STUDIO OCSE SUL PIANO NAZIONALE ITALIANO PER LA SCUOLA DIGITALE

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STUDIO OCSE SUL PIANO NAZIONALE ITALIANO PER LA SCUOLA DIGITALE SINTESI IN ITALIANO

Sotto embargo fino al 6 Marzo 2013 alle 11:30 Per domande rivolgersi a: Stéphan Vincent-Lancrin, Analista principale, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) email: stephan.vincent-lancrin@oecd.org Telefono: +33 1 45 24 92 29 Francesco Avvisati, Analista, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) email: francesco.avvisati@oecd.org Telefono: +33 1 45 24 17 61 Il rapporto completo in inglese può essere richiesto per email agli indirizzi indicati. Le opinioni espresse in questo documento e nell’originale in inglese sono quelle degli autori: Francesco Avvisati (OCSE), Sara Hennessy (Università di Cambridge, Regno Unito), Robert B. Kozma (Kozmalone Consulting, Stati Uniti), Stéphan Vincent-Lancrin (OCSE).

L’Italia è in ritardo rispetto alla maggioranza dei paesi OCSE per quanto riguarda le dotazioni multimediali e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nella scuola. Ad esempio, nel 2011 solo il 30% degli studenti italiani di terza media utilizzava le TIC come strumento di apprendimento durante le lezioni di scienze, rispetto a una media del 48% in altri Paesi dell’OCSE. Un Piano ben strutturato con pesanti vincoli di bilancio

In tale contesto, il Ministero dell’Istruzione ha lanciato nel 2007 il Piano Nazionale Scuola Digitale per generalizzare l’uso delle TIC nelle classi e utilizzare la tecnologia come catalizzatore dell’innovazione didattica, allo scopo di promuovere nuove pratiche di insegnamento, nuovi modelli di organizzazione scolastica, nuovi prodotti e strumenti a sostegno della qualità. Il piano nazionale comprende quattro iniziative: un finanziamento per attrezzare le classi con lavagne interattive multimediali (Piano LIM), e tre progetti di sperimentazione in cui alcune scuole pilota, selezionate tramite bando aperto, sperimentano soluzioni TIC (cl@sse 2.0, scuol@ 2.0, Editoria digitale scolastica). Il piano utilizza le sue modestissime risorse finanziarie per attuare una visione realistica e ambiziosa dell’innovazione. Si concentra giustamente sul forte desiderio di alcune scuole e insegnanti di avviare il cambiamento, promuove strumenti che non contrastano con i metodi attuali di insegnamento, cerca di creare una domanda che spinga altri stakeholders a contribuire al piano, si


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