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Il cielo azzurro R. Filippetti
Il cielo azzurro
Un giorno, quand’ero bambino, mi hanno portato a vedere il mare. Era la prima volta. Il cielo terso si specchiava nell’acqua profonda: azzurro sopra, azzurro sotto. Sarei rimasto a contemplare questo spettacolo per ore. Forse è quel giorno che sono diventato pittore.
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Poi quell’azzurro l’ho rivisto nelle volte di tante chiese: ad Assisi, a Roma, nel mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, nel Duomo di Padova. Io però l’ho voluto rendere ancora più intenso, facendo spendere tanti soldi allo sponsor Enrico Scrovegni, perché è un colore che si ottiene coi lapislazzuli, che sono pietre preziose. Ma io volevo che tutti coloro che sarebbero entrati in questa chiesetta di Padova, per prima cosa arrestassero lo sguardo e restassero senza respiro! Se uno non alza lo sguardo, è come un bicchiere girato in giù: è inutile versare da bere, perché scivola via tutto e io volevo versare questa storia, l’unica storia che placa la sete del cuore, in bicchieri pronti a farsene riempire fino all’orlo. Nel nostro cuore c’è un grande desiderio, e de-siderio vuol proprio dire sete di stelle (sidera in latino).
Per questo ho dipinto in un grande manto azzurro circa settecento stelle d’oro a otto punte. Poi, più grandi, più luminosi, altri otto astri: gli otto pianeti, che hanno il volto di otto profeti (mi sa proprio che anche il numero otto nasconde un segreto… sveliamolo subito: è il numero che indica la resurrezione di Gesù, come ho imparato da sant’Ambrogio). Dio ci ha messo nel cuore il desiderio della felicità, e i profeti hanno annunciato che un giorno quel cielo così bello e così lontano, sarebbe venuto giù a portarci la felicità. “Padre nostro che sei nei cieli” sarebbe venuto giù sulla terra! Infine, grandissimi, ho dipinto in comune corpi celesti più luminosi: la luna, cioè la Madonna con in braccio Gesù bambino, per
illuminare la notte; e il sole, cioè Cristo Signore del cielo e della terra, a riscaldare il giorno. Se lo guardate bene, è proprio un sole: gli ho fatto anche i raggi attorno! Cristo l’ho dipinto con la mano benedicente, ove tre dita sono unite (la Trinità), mentre l’indice e medio sono intrecciati, per indicare che è insieme Dio e uomo. Anche i due colori dei suoi abiti hanno questo significato: rosso-Dio, celeste-uomo.
Da san Francesco ho imparato a dire ogni giorno «Laudato sii o mi’ Signore» per il sole, la luna e le stelle, per questo azzurro firmamento così bello e grandioso, regalato ai nostri occhi per farci capire quanto più bello e grande è il Creatore di tutte queste cose.
L’intensissimo azzurro del cielo poi l’ho fatto scivolare giù dalla volta sopra tutti, ma proprio tutti i trentasei (dodici per tre, vi ricordate?) affreschi, cioè sopra le tappe di questa lunga storia, anche sopra le tappe dolorose: perché tutto quello che succede sulla terra è sotto il gran manto del cielo, cioè accade sotto il celeste abbraccio del Padre buono e misericordioso.
Roberto Filippetti, Il Vangelo secondo Giotto. La vita di Gesù raccontata ai ragazzi attraverso gli affreschi della Cappella degli Scrovegni, Itaca
• Cosa significa l’espressione «Se uno non alza lo sguardo, è come un bicchiere girato in giù»? • Cosa significa la parola «de-siderio»? • Di quali colori sono gli abiti di Cristo? Perché? • Perché «l’intensissimo azzurro del cielo» scivola «giù dalla volta sopra tutti, ma proprio tutti i trentasei (dodici per tre, vi ricordate?) affreschi»?