto in tanto su decisione del governo. Nel 1948 la lira israeliana era pari a una sterlina (4 dollari USA) e fu svalutato, nel 1949, a $2,80 assieme alla sterlina. Da allora la moneta israeliana ha subito molte svalutazioni (per esempio, a 1,80 Lire per dollaro nel 1954, 3 per dollaro nel 1962, 4,20 nel 1971 e 6 nel 1974). Tutto ciò, in conformità alla politica economica, aveva lo scopo di ridurre il divario fra esportazioni e importazioni, controbilanciando in
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fondo il commercio estero dal tasso d'inflazione locale accumulato dalla svalutazione precedente. Nel 1975 Israele seguì il cambiamento di tendenza dell'OCSE e intraprese una "svalutazione strisciante" (consentendo fino al 2% di svalutazione al mese). Questo sistema durò due anni, fino alla realizzazione delle prime misure di liberalizzazione. Da allora il tasso di cambio è determinato quotidianamente dalla Banca d'Israele, in base alle fluttuazioni del mercato. Nel 1980 10 lire israeliane furono convertite in 1 shekel e nel 1995, 1000 shekel divennero 1 Nuovo Shekel Israeliano (N.I.S.). Nel Luglio del 2007, il tasso di cambio del Nuovo shekel israeliano, in media, era pari a 0,24 dollari. Contenimento del bilancio nazionale Le insolite circostanze della crescita economica israeliana, molte delle quali, nei primi due decenni dello Stato, dovettero essere provocate dal governo, posero Israele ai primi posti tra i paesi con un alto bilancio nazionale in proporzione al PIL. Vi sono stati casi in cui il bilancio è stato perfino superiore al PIL, ma fu ridotto al suo 95% nel 1980, al 64% nel 1990, al 49% nel 2005 e a circa il 40% nel 2006. Inoltre, mentre nei primi anni nel bilancio veniva consentito un deficit (la parte non finanziata da tasse e prestiti locali) soltanto per propositi di "sviluppo" (vale a dire investimenti), in seguito, con la crescita dell'onere economico legato alla difesa, i deficit di bilancio "ordinari" divennero un fatto di routine.
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Nel corso degli anni '90 fu posto un particolare accento alla riduzione di questi deficit. L'obiettivo era quello di portare il rapporto deficit/PIL a livello di quello prevalente nelle economie sviluppate occidentali. Questa politica riuscì, in effetti, a ridurre il deficit di un quarto rispetto a quello dell'inizio del decennio. Dopo essere cresciuto in maniera considerevole nel 2001, è stato riportato al 6% nel 2003, al 5% nel 2004, al 3,2% nel 2005 e all'1,8% nel 2006. Il programma di riforma economica intrapreso dal governo israeliano nel 2003 continua a ridurre ulteriormente il budget (oltre che le tasse) e a snellire l'economia. Privatizzazioni Pur rimanendo ancora impegnato a incoraggiare le iniziative economiche, il governo israeliano è riuscito, con la sua politica a partire dagli anni '90, a ridurre il proprio coinvolgimento diretto nell'economia. Oltre a eliminare quasi del tutto i sussidi in sostegno dei prezzi per generi di prima necessità e quelli destinati a promuovere investimenti ed esportazioni stranieri, il governo ha intrapreso una vasta campagna di privatizzazione con la vendita della proprietà di centinaia di compagnie pubbliche. Mentre durante il primo decennio di questa politica furono privatizzate principalmente piccole imprese, il processo si è ampliato negli ultimi anni, fruttando un
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introito di 3 miliardi di dollari dalla vendita di imprese molto piÚ grandi, come banche, El Al (la compagnia aerea israeliana), Zim (navigazione), Bezeq (telecomunicazioni), e la prossima in agenda è l'industria petrolifera. Il governo intende inoltre trasferire al settore pubblico alcuni dei servizi propri del settore privato.
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"UN MIRACOLO ECONOMICO"
Tuttavia, nei successivi sei anni - tra il 1973 e il 1979 - il tasso di crescita è diminuito (come nella maggior parte dei paesi industrializzati, in parte a causa delle crisi del petrolio del 1973-74 e del 1979-80) a una media annua del 3,8 % e, negli anni '80, ha toccato il 3,1 %. Poi, negli anni '90, è stato registrato un tasso medio di crescita annua di oltre il 5% del PIL (toccando persino il 7,7% per cento nel 2000), riscendendo poi al 5,2% alla metà del primo decennio del XXI secolo.
I. Sztulman
Nei suoi primi 25 anni, l'economia israeliana ha raggiunto un impressionante tasso di crescita media del PIL di circa il 10 % l'anno, mentre il paese assorbiva consistenti ondate di immigrazioni di massa, costruiva una moderna economia partendo quasi da zero, combatteva quattro guerre e manteneva la sicurezza. Questo "miracolo economico" è in effetti ampiamente dovuto all'uso fatto di sostanziali importazioni di capitali avvenute nel corso degli anni, primi fra tutti i massicci investimenti in mezzi di produzione, unitamente al successo conseguito dal Paese nell'assorbire rapidamente gli immigrati inserendoli in imprese produttive.
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Il tasso di crescita economica in Israele nel 2006 è stato relativamente alto, se messo a confronto con quello di altri paesi sviluppati. La crescita media del PIL nei 30 paesi dell'OECD ha totalizzato il 3,2% nel 2006 ed è stata più bassa dell'1,9% rispetto a quella registrata in Israele. Tassi di crescita, questi, chiaramente impossibili da conseguire nel corso di una recessione globale, ma quella di Israele è stata una delle prime economie sviluppate, a tornare ad una crescita positiva (0,7 per cento) nel 2009. quando l'economia globale ha iniziato a recuperare, le statistiche hanno indicato che i tassi di crescita sono tornati alla normalità, attorno al 3 per cento agli inizi del 2010. Il PIL pro capite è cresciuto nel corso dell'ultimo decennio del XX secolo, di oltre il 60 per cento, raggiungendo un livello annuale di quasi 25.800 dollari USA nel 2007 e di 27.143 nel 2008.
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LA SCENA ECONOMICA NAZIONALE La Bilancia dei Pagamenti Il perenne problema del deficit commerciale è stato, fino a non molto tempo fa, il duro prezzo pagato da Israele per riuscire ad ottenere il "miracolo" della sua rapida crescita, fronteggiando al contempo con successo le altre sfide nazionali. Questo divario annuo tra un alto livello di importazioni e un livello notevolmente minore di esportazioni, era indice di una dipendenza economica da risorse estere. Pertanto, ogni governo israeliano ha sempre avuto come obiettivo politico di primaria importanza, di raggiungere "l'indipendenza economica", di arrivare cioè al punto che le esportazioni finanziassero tutte le importazioni e che il deficit sopra ricordato scomparisse. Questo obiettivo è stato finalmente conseguito solo di recente. Nei primi 48 anni di esistenza d'Israele, questo deficit è cresciuto continuamente, moltiplicandosi (in prezzi correnti) 45 volte: dai 222 milioni di dollari nel 1949 ai 10,1 miliardi nel 1996. Ciononostante, in termini proporzionali, il deficit è in realtà stabilmente diminuito, dando così la chiara indicazione che il problema stava gradualmente risolvendosi: laddove, nel 1950, le esportazioni finanziavano soltanto il 14% delle importazioni, nel 1960 questa percentuale era salita al 51%, e nel 1996 si trovava al
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79%. Da allora, il deficit reale è iniziato a calare, fino ai 4,7 miliardi di dollari nel 2001 e ai soli 0,7 miliardi di dollari nel 2005, con una esportazione di prodotti e servizi sufficiente quindi a finanziare tutte le importazioni, lasciando perfino una rimanenza di fondi. Bilancia dei pagamenti *: 1949-2009 (in milioni di dollari USA correnti) Year Importazioni Esportazioni 1949 263 41 1955 443 139 1960 694 352 1965 1,269 749 1970 2,657 1,374 1975 8,038 4,022 1980 13,382 10,099 1985 15,138 11,223 1990 24,217 18,868 1996 37,576 29,386 2000 46,514 45,179 2005 57,384 56,623 2009 63,132 67,774 * Il conto attuale, compresi beni e servizi
Deficit 220 304 342 520 1,283 4,016 3,733 3,915 5,349 8,190 1,335 761 993
Negli ultimi 59 anni Israele ha avuto bisogno di circa 176 miliardi di dollari (in cifre correnti), per coprire i propri deficit commerciali annui. Quasi i due terzi di questo deficit accumulato sono stati coperti con
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transazioni unilaterali, come fondi portati da immigrati, pensioni estere, donazioni di organizzazioni ebraiche dedite alla raccolta di fondi all'estero destinate a servizi sociali, istituzioni sanitarie ed educative e sovvenzionamenti di governi stranieri, soprattutto da parte degli Stati Uniti. Il resto è stato finanziato da prestiti di singoli, banche e governi stranieri, che Israele ha restituito fin dai primi anni.
Debito estero netto: 1954-2009 (in milioni di dollari USA correnti) Anno Debito estero netto totale 1954 356 1960 543 1970 2,223 1975 6,286 1980 11,344 1985 18,051 1990 15,122 1995 20,788 2000 7,353 2002 0 2005 -23,173 2009 - 54,949
Per questa ragione il debito estero è aumentato ogni anno fino al 1985, quando, per la prima volta, è stato preso in prestito meno di quanto è stato restituito. Tuttavia tale tendenza positiva ha subito un'inversione per alcuni degli anni, fino a quando il debito estero nazionale ha raggiunto nel 1995 i 20,8 miliardi di dollari. Nell'ultimo decennio è sceso in maniera considerevole fino a toccare lo zero e, dal 2002, ha iniziato a evolversi in maniera positiva: vale a dire che Israele è creditore, e "il mondo" ci deve più di quanto noi dobbiamo ad esso - nel 2009 quasi 55 miliardi di dollari.
Commercio Estero Piccola economia con un mercato interno relativamente limitato, la crescita di Israele dipende principalmente
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dall'espansione delle esportazioni. Gran parte delle risorse creative del paese è stata dedicata ala costruzione delle proprie esportazioni industriali che, in 56 anni, sono cresciute di almeno 3.000 volte (in prezzi correnti), passando da 13 milioni di dollari nel 1950 a 52 milioni di dollari nel 1955, a 1,4 miliardi nel 1975, 5,6 miliardi nel 1985, a 30,8 miliardi nel 2000, fino a 39,4 miliardi nel 2006, con un incremento del 7,5% rispetto al 2005. Negli ultimi anni, circa l'85% di tutte le importazioni di merci, pari a 47,2 miliardi di dollari nel 2006, è stato di materie prime per la produzione e di carburante. Il 54% di esse è giunto dall'Unione Europea, mentre gli Stati Uniti hanno fornito il 17% e l'Asia il 16% (mentre il restante 13% proveniva da altri paesi). Nello stesso anno, il 33% delle esportazioni di merci d'Israele – per un valore di 36,6 miliardi di dollari- è stato diretto verso l'Unione Europea, un altro 40% negli Stati Uniti, il 19% in Asia e il restante 8% verso altri paesi. Nel corso della maggior parte degli anni '90, le esportazioni industriali d'Israele verso gli Stati Uniti sono state superiori alle sue importazioni dallo stesso paese, e dal 2000 ciò vale persino escludendo le esportazioni di diamanti. La competitività delle esportazioni israeliane è aumentata con il suo accesso al GATT (Accordo Generale sulle Tariffe e il Commercio), come pure con l'istituzione di un'area di libero scambio per prodotti industriali con la Comunità
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Europea (1975) e per tutti i prodotti con gli Stati Uniti (1985). Di conseguenza i beni israeliani possono essere immessi esenti da tasse doganali (duty free) sia nell'Unione Europea (UE) che negli Stati Uniti, dando la possibilitĂ ai produttori locali di mirare a un mercato 110 volte piĂš esteso di quello interno e attirando investitori che desiderano esportare i loro prodotti in Europa senza pagare per questi imposte doganali. Investitori israeliani hanno formato joint ventures con aziende giordane ed egiziane in speciali zone industriali che permettono l'esportazione di prodotti esenti da tasse doganali verso Stati Uniti e Europa. Allo scopo di estendere al massimo le possibilitĂ di successo, le imprese locali hanno cercato di individuare dei segmenti nell'ambito del commercio internazionale, in cui poter ricavare nicchie specialistiche. L'istaurazione di joint ventures con compagnie industriali straniere ha spesso unito la forza d'innovazione della compagnia israeliana con le capacitĂ della ditta estera in fatto di produzione su vasta scala e di penetrazione nel mercato. Progetti congiunti sono stati intrapresi in settori come elettronica, software, apparecchiature mediche, stampa e grafica computerizzata. Molti di questi progetti congiunti sono assistiti nella raccolta di capitale per le joint ventures da organizzazioni come le sei seguenti fondazioni binazionali per la ricerca e lo sviluppo, sostenute dai governi interessati: con gli USA (BIRD), con il Canada (CIIRDF), con Singapore
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(SIIRD), con la Gran Bretagna (BRITECH), con la Corea (KORIL-RDF) e con Victoria/Australia (VISTECH). Esportazioni e Importazioni di merci (diamanti esclusi) 50,000 45,000 40,000 35,000 30,000 25,000 20,000 15,000 10,000 5,000 0
1960
1970
Importazioni
1980 Esportazioni
1990
2000
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IL QUADRO ECONOMICO
Lo shekel, l'unità valutaria israeliana (valutato a 0,24 dollari nel Luglio 2007), era noto fin dal secondo millennio a.E.V. come unità di peso per sistemi di pagamento in oro e argento. È riportato nella Bibbia che Abramo trattò l'acquisto di un campo “e la grotta che vi si trovava", a Machpelà (a Hebron), dicendo: “Ti darò il prezzo del campo, accettalo, e là seppellirò il mio morto". Efron, il proprietario, rispose: “Il terreno vale quattrocento sicli (shekel, in ebraico) d'argento... e Abramo pesò per Efron... quattrocento sicli d'argento, moneta corrente fra i mercanti"(Genesi 23,13,15-17).
Controllo dell'Inflazione Sebbene l'economia israeliana, dal suo inizio e fino al 2000, abbia sempre sofferto per l'aumento dei prezzi, un meccanismo di rivalutazione ha, in qualche modo, permesso alle singole persone di sopportarne le conseguenze. Tutti gli impegni finanziari, i salari, gli affitti, i fondi di risparmio, le polizze di assicurazione sulla vita, le categorie della tassa sul reddito, e così via, sono stati legati a un valore di maggiore stabilità (come la valuta straniera o l'indice dei prezzi al consumatore), togliendo in tal modo il mordente all'inflazione. Pertanto, sia che il tasso di inflazione annua fosse ad una cifra (dalla metà degli anni '50 fino alla fine degli anni '60), a due cifre (negli anni '70) o a tre cifre (nella prima metà degli anni '80), gli israeliani sono riusciti comunque ad elevare il proprio tenore di vita. Ovviamente l'economia nel suo insieme ha sofferto dell'inflazione (per esempio con il calo della propensione ad investire), e i meccanismi di rivalutazione contribuivano essi stessi ad alimentarla, fin quando, alla metà degli anni '80, la situazione giunse a un punto critico.
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Nell'estate del 1985, dopo che l'inflazione era salita dal 191% del 1983 al 445% del 1984, e minacciava di raggiungere un tasso a quattro cifre nel 1985, il governo di unità nazionale, guidato dal laburista Shimon Peres e da Ytzchak Modai del Likud come ministro delle finanze, mise in atto un radicale programma d'emergenza di stabilizzazione, di concerto con l'Organizzazione Sindacale dell'Histadrut, e il Comitato di Coordinamento dei Datori di Lavoro. Il tasso di inflazione scese al 185% nel 1985, e al 21% nel 1989. Da allora ha continuato a diminuire fino a giungere al 7 % nel 1997 e, per la prima volta in assoluto, a zero nel 2000. Un'altra "prima volta" in assoluto si è verificata con la caduta dei prezzi del 2003, con un'inflazione negativa del -1,9%. Nel 2005 l'inflazione è stata del 2,4% e nel 2006 ha nuovamente fatto registrare un indice negativo del - 0,1%. Il Settore Pubblico L'alto livello del consumo pubblico, e in particolare il derivante ampio deficit nel bilancio governativo, è sempre stato una causa predominante del tasso di inflazione d'Israele. Tutte le risorse che il governo poteva reclutare per finanziare il bilancio (fonti interne ed estere, prestiti da parte del pubblico, imposte dirette e indirette) sono state insufficienti a coprire quanto speso e il governo si è ripetutamente trovato costretto a ricorrere a finanziamenti inflazionari. Questo pesante onere del settore pubblico era dovuto principalmente alle spese per la difesa e alla
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necessità di restituire i debiti esteri, due questioni che soltanto negli ultimi anni sono scese a occupare dai due terzi a meno della metà del bilancio delle spese del governo. La strada per una ripresa economica ha anche richiesto il controllo dell'inflazione, la riduzione del deficit nella bilancia dei pagamenti e il mantenimento del rapido tasso di crescita economica, tutti provvedimenti che hanno richiesto una diminuzione della spesa pubblica che è stata attuata negli ultimi anni. L'alto rapporto fra spesa pubblica e il PIL è stato dimezzato rispetto a quello di 25 anni fa, dal 95% al 49 % del PIL tra il 1980 e il 2006 (quando il budget del governo era pari a circa 60 miliardi di dollari). Nel 2006 si è avuta una eccedenza nella bilancia dei pagamenti e il deficit di bilancio si è ridotto allo 0,9 % del PIL. Il governo incoraggia ancora oggi iniziative economiche private e la sua politica economica è riuscita a ridurre sostanzialmente il proprio coinvolgimento in imprese economiche mediante una privatizzazione che, nel 2005, ha fruttato un gettito di quasi 3 miliardi di dollari. Il Sistema Fiscale Il finanziamento del massiccio consumo pubblico di Israele, ha reso necessaria una pesante tassazione che per anni il cittadino israeliano ha dovuto sostenere. Si trattava
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di uno dei più alti carichi fiscali al mondo. Nel primo decennio dalla costituzione dello Stato le tasse erano pari a un ottavo del PIL, negli anni '60 hanno raggiunto il quarto, ha oscillato tra il 30 e il 40 per cento negli anni '70 e '80 e, negli anni '90, ha avuto una media di quasi il 40 %, attestandosi al 40,3 % nel 2000. Nel 2003 il carico fiscale è sceso al 39,3% del PIL, scendendo ulteriormente al 38% nel 2006, raggiungendo quasi il livello medio dei paesi OECD, che era nel 2004 del 37,4%. Le imposte indirette consistono principalmente nell'I.V.A. al 16 %. Inoltre esiste anche una tassa d'acquisto sulle automobili, sul carburante e sulle sigarette. Le importazioni dall'UE e dagli USA sono esenti da dazi doganali, mentre alle importazioni da altri paesi sono applicate imposte doganali. Le imposte dirette su entrate e proprietà, che ammontavano a meno di un quarto di tutti gli introiti fiscali fino alla fine degli anni '50, sono salite intorno a un terzo agli inizi degli anni '70, a circa la metà agli inizi degli anni '80, e hanno raggiunto il 45 % nel 1986. Da allora il peso delle imposte dirette è diminuito al 39 % nel 1995 ed è fluttuato tra quel valore e il 42 % del 2006. Negli ultimi anni sono state apportate ulteriori modifiche al sistema fiscale, per integrare Israele ancora più saldamente nell'economia globale. Nell'ambito di questa politica, i
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dazi doganali sulle importazioni continuano a scendere mentre la percentuale del carico fiscale sui profitti è scesa gradualmente al 30% e deve essere ridotta al 25% entro la fine del 2010. L'imposizione sul reddito dovrebbe essere ridotta fino al 44% entro la fine dello stesso anno.
Investimenti L'ammontare del risparmio non è mai stato sufficiente a sostenere gli immensi investimenti (di solito il 20-30 per cento di tutte le risorse disponibili nell'economia) compiuti da uno stato in rapida crescita. Di conseguenza, una gran parte di questi investimenti dovette essere finanziata da transazioni di capitali pubblici e privati
I. Sztulman
Consumo privato e risparmio Il consumo privato è aumentato quasi senza interruzione dal 1950, con una crescita media annua del 6 % dal 1960 (sebbene sia scesa dal 9,6% pro capite del 1994 al 6,6% del 2000, e al 4,9 % nel 2006). Pur tuttavia il risparmio privato è stato regolarmente consistente. Fino alla fine degli anni '50 il tasso medio del risparmio privato rispetto all'introito privato disponibile non è mai sceso al di sotto del 29 %. Agli inizi degli anni '60 è diminuito al 21 %, ma è nuovamente risalito nel 1972 al 38 %, e così era nel 1981; da allora è sceso, quasi stabilmente, fino al 28,8% nel 2006.
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provenienti dall'estero, ma anche direttamente dal settore pubblico, soprattutto dal governo. Nell'ultimo decennio, gli investimenti totali sono cresciuti da 17 miliardi di dollari, nel 1995, a 22,8 miliardi nel 2000, ma sono scesi per tre anni consecutivi, prima di risalire La Histadrut : La Federazione e raggiungere i 22,1 miliardi di dollari Generale del Lavoro fu fondata nel 2005 (il 49% dei quali, 10,8 miliardi di nel 1920 come federazione dollari, effettuato dall'estero, da residenti dei sindacati, con lo scopo non israeliani). di rappresentare i lavoratori e di impiantare industrie che L'inizio del 2006 ha visto un balzo creassero posti di lavoro. Con straordinario negli investimenti stranieri il tempo essa è diventata anche da direzioni completamente nuove uno dei piÚ grandi datori di sulla scena israeliana, evidentemente lavoro in Israele ed ha avuto dovuto all'interesse e alla fiducia crescenti un ruolo importante nello nei confronti di questa economia. Nel 2006 sviluppo del paese. gli investimenti dall'estero effettuati da residenti non israeliani hanno raggiunto i Oggi, la Nuova Histadrut, 24,386 miliardi e il trend di crescita è stato con i suoi 700.000 iscritti, confermato nel 2007. unisce 78 sindacati che si occupano dell'organizzazione Molti investimenti privati, di origine sia del lavoro a livello locale, interna che estera, sono stati anche il risultato firmano i contratti collettivi e dell'iniziativa e dell'incoraggiamento del ne controllano l'applicazione. governo, che si rispecchiano nel corso degli anni nelle differenti versioni della Legge per l'Incoraggiamento dell'Investimento di Capitali. Per mezzo di questa legge il governo ha attirato investitori
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con prestiti sovvenzionati a lunga scadenza (con tassi di interesse ridotti), con sovvenzioni dirette come percentuali dell'investimento totale e del finanziamento di Ricerca e Sviluppo. Per raggiungere tale obiettivo sono stati concessi anche alleggerimenti e rimborsi fiscali, attribuiti in proporzione al peso del contributo dello specifico investimento sulla messa in atto della politica economica, guardando per esempio, alla distribuzione della popolazione, alla promozione delle esportazioni e così via. È probabile che tale aiuto abbia contribuito, nel corso degli anni '80, all'accumulo di capitali (capacità produttiva) in misura superiore rispetto alla crescita del PIL. In alcuni settori, questa eccedenza di capacità produttive ha facilitato il rapido decollo degli anni Novanta.
Vi è rappresentata la maggior parte dei settori economici israeliani: alimentare, tessile, il settore alberghiero e del turismo, i lavoratori statali e del settore pubblico, gli impiegati, gli infermieri, i pensionati, e altri. Alcune categorie sono rappresentate da sindacati indipendenti: ingegneri, medici, accademici, insegnanti e giornalisti. L'Histadrut non è più influente come nel passato poiché un numero sempre maggiore di lavoratori viene assunto attraverso enti appaltatori o con contratti individuali.
Salari e condizioni di lavoro I salari in Israele sono generalmente stabiliti attraverso trattative condotte fra tre parti: il governo (tuttora il principale datore di lavoro del paese), la cui scala salariale ha forti ripercussioni su tutti i settori dell'economia, la Histadrùt (Federazione Generale dei Lavoratori) e l'organizzazione
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dei datori di lavoro del settore privato. Gli accordi raggiunti costituiscono un quadro dei livelli salariali per i diversi settori dell'economia e, con cambiamenti occasionali, prevedono anche il pagamento automatico di una indennità per l'aumento del costo della vita come compensazione per l'inflazione. Pertanto la situazione dei salari è piuttosto rigida, specialmente per le categorie meno retribuite. Le ondate di disoccupazione in Israele non hanno provocato significative riduzioni dei salari, sebbene in periodi di carenza di forza lavoro i salari crescano con maggiore elasticità in quei settori dove la richiesta di lavoratori è più acuta. Nel giugno 2006 il salario medio mensile era di 7.759 NIS (circa 1.843 dollari USA). Le condizioni di lavoro nei vari settori economici del paese sono stabilite in accordi di lavoro concordati tra datori di lavoro e lavoratori. Le condizioni di base, comunque, sono assicurate per legge e prevedono una settimana lavorativa di un massimo di 47 ore (nel 2006, la media nel settore commerciale era sotto le 40 ore settimanali), un salario minimo di 3.585 NIS (circa 780 dollari) nel 2006, un compenso per orari straordinari, il pagamento di una liquidazione, ferie annuali pagate e congedo per malattia.
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SETTORI ECONOMICI Industria Oggi Israele è un paese industrializzato il cui settore manifatturiero - e al suo interno anche molti comparti produttivi tradizionali - si fonda su un esteso e sofisticato sistema di R&S, processi, strumenti e macchinari ad alta tecnologia, quale risultato di uno sviluppo rapido e intensivo. Ciò è il risultato di uno sviluppo rapidissimo e molto intensivo. L'odierno settore industriale, dinamico e ampiamente diversificato, si è sviluppato da laboratori artigianali avviati un secolo fa per fabbricare attrezzi agricoli e per lavorare i prodotti agricoli. La trasformazione delle attività esistenti in produzioni moderne è stata incentivata da due fattori: l'immigrazione di imprenditori ed ingegneri dalla Germania negli anni Trenta, e la crescente domanda di prodotti industriali, negli anni della II Guerra Mondiale (1939-45), periodo durante il quale le Forze Alleate nella regione richiedevano vari beni di consumo, specialmente vestiario e cibi in scatola, e la regione stessa aveva bisogno di prodotti che non potevano essere importati dall'Europa a causa della guerra. Fino agli anni '70 i settori dell'industria tradizionale, come l'industria alimentare, tessile e della moda, di mobili, fertilizzanti, pesticidi, prodotti farmaceutici, chimici e
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prodotti di gomma, plastica e metallo, fornivano la maggior parte della produzione industriale del paese. In quel periodo la gran parte delle risorse venivano indirizzate allo sviluppo dell'agricoltura, dell'industria alimentare, delle infrastrutture e alla rapida creazione di posti di lavoro per i molti immigranti non qualificati. La fase successiva dell'industrializzazione si è concentrata sullo sviluppo e la produzione di armi necessarie alla difesa del paese. I diversi embarghi sull'acquisto di armi che hanno accompagnato, minacciandola, la formazione dello stato, hanno favorito un'accelerazione di questo processo. I massicci investimenti nelle industrie dell'aeronautica e degli armamenti, hanno portato alla creazione di nuove tecnologie che sono servite poi da base per speciali industrie high-tech israeliane in settori come apparecchiature mediche, elettronica, software e hardware, telecomunicazioni, ecc. Negli anni Ottanta, gli israeliani che avevano lavorato nella Silicon Valley hanno fatto ritorno in Israele, e vi hanno aperto centri di sviluppo di compagnie multinazionali quali Intel, Microsoft, IBM, ed altre. Negli anni Novanta, un'ondata di immigrati altamente qualificati – scienziati, ingegneri, tecnici, medici- provenienti dall'ex Unione Sovietica, ha reso possibile il passaggio dell'industria israeliana al suo attuale livello di sofisticazione, con la sua gamma di prodotti da esportazione.
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A causa della sua mancanza di risorse naturali e materie prime, il vantaggio di Israele è costituito dalla sua forza lavoro altamente qualificata, dagli istituti scientifici, dai centri per la R&S. L'industria israeliana di oggi, sviluppando prodotti basati sulla creatività scientifica e sull'innovazione tecnologica, si concentra prevalentemente sulla produzione di manufatti ad alto valore aggiunto. Contrariamente alla maggior parte delle economie sviluppate, in cui il numero di persone impiegate nell'industria è rimasto stabile o è diminuito nei primi anni '90, il loro numero in Israele è continuato a salire. Nel 2006, il tasso di crescita industriale di Israele tra le economie sviluppate, è stato secondo solo a quello della Corea del Sud. Negli ultimi due decenni la produzione industriale di Israele ha fatto passi da gigante a livello internazionale nei campi dell'elettronica medica, della agro-tecnologia, delle telecomunicazioni, dei prodotti chimici raffinati, dell'hardware e del software, come pure del taglio e della levigazione dei diamanti. Nel 2005, l'industria manifatturiera impiegava 413.000 persone (tra queste, il tasso di quelli dotati di formazione accademica era secondo solo a quello delle forze lavoro di Stati uniti e Olanda). Nel 2004 c'erano quasi 13.000 impianti industriali che hanno prodotto per un importo superiore ai 58 miliardi di dollari, di cui oltre la metà destinato all'esportazione.
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Principali indicatori per settori economici (2006) (in percentuale) Settore
PIL
Forza Lavoro
Industria
21.6
18
74
35
Agricoltura
2.5
1.7
3
3
Edilizia
7.1
Esportazioni Investimenti
5
1
3
Trasporti e 10.2 Comunicazioni
6.8
8
32
Servizi Commerciali Finanziari e Privati
31.1
35
24
13
25
34
-
14
Servizi Pubblici
Fonte: Ufficio Centrale di Statistica Industrie Hi-Tech I tassi di crescita più alti (con una media dell'8% annuo negli ultimi anni) si hanno nei settori dell'alta tecnologia (Hi-Tech), con alto investimento di capitale e capacità. Questi settori richiedono tecniche di produzione sofisticate come pure considerevoli investimenti in ricerca e sviluppo (per i quali viene speso il 4,4% del P.I.L. israeliano, senz'altro una delle più alte percentuali al mondo). La qualità di questa R&S in Israele si colloca, secondo gli esperti ONU, tra le prime dieci al mondo. Un contributo di successo a questi due requisiti si deve agli istituti di ricerca accademica, che forniscono la maggior parte della R&S di base, e a fondi di capitale a rischio.
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L'importanza delle imprese ad alta tecnologia è ben resa dal fatto che mentre nel 1965 esse costituivano soltanto il 37% della produzione industriale e nel 1985 erano salite al 58%, nel 2006 questa percentuale si è attestata intorno al 70%. Quasi l'80% della produzione Hi-Tech viene esportata mentre le più tradizionali imprese a bassa tecnologia esportano soltanto circa il 40% della loro produzione. Le esportazioni di prodotti Hi-Tech sono quadruplicate dai 3 miliardi di dollari USA del 1991 ai 12,3 miliardi di dollari nel 2000, e ai 29 miliardi di dollari nel 2006 (a cui vanno aggiunti altri 5,9 miliardi di dollari di servizi Hi-Tech esportati). Dopo il rallentamento dell'economia tra il 2000 e il 2001, l'industria Hi-Tech è stata la prima a riprendersi con una crescita positiva già nel 2003. Nel 2006 il prodotto dell'ICT (Information & Communications Technology - un settore primario dell'industria Hi-Tech) ammontava a 24 miliardi di dollari. Contribuendo con un 17% al PIL del settore commerciale, dà impiego a 185.000 persone, spende in R&S in campo civile oltre 3,3 miliardi di dollari ed esporta per quasi 16 miliardi di dollari. Oltre il 90% dello stanziamento pubblico per R&S (7 miliardi di dollari nel 2006) viene destinato alle industrie Hi-Tech, e la maggior parte di esso viene canalizzata in fondi di capitale joint venture. Negli ultimi anni il governo ha raccolto discreti dividendi dalle azioni di questi fondi,
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andando ben oltre la restituzione dei prestiti concessi a compagnie start-up di successo. Oltre alle sei fondazioni binazionali sopra citate, Israele ha firmato degli accordi per finanziamenti congiunti di progetti R&S con USA, Canada, Italia, Belgio, Austria, Francia, Svezia, Germania, Olanda, Irlanda, Portogallo, Spagna, Hong Kong, India, Turchia e Cina. L'era della tecnologia informatica (internet, commercio elettronico, ecc...) ha posto l'economia israeliana, e in particolare le sue industrie Hi-Tech, all'avanguardia mondiale nello sviluppo in questi campi. Numerose compagnie israeliane internazionalmente riconosciute sono state acquistate da grandi gruppi con transazioni da molti miliardi di dollari. Il numero di nuove imprese start-up è molto elevato e ciò è dovuto alle straordinarie capacità innovative presenti in Israele, coniugate alla disponibilità di manodopera altamente qualificata. La crescente presenza di imprese israeliane a Wall Street e nelle Borse europee è un'ulteriore manifestazione del rispetto che l'industria Hi-Tech israeliana si è guadagnata. L'Industria israeliana dei diamanti Israele è leader mondiale nella produzione e commercializzazione dei diamanti. Il principale motivo di questo primato sta nel fatto che l'industria diamantifera israeliana è sfaccettata quanto i suoi diamanti. Il diamante israeliano è sinonimo di fiducia e affidabilità, garantisce di
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non essere intaccato dal conflitto e di essere autentico. A ciò va aggiunto che l'industria del diamante in Israele è leader sia per le tecniche d'avanguardia utilizzate, che per la maestrìa dei suoi operatori, assicurando in questo modo – partendo dal diamante grezzo - la migliore produzione di diamanti raffinati. I prezzi competitivi sono garantiti dall'ampio inventario della produzione locale e dall'esenzione dalle tasse delle importazioni di materiale grezzo e raffinato. La Borsa dei Diamanti israeliana, che ospita, sotto lo stesso tetto, l'esecuzione delle operazioni e il soddisfacimento dei bisogni di qualsiasi acquirente di diamanti, è il più grande mercato di diamanti al mondo. Nel 2006, le esportazioni di diamanti ammontavano a 13 miliardi di $, con gli USA tra i maggiori acquirenti (63%), seguiti da Hong Kong (14%) e Svizzera (11%). Israele fornisce la maggior parte della produzione mondiale di piccole pietre finite, che sono poi la maggior parte delle gemme usate nelle incastonature di gioielleria. Essa è anche responsabile del 40 per cento della levigatura di diamanti di tutte le misure e forme, facendo di Israele il principale centro mondiale per la levigatura di diamanti, per quanto riguarda sia la produzione sia il commercio. Agricoltura Il settore agricolo israeliano è caratterizzato da un sistema
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di produzione intensivo, costretto a misurarsi con la scarsità di risorse naturali, in particolare con la ridotta disponibilità di acqua e di terra coltivabile. La costante crescita della produzione agricola è dovuta alla stretta collaborazione fra ricercatori, agricoltori e industrie del settore. Insieme, essi sviluppano e applicano nuovi metodi in ogni campo del settore. Il risultato è un'agricoltura moderna in un paese la cui superficie è per più della metà desertica. Poiché gli scienziati e gli agricoltori israeliani hanno dovuto operare in un contesto ambientale difficile e si sono scontrati con la scarsità delle risorse idriche, la loro esperienza risulta particolarmente utile per i paesi in sviluppo. Il suo successo risiede nella determinazione e nella ingegnosità di agricoltori e scienziati che si sono dedicati allo sviluppo di un'agricoltura fiorente e che hanno così dimostrato al mondo che il vero valore della terra è una funzione del modo nel quale questa viene utilizzata. La stretta cooperazione tra R&S e l'industria, ha portato allo sviluppo di un mercato agricolo commercialmente orientato che esporta in tutto il mondo soluzioni agrotecnologiche - in particolare indirizzate a risolvere i problemi legati all'acqua. L'agricoltura in Israele è la storia del successo di una lunga e aspra lotta contro condizioni avverse, condotta facendo un uso ottimale della scarsa acqua e della terra
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coltivabile (compresi moderni impianti di desalinizzazione, il cui know-how è divenuto una carta vincente nel campo dell'esportazione). Quando gli Ebrei iniziarono a reinsediarsi nella loro patria storica, alla fine del XIX secolo, i loro primi sforzi furono rivolti, soprattutto per motivi ideologici, a trasformare la terra sterile in campi fertili. Il segreto del successo dell'agricoltura israeliana di oggi, risiede nella stretta interazione tra coltivatori e ricercatori sponsorizzati dal governo, che cooperano per lo sviluppo e l'applicazione di metodi sofisticati in tutti i settori agricoli, così come per il progresso tecnologico, le nuove tecniche d'irrigazione e gli strumenti agromeccanici innovativi. Da quando Israele ha raggiunto l'indipendenza nel 1948, la superficie coltivata totale è aumentata di 2,6 volte fino a raggiungere approssimativamente 440.000 ettari; i terreni irrigati sono aumentati di 8 volte e, alla metà degli anni Ottanta, ammontavano già a circa 240.000 ettari. Tuttavia, a causa della crescente penuria d'acqua, unitamente al processo di urbanizzazione, i terreni irrigati sono scesi a meno di 200.000 ettari. Nell'ultimo mezzo secolo il numero di insediamenti agricoli è cresciuto da 400 a 750, ma la quota di popolazione che li abita è scesa dal 12 a meno del 5%. Oggi Israele fa fronte alla maggior parte delle sue necessità alimentari attraverso la produzione interna, integrata da
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importazioni, principalmente di granaglie, semi oleosi, carne, caffè, cacao e zucchero, che sono ampiamente compensate dalle esportazioni di prodotti agricoli. La sua produzione agricola consiste in buona parte di latticini e pollame, come pure di una grande varietà di fiori, frutta e ortaggi, specialmente nelle aree più calde nelle quali gli agricoltori traggono vantaggio dal clima per anticipare le stagioni sui mercati europei. Nei mesi invernali, Israele è la serra dell'Europa, dove esporta meloni, pomodori, cetrioli, peperoni, fragole, kiwi, mango, avocadi, un'ampia varietà di agrumi, rose a gambo lungo e garofani. La percentuale di produzione agricola nel PNL è scesa tra il 1950 e il 2006 dall'11 all'1,5 %, mentre la proporzione di esportazioni agricole è diminuita dal 60 a meno del 2 per cento delle esportazioni totali, nonostante un aumento netto delle esportazioni annue da 20 milioni, nel 1950, a 1 miliardo di dollari nel 2006, grazie, fra l'altro, alla vasta introduzione di nuovi metodi di coltivazione, di tecnologie e sistemi di irrigazione moderni e di un'agricoltura orientata verso l'esportazione. Edilizia Nei primi anni dello Stato, le costruzioni di progetti residenziali hanno rappresentato l'84% del totale dell'attività in campo edilizio. Successivamente, tenendo conto della necessità di maggiori infrastrutture, questa percentuale è oscillata fra il 70 e il 75 % fino al 1991,
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quando, per rispondere ai bisogni di rinnovate ondate di immigrazione, è risalita all'86 %. Il risultato fu che la produzione del settore edile è cresciuta nettamente nel 1991, anno in cui il numero di nuove unità residenziali, ha raggiunto la straordinaria quota di 83.500. Da allora il dato annuale è diminuito costantemente, fino alle 29.000 del 2004. Il numero record di appartamenti finiti è stato raggiunto nel 1992, con 70.100 unità abitative, scendendo poi a 31.700 nel 2005. Considerato un tempo un settore trainante dell'economia ed un barometro dell'attività economica, il contributo del settore edile al PIL nel 2006 è stato soltanto del 5%, un dato lontano dal 30% del 1950. Mentre inizialmente quasi tutta l'edilizia era il risultato di iniziative e di investimenti governativi, tra il 1958 e il 1989 la partecipazione di quest'ultimo è gradualmente diminuita dal 67 al 16 %. È poi temporaneamente aumentata agli inizi degli anni novanta, quando il settore privato non riusciva a far fronte alla domanda scaturita dall'improvviso afflusso di centinaia di migliaia di immigranti. Negli ultimi anni, il generale miglioramento del livello di vita - unitamente alla domanda per l'acquisto da parte di stranieri di proprietà in Israele - pare essere segnato da un fenomeno locale piuttosto nuovo: l'aumento dei prezzi degli appartamenti più costosi, e in parallelo la diminuzione dei prezzi di quelli più economici.
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Vi sono compagnie israeliane che sono presenti a livello mondiale, fra le aziende leader nel design e nella produzione di materiali di costruzione, di parti e componenti prefabbricate quali porte, finestre, sanitari, materiale idraulico, accessori e simili. Questi prodotti vengono commercializzati con successo all'estero e possono essere trovati in tutto il mondo presso i più grandi fornitori di materiali da costruzione. Trasporti e comunicazioni L'importanza del settore dei trasporti e delle comunicazioni va molto al di là del suo semplice dato numerico nell'ambito delle statistiche economiche, trattandosi di un'industria infrastrutturale che serve tutti gli altri settori dell'economia nonché le famiglie stesse. È in realtà più un servizio che un settore di produzione e sta crescendo, così come in tutte le moderne economie, più velocemente delle industrie di produzione. Negli ultimi anni si è registrata una crescita notevole nel reparto aeronautico di questo settore (grazie alla parallela crescita nel turismo), ma la crescita nel settore delle comunicazioni è stata persino più rapida. Con un contributo approssimativo dell'oltre 7 % al PIL nel 2006, il settore dei trasporti e delle comunicazioni ha costituito circa l'8% delle esportazioni di beni e servizi, e ha impiegato il 5 % della forza lavoro del paese. Il 36 % del suo prodotto deriva dai trasporti terrestri, il 20 % da
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trasporti marittimi e aerei, il 39% dalle comunicazioni e il resto da servizi vari. Dall'inizio degli anni '50 il tonnellaggio lordo totale della flotta mercantile è aumentato di oltre dieci volte, mentre le linee aeree trasportano un numero di passeggeri cento volte superiore. Nello stesso periodo la lunghezza della rete stradale è stata raddoppiata, il numero degli autobus più che triplicato e quello degli autocarri è aumentato di dieci volte. Turismo I turisti sono attratti dalla varietà geografica d'Israele, dai suoi siti archeologici e religiosi, dal sole che splende in modo quasi illimitato e dalle modernissime strutture turistiche sul Mar Mediterraneo, sul Lago Kinnèret (Mar di Galilea), sul Mar Rosso e sul Mar Morto. Nel 2000 ha visitato il paese il maggior numero di turisti mai registratosi, circa 2,41 milioni di persone (rispetto alle 33.000 del 1950, alle 118.000 del 1960, alle 441.000 nel 1970, a 1,18 milioni nel 1980, e a 1,34 milioni nel 1990). A causa delle circostanze politiche, questo dato è sceso a 1,2 milioni nel 2001 ed è di nuovo cresciuto fino 1,84 milioni nel 2006 e le aspettative per il 2007 sono di raggiungere i 2,3 milioni di visitatori. Il 57% di questi turisti sono europei, il 32% proviene dalle Americhe e l'8% dall'Asia.
Giaffa vecchia: un turista per i vicoli di pietra • Ministero del Turismo
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Il turismo ha dato a Israele una entrata di valuta straniera di 2,8 miliardi nel 2006, vale a dire il 5% di tutti gli introiti provenienti dalle esportazioni e il 16,8% dell'esportazione di servizi.
Gerusalemme: un gruppo jazz per le strade del quartiere di Nahalat Shiv'a • Ministero del Turismo
Sebbene questa industria contribuisca soltanto per meno del 3% al PIL, possiede un valore aggiunto di valuta estera dell'85% (ovvero il maggior valore aggiunto tra le industrie di esportazione del paese), con circa 80.000 impiegati. Il turismo, con il suo enorme potenziale ancora oggi sfruttato solo parzialmente, è uno dei fattori principali nei piani di futura crescita economica di Israele.
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CULTURA Teatro e spettacolo
262
Spettacoli d'intrattenimento
268
Cinema
270
Musica
276
Danza
285
Letteratura
291
Arti visive
306
Musei
319
Archeologia
325
Mezzi d'informazione
330
Sport
333
I legami culturali internazionali d'Israele
343
260 | Cultura
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CULTURA Israele è un antico-nuovo paese, di piccole dimensioni ma con un paesaggio di grande varietà ed una popolazione eterogenea e culturalmente attiva. Quattro millenni di tradizione ebraica, oltre cento anni di Sionismo, e oltre mezzo secolo di stato moderno, hanno contribuito alla formazione di una cultura che ha già creato una sua identità, mantenendo al contempo l'unicità delle sue 70 diverse comunità. Trattandosi di una società composta in maggioranza di immigranti, l'espressione creativa di Israele ha assorbito molte differenti influenze culturali e sociali, mescola tradizione e innovazione e aspira a seguire una via fra il particolarismo israeliano e l'universalismo. La costante ricerca di un'identità culturale viene espressa attraverso la creatività in un'ampia gamma di forme d'arte, apprezzate e godute da moltissime persone, come parte della propria vita quotidiana. Disegno di Noam Nadav
)' ג:'' (דברים ח...כי לא על הלחם לבדו יחיה האדם... Sappi che l'uomo non vive di solo pane (Deuteronomio 8,3)
262 | Cultura
TEATRO E SPETTACOLO
Per gentile concessione del Teatro Khan, Gerusalemme
Il teatro ebraico, a differenza della letteratura, non esisteva nell'antica cultura ebraica, né si sviluppò dal teatro yiddish, così popolare nelle comunità ebraiche dell'Europa Orientale fino alla Seconda Guerra Mondiale. Ebbe il suo inizio con la fondazione nel 1917 a Mosca di un Teatro Ebraico, Habimah (il palcoscenico), sotto la guida del regista russo Costantin Stanislavsky e con il talento scenico di Hanna Rovina (1892-1980) alla quale più tardi sarebbe stato riconosciuto il titolo di “Primadonna del teatro ebraico". Nel 1931 la compagnia si stabilì con una sede permanente a Tel Aviv. Il teatro israeliano è composto da molti e differenti elementi - contemporanei e classici, indigeni e importati, sperimentali e tradizionali - con drammaturghi, attori, registi e produttori dai diversi background, che si trovano a fondere materiale straniero con quello locale, e a creare da questo, in modo graduale, un teatro israeliano con suoi propri caratteri distintivi. Lo scenario teatrale è molto attivo, con molti teatri di repertorio professionali e dozzine di compagnie regionali e dilettantistiche,
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che si esibiscono in tutto il paese di fronte a pubblici vasti e affezionati. Negli ultimi anni diverse compagnie israeliane hanno compiuto tournÊe nell'Europa occidentale e orientale e negli Stati Uniti, partecipando a festival internazionali, compresi quelli di Edimburgo e Berlino, e hanno fatto la loro comparsa nei maggiori eventi teatrali in Europa, negli Stati Uniti e altrove. Un certo numero di gruppi semi-professionali e dilettantistici si esibisce anche in inglese e in russo. Fra gli scrittori di teatro di maggiore spicco, molti dei quali hanno ricevuto riconoscimenti internazionali, si annoverano personaggi quali Hanoch Levine, Yehoshua Sobol, Hillel Mittelpunkt ed Ephraim Kishon. Le compagnie professionali piÚ importanti si trovano nelle quattro maggiori città del paese. Habima, il teatro nazionale, ha sede a Tel Aviv in un complesso che ha al suo interno tre sale (per un totale di 1520 posti) e una partecipazione media del circa 90 per cento della sua capienza, e ciò grazie ai suoi oltre 30.000 abbonati all'anno. Il suo repertorio comprende testi teatrali tradizionali legati a temi ebraici, lavori di commediografi Ebrei contemporanei e traduzioni di opere classiche, drammi e commedie note sulla scena internazionale, dirette da registi di fama mondiale, talvolta chiamati appositamente per mettere in scena produzioni locali.
264 | Cultura
Il Teatro Cameri, teatro municipale di Tel Aviv dal 1970, è stata la prima compagnia a mettere in scena ritratti realistici di vita israeliana e ha continuato a contribuire allo sviluppo del teatro ebraico, con un repertorio vivace, nel quale si possono trovare le maggiori opere drammatiche israeliane ma anche adattamenti dei principali successi teatrali classici e moderni. Oggi, il Teatro Cameri è situato in un nuovo modernissimo complesso che comprende 4 sale ed è adiacente al Tel Aviv Performing Arts Center. La produzione dell'Amleto, con Itay Tiran nel ruolo del principe Amleto, ha avuto un enome successo di pubblico sia in Israele che all'estero. Questa premiata interpretazione, è stata presentata come parte del Festival Shakespeare a Washington che ha avuto luogo nel Kennedy Center for the Performing Arts. Il Teatro Municipale di Haifa, (in questa città del Nord) è un teatro di repertorio che presenta produzioni israeliane e opere straniere, sia classiche che moderne. Il Teatro di Beer Sheva è un teatro di repertorio che presenta lavori contemporanei originali ma anche opere straniere classiche e contemporanee tradotte. Il Teatro Beit Leissin a Tel Aviv è un teatro di repertorio che presenta sia opere israeliane che lavori stranieri contemporanei tradotti.
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Il Teatro Arabo è un teatro professionale per adulti in lingua araba e presenta opere originali dei paesi arabi ma anche lavori contemporanei tradotti. Il Teatro Beit Haghefen è un teatro professionale in lingua araba per bambini e giovani che porta in scena opere teatrali contemporanee, anche di altri paesi. Il Teatro Khan, il solo teatro di repertorio a Gerusalemme, offre un misto di lavori contemporanei e classici, in una sala assolutamente unica, situata in un 'antica locanda restaurata, risalente all'epoca turca. Il Teatro Ghesher, fondato nel 1991 per offrire ai nuovi immigrati dall'ex Unione Sovietica una possibilità di svago artistico, ha iniziato presentando produzioni di alto livello in lingua russa. A seguito del suo successo di pubblico e di critica, è entrato ora nella corrente principale del teatro israeliano con lavori teatrali in lingua ebraica. Esso ha rappresentato Israele in prestigiosi festival in tutto il mondo. Il Teatro Clipa è stato fondato nel 1995 da Idit Herman, ballerina e direttrice, e Dmitry Tyulpanov (Russia), attore e musicista. Questa compagnia intreccia le arti del teatro, della danza, del design e della musica. Il gruppo, i cui lavori sono in gran parte muti, lancia dai due ai quattro nuovi spettacoli l'anno. La gran parte vanno in scena per
266 | Cultura
periodi limitati, alcuni addirittura una sola volta, in una location speciale per l'occasione.
F. Sklar
Il Teatro per bambini e giovani, mette in scena rappresentazioni per tre differenti fasce d'età presso scuole e centri culturali in tutto il paese, tiene corsi di recitazione e di teatro e fornisce istruttori per speciali seminari nell'ambito della scuola.
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Il Festival di Akko è un festival di teatro "fringe" – di avanguardia - dove vengono presentate le prime di opere israeliane nuove e sperimentali. È strutturato in una competizione fra rappresentazioni al coperto, in spettacoli all'aperto e in strada e in esibizioni di ospiti internazionali. Il Festival del Teatro per bambini ha luogo a Haifa e presenta nuovi lavori per bambini. Comprende una competizione e spettacoli di ospiti internazionali.
Poster del Festival Internazionale delle Marionette, Gerusalemme • Per gentile concessione di Navon Art
Il Teatro del Treno è stato aperto a Gerusalemme nel 1981 come teatro per marionette. Offre una varietà di spettacoli dalle più classiche rappresentazioni a colorati racconti di storie per bambini, fino al festival di strada per tutta la famiglia. ıÂÁ‰ „¯˘Ó
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Questo teatro è anche il promotore del festival annuale del Teatro delle Marionette. La preparazione nella recitazione, nella regia e nelle altre professioni del palcoscenico avviene presso l'Università di Tel Aviv, l'Università di Gerusalemme, la Scuola BeitZvi per le Arti dello Spettacolo (Ramat Gan), lo Studio di Recitazione Nissan Nativ (Tel Aviv e Gerusalemme) e la Scuola di Recitazione del Seminario di Kibbutz.
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SPETTACOLI D'INTRATTENIMENTO Rita • Ufficio Stampa del Governo / A. Ben- Gershom
Il concetto di intrattenimento “popolare" ha avuto i suoi inizi in Israele nel corso degli anni '40 con gruppi come Ciszbatron, Matatèh e Batzal Yarok. Il grande impulso si è avuto comunque negli anni ‘60 con la formazione di gruppi d'intrattenimento legati alle varie unità militari. Fra gli artisti più noti del paese che iniziarono la loro carriera nel corso del servizio militare vi sono Haim Topol, Si Hyman, Miri Aloni, Dorit Reuveni e Yardena Arazi. In questi anni, il gruppo comico israeliano Hagashash Hachiver raggiunse la fama e per anni ha messo in scena quelli che sono diventati sketch israeliani classici. Il gruppo ha anche vinto il Premio Israele alla carriera nel campo delle arti. Sebbene la radio e la televisione siano i principali mezzi per l'intrattenimento popolare, hanno regolarmente luogo in ogni parte del paese anche spettacoli dal vivo di comici, cantanti, musicisti complessi e altri gruppi.
Bukharan Ensemble • Y.Loeff Gershom
Alcuni cantanti, come Arik Einstein, Shlomo Arzi, Matti Caspi, Rita, Dana International, Corinne Alall, Hava Albertstein, Shalom
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Hanoch e Yehudit Ravitz, hanno raggiunto una grande celebrità, e lo stesso si può dire per alcuni complessi, fra i quali vi sono Tea Packs, Mashina, Atraf, Etnix e Haverim shel Natasha e Bet Habubot. Alcuni artisti, come Dudu Fisher, la compianta Ofra Haza, Rami Kleinstein, Aviv Ghefen, David Broza e Noa (Ahinoam Nini) hanno raggiunto la fama anche fuori d'Israele. Nel 1998, la transessuale israeliana Dana International ha vinto il Festival dell'Eurovisione ed è diventata una star internazionale. La sua canzone "Diva" è stata scelta fra le 14 canzoni più amate dell'Eurovisione. Recentemente, Dana International ha pubblicato il suo undicesimo album: "Hakol dze letovà" (Tutto è per il bene). Sono stati anche prodotti, in traduzione ebraica e con un entusiasmante successo di pubblico, revival di grandi musical come "I Miserabili" e "The sound of Music". Sempre più popolare fra tutti gli israeliani sta diventando un genere musicale mediterraneo, che ha la sua fonte principale in influenze arabe e greche e che viene eseguito da cantanti come Boaz Sharabi, Yeuda Poliker, Sarit Hadad, Avihu Medina, Margalit Tsa'anani, Zehava Ben e Ofer Levy. Tra i nuovi nomi vi sono Eyal Golan, Amir Benayoun e Miri Mesika. Una nuova generazione di comici soprattutto del genere stand-up, come Eli Yatzpan, e Adi Ashkenazi, sta iniziando ad attirare un sostanziale seguito.
270 | Cultura
Per gentile concessione della Scuole di Cinema, Arti e Televisione Ma'alè
CINEMA La produzione cinematografica israeliana ha subito grandi sviluppi rispetto ai suoi inizi, negli anni '50. Le prime opere prodotte e dirette da israeliani - come "Hill 24 does not answer" (La collina 24 non risponde) e “They were ten" (Erano dieci) tendevano, come nella letteratura, a essere filmate secondo il modello eroico di quel periodo. Alcuni dei recenti film rimangono profondamente radicati all'esperienza israeliana, e trattano temi quali quelli che riguardano i sopravvissuti all'Olocausto e i loro figli ("The summer of Aviya" - L'estate di Aviya - di Ghila Almagor, e il suo seguito “Under the domim tree" - Sotto l'albero di domim) e i travagli dei nuovi immigranti ("Shchur", diretto da Hanna Azoulai e Shmuel Hasfari, oppure "Coffe with Lemon", diretto da Leonid Gorivets). Altri riflettono una tendenza predominante che si indirizza all'attuale realtà israeliana, confrontandosi con il conflitto arabo-israeliano (“Beyond the walls" - Al di là delle mura - di Uri Barbash) o inserendosi nel contesto di una società universalista, in certa misura alienata ed edonistica (“A siren's song" - Il canto della sirena -, “Life according to Agfa" - La vita secondo Agfa - e “Tel Aviv stories" - storie di Tel Aviv).
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Anche negli ultimi anni, il cinema israeliano ha fatto grandissimi passi in avanti producendo film quali "Campfire" - "Fuoco di accampamento", di Joseph (Yossi) Cedar, una storia, ambientata negli anni Ottanta, di una famiglia di religiosi sionisti di Gerusalemme che lotta per ristabilire la normalità familiare dopo la morte del padre, o anche “Broken Wings” - "Ali Spezzate", il premiato film di Nir Bergman, nel quale il regista affronta il tema della perdita di un familiare e della necessità dell'accettazione. "Turn Left At The End of The World" - "Alla fine del mondo gira a sinistra" si occupa di relazioni di amicizia interculturali che nascono in un paese di nuovi immigrati, in mezzo al deserto, e "Aviva, my love" - "Aviva, amore mio" ha ottenuto 10 premi in Israele, Shangai e Tokyo. Eytan Foz è un altro regista molto popolare e conosciuto. Tra i film di Fox "The bubble" - "La Bolla", che esplora la vita contemporanea di Tel Aviv, tenendo sullo sfondo il conflitto arabo-israeliano, "Yossi e Jagger" parla dell'amore e del desiderio omosessuale tra i soldati dell'IDF, e "Walk on the water" - "Camminare sull'acqua". Fox ha anche diretto un classico tra le serie televisive israeliane, "Florentine" (1997), che racconta le disillusioni di giovani israeliani che vivono in un quartiere shabby-chic di Tel Aviv. Nel 2007 il cinema israeliano si è guadagnato molti riconoscimenti all'estero. Joseph Cedar, con il suo film Beaufort, sulla guerra del Libano, ha vinto il premio alla
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regia ed ha ottenuto altri 11 riconoscimenti al Festival di Berlino. Il film era anche tra i 5 candidati all'Oscar conferito dall'Accademia per le Arti e le Scienze di Los Angeles, come migliore film straniero. Il regista di "Sweet Mud", Dror Shaul, ha ottenuto il primo premio al Sundance Film Festival per le opere internazionali; "Padre Mio, Signore Mio", di David Volach, un film su una famiglia ultraortodossa in vacanza, ha ottenuto il primo premio come film straniero al Tribeca Film Festival e "Meduse", diretto dallo scrittore Etgar Keret e Shira Gaffen, ha ricevuto la Camera d'Or a Cannes. Tra gli altri riconoscimenti a sorpresa c'è stato "La Banda" di Eran Kolirin, un film che racconta la visita di una banda della polizia egiziana in Israele: i suoi elementi si perdono e vedono così un lato inaspettato di Israele. Il film ha vinto tre premi a Cannes: il premio internazionale della critica, il premio per la migliore opera prima e il premio Coup de Coeur / Uncertain Regard. L'attrice israeliana Hanna Laslo ha vinto il premio come miglior attrice per la sua interpretazione nel film "Free Zone", del regista Amos Gitai, al 58esimo festival di Cannes. Negli ultimi anni, altri film e registi israeliani hanno vinto premi internazionali. L'esportazione del cinema è in crescita dal momento che sempre più film prodotti in Israele riscuotono successo all'estero, e un numero sempre maggiore di produzioni straniere dai grandi incassi e co-produzioni vengono girate nel paese. Il Centro Cinematografico Israeliano, un dipartimento del Ministero del Commercio e dell'Industria,
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Poster del film "Baeaufort", giunto alla nomination all'Oscar come miglior film straniero. • Per gentile concessione dei produttori di "Beaufort"
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Per gentile concessione della Scuola di Cinema, Arti e Televisione Ma'alè
promuove la produzione di film in Israele di produttori locali e stranieri e fornisce vari servizi, dall'instaurazione di contatti professionali all'offerta di incentivi finanziari. Eventi importanti come il Festival del Cinema della Cinematica di Gerusalemme, e il Festival del Cinema di Haifa e di Sderot, uniti ai festival di cinema israeliano all'estero, aiutano a diffondere la conoscenza della produzione cinematografica israeliana. La Cinemateca di Gerusalemme, recentemente restaurata, consiste in un archivio di migliaia di film, una biblioteca per la ricerca, sale per la visione di film e uno spazio espositivo. Presenta regolari proiezioni, spesso organizzate in cicli a tema preparati in cooperazione con ambasciate, istituti culturali o organi municipali e, quando la cosa è possibile, con la partecipazione di sceneggiatori, registi e attori. Dal 1984 viene organizzato un festival cinematografico annuale non competitivo, che ha portato nel paese molti film e produzioni video di alta qualità . I corsi educativi per adulti che la Cinemateca offre hanno un buon seguito e i programmi condotti con le scolaresche di Gerusalemme incoraggiano l'analisi critica di questo popolare mezzo comunicazione. Ci sono sezioni della Cinemateca anche a Tel Aviv e a Rosh Pina.
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Le sale cinematografiche sono molto popolari in Israele e la catena Lev offre al pubblico la proiezione di film in location molto intime in tutto il paese. L'Archivio Cinematografico Spielberg presso l'Università Ebraica di Gerusalemme contiene la più ampia raccolta al mondo di materiale cinematografico riguardante sia temi ebraici, che vita ebraica e in Israele. Gestito dall'università assieme agli Archivi Centrali Sionisti, la sua principale attività è quella di raccogliere, conservare e catalogare filmati ebraici e di mettere questo materiale a disposizione di ricercatori, sceneggiatori del cinema e della televisione e produttori di ogni parte del mondo.
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MUSICA La musica ha iniziato ad occupare un posto importante nella vita culturale della comunità ebraica in Palestina (Terra d'Israele) dopo la Prima Guerra Mondiale con vari tentativi, compiuti da entusiasti amatori e da un limitato nucleo di musicisti di professione, di formare un'orchestra sinfonica, una compagnia corale e perfino una compagnia operistica. Tuttavia, la musica divenne un'attività importante su un piano professionale solo negli anni '30, quando affluirono nel paese, spinti dalla minaccia del nazismo in Europa, centinaia di insegnanti, studenti, compositori, orchestrali e cantanti, e con loro migliaia di amanti della musica. L'Orchestra Filarmonica di Palestina (oggi Orchestra Filarmonica d'Israele), fondata su iniziativa del violinista Bronislaw Huberman, originario della Polonia, diede il suo primo concerto a Tel Aviv nel 1936 sotto la direzione L'Orchestra Filarmonica di Israele • Per gentile concessione dell'Orchestra Filarmonica di Israele
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della bacchetta di Arturo Toscanini. Essa divenne immediatamente uno dei pilastri della vita musicale del paese, acquistandosi nel corso degli anni la reputazione di una delle migliori orchestre al mondo. Subito dopo veniva fondata un'orchestra radiofonica (oggi Orchestra Sinfonica di Gerusalemme) i cui concerti trasmessi per radio attiravano decine di migliaia di ascoltatori. Più tardi sono state poi fondate altre organizzazioni attive in campo musicale, fra queste l'Orchestra da Camera d'Israele, la Sinfonietta di Be'er Sheva, le varie orchestre delle città di Haifa, Netanya, Holon, Ramat Gan e Rishon Lezion e la Kibbutz Orchestra, i cui membri vengono dai numerosi kibbutz del paese. Nei primi anni '80, la Nuova Opera d'Israele ha iniziato ad allestire produzioni di alto livello professionale, facendo rivivere l'entusiasmo del pubblico per l'opera, diminuito in seguito allo scioglimento della prima compagnia operistica permanente, avvenuto alcuni anni prima. Agli inizi degli anni '90, la vita musicale israeliana ha subito una trasformazione con il massiccio afflusso di oltre un milione di Ebrei provenienti dall'ex-Unione Sovietica. Questa immigrazione ha portato con sé molti musicisti di professione, fra questi molti orchestrali, cantanti e insegnanti di musica, il cui impatto è sentito nella formazione di nuove orchestre sinfoniche e da
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camera, come pure di piccoli gruppi, e nella dinamica iniezione di talento e di vitalità musicale presente nelle strutture educative scolastiche, nei conservatori e nei centri comunitari di tutto il paese. La tradizione della musica da camera, anch'essa iniziata negli anni '30, viene portata avanti da diversi complessi e gruppi corali ben noti sulla scena internazionale, i quali, con l'immigrazione degli anni '90, sono aumentati sia in numero sia in varietà. Fra i gruppi più importanti vi sono la Camerata di Rehovot, l'Orchestra da Camera dei Corpi Educativi dell'IDF (l'esercito israeliano) e la Camerata Kashtaniot di Ramat Hasharon. Sono molte le città, grandi e piccole, che sponsorizzano i propri cori, e numerosi sono i festival dedicati alla musica corale, fra questi il Liturgica che ha luogo a Gerusalemme, quello di musica vocale che si svolge nelle chiese di Abu Gosh e il festival Zimriyà. Le esibizioni musicali, dai recital ai concerti tenuti da orchestre sinfoniche che presentano un ampio repertorio di opere classiche, hanno luogo sia in siti storici come gli anfiteatri romani restaurati di Cesarea e di Beit She'an, sia in due grandi sale per concerti, l'Auditorio Mann a Tel Aviv e il Centro Internazionale dei Congressi di Gerusalemme. Fra i luoghi d'incontro di dimensioni minori vanno ricordati il complesso del Teatro di Gerusalemme, il nuovo Centro per le Arti dello Spettacolo di Tel Aviv,
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il Museo di Tel Aviv e quello d'Israele, e i centri culturali di città piccole e grandi e di kibbutzim in tutto il paese. I frequentatori israeliani dei concerti sono entusiasti e comunicativi, qualità queste, molto apprezzate tanto da rinomati musicisti ospiti quanto da solisti israeliani di fama mondiale, quali Pinhas Zuckerman, Shlomo Mintz, Daniel Barenboim ed Itzhak Perlman, i quali ogni anno prendono parte allo scenario musicale del paese. Tra gli eventi musicali di portata mondiale che hanno luogo in Israele vi sono il Concorso Internazionale per Arpa e il Concorso Pianistico Artur Rubinstein. Vi sono poi festival locali quali il Festival Musicale del Kibbutz Ein Gev, quello di Musica da Camera del Kibbutz Kfar Blum, e il Festival Jazz del Mar Rosso a Eilat, che attirano un pubblico caloroso, mentre il Festival d'Israele, che presenta spettacoli di musica, teatro e danza eseguiti da gruppi provenienti da ogni parte del mondo, trasforma ogni primavera Gerusalemme per tre settimane, in un magnete culturale. La creazione di una musica specificamente israeliana si è evoluta dalla metà degli anni '40, da quando, cioè, la composizione cominciò ad essere praticata a un livello professionale. Mentre le tradizioni russe e francesi, le forze romantiche e post-romantiche tedesche e le vivaci evocazioni di compositori europei più tardi, avevano tutte impresso il loro marchio sulle composizioni locali,
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gradualmente è andata cristallizzandosi una nuova espressione della Israele moderna, nel cosiddetto stile “mediterraneo", la quale ha integrato le tradizionali melodie orientali con la recitazione delle antiche preghiere. La prima generazione di compositori israeliani, tutti di origine europea, compì grandi sforzi, dopo essere immigrata nel paese, per comporre in un nuovo linguaggio musicale. Paul Ben-Haim utilizzò tonalità estese allo scopo di creare uno stile post-espressionistico, saldando il vecchio e il nuovo, l'Oriente e l'Occidente; Oedon Partos vide nell'assimilazione di un folklore autentico un importante metodo compositivo; Alexander Uriah Boscovitch usò forme di espressione popolari come unità di base per la costruzione compositiva; Yosef Tal gettò le fondamenta della composizione elettronica in Israele e, infine, Mordechai Seter si concentrò sull'integrazione nelle sue opere di melodie e ritmi yemeniti. La seconda generazione, composta in maggioranza da compositori che erano stati direttamente o indirettamente discepoli della prima, ha lavorato ad un'espressione musicale che integra la lingua ebraica, con le sue consonanti e le sue intonazioni, la sua rilevanza nella liturgia e nella tradizione ebraica, e la sua fusione nel mondo orientale. Il terzo e più recente gruppo di compositori desidera prender parte alla composizione internazionale senza profilo nazionale, lottare contro l'Olocausto attraverso
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la musica e abbattere le barriere all'interno della musica, fondendo le tradizioni orientali e quelle occidentali e incorporando alcune innovazioni prese da generi di musica popolari. I giovani talenti musicali d'Israele, iniziano la loro formazione frequentando uno dei numerosi conservatori o studiando presso uno dei centinaia di insegnanti privati; molti acquisiscono esperienza entrando a far parte di una delle orchestre giovanili del paese. Gli studi superiori sono forniti da accademie per la musica e la danza che assicurano titoli accademici e che si trovano a Gerusalemme e a Tel Aviv. Vi sono frequenti lezioni di perfezionamento per cantanti, orchestrali e complessi da camera, condotte da artisti famosi ospiti, nelle accademie stesse o nel Centro Musicale di Gerusalemme. L'educazione e la ricerca musicale negli istituti d'istruzione superiore, sono state inaugurate agli inizi degli anni '60 con la fondazione della Cattedra di Musicologia a nome di Artur Rubinstein presso l'UniversitĂ Ebraica di Gerusalemme. Da allora, si sono aggiunti dipartimenti di musicologia anche nell'UniversitĂ di Tel Aviv e in quella di Bar Ilan. Due sono le principali aree di specializzazione: la musica ebraica e la musica dei vari gruppi etnici d'Israele, con particolare enfasi sulla musica delle comunitĂ orientali-sefardite.
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Canzone per la pace Lasciate che il sole sorga e dia luce al mattino, la preghiera più pura non ci farà tornare indietro. Colui la cui candela fu spenta e che fu sepolto nella polvere, non sarà svegliato da un grido amaro, né verrà da questo riportato indietro. Nessuno ci farà tornare qui dalla fossa oscura della morte, ecco - neppure il giubilo di vittoria, né canzoni di lode serviranno. (ritornello) E allora cantate solo una canzone per la pace, non mormorate una preghiera. È meglio cantare una canzone di pace con un grande grido.
I primi pionieri portarono con sé i propri canti, traducendo i versi originali in ebraico o inserendo nuove parole ebraiche a melodie gelosamente custodite. Da allora sono state scritte migliaia di canzoni con melodie che hanno fatto propri elementi degli stili musicali portati da ondate consecutive di immigranti la cui origine spaziava dalle tradizioni arabe e yemenite, fino al moderno rock e pop, talvolta adattati a testi biblici o tradizionali, altre volte a versi moderni di poeti e parolieri israeliani. Mentre è difficile dare una vera definizione di canzone tipica ebraica, gli israeliani fanno distinzione fra canzoni scritte in lingua ebraica, su vari temi e in una grande varietà di stili, e lo Shir Ivri (‘Canzone Ebraica'), le cui parole trasmettono le voci, i valori e gli umori del paese e le cui melodie sono dominate da influenze slave. Accompagnando i principali eventi storici nella vita nazionale del popolo ebraico nel corso dell'ultimo secolo, queste canzoni hanno registrato i sogni, i dolori e le speranze della nazione. Pur esprimendo, come tutte
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le canzoni popolari, sentimenti universali, esse sono anche forte manifestazione di sentimenti israeliani quali l'amore per il paese e per il suo paesaggio. Sono queste le canzoni che tutti conoscono, che sono diventate parte integrale del bagaglio culturale della nazione. Gli israeliani amano cantare le proprie canzoni, da quelle del periodo prima della fondazione dello stato a quelle scritte di recente. Le riunioni per cantare in gruppo hanno luogo sia in sale pubbliche che in case private, in sale da pranzo dei kibbutzim e in centri comunitari, durante escursioni e intorno ai falò, spesso sotto la guida di un conduttore professionale, con l'accompagnamento del pianoforte, della fisarmonica o della chitarra. La partecipazione a tali attività di canto comune genera un senso di unione, evocato da sentimenti patriottici e dalla nostalgia per il primo periodo pionieristico e per la lotta per l'indipendenza, per le guerre vinte, per gli amici perduti e per momenti ricorrenti di speranza e amore.
Lasciate che il sole penetri attraverso i fiori, non guardate indietro, lasciate in pace quelli che se ne sono andati Alzate gli occhi con speranza non attraverso i mirini dei fucili. Cantate una canzone per l'amore e non per le guerre. Non dite verrà il giorno, portate questo giorno perché non è un sogno. E in tutte le piazze della città festeggiate solo la pace. Parole di Yaacov Rotblit Musica di Yair Rosenblum
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Musica contemporanea La scena musicale contemporanea israeliana è molto varia, spesso audace. La band hip hop Hadag Nahash, per esempio, usa la musica per esprimere cinismo politico. Uno dei loro pezzi più famosi è "Shirat Hasticker" [La canzone dell'adesivo, n.d.t.], scritta insieme allo scrittore israeliano David Grossman. Le parole della canzone sono una fusione degli slogan letti sui paraurti delle macchine israeliane. Gli slogan che esprimono posizioni opposte, sono giustapposti in modo da creare un ritratto furente, ironico, e spesso assurdo della vita israeliana. Altri gruppi, come Idan Raichel Project hanno unito l'eredità musicale etiope con l'anima mediorientale ed influenze liturgiche. Band quali Teapacks, Mashina e Knesiyat Hasechel, come pure solisti come Ehud Banai, Shlomo Artzi e anche Sarit Haddad sono veterani nella tradizione musicale israeliana ma hanno mantenuto intatta la loro popolarità. Molti dei nuovi protagonisti della scena pop israeliana sono emersi attraverso il programma televisivo Kochav Nolad (È nata una stella), la risposta israeliana all'americano American Idol. Ninet Tayeb, Harel Moyal e Yehuda Sa'ado sono solo alcuni fra quelli che hanno visto nascere la propria carriera musicale dal programma. Il vincitore del 2007 è stato Boaz Mauda, nella cui musica riecheggia la tradizione musicale della sua famiglia yemenita.
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DANZA Per gentile concessione della Kibbutz Contemporary Dance Company
Nella vita comunitaria e religiosa del popolo ebraico la danza è stata vista come espressione di gioia e di dolore sin dai tempi della Bibbia ed è oggi parte integrante delle celebrazioni religiose, nazionali, comunitarie e familiari. La danza contemporanea si è sviluppata in due direzioni: da una parte la diffusione del genere folkloristico che ha accompagnato i primi abitanti impegnati nell'opera di ricostruzione della propria antica patria; dall'altra la nascita di una danza artistica che porta a vere e proprie produzioni scenografiche create da coreografi professionali ed eseguite da danzatori professionisti. La danza come forma d'arte è stata introdotta nel paese negli anni '20 da insegnanti e appassionati giunti da poco dai centri della cultura Europea. Dopo la fondazione dello stato, sono stati diversi i gruppi, ciascuno fondato sulla base
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di un orientamento o stile diverso, che hanno sviluppato un alto livello professionale. Oggi, più di una dozzina di compagnie di danza professionali, la maggioranza delle quali ha la propria base a Tel Aviv, presentano un vario repertorio sia all'interno del paese sia all'estero. L'Israel Ballet è emerso da uno studio di danza classica fondato dai suoi direttori artistici, Berta Yampolsky e Hillel Markman. È l'unica compagnia professionale di danza classica nel paese e si esibisce in opere classiche, neoclassiche e in lavori contemporanei creati da Yampolsky, ma anche in balletti di Balanchine e di altri coreografi noti sulla scena internazionale.
Per gentile concessione della Kibbutz Contemporary Dance Company
La Compagnia di Danza Contemporanea del Kibbutz, è stata fondata nel 1970 da Yehudit Arnon, membro del kibbutz Gaaton, in Galilea settentrionale, ai confini con il Libano. Arnon ha trasformato un gruppo di giovani ballerini amatoriali in una delle compagnie di danza israeliane più importanti e più accreditate a livello internazionale. Oggi, la KCDC è identificata con il suo direttore artistico e coreografo Rami Be'er. Fondata nel 1964 da Marta Graham e dalla baronessa Batsheva (Betsabea) de Rothschild, la Compagnia di Danza Batsheva è nata utilizzando i metodi di Marta Graham, anche se ha sempre riconosciuto una grande
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importanza alla pratica del balletto. Dopo quaranta anni, la compagnia è probabilmente il più noto ambasciatore della cultura israeliana nel mondo. Conta 65 dipendenti, tra ballerini e tecnici. Oggi Ohad Naharin ne è il direttore artistico, e Sharon Eyal il coreografo della compagnia. Come molte compagnie di danza, Batsheva è anche una scuola per formare ballerini e ha un ampio spettro di programmi, finalizzati alla diffusione della danza in ampi settori della società israeliana. Secondo la compagnia, i lavori di Batsheva sono espressivi, dinamici, innovativi, emozionali ed estetici, tutti elementi che rappresentano l'energia del paese. Vertigo è un gruppo di danza moderna di grande successo, fondato nel 1992 da due ballerini, Noa Wertheim e Adi Sha'al. Con dei tour in tutto il mondo, il gruppo ha già ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali per il suo lavoro. Gran parte del repertorio presenta coreografie originali di Wertheim ma anche innovativi progetti di danza con altri artisti. La Scuola di Danza Vertigo di Gerusalemme, fondata nel 1997, fornisce a dilettanti e professionisti insegnamento di balletto classico, danza moderna e improvvisazione. La coreografa della Compagnia di Danza Inbal Pinto, che è anche designer, è una delle personalità emergenti della danza internazionale. Ex membro della Batsheva Dance Company, da quando, nel 1990, ha iniziato a
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fare coreografie, ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Insieme al condirettore artistico Avshalom Pollack, Pinto ha creato numerosi brani di danza, come Oyster, lavoro conosciuto in tutto il mondo, che è stato portato sulle scene centinaia di volte, in Israele e all'estero. Lo scenario della danza moderna nel paese è ulteriormente arricchito da una serie di gruppi minori e coreografi indipendenti, i cui lavori sono stati molto apprezzati dagli amanti della danza, in tutto il mondo. Fra questi, spicca Yasmeen Godder, che nel 2001 ha ricevuto il Bessie Award a New York ed altri numerosi premi in Israele. Il suo linguaggio si fonda sulle forme femminili e il suo lavoro, Two Playful Pink, è stato rappresentato in tutto il mondo. Tra le altre personalità emergenti Emanuel Gat e Renana Raz. Fin dalla sua inaugurazione nel 1989, il Centro Suzanne Dellal per la Danza e il Teatro, situato nel quartiere di Tel Aviv di Neve Zedek ristrutturato di recente, è divenuto il punto di attrazione del paese per quanto riguarda le attività legate alla danza. Sempre a Tel Aviv si trovano la Biblioteca Israeliana della Danza e l'Archivio Israeliano della Danza i quali, oltre che servire da centri di studio e di ricerca, pubblicano libri sulla danza e l'Israel Dance Annual. La formazione vera e propria viene proposta nei Dipartimenti di Danza delle Accademie Rubin per la Musica e la Danza di Gerusalemme e di Tel Aviv, negli
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Studi Bat-Dor a Tel Aviv e Beer Sheva, nella Scuola Thelma Yellin a Ghivatayim e in varie altre scuole e studi di danza sparsi in tutto il paese. Il contributo di Israele nel campo dell'educazione al movimento comprende i metodi di Moshe Feldenkrais, insegnati in tutto il mondo, e il metodo di annotazione del movimento Eshkol-Wachman, uno dei tre più noti sistemi di registrazione scritta della danza e del movimento. Danza Folcloristica La danza folkloristica israeliana è nata come una amalgama di forme di danze popolari ebraiche e non ebraiche di molte parti del mondo. Mentre in altri paesi la danza folcloristica è incoraggiata per conservare antiche tradizioni rurali, in Israele è una forma d'arte in costante sviluppo evolutasi sin dagli anni Quaranta e basata tanto su fonti storiche e moderne, quanto su associazioni bibliche e stili di danza dei nostri giorni. I primi pionieri portarono con sé danze dei loro paesi d'origine che furono adattate al nuovo ambiente. Tra queste, una danza rumena - la hora – ben rappresentava la nuova vita che si stava costruendo nella Terra d'Israele: la forma di cerchio chiuso in cui questo ballo veniva eseguito conferiva a tutti i partecipanti un eguale status, i suoi movimenti semplici permettevano a chiunque di prendervi parte e le braccia allacciate simboleggiavano la nuova ideologia.
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Seguì un diffuso entusiasmo per la danza che portò con sé la creazione di un genere di danza folk multiforme che prendeva spunto da canzoni popolari israeliane, incorporava motivi come la debka araba, ma anche elementi che spaziano dal jazz nord-americano, ai ritmi latino-americani o alle cadenze tipiche dei paesi mediterranei. La danza folcloristica trova la sua espressione sia attraverso la partecipazione individuale che in rappresentazioni sceniche. L'entusiasmo del pubblico per essa ha portato alla nascita della figura del conduttore professionale e alla regolare partecipazione di migliaia di persone a questa forma di svago. Dal 1988, si tiene ogni anno a Carmiel, nella Galilea Centrale un festival internazionale di danze folcloristiche della durata di tre giorni, che vede la partecipazione di gruppi da Israele e da varie parti del mondo. Parallele alla danza folcloristica israeliana e con una forte influenza su di essa, vi sono le danze tradizionali dei vari gruppi etnici, riflesso sia della “riunione degli esuli" che della natura pluralistica della società israeliana. Sono preservate da un certo numero di compagnie specializzate in danze dello Yemen, del Kurdistan, del Nord Africa, dell'India, della Georgia, di Bukhara e dell'Etiopia, e da gruppi che eseguono danze arabe, druse e circasse.
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LETTERATURA La prosa ebraica moderna in Terra d'Israele venne scritta per la prima volta da scrittori immigrati. Sebbene le loro radici fossero legate al mondo e alle tradizioni dell'ebraismo dell'Europa Orientale, le loro opere trattavano prima di tutto dei risultati creativi ottenuti in Terra d'Israele, nella quale erano giunti – usando le parole del motto sionistico - "per costruire ed esserne costruiti". Yosef Haim Brenner (1881-1921) e Shmuel Yosef Agnon (1888-1970), che introdussero la prosa ebraica nel XX secolo, sono considerati da molti i padri della letteratura ebraica moderna.
ג ו ט ל ס צ ש
Nel suo tentativo di catturare la realtà, Brenner predilesse le forme rabbiniche e medievali dell'ebraico parlato, creando nuovi espressioni idiomatiche e utilizzando una sintassi drammatica per dare l'effetto di un discorso vivo. Centrale, nei lavori di Brenner, è la sua identificazione tanto con la lotta fisica dei pionieri per una terra arida e difficile così differente da quella dei paesi europei nei quali erano nati, quanto con l'altra lotta - non meno difficile - per plasmare l'identità dell'ebreo nella Terra d'Israele.
ב ה ח כ נ פ ר
א ד ז י מ ע ק ת
Alfabeto ebraico
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La settimana del libro ebraico trasforma piazze e parchi in affollati mercatini di libri in tutto il paese • ALBATROSS
Agnon scelse di usare nelle sue opere forme più moderne della lingua ebraica. La sua familiarità con la tradizione ebraica, insieme con l'influenza della letteratura della fine del XIX e dell'inizio del XX secolo, diedero origine a un complesso narrativo basato sull'inventiva che trattava delle maggiori preoccupazioni spirituali contemporanee, la disintegrazione dei modi di vita tradizionali, la perdita della fede e la conseguente perdita di identità. Ebreo ortodosso e scrittore di grande intuizione e introspezione psicologica, Agnon espresse grande affinità con i lati ombrosi e irrazionali della psiche umana e un'identificazione con le intime incertezze dell'ebreo credente e non credente. La realtà, così come viene dipinta da Agnon, emana un ambiente tragico, talvolta grottesco, laddove la guerra e
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l'Olocausto hanno in essa una forte influenza e il mondo degli Ebrei pii vi si rivela con tutte le sue passioni e tensioni. Nel 1966 Agnon è stato co-vincitore (insieme a Nelly Sachs) del Premio Nobel per la Letteratura. Gli scrittori nati in Israele che hanno iniziato a pubblicare negli anni '40 e '50, ai quali ci si riferisce spesso come “la generazione della Guerra d'Indipendenza", hanno portato nelle loro opere una mentalità e un retroterra culturale diverso da quello dei propri predecessori, anzitutto perché l'ebraico era la loro lingua madre e poi perché la loro esperienza di vita era interamente radicata nella Terra d'Israele. Autori come S. Yizhar, Moshè Shamir, Hanoch Bartov, Chaim Guri e Benyamin Tammuz vacillavano drammaticamente fra individualismo da una parte e dedizione alla società e allo Stato dall'altra, e hanno presentato un modello di realismo sociale, spesso in modo eroico, producendo un miscuglio di influenze locali ed internazionali. All'inizio degli anni '60, un gruppo di giovani e influenti scrittori, fra i quali A.B. Yehoshua, Amos Oz, Yoram Kaniuk e Yaakov Shabtai, si sono dati all'esplorazione di nuovi approcci nella scrittura in prosa in lingua ebraica, segnando così un distacco dagli schemi ideologici e mettendo a fuoco il mondo dell'individuo. Nei due decenni successivi la prosa contemporanea ha offerto soprattutto una sperimentazione con forme narrative e vari stili
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Per gentile concessione dello Studio Rami & Jacky
narrativi, fra cui il realismo psicologico, l'allegoria e il simbolismo, la speculazione e lo scetticismo rispetto alle convenzioni politiche e sociali di Israele. Gli anni '80 e '90 sono stati testimoni di un'esplosione di intensa attività letteraria in cui il numero di libri pubblicati è aumentato in modo drammatico. Nello stesso tempo parecchi scrittori israeliani, i più noti dei quali sono Oz, Yehoshua, Kaniuk, Aharon Appelfeld, David Shahar, David Grossman e Meir Shalev, hanno conseguito riconoscimenti internazionali. La prosa di questo periodo, scritta da tre generazioni di autori contemporanei fra loro, è caratterizzata da una fiducia nella letteratura quale strumento in grado di permettere ai lettori di comprendere sé stessi come individui e come parte del proprio ambiente circostante. Molti di questi scrittori si misurano anche con i dilemmi politici e morali della vita contemporanea in Israele, in particolare Oz, Grossman e Shalev. Nuovi sforzi, tesi ad affrontare la tragedia dell'Olocausto europeo, hanno portato alla formulazione di nuovi modi espressivi usati per trattare questioni fondamentali che possono essere discusse solo all'interno della prospettiva di tempo e di luogo, integrando distanza e coinvolgimento
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(Appelfeld, Grossman, Yehoshua Kenaz, Alexander e Yonat Sened, Nava Semel ed altri). Il libro di Grossman "Vedi alla voce amore", che lo affronta, in parte, dalla prospettiva di un bambino – Momik - che vede svelarsi le conseguenze della Shoah nella sua famiglia di immigrati, ne è forse l'esempio più conosciuto. Sono stati introdotti anche temi mai sperimentati in precedenza, fra cui l'ambiente del villaggio arabo (Anton Shammas, uno scrittore arabo-cristiano, e Syed Kashua, giornalista e scrittore arabo-israeliano), il mondo degli Ebrei ultraortodossi che si tiene volutamente separato dalla società moderna (Yossl Birstein), il modo in cui si viveva nelle corti hassidiche di Gerusalemme (Haim Be'er) e i tentativi di confrontarsi con l'esistenza di un non-credente in un periodo in cui le ideologie laiche stanno crollando e il fondamentalismo religioso sta acquistando forza (Yitzchak Auerbach-Orpaz). Un altro tema importante, cui alcuni autori israeliani, essi stessi appartenenti a un retroterra culturale sefardita, si stanno rivolgendo, è il posto nella società israeliana dei neo-immigrati cacciati dai paesi arabi d'origine (Sami Michael, Albert Suissa, Dan Benaya-Seri). Altri esplorano temi universali come la democrazia e la giustizia nel contesto di una società soggetta a costanti sfide, nella maggior parte degli ambiti della propria vita
La Fiera Biennale del Libro di Gerusalemme • Y. Loeff
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J. Malcolm
nazionale (Yitzchak Ben-Ner, Kaniuk, Grossman, Oz). Sono emerse anche un certo numero di importanti autrici che non trattano solo temi generali, ma che si confrontano anche con il mondo delle donne, coscienti del loro posto nella tradizione ebraica e del loro ruolo nell'impresa sionista (Amalia KahanaCarmon, Chana Bat Shachar, Shulamit Hareven, Shulamit Lapid, Ruth Almog, Savion Leibrecht, Batya Gur). Shulamit Lapid e Batya Gur si sono avventurate anche nel genere del romanzo poliziesco, ricevendo grandi consensi della critica sia in Israele che nelle loro traduzioni all'estero. Recentemente è emersa una generazione di autori più giovani che rifiuta in grande misura la centralità dell'esperienza israeliana e riflette una tendenza più universalistica, di natura spesso alienata, surreale e idiosincratica. Alcuni di questi scrittori (Yehudit Katzir, Etgar Keret, Orly Castel-Blum, Gadi Taub, Irit Linor, Mira Magen) godono di un seguito che ne fa quasi oggetto di culto ed i loro nuovi libri hanno un posto assicurato in cima alle liste dei best-seller sia in Israele, quanto – in alcuni casi – all'estero. Negli ultimi anni, Keret è stato uno degli autori favoriti tra i lettori europei, e diverse delle sue raccolte di racconti brevi, tra cui "Mi manca Kissinger", hanno vinto importanti premi letterari.
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In aggiunta al prolifico complesso della letteratura in lingua ebraica, viene pubblicato un rispettabile numero di produzioni, sia in prosa sia in poesia, anche in altre lingue, fra cui arabo, inglese e francese. Dopo la recente immigrazione di oltre un milione di Ebrei dall'ex-Unione Sovietica, Israele è divenuta il piÚ grande centro di produzione letteraria in lingua russa al di fuori della Russia stessa. Negli ultimissimi anni, alcuni editori israeliani sono entrati in modo massiccio nel campo delle pubblicazioni elettroniche. I programmi israeliani, che coprono un'ampia gamma di argomenti, vengono oggi commercializzati in tutto il mondo. Letteratura per l'infanzia La letteratura per l'infanzia, che comprende sia testi originali e sia traduzioni di classici da molte lingue, Per gentile concessione dello studio Rami&Jacky
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integra un'ampia varietà di argomenti e stili narrativi, rispecchiando una tendenza mondiale in cui la scrittura per l'infanzia si indirizza verso un approccio alla lingua e un contenuto intellettuale più diretto e sofisticato.
Per gentile concessione della Israel Volunteer Association
Nel corso degli anni è stata pubblicata una sempre più consistente produzione letteraria destinata a bambini di diverse età. Si distingue per una grafica molto curata, per sensibilità psicologica, e per un uso espressivo e pittoresco del linguaggio che consentono al giovane lettore di identificarsi in modo dinamico con la sostanza del testo. Motivare l'aperto approfondimento e incoraggiare l'autonomia di pensiero sono diventati gli elementi base della scrittura contemporanea per bambini. Poichè i temi di rilievo sociale e nazionale sono ancora importanti, vengono trattati con grande apertura e franchezza. Alcuni dei libri scritti più recentemente, puntano a negare gli stereotipi presenti nella diversificata società che è tipica del paese e affrontano la questione dell'immigrazione degli Ebrei da molte parti del mondo; altri sono opere a sfondo storico o biografie che si concentrano sullo sviluppo del paese nell'ultimo secolo, a partire dal rinnovamento della vita ebraica in Terra di Israele.
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Fin dalla fine degli anni '60, la letteratura per l'infanzia ha diffusamente ritratto il mondo degli stessi bambini, misurandosi con i temi della morte, del divorzio, delle famiglie con un solo genitore, dell'handicap, dell'adolescenza e della lotta per conquistarsi un posto nella famiglia e nella società. Allo stesso tempo è stato scritto un gran numero di libri di fantasia e di storie per bambini, offrendo ai giovani lettori opere di puro divertimento e di evasione. Israele è un caso particolare anche nel numero di premi attribuiti ad autori che hanno scritto sia libri destinati ai bambini che ad un pubblico adulto. Tra questi vi sono David Grossman (Ci sono bambini a zig zag; Itamar passeggia sulle pareti), ed Edgar Keret (Papà è scappato col circo). Molti di queste opere hanno messo in discussione la linea di separazione tra il romanzo per adulti e la letteratura per l'infanzia. Sono molti i libri israeliani per l'infanzia in fase di pubblicazione nel mondo, tradotti in un'ampia varietà di lingue. Poesia Scritta senza interruzione dai tempi biblici fino ad oggi, la poesia ebraica contiene al suo interno influenze esterne e tradizioni interne. La poesia del passato, che incorpora temi religiosi e nazionali, contiene anche motivi di esperienza personale che sono predominanti nella poesia di oggi. Un distacco dall'espressione poetica tradizionale si sviluppò innanzitutto durante l'Illuminismo ebraico
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in Europa (1781-1881) - quando furono rivendicate una piena cittadinanza per gli Ebrei e la laicizzazione della vita ebraica - e dal tardo XIX secolo, quando il Sionismo, il movimento che invitava alla restaurazione di una vita nazionale ebraica nella Terra d'Israele, iniziò ad acquistare impeto. I maggiori poeti a emergere da questo periodo, essi stessi immigrati in Palestina nei primi anni del XX secolo, furono Chaim Nachman Bialik (1873-1934) e Saul Tchernichovsky (1875-1943). Le opere di Bialik, che riflettono la sua dedizione alla rinascita nazionale ebraica e al rifiuto della attuabilità di una vita ebraica in Europa dell'est, includono tanto lunghi poemi epici che riassumono capitoli della storia ebraica, quanto una poesia puramente lirica che tratta di amore e natura. Bialik, al quale ci si riferisce spesso come "poeta nazionale" o "il poeta del Rinascimento ebraico", ha forgiato un nuovo linguaggio poetico, libero dalla schiacciante influenza biblica presente nei suoi predecessori, mantenendo al contempo una struttura classica e una chiarezza espressiva attraverso una formazione della frase ricca, colta e ciononostante linguisticamente attuale. Le sue poesie vengono imparate a memoria da intere generazioni di alunni israeliani. Tchernichovsky, che scrisse poesia lirica, opere epiche drammatiche, ballate e allegorie, cercò di apportare un cambiamento al mondo ebraico iniettandovi uno spirito di
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Poster di Raphie Etgar • Con il permesso dell'artista
orgoglio e di dignitĂ personale ma anche anche un'elevata consapevolezza della natura e della bellezza. Il suo senso del linguaggio, nel quale era presente un'affinitĂ per l'ebraico rabbinico, era differente dalla lingua di Bialik che integrava l'influenza biblica con il modo di parlare quotidiano che solo in quel periodo stava emergendo.
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Sia Bialik che Tchernichovsky rappresentano il passaggio dall'antica poesia ebraica al genere moderno. La successiva generazione di poeti, che produssero le loro opere negli anni che precedettero la fondazione dello Stato e nei suoi primi anni, fu guidata da Avraham Shlonsky, Natan Alterman, Lea Goldberg e Uri Zvi Greenberg. Shlonsky utilizzò, sia nelle sue opere poetiche che nelle sue moltissime traduzioni di classici - soprattutto dal russo - una grande abbondanza di immagini accompagnate da invenzioni linguistiche. Le opere di Alterman, molte delle quali sono note per i loro commenti politici, hanno accompagnato ogni fase dello sviluppo della comunità ebraica e sono caratterizzate da ricchezza di linguaggio e da una varietà di forme poetiche, di tono e di rime, di immaginazione e metafora. Lea Goldberg ampliò lo spettro delle possibilità offerte dal lirismo in poesie che parlano della città, della natura e dell'essere umano alla ricerca di amore, di contatto e di attenzione. Greenberg, il quale scrisse una poesia di disperazione e rabbia facendo uso di intensa immaginazione e di forza stilistica, trattò principalmente di temi nazionalistici e dell'impatto dell'Olocausto. Questo gruppo di poeti fu il primo a introdurre nella poesia ebraica i ritmi del parlare quotidiano. Fecero rivivere vecchie parole e ne coniarono di nuove, dando a questa antica lingua nuova ricchezza e flessibilità.
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La poesia di questo periodo, fortemente influenzata tanto dal futurismo e dal simbolismo russi, quanto dall'espressionismo tedesco, tendeva alla struttura classica e alla melodia di una rima regolare. Rifletteva immagini e paesaggi dei paesi di nascita dei poeti e fresche immagini del loro nuovo paese espresse in modo eroico, così come memorie del "là" e Quando si aprono gli occhi il desiderio di affondare le radici "qui", Neve sulle montagne esprimendo, come scrisse Lea Goldberg, sui luoghi Alti "il dolore di due patrie". Molte di queste e su Gerusalemme. poesie sono state musicate e sono in Scendi, oh Gerusalemme seguito divenute parte integrale della e riportami mio figlio. tradizione nazionale del paese. Vieni, oh Betlemme e riportami mio figlio. La prima grande poetessa in lingua ebraica Venite, alte montagne fu Rachel Bluwstein (1890-1931), nota venite venti più semplicemente come "Rachel". La venite inondazioni nei porti sua opera istituì da una parte la base e riportatemi mio figlio. normativa della poesia femminile ebraica, E anche voi, giunco dall'altra le aspettative del pubblico nei incurvato, confronti della stessa. Il suo stile lirico, breve, gambo sottile nel ruscello, emozionale, senza pretese intellettuali, secchi cespugli del deserto, personale, ha prevalso, come è possibile riportatemi mio figlio vedere nella maggior parte delle opere come l'anima torna al corpo dei suoi contemporanei e di poetesse quando si aprono gli occhi. posteriori, come Dalia Ravikovitch e Maya Bejerano. Dalia Ravikovitch
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Verso la metà degli anni '50, emerse un nuovo gruppo di giovani poeti per i quali l'ebraico era la lingua madre, guidati da Yehuda Amichai, Natan Zach, Dan Pagis, T. Carmi e David Avidan. Questo gruppo, che tendeva all'attenuazione e a un generale ritiro dalle esperienze di gruppo, a una libera osservazione della realtà e a uno stile colloquiale, spostò la maggior parte delle influenze poetiche da Pushkin e Schiller verso i moderni poeti inglesi e americani. I lavori di Amichai, che sono stati ampiamente tradotti, sono caratterizzati dal suo uso del linguaggio quotidiano, di ironia e di metafore metafisiche. Divennero il marchio di una gran parte della poesia scritta dai suoi contemporanei più giovani, che proclamarono la fine della poesia ideologica e ruppero del tutto con la tradizione di Alterman e Shlonsky, basata sull'uso di strutture classiche e di rime regolari. L'opera di Zach estrapola dall'ebraico parlato quotidianamente, qualità innovatrici quasi liturgiche e musicali. Il campo della poesia ebraica oggi è una polifonia che comprende diverse generazioni, collocando scrittori ventenni accanto a poeti a metà della loro vita. Rappresentativi di quest'ultimo gruppo sono Meir Wiselthier, la cui dizione prosaica, gergale e diretta, ripudia qualunque romanticismo ed eleva l'immagine di Tel Aviv a simbolo della realtà; Yair Horowitz, i cui versi contenuti esprimono la gentile tristezza di chi è consapevole della propria mortalità e Yona Wallach, che si presenta con toni
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colloquiali e sarcastici, usando motivi archetipi e religiosi, un simbolismo freudiano, talvolta sensualità brutali, ripetizioni ritmiche e lunghe catene di associazioni. Altri importanti poeti contemporanei sono Asher Reich, Arieh Sivan, Ronny Somak e Moshe Dor. La poesia delle generazioni più recenti è dominata da individualismo e perplessità, e tende a una composizione breve, scritta in lingua colloquiale, non rimata e dal ritmo libero. Esempi di questo tipo di espressione si trovano nei lavori della poetessa Agi Mishol, nata in Transilvania. La poesia in Israele ha un ampio e fedele pubblico di lettori e alcuni dei volumi di poesie di tutti i periodi sono venduti in edizioni ampie quanto quelle pubblicate in paesi occidentali la cui popolazione è di gran lunga maggiore.
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ARTI VISIVE
Per gentile concessione dell'Accademia d'Arte e Design Bezalel, Gerusalemme
Fin dall'inizio del XX secolo le arti visive in Israele sono state caratterizzate da un orientamento creativo dovuto sia all'influenza dell'incontro fra Oriente e Occidente, sia al paese stesso e al suo sviluppo, al carattere delle città e alle tendenze stilistiche provenienti dai centri artistici all'estero. Nella pittura come nella scultura, nella fotografia come in altre forme d'arte, il protagonista è il multiforme paesaggio del paese: le terrazze e le creste delle colline producono speciali dinamiche di linee e forme; le colline ai piedi dei rilievi del Neghev, la vegetazione prevalentemente grigio-verdastra e la luce chiara e luminosa, danno come risultato particolari effetti di colore; il mare e la sabbia colpiscono le superfici. Nell'insieme, paesaggi locali, ansie e politica, ponendosi al centro dell'arte israeliana, ne assicurano la sua unicità. Un'attività artistica organizzata nel paese iniziò nel 1906, l'anno in cui giunse il Prof. Boris Schatz (1867-1932) dalla Bulgaria e fondò l'Accademia di Gerusalemme di Arti e Mestieri Bezalel, secondo un progetto approvato dal Congresso Sionistico del 1905 per incoraggiare giovani Ebrei di talento a studiare arte in Terra d'Israele. Nel 1910 la scuola aveva 32 distinti dipartimenti, 500 studenti e un mercato pronto a recepire i suoi lavori distribuito in tutto il mondo ebraico.
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Oltre a pittori e scultori, la vita artistica del paese comprende un gran numero di capaci artigiani (ceramisti, argentieri e orafi, tessitori, scribi, soffiatori di vetro ecc...), molti dei quali sono specializzati in interpretazioni moderne di oggetti cerimoniali ebraici tradizionali. L'entusiasmo per l'arte è comune nelle persone di ogni ceto sociale, e gli israeliani incoraggiano e danno supporto ad attività artistiche visitando mostre – da retrospettive di singoli artisti a esibizioni di gruppo nei molti musei e gallerie private – sia frequentando i quartieri degli artisti di Safed e Giaffa o il villaggio degli artisti di Ein Hod, che acquistando le opere di artisti locali. Pittura All'inizio l'orientamento artistico dell'Accademia di Bezalel, che aveva come obiettivo quello di creare una “arte ebraica originale" fondendo tecniche europee e influenze mediorientali, diede come risultato dipinti di scene bibliche che descrivevano percezioni romanticizzate del passato, legate a visioni utopistiche del futuro, con immagini prese da antiche comunità ebraiche d'Oriente come pure da beduini locali. Fra gli artisti di questo periodo vi furono Shmuel Hirszenberg (1865-1908), Ephraim Lilien (1874- 1925) e Abel Pann (1883-1963).
Per gentile concessione dell'Accademia d'Arte e Design Bezalel, Gerusalemme
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Verso Gerusalemme, dipinto di Mordechai Ardon. • Museo di Israele, Gerusalemme / Con il permesso del Dott. M. Ardon
La prima importante esposizione d'arte (1921), tenutasi presso la Cittadella di Davide, nella Città Vecchia di Gerusalemme, fu dominata dai pittori di Bezalel. Tuttavia, ben presto, allo stile narrativo anacronistico, nazionalorientale di Bezalel fu lanciata la sfida sia da parte di giovani ribelli all'interno dell'istituzione di Bezalel sia da artisti giunti da poco, che iniziavano la loro ricerca di un linguaggio appropriato per ciò che essi definivano "ebraico" in contrapposizione a "giudaico". In un tentativo di definire la loro nuova identità culturale e di esprimere la propria visione del paese come fonte di rinascita nazionale, descrissero la realtà quotidiana dell'ambiente del Vicino Oriente mettendo in risalto la luce brillante e i colori splendenti del paesaggio, e sottolineando temi esotici come lo stile di vita semplice condotto dagli arabi, usando una tecnica in cui domina la primitività. Ciò si
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può vedere nelle opere di pittori quali Israel Paldi, Tziona Tagger, Pinhas Litvinovsky, Nahum Gutman e Reuven Rubin. Verso la metà del decennio, la maggioranza degli artisti più importanti si era stabilita nella nuova dinamica città di Tel Aviv (fondata nel 1909), che da allora è rimasta il centro della attività artistica del paese. L'arte degli anni '30 fu fortemente influenzata dalle innovazioni occidentali dell'inizio del XX secolo, la più potente delle quali risultò essere l'espressionismo emanato dagli studi parigini. I lavori di pittori come Moshe Castel, Menachem Shemi e Arie Aroch, tendevano a ritrarre una realtà emozionalmente carica, spesso mistica, attraverso l'uso, da loro operato, della distorsione; sebbene i temi trattassero ancora di paesaggi e di immagini locali, le componenti narrative di dieci anni prima gradualmente scomparirono e il mondo orientale-islamico svanì completamente. L'espressionismo tedesco fu introdotto alla metà del decennio con la sopraggiunta di artisti immigrati, in fuga dal terrore del Nazismo in ascesa. Unitosi agli artisti nativi della Germania, Anna Ticho e Leopold Krakauer, i quali erano giunti a Gerusalemme circa 20 anni prima, questo gruppo, che comprendeva Hermann Struck, Mordechai Ardon e Jakob Steinhardt, si dedicò ampiamente a interpretazioni soggettive del paesaggio di Gerusalemme e delle colline circostanti. Questi artisti apportarono un significativo contributo allo sviluppo dell'arte locale, in particolare attraverso la
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guida dei direttori dell'Accademia d'Arte di Bezalel, Ardon e Steinhardt, sotto la cui direzione crebbe e giunse alla maturità una nuova generazione di artisti. La rottura con Parigi, avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale, e il trauma dell'Olocausto, portarono diversi artisti, fra cui Moshe Castel, Yitzchak Danziger e Aharon Kahana, ad adottare l'emergente ideologia “Cananaica" che cercava di identificarsi con gli abitanti originali del paese e di creare il "nuovo popolo ebraico", facendo rivivere antichi miti e motivi pagani. La Guerra d'Indipendenza del 1948 portò altri artisti, fra cui Naftali Bezem e Avraham Ofek, ad adottare uno stile militante con un chiaro messaggio sociale. Ma il gruppo più significativo che venne a formarsi in questo periodo fu quello dei "Nuovi Orizzonti", nato con l'obiettivo di liberare la pittura israeliana dal suo carattere locale e dalle associazioni letterarie, per condurla nella sfera dell'arte europea contemporanea. Vennero a svilupparsi due tendenze principali: la prima, guidata da Yosef Zaritzky, la figura dominante del gruppo, che tendeva a un lirismo atmosferico caratterizzato dalla presenza di frammenti identificabili appartenenti a paesaggi locali e da toni di colore freddi. Il suo stile fu adottato anche da altri, specialmente da Avigdor Stematsky e Yehezkel Streichman. La seconda tendenza, un astrattismo stilizzato che spaziava dal geometrismo al formalismo, frequentemente basato su simboli, risultò fortemente evidente nelle opere dell'artista Marcel Janco,
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Melograni a Safed, dipinto di Nahum Goldman. • Per gentile concessione del Museo Nahum Goldman e del Prof. Menahem Gutman
originario della Romania, che aveva studiato a Parigi ed era stato uno dei fondatori del Dadaismo. Il gruppo dei "Nuovi Orizzonti" non diede soltanto legittimità all'arte astratta in Israele, ma ne fu anche la forza dominante fino ai primi anni '60. Furono gli artisti degli anni '60 a fornire il necessario legame fra le attività del gruppo dei Nuovi Orizzonti e la ricerca dell'individualità del decennio successivo. Streichman e Stematsky, ambedue insegnanti presso l'Istituto Avni di Tel Aviv, ebbero una forte influenza sulla successiva generazione di artisti, fra questi Raffi Lavi, Aviva Uri, Uri Lifschitz e Lea Nikel; questi, nella loro ricerca di un proprio simbolismo visuale, sfidarono i lavori dalla raffinata tecnica dell'astrattismo lirico, opponendovi opere pluralistiche che comprendevano vari stili astratti espressivi e figurativi derivanti da origini esterne a Israele.
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Questi artisti facevano parte de "Il Gruppo dei Dieci", fondato alla fine degli anni Cinquanta, in polemica con la tendenza universalista, prevalente nell'arte. Essi si sforzarono di fare un'arte che ritraesse il paesaggio israeliano e l'uomo israeliano. Diversamente dagli Europei, un'elite che circondava il gruppo Nuovi Orizzonti, il Gruppo dei Dieci fu identificato con "i sabra" - "i nativi israeliani" - e con la generazione del Palmach. Alla fine degli anni Sessanta, i "realisti", Ori Risma e Yitzhak Mambush, si unirono al gruppo. A Bezalel, l'influenza di Ardon, specialmente per quanto riguardava temi e tecniche, risultò evidente nei lavori di Avigdor Arikha che sviluppò un mondo di forme colme di intenso significato spirituale, e nel ritorno a temi figurativi in cui si evocavano l'Olocausto e gli argomenti tradizionali ebraici, come si vede nei dipinti surrealistici di Yossl Bergner e di Samuel Bak. Jacob Agam, il cui stile è radicalmente differente, è un pioniere nell'arte ottica e cinetica e le sue opere sono esposte sia in Israele che all'estero. Mentre il minimalismo caratteristico dell'arte degli anni '70 conteneva quasi sempre forme amorfe e trasparenti che ricordavano l'arte astratta locale, fu l'esposizione di idee, piuttosto che l'estetica, a dominare le opere di artisti quali Larry Abramson e Moshe Ghershuni. Gli artisti degli anni '80 e '90, lavorando in un'atmosfera di sperimentazione
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individuale, sembrano essere alla ricerca di contenuto e di un senso per lo spirito d'Israele, integrando tanto un'ampia gamma di materiali e tecniche, quanto immagini basate su elementi locali e universali fra loro diversi come lo sono le lettere dell'alfabeto ebraico e le emozioni umane di tensione e di paura. Le attuali tendenze, come nel caso delle opere di Pinhas Cohen-Gan, Deganit Beresht, Gabi Klasmer, Tsibi Gheva, Tzvi Goldstein, David Reeb e altri, continuano a lottare per un ampliamento della definizione di arte israeliana al di lĂ dei suoi concetti e materiali tradizionali, tanto come espressione unica di una cultura indigena, quanto come componente dinamica dell'arte contemporanea occidentale. Scultura L'arte della scultura ebbe la sua fioritura nel paese grazie agli sforzi di pochi scultori durati un periodo di tempo molto lungo. Prima della fondazione dello Stato, mentre Avraham Melnikoff (noto per il suo massiccio leone in pietra di Tel Hai) e Ze'ev Ben-Zvi introducevano il cubismo, la scuola di scultura piĂš accademica rappresentata da Moshe Ziffer, Aharon Priver e Batya Lishansky, dominava il campo. Alla fine degli anni '40 l'ideologia "Cananaica" ebbe
Meskin (l'attore), scultura di Ze'ev Ben-Zvi. • Per gentile concessione del Museo di Arte Mishkan Le'Omanut, Ein Harod
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una forte influenza su alcuni artisti, principalmente su Yitzhak Danziger, la cui figura dell'eroe cacciatore pagano Nimrod scolpita in arenaria nubiana rossa, rappresenta un tentativo di creare una sintesi fra la scultura mediorientale e il moderno concetto di corpo umano, mentre le forme delle sue sculture di pecore ricordano le rocce del deserto, i canali d'acqua e le tende beduine. La scultura degli anni '50, divenendo progressivamente più astratta, impiegò nuovi materiali e una scala monumentale, stimolata in parte dalla recente introduzione di ferro e acciaio Cor-Ten come mezzi scultorei.
La Piazza Bianca, scultura di Dani Karavan • ALBATROSS
Il desiderio di offrire ai caduti nelle guerre d'Israele un memoriale in cui il loro ricordo divenisse tangibile ha dato, a partire dagli anni '60, un nuovo impeto alla scultura, e si sono venuti così ad aggiungere al panorama israeliano un gran numero di monumenti, per lo più non figurativi. Questo genere ha una sua rappresentazione nel memoriale navale di acciaio saldato di Achziv, opera di Yehiel Shemi, in cui ci si confronta sia con la durezza della natura sia con la capacità umana di violenza e distruzione; altro esempio ne è il “Monumento alla Brigata Neghev" di Dani Karavan, che si trova poco fuori la città di Beer Sheva e che evoca la particolare natura della guerra nel deserto. Sotto l'influenza della scuola francese in
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generale e dell'espressionismo in particolare, e facendo uso di un'ampia gamma di materiali, gli artisti concettuali contemporanei stanno creando installazioni e sculture ambientali allo scopo di descrivere le proprie individuali reazioni a realtà sociali e politiche. Incorporando un possente gioco di forme e simboli, i lavori di Yigal Tumarkin esprimono la sua protesta contro la guerra attraverso forme geometriche e figurative astratte, mentre la tendenza al minimalismo geometrico è particolarmente pronunciata nell'insistente uso fatto da Menashe Kadishman di immagini di pecore, che richiamano tanto la memoria del sacrificio biblico di Isacco, quanto un mito personale che vuole simboleggiare la vittima indifesa. Sono parecchi gli scultori israeliani che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali; fra questi vi sono Tumarkin, Karavan, Kosso Eloul e Israel Hadany. I loro lavori possono essere ammirati all'estero in allestimenti sia pubblici sia privati. Fotografia Oggi, in Israele, l'arte della fotografia si rivolge tanto all'esplorazione di questioni nella sfera del personale – affrontando soggetti come vita e morte, arte e illusione - quanto alla sfera del nazionale e del politico. Essa è caratterizzata da intimità, riserbo e preoccupazione per il sé, è sia una reazione allo stile romantico e informativo che ne dominò i primi stadi di sviluppo, come anche un suo
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prodotto. Alla metà del XIX secolo, la fotografia locale era ampiamente basata sulla fornitura di servizi, concentrandosi sulla descrizione di luoghi santi (soprattutto cristiani) da vendere come souvenir a pellegrini e turisti. Dal 1880 in poi, i fotografi iniziarono a documentare lo sviluppo della comunità ebraica in Palestina (Terra d'Israele), ritraendo i pionieri che lavoravano la terra e costruivano città e villaggi attraverso l'uso di una lente eroica, orientata verso un'ideologia moderna e laica e soddisfacendo richieste di clienti che usavano le loro immagini per promuovere cause particolari come quelle, per esempio, del Fondo Nazionale Ebraico. Lo sviluppo del paese nei suoi primi anni fu fedelmente registrato da un certo numero di valenti fotogiornalisti, alcuni attivi tutt'oggi come Tim Gidal, David Rubinger, Werner Braun, Boris Carmi, Zev Radovan, David Harris e Micha Bar Am. Fra gli altri, sono riusciti a traversare l'invisibile confine che separa la “fotografia come documentazione" dalla “fotografia d'arte", Aliza Auerbach i cui lavori si concentrano sulla ritrattistica, Neil Folberg, Doron Horwitz e Shai Ginott che si concentrano sulla natura, David Darom che è un esperto di fotografia subacquea e, infine, Dubi Tal e Mony Haramati, specializzati in fotografia aerea. Sono sorti in Israele diversi importanti spazi per l'esposizione di lavori fotografici, i più importanti dei quali sono la
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biennale fotografica che si svolge presso il Mishkan Le'Omanut nel Kibbutz Ein Harod e il nuovo Museo della Fotografia di Tel Hai, nella Galilea Settentrionale. Negli ultimi anni, da quando la fotografia, come mezzo artistico puro, si è tramutata in una legittima forma d'arte, sono emersi diversi fotografi creativi che hanno ricevuto l'attivo supporto di gallerie d'arte, musei, curatori e collezionisti, sia in Israele che all'estero.
Pesi Girsch
La più celebre tra questi fotografi creativi è Adi Nes. Nata nel 1966 a Kiryat Gat da una famiglia di immigrati dal Kurdistan e dall'Iran, Nes ha iniziato a far parlare di sé negli anni Novanta, con il lavoro "Soldati". Questa serie esplorava le questioni dell'identità nazionale ed in particolare quella dell'identità maschile del soldato israeliano in un contesto omoerotico, ambivalente, e molto penetrante. Il suo lavoro "Storie dalla Bibbia", in cui usa figure bibliche ricreando momenti della loro storia in contesti contemporanei problematici (senzatetto, condizioni di povertà), raffigura il passaggio della società israeliana dai valori socialisti allo stile di vita tipico del capitalismo moderno. La recente vendita di una sua creazione, senza titolo (L'ultima cena), all'asta annuale
Per gentile concessione dell'Accademia d'Arte e Design Bezalel, Gerusalemme
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di Sotheby's dell'arte ebraica e israeliana, per 264.000 dollari, è considerata una svolta nell'apprezzamento del pubblico internazionale per l'arte israeliana. La fotografia di Barry Frydlender è composta di decine, a volte centinaia di fotografie combinate per creare una singola immagine di inquietante precisione, chiarezza e prospettiva. La sua mostra del 2007, "Spazio e Tempo", è stata caratterizzata da fotografie che esploravano la situazione dell'Israele contemporanea: un gruppo di soli uomini riuniti in un caffè a Gerusalemme est; Ebrei ultraortodossi durante un pellegrinaggio annuale; l'evacuazione forzata dei coloni israeliani dalla Striscia di Gaza. La mostra, inizialmente aperta al Museo d'Arte di Tel Aviv, si è poi spostata al Museo d'Arte moderna di New York, ed è stata la prima mostra individuale di un artista israeliano in questo museo.
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MUSEI I circa 200 musei in tutto il paese registrano ogni anno milioni di visitatori. Di ampie o limitate dimensioni, in grandi o piccole cittĂ oppure in Kibbutz, essi ospitano tesori di archeologia, etnografia e storia locale, di arte antica e moderna - e di artigianato, da quello primitivo a quello sofisticato di oggi. Il Museo d'Israele a Gerusalemme, fondato nel 1965 come museo nazionale del paese, comprende diverse importanti sezioni: la collezione di Belle Arti, Oggetti rituali ebraici ed Etnografia del Museo di Bezalel, esibizioni di oggetti tipici delle varie comunitĂ ebraiche della Diaspora, gallerie d'arte, sale dedicate a periodi specifici e un'ampia selezione di oggetti artistici provenienti dall'Africa, dall'America del Nord e del Sud, dall'Oceania e dall'Estremo Oriente. Vi sono inoltre un'ala dedicata all'archeologia, in cui si possono ammirare manufatti che risalgono dalla Preistoria
Per gentile concessione del Museo d'Israele, Gerusalemme
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al XV secolo E.V., un giardino scultoreo nel quale sono esposte oltre 60 opere; il "Santuario del Libro" che ospita rari manoscritti biblici - fra cui i Rotoli del Mar Morto, un'ala per giovani nella quale si trovano gallerie, classi e laboratori, ampiamente usati per programmi educativi. Sono considerate sue sezioni anche il Museo Rockefeller nella parte orientale di Gerusalemme, che ospita una collezione archeologica della regione, il Centro d'Arte Paley, anch'esso a Gerusalemme Est, che conduce programmi per bambini della popolazione araba e, infine, la Casa Ticho, una galleria d'arte in cui si trova anche un caffé molto popolare, situata in un edificio di un secolo fa al centro di Gerusalemme. Vengono inoltre regolarmente presentate sia una impressionante gamma di mostre temporanee, con attività che spaziano da conferenze e workshop, a film, concerti da camera e lezioni di arte. Negli ultimi anni, è stato avviato un imponente intervento di restauro, del valore di 80 milioni di dollari. Il progetto, durato diversi anni, ha aggiunto ulteriori 800 metri quadrati edificati mentre 2000 metri quadrati di spazi dedicati alle gallerie sono stati riordinati, rinnovati e ampliati. La riapertura è avvenuta nel Maggio del 2010, in occasione del 45esimo anno dall'inaugurazione del museo. Il Museo d'Arte di Tel Aviv (fondato nel 1932), che ha inaugurato la sua attuale sede nel 1971, è composto da gallerie centrali che ospitano una vasta collezione di arte
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classica e contemporanea - specialmente israeliana -, un'ala dedicata ai giovani, un auditorium in cui vengono regolarmente presentati recital, concerti da camera e film sull'arte; vi sono poi numerose sale in cui vengono allestite esibizioni temporanee. Anche il Padiglione Helena Rubinstein di Arte Moderna si trova sotto la sua egida. Il Mishkan Le'Omanut (la Casa dell'Arte, fondata nel 1934), nel Kibbutz Ein Harod situato nel nord d'Israele, è stato il primo museo rurale nel paese e il primo museo dell'arte del movimento kibbutzistico; ospita un'ampia collezione di pittura, scultura e arte folkloristica ebraiche proveniente da ogni parte del mondo; presenta inoltre speciali esposizioni temporanee e conduce molte ricerche e progetti educativi nel campo dell'arte. Il Museo di Haifa (fondato nel 1949), ospita all'interno di un solo edificio il Museo dell'Arte Antica specializzato in ritrovamenti archeologici avvenuti in Israele e nel bacino mediterraneo e il Museo d'Arte Moderna (fondato nel 1951), con esibizioni di opere d'arte provenienti da ogni parte del mondo (dalla metà del XVIII secolo fino a oggi). Si trovano sotto la sua egida anche il Museo della Preistoria, il Museo Nazionale Marittimo e il Museo Tikotin di Arte Giapponese, uno spazio di ridotte dimensioni, ma ben congegnato, che vanta un'esposizione permanente e mostre temporanee.
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Il Museo Eretz Israel (fondato nel 1953) a Ramat Aviv, con la sua ampia collezione di reperti archeologici, antropologici e storici della regione, comprende fra l'altro, oltre ad un planetarium, padiglioni di utensili in vetro, ceramica, monete, rame, e tanto altro ancora. La sezione che prende il nome di "l'Uomo e il suo lavoro" offre una dimostrazione viva di antichi metodi di tessitura, di lavorazione di gioielli e di vasellame, di macinazione del grano e di cottura del pane. Sul posto si trova anche Tel Quasila, uno scavo archeologico in cui sono stati scoperti ben 12 distinti strati di civilizzazione. Dipendono da questo museo anche il Museo della Storia di Tel Aviv-Yafo e la Sala dell'Indipendenza, dove nel 1948 venne proclamata l'indipendenza dello Stato d'Israele. Questi ultimi due posti si trovano ambedue al centro di Tel Aviv. L'Istituto d'Arte Islamica L.A. Mayer (fondato nel 1974) a Gerusalemme, ospita ampie collezioni permanenti di vasellame, prodotti tessili, gioielleria, oggetti cerimoniali e simili, che coprono mille anni di arte islamica, dalla Spagna all'India, e presenta esibizioni temporanee su temi speciali. Bet Hatefutsòt, (il Museo della Diaspora, fondato nel 1978), situato nel Campus dell'Università di Tel Aviv, fa uso di moderne tecniche e di esposizioni audiovisive, per tracciare la storia delle Comunità della Diaspora ebraica attraverso i secoli e in ogni parte del mondo. In questo
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museo, non impostato sull'esposizione di reperti e prodotti, le esibizioni sono ordinate per argomenti e ogni piano ha una sua area di studio. Sono anche regolarmente offerte mostre temporanee su temi ebraici, c'è una cronosfera che presenta una panoramica audiovisiva della storia ebraica e una gamma completa di programmi educativi e culturali ed esibizioni itineranti. Il sito internet, www. bh.org.il, offre anche un servizio di informazioni e di guida sulla vita e sul patrimonio culturale ebraico. Museo della Torre di Davide della Storia di Gerusalemme (fondato nel 1988), è situato nel complesso della Cittadella, un importante sito storico e archeologico contenente reperti che risalgono al periodo del Primo Santuario (960-586 a.E.V.), parti di una torre e delle mura della città del periodo asmoneo (I sec. a.E.V.) e la base di un'enorme torre costruita da Erode (37-4 a.E.V.). Il museo, che non si basa su manufatti o reperti, copre 4.000 anni della storia di Gerusalemme, dal suo inizio come città cananea fino ai nostri giorni. Le esposizioni sono divise per periodi, con una "linea del tempo" che descrive in ognuna delle sale gli eventi principali, ed esposizioni arricchite da strumenti esplicativi come mappe, filmati, ologrammi, disegni e modelli. Di tanto in tanto vengono presentate esibizioni temporanee, non necessariamente su temi legati al museo, che approfittano del bellissimo contesto per esporre sculture, installazioni artistiche e altre opere.
Disegni di Noam Nadav
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Yad Vashem, l'Autorità per la Memoria dei Martiri e degli Eroi della Shoàh, ha sede a Gerusalemme ed ha come obiettivo di perpetuare la memoria dei sei milioni di Ebrei periti nella Shoàh. Rinnovato ed ampliato nel 2005, include il Nuovo museo della storia della Shoàh (nel quale si trova la Sala dei Nomi delle Vittime della Shoàh), il Museo dell'Arte della Shoàh, il padiglione delle mostre, il Viale dei Giusti fra le Nazioni, un archivio, il Santuario del Ricordo sul cui suolo i nomi dei campi di sterminio, il Padiglione del Memoriale dedicato ai bambini e la Valle delle Comunità Distrutte. Disegnato da Moshe Safdie, il museo punta a portare il visitatore dentro un'esperienza totale che è insieme sensoriale, emozionale e intellettuale.
ARCHEOLOGIA Le ricerche archeologiche nella Terra d'Israele iniziarono a metà del XIX secolo, quando studiosi biblisti presero in esame l'area, alla ricerca di resti dei luoghi nominati nella Bibbia. Verso la fine del XIX secolo, ma soprattutto dall'inizio del XX, vennero compiuti scavi in molti tumuli (in ebraico tel - tumuli o terrapieni formati da detriti e resti di antichi insediamenti – n.d.t.), gettando così le fondamenta per la ricerca archeologica scientifica. L'attività archeologica si ampliò durante il periodo del Mandato Britannico (1917-1948) e dalla fondazione dello Stato d'Israele ha avuto una notevole espansione. L'esperienza acquisita durante gli scavi ha dato forma ai metodi di ricerca stratigrafica, accompagnata dallo studio meticoloso dell'evoluzione (tipologia) delle forme di vasellame e di altri manufatti, in base ai quali gli strati e i resti archeologici possono essere datati. Negli ultimi anni la ricerca archeologica è stata estesa fino a includere aspetti meno noti delle antiche culture materiali, quali l'alimentazione, le malattie, l'economia e il commercio. Questi traguardi della ricerca archeologica moderna vengono applicati nelle decine di siti che vengono scavati ogni anno. L'archeologia in Israele implica l'indagine sistematica di
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tutti i resti del passato del Paese, dalla preistoria alla fine del dominio Ottomano. L'abbondanza di resti materiali è prova delle molte culture che hanno lasciato la propria impronta su questa terra. L'unicità delle caratteristiche geografiche ha influenzato le culture più antiche: decine di migliaia di anni fa il Paese serviva da ponte naturale, attraverso il quale gruppi di cacciatori passarono dall'Africa all'Europa. I loro accampamenti e le loro dimore sono stati ritrovati lungo la Valle del Giordano e nelle caverne della catena montuosa del Carmelo e nella Galilea. Nel periodo biblico il Paese fu il ponte tra le floride culture della Fertile Mezzaluna: la Mesopotamia (l'odierno Iraq) e l'Egitto. Sin dalla sua occupazione ad opera di Alessandro il Grande, il Paese ha assolto la funzione di legame geografico e culturale tra Oriente ed Occidente. La ricerca archeologica in Israele attribuisce molta importanza al fatto che il paese è la culla del patrimonio Veduta aerea degli scavi di Bet She'an. • Autorità Israeliana per le Antichità
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spirituale delle tre religioni monoteistiche. Ma soprattutto sta chiaramente rivelando lo storico legame tra il popolo ebraico, la Bibbia e la Terra d'Israele, mettendo alla luce i resti del patrimonio culturale del popolo ebraico nella sua madrepatria. Queste visibili vestigia, sotterrate nel suolo, costituiscono il legame fisico e tangibile tra passato, presente e futuro del popolo ebraico nel proprio paese. Questa ininterrotta catena storica può essere osservata in siti su tutto il territorio: nelle città bibliche di Hazor, Meghiddo, Ghezer, Shomron (Samaria), Beer Sheva (Bersabea) e Dan; nelle città del periodo del Secondo Tempio – Tiberiade, Tsippori (Sepphoris), Gamla – e nelle fortezze di Masada e di Herodion, dove gli Ebrei lottarono per la libertà; nel Deserto della Giudea, nei pressi del Mar Morto, dove furono scoperti i resti del centro spirituale degli Esseni e i cosiddetti Rotoli del Mar Morto, che comprendono le più antiche copie di alcuni dei libri della Bibbia. Dello stesso periodo sono stati scoperti altri siti legati alla vita di Gesù, come Cafarnao e Tabga, dove esistono anche dei resti di chiese di epoca bizantina. Sono stati scoperti i siti delle grandi città romane e bizantine di Cesarea, Bet She'an e Banias, come anche le città del Neghev di Avdat, Halutza e Mamshit, che prosperavano in quell'epoca. Del periodo
Scavi a Tel Miqne Ekron • I. Sztulman
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musulmano esistono i resti della antica città di Ramle e il palazzo di Khirbet alMafjar (Palazzo di Hisham) a Gerico. Fra le vestigia del periodo crociato vi sono alcune fortezze e cittadine come Acri (Akko), Cesarea, Belvoir e Qal'at Nimrod.
Statua di Dioniso. • Autorità Israeliana per le Antichità
Su Gerusalemme, capitale d'Israele, si è focalizzata un'estesa attività archeologica e sono stati scoperti i resti di 5.000 anni di storia: nella Città di Davide, le mura della città cananea e le rovine di strutture della capitale del Regno Unito di Israele, compresi sofisticati sistemi idrici sotterranei; del periodo del Secondo Tempio, i resti di edifici pubblici lungo le mura di sostegno del Monte del Tempio che esistono ancora ai nostri giorni, i resti delle splendide residenze della Città Alta, nell'odierno quartiere ebraico della Città Vecchia, le cui rovine rimasero in situ dopo la distruzione di Gerusalemme a opera dei romani nel 70 dell'E.V., e centinaia di tombe scavate nella roccia, alcune abbondantemente decorate, che testimoniano la prosperità della città che venne distrutta; molte chiese ed edifici religiosi di epoca bizantina, il più famoso dei quali è la Chiesa del Santo Sepolcro; del periodo del dominio musulmano, le moschee sul Monte del Tempio e un centro governativo, i cui resti sono stati oggetto di scavi a Sud del Monte del Tempio;
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dell'epoca crociata, mura di recinzione, chiese e mercati coperti; dei periodi mamelucco e ottomano minareti, che adornano l'orizzonte della Città Vecchia. Le mura della Città Vecchia e la cittadella nei pressi della Porta di Giaffa furono costruite durante il regno del sultano ottomano Solimano il Magnifico (1520-1566). Esistono circa 20.000 siti archeologici riconosciuti in Israele e tutti sono protetti per legge. Ogni anno vengono effettuati scavi in dozzine di siti di ogni periodo storico e in ogni parte del paese. I permessi per gli scavi sono assegnati alle spedizioni israeliane e straniere dall'Autorità Israeliana per le Antichità, alla quale è affidata la tutela e la preservazione dei siti archeologici e delle antichità del Paese. La legge sulle Antichità d'Israele prevede che ogni sito destinato a scopi edilizi venga prima esaminato per trovarvi eventuali resti archeologici e che, se ritenuto necessario, vengano effettuati degli scavi di salvataggio. Lo Stato ha anche il diritto di preservare ritrovamenti di pubblico interesse; alcuni dei più importanti di essi sono esposti all'Israel Museum di Gerusalemme. Il Museo ospita anche il "Santuario del Libro", dove sono conservati i Rotoli del Mar Morto, parte dei quali sono esposti al pubblico. Molti sforzi e molte risorse, inoltre, vengono investiti per la preservazione e il restauro di antichi siti, e decine di essi, appartenenti a tutti i periodi storici, sono stati aperti al pubblico.
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MEZZI D'INFORMAZIONE Per gli israeliani è estremamente importante tenersi informati su quanto avviene in Israele, nel Medio Oriente e nel mondo in generale. Ascoltare i notiziari radio trasmessi ogni ora, guardare le notizie in televisione e leggere almeno un quotidiano, fa parte della routine quotidiana della maggioranza degli israeliani. L'impegno di Israele nei confronti della libertà di stampa riguarda tutti i mezzi di comunicazione, con l'unica limitazione per ciò che riguarda la sicurezza nazionale, argomento soggetto a censura militare. Insieme ai molti quotidiani pubblicati in lingua ebraica, vi sono anche diversi giornali in russo e in francese, così come due in inglese – il longevo e ben consolidato Jerusalem Post (già Palestine Post) e un'edizione inglese del quotidiano Ha'aretz - uno dei principali quotidiani del paese - in collaborazione con l'International Herald Tribune. Esistono anche oltre 1.000 periodici, molti dei quali sono riviste per particolari gruppi di interesse. La gran parte delle pubblicazioni hanno un'edizione internet. Radio e televisione Kol Israel (la Voce d'Israele), opera con otto reti radiofoniche che offrono programmi in diciassette lingue. La programmazione spazia dall'intrattenimento leggero e la musica popolare, a conferenze accademiche, dibattiti
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e musica classica; ogni programmazione è diretta a un pubblico diverso, dai bambini agli anziani, dai nuovi arrivati nel paese agli israeliani veterani. Galei Tzahal (la stazione dell'Esercito di Difesa Israeliano), trasmette senza interruzione, 24 ore su 24, presentando notizie e musica ma anche programmi di particolare interesse per i soldati. I programmi multilingue trasmessi sulle onde corte e destinati ad ascoltatori all'estero, rappresentano una fonte di informazione costante e affidabile per quanto riguarda Israele, il Medio Oriente e le questioni ebraiche. La televisione ha visto i suoi albori in Israele nel 1967; oggi, i due canali di stato offrono programmi educativi, d'informazione e d'intrattenimento, in ebraico, arabo e inglese. Un altro canale locale commerciale, inaugurato nel 1994, è diviso fra tre produttori privati, con certe ore della giornata riservate ai programmi educativi. La televisione via cavo, basata sul pagamento di un canone mensile di abbonamento, è ora disponibile nella maggior parte del paese, rendendo possibile la ricezione di decine di reti americane, europee asiatiche e mediorientali. Nell'ambito della TV via cavo vi sono anche canali indipendenti israeliani che presentano sport, programmi per bambini, film e documentari su una vasta gamma di argomenti. Kol Israel e il canale della televisione di stato operano sotto l'egida dell'Autorità Radiotelevisiva Israeliana (IBA), soggetta a una legge che va sotto il suo stesso nome
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(1965), in cui la trasmissione televisiva e radiofonica viene definita come servizio statale indipendente, il cui compito è di dare espressione ai diversi punti di vista. A capo dell'ente vi è un comitato esecutivo nominato dal governo per un periodo di tre anni e un direttore generale, nominato per un periodo di cinque anni. Il finanziamento dell'ente avviene attraverso i proventi degli spot pubblicitari radiofonici, gli annunci televisivi di pubblica utilità e un canone annuo pagato dagli utenti.
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SPORT
Anche fuori dallo sport professionale, l'attività fisica è sempre stata un passatempo importante per centinaia di migliaia di israeliani. Con il gran numero di chilometri di bellissima costa sul lato occidentale del paese, non sorprende che almeno metà della popolazione nuoti regolarmente. I lunghi mesi di bel tempo incoraggiano gli israeliani a stare all'aria aperta e, complice l'attitudine
Per gentile concessione del Comitato Olimpico Israeliano.
Negli anni seguiti alla nascita dello Stato di Israele, lo sport ha guadagnato un ruolo sempre più importante nello sviluppo del paese, sia a livello nazionale che sulla scena internazionale. Nonostante la sua ridotta popolazione, atleti israeliani quali la tennista Shachar Pe'er e il calciatore Yossi Benayoun hanno ottenuto grande notorietà. Squadre israeliane hanno avuto successo anche all'estero, in particolare la squadra di pallacanestro Maccabi Tel Aviv, che si è meritata, nell'ultimo decennio, un posto fra le migliori squadre in Europa. Le squadre nazionali israeliane hanno notevolmente migliorato le loro prestazioni sportive, e le rappresentanze di calcio e di pallacanestro hanno ottenuto importanti risultati.
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competitiva, moltissimi, tra i più giovani, si dedicano a più attività sportive sin dalla più tenera età. Pallacanestro e Calcio Il calcio, affianca la pallacanestro come sport più popolare in Israele. La federazione calcio professionale, con 12 squadre in prima categoria, è molto seguita dai media e richiama l'interesse di un pubblico di oltre 20.000 persone. Dopo cinque anni al vertice, l'era di successi senza rivali del Maccabi di Haifa è stata insidiata dal Betar di Gerusalemme, che ha vinto per la prima volta, in nove anni di competizioni, la coppa della federazione, nel maggio 2007. Le squadre israeliane continuano a migliorare anche nelle competizioni europee. Negli ultimi anni, il Maccabi Haifa e Hapoel Tel Aviv hanno dato ottime prove: Hapoel ha raggiunto i quarti di finale per la Coppa Uefa nel 2002, battendo il gigante inglese Chelsea; il Maccabi è entrato in Coppa Campioni nel 2003, battendo in quell'occasione il Manchester United. Più recentemente, anche la squadra nazionale ha ottenuto un certo riconoscimento, in particolare dopo lo 0-0 riportato contro l'Inghilterra nelle qualificazioni per gli Europei 2008, a Ramat Gan nel 2007, e dopo essere arrivata ad un punto dalla qualificazione per la la fase finale della Coppa del Mondo nel 2006. I calciatori israeliani stanno ottenendo un impatto sempre maggiore sulla scena mondiale e tre di loro giocano in squadre al vertice del campionato
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inglese. Nell'estate del 2007, il capitano israeliano Yossi Benayoun è passato al Liverpool e il difensore Tal ben Haim è giunto al Chelsea. Nella pallacanestro, il Maccabi Tel Aviv è il re di Israele, con 36 coppe vinte negli ultimi 37 anni. Il suo principale rivale è l'Hapoel Jerusalem, che ha perso nella finale dei playoff contro il Maccabi nel 2006 e nel 2007. In Europa, il Maccabi, nel 2007, ha mancato, per la prima volta in quattro anni, la finale a quattro della Euroleague: era andata in finale nel 2006, e aveva vinto nel 2004 e nel 2005. Anche l'Hapoel Jerusalem ha riscosso successi nell'arena europea, giocando nella Coppa ULEB, che ha vinto nel 2005. Anche la squadra nazionale di pallacanestro si è fatta valere come una formazione da tenere in considerazione. Nell'Agosto del 2007, si è di nuovo qualificata per il Campionato Europeo che si svolge ogni due anni, una competizione alla quale partecipa dal 1993. Anche la pallacanestro femminile è popolare in Israele, con due squadre – Elitzur Ramle e Anda Ramat Hasharonregolarmente in competizione per il titolo federale. Queste due squadre gareggiano anche nelle competizioni europee. La giocatrice Shay Doron ha, infatti, riscosso uno dei più grandi successi di tutti i giocatori israeliani: è stata la prima israeliana a giocare come professionista di pallacanestro in America, nel 2007, nel New York Liberty, nel campionato WNBA.
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L'ex Primo Ministro Ehud Olmert incontra la tennista Shahar Pe'er a Gerusalemme • G.P.O / A. Ohayon
Tennis Negli ultimi anni i giocatori di tennis israeliani sono diventati una presenza costante nei tornei mondiali più importanti. La giovane Shahar Pe'er è stata tra i primi 20 tennisti al mondo nel 2006 ed ha giocato nei più importanti tornei internazionali. I doppisti Andy Ram e Yoni Erlich si sono piazzati tra i migliori al mondo, posizionandosi tra i primi 10 negli ultimi due anni riuscendo anche a qualificarsi per la finale della Master Cup. Ram ha dimostrato di essere un giocatore d'eccezione anche nelle competizioni a due miste, vincendo due volte competizioni del Grand Slam agli Open di Francia con la francese Nathalie Dechy nel 2007 e a Wimbledon nel 2006 con la russa Vera Zvonerava. La squadra nazionale che gareggia nella Coppa Davis ha giocato molto bene, raggiungendo per la prima volta in 13 anni, nel Settembre del 2007, il gruppo mondiale dopo aver riportato una vittoria sbalorditiva sul Cile, di fronte a 5000 fan al Ramat Hasharon Tennis Center. L'Istituto Wingate Un fattore importante nel successo e nello sviluppo degli sport in Israele è l'Istituto Wingate per l'Educazione Fisica, un centro sportivo nazionale nei pressi di Netanya, nel centro di Israele. L'istituto comprende una scuola di
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elite, per giovani studenti particolarmente dotati, e il Dipartimento di Medicina sportiva, un centro leader nel mondo. Anche il Consiglio per l'Eccellenza nello Sport, che stabilisce quali, tra i talenti sportivi, riceveranno uno stipendio per potersi allenare a tempo pieno, si trova presso il Wingate. Numerosi sportivi israeliani, sia uomini che donne, che hanno raggiunto il successo, hanno iniziato la loro carriera al Wingate: tra questi gli stessi Pe'er, Ram e Erlich. L'Autorità per lo Sport del Ministero per la Scienza, la Cultura e lo Sport, sponsorizza la formazione degli istruttori e degli allenatori che lavorano presso il Wingate, supervisiona le attività delle varie federazioni ed organizzazioni sportive ed offre assistenza nello sviluppo dei programmi. Lo Sport per i ragazzi Naturalmente, non solo le persone particolarmente dotate si dedicano allo sport. La cultura sportiva si è sviluppata sin dai primi anni dello stato, con l'incoraggiamento dato ai giovani perché pratichino sport sin dalla più giovane età al fine di promuovere la forma e una sana competitività. Ogni settimana centinaia di migliaia di giovani israeliani gareggiano e fanno sport, dal calcio alla pallacanestro, dal kayak alla vela, fino alla scalata di rocce. Molte organizzazioni relative agli sport più diffusi sono unite in una rete di club, diffusi in tutto il paese, e sono affiliate
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alle grandi squadre sportive. Tra le più conosciute vi sono il Maccabi (fondato nel 1912), l'Hapoel (fondato nel 1923), l'Elitzur (nato nel 1939) e l'Associazione Accademica per lo Sport - ASA sorta nel 1953). Scuole e centri comunitari organizzano anche campionati locali e le competizioni per le finali nazionali scolastiche di pallacanestro e di calcio vengono trasmesse in televisione. Lo Sport come hobby Israele è una nazione sportiva. Chi visita il paese, durante il fine settimana si imbatte in ogni parte del paese in gruppi di persone che giocano a pallacanestro nei campi all'aperto di giardini e parchi, che fanno jogging per la strada e giocano a calcio nei parchi. Anche le spiagge sono attrezzate per praticare sport. Israele ha il più alto numero procapite di sub addestrati al mondo, con ben 50.000 immersionisti, attratti dalla vita marina unica del Mar Rosso. Il windsurf e lo sci d'acqua sono molto popolari, come lo sono i "racchettoni", un gioco da spiaggia molto diffuso. Lontano dalle spiagge, la corsa di fondo è uno degli sport più praticati in Israele, con migliaia di persone che partecipano alla maratona annuale che costeggia il Lago di Kinneret, nel Nord, con inizio e fine a Tiberiade, e agli eventi di triathlon. Anche il ciclismo è molto popolare e il Centro di golf a Cesarea, è attualmente impegnato in un programma di sviluppo della disciplina. In inverno, il
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Monte Hermon, nel nord, è diventato di grande richiamo per gli sciatori locali. Tra gli altri sport, sono molto praticati il tennis da tavolo, la boxe, la lotta, il sollevamento pesi, il judo, il karate e una forma di autodifesa, detta Krav Maga, sviluppata dall'IDF. Tra i giochi di squadra più popolari vi sono anche la pallavolo e la pallamano, che hanno entrambe dei propri campionati professionisti. Per gentile concessione del Comitato olimpico israeliano
Olimpiadi e Maccabiadi Israele è sempre stato fiero dei propri successi olimpionici, anche se non aveva mai vinto medaglie d'oro fino al 2004. Questo vuoto è stato colmato quando, alle Olimpiadi di Atene del 2004, il surfista Gal Fridman ha conquistato il primo posto sul podio. Anche Arik Zeevi ha vinto una medaglia ad Atene, ottenendo il bronzo nel judo. Precedentemente, avevano vinto medaglie Yael Arad e Oren Smadja (rispettivamente argento e bronzo nel judo a Barcellona, nel 1992) e Michael Kalganov (bronzo nel kayak, a Sydney nel 2000). Il saltatore con l'asta Alex Averbukh, non ha vinto medaglie olimpiche ma ha conquistato il bronzo e l'argento ai Campionati mondiali di Atletica nel 1999
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e nel 2001, e la medaglia d'oro ai Campionati europei di Atletica nel 2002. I velisti Udi Gal e Gidi Kliger, dopo aver vinto la medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali di Vela, hanno partecipato nel 2008 ai giochi di Bejing. Ogni quattro anni Israele ospita una sua propria versione dei Giochi Olimpici - le Maccabiadi - che dal 1932 portano insieme migliaia di atleti Ebrei da tutto il mondo. Le Maccabiadi sono una delle sette competizioni mondiali riconosciute dal Comitato Olimpico Internazionale. I partecipanti competono in eventi che vanno dal calcio alla pallacanestro, dal tennis da tavolo al netball, e partecipano ad una grandiosa cerimonia d'apertura nello Stadio nazionale di Ramat Gan. Molti atleti Ebrei, che hanno raggiunto il successo, si sono rivelati proprio alle Maccabiadi: tra questi, il nuotatore americano Mark Spitz, che riportò un successo senza precedenti alle Olimpiadi del 1972, vincendo 7 medaglie d'oro, e Lenny Krayzelburg, che ha partecipato ai giochi di Atene, nel 2004. Nuovi Sport Il Baseball è l'ultimo sport professionale introdotto in Israele. La Federazione Israeliana di Baseball è stata lanciata nel giugno 2007, con 6 squadre che giocano su 3 campi. Circa 120 giocatori, per la gran parte stranieri, accanto ad alcuni israeliani, partecipano alla stagione, di due mesi, e richiamano l'attenzione di centinaia di appassionati che si riversano nel kibbutz Gezer, nel Parco
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Yarkon a Petah Tikva e allo Sportek di Tel Aviv. Al match d'apertura, tra il Modi'in Miracle e i Pioneers di Petach Tikva, hanno assistito più di 3000 persone ed è stato trasmesso alla televisione locale. Sono state oltre 2000 le persone che hanno assistito alla vittoria del Beit Shemesh Blue Sox, diretto dall'ex membro della federazione Ron Blomberg, sul Modi'in nella finale dei playoff alla fine di Agosto 2007; una vittoria che ha fatto conquistare loro la prima coppa IBL. Immigrati di madrelingua inglese hanno introdotto una serie di altri sport, inclusi il softball, il cricket e il football americano. Israele è un membro dell'Associazione Internazionale di Cricket (ICA), incoraggiato in questo dagli immigrati indiani; gli immigrati dal Sud Africa hanno portato nel paese il Rugby e il gioco delle bocce su prato, la cui squadra maschile è una delle migliori al mondo. La federazione del football americano include dozzine di squadre che competono ogni stagione per assicurarsi l' "Holy Land Bowl". M. Freidin
Sport per disabili Israele ha conseguito grandi successi negli sport per disabili ed ha vinto medaglie alle Paraolimpiadi, dove agli atleti disabili viene data l'opportunità di eccellere. Israele ha portato ai Giochi paraolimpici di Atene del 2004, 24 atleti che hanno gareggiato
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nel ciclismo, nell'ippica, nel nuoto, nel tiro a piattello, nel canotaggio, nel tiro con l'arco, nell'atletica, nel tennis da tavolo e nel tennis su sedia a rotelle. Un equipaggio di tre velisti ha vinto la medaglia d'oro nella competizione mista Sonar e i nuotatori israeliani hanno ottenuto una medaglia d'oro, 4 d'argento e 3 di bronzo. Keren Leibowitz, che ha vinto 3 medaglie d'oro nel nuoto ai Giochi di Sydney del 2000, 3 Campionati mondiali, e 5 Campionati europei, è l'atleta paraolimpica più celebrata. L'Associazione Sportiva Israeliana per i Disabili (ISAD) svolge un'ampia gamma di attività in diversi settori: pallacanestro, tennis, pallavolo, badminton, tennis da tavolo, tiro al piattello, ippica, tiro con l'arco, nuoto e vela. I club sportivi del Beit Halohem per veterani disabili dell'esercito e l'organizzazione Ilan per le disabilità causate da incidenti o da malattie, offrono una vasta scelta di attività.
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I LEGAMI CULTURALI INTERNAZIONALI D'ISRAELE I legami culturali internazionali di Israele si incentrano sulla cooperazione in un'ampia gamma di settori, compresi la lingua, la letteratura, le arti, i mezzi di comunicazione e lo sport. Basate su accordi culturali con oltre 70 paesi, in aggiunta ai legami esistenti con molti altri, le attivitĂ spaziano da programmi di scambio per studenti e accademici e scambi di tournĂŠe di gruppi di danza, compagnie teatrali, mostre d'arte, musicisti e orchestre, fino alla partecipazione a fiere del libro, festival cinematografici e competizioni sportive, e all'insegnamento della lingua e delle tradizioni culturali di entrambi i paesi.
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ISRAELE FRA LE NAZIONI Nord America
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America Centrale e Meridionale e Caraibi
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Europa occidentale
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Europa centrale ed Eurasia
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Africa
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Asia e Pacifico
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Medio Oriente e Nord Africa
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Santa Sede
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Nazioni Unite
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Ebraismo mondiale
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Bandiere presso il palazzo dell'Onu, New York • S. Azran
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FRA LE NAZIONI Lo Stato d'Israele, membro delle Nazioni Unite dal 1949, intrattiene relazioni con la maggior parte dei paesi del mondo. Con la memoria di secoli di persecuzioni, la devastante esperienza della Shoàh e il decennale conflitto arabo-israeliano, la politica estera d'Israele è sempre stata gestita in funzione dell'avanzamento della pace nella regione, assicurando allo stesso tempo la sicurezza del paese e promuovendo la cooperazione con tutte le nazioni.
,אדיר חפצה של ישראל לקיים יחסים תקינים עם כל המדינות... ) תשי"ג, (דוד בן גוריון...עם ממשלותיהן ועם עמיהן È fervente desiderio di Israele mantenere buoni rapporti con tutti i paesi, con i loro governi e con le loro popolazioni... (David Ben-Gurion, 1952)
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NORD AMERICA STATI UNITI Undici minuti dopo la proclamazione d'Indipendenza di Israele, il 14 maggio 1948, il Presidente americano Harry S. Truman estendeva il riconoscimento diplomatico al nuovo Stato. Questo atto segnò l'inizio di relazioni basate su valori comuni e caratterizzate da profonda amicizia e rispetto reciproco. Entrambi i paesi sono vibranti democrazie i cui sistemi politici e giuridici sono ancorati alle tradizioni liberali; entrambi hanno iniziato quali società di pionieri ed entrambi continuano a ricevere e ad assorbire nuovi immigranti. A volte i due paesi hanno "ammesso di comune accordo di essere in disaccordo", appianando così le proprie divergenze come alleati e come amici. Pur trovandosi in una fase di sviluppo delle relazioni diplomatiche e politiche con Israele, gli Stati Uniti si associarono ad altri Paesi occidentali nell'embargo di armi al Medio Oriente ritenendo che, così facendo, le tensioni nella regione si sarebbero significativamente ridotte. Dopo il 1952 la ricerca del supporto arabo per un patto di sicurezza nel Medio Oriente da parte dell'amministrazione Eisenhower fece presagire un radicale allontanamento dalla parzialità mostrata dall'amministrazione Truman a favore di Israele. Le relazioni tra Washington e Gerusalemme si fecero di nuovo più strette solamente nei tardi anni
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'50, in seguito alla delusione americana per la politica del Presidente egiziano Gamal Abdel Nasser. Durante l'amministrazione Kennedy la precedente politica americana sui rifornimenti di armi venne capovolta, con l'annullamento dell'embargo esistente. Fin dall'ultimo periodo dell'amministrazione Johnson (tardi anni '60), la diplomazia americana si è basata sull'impegno verso il diritto di Israele a esistere entro confini sicuri e riconosciuti, da realizzarsi attraverso negoziati diretti con i suoi vicini arabi. Nella convinzione che un Israele forte sia una conditio sine qua non per il raggiungimento della pace nella regione, gli Stati Uniti si sono impegnati a mantenere il livello qualitativo dell'esercito israeliano al di sopra di quelli arabi. Durante le loro amministrazioni, i presidenti Nixon e Carter hanno presenziato alla conclusione degli accordi di disimpegno tra Israele ed Egitto e tra Israele e Siria (1973-74), agli Accordi di Camp David (1978) e al Trattato di Pace Egitto-Israele (1979). Durante l'amministrazione Reagan le relazioni non solo fiorirono, ma fu loro dato anche un piÚ formale e concreto contenuto. In aggiunta ai precedenti impegni, furono firmati due memorandum d'intesa (1981 e 1988), gettando le basi per l'istituzione di alcuni organismi consultivi e per la programmazione congiunta; questi hanno a loro volta
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avuto risvolti pratici in campo sia militare sia civile. Questi ambiti di cooperazione reciproca furono successivamente codificati in un più ampio memorandum (1988). La prima amministrazione Bush approvò l'iniziativa di pace d'Israele (1989) e co-patrocinò la Conferenza di Pace di Madrid (1991), che condusse agli incontri per i colloqui di pace che ebbero luogo a Washington. L'amministrazione Clinton ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Medio Oriente sostenendo attivamente gli accordi tra Israele e i Palestinesi, il trattato di pace fra Israele e Giordania, i negoziati con la Siria e gli sforzi per promuovere la cooperazione regionale, inclusa la fine del boicottaggio arabo. Impegnandosi nel mantenere il vantaggio qualitativo di Israele, gli Stati Uniti si sono anche impegnati a ridurre al minimo i rischi alla sicurezza nei quali Israele avrebbe potuto incorrere nel suo perseguimento della pace. L'amministrazione di George W. Bush ha preso diverse importanti misure per spalleggiare Israele nella sua lotta al terrorismo, e Israele ha appoggiato, a sua volta, la visione di Bush per porre fine al terrorismo e per conseguire la pace fra Israele e Palestinesi. La continua e profonda amicizia tra Israele e gli Stati Uniti è andata definendosi attraverso le diverse amministrazioni
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americane in termini oscillanti fra la preservazione di Israele come un "punto fermo di base" della politica estera americana, accentuando la "speciale relazione" esistente fra le due nazioni, e una dichiarazione di "impegno americano" nei confronti di Israele. Agli inizi degli anni '80 Israele era considerato dagli Stati Uniti come un "bene strategico" e per questo designato (1987), in accordo con la legislazione varata l'anno precedente, quale "importante alleato al di fuori della NATO". L'appoggio a Israele proveniente dal Congresso è bipartisan. Il supporto per l'assistenza annuale militare ed economica, il processo di pace e la lotta d'Israele contro il terrorismo, sono stati segni distintivi dell'impegno del Congresso nei confronti dell'amicizia fra Stati Uniti e Israele, come lo fu l'approvazione della legislazione (1995) che riconosce Gerusalemme quale capitale unita d'Israele e che chiede l'insediamento dell'ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme. La "speciale relazione" comprende interessi reciproci sul piano economico, politico, strategico e diplomatico. Israele riceve attualmente circa 2,6 miliardi di dollari all'anno sotto forma di aiuti economici e per la sicurezza (l'aiuto economico è stato ridotto di 120 milioni di dollari ogni anno e quello militare di 60 milioni di dollari ogni anno, fino all'anno 2008; dopodiché
U.S. Secretary of State Condoleezza Rice with Foreign Minister Tzipi Livni • U.S. Embassy in Israel / Matty Stern
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Israele riceverà un totale di 2,4 miliardi di dollari in aiuti militari), e il commercio bilaterale tra i due paesi è stato incrementato dall'Accordo sulla Zona di Libero Scambio tra Israele e Stati Uniti (1985). Si è impiantato un crescente numero di joint ventures sponsorizzate da industrie israeliane e americane, e parecchi Stati americani hanno stipulato accordi "fra stato e stato" con Israele, con attività che spaziano dalla cultura all'agricoltura. Gli Stati Uniti stanno di solito al fianco di Israele in forum internazionali, fugando tentativi, sia alle Nazioni Unite che in organismi associati, di far approvare forzatamente risoluzioni contro Israele. I due paesi hanno collaborato, con vantaggio per entrambi, nello scambio di informazioni segrete e militari, come pure nella guerra contro il terrorismo internazionale e nella campagna contro la droga. L'amicizia tra gli Stati Uniti e Israele è rafforzata dal sostegno della comunità ebraica e da un'ampia parte della società americana.
CANADA Il Canada ha riconosciuto de jure Israele nel 1949. I due paesi hanno da molti anni piene relazioni diplomatiche basate su comuni valori democratici, con legami bilaterali rafforzati da scambi culturali e scientifici. Le relazioni economiche tra Canada e Israele sono divenute pi첫 strette grazie all'applicazione del Trattato di Libero Mercato tra Canada e Israele (CIFTA). In campo internazionale il sostegno del Canada per Israele viene espresso attraverso la sua posizione generalmente pro-Israele in vari forum dell'ONU.
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AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE E CARAIBI Al voto dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 Novembre 1947 alla risoluzione che proponeva la fondazione di due Stati, uno ebraico e uno arabo, sul territorio incluso nel Mandato Britannico per la Palestina, 13 delle 20 nazioni dell'America Latina votarono a favore della partizione. Negli anni '50 e '60 i rapporti furono rafforzati, e ciò fu dovuto in non esigua misura a programmi di cooperazione con i quali Israele condivideva la propria esperienza e capacità in diversi campi importanti per l'America Latina, quali agricoltura, medicina, organizzazione di cooperative, sviluppo rurale, regionale e comunitario. Migliaia di apprendisti provenienti da paesi dell'America Latina hanno partecipato a programmi di studio in Israele. Sviluppi politici sulla scena internazionale nel corso degli anni '60 e '70, hanno condotto ad una diminuzione del sostegno a favore di Israele tra questi paesi, soprattutto nelle votazioni alle Nazioni Unite e negli organismi affiliati. Oggi Israele intrattiene piene relazioni diplomatiche con tutti i paesi dell'America centrale e meridionale e della regione caraibica, tranne Cuba. Queste relazioni si riflettono in proficue cooperazioni in campo politico, economico e culturale, nonchÊ in un gran numero di accordi bilaterali in molti settori.
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Il commercio è in costante incremento. Un accordo di libero mercato tra Messico e Israele, concluso nel 2000, ha aggiunto una nuova dimensione a quest'ambito. Le esportazioni, e fra queste i prodotti chimici, agricoli, dell'industria elettronica e i macchinari, e le importazioni, che consistono principalmente in carne, grano, cereali, zucchero, cacao, caffè e metalli, sono entrambe in crescita, e le banche israeliane, le imprese di costruzione e le compagnie di pianificazione agricola e di sviluppo sono attive in America centro-meridionale e ai Caraibi. Molti israeliani visitano i paesi dell'America centrale e meridionale, in particolare i giovani, per i quali questo viaggio è un passaggio obbligato nel periodo che segue il servizio militare.
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EUROPA OCCIDENTALE
L'ex Primo ministro Ehud Olmert e il Cancelliere Tedesco Angela Merkel • GPO / Amos Ben Gershom
L'Europa occidentale è il par tner commerciale più naturale per Israele. L'istituzione di una zona di libero scambio con la Comunità Europea (CEE) nel 1975, ha condotto ad un significativo aumento delle esportazioni in Europa e a un incremento anche maggiore nelle esportazioni dalla Comunità Europea verso Israele. Questa crescita negli scambi commerciali è stata accelerata dallo sviluppo di stretti rapporti d'affari tra imprenditori e investitori e l'istituzione di joint ventures, così come dai tentativi di rafforzare i legami commerciali con i paesi membri dell'Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA). Nel 1995 Israele e l'Unione Europea (UE) hanno concluso un accordo di vaste dimensioni, entrato in vigore nel Giugno del 2000, che ha consentito di rafforzare il dialogo politico e di avere relazioni economiche ancora più strette. Alla metà degli anni Novanta, Israele è entrato nel Programma di Ricerca e Sviluppo tecnologico dell'UE. Nel Novembre del 2007 è stato istituito il Dialogo Economico UE- Israele, con lo scopo di promuovere la cooperazione tra i settori privati delle due parti. Nel Dicembre 2004, Israele e l'Unione Europea hanno sottoscritto un piano d'azione nell'ambito della Politica di Vicinato Europea.
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Assieme agli Stati Uniti, alla Russia e alle Nazioni Unite, l'Unione Europea fa parte del "Quartetto" che sta compiendo tutti gli sforzi possibili per cercare di risolvere il conflitto arabo-israeliano attraverso il processo di pace.
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EUROPA CENTRALE ED EURASIA Le relazioni tra Israele e i Paesi dell'Europa centrale e orientale - ripristinate nel momento in cui in questi paesi è stata restaurata la democrazia - stanno diventando sempre più intense, soprattutto nel settore economico, in attività culturali, turistiche e di cooperazione internazionale. Accordi economici con questi paesi sono importanti dato che molti di essi sono candidati a diventare futuri membri dell'Unione Europea. Dal momento che questi paesi erano il centro del mondo ebraico prima della Seconda Guerra Mondiale, la memoria dell'Olocausto è un fattore significativo nelle relazioni con loro. Le questioni trattate includono la restituzione ai loro proprietari ed eredi legittimi delle proprietà ebraiche pubbliche e private nazionalizzate, il riconoscimento dei "Giusti fra le Nazioni" che rischiarono la propria vita per salvare gli Ebrei durante il periodo nazista, senza alcuna ricompensa, e la cooperazione con i governi della regione per combattere episodi di antisemitismo. I rapporti di Israele con gli stati euroasiatici (ex Unione Sovietica) hanno acquistato impeto, in particolare nei settori economico, politico e culturale. Visite ufficiali e nuovi accordi hanno gettato solide basi per la crescita di
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queste relazioni. Legami commerciali e nuovi investimenti crescono sensibilmente e l'oltre milione di cittadini dell'ex Unione Sovietica che oggi vive in Israele, costituisce un ponte umano tra Israele e i propri paesi di origine, aggiungendo alle relazioni una dimensione "speciale". I rapporti di Israele con la Federazione Russa hanno anche un'importanza strategica, dato l'attivo coinvolgimento di questa nel processo diplomatico che investe il Medio Oriente, quale membro del Quartetto, e nei negoziati con l'Iran a proposito del programma nucleare di quest'ultimo. Migliorano anche i rapporti fra Israele e gli stati caucasici dell'Asia centrale, tra i quali esiste una grande domanda di aiuti del Mashav (Agenzia israeliana per la Cooperazione internazionale, presso il Ministero degli esteri) nei settori della salute pubblica, dell'agricoltura avanzata, della gestione delle risorse idriche e nella lotta alla desertificazione. Altre importanti questioni sono la preservazione delle vestigia ebraiche negli stati euroasiatici, la perpetuazione della memoria della ShoĂ h e la lotta contro l'antisemitismo.
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AFRICA I legami di Israele con gli Stati dell'Africa sub-Sahariana sono iniziati nella metà degli anni '50, per alcuni di essi, ancor prima che raggiungessero l'indipendenza. Il primo paese con cui vennero allacciate relazioni diplomatiche nel 1956, fu il Ghana, seguito dalla maggior parte dei paesi al sud del Sahara. Nei primi anni '70 Israele intratteneva piene relazioni diplomatiche con trentatrè paesi della regione. Questi legami erano espressione di un'affinità africana con Israele, esso stesso stato giovane, divenuto indipendente nel 1948, e ansioso di condividere la propria esperienza con i nuovi Stati africani indipendenti. Vennero istaurati anche legami economici benefici per entrambi e fra questi molte joint venture. Come conseguenza della crisi petrolifera, seguita alla Guerra del Kippur del 1973, molti dei paesi sub-Sahariani ruppero le relazioni dilplomatiche con Israele, a causa di due importanti fattori: le promesse arabe di avere petrolio a prezzi ridotti e aiuti finanziari, e l'ottemperanza alla risoluzione della OAU (Organization of African Unity), patrocinata dall'Egitto, in cui veniva appunto richiesta la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele. Mantennero pieni contatti diplomatici con Israele solo Malawi, Lesotho e Swaziland, mentre alcuni altri paesi continuarono a mantenere i loro legami tramite uffici di interesse presso ambasciate straniere. La cooperazione, tuttavia, entro una
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certa misura, continuò: molti studenti africani continuarono a formarsi in Israele ed esperti israeliani continuarono ad essere attivi in tutto il continente africano. Dagli anni '80, le relazioni diplomatiche con i paesi sub-Sahariani sono state gradualmente ripristinate e hanno avuto uno slancio particolare quando si sono verificati progressi nei negoziati di pace tra Israele e i propri vicini arabi. Alla fine degli anni '90, erano state ristabilite relazioni diplomatiche ufficiali con 39 paesi sub-sahariani. Oggi Israele e i paesi sub-Sahariani sono impegnati in un dialogo continuo, che trova espressione in reciproche visite dei rispettivi Capi di Stato e dei ministri del governo. Sono inoltre in atto attività dinamiche che includono rapporti economici e commerciali, contatti accademici e culturali, una varietà di progetti agricoli congiunti, assistenza medica, programmi di formazione professionale e aiuti umanitari in casi di necessità. Israele ha seguito con interesse il processo d'integrazione politica ed economica in Africa e la creazione dell'Unione Africana. Quale espressione di amicizia e solidarietà, Israele ha rinnovato il proprio impegno a lavorare insieme con le istituzioni e le organizzazioni emergenti dell'Africa, aggiungendo un nuovo capitolo alle sue speciali relazioni con questo continente.
L'ex Ministro degli Esteri Tzipi Livni con ambasciatori africani in Israele • Flash 90
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ASIA E PACIFICO Israele mantiene rapporti diplomatici con la maggior parte degli stati dell'Asia. La crescente forza economica e politica di questi paesi ha contribuito all'intensificarsi dei legami nelle sfere politica, culturale e, soprattutto, economica. La cooperazione tecnica con Israele nei settori di R&S scientifico, nello sviluppo rurale, nell'agricoltura e nell'istruzione, ha svolto un importante ruolo nel rafforzamento delle relazioni con i paesi in via di sviluppo della regione. Nel 1992 sono state stabilite relazioni ufficiali con la Cina. Da allora, i due paesi hanno progressivamente sviluppato i loro rapporti, culminati nella storica visita del presidente cinese in Israele nel 2000, e nelle visite di tre presidenti israeliani a Pechino. Fin dalla metĂ degli anni '80, Israele e Giappone hanno saldamente ampliato le loro relazioni bilaterali, cosa questa che ha avuto il suo riflesso, tra l'altro, nella sottoscrizione di diversi accordi, nelle visite reciproche di Primi Ministri e di ministri, e nel significativo contributo del Giappone al processo multilaterale di pace. Anche le relazioni diplomatiche con l'India, iniziate nel 1992, si sono intensificate in tutti i settori a partire dalla fine degli anni Novanta. Nel 2003, il primo ministro israeliano ha compiuto la prima storica visita a Nuova Delhi. Nel 2000, Israele ha rinnovato le relazioni diplomatiche con lo Sri-Lanka.
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L'inizio delle relazioni diplomatiche con la Repubblica di Corea risale al 1962. Negli ultimi anni questi rapporti si sono incredibilmente intensificati in tutti i campi. Nel 2007, i ministri degli esteri dei due paesi si sono scambiati visite ufficiali. Israele mantiene anche buone relazioni con molti paesi membri dell'ASEAN. Alcuni di questi contatti risalgono a 50 e anche piĂš anni fa, come nel caso di Myanmar, della Thailandia, di Singapore e delle Filippine. Altri rapporti sono iniziati piĂš recentemente, quando Israele stabilĂŹ relazioni diplomatiche con Cambogia e Laos. Le relazioni con il Vietnam si sono sviluppate rapidamente a partire dal 1993, in particolare nei settori economico, commerciale e della cooperazione agricola. Nel 2005 i ministri degli esteri dei due paesi hanno inaugurato un appuntamento politico annuale. Una lunga tradizione di stretti rapporti di amicizia lega Israele al Nepal sin dai primi anni Sessanta. Il primo ministro del Nepal ha visitato Israele per la prima volta nel 2007, quando ha annunciato l'apertura di un'ambasciata a Tel Aviv. Israele ha piene relazioni diplomatiche con l'Australia e la Nuova Zelanda da molti anni. Recentemente sono stati stabiliti rapporti con 12 isole indipendenti dell'area del Pacifico. Con questi paesi, Israele condivide la sua esperienza in vari settori.
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MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA
L'ex Primo ministro Ehud Olmert con il Presidente Egiziano Osni Mubarak • GPO / Moshe Milner
EGITTO Israele ed Egitto hanno firmato un trattato di pace nel 1979, segnando la fine di trenta anni di implacabili ostilità e di cinque costose guerre. Il trattato fu preceduto dalla visita del Presidente egiziano Anwar Sadat a Gerusalemme (1977), su invito del Primo Ministro Menachem Begin, e dalla firma degli Accordi di Camp David (1978), che hanno rappresentato una base per la pace tra Egitto e Israele e tra Israele e gli altri suoi vicini. Gli accordi affrontavano anche la necessità di risolvere la questione palestinese, dopo una fase ad interim di cinque anni di autonomia per gli Arabi Palestinesi residenti in Giudea e Samaria (West Bank) e nella Striscia di Gaza. Al Presidente Sadat e al Primo Ministro Begin fu congiuntamente assegnato il Premio Nobel per la Pace come riconoscimento della loro impresa. La pace messa in atto fra Israele ed Egitto è costituita di diversi e importanti elementi, fra questi la fine sia dello stato di guerra che di atti o minacce di belligeranza, ostilità o violenza; l'instaurazione di rapporti diplomatici, economici e culturali; la rimozione di barriere al commercio e alla libertà di movimento; e infine il ritiro di Israele
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dalla penisola del Sinai, con misure concordate per la sicurezza e aree militari limitate. Israele ha completato il suo ritiro dal Sinai (nel 1982) secondo i termini del trattato, rinunciando alle basi militari e ad altri punti strategici in cambio della pace. Nonostante l'Egitto sia stato messo al bando dagli altri Stati arabi a seguito della firma del trattato, la maggior parte di questi ha da allora ripristinato le relazioni con l'Egitto e riaperto le proprie ambasciate al Cairo. I quartieri generali della Lega araba, che erano stati trasferiti a Tunisi, sono stati riportati al Cairo agli inizi degli anni '80. Dovendo superare trenta anni di sfiducia e ostilità , la normalizzazione dei rapporti tra Israele ed Egitto è un lungo e arduo processo. Tuttavia, entrambi i paesi hanno stabilito ambasciate e consolati e si svolgono regolarmente incontri tra ministri e alti funzionari. Dopo il rinnovato scoppio della violenza palestinese (Settembre 2000), le relazioni si sono raffreddate in maniera considerevole e l'Egitto ha richiamato il proprio ambasciatore, e il suo ritorno in Israele è stato consentito solo all'inizio del 2005. Tuttavia, gli scambi commerciali e la cooperazione sono continuati e la commissione militare congiunta si incontra regolarmente. Le relazioni hanno conosciuto una nuova, positiva fase, a seguito del ritiro, cui lo stesso Egitto ha contribuito, di Israele dalla Striscia di Gaza.
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GIORDANIA Il trattato di pace tra Giordania e Israele, firmato al valico di confine Akaba-Eilat (nell'Ottobre del 1994), fu preceduto da un incontro tra Re Hussein e il Primo Ministro Yitzchak Rabin a Washington tre mesi prima, quando i due leader proclamarono la fine dello stato di guerra tra i loro paesi. L'ex Primo Ministro Ehud Olmert e il Re di Giordania, Abdullah II • GPO/ Amos Ben Gershom
Benché fossero formalmente in uno stato di guerra l'uno contro l'altro da 46 anni, per tutto questo periodo Israele e Giordania avevano mantenuto contatti segreti e concluso accordi di mutuo vantaggio. La Conferenza di Madrid del 1991 portò a colloqui bilaterali pubblici che sono culminati in un trattato formale (1994) nel quale entrambi i paesi si sono impegnati ad astenersi da azioni di belligeranza, ad assicurare che dall'interno del proprio territorio non si verifichino minacce di violenza verso l'altro, a compiere lo sforzo di prevenire il terrorismo e di agire insieme per raggiungere la sicurezza e la cooperazione nel Medio Oriente, sostituendo la preparazione militare con misure tese a costruire fiducia reciproca. Altri provvedimenti includono la distribuzione, decisa di comune accordo, delle risorse idriche esistenti, la libertà di transito per i cittadini di entrambi gli Stati, gli sforzi per alleviare il problema dei profughi e la cooperazione nello sviluppo della Valle del Giordano. Il confine internazionale definito nel trattato ha sostituito le linee del cessate il fuoco del
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1949 ed è stato delineato prendendo come riferimento i confini del Mandato Britannico (1922-48). Con la ratifica del trattato di pace sono state instaurate piene relazioni diplomatiche e, da allora, il rapporto tra Israele e Giordania è in costante progresso. La base per la messa in atto del trattato di pace IsraeleGiordania è stata posta con la firma e la ratifica di 12 accordi bilaterali nelle sfere economica, scientifica e culturale. Questi trattati rappresentano le fondamenta per le pacifiche e normali relazioni fra Israele e il Regno Hashemita di Giordania. L'espressione più significativa delle pacifiche relazioni è la costituzione delle cosiddette Q.I.Z. (Qualifying Industrial Zones), che permettono alla Giordania, mediante la cooperazione con Israele, di esportare negli Stati Uniti merci libere da quote e da imposte per un valore di oltre 1 miliardo di dollari. Israele coopera con la Giordania anche in due progetti agricoli e di sanità pubblica. Re Abdullah II, succeduto al padre – re Hussein - nel Marzo 1999, ha visitato Israele nell'Aprile del 2000. In seguito allo scoppio della nuova ondata di violenza palestinese (Settembre 2000) nei Territori, le relazioni con la Giordania si sono raffreddate e l'ambasciatore è stato richiamato. Il successivo, graduale sviluppo dei rapporti
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ha portato la Giordania a reinstallare il suo ambasciatore in Israele nel 2005. Nel Giugno del 2003, Re Abdullah II ha ospitato ad Akaba il summit al quale ha partecipato, insieme al Presidente Bush e al Primo ministro Sharon, il Presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Nell'Aprile del 2004, re Abdullah II ha fatto visita, nella sua residenza nel Neghev, all'allora Primo ministro israeliano Sharon. STATI DEL GOLFO Quale risultato del processo di pace in Medio Oriente, gli Stati del Golfo, per la prima volta dal 1948, hanno mostrato interesse ad avere rapporti con Israele. Ai contatti iniziali è seguita una serie di visite reciproche da parte di funzionari ad alto livello. Nel Maggio del 1996 Israele ha aperto uffici di rappresentanza commerciale in Oman e Qatar, per sviluppare rapporti economici, scientifici e commerciali, con un'enfasi sull'utilizzazione delle risorse idriche, sul turismo, sull'agricoltura, sui prodotti chimici e sulle tecnologie avanzate. Dallo scoppio dell'ondata di violenza palestinese (Settembre 2000) le relazioni con i Paesi del Golfo si sono raffreddate e l'ufficio di rappresentanza commerciale in Oman è stato chiuso.
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PAESI DEL MAGHREB Dal 1994 tre stati arabi del Nord Africa - Marocco, Mauritania e Tunisia - si sono uniti ad altri paesi arabi e hanno imboccato la strada della pace e della riconciliazione, instaurando rapporti diplomatici con Israele. Iniziate in differenti modi e a vari livelli, le relazioni fra Marocco e Israele sono state formalizzate quando Israele ha aperto un ufficio di collegamento (Novembre 1994) nella capitale marocchina Rabat. Quattro mesi dopo il Marocco ha aperto il suo ufficio in Israele, istituendo cosÏ formali relazioni diplomatiche bilaterali. La Repubblica Islamica di Mauritania e Israele hanno concluso un accordo alla Conferenza di Barcellona (Novembre 1995), alla presenza del Ministro degli Esteri spagnolo, per istituire uffici di interesse rispettivamente nelle ambasciate spagnole a Tel Aviv e a Nouakchott. La Mauritania ha aperto la sua missione diplomatica a Tel Aviv nel Maggio del 1996 e ha espresso il desiderio di normalizzare pienamente le relazioni con Israele. Nell'ottobre del 1999 la Mauritania è divenuta il terzo paese arabo (dopo Egitto e Giordania) a instaurare piene relazioni diplomatiche con Israele. Seguendo una tabella di marcia elaborata da Israele, Tunisia e Stati Uniti (nel Gennaio del 1996), Israele ha aperto un
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ufficio di interesse in Tunisia (Aprile 1996), e la Tunisia ha ricambiato sei settimane più tardi (Maggio 1996). Le relazioni diplomatiche con i paesi moderati del Maghreb sono particolarmente importanti per il ruolo svolto da questi paesi nel mondo arabo e anche per l'attaccamento emotivo che il largo gruppo di Ebrei emigrati dal Nord Africa in Israele mantiene nei confronti dei paesi in cui le proprie famiglie vissero per molti secoli. Questa affinità è una risorsa che può condurre a relazioni più profonde e che può apportare un contributo pratico al processo di pace. Dopo lo scoppio dell'ondata di violenza palestinese (Settembre 2000) anche Marocco e Tunisia hanno interrotto le proprie relazioni diplomatiche con Israele. Tuttavia, alcuni rapporti di natura commerciale continuano, così come anche contatti in altri campi.
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SANTA SEDE L'instaurazione di piene relazioni diplomatiche fra Israele e la Santa Sede (secondo i termini fissati nell'Accordo Fondamentale sottoscritto a Gerusalemme nel Dicembre 1993) può esser vista come un passo di grande significato, nell'ambito di un processo storico di cambiamento nell'atteggiamento della Chiesa cattolica verso l'Ebraismo e verso il popolo ebraico, processo che ebbe il suo inizio pubblico con la Dichiarazione nota con il nome di Nostra Aetate, emessa dal Concilio Vaticano Secondo nel 1965. Nel loro Accordo Fondamentale, Israele e la Santa Sede hanno messo in rilievo la “natura unica del rapporto tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico..." e hanno espresso il loro impegno ad “una appropriata collaborazione nel combattere tutte le forme di antisemitismo e qualsiasi tipo di razzismo e di intolleranza religiosa, e nel promuovere la comprensione reciproca tra le nazioni, la tolleranza tra le comunità e il rispetto per la vita e la dignità umane", e “la pacifica risoluzione dei conflitti fra stati e nazioni, escludendo violenza e terrore dalla vita internazionale". Altri impegni riguardano il regime di Status Quo che interessa i Luoghi Santi cristiani, questioni legate alla libertà di religione, di pellegrinaggio in Terra Santa e altri temi.
Papa Giovanni Paolo II al Muro Occidentale, Gerusalemme • GPO/ Amos Ben Gershom
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Nel Novembre del 1997 è stato firmato a Gerusalemme un accordo che viene a definire lo status della Chiesa cattolica in Israele e della sua gerarchia, nell'ambito della legge israeliana. Ciò ha segnato il primo riconoscimento de iure della Chiesa cattolica, da parte di qualsiasi governo in Terra Santa. L'Organizzazione Sionista Nel Marzo del 2000, Papa Giovanni Paolo Mondiale (WZO) fu fondata II è giunto in Israele, in pellegrinaggio al Primo Congresso Sionista personale nei Luoghi Santi e ha incontrato (1897) allo scopo di facilitare il Presidente Ezer Weizman e il Primo il ritorno del popolo ebraico Ministro Ehud Barak. Fra gli altri eventi alla sua antica patria, la Terra della visita, vi sono stati incontri con i di Israele, e di far rivivere una Rabbini Capo d'Israele e una visita a Yad vita nazionale ebraica nel Vashem e al Muro Occidentale (Muro del paese. L'obiettivo principale Pianto). La visita ha dato risalto al processo della WZO è stato raggiunto di comprensione reciproca in corso tra nel 1948, con la fondazione di Giudaismo e Chiesa Cattolica. uno stato ebraico, lo Stato di Israele, stabilito legalmente Papa Benedetto XVI ha visitato Israele nel e internazionalmente Maggio del 2009 in un pellegrinaggio in riconosciuto. Da allora la Terra Santa, segnando un importante stadio WZO ha svolto un ruolo di nello sviluppo delle relazioni fra il Vaticano e Israele. La visita è servita per rafforzare il dialogo fra Cristianità, Ebraismo e Islam, come parte dello sforzo di conseguire la pace nella regione.
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NAZIONI UNITE Lo Stato di Israele fu ammesso alle Nazioni Unite (ONU) quale suo cinquantanovesimo membro l'11 Maggio 1949. Da allora, ha partecipato ad un'ampia gamma di operazioni delle Nazioni Unite cercando collegamento tra Israele di apportare il suo pieno contributo alle e gli Ebrei della Diaspora, organizzazioni della stessa che si occupano attraverso la promozione di di sanità, lavoro, alimenti e agricoltura, attività incentrate sull'unità educazione e scienza. Israele ha un ruolo del popolo ebraico e la attivo nel lavoro delle organizzazioni centralità di Israele nella non-governative, portate avanti sotto gli vita ebraica; la facilitazione auspici dell'Onu, impegnate in questioni dell'immigrazione; la che vanno dall'aviazione all'immigrazione, diffusione dell'educazione dalle comunicazioni alla meteorologia, dal ebraica tra le comunità sparse commercio alla condizione delle donne. nel mondo; e la difesa dei diritti degli Ebrei, ovunque Per cinque decenni Israele è stato escluso essi vivano. Il Congresso della dai gruppi regionali delle Nazioni Unite; WZO, democraticamente nell'Aprile del 2000 Israele è stato ammesso eletto, è convocato ogni 4-5 nel Gruppo Regionale Occidentale (WEOG), anni a, Gerusalemme. a carattere temporaneo, fino a un suo pieno inserimento nel Gruppo Asiatico. Da allora Israele può eleggere ed essere eletto nei maggiori organismi delle Nazioni Unite. Attraverso il Gruppo Regionale Occidentale, Israele è stato eletto alla vicepresidenza della sessantesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
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Alcune risoluzioni Onu sono state di importanza cruciale per Israele; fra queste le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 242 (22 Novembre 1967) e 338 (22 Ottobre 1973), che danno un quadro concordato per l'appianamento del conflitto arabo-israeliano. Nel corso degli anni le Nazioni Unite sono state attive nel determinare la cessazione delle ostilità tra Israele e i suoi vicini arabi attraverso la nomina di mediatori, estendendo gli auspici dell'Onu ai cessate il fuoco e ad accordi armistiziali, e interponendo forze Onu tra le forze contendenti. Per anni, l'Onu è stata usata come campo di battaglia per una guerra politica contro Israele. I 21 Stati arabi, con l'aiuto dei Paesi islamici e del gruppo dei Paesi non allineati, hanno costituito una "maggioranza automatica", assicurando l'adozione di risoluzioni anti-israeliane all'Assemblea Generale. Nel suo sforzo di portare la narrativa ebraica dentro l'Assemblea Generale, nel 2005 Israele è riuscito a far convocare una speciale sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione del sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di sterminio nazisti in Europa e a far adottare una nuova risoluzione per la celebrazione annuale della Memoria della Shoàh.
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EBRAISMO MONDIALE Sin dal primo esilio (586 a.E.V.) e le successive dispersioni di Ebrei in tutto il mondo, è esistito un rapporto unico e dinamico tra gli Ebrei che vivevano nella Terra di Israele e quelli che risiedevano al Oggi, l'Agenzia Ebraica per di fuori di essa. Benché separati da lunghe Israele (JAFI) è impegnata distanze nel corso di molti secoli, gli Ebrei nello sviluppo dei rapporti tra sono rimasti una nazione, legata da una lo Stato di Israele e l'Ebraismo comune storia, religione e patria come mondiale. Essa fu costituita pure da un impegno collettivo a una (nel 1929) dall'Organizzazione sopravvivenza fisica e spirituale del popolo Sionista Mondiale per ebraico. La costituzione dello Stato di rappresentare la comunità Israele (1948) è maturata dal sogno durato ebraica di Israele di fronte alle 2.000 anni di ritornare alla propria patria autorità britanniche investite ancestrale e di far rivivere la propria vita del Mandato, ai governi e la propria sovranità nazionale. stranieri e alle organizzazioni internazionali. Dopo la Stime recenti valutano la popolazione conquista dell'indipendenza ebraica mondiale in circa 13 milioni, il 41 % da parte di Israele, parte dei quali vive in Israele. Ebrei di ogni luogo condividono un ampio spettro di storia, ideali e interessi, e sono impegnati in un continuo dialogo su un'ampia numero di questioni. L'Ebraismo della Diaspora, nel riconoscimento della centralità di Israele nella vita ebraica, partecipa alla costruzione del paese, per mezzo di contributi finanziari,
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di sostegno politico e sociale, e, in alcuni casi, venendo a vivere in Israele, aggiungendo al mosaico israeliano le proprie capacità peculiari e il proprio retroterra culturale. Una lunga tradizione di della responsabilità aiuto reciproco tra Ebrei trova oggi la sua relativa al compimento di manifestazione in una rete di organizzazioni alcuni compiti nazionali dalle mille sfaccettature, nate per venire relativi all'immigrazione e incontro a centinaia di interessi ebraicoall'integrazione dei nuovi israeliani. arrivati, agli insediamenti rurali e alle abitazioni per Da parte sua, Israele cerca di rafforzare gli immigrati, all'istruzione le comunità della Diaspora ebraica e i e alle attività per i giovani, propri legami con esse, aiutando chi ne ha fino al rinnovamento delle bisogno, promuovendo attività orientate città, fu delegata, per legge, verso Israele, lo studio della lingua ebraica, alla Agenzia Ebraica e alla opportunità economiche congiunte e le Organizzazione Sionistica visite di gruppi e di singoli in Israele. Mondiale. Negli ultimi anni, molte di queste funzioni sono Lo stato di Israele attribuisce in modo fattivo state assunte dal governo. grande importanza alla sicurezza delle comunità ebraiche nel mondo. In seguito al recente riemergere dell'antisemitismo, Israele, in cooperazione con le organizzazioni ebraiche e con i governi europei, degli Stati uniti e di altre aree nel mondo, sta combattendo il razzismo e in particolare l'antisemitismo.