CONCORSO DI IDEE PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI. I PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE “SISMA”. ANNI SCOLASTICI 2012-13 / 2013-14
CONCORSO DI IDEE PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI. I PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE “SISMA”. ANNI SCOLASTICI 2012-13 / 2013-14
Il Concorso di idee per la valorizzazione dei beni culturali “Io Amo i Beni Culturali” - Edizione “Sisma” è promosso dall’IBC - Istituto per i beni culturali della Regione EmiliaRomagna in collaborazione con l’USR - Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna, e il MOdE - Museo officina dell’educazione del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna e con il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.
Segreteria del concorso Ivan Orsini (IBC) Supporto organizzativo Barbara Accarisi, Francesco Angrisano, Anna Bacchelli, Enzo Calabrò, Antonio De Bonis, Luca Gamberini, Giancarlo Terzi, Cristina Zappata (IBC) Comunicazione e coordinamento alla produzione editoriale e video Valeria Cicala, Vittorio Ferorelli, Carlo Tovoli (IBC)
Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna Presidente Angelo Varni
Supporto amministrativo-contabile Francesco Amorese, Alessandra Cevenini, Paola Cristofori, Maria Galati (IBC)
Direttore Alessandro Zucchini
Supporto alla documentazione Simona Caraceni, Chiara Panciroli (MOdE)
Responsabile Servizio musei e beni culturali Laura Carlini
Supporto alla diffusione del progetto Chiara Brescianini, Loretta Luppi (USR), Rosa Maria Manari (Assemblea legislativa), Beatrice Orsini, Maria Elena Tosi (IBC)
Responsabile Soprintendenza per i beni librari e documentari Rosaria Campioni Responsabile amministrativo Roberto Tommasi
Cura del volume Vittorio Ferorelli (IBC) Progetto grafico e impaginazione Ilaria Del Gaudio (“Senza titolo” Associazione culturale)
“Io Amo i Beni Culturali” Coordinamento Valentina Galloni (IBC) Valutazione dei progetti Brunella Argelli, Valeria Cicala, Manuela Cristoni, Vittorio Ferorelli, Valentina Galloni, Carlo Tovoli (IBC)
Si ringraziano per la collaborazione tutti i referenti delle istituzioni scolastiche e culturali che hanno sviluppato e documentato i progetti.
INDICE Premessa di Angelo Varni ..........................................................................................................................................7 Ripartire insieme di Valentina Galloni .................................................................................................................. 9 Il baule di Alice ............................................................................................................................................................. 14 Il Bosco di Santa Lucia: un regalo dei Partecipanti ....................................................................................... 18 La casa sul confine dei ricordi ............................................................................................................................... 32 .
Nel cuore della cittĂ , al centro della storia ........................................................................................................ 38 Tra carte e libri: la nostra scuola ieri e oggi ......................................................................................................... 42 Un Bene per tutti ......................................................................................................................................................... 48 @lla scoperta di Mobimed ...................................................................................................................................... 56 Giardini segreti: alla scoperta del Giardino della Duchessa ...................................................................... 60 Matematica ad arte .................................................................................................................................................... 66
PREMESSA All’indomani del sisma del 20 e 29 maggio 2012 l’Istituto per i beni culturali della Regione EmiliaRomagna ha deciso di rivolgere un gesto concreto di attenzione verso le scuole, i musei e gli archivi situati in alcune delle zone colpite, che avevano partecipato alla seconda edizione del concorso “Io amo i Beni Culturali”. La riapertura del bando, riservata solo a questi istituti, li ha messi dunque in grado di ripresentare i loro progetti, eventualmente modificati nei tempi e nelle modalità di realizzazione. Il volume che qui si presenta propone gli esiti di questa edizione supplementare del concorso, passando in rassegna i progetti realizzati tra gli anni scolastici 2012-2013 e 2013-2014 nei territori del Bolognese, del Ferrarese, del Modenese e del Reggiano. Dal 2011 a oggi “Io amo i Beni Culturali” ha coinvolto migliaia di studenti e centinaia tra scuole, istituzioni culturali, enti e associazioni, coprendo con la sua rete l’intero territorio regionale. In attesa di vedere sulla carta i risultati della terza edizione, oramai conclusa, questo capitolo speciale ci rinforza ancora una volta nella convinzione che la frase scelta per il titolo della nostra iniziativa non sia una dichiarazione astratta di amore, ma un impegno concreto, da dimostrare anche e soprattutto nei momenti meno facili.
Angelo Varni Presidente dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali Regione Emilia-Romagna 7
RIPARTIRE INSIEME Il concorso di idee per la valorizzazione dei beni culturali “Io Amo i Beni Culturali” è nato nel 2011 su iniziativa dell’IBC - Istituto per i beni culturali e dell’Assessorato scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’USR - Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Genus Bononiae - Musei nella città e il MOdE - Museo officina dell’educazione del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna, e con il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna1. Uno slogan audace, quello di “Io Amo i Beni Culturali”, che fin dalla sua interpretazione nello spot del concorso, a cura di un’associazione di giovani2, ha dimostrato tutta la sua carica emotiva, trovando poi, nelle realizzazioni dei progetti, una conferma che ha superato le aspettative più ottimistiche. Obiettivo del concorso è avvicinare i giovani al patrimonio culturale e alle istituzioni che lo conservano, favorendo la loro partecipazione attiva e creativa e sostenendo la crescita di cittadini autonomi e consapevoli. I musei e gli archivi della regione vengono dunque invitati, ogni anno, a unirsi in partenariato con le scuole secondarie per presentare un progetto che nell’anno scolastico successivo valorizzi il museo o l’archivio prescelto, o un bene culturale presente sul territorio. I ragazzi sono coloro che, insieme a insegnanti e funzionari delle istituzioni coinvolte, lavorano per realizzare nuove forme di comunicazione e di valorizzazione, sviluppando competenze personali, sociali e civiche. Sono moltissimi, tra i 60 e gli 80, i progetti che ogni anno si presentano al concorso e la selezione di circa una quindicina a edizione avviene attraverso criteri come l’originalità e l’innovazione, la partecipazione attiva degli studenti e la capacità di coinvolgere la comunità territoriale. Ogni progetto vincitore viene sostenuto sia finanziariamente che in termini di formazione, documentazione e diffusione. L’iniziativa, nelle sue diverse edizioni, è arrivata a coinvolgere migliaia di studenti che hanno lavorato con centinaia di istituzioni culturali, enti e associazioni, capillarmente diffusi in tutta la regione. Nel corso degli anni i ragazzi hanno realizzato prodotti estremamente orginali e innovativi: giochi da tavolo, ebook, audioguide, video, mappe interattive ed emotive, bassorilievi, 1
Per ripercorrere la storia del concorso e i prodotti realizzati: http://ibc.regione.emilia-romagna.it/istituto/progetti/ pro-1/io-amo-i-beni-culturali.
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Per vedere lo spot del concorso “Io Amo i Beni Culturali”, a cura dell’Associazione Scomunicati: http://www.youtube.com/watch?v=SnUkLDzz2Gw (durata: 1 minuto e 18 secondi). 9
oggetti di design, xilografie, percorsi didattici, siti internet, progetti di promozione turistica, ricostruzioni virtuali, cataloghi ed esposizioni, di cui hanno curato tutte le fasi. I musei, gli archivi, le chiese, i beni culturali e il paesaggio sono diventati così altrettanti luoghi ideali per l’apprendimento informale, nei quali i ragazzi non solo hanno acquisito conoscenze disciplinari ma hanno anche sviluppato competenze personali, sociali e civiche, quelle competenze chiave trasversali per l’apprendimento permanente che l’Unione Europea ritiene indispensabili per lo sviluppo di ogni individuo: imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturali. La sfida è quella di non vedere più il patrimonio culturale come un obiettivo fine a sé stesso ma come un veicolo per l’apprendimento e lo sviluppo personale. Per fare questo occorre stabilire la forte sinergia tra operatori culturali e insegnanti che viene richiesta per partecipare all’iniziativa3. Le scuole, con i loro dirigenti e gli insegnanti, aderiscono con entusiasmo, mettendo a disposizione risorse e tempo preziosi, per offrire ai loro studenti una didattica innovativa al di fuori dell’aula scolastica. Il costante confronto tra insegnanti e operatori culturali offre loro occasioni di aggiornamento reciproco, che attraverso un’attenta opera di documentazione diventano a loro volta strumento di formazione per altri insegnanti e operatori, presenti e futuri. I musei e gli archivi, attraverso i punti di vista inconsueti forniti dai più giovani, sviluppano forme di comunicazione innovativa che permettono di coinvolgere un tipo di pubblico notoriamente restio a frequentare queste istituzioni. Per gli studenti è un’occasione altrettanto importante: per conoscere il patrimonio culturale della propria regione e, soprattutto, per svolgere un ruolo attivo nella sua valorizzazione, creando i presupposti per una partecipazione attiva anche negli altri ambiti della società. Il comune denominatore che unisce questi progetti è infatti il concetto di “partecipazione alla vita culturale”, proprio come viene intesa dalla Raccomandazione UNESCO del 1976, ossia come opportunità di esprimersi liberamente, comunicare, agire, impegnarsi in attività creative per dare pieno sviluppo alla propria personalità e per contribuire al progresso culturale della società. Al termine di ogni edizione, i progetti vengono documentati con video e pubblicazioni che poi vengono diffusi attraverso momenti pubblici, in cui i ragazzi sono i veri protagonisti, e attraverso tutti i canali di comunicazione possibili. La seconda edizione del concorso, per esempio, è stata oggetto di una puntata specifica del magazine della Regione Emilia-Romagna “Vista da Vicino”, dal titolo “Scuola e Cultura fanno bene”, andata in onda sulle televisioni regionali4. 3
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Per approfondire: http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/publ/pdf/ll-learning/keycomp_it.pdf. Per vedere la puntata di “Vista da Vicino”: http://www.youtube.com/watch?v=Eq9wWSiqRPQ&feature=youtu.be (durata: 3 minuti e 46 secondi). 10
Fino a ora sono state completate tre edizioni, per un totale di 56 progetti realizzati. In attesa di pubblicare i risultati della terza edizione, appena conclusa, presentiamo qui un’edizione davvero speciale, rivolta ai comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Nel momento in cui si stavano selezionando i progetti vincitori della seconda edizione, infatti, l’Emilia-Romagna veniva colpita dal terremoto. Dato che molti enti avevano presentato i loro progetti in una situazione completamente differente, era immaginabile che avrebbero avuto non poche difficoltà a realizzarli; tuttavia, proprio ascoltando la voce dei protagonisti, ci siamo resi conto che, nonostante tutto, dare l’opportunità a queste ragazze e a questi ragazzi di lavorare sul loro territorio, valorizzandolo in prima persona, sarebbe stato per loro un segnale positivo e concreto. Così, agli enti situati nei comuni comuni colpiti dal sisma, è stata data la possibilità di riformulare nelle azioni e nei tempi i progetti che avevano già presentato, consentendo loro di realizzarlo anche nell’arco di un biennio, se lo ritenevano opportuno. Il volume che state sfogliando presenta i risultati di questa straordinaria storia di impegno e lo fa attraverso la preziosa documentazione prodotta dai referenti delle istituzioni culturali e dagli insegnanti che hanno accompagnato gli studenti nei loro percorsi. Sono 9 i progetti di questa speciale edizione del concorso e hanno coinvolto circa 1.900 ragazzi di 81 classi o gruppi misti di classi provenienti da 11 istituti scolastici, che hanno lavorato con circa 20 enti, tra musei, archivi, aziende e associazioni. Gli studenti, veri protagonisti di un rinnovato rapporto con i beni culturali del loro territorio, in questa edizione hanno realizzato portali internet, filmati, videointerviste, spettacoli teatrali, mappe, depliànt informativi, ricettari, oggetti di design da vendere nel bookshop del museo, percorsi didattici, cataloghi, pubblicazioni elettroniche ed esposizioni, curandone anche la campagna promozionale. Si tratta di prodotti di altissima qualità e originalità. Ma ciò che appare davvero straordinaria e innovativa è l’esperienza educativa che hanno vissuto realizzandoli. Alcuni di loro hanno svolto periodi di stage in aziende, altri hanno avuto la soddisfazione di vedere le loro produzioni nei musei con cui hanno lavorato: tutti hanno avuto la sensazione di aver contribuito in maniera significativa alla valorizzazione di un territorio che in quel momento, più che mai, aveva necessità di cura. La documentazione che qui riportiamo, oltre a soffermarsi come meritato sul lavoro svolto, ha lo scopo di creare un momento di riflessione sulle dinamiche, le azioni, le strategie messe in atto dai vari soggetti durante i processi di realizzazione, e di fornire un utile strumento a coloro che si accingono a sviluppare i progetti vincitori delle prossime edizioni5. 5
L’elenco dei progetti vincitori della IV edizione, aperta anche agli archivi della regione, è disponibile sul sito web dell’IBC: http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it. 11
È importante, a questo scopo, la collaborazione con il MOdE - Museo Officina dell’Educazione dell’Università di Bologna, al cui interno è stata creata una sezione specifica, dedicata alla documentazione di questi progetti. Dalla lettura delle schede emergono molti elementi che ricorrono spesso nelle varie edizioni ma che tuttavia meritano di essere evidenziati ancora una volta: • la eterogeneità delle scuole partecipanti (licei classici, scientifici, artistici, linguistici e delle scienze umane, istituti tecnici e istituti comprensivi) e la loro dislocazione in territori molto differenti tra loro (dalla città al paese più piccolo); • la varietà dei temi trattati e dei prodotti realizzati, che ha permesso ai ragazzi di misurarsi con argomenti anche molto attuali, come la precarietà e fragilità del patrimonio culturale, e di sensibilizzarli sull’importanza di una corretta edificazione e ristrutturazione; • la varietà dei luoghi e delle attività svolte: musei, archivi, laboratori teatrali e cinematografici, boschi e giardini; • la straordinaria quantità di risorse utilizzate: dalle più moderne tecnologie (computer, cellulari, videocamere, QRcode) a quelle più tradizionali, come le fonti documentarie scritte e orali; • le differenti modalità di lavoro: a scuola, fuori da scuola, in gruppo, tutti insieme, a distanza, con l’uso delle tecnologie, e mediante il confronto diretto (come di consueto vengono sottolineati gli indubbi vantaggi del lavorare in gruppo, che spesso fa nascere importanti amicizie e consolida il senso di appartenenza alla stessa scuola, rafforzando le competenze di ciascuno); • la valorizzazione di alunni che, se di solito non sono particolarmente gratificati dai risultati scolastici, in questo tipo di attività mostrano notevoli capacità di cooperazione, abilità strumentali, spirito di iniziativa e autonomia; • l’intergenerazionalità, che consente il crearsi di una rete di soggetti di età differente, sia tra alunni di classi e scuole diverse, sia con gli anziani che portano un contributo attraverso le loro memorie; • l’interculturalità: in alcuni progetti i ragazzi provenienti da altri paesi hanno la possibilità di affrontare gli argomenti trattati apportando un punto di vista diverso; • la multidisciplinarità: ogni progetto coinvolge materie estremamente diverse (superando obsolete barriere disciplinari), porta a fare accostamenti inconsueti e a utilizzare materiali e tecniche inusuali; • la partecipazione e il coinvolgimento dell’intera comunità agli eventi, soprattutto nei piccoli paesi, dove il senso di appartenenza sembra essere più forte. Due elementi vanno messi in rilievo in maniera particolare, in quanto si stanno sempre più consolidando nelle varie edizioni, anche in quelle che documenteremo prossimamente: 12
• oltre al coinvolgimento di tantissimi enti del territorio, che permette di realizzare interventi altrimenti impossibili, notiamo una sempre maggiore collaborazione tra istituti culturali come musei, biblioteche e archivi, che si stringono intorno a un medesimo progetto per dare il loro contributo, arricchendolo di inediti aspetti culturali e superando i singoli ambiti disciplinari; • molti progetti riguardano beni culturali dislocati sul territorio, sancendo così una propensione del museo o dell’archivio estremamente importante: la tendenza ad aprirsi a quanto esiste al di fuori delle proprie mura, a operare sul patrimonio a cielo aperto, sul territorio, sul contesto che li circonda6. Molto interessante si rivela anche la lettura della parte relativa alla valutazione del progetto, dove, se da una parte si riscontra una generale soddisfazione da parte di tutti gli attori coinvolti, dall’altra vengono messe in luce anche alcune difficoltà legate al grande impegno richiesto da questa tipologia di progetti, sia in termini di tempo che di capacità organizzative. Inoltre, per ciò che riguarda questa speciale edizione, emerge che, se il lungo tempo a disposizione ha facilitato la realizzazione di progetti che altrimenti sarebbero stati irrealizzabili (in alcuni casi gli edifici sono stati chiusi o trasferiti, in altri i materiali di studio erano rimasti all’interno di luoghi resi inagibili), questo prolungamento può in qualche modo avere pregiudicato la freschezza delle iniziative, facendo trascorrere forse troppo tempo dalle fasi preliminari alla realizzazione. Questo problema si può ripercuotere anche nella presentazione finale, pregiudicando la presenza di alcuni ragazzi che ormai hanno terminato il ciclo scolastico. Il ringraziamento che ogni volta, in conclusione, porgiamo ai referenti delle istituzioni culturali, agli insegnanti e ai dirigenti per l’enorme quantità di tempo dedicata e per l’entusiasmo e la passione con cui hanno voluto accompagnare le ragazze e i ragazzi in questa esperienza, assume in questo caso una valenza particolarmente significativa. 6
“Musei e paesaggi culturali” è il tema proposto da ICOM - International Council of Museums per la conferenza internazionale che si terrà a Milano nel 2016. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito: http://www.icom-italia.org.
Valentina Galloni Coordinatrice del Concorso “Io Amo i Beni Culturali” 13
IL BAULE DI ALICE Scuola: Istituto comprensivo “Edmondo Cavicchi� di Pieve di Cento (Bologna) Museo: Museo della Musica di Pieve di Cento Altri partner: Archivio storico comunale di Pieve di Cento Classi coinvolte: 1 gruppo misto di alunni di scuola media Studenti coinvolti: 20 alunni Link web / email: www.iccavicchi.gov.it silvia.pinardi@alice.it Anno scolastico 2012/2013
1. Contesto di partenza e obiettivi
incontrandola attraverso l’ascolto della musica operistica che cantava, ma anche riproducendo graficamente i vestiti che indossava in scena e nella vita. Queste attività si sono svolte a scuola, nella Biblioteca comunale (sede dell’Archivio storico comunale), sul territorio (nella casa della cantante) e, dopo il restauro post-sisma e la riapertura del Teatro comunale (gennaiofebbraio 2014), anche nel Museo della Musica.
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è stato ideato per valorizzare un oggetto concreto: il baule da viaggio di Alice Zeppilli, la cantante lirica a cui è intitolato il Teatro comunale di Pieve di Cento. L’idea è nata all’interno della Scuola media del paese ed è stata sviluppata insieme agli alunni delle classi seconde, due dei quali con genitori stranieri. Nata nel 1885, Alice Zeppilli cantò nei teatri in giro per il mondo: a Bucarest, Atene, Londra, Parigi, Buenos Aires, in Egitto, in Messico e negli Stati Uniti d’America. A New York, nel 1913, sposò Giuseppe Alberghini, primo violoncello nell’orchestra di Chicago, originario di Pieve. Tra gli amici illustri della coppia va annoverato il poeta Gabriele D’Annunzio: le sue lettere ai due coniugi si conservano tuttora.
Quali metodologie didattiche sono state adottate? • • • • •
Lezioni dialogate; lavori di gruppo; educazione all’ascolto; visite guidate; laboratori di musica, grafica e scrittura creativa.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Fare storia in modo attivo per fare appassionare i ragazzi alla cultura e al patrimonio locale.
Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Fotocopiatrice, computer portatili, lavagna interattiva multimediale, macchine fotografiche digitali, telefoni cellulari, stereo.
2. Attività, strategie e risorse utilizzate
Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? I ragazzi hanno interagito con un erede di Alice Zeppilli, con un videomaker, con la direttrice dell’Archivio storico comunale e con l’autore della biografia della cantante. La collaborazione con questi ultimi due è stata particolarmente importante, perché ci hanno fatto scoprire la maggior parte della vita di questa donna (che è
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? I ragazzi sono stati coinvolti in prima persona nello studio dei materiali d’archivio: hanno quindi analizzato fotografie, articoli di giornale, lettere, documenti musicali (soprattutto spartiti). Hanno approfondito la biografia di Alice Zeppilli, 15
“
PER FARE STORIA IN MODO ATTIVO I RAGAZZI SONO STATI COINVOLTI IN PRIMA PERSONA NELLO STUDIO DEI MATERIALI D’ARCHIVIO: FOTOGRAFIE, ARTICOLI DI GIORNALE, LETTERE, SPARTITI.
”
4. Valutazioni
morta nel 1969) e ci hanno messo a disposizione tutto il materiale in loro possesso.
Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Tra i risultati del progetto i più importanti ci sono l’aumento della coesione all’interno del gruppo dei ragazzi e il rafforzamento del senso di appartenenza al territorio, raggiunto attraverso lo studio della storia locale.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Con l’aiuto di un videomaker per l’ottimizzazione delle immagini e del sonoro, i ragazzi hanno confezionato un DVD, utilizzando anche le fotografie scattate nelle varie fasi del progetto. Hanno inoltre messo a punto una presentazione multimediale dedicata alle lettere inviate da D’Annunzio alla cantante e a suo marito.
Si sono riscontrate difficoltà? La difficoltà maggiore è derivata dal fatto che, lo scorso anno, non abbiamo avuto la possibilità di visionare una parte del materiale, rimasto all’interno del Teatro comunale, reso inagibile dal terremoto e rimasto chiuso fino alla fine del dicembre 2013. L’analisi e lo studio di questa parte di documenti è rimasta quindi a lungo allo stato virtuale. A gennaio del 2014, quindi, vedere la sala dedicata alla “nostra Alice”, con il baule in primo piano e il video realizzato dai ragazzi, ha procurato in loro e in noi insegnanti una grande emozione.
Come sono stati promossi all’esterno? Per prima cosa il video è stato presentato ai genitori di tutti gli alunni della Media durante l’ultimo giorno di scuola. Tra la fine di dicembre 2013 e il mese di gennaio 2014 è stata quindi allestita una sala all’interno del Teatro comunale di Pieve, utilizzabile come aula didattica; in una ricostruzione del camerino della cantante sono stati esposti alcuni oggetti prima collocati nell’archivio storico, dunque poco visibili: il baule e una parte del suo contenuto, ma anche foto, vestiti, un cappellino, un pianoforte. All’entrata di questa bella sala, chiamata “Il baule di Alice”, si può ora vedere il video realizzato dai ragazzi.
Si prevede di reiterare l’esperienza? Almeno in parte sì, con l’esperienza dei ragazzi “guide per un giorno”, che sarà realizzata nella sala del “Baule di Alice” in occasione della giornata di apertura dei musei.
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IL BOSCO DI SANTA LUCIA: UN REGALO DEI PARTECIPANTI Scuola: Istituto comprensivo di Sant’Agata Bolognese - Scuola secondaria di I grado “Giuseppe Mazzini” Archivio: Archivio della Partecipanza agraria di Sant’Agata Bolognese Altri partner: Bosco di Santa Lucia; Comune di Sant’Agata Bolognese Classi coinvolte: 12 classi di scuola secondaria di I grado Studenti coinvolti: 144 alunni Link web / email: www.icsantagatabolognese.gov.it www.partecipanza.org lorenzo.fontana@istruzione.it; info@partecipanza.org Anni scolastici 2012/2013 - 2013/2014
1. Contesto di partenza e obiettivi
2. Attività, strategie e risorse utilizzate
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato per dare maggiore visibilità a una realtà locale non sufficientemente conosciuta, il Bosco di Santa Lucia, che, con i suoi 30 ettari, costituisce un importante riferimento ambientale, paesaggistico e didattico-ricreativo per il territorio di Sant’Agata Bolognese. Realizzato alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, il bosco ospita numerose specie arboree e arbustive, tra cui Farnia, Frassino, Ciliegio, Noce, Pioppo bianco, Acero campestre, Bagolaro, Carpino bianco e Sorbo domestico. Il contesto è quello di un piccolo paese che negli ultimi anni ha conosciuto un alto tasso migratorio, ma oggi è generalmente ben integrato al suo interno e conserva una propria identità, anche e soprattutto attraverso opere come quella protagonista di questo progetto, volte a consolidare una tradizione antica nel rispetto delle esigenze attuali.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Sono state svolte lezioni frontali curate da esperti e dai docenti di classe, lavoro in piccoli gruppi per la selezione e l’assemblaggio dei materiali prodotti, e visite guidate al bosco perché i ragazzi di rendessero conto, dal vivo, di quanto in precedenza era stato loro spiegato e raccontato. Si è dunque passati dalle aule scolastiche alla sala conferenze della Partecipanza agraria, per giungere finalmente al bosco. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Alle tradizionali lezioni frontali è stato alternato l’utilizzo di supporti audiovisivi e hanno fatto seguito le visite guidate. Ai ragazzi è stato richiesto di stilare relazioni e riassunti, e di condurre ricerche su siti tematici. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Oltre ai locali in cui le attività sono state condotte, sono stati utilizzati materiali iconografici cartacei e audiovisivi, materiali di cancelleria per organizzare il lavoro in itinere, tecnologia informatica per il passaggio dei materiali e il loro assemblaggio, mezzi di trasporto per le visite guidate al bosco.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Oltre a diffondere la conoscenza di una realtà poco nota del territorio locale, inserendola nella storia recente e passata, un obiettivo altrettanto importante è stato valorizzare il lavoro poco riconosciuto di coloro che nel tempo si sono impegnati per creare questa realtà e per salvaguardarla a favore della comunità.
Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? La partecipazione attiva del Comune ha 19
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OLTRE A CONOSCERE UNA REALTÀ POCO NOTA DEL TERRITORIO LOCALE, I RAGAZZI HANNO APPREZZATO IL LAVORO DI CHI NEL TEMPO SI È IMPEGNATO PER CREARLA E SALVAGUARDARLA.
”
garantito i trasporti per le visite al bosco, ma è soprattutto la Partecipanza agraria ad avere fornito lo spunto iniziale e i locali per le conferenze, ad aver garantito la collaborazione degli esperti, ad aver sostenuto in ogni altra sua parte il progetto, revisionando il prodotto finale dopo esservi fattivamente intervenuta.
presso la sala della Partecipanza, in occasione della XXXIII “Fiera di Maggio”, un importante momento di incontro e aggregazione della comunità di cui gli studenti fanno parte.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Sì, gli obiettivi iniziali possono dirsi raggiunti, ovviamente a diverso livello se si considera la grande quantità di studenti ai quali il progetto è stato rivolto. Ciascuno secondo la propria attitudine, ora ogni alunno coinvolto conosce qualcosa a proposito di una realtà di cui pochi invece, prima, erano al corrente. La pubblicazione realizzata è inoltre uno strumento per trasmettere e consolidare questa conoscenza: l’opuscolo, infatti, attraverso i ragazzi, arriverà a genitori, parenti e amici.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Tre incontri con gli esperti, aperti a tutti i ragazzi coinvolti; una visita alla mostra fotografica tematica sulla fauna e sulla flora del bosco; una visita guidata al bosco (a cui hanno partecipato solamente gli alunni della classe prima); un opuscolo pubblicato in occasione della “Fiera di Maggio 2014”. Gli incontri sono stati realizzati grazie all’interessamento della Partecipanza agraria, che ha saputo coinvolgere, a titolo amichevole e pertanto gratuito, gli esperti invitati. L’opuscolo è stato realizzato rielaborando gli scritti degli alunni e le foto scattate nel corso dei vari incontri (rielaborazione realizzata a cura del referente scolastico del progetto).
Si sono riscontrate difficoltà? Gli ostacoli principali sono sorti durante la rielaborazione del materiale, che proveniva da fonti e da persone diverse, a volte si rivelava ripetitivo, altre volte incompleto o impreciso. La durata biennale, se ha facilitato la scansione dei tempi, ha un po’ pregiudicato la freschezza del progetto, poiché è trascorso forse troppo tempo dalle fasi iniziali alla realizzazione finale.
Come sono stati promossi all’esterno? La promozione all’esterno è stata affidata a questo opuscolo, uno strumento conoscitivo agile e sintetico che può avvicinare chiunque lo voglia a una conoscenza almeno iniziale della Partecipanza agraria e del Bosco di Santa Lucia. La pubblicazione è stata presentata al pubblico,
Si prevede di reiterare l’esperienza? Sarebbe interessante applicare le strategie e le risorse utilizzate in questo contesto, laddove 21
si trovasse una realtà analoga alla quale dare altrettanto risalto. Uno spunto in tal senso potrebbe giungere dalla villa rustica romana ritrovata nel corso del 2013 proprio nel territorio della Partecipanza di Sant’Agata: grazie a questa scoperta, che ha portato al rinvenimento di una grande quantità di materiali da parte del Museo archeologico ambientale di San Giovanni in Persiceto, si potrebbe integrare la storia nazionale con quella locale.
LA CASA SUL CONFINE DEI RICORDI Scuola: Istituto comprensivo Carpi Centro di Carpi (Modena) - Scuola secondaria di I grado “Alberto Pio� Archivio: Archivio storico comunale di Carpi Altri partner: Musei di Palazzo dei Pio di Carpi; Assessorato alle politiche scolastiche del Comune di Carpi Classi coinvolte: 2 classi di scuola secondaria di I grado Studenti coinvolti: 27 alunni Link web / email: www.comprensivocarpicentro.gov.it/tag/ alberto-pio www.palazzodeipio.it/carpi/ Anno scolastico 2012/2013
1. Contesto di partenza e obiettivi Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto è nato su proposta dell’Archivio storico comunale, che da anni conduce attività e percorsi didattico-culturali rivolti agli studenti delle scuole del territorio, ma non solo. Sull’onda dell’interesse mostrato da giovani laureandi in architettura verso il fondo dei “Periti Agrimensori”, professionisti che operarono nel territorio carpigiano tra la fine del XVIII secolo e i primi del XIX, è maturata l’idea di proporre la consultazione di questi preziosi materiali documentari a un’utenza giovane e archivisticamente inesperta. L’intenzione era affiancare alla conoscenza delle architetture monumentali anche la conoscenza delle tipologie domestiche del centro storico, per sottoporre alla riflessione le forme concrete dell’abitare, nella città antica e in quella attuale. Dopo il sisma del 20 e 29 maggio 2012, che ha mostrato la fragilità di molti edifici, il progetto ha assunto valore anche dal punto di vista comunicativo, per sensibilizzare i ragazzi coinvolti, le loro famiglie e i cittadini, sull’importanza di una corretta edificazione e ristrutturazione.
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critiche, interpretative e progettuali, anche nell’ottica dell’orientamento; acquisire dimestichezza con i documenti, la metodologia archivistica e la ricerca storica; imparare a considerare con uno sguardo diacronico l’attuale assetto urbano e territoriale; sviluppare capacità logiche di relazione, di orientamento spaziale, di analisi e sintesi, di creatività e autostima; imparare a comunicare le competenze acquisite a un pubblico più ampio (compagni di scuola, genitori, cittadini), anche con l’utilizzo di nuovi linguaggi e modalità operative; sviluppare il senso di appartenenza alla comunità attraverso la conoscenza del patrimonio storico culturale e delle tradizioni.
2. Attività, strategie e risorse utilizzate Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Il percorso si è sviluppato in due fasi, da gennaio a maggio 2013. Tra gennaio e febbraio l’archivista ha selezionato i materiali di lavoro: un centinaio di perizie del “Fondo dei Periti Agrimensori”, individuate tra le più semplici come struttura e linguaggio; fotografie di Carpi di fine Ottocento e primo Novecento; mappe dei secoli XVII e XVIII e planimetrie attuali degli isolati del centro storico; un’adeguata bibliografia. La tutor incaricata del progetto ha quindi elaborato due presentazioni multimediali introduttive, che le classi hanno visionato a scuola per ottimizzare
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? • Conoscere e valorizzare l’Archivio preposto alla conservazione della memoria storica della città; • potenziare nei ragazzi le capacità analitico33
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È STATO PRIVILEGIATO IL LAVORO DI GRUPPO: QUESTO HA COSTRETTO GLI STUDENTI A CONFRONTARSI SULLE INFORMAZIONI RICAVATE DAI DOCUMENTI. E COSÌ LE SCOPERTE CIRCOLAVANO
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i tempi: una proponeva un itinerario fotografico nella vecchia Carpi (l’attuale centro storico), l’altra illustrava la struttura e i fondi dell’Archivio storico comunale, che gli alunni hanno poi visitato, toccando e leggendo le antiche carte dei periti agrimensori. La seconda fase del progetto, tra marzo e maggio, si è svolta a scuola, con 7 incontri pomeridiani di 2 ore, durante i quali i ragazzi hanno concluso l’analisi dei documenti. Schedate le caratteristiche delle dimore descritte dalle perizie, i ragazzi hanno individuato ognuna di esse in un’artistica piantina a volo d’uccello del Seicento, e poi nella mappa dei quartieri dentro le mura disegnata nel 1786 (anno in cui gli Estensi censirono gli edifici per dare a ciascuno un numero civico). Infine, con la mappa degli isolati attuali, in uso ai tecnici del Comune, sono riusciti a posizionare le dimore nella situazione odierna. Di tutte le case analizzate nelle perizie, i ragazzi hanno fotografato la facciata principale ed esplorato, quando era possibile, il giardino o il cortile interno. Un esame più minuzioso è stato condotto nelle abitazioni di due studenti e di una insegnante.
la ricerca sulle case e sulla vita quotidiana nella nostra città tra Otto e Novecento, ogni ragazzo e ogni ragazza ha potuto seguire il proprio interesse, scegliendo se concentrarsi sulla storia locale, sui cambiamenti dell’organizzazione famigliare e sulle differenze fra le classi sociali, sulla gestione della spazzatura e dell’igiene personale, sull’acquisto e la conservazione degli alimenti, sull’architettura e le decorazioni di interni in stile Liberty. Per avere informazioni sulle generazioni più vicine a loro, i ragazzi hanno utilizzato anche lo strumento dell’intervista, interrogando nonni o genitori. Tutti hanno dato un contributo, anche gli studenti in difficoltà; i ragazzi originari di altri paesi hanno descritto le case e le città dell’Africa del Nord, dell’Albania, delle Filippine, del Pakistan. Generalmente le ricerche sono state svolte da coppie o gruppi di 3 o 4 alunni. Una volta terminato il proprio compito, i membri di un gruppo raggiungevano gli altri. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Oltre alle risorse messe a disposizione dalla Scuola e dall’Archivio, per la ricerca storica è stata utilizzata la biblioteca scolastica, che ha una nutrita sezione di storia locale e testi ricchi di fotografie d’epoca.
Quali metodologie didattiche sono state adottate? È stato privilegiato il lavoro di gruppo, con l’obiettivo di produrre una presentazione fruibile anche al di fuori del contesto scolastico. Questo ha costretto gli studenti a confrontarsi tra loro sul metodo di analisi e di sintesi delle informazioni ricavate e ha fatto in modo che le conoscenze e le scoperte circolassero. Durante
Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Sul piano organizzativo è risultata fondamentale, in ogni fase, la collaborazione tra l’Archivio storico e i Musei di Palazzo dei Pio, dove il progetto è stato presentato al pubblico. 35
3. Realizzazioni
modo di vedere sfogliando i registri.
Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come sono stati promossi all’esterno? L’elaborato finale, un lungo collage di video armoniosamente composti per raccontare gli esiti del progetto, è stato presentato ai genitori e al pubblico l’11 maggio 2013, nell’ambito della rassegna “Quante storie nella Storia. XII Settimana della didattica in Archivio”. L’evento è stato pubblicizzato con un volantino e un comunicato stampa sui quotidiani locali e on line. Purtroppo, a causa di alcuni disguidi, solo il mensile “Modena mese” ne ha dato notizia: la fase di promozione sarà quella a cui prestare maggiormente attenzione in un futuro progetto. Nonostante ciò, l’iniziativa ha visto la presenza di 115 persone: alunni e famigliari, ma anche comuni cittadini. Il video verrà diffuso sul sito dell’Archivio e su quello della Scuola.
Si sono riscontrate difficoltà? Cambiare spesso gruppo di lavoro e passare da un argomento di ricerca all’altro ha messo in difficoltà chi è abituato a un approccio più strutturato, anche per i tempi ristretti e la stanchezza di fine anno. Questi fattori limitanti hanno giocato un ruolo anche nella scelta se rappresentare le scoperte di ciascun gruppo in formato testuale o con un video: i ragazzi più intraprendenti e fantasiosi (che non significa sempre quelli con i voti migliori!) hanno pensato e realizzato in tempo utile i testi e la sceneggiatura dei filmati prodotti. Purtroppo non tutti hanno avuto il tempo di farlo, né le insegnanti sono sempre riuscite a dare stimoli efficaci a tutti. Anche il senso di responsabilità verso la classe intesa come comunità di apprendimento è stato messo alla prova: ognuno ha spiegato ai compagni ciò che aveva capito e, con il lavoro di ciascuno, tutti insieme hanno fatto dei passi avanti.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi iniziali sono stati pienamente raggiunti. Il progetto ha coinvolto alunni e insegnanti, motivando i primi, ma anche i secondi, e interessando le famiglie. Entrambe le classi hanno dimostrato interesse e curiosità, capacità di analisi e senso critico, superando in breve tempo le difficoltà di lettura dei documenti e spingendosi anche oltre, confrontando le perizie delle case con quelle dei terreni e dei fondi, che avevano avuto 36
NEL CUORE DELLA CITTÀ, AL CENTRO DELLA STORIA Scuola: Istituto di istruzione superiore “Giuseppe Luosi” di Mirandola (Modena) - Liceo classico “Giovanni Pico” Archivio: Archivio storico comunale - Biblioteca comunale “Eugenio Garin” di Mirandola Classi coinvolte: 2 classi di liceo Studenti coinvolti: 45 alunni Link web / email: www.iisgluosi.com franco.verri@alice.it; cristina.arbizzani@comune.mirandola.mo.it Anni scolastici 2012/2013 - 2013/2014
1. Contesto di partenza e obiettivi
2. Attività, strategie e risorse utilizzate
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il Liceo “Pico” di Mirandola aveva sede nell’antico convento francescano della città, attiguo a una delle più antiche chiese francescane d’Italia, un complesso che, prima degli eventi sismici del maggio 2012, rappresentava un punto di riferimento nella storia cittadina, sia per la sua importanza artistica, sia per il ruolo di pantheon della famiglia Pico. Il progetto ha inteso indagare il ruolo del complesso costituito dalla chiesa e dal convento di San Francesco all’interno della storia cittadina, per farne un luogo privilegiato nella ricostruzione di un percorso storico-culturale “nuovo”, che superi la lacerazione subìta. Dopo un adeguato restauro, infatti, il complesso diverrà la sede definitiva della Biblioteca comunale “Eugenio Garin” e dell’Archivio storico comunale.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? A scuola e nella sede dell’Archivio storico comunale gli studenti sono stati impegnati nel reperimento di informazioni bibliografiche, nella selezione e nella lettura di documenti archivistici, nella ricerca di informazioni tramite Internet, nelle indagini sul catalogo on line della biblioteca del convento, ora confluita nella parte antica della Biblioteca “Eugenio Garin”. Quali metodologie didattiche sono state adottate? I ragazzi hanno seguito lezioni tenute da esperti e partecipato a lezioni interattive, concentrandosi poi nel lavoro di gruppo e nella ricerca bibliografica e tramite Internet. Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Opere bibliografiche, siti Internet (in particolare il catalogo on line della Biblioteca comunale di Mirandola), fotocopie di documenti archivistici, documentazione fotografica.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Favorire la conoscenza e valorizzare il patrimonio del complesso di San Francesco, ma soprattutto far sì che i ragazzi coinvolti diventassero consapevoli del significato culturale del patrimonio archeologico, architettonico e artistico italiano e locale, stimolando in loro una presa di coscienza rispetto al rapporto indissolubile tra il presente e la storia, fornendo strumenti per ottenere in modo attivo delle conoscenze, promuovendo la capacità di rielaborare le nozioni acquisite e di sintetizzarle in un prodotto finale.
Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? La Biblioteca comunale ha fornito il materiale bibliografico e la necessaria consulenza sulle modalità di progettazione e di documentazione dell’attività. L’Archivio ha collaborato nel reperimento della documentazione archivistica e nell’assistenza ai ragazzi in fase di utilizzo. Per entrambi gli aspetti il progetto è stato seguito 39
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ABBIAMO INDAGATO SUL RUOLO DELLA CHIESA E DEL CONVENTO DI SAN FRANCESCO NELLA STORIA CITTADINA PER INSERIRLI IN UN PERCORSO NUOVO, CHE SUPERI LA LACERAZIONE SUBÌTA.
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da Cristina Arbizzani, direttrice di entrambe le istituzioni. Particolarmente importante l’intervento di Sara Torresan, consulente dell’Archivio comunale, e tutor dei laboratori didattici nelle scuole, che ha trasmesso ai ragazzi le sue competenze con precisione e sicuro metodo didattico.
nella conoscenza della storia della città e con l’acquisizione di nuove competenze, che d’ora in avanti potranno utilizzare nel reperimento, nell’analisi e nella rielaborazione delle informazioni tratte da documenti archivistici, bibliografici e audiovisivi. I ragazzi hanno partecipato con impegno, giocando nel progetto un ruolo attivo sia nella ricerca che nel riassemblaggio del materiale documentario.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? È stata realizzata, sotto forma di pubblicazione elettronica, una guida in cui viene sintetizzata la storia del complesso architettonico di San Francesco, inserita all’interno della storia dell’architettura francescana in Italia. La guida ricostruisce il ruolo e l’importanza della presenza dei francescani a Mirandola, nel contesto delle vicende nazionali e regionali dell’ordine.
Si sono riscontrate difficoltà? Le uniche difficoltà sono state riscontrate nella fase di reperimento delle fonti documentarie, per la parziale inagibilità dell’Archivio e della Biblioteca comunali. Si prevede di reiterare l’esperienza? Si vorrebbe implementare il prodotto con nuove informazioni e nuove ricerche, e con la traduzione in altre lingue.
Come sono stati promossi all’esterno? Il prodotto è stato presentato sia all’interno della scuola, sia al pubblico in una iniziativa organizzata dalla Biblioteca comunale. Il progetto nel suo complesso è stato promosso sul sito web dell’Istituto “Luosi” e su quello del Comune di Mirandola.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti dai ragazzi, con un importante incremento 41
TRA CARTE E LIBRI: LA NOSTRA SCUOLA IERI E OGGI Scuola: Istituto comprensivo “Alda Costa” di Ferrara - Scuola secondaria di I grado “Matteo Maria Boiardo” Archivio: Archivio storico comunale di Ferrara Altri partner: Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara Classi coinvolte: 3 classi di scuola secondaria di I grado Studenti coinvolti: 85 alunni Link web / email: www.archibiblio.comune.fe.it scuole.comune.fe.it/index.phtml?id=53 b.morsiani@edu.comune.fe.it Anno scolastico 2012/2013
1. Contesto di partenza e obiettivi
pensiero critico, le abilità inferenziali, i concetti spazio-temporali; favorire la costruzione attiva delle conoscenze; finalizzare l’attività a scopi concreti, lasciando traccia del lavoro in una documentazione scritta.
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto nasce in continuità con le numerose esperienze di didattica in archivio realizzate dall’Istituto comprensivo “Alda Costa” e dall’Archivio storico comunale, per sperimentare la ricerca sulle carte antiche e moderne del patrimonio documentario ferrarese, in particolare quelle relative alla storia dell’edificio che attualmente ospita la Scuola secondaria “Boiardo”. Il percorso prevedeva di partire dai documenti del tardo Cinquecento, quando l’edificio era adibito a convento, per giungere al successivo utilizzo come orfanotrofio e a quello scolastico più recente. Ogni classe avrebbe seguito un particolare periodo e una particolare destinazione d’uso. L’intenzione era proporre un nuovo metodo per lo studio della storia, quella storia inedita che può essere ricostruita dalla lettura diretta delle fonti documentarie. Il frammento di storia locale si presentava come parte integrante del vissuto degli studenti, da collegare alla grande storia e all’attualità.
2. Attività, strategie e risorse utilizzate Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? È stato organizzato un primo approccio per la conoscenza dell’archivio comunale, con incontri preliminari presso la scuola, in presenza degli studenti delle tre classi coinvolte e delle loro insegnanti: gli studenti sono stati introdotti ai concetti di conservazione, inventariazione e valorizzazione del patrimonio documentario ferrarese e all’attività di ricerca storica. Dopo gli incontri a scuola, sono stati realizzati laboratori didattici in archivio: i ragazzi hanno potuto visionare i documenti originali, comprenderne le caratteristiche e la scrittura, trascriverne le informazioni utili per ricostruire la storia dell’edificio. A corollario del lavoro di ricerca sui documenti, sono state organizzate alcune uscite sul territorio per verificare le conoscenze storiche relative alla toponomastica e la collocazione di edifici ed esercizi commerciali del quartiere, raffrontandole con la situazione odierna. I ragazzi hanno avuto l’occasione di realizzare un’interessante intervista con un educatore che nel 1973 era in servizio nell’orfanotrofio.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Gli obiettivi erano diversi: insegnare che la conoscenza storica è il risultato di un lavoro di ricerca; educare alla cittadinanza attiva grazie a un approccio partecipativo-collaborativo; sperimentare la pratica della mediazione didattica superando l’approccio trasmissivo; sviluppare il 43
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PER COSTRUIRE UN RACCONTO A PARTIRE DALLE INFORMAZIONI APPRESE GLI STUDENTI HANNO ELABORATO DIARI, COMPOSIZIONI E TESTI: L’ARCHIVIO, ORA, FA PARTE DELLA LORO MEMORIA.
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Quali metodologie didattiche sono state adottate? Gli studenti sono stati coinvolti in un’operazione di trasposizione didattica: trasformare un testo del sapere esperto in un testo destinato a rispondere ai bisogni dell’apprendimento e ai fini dell’insegnamento. Costruire una narrazione che tenga conto delle informazioni apprese è uno dei percorsi formativi più accreditati e a questo scopo sono nati diari, composizioni e testi, frutto della rielaborazione individuale degli studenti. Le visite di documentazione e i laboratori a scuola (realizzati con cadenza mensile: un incontro al mese per classe, per quattro mesi) hanno costruito conoscenze solide e grande disinvoltura nella frequentazione dell’archivio, che è diventato familiare agli studenti, un luogo che ora fa parte della loro memoria.
storia. Un sostegno fondamentale all’attività di documentazione audiovisiva è stata la collaborazione di un insegnante in pensione, che ha curato il prodotto finale, sintesi esaustiva dell’intero percorso formativo.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Nel maggio del 2013, nell’ambito della rassegna “Quante storie nella Storia. XII Settimana della didattica in Archivio”, è stato organizzato un convegno in cui gli studenti, le insegnanti e le archiviste hanno presentato in anteprima il resoconto dell’attività di ricerca svolta. La preparazione ha coinvolto tutti gli studenti, che hanno esposto con presentazioni multimediali, al pubblico intervenuto, i risultati del loro lavoro. Ogni classe ha realizzato dépliant informativi da distribuire al pubblico e due pannelli riassuntivi da affiggere all’interno della scuola, a disposizione degli studenti per le visite guidate rivolte ai genitori e alla città. Sono stati prodotti anche un filmato che documenta l’esperienza nelle sue fasi salienti e un libro intitolato La scuola Matteo Maria Boiardo nelle carte d’archivio. Gli studenti scrivono una pagina di storia della città di Ferrara.
Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Il documento archivistico si è proposto come strumento principe del lavoro di ricerca, collegato all’analisi della bibliografia e alle opportunità di conoscenza offerte dalla rete. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Particolarmente interessante si è rivelata la collaborazione con gli ultimi testimoni che hanno vissuto l’esperienza di educatori dell’orfanotrofio, ultima destinazione d’uso dell’edificio prima che diventasse una scuola. La narrazione della vita degli ospiti ha particolarmente sensibilizzato gli studenti, facendo scattare in loro dei meccanismi di identificazione che hanno favorito la comprensione di quel frammento di
Come sono stati promossi all’esterno? Le iniziative sono state promosse localmente attraverso dépliant informativi e comunicati stampa sui quotidiani ferraresi. Il 4 febbraio 2014, presso la Biblioteca comunale Ariostea 45
di Ferrara, è stato presentato pubblicamente il libro che racconta i risultati del lavoro.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Grazie alla motivazione, all’entusiasmo e all’impegno delle operatrici dell’archivio, delle insegnanti e degli studenti, è stato possibile realizzare il lungo lavoro nei tempi stabiliti. L’educazione alla ricerca e all’ascolto, lo stimolo alla curiosità della conoscenza, punti cardine dell’attività, hanno prodotto effetti positivi, che si sono manifestati nell’interesse riscontrato durante tutto il percorso di formazione, mai scemato in corso d’opera. Si sono riscontrate difficoltà? Le difficoltà oramai croniche sul fronte dell’organizzazione delle uscite dalla struttura scolastica sono state in parte superate prevedendo alcuni incontri presso la scuola. Si prevede di reiterare l’esperienza? La scoperta delle potenzialità del lavoro di ricerca storica sulle fonti ha contagiato gli studenti di tutta la scuola, che insieme alle insegnanti hanno manifestato l’intenzione di proseguire in futuro l’attività in archivio, individuando nuovi percorsi di ricerca da progettare.
UN BENE PER TUTTI Scuola: Liceo artistico “Dosso Dossi” di Ferrara Archivio: Archivio storico diocesano di Ferrara Altri partner: Fondazione “Enrico Zanotti”; Oratorio dell’Annunziata di Ferrara Classi coinvolte: 1 classe di liceo Studenti coinvolti: 25 alunni Link web / email: www.aleottidosso.gov.it www.fondazionezanotti.org luisa.zanotti@hotmail.it Anno scolastico 2012/2013
1. Contesto di partenza e obiettivi
svolta sia nella biblioteca della scuola che nell’Archivio storico diocesano, la preparazione del materiale didattico è stata realizzata a scuola, mentre le lezioni di approfondimento con i docenti e gli esperti invitati si sono tenute in classe (nei laboratori e nell’aula di informatica) e all’esterno dell’Oratorio dell’Annunziata.
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? L’idea nasce dalla collaborazione ormai consolidata tra il Liceo artistico “Dosso Dossi” e la Fondazione “Enrico Zanotti”: da questo sodalizio, che si propone di promuovere lo studio e la valorizzazione dei beni culturali della città in una prospettiva di arricchimento e condivisione umana e culturale, è derivata anche la scelta del titolo del progetto “Un Bene per tutti”. Valorizzare un bene particolare – l’Oratorio dell’Annunziata, quasi sconosciuto e in stato di degrado già prima del terremoto del 2012 – è stata l’occasione per creare un percorso formativo che mira, più in generale, a una fruizione consapevole e partecipata del patrimonio culturale da parte degli studenti.
Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Materiali da disegno, macchina fotografica digitale, videocamera digitale, videoproiettore. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? L’Archivio storico diocesano ha permesso agli studenti un inconsueto contatto diretto con le fonti antiche, fornendo la possibilità di sperimentare un approccio scientifico allo studio di un frammento della storia della loro città; l’incontro e le lezioni di approfondimento con esperti nel settore della storia dell’arte e della conservazione dei beni culturali sono stati particolarmente costruttivi sia per una crescita culturale che ai fini orientativi rispetto a futuri percorsi professionali.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? • Acquisire consapevolezza del valore culturale del patrimonio architettonico e artistico del nostro paese attraverso quello della propria città; • collaborare e interagire in gruppo; • sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita sociale.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? • Una guida in formato multimediale dell’Oratorio dell’Annunziata rivolta a studenti delle scuole secondarie di I e II grado; • Un gadget “paralume” destinato alla vendita presso i bookshop dei musei.
2. Attività, strategie e risorse utilizzate Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? L’attività di ricerca e documentazione è stata 49
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DOPO LA RICERCA SUI DOCUMENTI E LA RIPRESA FOTOGRAFICA DELL’ORATORIO, PER REALIZZARE I GADGET GLI ALLIEVI HANNO UTILIZZATO ACQUERELLI, INCHIOSTRI, TEMPERE E ACRILICI.
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Per la realizzazione del DVD i ragazzi sono stati suddivisi in diversi gruppi, a ciascuno dei quali è stato assegnato un argomento: la storia dell’edificio, la Confraternita dei Battuti Neri, gli affreschi. Ogni gruppo ha sviluppato la propria ricerca e organizzato il proprio materiale, che nella fase finale è stato assemblato e rifinito in collaborazione con l’insegnante. Per la realizzazione del gadget “paralume”, invece, dopo un’accurata ricerca basata su documenti iconografici e fotografie scattate sul posto, gli allievi sono passati alla fase progettuale individuale, prendendo come fonte d’ispirazione principale l’Oratorio dell’Annunziata ma arricchendo il dato di partenza con riferimenti e suggestioni tratti dai principali edifici storici della città. Per la fase esecutiva sono stati utilizzati acquerelli, pantoni, inchiostro di china, tempere e acrilici.
i risvolti positivi per gli studenti: le accresciute conoscenze in ambito storico-artistico, l’acquisizione di un metodo di ricerca, la possibilità di misurarsi con le nuove tecnologie, il rapportarsi con istituzioni e professionalità esterne alla scuola, la possibilità di utilizzare la propria creatività a fini didattici. Si sono riscontrate difficoltà? Le difficoltà sono state causate dalla completa inagibilità dell’Oratorio dopo il sisma, per cui il lavoro di ricerca e documentazione si è dovuto svolgere completamente sul materiale bibliografico e fotografico esistente, senza poter visitare con gli allievi l’edificio se non esternamente. Si prevede di reiterare l’esperienza? I riscontri positivi ci fanno pensare alla possibilità di ripetere l’esperienza, valorizzando altri beni presenti nella nostra città.
Come sono stati promossi all’esterno? Con la pubblicazione nel sito del Liceo e in quello della Fondazione, e con l’esposizione dei lavori eseguiti nella galleria della scuola, in occasione della mostra didattica di fine anno.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi didattici sono stati raggiunti, ma è stato necessario apportare alcune modifiche al progetto, soprattutto riguardo agli aspetti della promozione, dal momento che l’edificio è stato ed è ancora inagibile. Diversi sono stati 51
@LLA SCOPERTA DI MOBIMED Scuola: Istituto di istruzione superiore “Giuseppe Luosi” di Mirandola (Modena) - Istituto tecnico economico “Giuseppe Luosi” + Liceo classico e linguistico “Giovanni Pico” Museo: Mobimed - Museo del biomedicale di Mirandola Altri partner: Confindustria Modena; Fondazione Democenter-Sipe; Provincia di Modena Classi coinvolte: 10 classi di liceo Studenti coinvolti: 100 alunni Link web / email: www.iisgluosi.com www.biomediland.it Anno scolastico 2012/2013
1. Contesto di partenza e obiettivi
state valorizzate e affinate le competenze degli studenti nel campo informatico e delle lingue straniere, mettendo in opera – in aula e sul territorio circostante – laboratori, lavori di gruppo e interviste ai protagonisti del distretto biomedicale.
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? L’idea è nata in occasione del 50° anniversario del settore biomedicale mirandolese, per far conoscere all’intera cittadinanza, ma in particolare al mondo della scuola, un distretto produttivo importante, che ha dato benessere e sviluppo al territorio dell’area a nord di Modena. Il progetto si inserisce nella valorizzazione di Mobimed, il Museo del biomedicale mirandolese, che è stato inaugurato nel 2010 all’interno del Castello dei Pico e che, dopo gli eventi sismici del maggio 2012, è stato trasferito in un’altra sede, sempre nel centro storico di Mirandola.
Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Videocamera e personal computer. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Sono state attivate intese con Confindustria Modena, Fondazione Democenter-Sipe e Provincia di Modena, tutte parimenti utili alla formazione e alla crescita degli studenti, che hanno potuto mettere a frutto il lavoro realizzato nel corso degli stage condotti presso le aziende attive sul territorio.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Avvicinando gli studenti al ricco patrimonio contenuto nel Museo del biomedicale, l’intento era coinvolgerli in un progetto multimediale che da un lato migliorasse le loro competenze nel settore informatico e della comunicazione audiovisiva, dall’altro facesse loro conoscere un’eccellenza del territorio in cui vivono, sia attraverso la viva voce dei protagonisti, sia mediante ricerche inedite.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? È stato realizzato il portale Internet www. biomediland.it, sul quale sono stati pubblicati: una serie di informazioni sul Mobimed; • una rassegna stampa con articoli relativi al biomedicale mirandolese; • una sezione con videointerviste ai protagonisti del settore; • novità e informazioni varie sul distretto del biomedicale.
2. Attività, strategie e risorse utilizzate Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Per realizzare il sito web del Modimed sono
Il reperimento, la scansione e la pubblicazione 57
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GLI STUDENTI HANNO POTUTO CONFRONTARSI CON IL SETTORE PRODUTTIVO DEL BIOMEDICALE, CHE TERMINATI GLI STUDI POTRÀ OFFRIRE LORO OTTIME OPPORTUNITÀ LAVORATIVE.
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dei materiali sono stati realizzati dai ragazzi in collaborazione con gli insegnanti, con la supervisione del personale del Servizio comunicazione del Comune di Mirandola e di Confindustria, e il sostegno qualificato di professionisti della comunicazione.
Si prevede di reiterare l’esperienza? La stretta collaborazione che è venuta a crearsi tra enti e istituzioni è certamente un esperimento da ripetere.
Come sono stati promossi all’esterno? ll progetto si inseriva in un articolato programma di iniziative ideate per le celebrazioni del 50° anniversario del biomedicale mirandolese, che sono state promosse sui media provinciali, regionali e nazionali dal Servizio comunicazione del Comune di Mirandola attraverso l’acquisto di spazi pubblicitari, l’invio di comunicati stampa, la predisposizione di articoli su periodici comunali e la realizzazione di materiali informativi ad hoc.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Tutti gli obiettivi di partenza sono stati raggiunti. Gli studenti hanno avuto modo di confrontarsi con le esperienze di un mondo, quello del biomedicale, a loro in gran parte sconosciuto, un ambito che ai ragazzi e alle ragazze potrà offrire ottime opportunità lavorative una volta terminati gli studi. Si sono riscontrate difficoltà? Non in particolare. Gli studenti, con l’aiuto dei tutor, hanno superato tutti i problemi che si sono presentati nel corso della realizzazione. 59
GIARDINI SEGRETI: ALLA SCOPERTA DEL GIARDINO DELLA DUCHESSA Scuola: Istituto di istruzione superiore “Bertrand Russell” di Guastalla (Reggio Emilia) Museo: Museo della Città di Guastalla Altri partner: I proprietari di Villa Nobili e di Villa Casanova Classi coinvolte: 3 classi di liceo Studenti coinvolti: 52 alunni Link web / email: www.russell.gov.it luciana.amadasi@libero.it; erossi@russell.it; mgiovanardi@russell.it Anni scolastici 2012/2013 - 2013/2014
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1. Contesto di partenza e obiettivi
2. Attività, strategie e risorse utilizzate
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il progetto nasce dall’esigenza di rendere più esplicita la relazione tra sapere disciplinare e territorio, attraverso la ricerca attiva degli alunni, per giungere a una conoscenza partecipata e significativa sia in ambito socioculturale che strettamente paesaggistico e botanico. Alcune classi del Liceo delle scienze umane e dello scientifico avevano già partecipato alla manifestazione “Piante e Animali perduti”, che ogni anno il Comune di Guastalla propone come evento-contenitore per riportare l’attenzione sulle specie in via estinzione: da qui è nata l’esigenza di collegare le discipline scolastiche con la conoscenza attiva del territorio e delle sue peculiarità. Il progetto si è rivelato anche un’ulteriore occasione per collaborare con il Museo della Città.
Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Le attività disciplinari e laboratoriali si sono susseguite per tutto il biennio 2012-2014 e la preparazione teorica, con i docenti di classe e con tutor esterni, si è svolta sia a scuola che sul territorio: • esame storico-culturale delle fonti presenti presso la Biblioteca “Maldotti” e il Museo della Città; • visita al Museo della Città con spiegazione dei luoghi e della loro funzione prima del sisma del 2012; • visite periodiche e sistematiche ai giardini delle ville individuate dal progetto per l’osservazione botanica sul campo e la realizzazione di interviste strutturate ai proprietari per la ricostruzione delle loro storie; • lavoro di gruppo per la realizzazione della mostra “Giardini segreti”, allestita presso il Palazzo Ducale di Guastalla in occasione della manifestazione “Piante e Animali perduti”: ideazione del manifesto e della cartolina-invito, allestimento dell’esposizione. • lavoro di gruppo in classe per la preparazione dei laboratori, delle visite guidate e dello spettacolo teatrale finale in villa.
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Soprattutto l’unitarietà dell’insegnamento e la sua condivisione con gli allievi: due modalità piuttosto inusuali nella scuola secondaria superiore. Questo macrobiettivo ci ha permesso di promuovere le competenze di tutti i partecipanti e di valorizzarne l’identità socioculturale: ciascuno ha contribuito in modo personale, trasformando l’idea stessa di bene culturale, da semplice constatazione a patrimonio condiviso da tutelare.
Quali metodologie didattiche sono state adottate? • Lezioni frontali dialogate, didattica attiva e “co-costruita”; 61
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FARE DELLA SCOPERTA UNO STRUMENTO DI CONOSCENZA HA CEMENTATO IL LEGAME TRA EDUCATORI E ALLIEVI, RISVEGLIANDO QUEL FARE INSIEME CHE STA ALLA BASE DELLA SCUOLA.
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• attività di osservazione sul campo, con trasferte e documentazione effettuata dai diversi gruppi di alunni; • lavoro di cooperative learning; • ricerca-azione in gruppo, sia durante le uscite, sia durante le attività condotte nel laboratorio informatico.
della mostra finale in Palazzo Ducale è stato quello del responsabile delle attività del Museo della Città di Guastalla, Fiorello Tagliavini. Segnaliamo infine l’apporto della Fornace Polirone di Borgoforte (Mantova), perché ci ha permesso di esplorare un mondo imprenditoriale che resiste alla crisi mantenendo la ricchezza e la vivacità delle sue produzioni: in particolare, quella di manufatti legati alla cultura dei Gonzaga.
Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Per la ricerca sul campo: computer, testi storici, iconografie del territorio (sia storiche che contemporanee), cataloghi floristici regionali e provinciali, pubblicazioni recenti di antropologia del paesaggio e di filosofia del giardino, biciclette, materiale di cartoleria specifico per la campitura su tessuto e su creta. Per la documentazione di classe e individuale: macchine fotografiche digitali, computer, videocamera, telefoni cellulari (per le clip e per la registrazione vocale breve). Per lo spettacolo teatrale finale: microfoni, mixer, abiti di scena, accessori legati ai singoli personaggi.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? I prodotti sortiti dalle attività sono stati molteplici: • i due testi confezionati all’interno dell’Istituto: un ricettario con la collaborazione di tutti i docenti del Liceo; un catalogo floristico dei giardini visitati; • le presentazioni multimediali realizzate dai ragazzi per la restituzione del percorso disciplinare di studio sul patrimonio (norme e istituzioni di riferimento), sull’antropologia del territorio e sulla filosofia del giardino; • le magliette dotate di loghi specifici per individuare i partecipanti al progetto e le guide floristiche per le visite ai giardini coinvolti; • la formella in terracotta serigrafata con la rappresentazione schematica del Giardino della Duchessa così come è rappresentato nell’iconografia di riferimento studiata nella Biblioteca “Maldotti”; • la mostra allestita in Palazzo Ducale,
Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? La collaborazione interna tra docenti e tra alunni ha innescato una forte volontà di riuscita, anche nei momenti di maggiore impegno e valutazione scolastica. Questa per noi è stata la parte più interessante, perché ha coinvolto in una relazione stretta, significativa, persino emotiva, tutte le classi, unite e motivate da laboratori, percorsi di produzione e di formazione comuni. Un altro contributo importante per la riuscita 63
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realizzata in collaborazione con i ragazzi della classe e con i docenti di progetto, a cui va aggiunta la rappresentazione simbolica della venuta a palazzo del duca e della duchessa di Guastalla; i laboratori per bambini realizzati durante la manifestazione “Piante e Animali perduti” nelle edizioni 2013 e 2014; le visite guidate ai giardini di Villa Casanova e Villa Nobili, con intrattenimento musicale; lo spettacolo teatrale conclusivo, con la preparazione dei brani musicali e del testo narrativo di accompagnamento; il QRCode da inserire nella mappa cartacea; la pagina web collegata al sito dell’Istituto “Russell” per presentare tutto il materiale prodotto dal lavoro biennale di docenti e alunni delle classi coinvolte sul progetto.
strumento di conoscenza ha cementato il nostro ruolo di educatori, risvegliando quel fare insieme che oggi è alla base della scuola. Tra gli effetti positivi del progetto c’è l’avere creato una reale accoglienza e una fattiva integrazione degli alunni diversamente abili, con la loro partecipazione diretta a tutte le uscite, alle iniziative di produzione e allo spettacolo finale. Si sono riscontrate difficoltà? Solo quelle sorte dalla necessità di articolare su diverse classi il lavoro di progettazione, sia in itinere che nella restituzione finale: programmare, condividere, sostenere le attività dei vari gruppi di lavoro ha reso indispensabili alcuni incontri aggiuntivi tra docenti, soprattutto nel controllo della produzione e della documentazione finali. Si prevede di reiterare l’esperienza? “Giardini segreti” ha consentito una maggiore partecipazione individuale al percorso formativo e disciplinare dei due licei coinvolti, permettendo a ogni alunno di autopromuoversi, riuscendo a collaborare fattivamente alla realizzazione di più eventi, non solo degli obiettivi strettamente disciplinari. Inoltre il confronto concreto su tutte le aree di indagine ha strutturato un modo nuovo di intendere il sapere, dove la conoscenza diviene strumento di apertura all’altro e al territorio circostante. Visto l’esito positivo delle attività, si prevede di continuare con progetti dedicati alla tematica botanica e sociale, con progetti da inserire nel piano dell’offerta formativa del prossimo anno, in collaborazione con gli enti culturali presenti nel territorio.
Come sono stati promossi all’esterno? In modo diretto, da persona a persona, attraverso i docenti e gli studenti impegnati negli stand della manifestazione “Piante e Animali perduti”, nella sede della mostra al Palazzo Ducale e nei laboratori aperti alla cittadinanza, dove il progetto è stato condiviso e approfondito in alcuni dei suoi aspetti.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? Gli obiettivi sono stati raggiunti in modo più che soddisfacente, forse oltre le aspettative: la consapevolezza della scoperta quale 64
MATEMATICA AD ARTE Scuola: Liceo scientifico “Manfredo Fanti” di Carpi (Modena) Museo: Musei di Palazzo dei Pio di Carpi Altri partner: Fondazione Ex Campo Fossoli; Assessorato alle politiche scolastiche del Comune di Carpi; Il Castello dei Ragazzi; Università di Modena e Reggio Emilia Classi coinvolte: 1 gruppo misto di classi di liceo + 49 classi di scuola primaria e secondaria di I e II grado Studenti coinvolti: 1.378 alunni Link web / email: www.liceofanti.it www.palazzodeipio.it/imusei Anno scolastico 2012/2013
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1. Contesto di partenza e obiettivi
apparentemente molto distanti, come l’arte e la matematica. Il progetto mirava a interpretare (e a far leggere) i Musei come un luogo in cui i numeri e la storia dell’architettura rinascimentale si incontrano con i numeri e i nomi dei deportati del campo di Fossoli, rendendo espliciti i contatti più o meno sottili e profondi che legano questi ambiti.
Come è nato il progetto, con quali motivazioni, in quale contesto? Il Liceo “Manfredo Fanti” è una scuola storica della città di Carpi e costituisce uno dei principali poli formativi in ambito scientifico della regione, con oltre un migliaio di studenti e una solida specializzazione nel campo delle discipline tecnologiche. Su questa base, in collaborazione con i Musei di Palazzo dei Pio, la scuola ha costruito tre specifici percorsi didattici, scegliendo di non lavorare su singole classi nella loro interezza, ma di lasciare l’esperienza aperta. Si è fatto sì che fossero i ragazzi, in base al loro interesse, a scegliere di partecipare al progetto, che è nato da una mostra didattica sul rapporto tra matematica e arte. L’esposizione, realizzata da docenti del Liceo, è stata ritagliata su misura del contesto reale del Palazzo dei Pio, lavorando sulla sezione relativa al Rinascimento e sull’opera di Tobia Ravà per il Museo del deportato. Il coinvolgimento attivo degli studenti si è concretizzato nella conduzione delle attività rivolte al pubblico, in particolare quello scolastico.
2. Attività, strategie e risorse utilizzate Quali attività sono state realizzate per portare a termine il progetto e dove si sono svolte? Il programma, sviluppato da ottobre 2012 a marzo 2013, è stato suddiviso in due tronconi. Da una parte l’attività per gli studenti del Liceo, suddivisa a sua volta in 4 sottoambiti: • “Matematica e arte: le macchine matematiche” (15 studenti); • “Kapla: gioco di costruzioni matematiche” (24 studenti); • “Memoria d’infinito” nel Museo del deportato (14 studenti); • visite guidate rivolte al pubblico libero (8 studenti). A questi gruppi se n’è aggiunto un altro, che si è occupato della documentazione e realizzazione dei video del progetto (8 studenti). Dall’altra parte le attività rivolte alle scuole del territorio e al pubblico libero, che hanno partecipato ai percorsi e ai laboratori proposti: • scuola primaria (14 classi, 378 studenti); • scuola secondaria di I grado (20 classi, 540 studenti);
Quali obiettivi educativi si intendevano raggiungere? Per gli studenti del liceo, l’obiettivo principale era connettere con il mondo reale ciò che studiano. Per il pubblico dei musei e per le classi della scuola primaria e secondaria che hanno partecipato alle attività didattiche, l’intento era scoprire il rapporto tra discipline 67
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MOLTI RAGAZZI HANNO SCOPERTO CHE SI PUÒ STUDIARE NON SOLO PER LA SUFFICIENZA, MA ANCHE PER TRASMETTERE CULTURA E FAR CONOSCERE IL PATRIMONIO DELLA PROPRIA CITTÀ.
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• scuola secondaria di II grado (15 classi, 390 studenti); • visite guidate rivolte al pubblico libero (4 visite, 230 persone).
materiali (per lo più multimediali) adatti alle esigenze dei ragazzi. Quali collaborazioni si sono attivate? Quali si sono rivelate più interessanti e perché? Il coinvolgimento di insegnanti di diverse materie ha creato un forte senso di condivisione e partecipazione al progetto, una sinergia di conoscenze e competenze. Un approccio così originale al museo ha determinato in particolare il coinvolgimento dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha consentito di affrontare la parte di approfondimento specifico ad alti livelli. Nel corso dei lavori gli studenti e i loro docenti hanno imparato a conoscere il museo cittadino, gli si sono “affezionati”, avendone compreso appieno i contenuti storico-artistici, le potenzialità e il ruolo civico e sociale che riveste. Tra le collaborazioni inedite più interessanti va segnalata la nascita di un gruppo di documentazione costituito da studenti coordinati da docenti e un operatore museale: in breve è diventato un punto di riferimento per tutti i partecipanti.
La realizzazione del progetto ha richiesto attività di formazione degli insegnanti e degli studenti del Liceo, di approfondimento scientifico, storico-artistico e pedagogico sui tempi della comunicazione, di progettazione e realizzazione delle mostre e delle visite. Quest’ultima parte, in particolare, è stata impostata in modo che per gli studenti potesse rappresentare una sorta di esperienza “di lavoro”, per far comprendere loro anche l’importanza delle diverse modalità relazionali, comportamentali e di approccio ai temi a seconda del contesto e del target con cui ci si rapporta. Quali metodologie didattiche sono state adottate? Oltre che sulle classiche lezioni frontali, la didattica si è basata sui principi dell’“imparare facendo”, messi in pratica nelle varie fasi, dalla visita guidata all’utilizzo delle videoproiezioni, passando dalle esperienze pratiche alla produzione multimediale, all’espressione personale e alla comunicazione.
3. Realizzazioni Quali prodotti o iniziative sono stati realizzati, e come? Oltre alle visite guidate alla mostra, i ragazzi hanno realizzato due DVD in cui hanno presentato e documentato l’esperienza in tutte le sue fasi. Nei prossimi mesi il progetto verrà raccontato e condiviso sulla piattaforma creata dalla Direzione generale per gli ordinamenti
Quali risorse strumentali sono state utilizzate? Gli strumenti e le risorse per portare a compimento il progetto sono stati anche creati in corso d’opera: in base alle esigenze degli insegnanti e delle scuole si è provveduto a “costruire” percorsi specifici e a recuperare 69
a sostegno dei licei scientifici per attuare le indicazioni nazionali relative agli insegnamenti della fisica, delle scienze naturali e della matematica.
attivo del solito alle lezioni, chiedendo spesso chiarimenti e approfondimenti agli operatori museali e agli insegnanti. Questi ultimi, nella didattica quotidiana, sono stati stimolati a lavorare in sinergia tra loro, più spesso di quanto non accada normalmente.
Come sono stati promossi all’esterno? Con due eventi pubblici alla fine di gennaio e di marzo del 2013, un dépliant e un opuscolo cartacei, i siti web della Scuola e dei Musei e l’invio di informazioni a una mailing list. Le iniziative hanno registrato un ottimo riscontro di pubblico: • attività didattica rivolta alle scuole: 1.308 presenze; • visitatori delle mostre: 2.150 presenze; • visite guidate al pubblico libero: 230 presenze; • per un totale complessivo di 3.688 presenze.
Si sono riscontrate difficoltà? Alcuni alunni hanno mostrato difficoltà nel rielaborare i contenuti complessi e “intrecciati” del percorso: è stato quindi deciso di fornire loro un opuscolo scritto dagli insegnanti per agevolare la preparazione finale in vista delle visite guidate. Il momento di verifica più significativo per ogni ragazzo è stato proprio la conduzione delle visite, durante le quali gli ascoltatori, adulti e bambini, erano i loro ignari “esaminatori”. Si prevede di reiterare l’esperienza? Il progetto ha definito alcune linee di lavoro che proseguiranno rivolte anche ad altre scuole del territorio, con esperienze di didattica pair to pair e un approccio trasversale ai temi proposti dai Musei di Palazzo dei Pio.
4. Valutazioni Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Ne sono subentrati altri nel corso del progetto? I ragazzi hanno dimostrato di avere aumentato la loro capacità di esprimere oralmente concetti, sia di fronte agli adulti che ai bambini. Sono stati capaci di coinvolgere attivamente il pubblico e molti di loro sono diventati consapevoli del fatto che si possa studiare non solo per conseguire la sufficienza in una prova scritta o orale in classe, ma per trasmettere cultura, per suscitare interesse, per far circolare l’idea che i diversi saperi sono unitari, per far conoscere il patrimonio artistico della propria città. Gli alunni hanno partecipato in modo più 70
Pubblicato da: Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna Stampato da: Centro stampa della Regione Emilia-Romagna (ottobre 2014) ISBN 9788897281399