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Lacrime come perle A. Leonardi

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Il verbo partire

Il verbo partire

Lacrime come perle

In sella alla sua lambretta, don Gnocchi fa la spola tra un collegio e l’altro per visitare i suoi “figli”. A Parma incontra Marco che, sfigurato da un ordigno bellico, era stato sottoposto all’amputazione di entrambe le gambe e all’estrazione del bulbo oculare.

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Attende la fine delle medicazioni quotidiane, poi, avvicinandosi al lettino, gli chiede: «Quando soffri e ti fanno piangere, a chi pensi?».

«A nessuno» risponde il bambino meravigliato per la stranezza della domanda. A questa risposta il cuore di don Carlo è trapassato come da una ferita mortale. Non si poteva vivere il dolore in una tale solitudine.

Quella miseria andava consegnata a qualcuno. E così va avanti: «Ma tu non credi che ci sia qualcuno al quale poter offrire il tuo dolore, per amore del quale tu potresti inghiottire le lacrime e che potrebbe aiutarti a sentir meno la tua sofferenza?».

Più che per tutto il resto don Carlo desiderava che la sofferenza dei suoi piccini avesse senso.

Così ad un incontro li provoca: «Le vostre lacrime devono diventare perle».

I bambini lo ascoltano incuriositi, chiedendosi come ciò sia possibile. «Prepareremo una cassettina» continua don Carlo. «Quando uno di voi deve, per il suo bene, subire un’operazione chirurgica o un intervento doloroso, soffre. Ebbene, questa sofferenza fisica non deve andare perduta, buttata via come una cosa che non conta niente: bisogna offrirla al Signore, senza piangere, senza gridare. Quando uno di voi sarà riuscito a pensare a Gesù crocifisso che ha sofferto più di qualsiasi uomo, a sopportare senza lamenti la sua operazione, egli avrà diritto di mettere nella cassettina una perla preziosa». «E poi?» chiedono i bambini sbalorditi.

«Tra un anno conteremo le perline (so che ce ne saranno tante!) e le porteremo da un orefice: egli le userà per foggiare il nostro distintivo, poi lo porteremo al Papa come simbolo della vostra coraggiosa sofferenza».

E l’udienza da Pio XII c’è veramente. Emozionati, i bambini offrono la spilla al Papa mentre don Carlo spiega il significato di quel gioiello, e conclude: «I miei piccoli hanno offerto il loro dolore per lei, Santo Padre, per la Chiesa, per la salvezza di tutte le anime». Pio XII si fa pensoso e si commuove pieno di riconoscenza al pensiero di quanto bene la Provvidenza abbia saputo suscitare attraverso quei bambini.

Anna Leonardi, Padre di una moltitudine di genti, «Tracce», maggio 2000

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